Anno XVII Numero 12
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Anno XVII Numero 12
- Direz. e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 00187 ROMA ANNO XVII - N. 12 dicembre 1969 - Spedizione in abbonamento postale - Gruppo 111/70 O R G A N O MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE I T A L I A N A PER I L C O N S I G L I O DEI C O M U N I D ' E U R O P A 2 P COMUNI D'EUROPA P - - - - - p - dicembre 1969 - p - P Jean Bareth Di un amico politico - cioè d i un uomo col quale si sa che gioie e d'o'lori della nostra giornata, pubblica e privata, acquistano il lo'ro senso definitivo nella prospettiva di un ideale umano comune - ci si rende conto che è verzrmente morto con ~ n o ~ l tlentezza. a Soprattutto s'e è u n amico che abitava in un altro Paese e vedevamo di tanto iii tanto. Forse il subcosciente oppone una sua resistenza alla presa di coscienza - senza appello - della nuova realtà: che l'amico non C'& più; che non potremo più essere contraddetti alla luce delle nostre stesse convinzioni; che i'l nomstro dovrà rimanere, d'o'ra innanzi, un monologo. Che vuoto! no, non è vero. Bareth potrà ancora dirmi che sono un cattivo euro~peo;che cedo a certi impulsi ei a certe emozio'ni, senza sapermi dare quella disciplina rigorosa e asceti'ca, richiesta dalla situazione obiettiva. Potrà ancora confessarmi che se ne andrà dal CCE, se la sua obiettività non sarà sostenuta dai miei scatti d'ira, dalla mia intolleranza, dal mio richiamo petulante ai principi. Certo, si rimaneva sconcertati se si colmparava Bareth ai po'litici nazionali, quelli chc ragionano non per cambiare il m'ondo ma per dividersi - finché ce n'è - il potere, al governo o dai banchi dell'opposizione, nei partiti, nei sindacati, insomma dove si ha l'impressio'nc gra8devole - e le ri'compensc gradite - del trovarsi sulla cresta dell'onda. I federalisti so'no abituati alla castità: ma fra di loro si rifanno insultando i politici ancieiz végime, teorizzandone l'inevitabile insimpienza e la servitù a vecchi interessi costituiti. Inso'mma si prendono almeno la so,ddisfazione di sentirsi uomini supcrio'ri alla meschina brama del potere e del successo'. Bareth si limitava a qualche fugace so'rriso o a qual'che aneddoto gustoso: m a in fo'ndo dava per sco'ntato, sema bisogno di polemiche, che lui. uomo serio, faceva la politica secondo ragione ed altri - di cui bisogna pure servirci, se non vogliamo risultare velleitari f a n n o la politica secondo successo. I politici del cuvsus ilonovurn fanno politica, nel migliore dei casi, per rimanere un giorno nella storia; Bareth la faceva per vedere nella storia i1 Erutto della sua opera, anonimo. Ma forse non pensava neanche alla storia, almeno coine racconto nel futuro di eventi passati: la storia, intesa come reale progresso, c' at l idata continuamente, in un eterno oggi, a una miriade di uomini sconosciuti di buona volontà. Ciò nonostante - è vero - viene periodizzata, deformata c scritta via via url u s u m Delphini da quegli intellettuali, sensibili a tutti i vènti, che sono gli storiografi. La storia che importa non è tuttavia quella dei libri, ma quella che vive, qui ed ora, nolla coscien~ae nel buon senso degli uomini probi: i quali possono far giustizia degli eroi e dei miti, perché sanno che i veri fabbri del mondo' sono gli umili e che i libri hanno dcl passato la stessa visione unilaterale che le gazzette hanno del presente: più o meno scopertamente, ma in sostanza sia i libri scientifici che quelli popolari oi a destinazione scolastica. Una sera, anzi una notte - a casa di Baretll a Boulogne-Billancourt -, passam- l'Organizzazione in una tribuna ideologica. m o ore, dolpo cena, a sfogliare libri di testo A quei tempi ero fissato con l'indiano Mandelle scuole elementari francesi. I n questi vendra Natli Roy, ex capo del dipartimento libri - diceva Jean - Carlo Magno è fran- orientale del Comintern, bandito dai sovietici, cese, ma in quelli d'oltre Reno è tedesco: imprigionato dagli inglesi, inviso ai nazionain realtà non era né francese nC tedesco. listi indiani - di destra e di sinistra -, marIl fatto & che del passato si dà una inter- xista revisio'r-iista in senso libertario e, si può pretazione in base a schcn-ii di comodo del ben dire, federalista. Glielol inflissi tutto. Del presente. resto ero viziato d a Alida de Jager, testa Quando l'zvevo conosciuto Bareth? dico d'argento, vedova d'un sindacalista olandese, conosciuto o cominciato a conoscere vera- radicata in Svizzera, comunalista, internamente? Mi 1: difficile dirlo, perché la nostra ziunalista e Reggente del CCE, sempre pronamicizia è stata graduale e co~inplessacome ta a parlar delllAsia - e quindi delllIndia la nostra integrazione politica. Un'amicizia e d'un indiano - per ore. Alla fine, in una - non un'alleanza - po'litica nasce quando mia pausa, BareLh riuscì a farmi sapere si ha voglia ancora di discorrere insieme, che il suo autore e r a Proudhon: m a sopratdi scambiarsi le ide'c, dopo aver già rag- tutto - avendo intuito le mie perplessità giunto l'accordo su una linea politica, for- che egli non si sentiva legato a niente c a mulato un compromesso, chiuso una ses- nessuno che non gli permettessero di atsione di lavoro o la parte decisiva di essa. tuare il suo ideale di giustizia e di libertà Quando si sente il bisogno di spiegare per- non nominali e le adeguate istituzioni a tutti ché si è tenuto duro su un punto - che i livelli. ci è stato co'ncesso -, malgrado si sia stanLì per lì, ovviamente, la sua affermazione chi o addirittura spossati: ma troppo ì: il non mi significò molto e lo aspettai alla bisogno di essere capiti e no'n soltanto peprova. La prova, è stata la sua lealtà al CCE sati. Un ricordo remoto t: dei tempi di Villa e alla sua logica: si t: separato da Voisin Moynier, al~lorchéil CCE aveva per sede la e da « La Fédération » appena il neo'nato casetta nel bosco, a Ginevra: qui gli scoiatto- ha potuto camminare con le sue gambe, ha li, i prati e le aiuole, sino ai bordi del lago; sempre secondato l'entrata nel CCE di forze di fronte il Salève e, lontano', il Montc Bianco. nuove e « popolari », rimanendo all'erta solo Lo stato maggiore del CCE era in gestacontro i verbosi massimalisti - per i quali, zione e questa non risultava facile. Bareth debbo dire, era effettivamente pronto alla aveva la carica, un po' vaga, di Delegato caccia alle streghe -. internazionale: Segretario gei-ierale era, altra Un giorno, poi (mi pare proprio in un perso'na, che - con evidenza - non po- lungo crepuscolo, che passammo in una picteva durare. Di Bareth non. sapevo1 darc un cola stazione austriaca: lui, così riservato, giudizio sicuro. Rispetto al municipalismo s'era lasciato andare ai racconti e ai riun po' fumo'so e massimalista di alcuni, si c'ordi), un gio'rno mi raccontò la storia di mostrava di idee assai più cliiarc sui diversi Voisin. Erano stati compagni di scuola e livelli di una costruzione federale; e poi mi lui, Bareth, l'aveva interessato molto più sembrava saper progettare modelli co'ncreti di crescita del CCE C di espansione della (cu1i1i)iiiazioiie a pag. 7) sua azione. Ma ero preoccupato per l'ala delllUnion eui-opéenne des jédévulistes da cui proveniva, quella di Lu Fédévalion e di André Voisin, con le sue ambiguità e i suoi legami non tanto conserva tori quanto - talvolta addirittura reazionari. Passeggiamm o a lungo sulla via di Losanna e parlai quasi sempre io, con l'intenzione di suscitare le sue repliche m a senza, tutto sommato, lasciargliene il tempo. Ascoltava: pazient e e, probabilmente, anche spaventato che via via travasassi nel CCE questa mia logorrea e trasformassi gennaio 1951: Bareth con Alida de Jager e Cottier alla Costituente del CCE COMUNI D'EUROPA icembre 1969 --- -- p -- - mente ai quattro vènti che c'è necessità di un'Europa politica, noi chicdiamo chc essi mettano in cantiere c preparino coli berietà una nuova confei-en~adel tipo di quella di Messina, nella quale potranno csaminarc - al cospetto dei popoli chc giudicl-ieranIl Risorgimento europeo non p ~ i òessere pino per l'azione f ~ i t u r ache ci è stato of- no - quali sono i concreti c insuperabili ~bordinatoal successo o all'insuccesso di ferto; così come se uno era della schiera motivi di divergenza fra sei ( o più) Stati iriodiche riunioni dei rappresentanti dei degli inguaribili ottimisti, sarà rimasto sde- occidentali, che non permettono di instalioverni nazionali, cioè dei rappresentanti gnato dagli uomini di gokcrno che ancora rare tale Comunità politica (NATO c sua ill'nncien régirlze. Questi incontri sono pe- una volta >, hanno seguito i vecchi metodi. strategia, Mediterraneo, Medio Oriente, rapNoi non vogliamo impancarci a giudici iltro importanti punti di riferimento per porti con l'Europa delllEst, Cina, le due prosecuzione immutata o la correzione generici e inutili del vertice europeo e ci Germanie, valutazione del comunismo, ecc.). limitiamo a trarne qualche suggerimento O si ammette, infatti, che non si Sa la :]l'ordine di marcia dei combattenti della che ne viene per la prossima e meno pros- Comunità politica perché rimangono fondalltaglia federalista. Sull'incontro delllAja sono stati dati giu- sima attività del «fronte democratico cu- meritali divergcn~e su singole, importanti ropeo D. scelte politiclie (ma allora si dovrebbe la17.1 disparati: effettivamente i pessimisti nero di seppia possono essere rimasti Amitutto, dal momento che ai Capi di sciare codeste