Anime Nude

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Anime Nude
Anime Nude
di Alessio Manuali
Personaggi
Mae, una borderline
Terapeuta, Donna, Uomo o tutt’e due
Lorenzo, Don Lorenzo Milani
Giordano, uno dei ragazzi di Barbiana
Pier Paolo, Pier Paolo Pasolini
Ninetto, Ninetto Davoli
Pippo, Pippo Pertini
Sandro, Sandro Pertini
Eda, assistente di Don Milani
Susanna, madre di Pasolini
Variante per 3 Attori
Mae, Giordano, Pippo, Ninetto,
Lorenzo, Pertini, Pasolini
Donna, Eda, Susanna, Terapeuta
La scena: un tavolo con tre sedie, una poltrona, un televisore, un confessionale, un
lampione ed uno specchio.
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Scena 1
Mae è seduta in poltrona con un bicchiere in mano. Alla televisione il conto
alla rovescia per il nuovo anno. Mancano pochi secondi.
MAE : Per me stessa ho vagato
Alla ricerca del calice
D’improvviso uno scoppio. Salta la luce.
Da dietro lo specchio compare una donna che tira via il bicchiere dalle mani
di Mae.
TERAPEUTA: le persone con disturbo borderline hanno maturato il sentimento di
essere state trattate ingiustamente. Sono alla ricerca di qualcuno che possa risarcirle
della carenza avvertita.
Si riaccende la Tv che riprende il conto alla rovescia. Adesso manca un’ora a
mezzanotte.
Scena 2
Mae è sdraiata sul divano e sta telefonando. Il terapeuta è impegnato in affari
sessuali.
MAE: mi dispiace aver chiamato ma mi sono sentita in pericolo, fuori controllo.
TERAPEUTA: (aspetta e poi chiede) ancora lei?
MAE: non so...sono andata peggiorando
Il Terapeuta non risponde
MAE: pronto? Non sta dicendo granchè!
TERAPEUTA: vorrei esserle d’aiuto. Ha qualche idea?
MAE: io? No
TERAPEUTA: hmm
MAE: che cosa vuol dire?
Il Terapeuta non risponde
MAE: forse non mi può aiutare
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TERAPEUTA: è quello che stavo pensando
MAE: allora cosa dovrei fare?
TERAPEUTA: spero proprio che si prenderà cura di sè e che farà uso dei servizi di
emergenza se necessario.
MAE: d'accordo (riattacca). Servizi un cazzo! Richiama
MAE: scusi se la disturbo ancora, ma leggevo: “Ci si aspetta che i terapeuti incoraggino
i partecipanti a discutere dei loro problemi personali.”
TERAPEUTA: legga bene il punto dopo
MAE: "Ci si aspetta che i partecipanti frequentino e paghino regolarmente" ... ma io ho
pagato!
TERAPEUTA: si, chiedevo di leggere quello dopo!
MAE: "Ci si aspetta che i conduttori e tutti i membri rispetteranno la reciproca
riservatezza". E' con qualcuno? Se è con qualcuno le chiedo scusa fin d’ora per il
disturbo!
TERAPEUTA: ci sentiamo domani!
MAE: è un uomo? (entra Don Milani)
TERAPEUTA: a domani!
MAE: ho fatto un sogno, mi ascolta ugualmente?
TERAPEUTA: domani!
MAE: allora è donna?
Scena 3
Il sogno di Mae.
GIORDANO: Padre io ho la tessera, mi confessa ugualmente?
LORENZO: sei caduto?
GIORDANO: si!
LORENZO: sei recidivo!
GIORDANO: mo pure recidivo, oltre che comunista pure recidivo!
LORENZO: dimmi!
GIORDANO: ma che vuol dire recidivo?
LORENZO: ieri sei caduto oggi pure.
GIORDANO: pure mia nonna che sta sempre per terra è recidiva?
LORENZO: hai altro da confessare?
GIORDANO: vi volevo chiedere, perchè a me e la nonna ci confessa e al babbo no?
Non sarà per via di me, che siccome mi fate il favore “recidivo” non confessate al
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babbo?
LORENZO: no, tu non c’entri!
GIORDANO: …allora… perché la nonna è una donna?
LORENZO: e cos' hanno le donne di diverso?
GIORDANO: che le donne non hanno mai votato per il fascismo!
LORENZO: è vero, bravo, non hanno mai potuto votare per il fascismo, ma cosa c’entra
il resto?
GIORDANO: e perché?
LORENZO: perché cosa?
GIORDANO: perché non hanno potuto votare per il fascismo?
LORENZO: in quegli anni non potevano votare.
GIORDANO: e chi poteva votare?
LORENZO: gli uomini adulti ed i ragazzi che avevano fatto il militare
GIORDANO: solo loro?
LORENZO: no anche gli analfabeti
GIORDANO: e le donne no?!
