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Anno XV - n. 9 – 10 giugno 2008
Ciao, Silvano
La notizia dell’improvvisa scomparsa del Dott. Silvano Cominotti, Coordinatore Locale Prelievi di Organi e
Trapianti, ha profondamente colpito i colleghi, i collaboratori e tutto il personale della nostra Azienda che si
è raccolto, sgomento e incredulo, in un grande abbraccio.
Cominotti, 51 anni, laureatosi nel 1981 e specializzatosi in Anestesia e Rianimazione nel 1984, aveva in
quello stesso anno iniziato a lavorare in Ospedale come Assistente, diventando Aiuto nel 1993. Nominato,
nel 1999, Coordinatore Locale Prelievi di Organi e Trapianti dell’Azienda, con grande entusiasmo e passione si è dedicato a questo nuovo incarico profondendo professionalità e dedizione, riuscendo a creare una rete
di collaborazioni e di sinergie che univano le diverse componenti aziendali, l’ambito sanitario regionale, le
Associazioni di Volontariato, e quelle del Soccorso in modo particolare, e la società civile. Persona garbata
e disponibile è riuscito a creare legami profondi di stima e di amicizia unendo alle doti umane, elevata qualità professionale.
Per ricordare Silvano verrà celebrata una S. Messa, martedì 24 giugno alle ore 14.30 presso la Chiesa del
nuovo Ospedale, cui seguirà una breve cerimonia per la posa di due targhe commemorative, che saranno posizionate in Terapia intensiva e presso la Centrale operativa 118.
La Direzione e tutto il personale dell’Azienda si uniscono al grande dolore della famiglia nel ricordo del caro amico e collega. Ciao, Silvano.
Riferimento: Walter Bergamaschi tel 0332-278.222
“Ci sentivamo in cima al mondo fino all'ultimo momento…”
Silvano. Ha vissuto ed è cresciuto professionalmente assieme a noi muovendosi con apparente leggerezza, quasi
fosse la personale curiosità, più che le esigenze del servizio, a spingerlo a intraprendere sempre nuove esperienze.
E adesso che siamo qui, ancora sbigottiti, a voler dire di lui, adesso ci rendiamo conto del contributo che ha lasciato in questi anni.
Contemporaneamente alla frequenza della Scuola di Specializzazione in Anestesia e Rianimazione presso
l’Università di Pavia, ha iniziato la sua formazione sotto la competente, appassionata e paterna direzione del Prof.
Emilio Bortoluzzi, del quale segue il bel ricordo di quei primi anni di attività.
Acquisite con disinvoltura le principali nozioni di anestesia, inserito solidamente nei turni di assistenza in Terapia
Intensiva, offriva alla nostra “comunità” – assieme all’amico Roberto Troiano - l’originalissimo, pionieristico contributo nella applicazione della informatica alle pratiche di terapia intensiva. Maneggiava un oggetto chiamato
Commodore 64, studiava e applicava il linguaggio DOS, utilizzava una improbabile stampante ad aghi che rispondeva solo ai suoi comandi. Il tutto per fare i primi calcoli emodinamici, statistiche, torte e istogrammi. Poi
l’incontro con il Prof. Chiaranda, la scoperta di Windows, le dia prodotte con Palette. Dopo di allora l’esplosione
dei sistemi con interfaccia friendly, che hanno fatto di tutti noi degli pseudo esperti.
In Terapia Intensiva è stato fondamentale l’apporto culturale sulle metodiche di alimentazione artificiale,
l’aggiornamento continuo, la partecipazione attiva a gruppi di studio multidisciplinari interni all’Ospedale, i contatti con le società scientifiche, la stesura di protocolli di alimentazione parenterale ed enterale tuttora di riferimento. Ancora, la passione per numeri e statistica lo portava ad aderire – a farci aderire - al GIVITI, gruppo di studio
sugli interventi in terapia intensiva, coordinato dall’Istituto Mario Negri di Milano: legame ora mantenuto e sistematizzato, e da ritenersi fondamentale per confrontare la nostra realtà assistenziale con il panorama nazionale.
