00DS PRO37 - Prevenzione del tromboembolismo
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00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 1 di 33 INDICE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI RESPONSABILITÀ DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ RIFERIMENTI ARCHIVIAZIONE ALLEGATI APPARECCHIATURE REQUISITI PRELIMINARI CRITERI DI ACCETTAZIONE LISTA DI DISTRIBUZIONE • • • • • • • • 1.0 Rev Direzione Sanitaria Aziendale Direzione medica di presidio Servizio Infermieristico. U.O.C. Farmacia U.O.C.Farmacologia Clinica P.O. Appropiatezza prescrittiva Personale Medico A.O.U. G.Martino Personale Sanitario non Medico UU.OO. A.O.U. G.Martino I Emissione Data Causale f.to Ing.R.Intelisano Redazione RdF f.to Prof.G.Nicocia Verifica RGQ f.to Dott. P. f.to Dott. Reitano A.Artemisia Approvazio Codificato ne DG / DS PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso 00DS PRO 37 Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 2 di 33 PREMESSA Il tromboembolismo venoso è una delle più frequenti patologie del sistema circolatorio. Nei paesi occidentali si stima che sia la terza malattia cardiovascolare dopo la cardiopatia ischemica e l’ictus, con un caso ogni 1.000 abitanti per anno. Il tromboembolismo venoso (TEV), termine con il quale si indica la trombosivenosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (EP), rappresenta la principale causa di morbilità e mortalità nei pazienti ospedalizzati. Il rischio di tromboembolismo venoso è significativamente aumentato nei pazienti che sono ricoverati in ospedale dopo traumi, interventi chirurgici o immobilizzati per una affezione internistica, e anche nelle donne in gravidanza e puerperio. L’A.O.U. intende dunque recepire con questo documento le Linee Guida Assessoriali in merito alla prevenzione del tromboembolismo venoso al fine di orientare le pratiche assistenziali verso un utilizzo clinicamente appropriato delle risorse e procedure terapeuriche sicure ed efficaci. 1. SCOPO Lo scopo di questa procedura è fornire indicazioni sulla prevenzione del tromboembolismo venoso nell’A.O.U. al fine di evitare e ridurre l’insorgenza del tromboembolismo venoso correlato a pratiche assistenziali, promuovendo una corretta gestione dei pazienti stessi. 2. CAMPO DI APPLICAZIONE La procedura si applica si applica a tutti i pazienti degenti in tutte le UU.OO. dell’A.O.U eccetto a quanti presentino requisiti non contemplati nella scheda standardizzata di valutazione del rischio e che necessitino dunque di un personalizzato approccio farmacologico, ed è destinata ai medici ed agli infermieri di tutte le UU.OO. ed ai farmacisti aziendali. La procedura deve essere praticata in tutte le occasioni di seguito descritte. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 3 di 33 3. TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI A.O.U Azienda Ospedaliera Universitaria U.O.C Unità Operativa Complessa DAI Dipartimento Assistenziale Integrato UU.OO. Unità operative TEV TVP EP E.B.P.M. Tromboembolismo venoso Trombosi venosa profonda Embolia polmonare Eparina basso peso molecolare 4. RESPONSABILITÀ E’ diretta responsabilità del Direttore del DAI di vigilare affinchè venga applicata la presente procedura. E’ diretta responsabilità dei Direttori delle UU.OO. dell’AOU divulgare e fare applicare la presente procedura al personale medico e sanitario non medico. E’ Diretta responsabilità del Direttore dell’U.O.C. Farmacia procedere alla regolare fornitura di dispositivi medici e farmaci necessari e scientificamente riconosciuti per la gestione e la prevenzione del TEV. E’ diretta responsabilità dei Coordinatori Infermieristici assicurare il regolare rifornimento ed immagazzinamento dei prodotti necessari per la prevenzione del tromboembolismo venoso e collaborare con il direttore della U.O. di appartenenza nella divulgazione della procedura., formazione ed informazione dei neoassunti, rilievo di non conformità E’ diretta responsabilità dei medici e del personale sanitario non medico dell’A.O.U. la corretta applicazione della procedura. E’ diretta responsabilità dei medici dell’A.O.U. nel corso della degenza, compilare la scheda di valutazione del rischio ed individuae la terapia adatta ai requisiti del paziente, controllare che la profilassi venga eseguita quotidianamente, così come prescritto, e che venga eseguita correttamente, valutare alla dimissione,che la profilassi sia stata praticata correttamente durante la degenza, verificare la corretta prescrizione della stessa in caso di profilassi prolungata da continuare a domicilio. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 4 di 33 5. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ La valutazione del rischio di tromboembolismo venoso Il tromboembolismo venoso è una malattia multifattoriale, risultato della coincidenza di diversi fattori di rischio che possono essere raggruppati come: • Individuali ereditari, come ad esempio la trombofilia; • Individuali acquisiti, come ad esempio l'obesità, il cancro e l'utilizzo di alcuni farmaci come i contraccettivi orali; • il risultato di una malattia intercorrente o una procedura, o altra causa di riduzione temporanea della mobilità, ad esempio a seguito di traumi o interventi chirurgici importanti, gravi disturbi medici, gravidanza, o lunghi viaggi. In oltre un terzo dei casi di pazienti con tromboembolismo venoso, i fattori di rischio sono facilmente identificabili attraverso una accurata raccolta dei dati anamnestici ed un accurato esame clinico. La valutazione clinica del rischio tromboembolismo venoso I fattori di rischio del tromboembolismo venoso e del tromboembolismo venoso ricorrente sono elencati nella tabella successiva. PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso 00DS PRO 37 Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 5 di 33 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso 00DS PRO 37 Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 6 di 33 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso 00DS PRO 37 Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 7 di 33 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Pagina 8 di 33 Data 07/01/2013 La valutazione del rischio tromboembolismo venoso deve dunque avvenire singolarmente per tutti i pazienti ricoverati in ospedale, ad opera del personale medico deputato alla raccolta del dato anamnestico e dell’esame obiettivo condotto con il paziente, mediante la compilazione della scheda aziendale predisposta ( vedi Allegati). Al fine di standardizzare i comportamenti e identificare per il paziente lo schema di profilassi più opportuno, L’A.O.U. ha realizzato uno strumento per la valutazione univoca dei requisiti del paziente e la determinazione del livello di rischio tromboembolico, processando i fattori di rischio individuali correlandoli con i fattori di rischio attribuibili all’intervento. Livello di rischio Tipologia di paziente BASSO Chirurgia minore in pazienti Nessuna profilassi specifica, mobili Profilassi raccomandata ma deambulazione precoce e aggressiva Pazienti internistici allettati MEDIO Maggior parte dei pazienti Eparina a sottoposti a procedure di molecolare basso peso alle dosi chirurgia generale, urologica raccomandate e ginecologica Eparina Calcica b.i.d. o t.i.d. Fondaparinux Se rischio moderato associato a elevato rischio Profilassi meccanica* emorragico ALTO Protesi elettiva d’anca o di Eparina ginocchio, frattura di anca a molecolare basso peso alle dosi raccomandate Trauma maggiore Fondaparinux Se rischio alto associato a elevato rischio emorragico Profilassi meccanica* * calze a compressione elastica graduata – effettuare il passaggio a profilassi farmacologica, non appena diminuisce il rischio emorragico 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Data 07/01/2013 FATTORI DI Pagina 9 di 33 PREDISPOSIZIONE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA INDIVIDUALE Anamnesi di trombosi venosa e/o 2 CHIRURGIA GENERALE embolia polmonare Eta’ > 70 anni 1.5 Chirurgia maggiore o per neoplasia 3 maligna Trombofilia congenita o acquisita 1.5 Chirurgia generale 2 nota Neoplasia maligna 1.5 Chirurgia malattie infiammatorie 2 intestinali Eta’ > 60 anni 1 Chirurgia laparoscopica maggiore 1.5 Obesità 1 Chirurgia epatica 1 Terapia Ormonale 1 Chirurgia generale semplice 1 Arteriopatia periferica/coronarica 1 Laparoscopia diag/operat. minore 0 Sepsi 1 Varici importanti 0.5 CHIRURGIA GINECOLOGICA Eta’ > 45 anni 0.5 Chirugia per neoplasia maligna 3 Chirurgia radicale/complessa 2 Chirurgia pelvica non radicale 1.5 Chirurgia laparoscopica maggiore 1.5 Colpoisterectomia, plastiche 1 vaginali Plastica vaginale 0 Laparoscopia diag/operat. minore 0 Isteroscopia minore 0 CHIRURGIA ORTOPEDICA Chirurgia maggiore: femore, 3 ginocchio, bacino Frattura femore 2 Fratture vertebrale 2 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Pagina 10 di 33 Data 07/01/2013 Ingessatura senza carico 2 Artroscopia 1.5 Fratture arto superiore 1 Ingessatura senza carico 1 In base alla stima del rischio la scheda permette di individuare la terapia più opportuna e nella tabella seguente è possibile individuare lo schema terapeutico che L’Azienda ha individuato per singolo score di rischio. SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Calze elastiche a compressione graduata – Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 1.5 – 2.5 MEDIO Enoxaparina Parnaparina Eparica calcica Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Fondaparinux Enoxaparina Parnaparina Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 I rischi devono e i benefici della Pagina 11 di 33 profilassi che il medico dovrà eventualmente condurre essere discussi con il paziente e documentati in cartella cinica ,come parte del processo di routine del consenso informato al trattamento. La valutazione deve essere ripetuta regolarmente e almeno ogni 48 ore, da parte del mersonale medico che ha in carico il paziente. Dunque tutti trombosi i pazienti rispetto a devono un essere aumento valutati per il loro rischio individuale di del rischio di sanguinamento con la profilassi farmacologica. Il presente protocollo si applica a tutti i pazienti degenti presso L’A.O.U. Policlinico G.Martino, eccetto a quanti presentino requisiti non contemplati nella scheda standardizzata di valutazione del rischio e che necessitino dunque di un personalizzato approccio farmacologico. In tal caso è necessario richiedere specifica visita specialistica angiologia ed al fine meramente descrittivo ma non esaustivo si elencano i requisiti del paziente che non permettono l’applicazione del presente protocollo: 1. Elevato rischio emorragico (epatopatia, trauma maggiore) 2. Insufficienza renale acuta e cronica 3. Paziente con difetto piastrinico, relativo al numero dei trombociti e/o alla loro funzionalità (piastrinopenia e/o piastrinopatia) 4. Paziente con difetto della coagulazione (tempo di protrombinaallungato, tempo di tromboplastina parziale allungato) 5. Paziente affetto da o con anamnesi di piastrinopenia da eparina Misure generali di prevenzione 1. Le indagini di laboratorio nella valutazione del rischio tromboembolico Il ricorso di routine alle indagini di laboratorio per lo screening della trombofilia prima della esposizione del paziente a situazioni di rischio, come contraccettivi maggiore o orali o l'inserimento terapia la prescrizione di ormonale sostitutiva, la gravidanza, la chirurgia del catetere venoso centrale non è correlata ad un vantaggio costo- efficacia. Pertanto lo screening di routine mediante esami di laboratorio per la trombofilia ereditaria non è raccomandato. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 12 di 33 E’ ampiamente documentato come talune attività specifiche riducano l’insorgenza di trombosi venosa profonda. Di seguito si riportano le principali misure di prevenzione, scientificamente riconosciute: 2. La mobilizzazione e gli esercizi di gamba Nei pazienti recentemente immobilizzati il personale medico e infermieristico deve procedere ad incoraggiare la mobilizzazione precoce e gli esercizi delle gambe. 3. L'idratazione L'emoconcentrazione incrementa la viscosità ematica e induce un rallentamento del flusso ematico, specialmente nelle vene profond dei pazienti immobilizzati. Ai pazienti immobilizzati il personale medico e infermieristico deve procedere a garantire una adeguata idratazione. 4. Metodi meccanici I metodi meccanici di profilassi antitrombotica incrementano la velocità del flusso ematico nelle vene delle gambe e riducono la stasi venosa. Presso l’A.O.U. Policlinico G.Martino sono in uso le calze a compressione elastica graduata; Le calze a compressione elastica graduata sopra il ginocchio o sotto il ginocchio devono essere utilizzate per pazienti chirurgici a la condizione profilassi che non della ci trombosi venosa profonda nei siano controindicazioni. La tabella successiva riassume le controindicazioni e le precauzioni all’utilizzo delle calze a compressione elastica. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 13 di 33 Il personale medico nella prescrizione di tali sistemi dovrà dunque valutare la situazione di rischio e del paziente e procedere alla prescrizione dell’utilizzo di tali dispositivi solo dopo averne valutato l’effettiva utilità per il paziente 5. Metodi farmacologici • Gli antiaggreganti L'uso di aspirina come agente esclusivo per la profilassi tromboembolismo venoso non è appropriato. • Eparina non frazionata ed eparine a basso peso molecolare L'Eparina non frazionata e diverse eparine a basso peso molecolare sono attualmente autorizzate nella tromboembolismo profilassi venoso, del tromboembolismo venoso. Per l'eparina la profilassi del deve essere somministrata per via sottocutanea in dosi più basse di quelle utilizzate per il trattamento. • Metodi di profilassi A queste dosi l' Eparina non frazionata e le eparine a basso peso molecolare hanno un modesto effetto sul tempo parziale di tromboplastina (APTT). 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Pagina 14 di 33 Data 07/01/2013 Le eparine a basso peso molecolare hanno un'emivita più lunga rispetto all' Eparina non frazionata, cosicché, per la profilassi, l'eparina a basso peso molecolare può essere utilizzata in monosomministrazione, rispetto all' Eparina non frazionata che richiede una somministrazione ogni 8-12 ore. La profilassi eparinica deve essere effettuata per almeno 5 giorni o prescritta alla dimissione se questa è stata precoce. Una profilassi più lunga potrebbe essere indicata nei pazienti immobilizzati e in quelli ortopedici. In generale, basse dosi di eparina perioperatorie non sono controindicate nei pazienti che già assumono aspirina. I principali effetti collaterali delle eparine (non frazionata e a basso peso molecolare) comprendono il sanguinamento e la trombocitopenia. A causa dell'emivita, della minore tendenza a causare la trombocitopenia monosomministrazione, le eparine a basso peso molecolare sono e da della preferire all'eparina non frazionata. Nell'insufficienza renale, il ricorso le dosi di profilassi nella dalteparina) all'eparina può essere non frazionata (ad eccezione per preferibile se c'è il rischio di accumulo di eparine a basso peso molecolare. La profilassi post-dimissione deve essere discussa con le cure primarie prima di una dimissione del paziente dall'ospedale. • Somministrazione, dosaggio e monitoraggio Per la tromboprofilassi venosa, sia l'eparina non frazionata che le eparine a basso peso molecolare sono somministrate per via sottocutanea. In generale, il monitoraggio dell’ effetto anticoagulante di bassi dosaggi di eparina non frazionata o eparina a basso peso molecolare non è necessaria. Il monitoraggio può avere importanza: • in gravidanza • agli estremi del peso corporeo (sottopeso/obesità) 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 15 di 33 • nelle complicazioni come emorragie o overdose accidentali • nei pazienti con insufficienza renale, considerato il più alto dosaggio terapeutico delle eparine a basso peso molecolare. La conta piastrinica deve essere monitorata con esame iniziale e essere ripetuta dopo 7-10 giorni. • Reversibilità dell'effetto anticoagulante delle eparine Poiché l’emivita dell’eparina non frazionata è breve, se si verifica un modesto sanguinamentodi solito è sufficiente sospendere la somministrazione. Se si verifica una grave emorragia, deve essere somministrato il solfato di protamina, che, tuttavia, è meno efficace nel contrastare l’effetto delle eparine a basso peso molecolare. • Gli eparinoidi Il Dabigatran è efficace per la profilassi della trombosi venosa profonda nei pazienti sottoposti a chirurgia generale od ortopedica ma non è ampiamente utilizzato con questa indicazione. È anche efficace nel trattamento dei pazienti con trombocitopenia da eparina, anche se, in alcuni casi, vi è una reattività crociata e può essere utilizzato come profilassi a breve termine nei pazienti con una anamnesi positiva per trombocitopenia da eparina. • Il Il fondaparinux pentasaccaride sintetico fondaparinux è un inibitore indiretto altamente selettivo del fattore X. È autorizzato per la tromboprofilassi venosa nei pazienti internistici e nei pazienti sottoposti a chirurgia ortopedica degli arti inferiore o a chirurgia