1. - Pense e Maravee

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1. - Pense e Maravee
http://www.pensemaravee.it
[email protected]
luglio 2007
62
Periodico
bimestrale
di cultura,
informazione
e dibattito
Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno
collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Sandro Venturini e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso:
Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Consegnato in Tipografia
il 16/07/2007_ _Tiratura: 5.000 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine_
PENSE EMARAVE E
Anno 16 - n. 3
sommario
Energia
Il parcheggione
Storiis: da casa mia
al Duomo
Giovani artisti:
Elia Venturini, sempre e solo writing
Sfuei
Lunari 2007, l’autore: l’attività dell’Ass. stoLe poesie giovanili di rico-archeologico-culMauro Vale
turale V. Ostermann
1994
2007
Deserti moderni
TERRITORIO
2
Il parcheggione
Cattedrali nel deserto, deserto di idee
scendo dalla stazione
di Gemona svoltando
a sinistra, superata la stazione delle corriere, troviamo un parcheggio con una
quarantina di posti auto;
davanti alla Chiesa di Piovega ce n'è un altro con 95
posti (foto in prima pagina) e dietro la Chiesa un
altro ancora di 40.
delle acque e dei lampioni
per l'illuminazione.
- “Migliora l'area realizzando il parcheggio”;
Le piante messe a dimora
sono: 9 lecci (a nord del
parcheggio a ridosso della
ferrovia), 15 aceri e 11
sorbi . In 9 siti predisposti
per la dimora delle piante
stanno crescendo solo
erbe infestanti.
Se sommiamo quelli prossimi alla stazione FFSS
abbiamo in tutto 180 posti
macchina, di cui solo uno
(e tra i più lontani dalla
Stazione) destinato espressamente ai disabili.
La costruzione di un parcheggio poteva diventare
una
opportunità
per
migliorare il paesaggio
urbano dell'area, compresa
tra il muraglione della ferrovia e la nuova Chiesa di
Santa Lucia.
- “Favorisci l'assorbimento delle acque mediante una pavimentazione
diversa dall'asfalto, quale
i prati armati, grigliati
dove può crescere l'erba”.
Tutti sanno che piogge
intense e brevi, tipiche del
cambiamento climatico in
essere,
caratterizzato
appunto da piogge brevi
ma intense e vampate di
calore, creano problemi al
nostro sistema fognario e
che
grandi superfici
impermeabilizzate
non
fanno altro che esaltare il
fenomeno;
U
La struttura dei parcheggi
è molto semplice: circa
4.500 mq di asfalto nero
con la segnaletica bianca o
gialla, un sistema di raccolta e allontanamento
Ci sarebbe piaciuto che
l'Amministrazione comunale avesse conferito ai
progettisti un mandato di
questo tipo:
- “Evita che le auto parcheggiate durante la stagione calda si trasformino
in “forni” con temperature
che possono raggiungere i
60 - 70° con ovvi problemi, fai pertanto abbondante e intelligente uso
delle piante, anche a costo
di sacrificare qualche
posto macchina. Così
facendo si riduce l'effetto
“isola di calore” che investe anche le superfici e le
abitazioni contigue”.
Guardando i risultati pensiamo invece a un mandato
diverso: massimizza, caro
professionista, il numero
di posti auto e riduci al
minimo le future manutenzioni sull'area.
Peccato. Dopo il terremoto
abbiamo tolto ai cittadini
la villa e il parco Morganti
(ora Centro affari), abbiamo costruito una Chiesa
che non aveva alcuna radice con il luogo e adesso,
davanti alla Chiesa, abbiamo realizzato un piccolo
deserto d'asfalto nero.
Asfalto, cemento e parcheggi. E i bambini?
Where Do The Children Play
Dove andranno a giocare i bambini?
Well I think it’s fine, building jumbo planes.
Penso che sia giusto costruire grandi aeroplani
Or taking a ride on a cosmic train.
O fare un giro su un treno strabiliante
Switch on summer from a slot machine.
Ritrovarsi in estate da una slot machine
Yes, get what you want to if you want, ’cause you can get anything. Sì, prendi quello che vuoi se lo vuoi, poiché tu puoi avere qualsiasi
cosa.
I know we’ve come a long way,
Lo so ne abbiamo fatta di strada
We’re changing day to day,
Stiamo cambiando giorno dopo giorno
But tell me, where do the children play?
Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini?
Well you roll on roads over fresh green grass.
Costruisci strade su verdi e freschi prati
For your lorry loads pumping petrol gas.
Per i tuoi camion estrai petrolio
And you make them long, and you make them tough.
E li fai lunghi e li fai resistenti
But they just go on and on, and it seems that you can’t get off. Ma loro vanno e vanno e sembra che tu non riesca a scendere
Oh, I know we’ve come a long way,
We’re changing day to day,
But tell me, where do the children play?
Lo so ne abbiamo fatta di strada
Stiamo cambiando giorno dopo giorno
Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini?
Well you’ve cracked the sky, scrapers fill the air.
But will you keep on building higher
’til there’s no more room up there?
Will you make us laugh, will you make us cry?
Will you tell us when to live, will you tell us when to die?
Hai rotto il cielo e i grattacieli riempiono l’aria
Ma continuerai a costruire sempre più in alto
Finché non ci sarà più posto lassù ?
Vuoi farci ridere, vuoi farci piangere ?
Ci dirai anche quando vivere, ci dirai anche quando morire?
I know we’ve come a long way,
We’re changing day to day,
But tell me, where do the children play?
Cat Stevens 1970
Lo so ne abbiamo fatta di strada
Stiamo cambiando giorno dopo giorno
Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini?
traduzione Lucia Cristina
ENERGIA
3
Energia, pace e cambiamenti climatici
Risparmiare energia è ottimo investimento, difesa dell'ambiente e scelta di pace
e potenze mondiali rinnovano in continuazione i
propri arsenali impegnando
in questa operazione enormi
risorse. Nel 2006 gli Stati
Uniti hanno investito in spese
militari 528,7 miliardi di dollari. Seguono Gran Bretagna,
Francia, Cina e Giappone.
Questi cinque Paesi hanno
speso l’83% del budget mondiale per gli armamenti.
L’Italia è all’ottavo posto,
con 29,9 miliardi di dollari.
Cosa centra questo con il
risparmio energetico? Il legame in realtà è strettissimo. Le
economie occidentali (e quelle delle nuove potenze, Cina
e India) sono dipendenti dalle
fonti fossili (petrolio, carbone, gas) e la gran parte delle
riserve di petrolio finora
conosciute si concentrano in
Medio Oriente e in altre zone
“calde” del pianeta.
Il problema del futuro sarà
l’approvvigionamento
energetico: i “grandi” si
armano anche per garantirsi
l’energia necessaria per
sostenere il proprio insostenibile sviluppo.
Il problema energetico così
assume tre volti: il primo,
legato agli equilibri della
pace e della giustizia mondiale; il secondo, legato ai cambiamenti climatici causati
dalle emissioni di gas (CO2,
etc. ) che alterano il clima
derivate dal consumo di combustibili fossili, e il terzo,
economico, avvertibile anche
a piccola scala ogni qual
Kwh/m2/anno
L
volta paghiamo una bolletta
del riscaldamento o facciamo
rifornimento di carburante
per la nostra automobile.
La riduzione dei consumi,
passo indispensabile per
affrontare l’emergenza energetica, è divenuto un punto
cardine anche nell’agenda
dei governi: così in Italia Il
decreto legislativo del 19
agosto 2005 n. 192 (corretto
dal decreto legislativo n. 311
del 29 dicembre 2006 attuativo della direttiva CE
n.91/2002 relativa al rendimento energetico nell’edilizia) è un primo passo in questa direzione.
Ed è il settore dell’edilizia il
campo in cui si possono
effettuare i maggiori risparmi
nei consumi: si punta a questo settore perchè da solo è
responsabile del 40% della
bolletta energetica del nostro
Paese e nel quale, compiendo
scelte oculate, è possibile
abbattere i consumi energetici fino all’80%. Ciò spiega la
detrazione fiscale (55%)
prevista dalla Finanziaria
2007 per le spese di riqualificazione energetica degli
edifici esistenti, per l’installazione di pannelli solari
per la produzione di acqua
calda e per la sostituzione
degli impianti di riscaldamento.
La volontà politica e l’obbligatorietà della norma sono
elementi fondamentali per
indurre il cambiamento: lo
dimostra anche l’esperienza
del progetto CasaClima nel
vicino Alto Adige, dove, già
dal 2001, prima nel solo
comune di Bolzano e dal
2004 nell’intera provincia, una norma definisce le categorie di
consumo per le
nuove costruzioni, e stabilisce il
limite massimo
che deve essere
rispettato
per
ottenere il certifi-
Classi di fabbisogno energetico per riscaldamento per
metro quadrato all'anno secondo lo standard CasaClima
cato di abitabilità: i nuovi
edifici infatti devono rientrare almeno nella categoria “C”
(70 kwh/m2anno). Il requisito
minimo inoltre si attesta ad
un livello più severo rispetto
alla normativa nazionale.
Il progetto CasaClima è nato
proprio con il proposito di
diffondere sul territorio una
nuova cultura del costruire.
Ridurre i consumi, aumentare l’efficienza a vantaggio
degli utenti finali e dell’ambiente: questi gli obiettivi.
CasaClima definisce una prestazione energetica, non è
uno stile architettonico o una
tipologia edilizia. E’ un sistema di certificazione che attribuisce agli edifici una qualità: definisce cioè il consumo per metro quadro all’anno di energia necessaria per il
riscaldamento, nonché le
emissioni di CO2 associate ai
consumi e il rendimento
energetico complessivo dell’edificio.
Il sistema si rivela vincente
perché tutti gli attori coinvolti ne traggono profitto: gli
utenti finali, che risparmiano
sulle spese di riscaldamento,
l’economia locale che gode
del rilancio di un settore produttivo e, last but not least,
l’ambiente.
Una buona notizia: Casaclima sbarca anche in Friuli.
L’Agenzia Provinciale per
l’Energia di Udine (APE),
con sede a Gemona del
Friuli (!) si è attivata affinché questo standard qualitativo venga accolto anche nei
nostri comuni.
Regina Ermacora
[email protected]
www.agenziacasaclima.it
http://efficienzaenergetica.ac
s.enea.it/
www.ape.ud.it
Lo sapevi che…
- il 40%dell'energia consumata in Italia serve per il riscaldamento e il condizionamento degli edifici ed è quasi quanta ne viene consumata dal settore dei trasporti?
- per riscaldare la casa dove vive, l'italiano (e quindi anche il
friulano) consuma mediamente 120-150 kWh/m2 per anno
(circa 12-15 litri di gasolio o m3 di gas al metro quadrato
all'anno), mentre una casa energeticamente più efficiente ne
consuma appena un terzo? (standard casa clima B: max
50kWh/m2 ovvero 5 litri o 5 m3 di gas al m2 all'anno)?
- una casa più efficiente (standard CasaClima B) costa solo
il 5% in più?
- un buon isolamento termico ci protegge dal freddo invernale, ma anche dal calore nei mesi estivi? (possiamo fare a
meno del condizionatore!!!)
- anche in Italia è entrata in vigore una legge
(D.Lgs.192/2005) che stabilisce i limiti da rispettare per quanto riguarda le prestazioni energetiche dei nuovi edifici?
- la certificazione energetica degli edifici prevista dalla
legge tutela ed è a vantaggio dell'utente finale in quanto rende
trasparenti i consumi energetici delle abitazioni?
- il primo passo importante per risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico non è produrre più energia, ma
razionalizzare i consumi?
- il risparmio energetico fa bene non solo alle tue tasche ma
anche all'ambiente? (Se per riscaldare una casa tradizionale si
emettono fino a 25 tonnellate di anidride carbonica all'anno,
la stessa casa costruita con standard CasaClima B ne rilascia
in atmosfera solo 8).
ENERGIA
4
Incentivi per efficienza e produzione
Tre interessanti opportunità per le famiglie e le imprese
1. La Legge Finanziaria 2007 prevede una detrazione dall’imposta lorda (detrazione delle
tasse) per una quota pari al 55% delle spese effettivamente rimaste a carico del contribuente sostenute entro il 31/12/2007 per:
Spesa ammessa
Articolo 1
Tipo di intervento
Euro
Interventi di riqualificazione su edifici esistenti che
conseguono un indice di prestazione energetica invernale
Comma 344
100.000,00
inferiore almeno al 20% rispetto ai valori attualmente in
vigore (riduzione dei consumi)
Interventi su edifici esistenti riguardanti muri verticali,
finestre, delimitanti i il volume riscaldato verso l’esterno e
Comma 345
60.000,00
verso vani non riscaldati che dovranno rispettare un certo
valore di trasmittanza termica (dispersione termica).
Interventi di installazione di pannelli solari per la produComma 346
60.000,00
zione di acqua calda sanitaria per usi domestici, industriali.
Interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti
Comma 347
30.000,00
di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a
condensazione.
Per avere diritto alla detrazione fiscale è necessario
predisporre un’asseverazione attestante la rispondenza
degli interventi ai requisiti
richiesti dal decreto di attuazione; trasmettere entro 60
giorni dalla fine lavori, e
comunque non oltre il
29/02/2008, all’ENEA copia
della Certificazione energetica e della scheda tecnica
informativa degli interventi
realizzati. L’asseverazione,
la certificazione energetica e
la scheda informativa devono essere firmati da un tecnico abilitato.
2.
Per gli impianti fotovoltaici, a partire invece da fine
Febbraio 2007, è entrato in
vigore il NUOVO CONTO
ENERGIA. Vediamo come
funziona con un esempio.
Si può installare l’impianto
fotovoltaico per la propria
abitazione e pagare tutto
l’impianto di tasca propria o
grazie ai prestiti agevolati
studiati appositamente dalle
Banche per lo sviluppo delle
energie rinnovabili.
Si potrà poi vendere l’energia prodotta al gestore elettrico nazionale, ricevendo
periodicamente, per gli
impianti da 1 a 3 kWp, una
cifra di:
- 0,40 € per ogni kWh prodotto per gli impianti su
tetto piano o posti in giardino;
- 0,44 € per gli impianti con
i pannelli fotovoltaici fissati sulle tegole;
- 0,49 € per gli impianti
solari con i pannelli inseriti al posto delle tegole
(integrati architettonicamente)
Per taglie di impianti superiori gli importi sono leggermente più bassi. La burocrazia è ridotta al minimo: è
sufficiente, dopo aver installato l'impianto, fare richiesta
del contributo in conto energia entro 60 giorni dalla fine
dei lavori al proprio gestore
elettrico (ENEL,…).
3. La Regione Friuli Vene-
zia Giulia con la delibera
1431 dello scorso giugno,
mediante apposito regolamento, finanzia in conto
capitale le imprese che
installano pannelli fotovoltaici, fino a un massimo
dell'80%
della spesa
ammissibile e per taglie di
impianti indubbiamente interessanti (es. 20 - 25 kwp).
http://efficienzaenergetica.ac
s.enea.it/
www.grtn.it/ita/fotovoltaico/I
ncentivazioneEnergiaFotovoltaica.asp
www.regione.fvg.it
ex libris
Abbiamo
abbastanza religione
per odiarci,
ma non abbastanza
per volerci bene.