scelte agli europei, attraverso ivorevolmente sorpresi da qualche ram- Stato c di Governa piace ripetere continua- l'arbitrato del loro Parlamento so~ranazionale), oppure - se tali divergenze vengono a cadere o risultano componibili - non si fa tale unità politica, perché si dice di volerls ma in realtà non la si vuole; altrimenti espresso, l'unico ostacolo alla Co'munità politica - di cui, affcrmasi, non si può fare a meno, pena la scomparsa dell'Europa come soggetto di storia - è che non la si vuole. Non si tratta di un giuoco di parole, poiché questa è la sostanza dell'impnsse assolutamente idiota, in cui. si. trova il processo di integrazione politica dell1Eur+ pa. Idiota in apparenza, ma il fatto è che dietro questa idiozia ci sono enormi intcressi, vecchi e nuovi, che non vogliono la limitazione delle sovranità nazio~nali,sia per mantenere velcchi privilegi sia per lasciarc indisturbato ed esente dal controllo politico comunitario il potere di nuovi e tracotanti colossi economici trans-nazionali, a gestione privatistica, i reali padroni - cioè della scena occidentale europea. P e ~ c h é mai, del resto, anche i Governi volenterosi si arrestano di fronte a proposte veramente coraggiose, che potrebbero fare pubblicamente, se non altro allo scopo di cominciare ad attirare intorno alla loro ini7iativa l'opinione pubblica europea? E' facile dirlo. Con che credibilità - per eseinpio - un Governo italiano, che chiede due anni di rinvio per l'applicazioi-ie di una prima armonizzazione fiscale europea, mettendo così in crisi larga parte del processo di integrazione economica, può poi mettersi a fare l'avanguardista della Fcderazio~ne? I n ogni modo dopo 1'Aja si può tranquillamente concludere, da parte di noi semplici militanti della base federalista, che è impossibile aspettare una convergenza politica comunitaria fino a che siano lastricate le vie opportune dalla « fede x dei Governi; che è impossibile far proseguire la stessa unione doganale, senza una politica monetaria comune; che è impossibile condurre una politica monetaria comune senza una politica co~mune del commercio internazionale, senza un coordinamento dei bilanci degli Stati consociati, senza una politica del credito e - appunto .- fiscale armonizzate; che è impossibile continuai-c a rimandare alle calende greche la parte essenziale (riforma strutturale dell'agricoltura) del Piano Mansholt, la politica regionale comune, un abbozzo di politica industriale comune; che non è possibile conti,to (in alto): all'Aja, durante i1 vertice: studenti e giovani democratici europei cominciano nuai-e a fare interessanti proposte di prounirsi nella lotta; (in basso): Proudhon: partecipazione e Stati Uniti d'Europa ai tempi di getti comunitari in quanto fanno comodo arx; un giovane federalista cattolico socialista, contestatore nei tempi difficili: IIans Scholl, al proprio Paese, respingendo in pari temdecapitato da Hitler il can per l'Ajjn 4 -- COMUNI D'EUROPA p - p - . - ],o qucllc altrettanto inlelligenti dei consociati perchc non rientrano, sul momento, ncllc pi-ioiitk studiate secondo la propria 5trclla logica riatioi~alc (2 13 storia dell'oidinatoi-c curopco proposto, fra la sccond,i - dicembre 196 - portata e le frutta, dal Signor Pompidou). Soprattutto è impossibile aspettare i1 controllo demmratico conlunitario lino a chi sa quando c continuare a parlare clell'Europa degli europci senm eleggere, ri s~iffra- La partecipazione necessaria Una diclziarazione del prof. Mario Albertini, Presidente del Bureau Exécutif europeo del Movinzeiito Federalista Europeo, sui fatti d i Milano e Roma. I1 piano terroristico attuato con i bestiali attentati di Milano e di Roma ha il carattere della follia criminale, ma dipende dal clima politico che si sta sviluppando in Italia con la crisi dello Stato, Questo clima minaccia ormai tutti gli italiani, e comporta pertanto una responsabilità collettiva. Bisogna ricordare, in questa ora grave, che la) follia nod è sempre incompatibile con l'ordine politico. La follia è l'ultimo sbocco della violenza generaliz7ata; della perdita, da parte dello Stato, del controllo dell'uso della forza. Come è accaduto con Hitler, la follia criminale può impadronirsi degli Stati e reggere i loro governi. Di fatto, lo Stato italiano sta perdendo il controllo della forza. Riesce sempre meno ad arginare la violeriza, a garantire l'ordine, ad assicurard la vita pacifica dei cittadini. E' giunta dunque l'ora di provveder-e, per evitare che la degradazione dello Stato giunga sino al, punto in cui solo un, potere terroristico potrebbe ristabilire l'ordine. E' chiaro per tutti che bisogna far rispettare la legge e riconvogliare la forza nell'ambito della legge. I1 primo compito, per i primi provvedimenti contro il terrorismo, può essere affrontato dal Governo dello Stato italiano con decisioni italiane, il secondo solo con decisioni europee. La verità semplice e dura è questa. I1 controllo della forza sta fuori dal quadro italiano. Dominata nella politica internazionale dai veri Stati moderni, gli Stati continentali; nella sfera economica dalle gigantesche imprese a dimensioni europee e mondiali, la nazione italiana - come le altre nazioni europee può assicurare la vita autonoma di uno Stato membro di una Federazione europea ma non più la vita autonoma di uno Stato nazionale dotato di sovranità assoluta. Non sono i partiti, come si dice sempra più frequentemente, che hanno messo in crisi lo Stato italiano. E' lo Stato italiano che ha messo in crisi i partiti. E' un fatto che i principii liberali, democratici, socialisti e cristiani conservano intatta la loro validità; che solo con questi principi si possono realizzare le condotte indispensabili per subordinare la politica internazionale alle esigenze della politica interna, per imporre all'attività economica il rispetto assoluto dei valori prioritari di carattere civile e sociale. Ma in Italia questi principi possono essere soltanto proclamati, non realizzati, fino a perdere completamente, come sta avvenendo, il loro significato nel cuore degli uomini, perché l'Italia, come Stato a sovranità assoluta, è subordinata alle grandi potenze politiche e alle grandi imprese economiche. Solo l'Europa, come Stato federale, potrebbe controbilanciare le grandi potenze politiche e le grandi imprese economiche. Solo in Europa questi principi potrebbero esseie rion solo proclamati, ma anche realizzati, restituendo la salute ai partiti che li rappresentano. Questa verità, semplice e dura, non deve più costituire u~ segreto di Stato o una constatazione teorica amara coma quelle di Luigi Einaudi, ma deve essere resa pubblica perché, grazie al grado di sviluppo dell'integrazione europea, è possibile, con l'aiuto del popolo, battersi per la federazione europea. E' con l'aiuto, anzi con la partecipazione diretta, del popolo, che i federalisti hanno presentato una legge per l'elezione diretta dei delegati italiani al Parlamento Europeo. L'approvazione di questa legge può costituire, purché lo si voglia, il punto di partenza per ottenere l'elezione generale del Parlamento Europeo. A sua volta, l'elezione generale del Parlamento Europea può costituire, purché lo si voglia, il punto di partenza per la vera costruzione delllEuropa, quella del suo ordine costituzionale. Nella storia dei popoli e degli Stati, il rischio delle catastrofi più tragiche c la possibilità delle riprese più luminosd si presentano sempre insieme. Voglia la Fortuna che coloro che hanno pubbliche responsabilità, che controllano i centri del potere a quelli dell'informazione, e, al primo posto, coloro che hanno pubbliche responsabilità in Italia, sappiano seguire la via che i federalisti non solo hanno indicato, ma hanno anche offerto, ai partiti. Lo spettro del passato, o u n avvenire luminoso, stanno di fronte a tutti gli europei. Non capirlo è un delitto, è la sconfitta. A ciascuno di riflettere, a ciascuno di fare il suo dovere. gio universale e diretto, i membri del Pai lamento Europeo. Lo stomaco umano li un limite di sopportazione: oltre, si vomit, Sul Parlamento E~iropeo I'attcggiaincnt dei Sei governi :ì stato quello che ci si potc va aspettare, ma non per questo è risultat meno ributtante. 