LORENZO: ma mentre ti confessi mi devi chiedere queste cose? Chiedimele a scuola?
GIORDANO: silenzio. Il nemico ci ascolta.
LORENZO: (sorride) hai altro da confessare?
GIORDANO: confesso che non ho capito perché le donne potevano farsi monache ma
non potevano votare. Ce lo spiegate stasera ?
LORENZO: Ego te absolvo in nomine patri, filii et spiritus sancti. Amen
GIORDANO: Amen
LORENZO: vieni Giordano, ti faccio vedere una cosa.
Lorenzo porta Giordano vicino al lampione e gli mostra un libro.
GIORDANO: ma è vero che Franco non viene più a scuola?
LORENZO: Franco era disoccupato, mi chiedeva di raccomandarlo a qualche
industriale!
GIORDANO: senza raccomandazione non si va da nessuna parte Don Lorenzo?
LORENZO: dovete studiare e il Signore no, lui non lo si deve lasciare.
GIORDANO: io riuscirò ad andare da qualche parte maestro?
LORENZO: (mostrando il Messale) lo sai cos’è questo?
GIORDANO: il Messale perché?
LORENZO: lo sai che un giorno un ragazzo, che si firmava Dio e Pittore, mentre
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dipingeva in una chiesa si mise a leggerlo e lo appassionò così tanto da definirlo meglio
dei Sei personaggi di Pirandello?
GIORDANO: (lo guarda in silenzio) oh bella! Io il voto ai preti non glielo do?
LORENZO: (ridendo) cosa dici?
GIORDANO: quello che ho detto! E nemmeno la mamma che va sempre a Messa! Il
babbo lasciam perdere! Io vengo qui per studiare!
LORENZO: per difendersi bene da tutti ci vuole istruzione.
GIORDANO: è per questo che dopo cena vengo a lezione. Ma se entrate in politica non
ci vengo più Don Lorenzo!
LORENZO: chi ti ha detto che entro in politica?
GIORDANO: mi cominciate a dire che il Messale è meglio de “La Domenica del
Corriere”!
LORENZO: ho detto dei Sei personaggi, Giordano!
GIORDANO: La Domenica del Corriere ha anche più di sei personaggi...
LORENZO: Che bischero! Se continua così La Domenica del Corriere non vedrà
nemmeno il nuovo secolo!
GIORDANO: see…fate la propaganda ora!
LORENZO: non stavo facendo propaganda!
GIORDANO: come no?
LORENZO: ma sai cos’è la propaganda?
GIORDANO: è quando non si sa chi ha ragione e ci si affida a chi la spara più grossa. E
buona notte.
LORENZO: (ride) bravo. Ma non esiste chi ha ragione, la verità non ha parte, non c’è
mica il monopolio come con le sigarette. Bucaccioli!
Lorenzo offre a Giordano una mela.
LORENZO: tieni. E impara a fare domande intelligenti.
GIORDANO: ma voi preti conoscevate Auschwitz?
LORENZO: eh, la storia è complicata
GIORDANO: suvvia! O si o no!
LORENZO: c’erano delle leggi!
GIORDANO: ehhh… la legge…
LORENZO: è facile riscrivere la storia dopo averla vissuta….
GIORDANO: Don Lorenzo sto Spirito Santo a qualcosa servirà suvvia! Non è che si
doveva inventare troppo, i manganelli si vedevano!
LORENZO: quando sarai più grande ed io più buono cambieremo il mondo insieme.
GIORDANO: bucaccioli avvoi! Vi ricordate Gualtiero?
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LORENZO: io si e tu?
GIORDANO: eccome! Io poi ci feci amicizia. Lui ce l’aveva con tutti! Al partito non
erano mica come lui. Lui pensava da sé, con la sua testa. Io ero del partito del babbo, al
babbo ho sempre voluto bene.
LORENZO: al babbo bisogna dargli retta anche se bestemmia.
GIORDANO: e infatti io gli do retta eccome, anche più volte al giorno!
Lorenzo ride.
GIORDANO: tira giù certi rosari!
Lorenzo ride e tossisce
LORENZO: lo vuoi sapere chi era quel giovane che dipingeva e leggeva il Messale?
GIORDANO: eravate voi Don Lorenzo, eravate voi! Me lo raccontate ogni volta che mi
smanetto…
LORENZO: Giordano!
GIORDANO: scusi… Se non ci fossi io Don Lorenzo... a me importa solo di aiutare
voialtri predicatori a capire le cose.
LORENZO: vole pure che lo ringrazi ora!
GIORDANO: lasciate stare, ma nel caso “ricadessi” ancora…
Lorenzo ride e tossisce.
GIORDANO: voi sapete che io sono comunista, perché mi confessate?
LORENZO: si assolve chi è disposto
Eda porta una medicina e dell’acqua a Lorenzo.
LORENZO: Per toccare qualcosa di profondo occorrono generazioni, le frontiere sono
concetti superati.
