mozart - Turismo Cremona

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mozart - Turismo Cremona
MOZART
Litaniae KV 243
Domenica 8 dicembre, ore 16.00
Lodi, Chiesa di S. Francesco
Domenica 15 dicembre, ore 21.00
Crema, Chiesa di S. Bernardino
In collaborazione col Centro Diocesano “G. Lucchi”
Domenica 22 dicembre, ore 21.00
Crema, Chiesa della SS. Trinità
Coro e orchestra del Collegium Vocale di Crema
Direttore Giampiero Innocente
www.collegiumvocale.it
Programma
F.J. Haydn (1732-1809): Missa Brevis N. 7 “Orgelsolomesse”,
per coro e orchestra d’archi
Eleonora Filipponi mezzosoprano, Riccardo Seresini organo solo
-
Kyrie
Gloria
Credo
Sanctus
Benedictus
Agnus Dei
(coro e orchestra)
(coro e orchestra)
(coro e orchestra)
(coro e orchestra)
(mezzosoprano, organo solo, coro e orchestra)
(coro e orchestra)
W.A. Mozart (1759-1791): Litaniae de venerabili altaris Sacramento KV 243
per soli, coro e orchestra
Lucrezia Drei soprano, Eleonora Filipponi mezzosoprano, Angelo Arpini tenore, Nicola Fava basso
-
Kyrie
Panis vivus
Verbum caro
Hostia sancta
Tremendum
Dulcissimum convivium
Viaticum
Pignus futurae gloriae
Agnus Dei
Miserere
(soli, coro e orchestra)
(soprano e orchestra)
(coro e orchestra)
(soli, coro e orchestra)
(coro e orchestra)
(soprano e orchestra)
(soprani soli e orchestra)
(coro e orchestra)
(soprano e orchestra)
(soli, coro e orchestra)
Omaggio natalizio
W.J. Kirkpatrick (1838-1921): Away in a manger
Collegium Vocale di Crema
Violini I: Stephen Beszant, Giovanni Livraga, Lucy Manfredi, Lorenzo Benelli
Violini II: Emanuela Barbieri, Elisabetta Faucher, Stefania Ruini, Maurizio Medici, Anna Forner
Viole: Eugenia Gaboardi, Chiara Nozza Bielli, Claudia Conti
Violoncello: Leonardo Bertazzoni
Contrabbasso: Nicola Moneta
Organo: Riccardo Seresini
Flauti: Giuseppe Mezzadri, Angela Guglielmetti
Fagotto: Stefano Sperati
Oboi: Francesco Aliquò Mazzei, Ruggero Tacchi
Clarinetto: Elisa Sgorbini
Tromba: Alberto Bleve
Corno: Alfredo Conti
Soprani: Daniela Assandri, Elisa Barbaglio, Elisa Cazzamalli, Eleonora Filipponi, Sara Franceschini,
MariaGrazia Gagliardoni, Elena Manzoni, Lorena Mariani, Piera Pelizzari, Ilaria Ventura, Sara Zigatti
Contralti: Federica Belloli, Vanna Moretti, Doriana Peroni, Claudia Pislor, Paola Pisoni, Beatrice Stabile, Laura
Stabile, Federica Traspadini
Tenori: Adriano Bianchi, Angelo Arpini, Fabio Corlazzoli, Pierre Galassi, Francesco Paveglio
Bassi: Nicola Fava, Pierangelo Mulazzani, Manuel Ottini, Matteo Panozzo, Alberto Premi, Simone Riccetti,
Doriano Soldati, Alfonso Vigani, Renato Zigatti
Perth (Scozia): concerto del Collegium Vocale di Crema
15 giugno 2013
Un capolavoro poco conosciuto
Nel corso dei secoli dai cataloghi dei grandi musicisti si sono estrapolate opere divenute più famose
di altre, oppure particolarmente eseguite e incise, a volte senza poter spiegarne fino in fondo le
ragioni. Quando si parla della musica sacra di Mozart immediatamente si pensa al Requiem, alla
Messa dell’Incoronazione, forse ai Vespri o a spezzoni di opere ascoltati qua e là.