11 suffragio universal viene ormai collocato, forse dandogli un ancor minore importanza, in lista comun con gli ortofrutticoli, i transistors, l'impost sul valore aggiunto. Su questo terreno c abiezione politica i federalisti non posson non battersi giorno per giorno, svergogna1 do la classe dirigente dei Paesi europei, ch contribuisce all'internazionalizzazione dt centri decisionali e, nello stesso tempo, cor tinuando a difendere, formalmente o C fatto, le sovranità nazionali, vanifica (del beratamente o per insipienza) gli istitui democratici e tutti gli istituti di contro11 politico. Insomma è una classe dirigent obiettivamente prefascista, se non paraf; scista. Abbiamo detto che non vogliamo giud care genericamente il vertice delllAja quindi ci fermiamo. Vogliamo viceversa gii dicare in concreto il Movimento Europec cioè quel coacervo di forze vecchie e nu( ve, pseudeeuropee e federaliste, che è r sultato ancora una volta assente dalla scen e che dovrà finalmente riformarsi o esser abbandonato da ogni Organizzazione seri; I1 'CCE aspetta pa~ientementedal 1964, ann degli Stati generali di Roma, codesta rifo ma. Ma il Movimento continua ad esser quel cimitero degli elefanti, di cui si è altr volta discorso (e non importa l'eccezioni chd alla fine diviene patetica, del suo Coi siglio italiano); continua ad emettere bo lettini di guerra a battaglie perdute e ch nessuno, del resto, ascolta o legge. Se Movimento non vorrà riformarsi, darsi o gani di presidenza capaci di lavorare pt esso non strumentalmente, non a fini pa ticolaristici o addirittura personali, ma pe l'affermazione disinteressata e programmai della Federazione sovranazionale e deml cratica, oocorrerà che il CCE, i federalis delle due sigle, l'Associazione europea deg Insegnanti, i sindacati e tutte le forze vi\ (che dire dei partiti democratici?) ne escan e fondino, per conto loro, lo strument effettivo di un « fronte democratico mrt peo D. I governanti continuano a restai impotenti; ma anche il popolo europeo, ck vuole senza dubbio l'unità, non ha l a stn mentd di cui servirsi: questa volta sarebt nostra vergogna i1 non saperglielo appro tare. Dopo l'Aja, quindi, non ci sono molte co! nuove da dire. C'è da ripetere soltanto ur vecchia canzone: che i Governi faranr l'Europa, quando noi gliela sapremo ir porre. Perfino uno stagionato ambasciatoi italiano, convertitosi - dopo tanti anni 1 nazionalismo - alllEuropa nella tarda m turità, novello Blanqui va scrivendo su i viste europeiste che l'Europa si deve fai per le strade. Ci lasceremo insegnare nostro mestiere di uomini della strada C un diplomatico di carriera (sia pure in pe sione)? COMUNI D'EUROPA licembre 1969 tesimo aniziversario della liberazione di Strasburgo, ebbe due accoglienze ben diverse: sfilate militari e opposizione federalista! Una bandiera europea era stata issata fin sulla guglia della Cattedrale e noiz mancavano le scritte anti-golliste. Ma questo non verde su foiido bianco n o n erano che una era che u n assaggio, poiclié sulla stessa ininoranza, ma che si ~ n o s t r òefficiente tra piazza della Cattedrale una vera pioggia di l'altro al momento di issare la loro bandiera volantini verdi, considerati come ultra-consul pennone in cinta al Palazzo Universi- testatari, fece seguito all'arrivo clell'ospite turio. d'onore. Inutile dire che la polizia si afIl simbolo europeo, il cui colore dovrebbe frettò subito ad occuparsi dei provocatori significare più della sola speranza, sventolò e li rinchiuse negli c~ppositi « pciniers-à-suquindi a luiigo fraternamente a lato della lade ». bandiera rossa dei inaoisti e di quella nera All'apertura clel Parlamei7to cz~ropeo In degli anarchici, sotto gli sguardi perplessi scorsa primavera, nella sede del Coizsiglio della polizia corazzata e di tutta la popola- d'Europa, gli studenti fedei-alisti si fecero zione gollista venuta a manifestarei nel graiz- ugualmente notare poiché dalla tribuna del de piazzale contro gli studenti che si erano pubblico nella parte alta dell'emiciclo ove barricati nelle aule, per indurli a sostituire si erano riuniti, fecero volare foglietti di tutte qz~elleinsegne col tricolore. protesta e di invito L,d una maggiore solerLa rituale azione alle frontiere con paci- zia europeista ai parlainentari presenti. A ~ I fica distribuzioiie di palloncini e volantini che allora non mancarono striscioni d'incialiti-dogane da parte dei gzovani europeisti tamento e il compagno Herilé Leiliut poté di Strasburgo e di Università tedesche vicine spiegare pubblicamente la nostra presetzza non bastava più l'inverno scorso agli « atti- alla rillnione. Ferruccio Parri, che presievisti », come ci eravatno ultiniamente bat- deva la seduta, reagì sostanzialmente nello tezzati nel nuovo gruppo del FEU (Federa- stesso senso dei manifestanti, assieme ad listno europeo universitario). Sono seguite altri parlainentari, lasciando interdetta l'ala allora azioni concertate e di maggior rilievo. gollista dell'Assemblea cha se iie andò sbattendo la porta. Il ministro francese della Difesa, Pierre Non riuscì altrettarl!~bene verò il tentaMessnzer, venuto da Parigi per il cinquan- i giovani contro l'Europa delle chiacchiere Ca 7 sufit, bla-bla-bla! it rasburgo, dicenzbre. L'integrazione europea sembra a molti già In problenza risolto nelle linee principali. I MEC, la CECA, l'EURATOM sembrano .reati apposta per eludere le doniande pun:enti. «Cosa si vuole di più? n, vien fatto li dire, e questo è molto coiitroproducente, w c h é in realtà, qualunque sia il valore apmrente di tali istituzioni internazionali, poiticainente nulla ancora è stato ottenuto. .'Europa Unita non c'è ancora, anche se 2pita che se ne parli i n alta sede. Sono i :overnanti dei diversi paesi che, più dei .ittadini, si mostrano restii a compiere u n )ero sforzo di avvicinamento politico, un ainbianzento 7,adicale della attuale situaione dei governi, ma che ormai dovrebbe m e r e un passo naturale perché necessario. Io n o n so720 che un'europea della nuova ~otzera7ione,studentessa a Strasburgo, purroppo alquanto iiiesperta dei problemi poliici e poco abile nello scrivere (specie in tuliano), ma consapevole per Io meno di ina necessità di cainbia~nento della scena )olitica, coizscia di quest'anacronisrno stozco c l ~ esono gli Stati nazionali. Forse la iiia esperienza di vita è abbastanza partiolare, poiché ha vissuto dieci anni in Itaia e sono orinai da altrettanto tempo nel paese di Prourllzon. Dopo esser stata a Parigi per qualche iiiio, vivo ora iiz questa città di frontiera ollc~ Gerinuniu, che è molto sensibile al ~roblenzc~del regionalismo e ormai legata d una tradizione di apertura verso l'esterlo grazie al Coiisiglio d'Europa e al Parinzento europeo. Però è ancora la sua vicilaizza col Reno clze f a di Strasbz~rgo una pecie di capitale del continente, dato che i colléga con città tedesche, svizzere e laizdesi ben più utilmei~teche non lo faczutzo spesso i raupresentanti e inviati preso l'organizzazione interiiazionale che ospita. Il fatto che1 vivo i n questa regione, oltre Il'eseinpio clze ricevo in famiglia e che ini lerniette di avvicinare aizclze' se di sfuggita 'egli europeisti di valore e di avere in casa ;bri sul federalismo, ha contribuito proabilmente a farnzi sentire il dovere di parecipare in qualche moJo ai tentativi di 'ivtilgazione dell'idea unitaria europea. La desione alI'MFE è stata u n primo passo, oltre a ciò, dei compagni di qui, euroeisti ciiich'essi, izatzno creato qualche anno ,I uii gruppo di studio, I'AEEA (Associaione degli studenti europei d'Alsazia) sot7 l'égida dell'UAEE ("). Ciò permetteva a iovani più o meno iiizpegnati politicameno di riunirsi per discutere su u n problema un libro rigtiardanti l'Europa. I nzenzbri ,-ai70 soprattutto studenti di scienze poli;che, giornalisnzo e legge. Il iizaggio '68, collo scatcnatnento studenc7sco che provocò in Francia, ha più o leno indirettamente ti~odificato le strutYre di organizzazione dei giovani strasburhesi sensibili ai problemi europei. A fianco elle file gonfissiinel degli iinprovvisuti anarIzici e dei setnplici purtigicci~i d i una riforla tfell'ii~segizamento,i seguuci della E nolo acerbam Dunque la Grecia dei colonnelli ha deciso di andarsene dal Consiglio d'Europa per non essere sospesa o cacciata. I Ministri dei Governi degli Stati democratici del Consiglio d'Europa non sono stati molto abili nella procedura (oppure non sono voluti essere molto abili) e si sono lasciati anticipare dal Ministro dei colonnelli, in maniera a nostro avviso abbastanza irregolare: comunque, nel grigiore del panorama europeo attuale, l'episodio E in qualche modo positivo. Nessuno più degli antifascisti italiani - esuli durante il regime o oppositori in patria così come si poteva sotto un regime totalitario - sa bene quanto abbia significato la carenza di spirito critico e la viltà verso il fascismo degli Stati democratici, europei e no, nel rafforzare il regime e nel renderne accettabili le azioni ai cittadini italiani incerti, politicamente poco avvertiti, sostanzialmente disponibili ad appoggiare o a contrastare un regime ai loro occhi difficile da giudicare, difficile soprattutto ... q i ~ e i che a Sfacteria dornie e Alessandria 1 di2 a f'arrrce in un mondo così ricco di controsensi. L'estromissione primo Santarosa ... tricofor' Sa'Ltorre di della Grecia - quale che ne sia risultata la formula dal Consiglio d'Europa rappresenta pertanto un fatto da non sottovalutare. Ma parliamoci chiaramente, soprattutto noi che da antifascisti siamo vissuti in Italia sotto il fascismo. Che significato avrà la N punizione » del regime dei colonnelli da parte di regimi democratici rissosi, egoistici, guidati da partiti nazionali oligarchici e affamati di potere più che di reali riforme, incapaci di costruire una esemplare Europa sovranazionale? Con una Europa siffatta non sarà difficile, di fronte all'opinione pubblica dei Greci politicamente non scaltriti, trasformare la cacciata della Grecia dei colonnelli da una Istituzione europea in una cacciata della Grecia cteima, quella di Milziade, da un consesso egoistico demo-massonico-plutocratico e, per l'occasione, si potrà aggiungere pseudo-cristiano. L'atto compiuto a Strasburgo perderà, se isolato, ogni suo effetto pedagogico. I1 mercato delle vacche compiuto recentemente all'Aja non ha certo conferito un sottofondo morale alla estromissione della Grecia dal Consiglio d'Europa; né tale sottofondo lo conferiscono gli atteggiamenti opportunistici, nei riguardi del federalismo europeo, da parte del Governo del signor Wilson, sempre preoccupato di voti e raramente preoccupato di ideali e di strategia democratica. Cosa si fa, del resto, in Italia per rendere concretamente inoperanti gli agenii provocatori del regime dei colonnelli, che vuole rendere difficile la vita agli studenti greci intenti nei nostri Atenei a imparare un po' di storia della libertà (sempre che baroni delle cattedre e giovani nazi-maoisti permettano veramente che si apprenda codesta istoria)? ARGO ' P.S. - Se gli europei occidentali, cacciata la Grecia, continueranno tuttavia a dare scandalo col loro comportamento giornaliero, i colonnelli, felicemente in sella, troveranno un vindice delll«indipendenza nazionale » greca nella borghesia stalinista e sciovinista che governa a Mosca: i nazionalismi non stentano mai a trovarsi. 