Ordinanza Operazione Bad Boys
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Ordinanza Operazione Bad Boys
n° 12686/06 R.G.N.R. n° 2298/06 R.G. G.I.P. TRIBUNALE di MILANO Ufficio Giudice per le indagini preliminari ORDINANZA di CUSTODIA CAUTELARE in CARCERE (artt. 285 e 292 c.p.p.) Il Giudice per le indagini preliminari dott. Franco CANTU’ RAJNOLDI nel procedimento penale indicato in epigrafe contro: 1. AUGUSTO Agostino, nato a Milano il 25.11.1959 e ivi residente in Donizetti 1/A; capi 25) e 41) 2. AVALLONE Carlo, nato a Milano il 22.11.1955 e residente a Gerenzano in via Pio XI n° 10; capi 25) e 41) 3. BARACCHI Giulio, nato a Varese il 27.6.1966 e residente a Porto Valtravaglia (VA) in via Privata Fugino n° 7; capi 25) e 41) 4. BENEVENTO Antonio, nato a Cirò Marina (KR) il 13.4.1974 e residente a Legnano in via Plinio n° 17; capo 1) 5. BERTO Ivano, nato a Marsala (TP) il 19.10.1978, residente a Ferno (VA) in via Adige 24; capi 2), 20) 6. BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973, ivi residente in via Sassuolo 3, con ultimo domicilio accertato in Lonate Pozzolo (VA), via Silvio Pellico 23; capi 2), 3), 7), 9), 10), 11), 12) e 13) 7. CAPPONI Mario, nato a Milano il 7.3.1955 e ivi residente in viale Famagosta 20; capo 41 8. CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR), l’ 1.11.1951, residente a Lonate Pozzolo, via Bologna n° 2; capi 2) e 19) 9. CASTELLOTTI Mauro, nato a Legnano (MI) il 25.1.1966 e ivi residente in viale Gorizia 50; capo 42) 10. CIANCIO Nicola, nato a Senise (Pz) il 28.2.1967, res. a Ferno (VA) vicolo D’Annunzio 5/3, di fatto domiciliato a Lonate Pozzolo (VA) via Silvio Pellico n° 21/a; capi 2), 5), 8), 18),19) e 22) 11. CRISTELLO Giacomo, nato a Crotone il 18.5.1963, residente a Buscate (MI) in via Dante n° 67; capo 5) TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari 12. foglio nr. 2 CUSINATI Fabrizio, nato a Milano il 23.9.1947 e residente a Samarate (VA) in via Acquedotto n° 49; capo 41) 13. DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967, residente a Marano Ticino (NO) Piazza Vittorio Veneto n° 10; capo 19) 14. D’APOTE Daniele, nato a Milano il 30.5.1962 e residente a Bertonico (LO) in via Bertonica n° 3; capo 41) 15. DE CASTRO Emanuele, nato a Palermo il 27.7.1968 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Trieste n° 22; capi 1) e 25) 16. DE MASI Savina, nata a Legnano il 14.11.1968 e ivi residente in viale Gorizia 50; capo 42) 17. DE MASI Patrizia, nata a Locri (RC) il 16.2.1967 e residente a Busto Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40; capo 25) 18. DI GIULIO Moris, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Baracca n° 32; capi 2), 8), 13), 14), 18), 19), 21) e 22) 19. DONATO Orazio, nato a Catania il 10.3.1973 ivi residente in via del Vischio n° 13; capo 24) 20. ESPOSITO Antonio, nato a Magenta (MI) il 6.8.1967 e residente a Busto Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40; capi 1), 24), 25), 27), 32), 40) e 43) 21. FILIPPELLI Domenico, nato a Cirò Marina (KR) l’ 8.3.1977, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Monviso n° 53; capo 41) 22. FILIPPELLI Francesco, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1957, residente ad Oleggio (NO) in via per Gallarate n° 146; capi 2), 9), 11) e 14) 23. FILIPPELLI Gaetano Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 26.11.1968 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Trieste n° 28/b; capo 2) 24. FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973, residente a Ferno (VA) in via Diaz n° 14, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) in via Novara n° 5; capi 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16), 17), 18), 19), 20), 21) e 22) 25. FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina il 4.7.1971 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Trieste n° 29; capi 1), 11), 13), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 33), 34), 35), 36), 37), 38), 39) e 40) 26. FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.6.1962, residente a Soet (Germania), via Notten Bruder Walls n° 19/a, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) via Tagliamento 9; capi 2), 9), 11), 13), 14), 16) e 19) 27. GIORDANO Stefano, nato a Busto Arsizio (VA) il 5.7.1967 ed ivi residente in Piazza Vittorio Veneto n° 9; capo 24) 2 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari 28. foglio nr. 3 LAFACE Giorgio, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973, residente a Pogliano Milanese (MI), via Emilia n° 3; capi 2), 10) e 13) 29. LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.83, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via XXIV maggio n° 6; capi 2), 10) e 13) 30. LETO RUSSO Antonella, nata a Cirò Marina (KR) il 14.6.1977, ivi residente in via Torrenova snc; capi 33), 34), 35), 36) e 37 31. LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Col San Michele n° 10; capo 2) 32. LOMUSCIO Roberto, nato a Scalea (CS) il 21.5.1968 e residente a Corbetta (MI) in via Pio X n° 5; capo 24) 33. LONGOBUCCO Santino, nato a Legnano (MI) il 5.10.1970 e residente a Legnano (MI) in via Carlo Porta n° 60; capo 