La maggior parte della produzione sacra del compositore salisburghese rimane sconosciuta, non
eseguita o addirittura dimenticata, senza che si sappia il perché.
Il Collegium Vocale di Crema, da sempre attento alla riscoperta di opere meno famose (ma non per
questo meno importanti e impegnative sotto il profilo tecnico), propone quest’anno una
composizione pochissimo eseguita ma che, a pieno diritto, si può considerare uno dei capolavori
sacri dell’ingegno mozartiano: le Litaniae de venerabili altaris Sacramento KV 243.
La parola “litaniae” evoca probabilmente particolari sensazioni e ricordi, reazioni a un mondo
tradizionale o devozionale che una troppo frettolosa riforma liturgica (o male interpretata) ha messo
in disparte.
Solo il genio di Mozart riesce a trasformare questa lunga sequenza di invocazioni (Kyrie eleison, Panis
vivus miserere nobis, ecc.) in una straordinaria teoria di generi musicali, di interventi solistici, corali e
strumentali, alternando piani sonori, timbri e dinamiche di grande effetto.
Nulla di monotono, nulla di superato ma solo una grande composizione (circa 35 minuti) in cui
l’ascoltatore è portato con una musica sublime alla contemplazione del grande “Mistero dell’altare”,
l’Eucarestia (altaris Sacramento).
Composte nel marzo 1776, pochi giorni dopo il ventesimo compleanno di Mozart, rivelano una
maturità artistica sorprendente e il tratto ormai deciso e consolidato di un musicista unico nella
storia.
Anima profondamente cattolica, quella di Mozart, che alla corte del principe-vescovo di Salisburgo
non può che esaltare il nucleo di fede del cattolicesimo, vivendo e lavorando in una città al confine
con la Germania in cui il protestantesimo si faceva veicolo della sola fide e sola scriptura.
Siamo lontani dalla mentalità universale ed ecumenica che ormai fa parte del nostro bagaglio
culturale e spirituale: in quei tempi la contrapposizione tra confessioni di fede della stessa religione
era normale e proprio Mozart ripete più volte “i protestanti non comprenderanno mai la grandezza e
la dolcezza di un Agnus Dei”.
Proprio l’Agnus Dei delle Litaniae diviene la sintesi musicale e spirituale di quest’opera: una melodia
affidata agli archi e all’oboe riprende un celeberrimo andante di un concerto per pianoforte e
orchestra, mentre il soprano disegna melodie di una bellezza che trascende il visibile posto sull’altare
(il semplice pane) e ne sottolinea musicalmente quello che invece è (l’Eucarestia).
Mozart prova a penetrare questo mistero con la forza e la dolcezza della sua musica, quanto mai
“sacra” e dedita alla liturgia di ogni tempo e di ogni luogo, realmente universale.
La sua musica sembra convincere anche chi non crede in quel misterioso segno che dietro ciò che si
vede c’è una presenza invisibile (“latens deitas”), e tale opera di convincimento non viene operata con
trattati di alta scuola teologica, ma semplicemente con il disegno musicale, un disegno che parla da
solo senza bisogno di altro. E’ l’essenzialità di Mozart, quello che i musicisti chiamano “purezza di
suono” che, tecnicamente, si traduce in un enorme lavoro d’insieme ma che sotto un profilo più
ampio rivela l’universalità della sua musica.
Come in tutte le opere sacre, il genio salisburghese non manca di firmare il suo prodotto musicale:
anche nelle Litaniae c’è la presenza del fugato solenne e austero (Pignus futurae gloriae).
Lo studio dell’armonia e dello stile sacro compiuto a Bologna sotto la guida di Padre Martini emerge
ogni qual volta Mozart decide di scrivere un pezzo sacro: il contrappunto rigoroso, che trova
fondamento nelle opere di Palestrina, diviene il segno che certifica il sacro. In nessuna opera profana
troviamo questa firma inconfondibile che non è la dimostrazione tecnica della bravura del
compositore, quanto piuttosto lo sviluppo musicale che diviene simbolo dello sviluppo dialettico
della verità, quella verità che il dogma porta in sé come gioco contrappuntistico di misterocomprensione velata-mistero-contemplazione.