addominale. Deve essere usato con cautela in pazienti con insufficienza renale. • Le irudine 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 16 di 33 Le irudine sono inibitori diretti e specifici della trombina, che a differenza delle eparine non richiedono antitrombina circolante. Vanno usate con cautela in pazienti con insufficienza renale. • Anticoagulanti orali Il Warfarin è efficace nel profilassi del tromboembolismo venoso nella chirurgia ortopedica maggiore degli arti inferiori e nella chirurgia generale. Tuttavia, non è ampiamente usato per questa indicazione perché il suo utilizzo richiede il monitoraggio quotidiano dell'INR ed aumenta il rischio di emorragie dopo traumi o interventi chirurgici, e dopo l'anestesia spinale o epidurale. Nei pazienti in terapia a lungo termine con anticoagulanti orali, come il warfarin (ad esempio per fibrillazione atriale o valvulopatia cardiaca / protesi) che sono immobilizzati per malattie, traumi o interventi chirurgici, la prosecuzione degli anticoagulanti orali può essere una misura idonea e sufficiente per la profilassi del tromboembolismo venoso, dopo una opportuna valutazione del rischio. Tuttavia, l'INR deve essere controllato e la dose di anticoagulante regolata in riferimento al rischio di trombosi e emorragie, soprattutto dopo un trauma o interventi chirurgici. Nei pazienti in terapia a lungo termine con anticoagulanti orali (warfarin e acenocumarolo), che sono immobilizzati per malattie, traumi o interventi chirurgici, la prosecuzione della somministrazione di anticoagulanti orali può essere una misura idonea e sufficiente per profilassi del tromboembolismo venoso. La profilassi del tromboembolismo venoso in chirurgia - METODOLOGIA RACCOMANDATA Tutti gli interventi chirurgici comportano un rischio di tromboembolismo venoso e dovrebbe essere prestata attenzione ai fattori di rischio modificabili. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA GENERALE Nei pazienti sottoposti a chirurgia addominale, che sono a rischio a causa della procedura o di fattori di rischio individuali, è raccomandata una tromboprofilassi sia con metodi 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Pagina 17 di 33 Data 07/01/2013 meccanici, salvo controindicazioni, sia con eparine a basso peso molecolare per via sottocutanea, che con eparina frazionata o fondaparinux. Le calze a compressione elastica sono raccomandate per la profilassi nei pazienti chirurgici, in assenza di controindicazioni. Nei pazienti sottoposti a chirurgia addominale, le calze a compressione elastica sono raccomandate da sole quando i metodi farmacologici sono controindicati, per esempio a causa di rischio di sanguinamento elevato. Nei pazienti sottoposti a chirurgia oncologica addominale,è raccomandata la prescrizione della tromboprofilassi con eparine a basso peso molecolare per 4 settimane dall'intervento. L'aspirina non è raccomandata come unico profilassi del tromboembolismo venoso in pazienti agente farmacologico chirurgici, poichè altri per la agenti disponibili sono più efficaci. La tromboprofilassi L'estensione farmacologica è generalmentecontinuata della profilassi deve essere considerata caso fino per alla caso, dimissione. per esempio quando più fattori di rischio sono presenti. L'uso delle calze a compressione elastica dovrebbe continuare fino al ritorno del livello di mobilità alle condizioni antecedenti allo stato di malattia. • La TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA LAPAROSCOPICA tromboprofilassi dovrebbe essere considerata nei pazienti sottoposti a chirurgia laparoscopica. Dovrebbero essere considerati i metodi meccanici, da soli o in combinazione con eparina non frazionata, eparine basso peso molecolare o fondaparinux. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA BARIATRICA L'obesità è un fattore di rischio del tromboembolismo venoso. I pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica dovrebbero ricevere una profilassi antitrombotica come consigliato per quelli sottoposti a chirurgia generale. Potrebbe essere necessario aumentare i dosaggi di eparina a causa dell'obesità. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA GINECOLOGICA Il cancro è il fattore di rischio più significativo per le pazienti sottoposte a chirurgia ginecologica. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 18 di 33 Nelle pazienti sottoposte a interventi chirurgici ginecologici per via addominale, il rischio tromboembolico venoso è maggiore rispetto a quelle sottoposte a interventi chirurgici ginecologici per via vaginale. Nelle del pazienti rischio eparina I non metodi sottoposte privilegia a chirurgia ginecologica, quando la valutazione la tromboprofilassi farmacologica, possono essere utilizzati frazionata molecolare o eparine a basso peso molecolare. meccanici possono essere considerati in aggiunta ai metodi farmacologici. • Il TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA ORTOPEDICA tasso di tromboembolismo venoso dopo chirurgia ortopedica degli arti inferiori maggiore rimane superiore a quello di altre forme di chirurgia, rafforzando la necessità di cercare misure di tromboprofilassi efficaci ma sicure. Nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico per artroprotesi d’anca o di ginocchio è raccomandata la profilassi farmacologica (con eparine a basso peso molecolare, fondaparinux, rivaroxaban o dabigatran) in associazione con la profilassi meccanica a meno di controindicazioni. La somministrazione deve essere prolungata. Si raccomanda che, ove appropriata, la durata minima della trombo profilassi debba essere di 10 giorni, e che, negli interventi di protesi d’anca e di protesi del ginocchio, la tromboprofilassi con eparine a basso peso molecolare debba essere estesa a 35 