Quartieri, colpo al clan del
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Quartieri, colpo al clan del "pizzo" - Local | L'espresso 1 di 1 http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local//1554708&print=true Consulta il giornale online BLITZ CON 15 FERMI. LA COSCA DEI DI BIASI FACEVA ESTORSIONI A TAPPETO. INSULTI E MINACCE A UN BAMBINO FIGLIO DI UN PENTITO Quartieri, colpo al clan del "pizzo" Irene De Arcangelis I magistrati: "Stavamo ballando sull´orlo di un vulcano" LA vetrina della emittente privata bucata da due proiettili: la richiesta della tangente per antonomasia. La televisione - Teleoggi - non denuncia l´estorsione, ma intanto parte, due anni fa, una mega indagine che è anche la fotografia dei Quartieri Spagnoli al 2007. Cuore di Napoli in mano al clan Di Biasi, i "Faiano". Disposti a tutto: grosso racket e pizzo straccione a chi non può pagare. Minacce allo sfortunato residente e intimidazioni alle famiglie dei collaboratori, anche se si tratta di una cosca rivale. Capaci di spaventare anche un bambino, figlio del pentito Eduardo Terracciano: a 7 anni stava giocando a pallone. Un uomo di camorra glielo leva e dice: «Infame bastardo». Clan gestito da due boss agli arresti domiciliari. «Come essere in libertà», è la dura critica dei magistrati al provvedimento che in pratica consente ampio movimento ai boss. Cui anche i ladri dovevano chiedere il permesso per rubare. Un maxi decreto di fermo della Dda (pm Raffaele Marino e Sergio Amato) ieri ha condotto in carcere quindici persone - alla fine delle indagini della Squadra mobile diretta dal vice questore Vittorio Pisani - tra cui i tre fratelli Di Biasi (Luigi, Mario e Renato). Fermi necessari e urgenti, perché stava per esplodere una nuova faida e i segnali c´erano già stati. «Stavamo ballando sull´orlo di un vulcano - ha commentato Raffaele Marino - Era necessario un intervento immediato. Una faida che stava per scoppiare è stata disinnescata grazie ai fermi». Ne emerge la storia di una famiglia di camorra lungo gli ultimi vent´anni. Estorsioni a tappeto, le vittime più diverse. Flor do cafè di Sant´Anna di Palazzo e Napolimania. Nessuna richiesta invece a un negozio di biancheria intima: il titolare era temuto dalla camorra in quanto amico del questore. C´è poi il caso della signora che compra mobili dai Di Biasi e chiede tempo per pagarli: costretta a lasciare casa sua al clan. E l´intimidazione a un albergo dei Quartieri che non ha camere libere. Dice l´estorsore: «Io comando ai Quartieri, e dovete trovarmi una stanza libera altrimenti non vi facciamo più lavorare». Fino ad arrivare all´episodio delle tangenti in campagna elettorale, l´anno scorso, per l´affissione dei manifesti dei candidati ai Quartieri Spagnoli. Stessi nomi degli arrestati. E poi i tradimenti interni al clan. In tal senso sono stati ricostruiti due omicidi. Quello di Umberto Melotti, ottobre 2005, ammazzato dai Di Biasi perché, mentre i fratelli erano in carcere, faceva le estorsioni autonomamente tenendo per sé i guadagni. E quello di Raffaele Esposito, morto nel dicembre scorso. Ucciso «per diffidenza - spiega il pm Sergio Amato - sul controllo delle piazze dello spaccio». L´uomo accusato del delitto, Vincenzo Gallozzi, ieri dopo l´arresto esce dalla questura trionfante, pollice alto a indicare la vittoria. «Alla luce di questi fatti - commenta il pm Marino - era necessario intervenire con i fermi per mettere in sicurezza l´incolumità pubblica». «I fermi - interviene l´aggiunto Roberti - ci consentono di intervenire per stroncare le attività criminose. Dunque non ci fermeremo». STAMPA QUESTO ARTICOLO CHIUDI FINESTRA (30 marzo 2007) Consulta il giornale online 01/06/2007 10.22