Jonathan Swift
Onoranze Funebri
Ospedaletto di Gemona - Reperibilità continuata al
0432 983517
Appalto comunale recupero salme
Comprendendo le complicazioni dovute ad un continuo aumento
dei prezzi, vogliamo portare a conoscenza dei cittadini di Gemona
che la nostra azienda si vuole impegnare a garantire un servizio
funebre completo e decoroso a
EURO 1950,00
5
ENERGIA
L’evoluzione della normativa
Dalla prima legge del 1976 ai traguardi previsti dall’Europa per il 2020
ino all’anno 1976 il consumo energetico negli
edifici non era normato: il
perito, preso atto della struttura (muri perimetrali, solai,
finestre ed ogni altra parte
dell’edificio disperdente),
faceva i calcoli di quante
Kcal occorrevano per poter
riscaldare il fabbricato,
dimensionava la caldaia, le
tubazioni ed i radiatori.
Durante la prima crisi energetica i governi iniziano a
rendersi conto che bisogna
iniziare a cambiare qualche
cosa, il petrolio inizia a crescere di prezzo, tutti impariamo cosa vuol dire
O.P.E.C., vediamo in continuazione in tutti i tg.i suoi
ministri…
L’Italia, con lentezza, aspetta sino al 1976 per emanare
la normativa: la Legge
373/1976, un primo timido
tentavo di legislazione sul
risparmio energetico, lacunoso peraltro sotto molti
aspetti.
Detta legge, infatti:
- si occupava principalmente
della qualità dell’involucro edilizio (la scatola abitativa disperdente), tralasciando completamente
l’impianto occorrente alla
produzione ed alla distribuzione del calore;
- non considerava l’importanza dell’isolamento: se
pur presente era ben misera cosa; per risultare a
norma bastavano 2 cm. di
pannelli isolanti in lana di
roccia di vetro posta nell’intercapedine tra 20 cm.
di cemento armato e una
controparete in blocchi
forati da 8 cm;
- mancava di procedure di
controllo; il tecnico redigeva il calcolo, lo depositava in Comune, punto,
finito;
- solitamente l’impresa,
soprattutto quella artigiana, considerava la relazione sulle dispersioni termi-
S
che un’inutile balzello per
il cliente finale; l’artigiano, con i suoi anni di esperienza sapeva già cosa
fare. Stessa cosa dicasi per
la ditta termoidraulica che
calcolava “ad occhio” il
dimensionamento
dei
corpi scaldanti, della caldaia, solitamente sovradimensionata etc.
Passano gli anni, la crisi
petrolifera si aggrava. Lo
Stato italiano corre ai ripari
ed emana la Legge 10/1991,
seguita, per la sua applicazione, dal D.P.R. 412/1993;
due anni per l’emanazione di
questo decreto attuativo che
però introduce, almeno a
livello concettuale, il parametro di calcolo del sistema
integrato edificio-impianti.
Finalmente il calcolo del
risparmio energetico prende
in considerazione le dispersioni termiche dell’edificio e
i rendimenti dell’impianto di
riscaldamento.
Un secondo punto positivo è
che il decreto spinge verso
impianti centralizzati per i
condomini, sia per la produzione dell’energia occorrente a riscaldare i vari appartamenti che per la produzione
di acqua calda sanitaria.
Permangono, invece, alcuni
elementi negativi:
- per quanto riguarda l’isolamento termico la differenza con la L. 373/1976 è
minima: prima 2 cm. ora
3-4 cm; nessuna variazione per i serramenti;
- nella nostra zona l’impianto centralizzato non si
diffonde; anche in fabbricati di più appartamenti si
preferisce la gestione autonoma, ogni unità abitativa
può disporre di una caldaietta murale e con l’arrivo del gas metano ciò è
possibile;
- a seguito di ciò, per la produzione di acqua calda
sanitaria, si installano
generalmente caldaiette a
produzione istantanea, che
occorre sovradimensionare, ad esempio: in una
unità abitativa abbiamo
necessità di 5000 Watt di
energia per riscaldare l’involucro; si installa una caldaietta da 24000 Watt per
la necessità di produrre
l’acqua calda sanitaria
istantanea. Una bella differenza. Da notare che queste caldaie non sono
modulanti, sono a fiamma
fissa e perciò anche se il
fabbisogno
energetico
risulta minore, spingono a
24000 Watt, si gioca tutto
sul tempo di accensione;
- non si prende assolutamente in considerazione il
periodo estivo, non era
ancora iniziato il boom dei
condizionatori d’aria per
la climatizzazione estiva
(anche perché il riscaldamento climatico non si era
ancora fatto sentire come
oggi);
- non c’era una parola sui
sistemi di energia alternativa, vedi pannelli solari,
etc.
Il 16 dicembre 2002 l’Unione Europea, ha emanato una
direttiva, la 2002/91/CE che
ha costretto i nostri legislatori ad un ulteriore balzo in
avanti con il Decreto Legislativo 192/2005.
Questo decreto è entrato in
vigore nell’ottobre 2006 ed è
già stato modificato nel
D.M.
311
di
data
01/02/2007 di cui riportiamo
i punti salienti:
1 – miglioramento dell’efficienza energetica e riduzione delle emissioni
inquinanti
2 – ridefinizione dei compiti
e dei ruoli delle Amministrazioni locali
3 – ridefinizione più severe
dei limiti d’isolamento
per gli edifici di nuova
costruzione
4 – promozione di apparecchiature di più alto rendimento energetico
5 – introduzione della certificazione energetica, di
applicazione a scaglioni
Inoltre ricordiamo gli interventi nella finanziaria e il
nuovo conto energia; i contenuti che ci interessano li
trovate nell’apposito box sui
finanziamenti.
Nel marzo di quest’anno,
inoltre, il Consiglio d’Europa stabilisce per il 2020
nuovi traguardi, vincolanti
per tutti i paese aderenti:
- riduzione del 20% dei gas
serra rispetto i livelli del
1990;
- produzione del 20% dell’energia con fonti rinnovabili;
- aumento fino al 10% della
produzione di biocarburanti.
Entro il 2050 è prevista
anche la riduzione del 60 –
80% dell’anidride carbonica.
Il tempo delle titubanze,
delle lentezze, delle non
scelte è terminato.
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tel/fax 0432.981305
L’ASSOCIAZIONE
6
Le iniziative di Pense e Maravee
Riciclo, volotanriato, cambiamento climatico: tre eventi su argomenti da approfondire
Associazione Pense e
Maravee ha organizzato nel mese di giugno 3
eventi:
- Un seminario pubblico sull’emergenza rifiuti;
- Un incontro organizzato
insieme all’AVULSS e al
coordinamento delle Associazioni per riflettere su
cosa fare per promuovere
la disponibilità di nuove
persone al servizio volontario;
- La proiezione del film di Al
Gore “Una scomoda
verità”, sul tema del cambiamento climatico in
atto.
I tre argomenti scelti, particolarmente attuali, riflettono
anche il “DNA” dell’associazione: attenzione ai temi
ambientali (rifiuti e cambiamento climatico) e a quelli
del volontariato e della solidarietà.
Siamo soddisfatti della partecipazione ai tre incontri e
vorremmo riproporre l’e-
L’
sperienza sulla raccolta differenziata del Consorzio di
Priula che riteniamo particolarmente interessante
Il
Consorzio più “riciclone”
d’Italia è composto da 23
comuni in Provincia di Treviso e raccoglie in modo differenziato oltre il 70% dei
rifiuti. In che modo? Ecco in
sintesi l’esperienza
Le strategie che informano
il servizio del Consorzio
sono:
- favorire la riduzione della
produzione dei rifiuti e il
riciclo dei materiali attraverso la raccolta differenziata;
- raccogliere i rifiuti porta a
porta in sacchetti e contenitori diversi;
- pagare in base alla produzione di rifiuti, in particolare quelli non riciclabili;
effettuare lo sconto a chi
pratica il compostaggio
domestico;
- curare il rapporto con gli
Consorzio Priula: l’aumento della raccolta differenziata
utenti attraverso sportelli
informativi, campagne di
comunicazione ed educazione.
Come è organizzato il servizio porta a porta, ovvero
cosa viene raccolto, quando
e dove va a finire il rifiuto?
Vediamolo nella tabella sottoriportata.
La ricicleria comunale.
Oltre al servizio del “porta a
porta” ogni Comune ha una
Consorzio Priula: organizzazione della raccolta dei rifiuti
Cosa
Quando
Destinazione
Secco non riciclabile
1 volta settimana
impianto di produzione CDR-Spresiano
Umido
2 volte settimana
Vegetale
1 volta settimana
impianto di compostaggio di qualità –
Spresiano
Carta e cartone
Ogni 15 giorni
piattaforme Comieco
VPA (vetro, plastica e
alluminio)
Ogni 15 giorni
piattaforme Corepla, Cial, Cna, Coreve
Fioreria
Emidia Manzano
Via Roma, 252
tel. 0432 970692
33013 Gemona del Friuli
e-mail: [email protected]
sua ricicleria dove i cittadini
e le imprese possono conferire: carta e cartone, legno,
vetro, pile , imballaggi in
plastica, medicinali, sfalci e
ramaglie, accumulatori al
piombo (domestici), metalli,
olio minerale (domestici),
beni durevoli (domestici),
olio
vegetale
esausto,
ingombranti (domestici),
lampade a scarica (domestici), inerti (domestici), contenitori di rifiuti tossici e
infiammabili (domestici) e
pneumatici (domestici).
La
comunicazione
e
l’informazione: ogni famiglia riceve gratuitamente l’ecocalendario con le giornate
di raccolta delle diverse tipologie di rifiuti e in ogni
comune c’è un ecosportello;
viene inoltre effettuata attività di educazione con le
scuole.
Il costo del servizio: il
L’ASSOCIAZIONE
7
Ostariis, ricuarts e ...
Giovani avanti con gli anni sognano
ianco o nero, per qualcuno politicamente corretto il nero diventa rosso.
Opposti che si incontrano,
Min e Tin, confusione e
silenzio, compagnia e solitudine, parole in libertà, tanti
pettegolezzi maschili ma
anche affari conclusi con una
stretta di mano.
Una stanza, o forse più, tante
volte fumosa, poche volte
arieggiata, un’oasi di socialità che si apriva una volta
B
costo annuo di una famiglia
media è di circa 142 €
Risultati:
- risultati quantitativi:
aumento della raccolta differenziata, diminuzione
della produzione di rifiuto
indifferenziato;
- risultati qualitativi: miglioramento della qualita’ merceologica del rifiuto;
- possibilità di verifiche da
parte dell’utenza: maggiore equità delle tariffe e possibilità per l’utente di controllo della propria produzione;
- benefici economici;
- benefici occupazionali (a
parità di popolazione lavorano molte più persone
rispetto al servizio gestito
in modo tradizionale).
Un’esperienza importante,
quindi, da approfondire per
capire il grado di trasferibilità. La serata ha visto la
partecipazione dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, della Comunità Montana e della Provincia, della NET (ex Municipalizzata Pubblica) e del
Consorzio Priula, di molti
cittadini e tra questi di diversi giovani; unico neo è stata
la presenza di soli due consiglieri comunali di Gemona
(il consigliere con la delega
all'ambiente e il Vicesindaco). Che l'argomento non
interessi? Forse no, almeno
fino alla prossima crisi.
concluso il lavoro, in un
momento di pausa, dopo
aver concluso gli impegni
comunitari:
obbligatorio
andare a messa la domenica,
il sacro; obbligatoria la sosta
prima del pranzo domenicale, il profano; le famiglie di
ritorno dalla chiesa, a braccetto davanti alla sua porta si
dividevano, le donne a casa a
far da mangiare, gli uomini
dentro a ….
Si parlava di tutto, principalmente di politica, Rossi e
Bianchi, come il vino, qualche Nero, emarginato. Si
discuteva di pallone, non
calcio, pallone, l’Udinese
era in C, i pettegolezzi di
paese correvano sul bancone
ingrossandosi sempre più in
proporzione alla lunghezza
dello stesso. Le donne sempre nominate, trasformate in
sante e puttane, angeli e diavoli, difficilmente ammesse,
facilmente amate, più spesso
pensate, desiderate, sognate
Nella coltre grigia che calava dal basso soffitto, le sagome delle persone si confondevano per il fumo e poi per
i bicchieri, li conoscevi dalla
voce, prima sommessa e poi
sempre più alta per dare
enfasi e forza alle idee, giuste, sbagliate, gridate per
confermare la loro solidità.
Nell’angolo una tavola, carte
che sbattono o scivolano
senza tovaglia, gesti leggeri
e segreti per vincere la partita della vita, che si concludeva solitamente con insulti
reciproci sull’incompetenza
giocata del compagno e poi
il premio, un bicchiere…, la
voce scemava per un bicchiere.
Il paese si racchiudeva per
qualche ora lì, in quel luogo;
ognuno aveva la propria preferenza, “Al Centrâl”, “al
Falomo”, “al Brindisi”, “lì di
Celot”, etc., ognuno aveva
un nome, un soprannome,
nomi di simpatia, si sviluppava ilin un passaparola
necessario alla vita comunitaria, si leggeva il giornale,
solo quello, si iniziavano e si
chiudevano affari, necessari
alla vita comunitaria, si formavano famiglie, necessarie
alla vita comunitaria, si rovinavano famiglie.
Un mondo antico, di duemila anni, un mondo pubblico
aperto a tutti, nessuno escluso, un mondo in agonia, un
mondo da far rinascere. Non
per il bere, non per il gioco,
non per le liti, per la partecipazione e la vita di società,
detta con parole odierne.
L’osteria vissuta come valore sociale, umano, comunitario, come luogo di incontro e
di discussione sui problemi
del paese e del mondo.
L’osteria casa dei felici e
casa dei disperati, l’Osteria
non voluta ai giorni d’oggi,
l’osteria che in qualche
modo dovrebbe rinascere per
rilanciare anche utile per la
conoscenza delle persone,
del paese.
In questo nostro mondo sem-
pre più chiuso in se stesso,
all’interno delle mura famigliari, all’interno dei giardini
circondati da siepi e ringhiere per bloccare tutti, amici e
nemici, in cui si comunica
con telefonini, telefoni,
video telefoni, computer,
mezzi distinti senza contatto
personale, senza guardarsi
negli occhi, nascosti negli
angoli bui della propria sicurezza, sarebbe ora di un piccolo atto di coraggio, di vincere la propria solitudine
personale e famigliare e
riconquistare gli spazi di
comunicazione siano essi
piazze, strade ed osterie.
Partendo da queste considerazioni, P&M dopo aver
concluso il ciclo primaverile
di iniziative, si muove nella
prospettiva di organizzare
una serie di incontri mensili
nelle osterie del Centro e
delle Borgate nelle lunghe
sere autunnali ed invernali.
Una serie di incontri che verteranno su musica, ambiente,
sociale, incontrando musicisti e scrittori, registri e poeti,
politici e cantanti, sperando
di rilanciare gli incontri fuori
casa, di una comunità con la
necessità di guardarsi negli
occhi alla scoperta della
comunicazione orale da tramandare.per salvaguardare
quella fondamentale forma
di comunicazione che è l’incontro.
Lionello Patat
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8.30 - 12.30
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9.00 - 12.30
STORIIS
8
Da casa mia al Duomo
Una preziosa testimonianza scritta nel 1949
Questo diario di un mattino di sole non è stato dimenticato
in fondo a un cassetto, ma affettuosamente custodito nella
mia casa.
E’ ora tempo di offrirlo alla città di Gemona che lo ha ispirato. Mia madre, che lo ha scritto, ne sarebbe felice.
“Da Casa mia al Duomo” è dedicato al ricordo del dottor
Tullio de Clauser, farmacista; del signor Tommaso Stefanutti, droghiere; di Suor Maria Elisabetta del Convento di
Santa Maria degli Angeli; di pre Santo Tracogna, cappellano della Pieve di Santa Maria Assunta; della signora Alice
Cucchini, venditrice di merce varia. E poi al ricordo del fioraio del venerdì, del suonatore di organetto, della donna che
vende i polli e di quelle che vendono mele, pere e castagne,
delle ragazze con la permanente ed infine, e soprattutto, è
dedicato ai ragazzi della Scuola d’Arti e Mestieri di Gemona del Friuli.