Scena 4
Da dietro lo specchio compare un giovane Sandro Pertini con in mano una
lettera. La radio manda l’appassionato e sommesso grido di gioia “campioni
del mondo” di Nando Martellini (telecronista Rai degli anni ottanta) in
occasione della finale dei Campionati del Mondo di calcio del 1982. La radio
interrompe per un attimo le trasmissioni. Assenza di segnale. Una donna
corre, cade, urla. Poi la radio riprende a funzionare ed una voce di donna
commenta l’evento della profanazione della tomba di Matteotti.
VOCE alla RADIO: frattanto mentre si va perdendo ogni fiducia nell’azione della
giustizia contro i martorizzatori di Matteotti, si apprende uno sconcio episodio di
profanazione della sua memoria…
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MAE (al telefono): scegliere un ricordo, una voce nell’anima? Questo mi chiede? Bè potrebbe
essere una voce confusa…
VOCE alla RADIO: Domenica 19 un gruppo di militi della Legione dell’Urbe, montati
su un camioncino, si recava alla Quartarella e ivi sparava alcuni colpi di rivoltella contro
la croce e la fotografia dell’estinto. Il simulacro fu abbattuto e spezzato, i vasi infranti, i
ceri e la fotografia asportati. Due carbonai, che furono testimoni dello scempio, vennero
percossi e invitati a non ricordare nulla di quanto avevano veduto. I carabinieri
arrivarono naturalmente a cose fatte. Il Governo, preoccupato dall’effetto che la notizia
avrebbe avuto sul popolo fece sequestrare i giornali che l’avevano riferita.
MAE: (alla tv) qualche dubbio, voglia di sapere la verità e consolarsi facendo finta di
crederci…questo è il “saper sognare” delle rivoluzioni…
VOCE alla RADIO: quando la vedova si recò alla Quartarella trovò che la croce rustica
distrutta dai militi fascisti era già stata sostituita: nulla meglio di questo avvenimento
può dimostrare il vero animo dei nostri avversari. L’ex sottosegretario agli interni Finzi
ebbe a dire: “Mussolini ha si delle colpe ma bisogna perdonargliele perché sono state
commesse a causa del grande amore per l’Italia”. Cosa vuol dire? Non lo sapremo mai.
Entra nella stanza Sandro Pertini e si siede al tavolo per scrivere una lettera.
SANDRO: Mia cara Marion, perdono a Pippo il male che mi ha fatto. E’ stupido e
sciocco per non dire mostruoso, giustificare il suo modo d’agire col dire che questo gli è
imposto dalla fede.
Bussano. Sandro smette di scrivere. Irrompe Pippo Pertini con un volantino.
PIPPO: Sandrino ma che cazzo scrivi: sotto il barbaro dominio fascista ma vuoi proprio
farti prendere?
SANDRO: come possono prendermi?
PIPPO: arriviamo ovunque
SANDRO: Pippo ma sei mio fratello!
PIPPO: e tu non scherzare!
SANDRO: e chi scherza?
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PIPPO: i fascisti non scherzano
SANDRO: ho scritto la verità e la verità è sempre rivoluzionaria
PIPPO: ma per favore…
SANDRO: Matteotti è stato ammazzato ed il Re non ha detto nulla. Anche Pilato ha
ucciso Gesù. Chiunque sa e sta zitto è colpevole.
PIPPO: vedrai che fra pochi mesi non parlerai più così!
Lo specchio si illumina compare Don Lorenzo Milani con i suoi scarponi e la
sua tonaca.
LORENZO: L’ubbidienza cieca non è più una virtù!
Scena 5
Siamo in un’ osteria romana degli anni sessanta. Ninetto è seduto al tavolo
aspettando con impazienza. Entra Pier Paolo.
PIER PAOLO (sfogliando il Corriere della Sera): hai visto che c’è scritto sul giornale?
NINETTO: e chi ce l’ha?
PIERPAOLO: sembra che negli anni cinquanta torinesi, milanesi, friulani consideravano
Roma il centro di ogni corruzione!
NINETTO: e quelli so del nord....poi negli anni cinquanta mica mo?
PIER PAOLO: tu sei corrotto Ninetto?
NINETTO: sò corrotto? Boh? Un pò scanocchiato me sento, ma sto bene, grazie!
PIER PAOLO: (ridendo) c’è anche scritto che i politici di allora lottavano per restare
inseriti
NINETTO: inseriti indove?
Pier Paolo ride.
NINETTO: Ce l’avrei io un posto pe inserilli!
PIER PAOLO: (ride) la stampa mitizzava furbescamente la quotidianeità.
NINETTO: con inserimento o senza?
PIER PAOLO: i sindacalisti erano uguali e contrari al padrone con cui trattavano
NINETTO: e questa è difficile, passo...m’arenno! (mangia)
PIER PAOLO: come ti arrendi Ninetto!? Devi essere un corsaro disobbediente! Pieno di
idee e proposte per cambiare il mondo!
