Sounds like Silence - Dipartimento di Storia dell`Arte e Spettacolo
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Sounds like Silence - Dipartimento di Storia dell`Arte e Spettacolo
Sounds like Silence Cage – Silenzio – 4'33'' 1912 – 1952 – 2012 Dieter Daniels, Feb 2012 >>> Versione per la conferenza di Roma (basata sulla conferenza HMT del 2011) Punto di partenza nel 2012 ricorre il centenario della nascita di John Cage (n. 5. Settembre del 1912) e il sessantesimo anniversario della prima esecuzione del suo „brano muto“ dal titolo 4’33” (quattro minuti, 33 secondi), il 29 agosto 1952. La composizione in tre tempi senza suono intenzionale rappresenta oggi il pezzo più famoso di Cage. Questa „arte senza opera“ (J. Cage) attualizza e trasforma impulsi dell'avanguardia degli inizi del 20 secolo come ad es. i Ready-mades che dovevano essere, a detta di Duchamp, „opere senza arte“. Attualità culturale Il riconoscimento di Cage che „non esiste qualcosa come il silenzio“ („il silenzio in se non esiste“) rappresenta oggigiorno una minacciosa esperienza del quotidiano. Le questioni sollevate dall' „Acoustic Ecology“ assumo un valore sempre considerevole nella pianificazione urbanistica e dei trasporti, nell'architettura e nel design dei prodotti. Accanto all'ambiente acustico oggettivo si è trasformato anche il modo soggettivo di rapportarsi con il suono. L'eventuale onnipresenza tecnica dei media derivante dalla propagazione di suoni da sorgenti pubbliche e private è diventata oggetto di controverse discussioni. Silenzio – Oggi: contesto culturale e mediatico del progetto. Il progetto si dedica soprattutto agli effetti perduranti delle idee di Cage. Non si tratta tanto di una ripresa o di una esposizione dell'opera di Cage, quanto di un ripensamento delle sue impostazioni in tre ambiti: primo nell'evoluzione delle opere dello stesso Cage dal 1952 al 1992, secondo nei riferimenti artistici e musicali a 4'33'', terzo nella richiesta di silenzio, oggi in espansione, che costituisce il contesto culturale e mediatico del progetto. Questo contesto forma una parte nota del proprio mondo vitale anche per un pubblico che non ha più familiarità con Cage. Esso d'altra parte contiene tre aspetti: Il primo aspetto è il Bisogno di silenzio che è spesso articolato – cosi' come spesso se ne pratica la fuga poichè il silenzio ci rimanda a noi stessi. E questo lo aveva già dimostrato l'esperienza di Cage nella camera anecoica dell'università di Harvard, dove egli aveva udito due rumori: un suono alto, il suo sistema nervoso – e un suono basso, il suo sangue in circolazione. Questa esperienza porta Cage alla conclusione che non esiste il silenzio assoluto fintanto che siamo in vita. >>> Video Per questo il „brano muto“ di Cage è un invito ad ascoltare, una sensibilizzazione nei confronti dell' altrimenti non udito – e da ultimo una presa di coscienza del „Liveness“ („Vivere“ “presenza viva”) del nostro ambiente acustico e della nostra stessa corporeità. Per Cage il silenzio sta dunque a significare la vita, non la morte. Il secondo aspetto che deriva da una pura esegesi dell'opera di Cage e rimanda al nostro mondo vitale presente è il crescente inquinamento acustico. Ciò riguarda, accanto ai disturbi da rumore causati dal traffico e dall'industria, anche l'esposizione forzata ai rumori da sorgenti acustiche nei centri commerciali, i rumori di sottofondo degli apparecchi domestici (in particolare personal computer), la crescente telefonia mobile negli spazi pubblici etc. Con la costituzione del „World Forum for Acoustic Ecology“ o iniziative come „Hörstadt Linz“ (“Linz Città in Ascolto”) viene trasmessa alla coscienza collettiva l'importanza della nostra qualità di vita. Il teorico di questo movimento è il compositore e autore Murray Schafer che per parte sua è stato di nuovo fortemente influenzato da John Cage. Un terzo