Mal di testa, un tormento che si cura

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Mal di testa, un tormento che si cura
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IL CONCORSO
COSTUME & SOCIETA’
domenica 5 settembre 2010
IL CRITICO PIÙ INFLUENTE AL MONDO HA ASSEGNATO PUNTEGGI DA RECORD AI GRANDI VINI IRPINI
Robert Parker incorona Mastroberardino
di Mara Locatelli
l verdetto delle degustazioni è
stato pubblicato ieri da Robert
Parker, il critico del vino più influente al mondo in assoluto. Per
intenderci, quando esce un punteggio alto dato da lui, le enoteche, i grossisti, gli appassionati
di vino vanno a comprare la bottiglia di quel produttore.
L’esame di Mastroberardino si è
svolto al secondo piano del numero 110 di Central Park South,
ed è entrato negli annali come ‘la
degustazione per eccellenza’. Sono stati messi a confronto, in sequenza, i Taurasi prodotti a ritroso, dal 2006 fino al 1928, ripercorrendo praticamente la storia della Campania e dell’Italia del vino.
Guidavano la degustazione Antonio Galloni, collaboratore per
l’Italia di Robert Parker, e Piero
Mastroberardino, ritornato nella
Grande Mela dopo che il bisnonno Angiolo vi era stato per la prima volta a fine Ottocento. Da allora l’azienda di Atripalda ha firmato tutta una serie di successi,
è entrata nella ristorazione che
conta in America e nel mondo, e
ha riscritto la storia del vino italiano.
Mai era stata realizzata a New
York una degustazione così estesa, in unica soluzione. È stato così possibile apprezzare, attraverso il carattere e la personalità di
tanti vini, la straordinaria longevità dell’Aglianico, il fil rouge tracciato dall’eccellente terroir irpino,
I
l’evoluzione delle conoscenze e
delle scelte tecniche in viticoltura e nella vinificazione.
Tutte le annate più recenti hanno
raccolto punteggi altissimi: 95+
punti (su una scala che arriva a
100) per la Riserva del 2004, oppure i 94 per quella del 2003, i 93
al Radici Taurasi del 2005, o ancora i 92 punti della già tanto celebrata Riserva del 1999.
Poi ecco gli anni ottanta, quelli
che hanno visto l’azienda ripresentare l’Irpinia al mondo dopo le
tragedie del terremoto: 95 punti
all’annata 1988 (“… tasted from
magnum, is simply fantastic.”); 94
punti all’annata 1987, e 97 punti al
1982, definito “uno dei più grandi vini mai prodotti in Italia negli
ultimi cinquant’anni”.
E punteggi da record anche per
annate più antiche: il leggendario 1968, 97 punti, definito da Parker “magnifico, incredibilmente
giovane e vigoroso”. Giudizio decisamente impegnativo per i 97
punti tributati anche all’annata
1958, “uno dei migliori vini mai
prodotti in Italia”.
Hanno chiuso la batteria delle
trenta annate passate ai raggi X i
due Taurasi del 1934, 92 punti, e
del 1928, ben 95 punti “un successo che riporta in auge i vini irpini nel gotha dei migliori vini del
mondo”.
“C’è, come irpini, campani, italiani, da essere orgogliosi”, dice
Dario Pennino, amministratore
delegato dell’azienda e braccio
destro di Piero Mastroberardino.
DA MARTEDÌ ALLA FELTRINELLI
A OTTAVIANO
PALAZZO MEDICEO
Tre giorni con Vesuvinum
D
Piero Mastroberardino con le sue bottiglie da campionato
L'influenza maggiore Robert Parker la esercita negli Stati Uniti,
Centroamerica, Australia, mondo
anglosassone in genere, e poi in
Germania, Italia, Francia, etc. È il
critico che ha lanciato aziende
sconosciute solo con le sue recensioni. «Parker è il guru, - spiega Pennino - ma si avvale di preziosi ed espertissimi collaboratori, perché in ogni paese esistono
migliaia di vini e di cantine che
vanno attentamente monitorate,
se si vuole fare appunto un bel lavoro di critica. Ma l'attendibilità
di Parker è data dal fatto che, oltre alla maniacale attenzione per
tutti i vini del mondo, non vive di
pubblicità, non ha una rivista, ma
solo un bollettino bimestrale (sia
elettronico che cartaceo) col qua-
IL LIBRO
le emana i giudizi». Giudizi che
finiscono con l’avere un enorme
impatto sulle vendite perché Robert Parker è il più prestigioso conoscitore di vini al mondo. Tutte
le grandi marche dei migliori produttori internazionali senza un
suo giudizio positivo, espresso
matematicamente in centesimi,
probabilmente sarebbero qualcosa di diverso.