Attorno agli anni 90 doveva nascere la Neuroradiologia, e, mentre per qualcuno sembrava si perdesse per i sotterranei dell’Ospedale, ecco Silvano dedicarsi assieme a Claudio Mare allo studio e alla stesura di protocolli di assisegue è
stenza anestesiologica da applicare alle procedure diagnostiche e interventistiche su adulti e bambini, apprendendo
nuove tecniche di sedazione, indirizzando anche l’acquisizione di apparecchiature di supporto e monitoraggio per
il particolare ambiente della Risonanza Magnetica.
L’uscita dalla nostra Unità di Enrico Lucchini comportava la nomina del nuovo Coordinatore locale per prelievi e
trapianti di organo: le conoscenze maturate in Terapia Intensiva sul paziente con lesioni cerebrali, le sua facilità
alle relazioni all’interno e all’esterno dell’Ospedale, la disponibilità ad aprirsi a nuove esperienze lo portavano a
ricevere questo importante incarico, che veniva svolto a livello locale per quanto attiene le procedure assistenziali,
e a livello aziendale e provinciale per gli aspetti di diffusione della cultura della donazione e dell’organizzazione.
Tramite tra Regione, Centro di Riferimento ed Azienda, si faceva promotore di importanti iniziative di formazione
degli operatori e di informazione della popolazione. Ha curato la sezione dedicata a donazione e prelievo oggi
visitabile sul sito internet del nostro Ospedale, www.trapiantivarese.org, sezione il cui aggiornamento è stato
proprio da lui appena completato.
Non contento di tutto questo, entrava con entusiasmo al Servizio 118, dove svolgeva assistenza in centrale
operativa e copertura dell’emergenza esterna. Oltre a questo: approfondiva il tema dell’emergenza cardiaca, con
adesione ai protocolli di fibrinolisi precoce; amante della montagna non perdeva una esercitazione di soccorso
alpino; si distraeva impegnandosi in programmi di formazione e di prevenzione del trauma con i giovani; si
dedicava anche ad alcune Associazioni del Soccorso.
Gli interessi personali. Giusi, Selene e Marco prima di tutto. Oltre alla famiglia, davanti ad una tazza di caffè, o
con una sigaretta fumata di nascosto, coltivava con facilità contatti ed amicizie. Amava: la montagna e gli sport
invernali (le ferrate d’estate, un gigante in due manche a Domobianca, l’ultima sciata con Paolo, Vinicio, Davide,
Dario, Luca, il Chiarissimo ed altri, sulle Dolomiti, perdendosi sulle piste di giorno e dormendo per rifugi la
notte); la mountain bike (incrociato poche settimane fa sui sentieri della Valganna); i pattini in linea (segnalato
sulla pista ciclabile del lago di Varese e sul lungolago di Lugano, la leggenda parla anche di walkman e
monopattino…!); i motori (riportava anche un paio di serie fratture cadendo in moto, unica consolazione il
ricovero nella stanza di Ortopedia con Deejay Ringo, e le visite della nota compagna di quest’ultimo…; la 500
blu; tra il 90 e il 92 all’autodromo di Monza come anestesista rianimatore, assieme ad altri colleghi varesini
dislocati sulla pista, e l’appello, a mezz’ora dallo start “Il dottor Cominotti è atteso con urgenza alla sua
postazione!!!”, urlato dagli altoparlanti mentre Senna e Prost si preparavano a giocarsi il mondiale); la fotografia
(a Montecarlo per fotografare auto, barche e belle donne; a Monza per fotografare auto, mangiare porchetta e bere
lambrusco).
Le caratteristiche. Intelligenza e curiosità, umanità, semplicità, disponibilità al nuovo, la capacità di riproporsi,
l’ingenuità della persona onesta e in buona fede, che a volte lo portava a violare qualche aspetto formale del
lavoro, l’interpretazione soggettiva del concetto di puntualità, “….un momento ragazzi, devo prima cercare un
Bancomat….”. Entusiasmo e generosità, nonostante alcuni contrattempi lungo la strada della sua salute, che
avrebbero convinto i più a tirare per tempo i remi in barca.