aspetto è la questione del silenzio nei media sia per quanto riguarda il contenuto sia per quanto riguarda la tecnologia dei media. Con la tecnologia digitale è scomparso il passaggio fluido tra silenzio e rumore, non c'è più alcun fruscio, piuttosto solo un silenzio “inerte” senza segnale. Anzi il silenzio è proprio scomparso dai programmi. Ad esempio nei “format radio” le trasmissioni cosi' come la musica e la conduzione si susseguono senza transizioni e pause. Perfino durante il giornale radio è trasmesso a volte un rumore di sottofondo. Il silenzio è dunque messo al bando sotto un doppio punto di vista: sia tecnico che programmatico. Ad esempio in Germania, dopo un minuto di silenzio radiofonico, il trasmettitore radio fa partire automaticamente un segnale di allarme oltre ad essere prevista una penale per il gestore della trasmissione radio. Silence in media and urban environment (il silenzio nei media e nell'ambiente urbano) E' interessante che già nel 1948 John Cage volesse comporre un “brano muto” da vendere a un canale “Muzak” destinato alla diffusione nei centri commerciali >> nuovo: Intervalli radiofonici di Marinetti Filippo Tommaso Marinetti cominciò a fare esperimenti con il mezzo radiofonico nel 1926. Lo sviluppo di un lavoro più programmatico che coinvolse la radio, meglio noto come “Manifesto della radio futurista” - scritto insieme a Pino Masnata – e le sue sintesi radiofoniche fu intrapreso all'inizio degli anno 30. L'argomento del mio intervento riguarderà le sintesi radiofoniche di Marinetti del 1931: Un paesaggio udito, Dramma di distanze, I silenzi parlano fra di loro, Battaglia di ritmi, La costruzione di un silenzio. In queste sintesi Marinetti sfrutta la potenzialità uditiva della comunicazione senza fili, alternando suoni, rumori, e silenzi attraverso un uso complesso e ancora da indagare a fondo degli intervalli Federico Luisetti (University of North Carolina at Chapel Hill): http://www2.hum.uu.nl/congres/futurisms/abstracts.htm I Silenzi Parlano Tra Loro – (estratto da "5 Sintesi dal Teatro Radiofinico" di F. T. Marinetti): 15 sec di silenzio puro – do, re, mi, di flauto – 8 sec di silenzio puro – do, re, mi, di flauto – 29 sec di silenzio puro – sol di pianoforte – do di tromba – 40 sec di silenzio puro – do di tromba – ve ve ve di pupo – 11 sec di silenzio puro –1 minuto di rrrr di motore – 11 sec di silenzio puro – oooo! stupito di bambina undicenne. Marinetti presenta qui non solo rumori (RRR di un motore), la voce umana (ben delineata come voce di un neonato e come esclamazione stupita di una undicenne) così come suoni definiti e prodotti in modo musicale, tutti come elementi di pari valore, come materiale per una composizione non musicale, ma anche il silenzio puro. E questo silenzio puro rappresenta ancora oggi una delle maggiori infrazioni alle convenzioni della radio come istituzione. Fintanto che è prevista una trasmissione, devono per forza uscire suoni dalla radio. Un vuoto nel flusso delle informazioni e dell'intrattenimento a radio Tapete richiama su di sé più attenzione di ogni giornale radio. La maggior parte degli artisti, nel frattempo divenuti numerosi, che hanno fatto della radio materia del loro lavoro, si sono prima o poi confrontati con le convenzioni radiofoniche e hanno cercato di dargli una bella strigliata. Citato da: Gianni Gitti, Odersa Rubini, che hanno ricostruito per Harpo's Bazaar, Bologna, le "5 Sintesi dal Teatro Radiofonico" di F.T.Marinetti 1980/81 Radiokunst Arte radiofonica Heidi Grundmann http://90.146.8.18/de/archives/festival_archive/festival_catalogs/festival_artikel.asp?iProjectI D=9039 Questi tre aspetti del contesto di Stille – Heute (Silenzio – Oggi) mostrano l'attualità e il significato che va ben al di là di Cage di questo campo tematico – e al contempo si possono ricondurre in modo preciso alle idee di Cage. Il progetto