1) 34. MANCUSO Luigi, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977 ed ivi residente in Piazza Risorgimento s.n.c., ma di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6; capi 1), 26), 29), 30) e 36) 35. MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 3; capi 2) e 13) 36. MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Del Gregge n° 100; capi 2) e 3) 37. MARTINES Angelo, nato a Messina (ME) il 27.10.1976, residente a Ferno (VA) in via Piave n° 141; capi 2) e 18) 38. MOLFESE Giovanni, nato a Orta Nova (FG) il 20.1.1975 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 1; capo 41) 39. MURANO Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 26.10.1978, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Perugia n° 1; capi 2) e 23) 40. NARDO Giovanni Battista, nato a Gela (CL) il 18.3.1973, residente a Cassano Magnano (VA) in via IV Novembre n° 41; capi 2), 3), 9), 10), 11) e 13) 41. NIGORDI Giuseppe, nato a Gela (CL) il 4.10.1944 residente a Ferno in via Quarto n° 2; capo 8) 42. PALAMARA Rocco, nato a Sinopoli (RC) il 21.7.1958 e residente a Nova Milanese (MI) in via Vittorio Veneto n° 71; capo 25) 43. PANO Andrea, nato Busto Arsizio (VA) il 17.11.1978, ivi residente via Buonarroti n° 10; capo 12) 3 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari 44. foglio nr. 4 PAOLINO Antonio, nato a Milano il 16.8.1960, ivi residente in via Broggini Bonaventura 34; capo 13) 45. PECORA Mario, nato a Ciro’ Marina (KR) il 20.8.1938 e residente a Gallarate (VA) in Strada Predisera n° 56; capo 41) 46. RIENZI Pasquale, nato a Grenzach (Germania) il 12.11.1968 e residente a Legnano (MI) in Corso Italia n° 57; capi 1), 24), 31) e 32) 47. RISPOLI Raffaele Giorgio, nato a San Giorgio sul Legnano (MI) il 2.4.1966 e residente a a Legnano (MI) in via Bellingera n° 12; capo 1) 48. RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962 e residente a Legnano (MI) in via Sabotino n° 43; capi 1), 25), 26), 32) e 36) 49. ROCCA Ernestino, nato a Saronno (VA) il 24.8.1974 e residente a Dairago (MI) in via Toti n° 2; capo 1 50. RUSSO Domenico, nato a Cirò Marina (CR) il 2.1.1976, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Isonzo n° 7; capi 2) e 10 51. SILVESTRE Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 14.1.1986, residente a Lonate Pozzolo (VA) in Via Silvio Pellico n° 11; capo 2) 52. SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975, residente a Lonate Pozzolo (VA), via F. Baracca n° 14; capi 2), 3), 11), 12) e 13) 53. VIZZA Rita, nata a Cirò (KR) il 18.12.1954 e residente a Cirò Marina (KR) in via Cilea 2; capo 36) 54. ZOCCHI Fabio, nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via Mazzini 3; capi 1), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 38), 39) e 40) OSSERVA Sulla richiesta di data 19.1.2009 (depositata in data 21.1.2009) formulata dal Pubblico Ministero di applicazione della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere per i seguenti reati: BENEVENTO Antonio, DE CASTRO Emanuele, ESPOSITO Antonio, FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Nicodemo, LONGOBUCCO Santino, MANCUSO Luigi, RIENZI Pasquale, RISPOLI Vincenzo, RISPOLI Raffaele, ROCCA Ernestino e ZOCCHI Fabio Capo 1): del delitto di cui all’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p. per avere fatto parte (anche insieme a MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, entrambi vittime di omicidio) di una associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, operante nei comuni delle province di Varese e Milano, che avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, realizzate attraverso la “fama” di violenza e di potenzialità sopraffattrice del vertice della cosca alleata 4 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 5 e/o collegata dei “FARAO–MARINCOLA”, dominante il “Locale di Cirò” 1, nonché attraverso il sistematico ricorso all’uso di violenza e minaccia culminate in gravissimi delitti contro la persona, realizzati con modalità esecutive spettacolari anche nei confronti di appartenenti alla stessa organizzazione, tale da incutere intorno al “Locale di Legnano- Lonate Pozzolo” un alone permanente di intimidazione, tale da indurre le vittime a non denunciare i fatti-reato alle autorità e a non collaborare con le forze dell'ordine, nonché tale da imporre tra gli associati regole inderogabili, quali il pagamento di quote sui ricavi di azioni delittuose e una sorta di sistema di mutuo soccorso diretto ad assicurare il sostentamento dei sodali anche in caso di morte e detenzione. Associazione, alla quale quale partecipavano in vita anche RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso (entrambi vittime di omicidio nel novembre 2005 e nel febbraio 2006), finalizzata a commettere un numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi, allo scopo principalmente di acquisire il controllo di esercizi commerciali pubblici e, in particolare, di bar e locali notturni siti in Lonate Pozzolo e zone limitrofe, attraverso la percezione di profitti non dovuti (o a mezzo del pagamento di percentuali periodiche sui guadagni, ovvero attraverso la percezione di consumazioni