Amava la musica, e tra l’altro ci piace ricordare, noi in tribuna coperta, lui sul prato di San Siro, quattro ore sotto
il diluvio per assistere a un memorabile concerto di Bruce Sprengsteen.
“….ma poi le amarezze del mondo arrivarono all'improvviso…”
BLOOD BROTHERS
FRATELLI DI SANGUE
Ci sentivamo in cima al mondo fino all'ultimo momento
We played king of the mountain out on the end
The world come chargin' up the hill, and we were Ma poi le amarezze del mondo arrivarono
all'improvviso, ed eravamo donne e uomini
women and men
Now there's so much that time, time and memory fade Ora ci sono così tanti ricordi che svaniscono nel tempo
away
e nella memoria
We got our own roads to ride and chances we gotta take Noi abbiamo le nostre strade da percorrere e
possibilità che dobbiamo sfruttare
We stood side by side each one fightin' for the other
Stavamo fianco a fianco e ognuno lottava per l'altro
Ci dicevamo che fino alla morte saremmo stati fratelli
We said until we died we'd always be blood brothers
di sangue
Now the hardness of this world slowly grinds your Ora la durezza di questo mondo lentamente sgretola i
dreams away
tuoi sogni
Trasformando in sciocchezze le promesse che ci
Makin' a fool's joke out of the promises we make
facciamo
And what once seemed black and white turns to so E quello che una volta sembrava bianco o nero... ora
many shades of gray
We lose ourselves in work to do and bills to pay
And it's a ride, ride, ride, and there ain't much cover
With no one runnin' by your side my blood brother
sfuma in così tante tonalità di grigio...
Perdiamo noi stessi nel lavoro da fare e nei conti da
pagare
E' solo una corsa, una corsa, una corsa, senza nessuno
che ti protegga
Con nessuno che corra al tuo fianco, mio fratello di
sangue
Attraverso le cose sepolte dal passato... hanno trovato le
loro tracce
Sempre muovendosi avanti e mai guardando indietro
Ora non so come mi sento, non so come mi sento
stanotte...
come se fossi finito sotto la ruota, come se avessi perso o
acquistato la vista...
Non so ancora perché, non so perché ti ho chiamato...
On through the houses of the dead past those fallen in
their tracks
Always movin' ahead and never lookin' back
Now I don't know how I feel, I don't know how I feel
tonight
If I've fallen 'neath the wheel, if I've lost or I've gained
sight
I don't even know why, I don't know why I made this
call
Or if any of this matters anymore after all
o se qualcosa di tutto questo abbia ancora importanza
dopo tutto
But the stars are burnin' bright like some mystery Ma le stelle stanno splendendo come un mistero svelato
uncovered
I'll keep movin' through the dark with you in my heart
Continuerò il mio viaggio attraverso l'oscurità con te nel
mio cuore
My blood brother
Mio fratello di sangue
Bruce Springsteen
Gli Amici e Colleghi
Silvano
Silvano era un "personaggio", suo malgrado, e lo era proprio in quanto antipersonaggio in un’epoca in cui tutti
fanno a gara per apparire.
Mite (di una mitezza disarmata e disarmante) e schivo - senza però che questi aspetti del suo carattere, nulla
togliessero a una naturale spontaneità e socievolezza – s’era inserito bene nel gruppo di lavoro, cucciolo di una
covata che nel nostro Centro dopo anni di durissimi sacrifici e ostacoli d’ogni genere aveva portato con sé, come
una ventata d’aria fresca.
Si trattava, per lui, di ritagliarsi uno spazio, evidenziando doti che potessero rivelarsi utili nell’ambito di una
specialità, in cui dallo sperimentalismo dei primi tempi, s’andava affermando una mentalità rigorosamente
scientifica nelle tecniche di anestesia e nell’assistenza e controllo del malato in rianimazione.