si situa di conseguenza in un più ampio contesto di cultura, mass media, tecnologia dei media, ecologia e percezione. In questo modo ci si indirizza anche ad un pubblico che non ha già familiarità con Cage e con 4'33''. Allo stesso tempo il progetto mostra la sorprendente ricchezza di sfaccettature che si lascia dispiegare dal “brano muto” del 1952, all'apparenza cosi' semplice. Con questo diventa tema del progetto, proprio sulla scorta di Cage, non solo la sua famosa opera quanto soprattutto il suo effetto durevole e il suo orizzonte di idee. Presentazione del capitolo della mostra Paralleli verso il 1950 Sulla scorta di quattro artisti / Autori (Cage, Rauschenberg, Debord, Böll), provenienti da contesti differenti, viene mostrato come già alla metà del 20 secolo si avvii un confronto con la sovrabbondanza di stimoli esterni allora agli inizi. Questi quattro atteggiamenti già contengono in nuce gli ulteriori sviluppi del tema. Appare chiaro che silenzio non è uguale a silenzio, piuttosto esso assume di volta in volta un significato diverso per queste quattro posizioni , sia nella messa in scena del silenzio nell'opera concreta, sia nel contesto dell'opera e del suo successivo sviluppo. Paralleli verso il 1950 Come è noto nel 1952 Cage fa riferimento con 4'33'' ad un'opera d'arte figurativa dello stesso anno, White Paintings di Robert Rauschenberg. Allo stesso modo nel 1952 il film di Guy Debord Lamento per De Sade porta sugli schermi del cinema il silenzio come provocazione. Nel 1955 Heinrich Böll nel suo racconto La raccolta di silenzi del Dottor Murke sottopone la radio a una riflessione sui media. Alla metà del 20 secolo la densità crescente di informazioni e la sovrabbondanza di stimoli esterni provenienti dalla società dei media lascia sempre meno spazio libero all'autopercezione. Per questo il silenzio / vuoto diventa metafora del bisogno di uno spazio di riflessione ancora non codificato. Gli artisti percorrono strade molto diverse: Cage ci augura un „Happy New Ears“ (“nuovo orecchio felice”) per una accresciuta sensibilità nei confronti dei „suoni come suoni“. Rauschenberg ci offre superfici “ipersensibili” su cui la luce nello spazio e le ombre dell'osservatore si rendono visibili. Debord demolisce lo spettacolo e costringe gli spettatori a resistere nel buio del cinema (alla prima le porte erano chiuse). Il Dott. Murke di Böll colleziona e gusta pieno di autoironia i sempre più rari momenti di silenzio in radio. Che cos'è 4'33''? Qui si fa chiaro anche all'interno dell'opera di Cage il carattere multiforme del silenzio, quale si manifesta già in Paralleli verso il 1950. Ciò riguarda da una parte la complessità del pezzo 4'33'', le sue differenti notazioni e modi di esecuzione – e dall'altro la successiva evoluzione dell'idea di Cage nei pezzi susseguitisi per quattro decenni. Questa parte della mostra configura un legame cronologico tra i Paralleli verso il 1950 e le attuali posizioni artistiche degli ultimi vent'anni. Che cos'è 4'33''? Il “brano muto” di John Cage all'apparenza cosi' semplice è in realtà altamente complesso: esistono tre partiture completamente differenti di 4'33''– oltre a numerose varianti e pezzi successivi di Cage fino al 1992. Le tre partiture di 4'33'' accentuano di volta in volta un aspetto differente del brano: La notazione su carta da musica per la prima del 1952 (il cui originale è andato perduto, due ricostruzioni di David Tudor, 1989 ca.) mette in risalto il carattere musicale, dal momento che anche la musica classica prevede momenti di silenzio, decisivi per l'efficacia della composizione. Di fatto John Cage ha composto 4'33'' in modo del tutto “classico”, nota per nota, e determinato in questo modo le differenti lunghezze dei tre movimenti. La “proportional notation” (notazione proporzionale) del 1953 (dedicata a Irwin Kremen) riproduce su sei pentagrammi