6 COMUNI D'EUROPA tivo seguente, quut7do Couve de Moitrville, vento, purtroppo! Al Vertice anche stavolta allora presideizte del Consiglio, sl recò alla tion niccizcarono le chiacchiere, che avevamo « Maison de llEurope » per una riuizione denunciato in un siiilpaticissimo slogan: del Comitato dei miizistri. La numerosa po« Ca sttffit, blu-blu-blu! », come dinzostra il lizia in borghese ci aveva ormai di mira e tatto chq si parlò ben poco di questa nostra ci precluse ogni possibilità d'azione, alloiz- nzanifesta7ioile, almeno nella stampa e alla tarzccndoci dal Ministro che passava a u n televisione francese, nia solo di u n presunnzetro da noi, proprio in quel nzomento e io graizde successo dei politici. Dopo la maa cui volevamo ritardare il passaggio col nifestazione ci riitiiimino tluovamente tutti lancio di nzanifestilzi. Una volta di più non per u n « teach-in », presieduto da L t ~ d oDic~nancc~ronoil cellulare e le formalitcì tli rickx ("") e Romiil Reich. Il ministro deleQuestura. Ci sfoganirrio solo u n po' verso gato olandese al Birzrzenhof, De Koster, vensera, dopo che la nzaggior parte! di izoi era ne personalnzente alla riirliione. Si dichiarò stata rinclzi~rsa e ititerrogatu a Itirzgo, e non favoreilole alld nostra azione e prolnise che rispariilian7nzo ai pacifici passanti il claxon avrebbe fatto avanzare le nostre proposte, continuo di uiza sfilata di auto ricoperte alrneno nei Paesi Bassi, in particolare qiceldi scritte e bandiere europee. la dell'elezioize diretta dei nzeinbri del ParMolto più interessante però fu izutural- lal??eizto europeo. Venne però ripetutamente mente la ~izanifestaziotie delllAja, il l o di- fischiato e interrotto da noi giovani, stanchi di discorsi nel vuoto e di promesse non cenzbre scorso. L'organizzazione era stata nlarzteiztile. nffidata in gran parte all'MFE di Bruxelles Tornamino poi tutti nei nostri rispettivi che si adoperò il più possibile ad ospitare i giovani manifestcclzti proverzienti da taizti paesi di origine e orinai, di nuovo nella diversi paesi, prinza per il « week-end » di studi che si teriize sinzultaneumente ad Anversa, a Ockenzburg in Olanda e a Nutterden Kleve (Gertizaliiu), poi per la giornata Riportiamo dal iiotiziario del Gruppo studendella vera e propria iizalzifestuzione. Nei tre luoghi di ririvioize si era preparata la testo europeo ( G S E ) , anlzo V I , n 9. dicembre 1969, quebto articolo pubblicato qualche i~zoziolze per condannave la mancaizza di gior,70 dopo la colzc~usiolledel I T ctlropeo ~ volontà poliiicrc in favore dell'Europa e per dell'ilia. otteizere l'elezione a suffragio diretto del Purlamelzto europeo. Per chi auspica uil'Europa stazionaria i l A Nutterden, ove tizi trovavo ailch'io, po- Xrcrtice delllAja non C stato un fallimento. iemmo scalnbiare le idee anche coi1 diversi Esso è stata piuttosto uno di quei riti inuZ O la loro inglesi eziropeisti e I Z O ~ U I ~ Z I ~che tili, ma necessari, perché occorre sempre concezione dell'Ei4ropa si ricollegavcc con mostrare che ci si muove quando si voquella del Federalismo nei suoi punti piit gliono mantenere le cose come stanno. essenziali. Anche ulllAjcc, vile tutti i parteciPerchC inai i Capi di governo si sono panti si erano ritrovati nei grandi locali presi la briga di andare in Olanda, non Anzicitia n, ebbe luogo una discrtssione puhpotevano immaginare un posto migliore per blica, i7za il ir.iorizento culminante fu quanturisino in questa stagione? Era fare il do, lasciata la sala, i quasi 2.000 presenti sfilaroizo sino al Bin~zelzlzof con ~zunierosis- proprio necessaria la farsa di un vertice simi cartelli, bandiere, ingranditlzenti foto- per stabilire che il regolamento finanziario gl'afici di precursori dell'idea europea. del MEC a;ricolo dovrà essere deciso entro Londinesi, liicirsigliesi, berlinesi, fiorentini, la fine dell'anno e l'inizio delle trattative olandesi, trctti gridavano: « Nazionalismiis con la Gran Bretagna entro il 1 0 luglio? fiillrt ilz fascisliius », « Nous voulons le vote Certamente vi è qualcosa di assurdo in tutto européen » e persiilo: « L'Europa sarà il nociò, che non. si spiega se non con I'irraziostro Vietnanz ». La polizia a cavallo, impecnalità dei governi, tanto attaccati alle sovracabile e ben addestrata, sorprese u n po' sulle priine ~zoi meridionali del continente, nità nazionali d a opporsi alla costruzione poiché nei nzonzenti crarciali non si sapeva delllEuropa, abbandonando il nostro conti17zui C O I ~ Z Qgli equini avrebbero recgito, dato nente ad un declino che finirà inevitabilmente per travolgere le stesse nazioni. il frastuono e la confitsioize che parevailo inizervosirli l710lto. Le macchine dei capi di Sul piano funzionalista la via è senza governo sopravvenivano ed rtiz compagtzo uscita. Se l'opposizione alllEuropa fosse francese che teiztò di rallentare il passag- Pompidou, eliminandolo si supererebbero le gio ad una di esse bralidendo sul tergicri- difficoltà. Pren-iesso che l'omicidio politico stallo una bandiera federalista è stato arrenon rientra nei nostri metodi di lotta apstuto da alti e robustissimi poliziotti hiotzdi. pare evidente che anche in tal modo non si Un «sit-itz» f r 4 teiztato ~izu presto dissolto. Non posso ancora dimenticare il tic- sarebbe risolto proprio nulla. Pompidou chettio delle monetine lanciate in segno non è che l'iminagine più manifesta dell'attitudine antieuropea di tutti i governi naziodi scherno contro la i~ettrtra del Presidente jrcitzcese, il gru~zde cctie.so ull'occasioile del nali, i quali, a loro volta, altro non sono Vertice. se non l'espressione del sistema che li soPoinpidou era il 1 7 2 ~ ~ 0prope~iso rcd U I Z stiene. All'interno di questo sistema non 1: izttovo rilancio dell'Eitropa, ina neanche a neanche possibile armare una pressione /urlo apposta, iiz questo solenne ma fittizio massi'ccia. L'Europa funzionalista è fatta di tentativo di rinascita, era liti che doveva chiacchiere, che so'no tanto più astrusc proporre alctine cose piìi colzcrete, riguarq ~ i a n t opiù son vuote. Il popolo ha troppo danti l'agricoltiira, iizu sempre ~iell'itzlere.ssc buon senso per lasciarsi sedurre da simili prinza di trttto del sito paese. Egli stesso bidonatc. Perciò i governi hanno sempre aveva unizunciato per il a Sonzii~et>> delbuon gioco allorché si lamentano di essere l'Aja il trittico: « Aclzèvenletzt - Approfotzdissoli nella loro costruzione euro'pea; proprio seiizerzt - Elargissel7zent ». Tutte parole al dicembre 19f ilzia città, ~ z riveniva i in mente la scritta uiz cartello i11 tedesco brandito all'Aj Marn era europeo n, e franzmenti di c scorsi di vari partecipanti. L'inziilenso gruppo che forniuvunzo e. nzolto eterogeno, u n inondo a sé con U I ganznla di idee politiche diversissime di oi gine e contenuto, dalla destra qualunqrtis fino all'estrel~ia sinistra con tutte le sfiim ture intermedie. Ciò nzi fece pensare cl aiiclie a Strasburgo, n ~ lgruppo locale sepprtre iti proporzioni miiiori, si risco trano le stesse differenze di opinione; 17 per. i giovani riunitisi all'Aja, come p' quelli dellfAlsazia, ttrl'idea col7zune è al base: quella dell'Europa, che ci fa aspira alla stessa mèta e ci unisce al di là del differenze di lingua, cultitra e concezio politiche particolari. Lucia Bolis ("*) Segretario Europeo. geiicrale dcl Movimento Federali: L' Europa è rivoluzione ~ e r c h kessa è soltanto « loro e molto mer una costrurione europea, E' forse un ca: che ~all'Aja~ tutte~ le ~sollecitazioni per l'e1 ~ zione a suffragio diretto del Parlamen Europeo siano rimaste inascoltate? L'Europa funzionalista, nonostante il SL carattere minimalista, rappresenta anco una trasformazione eccessiva rispctto conservatorismo dei governi c del sisten che essi esprimono. Perché allora dovrcr ino condannare la nostra azione alla ste lità circoscrivendola in questo ambito? Nc vi sono altre Forze oltre quelle che soste cono l'attuale sistema? E' chiaro a ques punto che o l'Europa sarà ri\7oluzionaria non sarà affatto. E' stato un vizio cronico di tutti i fcd ralisti quello di ridurre i problemi concc nenti la democratizzazione della nostra s cietà al solo aspetta istituzionale, quasi cl fosse sufficiente l'adesione dcgli Stati d continente alla Confederazione Elvctica p cambiare l'attuale sistema. Non è quin una nuova considerazione strategica, n una più profonda comprensione dei nost Pini che ci impone di inserii-ci nelle lot democratiche degli operai, dei contadini in particolare nel 'nostro caso, degli st denti. Queste lotte sono condannate all'insucct s o finché si manterranno nell'ambito nazi nale, perché il sistema contro cui esse L tano ha già assunto una dimensione eur pea. Perciò l'Europa oggi è la dimensioi della rivoluzione, la quale o si afferme al livello del continente o fallirà nei s i n g Stati. Un'Europa democratica e federalis è non solo