gratuite, ovvero attraverso condotte dirette a costringere i titolari degli esercizi commerciali a cedere a terzi soggetti “compiacenti” le attività); nonché a trarre ingiusti profitti da attività criminose svolte in Legnano e zone limitrofe delle province di Milano e Varese, consistenti nei delitti di usura, estorsione, truffa immobiliare e rapina a mano armata; a conservare la gestione monopolistica di interi settori produttivi e commerciali della zona; ad imporre, altresì, l’emergente attività imprenditoriale edilizia di FILIPPELLI Nicodemo e DE CASTRO Emanuele con violazione delle regole economiche di libera concorrenza. Tenendo ciascuno le condotte di seguito descritte: RISPOLI Vincenzo, promotore e organizzatore del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” in forza dei rapporti diretti e dei legami anche familiari con il vertice della cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”; RIENZI Pasquale, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo; era addetto con ESPOSITO Antonio al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco funzionali all’attività del medesimo sodalizio; RISPOLI Raffaele partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia del fratello RISPOLI Vincenzo, che coadiuvava partecipando ai “summit mafiosi” tra i sodali e tra costoro e i rappresentanti del “Locale di Cirò” ; LONGOBUCCO Santino partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla logistica del medesimo sodalizio; BENEVENTO Antonio partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Raffaele con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla logistica del medesimo sodalizio; risultava altresì titolare della società ”IMPRESA EDILE ERREELLE”, con sede a Legnano (MI), via Carlo Porta n° 60, funzionale all’attività del sodalizio; DE CASTRO Emanuele, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; amministrava e gestiva la cosiddetta “bacinella”; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino; ROCCA Ernestino, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale guardaspalle ed all’ occorrenza da uomo d’azione agli ordini di DE CASTRO Emanuele; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava della gestione della società “COSTRUZIONI ROCCA” con sede in Dairago (MI) via Toti n° 2, funzionale all’attività del sodalizio; 1 in particolare: MARINCOLA Cataldo, attualmente detenuto in custodia cautelare per 416 bis c.p. e una serie di omicidi; FARAO Silvio, attualmente latitante per gli stessi fatti-reato per i quali è indagato MARINCOLA Cataldo; FARAO Giuseppe, condannato all’ ergastolo per 416 bis e diversi omicidi. 5 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 6 FILIPPELLI Mario, coadiuvava RISPOLI Vicenzo nella direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; in particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei “cirotani di Lonate Pozzolo” e dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava MURANO Alfonso (vittima di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate Pozzolo di cui al capo 2) che segue; aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe (operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe (vittima di omicidio), DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Alessandro, MALENA Michele, SESTO Francesco (operativi fino al 2005); FILIPPELLI Nicodemo, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; partecipava alle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”; dopo la morte di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), era preposto alla direzione delle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”, avvalendosi della collaborazione di ESPOSITO Antonio; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ZOCCHI Fabio e LETO RUSSO Antonella; si occupava direttamente della gestione delle società “FIM-FISCOIMPRESE Srl” con sede legale a Castellanza (VA), via Dandolo n° 6 (impresa inattiva), “IMMOBILIARE AMALFI Sas” con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico n° 23, funzionali all’attività del sodalizio. Si avvaleva inoltre della collaborazione di numerose società quali: “MAKEALL Spa”, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino; “REVINCTA Srl”, amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita da AVALLONE Carlo; “MOSE' Immobiliare Srl” di D'APOTE Daniele; “BASTIAN & BASTIAN Srl” amministrata da AVALLONE Carlo; “EDILCAP” di CAPPONI Mario; “CF COSTRUZIONI” di CUSINATI Fabrizio; “ZEN Srl” già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; ESPOSITO Antonio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” agli ordini diretti di FILIPPELLI Nicodemo; era addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco, funzionali all’ attività del medesimo sodalizio; veniva coadiuvato da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA Sokol, GIORDANO Stefano, LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela, GUCCIO Filippo e ROMBOLA’ Romano; ZOCCHI Fabio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale persona di fiducia di FILIPPELLI Nicodemo; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava del ramo truffe e reimpiego dei profitti