giorni. La ulteriore prosecuzione del trattamento è in relazione a fattori di rischio individuali specifici, aggiuntivi o subentranti. Poichè altri agenti sono più efficaci per la prevenzione della trombosi venosa profonda, l'aspirina non è raccomandata come unico agente farmacologico per la profilassi tromboembolismo venoso nei pazienti ortopedici. I pazienti con un rischio aumentato di sanguinamento dovrebbero essere sottoposti esclusivamente a profilassi meccanica; se il rischio di sanguinamento è diventato accettabile allora dovrebbero essere aggiunta una profilassi farmacologica. I pazienti sottoposti a procedure ortopediche meno invasive e immobilizzazione con apparecchio gessato dovrebbero essere valutati per il rischio di trombosi e di sanguinamento 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 19 di 33 e dovrebbe essere presa in considerazione una tromboprofilassi farmacologica con eparina o fondaparinux, in particolare in quei pazienti che saranno oggetto di immobilità prolungata. I pazienti con fattori di rischio aggiuntivi per tromboembolismo venoso, come precedente tromboembolismo venoso, dovrebbero essere valutati per una profilassi prolungata. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA UROLOGICA Ai pazienti sottoposti a chirurgia urologica dovrebbe essere proposta la profilassi meccanica con calze a compressione elastica. Ai pazienti sottoposti a chirurgia urologica che hanno fattori di rischio aggiuntivi per tromboembolismo venoso dovrebbe essere proposta la profilassi meccanica e eparine a basso peso molecolare. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN NEUROCHIRURGIA I pazienti sottoposti a interventi maggiori di neurochirurgia sono ad alto rischio di tromboembolismo venoso. Il rischio di trombosi venosa profonda è di circa il 20% e il rischio di trombosi venosa profonda prossimale è di circa il 5%. Nei pazienti con trauma cranico, il rischio è simile. Nei pazienti neurochirurgici è raccomandata la profilassi meccanica di routine (calze a compressione elastica). L’associazione della profilassi meccanica con eparine a basso peso molecolare può essere presa in considerazione nei pazienti con fattori di rischio aggiuntivi per tromboembolismo venoso, come ad esempio i pazienti con neoplasia intracranica. Si segnala che esistono evidenze di letteratura neurochirurgica che dimostrano come, sebbene la profilassi con eparina riduca il rischio di TEV, essa possa,in una ridotta percentuale di casi, incrementare il rischio di sanguinamenti intracranici (Hamilton 2011). Le lesioni posttraumatiche del midollo spinale sono associate ad un elevato rischio di TEV. Piccoli studi randomizzati e non randomizzati suggeriscono che la tromboprofilassi con eparina può essere utile e che le eparine a basso peso molecolare sono da preferire alla eparina non frazionata a causa del minor rischio di sanguinamento. I pochi dati disponibili supportano l'uso di metodi meccanici in associazione con l’eparina. La durata appropriata della tromboprofilassi è incerta. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 • Pagina 20 di 33 TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA TORACICA Molti pazienti sottoposti a chirurgia toracica hanno il cancro e la mobilizzazione dopo l'intervento può essere rallentata. Si raccomandano tuttavia, per la chirurgia toracica, la tromboprofilassi di routine con eparine a basso peso molecolare o eparina non frazionata o fondaparinux. Nei pazienti con alto rischio di sanguinamento, per una ottimale tromboprofilassi meccanica, è raccomandato l’utilizzo delle calze a compressione elastica di misura appropriata e / o la compressione pneumatica intermittente. Inoltre ai pazienti sottoposti a chirurgia toracica, che non sono ad alto rischio di sanguinamento, dovrebbe essere proposta una tromboprofilassi farmacologica con eparina non frazionata o eparine a basso peso molecolare in aggiunta alla tromboprofilassi meccanica. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN CHIRURGIA VASCOLARE L'incidenza di tromboembolismo venoso nei pazienti sottoposti a chirurgia vascolare addominale è simile a quella dei pazienti sottoposti chirurgia generale addominale. Alla maggior parte di questi pazienti viene somministrata una terapia anticoagulazione sistemica durante l’esecuzione delle procedure. I metodi di tromboprofilassi meccanica possono essere controindicati nei pazienti con affezioni vascolari ma di solito può essere somministrata eparina non frazionata o eparine a basso peso molecolare. Alla maggior parte di questi pazienti viene somministrata aspirina e una statina, che dovrebbero essere continuati. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE IN OTORINOLARNGOIATRIA Per i pazienti ad alto rischio sottoposti a chirurgia ORL può essere presa in considerazione la profilassi meccanica e farmacologica con eparine a basso peso molecolare. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON ICTUS La tromboprofilassi nel paziente con ictus deve fare riferimento a quando contenuto nella linea guida SPREAD. In ogni caso le calze a compressione elastica non devono essere utilizzate di routine nei pazienti con ictus. 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 21 di 33 Nei pazienti con stroke non emorragico ad alto rischio di tromboembolismo venoso, sono raccomandate le eparine a basso peso molecolare. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON SINDRIME CORONARICA ACUTA O INSUFFICIENZA CARDIACA CLASSE III O IV NYHA Nella sindrome coronarica acuta, i pazienti in cui l’elettrocardiogramma indica una ischemia con o senza innalzamenti dei marcatori cardiaci, e i pazienti in scompenso cardiaco classe III e IV NYHA, devono ricevere dosi terapeutiche di eparine a basso peso molecolare o fondaparinux come parte della gestione dell’ischemia cardiaca. Pertanto nei pazienti con insufficienza cardiaca classe III NYHA o IV NYHA, con fattori di rischio aggiuntivi (es.: allettamento) la profilassi è sempre raccomandata. Nei pazienti con sindrome coronarica acuta la tromboprofilassi è raccomandata in caso di allettamento > 3 giorni o in presenza di un fattore di rischio trombo embolico aggiuntivo. • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE NEOPLASTICO I malati di cancro sono a rischio particolarmente elevato di tromboembolismo venoso (vedi Tabella 1). Il rischio è legato alla malignità, alla chemioterapia, alla immobilità, all'ospedalizzazione ed all’impianto di dispositivi intravenosi. Devono dunque essere valutati per la profilassi con eparine a basso peso molecolare, eparina non frazionata o fondaparinux durante il ricovero. Si ritiene tuttavia che, a causa della complessità e peculiarità delle situazioni oncologiche, si debba fare riferimento a specifiche linee guida • TRATTAMENTO DEL PAZIENTE RICOVERATO IN RIANIMAZIONE Nei pazienti ricoverati in rianimazione, in ragione dei molteplici fattori di rischio sia per trombosi che per emorragie, la scelta se eseguire o meno la trombo profilassi deve essere fatta dopo un attento bilancio rischio/beneficio. 6. RIFERIMENTI D.A. 2690 del 23/12/11- Raccomandazioni per la prevenzione del tromboemblismo venoso 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Pagina 22 di 33 Data 07/01/2013 Bergmann jF, Cohen AT, V.F. T, Goldhaber SZ, Kakkar AK, Deslandes B, et al. Venous thromboembolism risk and prophylaxis in hospitalised medically ill patients. The ENDORSE Global Survey. Thromb Haemost 2010;103(4):736-48. Cohen AT, Tapson VF, Bergmann jF, Goldhaber SZ, Kakkar AK, Deslandes B, et al. Venous thromboembolism risk and prophylaxis in the acute hospital care setting (ENDORSE study): a multinational cross-sectional study. Lancet 2008;371(9610):387- 94. Geerts WH, Heit jA, Clagett GP, Pineo GF, Colwell CW, Anderso FA, jr., et al. Prevention of venous thromboembolism. Chest 2001;119(1 Suppl):132S-75S. Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Prophylaxis of venous thromboembolism. Edinburgh: SIGN; 2002. (SIGN publication no. 62). [cited 15 September 2009] Available from http://www.sign.ac.uk/guidelines/fulltext/62/index.html Scottish Intercollegiate Guidelines Network (SIGN). Antithrombotic therapy. Edinburgh: SIGN; 1999. (SIGN publication no. 36). [cited july 2009] Available from http://www.sign.ac.uk/guidelines/ fulltext/36/index.html Caprini JA, Botteman MF, Stephens JM, et al. Economic burden of longterm complications of deep vein thrombosis after total hip replacement surgery in the United States. Value Health 2003; Hamilton MG, Yee WH, Hull RD, and Ghali WA: Venous thromboembolism prophylaxis in patients undergoing cranial neurosurgery: a systematic review and meta-analysis. Neurosurgery 2011, 68(3): 571-581. 7. ARCHIVIAZIONE La presente procedura viene archiviata presso la segreteria della Direzione Medica di Presidio, sita al terzo piano del Padiglione L, nonché presso tutti i manuali della qualità delle UU.OO. aziendali 8. ALLEGATI Allegato 1: SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI CHIRURGIA GENERALE Allegato 2: SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI CHIRURGIA GINECOLOGICA 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 23 di 33 Allegato 3: SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI PARTO CESAREO Allegato 4: SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI ORTOPEDIA Allegato 5: SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI NEUROCHIRURGIA 9. APPARECCHIATURE Personal computer e stampanti 10. REQUISITI PRELIMINARI • Disponibilità di dispositivi medici specifici descritti in proceura • Disponibilità di farmaci specifici specifici descritti in proceura 11. CRITERI DI ACCETTAZIONE (Espressi in termini quantitativi o con riferimento a standard) 5% non conformità sulla diversa prescrizione di farmaci rispetto a quanto descritto in procedura 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Data 07/01/2013 Pagina 24 di 33 Allegato 1 SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI CHIRURGIA GENERALE U.O.: CARTELLA: COGNOME: DATA DI NASCITA: NOME: DATA DI RICOVERO: DATA DIMISSIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO TROMBOTICO INDIVIDUALE FATTORI DI PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA Anamnesi di trombosi venosa Chirurgia maggiore o per neoplasia e/o 2 embolia polmonare 3 maligna Eta’ > 70 anni 1.5 Chirurgia generale Trombofilia congenita o acquisita nota 1.5 Chirurgia malattie 2 infiammatorie 2 intestinali Neoplasia maligna 1.5 Chirurgia laparoscopica maggiore 1.5 Eta’ > 60 anni 1 Chirurgia epatica 1 Obesità 1 Chirurgia generale semplice 1 Terapia Ormonale 1 Laparoscopia diag/operat. minore 0 Arteriopatia periferica/coronarica 1 Sepsi 1 Varici importanti 0.5 Eta’ > 45 anni 0.5 SCORE: Rilevato da: il: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E PROFILASSI INDIVIDUATA SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Calze elastiche a compressione graduata – Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 1.5 – 2.5 MEDIO Enoxaparina Parnaparina 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 25 di 33 Eparica calcica Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Fondaparinux Enoxaparina Parnaparina Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive DURATA DELLA PROFILASSI: fino a mobilizzazione completa CON CARICO e comunque non meno di 7 gg, più a lungo in caso di complicazioni che ritardino la deambulazione nel decorso postoperatorio(in caso di neoplasia maligna, almeno 28 gg). CALZE ANTITROMBO: Consigliate e comunque sempre in caso di