l'obiettivo necessario della ri\ luzione, m a anche quello capace di catal zare l'immaginazione popolare assicurant alle lotte in corso il vigore e la partecir zione unitaria delle grandi masse. E' ques i l nostro compito: dare alle lotte sociali volto delllEuropa ed all'Eurapa il volto del lotte sociali. Così il Pederalismo diventa cc cretezza e l'Europa bandita dai governi svela sposa feconda del popolo. - dicembre 1969 COMUNI D'EUROPA 7 Jean Bareth i c o n l i f ~ u a i i o i ~rlu e pag. 2 ) tardi alle cose europee: ma, ini disse, certi suoi limiti psicologici erano invalicabili, certo suo gusto dell'esteriorità, insomma la sua fisionomia più che di girondino, di monarchico francese. Per Jean tutto era stato diverso. Lui proveniva dai Vosgi, terra dove il patriottismo e lo spirito di bandiera si coltivano in tutte le case. Si era avviato a fare l'institutetir, il maestro elementare: poi la guerra, la sconfitta, lo sbandamento. Me lo vedevo accanto il poilu Bareth, col suo passo strascicato. I n un clima, che! mi sembrava quello della K Grande illusione » di Renoir (il film del '37, vietato in Italia dai fascisti: poz~rcause!), ecco la scoperta dcll'assurdità delle frontiere. Ma, per questo concreto lorenese di Raon llEtape, l'assurdità in primo luogo delle frontiere renane qui di faccia e attraversate nei duc sensi da secoli; e poi delle « sacre » frontiere infraeuropee, per la cui rettifica sono esplose e divampate guerre mondiali. Guerre combinate nellc capitali e sopportate da duri e pazienti uomini delle piccole comunità di periferia. Superati i pregiudizi, meglio il tedesco del villaggio renano che il cortigiano di Parigi: altro che Voisin! I1 tcdesco del villaggio rcnano e poi - studiati c amati con la curiosità e la semplicità del maestro elementare - gli umili, quotidiani fabbri di storia di ogni Comune d'Europa. Dalle Nazioni d'Europa alllEuropa dei Comuni e, ricomponendo territori so\ente spaccati da frontiere politiche disegnate d a uomini ambiziosi e lontani, all'Eui-upq dclle Regioni. Bareth aveva partecipato al congresso di Roma dell'linion europécntie des Fe'dérulisies, del novembre 1948: il primo grande congresso delle avanguardie europec dopo l'incontro di Montreux del '47, quando i federalisti europei, sorti spontaneamente nei diversi Paesi durante la Resistenza, si crano ritrovati e uniti. Congresso, quello romano, c h rapprcsentava ~ l'curopeismo militante e disinteressato, quasi a contrasto di quello pomposo delllAja, dello stesso anno, promosso d a un Churchill co'nfinato all'opposizionc in patria e quindi disoccupato, e che sfociò nella creazione del Movimento Europeo: oreanizzazione di estrema retroguardia, finché non la preserq in mano - sia pure per u n tempo limitato - Spaak e i federalisti. Bareth ricordava spesso questo congresso delllLTEF, chc egli collegava alla sua inclinazione per la città di Roma: città di cui gustava i cantoni vecchi e non retorici, la campagna circostante arida e solenne, i colori e il clima; anche se - esclamava negli ultimi tempi - la s i sta completamente rovinando, con la speculazione e uii'espansione a macchia d'olio, che n e travolgono la misura umana. Col che - concludeva scuotendo la testa - Roma rinuncia a una sua missione esemplare in Europa c nel mondo: anch'essa è divenuta una città senza pace. Interessato da un lato dai problemi del dccentramento c delle autonomie locali e datl'altro da quello dell'unità europea, Bareth u n giorno (si era ancora all'indumani della 1,iberazione) - ì: lui stesso che racche si conta - notò in libreria intitolava L'autonomie communale e t la Stati generali di Versailles: il belga Ronse porge il saluto al Presidente Auriol (di lato Bareth) (1953) - comitato di Presidenza del CCE a Venezia (1957) - assemblea dei Delegati del CCE a Milano ( 1959) 8 COMUNI D'EUROPA dicembre 1969 reconstmction dc 1'Europe P, di cui autore era il professor Gasser, dell'Università di Basilca. ((Al lume degli avvenimenti ancora recenti, il prolessor Gasser mostrava che lo spirito di libertà aveva resistito all'influenza totalitaria nei Paesi dove l'autonomia comunalc era stata salvaguardata e che dunque la difesa delle libertà umane era inseparabile dalla difesa delle libertà comunali ». E' così che il primo ottobre 1950 egli si incontrò a Seclisberg - cho è su u n promontorio del Lago dei Quattro Cantoni con Alida de Jager, i professori Gasser e Milhaud (fondatore degli Annali dell'economia c ~ l l e t t i v an), il borgomastro della città tedesca d i Bieleield, Ladebeck, il sindaco del Comune svizzero di Burgdorf, Patzen; anche Adriano Olivetti, invitato, aveva aderito e fu assente per motivi di forza maggiore. La de Jager fu incaricata di organizzare un congresso costitutivo: per 1'Itaiia I'ini~iativa fu passata a m e d a Olivetti, su preghiera della de Jiiger, ma anche da Spinelli, a cui si era rivolto Voisin per conto di Bareth; e una delle dirigenti italiane della gioventù federalista, Magda da Passano, con altri federalisti (voglio ricordare Alberto Cabella) me la resero possibile. I1 Congresso costitutivo ebbe luogo i l 28 maggio 1951 a Ginevra. Bareth frattanto si avvia a diventare amministratore di un grande Comune operaio, ove sono le offiBoulogne-Billancourt -cine della Renault, alle porte di Parigi -: consigliere comunalc e Maire-Adjoint nel 1953; battuta la sua lista nelle elezioni del 1959, sarà ridetto consigliere e nominato Syndic della città nel '65 e di nuovo MaireAdjoint nel '66. E' a Boulogne-Billancourt che Bareth sperimenta un grande gemellaggio - che poi ha trovato importanti sviluppi in altre città d'Europa - con un Comune del Land berlinese, Neukolln. Molti anni prima di d e Gaullo - che Bareth detestava - si ha così un incontro cordiale e costruttivo, n livello realmente popolare, tra i francesi ( a n ~ itra i francesi di una città della banlierle parigina, ove la Sinistra ha largo favore), ancora freschi dell'o~cupazione, e i tedeschi, guidati d a u n borgomastro reduce dai campi di concentramento nazista. Bareth ha spesso ricordato l'esperienza di questo gemellaggio, che ha portato i concreti problemi umani, sociali, di costume dell'integraione curopea nelle case di BwlogneBillaiicourt c di Neukolln e poi di altre città (in Italia, di Marino laziale). I1 suo spirito d'osservazione, in materia, era in parte una dote naturale, in parte acuito dalla passione di mettere a punto uno strumento di lavoro educativo e politico, la cui invenzione si dcvc largamente a lui; uno strumento per cui, tra popoli sulla via dell'unione, si può comunicare nella gioia, nel lavoro e nella speranza ». Egli si rendeva conto dellc possibilità e degli ostacoli che, in un gcmcllaggio, si incontrano a livello d'azienda, di scuola, di organizzazioni del tempo libero; della emulazione tra le famiglie per ospitare un « concittadino europeo D, m a anche delle difficoltà che nascono; delle reazioni psicologiche delle diverse generazioni c dei diversi strati sociali; delljimportanza di tener conto di tutti i fattori, politici culturali sentimentali variamen- comitato di Presidenza a Graz (1961): Lugger, Cravatte, Bareth - conferenza stampa a Roma per il decennale del CCE (1961): Serafini, Bareth e il Ministro Tessitori - celebrazione in Campidoglio per il decennale del CCE: il Ministro Segni, Peyron, Cavallaro, il Vicepresidente della CEE Caron, Serafini, Bareth dicembre 1969 Lc suggestivi - cioè razionali e irrazionali -: non per nulla, in fondo, Bareth era un intelligente instifuferlr. Di Bareth nella storia, ormai lunga - vent'anni -, del CCE clic dire? Salvo il ricori a t o periodo iniziale nc è stato sempre Segretario gcneralc, a Parigi - mentre la presidenza si trasferiva da Gincvra a Lussemburgo -: come Segretario gcneralc Bareth e il CCE si sono quasi identilicati. Almeno a prima vista. Egli si sforzava infatti di mantenere una linea unitaria e , per lasciare intatte le sue clzanccs di pacientc mcdiatorc, evitava di caratterizzare una « linea Barcth »: lc sue relazioni, le iuo proposte, le sue iniziative crano sempre preparate, nel senso che aveva scmpre ascoltato in precedenza le diverse campanc. Non per opportunismo, lo ribadisco, ma perché Ic sorti complessive del ClCE le considerava più importanti delle sue idee. Ma con un limite preciso: che la strategia del CCE rimanesse quella. Non era disposto ad aczettarc che il CCE si trasformasse da orgaiizzazione loderalista in organizzazione ambiguamente curopeista; e la difesa delle lutonomic locali non poteva non essere ~ I i e sul terreno della democrazia, rcspinzendo con fastidio e implacabilmente ogni a modcrnismo tecnocratico. Insomma era . ~ n mediatore che, con estrema dignità C oulizia, si era fissato degli argini precisi. Ve1 pcriodo più oscuro del regime gollista ,i parlava non di radtii con lui - per schcrlo, ma non tanto - di quando sarcbbè brenuto in esilio in Italia. Ai tempi della ;uerra d'Algeria, durante la IV Repubblica, .in giorno a Strasburgo arrivò ad esplorare 'ra i colleghi europei sc si riusciva a varare .ma risoluzione di severa condanna del Godcrno francese: si sarebbe creato grane a loil finire da parte dei suoi concittadini indipendenti » ai socialisti -, ma - dagli :ra pronto anche ad andarsene; senonché 'urono alcuni belgi a bloocare l'iniziativa. Naturalmente anche i suoi attacchi crano le1 suo stile misurato - e per questo elfizaci su amici e avversari -. Esemplare il iuo articolo in « Communes d'Europe » del ;iugna 1962: « S'il