NINETTO: Boni sti faciola..te non magni?
PIER PAOLO: io qualche idea ce l’avrei…
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NINETTO: e scrivile…..ma ste idee te sazieno?
PIER PAOLO: Voi giovani romani state perdendo la vostra cultura.
NINETTO: Dici? ma te magna che se fredda!
PIER PAOLO: vi state borghesizzando.
NINETTO: ma te non magni mai? Ecco perché sei magretto!
PIER PAOLO: sei felice?
NINETTO: boh. Penso de si. Quando vince la Roma so felice!
PIER PAOLO: e quando perde?
NINETTO: quanno perde me rode!
PIER PAOLO: e perde spesso?
NINETTO: così così!
PIER PAOLO: pensi che il lavoro che hai rispecchi la tua cultura?
NINETTO: quale lavoro?
PIERPAOLO: l’infelicità dei giovani deriva dallo scompenso tra cultura e condizione
economica!
NINETTO: Ma se annavo a scola non me rodeva il culo?
PIER PAOLO: ti piacerebbe vivere una vita come quelli della Tv?
NINETTO: a Borgata Gordiani? Magari! Ma me manca er contante
PIER PAOLO: come lo fai er contante?
NINETTO: bè pe quello bigna studià!
PIER PAOLO: vorresti la macchina sportiva?
NINETTO: e certo!
PIER PAOLO: e perchè non te la compri?
NINETTO: seeee, costa tanto!
PIERPAOLO: se ti dicessi di firmare cambiali a vuoto per averla?
NINETTO: ma te la danno subito!
PIER PAOLO: si!
NINETTO: bè è un rischio!
PIER PAOLO: più di quanto tu creda.
NINETO: Ma pe l’alfa romeo se po fa!
PIER PAOLO: e fallo!
NINETTO: e daje! Sarò un morto de fame co la macchina da poeta ... però il poeta sei
te!
PIER PAOLO: e come si diventa poeta?
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Scena 6
La donna dietro lo specchio ricompare. Si sta vestendo.
TERAPEUTA: al momento del fallimento, si sentono abbandonate o sentono di essere
state cattive e di aver causato il rifiuto. In questo caso diventano autodistruttive.
Casa di Mae.
MAE: (attaccando il telefono) com'è difficile essere pazienti! E questo non te lo
dicono… e quello non lo fanno… e questo no per il tuo bene! Come se fosse pericolosa
una sana….
Mae richiama la Terapeuta
MAE: lo sa che nessuna donna ha mai votato per il fascismo. Era così, tanto per
partecipare! (attacca)
Richiama
MAE: ma è biondo o moro! Non mi dica che mi abbandona per un moretto perchè il
prozac è qui a due passi. Mi dica almeno che è biondo!
TERAPEUTA: a domani! (riattacca il telefono)
MAE: niente, abbandonata senza nemmeno qualcuno con cui parlare
Richiama
TERAPEUTA: pronto?
MAE: mi faccio di seratonina se non mi dice se è biondo o moro!
TERAPEUTA: è biondo! buonanotte Mae!
MAE: lo sapevo che non poteva tradirmi con un moro! Lo sapevo! Una volta ottenute le
risposte tutto finisce.
Richiama
TERAPEUTA: Mae, stai violando il contratto!
MAE: silenzio. Il nemico ci ascolta.
La Terapeuta lascia la cornetta del telefono staccata e riprende i suoi affari sessuali.
MAE: chiedo scusa è un emergenza. Stavo leggendo di un personaggio dogmatico,
provocatore e mi chiedevo…
TERAPEUTA: ne riparliamo domani…
MAE: domani è un altro anno…
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Scena 7
Entra Susanna con un vestito anni cinquanta sobrio ma giovanile. Si avvicina
a Pier Paolo, lo bacia e poi si rivolge a Ninetto.
SUSANNA: si diventa poeti cercando sé stessi!
PIER PAOLO: mamma!
NINETTO: che bella che sei Donna Susanna! E come parli bene...arifacce un po’! Come
parli bè...arifacce un pò!
PIER PAOLO: Hai sentito Nino come si diventa poeti?
NINETTO: bisogna essere un accademico?
SUSANNA: no saresti più morto di un fossile
PIER PAOLO: Nino prendi il novello!
NINETTO: daje!
Mae riprende a leggere il giornale poi tossisce mentre si accende una
sigaretta. Cerca nervosamente delle pillole, trovate, corre via.
Scena 8
Don Lorenzo indossa l’abito sacerdotale.
