APPARATO RESPIRATORIO testo

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APPARATO RESPIRATORIO
Le alterazioni funzionali acute e croniche dell’apparato respiratorio ostacolano il processo di
assunzione dell’ossigeno dall’alveolo al sangue.
La ridotta ossigenazione del sangue dovuta ad alterazioni funzionali dell’apparato respiratorio:
Ø è una seria limitazione allo svolgimento della pratica sportiva
Ø può essere causa di non idoneità allo sport
Ø oppure costituire controindicazione temporanea
REGOLAZIONE DELLA VENTILAZIONE:
2 MECCANISMI:
Ø RITMO AUTOMATICO controllato da centri nervosi del ponte e del midollo allungato
Ø STIMOLI NERVOSI E CHIMICI che controllano il livello di ventilazione: Pco2,Po2,pH
del sangue,temperatura corporea.
VENTILAZIONE ED ESERCIZIO:
Durante l’esercizio fisico la ventilazione è stimolata per la maggiore richiesta di O2 e per la
necessità di aumentare l’eliminazione di CO2.
Lo stimolo all’aumento della ventilazione da esercizio è di natura neurogena (propriocettori e
chemocettori situati nei muscoli attivati), chimica (PO2, PCO2, pH ematico),cortico-cerebrale
(emozioni).
PARAMETRI DELLA VENTILAZIONE:
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Volume corrente (500 cc): volume di ogni inspirazione
Ventilazione minuto (6 l/min): volume corrente x frequenza respiratoria
Spazio morto anatomico (150 ml): volume di aria tra la bocca e i bronchi
Spazio morto fisiologico: volume di aria negli alveoli non ventilati
Aria di riserva espiratoria (1500 cc): volume di aria che si può espellere con un’espirazione
massima DOPO una espirazione normale.
Aria di riserva o complementare (1500 cc): introdotta con un’inspirazione massima dopo
un’inspirazione normale.
Capacità vitale (3500 cc): somma dei due volumi di riserva + il volume corrente.
Nell’atleta è molto aumentata (fino a 8-9 litri).
MISURE DI FLUSSO:
Valutano le capacità elastiche del polmone e lo stato di ostruzione bronchiale.
FEV: volume espiratorio forzato nell’unità di tempo
FVC: capacità vitale forzata, ovvero la quantità di gas che può essere espirata con la massima forza
e rapidità possibile
MODIFICAZIONI INDOTTE DALL’ESERCIZIO:
Con l’attività fisica la ventilazione aumenta per la maggiore richiesta di O2 fino al LAVORO
AEROBICO MASSIMO
L’assunzione di O2 aumenta fino a che la crescita d’intensità dell’esercizio non comporta più
incremento di consumo di O2:
MASSIMO CONSUMO DI O2 = VO2 max
E’ il migliore indice della validità cardiovascolare per esercizi di durata > 1-2’ e può essere
modificato con l’allenamento.
L’aumento della ventilazione può arrivare a 25 volte i valori di riposo (da 6 litri a 150 litri/minuto).
Incrementa sia il Volume Corrente che la frequenza respiratoria fino a 50 atti respiratori/minuto.
CONSEGUENZE:
Ø aumento della ventilazione alveolare
Ø riduzione dello spazio morto fisiologico
Ø miglior rapporto ventilazione/perfusione
Ø miglior utilizzo di O2
La portata cardiaca aumenta fino a 4 volte.
Le resistenze arteriolari polmonari diminuiscono fino a 3 volte.
Il polmone sano si adatta facilmente alle accresciute necessità: è infatti la circolazione più che la
respirazione il fattore limitante il massimo lavoro aerobico.
Raggiunta la gittata cardiaca massima, la ventilazione può aumentare ulteriormente.
Nell’atleta la maggiore elasticità toraco-polmonare ottenuta con l’allenamento determina:
Û CAPACITA’ VITALE
Û VOLUME ESPIRATORIO MASSIMO al sec. (FEV)
Û MASSIMA VENTILAZIONE VOLONTARIA
L’allenamento iniziato in età evolutiva comporta maggior incremento dei volumi polmonari.
Tali modificazioni si mantengono a lungo anche dopo la sospensione delle attività sportive.
PATOLOGIA POLMONARE
TUBERCOLOSI POLMONARE (TBC)
Malattia infettiva sostenuta dal Mycobacterium tubercolosis che provoca nell’ospite una risposta
cellulare con fagocitosi da parte dei macrofagi e reazione linfocitaria.
Si forma il granuloma tubercolare o tubercolo per azione dei macrofagi che inglobano i batteri: una
zona di necrosi con area centrale caseosa (risposta primaria).
La TBC, anche in fase silente, può peggiorare con l’attività fisica, specialmente se agonistica.
Eventuali traumi sull’apparato respiratorio poi possono “mobilizzare” i focolai tubercolari con
l’effetto di risvegliare l’infiammazione nel soggetto ed un possibile aumento di rischio di diffusione
dell’infezione.
Perciò in età scolare si fa lo screening di massa con test cutanei (Tine test) eventualmente
completati da Rx torace.
POLMONITE e PLEURITE
Le infezioni batteriche, virali o da miceti del polmone danno origine a malattie infiammatorie,
anche molto gravi, che possono estendersi anche ai foglietti (viscerale e parietale) che avvolgono i
polmoni: POLMONITI e PLEURITI.
Le infiammazioni pleuriche essudative sono spesso una complicanza di polmoniti non ben curate o
in soggetti con difese immunitarie carenti.
In ogni caso soggetti in convalescenza da infiammazioni polmonari e/o pleuriche devono essere
interdetti dalla pratica sportiva per almeno due mesi dall’avvenuta guarigione clinica:
la non completa guarigione può far si che anche minimi residuati flogistici a carico dei foglietti
pleuric i, sollecitati meccanicamente dall’attività fisica, riprendano l’attività infiammatoria e si
riformi il versamento essudatizio.
ASMA BRONCHIALE
Condizione di iperreattivita’ bronchiale associata ad episodi intermittenti di sibili respiratori, tosse
ed oppressione toracica.
L’iperreattività bronchiale si esplica con il restringimento delle vie aeree in risposta ad una grande
varietà di agenti che hanno scarsi o nessun effetto sui soggetti normali.
Sia che sia stata dimostrata o no l’origine allergica dell’asma in un dato soggetto, bisogna tener
conto che le crisi possono essere provocate dallo sforzo fisico anche non in presenza dell’allergene.
Lo scatenamento della crisi sotto sforzo è indotto dal raffreddamento e dalla disidratazione della
mucosa bronchiale dovuta all’aumentata ventilazione.
E’ massima negli sport quali corsa o ciclismo e minima nel nuoto, sci di fondo, marcia.
E’ raccomandato ai soggetti asmatici di praticare esercizio fisico con regolarità ma cautelandosi con
le seguenti misure:
Ø scelta dello sport (nuoto, sci di fondo, marcia, danza, sport di squadra che alternano riposo
e attività)
Ø preriscaldamento per indurre uno stato di refrattarietà al broncospasmo (lavoro e riposo
alternati)
Ø terapia preventiva con teofillina o sodio-cromoglicato
Ø cautela in presenza degli allergeni (es. pollini) ed in condizioni metereologiche sfavorevoli
(freddo)
La pratica sportiva migliora la tolleranza allo sforzo:
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il vo2 max può aumentare del 15-20%
l’impegno emodinamico a parità di lavoro sottomassimale è minore
diminuisce il costo metabolico e la produzione di calore dell’esercizio
la ventilazione polmonare e’ contenuta