était allé à Vienne ... ». S e :gli fosse andato a Vienna: intendeva dire, 2 diceva a tutto lettere, il Generale de' Gaule. Vicnna, cioè i Scsti Stati generali del :CE, il più grande congresso (allora: poi ,.enilero i Settimi) del dopoguerra, ad av,%o di molti presenti. S e fosse andato a Vicnna avrebbe vcduto questa marca di quadri politici locali C che non hanno accctato di lasciarsi dividere dai loro governi quando si tratta di definire i mczzi di ap~ r o c c i o allJEuropa e ciò chc dovrebbero :sscrc le sue istituzioni comuni D. Era « rcsrcttablc che il Generale de Gaullc non ivesse potuto prcnder posto - nella Stndf'?alle costruita per le folle, per le folle ;portive, ma riempita quel giorno da una 'olla inabituale, quclla dei rappresentanti lelle popolazioni curo~pcc» - accanto al ;uo collega austriaco, il presidente dclla Xepubblica Schacrf. « Egli avrebbe potuto :alcolare la vcra misura dell'o~pinionc eu-opea... Egli avrebbe compreso che come ui i capi delle città europee sono attaccati illa loro patria, grande o piccola, che essi ion intendono csscrc retti da leggi sli-alici-C o costretti a parlare qualche assurdo 'volapuk" e chc si tratta di una requisioria sbagliata. Egli forse avrcbbe capito COMUNI D'EUROPA 9 C comitato di Presidenza a Ivrea (1961): Cravatte fra Bareth e il Sindaco di Ivrea, Rossi - il Comitato organizzativo dei VI1 Stati generali - la presidenza degli Stati generali di Roma (1964): Peyron, Cravatte, Hallstein Lugger, Bareth, Muntzke COMUNI D'EUROPA questa lezione di buon senso e compreso questa chiara concezione dell'ordine delle cose che è definita nel primo articolo della " Carta federalista " adottata dagli Stati generali: "Dal Comune all'ordine internazionale, a ciascun livello e per ciascuna fondamentale funzione debbono corrispondere istituzioni appropriate, dotate della libertà di decisione nell'àmbito che le riguarda, e dei mezzi e poteri indispensabili all'csccuzione di queste decisioni " D. La storia - quella dei libri - parlerà comunque del Generale, che del resto, in tutta calma e con sovrano disprezzo delle piccole vicende umane, sta vergando le sue memorie. Bareth, frattanto, è morto sul lavoro e di lavoro, per lottare contro tutte le monarchie e tutte le sovranità indivisibili. L'ultima volta che ci incontrammo - a Rouen, pcr il B u r e a u del CCE, in novembre - eravamo accanto in pullmann, dopo una seduta, c mi disse nel suo italiano scherzoso: « Sono uno poco faticato ». Mi si strinse il cuore. Jean lavorava sulle forze. fumava e dicembre 196' fumava per vincere la stanchezza - c i fumo gli era letale -, e sapeva che le suc ore erano contate: m a aveva sempre l'atteg giamento sereno delle persone in pace co~r la propria coscienza e convinte di non per dere il tempo. Uo~mini di fede, cioè. Eppure il suo autocontrollo era conqui stato. No~n gli fanno bene certe sediitc del C'CE », mi disse una volta, con amarezzz e apprensione, la moglie, « Jean ha poi insi stenti crampi allo stomaco n. Questa è la costriizione europea. Un la voro senza prcini esteriori, fatto di crampi di coraggia e di tenacia. Un lavoro rivolu zionai-io portato avanti nella rinuncia a tuttc le attrazioni esteriori, il potere il dcnarc la vita scientilica c - in certo senso - 1; famiglia. Ma permettete a un impulsivo d affermare chc: mentre gli uomini di succes so, specie di successo politico, sono spessc dei vermi, Jcan Bareth è un esempio d vita cui si deve un rispetto totale. Alticompariranno nei libri, Bareth rimane - nel l'ora calda che viviamo - come bandicr: del CCE. Umberto Serafini u n recente editoriale d i Bareth L'infanterie politique européenne città gemelle: Bareth per Boulogiie-Billancourt e il Sindaco Santarelli per Marino laziale (1965) - convegno europeo in Ancona: Bareth accanto al Sindato Salmoni e alla Segretaria generale delllAEDE italiana, Sonnino (1966) - Bareth e Sauer a Magonza (Congresso della Sezione tedesca, 1966) L'idée curopéeizne resle vivante. Les izoi:zbrerix ouvrages q u i e n ti-aiteni soil accueillis invec einpresseinent. Personne d o s e la iizettre e n carlse. Les Conzinunauié Européennes eiz restent le pilier. Leurs m e m b r e s n e sauraient envisager de s'en reiirei Bcaucoup d e pays aspirent à y enlrer ozr i1 s'y associer. Le récent Coizgrès parlc mentaire d u Mouvenzent E u r o p é e n à La Haye a rasseinhlé u n n o m h r e iinpressioiznan d e représentanls qualifiés d e s gouverizements et de parlenzeiztaires. O n constate par contre u n e confusioiz d e plusl e n plus proizoizcée qtiuizd il s'agi d e concevoir Ies fornzes politiques d e cetle uizité et son étendtie giographique. 0, ize s e m b l e plus croire que, dans u n e direction o u l'autre, des progrès réels puissen ;ti-e acconzplis à brève éclzéance. L'idée européenne perd e n dynanziswze, e n conlen. concret e t par coizséqnent e n efficacité immédiate. L'aspect le plus grave d e cette récession, c'est I'absence d e I'Europe daizs le affaires nzondiales et dans ses crises inlerizes. O n adnzet désoswzais q u e chaqzi nation joue pour elle-nzeme avec ses seules cartes, e t ati besoin contrc Ics atllre: Il e n a é t é ainsi a u m o m e n t d u nouveuu c o u p d e Prague e t a u cours d e s évéizc iizeizts qtii I'ont suivi, ainsi qu'à I'occasion des crises nzoizétuires hriiannique ei frar caise. O n voit m i m e s'esquisser des affuontements entre nalioizs européennes, d nouvelles triplices o u ententes ,cordiales. Une dangeretlse tension franco-allenzund succède à u n e idylle q u i était déjà daizgereuse pour I'zinité européenne, cepeizdan q u e I'emprise d e l'U.R.S.S. s u r ses satellites ezlropéeizs ize s'est pus relichée. &'Et rope coiiznzunautaire est encore t r o p faible pour s'affiriner a u plaiz politiqtle e i n e i ~ z ea u niveatl des nécessaires solidarilés économiques. Le CCE lui-iizenze a dans cette situutioiz uize responsabilité tonte particuli2r( dans la m e s u r e o u il e s t I'organisation européeiznl la plus puissanttl et la plus activ et celle q u i touche le plus direclement I'infanterie » politique. Il doit donc se dégager des rotltines éventuelles, fuire preuve d'inzagiizutior renforcer et é t e n d ~ e s o n action. Dès à présent, les E T A T S G E N E R A U X D E LONDRES d o i v e n t appurailre conzriz u n acte essentiel d e la vie etiropéeizne, iie pus se présenter conline tine i?zanif( station interne d u CCE m a i s comnze t i l i ACTE EUROPEEN uvec 1111 poids poli1 q u e e t u n e influence s u r I'opinion. S i l'on adiizet q u e l a Comrnnnatité Européeizne est la voie nului'elle » d e 1'Enrc pe, c o m m e vient d e I'affiriner le Coizgrès purlenzentaire d u Mouverizent btiropée à :La Haye, l a première t i c h e d u C C E doit consister: à réagil- contre les atteinles portées coiiire l'espril ci la Iettre des truite (r6le d e la Coiniiii?;sion, v o / e tncljorituire, etc.); - à muintenir u n e pression elz faveur d ' u n vérituhle Parlenzenl Européelz; - à intércsser Ies collectivités Iocales u u x grunds problènzes acttiels cIe Cornrntinautés (harrnonisation monétuire, plan Mulzsholt, politiqtie régic nale, etc.); COMUNI D'EUROPA dicembre 1969 - - p ~ - 11 - ~ ~ -- ~ - ~ - a obteliir que les C o i ~ i n ~ u n a u l ése s défei7delzt et se fctsseiit défelzdre, et par co~zséquentutilisent les forces etiropéennes, telles que le CCE; - a renfovcer le dialogire direct du CCE et des collectivités locales avec les Coi?imzrnaiités; - ù associer à l'action coiiii?litnclti- taire les pays qui i,eulei?t entrer d a ~ z s la Coi~ir?iunauté oli s'y associer. Telles sont les coi?statatioi?s qti'a foites le B~rreclu Intevncttional d u CCE lors d e sa dernière session à Eindhotzn et les voies vers lesqtielles il a déciclé d'ei~gager son action, qii'il s'clgisse dcs prochains Etais Géizérai~xcles Con1nzi~nesdfEtcrope, de notre pai*ticipatio~z ctu Mouveinent Euvopéen ou t i t ~plan d'activitis concr2te.s qui a i t é établi pour 1969. Jean Bareth (a Coiniiirri?es d'E111o p e z, u~-i.il 1969) Bareth parla nell'emiciclo di Strasburgo al convegno sui gemellaggi del 1966 - Como, assemblea dei Delegati (1966) - incontro con Rey, Presidente della CEE (Bareth, Cravatte e, a sinistra di Rey, Schroeder) (1967) - Hassmannshausen, Comitato di Presidenza (1968) - coiivegno di Taranto sulle zone siderurgiche e minerarie dei Paesi della CEE (1968) COMUNI D'EUROPA dicembre 1969 Lettere al direttore Università di carripanile e iiliiversità europee Caro Direttore, vorrei conzinciarc ancli'io coizze Luigi Einaudi « Heri dicebainus ... » riferendomi a ur1 articolo che « Comuni d'Europa » pubblicò oltre sei anni f a sulle molte e buone ragioni che inilitavano a favore dell'istituzione di una Utziversità delle Dolonziti a Bolzano. Da allora molta acqua è scorsa sotto i poiiti del Talvera e la questione non ha fatto un passo avanti, anzi ne ha fatto uno indietro con la creazione a Trento di un « Istituto superiore di scienze sociali D, unicamente italiano, i n ~ ~ e n t a t dal o campanilis?no locale che oggi non sa più dove e coine sistemare migliaia di studerzti attratti dalla prospettiva di uno sludio facile e di nioda, nza senza izesszina possibilità di impiego locale ( e anche nazionale) per i laureati, che oggi infatti si agitano per ottenere l'equipollenza del titolo alle ... supplenze nelle scuole inedie, dove porteranno tutta l'incompeter7za di urla preparazione assolutuiilente noi? specifica e tutta l'inquietudine dello spostaiizento intellettuale. Ma la