LORENZO: “si vuol bloccare un cervello scomodo, esigente, dogmatico, provocatorio,
violento, sovvertitore dell’ordine costituito”. Così dicono! Tutto io! Io, figlio di una
famiglia che per secoli ha sfornato scienziati. (ironico) Come ho potuto! Da non
crederci, (tossisce). Mio padre conosceva sei lingue mio nonno dodici ed il mio
bisnonno diciannove, (piega e posa i vestiti poi prende la tonaca) io spero di saperne
una. Non il latino però, il latino no! (la indossa) Io figlio di madre ebrea. Con le mie
estati a Castiglioncello con Sergio Tofano e Bice Valori. Lei lo sa Signore perché mi
portavano al mare….se la prenderebbero pure con lei….direbbero che è cattocomunista
perché m’ha dato la stessa malattia di Gramsci. (prende la stola) Signore mio, che fatica
essere cristiani! Ma con lei è più semplice, uno parla, lei l’ascolta e poi risponde a modo
suo, anche perché se uno non ha studiato, come si fa? (tossisce) Io a scuola ero una
scarpa: tre in italiano e quattro in latino. Ho preso il diploma alle private….(cercando
qualcosa) ma dove sono? (chiama a voce alta) Eda! (Si alza, tossisce ancora) volevo
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fare il pittore, come Hitler, ho fatto incazzare mio padre per questo! Scusi per
l’incazzare Signore. (mettendosi a posto la stola cammina verso il lampione) Mi ricordo
ancora quella volta a Firenze… (tossisce)
Eda vestitasi dietro lo specchio, lo raggiunge.
EDA: non si viene a mangiare il pane bianco nelle strade dei poveri.
Porge a Don Milani gli scarponi.
LORENZO: proprio così mi dissero. Grazie Eda. Li lasci pure lì. (tossisce) Ah la guerra….
Lorenzo presi gli scarponi si siede nel confessionale. Arriva un giovane che si
inginocchia di fianco a lui.
Scena 9
Entra correndo Pippo Pertini
PIPPO: hanno sparato a Mussolini!
SANDRO: chi?
PIPPO: una vecchia inglese.
SANDRO: lo ha preso?
PIPPO: lo ha ferito al naso, ma sembra una ferita di striscio
SANDRO: come ha fatto?
PIPPO: un miracolo, sembra che il Duce si sia accorto di lei tra la folla e abbia schivato
il colpo facendo un passo indietro
SANDRO: è ferito?
PIPPO: i medici dicono che la pallottola gli ha frantumato le pinne nasali. Un pò di
cerotti e torna come nuovo
SANDRO: bene
PIPPO: bene? Allora 'a noi'!?
SANDRO: ma che dici?
PIPPO: non sei dei nostri ?
SANDRO: ma smettila! Sono per un’ Italia libera
PIPPO: sogni Sandrino, sogni. Fatti furbo, abbiamo tutti da guadagnare.
SANDRO: Pippo sono io! Parli come se non mi conoscessi!
PIPPO: per chi combattere, per cosa? Sai che ti voglio bene.
SANDRO: non poter scrivere ciò che si pensa nel proprio paese è una condizione per la
quale vale la pena fare la rivoluzione.
PIPPO: Sandro, le pallottole passano Mussolini resta.
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Sandro scrive.
SANDRO: Mia cara Marion, non so cosa pensare. Cosa succede a Pippo? Sembra ieri
che ci si divertiva nel viale…"ti porterò lontano, assai lontano – e tornerai fanciullo
all’improvviso – dove le acque ti fecero cristiano – dove tua madre ti baciava in viso"
Entra Pier Paolo. Saluta con un bacio donna Susanna e balla con Ninetto.
PIER PAOLO: sapessi cosa è Roma: tutta vizio e sole, croste e luce. Gioia di vivere,
esibizionismo, sensualità... Sono perduto qui in mezzo!
SUSANNA: tuo padre sta tornando. Ci porterà a vivere in borgata
PIER PAOLO: dove c’è odore di gelsomini e povere minestre?
SUSANNA: dove c’è polvere l’estate e palude l’inverno
PIERPAOLO: dove dimenticare eroticamente il dialetto friuliano e lasciarsi sudare. E
fare a gara per totalizzare più incontri! sotto gli acquedotti romani…
Pier Paolo pesta un piede a Ninetto.
NINETTO: li mortacci tua! m’hai acciaccato un piede!
PIER PAOLO: io vado!
NINETTO: a Pa’, mi porti con te? Me lo paghi il viaggio mo che hai sfonnato!
PIER PAOLO: sfonnato?
NINETTO: si, mo che sei famoso!
PIER PAOLO: il successo non è niente.
NINETTO: bè però così me poi pagà er viaggio, no? Comè bella la vita! Ma che sei…
come se dice...
PIER PAOLO: sono uno col sangue marcio vuoi dire?
NINETTO: ma se sei bono!
PIER PAOLO: peccare non significa fare il male. Non fare del bene è peccare!
NINETTO: ma che sei pure religioso?
PIER PAOLO: certo!
NINETTO: e perchè stai da solo?