Roma, giugno 2007
Grazia Levi
on un colpo secco chiudo
la porta di casa. La via è
allineata davanti a me: stretta
stretta, tutta in ombra e, in
questa stagione, proprio fredda.
Lascio, come all’alba si
lasciano le ansie di una notte
di angoscia, quell’ombra,
quel freddo, quel selciato
povero. Il sole e il chiaro
della piazza mi vengono
incontro e mi avvolgono
completamente. Per abitudine guardo l’ora sulla torre del
castello. Guardo le banderuole in cima agli smerli: segnano bel tempo. Mi guardo in
giro. Dalla farmacia profumata con i suoi scuri mobili
severi mi sorridono volti di
amicizia. L’affresco sopra
l’arco della facciata è una
C
Madonna color di rosa, che
ha in braccio il Bambino
della rosa.
Oggi è venerdì. Per me è
festa perché là, in fondo alla
loggia del municipio, c’è il
fioraio. Mi vede, mi sorride
da lontano.
- “Oggi sono belli i garofani,
un poco cari però, a venti
lire.”
- “E’ venuta tardi, signora;
c’erano le mimose, sembravano d’oro.”
- “Le mimose!? Davvero? E’
un fiore che mi piace tanto,
peccato! Facciamo le cose
per bene: mi dia garofani
rosa, rossi e bianchi e anche
un mazzetto di viole. Santo
Dio come sono cari i suoi
fiori!”
- “E’ stata la gran pioggia,
1920 R. Scuola d’Arti e Mestieri (ed. Ermes Disetti) tratta
da Tito Cancian, Un saluto da Gemona, 1983
signora benedetta, anche in
Riviera i campi sono allagati.
La pioggia tanto attesa, come
al solito, ha fatto disastri: ha
alzato il prezzo dei miei fiori
ed io, che non possiedo neanche un fazzoletto di terra, mi
sento come i ricchi possidenti che vedono in pericolo
ettari di vigneti e campi di
grano.” Sospirando, pago i
miei fiori e me ne vado.
Una vecchietta è accoccolata
poco più in là: tira su per le
zampe un bel galletto e me lo
mostra.
- “Saranno belli i suoi fiori,
ma guardi il mio galletto. E’
buono arrosto, lo prenda!”
E’ sbalordita che non compri
il suo volatile mentre ho
speso tanti soldi per un
mazzo di fiori.
Mi viene incontro l’organetto
del venerdì: il carretto è tirato da un vecchio asino
malandato, come il suo
padrone ubriacone e le vecchie canzoni stonate. Povera
bestia come deve essere stanca e come deve maledire
quella musica e quelle poche
elemosine! Proprio poche:
anche io non lascio nulla nel
piattino di ottone perché vorrei togliere la cavezza al
somarello e farlo riposare in
una stalla al caldo.
- “Vuole castagne, mele,
pere?”
- “No grazie.”
- “Che bei fiori, avete nozze
in casa?”
- “Nozze? Perché? No, no,
sono fiori per me.”
Questa gente semplice crede
che i fiori siano solo per gli
altari. Non si è mai fermata a
pensare quanto bene fanno al
cuore di chi li raccoglie, li
compera per sé e per la sua
casa. Con il mio peso lieve e
profumato continuo la mia
strada. Ogni rumore, ogni
porta che si apre o si chiude,
mi è nota, familiare. Qui
conosco tutto e tutti come
vita svolta tra le pareti di casa
mia.
Il droghiere è sulla porta del
suo negozio: e’ un amico
d’infanzia.
- “Uccido il maiale, vuoi le
bistecche?”
- “No, no, voglio sole, fiori a
buon prezzo, pane, formaggio e una mela rossa” gli
rispondo.
Scuote la testa.
- “Sei sempre la solita matta,
ma ti giuro che, insieme al
maiale, mi viene voglia qualche volta di uccidere questa
gente che non fa che mangiare. Ti saluto, mandi Sofia!”
- “Mandi Tommasino.”
- “Che belle robe in questo
negozio!” Sento bisbigliare
due giovani contadine che
guardano estasiate la vetrine
del gioielliere: catenine d’oro
(o dorate), anelli, medagliette
fanno bella mostra negli
astucci di velluto scuro e
loro, le ragazze, escono dalla
parrucchiera con la permanente appena fatta. Non sono
belle con quei ricci stretti
stretti, le gambe nude, livide
dal freddo, e un golfetto che
le copre appena. Chissà cosa
passa loro per la testa oltre a
desiderare quelle catenine
d’oro! Saranno capaci di
affrontare la vita e il mondo?
Io credo di sì. Sono donne di
Gemona.
- “Sia lodato Gesù Cristo,
signora.”
- “Oh! E’ lei suor Elisabetta,
sempre sia lodato. E’ sempre
in giro Lei per le spese, non
sarebbe ora che stesse in convento, in riposo, La vedo un
po’ giù.”
- “La volontà di Dio, figliola
mia. Ci sono tante suore
ammalate, le medicine da
comperare… Le suore giovani hanno tanto lavoro e così,
finché vuole il Signore, vado
avanti io.”
- “Si copra suora, stia bene,
sia lodato Gesù Cristo.”
- “Sempre, signora, sempre.”
Con la vecchia tonaca tutta
rammendata e scolorita, ecco
uscire dalla canonica pre
Santo sempre di premura. E’
tutto stonato come quei cani
da caccia che, da cuccioli,
hanno le gambe troppo lunghe e la testa troppo grossa e
camminano di traverso.
- “Riverita, signora, da
9
STORIIS
Il percorso dal S.Giovanni a via Bini visto dall'alto - tratto da G. Clonfero,M. Zanette,
Gemona del Friuli, arte e storia, Ed. Ghedina Cortina, 1977
brava, porti i fiori in duomo.” la testa per dare un’occhiata cante che vende i resti degli
- “Pre Santo, anche io ho i alla piazza, saluta qualche eserciti vincitori a noi che
miei altari e non hanno che passante e tira giù il rumoro- abbiamo perduto.
fiori appassiti. Un’altra volta, so rotolante tutto arrugginito. - “Ho le calze di nylon,
non mancherà l’occasione. Da via Cavour arrivano le signora, una vera occasione,
Oggi troverà di certo altre prime biciclette dei ragazzi di quelle che usavano le ausianime buone che porteranno della Scuola d’Arte: alcuni liarie, sono magnifiche.”
fiori ai suoi altari sguarniti.” tornano a casa, molti restano. Si affanna la mercante
Lo seguo con gli occhi e mi Tirano fuori dalla cartella una improvvisata e io le direi
domando: chissà se questo pagnottona con poco dentro e volentieri di andare fuori al
povero prete si è mai fermato vanno a mangiarla sotto la sole, di liberarsi dell’odore di
a ringraziare il Signore per la loggia del municipio. Sono guerra che c’è ancora lì denbellezza del creato, come fac- adolescenti sgraziati, alcuni tro.
cio io con questi fiori. I loro con il viso di bambini, altri - “Ho anche rossetti, di quelcolori e il loro profumo dico- già uomini che guardano le
no la grandezza delle piccole donne che passano, altri
cose e riscaldano il cuore dei ancora si incantano all’edicobuoni.
la: seguono le notizie sportiEcco il primo tocco di cam- ve e si bevono avidamente i
pana. E’ il duomo. Poi a quel giornali a fumetti che parlano
via tutte le altre chiese e chie- di sesso.
sette: più lente, più acute, più Da dentro la sua botteghetta
fonde o più lievi. E’ mezzo- tutta buia mi chiama la comgiorno. Si affrettano gli ulti- paesana che vende merce
mi clienti nei negozi. La varia; c’è odore di cenere e di
merce esposta fuori degli tabacco, di cuoio, di stoffe
usci viene ritirata frettolosa- telate e cerate, di uomo e di
mente. Il farmacista tira fuori miseria. Miseria della mer-
Pubblicità del 1915 tratta dal calendario della Pro Glemona e delle borgate di Gemona del 1998
li speciali, che piacciono agli
uomini: color fucsia e geranio.”
- “Davvero, mi dica, davvero
piacciono agli uomini i colori forti? Chi glielo ha detto, le
ausiliarie? Va bene, dia anche
a me le calze color dell’aria
vista attraverso un raggio di
sole. E anche un rossetto di
quelli che non stingono ai
baci. Me lo scelga del rosso
dei gerani che a maggio
infiorano i balconi.”
E torno a casa contenta. Non
per il rossetto che piacerà agli
uomini o per le calze che piaceranno a me, ma perché nel
sole della mattina sono uscita
nel mio paese che amo, ho
veduto le persone che conosco, le cose e le case che
conosco.
Tutto questo cambierà. Non
ho certo paura che cambi,
purché non si cancelli, non si
smarrisca la sua anima.
Gemona del Friuli, 4 dicembre 1949
Sofia Levi Fontanelli
Nota: in una foto si legge
“Scuola d’Arti e Mestieri”
anche se è sempre stata conosciuta come “Scuola d’Arte e
Mestieri”
Via S.Giovanni arrivando da piazza Municipio - tratta da
Iulia Gens n. 16, 05-08/1963, Del Bianco Editore, Udine
10
COSE PUBBLICHE
Lorenzo
la
talpa
di Lorenzo Londero “flec”
1
Ulivi a
Gemona: buona
fortuna!
Un impianto di alberi di olivo
non ha precedenti recenti
nella nostra zona (vedi l’articolo a pag. successiva), ma in
un prossimo futuro questa
pianta si diffonderà anche a
Gemona e potrà “rappresentare un’attrattiva dal punto di
vista naturalistico ed agricolo
sperimentale”.
Ne è convinto il giovane concittadino Manuel Contessi
che, da titolare dell’omonima
azienda agricola, ha presentato al Comune un “progetto di
massima per la realizzazione
di un nuovo impianto di alberi di olivo e la manutenzione
di un’area boschiva su terreni
di proprietà del Comune di
Gemona del Friuli”.
Si tratta di fondi ubicati a
valle della strada provinciale
“Glemonense” (nel tratto
denominato “strade dal
Turc”) e che si estendono per
quasi l’intero sviluppo della
comunale “strete de Gjae”;
sono fondi che un tempo
facevano parte della colonia
agricola di proprietà dell’Ospedale e che, con la permuta
del 2005, sono stati trasferiti
dall’Azienda per i Servizi
Sanitari n.3 – Alto Friuli al
Comune di Gemona; questi
terreni sono attualmente
incolti e infestati da rovi e
piante parassite.
L’azienda agricola si è impegnata col Comune a bonificare e migliorare tutta la superficie richiesta (pari a mq
31.571), a realizzare (su una
superficie di circa 10.000 mq)
un impianto di olivi costituito da almeno 400 piante e a
sostenere tutte le spese neces-
sarie per la realizzazione di
tale progetto.
La durata del contratto di
affitto è fissata in 9 anni e
potrà essere rinnovata con
atto esplicito; il canone di
affitto è stato determinato in
320 euro annui.
Sarà impegno dell’azienda
anche di “consentire e promuovere iniziative di studio e
visite guidate a favore di agricoltori della zona operanti nel
settore, agronomi, istituti
agrari e, più in generale, al
mondo della scuola”.
Commento: la bonifica dei
terreni, la sperimentale produzione di olio di oliva a
Gemona e la dichiarata apertura al territorio non possono
che indurci a concludere con
un sentito augurio di
BUONA FORTUNA!
pertura dei locali della mostra
su “Raimondo D’Aronco” e
per tutte le manifestazioni
estive promosse sul territorio
comunale. Il servizio verrà
svolto in tre turni di tre settimane (da Martedì a Venerdì
dalle ore 14.30 alle 18.00) e
verrà compensato con 150,00
euro lordi.
L’auspicio è che, per l’estate
2008, il Comune si attrezzi in
tempo per diversificare le
attività realizzabili con le
Borse Lavoro offrendo a un
numero ben più consistente
di giovani l’opportunità di
rendersi utili alla comunità e
un compenso meno modesto
dell’attuale.
3
Aree verdi
comunali: il
Comune se ne
Borse Lavo- occupa?
ro Giovani:
Nel maggio 2007 l’Amminifinalmente!
strazione comunale, a con-
2
Da non pochi anni sollecitavamo
l’Amministrazione
comunale a promuovere
anche a Gemona iniziative di
coinvolgimento dei giovani
in attività di impegno e utilità
sociali.
Decine di giovani in tanti
Comuni della Provincia aderiscono con entusiasmo alle
proposte di Borse Lavoro
(progetti di miglioramento
ambientale, ricerche e attività
di animazione socio-culturale
e turistiche, ecc.).
Con l’approvazione del progetto “Borse Lavoro Giovani Anno 2007 – Un’estate
per la promozione culturale
e turistica” la Giunta comunale ha ritenuto “fondamentale aumentare soprattutto le
iniziative di aggregazione
rivolte ai giovani, finalizzando i momenti di socializzazione ad attività che favoriscano le occasioni di crescita,
di impegno sociale ed il
senso civico dei ragazzi”.
In concreto, dal 19 giugno al
17 agosto 2007, sei giovani
gemonesi di età compresa tra
18 e 25 anni collaboreranno
con l’Ufficio Cultura per l’a-
clusione di gare pubbliche,
ha affidato i seguenti servizi
per l’anno in corso:
sfalcio di aree verdi scolastiche e comunali alla Ditta
“Il Giardiniere” di Magnano
in Riviera per complessivi
9.420 euro;
sfalcio dei cigli stradali: alla
Ditta
“Verdemania”
di
Gemona per complessivi
10.800 euro;
realizzazione e manutenzione
a verde delle aiuole e fioriere sul territorio comunale e
del parco di via Dante: alla
Ditta “Verdemania” per complessivi 19.200 euro.
Con un atto di fine giugno il
Comune ha rinnovato questo
contratto (con lo stesso
importo del 2007) per gli
anni 2008 e 2009 alla stessa
Ditta.
Va, peraltro, precisato che la
custodia e la manutenzione
del parco pubblico di via
Dante non spettano alla Ditta
sopraccitata, ma all’affidatario dei locali bar dello stesso
parco.
La Convenzione per la
gestione quadriennale del
parco è stata sottoscritta il
28.4.2005 e prevede, fra gli
altri, i seguenti obblighi per
l’affidatario:
custodia e vigilanza delle
strutture del parco […];
pulizia quotidiana (con raccolta di carte, bottiglie, lattine e quant’altro) di tutta l’area del parco;
pulizia quotidiana dei servizi
igienici, dei cestini portarifiuti di tutto il parco;
pulizia costante della pista di
pattinaggio, delle aiuole e dei
percorsi pedonali, pulizia del
laghetto, dell’anfiteatro, delle
strutture e dei palchi;
segnalazione
immediata
all’Ufficio tecnico comunale
di qualsiasi danno riscontrato
alle strutture del parco, alle
varie attrezzature, alle alberature, al manto erboso, alla
viabilità.
Segnaliamo la necessità di
provvedere, in tempi ragionevolmente brevi, alla pulizia
del laghetto e alla riparazione dei servizi igienici del
parco di via Dante.
In generale sollecitiamo
l’Amministrazione e l’Ufficio tecnico comunali a verificare l’attuazione delle prescrizioni previste per ogni
tipo di appalto.