vene varicose, sindrome postflebitica,insufficienza venosa cronica PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI SANGUINAMENTO: Per i pazienti ad elevato rischio disanguinamento che non possono essere sottoposti a profilassi anticoagulante, si raccomanda l’uso diprofilassi meccanica, con calze elastiche graduate (calze antitrombo) di misura corretta o concompressione pneumatica intermittente. Nel momento in cui il rischio emorragico dovesse diminuire,si raccomanda che la profilassi farmacologica sostituisca o si aggiunga alla profilassi meccanica. VALUTAZIONE DEL RISCHIO EMORRAGICO PREVEDIBILE E TIPO DI ANESTESIA Personale: normale □ Da Intervento: normale □ Anestesia: generale □ Rilevato da: alto □ molto alto □ alto □ molto alto □ loco-regionale □ il: PROFILASSI ADOTTATA Nessuna □ Eparina a BPM Eparina calcica Fondaparinux Rilevato da: Calze a compressione graduata □ preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: il: 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 26 di 33 Allegato 2 SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI GINECOLOGIA U.O.: CARTELLA: COGNOME: DATA DI NASCITA: NOME: DATA DI RICOVERO: DATA DIMISSIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO TROMBOTICO INDIVIDUALE FATTORI DI PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA Anamnesi di trombosi venosa 2 Chirugia per neoplasia maligna 3 Eta’ > 70 anni 1.5 Chirurgia radicale/complessa 2 Trombofilia congenita o acquisita nota 1.5 Chirurgia pelvica non radicale 1.5 Neoplasia maligna 1.5 Chirurgia laparoscopica maggiore 1.5 Eta’ > 60 anni 1 Colpoisterectomia, plastiche vaginali 1 Obesità 1 Plastica vaginale 0 Terapia Ormonale 1 Laparoscopia diag/operat. minore 0 Arteriopatia periferica/coronarica 1 Sepsi 1 Varici importanti 0.5 Eta’ > 45 anni 0.5 e/o embolia polmonare Legenda: 1. Chirurgia pelvica non radicale:annessiectomia, adesiolisi, miomectomia, isterectomia 2. Laparoscopia operativa minore: cistectomia, annessiectomia, adesiolisi, miomectomia semplice 3. Laparoscopia operativa maggiore:miomectomia plurima, isterectomia, linfadenectomia, trattamento endometriosi severa SCORE: Rilevato da: il: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E PROFILASSI INDIVIDUATA SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Calze elastiche a compressione graduata – Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 1.5 – 2.5 MEDIO Pagina 27 di 33 Enoxaparina Parnaparina Eparica calcica Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Fondaparinux Enoxaparina Parnaparina Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive DURATA DELLA PROFILASSI: fino a mobilizzazione completa e comunque non meno di 7 gg, più a lungo (fino a 35 giorni) in caso di chirurgia oncologica e di qualsiasi complicazione del decorso postoperatorio. CALZE ANTITROMBO: Consigliate vivamente, comunque sempre in caso di vene varicose,sindrome post-flebitica, insufficienza venosa cronica. PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI SANGUINAMENTO: Per le pazienti ad elevato rischio di sanguinamento che non possono essere sottoposte a profilassi anticoagulante, si raccomanda l’uso di profilassi meccanica, con calze elastiche graduate (calze antitrombo) di misura corretta o con compressione pneumatica intermittente. Nel momento in cui il rischio emorragico dovesse diminuire,si raccomanda che la profilassi farmacologica sostituisca o si aggiunga alla profilassi meccanica. VALUTAZIONE DEL RISCHIO EMORRAGICO PREVEDIBILE E TIPO DI ANESTESIA Personale: normale □ Da Intervento: normale □ Anestesia: generale □ Rilevato da: alto □ molto alto □ alto □ molto alto □ loco-regionale □ il: PROFILASSI ADOTTATA Nessuna □ Eparina a BPM Eparina calcica Fondaparinux Rilevato da: Calze a compressione graduata □ preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: il: 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 28 di 33 Allegato 3 SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI PARTO CESAREO U.O.: CARTELLA: COGNOME: DATA DI NASCITA: NOME: DATA DI RICOVERO: DATA DIMISSIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO TROMBOTICO INDIVIDUALE FATTORI DI PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA Anamnesi di trombosi venosa Chirugia e/o 2 embolia polmonare pelvica o addominale 3 maggiore Paralisi arti inferiori 2 Cesareo in urgenza in corso di travaglio 2 Sindrome antifosfolipidi 2 Cesareo elettivo 1 Infezione grave in atto 1.5 Grosse vene varicose 1.5 Preeclampsia 1 Malattie importanti in corso 1 Parità >4 1 Obesità ( BMI>30) 1 Età > 35 anni 1 Gravidanza non complicata 0 Travaglio protratto 0 SCORE: Rilevato da: il: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E PROFILASSI INDIVIDUATA SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 1.5 – 2.5 MEDIO Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione Enoxaparina Parnaparina 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 29 di 33 Eparica calcica Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Calze a compressione graduata - Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione Fondaparinux Enoxaparina Parnaparina Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive DURATA DELLA PROFILASSI: In caso di rischio moderato la profilassi va eseguita per tutto il periodo di ricovero, in caso di rischio alto la profilassi va eseguita per 6 settimane CALZE ANTITROMBO: Consigliate vivamente, comunque sempre in caso di vene varicose,sindrome post-flebitica, insufficienza venosa cronica. PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI SANGUINAMENTO: Per le pazienti ad elevato rischio di sanguinamento che non possono essere sottoposte a profilassi anticoagulante, si raccomanda l’uso di profilassi meccanica, con calze elastiche graduate (calze antitrombo) di