Silvano era un ragazzo mentalmente in sintonia con gli aspetti teorici e pratici del suo tempo. Se ben ricordo era
stato fra i primi ad intuire l’utilità del computer nella raccolta di dati utili per il monitoraggio in tempo reale
dell’andamento del paziente in terapia intensiva e vi s’applicava con quotidiana passione.
Quanto all’addestramento in anestesia era in quella che può definirsi, una fase di tirocinio. Mai però che si
verificassero incidenti di sorta o che fosse necessario venirgli in aiuto (salvo una volta, in cui l’applicazione
intempestiva di un laccio emostatico - da parte di un infermiere – sull’arto inferiore da operare, fece sì che il
farmaco che doveva bloccarlo non facesse in tempo ad esercitare la sua azione).
Ignaro dell'accaduto, entrai in sala operatoria e prima di rendermi conto della situazione dissi il mio rituale, “bravo
Silvano”!
“Bravo un ca’! replicò il chirurgo, tentando d'incidere quell’arto che ad ogni tentativo in proposito rispondeva con
un calcio degno di un purosangue da rodeo!
In effetti : zac... il chirurgo tentava d’incidere e stac ...il paziente scalciava... Zac, tentava e stac, scalciava “...
Come vedi - disse il chirurgo - così non posso andare avanti... Fate qualcosa!”
“Provvederemo subito” dissi e allora, “muovetevi!”
Ricordo come fosse oggi l’espressione di Silvano: gli occhi neri che s’erano fatti ancora più grandi; il rossore di
uno scolaretto, incolpevolmente messo dietro alla lavagna...
Sia come sia, approfondendo il piano di anestesia la situazione in breve si risolse, con buona pace del chirurgo (che
d’altra parte s’era reso perfettamente conto dell’accaduto). Silvano dunque “s’andava facendo”; ma lungo il suo
cammino “in progresso”, si profilavano ogni tanto imprevedibili contrattempi, dovuti a una distrazione a dir poco,
sorprendente.
Distrazione che lo fece iscrivere a un congresso internazionale in quel di Helsinki, dovendo raggiungere la
delegazione italiana in partenza dall’aeroporto di Fiumicino (vi arrivò con i suoi quaderni di appunti, la biro, la sua
comprensibile ansia di apprendere; ma al check-in si sentì chiedere di esibire il passaporto, regolarmente lasciato a
Varese!).
Figurarsi al ritorno, gli scherzi a non finire (scherzi che però nulla toglievano alla considerazione che Egli aveva
saputo meritevolmente conquistarsi).
Passò ancora qualche anno, venni collocato in quiescenza e dopo d’allora, quel che potei sapere di Silvano,
provenne da notizie di cronaca o da confidenze dei colleghi di lavoro. Seppi allora ch’era diventato il responsabile
delle delicate procedure cliniche e legali dei prelievi d’organo: era un riconoscimento alla sua preparazione e nello
stesso tempo una sorta di promozione sul campo per il dottor Cominotti!
Bene! mi dissi; e immaginavo che tutto ciò lo appagasse.
Ma ormai era tutto preso da una nuova stressante attività: il 118; ovvero il servizio di pronta disponibilità 24 ore su
24 con interventi immediati sul luogo dell’incidente, durante il trasporto in ambulanza o, su terreno impervio, con
salvataggi rischiosi che il Nostro non esitava a compiere, magari calandosi da un elicottero.
Ecco la sorprendente metamorfosi di Silvano: da studioso in uomo di azione!...Un volo audace interrotto dalla
sorte; la morte in una solitudine che non gli apparteneva.
Mi capita ogni tanto di sentire la sirena di un’ambulanza e di pensare: ecco il 118 che accorre... Per andare dove?...
E chi sostituirà Silvano?
Primario Emerito
Servizio B di Anestesia e Rianimazione
Ospedale di Circolo di Varese