4
V. Disetti:
condannato
perché diffamò
I. Benvenuti
Sul Gazzettino del 6.7.2002
l’allora Sindaco di Gemona
V. Disetti dichiarò, fra l’altro,
che: “Ivano Benvenuti ha già
avuto una condanna penale
per aver divulgato volantini
di propaganda elettorale (ndr:
per le elezioni comunali del
1999) a contenuto diffamatorio nei miei confronti senza
indicare il nome del committente responsabile”.
Dal Messaggero Veneto del
7.7.2007 si è, invece, appreso
che “non era vero che I. Benvenuti aveva subìto una condanna penale. Per questo Virgilio Disetti è stato condannato dal Tribunale di Tolmezzo per diffamazione a
11
COSE PUBBLICHE
Piazza del Ferro al ribasso
Ancora sulla cattiva strada
on delibera n. 92 di data
03/05/2007 la Giunta
municipale deliberava l’assegnazione ad un funzionario
comunale la gestione amministrativa per i lavori di sistemazione di Piazza del Ferro,
importo di spesa 450.000,00
Euro. La gara di progettazione doveva svolgersi entro il
1° semestre dell’anno in
corso, l’appalto dei lavori
entro la fine dell’anno. Il
funzionario, messo alle strette, con poco tempo a disposizione invita un certo numero
di progettisti a presentare
un’offerta di parcella al massimo ribasso. Bene, si risparmia certamente, almeno sulla
progettazione, con la speranza che non ci siano perizie di
variante (vedasi Castello).
Sorgono spontanee alcune
domande:
- Cosa vuol dire “Sistemazione di Piazza del Ferro”?
- Il progettista dovrà solamente rifare la pavimentazione o proporre delle idee
diverse?
- Si tratta di un lavoro stradale o di un lavoro di arredo
urbano?
- E se di “Arredo urbano” si
tratta: quale? come? dove?
- Il progettista che di questo
nulla sa, come calcola la
sua prestazione?
L’Amministratore ha dato
indicazioni al funzionario su
come svolgere l’assegnazione e se sì, si è posto la
domanda su quale era il
modo migliore?
Vista l’importanza del luogo,
C
mezzo stampa a 1.000 euro
di multa, al risarcimento del
danno liquidato in 3.000
euro, al pagamento delle
spese processuali e di 1.800
euro quale rifusione delle
spese di costituzione”.
Su Pense e Maravee di luglio
2002 avevamo pubblicato le
citate notizie tratte dal Gazzettino; ora, per dovere di
cronaca, forniamo ai lettori
l’aggiornamento di questa
lunga battaglia giudiziaria fra
ex Sindaci di Gemona.
l’Amministrazione comunale
doveva dare indicazioni chiare sul tipo di intervento da
attuare; oppure, in mancanza
di idee, poteva invitare gli
stessi professionisti a formulare delle ipotesi (schizzi progettuali) su determinati temi
dichiarati nella lettera di invito (pavimentazione, arredo,…).
L’Amministrazione invece
non ha fatto né l’una né l’altra cosa, lasciando la responsabilità di invito e scelta del
professionista ad una generica lettera inviata da un
funzionario comunale. Se la
procedura da un punto di
vista formale può essere
Raimondo D’Aronco: Progetto per la sistemazione della Piazza del Ferro di Gemona, mercato coperto e padiglione per la
biblioteca comunale, 1909-1910.
anche corretta, da un punto di ziale è per lo meno discutibivista metodologico e sostan- le.
Lionello Patat
LA MUSICA DEI MIEI LUOGHI - GIOVANISSIMI AUTORI DI UN CD
"Aghe, aiar, tiere e fûc… a Glemone"
opo il successo degli spettacoli svoltisi
nelgiugno scorso presso il Glemonensis, il
D
progetto “La musica dei miei luoghi” giunge
a un nuovo traguardo con la pubblicazione del
CD “Aghe, aiar, tiere e fûc… a Glemone”.
Realizzato dall’Associazione Musicologi,
dalla Direzione Didattica di Gemona del Friuli e dalla Scuola Primaria “S. Maria degli
Angeli” e cofinanziato dal gruppo di azione
locale Euroleader, il progetto è consistito in un
laboratorio di educazione al territorio per
mezzo del linguaggio musicale, che ha messo
gli alunni in condizioni di comporre delle vere
e proprie canzoni ispirate al territorio.
Il CD è il frutto di un anno di lavoro da parte
degli alunni delle classi quarte di Piovega e
delle classi quinte di Ospedaletto, che hanno
scritto i testi e le musiche di dieci brani musicali, ispirati ai quattro elementi e alla loro presenza nei luoghi che li circondano, e poi li
hanno cantati in forma corale.
Si comincia con l’aria, percepita subito come
vento a Gemona, paîs di grancj aiarons. Ma il
vento può essere misterioso “come un fantasma” (Il vento è una nuvola rossa) o “un
gigante dispettoso” come nella successiva Il
vento soffia. Segue La canzone delle farfalle,
ispirata all’invasione di insetti che ha colpito
Gemona nel 1476.
Stimolati a riconoscere l’acqua nel proprio
territorio, i ragazzi hanno scritto una Leggenda sull’origine del fiume Tagliamento, nato
dall’amore tra la luna e l’antico ghiacciaio che
occupava l’alto Friuli. Sebbene leggendaria è
invece una storia vera quella del Glemineit, la
cascata che compare a Gemona solo nei periodi di lunghe piogge torrentizie, che ha ispirato una canzone molto melodiosa. L’acqua sta
scomparendo invece nel Lât di Ospedalet che
per questo è stato inserito fra le canzoni che
parlano della terra: in questo caso il testo è
stato ispirato da un’intervista fatta ad alcuni
nonni, a proposito di com’era il lago al tempo
in cui erano bambini. Nella cullante Tramonto all’uscita da scuola i giovani compositori
hanno invece trasposto in musica una sognante descrizione del panorama che appare loro
davanti quando si apprestano a tornare a casa
nelle brevi giornate d’inverno.
L’ultimo dei quattro elementi è il fuoco, ricordato della forma che assume nel periodo natalizio, con i Pignarui e il Nadalin, il grosso
ceppo che brucia “dalla Vigilia di Natale fino
al primo di Carnevale”. Ma il fuoco a Gemona è anche ricordato per l’incendio che,
secondo la leggenda, sarebbe divampato a
causa della Coda del gatto, “che un bambino
aveva acceso per gioco”.
Gli arrangiamenti sono di Lorenzo Tempesti,
che ha curato la parte musicale del laboratorio
didattico ed è anche l’autore della canzone
che chiude il CD, Vieni con me, che “riassume” i quattro elementi. Il CD può essere
richiesto collegandosi al sito dell’Associazione Musicologi, www.musicologi.com e viene
proposto al pubblico al prezzo di soli 5 Euro,
grazie anche al sostegno della Banca di Carnia
e Gemonese – Credito Cooperativo.
L’altro ramo del progetto “La musica dei miei
luoghi”, ha visto protagonisti i ragazzi delle
classi quarta e quinta della Scuola Primaria
“S. Maria degli Angeli”, con la pubblicazione
del DVD “Nonno Tommaso racconta”. Le
composizioni musicali scritte dai bambini
sono la trasposizione in musica di alcune filastrocche scritte da Annamaria De Monte e si
ispirano ai giochi di una volta.
Ass. Culturale Musicologi
ESTATE 2007
12
Bentornato Laboratorio
Europa Nuovomondo, il tema guida
renderá il via il 23 luglio
la 45^ edizione del Laboratorio internazionale della
Comunicazione.
Nato come corso estivo per
stranieri dell’Università Cattolica di Milano, il Laboratorio, giunto in regione nel
1980, si è affermato sempre
più nel mondo come uno dei
principali punti di riferimento per la diffusione della lingua e della cultura italiana.
Ventisei sono i giorni di
intenso lavoro che attendono
i 105 partecipanti, provenienti da trentasei diverse
nazioni e assegnatari di
borsa di studio.
Dopo l’apertura all’estremo
oriente degli ultimi anni con
la consistente partecipazione
di corsisti
provenienti da Cina e Vietnam, e la conferma dell’interesse da parte di studenti iraniani (saranno
cinque al Lab 2007), quest’anno due nuove nazioni
invieranno un loro rappresentante: lo Zambia e l’Afghanistan dove, pur tra innumerevoli difficoltà, è attivo l’
insegnamento di lingua italiana che il Lab incoraggia e
sostiene.
Europa Nuovomondo è il
tema-guida
dell’edizione
2007, intorno a cui ruoteranno le lezioni di docenti delle
più prestigiose università italiane, due importanti convegni di studi e poi seminari,
incontri con personaggi di
spicco della cultura e dello
spettacolo, proiezioni, teatro
e concerti, tutti gratuiti e
aperti a chiunque è interessato.
In primo piano l’impegno
civile, attraverso l’incontro
con chi ha fatto della dedizione a una causa una personale
scelta di vita: il magistrato
Gherardo Colombo e Don
Luigi Ciotti, fondatore del
gruppo Abele e da sempre in
prima linea nella lotta alla
mafia e alla sottocultura che
essa rappresenta. Don Ciotti
e Gherardo Colombo sono
P
attesi a Gemona rispettivamente il 3 e il 15 agosto.
Tra gli appuntamenti piú
significativi anche il convegno dal titolo Umanesimo
digitale dedicato al delicatissimo ruolo dei mezzi d’informazione nell’era dell’informatica e della globalizzazione, cui parteciperanno G.
Carbonetto, M. Pratellesi, V.
Sabadin, E. Chiodi, P. Scandaletti, U. Galimberti e U.
Morelli esponenti dei principali quotidiani nazionali oltre
a Tiziana Ferrario, del TG
Uno Rai (28 luglio, Udine,
Cinema Visionario).
Al tema specifico dell’Europa e del suo difficile cammino di integrazione verrà dedicato un secondo Convegno, il
9 agosto, organizzato in collaborazione con la Casa per
l’Europa.
Ancora qualche giorno di
attesa invece per la proclamazione del XVIII vincitore
del Gamajun International
Award,
premio
Bruno
DeMarchi per la comunicazione, già assegnato, tra gli
altri, a Fabrizio De Andrè,
Renzo Arbore e Mario Monicelli.
Inoltre, due tra i giovani
registi più interessanti del
nuovo panorama cinematografico italiano, Stefano
Incerti e Alessandro Angelini, presenteranno i loro piú
recenti lavori, “L’uomo di
vetro” e “L’aria salata”, vincitore di due David di Donatello. Proiezioni aperte a tutti
il 26 luglio e il 2 agosto al
Teatro Sociale.
E poi ancora teatro con Mai
Love, spettacolo ironico sul
tema della coppia, di Domenico Ferrari e Alessandro
Pozzetti, un reading dello
scrittore triestino Mauro
Covacich, una performance
interattiva di Graffiti e
Street Art di cui, oltre ai corsisti, saranno protagonisti
quattro dei principali esponenti della Street Art italiana
reduci dal successo della
mostra Street
Art Sweet Art
al Padiglione
di Arte Contemporanea di
Milano e infine gran divertimento con il
travolgente
gruppo musi-
cale
dei Phazee, fondato da Faso
di “Elio e le storie tese”.
Un calendario fittissimo per
permettere ai partecipanti al
Lab 2007 di ripartire con un
pieno di
quanto di meglio offre il
nostro panorama artistico e
culturale, e poter diventare a
pieno titolo “ambasciatori”
del nome dell’Italia e del
Friuli nei rispettivi paesi d’origine.
Per convegni, incontri e spettacoli info:
0432 971682
0432 970115
NUOVI APPUNTAMENTI
Agosto medioevale
Agosto Medioevale di Gemona cambia
decisamente volto: “Pane, musica
e…”, è l’evento nell’evento. Rimangono
ovviamente confermate le serate di “Tempus
est Jocundum”, alla ricerca delle radici storiche della nostra città e della magnifica via
Bini. Cuore della manifestazione sarà Piazza
del Ferro, ma saranno interessati anche i più
suggestivi angoli di Gemona specialmente
con la Festa del Pane.
Si svolgerà dall’1 al 12 agosto e avrà inizio
con l’inaugurazione alle ore 19 e la cena propiziatoria in via Bini. Tutti i gemonesi sono
caldamente invitati a partecipare, perché
diventi veramente un incontro della comunità.
Giovedì 2 ci sarà il Palio del Niederlech,
evento ludico-sportivo che s’ispira al privilegio di cui godeva Gemona in epoca medioevale e vissuto in primis dai ragazzi delle borgate;
dal 3 al 5 agosto le serate di “Tempus est
Jocundum”: il tema di quest’anno – “… e ora
accendete lo foco e PAN cocete” – rappresen-
L’
ta un esplicito collegamento alla neonata Festa
del pane. Domenica 5, dalle 7 del mattino fino
a sera il Mercatino delle pulci, degli hobbisti,
del libro usato e il Mercatino medioevale. E
poi la proclamazione della Dama Castellana
2007, lunedì 6, sul sagrato del Duomo e il 7
agosto, in collaborazione con il Laboratorio
internazionale della comunicazione, l’iniziativa “Street art”. Le serate del 7, 8 e 9 agosto
saranno dedicate ad approfondimenti tematici
sul medioevo, nell’ex chiesa di San Michele;
una, in particolare, riguarderà la storia del
castello, i recenti scavi e il suo futuro utilizzo.
“Pane, musica e…”, dal 10 al 12 agosto,
coinvolgerà tutto il centro di Gemona. All’iniziativa partecipano i fornai gemonesi, al lavoro in piazza nella notte dell’ 11 per fornire
pane e brioches caldi a tutti, mentre quelli di
Velden e Laakirchen saranno gli ospiti del
pomeriggio di sabato. Il programma prevede
anche il laboratorio per bambini “Mani in
pasta”, in collaborazione con gli amici
TERRITORIO
13
La rinascita dell'olivicoltura
A cura dell'associazione "Amîs dal Ueli Furlan"
n questi ultimi anni, stiamo assistendo ad un sensibile incremento della superficie olivetata nella nostra
regione, dovuto probabilmente ad un “trend climatologico”
tendenzialmente
favorevole ad una coltura
mediterranea, anche se annate
avverse
potrebbero
comunque rimanere in
agguato (il 1985 non è poi
così lontano), e forse anche
perché il prodotto che otteniamo risulta di qualità decisamente elevata.
A tal proposito vorrei esprimere alcuni concetti.
L’area del gemonese, se in
futuro dovesse affermarsi
con una certa consistenza
tale coltura, risulterebbe la
zona olivicola più a nord
dell’emisfero (per dare un’idea: come latitudine siamo
al livello di Ginevra e in Italia, più a nord di noi, c’è
solo una porzione della provincia di Sondrio e la provincia di Bolzano).
Anche se ricerche storiche
sulla toponomastica rivelano
che almeno due località
gemonesi
deriverebbero
dalla parola “olio”( recenti
studi indicherebbero “Vuèis”
come storpiatura linguistica
I
sloveni. Numerosi, inoltre, gli
appuntamenti musicali in
vari angoli di Gemona tra cui
“I Carmina Burana di Carl
Orff” sul sagrato del Duomo
eseguiti con orchestra e il
coro Egidio Fant di San
Daniele (unico spettacolo su
prenotazione); jazz nel cortile
di palazzo Elti con il Juri Dal
Dan Trio; le cover anni ‘70 in
piazza Garibaldi; un omaggio
ad Astor Piazzolla del Quintetto Porteno; discoteca in
piazzetta Fantoni; musica
etnica friulana degli Arbe
Garbe in San Rocco in collaborazione con il Comitato
borgate del centro storico;
concerto nel parco di via
Dante.