bianchi vuoti i tre movimenti come notazione tempo-spazio e stabilisce un'analogia visiva con White Paintings di Rauschenberg. La notazione “Tacet” del 1960, scritta a macchina o più tardi a mano da Cage, è la prima versione pubblicata da Peters Edition. Accentua l'aspetto concettuale del brano che scaturisce anche dal contesto dei metodi di esecuzione musicale. > nuovo: Abb Tatoo Queste tre forme di notazione musicale contengono già in nuce l'ulteriore ricchezza di sfaccettature dei riferimenti a 4'33'' che ripensano il brano in modo differente: come musica, come composizione spazio-tempo o come concetto che trascende anche i confini arte-vita. Ciò vale sia per le attuali posizioni degli artisti sia per i successivi sviluppi di Cage di 4'33''. Nel corso della sua lunga vita creativa Cage ha sempre riaggiornato e ricontestualizzato il brano 4'33''. Ciò si evidenzia da un lato nelle differenti esecuzioni nate da Cage nel ruolo di esecutore o da collaborazioni con lui. La prima ebbe luogo nel 1952 e fu eseguita da David Tudor in una classica situazione da concerto al pianoforte a coda e funge ancora oggi da modello per numerose riproposizioni. Tuttavia Cage ha eseguito il pezzo anche in contesti urbani e queste esecuzioni hanno in parte un carattere performativo (Cage al pianoforte a Cambridge, Mass. 1973), in parte vengono messe in scena senza strumento solo come esperienza acustica nello spazio urbano (New York 1973 e Berlino 1990). >> Videos: Paik Tribute to John Cage - 2 Versionen 4' 33'' > separater Ordner! Accanto a queste differenti pratiche di esecuzione di 4'33'' Cage ha anche composto nuovi brani, che a questo si richiamano variandone l'idea originaria e sviluppandola mentre fanno riferimento anche a diversi media. L'istruzione per 0'00'' (detto anche 4'33'' No.2) del 1962 riporta: “in una situazione dotata di un massimo di amplificazione (priva di feedback) eseguire un'azione metodica”. Con ciò Cage mette in chiaro che attraverso l'amplificazione elettronica ogni suono sia pure basso può diventare un'esperienza acustica intensa. > neu Matthieu Saladin – 4'33"/0'00" 2008 Amplification maximum du premier enregistrement commercialisé (Cramps, 1974) de 4'33" (1952) de John Cage, interprété par Gianni-Emilio Simonetti. Maximum amplification of the first release (registrazione) (Cramps, 1974) of 4'33" (1952) by John Cage, performed by Gianni-Emilio Simonetti. Ecouter à haut volume. Play at high volume. >>> Audio Nel pezzo Reunion eseguito a Toronto nel 1968 insieme a Marcel Duchamp (denominato anche 0'00'' No.2) i movimenti delle pedine sulla scacchiera, su cui Cage e Duchamp giocano, diventano un Sound-Enviroment (spazio acustico) che riempie lo spazio. Cage in questo modo realizza una sintesi del concetto di Ready-made di Duchamp e dell'affermazione “the medium is the message” (“il mezzo è il messaggio”) di Marshall McLuhan che era presente all'esecuzione. >>> Audio Poco prima della sua morte John Cage realizza alla fine nel 1992 in collaborazione con il film maker Henning Lohner un film 35mm dal titolo One11 and 103 che consiste nelle registrazioni di un studio cinematografico bianco vuoto secondo una sceneggiatura aleatoria. Un quadro ugualmente vario simile ai riferimenti artistici a 4'33'' si mostra nella vasta letteratura scientifica: vengono messi in campo metodi della scienza della musica, della storia dell'arte, della teoria dei media, della filosofia, della teoria della percezione, della scienza del teatro e dei gender studies. Allo stesso modo vengono instaurati i più diversi collegamenti, tra gli altri al Zen est-asiatico, all'arte minimalista, all'arte performativa, al dibattito sul Liveness (presenza vitale) della musica, allo sviluppo della musica pop e all'omosessualità di Cage. Silenzio – Oggi: posizioni attuali dal punto di vista dell'arte e della musica La parte più vasta della