PIER PAOLO: a tre anni e mezzo, quando vedevo i ragazzi giocare a palla nel cortile,
provavo attrazione per le loro gambe anzi per l’incavo dei loro ginocchi, la stessa
attrazione che provavo per il seno di mia madre. Io non posso fare l’amore con una
donna perchè sarebbe come fare l’amore con mia madre!
NINETTO: e questi so cazzi! Scusa!
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PIER PAOLO: (ride) no sei simpatico!
NINETTO: te faccio ride?
PIER PAOLO: si, me fai ride! Hai gli occhi ridarelli!
NINETTO: e te c’hai l’occhi da poeta! Com’è bella la vita!
PIER PAOLO: e come ce li hanno gli occhi i poeti?
NINETTO: aperti
PIER PAOLO: allora anche tu sei un poeta del futuro
NINETTO: ma che stai a dì!
PIER PAOLO: se io vedo il futuro e non rido...
NINETTO: Vorrà dì che ce sarò io che rido pe tutt’e due! Hai detto che c’ho l’occhi
ridarelli! Si c’hai bisogno
PIER PAOLO: e chi ti dice che ne ho bisogno?
NINETTO: che ne so! Se sei secco…. de qualcosa c’hai bisogno!
PIER PAOLO: perchè le persone secche hanno bisogno di ridere?
NINETTO: pe me si!
PIER PAOLO: e perchè?
NINETTO: perché… così se gusteno qualcosa!
PIER PAOLO: (ride) la bocca si usa anche per dare baci!
NINETTO: e damose un bacio va che mica sarà la fine del mondo!
Scena 10
Mae è nello studio del Terapeuta.
MAE: non riesco a fidarmi delle persone!
TERAPEUTA: tutte?
Pausa
MAE: mi piacerebbe, ma se è vero che i grandi amori non durano per sempre…
TERAPEUTA: chi lo dice?
MAE: lo diceva mio padre
TERAPEUTA: e sua madre era d’accordo?
MAE: non c’ho mai pensato! Me lo diceva per consolarmi.
TERAPEUTA: cambiano le cose col tempo?
MAE: penso di si
TERAPEUTA: cambia anche l’amore nel tempo?
MAE: penso sia inevitabile
TERAPEUTA: così una persona che oggi ti è vicina domani può non esserci?
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MAE: un figlio no! Un figlio l’allontana la morte!
Scena 11
Pier Paolo arriva mentre Susanna è impegnata nel disfare la valigie.
PIER PAOLO: mi sei mancata!
SUSANNA: anche tu.
PIER PAOLO: mi manca Guido adesso!
SUSANNA: manca a tutti
PIER PAOLO: mostri di pietra, non c’è traccia di spontaneità, nè di candore.
SUSANNA: ma non sei cambiato!
PIER PAOLO: ma sono stanco!
SUSANNA: anche io lo sono.
PIER PAOLO: Sei insostituibile, per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data
e non voglio essere solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senz’anima
perchè l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù”
SUSANNA: aspetta che mi trucco
PIER PAOLO: da quando ti trucchi?
SUSANNA: da quando, da quando. E tu, da quando ti vesti così?
PIER PAOLO: vieni qui! (la prende in braccio) carissima piticina!
SUSANNA: fai piano!
PIER PAOLO: lo sai che ieri per chiamarti ho fatto 2 chilometri in cerca di un telefono?
SUSANNA: non fare il matto!
PIER PAOLO: ne farei anche 100 di chilometri per la mia piticina
SUSANNA: mettimi giù, che se non fossi tu ti tirerei un calcio...
PIER PAOLO: neanche fossi il babbo!
SUSANNA: non scherzare!
PIER PAOLO: come no? Scherzare bisogna scherzare! Siamo a Roma adesso! La
grandiosa metropoli plebea! Siamo noi un passato da fuggire...
SUSANNA: ed un lavoro da cercare!
PIER PAOLO: domani ci pensiamo
SUSANNA: a ventotto anni avrei avuto anche io tanta energia...
PIER PAOLO: mamma, sono un Rimbaud senza genio, ma mi darò da fare.
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SUSANNA: non ho potuto nemmeno impegnare i gioielli
PIER PAOLO: perché?
SUSANNA: erano falsi.
PIER PAOLO: come falsi?
SUSANNA: lascia stare andrò a servizio ai Parioli, così avremo un tetto!
PIER PAOLO: diventerò romano! Amo la vita ferocemente, dico le cose fisiche della
vita, il sole, l’erba, la giovinezza...e divoro, divoro, divoro
Compare Ninetto.
NINETTO: a Pa’, ma che c’hai fame? Te l’ho detto de magnà i facioli quanno c’erano,
mo me li sò finiti!
PIER PAOLO: non posso devo andare
NINETTO: a Pa’, mi porti con te? Me lo paghi il viaggio?
SUSANNA: sapessi cosa è Roma adesso: tutta smog e ombre, asfalto e luci… Non ci
sei più!