Con il suo bollettino “The Wine
Advocate”, rappresenta oggi la figura di critico e di wine writer più
temuta e mediaticamente celebrata. Piaccia o non piaccia, un
95/100 attribuito ad un vino cambia radicalmente la vita del suo
produttore, determinando, dal
nulla, la richiesta dei suoi prodotti sul mercato d’Oltreoceano.
opo il successo riscontrato
negli scorsi anni , fervono i
preparativi per la terza edizione
della manifestazione Vesuvinum
- I giorni del Lacryma Christi, la
rassegna enologica ideata e
promossa dall’associazione
“Strada del vino Vesuvio e dei
prodotti tipici vesuviani”, con la
collaborazione di Luciano
Pignataro. La fortunata
kermesse, che vanta il patrocinio
dell’assessorato all’agricoltura e
della provincia di Napoli, avrà
luogo, anche quest’anno, ad
Ottaviano, nei giorni 10, 11 e 12
settembre, e prevede, come di
consueto, un ricco cartellone di
degustazioni d’autore (non solo
vini, ma anche distillati tipici
vesuviani, confetture e prodotti
tipici del territorio vesuviano),
convegni, ed interessanti visite
guidate che consentiranno al
fruitore di apprezzare il fascino
dell’antico Palazzo Mediceo,
quanto delle imponenti e
suggestive Chiese di Ottaviano.
Nella giornata introduttiva di
venerdì , giorno in cui è previsto
l’insediamento della Giuria del
premio “Amo Pesce” per il panel
di degustazione del Lacryma
Christi, sarà inoltre presentata,
al fine di creare una nuova
vantaggiosa realtà al servizio del
territorio, La nuova condotta
Sloow Food Vesuvio. Il fitto
calendario di eventi che si
susseguiranno nei giorni 10, 11 e
12 settembre, prevede nel primo
giorno della rassegna,
degustazione di una ricca
selezione di Rossi dell’Etna
accuratamete prescelti dalla
giornalista palermitana Alma
Torretta in sinergia con Alberto
Capasso del gruppo Slow Wine,
Marina Alaimo e Luciano
Pignataro. La giornata di sabato
sarà invece dedicata, sempre a
partire dalle ore 18, ai pregiati
bouquet bianchi della Tuscia,
selezionati con perizia dal
giornalista Carlo Zucchetti
dell’enoteca provinciale della
Tuscia. Sia i rossi di Sicilia che i
bianchi della Tuscia,saranno
oggetto di un’interessante
comparazione organolettica
quanto gustativa, col
protagonista della rassegna
ovvero il Lacryma Christi nelle
versioni bianco, rosso, rosato e
riserva. La kermesse si
concluderà, infine, alle 11, con
l’assegnazione del “Premio
Amodio Pesce”, riconoscimento
istituito in memoria del celebre
enologo scomparso, che fu papà
del Lacryma Christi.
Valentina Capuano
BENITO PEREZ GALDOS PUBBLICATO DA CENTOAUTORI
Mille colori per Napoli
vista da Fabrizio Scala
Raccontare il mondo dal vetro del tram
U
N
na Napoli colorata, serena, positiva, allegra. Disegni piatti con
una prospettiva non accademica, dove le case non stanno al loro
posto, i monumenti si intravedono, le misure e le distanze non sono
mai come dovrebbero essere. È così che Fabrizio Scala (nella foto
una sua opera) vede la sua città e la fissa sulle tele in mostra a
Napoli nella Sala Incontri de La
Feltrinelli di via Santa Caterina a
Chiaia, dal 7 al 30 settembre 2010.