mostra è dedicata alle posizioni dell'arte e della musica nelle ultime due decadi. Esse fanno riferimento esplicito a 4'33'' in Folgen, Varianten und Hommagen (Seguiti, Varianti ed Omaggi). Una seconda parte di Silenzio – Oggi si occupa del tema da una prospettiva generale e in questo modo apre la mostra alle questioni attuali del nostro mondo vitale presente (cfr. Obiettivo e contesto del progetto) La struttura della mostra si sviluppa a partire da una tensione tra i due poli verso il 1950 e Silenzio – Oggi. Viene quindi teso un arco dalla metà alla fine del 20 secolo. L'evoluzione successiva che John Cage fa del proprio tema dal 1952 al 1992 getta un ponte tra questi due poli. Silenzio – Oggi: Seguiti, Varianti e Omaggi Numerosi lavori artistici e musicali dal 1960 fino ad oggi fanno riferimento in modo implicito o esplicito a 4'33''. Le reazioni artistiche a 4'33'' sono ugualmente molteplici e differenti cosi' come i testi scientifici. A partire dal silenzio si sviluppa un concerto a più voci di varianti e opposizioni. Con un rimando diretto a 4'33' La Monte Young compone nel 1960 il suo „Piano Piece for David Tudor No. 2“ in cui il pianista è chiamato ad aprire e richiudere il coperchio del pianoforte in modo più lieve possibile. Anche „Zen for Film“ del 1964/65 di Nam June Paik fa riferimento chiaramente a Cage e Rauschenberg, nel modo in cui al silenzio temporale di 4'33'' e al vuoto visivo di “White Paintings” viene accostata la dimensione spazio-temporale della proiezione di un filmato vuoto. La parte più estesa della mostra è costituita dagli attuali lavori delle ultime due decadi. In essi è sorprendente quanto risultino vari e differenti i riferimenti. L'evoluzione come musica, come composizione spazio-temporale e come arte concettuale, di cui si erano già poste le basi con le tre notazioni di 4'33'', trova qui una risonanza di ampia portata e rottura multiple, che stanno a significare l'attualità di 4'33'' e della questione del silenzio. A livello esemplificativo sono presentati qui i seguenti esempi, che fanno chiaro riferimento a Cage. Si tratta in modo intenzionale di lavori con premesse concettuali differenti e diversi riferimenti mediatici e storici. La selezione degli ulteriori lavori, in particolare relativi al campo tematico Silenzio – Oggi senza relazione diretta a 4'33' sarà da fare in relazione al concetto di spazio. - L'ampia video-istallazione di Bruce Nauman “Mapping the Studio (Fat Chance John Cage)“ del 2001 esiste in tre varianti. Qui Bruce Nauman dirige la sua cinepresa sul suo studio vuoto, in cui per il momento sembra non accadere nulla, quando invece piccoli accadimenti, ad es. un topo che attraversa l'immagine, strutturano il tempo. L'artista in una intervista si è espresso nei dettagli riguardo alla sua relazione con Cage: Nauman: „John Cage è stato molto influente per un certo periodo della mia vita. Avevo assistito a una o due performance, ma in realtà sono stati i suoi scritti ad avere per me un grande peso. Il suo atteggiamento su come strutturare il tempo e suo come realizzare una performance e presentarla. Aveva anche lavorato con Morris, Cunningham e altri che in quell'occasione erano coinvolti nella danza, ma il modo di strutturare il tempo era qualcosa a cui ero interessato nel fare un film, i modi di strutturarlo non erano strettamente narrativi. Nel mentre Nauman spiegava di aver recentemente portato a termine due grossi incarichi, che rappresentavano l'apice di una serie di riflessioni e di sentirsi insoddisfatto nel suo studio per non aver nessuna idea interessante su cui lavorare. Allora aveva cominciato a pensare di usare degli oggetti lasciati lí nell'atelier da progetti precedenti e si era accorto che il gatto, che pure viveva nello studio, in quel periodo stava lottando per stare al passo dei topi di campagna che erano spuntati. Prendendo questo come