PIER PAOLO: dramma, dolore, senso di colpa.
NINETTO: dramma, dolore… Ma come? Quanno ce sto io ridi e quanno scrivi piagni?
Come funziona?
PIER PAOLO: sai giocare al pallone?
NINETTO: e daje! te dove giochi?
PIER PAOLO: dove vuoi
NINETTO: allora così secco mettete all’ala sinistra
PIER PAOLO: quando giochiamo?
NINETTO: ce serve un pallone
PIER PAOLO: neanche quello hai?
NINETTO: ce l’ha Sandro de Ponte Mammolo ma bigna fallo giocà
PIER PAOLO: e allora andiamo!
NINETTO: certo che a pensacce bene io non c’ho proprio un cazzo! Com’è bella la vita!
PIER PAOLO: (ride) è per questo Ninetto che conquisterai il mondo
NINETTO: seee.....
PIER PAOLO: tu diventerai quello che hai intorno!
NINETTO: me stai a di che sarò no stronzo!
Pier Paolo ride e si allontana.
PIER PAOLO: a essere educata è la tua carne come forma dello spirito!
NINETTO: uno stronzo sotto spirito a guardà la televisione?
PIER PAOLO: chi accetta una trasformazione che è regresso non ama gli uomini!
NINETTO: a Pa’, mi porti con te? Me lo paghi il viaggio?
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PIER PAOLO: buon viaggio Ninetto.
Pier Paolo scompare. Sandro scrive.
SANDRO: Mia cara Marion, la mamma è bene che non sappia nulla. Baciala per me,
dille che l’amo sempre e dille che è triste essere per il mondo soli e non sapere quando
questa solitudine avrà fine.
Una Tv trasmette le immagini dell’omicidio di Pasolini.
PIER PAOLO (v.f.c): Preferisco la povertà dei napoletani al benessere della Repubblica
Italiana, preferisco l’ignoranza dei napoletani alle scuole della Repubblica Italiana,
preferisco le scenette, sia pure un po’ naturalistiche, cui si può assistere nei bassi
napoletani alle scenette della televisione della Repubblica Italiana.
NINETTO: Signora Susanna…e mo chi me porta via a me?
SUSANNA: Ninetto è finito il viaggio.
Scena 12
Bussano. Sandro smette di scrivere. Irrompe una donna.
DONNA : è stato torturato?
SANDRO: sono stato bastonato perché il primo maggio andavo in giro con una cravatta
rossa.
DONNA: l’hanno mandata all’ospedale?
SANDRO: si, perché ho appeso alle mura di Savona una corona d’alloro in memoria di
Giacomo Matteotti.
DONNA: è stato arrestato?
SANDRO: sono finito in prigione per aver diffuso un giornale dal titolo: “Sotto il
Barbaro Dominio Fascista”.
DONNA: quanti anni aveva?
SANDRO: venti e non me ne pento.
DONNA: che esempio pensa di essere per i giovani?
SANDRO: tutte le mattine ricevo 500-600 studenti non faccio loro alcun discorso. Mi
faccio martellare di domande e rispondo come fossimo antichi amici.
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DONNA: e che cosa risponde a questi giovani?
SANDRO: cercate di corredare la vostra mente di una cultura che vi sarà utile per farvi
camminare nella vita come uomini liberi, ma…
DONNA: non ha paura di creare dei guerrieri solitari?
SANDRO: mi faccia finire!
DONNA: chiedo scusa!
SANDRO: “Cercate anche di darvi una fede politica che presupponga il concetto di
libertà, altrimenti andreste verso la vostra rovina. E cercate di combattere sì, i vostri
avversari, ma dicendo loro: “io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono
pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perchè tu la tua idea la possa esprimere
sempre liberamente”.
DONNA: ha realizzato i suoi sogni?
SANDRO: i sogni sono ideali nobili, la meta suprema è quella della libertà, della
scomparsa della fame nel mondo, della pace fra le nazioni, della fratellanza fra tutti i
popoli.
DONNA: si sente "campione del mondo"?
SANDRO: siamo campioni del mondo! Ma se vede Causio gli dica che voglio la
rivincita!
DONNA: posso farle ancora qualche domanda?
SANDRO: voi potete farmi qualsiasi domanda anche la più impertinente del resto mi
chiamo Pertini mi si addice.
Irrompe Pippo
SANDRO: cosa è successo?
PIPPO: gli anarchici
SANDRO: lo hanno colpito?
PIPPO: sembra di no
SANDRO: incredibile
PIPPO: Sembra sia stato un giovane anarchico
SANDRO: chi?
PIPPO: Un certo Zamboni, l’hanno già impalato. Non è riuscito neanche a sparare la
seconda pallottola!
SANDRO: e la prima?
PIPPO: non ce l’hanno fatta neanche questa volta. E adesso vediamo se gli operai mi
sputeranno ancora?
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SANDRO: cosa dici?