Una lunga citazione dal volume “Mozart” di H.U. Von Balthasar, grande teologo e conoscitore di
Mozart, ci aiuta a comprendere meglio l’opera proposta.
“Di fronte a tutta la musica di Beethoven noi sentiamo anche tutte le gocce di sudore che essa è costata al suo
inventore. Di fronte a quella di Bach noi percepiamo sempre l'imponenza ciclopica dei volumi e delle
architetture. L'enorme opera di Mozart ci appare invece come già nata senza alcuno sforzo, messa al mondo
come un figlio già perfetto, giunta alla sua maturità senza turbamenti.
Ci domandiamo se non sia una sorta di intatto arcobaleno che viene dalla memoria del paradiso terrestre.
Mozart vuole, creando e vivendo, far percepire il canto trionfale della creazione innocente e risorta: dove dolore
e colpa ci stanno di fronte non già come lontano ricordo, bensì come presente oltrepassato, perdonato,
trasfigurato. Non si trova tutto questo, ed esattamente così, nella stessa radice creativa del grande Regina Coeli
(KV 276), nei due Vespri , nelle Litanie e nelle Messe , nelle quali Mozart non trovò affatto necessario
nascondere la voce per assumere uno stile spirituale? E invero, che cosa deve essere trasfigurato se non la
creazione stessa; e che cosa deve essere redento e venire a preghiera se non la natura, figlia di Dio? Tutto questo
non è barocco. E' semplicemente cristiano”.
La Missa Brevis “St. Johannis de Deo”, detta anche “Kleine OrgelosoloMesse,” di Franz Joseph Haydn fu
composta nel 1775 per la chiesa di Eisenstadt (a quei tempi Ungheria, oggi Austria) il cui patrono era
San Giovanni di Dio (come riportato nel titolo).
E’ una delle messe più amate di Haydn: “brevis” che non equivale a “facile” e “corta”: la scrittura è
particolarmente insidiosa ponendo il respiro delle voci sul filo dei sedicesimi dell’orchestra d’archi,
obbligando il canto ad una precisione ritmica senza tregua; “brevis” ma che in realtà dura più di
alcune messe di Mozart che prevedono organici più ampi.
Il Gloria originale prevedeva solo 31 battute ed era scritto con una struttura in cui il testo si
sovrappone per abbreviare i tempi. Vien da pensare che gli ascoltatori (o il celebrante) non fossero
molto tolleranti verso l’ascolto della musica: Haydn quindi compone un Gloria brevissimo,
rifacendosi, però, in seguito con un Benedictus decisamente ampio, in cui l’organo solo dialoga col
soprano in frasi di grande effetto.
Il fratello di Franz Joseph, Michael, quasi volendo riportare ad una maggiore ortodossia liturgica la
Messa, scrisse in seguito un Gloria completo prendendo spunto da quello originale: l’esecuzione del
Collegium Vocale include questo Gloria nella sua completezza.
Tutte le composizioni di epoca classica che utilizzano un organico ridotto fanno leva sullo sviluppo
armonico e melodico per sopperire alla carenza di strumenti o di voci: quello della Missa Brevis è uno
dei casi tipici in cui l’uso strumentale essenziale (violini I-II, violoncello e organo) e vocale ha un
impiego più serrato, volto alla copertura di ogni spazio lasciato libero dalla musica.
Il titolo, l’organico e le dimensioni (corrette dal fratello) rendono questa composizione di Franz
Joseph Haydn decisamente interessante per approfondire lo stile sacro di un’epoca che ancora oggi
illumina con la sua fulgida musica i nostri tempi più poveri d’ingegno e di stile.
Giampiero Innocente
Direttore del Collegium Vocale di Crema
www.collegiumvocale.it