questione è statci rinfocolata dalla approi~cczione rapidissinza e serlzcc discussione (11 Parlaiizento Italiarro, iiiolto discussa e cc risicatissima maggioranzu al Parlaiir~iito A~tstriaco, del famoso « pacchetto » di ullarguniento dell'autonomia provinciale in un nuovo statuio di autononzia regioiiule che dovrebbe essere pronto con legge costittizionale fra qziattro anni circa, secondo un minuzioso caleiidario operativo ». La stainpa nazionale si è sbracciata a parlare di soluzione europea: tanto l'aggettivo « europeo » noi1 costa nulla e copre tutto. Conze europei, se veramente il llingo calerldario operati110 si concluderà col varo di atto a favorire la convivenza tino stritii~er~lo dei gruppi lirlguislici in terra d'Adige (dico bene: la convivenza » e non lo C sviluppo separato t r a d o ~ t odalli« apartlieid n di sudafricana escogitazior7e) non potremo che essere colitenti, coiize di tutto ciò che medica i bubboizi di questa vecchia Europa. Un po' iileno contenti come federalisti, perché il stiiizmeizzioizato pacchetto aiizitu/to distrugge praticaiizente l'eizte « regione » che cori.isponcle u L L ~ Z Uchiara unità geografica (idrogra-fica, cliinatica, floristica, faunistica, ecoizoitiicc~)corile qitclla dell'intero bacino dellfAdige, poi attribiiisce competenze primarie e secoiidarie alle due province di Trento e di Bolzano in misura abnorme rispetto a tirtto l'ordinaiirento regioizale anche speciale italiano ( e fin qui poco di iizale), ma senza alcctna giilstificazioize per la proilirlcia di Trento, clie non ha nessuna clelle iizotiva,-ioni (iiii.stilingtiisiiio, ecoi7oiiria del iilaso cliiitso, zlsi tuvolari, ecc.) che le gius~ificcìizo ycr lu pl.oi~incia di Rolzano, infine crea nelle dile giunte o governi provinciali u~7 tale accentramento di poteri che quello nazionale al confroirto è cosa risibile. Praticai~ieiitei govcrtii provinciali laranizo il Oello e il brullo leilipo - ianio pii1 che saranno iiiarnovibilrnente dominati rispettivafizente da utz grossissimo partito maggio- ritario, la DC a Treizto e la SVP a Bolzano: i comuni saranno alla mercè, perché nessuna delega è prevista per essi, nemmeno per quelli maggiori, metiiaino oltre i dieci~ t ~ i labitatiti. n Aggiungi clze il « pacchetto considerarldo - in diffornzità dal prevalente indirizzo del diritto internazionale e dal testo stesso dell'accordo De Gasperi-Gruber che parla (art. 2 ) di aiitorzomia delle popolazioni: « The popzilatiotzs o f the above ineniioned zones (of Bolzano province and of the neighbouring bilingual townships of the Trento pi,ovince) tvill be grailted the exevcise of autonomous legislative and executive regional power » - come titolari dell'autoizomia i gruppi etnici, introduce il principio dellu proporzionale razziale nei pubblici impieglzi nonché - in difformità dai trattati di Roma del 1957 che assicurano . la libertà di circolazione e stabilimento il principio della precedenza per i nativi della prol~incia di Bolzano nelle assunzioni di lavoro e infine il principio della segregazione scolastica coli tre ordinamenti separati per i tre gruppi linguistici (ladino, italiano, tedesco) e con amrninistraziorze separatissiina e personale direttamente dipendente per il gruppo tedesco. E l'utziversità conle c'entra? C'eiitra anzitutto perché un articolo stabilisce che - iiz difformità da tutto l'ordi~zamentoautonoii~o degli istituti superiori in Italia - l'eventuale istituzione di uila università dovrà essere preceduta dalla consultazione della Regione e della proilirlcia interessata. E se il parere sarà negativo? Mistero: comunque sia tutte le buone ragioni citate sei anni fa non solo sussistono, ma si sono rafforzate perché l'esplosione scolastica è contirluatu, le università storiche italiane si sono iilteriormente gonfiate, particolarnzente qiielle (Padova, Milano, Bologna) di più prossiiiza BANCO DISANTO SPIRITO Fondato nel 1605 Sede Sociale: Roma - Via Milano, 53 COMUNI D'EUROPA dicembre 1969 - titenza per i giovani atesini dei tre gruppi lingziistici. Nuove ragioni si sono aggil~izte, c-oii~cla ~iccessitàpcr il grzrppo lirlgriislico tc~clcsco rli preparare riiz iiirr11ero iiolevolissii170 di fzi~izionari clze, iiz base alla previrtu proporzionale razziale, entreranno nella pubblica amnzinistrazione e come la recente « scoperta » (nella scuola italiana non si f i n i ~ c e mai di scoprire qualche cosa di irtipensato) che la Repubblica Italiana è linguisticcznieizte parlaticlo una colonia francese: szi 12.577 insegnanti di ruolo e non di ruolo di lingue estere nella scuola media statale - in tutta Italia - 8.868 sono di francese e solo 427 di lingua tedesca, metu dei quali assorbiti appunto dall'Alto Adige per via del bilinguisnzo! Né le cose stanno meglio tiella scuola secondaria superiore, dove su 7.137 insegnanti di lingue estere a 3.067 di francese ne corrispondono 527 d i tedesco! Ciò quando l'Italia è contermine di tanta parte dell'area linguistica tedesca, ha la maggior concentrazione d i ditte commerciali tedesche, gode del maggior indice d i turis m o tedesco ed è la maggiore esportatrice di mano d'opera sul mercato tedesco. Dunque è urgente una perequazione nell'insegnamento delle lingue viventi a vantaggio del tedesco: dove studiarlo meglio che i n Alto Adige, dove insegne, giornali, spettacoli cineteleteatruli, la conversaziotie stessa sono frequentemente i n tedesco? C'è così una ragione di più per correggere la sperequazione geografica nella distribuzione territoriale delle università, per cui quattro regioni italiane risultano sprovviste di università, come aveva del resto suggerito la Conimissione Nazionale di indagine sz~llascuola italiana » fin dal luglio 1963 consegtiando la sua relazione al Ministro della P.I. nei cui cassetti desolatamente giace. Una di queste regioni è il Trentino-Alto Adige, che va confrontato per esempio con I'Umbria che con superficie assai minore ( 2 / 3 ) , popolazione quasi identica raggruppata in soli 91 cotizuni (invece che i n 336) ha una sede universitavia con otto facoltà. Allora l'« Università delle Dolomiti »? Sì, m a a patto che sia una università d i tipo nuovo, non u n doppione delle cattive università italiane: anzitutto che sia istituzionalmente bilingue, vale a dire n o n con corsi paralleli nelle due lingue, il che equivarrebbe a perpetuare in sede di istruzione superiore la segregazione scolastica iiialauguratamente codificata a livello - come si dice oggi - elementare e secondario, m a con corsi istituzionali nell'una o nell'altra lingua, che debbono essere di pari dominio per i licenziati e gli abilitati della provincia, se il bilinguismo non è stato per tutta la scuola elemetitare, media e secondaria una bz~rletta ( a proposito, u n articolo del pacchetto assai poco europeo prevede il ritardo dell'apprendiinento della seconda lingua dalla seconda classe elementare - come è attualmente - alla terza classe: perché?). Università nuova perché a coprire le cattedre dell'una o dell'altra lingua dovrebbero essere chiamati docenti di chiara fama dell'area linguistica italiana e dell'area linguistica tedesca superando la vieta disposizione nazionale, che Leggete: t1 /okrA&A@O d ' Italia . p - p - chiede come reqiiisito di cattedra la cittadinanza italiana. Università nuova perclié n!-ticolalu sulle fncoltù (li iiiiriiediniu prntica rispolzrlcrizc~ coi^ l o svilri)~poecorzorliico e cziltiirale clella proviricici ~liistilii~gue: per esempio una facoltà di scienze della pz~bblica amministrazione, per esempio una facoltà d i lingue moderne con specializzazione i n gerinanistica, per esenzpio una facoltà di scienze ugricole e forestali, vista la proforida trasforiziazione che particolaritiente la frutticoltura della regione dovrà sz~bire per reggere la competizione col progredito inercato europeo. Sono semplici accenni, che mostrano quanto sia stata bislacca la scelta sociologica » provinciale a Trento: i n ogni caso 1'Università delle Doloiniti, se vuol essere viva e vitale, dissipare ogni sospetto di nazionalismo snazionalizzatore ( n o n è u n gioco di parole), inserirsi nello sviluppo del grande asse Monaco-Venezia che si delinea felicemente con la prospettiva della città lineare tra Bolzano e Trento, essere insomma zin centro di cultura italo-gernzanica dove i1 stld si incontra col nord ( c o m e aveva sentito Goethe scendetido dal Brennero) e roinpere la cultura provinciale e spesso folklovistica della zona - ne verrà aiuto anche alla morente ladinità delle vallate assurdamente divise fra tre province diverse (Bolzano, Trento, Belluno) con diverso regime linguistico - deve nascere bene, con larghezza di idee spese i n adeguate attrezzature di ospitalità, di istituti, di sedi, insomma con tutta l'adeguatezza tecnica che meritano le molte buone ragioni esposte nell'articolo, che « Comuni d'Europa » ha felicemente ospitato nel lontano 1963. Di quella e di questa pubblicazione, caro Direttore, cordialinente t i ringrazio. Giuseppe Tramarollo L'cra astroiiautica allc fioii ticre (iiazioii;ili) con seria preoccupazione h o letto d a alcuni giorni, d z ~ carticoli sull'« Offenbach-Post n e dai titoli « Caitiionisti sul « Main-Echo adirati linnno bloccato il passo clel Breilnero >> e « Il Breiinero è lri pcggiorc lrolitiercl in Etiropu N. Caitiioiiisti di rliversi Puesi si sono visti costretti a prendere dei provveditiienti per richiamare l'rcttetzzione - con questa manife)), Muntzke con il sindaco di Corno, Gelpi, e Dozio stazione di protesta - siille catastrofiche condizioni di disbrigo delle pratiche alla frontiera italo-austriaca. Periodi di tcrnpo dalle 20 alle 30 ore erano iiegli ultimi tempi all'ordine del giorno, tanto che I'ADAC hn CON LO SPORT PER LO SPORT dicembre 1969 COMUNI D'EUROPA - p - Al posto di frontiera sull'autostracla a Kicqualificato 10 situazioiie alla froirtiera ital'criisfeldeii la polizia austriaca noii ha piu am1ir117rl c0117e « iliediev(i1e ed insosteriihile D. messo i l passaggio di autocarri pci. iion iiiasprirc Posso bei7 capire ltr i*etrzione dei ccilnioni- In sitliazionc sul Brennci-o. 1-c auto\,ctturc sono sti, d a l o CIZC io I ~ C I ~ . S O I ~ «il1 ~ Io~r.(i.sioi?(~ I I C ~ ~ ~ < ' statr , dirottate per il passo di Rcsia e pci- i l Ol fcnh;icli-Po%ir . d i zlii viciggio i11 Ilalirr, h o tloi>rilo i~c.si.\lc7rc traloro Felhern-'Tairvi-11 (<lall'<< per purcccltic ore sotto il .so18ecoceiltc. Ai.r~,- otiobi-c 1969). ste t l o v u ~ ovedcic coirie i i~iaggiatori ticgli ciltri Ptresi, soprcittutto d i quelli sctindi17rcizi, I1 Brennero è ii~zpreccrvanoe si lainentavai~od i questrc siLa peggiore frontiera in Europa D tuuzio17e così statica. C'è poi d a ineravigliarsi, se r ~ i o l f ag e n f e trae da ciò le tlovute conMonaco, Roma, ottobre. - «L'ingresso in Al. seguenze e preferisce andare i n altri Paesi? bania non può essere peggiore n; x Le vcssazion non sono più sopportabili r; « Le formalità allr Capisco che Lei noti è in condizioni di frontiera del Brcnnci-o, la peggiore in Europa in7pedire ttrtto questo, inci m i chiedo se, portano via più tempo che alla frontiera coo invece d i preparare risolic:,ioi7i d i alta poli- la R.D.T. D. I caniionisti che devono passarr tica, n o n sia il caso d i volgere i rlostri sforzi regolarmente la dogana italiana al Brennerc scoppiano ,, quando sentono la parola Bren s u questo p r o b l e n ~ u , al fine d i aiutare i nero. « Nell'epoca dei viaggi lunari » il clisbrigo izostri cittadini a risolverlo iinmediatamente. doganale avviene come ai tempi delle diligenze. L'ira dei camionisti si è di recente tradotta S o n o convinto che coli ciò a v r e m m o porin un'azionc concreta di protesta. Gli autotreni tato u termine u n grande c o m p i t o fra t u t t i messi eli traverso hanno bloccato per ore il quelli per la costruzione d i una Europa Brcnnero. Gli italiani si sono spaventati e Ilanno ]>ronlesso di niodernizzare il regolamento per il Unita. disbrigo doganale alla fronticra, che risale al Cordiali saluti. secolo scorso. Le code di autotreni dovrebbero Hans Muntzke terminare, ma si controbatte che u gli italiani Camionisti adirati hanno bloccato il Passo del Brennero Innsbruck (dpa). - Per protesta contro i l disbrigo delle formalità di confine \ressatorio caiiiionisti di molti paesi hanno praticamente paralizzato mercoledì il traffico sul passo del Brennero per ben cinque ore. Nel corso della protesta i canlionisti hanno posto dal lato italiano i loro autotreni in modo tale chc anche le autovetturc potevano procedere solo con estrema lentezza. Verso le ore 17 la polizia italiana i, stata in grado di liberare nuovamente la strada. Secondo informazioni rivelate dal posto di dogana austriaco, il tenipo di attesa per i camionisti durava nczli ultimi tcnipi tra le venti e le trenta ore. La causa di ciò risiede nel lento disbrigo delle fornlalità da parte dclla dogana italiana, il quale è stato qualificato dall'ADAC (automobile club tedesco) come « arcaico c intollerabile ),. Durante il « blocco >, si sono formate a entrambi i lati dclla frontiera lunghe code di autoveicoli. « ci hanno già promesso il paradiso ma non hanno fatto niente D, come ha criticato un portavoce dell'ADAC il quale analogamente alla Associazione regionale dei trasportatori bavaresi ha qualificato la situazione esistente al più importante posto di irontiera tra i l Nord e il Sud corile catastrofica » e C medievale D. Alla dogana italiana un camionista deve aspettarsi che il suo veicolo «venga coiitrollato come l'asino di un contrabbandiere ». Secondo I'ADAC, prima gli italiani avevano un pretesto perché dicelano di essere sulle tracce di attentatori diretti dall'Austria al Sud-Tirolo. Oggi essi K scioperaiio perché non sono soddisfatti della loro situazione ». I1 disbrigo delle formalità alle frontiere italiane tlura i l quadruplo del tempo necessario alle altre Frontiere, senza contare il tempo di attesa che può raggiungere fino a 20-30 ore. Mancano posti di parcheggio. Un portavoce dell'Associazione regionale dei trasportatori bavaresi ha detto: « Le vessazioni costano un mucchio di soldi all'economia e, soprattutto, alle imprese di trasporto ». I caniionisti clella Baviera stanno ora riempiendo un questionario sulla loro esperienza al Brennero. « Poi vetlrenio che cosa si potrà fare, ma così non può andare avanti ». BANCO DI NAPOLI Istituto di credito di diritto pubblico. Fcndato nel 1539 Fondi patrimoniali e riserve: L. 57.641.679.043 Fondi di riserva speciale a copertura rischi: L. 34.845.754.018 Direzione Generale - Napoli In Italia la burocrazia t. spinta fino alla perfezione. Se un camionista vuole dichiarare la sua iilcrcc nel paese di origine, per passare I-apitlanientc la l'rontici-a, (Icvc essere accoinpagnato rino alla froniiri-a da uii cc Tiiiaiizicrc~~ pci. motivi di controllo. a Noii c'è cla nicra\~iglial-si se nessuna i m p r ~ adi trasporto accetta ciò - 1121 sottolineato i l portavoce dcll'ADAC. Nel caso delle esportazioni dall'Italia si registra un record nclla guerra della carta. Le noi-nic doganali per i l disbrigo alla frontiera sono in\rccchiate senza speranza. I1 giornale in lingua tcdesca di Bolzano, « Dic Dolomiten D, 11a scritto sarcasticamente con riferimento alla recente azione di protesta: « Nelle ore notturne, quando gli addetti alle dogane italiane percepiscono un supplemento per il lavoro notturno, si lavora molto intensamente, mentre tli giorno nelle ore normali di ufficio non si nota tanto zelo. Ne cleriva che gli autocarri debbono attendere fino a trenta ore prima che arrivi il loro turno, a meno che non sia stato concluso con la dogana un accordo generale, assicuraiidosi un trattamento di favore. I camionisti non possono di solito né andare a mangiare nc andare a dormire, poiché sono costretti a intervalli di pochi minuti di procedere per qualche metro, in modo da non paralizzare le colonne di veicoli. Esistono anche altri dettagli che non depongono certo a favore del servizio al passo del Brenncro D. Al Ministero clelle finanze a Roma si è dichiarato che gi5 alla fine di febbraio il Parlamento ha approvato una legge-quadro, la quale prevede le direttrici della riforina e autorizza il governo all'emanazione di singole leggi. Il fatto che il governo no11 abbia dato seguito al mandato del Parlamento dipenderebbe dalle crisi di governo che si sono succcdute in Italia clal gennaio del 1968 e dal frequente caiiibic del ministro per le finanze. La riforma principale contenuta nel regolaniento rammodernato consiste nclla rinuncia al controllo obbligatorio delle merci alla fronticra. 111 futuro dovrebbero essere sufficienti delle prove a campione. Le dichiarazioni doganali do\rrcbbero essere semplificatc. Si prevedono i'acilitazioni all'ingrcsso e all'uscita. Si dovrebbe anche rinunciare al pagamento di una cauzione per i pullman che entrano in Italia. Fintantocché il nuovo regolamento non entra in vigore, ci si premurcrà - 1in assicurato un portavoce del Ministero dcllc finanze italiano di conseguire delle facilitazioni al Brcnncro interpretando « in maniera più flessibile a le vccchic disposizioni (dal cc Main-Echo », ottobre, 1969). COMUNI D'EUROPA Organo deii'k1.C.C.E. ,'inno XVII - n. 12 - dicembre 1969 Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI Redattore capo: EDMONDO PAOLINI E AMMIDIREZIONE, REDAZIONE Tutte le operazioni ed i servizi di banca CREDITO AGRARIO - CREDITO FONDIARI0 CREDITO INDUSTP,IALE E ALL'ARTIGIANATO MONTE D I CREDITO SU PEGNO Filiali all'estero: - Chisimaio Piazza di Trevi, 86 - Roma - tel. 1 Indir. telegrafico: Comuneuropa 684,556 687.320 - Roma Abbonamento annuo L. 1.500 Abbonamento annuo estero L. 2.000 - Abbonamento annuo per Enti L. 5.000 - Una copia L. 200 (arretrata L. 300) - Abbonamento sostenitore L. 100.000 Abbonamento benemerito L. 300.000. - 491 FILIALI I N ITALIA Asmara - Buenos Aires New York - Tripoli NISTRAZIONE - Mogadiscio Corrispondenti: in tutto il mondo d'Europa, periodico mensile Piazza di Trevi, 86 - Rorna » (specificando la causale del i~ersarnento), oppure a mezzo assegno circolare no11 trasferibile - intestato a «Comuni « Comuni Ufici di rappresentanza all'estero: Bruxelles - Buenos Aires - Francoforte s/M New York - Parigi - Zurigo l versamenti debbono essere effettuati sul C / C postale n. 1133749 intestato a: - Londra d'Europa n. Aut. del Trib. di Roma n. 4696 de11'11-6-1955 TIPOGRAFICA CASTALDI - R O M A .l970 Arredare un ufficio non è semplicemente scegliere unascrivania, un armadio, degli schedari, qualche sedia. E' soprattutto armonizzare strutture e spazio, funzionalità e stile, decoro e praticità. E' saper creare una condizione conforte- Ii vole e moderna, adatta a soddisfare le esigenze delle persone che lavorano. Non un anonimo luogo di lavoro, ma un ambiente: questo suggerisce Olivetti con i suoi arredamenti metallici per ufficio. . , 1 i i 21 5 I I r j E 1 g 1 i serie "QUADRUM" m0d.Q 1520 serie "ARCO" mod.TS 720 +TCM I Q serie "SPAZIO" mod.St 1901 serieUE" m0d.E 1501 + Epc