PIPPO: a violenza risponde violenza! E togliti quella cravatta!
Sandro si prepara ad andar via.
SANDRO: non salutarmi quando me ne andrò
PIPPO: non salutarmi quando tornerai
Sandro va al tavolo e torna a scrivere la lettera.
SANDRO: mia cara Marion…sono contento perché mi hanno concesso di scriverti,
come è mai possibile che non potrò riabbracciare il nostro Pippo quando farò ritorno a
Stella? Vi sono dolori che bisogna accettare senza ribellione, quasi fossero necessità
inevitabili…questo la vita mi va insegnando..
Eda sta leggendo una lettera
EDA: Caro Signore, io al mio popolo gli ho tolto la pace: non ho seminato che contrasti,
discussioni. Ho sempre affrontato le anime e le situazioni senza né educazione, né
riguardo, né tatto. Mi sono attirato addosso un mucchio di odio, ma lei lo sa Signore,
tutto ciò è servito per elevare il livello degli argomenti. Cari ragazzi, non è vero che non
ho debiti verso di voi. L’ho scritto per dar forza al discorso! Ho voluto più bene a voi
che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento a queste sottigliezze.
SANDRO: qui Matteotti, esule in Francia, arrivati a Parigi io e il maestro.
PASOLINI: La rivoluzione oggi ha la pigrizia del sole che splende sui prati spelacchiati,
sulle baracche, sui palazzoni scrostati.
Lorenzo beve e si siede al tavolo, accende la radio ed inizia a scrivere una
lettera. Poi comincia a tossire più forte. Entra Eda con una bacinella d’ acqua
calda e un asciugamano mentre Giordano accorre con un bicchiere.
LORENZO: grazie Eda!
EDA: se non potremo salvare l’umanità ci salveremo almeno l’anima.
GIORDANO: ma perché lo hanno spedito quassù con questo freddo?
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EDA: perché qui pole fare pochi danni, non c’è più quasi nessuno, non c’è luce, non c’è
acqua, non c’è la strada.
LORENZO: su Eda…non esageriamo...
GIORDANO: Don Lorenzo la strada non c’è poi faccia come vole…(esce)
EDA: la parrocchia la dovevan chiudere!
LORENZO: adesso su…non fa la catastrofista…o ti diranno che tu sei cattocomunista…
EDA: io catastrofista ma se appena te sei arrivato hai comprato un posto al cimitero
LORENZO: ….Eda!
EDA: è vero che poi ha aperto la scuola per voi “montanini”!...ma…
LORENZO: Eda!
EDA: l’hanno pure condannato in appello che tu ti credi?
GIORDANO: e perché lo hanno condannato?
EDA: vattelo a studiare!
LORENZO: sapevo di essere stato assolto perché il fatto non costituiva reato
EDA: il reato è stato estinto per morte del reo
LORENZO: questa è carina! Mica mi volevan portare in prigione con la bara?
EDA: a 44 anni viene seppellito con i paramenti sacri e gli scarponi da montagna.
LORENZO: questo per restare allegri!
Lorenzo va a genuflettersi sotto il lampione portando dell’acqua ad un fiore
solitario.
LORENZO: “come è difficile fare i cristiani” C’è da piangere.
Lorenzo tossisce forte.
LORENZO: Ho voluto più bene a voi che a Dio, ma ho speranza che lui non stia attento
a queste sottigliezze. Un abbraccio vostro Lorenzo.
Si addormenta. Eda sta per togliere gli stivali a Don Milani poi ci ripensa e
sparisce dietro lo specchio
Scena 13
Mae si prepara un cocktail di droghe.
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SUSANNA: sapessi cosa è Roma adesso!
NINETTO: Ogni tanto mi chiedo cosa sarebbe stata la mia vita se non l’avessi
incontrato, in che direzione sarebbe andata questa mia riserva senza fine di allegria. Ha
come illuminato una cosa buia. Lo sogno sempre. Sogno che stiamo lavorando e gli
dico: "a pà ma tu sei morto, non ce stai più"!
PIER PAOLO: ma chi te l’ha detto, non vedi che sto qua?
Scena 14
Pier Paolo canticchia i versi di “Cosa sono le nuvole”.
Mae si prepara a bere il cocktail di droghe.
MAE:
Per me stessa ho vagato
Alla ricerca del calice
E nel sudore di un abbraccio
Ho trovato
Il succo divino
Il Terapeuta le toglie il bicchiere dalle mani
TERAPEUTA: Le persone con disturbo Borderline cercano qualcuno che le salvi,
quando non lo trovano cercano qualcuno che le ascolti, quando non lo trovano cercano
l’amore, quando non lo trovano si vestono, accendono la Tv e sperano di essere pazze.
Le persone con…le persone… tutte… cercano, quando non trovano, non si ricordano
che tutta questa storia è già successa.
La Tv festeggia il nuovo anno.
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