parte intrinseca della sua attività di studio, Nauman decide di filmare qualunque cosa accada nel suo atelier. Monta una videocamera in sette punti che sapeva percorsi dai topi. Nauman: “Vuoi fare qualcosa...e così alla fine fai qualcosa per disperazione, qualunque cosa – non importa se è una buona idea o una cattiva idea, solo devi fare qualcosa. C'è un livello di ansia e frustrazione che funziona da molla per smettere di preoccuparsi se è una buona idea o una cattiva idea e semplicemente farlo.” Nonostante uno spettatore che entri nello spazio installativo quando nessuna azione è in corso in nessuna delle sette proiezioni possa pensare che non sta succedendo nulla, Nauman fa notare che qualcosa accade sempre, dagli insetti che svolazzano alle ombre e ai motivi disegnati nella stanza – nonostante il gatto nel film non catturi mai un topo! Nauman: "cominci a notare avvenimenti sempre più piccoli. All'inizio andavo cercando il gatto e il topo, poi ho cominciato ad ascoltare il ronzio delle mosche o ad osservare i bei motivi disegnati dalle farfalle quando svolazzano davanti alla videocamera. Stava accadendo molto di più di quanto potessi prevedere. Sforzarsi di prestare attenzione significa perdersi le cose, quindi ti devi come defocalizzare da te stesso. E' una condizione veramente rilassante se puoi permettertela”. Se lo spettatore finisce dentro l'istallazione solo per pochi minuti o rimane più a lungo per sperimentare lo scorrere del tempo, accadrà sempre qualcosa con o senza la presenza dello spettatore. In questo modo il lavoro ha un'esistenza in tempo reale e un senso di permanenza: “La sensazione era che non ci fosse bisogno di rimanere a lungo tanto da sedersi per forza e osservare la cosa intera, ma di poter andare e venire... Volevo questa sensazione che l'opera fosse giusto li', quasi come un oggetto, proprio li', in corso e vivente di per sé.” -Tacita Dean, „Merce Cunningham performs STILLNESS (in three movements) to John Cage’s composition 4’33” with Trevor Carlson, New York City, 28 April 2007 (six performances; six films)“ (Merce Cunningham esegue il SILENZIO -in tre movimenti- sul brano 4'33' di John Cage con Trevor Carlson, New York City, 28 Aprile 2007 – sei performance, sei film) del 2007 è una vasta istallazione filmica. Il Walker Artcenter, Minneapolis, che ha acquistato il lavoro, scrive al riguardo:” Leggendario coreografo/danzatore Cunningham, all'età allora di 88 anni e in sedia a rotelle, accettò quella che Dean definì “una richiesta audace”, eseguendo una nuova coreografia per il brano più conosciuto del suo compagno di vita Cage, un pezzo consistente in 4 minuti e 33 secondi di sound ambientale. I sei film di Dean, ognuno con una differente “colonna sonora ambientale”, proiettano l'immagine di Cunningham a grandezza naturale su pannelli modulari che creano un campo di rappresentazioni separate ma sovrapposte. Il Walker beneficiò di una relazione di 45 anni con Cunningham, esperto collaboratore di artisti visivi, che mori' nel 2009. Una delle sue ultime performance filmate è presentata in questo pezzo elegiaco di Dean, le cui evocative opere d'arte di immagini in movimento esplorano la memoria personale, la storia culturale e il passare del tempo mentre trae ispirazione dalle fonti più disparate come reperti architettonici e artisti importanti.” - Manon De Boer, „Two Times 4' 33"“, 2007, in una video-installazione schermata ai raggi mostra per due volte l'esecuzione del brano, così come Tudor l'aveva presentata nel 1952 in occasione della prima, e cioè al pianoforte, di fronte a un pubblico attento. Il video scorre una volta con e una volta senza l'audio dell'esecuzione proiettata sullo schermo. Manon De Boer pone in questo modo la questione di quale silenzio si debba ascoltare: quello della registazione video o quello del momento del proprio tempo vitale? > weg für ROM - Ultra-Red, „Untitled (for six voices)“, 2008. La video-installazione a sei canali mostra una serie di performance di lavoratori del sociale affetti da HIV/AIDS, ricercatori e attivisti. Ogni performance cominciava con un'esecuzione di John Cage di 4'33'. Di seguito i partecipanti erano stati invitati a riflettere sia sul silenzio sia sul rapporto dell'istituzione arte con l'AIDS. Ultra-Red ne dà la seguente descrizione: “Questo lavoro attinge alle caratteristiche formali delle performance SILENT|LISTEN e le installazioni THE RECORD e THE MINUTE. „Untitled (for six voices)“ chiede a sei performer di mettere in scena brevi estratti delle dichiarazioni registrate nel disco durante la serie di performance di Ultra-red SILENT|LISTEN (2005 – 2006). Per eseguire le dichiarazioni estratte con la loro coreografia di accompagnamento, Ultre-Red invitò sei persone di una nascente coalizione di attivisti a lavorare sull'incrocio tra prevenzione dell'HIV nelle prigioni, diritti umani dei carcerati, giustizia preventiva e abolizione delle prigioni. - Carl Michael von Hausswolff, „4'33" (81 inches)“ 1996 Un disco senza audio, prodotto a mano, che funziona solo come pezzo da esposizione, non come supporto audio. In questo modo diventa tema esplicito il paradosso, già contenuto implicitamente in ogni registrazione su disco di 4'33'': l'unicità di ogni esecuzione di 4'33' contraddice le definitività di ogni registrazione. Questo, solo in quanto copia unica, invece che mezzo di diffusione in molteplici copie, fa da risposta all'idea del brano di Cage. > und zu: 4'33" inches > vgl. dazu Ryoji Ikeda 4'33" framed 16mm film (blank with AATON timecode) | 2010 Als Zeit-Raum Bild - Jonathon Keats, „My Cage (Silence for Cellphone)“ del 2007 offre su un portale online il pezzo muto come suoneria di telefoni cellulari. L'artista scrive al riguardo: "My Cage" è un intervallo di quattro minuti e trentatré secondi di silenzio generato digitalmente, distribuito gratis da Start Mobile come suoneria per cellulare. Può essere ascoltata ogni volta che arriva una chiamata, sia all'aperto per strada, a un concerto pieno di rumori, sia nel silenzio della casa. Mentre è già per conto suo molto utile, “My Cage” è anche un lavoro di arte concettuale, opportunamente portatile, di Jonathon Ketas che rivisita, se non contrabbanda, il brano musicale icona di John Cage: quattro minuti e trentatré secondi di silenzio eseguito al piano, di fronte ad un pubblico dal vivo, nel lontano 1952. Avvalendosi dei progressi tecnologici da allora, “My Cage” fa a meno di esecutore, piano e uditorio e produce un'esperienza tecnicamente più perfetta del silenzio dal vivo di Cage sia nella produzione che nella presentazione, un chiaro sviluppo al di là dell'originale analogo. Una rimasterizzazione, “My Cage” è anche un remix, che introduce serendipity nell'equazione, eseguire una performance in modo non previsto appena arriva una chiamata inaspettata. Il silenzio si può verificare senza che chi lo ascolta ne sia consapevole. O chi ascolta può sentirsi il silenzio di una telefonata fantasma – quando non c'è nessuno in linea. “My Cage” è onnicomprensivo: perfino chi non la utilizza come suoneria può potenzialmente sperimentarla, nel silenzio di una chiamata inaspettata. Download My Cage at www.startmobile.net/433 Siehe das Video unter: http://www.youtube.com/watch?v=QjzPSPWuAwM - Brandon LaBelle, „Lecture on Nothing“, 2009 è una performance audio che può essere presentata sia come registrazione su CD sia come pezzo d'esposizione. L'artista scrive al riguardo: „Lecture on Nothing è una registrazione del testo originale di Cage letto da un sordo. Come sosteneva Cage il silenzio può agire da cornice positiva attraverso la quale apprezzare suoni non musicali e intensificare l'esperienza dell'ascolto: incorporando il silenzio nelle sue composizioni Cage ha cercato di far