Ottobre 2015 Italia_025

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Ottobre 2015 Italia_025
IMP. ITALIA OTTOBRE_italiano.qxp 17/09/15 13.48 Pagina 27
AGENDA D’ANGOLO
di Elide Siviero
Pronti al diverso
Ogni tanto ci incaponiamo in quello che conosciamo o crediamo
di sapere. Irriducibili, irremovibili. Ma se non ci apriamo al nuovo
rischiamo di essere incapaci di fare un passo in avanti.
O
gni tanto mi capita di fare le parole crociate… Non sono brava
come mia cognata che risolve
schemi difficilissimi, ma in certe nottate faticose affrontare questi piccoli giochi tiene la mente occupata.
L’altra sera mi sono imbattuta in
questa definizione: «Sinonimo di trattore». Mi sono sfracellata le meningi
per cercare di trovare un termine corrispondente. Ho provato anche a chiedere a mio marito che cercava di prendere
sonno: «Lui di trattori se ne intende!»
pensavo. Ma niente! E poi la parola era
di quattro caselle. «Quale sarà questo
veicolo che è sinonimo di trattore?»
continuavo a chiedermi, senza trovare
una soluzione. Quando nei cruciverba
le cose si mettono cosí male bisogna rivolgersi alle definizioni vicine, nella
speranza di avere dei lumi che aprano a
ricordi rimpiattati nei meandri piú lon-
tani della mente. Il guaio era che le lettere che emergevano non mi dicevano
nulla: una esse e una e finale non mi
aiutavano in nessun modo.
Questo perché io continuavo ostinatamente a cercare un sinonimo del trattore che traina e niente altro.
Bisognava invece che provassi ad
andare in un’altra direzione: che provassi a ricordare cos’altro significhi la
parola “trattore”.
Il problema è che nella nostra vita
noi siamo molto spesso cosí: ci incaponiamo in quello che abbiamo capito, in
quello che conosciamo o crediamo di
sapere. Restiamo fermi lí sulle nostre
posizioni: irriducibili, irremovibili,
convinti di essere nel giusto. Proprio
come per la parola “trattore”.
Ma se non ci apriamo al nuovo, alle
altre possibilità, rischiamo di rimanere
ancorati alla nostra idea, ma anche in-
capaci di fare un passo, di “risolvere il
nostro cruciverba”,
di uscire dall’impasse dei nostri giorni.
Infatti, “trattore” è
anche colui che gestisce una trattoria e
un suo sinonimo è
“oste”, quattro lettere
con la esse e la e.
Quando ci sono arrivata, mi sono sentita
un po’ stupida: la mia
ostinazione mi aveva
impedito di guardare
anche da un altro
verso.
Anche Gesú aveva
rimproverato spesso i
farisei che erano legati ai loro vecchi
schemi di pensiero.
Nel Vangelo di Luca
(Lc 5,36 ss) dice:
«Nessuno strappa un
pezzo da un vestito
nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al
vecchio non si adatta il pezzo preso dal
nuovo. E nessuno versa vino nuovo in
otri vecchi; altrimenti il vino nuovo
spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri
andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi». È la novità
del Vangelo che continuamente ci destabilizza, ci chiede di uscire dalle idee
fisse che ci siamo costruiti, di essere
pronti al cambiamento per seguire solo
Gesú.
E questo porta sempre a delle piacevoli sorprese: Gesú ci precede e ci accompagna, riesce ad essere davanti a
noi e dietro di noi per custodirci e abbracciarci continuamente. Non ci lascia
soli nella scoperta della volontà di Dio.
Ma è sempre necessario che noi manteniamo questa grande apertura mentale.
Sempre in quel fantomatico cruciverba, trovai una definizione incredibile: “Mezzo minuto di raccoglimento”.
E mentre io pensavo alle preghiere, ai
silenzi, alle pause di riflessione, alla
contemplazione della natura, l’autore si
riferiva semplicemente ad un cucchiaino che è appunto un piccolo strumento
(mezzo minuto) per raccogliere qualcosa. Geniale l’autore (in questo caso credo fosse il magnifico Stefano Bartezzaghi), pronti al diverso e al nuovo noi risolutori.
È cosí per seguire Gesú, sempre cosí,
solo cosí!
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