Adriano Venchiarutti
Presidente Pro Glemona
nel corso del tempo di
“ueli”) e quindi di poter supporre che una minima vocazione all’olivicoltura locale
sussistesse in epoca medioevale, oggigiorno dobbiamo
comunque adeguarci all’idea
di essere ubicati in quella
che può definirsi una “sottozona fredda”. Le aree di pianura sono a tutti gli effetti da
considerarsi a rischio, mentre la parte collinare risulta
molto più garante: nella
“zona Duomo” per capirci a
volte si registrano minime
termiche superiori anche di
6°- 7° C rispetto a Campo
Lessi, che raggiunge molto
spesso minime annuali attorno ai -12°C, valore letale per
impianti giovani e comunque per molte varietà.
Un clima fresco però produce anche dei vantaggi: nelle
aree olivicole del nord, infatti, si è constatato che l’olio
prodotto è particolarmente
ricco di acidi grassi insaturi
(in particolare acido oleico)
rispetto a quello prodotto nel
centro- sud.
Tale caratteristica rende
sicuramente l’olio più valido
dal punto di vista dieteticonutrizionale. Anche il contenuto di tocoferoli (precursori
della vitamina E) risulta particolarmente alto (punte di
300 mg./l) rispetto ai valori
medi nazionali (100-150
mg./l). Un punto dolente
invece potrebbe essere rappresentato dalla resa al frantoio, attestata intorno al 1015% a seconda della varietà,
all’ epoca di raccolta, all’an-
nata; ma se consideriamo la
produzione di olio per pianta, siamo quasi in linea con
zone più vocate; in parole
povere produciamo più olive
che però rendono di meno.
Una conseguenza della crescente espansione ed interesse per questa coltura è stata
anche la nascita di un’ associazione di appassionati
della cultura dell’olio extravergine ovviamente di oliva.
Tale iniziativa è stata messa
a punto grazie anche alla
richiesta dell’OLEA, un’associazione di degustatori
esperti professionisti, di
effettuare in ambito regionale una seduta di assaggio
certificata per gli iscritti
locali. Così la neo-nata
Associazione “AMÎS DAL
UELI FURLAN” ha iniziato
a collaborare con l’OLEA
per l’organizzazione di sedute d’assaggio certificate;
oltre a ciò organizza incontri
tecnici con docenti di fama
nazionale, propone stand
espositivi sugli olii locali e
promuove attività di formazione per la conoscenza dell’olio di oliva e delle sue
proprietà nutritive anche
presso le scuole.
Lo scopo principale dell’associazione è il coinvolgimento degli
appassionati,
degli agricoltori,
degli
operatori dei
servizi
in
genere, in particolare delle
scuole e, per-
ché no, anche dei rappresentanti della pubblica amministrazione, per una diffusa
informazione in materia di
olivicoltura, in particolare
per quanto riguarda la zona
collinare. Ricordo che alla
rassegna regionale degli olii,
tenutosi a Buttrio, nell’ultimo triennio, gli olii prodotti
nella nostra area hanno rappresentato egregiamente la
zona, rispetto agli altri concorrenti regionali (nel 2006,
primo, secondo e terzo
posto).
Nel programma dell’associazione c’è l’intenzione di
effettuare incontri altamente
tecnici con la partecipazione
di relatori di importanza
nazionale nel campo dell’olivicoltura e di richiedere
anche la partecipazione e la
disponibilità delle amministrazioni comunali locali.
L’associazione attualmente
opera con propri fondi o in
collaborazione con altre
associazioni o amministrazioni comunali ed è disponibile ad offrire le proprie
competenze per la realizzazione degli scopi per cui si è
costituita.
Zamolo Pierantonio
presidente associazione
“Amîs dal Ueli Furlan”
AMNESTY INTERNATIONAL
14
Tibet il fuoco sotto la neve
A Gemona la voce di un monaco buddista tibetano sopravvisuto a 33 anni di torture e prigionia nel Tibet occupato dai cinesi
Il sigillo della legge su di un documento
non rende veritiera una testimonianza.
E’ meglio suggellare il proprio cuore
con il segno della verità e della giustizia.
(canzone tibetana, Tshangyang Gyatsho, 1683-1706)
d è quello che Palden
Gyatso, monaco buddista
tibetano sopravvissuto a 33
anni di orrore, tortura e prigionia nel Tibet occupato
dalla Repubblica Popolare
Cinese, ha deciso di fare
testimoniado al mondo quanto era successo a lui e a
migliaia di altri tibetani colpevoli unicamente di chiedere agli occupanti cinesi l’indipendenza del loro paese.
Un uomo di grande umanità,
con uno sguardo vivo e un
grande carisma che quando
parla trasmette ai suoi ascoltatori serenità e pace nonostante le cose terribili che
racconta.
Di lui Francisca Van
Holthoon, che lo ha intervistato nel dicembre del 1993,
dice: “..Ci sono volute più di
20 ore perché Palden mi raccontasse la storia della sua
vita. Ero bloccata sulla mia
sedia a sentire questo monaco tutto pelle e ossa, senza
denti e con gli occhi brillanti.
Le sue parole mi hanno ispirata piuttosto che depressa”.
Una domanda ricorrente
rivoltagli negli incontri avuti
nelle scuole superiori di
Gemona e Tolmezzo durante
la settimana di permanenza a
Gemona ed anche nella serata in Salcons è: “come ha
fatto a sopravvivere a 33 anni
di carcere e lavori forzati e se
non prova odio per i suoi carcerieri”.
La sua risposta è stata che
molto lo aveva aiutato la sua
fede e che comunque era
sempre stata forte in lui la
voglia di far conoscere al
mondo il dramma del suo
paese. Quanto all’odio ha
detto di non provare nessun
sentimento di vendetta nei
confronti dei suoi carcerieri,
anche gli ufficiali, perché
sapeva che ubbidivano sola-
E
mente a degli ordini e di non
avere risentimento nemmeno
per il popolo cinese perché
anche lui patisce.
Tutti coloro che lo hanno
avvicinato in questi 7 giorni,
sia in pubblico che in privato,
sono rimasti contagiati dalla
sua serenità, dalla nobiltà del
suo animo e dalle parole
augurali che rivolgeva loro.
Uno sguardo vivo e brillante
e un tono di voce che non ha
traccia di odio o risentimento
anche quando racconta i
momenti più duri della sua
vicenda. Una compagnia, la
sua, che trasmette pace e
serenità
La sua vicenda è comune a
quella di migliaia di altri
detenuti che, in Tibet o in
Cina, hanno vissuto e vivono
ancor oggi la stessa esperienza. E questo è un pensiero
ricorrente per Palden, un pen-
foto Ricart Urban
siero che lo spinge ancor
oggi, a 76 anni, a testimoniare il dramma del popolo
Tibetano.
Con la sua forte testimonianza ci ha lasciato questo messaggio: “Io sono molto grato
ad Amnesty, ed in particolare
alla Sezione Italiana, perché
è grazie a voi che io sono
ancora vivo. Voi proseguite
l’opera di Cristo e di
Buddha, perché lottate per
liberare gli altri dalla sofferenza.
alden Gyatso è nato a Panam, nel distretto di Gyantse (Tibet) nel 1931.
P
All’età di 10 anni Palden divenne monaco a
Gadrong Gompa, Shingatse. Studiò per 6
anni poi si trasferì al monastero di Drepung,
vicino a Lhasa.
Il suo calvario inizia nel 1959 quando viene
arrestato una prima volta. Ammanettato,
interrogato e bastonato, viene giudicato “reazionario” e condannato a 7 anni di carcere.
Nel 1962 cerca di evadere ma viene catturato con altri 6 amici a pochi chilometri dalla
frontiera con il Bhutan. La punizione per il
Ora io sto bene ma non posso
fare a meno di pensare, ogni
volta che mangio, a tutti i
miei compagni che sono
ancora in carcere e che non
hanno da mangiare a sufficienza, e mi viene sempre da
piangere quando penso che
devono ancora subire i maltrattamenti e la tortura che vi
ho descritto.
Quindi vi prego di non
abbandonare queste persone
che hanno molto bisogno del
vostro aiuto”.
tentativo di fuga fu molto severa. La condanna gli fu aumentata di altri 8 anni.
Nel 1975 terminò di scontare la condanna.
Fu “rilasciato” e mandato in un campo di
lavoro a circa 15 miglia da Lhasa. Le condizioni in questo campo erano dure quasi quanto quelle in carcere.
Nell’agosto del 1983 fu arrestato nuovamente mentre si trovava nel monastero di Drepung dove si era recato dopo aver avuto una
licenza di tre mesi dal campo di lavoro.
Da allora fu spostato in varie carceri dove
rimase per altri 9 anni fino al giorno del suo
rilascio avvenuto il 25 agosto 1992.
Amnesty International ha seguito il suo
caso dal 1983. Dal 1985, quando il Segretariato Internazionale lo affida alla Sezione Italiana, il suo caso è preso in carico dal gruppo
ITA 75 di Udine, con il quale ha collaborato
anche il gruppo di Gemona, fino al suo rilascio.
La sua vicenda è raccontata nel libro: “Tibet,
il fuoco sotto la neve. La voce di un monaco perseguitato”. Sperling e Kupfer Editori.
euro 9,20. Il libro può essere ordinato al
gruppo di Gemona di Amnesty International
al n° di tel. 0432-974179.
foto Bruno Londero (Gr.Fotografico Gemonese)
CINA
15
Pechino è...la sede delle Olimpiadi
Continua il reportage di una nostra gemonese
Pechino è di nuovo estate... la stagione peggiore, la stagione in cui il cielo
è sempre grigio e l’aria
diventa una sostanza appiccicosa che si incolla alla
pelle.
Quest’anno, però, si tratta di
un’estate particolare, si avvicina l’08.08.07 giorno in cui
finalmente i grandi tabelloni
del conto alla rovescia sparsi
in giro per la città segneranno 365 giorni all’08.08.08,
l’attesissimo giorno della
cerimonia inaugurale delle
Olimpiadi.
La città è sempre più in fermento.... L’eccitazione si
tocca con mano ovunque, nei
negozi, sulle strade, tra la
gente; la senti, la respiri e ti
contagia. Le impalcature sui
nuovi palazzi costruiti apposta per la grande occasione
cominciano a sparire, sostituite dai nastri inaugurali.
Come funghi compaiono in
tutti gli angoli più cruciali
della città i cartelloni con gli
slogan dedicati alle Olimpiadi. “Un solo mondo, un solo
sogno”, “Olimpiadi verdi,
Olimpiadi
dell’umanità,
Olimpiadi tecnologiche”,
“Diamo il benvenuto alle
Olimpiadi, promuoviamo la
civiltà e lavoriamo per creare una situazione ambientale
favorevole” sono i tre motti
più diffusi e descrivono gli
obiettivi che la città di
Pechino si è prefissata di
raggiungere per il 2008: promuovere il principio dello
sviluppo sostenibile, celebrare la forza della nazione
che sta costruendo “il palco”
con i più avanzati livelli di
tecnologia, dichiarare che
questa Olimpiade avrà al
centro l’uomo e il dialogo tra
culture diverse.
Le cinque mascotte Bei,
Jing, Huan, Ying e Ni, sono
magicamente comparse in
ogni forma e dimensione dai peluche ai portachiavi,
alle figurine etc. - dentro i
taxi, sugli autobus, sulle
A
magliette della gente, sui teli
dei venditori ambulanti stesi
per terra all’uscita delle fermate della metropolitana e
presto la Beijing Tv manderà
in onda un’intera serie di
cartoni animati che le vedrà
protagoniste. Ogni giorno ci
sono iniziative e attività
volte a preparare l’opinione
pubblica
all’attesissimo
evento, come ad esempio il
“giorno della fila” ogni 11
del mese (è stato scelto l’11
perchè ricorda due omini in
fila), i corsi per sorridere
come gli occidentali, la
richiesta di studiare l’inglese, la grande campagna di
arruolamento dei Volontari
delle Olimpiadi...
La gente è fiduciosa, irremovibile. Ho provato a chiedere
per la strada se non è un po’
straniante tutto questo correre in direzione dell’Occidente, la risposta è sempre la
stessa: no, perchè c’è lo sviluppo economico e le condizioni di vita stanno miglio-
rando.
Pechino adesso sembra una
città che affronta una corsa
ad ostacoli facendo finta che
gli ostacoli non ci siano; è
sicura di sé, e non ha paura
di niente e nessuno. Pechino,
nell’agosto 2008, a detta di
tanti, sarà la città più bella
del mondo... Io ne dubito,
ma qui me lo fanno credere
tutti i giorni.
Giada Messetti
www.piumetta.splinder.com
Le cinque mascotte delle Olimpiadi
e cinque Mascotte delle Olimpiadi sono
nate nel 2005. Sembrano solo cinque
simpatici disegnini, in realtà riassumono gli
ideali di queste Olimpiadi e contengono infiniti rimandi alla cultura tradizionale cinese.
Si chiamano Bei, Jing, Huan, Ying e Ni e i
loro nomi messi uno in seguito all’altro
hanno lo stesso suono di Beijing huanying
ni, ovvero “Pechino ti dà il benvenuto”.
Ognuna di esse presenta le caratteristiche di
uno degli animali simbolo della Cina: il
pesce, il panda, l’antilope tibetana e la rondine.
L
Bei Bei: Nella cultura
tradizionale cinese il
pesce e l’acqua sono
simbolo di prosperità,
quindi BeiBei è colei che
porta la prosperità. Gli
ornamenti del suo copricapo sono ispirati ad
antiche pitture. È forte
negli sport d’acqua e simboleggia il cerchio
Olimpico Blu.
Jing Jing è un panda
incantevolmente ingenuo
che ovunque vada porta
gioia e allegria alle persone. Poiché viene dalla
foresta, è il simbolo dell’armoniosa convivenza
tra l’uomo e la natura. È
leale, ottimista e pieno di
energia. È un atleta noto per la sua forza e
rappresenta l’anello nero dei cinque cerchi
olimpici.
Huan Huan è il fratello maggiore. È un
figlio del fuoco, simboleggia la torcia olimpica e la passione per lo sport. Sta al centro
delle 5 mascotte perchè è il cuore dello spi-
rito Olimpico. Nonostante spinga a correre più
forte e saltare più in alto,
riesce ad essere gentile e
disponibile. Ogni volta
che il suo fuoco si accende, si possono percepire
il caldo invito alle Olimpiadi del 2008 e la benedizione del popolo cinese. Il disegno del
fuoco sul suo copricapo è una stilizzazione
delle pitture murarie della grotte di
Dunhuang. È gioviale ed entusiasta. Bravissimo negli sport in cui si utilizza la palla,
rappresenta l’anello rosso dei cinque cerchi
olimpici.
Ying Ying è un’antilope
tibetana intelligente e
capace di correre veloce
come il vento, arriva
dalla parte occidentale
della Cina e porta in tutto
il mondo l’augurio di
godere di buona salute.
Sul suo copricapo è
ripreso lo stile delle
decorazioni tipiche delle verdi praterie del
Tibet e della regione dello Xinjiang. È agilissima e impareggiabile nelle gare di atletica. Rappresenta l’anello giallo dei cinque
cerchi olimpici.
Ni Ni è una rondine (in
cinese yan) che viene dal
cielo. Il suo disegno si
ispira a quello dell’aquilone della rondine del
deserto tipico della città
di Pechino. L’ideogramma yan è anche il primo
carattere della parola.
GIOVANI ARTISTI
16
Sempre e solo writing
Per Elia Venturini essere un writer significa vivere in positivo, mettendosi a confronto con gli altri
eredità artistica: ha un padre con dei pezzi sui
che si chiama Carlo Ventu- siti www.aerosorini e uno prozio che di lart.it
e
no Il Nuovo dal titolo Fur- nome fa Ercole Casolo! www.hiphop.it, il
lan graffiti, nel quale Quindi fin dalla nascita in che lo entusiasma
“…alcuni writers friulani casa respira aria di arte e e lo stimola ad
raccontano la loro forma di cultura: in giro ci sono pen- impegnarsi semespressione artistica ai con- nelli e tele, bozzetti e colo- pre di più e al
fini tra legalità e illegalità.” ri. Il destino è segnato e le meglio. Il suo
E’ bene ricordare che il wri- capacità ci sono. Elia ha primo tag, la sua
ting, quello vero, quello conseguito il diploma supe- “firma”,
era
puro, quello “storico”, riore presso l’Istituto Stata- SHOCK, poi camrimane comunque una prati- le d’Arte “G. Sello” di biato ed addolcito
ca illegale, visto che l’arti- Udine nella sezione di in SHOE, mentre
colo 733 del codice penale architettura ed arredo. Ora la firma della
prevede l’arresto e un’am- sta frequentando il secondo crew, del gruppo,
menda per il reato di detur- anno del corso di Scienza è TBC (To Be
della Continued). Perpamento di monumenti a dell’Architettura
carattere storico-artistico, Facoltà d’Ingegneria del- ché questi nomi?
ma c’è chi ha scelto la lega- l’Università di Udine. Il suo Non c’è un perché
lità, facendo le dovute sogno professionale è lavo- vero e proprio; si tratta solo
richieste scritte in Comune. rare nel settore del design, di una certa sintonia di
Elia Venturini è tra quei ma intanto, oltre a studiare, forme, di originalità, di uniwriters che hanno scelto svolge anche qualche lavo- cità. Quelle quattro lettere
proprio la legalità, assieme ro stagionale alternato ad vengono girate e voltate,
al suo amico e compagno di incarichi di grafica pubbli- contorte, schiacciate, tirate,
crew Francesco Patat, di cui citaria e di web design.
insomma elaborate in tal
P&M ha già ampiamente Ha iniziato a “writare” nel modo da non essere neanparlato in questa stessa 2002 aderendo al corso spe- che più leggibili, ma prorubrica nel n°58 dell’otto- cifico, organizzato a Gemo- prio qui sta la bravura del
bre 2006. Nello stesso na dall’A.S.S. n°3 Alto writer. Ma se inizialmente
numero è stata anche tratta- Friuli e dalla Cooperativa Elia si concentrava sopratta la storia di questo movi- Sociale Aracon, nell’ambito tutto proprio sul tag e la sua
mento artistico, con le spie- dei progetti di aggregazione concezione, ora il suo stugazioni di alcuni termini, giovanile C’Entro e Viavai. dio si focalizza quasi comusati comunemente nello A questo corso ha conosciu- pletamente sull’ambientato anche Francesco. Da qui zione che circonda il tag.
slang dei writers.
Elia è nato a Gemona nel- ha iniziato un percorso, che Diventano un tutt’uno unico
l’ottobre del 1986 e abita in oggi lo sta portando a tene- ed inscindibile, dipendenti
tal Borc di Sot, in Centro, re lui stesso dei corsi di wri- l’uno dall’altro. E’ tale la
“… io, a Gemona, ci vivo ting e della sua storia e ad ricerca di luci e ombre, ottebene: non mi manca nulla”. essere riconosciuto a livello nute con gli accorgimenti
Ha sulle spalle una pesante nazionale, essendo presente più ingegnosi dell’uso della
shoe41 – Pieris 2007 nell’ambito della manifestazione “Insieme per l’Isonzo”
scorso è uscito
bell’articolo di Sandro
ILanolun4 maggio
sul settimanale friula-
bomboletta spray, che tutto
sembra prenda vita, si
muova in un vortice di lettere colorate in 3D. Lamenta
di aver acquisito dai suoi
studi all’Istituto d’Arte
troppa rigidità accademica,
anche se quegli anni gli
sono serviti ad avere una
maggior prospettiva e una
mano sciolta sul piano figurativo.
I suoi pezzi sono una storia
narrata sul muro, non sono
mai provocatori “… la trasgressione non ha più senso
al giorno d’oggi, non siamo
a New York negli anni ’70.
E’ più importante il confronto, la ricerca di uno
stile. Non tollero gli imbrattatori, coloro che scrivono
il loro tag ovunque, anche
su case private, e pure
male.” S’ispira molto alla
natura, una natura particolarmente colorata, vivacemente esuberante e dai toni
quasi burleschi, mai insidiosa e minacciosa, anzi gli
animali sembrano quasi
tratti da un libro illustrato
(vedi immagine a lato). Predilige l’uso delle tinte
verde, blu e viola, semplicemente perché ci trova una
piacevole armonia d’insieme. C’è una forte vena ironica e caricaturale in
GIOVANI ARTISTI
17
molti dei personaggi, protagonisti dei suoi pezzi.
Gli ho chiesto come mai
non passa al pennello e alla
tela, mi ha risposto: “… la
tela è un limite, manca quel
senso di spazio infinito che
dà il muro, e dal pennello
non esce ciò che effettivamente voglio e cioè sfumature, omogeneità e velocità… e poi andrei troppo
vicino a ciò che fa mio
padre!”. In qualche pezzo
c’è un qualcosa di “venturiniano”: certi segni, quell’azzurro particolare dei
cieli, l’uso delle stoffe, quel
realismo irreale. Le affinità
al padre non lo infastidiscono, anzi lo inorgogliscono.
Qualche esperimento su tela
è stato fatto: l’uso della
bomboletta spray su un supporto di piccole dimensioni,
adoperando particolari tappi
erogatori, cercando di ottenere così segni molto sottili.
Il “laboratorio” di Elia è il
parcheggio multipiani di
Piazza del Ferro; qui è presente buona parte della sua
produzione da solo e con la
crew, ma viene anche il
momento di cambiare, di
dimostrare agli altri un
nuovo stile, nuove idee, i
cambiamenti e i progressi e
quindi si dà una mano di
bianco e si ricomincia a
“writare”. Proprio per questo diventa fondamentale la
fotografia, indispensabile
per documentare un pezzo,
ormai superato e vissuto,
prima che passi quella
mano di bianco, quasi come
una gomma gigante. Altri
siti gemonesi dove si possono ammirare le sue opere
sono: l’Istituto Tecnico Statale Commerciale “G. Marchetti”, lo Stadio Comunale
“D. Simonetti” e il Parco di
Via Dante. Commissioni,
commissioni e ancora commissioni… Marco Candolini scrisse una lettera a tal
proposito, pubblicata nel
P&M n°59 (dic. 2006), che
si concludeva così “I nostri
sogni e soprattutto i sogni
dei nostri ragazzi sono la
speranza del futuro, non
imbrigliamoli nemmeno in
un successo misurato dalla
lunghezza della fila dei
committenti”. Io penso che
solo se una persona, giovane o meno giovane poco
importa, ha talento, è originale in quello che fa, crede
in quello che fa, sa trasmettere emozioni attraverso le
sue opere, solo e soltanto
allora la fila dei committenti si allunga, senza avere
l’intenzione di imbrigliare
nessuno, ma semplicemente
per dimostrare così il proprio apprezzamento.
I primi di giugno si è tenuta
al Parco di Via Dante l’hip
hop jam “Elementi sotterranei…in superficie”, organizzata dall’Associazione
Sportiva Ricreativa
“Bravi
Ragazzi” (il cui
Presidente è Sergio Gollino), con
la partecipazione
di diversi writers
(vedi immagine
sotto), che hanno
realizzato pezzi
sul tema La foresta
incantata:
invito caldamente i lettori a farci
un giro, merita!
L’iniziativa ha
avuto buon esito
nonostante
la
pioggia e le notevoli difficoltà organizzative, che questi ragazzi hanno
dovuto affrontare per ritardi
burocratici e il rilascio dei
permessi non particolarmente chiari…
Elia si sta cimentando altresì nella scultura lignea, ma
anche con gli scalpelli il suo
lavoro concerne solo e soltanto la rielaborazione del
suo tag. Gli dico: “Ma non
ti stacchi proprio mai dal
tuo tag?!”, mi risponde:
“Per il momento no, perché
adesso che l’ho trovato, non
lo mollo. Per ora c’è solo il
writing!”.
Per contattare Elia Venturini [email protected] e per
visitare il suo sito Internet
www.sh-art.it
Maria Copetti
MOSTRE E CONCORSI
“Mostra permanente” nei siti
già citati a Gemona e su
muri dei Comuni di: Udine
(Parco “Ardito Desio”), Tricesimo (Scuola per l’Infanzia “Costantini Astaldi”),
Tarcento, Monfalcone e
presso la vicina località di
Pieris (GO) (opere realizzate nel contesto di JAM,
all’insegna dell’hip hop)
2006 9° concorso extempore
di pittura “Gemona: ricostruzione e memoria” - Comitato
Borgate del Centro Storico,
Galleria d’Arte Babele, Pro
Glemona 1° premio assoluto.
2005 Concorso extempore
tra gli allievi dell’Istituto
Statale d’Arte “G. Sello” –
segnalazione tra i primi 10
classificati
2004 7° concorso extempore
di pittura “Gemona oltre le
pietre” – Comitato Borgate
del Centro Storico, Galleria
d’Arte Babele, Pro Glemona
1° premio categoria under
18 (vedi immagine sopra)
2002 5° Concorso extempore di pittura “Una pennellata
color Gemona” - Comitato
Borgate del Centro Storico,
Galleria d’Arte Babele, Pro
Glemona – 3° premio categoria giovani.
2000 3° Concorso extempore di pittura “Folletti a spasso nel Centro Storico” Comitato Borgate del Centro
Storico.
LUNARI: L’AUTORE
18
Le poesie giovanili di Mauro Vale
Cultura e politica: una vita all'insegna della civiltà friulana in tutte le sue espressioni
i è capitato in diverse
occasioni di ascoltare
Mauro Vale raccontare
Gemona, la sua gente e la
sua storia, e ogni volta sono
rimasta rapita dalla sua
profonda conoscenza, dalla
meticolosità del suo narrare
fatti e aneddoti e dal suo
modo di esporre appassionato, dettato dall’amore per le
proprie origini, per Gemona
e il Friuli. Sì, conoscevo
Mauro Vale saggista, articolista, pure dilettante artista
… ma da poco l’ho scoperto
anche poeta.
Egli nasce a Gemona il 16
gennaio 1945 da mamma
Giovannina Londero dei
Pieris Grancj di Piovega e
da papà Pietro dei Feragins
dal Borc dal Puint, entrambi
di famiglie profondamente
cattoliche, visto che fratello
della madre è mons. Pietro
Londero Pieri Piçul, mentre
fratello del padre è don Giorgio Vale: due figure importanti nella vita di Mauro,
soprattutto Pre Pieri, che in
qualche modo gli ha trasmesso la passione per la
storia e per l’arte.
Ha frequentato il Liceo Classico “J. Stellini” di Udine.
Già allora scriveva in pubblicazioni studentesche di
stampo cattolico, come
l’Oggi Studenti. Si è poi
iscritto alla facoltà di lettere
dell’Università di Trieste,
ma a pochi esami dalla fine
M
ha mollato gli studi. Inizia
quindi a lavorare prima presso la Snaidero S.p.A., curandone il notiziario interno e i
testi pubblicitari, poi presso
la Ferriere Nord S.p.A.,
come responsabile della
comunicazione aziendale.
Nel 1983 fonda la RASTER,
agenzia di comunicazione,
dalla carta stampata al video,
con risvolti anche editoriali.
In Mauro Vale c’è anche
l’uomo politico, quale rappresentante del Movimento
Friuli nel Consiglio Comunale di Gemona, tra il 1970 e
1995 per più mandati, e nel
Consiglio Provinciale dal
1990 al 1995. Anche nell’ambito politico è sempre
rimasto comunque coerente
e fedele a quella che è la tradizione culturale, storica e
linguistica friulana.
Fa parte da diversi anni della
Fabbriceria del Duomo di
Gemona e dal 2005 è Direttore Responsabile del Bollettino Parrocchiale “Voce
Amica”.
Dal febbraio 2002 è Presidente del Comitato “Il San
Giovanni dell’Amalteo”,
sorto per sensibilizzare enti
pubblici e cittadini alla
necessità di ricostruire l’edificio che, fino al 6 maggio
1976, era la Chiesa di San
Giovanni.
Ha scritto numerosi saggi su
Gemona, contenuti in importanti pubblicazioni, ed ha
collaborato anche con le
riviste Nuove, Majano
Nuova e nei Numeri Unici di
Osoppo e di Pozzuolo del
Friuli. Appassionato di fotografia ha pubblicato il libro
fotografico, appunto, Glemone, torne su (Raster 2001)
in occasione del 25° Anniversario del Terremoto. Nel
2004 ha curato la raccolta di
100 anni di storia e attività
della Pro Glemona in Pro
Glemona cent’anni d’iniziative (libro e video).
Si è dilettato anche nell’arte
pittorica con aspre critiche e di pubblicarle sul foglio
utili suggerimenti del padre, mensile Int Furlane (uscito
che aveva frequentato la fino alla metà degli anni
Scuola d’Arti e Mestieri di ’80), collaborando tuttavia
Gemona nella sezione Pitto- anche con Scune Furlane.
ri/Decoratori; ultimamente Da lì poi si costituirà il grupha trovato maggiori soddi- po di giovani - oltre a Mauro
sfazioni e consensi in opere Vale, anche Giannino Angeeseguite a china e nella rea- li, Tarcisio Venuti e Galliano
Zof - le cui poesie daranno
lizzazione di incisioni.
Dal 1970 è sposato con la vita all’antologia Un caranprof. Mara Maria Marin, con tan di puisie, uscita nel 1966
cui ha avuto tre figli: Man- a cura del Circolo Culturale
“A. Manzoni” di Codroipo.
fredi, Mattia e Ginevra.
Per parlare di Mauro Vale Nel 1967 esce invece La cjapoeta occorre fare una pre- rande (ed. La Nuova Base –
messa. Nel 1952 don Dome- UD), che raggruppa le lirinico Zannier dà vita alla che di 22 poeti. L’introduScuele Libare Furlane, isti- zione è di Carlo Sgorlon. Si
tuzione sorta per diffondere tratta di un nuovo modo di
l’insegnamento della lingua concepire la poesia friulana,
e della cultura friulana. Da non più così fortemente
essa nascono due giornali legata al folclore, alla villotcon gli stessi obiettivi: Scune ta, bensì una poesia dei senFurlane, diretto da don timenti, della vita, delle
che
rimane
Domenico Zannier e Int Fur- emozioni,
lane, fondato nel 1962 e comunque salda alla tradidiretto da Pre Checo Place- zione e soprattutto alla linrean, Pieri Piçul e Etelredo gua friulana, nell’uso
Pascolo.
Mauro inizia a scri- CUN TE
vere poesie al liceo e
grazie alla cono- L’odôr di plois lontanis
scenza con don al slache fin tai vôi une pegre fumate
Francesco Placerea- e ’l scûr, cence rivuart, al sgjavele
ni, che è stato suo la sere.
insegnante di reli- Anin, amôr,
gione, e al suo lega- come che no sintissin lis peraulis
me di parentela con dal timp
mons. Pietro Londe- e come che no viodessin
ro ha l’opportunità lì ch’a muerin i siums.
E i pojarin tal scûr
Pre Checo Placerean une piçule lum,
e pre Pieri Piçul in
usgnot ch’a no son stelis.
Cuarnan
19
LUNARI: L’AUTORE
La chiesetta di Sant'Agnese - 2004 (disegno virtuale stampato a getto d'inchiostro con ritocchi a mano)
addirittura delle parlate locali, quale “…risposta di questi
giovani all’avanzata del
rullo compressore della
civiltà di massa, che tutto
travolge, tutto livella e tutto
restituisce sbiadito, standardizzato,
insignificante.
(Sgorlon)”.
Le poesie di Mauro Vale
sono
prevalentemente
ambientate la sera o di notte,
“…perché essa significa
quiete, attenuazione elegiaca della vita, raccoglimento… (Sgorlon)”, in una stagione generalmente invernale “… per la chiarezza dei
suoi colori, nelle giornate di
sole, e perché il freddo invita alla vita intima, raccolta,
degli interni domestici, dove
arde la fiamma che scalda i
cuori e consola solitudini e
amarezze. (Sgorlon)”. Il
paesaggio è solitamente
quello montano, s’intuisce
la costante presenza dei
monti gemonesi: quella
frange di mons è lì, si sente,
si vede, ma solo due poesie,
almeno fra quelle edite,
sono dedicate e intitolate a
Gemona: Glemone e Sante
Gneis di Mont. Ma ecco che,
proprio in questa occasione,
Mauro Vale concede ai letto-
GLEMONE
Il fum
svolete planc
tal cîl zà scûr
di ploe
e jenfri lis veradis
scuindudis
dai rosons.
ri di P&M l’opportunità di
leggere i versi di una terza
poesia dedicata a Gemona,
scritta nel maggio 1977, del
tutto inedita fino ad oggi,
intitolata Pai muarts e par
Glemone.
E’ viva la presenza della
natura tra alberi e fiori, stecs
e fueis, e dei suoi abitanti più
piccoli, grîs e liseltris, ma
soprattutto del volo libero
degli uccelli. Il cîl, quel cielo
immenso, azzurro o carico di
nubi, illuminato dal sole o
puntellato dalle stelle, è desiderio di libertà nello spazio
infinito. I colori sono importanti per Mauro: sono vita!
Le sue poesie sono spesso
parole e pensieri non detti
alla madre, al fratello minore, ma soprattutto alla donna
amata; scrive Sgorlon:
“Mauro Vale piace quando
compone liriche d’amore,
delicate, malinconiche, non
prive di lacrime, ma anche
scattanti e giovanili. Le sue
poesie sono spesso un colloquio, ma il suo ascoltatore
ideale è sempre una ragazza… non vuol sentire né le
tristi parole del tempo che
passa, né vedere dove muovono i sogni: vuole prolungare l’incanto del sentimento, anche se conosce la precarietà
della
felicità
umana.” La donna è la musa
ispiratrice di molte sue poesie: desiderata con ardore tra
deiz c’a s’ingredein, a volte
persa, a volte ritrovata, tra
giochi di voi, lavris e mans.
La religione è celebrata
come uno scandire delle stagioni, quella religiosità semplice dei ricordi, della tradizione, quella dai madins e
das rogazions.
Molte antologie di poesia
friulana contengono opere di
Mauro Vale. In seguito ha
continuato a scrivere, ma
con minore assiduità e più
PAI MUARTS E PAR GLEMONE
Vessio almancul cjantât dutis lis placis
e lis rivis di clap e lis andronis.
Vessio almancul sunât dutis lis glesiis
e i palaçs e lis cjasis.
Vessio almancul sintût dute chê int
che no si è plui insumiade
da dolce avemarie di maj,
ancje dopo tornadis lis stelis.
Mauro Vale (inedita)
per un piacere privato e personale.
Peraulis, vôs, lagrimis,
ricuarz e siums: ecco le
parole chiavi della poesia di
Mauro Vale, una poesia, che
lui stesso definisce semiromantica, per quella dosata
malinconia, per quella delicata riflessione intimistica,
perché ogni verso corrisponde ad una emozione.
Maria Copetti
SANTE GNEIS DI MONT
E 'l stec al trime
lì che prim
'l ere un ucel.
Il mûr dongje das stalis
'l e' di un vert di cîl
lì che 'ne volte
ere 'ne paline
rosse
e i cjamins
sore dai cops
son distudâz
e neris di cjalim
come la gnot
cuanche al semèe
di viodi
un'altre volte
lis muinis
saltâ - fûr
tant che la buere
a' nice la cjampane.
Al pâr
ch'a' prein rosaris,
vie pa gnot,
lis muinis;
e l'aiar sclâf
al cjante
vie pas cìsis
nîz di liseltris
rossis
e i grîs fevelin,
vie pa gnot
po' staj daûr da glesie
tal neri cîl di jerbe
cence stelis.
Farmacia “Antonelli”
dr. Franco Santi
P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053
Gemona del Friuli (Ud)
Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria
20
LUOGHI
Par tornâ a fâ-su la glesie di sant'Ane
Per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria la Bella
(per i gemonesi Sant'Anna)
olo una campana sostenuta da un traliccio di
ferro arrugginito rimane sul
sito dove sorgeva la chiesa di
Santa Maria la Bella, a metà
strada sul viale alberato che
da Gemona porta a Maniaglia e Montenars. La chiesa
vanta una lunga storia documentata fin dal XIII secolo e
interessanti testimonianze di
essa sono conservate negli
archivi parrocchiale e comunale. Distrutta dai terremoti
del 1348 e del 1511 e riedificata, di nuovo distrutta dal
sisma del 1976, ora attende
di essere ricostruita per la
terza volta.
Un’ iniziativa in questo
senso è stata promossa nel
2006 da alcune gemonesi
che si sono fatte portavoce di
un desiderio molto sentito;
infatti in breve tempo sono
state raccolte alcune centinaia di firme di adesione e la
raccolta continua.
S
La chiesa, dedicata a Santa
Maria la Bella, era devozionale meta delle partorienti
che vi si recavano per invocare la protezione della Vergine e di sant’Anna, cui era
dedicato un altare con
un’importante tela di Vincenzo Lugaro datata 1621,
attualmente visibile nel
duomo di Gemona. Costruita
ad aula rettangolare, con il
lato più lungo delimitava la
strada ed era dotata di un
portico quadrangolare che si
apriva con i suoi archi a tutto
sesto come un balcone verso
il panorama di Gemona e la
pianura sottostante.
Ai fini di una riedificazione
della chiesa e prima di ogni
intervento, poiché le sovrastanti pendici del monte
Cuarnan sono soggette a vincolo geologico, sono stati
fatti i primi passi per la
messa in sicurezza del luogo.
Inoltre, su suggerimento
della Sovrintendenza ai beni
culturali e in collaborazione
con l’associazione storicoarcheologico-culturale
“Valentino Ostermann” di
Gemona, si intende procedere ad una indagine sul sito
per accertare preesistenze
archeologiche e procedere
all’eventuale recupero di
elementi lapidei.
La ricostruzione della chiesa
potrebbe anche completare
un piacevole e interessante
Sant’Anna il 7 maggio 1976 - foto di Alessandro Urbani
Cartolina della Chiesa di Sant’Anna con foto di Bierti
percorso storico-paesaggistico fuori le mura di Gemona:
dal Duomo al lavatoio seicentesco ai piedi del Glemine e alla fontana di Silans in
Godo, quindi, per il sentiero
storico, alla fontane dal Turc
e alla chiesa di Sant’Anna.
Un percorso nel verde e nel
silenzio fino ad un luogo la
cui suggestione deriva anche
da una vitalità plurisecolare
strettamente legata alla religiosità popolare.
Per saperne di più:
V. BALDISSERA, Da
Gemona a Venzone, Gemona
1891
G. MARCHETTI, Le chie-
Iob Silvano & C.
Gemona del Friuli
sette votive del Friuli, Udine
1972
G. CLONFERO, Gemona
del Friuli – Guida storico
artistica, Udine 1994
T. VENUTI, Gleseutis, Sants
e Madonis, in Glemone,
S.F.F., Udine 2001.
M. L. DELENDI, A proposito di Santa Maria Formosa
detta La Bella di Gemona, in
“Sot la Nape”, 2004, n. 1
(febbr.)
Referenti per l’iniziativa:
Annamaria Contessi, via
Sottocastello, 3 – tel. 0432
983 369
Maria Ursella, via Pravarons, 14 – tel. 0432 980 375
21
METEOROLOGIA
Aprile da record, mai così caldo
opo l'inverno più caldo
degli ultimi 70 anni, la
primavera non è stata da
meno: le temperature massime del periodo sono state
molto più alte della media:
+ 4,6°. In aprile, poi, le temperature massime hanno
registrato una media di 24°:
7° più della media degli ulti-
D
35
mi 70 anni e ben +3,5°
rispetto all'aprile del 1946,
record precedente. In dettaglio, nei mesi di aprile e
maggio per ben 12 volte
abbiamo avuto temperature
massime mai registrate con
le punte di 28,5° (15 aprile) e
33,9° (23 maggio).
Le precipitazioni primave-
rili sono rimaste poco sotto
la media, anche se piuttosto
scarse in aprile.
Anticipiamo la particolarità
di giugno: precipitazioni
poco sopra la media: 232,7
mm, ma i giorni di pioggia
sono stati ben 22.
Su www.pensemaravee.it i
dati in tempo reale della sta-
zione meteo di Gemona.
Ricordiamo che, grazie a
Meteopoint e M.Marchetti,
la stazione dispone ora di
due nuovi sensori per la
radiazione solare e per i
raggi ultravioletti.
Un grazie ad Andrea Venturini
e Massimo Marchetti per la
collaborazione.
Tem perature m inim e e m assim e
M edia clim atica tem perature '77-'06
Piogge giornaliere
T.C°
30
P.m m
180
160
25
140
20
120
15
100
10
80
5
60
0
40
-5
20
0
-10
1
4
7
10 13 16 19 22 25 28 31
M arzo 2007
3
6
9
12 15 18 21 24 27 30
3
6
9
A prile 2007
12 15 18 21 24 27 30
M aggio 2007
LA LETTERA - A PROPOSITO DELL'ARTICOLO DELLO SCORSO NUMERO
C’era una volta Ledis... e speriamo ci sia ancora
ppare assai chiaro che
all’autore dell’articolo
pubblicato sulla rivista “territorio” non siano gradite le
piste della val Venzonassa,
così pure, emerge sofferenza
anche per altre attività esistenti in tale valle. La presenza dell’orso (saltuaria e
solo di passaggio) e la presenza della lince (probabilmente stabile) sono avvenute
molto di recente e sicuramente dopo la costruzione
delle piste. Non credo che
nel passato, se non remotissimo, ma fuori dai ricordi di
chi ci legge tali animali
siano stati rilevati. Chissà
forse sono proprio le strade
il mezzo che agevola la loro
introduzione.
Le strade se usate con buon
senso a mio avviso sono
invece una risorsa per Ledis.
Hanno permesso e permetteranno ai proprietari di poter
condurre i propri fondi in
maniera più durevole proprio perché facilitati nel raggiungerli; si è potuto manutentare e migliorare alcuni
A
dei fabbricati presenti dando
quindi alla valle parvenza di
vita e non di abbandono,
esattamente come c’è l’hanno lasciata i nostri antenati.
Questi partivano da Gemona
a piedi in ore antelucane per
tagliare un’ albero o per falciare un fascio di fieno, ma
queste cose oggi sono del
tutto impensabili. Se vogliamo che la valle viva lasciamo che i volenterosi arrivino
alle loro proprietà con auto e
simili, se vogliamo curare e
migliorare il bosco chi vi
opera dovrà raggiungere le
località di lavoro con i mezzi
ritenuti più idonei. Dove il
legname tagliato è rimasto
nel bosco è proprio perché
nelle vicinanze non c’erano
piste, nessuno si sogna di
portarseli a spalle per ore
come erano soliti i nostri avi;
oggi siamo nel terzo millennio, i mezzi sono altri e per
dirla in friulano “no vin mica
pechats di purga”.
Se oggi nel prato della chiesetta è possibile sostare e
anche bere un sorso di buona
acqua questo è fattibile grazie a chi veramente amante
di quei luoghi si è rimboccato le maniche.
Io frequento quale proprietario abitualmente Ledis e
ritengo al momento il sito
molto tranquillo dove per
fortuna si odora ancora la
natura e non il puzzo di auto
e moto. I bambini possono
stare tranquilli e giocare
spensierati, e se nella malaugurata sorte in futuro ci
fosse bisogno del vigile per
smistare il traffico nelle
varie piste in quel tempo mi
ricrederò e mi schiererò
anch’io dalla parte di chi
contesta.
Ma per ora approvo quanto
l’Amministrazione ha fatto e
in tale proposito intenda
fare, in quanto l’uso parsimonioso e giudizioso della
pista ha portato in tale ambito frutti a mio avviso positivi e del resto a tutti visibili,
sia a chi intenda raggiungere
Ledis a piedi che a chi usi
l’auto.
Grazie per lo spazio riserva-
tomi,
Gubiani Francesco
'importanza della presenza dell'orso e della lince
è tale che gli occhi dell'Europa, in questo momento, sono
puntati sul nostro territorio.
Eppure, da noi, pochi ne parlano (trascurando i potenziali benefici in termini di
attrattiva turistica di un
ambiente ancora incontaminato).
Questo aspetto merita,però,
uno spazio ben diverso per
essere approfondito.
E' comprensibile, ovvio, che
Lei approvi l'azione che in
definitiva valorizza la Sua
proprietà, ma qui si tratta di
denaro pubblico e non si
vede perché singoli interessi
privati debbano continuare a
beneficiarne in assenza di un
reale pubblico beneficio.
E' necessaria, quindi, una
accurata analisi economica
dell'investimento,
anche
omettendo, per il momento, il
costo del danno ambientale.
R.U.
L
22
SPORT
STORIIS
Il nestri balon d’aur a Mario Acia
opetti Mario, detto
Acia, è nato nel 1937. E’
stato ed è tuttora un grande
appassionato del gioco del
calcio. Ha iniziato nel 1953 a
Udine con l’Esperia, per poi
giocare con diverse squadre
agli Stimmatini, nel Campionato Carnico (Edera, Folgore, Amaro, Ampezzo) e con
qualche “carneval in plui”
con gli amatori. Nel 1972 ha
vinto il torneo di Lessi con la
Scuola Sociale. Ha fatto il
segnalinee e il custode con la
Gemonese e la Stella Azzurra; con la Moggese e il Bordano ha ricoperto il ruolo di
massaggiatore. Seduto in
prossimità
dell’ingresso
della casa di riposo, mi racconta di quella volta che giocando scalzo agli Stimmatini
si ferì con un chiodo. Si
fermò, lo tolse e continuò a
giocare. A fine partita a piedi
e scalzo andò a farsi medicare al pronto soccorso. Lo
chiamarono Acia anche per
questo: aveva i piedi d’acciaio ed era forte come un
toro; suo padre lo chiamavano Fero. Forte ma educato,
nessuno mai lo ha sentito
imprecare o tantomeno
bestemmiare, né in campo né
ai bordi e quando si arrabbiava con qualche giocatore al
massimo gli urlava dietro un
“mòviti stafetòn”. Con gli
amici assiste ancora alle
partite di Campolessi, della
squadra di Stalis, della
Gemonese e, complice un
bicchiere di vino, si lascia
andare ai ricordi o ai pronostici sulla partita del Milan
della prossima domenica.
C
Enzo Gussetti, assieme al
compianto Audino, nutrirono
affetto a simpatia per Mario
fin da piccoli.
Oggi Enzo, dell’Enoteca
“Al Centrâl” gli ha dedicato
questa simpatica poesia.
a cura di Sandro C.
Cuant che o eri frut,
o ai cognossût il plui grant campion di balon
di chei ains di gioventût
Al à dedicât une vite intierie a che bale di corean
fruiansi i pîs par ogni placiute,
par ogni contrade da vecje Glemone
e ogni cjanton al ere bon par pidâ
che bale, giuiant simpri discolc,
no ierin i bês par comprasi lis scarpis normals,
sigûr di no chês di balon...!
A la giuiât cun duc i frus di chest paîs,
di ogni etât,
in ogni borgade,
mai barufant
simpri disponibil a dut par che bale
cun tun entusiasm che nancje Pelé al veve pal so Brasil.
Vuei, se i podés, i darés a lui il balon d’aur vêr,
a lui, a chel "grant giujador” cal tirave i rigors "a scove”
Io lu dares a Mario Acia, a un ver spirt di sportif,
par manifeste inferioritat di duç chei altris.
Grazie Mario par chei ains e pa to biele amicizie.
ALLENATORE DELLA GEMONESE DAL 1982 AL 1990
Ricordando mister Birtig
pesso si vive troppo condizionati dall’istante. E’ il flusso costante degli impegni
S
che ci impone di cogliere tutto e subito, come
se le cose che viviamo non avessero un tempo
giusto a cui dedicare una qualche riflessione,
un’attenzione in più, una considerazione che
fermi l’attimo. E’ bastata una partita di calcio
e un momento di convivio affinché sabato16
giugno più di 80 persone, immerse nell’atmosfera del campo di calcio dello Stalis, si fermassero per dare un po’ di profondità al loro
presente e riempirlo nel ricordo di un allenatore che a Gemona, a dieci anni esatti dalla sua
prematura scomparsa, è stato bello ricordare:
Gianandrea Birtig.
Chi ha organizzato (grazie Gigi, grazie Vito)
ce l’ha messa tutta: recuperando nomi, indirizzi e numeri di telefono dai vecchi cartelloni
sui quali comparivano le vecchie foto della
Gemonese; diffondendo volantini in tutti i bar
della città; telefonando alla ricerca di qualche
superstite sopravvissuto agli acciacchi di tante
partite, per assicurarsi la disponibilità sul
campo a quello che abbiamo chiamato il
“Memorial Birtig”.
E’ così che sabato 16 giugno dirigenti, giocatori, spettatori e famiglie legati dalla gratitudine verso quello che ricordano come “Mister
Birtig”, tra risate, rimesse laterali, rigori, spogliatoi, premiazioni, racconti e intense commozioni sono riusciti a vincere la tradizionale
e a volte spigolosa riservatezza della nostra
terra, per scivolare nelle emozioni e riportare
in superficie i vissuti di quegli intensi anni
‘80.
E d’un tratto Franco Tuti è tornato il dirigente
che lo accompagnava sulle panchine dei Giovanissimi per dirgli “Sì caro Gianandrea, non
sei stato solo un allenatore, ma soprattutto un
educatore”. La figura di Mario Bovolini è
riapparsa, monumentale, chioccia severa e al
tempo stesso paziente di tutto il calcio gemonese, ad evocare commosso date, nomi e passaggi e per sciogliersi in un “ Birtig, ammiravo la tua rettitudine e la tua correttezza”. E via
sulla parole della Gemonese, del suo Presidente di allora Ivano Benvenuti e di quello
attuale Giuseppe Pretto, quasi a testimoniare
che la storia del Mister, dei sui dieci anni spesi
sul campo del Simonetti, sarà patrimonio
costante e futuro della società giallorosa.
E infine tutti i presenti a cui è stato rivolto il
grazie delicato ed elegante dalla moglie Renata e dai figli Gianluca e Simonetta. “E’ qui, tra
di noi” ha detto la signora. Seduto in panchina
aggiungo io, in piedi, impermeabile bianco e
capelli mossi dal vento, con le braccia larghe
rivolte in direzione dell’arbitro, con la voglia
di vincere strozzata dalla imperdonabile leggerezza di un suo giocatore. “Davvero Mister,
mi creda, ne sono convinto anch’io! Il rigore
del 5 a 5 finale, quello del suo Memorial, era
assolutamente inesistente”!
Lorenzo Cargnelutti
Gianandrea Birtig, originario di Udine dove
risiedeva fu pure allenatore della Sangiorgina, del Basaldella e del Bearzi, ma il suo
periodo più lungo come mister lo visse proprio nella Gemona del dopo terremoto. Birting lavorava come insegnante di ragioneria
all'Irfop di Udine.
PAGINA DEL COORDINAMENTO
DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI
VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA
Associazioni aderenti al Coordinamento:
A.C.A.T. (sezione di Gemona), A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute
Mentale, A.V.U.L.S.S. (sezione di Gemona), Amici del Laboratorio
Internazionale della Comunicazione, Amnesty International - Gruppo
Italia 143, Associazione Musicologi, Buteghe dal Mont - Glemone,
Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta, Centro Giovanile
Parrocchiale Glemonensis, C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. della
Carnia e del Gemonese, Clape di Culture Patrie dal Friûl, Comitato
per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di Osoppo, Friûl
Adventures - Fiore (Osoppo), Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo
Special - Amici si può, Gruppo “Un blanc e un neri“, Pense e Maravee
Associazione Culturale., A.U.S.E.R., Associazione SAC V.Osterman.
Riscoprire il
patrimonio storico
gemonese: l’attività
dell’Associazione
storico-archeologicoculturale Valentino
Ostermann
Quante volte passeggiando lungo Via
Bini, o salendo la gradinata fino al Castello, non abbiamo potuto fare a meno
di constatare quanto poco sappiamo della storia di Gemona, e quanto poco si
faccia per conservare e valorizzare i segni del passato medievale ed antico del
nostro paese? Quanto poco sappiamo, ad
esempio, delle opere e dei tesori conservati nel museo del Duomo, oppure della
storia di luoghi come Porta Udine o la
“Cjase dai cuarvats”…
Partendo anche da simili considerazioni,
grazie all’entusiasmo di alcuni appassionati, il 25 settembre dello scorso anno è
nata l’Associazione storico-archeologico-culturale Valentino Ostermann, che
si pone come obiettivi primari l’individuazione, lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio dei beni culturali
ed ambientali di Gemona e del territorio
(più precisamente di beni archeologici,
monumentali, architettonici, paesaggistici, artistici, storici, archivistici, librari
ed etnografici), al fine di favorirne una
maggiore conoscenza e fruizione da parte dei cittadini.
Proprio per i suoi intenti a sfondo storico
e divulgativo, l’associazione ha scelto di
richiamare nel suo nome la figura di Valentino Ostermann, noto gemonese dell’Ottocento che si dedicò allo studio del
folclore e della vita del popolo friulano.
L’associazione, senza fini di lucro, si af-
fida alle iniziative gratuite e volontarie
dei suoi soci e mira al raggiungimento
dei suoi obiettivi tramite la promozione
di attività quali esposizioni, mostre, convegni, iniziative di studio e di ricerca,
visite guidate in luoghi d’interesse storico-culturale, supporto a campagne di
ricerca archeologiche, puntando ad una
proficua collaborazione con istituzioni
locali quali la Soprintendenza, le amministrazioni e gli enti locali.
A riprova di quest’ultimo proposito, in
accordo con la Soprintendenza per i beni
ambientali, è stato scelto come stemma
dell’associazione un sigillo tre-quattrocentesco rinvenuto durante la campagna
di scavi nel Castello di Gemona.
Nonostante la nascita recente, l’associazione ha già avuto modo di incrementare
notevolmente il numero dei suoi soci (attualmente sono una trentina), a conferma
del successo che le attività finora proposte hanno ottenuto e dell’opportunità
degli obiettivi fissati.
Le iniziative più rilevanti finora realizzate sono state la visita al sito archeologico
del Parco culturale di Castel Raimondo
a Forgaria (svoltasi lo scorso mese di
dicembre) ed il sopralluogo di gennaio
alla “Casa dai cuarvats” volto a proporre un progetto d’intervento conservativo. Grande partecipazione ha inoltre
contraddistinto il laboratorio di lettura
di documenti medievali del ricchissimo
archivio storico di Gemona. Nel corso
del laboratorio, svoltosi a marzo in nove
incontri tenuti dalla docente Alida Londero, sono stati approfonditi i metodi di
riconoscimento ed interpretazione delle
grafie e delle abbreviazioni medievali,
con costante richiamo al contesto storico
dei documenti esaminati.
Attualmente alcuni dei soci si stanno impegnando nella cernita, inventariazione
e catalogazione dei reperti archeologici
rinvenuti per la gran parte nel sito del
Castello, nel corso della campagna di
scavi archeologici 2004/2006. Tale attività ha lo scopo ultimo di integrare i reperti al patrimonio dei musei di Palazzo
Elti, se verrà adibita un’apposita sezione
archeologica, e di presentarli entro breve
in una mostra con relativo catalogo; questo progetto permetterebbe l’esposizione
e la conoscenza di oggetti che altrimenti
rimarrebbero con ogni probabilità chiusi nei magazzini. In gran parte i reperti in questione sono monete, frammenti
d’affreschi e ceramiche anche di grande
importanza storica, punte di frecce, palle
di bombarda in pietra, monili e suppellettili, frammenti d’oggetti in ceramica:
boccali, vassoi, piatti, ciotole, ed anche
il sigillo preso come stemma dell’associazione.
Per i prossimi mesi l’intento del gruppo è
quello di organizzare attività che interessino altri siti rilevanti dal punto di vista
storico-archeologico già individuati in
collaborazione con la Soprintendenza.
L’associazione dispone di un sito, visitabile all’indirizzo www.sacostermann.
org, grazie al quale è possibile tenersi
al corrente delle iniziative in cantiere ed
eventualmente informarsi sulle condizioni d’iscrizione. +
Robert e Alex
R. Kennedy e A. Langer: due testimoni del nostro tempo
È’ il 4 giugno 1968. Si stanno svolgendo le elezioni per
le primarie democratiche in
California, un test decisivo
per la corsa verso la candidatura per la Presidenza degli
Stati Uniti. Robert Francis
Kennedy, detto Bob, nutre
notevoli speranze di una
possibile vittoria.
Nelle prime ore del 5 giugno
mentre
all’Ambassador
Hotel di Los Angeles tutto è
pronto per festeggiare la vittoria, alcuni colpi di pistola
partono dalla cucina del
ristorante e stroncano la vita
di un uomo e le speranze che
buona parte dell’America
riponeva il lui. Aveva 42
anni.
Quelli con i capelli bianchi
ricorderanno bene questo
episodio, gli altri magari l’avranno letto sui libri di scuola o l’avranno scoperto guardando il recente film di Emilio Estevez.
Quello che ci rimane di Bob
Kennedy è l’attualità del suo
pensiero che bene si può percepire nelle parole che egli
stesso pronunciò nel corso di
quella campagna elettorale.
iamo chiari fin dall’inizio: non troveremo
né un fine per la nazione né
la nostra personale soddisfazione nella mera continuazione del progresso economico,
nell’ammassare
senza fine beni terreni. Non
possiamo misurare lo spirito
nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi nazionali sulla base del
Prodotto Interno Lordo.
Perché il Prodotto Interno
Lordo comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le
ambulanze per sgombrare le
nostre autostrade dalle carneficine. Mette nel conto le
serrature speciali con cui
chiudiamo le nostre porte, e
“S
le prigioni per coloro che le
scardinano. Il Prodotto
Interno Lordo comprende la
distruzione delle sequoie e la
morte del lago Superiore.
Cresce con la produzione di
napalm e missili e testate
nucleari, e comprende anche
la ricerca per migliorare la
disseminazione della peste
bubbonica. Il Prodotto Interno Lordo si gonfia con gli
equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte
nelle nostre città; e benché
non diminuisca a causa dei
danni che le rivolte provocano, aumenta però quando si
ricostruiscono i bassifondi
sulle loro ceneri.
Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck e
la trasmissione di programmi televisivi che celebrano
la violenza per vendere
merci ai nostri bambini. E se
il Prodotto Interno Lordo
comprende tutto questo,
molte cose non sono state
calcolate.
Non tiene conto dello stato
di salute delle nostre famiglie, della qualità della loro
educazione o della gioia dei
loro giochi. E’ indifferente
alla salubrità delle nostre
fabbriche e insieme alla
sicurezza delle nostre strade.
Non comprende la bellezza
della nostra poesia o la solidità dei nostri matrimoni,
l’intelligenza delle nostre
discussioni o l’onestà dei
nostri dipendenti pubblici.
Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali, né
della equità dei rapporti tra
noi. Il Prodotto Interno
Lordo non misura né la
nostra arguzia né il nostro
coraggio, né la nostra saggezza, né le nostre conoscenze, né la nostra compassione
né la devozione al nostro
Paese. Misura tutto in pochi
numeri, eccetto ciò che
rende la vita meritevole di
essere vissuta; e può dirci
tutto sull’America, eccetto
perché siamo orgogliosi di
essere americani”
Che cos’è cambiato dopo 40
anni? Grandi questioni rimangono irrisolte, ci interrogano,
ci inquietano….. ma davvero
non abbiamo risposte?
Nell’agosto del 1995, un
mese dopo la dipartita di
Alex Langer, appare su
«Rocca» il testo del suo
intervento al Convegno di
Assisi 1994.
oi sapete il motto che il
barone De Coubertain
ha riattivato per le moderne
Olimpiadi, prendendolo dall’antichità: il motto del
citius, più veloce, altius, più
alto, fortius, più forte, più
possente. Citius altius e fortius era un motto giocoso di
V
per sè, era un motto appunto
per le Olimpiadi che erano
certo competitive, ma erano
in qualche modo un gioco.
Oggi queste tre parole
potrebbero essere assunte
bene come quinta essenza
della nostra civiltà e della
competizione della nostra
civiltà: sforzatevi di essere
più veloci, di arrivare più in
alto e di essere più forti.
Questo è un po’ il messaggio
cardine che oggi ci viene
dato. Io vi propongo il contrario, io vi propongo il lentius, profundius e soavius,
cioè di capovolgere ognuno
di questi termini, più lenti
invece che più veloci, più in
profondità, invece che più in
alto e più dolcemente o più
soavemente invece che più
forte, con più energia, con
più muscoli, insomma più
roboanti. Con questo motto
non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha
il fiato più lungo.
a cura di Sanro Venturini
Multivisione
Un appuntamento annuale atteso
Come ogni anno il Gruppo fotografico Gemonese ha organizzato una serata sulla multivisione che si svolgerà
Sabato 28 luglio alle 21.15
presso il Centro Glemonensis
Il programma comprende le seguenti proiezione:
VENEZIA – Un giorno di carnevale
di Claudio Tuti
E’ il racconto di una giornata di carnevale a Venezia vista
attraverso gli occhi di una maschera.
L’artista ospite è Ivano Bolondi, da Montecchio Emilia,
Autore dell’Anno designato dalla FIAF nel 2005 e recentemente nominato “Maestro” della Fotografia, che ci presenta:
COME UNA FAVOLA… – Birmania
”Questa è la Birmania e sarà diversa da ogni altra terra che tu
possa aver conosciuto”. Queste parole scritte da Rudyar
Kipling nel 1898 sono ancora attuali perché per la maggior
parte del mondo occidentale, il Myanmar, (noto un tempo con
il nome Birmania) costituisce ancora un’incognita geografica.
- IO E IL MADAGASCAR
Un’isola che riserva mistero, bellezza e avventura, abitata da
gente affabile e cordiale e che fa del Madagascar un paese
veramente diverso da ogni altro.
- TRACCE NEL NULLA
Anatole France dice:“Il Nulla è un infinito che ci avvolge:
veniamo di là, e là torneremo. Il Nulla è un’assurdità e una
certezza. Non si può concepire, eppure è”. Questo nulla è rappresentato dal deserto.
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