Un'esplosione di vitalità
cromatica che l'artista covava da
tempo, il desiderio di mostrare il
capoluogo partenopeo in maniera
diversa, con l'estrosità di un
bambino impazzito di luce.
Sagome semplici, stanze come
scatole cinesi, una composizione
dietro l'altra, dimensioni grandi e
poi grandissime, e piccole come
un francobollo, folla di
agglomerati urbani, di figurine a
tratto, di impressioni a contorni
incisi, dove a guardare bene ci sta tutto, ma in miniatura. Le 26 opere
esposte – stampe su forex eseguite con l'utilizzo di pennarelli a
smalto e non solo - prendono il nome dai luoghi simbolo partenopei.
San Martino, Spaccanapoli, Castel dell'Ovo diventano vivaci,
caleidoscopiche e acquistano una dimensione pop a ricordare Andy
Warhol in una visione dell'arte meno concettuale e più fumettistica.
IL CONVEGNO
di Federica Flocco
pea, conosciuti nel loro paese di origine ed aventi un gran riscontro di
critica e di pubblico, inaugurando
contemporaneamente, una nuova
serie, chiamata “veloci appuntamenti con la lettura” che rientra in
una collana in formato tascabile, comoda e degna di attenzione. Il primo romanzo pubblicato nella collana è “ Il romanzo nel tram” di Benito Perez Galdòs, (pag. 46 & 3.00),
che tutti dobbiamo compiere, dall’inizio e alla fine dei nostri giorni,
ella ciclicità della vita tutto ha
con maggiore o minore coscienza,
un inizio ed una fine. Perché il
come se seguissimo un percorso del
tempo corrode, allontana, sbiadisce,
tutto simile a quello di un tram. Il nodimentica, guasta, deteriora, amstro viaggio incomincia con la namuffisce. Si nasce e si muore, in un
scita, per terminare al capolinea,
eterno divenire, senza che questa
non prima di essere attraversato da
transitorietà, tocchi, tuttavia,
fatti e persone che salgono e che
un’opera d’arte. I capolavori della
scendono entrando ed uscendo dalletteratura, come anche una scultula nostra vita. Ognuno di loro lara, un monumento, un
sciando un pensiero,
quadro, sono e rimar- Sono stati scelti autori della letteratura euroattraversandoci come
ranno eterni. Non sa- pea per inaugurare una nuova serie di tascafumo, immediatamenranno toccati dalla ca- bili, chiamata “veloci appuntamenti con la
te dimentichi del loro
ducità delle cose uma- lettura”, che presenta titoli intriganti
esistere, oppure dine, per sempre possiventando punti fermi e
bile oggetto di lettura,
di riferimento. Lo scritvisione e desiderio, accessibili a
una delle figure di spicco della lettore immagina che così sia la vita,
chiunque li voglia fare propri. Pietro
teratura realista dell’ottocento spaun lento incedere su binari costituiValente e la sua casa editrice Cengnolo, considerato dopo Cervantes
ti, a metà tra il torpore causato dal
toAutori, hanno, deciso di lottare
il più importante scrittore iberico.
viaggio e la curiosità prodotta dai
contro il tempo, raccogliendo la sfiTradotto da Tiziana Affinito, fine copasseggeri, di cui, per alcuni, ci piada dell’immortalità e rendendo fruinoscitrice della lingua spagnola e
cerebbe sapere di più, guardandoli
bili a tutti opere letterarie, che fino
delle opere dello scrittore, il libriccicon interesse, sospetto o sussiego,
ad oggi non sono mai state tradotte
no veloce da leggere e comodo da
altre volte ignorandoli con insoffein italiano e che potevano essere lettrasportare è tutto, tranne che inrenza. Un viaggiatore è il protagote solo in lingua madre. Sono stati
consistente. Metafora della vita
nista del romanzo, i suoi occhi che
umana, è esplicativo del cammino
scelti autori della letteratura euroscrutano l’interno della vettura so-
no gli occhi dell’autore che guardano al mondo, alla politica, che gli andava nettamente stretta, alla letteratura, di cui denuncia lo stato con
frasi rapide ed urticanti. Un racconto nel racconto, insomma, di una
realtà frammista alla fantasia, rapido
e veloce eppur zeppo di morale e virtuosismi, da leggere con superficialità e rileggere con successiva, profonda, attenzione.