misura corretta o con compressione pneumatica intermittente. Nel momento in cui il rischio emorragico dovesse diminuire,si raccomanda che la profilassi farmacologica sostituisca o si aggiunga alla profilassi meccanica. VALUTAZIONE DEL RISCHIO EMORRAGICO PREVEDIBILE E TIPO DI ANESTESIA Personale: normale □ Da Intervento: normale □ Anestesia: generale □ Rilevato da: alto □ molto alto □ alto □ molto alto □ loco-regionale □ il: PROFILASSI ADOTTATA Nessuna □ Eparina a BPM Eparina calcica Fondaparinux Rilevato da: Calze a compressione graduata □ preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: il: 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Data 07/01/2013 Pagina 30 di 33 Allegato 4 SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI ORTOPEDIA U.O.: CARTELLA: COGNOME: DATA DI NASCITA: NOME: DATA DI RICOVERO: DATA DIMISSIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO TROMBOTICO INDIVIDUALE FATTORI DI PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA Anamnesi di trombosi venosa Chirurgia e/o 2 maggiore: femore, 3 ginocchio, bacino embolia polmonare Eta’ > 70 anni 1.5 Frattura femore 2 Trombofilia congenita o acquisita nota 1.5 Fratture vertebrale 2 Neoplasia maligna 1.5 Ingessatura senza carico 2 Eta’ > 60 anni 1 Artroscopia 1.5 Obesità 1 Fratture arto superiore 1 Terapia Ormonale 1 Ingessatura senza carico 1 Arteriopatia periferica/coronarica 1 Sepsi 1 Varici importanti 0.5 Eta’ > 45 anni 0.5 SCORE: Rilevato da: il: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E PROFILASSI INDIVIDUATA SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Calze elastiche a compressione graduata – Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 1.5 – 2.5 MEDIO Enoxaparina Parnaparina Eparica calcica 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 31 di 33 Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Fondaparinux Enoxaparina Parnaparina Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive DURATA DELLA PROFILASSI: fino a mobilizzazione completa CON CARICO e comunque non meno di 14 gg. Più a lungo (fino a 35 giorni) in caso di chirurgia protesica d’anca o di ginocchio e di frattura di anca. CALZE ANTITROMBO: Consigliate vivamente, comunque sempre in caso di vene varicose, sindrome post-flebitica, insufficienza venosa cronica. PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI SANGUINAMENTO: Per i pazienti ad elevato rischio di sanguinamento che non possono essere sottoposti a profilassi anticoagulante, si raccomanda l’uso diprofilassi meccanica, con calze elastiche graduate (calze antitrombo) di misura corretta o con compressione pneumatica intermittente. Nel momento in cui il rischio emorragico dovesse diminuire, si raccomanda che la profilassi farmacologica sostituisca o si aggiunga alla profilassi meccanica. VALUTAZIONE DEL RISCHIO EMORRAGICO PREVEDIBILE E TIPO DI ANESTESIA Personale: normale □ Da Intervento: normale □ Anestesia: generale □ Rilevato da: alto □ molto alto □ alto □ molto alto □ loco-regionale □ il: PROFILASSI ADOTTATA Nessuna □ Eparina a BPM Eparina calcica Fondaparinux Rilevato da: Calze a compressione graduata □ preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: il: 00DS PRO 37 PROCEDURA Rev. 01.00 Prevenzione del tromboembolismo venoso Data 07/01/2013 Pagina 32 di 33 Allegato 5 SCHEDA PER LA GESTIONE DEL RISCHIO TROMBOEMBOLICO NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI AD INTERVENTI DI NEUROCHIRURGIA U.O.: CARTELLA: COGNOME: DATA DI NASCITA: NOME: DATA DI RICOVERO: DATA DIMISSIONE: VALUTAZIONE DEL RISCHIO TROMBOTICO INDIVIDUALE FATTORI DI PREDISPOSIZIONE INDIVIDUALE FATTORI LEGATI ALLA PROCEDURA Anamnesi di trombosi venosa Interventi e/o 2 neurochirurgia 3 Trauma cranico 2 maggiore embolia polmonare Eta’ > 70 anni 1.5 Trombofilia congenita o acquisita nota 1.5 Neoplasia maligna 1.5 Eta’ > 60 anni 1 Obesità 1 Terapia Ormonale 1 Arteriopatia periferica/coronarica 1 Sepsi 1 Varici importanti 0.5 Eta’ > 45 anni 0.5 SCORE: di Rilevato da: il: STRATIFICAZIONE DEL RISCHIO E PROFILASSI INDIVIDUATA SCORE RISCHIO PROVVEDIMENTO <=1 BASSO Calze elastiche a compressione graduata – Mobilizzazione precoce – adeguata idratazione 1.5 – 2.5 MEDIO Enoxaparina 2000 U.I./die Parnaparina 0.3 ml/die Eparica calcica 5000 U.I./2 volte die 00DS PRO 37 PROCEDURA Prevenzione del tromboembolismo venoso Rev. 01.00 Data 07/01/2013 Pagina 33 di 33 Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive >=3 ALTO Fondaparinux 2.5 mg/die Enoxaparina 4000 U.I./die Parnaparina 0.4 ml/die Iniziare 12 ore prima dell’intervento o entro le 12 ore successive DURATA DELLA PROFILASSI: fino a mobilizzazione completa CON CARICO e comunque non meno di 20 giorni CALZE ANTITROMBO: Consigliate vivamente, comunque sempre in caso di vene varicose, sindrome post-flebitica, insufficienza venosa cronica. PAZIENTI AD ELEVATO RISCHIO DI SANGUINAMENTO: Per i pazienti ad elevato rischio di sanguinamento che non possono essere sottoposti a profilassi anticoagulante, si raccomanda l’uso diprofilassi meccanica, con calze elastiche graduate (calze antitrombo) di misura corretta o con compressione pneumatica intermittente. Nel momento in cui il rischio emorragico dovesse diminuire, si raccomanda che la profilassi farmacologica sostituisca o si aggiunga alla profilassi meccanica. VALUTAZIONE DEL RISCHIO EMORRAGICO PREVEDIBILE E TIPO DI ANESTESIA Personale: normale □ Da Intervento: normale □ Anestesia: generale □ Rilevato da: alto □ molto alto □ alto □ molto alto □ loco-regionale □ il: PROFILASSI ADOTTATA Nessuna □ Eparina a BPM Eparina calcica Fondaparinux Rilevato da: Calze a compressione graduata □ preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: preoperatoria □ postoperatoria □ per giorni: Dosaggio /24h: Dosaggio /24h: il: