1. - Pense e Maravee
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1. - Pense e Maravee
http://www.pensemaravee.it [email protected] luglio 2007 62 Periodico bimestrale di cultura, informazione e dibattito Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Sandro Venturini e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo 135 - Gemona del Friuli_ _Proprietà: Associazione culturale Pense e Maravee, via Sottocastello 81 - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Consegnato in Tipografia il 16/07/2007_ _Tiratura: 5.000 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine_ PENSE EMARAVE E Anno 16 - n. 3 sommario Energia Il parcheggione Storiis: da casa mia al Duomo Giovani artisti: Elia Venturini, sempre e solo writing Sfuei Lunari 2007, l’autore: l’attività dell’Ass. stoLe poesie giovanili di rico-archeologico-culMauro Vale turale V. Ostermann 1994 2007 Deserti moderni TERRITORIO 2 Il parcheggione Cattedrali nel deserto, deserto di idee scendo dalla stazione di Gemona svoltando a sinistra, superata la stazione delle corriere, troviamo un parcheggio con una quarantina di posti auto; davanti alla Chiesa di Piovega ce n'è un altro con 95 posti (foto in prima pagina) e dietro la Chiesa un altro ancora di 40. delle acque e dei lampioni per l'illuminazione. - “Migliora l'area realizzando il parcheggio”; Le piante messe a dimora sono: 9 lecci (a nord del parcheggio a ridosso della ferrovia), 15 aceri e 11 sorbi . In 9 siti predisposti per la dimora delle piante stanno crescendo solo erbe infestanti. Se sommiamo quelli prossimi alla stazione FFSS abbiamo in tutto 180 posti macchina, di cui solo uno (e tra i più lontani dalla Stazione) destinato espressamente ai disabili. La costruzione di un parcheggio poteva diventare una opportunità per migliorare il paesaggio urbano dell'area, compresa tra il muraglione della ferrovia e la nuova Chiesa di Santa Lucia. - “Favorisci l'assorbimento delle acque mediante una pavimentazione diversa dall'asfalto, quale i prati armati, grigliati dove può crescere l'erba”. Tutti sanno che piogge intense e brevi, tipiche del cambiamento climatico in essere, caratterizzato appunto da piogge brevi ma intense e vampate di calore, creano problemi al nostro sistema fognario e che grandi superfici impermeabilizzate non fanno altro che esaltare il fenomeno; U La struttura dei parcheggi è molto semplice: circa 4.500 mq di asfalto nero con la segnaletica bianca o gialla, un sistema di raccolta e allontanamento Ci sarebbe piaciuto che l'Amministrazione comunale avesse conferito ai progettisti un mandato di questo tipo: - “Evita che le auto parcheggiate durante la stagione calda si trasformino in “forni” con temperature che possono raggiungere i 60 - 70° con ovvi problemi, fai pertanto abbondante e intelligente uso delle piante, anche a costo di sacrificare qualche posto macchina. Così facendo si riduce l'effetto “isola di calore” che investe anche le superfici e le abitazioni contigue”. Guardando i risultati pensiamo invece a un mandato diverso: massimizza, caro professionista, il numero di posti auto e riduci al minimo le future manutenzioni sull'area. Peccato. Dopo il terremoto abbiamo tolto ai cittadini la villa e il parco Morganti (ora Centro affari), abbiamo costruito una Chiesa che non aveva alcuna radice con il luogo e adesso, davanti alla Chiesa, abbiamo realizzato un piccolo deserto d'asfalto nero. Asfalto, cemento e parcheggi. E i bambini? Where Do The Children Play Dove andranno a giocare i bambini? Well I think it’s fine, building jumbo planes. Penso che sia giusto costruire grandi aeroplani Or taking a ride on a cosmic train. O fare un giro su un treno strabiliante Switch on summer from a slot machine. Ritrovarsi in estate da una slot machine Yes, get what you want to if you want, ’cause you can get anything. Sì, prendi quello che vuoi se lo vuoi, poiché tu puoi avere qualsiasi cosa. I know we’ve come a long way, Lo so ne abbiamo fatta di strada We’re changing day to day, Stiamo cambiando giorno dopo giorno But tell me, where do the children play? Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini? Well you roll on roads over fresh green grass. Costruisci strade su verdi e freschi prati For your lorry loads pumping petrol gas. Per i tuoi camion estrai petrolio And you make them long, and you make them tough. E li fai lunghi e li fai resistenti But they just go on and on, and it seems that you can’t get off. Ma loro vanno e vanno e sembra che tu non riesca a scendere Oh, I know we’ve come a long way, We’re changing day to day, But tell me, where do the children play? Lo so ne abbiamo fatta di strada Stiamo cambiando giorno dopo giorno Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini? Well you’ve cracked the sky, scrapers fill the air. But will you keep on building higher ’til there’s no more room up there? Will you make us laugh, will you make us cry? Will you tell us when to live, will you tell us when to die? Hai rotto il cielo e i grattacieli riempiono l’aria Ma continuerai a costruire sempre più in alto Finché non ci sarà più posto lassù ? Vuoi farci ridere, vuoi farci piangere ? Ci dirai anche quando vivere, ci dirai anche quando morire? I know we’ve come a long way, We’re changing day to day, But tell me, where do the children play? Cat Stevens 1970 Lo so ne abbiamo fatta di strada Stiamo cambiando giorno dopo giorno Ma dimmi, dove andranno a giocare i bambini? traduzione Lucia Cristina ENERGIA 3 Energia, pace e cambiamenti climatici Risparmiare energia è ottimo investimento, difesa dell'ambiente e scelta di pace e potenze mondiali rinnovano in continuazione i propri arsenali impegnando in questa operazione enormi risorse. Nel 2006 gli Stati Uniti hanno investito in spese militari 528,7 miliardi di dollari. Seguono Gran Bretagna, Francia, Cina e Giappone. Questi cinque Paesi hanno speso l’83% del budget mondiale per gli armamenti. L’Italia è all’ottavo posto, con 29,9 miliardi di dollari. Cosa centra questo con il risparmio energetico? Il legame in realtà è strettissimo. Le economie occidentali (e quelle delle nuove potenze, Cina e India) sono dipendenti dalle fonti fossili (petrolio, carbone, gas) e la gran parte delle riserve di petrolio finora conosciute si concentrano in Medio Oriente e in altre zone “calde” del pianeta. Il problema del futuro sarà l’approvvigionamento energetico: i “grandi” si armano anche per garantirsi l’energia necessaria per sostenere il proprio insostenibile sviluppo. Il problema energetico così assume tre volti: il primo, legato agli equilibri della pace e della giustizia mondiale; il secondo, legato ai cambiamenti climatici causati dalle emissioni di gas (CO2, etc. ) che alterano il clima derivate dal consumo di combustibili fossili, e il terzo, economico, avvertibile anche a piccola scala ogni qual Kwh/m2/anno L volta paghiamo una bolletta del riscaldamento o facciamo rifornimento di carburante per la nostra automobile. La riduzione dei consumi, passo indispensabile per affrontare l’emergenza energetica, è divenuto un punto cardine anche nell’agenda dei governi: così in Italia Il decreto legislativo del 19 agosto 2005 n. 192 (corretto dal decreto legislativo n. 311 del 29 dicembre 2006 attuativo della direttiva CE n.91/2002 relativa al rendimento energetico nell’edilizia) è un primo passo in questa direzione. Ed è il settore dell’edilizia il campo in cui si possono effettuare i maggiori risparmi nei consumi: si punta a questo settore perchè da solo è responsabile del 40% della bolletta energetica del nostro Paese e nel quale, compiendo scelte oculate, è possibile abbattere i consumi energetici fino all’80%. Ciò spiega la detrazione fiscale (55%) prevista dalla Finanziaria 2007 per le spese di riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e per la sostituzione degli impianti di riscaldamento. La volontà politica e l’obbligatorietà della norma sono elementi fondamentali per indurre il cambiamento: lo dimostra anche l’esperienza del progetto CasaClima nel vicino Alto Adige, dove, già dal 2001, prima nel solo comune di Bolzano e dal 2004 nell’intera provincia, una norma definisce le categorie di consumo per le nuove costruzioni, e stabilisce il limite massimo che deve essere rispettato per ottenere il certifi- Classi di fabbisogno energetico per riscaldamento per metro quadrato all'anno secondo lo standard CasaClima cato di abitabilità: i nuovi edifici infatti devono rientrare almeno nella categoria “C” (70 kwh/m2anno). Il requisito minimo inoltre si attesta ad un livello più severo rispetto alla normativa nazionale. Il progetto CasaClima è nato proprio con il proposito di diffondere sul territorio una nuova cultura del costruire. Ridurre i consumi, aumentare l’efficienza a vantaggio degli utenti finali e dell’ambiente: questi gli obiettivi. CasaClima definisce una prestazione energetica, non è uno stile architettonico o una tipologia edilizia. E’ un sistema di certificazione che attribuisce agli edifici una qualità: definisce cioè il consumo per metro quadro all’anno di energia necessaria per il riscaldamento, nonché le emissioni di CO2 associate ai consumi e il rendimento energetico complessivo dell’edificio. Il sistema si rivela vincente perché tutti gli attori coinvolti ne traggono profitto: gli utenti finali, che risparmiano sulle spese di riscaldamento, l’economia locale che gode del rilancio di un settore produttivo e, last but not least, l’ambiente. Una buona notizia: Casaclima sbarca anche in Friuli. L’Agenzia Provinciale per l’Energia di Udine (APE), con sede a Gemona del Friuli (!) si è attivata affinché questo standard qualitativo venga accolto anche nei nostri comuni. Regina Ermacora [email protected] www.agenziacasaclima.it http://efficienzaenergetica.ac s.enea.it/ www.ape.ud.it Lo sapevi che… - il 40%dell'energia consumata in Italia serve per il riscaldamento e il condizionamento degli edifici ed è quasi quanta ne viene consumata dal settore dei trasporti? - per riscaldare la casa dove vive, l'italiano (e quindi anche il friulano) consuma mediamente 120-150 kWh/m2 per anno (circa 12-15 litri di gasolio o m3 di gas al metro quadrato all'anno), mentre una casa energeticamente più efficiente ne consuma appena un terzo? (standard casa clima B: max 50kWh/m2 ovvero 5 litri o 5 m3 di gas al m2 all'anno)? - una casa più efficiente (standard CasaClima B) costa solo il 5% in più? - un buon isolamento termico ci protegge dal freddo invernale, ma anche dal calore nei mesi estivi? (possiamo fare a meno del condizionatore!!!) - anche in Italia è entrata in vigore una legge (D.Lgs.192/2005) che stabilisce i limiti da rispettare per quanto riguarda le prestazioni energetiche dei nuovi edifici? - la certificazione energetica degli edifici prevista dalla legge tutela ed è a vantaggio dell'utente finale in quanto rende trasparenti i consumi energetici delle abitazioni? - il primo passo importante per risolvere il problema dell'approvvigionamento energetico non è produrre più energia, ma razionalizzare i consumi? - il risparmio energetico fa bene non solo alle tue tasche ma anche all'ambiente? (Se per riscaldare una casa tradizionale si emettono fino a 25 tonnellate di anidride carbonica all'anno, la stessa casa costruita con standard CasaClima B ne rilascia in atmosfera solo 8). ENERGIA 4 Incentivi per efficienza e produzione Tre interessanti opportunità per le famiglie e le imprese 1. La Legge Finanziaria 2007 prevede una detrazione dall’imposta lorda (detrazione delle tasse) per una quota pari al 55% delle spese effettivamente rimaste a carico del contribuente sostenute entro il 31/12/2007 per: Spesa ammessa Articolo 1 Tipo di intervento Euro Interventi di riqualificazione su edifici esistenti che conseguono un indice di prestazione energetica invernale Comma 344 100.000,00 inferiore almeno al 20% rispetto ai valori attualmente in vigore (riduzione dei consumi) Interventi su edifici esistenti riguardanti muri verticali, finestre, delimitanti i il volume riscaldato verso l’esterno e Comma 345 60.000,00 verso vani non riscaldati che dovranno rispettare un certo valore di trasmittanza termica (dispersione termica). Interventi di installazione di pannelli solari per la produComma 346 60.000,00 zione di acqua calda sanitaria per usi domestici, industriali. Interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti Comma 347 30.000,00 di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione. Per avere diritto alla detrazione fiscale è necessario predisporre un’asseverazione attestante la rispondenza degli interventi ai requisiti richiesti dal decreto di attuazione; trasmettere entro 60 giorni dalla fine lavori, e comunque non oltre il 29/02/2008, all’ENEA copia della Certificazione energetica e della scheda tecnica informativa degli interventi realizzati. L’asseverazione, la certificazione energetica e la scheda informativa devono essere firmati da un tecnico abilitato. 2. Per gli impianti fotovoltaici, a partire invece da fine Febbraio 2007, è entrato in vigore il NUOVO CONTO ENERGIA. Vediamo come funziona con un esempio. Si può installare l’impianto fotovoltaico per la propria abitazione e pagare tutto l’impianto di tasca propria o grazie ai prestiti agevolati studiati appositamente dalle Banche per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Si potrà poi vendere l’energia prodotta al gestore elettrico nazionale, ricevendo periodicamente, per gli impianti da 1 a 3 kWp, una cifra di: - 0,40 € per ogni kWh prodotto per gli impianti su tetto piano o posti in giardino; - 0,44 € per gli impianti con i pannelli fotovoltaici fissati sulle tegole; - 0,49 € per gli impianti solari con i pannelli inseriti al posto delle tegole (integrati architettonicamente) Per taglie di impianti superiori gli importi sono leggermente più bassi. La burocrazia è ridotta al minimo: è sufficiente, dopo aver installato l'impianto, fare richiesta del contributo in conto energia entro 60 giorni dalla fine dei lavori al proprio gestore elettrico (ENEL,…). 3. La Regione Friuli Vene- zia Giulia con la delibera 1431 dello scorso giugno, mediante apposito regolamento, finanzia in conto capitale le imprese che installano pannelli fotovoltaici, fino a un massimo dell'80% della spesa ammissibile e per taglie di impianti indubbiamente interessanti (es. 20 - 25 kwp). http://efficienzaenergetica.ac s.enea.it/ www.grtn.it/ita/fotovoltaico/I ncentivazioneEnergiaFotovoltaica.asp www.regione.fvg.it ex libris Abbiamo abbastanza religione per odiarci, ma non abbastanza per volerci bene. Jonathan Swift Onoranze Funebri Ospedaletto di Gemona - Reperibilità continuata al 0432 983517 Appalto comunale recupero salme Comprendendo le complicazioni dovute ad un continuo aumento dei prezzi, vogliamo portare a conoscenza dei cittadini di Gemona che la nostra azienda si vuole impegnare a garantire un servizio funebre completo e decoroso a EURO 1950,00 5 ENERGIA L’evoluzione della normativa Dalla prima legge del 1976 ai traguardi previsti dall’Europa per il 2020 ino all’anno 1976 il consumo energetico negli edifici non era normato: il perito, preso atto della struttura (muri perimetrali, solai, finestre ed ogni altra parte dell’edificio disperdente), faceva i calcoli di quante Kcal occorrevano per poter riscaldare il fabbricato, dimensionava la caldaia, le tubazioni ed i radiatori. Durante la prima crisi energetica i governi iniziano a rendersi conto che bisogna iniziare a cambiare qualche cosa, il petrolio inizia a crescere di prezzo, tutti impariamo cosa vuol dire O.P.E.C., vediamo in continuazione in tutti i tg.i suoi ministri… L’Italia, con lentezza, aspetta sino al 1976 per emanare la normativa: la Legge 373/1976, un primo timido tentavo di legislazione sul risparmio energetico, lacunoso peraltro sotto molti aspetti. Detta legge, infatti: - si occupava principalmente della qualità dell’involucro edilizio (la scatola abitativa disperdente), tralasciando completamente l’impianto occorrente alla produzione ed alla distribuzione del calore; - non considerava l’importanza dell’isolamento: se pur presente era ben misera cosa; per risultare a norma bastavano 2 cm. di pannelli isolanti in lana di roccia di vetro posta nell’intercapedine tra 20 cm. di cemento armato e una controparete in blocchi forati da 8 cm; - mancava di procedure di controllo; il tecnico redigeva il calcolo, lo depositava in Comune, punto, finito; - solitamente l’impresa, soprattutto quella artigiana, considerava la relazione sulle dispersioni termi- S che un’inutile balzello per il cliente finale; l’artigiano, con i suoi anni di esperienza sapeva già cosa fare. Stessa cosa dicasi per la ditta termoidraulica che calcolava “ad occhio” il dimensionamento dei corpi scaldanti, della caldaia, solitamente sovradimensionata etc. Passano gli anni, la crisi petrolifera si aggrava. Lo Stato italiano corre ai ripari ed emana la Legge 10/1991, seguita, per la sua applicazione, dal D.P.R. 412/1993; due anni per l’emanazione di questo decreto attuativo che però introduce, almeno a livello concettuale, il parametro di calcolo del sistema integrato edificio-impianti. Finalmente il calcolo del risparmio energetico prende in considerazione le dispersioni termiche dell’edificio e i rendimenti dell’impianto di riscaldamento. Un secondo punto positivo è che il decreto spinge verso impianti centralizzati per i condomini, sia per la produzione dell’energia occorrente a riscaldare i vari appartamenti che per la produzione di acqua calda sanitaria. Permangono, invece, alcuni elementi negativi: - per quanto riguarda l’isolamento termico la differenza con la L. 373/1976 è minima: prima 2 cm. ora 3-4 cm; nessuna variazione per i serramenti; - nella nostra zona l’impianto centralizzato non si diffonde; anche in fabbricati di più appartamenti si preferisce la gestione autonoma, ogni unità abitativa può disporre di una caldaietta murale e con l’arrivo del gas metano ciò è possibile; - a seguito di ciò, per la produzione di acqua calda sanitaria, si installano generalmente caldaiette a produzione istantanea, che occorre sovradimensionare, ad esempio: in una unità abitativa abbiamo necessità di 5000 Watt di energia per riscaldare l’involucro; si installa una caldaietta da 24000 Watt per la necessità di produrre l’acqua calda sanitaria istantanea. Una bella differenza. Da notare che queste caldaie non sono modulanti, sono a fiamma fissa e perciò anche se il fabbisogno energetico risulta minore, spingono a 24000 Watt, si gioca tutto sul tempo di accensione; - non si prende assolutamente in considerazione il periodo estivo, non era ancora iniziato il boom dei condizionatori d’aria per la climatizzazione estiva (anche perché il riscaldamento climatico non si era ancora fatto sentire come oggi); - non c’era una parola sui sistemi di energia alternativa, vedi pannelli solari, etc. Il 16 dicembre 2002 l’Unione Europea, ha emanato una direttiva, la 2002/91/CE che ha costretto i nostri legislatori ad un ulteriore balzo in avanti con il Decreto Legislativo 192/2005. Questo decreto è entrato in vigore nell’ottobre 2006 ed è già stato modificato nel D.M. 311 di data 01/02/2007 di cui riportiamo i punti salienti: 1 – miglioramento dell’efficienza energetica e riduzione delle emissioni inquinanti 2 – ridefinizione dei compiti e dei ruoli delle Amministrazioni locali 3 – ridefinizione più severe dei limiti d’isolamento per gli edifici di nuova costruzione 4 – promozione di apparecchiature di più alto rendimento energetico 5 – introduzione della certificazione energetica, di applicazione a scaglioni Inoltre ricordiamo gli interventi nella finanziaria e il nuovo conto energia; i contenuti che ci interessano li trovate nell’apposito box sui finanziamenti. Nel marzo di quest’anno, inoltre, il Consiglio d’Europa stabilisce per il 2020 nuovi traguardi, vincolanti per tutti i paese aderenti: - riduzione del 20% dei gas serra rispetto i livelli del 1990; - produzione del 20% dell’energia con fonti rinnovabili; - aumento fino al 10% della produzione di biocarburanti. Entro il 2050 è prevista anche la riduzione del 60 – 80% dell’anidride carbonica. Il tempo delle titubanze, delle lentezze, delle non scelte è terminato. CARTOLIBRERIA COCCINELLA Cartolibreria Coccinella sas di Marina Lepore & C. Via Dante Alighieri 213 33013 Gemona del Friuli tel/fax 0432.981305 L’ASSOCIAZIONE 6 Le iniziative di Pense e Maravee Riciclo, volotanriato, cambiamento climatico: tre eventi su argomenti da approfondire Associazione Pense e Maravee ha organizzato nel mese di giugno 3 eventi: - Un seminario pubblico sull’emergenza rifiuti; - Un incontro organizzato insieme all’AVULSS e al coordinamento delle Associazioni per riflettere su cosa fare per promuovere la disponibilità di nuove persone al servizio volontario; - La proiezione del film di Al Gore “Una scomoda verità”, sul tema del cambiamento climatico in atto. I tre argomenti scelti, particolarmente attuali, riflettono anche il “DNA” dell’associazione: attenzione ai temi ambientali (rifiuti e cambiamento climatico) e a quelli del volontariato e della solidarietà. Siamo soddisfatti della partecipazione ai tre incontri e vorremmo riproporre l’e- L’ sperienza sulla raccolta differenziata del Consorzio di Priula che riteniamo particolarmente interessante Il Consorzio più “riciclone” d’Italia è composto da 23 comuni in Provincia di Treviso e raccoglie in modo differenziato oltre il 70% dei rifiuti. In che modo? Ecco in sintesi l’esperienza Le strategie che informano il servizio del Consorzio sono: - favorire la riduzione della produzione dei rifiuti e il riciclo dei materiali attraverso la raccolta differenziata; - raccogliere i rifiuti porta a porta in sacchetti e contenitori diversi; - pagare in base alla produzione di rifiuti, in particolare quelli non riciclabili; effettuare lo sconto a chi pratica il compostaggio domestico; - curare il rapporto con gli Consorzio Priula: l’aumento della raccolta differenziata utenti attraverso sportelli informativi, campagne di comunicazione ed educazione. Come è organizzato il servizio porta a porta, ovvero cosa viene raccolto, quando e dove va a finire il rifiuto? Vediamolo nella tabella sottoriportata. La ricicleria comunale. Oltre al servizio del “porta a porta” ogni Comune ha una Consorzio Priula: organizzazione della raccolta dei rifiuti Cosa Quando Destinazione Secco non riciclabile 1 volta settimana impianto di produzione CDR-Spresiano Umido 2 volte settimana Vegetale 1 volta settimana impianto di compostaggio di qualità – Spresiano Carta e cartone Ogni 15 giorni piattaforme Comieco VPA (vetro, plastica e alluminio) Ogni 15 giorni piattaforme Corepla, Cial, Cna, Coreve Fioreria Emidia Manzano Via Roma, 252 tel. 0432 970692 33013 Gemona del Friuli e-mail: [email protected] sua ricicleria dove i cittadini e le imprese possono conferire: carta e cartone, legno, vetro, pile , imballaggi in plastica, medicinali, sfalci e ramaglie, accumulatori al piombo (domestici), metalli, olio minerale (domestici), beni durevoli (domestici), olio vegetale esausto, ingombranti (domestici), lampade a scarica (domestici), inerti (domestici), contenitori di rifiuti tossici e infiammabili (domestici) e pneumatici (domestici). La comunicazione e l’informazione: ogni famiglia riceve gratuitamente l’ecocalendario con le giornate di raccolta delle diverse tipologie di rifiuti e in ogni comune c’è un ecosportello; viene inoltre effettuata attività di educazione con le scuole. Il costo del servizio: il L’ASSOCIAZIONE 7 Ostariis, ricuarts e ... Giovani avanti con gli anni sognano ianco o nero, per qualcuno politicamente corretto il nero diventa rosso. Opposti che si incontrano, Min e Tin, confusione e silenzio, compagnia e solitudine, parole in libertà, tanti pettegolezzi maschili ma anche affari conclusi con una stretta di mano. Una stanza, o forse più, tante volte fumosa, poche volte arieggiata, un’oasi di socialità che si apriva una volta B costo annuo di una famiglia media è di circa 142 € Risultati: - risultati quantitativi: aumento della raccolta differenziata, diminuzione della produzione di rifiuto indifferenziato; - risultati qualitativi: miglioramento della qualita’ merceologica del rifiuto; - possibilità di verifiche da parte dell’utenza: maggiore equità delle tariffe e possibilità per l’utente di controllo della propria produzione; - benefici economici; - benefici occupazionali (a parità di popolazione lavorano molte più persone rispetto al servizio gestito in modo tradizionale). Un’esperienza importante, quindi, da approfondire per capire il grado di trasferibilità. La serata ha visto la partecipazione dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale, della Comunità Montana e della Provincia, della NET (ex Municipalizzata Pubblica) e del Consorzio Priula, di molti cittadini e tra questi di diversi giovani; unico neo è stata la presenza di soli due consiglieri comunali di Gemona (il consigliere con la delega all'ambiente e il Vicesindaco). Che l'argomento non interessi? Forse no, almeno fino alla prossima crisi. concluso il lavoro, in un momento di pausa, dopo aver concluso gli impegni comunitari: obbligatorio andare a messa la domenica, il sacro; obbligatoria la sosta prima del pranzo domenicale, il profano; le famiglie di ritorno dalla chiesa, a braccetto davanti alla sua porta si dividevano, le donne a casa a far da mangiare, gli uomini dentro a …. Si parlava di tutto, principalmente di politica, Rossi e Bianchi, come il vino, qualche Nero, emarginato. Si discuteva di pallone, non calcio, pallone, l’Udinese era in C, i pettegolezzi di paese correvano sul bancone ingrossandosi sempre più in proporzione alla lunghezza dello stesso. Le donne sempre nominate, trasformate in sante e puttane, angeli e diavoli, difficilmente ammesse, facilmente amate, più spesso pensate, desiderate, sognate Nella coltre grigia che calava dal basso soffitto, le sagome delle persone si confondevano per il fumo e poi per i bicchieri, li conoscevi dalla voce, prima sommessa e poi sempre più alta per dare enfasi e forza alle idee, giuste, sbagliate, gridate per confermare la loro solidità. Nell’angolo una tavola, carte che sbattono o scivolano senza tovaglia, gesti leggeri e segreti per vincere la partita della vita, che si concludeva solitamente con insulti reciproci sull’incompetenza giocata del compagno e poi il premio, un bicchiere…, la voce scemava per un bicchiere. Il paese si racchiudeva per qualche ora lì, in quel luogo; ognuno aveva la propria preferenza, “Al Centrâl”, “al Falomo”, “al Brindisi”, “lì di Celot”, etc., ognuno aveva un nome, un soprannome, nomi di simpatia, si sviluppava ilin un passaparola necessario alla vita comunitaria, si leggeva il giornale, solo quello, si iniziavano e si chiudevano affari, necessari alla vita comunitaria, si formavano famiglie, necessarie alla vita comunitaria, si rovinavano famiglie. Un mondo antico, di duemila anni, un mondo pubblico aperto a tutti, nessuno escluso, un mondo in agonia, un mondo da far rinascere. Non per il bere, non per il gioco, non per le liti, per la partecipazione e la vita di società, detta con parole odierne. L’osteria vissuta come valore sociale, umano, comunitario, come luogo di incontro e di discussione sui problemi del paese e del mondo. L’osteria casa dei felici e casa dei disperati, l’Osteria non voluta ai giorni d’oggi, l’osteria che in qualche modo dovrebbe rinascere per rilanciare anche utile per la conoscenza delle persone, del paese. In questo nostro mondo sem- pre più chiuso in se stesso, all’interno delle mura famigliari, all’interno dei giardini circondati da siepi e ringhiere per bloccare tutti, amici e nemici, in cui si comunica con telefonini, telefoni, video telefoni, computer, mezzi distinti senza contatto personale, senza guardarsi negli occhi, nascosti negli angoli bui della propria sicurezza, sarebbe ora di un piccolo atto di coraggio, di vincere la propria solitudine personale e famigliare e riconquistare gli spazi di comunicazione siano essi piazze, strade ed osterie. Partendo da queste considerazioni, P&M dopo aver concluso il ciclo primaverile di iniziative, si muove nella prospettiva di organizzare una serie di incontri mensili nelle osterie del Centro e delle Borgate nelle lunghe sere autunnali ed invernali. Una serie di incontri che verteranno su musica, ambiente, sociale, incontrando musicisti e scrittori, registri e poeti, politici e cantanti, sperando di rilanciare gli incontri fuori casa, di una comunità con la necessità di guardarsi negli occhi alla scoperta della comunicazione orale da tramandare.per salvaguardare quella fondamentale forma di comunicazione che è l’incontro. Lionello Patat AZIENDA AGRICOLA FELICE VENDITA INSACCATI E CARNI BOVINE DI PRODUZIONE PROPRIA E LATTICINI COSPALAT Buja - Campo Garzolino Via Meries, 16 tel.: 0432.963914 Affiliato Lunedì: Martedì e Mercoledì: Giovedì, Venerdì e Sabato: Domenica: Chiuso 8.30 - 12.30 8.30 - 12.30 15.30 - 19.30 9.00 - 12.30 STORIIS 8 Da casa mia al Duomo Una preziosa testimonianza scritta nel 1949 Questo diario di un mattino di sole non è stato dimenticato in fondo a un cassetto, ma affettuosamente custodito nella mia casa. E’ ora tempo di offrirlo alla città di Gemona che lo ha ispirato. Mia madre, che lo ha scritto, ne sarebbe felice. “Da Casa mia al Duomo” è dedicato al ricordo del dottor Tullio de Clauser, farmacista; del signor Tommaso Stefanutti, droghiere; di Suor Maria Elisabetta del Convento di Santa Maria degli Angeli; di pre Santo Tracogna, cappellano della Pieve di Santa Maria Assunta; della signora Alice Cucchini, venditrice di merce varia. E poi al ricordo del fioraio del venerdì, del suonatore di organetto, della donna che vende i polli e di quelle che vendono mele, pere e castagne, delle ragazze con la permanente ed infine, e soprattutto, è dedicato ai ragazzi della Scuola d’Arti e Mestieri di Gemona del Friuli. Roma, giugno 2007 Grazia Levi on un colpo secco chiudo la porta di casa. La via è allineata davanti a me: stretta stretta, tutta in ombra e, in questa stagione, proprio fredda. Lascio, come all’alba si lasciano le ansie di una notte di angoscia, quell’ombra, quel freddo, quel selciato povero. Il sole e il chiaro della piazza mi vengono incontro e mi avvolgono completamente. Per abitudine guardo l’ora sulla torre del castello. Guardo le banderuole in cima agli smerli: segnano bel tempo. Mi guardo in giro. Dalla farmacia profumata con i suoi scuri mobili severi mi sorridono volti di amicizia. L’affresco sopra l’arco della facciata è una C Madonna color di rosa, che ha in braccio il Bambino della rosa. Oggi è venerdì. Per me è festa perché là, in fondo alla loggia del municipio, c’è il fioraio. Mi vede, mi sorride da lontano. - “Oggi sono belli i garofani, un poco cari però, a venti lire.” - “E’ venuta tardi, signora; c’erano le mimose, sembravano d’oro.” - “Le mimose!? Davvero? E’ un fiore che mi piace tanto, peccato! Facciamo le cose per bene: mi dia garofani rosa, rossi e bianchi e anche un mazzetto di viole. Santo Dio come sono cari i suoi fiori!” - “E’ stata la gran pioggia, 1920 R. Scuola d’Arti e Mestieri (ed. Ermes Disetti) tratta da Tito Cancian, Un saluto da Gemona, 1983 signora benedetta, anche in Riviera i campi sono allagati. La pioggia tanto attesa, come al solito, ha fatto disastri: ha alzato il prezzo dei miei fiori ed io, che non possiedo neanche un fazzoletto di terra, mi sento come i ricchi possidenti che vedono in pericolo ettari di vigneti e campi di grano.” Sospirando, pago i miei fiori e me ne vado. Una vecchietta è accoccolata poco più in là: tira su per le zampe un bel galletto e me lo mostra. - “Saranno belli i suoi fiori, ma guardi il mio galletto. E’ buono arrosto, lo prenda!” E’ sbalordita che non compri il suo volatile mentre ho speso tanti soldi per un mazzo di fiori. Mi viene incontro l’organetto del venerdì: il carretto è tirato da un vecchio asino malandato, come il suo padrone ubriacone e le vecchie canzoni stonate. Povera bestia come deve essere stanca e come deve maledire quella musica e quelle poche elemosine! Proprio poche: anche io non lascio nulla nel piattino di ottone perché vorrei togliere la cavezza al somarello e farlo riposare in una stalla al caldo. - “Vuole castagne, mele, pere?” - “No grazie.” - “Che bei fiori, avete nozze in casa?” - “Nozze? Perché? No, no, sono fiori per me.” Questa gente semplice crede che i fiori siano solo per gli altari. Non si è mai fermata a pensare quanto bene fanno al cuore di chi li raccoglie, li compera per sé e per la sua casa. Con il mio peso lieve e profumato continuo la mia strada. Ogni rumore, ogni porta che si apre o si chiude, mi è nota, familiare. Qui conosco tutto e tutti come vita svolta tra le pareti di casa mia. Il droghiere è sulla porta del suo negozio: e’ un amico d’infanzia. - “Uccido il maiale, vuoi le bistecche?” - “No, no, voglio sole, fiori a buon prezzo, pane, formaggio e una mela rossa” gli rispondo. Scuote la testa. - “Sei sempre la solita matta, ma ti giuro che, insieme al maiale, mi viene voglia qualche volta di uccidere questa gente che non fa che mangiare. Ti saluto, mandi Sofia!” - “Mandi Tommasino.” - “Che belle robe in questo negozio!” Sento bisbigliare due giovani contadine che guardano estasiate la vetrine del gioielliere: catenine d’oro (o dorate), anelli, medagliette fanno bella mostra negli astucci di velluto scuro e loro, le ragazze, escono dalla parrucchiera con la permanente appena fatta. Non sono belle con quei ricci stretti stretti, le gambe nude, livide dal freddo, e un golfetto che le copre appena. Chissà cosa passa loro per la testa oltre a desiderare quelle catenine d’oro! Saranno capaci di affrontare la vita e il mondo? Io credo di sì. Sono donne di Gemona. - “Sia lodato Gesù Cristo, signora.” - “Oh! E’ lei suor Elisabetta, sempre sia lodato. E’ sempre in giro Lei per le spese, non sarebbe ora che stesse in convento, in riposo, La vedo un po’ giù.” - “La volontà di Dio, figliola mia. Ci sono tante suore ammalate, le medicine da comperare… Le suore giovani hanno tanto lavoro e così, finché vuole il Signore, vado avanti io.” - “Si copra suora, stia bene, sia lodato Gesù Cristo.” - “Sempre, signora, sempre.” Con la vecchia tonaca tutta rammendata e scolorita, ecco uscire dalla canonica pre Santo sempre di premura. E’ tutto stonato come quei cani da caccia che, da cuccioli, hanno le gambe troppo lunghe e la testa troppo grossa e camminano di traverso. - “Riverita, signora, da 9 STORIIS Il percorso dal S.Giovanni a via Bini visto dall'alto - tratto da G. Clonfero,M. Zanette, Gemona del Friuli, arte e storia, Ed. Ghedina Cortina, 1977 brava, porti i fiori in duomo.” la testa per dare un’occhiata cante che vende i resti degli - “Pre Santo, anche io ho i alla piazza, saluta qualche eserciti vincitori a noi che miei altari e non hanno che passante e tira giù il rumoro- abbiamo perduto. fiori appassiti. Un’altra volta, so rotolante tutto arrugginito. - “Ho le calze di nylon, non mancherà l’occasione. Da via Cavour arrivano le signora, una vera occasione, Oggi troverà di certo altre prime biciclette dei ragazzi di quelle che usavano le ausianime buone che porteranno della Scuola d’Arte: alcuni liarie, sono magnifiche.” fiori ai suoi altari sguarniti.” tornano a casa, molti restano. Si affanna la mercante Lo seguo con gli occhi e mi Tirano fuori dalla cartella una improvvisata e io le direi domando: chissà se questo pagnottona con poco dentro e volentieri di andare fuori al povero prete si è mai fermato vanno a mangiarla sotto la sole, di liberarsi dell’odore di a ringraziare il Signore per la loggia del municipio. Sono guerra che c’è ancora lì denbellezza del creato, come fac- adolescenti sgraziati, alcuni tro. cio io con questi fiori. I loro con il viso di bambini, altri - “Ho anche rossetti, di quelcolori e il loro profumo dico- già uomini che guardano le no la grandezza delle piccole donne che passano, altri cose e riscaldano il cuore dei ancora si incantano all’edicobuoni. la: seguono le notizie sportiEcco il primo tocco di cam- ve e si bevono avidamente i pana. E’ il duomo. Poi a quel giornali a fumetti che parlano via tutte le altre chiese e chie- di sesso. sette: più lente, più acute, più Da dentro la sua botteghetta fonde o più lievi. E’ mezzo- tutta buia mi chiama la comgiorno. Si affrettano gli ulti- paesana che vende merce mi clienti nei negozi. La varia; c’è odore di cenere e di merce esposta fuori degli tabacco, di cuoio, di stoffe usci viene ritirata frettolosa- telate e cerate, di uomo e di mente. Il farmacista tira fuori miseria. Miseria della mer- Pubblicità del 1915 tratta dal calendario della Pro Glemona e delle borgate di Gemona del 1998 li speciali, che piacciono agli uomini: color fucsia e geranio.” - “Davvero, mi dica, davvero piacciono agli uomini i colori forti? Chi glielo ha detto, le ausiliarie? Va bene, dia anche a me le calze color dell’aria vista attraverso un raggio di sole. E anche un rossetto di quelli che non stingono ai baci. Me lo scelga del rosso dei gerani che a maggio infiorano i balconi.” E torno a casa contenta. Non per il rossetto che piacerà agli uomini o per le calze che piaceranno a me, ma perché nel sole della mattina sono uscita nel mio paese che amo, ho veduto le persone che conosco, le cose e le case che conosco. Tutto questo cambierà. Non ho certo paura che cambi, purché non si cancelli, non si smarrisca la sua anima. Gemona del Friuli, 4 dicembre 1949 Sofia Levi Fontanelli Nota: in una foto si legge “Scuola d’Arti e Mestieri” anche se è sempre stata conosciuta come “Scuola d’Arte e Mestieri” Via S.Giovanni arrivando da piazza Municipio - tratta da Iulia Gens n. 16, 05-08/1963, Del Bianco Editore, Udine 10 COSE PUBBLICHE Lorenzo la talpa di Lorenzo Londero “flec” 1 Ulivi a Gemona: buona fortuna! Un impianto di alberi di olivo non ha precedenti recenti nella nostra zona (vedi l’articolo a pag. successiva), ma in un prossimo futuro questa pianta si diffonderà anche a Gemona e potrà “rappresentare un’attrattiva dal punto di vista naturalistico ed agricolo sperimentale”. Ne è convinto il giovane concittadino Manuel Contessi che, da titolare dell’omonima azienda agricola, ha presentato al Comune un “progetto di massima per la realizzazione di un nuovo impianto di alberi di olivo e la manutenzione di un’area boschiva su terreni di proprietà del Comune di Gemona del Friuli”. Si tratta di fondi ubicati a valle della strada provinciale “Glemonense” (nel tratto denominato “strade dal Turc”) e che si estendono per quasi l’intero sviluppo della comunale “strete de Gjae”; sono fondi che un tempo facevano parte della colonia agricola di proprietà dell’Ospedale e che, con la permuta del 2005, sono stati trasferiti dall’Azienda per i Servizi Sanitari n.3 – Alto Friuli al Comune di Gemona; questi terreni sono attualmente incolti e infestati da rovi e piante parassite. L’azienda agricola si è impegnata col Comune a bonificare e migliorare tutta la superficie richiesta (pari a mq 31.571), a realizzare (su una superficie di circa 10.000 mq) un impianto di olivi costituito da almeno 400 piante e a sostenere tutte le spese neces- sarie per la realizzazione di tale progetto. La durata del contratto di affitto è fissata in 9 anni e potrà essere rinnovata con atto esplicito; il canone di affitto è stato determinato in 320 euro annui. Sarà impegno dell’azienda anche di “consentire e promuovere iniziative di studio e visite guidate a favore di agricoltori della zona operanti nel settore, agronomi, istituti agrari e, più in generale, al mondo della scuola”. Commento: la bonifica dei terreni, la sperimentale produzione di olio di oliva a Gemona e la dichiarata apertura al territorio non possono che indurci a concludere con un sentito augurio di BUONA FORTUNA! pertura dei locali della mostra su “Raimondo D’Aronco” e per tutte le manifestazioni estive promosse sul territorio comunale. Il servizio verrà svolto in tre turni di tre settimane (da Martedì a Venerdì dalle ore 14.30 alle 18.00) e verrà compensato con 150,00 euro lordi. L’auspicio è che, per l’estate 2008, il Comune si attrezzi in tempo per diversificare le attività realizzabili con le Borse Lavoro offrendo a un numero ben più consistente di giovani l’opportunità di rendersi utili alla comunità e un compenso meno modesto dell’attuale. 3 Aree verdi comunali: il Comune se ne Borse Lavo- occupa? ro Giovani: Nel maggio 2007 l’Amminifinalmente! strazione comunale, a con- 2 Da non pochi anni sollecitavamo l’Amministrazione comunale a promuovere anche a Gemona iniziative di coinvolgimento dei giovani in attività di impegno e utilità sociali. Decine di giovani in tanti Comuni della Provincia aderiscono con entusiasmo alle proposte di Borse Lavoro (progetti di miglioramento ambientale, ricerche e attività di animazione socio-culturale e turistiche, ecc.). Con l’approvazione del progetto “Borse Lavoro Giovani Anno 2007 – Un’estate per la promozione culturale e turistica” la Giunta comunale ha ritenuto “fondamentale aumentare soprattutto le iniziative di aggregazione rivolte ai giovani, finalizzando i momenti di socializzazione ad attività che favoriscano le occasioni di crescita, di impegno sociale ed il senso civico dei ragazzi”. In concreto, dal 19 giugno al 17 agosto 2007, sei giovani gemonesi di età compresa tra 18 e 25 anni collaboreranno con l’Ufficio Cultura per l’a- clusione di gare pubbliche, ha affidato i seguenti servizi per l’anno in corso: sfalcio di aree verdi scolastiche e comunali alla Ditta “Il Giardiniere” di Magnano in Riviera per complessivi 9.420 euro; sfalcio dei cigli stradali: alla Ditta “Verdemania” di Gemona per complessivi 10.800 euro; realizzazione e manutenzione a verde delle aiuole e fioriere sul territorio comunale e del parco di via Dante: alla Ditta “Verdemania” per complessivi 19.200 euro. Con un atto di fine giugno il Comune ha rinnovato questo contratto (con lo stesso importo del 2007) per gli anni 2008 e 2009 alla stessa Ditta. Va, peraltro, precisato che la custodia e la manutenzione del parco pubblico di via Dante non spettano alla Ditta sopraccitata, ma all’affidatario dei locali bar dello stesso parco. La Convenzione per la gestione quadriennale del parco è stata sottoscritta il 28.4.2005 e prevede, fra gli altri, i seguenti obblighi per l’affidatario: custodia e vigilanza delle strutture del parco […]; pulizia quotidiana (con raccolta di carte, bottiglie, lattine e quant’altro) di tutta l’area del parco; pulizia quotidiana dei servizi igienici, dei cestini portarifiuti di tutto il parco; pulizia costante della pista di pattinaggio, delle aiuole e dei percorsi pedonali, pulizia del laghetto, dell’anfiteatro, delle strutture e dei palchi; segnalazione immediata all’Ufficio tecnico comunale di qualsiasi danno riscontrato alle strutture del parco, alle varie attrezzature, alle alberature, al manto erboso, alla viabilità. Segnaliamo la necessità di provvedere, in tempi ragionevolmente brevi, alla pulizia del laghetto e alla riparazione dei servizi igienici del parco di via Dante. In generale sollecitiamo l’Amministrazione e l’Ufficio tecnico comunali a verificare l’attuazione delle prescrizioni previste per ogni tipo di appalto. 4 V. Disetti: condannato perché diffamò I. Benvenuti Sul Gazzettino del 6.7.2002 l’allora Sindaco di Gemona V. Disetti dichiarò, fra l’altro, che: “Ivano Benvenuti ha già avuto una condanna penale per aver divulgato volantini di propaganda elettorale (ndr: per le elezioni comunali del 1999) a contenuto diffamatorio nei miei confronti senza indicare il nome del committente responsabile”. Dal Messaggero Veneto del 7.7.2007 si è, invece, appreso che “non era vero che I. Benvenuti aveva subìto una condanna penale. Per questo Virgilio Disetti è stato condannato dal Tribunale di Tolmezzo per diffamazione a 11 COSE PUBBLICHE Piazza del Ferro al ribasso Ancora sulla cattiva strada on delibera n. 92 di data 03/05/2007 la Giunta municipale deliberava l’assegnazione ad un funzionario comunale la gestione amministrativa per i lavori di sistemazione di Piazza del Ferro, importo di spesa 450.000,00 Euro. La gara di progettazione doveva svolgersi entro il 1° semestre dell’anno in corso, l’appalto dei lavori entro la fine dell’anno. Il funzionario, messo alle strette, con poco tempo a disposizione invita un certo numero di progettisti a presentare un’offerta di parcella al massimo ribasso. Bene, si risparmia certamente, almeno sulla progettazione, con la speranza che non ci siano perizie di variante (vedasi Castello). Sorgono spontanee alcune domande: - Cosa vuol dire “Sistemazione di Piazza del Ferro”? - Il progettista dovrà solamente rifare la pavimentazione o proporre delle idee diverse? - Si tratta di un lavoro stradale o di un lavoro di arredo urbano? - E se di “Arredo urbano” si tratta: quale? come? dove? - Il progettista che di questo nulla sa, come calcola la sua prestazione? L’Amministratore ha dato indicazioni al funzionario su come svolgere l’assegnazione e se sì, si è posto la domanda su quale era il modo migliore? Vista l’importanza del luogo, C mezzo stampa a 1.000 euro di multa, al risarcimento del danno liquidato in 3.000 euro, al pagamento delle spese processuali e di 1.800 euro quale rifusione delle spese di costituzione”. Su Pense e Maravee di luglio 2002 avevamo pubblicato le citate notizie tratte dal Gazzettino; ora, per dovere di cronaca, forniamo ai lettori l’aggiornamento di questa lunga battaglia giudiziaria fra ex Sindaci di Gemona. l’Amministrazione comunale doveva dare indicazioni chiare sul tipo di intervento da attuare; oppure, in mancanza di idee, poteva invitare gli stessi professionisti a formulare delle ipotesi (schizzi progettuali) su determinati temi dichiarati nella lettera di invito (pavimentazione, arredo,…). L’Amministrazione invece non ha fatto né l’una né l’altra cosa, lasciando la responsabilità di invito e scelta del professionista ad una generica lettera inviata da un funzionario comunale. Se la procedura da un punto di vista formale può essere Raimondo D’Aronco: Progetto per la sistemazione della Piazza del Ferro di Gemona, mercato coperto e padiglione per la biblioteca comunale, 1909-1910. anche corretta, da un punto di ziale è per lo meno discutibivista metodologico e sostan- le. Lionello Patat LA MUSICA DEI MIEI LUOGHI - GIOVANISSIMI AUTORI DI UN CD "Aghe, aiar, tiere e fûc… a Glemone" opo il successo degli spettacoli svoltisi nelgiugno scorso presso il Glemonensis, il D progetto “La musica dei miei luoghi” giunge a un nuovo traguardo con la pubblicazione del CD “Aghe, aiar, tiere e fûc… a Glemone”. Realizzato dall’Associazione Musicologi, dalla Direzione Didattica di Gemona del Friuli e dalla Scuola Primaria “S. Maria degli Angeli” e cofinanziato dal gruppo di azione locale Euroleader, il progetto è consistito in un laboratorio di educazione al territorio per mezzo del linguaggio musicale, che ha messo gli alunni in condizioni di comporre delle vere e proprie canzoni ispirate al territorio. Il CD è il frutto di un anno di lavoro da parte degli alunni delle classi quarte di Piovega e delle classi quinte di Ospedaletto, che hanno scritto i testi e le musiche di dieci brani musicali, ispirati ai quattro elementi e alla loro presenza nei luoghi che li circondano, e poi li hanno cantati in forma corale. Si comincia con l’aria, percepita subito come vento a Gemona, paîs di grancj aiarons. Ma il vento può essere misterioso “come un fantasma” (Il vento è una nuvola rossa) o “un gigante dispettoso” come nella successiva Il vento soffia. Segue La canzone delle farfalle, ispirata all’invasione di insetti che ha colpito Gemona nel 1476. Stimolati a riconoscere l’acqua nel proprio territorio, i ragazzi hanno scritto una Leggenda sull’origine del fiume Tagliamento, nato dall’amore tra la luna e l’antico ghiacciaio che occupava l’alto Friuli. Sebbene leggendaria è invece una storia vera quella del Glemineit, la cascata che compare a Gemona solo nei periodi di lunghe piogge torrentizie, che ha ispirato una canzone molto melodiosa. L’acqua sta scomparendo invece nel Lât di Ospedalet che per questo è stato inserito fra le canzoni che parlano della terra: in questo caso il testo è stato ispirato da un’intervista fatta ad alcuni nonni, a proposito di com’era il lago al tempo in cui erano bambini. Nella cullante Tramonto all’uscita da scuola i giovani compositori hanno invece trasposto in musica una sognante descrizione del panorama che appare loro davanti quando si apprestano a tornare a casa nelle brevi giornate d’inverno. L’ultimo dei quattro elementi è il fuoco, ricordato della forma che assume nel periodo natalizio, con i Pignarui e il Nadalin, il grosso ceppo che brucia “dalla Vigilia di Natale fino al primo di Carnevale”. Ma il fuoco a Gemona è anche ricordato per l’incendio che, secondo la leggenda, sarebbe divampato a causa della Coda del gatto, “che un bambino aveva acceso per gioco”. Gli arrangiamenti sono di Lorenzo Tempesti, che ha curato la parte musicale del laboratorio didattico ed è anche l’autore della canzone che chiude il CD, Vieni con me, che “riassume” i quattro elementi. Il CD può essere richiesto collegandosi al sito dell’Associazione Musicologi, www.musicologi.com e viene proposto al pubblico al prezzo di soli 5 Euro, grazie anche al sostegno della Banca di Carnia e Gemonese – Credito Cooperativo. L’altro ramo del progetto “La musica dei miei luoghi”, ha visto protagonisti i ragazzi delle classi quarta e quinta della Scuola Primaria “S. Maria degli Angeli”, con la pubblicazione del DVD “Nonno Tommaso racconta”. Le composizioni musicali scritte dai bambini sono la trasposizione in musica di alcune filastrocche scritte da Annamaria De Monte e si ispirano ai giochi di una volta. Ass. Culturale Musicologi ESTATE 2007 12 Bentornato Laboratorio Europa Nuovomondo, il tema guida renderá il via il 23 luglio la 45^ edizione del Laboratorio internazionale della Comunicazione. Nato come corso estivo per stranieri dell’Università Cattolica di Milano, il Laboratorio, giunto in regione nel 1980, si è affermato sempre più nel mondo come uno dei principali punti di riferimento per la diffusione della lingua e della cultura italiana. Ventisei sono i giorni di intenso lavoro che attendono i 105 partecipanti, provenienti da trentasei diverse nazioni e assegnatari di borsa di studio. Dopo l’apertura all’estremo oriente degli ultimi anni con la consistente partecipazione di corsisti provenienti da Cina e Vietnam, e la conferma dell’interesse da parte di studenti iraniani (saranno cinque al Lab 2007), quest’anno due nuove nazioni invieranno un loro rappresentante: lo Zambia e l’Afghanistan dove, pur tra innumerevoli difficoltà, è attivo l’ insegnamento di lingua italiana che il Lab incoraggia e sostiene. Europa Nuovomondo è il tema-guida dell’edizione 2007, intorno a cui ruoteranno le lezioni di docenti delle più prestigiose università italiane, due importanti convegni di studi e poi seminari, incontri con personaggi di spicco della cultura e dello spettacolo, proiezioni, teatro e concerti, tutti gratuiti e aperti a chiunque è interessato. In primo piano l’impegno civile, attraverso l’incontro con chi ha fatto della dedizione a una causa una personale scelta di vita: il magistrato Gherardo Colombo e Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e da sempre in prima linea nella lotta alla mafia e alla sottocultura che essa rappresenta. Don Ciotti e Gherardo Colombo sono P attesi a Gemona rispettivamente il 3 e il 15 agosto. Tra gli appuntamenti piú significativi anche il convegno dal titolo Umanesimo digitale dedicato al delicatissimo ruolo dei mezzi d’informazione nell’era dell’informatica e della globalizzazione, cui parteciperanno G. Carbonetto, M. Pratellesi, V. Sabadin, E. Chiodi, P. Scandaletti, U. Galimberti e U. Morelli esponenti dei principali quotidiani nazionali oltre a Tiziana Ferrario, del TG Uno Rai (28 luglio, Udine, Cinema Visionario). Al tema specifico dell’Europa e del suo difficile cammino di integrazione verrà dedicato un secondo Convegno, il 9 agosto, organizzato in collaborazione con la Casa per l’Europa. Ancora qualche giorno di attesa invece per la proclamazione del XVIII vincitore del Gamajun International Award, premio Bruno DeMarchi per la comunicazione, già assegnato, tra gli altri, a Fabrizio De Andrè, Renzo Arbore e Mario Monicelli. Inoltre, due tra i giovani registi più interessanti del nuovo panorama cinematografico italiano, Stefano Incerti e Alessandro Angelini, presenteranno i loro piú recenti lavori, “L’uomo di vetro” e “L’aria salata”, vincitore di due David di Donatello. Proiezioni aperte a tutti il 26 luglio e il 2 agosto al Teatro Sociale. E poi ancora teatro con Mai Love, spettacolo ironico sul tema della coppia, di Domenico Ferrari e Alessandro Pozzetti, un reading dello scrittore triestino Mauro Covacich, una performance interattiva di Graffiti e Street Art di cui, oltre ai corsisti, saranno protagonisti quattro dei principali esponenti della Street Art italiana reduci dal successo della mostra Street Art Sweet Art al Padiglione di Arte Contemporanea di Milano e infine gran divertimento con il travolgente gruppo musi- cale dei Phazee, fondato da Faso di “Elio e le storie tese”. Un calendario fittissimo per permettere ai partecipanti al Lab 2007 di ripartire con un pieno di quanto di meglio offre il nostro panorama artistico e culturale, e poter diventare a pieno titolo “ambasciatori” del nome dell’Italia e del Friuli nei rispettivi paesi d’origine. Per convegni, incontri e spettacoli info: 0432 971682 0432 970115 NUOVI APPUNTAMENTI Agosto medioevale Agosto Medioevale di Gemona cambia decisamente volto: “Pane, musica e…”, è l’evento nell’evento. Rimangono ovviamente confermate le serate di “Tempus est Jocundum”, alla ricerca delle radici storiche della nostra città e della magnifica via Bini. Cuore della manifestazione sarà Piazza del Ferro, ma saranno interessati anche i più suggestivi angoli di Gemona specialmente con la Festa del Pane. Si svolgerà dall’1 al 12 agosto e avrà inizio con l’inaugurazione alle ore 19 e la cena propiziatoria in via Bini. Tutti i gemonesi sono caldamente invitati a partecipare, perché diventi veramente un incontro della comunità. Giovedì 2 ci sarà il Palio del Niederlech, evento ludico-sportivo che s’ispira al privilegio di cui godeva Gemona in epoca medioevale e vissuto in primis dai ragazzi delle borgate; dal 3 al 5 agosto le serate di “Tempus est Jocundum”: il tema di quest’anno – “… e ora accendete lo foco e PAN cocete” – rappresen- L’ ta un esplicito collegamento alla neonata Festa del pane. Domenica 5, dalle 7 del mattino fino a sera il Mercatino delle pulci, degli hobbisti, del libro usato e il Mercatino medioevale. E poi la proclamazione della Dama Castellana 2007, lunedì 6, sul sagrato del Duomo e il 7 agosto, in collaborazione con il Laboratorio internazionale della comunicazione, l’iniziativa “Street art”. Le serate del 7, 8 e 9 agosto saranno dedicate ad approfondimenti tematici sul medioevo, nell’ex chiesa di San Michele; una, in particolare, riguarderà la storia del castello, i recenti scavi e il suo futuro utilizzo. “Pane, musica e…”, dal 10 al 12 agosto, coinvolgerà tutto il centro di Gemona. All’iniziativa partecipano i fornai gemonesi, al lavoro in piazza nella notte dell’ 11 per fornire pane e brioches caldi a tutti, mentre quelli di Velden e Laakirchen saranno gli ospiti del pomeriggio di sabato. Il programma prevede anche il laboratorio per bambini “Mani in pasta”, in collaborazione con gli amici TERRITORIO 13 La rinascita dell'olivicoltura A cura dell'associazione "Amîs dal Ueli Furlan" n questi ultimi anni, stiamo assistendo ad un sensibile incremento della superficie olivetata nella nostra regione, dovuto probabilmente ad un “trend climatologico” tendenzialmente favorevole ad una coltura mediterranea, anche se annate avverse potrebbero comunque rimanere in agguato (il 1985 non è poi così lontano), e forse anche perché il prodotto che otteniamo risulta di qualità decisamente elevata. A tal proposito vorrei esprimere alcuni concetti. L’area del gemonese, se in futuro dovesse affermarsi con una certa consistenza tale coltura, risulterebbe la zona olivicola più a nord dell’emisfero (per dare un’idea: come latitudine siamo al livello di Ginevra e in Italia, più a nord di noi, c’è solo una porzione della provincia di Sondrio e la provincia di Bolzano). Anche se ricerche storiche sulla toponomastica rivelano che almeno due località gemonesi deriverebbero dalla parola “olio”( recenti studi indicherebbero “Vuèis” come storpiatura linguistica I sloveni. Numerosi, inoltre, gli appuntamenti musicali in vari angoli di Gemona tra cui “I Carmina Burana di Carl Orff” sul sagrato del Duomo eseguiti con orchestra e il coro Egidio Fant di San Daniele (unico spettacolo su prenotazione); jazz nel cortile di palazzo Elti con il Juri Dal Dan Trio; le cover anni ‘70 in piazza Garibaldi; un omaggio ad Astor Piazzolla del Quintetto Porteno; discoteca in piazzetta Fantoni; musica etnica friulana degli Arbe Garbe in San Rocco in collaborazione con il Comitato borgate del centro storico; concerto nel parco di via Dante. Adriano Venchiarutti Presidente Pro Glemona nel corso del tempo di “ueli”) e quindi di poter supporre che una minima vocazione all’olivicoltura locale sussistesse in epoca medioevale, oggigiorno dobbiamo comunque adeguarci all’idea di essere ubicati in quella che può definirsi una “sottozona fredda”. Le aree di pianura sono a tutti gli effetti da considerarsi a rischio, mentre la parte collinare risulta molto più garante: nella “zona Duomo” per capirci a volte si registrano minime termiche superiori anche di 6°- 7° C rispetto a Campo Lessi, che raggiunge molto spesso minime annuali attorno ai -12°C, valore letale per impianti giovani e comunque per molte varietà. Un clima fresco però produce anche dei vantaggi: nelle aree olivicole del nord, infatti, si è constatato che l’olio prodotto è particolarmente ricco di acidi grassi insaturi (in particolare acido oleico) rispetto a quello prodotto nel centro- sud. Tale caratteristica rende sicuramente l’olio più valido dal punto di vista dieteticonutrizionale. Anche il contenuto di tocoferoli (precursori della vitamina E) risulta particolarmente alto (punte di 300 mg./l) rispetto ai valori medi nazionali (100-150 mg./l). Un punto dolente invece potrebbe essere rappresentato dalla resa al frantoio, attestata intorno al 1015% a seconda della varietà, all’ epoca di raccolta, all’an- nata; ma se consideriamo la produzione di olio per pianta, siamo quasi in linea con zone più vocate; in parole povere produciamo più olive che però rendono di meno. Una conseguenza della crescente espansione ed interesse per questa coltura è stata anche la nascita di un’ associazione di appassionati della cultura dell’olio extravergine ovviamente di oliva. Tale iniziativa è stata messa a punto grazie anche alla richiesta dell’OLEA, un’associazione di degustatori esperti professionisti, di effettuare in ambito regionale una seduta di assaggio certificata per gli iscritti locali. Così la neo-nata Associazione “AMÎS DAL UELI FURLAN” ha iniziato a collaborare con l’OLEA per l’organizzazione di sedute d’assaggio certificate; oltre a ciò organizza incontri tecnici con docenti di fama nazionale, propone stand espositivi sugli olii locali e promuove attività di formazione per la conoscenza dell’olio di oliva e delle sue proprietà nutritive anche presso le scuole. Lo scopo principale dell’associazione è il coinvolgimento degli appassionati, degli agricoltori, degli operatori dei servizi in genere, in particolare delle scuole e, per- ché no, anche dei rappresentanti della pubblica amministrazione, per una diffusa informazione in materia di olivicoltura, in particolare per quanto riguarda la zona collinare. Ricordo che alla rassegna regionale degli olii, tenutosi a Buttrio, nell’ultimo triennio, gli olii prodotti nella nostra area hanno rappresentato egregiamente la zona, rispetto agli altri concorrenti regionali (nel 2006, primo, secondo e terzo posto). Nel programma dell’associazione c’è l’intenzione di effettuare incontri altamente tecnici con la partecipazione di relatori di importanza nazionale nel campo dell’olivicoltura e di richiedere anche la partecipazione e la disponibilità delle amministrazioni comunali locali. L’associazione attualmente opera con propri fondi o in collaborazione con altre associazioni o amministrazioni comunali ed è disponibile ad offrire le proprie competenze per la realizzazione degli scopi per cui si è costituita. Zamolo Pierantonio presidente associazione “Amîs dal Ueli Furlan” AMNESTY INTERNATIONAL 14 Tibet il fuoco sotto la neve A Gemona la voce di un monaco buddista tibetano sopravvisuto a 33 anni di torture e prigionia nel Tibet occupato dai cinesi Il sigillo della legge su di un documento non rende veritiera una testimonianza. E’ meglio suggellare il proprio cuore con il segno della verità e della giustizia. (canzone tibetana, Tshangyang Gyatsho, 1683-1706) d è quello che Palden Gyatso, monaco buddista tibetano sopravvissuto a 33 anni di orrore, tortura e prigionia nel Tibet occupato dalla Repubblica Popolare Cinese, ha deciso di fare testimoniado al mondo quanto era successo a lui e a migliaia di altri tibetani colpevoli unicamente di chiedere agli occupanti cinesi l’indipendenza del loro paese. Un uomo di grande umanità, con uno sguardo vivo e un grande carisma che quando parla trasmette ai suoi ascoltatori serenità e pace nonostante le cose terribili che racconta. Di lui Francisca Van Holthoon, che lo ha intervistato nel dicembre del 1993, dice: “..Ci sono volute più di 20 ore perché Palden mi raccontasse la storia della sua vita. Ero bloccata sulla mia sedia a sentire questo monaco tutto pelle e ossa, senza denti e con gli occhi brillanti. Le sue parole mi hanno ispirata piuttosto che depressa”. Una domanda ricorrente rivoltagli negli incontri avuti nelle scuole superiori di Gemona e Tolmezzo durante la settimana di permanenza a Gemona ed anche nella serata in Salcons è: “come ha fatto a sopravvivere a 33 anni di carcere e lavori forzati e se non prova odio per i suoi carcerieri”. La sua risposta è stata che molto lo aveva aiutato la sua fede e che comunque era sempre stata forte in lui la voglia di far conoscere al mondo il dramma del suo paese. Quanto all’odio ha detto di non provare nessun sentimento di vendetta nei confronti dei suoi carcerieri, anche gli ufficiali, perché sapeva che ubbidivano sola- E mente a degli ordini e di non avere risentimento nemmeno per il popolo cinese perché anche lui patisce. Tutti coloro che lo hanno avvicinato in questi 7 giorni, sia in pubblico che in privato, sono rimasti contagiati dalla sua serenità, dalla nobiltà del suo animo e dalle parole augurali che rivolgeva loro. Uno sguardo vivo e brillante e un tono di voce che non ha traccia di odio o risentimento anche quando racconta i momenti più duri della sua vicenda. Una compagnia, la sua, che trasmette pace e serenità La sua vicenda è comune a quella di migliaia di altri detenuti che, in Tibet o in Cina, hanno vissuto e vivono ancor oggi la stessa esperienza. E questo è un pensiero ricorrente per Palden, un pen- foto Ricart Urban siero che lo spinge ancor oggi, a 76 anni, a testimoniare il dramma del popolo Tibetano. Con la sua forte testimonianza ci ha lasciato questo messaggio: “Io sono molto grato ad Amnesty, ed in particolare alla Sezione Italiana, perché è grazie a voi che io sono ancora vivo. Voi proseguite l’opera di Cristo e di Buddha, perché lottate per liberare gli altri dalla sofferenza. alden Gyatso è nato a Panam, nel distretto di Gyantse (Tibet) nel 1931. P All’età di 10 anni Palden divenne monaco a Gadrong Gompa, Shingatse. Studiò per 6 anni poi si trasferì al monastero di Drepung, vicino a Lhasa. Il suo calvario inizia nel 1959 quando viene arrestato una prima volta. Ammanettato, interrogato e bastonato, viene giudicato “reazionario” e condannato a 7 anni di carcere. Nel 1962 cerca di evadere ma viene catturato con altri 6 amici a pochi chilometri dalla frontiera con il Bhutan. La punizione per il Ora io sto bene ma non posso fare a meno di pensare, ogni volta che mangio, a tutti i miei compagni che sono ancora in carcere e che non hanno da mangiare a sufficienza, e mi viene sempre da piangere quando penso che devono ancora subire i maltrattamenti e la tortura che vi ho descritto. Quindi vi prego di non abbandonare queste persone che hanno molto bisogno del vostro aiuto”. tentativo di fuga fu molto severa. La condanna gli fu aumentata di altri 8 anni. Nel 1975 terminò di scontare la condanna. Fu “rilasciato” e mandato in un campo di lavoro a circa 15 miglia da Lhasa. Le condizioni in questo campo erano dure quasi quanto quelle in carcere. Nell’agosto del 1983 fu arrestato nuovamente mentre si trovava nel monastero di Drepung dove si era recato dopo aver avuto una licenza di tre mesi dal campo di lavoro. Da allora fu spostato in varie carceri dove rimase per altri 9 anni fino al giorno del suo rilascio avvenuto il 25 agosto 1992. Amnesty International ha seguito il suo caso dal 1983. Dal 1985, quando il Segretariato Internazionale lo affida alla Sezione Italiana, il suo caso è preso in carico dal gruppo ITA 75 di Udine, con il quale ha collaborato anche il gruppo di Gemona, fino al suo rilascio. La sua vicenda è raccontata nel libro: “Tibet, il fuoco sotto la neve. La voce di un monaco perseguitato”. Sperling e Kupfer Editori. euro 9,20. Il libro può essere ordinato al gruppo di Gemona di Amnesty International al n° di tel. 0432-974179. foto Bruno Londero (Gr.Fotografico Gemonese) CINA 15 Pechino è...la sede delle Olimpiadi Continua il reportage di una nostra gemonese Pechino è di nuovo estate... la stagione peggiore, la stagione in cui il cielo è sempre grigio e l’aria diventa una sostanza appiccicosa che si incolla alla pelle. Quest’anno, però, si tratta di un’estate particolare, si avvicina l’08.08.07 giorno in cui finalmente i grandi tabelloni del conto alla rovescia sparsi in giro per la città segneranno 365 giorni all’08.08.08, l’attesissimo giorno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi. La città è sempre più in fermento.... L’eccitazione si tocca con mano ovunque, nei negozi, sulle strade, tra la gente; la senti, la respiri e ti contagia. Le impalcature sui nuovi palazzi costruiti apposta per la grande occasione cominciano a sparire, sostituite dai nastri inaugurali. Come funghi compaiono in tutti gli angoli più cruciali della città i cartelloni con gli slogan dedicati alle Olimpiadi. “Un solo mondo, un solo sogno”, “Olimpiadi verdi, Olimpiadi dell’umanità, Olimpiadi tecnologiche”, “Diamo il benvenuto alle Olimpiadi, promuoviamo la civiltà e lavoriamo per creare una situazione ambientale favorevole” sono i tre motti più diffusi e descrivono gli obiettivi che la città di Pechino si è prefissata di raggiungere per il 2008: promuovere il principio dello sviluppo sostenibile, celebrare la forza della nazione che sta costruendo “il palco” con i più avanzati livelli di tecnologia, dichiarare che questa Olimpiade avrà al centro l’uomo e il dialogo tra culture diverse. Le cinque mascotte Bei, Jing, Huan, Ying e Ni, sono magicamente comparse in ogni forma e dimensione dai peluche ai portachiavi, alle figurine etc. - dentro i taxi, sugli autobus, sulle A magliette della gente, sui teli dei venditori ambulanti stesi per terra all’uscita delle fermate della metropolitana e presto la Beijing Tv manderà in onda un’intera serie di cartoni animati che le vedrà protagoniste. Ogni giorno ci sono iniziative e attività volte a preparare l’opinione pubblica all’attesissimo evento, come ad esempio il “giorno della fila” ogni 11 del mese (è stato scelto l’11 perchè ricorda due omini in fila), i corsi per sorridere come gli occidentali, la richiesta di studiare l’inglese, la grande campagna di arruolamento dei Volontari delle Olimpiadi... La gente è fiduciosa, irremovibile. Ho provato a chiedere per la strada se non è un po’ straniante tutto questo correre in direzione dell’Occidente, la risposta è sempre la stessa: no, perchè c’è lo sviluppo economico e le condizioni di vita stanno miglio- rando. Pechino adesso sembra una città che affronta una corsa ad ostacoli facendo finta che gli ostacoli non ci siano; è sicura di sé, e non ha paura di niente e nessuno. Pechino, nell’agosto 2008, a detta di tanti, sarà la città più bella del mondo... Io ne dubito, ma qui me lo fanno credere tutti i giorni. Giada Messetti www.piumetta.splinder.com Le cinque mascotte delle Olimpiadi e cinque Mascotte delle Olimpiadi sono nate nel 2005. Sembrano solo cinque simpatici disegnini, in realtà riassumono gli ideali di queste Olimpiadi e contengono infiniti rimandi alla cultura tradizionale cinese. Si chiamano Bei, Jing, Huan, Ying e Ni e i loro nomi messi uno in seguito all’altro hanno lo stesso suono di Beijing huanying ni, ovvero “Pechino ti dà il benvenuto”. Ognuna di esse presenta le caratteristiche di uno degli animali simbolo della Cina: il pesce, il panda, l’antilope tibetana e la rondine. L Bei Bei: Nella cultura tradizionale cinese il pesce e l’acqua sono simbolo di prosperità, quindi BeiBei è colei che porta la prosperità. Gli ornamenti del suo copricapo sono ispirati ad antiche pitture. È forte negli sport d’acqua e simboleggia il cerchio Olimpico Blu. Jing Jing è un panda incantevolmente ingenuo che ovunque vada porta gioia e allegria alle persone. Poiché viene dalla foresta, è il simbolo dell’armoniosa convivenza tra l’uomo e la natura. È leale, ottimista e pieno di energia. È un atleta noto per la sua forza e rappresenta l’anello nero dei cinque cerchi olimpici. Huan Huan è il fratello maggiore. È un figlio del fuoco, simboleggia la torcia olimpica e la passione per lo sport. Sta al centro delle 5 mascotte perchè è il cuore dello spi- rito Olimpico. Nonostante spinga a correre più forte e saltare più in alto, riesce ad essere gentile e disponibile. Ogni volta che il suo fuoco si accende, si possono percepire il caldo invito alle Olimpiadi del 2008 e la benedizione del popolo cinese. Il disegno del fuoco sul suo copricapo è una stilizzazione delle pitture murarie della grotte di Dunhuang. È gioviale ed entusiasta. Bravissimo negli sport in cui si utilizza la palla, rappresenta l’anello rosso dei cinque cerchi olimpici. Ying Ying è un’antilope tibetana intelligente e capace di correre veloce come il vento, arriva dalla parte occidentale della Cina e porta in tutto il mondo l’augurio di godere di buona salute. Sul suo copricapo è ripreso lo stile delle decorazioni tipiche delle verdi praterie del Tibet e della regione dello Xinjiang. È agilissima e impareggiabile nelle gare di atletica. Rappresenta l’anello giallo dei cinque cerchi olimpici. Ni Ni è una rondine (in cinese yan) che viene dal cielo. Il suo disegno si ispira a quello dell’aquilone della rondine del deserto tipico della città di Pechino. L’ideogramma yan è anche il primo carattere della parola. GIOVANI ARTISTI 16 Sempre e solo writing Per Elia Venturini essere un writer significa vivere in positivo, mettendosi a confronto con gli altri eredità artistica: ha un padre con dei pezzi sui che si chiama Carlo Ventu- siti www.aerosorini e uno prozio che di lart.it e no Il Nuovo dal titolo Fur- nome fa Ercole Casolo! www.hiphop.it, il lan graffiti, nel quale Quindi fin dalla nascita in che lo entusiasma “…alcuni writers friulani casa respira aria di arte e e lo stimola ad raccontano la loro forma di cultura: in giro ci sono pen- impegnarsi semespressione artistica ai con- nelli e tele, bozzetti e colo- pre di più e al fini tra legalità e illegalità.” ri. Il destino è segnato e le meglio. Il suo E’ bene ricordare che il wri- capacità ci sono. Elia ha primo tag, la sua ting, quello vero, quello conseguito il diploma supe- “firma”, era puro, quello “storico”, riore presso l’Istituto Stata- SHOCK, poi camrimane comunque una prati- le d’Arte “G. Sello” di biato ed addolcito ca illegale, visto che l’arti- Udine nella sezione di in SHOE, mentre colo 733 del codice penale architettura ed arredo. Ora la firma della prevede l’arresto e un’am- sta frequentando il secondo crew, del gruppo, menda per il reato di detur- anno del corso di Scienza è TBC (To Be della Continued). Perpamento di monumenti a dell’Architettura carattere storico-artistico, Facoltà d’Ingegneria del- ché questi nomi? ma c’è chi ha scelto la lega- l’Università di Udine. Il suo Non c’è un perché lità, facendo le dovute sogno professionale è lavo- vero e proprio; si tratta solo richieste scritte in Comune. rare nel settore del design, di una certa sintonia di Elia Venturini è tra quei ma intanto, oltre a studiare, forme, di originalità, di uniwriters che hanno scelto svolge anche qualche lavo- cità. Quelle quattro lettere proprio la legalità, assieme ro stagionale alternato ad vengono girate e voltate, al suo amico e compagno di incarichi di grafica pubbli- contorte, schiacciate, tirate, crew Francesco Patat, di cui citaria e di web design. insomma elaborate in tal P&M ha già ampiamente Ha iniziato a “writare” nel modo da non essere neanparlato in questa stessa 2002 aderendo al corso spe- che più leggibili, ma prorubrica nel n°58 dell’otto- cifico, organizzato a Gemo- prio qui sta la bravura del bre 2006. Nello stesso na dall’A.S.S. n°3 Alto writer. Ma se inizialmente numero è stata anche tratta- Friuli e dalla Cooperativa Elia si concentrava sopratta la storia di questo movi- Sociale Aracon, nell’ambito tutto proprio sul tag e la sua mento artistico, con le spie- dei progetti di aggregazione concezione, ora il suo stugazioni di alcuni termini, giovanile C’Entro e Viavai. dio si focalizza quasi comusati comunemente nello A questo corso ha conosciu- pletamente sull’ambientato anche Francesco. Da qui zione che circonda il tag. slang dei writers. Elia è nato a Gemona nel- ha iniziato un percorso, che Diventano un tutt’uno unico l’ottobre del 1986 e abita in oggi lo sta portando a tene- ed inscindibile, dipendenti tal Borc di Sot, in Centro, re lui stesso dei corsi di wri- l’uno dall’altro. E’ tale la “… io, a Gemona, ci vivo ting e della sua storia e ad ricerca di luci e ombre, ottebene: non mi manca nulla”. essere riconosciuto a livello nute con gli accorgimenti Ha sulle spalle una pesante nazionale, essendo presente più ingegnosi dell’uso della shoe41 – Pieris 2007 nell’ambito della manifestazione “Insieme per l’Isonzo” scorso è uscito bell’articolo di Sandro ILanolun4 maggio sul settimanale friula- bomboletta spray, che tutto sembra prenda vita, si muova in un vortice di lettere colorate in 3D. Lamenta di aver acquisito dai suoi studi all’Istituto d’Arte troppa rigidità accademica, anche se quegli anni gli sono serviti ad avere una maggior prospettiva e una mano sciolta sul piano figurativo. I suoi pezzi sono una storia narrata sul muro, non sono mai provocatori “… la trasgressione non ha più senso al giorno d’oggi, non siamo a New York negli anni ’70. E’ più importante il confronto, la ricerca di uno stile. Non tollero gli imbrattatori, coloro che scrivono il loro tag ovunque, anche su case private, e pure male.” S’ispira molto alla natura, una natura particolarmente colorata, vivacemente esuberante e dai toni quasi burleschi, mai insidiosa e minacciosa, anzi gli animali sembrano quasi tratti da un libro illustrato (vedi immagine a lato). Predilige l’uso delle tinte verde, blu e viola, semplicemente perché ci trova una piacevole armonia d’insieme. C’è una forte vena ironica e caricaturale in GIOVANI ARTISTI 17 molti dei personaggi, protagonisti dei suoi pezzi. Gli ho chiesto come mai non passa al pennello e alla tela, mi ha risposto: “… la tela è un limite, manca quel senso di spazio infinito che dà il muro, e dal pennello non esce ciò che effettivamente voglio e cioè sfumature, omogeneità e velocità… e poi andrei troppo vicino a ciò che fa mio padre!”. In qualche pezzo c’è un qualcosa di “venturiniano”: certi segni, quell’azzurro particolare dei cieli, l’uso delle stoffe, quel realismo irreale. Le affinità al padre non lo infastidiscono, anzi lo inorgogliscono. Qualche esperimento su tela è stato fatto: l’uso della bomboletta spray su un supporto di piccole dimensioni, adoperando particolari tappi erogatori, cercando di ottenere così segni molto sottili. Il “laboratorio” di Elia è il parcheggio multipiani di Piazza del Ferro; qui è presente buona parte della sua produzione da solo e con la crew, ma viene anche il momento di cambiare, di dimostrare agli altri un nuovo stile, nuove idee, i cambiamenti e i progressi e quindi si dà una mano di bianco e si ricomincia a “writare”. Proprio per questo diventa fondamentale la fotografia, indispensabile per documentare un pezzo, ormai superato e vissuto, prima che passi quella mano di bianco, quasi come una gomma gigante. Altri siti gemonesi dove si possono ammirare le sue opere sono: l’Istituto Tecnico Statale Commerciale “G. Marchetti”, lo Stadio Comunale “D. Simonetti” e il Parco di Via Dante. Commissioni, commissioni e ancora commissioni… Marco Candolini scrisse una lettera a tal proposito, pubblicata nel P&M n°59 (dic. 2006), che si concludeva così “I nostri sogni e soprattutto i sogni dei nostri ragazzi sono la speranza del futuro, non imbrigliamoli nemmeno in un successo misurato dalla lunghezza della fila dei committenti”. Io penso che solo se una persona, giovane o meno giovane poco importa, ha talento, è originale in quello che fa, crede in quello che fa, sa trasmettere emozioni attraverso le sue opere, solo e soltanto allora la fila dei committenti si allunga, senza avere l’intenzione di imbrigliare nessuno, ma semplicemente per dimostrare così il proprio apprezzamento. I primi di giugno si è tenuta al Parco di Via Dante l’hip hop jam “Elementi sotterranei…in superficie”, organizzata dall’Associazione Sportiva Ricreativa “Bravi Ragazzi” (il cui Presidente è Sergio Gollino), con la partecipazione di diversi writers (vedi immagine sotto), che hanno realizzato pezzi sul tema La foresta incantata: invito caldamente i lettori a farci un giro, merita! L’iniziativa ha avuto buon esito nonostante la pioggia e le notevoli difficoltà organizzative, che questi ragazzi hanno dovuto affrontare per ritardi burocratici e il rilascio dei permessi non particolarmente chiari… Elia si sta cimentando altresì nella scultura lignea, ma anche con gli scalpelli il suo lavoro concerne solo e soltanto la rielaborazione del suo tag. Gli dico: “Ma non ti stacchi proprio mai dal tuo tag?!”, mi risponde: “Per il momento no, perché adesso che l’ho trovato, non lo mollo. Per ora c’è solo il writing!”. Per contattare Elia Venturini [email protected] e per visitare il suo sito Internet www.sh-art.it Maria Copetti MOSTRE E CONCORSI “Mostra permanente” nei siti già citati a Gemona e su muri dei Comuni di: Udine (Parco “Ardito Desio”), Tricesimo (Scuola per l’Infanzia “Costantini Astaldi”), Tarcento, Monfalcone e presso la vicina località di Pieris (GO) (opere realizzate nel contesto di JAM, all’insegna dell’hip hop) 2006 9° concorso extempore di pittura “Gemona: ricostruzione e memoria” - Comitato Borgate del Centro Storico, Galleria d’Arte Babele, Pro Glemona 1° premio assoluto. 2005 Concorso extempore tra gli allievi dell’Istituto Statale d’Arte “G. Sello” – segnalazione tra i primi 10 classificati 2004 7° concorso extempore di pittura “Gemona oltre le pietre” – Comitato Borgate del Centro Storico, Galleria d’Arte Babele, Pro Glemona 1° premio categoria under 18 (vedi immagine sopra) 2002 5° Concorso extempore di pittura “Una pennellata color Gemona” - Comitato Borgate del Centro Storico, Galleria d’Arte Babele, Pro Glemona – 3° premio categoria giovani. 2000 3° Concorso extempore di pittura “Folletti a spasso nel Centro Storico” Comitato Borgate del Centro Storico. LUNARI: L’AUTORE 18 Le poesie giovanili di Mauro Vale Cultura e politica: una vita all'insegna della civiltà friulana in tutte le sue espressioni i è capitato in diverse occasioni di ascoltare Mauro Vale raccontare Gemona, la sua gente e la sua storia, e ogni volta sono rimasta rapita dalla sua profonda conoscenza, dalla meticolosità del suo narrare fatti e aneddoti e dal suo modo di esporre appassionato, dettato dall’amore per le proprie origini, per Gemona e il Friuli. Sì, conoscevo Mauro Vale saggista, articolista, pure dilettante artista … ma da poco l’ho scoperto anche poeta. Egli nasce a Gemona il 16 gennaio 1945 da mamma Giovannina Londero dei Pieris Grancj di Piovega e da papà Pietro dei Feragins dal Borc dal Puint, entrambi di famiglie profondamente cattoliche, visto che fratello della madre è mons. Pietro Londero Pieri Piçul, mentre fratello del padre è don Giorgio Vale: due figure importanti nella vita di Mauro, soprattutto Pre Pieri, che in qualche modo gli ha trasmesso la passione per la storia e per l’arte. Ha frequentato il Liceo Classico “J. Stellini” di Udine. Già allora scriveva in pubblicazioni studentesche di stampo cattolico, come l’Oggi Studenti. Si è poi iscritto alla facoltà di lettere dell’Università di Trieste, ma a pochi esami dalla fine M ha mollato gli studi. Inizia quindi a lavorare prima presso la Snaidero S.p.A., curandone il notiziario interno e i testi pubblicitari, poi presso la Ferriere Nord S.p.A., come responsabile della comunicazione aziendale. Nel 1983 fonda la RASTER, agenzia di comunicazione, dalla carta stampata al video, con risvolti anche editoriali. In Mauro Vale c’è anche l’uomo politico, quale rappresentante del Movimento Friuli nel Consiglio Comunale di Gemona, tra il 1970 e 1995 per più mandati, e nel Consiglio Provinciale dal 1990 al 1995. Anche nell’ambito politico è sempre rimasto comunque coerente e fedele a quella che è la tradizione culturale, storica e linguistica friulana. Fa parte da diversi anni della Fabbriceria del Duomo di Gemona e dal 2005 è Direttore Responsabile del Bollettino Parrocchiale “Voce Amica”. Dal febbraio 2002 è Presidente del Comitato “Il San Giovanni dell’Amalteo”, sorto per sensibilizzare enti pubblici e cittadini alla necessità di ricostruire l’edificio che, fino al 6 maggio 1976, era la Chiesa di San Giovanni. Ha scritto numerosi saggi su Gemona, contenuti in importanti pubblicazioni, ed ha collaborato anche con le riviste Nuove, Majano Nuova e nei Numeri Unici di Osoppo e di Pozzuolo del Friuli. Appassionato di fotografia ha pubblicato il libro fotografico, appunto, Glemone, torne su (Raster 2001) in occasione del 25° Anniversario del Terremoto. Nel 2004 ha curato la raccolta di 100 anni di storia e attività della Pro Glemona in Pro Glemona cent’anni d’iniziative (libro e video). Si è dilettato anche nell’arte pittorica con aspre critiche e di pubblicarle sul foglio utili suggerimenti del padre, mensile Int Furlane (uscito che aveva frequentato la fino alla metà degli anni Scuola d’Arti e Mestieri di ’80), collaborando tuttavia Gemona nella sezione Pitto- anche con Scune Furlane. ri/Decoratori; ultimamente Da lì poi si costituirà il grupha trovato maggiori soddi- po di giovani - oltre a Mauro sfazioni e consensi in opere Vale, anche Giannino Angeeseguite a china e nella rea- li, Tarcisio Venuti e Galliano Zof - le cui poesie daranno lizzazione di incisioni. Dal 1970 è sposato con la vita all’antologia Un caranprof. Mara Maria Marin, con tan di puisie, uscita nel 1966 cui ha avuto tre figli: Man- a cura del Circolo Culturale “A. Manzoni” di Codroipo. fredi, Mattia e Ginevra. Per parlare di Mauro Vale Nel 1967 esce invece La cjapoeta occorre fare una pre- rande (ed. La Nuova Base – messa. Nel 1952 don Dome- UD), che raggruppa le lirinico Zannier dà vita alla che di 22 poeti. L’introduScuele Libare Furlane, isti- zione è di Carlo Sgorlon. Si tuzione sorta per diffondere tratta di un nuovo modo di l’insegnamento della lingua concepire la poesia friulana, e della cultura friulana. Da non più così fortemente essa nascono due giornali legata al folclore, alla villotcon gli stessi obiettivi: Scune ta, bensì una poesia dei senFurlane, diretto da don timenti, della vita, delle che rimane Domenico Zannier e Int Fur- emozioni, lane, fondato nel 1962 e comunque salda alla tradidiretto da Pre Checo Place- zione e soprattutto alla linrean, Pieri Piçul e Etelredo gua friulana, nell’uso Pascolo. Mauro inizia a scri- CUN TE vere poesie al liceo e grazie alla cono- L’odôr di plois lontanis scenza con don al slache fin tai vôi une pegre fumate Francesco Placerea- e ’l scûr, cence rivuart, al sgjavele ni, che è stato suo la sere. insegnante di reli- Anin, amôr, gione, e al suo lega- come che no sintissin lis peraulis me di parentela con dal timp mons. Pietro Londe- e come che no viodessin ro ha l’opportunità lì ch’a muerin i siums. E i pojarin tal scûr Pre Checo Placerean une piçule lum, e pre Pieri Piçul in usgnot ch’a no son stelis. Cuarnan 19 LUNARI: L’AUTORE La chiesetta di Sant'Agnese - 2004 (disegno virtuale stampato a getto d'inchiostro con ritocchi a mano) addirittura delle parlate locali, quale “…risposta di questi giovani all’avanzata del rullo compressore della civiltà di massa, che tutto travolge, tutto livella e tutto restituisce sbiadito, standardizzato, insignificante. (Sgorlon)”. Le poesie di Mauro Vale sono prevalentemente ambientate la sera o di notte, “…perché essa significa quiete, attenuazione elegiaca della vita, raccoglimento… (Sgorlon)”, in una stagione generalmente invernale “… per la chiarezza dei suoi colori, nelle giornate di sole, e perché il freddo invita alla vita intima, raccolta, degli interni domestici, dove arde la fiamma che scalda i cuori e consola solitudini e amarezze. (Sgorlon)”. Il paesaggio è solitamente quello montano, s’intuisce la costante presenza dei monti gemonesi: quella frange di mons è lì, si sente, si vede, ma solo due poesie, almeno fra quelle edite, sono dedicate e intitolate a Gemona: Glemone e Sante Gneis di Mont. Ma ecco che, proprio in questa occasione, Mauro Vale concede ai letto- GLEMONE Il fum svolete planc tal cîl zà scûr di ploe e jenfri lis veradis scuindudis dai rosons. ri di P&M l’opportunità di leggere i versi di una terza poesia dedicata a Gemona, scritta nel maggio 1977, del tutto inedita fino ad oggi, intitolata Pai muarts e par Glemone. E’ viva la presenza della natura tra alberi e fiori, stecs e fueis, e dei suoi abitanti più piccoli, grîs e liseltris, ma soprattutto del volo libero degli uccelli. Il cîl, quel cielo immenso, azzurro o carico di nubi, illuminato dal sole o puntellato dalle stelle, è desiderio di libertà nello spazio infinito. I colori sono importanti per Mauro: sono vita! Le sue poesie sono spesso parole e pensieri non detti alla madre, al fratello minore, ma soprattutto alla donna amata; scrive Sgorlon: “Mauro Vale piace quando compone liriche d’amore, delicate, malinconiche, non prive di lacrime, ma anche scattanti e giovanili. Le sue poesie sono spesso un colloquio, ma il suo ascoltatore ideale è sempre una ragazza… non vuol sentire né le tristi parole del tempo che passa, né vedere dove muovono i sogni: vuole prolungare l’incanto del sentimento, anche se conosce la precarietà della felicità umana.” La donna è la musa ispiratrice di molte sue poesie: desiderata con ardore tra deiz c’a s’ingredein, a volte persa, a volte ritrovata, tra giochi di voi, lavris e mans. La religione è celebrata come uno scandire delle stagioni, quella religiosità semplice dei ricordi, della tradizione, quella dai madins e das rogazions. Molte antologie di poesia friulana contengono opere di Mauro Vale. In seguito ha continuato a scrivere, ma con minore assiduità e più PAI MUARTS E PAR GLEMONE Vessio almancul cjantât dutis lis placis e lis rivis di clap e lis andronis. Vessio almancul sunât dutis lis glesiis e i palaçs e lis cjasis. Vessio almancul sintût dute chê int che no si è plui insumiade da dolce avemarie di maj, ancje dopo tornadis lis stelis. Mauro Vale (inedita) per un piacere privato e personale. Peraulis, vôs, lagrimis, ricuarz e siums: ecco le parole chiavi della poesia di Mauro Vale, una poesia, che lui stesso definisce semiromantica, per quella dosata malinconia, per quella delicata riflessione intimistica, perché ogni verso corrisponde ad una emozione. Maria Copetti SANTE GNEIS DI MONT E 'l stec al trime lì che prim 'l ere un ucel. Il mûr dongje das stalis 'l e' di un vert di cîl lì che 'ne volte ere 'ne paline rosse e i cjamins sore dai cops son distudâz e neris di cjalim come la gnot cuanche al semèe di viodi un'altre volte lis muinis saltâ - fûr tant che la buere a' nice la cjampane. Al pâr ch'a' prein rosaris, vie pa gnot, lis muinis; e l'aiar sclâf al cjante vie pas cìsis nîz di liseltris rossis e i grîs fevelin, vie pa gnot po' staj daûr da glesie tal neri cîl di jerbe cence stelis. Farmacia “Antonelli” dr. Franco Santi P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053 Gemona del Friuli (Ud) Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria 20 LUOGHI Par tornâ a fâ-su la glesie di sant'Ane Per la ricostruzione della chiesa di Santa Maria la Bella (per i gemonesi Sant'Anna) olo una campana sostenuta da un traliccio di ferro arrugginito rimane sul sito dove sorgeva la chiesa di Santa Maria la Bella, a metà strada sul viale alberato che da Gemona porta a Maniaglia e Montenars. La chiesa vanta una lunga storia documentata fin dal XIII secolo e interessanti testimonianze di essa sono conservate negli archivi parrocchiale e comunale. Distrutta dai terremoti del 1348 e del 1511 e riedificata, di nuovo distrutta dal sisma del 1976, ora attende di essere ricostruita per la terza volta. Un’ iniziativa in questo senso è stata promossa nel 2006 da alcune gemonesi che si sono fatte portavoce di un desiderio molto sentito; infatti in breve tempo sono state raccolte alcune centinaia di firme di adesione e la raccolta continua. S La chiesa, dedicata a Santa Maria la Bella, era devozionale meta delle partorienti che vi si recavano per invocare la protezione della Vergine e di sant’Anna, cui era dedicato un altare con un’importante tela di Vincenzo Lugaro datata 1621, attualmente visibile nel duomo di Gemona. Costruita ad aula rettangolare, con il lato più lungo delimitava la strada ed era dotata di un portico quadrangolare che si apriva con i suoi archi a tutto sesto come un balcone verso il panorama di Gemona e la pianura sottostante. Ai fini di una riedificazione della chiesa e prima di ogni intervento, poiché le sovrastanti pendici del monte Cuarnan sono soggette a vincolo geologico, sono stati fatti i primi passi per la messa in sicurezza del luogo. Inoltre, su suggerimento della Sovrintendenza ai beni culturali e in collaborazione con l’associazione storicoarcheologico-culturale “Valentino Ostermann” di Gemona, si intende procedere ad una indagine sul sito per accertare preesistenze archeologiche e procedere all’eventuale recupero di elementi lapidei. La ricostruzione della chiesa potrebbe anche completare un piacevole e interessante Sant’Anna il 7 maggio 1976 - foto di Alessandro Urbani Cartolina della Chiesa di Sant’Anna con foto di Bierti percorso storico-paesaggistico fuori le mura di Gemona: dal Duomo al lavatoio seicentesco ai piedi del Glemine e alla fontana di Silans in Godo, quindi, per il sentiero storico, alla fontane dal Turc e alla chiesa di Sant’Anna. Un percorso nel verde e nel silenzio fino ad un luogo la cui suggestione deriva anche da una vitalità plurisecolare strettamente legata alla religiosità popolare. Per saperne di più: V. BALDISSERA, Da Gemona a Venzone, Gemona 1891 G. MARCHETTI, Le chie- Iob Silvano & C. Gemona del Friuli sette votive del Friuli, Udine 1972 G. CLONFERO, Gemona del Friuli – Guida storico artistica, Udine 1994 T. VENUTI, Gleseutis, Sants e Madonis, in Glemone, S.F.F., Udine 2001. M. L. DELENDI, A proposito di Santa Maria Formosa detta La Bella di Gemona, in “Sot la Nape”, 2004, n. 1 (febbr.) Referenti per l’iniziativa: Annamaria Contessi, via Sottocastello, 3 – tel. 0432 983 369 Maria Ursella, via Pravarons, 14 – tel. 0432 980 375 21 METEOROLOGIA Aprile da record, mai così caldo opo l'inverno più caldo degli ultimi 70 anni, la primavera non è stata da meno: le temperature massime del periodo sono state molto più alte della media: + 4,6°. In aprile, poi, le temperature massime hanno registrato una media di 24°: 7° più della media degli ulti- D 35 mi 70 anni e ben +3,5° rispetto all'aprile del 1946, record precedente. In dettaglio, nei mesi di aprile e maggio per ben 12 volte abbiamo avuto temperature massime mai registrate con le punte di 28,5° (15 aprile) e 33,9° (23 maggio). Le precipitazioni primave- rili sono rimaste poco sotto la media, anche se piuttosto scarse in aprile. Anticipiamo la particolarità di giugno: precipitazioni poco sopra la media: 232,7 mm, ma i giorni di pioggia sono stati ben 22. Su www.pensemaravee.it i dati in tempo reale della sta- zione meteo di Gemona. Ricordiamo che, grazie a Meteopoint e M.Marchetti, la stazione dispone ora di due nuovi sensori per la radiazione solare e per i raggi ultravioletti. Un grazie ad Andrea Venturini e Massimo Marchetti per la collaborazione. Tem perature m inim e e m assim e M edia clim atica tem perature '77-'06 Piogge giornaliere T.C° 30 P.m m 180 160 25 140 20 120 15 100 10 80 5 60 0 40 -5 20 0 -10 1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 M arzo 2007 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 3 6 9 A prile 2007 12 15 18 21 24 27 30 M aggio 2007 LA LETTERA - A PROPOSITO DELL'ARTICOLO DELLO SCORSO NUMERO C’era una volta Ledis... e speriamo ci sia ancora ppare assai chiaro che all’autore dell’articolo pubblicato sulla rivista “territorio” non siano gradite le piste della val Venzonassa, così pure, emerge sofferenza anche per altre attività esistenti in tale valle. La presenza dell’orso (saltuaria e solo di passaggio) e la presenza della lince (probabilmente stabile) sono avvenute molto di recente e sicuramente dopo la costruzione delle piste. Non credo che nel passato, se non remotissimo, ma fuori dai ricordi di chi ci legge tali animali siano stati rilevati. Chissà forse sono proprio le strade il mezzo che agevola la loro introduzione. Le strade se usate con buon senso a mio avviso sono invece una risorsa per Ledis. Hanno permesso e permetteranno ai proprietari di poter condurre i propri fondi in maniera più durevole proprio perché facilitati nel raggiungerli; si è potuto manutentare e migliorare alcuni A dei fabbricati presenti dando quindi alla valle parvenza di vita e non di abbandono, esattamente come c’è l’hanno lasciata i nostri antenati. Questi partivano da Gemona a piedi in ore antelucane per tagliare un’ albero o per falciare un fascio di fieno, ma queste cose oggi sono del tutto impensabili. Se vogliamo che la valle viva lasciamo che i volenterosi arrivino alle loro proprietà con auto e simili, se vogliamo curare e migliorare il bosco chi vi opera dovrà raggiungere le località di lavoro con i mezzi ritenuti più idonei. Dove il legname tagliato è rimasto nel bosco è proprio perché nelle vicinanze non c’erano piste, nessuno si sogna di portarseli a spalle per ore come erano soliti i nostri avi; oggi siamo nel terzo millennio, i mezzi sono altri e per dirla in friulano “no vin mica pechats di purga”. Se oggi nel prato della chiesetta è possibile sostare e anche bere un sorso di buona acqua questo è fattibile grazie a chi veramente amante di quei luoghi si è rimboccato le maniche. Io frequento quale proprietario abitualmente Ledis e ritengo al momento il sito molto tranquillo dove per fortuna si odora ancora la natura e non il puzzo di auto e moto. I bambini possono stare tranquilli e giocare spensierati, e se nella malaugurata sorte in futuro ci fosse bisogno del vigile per smistare il traffico nelle varie piste in quel tempo mi ricrederò e mi schiererò anch’io dalla parte di chi contesta. Ma per ora approvo quanto l’Amministrazione ha fatto e in tale proposito intenda fare, in quanto l’uso parsimonioso e giudizioso della pista ha portato in tale ambito frutti a mio avviso positivi e del resto a tutti visibili, sia a chi intenda raggiungere Ledis a piedi che a chi usi l’auto. Grazie per lo spazio riserva- tomi, Gubiani Francesco 'importanza della presenza dell'orso e della lince è tale che gli occhi dell'Europa, in questo momento, sono puntati sul nostro territorio. Eppure, da noi, pochi ne parlano (trascurando i potenziali benefici in termini di attrattiva turistica di un ambiente ancora incontaminato). Questo aspetto merita,però, uno spazio ben diverso per essere approfondito. E' comprensibile, ovvio, che Lei approvi l'azione che in definitiva valorizza la Sua proprietà, ma qui si tratta di denaro pubblico e non si vede perché singoli interessi privati debbano continuare a beneficiarne in assenza di un reale pubblico beneficio. E' necessaria, quindi, una accurata analisi economica dell'investimento, anche omettendo, per il momento, il costo del danno ambientale. R.U. L 22 SPORT STORIIS Il nestri balon d’aur a Mario Acia opetti Mario, detto Acia, è nato nel 1937. E’ stato ed è tuttora un grande appassionato del gioco del calcio. Ha iniziato nel 1953 a Udine con l’Esperia, per poi giocare con diverse squadre agli Stimmatini, nel Campionato Carnico (Edera, Folgore, Amaro, Ampezzo) e con qualche “carneval in plui” con gli amatori. Nel 1972 ha vinto il torneo di Lessi con la Scuola Sociale. Ha fatto il segnalinee e il custode con la Gemonese e la Stella Azzurra; con la Moggese e il Bordano ha ricoperto il ruolo di massaggiatore. Seduto in prossimità dell’ingresso della casa di riposo, mi racconta di quella volta che giocando scalzo agli Stimmatini si ferì con un chiodo. Si fermò, lo tolse e continuò a giocare. A fine partita a piedi e scalzo andò a farsi medicare al pronto soccorso. Lo chiamarono Acia anche per questo: aveva i piedi d’acciaio ed era forte come un toro; suo padre lo chiamavano Fero. Forte ma educato, nessuno mai lo ha sentito imprecare o tantomeno bestemmiare, né in campo né ai bordi e quando si arrabbiava con qualche giocatore al massimo gli urlava dietro un “mòviti stafetòn”. Con gli amici assiste ancora alle partite di Campolessi, della squadra di Stalis, della Gemonese e, complice un bicchiere di vino, si lascia andare ai ricordi o ai pronostici sulla partita del Milan della prossima domenica. C Enzo Gussetti, assieme al compianto Audino, nutrirono affetto a simpatia per Mario fin da piccoli. Oggi Enzo, dell’Enoteca “Al Centrâl” gli ha dedicato questa simpatica poesia. a cura di Sandro C. Cuant che o eri frut, o ai cognossût il plui grant campion di balon di chei ains di gioventût Al à dedicât une vite intierie a che bale di corean fruiansi i pîs par ogni placiute, par ogni contrade da vecje Glemone e ogni cjanton al ere bon par pidâ che bale, giuiant simpri discolc, no ierin i bês par comprasi lis scarpis normals, sigûr di no chês di balon...! A la giuiât cun duc i frus di chest paîs, di ogni etât, in ogni borgade, mai barufant simpri disponibil a dut par che bale cun tun entusiasm che nancje Pelé al veve pal so Brasil. Vuei, se i podés, i darés a lui il balon d’aur vêr, a lui, a chel "grant giujador” cal tirave i rigors "a scove” Io lu dares a Mario Acia, a un ver spirt di sportif, par manifeste inferioritat di duç chei altris. Grazie Mario par chei ains e pa to biele amicizie. ALLENATORE DELLA GEMONESE DAL 1982 AL 1990 Ricordando mister Birtig pesso si vive troppo condizionati dall’istante. E’ il flusso costante degli impegni S che ci impone di cogliere tutto e subito, come se le cose che viviamo non avessero un tempo giusto a cui dedicare una qualche riflessione, un’attenzione in più, una considerazione che fermi l’attimo. E’ bastata una partita di calcio e un momento di convivio affinché sabato16 giugno più di 80 persone, immerse nell’atmosfera del campo di calcio dello Stalis, si fermassero per dare un po’ di profondità al loro presente e riempirlo nel ricordo di un allenatore che a Gemona, a dieci anni esatti dalla sua prematura scomparsa, è stato bello ricordare: Gianandrea Birtig. Chi ha organizzato (grazie Gigi, grazie Vito) ce l’ha messa tutta: recuperando nomi, indirizzi e numeri di telefono dai vecchi cartelloni sui quali comparivano le vecchie foto della Gemonese; diffondendo volantini in tutti i bar della città; telefonando alla ricerca di qualche superstite sopravvissuto agli acciacchi di tante partite, per assicurarsi la disponibilità sul campo a quello che abbiamo chiamato il “Memorial Birtig”. E’ così che sabato 16 giugno dirigenti, giocatori, spettatori e famiglie legati dalla gratitudine verso quello che ricordano come “Mister Birtig”, tra risate, rimesse laterali, rigori, spogliatoi, premiazioni, racconti e intense commozioni sono riusciti a vincere la tradizionale e a volte spigolosa riservatezza della nostra terra, per scivolare nelle emozioni e riportare in superficie i vissuti di quegli intensi anni ‘80. E d’un tratto Franco Tuti è tornato il dirigente che lo accompagnava sulle panchine dei Giovanissimi per dirgli “Sì caro Gianandrea, non sei stato solo un allenatore, ma soprattutto un educatore”. La figura di Mario Bovolini è riapparsa, monumentale, chioccia severa e al tempo stesso paziente di tutto il calcio gemonese, ad evocare commosso date, nomi e passaggi e per sciogliersi in un “ Birtig, ammiravo la tua rettitudine e la tua correttezza”. E via sulla parole della Gemonese, del suo Presidente di allora Ivano Benvenuti e di quello attuale Giuseppe Pretto, quasi a testimoniare che la storia del Mister, dei sui dieci anni spesi sul campo del Simonetti, sarà patrimonio costante e futuro della società giallorosa. E infine tutti i presenti a cui è stato rivolto il grazie delicato ed elegante dalla moglie Renata e dai figli Gianluca e Simonetta. “E’ qui, tra di noi” ha detto la signora. Seduto in panchina aggiungo io, in piedi, impermeabile bianco e capelli mossi dal vento, con le braccia larghe rivolte in direzione dell’arbitro, con la voglia di vincere strozzata dalla imperdonabile leggerezza di un suo giocatore. “Davvero Mister, mi creda, ne sono convinto anch’io! Il rigore del 5 a 5 finale, quello del suo Memorial, era assolutamente inesistente”! Lorenzo Cargnelutti Gianandrea Birtig, originario di Udine dove risiedeva fu pure allenatore della Sangiorgina, del Basaldella e del Bearzi, ma il suo periodo più lungo come mister lo visse proprio nella Gemona del dopo terremoto. Birting lavorava come insegnante di ragioneria all'Irfop di Udine. PAGINA DEL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CULTURALI E DI VOLONTARIATO SOCIALE DI GEMONA Associazioni aderenti al Coordinamento: A.C.A.T. (sezione di Gemona), A.T.Sa.M. - Associazione Tutela Salute Mentale, A.V.U.L.S.S. (sezione di Gemona), Amici del Laboratorio Internazionale della Comunicazione, Amnesty International - Gruppo Italia 143, Associazione Musicologi, Buteghe dal Mont - Glemone, Gruppo Caritas della Parrocchia di S. Maria Assunta, Centro Giovanile Parrocchiale Glemonensis, C.A.V. - Centro Aiuto alla Vita, C.I.D.I. della Carnia e del Gemonese, Clape di Culture Patrie dal Friûl, Comitato per la Costituzione, Comitato per la Solidarietà di Osoppo, Friûl Adventures - Fiore (Osoppo), Gruppo Scout AGESCI Gemona 1, Gruppo Special - Amici si può, Gruppo “Un blanc e un neri“, Pense e Maravee Associazione Culturale., A.U.S.E.R., Associazione SAC V.Osterman. Riscoprire il patrimonio storico gemonese: l’attività dell’Associazione storico-archeologicoculturale Valentino Ostermann Quante volte passeggiando lungo Via Bini, o salendo la gradinata fino al Castello, non abbiamo potuto fare a meno di constatare quanto poco sappiamo della storia di Gemona, e quanto poco si faccia per conservare e valorizzare i segni del passato medievale ed antico del nostro paese? Quanto poco sappiamo, ad esempio, delle opere e dei tesori conservati nel museo del Duomo, oppure della storia di luoghi come Porta Udine o la “Cjase dai cuarvats”… Partendo anche da simili considerazioni, grazie all’entusiasmo di alcuni appassionati, il 25 settembre dello scorso anno è nata l’Associazione storico-archeologico-culturale Valentino Ostermann, che si pone come obiettivi primari l’individuazione, lo studio, la tutela e la valorizzazione del patrimonio dei beni culturali ed ambientali di Gemona e del territorio (più precisamente di beni archeologici, monumentali, architettonici, paesaggistici, artistici, storici, archivistici, librari ed etnografici), al fine di favorirne una maggiore conoscenza e fruizione da parte dei cittadini. Proprio per i suoi intenti a sfondo storico e divulgativo, l’associazione ha scelto di richiamare nel suo nome la figura di Valentino Ostermann, noto gemonese dell’Ottocento che si dedicò allo studio del folclore e della vita del popolo friulano. L’associazione, senza fini di lucro, si af- fida alle iniziative gratuite e volontarie dei suoi soci e mira al raggiungimento dei suoi obiettivi tramite la promozione di attività quali esposizioni, mostre, convegni, iniziative di studio e di ricerca, visite guidate in luoghi d’interesse storico-culturale, supporto a campagne di ricerca archeologiche, puntando ad una proficua collaborazione con istituzioni locali quali la Soprintendenza, le amministrazioni e gli enti locali. A riprova di quest’ultimo proposito, in accordo con la Soprintendenza per i beni ambientali, è stato scelto come stemma dell’associazione un sigillo tre-quattrocentesco rinvenuto durante la campagna di scavi nel Castello di Gemona. Nonostante la nascita recente, l’associazione ha già avuto modo di incrementare notevolmente il numero dei suoi soci (attualmente sono una trentina), a conferma del successo che le attività finora proposte hanno ottenuto e dell’opportunità degli obiettivi fissati. Le iniziative più rilevanti finora realizzate sono state la visita al sito archeologico del Parco culturale di Castel Raimondo a Forgaria (svoltasi lo scorso mese di dicembre) ed il sopralluogo di gennaio alla “Casa dai cuarvats” volto a proporre un progetto d’intervento conservativo. Grande partecipazione ha inoltre contraddistinto il laboratorio di lettura di documenti medievali del ricchissimo archivio storico di Gemona. Nel corso del laboratorio, svoltosi a marzo in nove incontri tenuti dalla docente Alida Londero, sono stati approfonditi i metodi di riconoscimento ed interpretazione delle grafie e delle abbreviazioni medievali, con costante richiamo al contesto storico dei documenti esaminati. Attualmente alcuni dei soci si stanno impegnando nella cernita, inventariazione e catalogazione dei reperti archeologici rinvenuti per la gran parte nel sito del Castello, nel corso della campagna di scavi archeologici 2004/2006. Tale attività ha lo scopo ultimo di integrare i reperti al patrimonio dei musei di Palazzo Elti, se verrà adibita un’apposita sezione archeologica, e di presentarli entro breve in una mostra con relativo catalogo; questo progetto permetterebbe l’esposizione e la conoscenza di oggetti che altrimenti rimarrebbero con ogni probabilità chiusi nei magazzini. In gran parte i reperti in questione sono monete, frammenti d’affreschi e ceramiche anche di grande importanza storica, punte di frecce, palle di bombarda in pietra, monili e suppellettili, frammenti d’oggetti in ceramica: boccali, vassoi, piatti, ciotole, ed anche il sigillo preso come stemma dell’associazione. Per i prossimi mesi l’intento del gruppo è quello di organizzare attività che interessino altri siti rilevanti dal punto di vista storico-archeologico già individuati in collaborazione con la Soprintendenza. L’associazione dispone di un sito, visitabile all’indirizzo www.sacostermann. org, grazie al quale è possibile tenersi al corrente delle iniziative in cantiere ed eventualmente informarsi sulle condizioni d’iscrizione. + Robert e Alex R. Kennedy e A. Langer: due testimoni del nostro tempo È’ il 4 giugno 1968. Si stanno svolgendo le elezioni per le primarie democratiche in California, un test decisivo per la corsa verso la candidatura per la Presidenza degli Stati Uniti. Robert Francis Kennedy, detto Bob, nutre notevoli speranze di una possibile vittoria. Nelle prime ore del 5 giugno mentre all’Ambassador Hotel di Los Angeles tutto è pronto per festeggiare la vittoria, alcuni colpi di pistola partono dalla cucina del ristorante e stroncano la vita di un uomo e le speranze che buona parte dell’America riponeva il lui. Aveva 42 anni. Quelli con i capelli bianchi ricorderanno bene questo episodio, gli altri magari l’avranno letto sui libri di scuola o l’avranno scoperto guardando il recente film di Emilio Estevez. Quello che ci rimane di Bob Kennedy è l’attualità del suo pensiero che bene si può percepire nelle parole che egli stesso pronunciò nel corso di quella campagna elettorale. iamo chiari fin dall’inizio: non troveremo né un fine per la nazione né la nostra personale soddisfazione nella mera continuazione del progresso economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi nazionali sulla base del Prodotto Interno Lordo. Perché il Prodotto Interno Lordo comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine. Mette nel conto le serrature speciali con cui chiudiamo le nostre porte, e “S le prigioni per coloro che le scardinano. Il Prodotto Interno Lordo comprende la distruzione delle sequoie e la morte del lago Superiore. Cresce con la produzione di napalm e missili e testate nucleari, e comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica. Il Prodotto Interno Lordo si gonfia con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte nelle nostre città; e benché non diminuisca a causa dei danni che le rivolte provocano, aumenta però quando si ricostruiscono i bassifondi sulle loro ceneri. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck e la trasmissione di programmi televisivi che celebrano la violenza per vendere merci ai nostri bambini. E se il Prodotto Interno Lordo comprende tutto questo, molte cose non sono state calcolate. Non tiene conto dello stato di salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro giochi. E’ indifferente alla salubrità delle nostre fabbriche e insieme alla sicurezza delle nostre strade. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei nostri matrimoni, l’intelligenza delle nostre discussioni o l’onestà dei nostri dipendenti pubblici. Non tiene conto né della giustizia dei nostri tribunali, né della equità dei rapporti tra noi. Il Prodotto Interno Lordo non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né le nostre conoscenze, né la nostra compassione né la devozione al nostro Paese. Misura tutto in pochi numeri, eccetto ciò che rende la vita meritevole di essere vissuta; e può dirci tutto sull’America, eccetto perché siamo orgogliosi di essere americani” Che cos’è cambiato dopo 40 anni? Grandi questioni rimangono irrisolte, ci interrogano, ci inquietano….. ma davvero non abbiamo risposte? Nell’agosto del 1995, un mese dopo la dipartita di Alex Langer, appare su «Rocca» il testo del suo intervento al Convegno di Assisi 1994. oi sapete il motto che il barone De Coubertain ha riattivato per le moderne Olimpiadi, prendendolo dall’antichità: il motto del citius, più veloce, altius, più alto, fortius, più forte, più possente. Citius altius e fortius era un motto giocoso di V per sè, era un motto appunto per le Olimpiadi che erano certo competitive, ma erano in qualche modo un gioco. Oggi queste tre parole potrebbero essere assunte bene come quinta essenza della nostra civiltà e della competizione della nostra civiltà: sforzatevi di essere più veloci, di arrivare più in alto e di essere più forti. Questo è un po’ il messaggio cardine che oggi ci viene dato. Io vi propongo il contrario, io vi propongo il lentius, profundius e soavius, cioè di capovolgere ognuno di questi termini, più lenti invece che più veloci, più in profondità, invece che più in alto e più dolcemente o più soavemente invece che più forte, con più energia, con più muscoli, insomma più roboanti. Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo. a cura di Sanro Venturini Multivisione Un appuntamento annuale atteso Come ogni anno il Gruppo fotografico Gemonese ha organizzato una serata sulla multivisione che si svolgerà Sabato 28 luglio alle 21.15 presso il Centro Glemonensis Il programma comprende le seguenti proiezione: VENEZIA – Un giorno di carnevale di Claudio Tuti E’ il racconto di una giornata di carnevale a Venezia vista attraverso gli occhi di una maschera. L’artista ospite è Ivano Bolondi, da Montecchio Emilia, Autore dell’Anno designato dalla FIAF nel 2005 e recentemente nominato “Maestro” della Fotografia, che ci presenta: COME UNA FAVOLA… – Birmania ”Questa è la Birmania e sarà diversa da ogni altra terra che tu possa aver conosciuto”. Queste parole scritte da Rudyar Kipling nel 1898 sono ancora attuali perché per la maggior parte del mondo occidentale, il Myanmar, (noto un tempo con il nome Birmania) costituisce ancora un’incognita geografica. - IO E IL MADAGASCAR Un’isola che riserva mistero, bellezza e avventura, abitata da gente affabile e cordiale e che fa del Madagascar un paese veramente diverso da ogni altro. - TRACCE NEL NULLA Anatole France dice:“Il Nulla è un infinito che ci avvolge: veniamo di là, e là torneremo. Il Nulla è un’assurdità e una certezza. Non si può concepire, eppure è”. Questo nulla è rappresentato dal deserto. 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