entrare suoni del mondo reale nell'esperienza musicale. Appropriandosi del testo di Cage, questo lavoro mira ad esplorare ulteriormente il silenzio come simbolo complesso nel darci una voce che non può udire se stessa. Nel farlo il lavoro moltiplica le prospettive sull'azione dell'ascolto e sul concetto di stare in silenzio. Da uno spazio aperto per un rinnovato ascolto a forme di potere disciplinare, il silenzio e il ridurre al silenzio può essere oggetto di ascolto per attuare un'influenza complessa sulla cultura uditiva” >>> aus Vortrag „What is Live“ transmediale kopiert: ABB UK Charts Nel 2010 il brano muto del 1952 ha raggiunto addirittura il ventunesimo posto nella Hitparade inglese. Come è potuto succedere? I ABB Website „Cage against the machine“ Con il titolo „Cage against the machine“ si è organizzato attraverso Facebook un movimento popolare che si è posto per obiettivo di non abbandonare il campo senza combattere alle star del cast dello show “X Factor” che ogni anno sono pompate dalla stessa casa di produzione al vertice delle classifiche natalizie. Questa rivolta dei consumatori aveva avuto successo per la prima volta nel 2009 con la vecchia bomba rock della band “Rage against the machine”. Il loro pezzo di 17 anni prima “Killing In The Name Of” era stato l'Hit num 1 con 500.000 download senza supporto fisico audio e aveva sconfitto le star del cast di X Factor che avevano venduto solo 450.000 singoli scaricati da internet. Ironia della sorte: i singoli di X Factor vengono pubblicati da Sony Entertaiment – e il colosso mondiale fa anche stupidamente da etichetta degli eterni rivoluzionari “Rage against the machine”. Tutto sommato fa 450.000 vendite per la Sony! Per non far finire la rivolta dei consumatori in tale sconfitta indiretta, nel 2010 si doveva schierare quindi 4'33'' di John Cage contro le star del cast dell'anno. Il titolo „Cage against the Machine è quindi doppiamente chiaro, si riaggancia al successo di „Rage Against The Machine” - ma allo stesso tempo punta Cage come arma estrema contro la macchina del commercio che poi alla fine vince sempre. ABB Popstars „Cage against the machine“ A tale scopo si è riunito un illustre gruppo di popstar per – si proprio per registrare 4'33'' in formazione completa da popband in uno dei top-studios di Londra. Si è discussa con fervore la questione, che aspetto avrebbe avuto la classifica degli hit natalizi, se il pezzo muto fosse riuscito a raggiungere la prima posizione... Le popstar e gli acquirenti di 4'33'', che lo avevano pur sempre issato al ventunesimo posto delle classifiche, non erano certo consapevoli, di quanto si fossero avvicinati all'idea originaria di Cage del 1948: “comporre un pezzo di silenzio ininterrotto e venderlo a Muzak Co.” Sebbene 4'33'' secondo Cage dovesse vivere solo live, alla fine riacquista un fascino sovversivo come registrazione audio al ventunesimo posto della classifica, fascino che il brano come classico canonizzato della storia della musica aveva perso da lungo tempo. Parallel zur Diskussion: >>> VIDEO > ab 1. 00 Minute Intro Text – dann Stück „Cage against the machine“ Optional: Youtube Versionen von 4’ 33’’ Formato Il progetto comprende 4 parti: Mostra 3 capitoli: - Paralleli verso il 1950 (Cage, Rauschenberg, Debord, Böll) - Sviluppi successivi di Cage di 4'33" da1952 – 1992 - posizioni attuali dagli anni novanta fino ad oggi con riferimento a 4'33'' o al tema del silenzio in generale Esecuzioni Live -in interpretazioni differenti (secondo Cage) - Varianti, riferimenti (di altri artisti / compositori) Conferenze o un convegno interdisciplinare sui diversi significati di 4'33'' e sull'attualità del tema silenzio oggi. Pubblicazione volumi, 3 parti: - introduzione contenutistica e concettuale (D. Daniels), - antologia tematica dei testi di autori diversi su 4'33'' - contributi degli artisti della mostra