ESPERTI NAZIONALI IN CAMPANIA PER LA SETTIMANA DELLA CEFALEA
Mal di testa, un tormento che si cura
di Filomena Carrella
A
settembre in Campania sarà
quindi di scena la Cefalea,
con La Settimana della Cefalea,
promossa da Alleanza Cefalalgici
Cirna, Foundation Onlus, che propone convegni, dibattiti e mostre,
per diffondere, e promuovere incontri, studi ed interessi. Una malattia che attualmente, accompagna, nella vita di tutti i giorni, milioni di italiani, grandi e piccoli.
Secondo un recente sondaggio, in
Italia a soffrire di cefalea sarebbero ben dodici cittadini su cento,
racchiudendo in questa cifra le varie forme di mal di testa. Sono dati che ci spaventano, un problema
che spesso mantiene sulla corda
chi ne soffre, mescolando salute e
successo nel campo professiona-
le, influenzando la vita a chi non
riesce ad uscirne. Il dottor Biagio
Ciccone (nella foto), neurofisiopatologo (Consulente Scientifico di
Al.Ce. Campania e Responsabile
dell’ Ambulatorio Athena per lo
studio, la diagnosi e cura delle cefalee), risponde ad alcune domande, cercando di privilegiare la nostra curiosità, raccontando la cefalea a metà tra medicina e luogo
comune, ad esempio, come aver
il mal di testa a causa degli “occhi
addosso”. Una credenza napoletana, che forse racchiude un concetto ben più profondo di quello
che si possa immaginare.
Dottor Ciccone, quanti tipi di
cefalea esistono?
«Di forme primarie e secondarie
circa 13 gruppi con diverse specie
ogni gruppo».
Cosa vuol dire, nel linguaggio
parlato ‘ aver un cerchio alla
testa’?
«Soffrire di un dolore diffuso al capo spesso costrittivo come se la
testa fosse stretta in una morsa o
piuttosto sentire la testa vuota».
Perché secondo un’antica credenza ‘gli occhi addosso’ potevano provocare il mal di testa?
«Rappresenta il senso del sentirsi
osservati, posti sotto stretta osservazione, in esame, e per un
soggetto predisposto ciò genera
ansia, agitazione o stress non controllabili, che speso si trasformano
in una tensione psicofisica diffusa soprattutto muscolare e quindi
in cefalea».
Il bambino e la cefalea: cosa
bisogna fare?
«Rivolgersi al proprio pediatra che
saprà valutare se è sufficiente una
semplice terapia sintomatica risolutiva o una visita specialistica per
approfondire la causa del problema».
Una terapia di profilassi per
le cefalee primarie?
«È fondamentale se si soffre di più
di 4 giorni al mese di mal di testa
rivolgersi al proprio medico di base che valuterà la necessità di una
terapia di profilassi o l’invio ad un
centro specialistico, oggi oltre
l’80% dei pazienti trovano ottimo
giovamento dall’assunzione quotidiana di farmaci preventivi».
Come gestire il paziente nel
caso della cefalea cronica?
«Le forme croniche sono spesso il
risultato di una cattiva gestione
del mal di testa o di un abuso di
analgesici, è fondamentale un approccio integrato
che ponga il paziente al centro di
un’equipe interdisciplinare fatta da
neurologo, psicologo e altri specialisti, con un supporto informativo/educativo costante al paziente».
Da quanti anni l’Alce si occupa di cefalee?
«Alleanza Cefalalgici nasce come
articolazione di Cirna Foundation
nel 1999 con lo scopo preciso di
essere un’associazione di pazienti per i pazienti grazie alla geniale
intuizione del presidente di Cirna
il professor Giuseppe Nappi».
Cosa può nascondere un mal
di testa?
«Nasconde una persona con il suo
vissuto, la sua storia, la sua vita, i
suoi problemi. Una persona che
nel raccontarsi aiuta lo specialista
a fare diagnosi e a trovare insieme
la cura».
Per prevenire la cefalea, che
tipo di vita bisognerebbe seguire?
«Non c’è una ricetta precisa anche
perché dipende sempre di quale
forma di cefalea parliamo, certamente una vita serena aiuta
chiunque».