del sodalizio anche tramite la società “GENERAL FIM CONSULTING Srl” con sede a Gallarate (VA), via Mazzini n° 3, funzionale all’attività del sodalizio; si avvaleva; MANCUSO Luigi, coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” anche in forza del rapporto privilegiato con il vertice della cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, al quale erano addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, come CHIARELLI Francesco (cognato di MANCUSO Luigi) e LANDONI Marco, rispettivamente titolari delle seguenti società “IMMOBILIARE ROSELLA Sas” con sede a Solbiate Olona (VA) in via Andrea Ponti nr. 8 e “FUTURA SOFTWARE MILANO srl” con sede in Milano via Podgora n° 18, funzionali all’ attività del sodalizio; LANDONI Marco gestiva anche per conto del sodalizio l’ attività commerciale denominata “Negozio d’abbigliamento DESIRE”, con sede a Busto Arsizio (VA), via Mazzini angolo Concordia n° 5/Q; all’ attività del sodalizio era funzionale la gestione diretta della società “MELI AUTO” di cui era formalmente intestataria CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO Luigi), avente sede a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina (KR), ove risultava avere alle proprie dipendenze, ma solo formalmente, SESTITO Felicia, moglie di MARINCOLA Cataldo; Con l’ aggravante del fatto commesso da dieci o più persone in concorso tra loro e del ruolo di promotore, dirigente o organizzatore dell’associazione per RISPOLI Vincenzo, MANCUSO Luigi, DE CASTRO Emanuele, FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Mario (fino al giugno 2005) Con l’aggravante della disponibilità di armi da parte del sodalizio. Fatto commesso nelle province di Milano e Varese dall’anno 2000 e sino alla data odierna. 6 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 7 FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo, NARDO Giovanni Battista, BONVISSUTO Rosario, LA FACE Giorgio, SOZZO Giuseppe, MARINO Carmine, RUSSO Domenico, CASOPPERO Cataldo, DI GIULIO Moris, MALENA Michele, LENTO Michele, CIANCIO Nicola, MURANO Vincenzo, MARTINES Angelo, SILVESTRE Giuseppe Capo 2): del delitto di cui all’ art. 416 commi I, III e V c.p. per essersi associati fra loro, oltre che con FILIPPELLI Mario, capo del sodalizio, nonchè con MURANO Alfonso, altro capo del sodalizio e con RUSSO Giuseppe (questi ultimi due vittime di omicidio), allo scopo di commettere un numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi. Ciascuno tenendo le seguenti condotte: FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro in qualità di compartecipi, organizzatori e percettori di parte dei proventi derivanti dalle illecite attività degli associati; FILIPPELLI Cataldo Gaetano quale compartecipe del sodalizio dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, BERTO Ivano e RUSSO Domenico, quali compartecipi alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario, incaricati dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, attentati incendiari, pestaggi ai danni di terzi, danneggiamenti di veicoli, custodia di armi nella disponibilità del sodalizio. Quanto al BONVISSUTO e al NARDO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; LA FACE Giorgio, LETTIERI Olindo e SOZZO Giuseppe, quali compartecipi materiali del sodalizio e, in particolare LETTIERI Olindo quale soggetto incaricato della custodia di armi di proprietà dei componenti il sodalizio. Quanto al SOZZO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; MARINO Carmine, quale associato alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e, in particolare, di soggetto addetto a procurare armi. Dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo e MALENA Michele, quali associati alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), incaricati dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, incendi, pestaggi a danno di terzi, danneggiamenti di veicoli, procacciamento di armi. Quanto a DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo a partire almeno dal mese di aprile del 2004; CASOPPERO Cataldo e MURANO Vicenzo, quali compartecipi alle attività del sodalizio, a partire per entrambi almeno dal mese di aprile del 2004; LENTO Michele, SILVESTRE Giuseppe quali compartecipi (almeno a partire almeno dal mese di aprile del 2004) alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio) e dei sodali DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola e quali incaricati, in particolare, dell’ esecuzione di condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, pestaggi a danni di terzi, danneggiamento di veicoli, esazione di somme di danaro. In Lonate Pozzolo (VA) da epoca anteriore e prossima al mese di giugno del 2000 fino al mese di novembre del 2004. FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine, SOZZO Giuseppe Capo 3): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 C.P., 2 e 4 legge 895/67 , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso fra loro, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico diverse armi comuni da sparo. In Lonate Pozzolo (VA) a partire dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno al mese di giugno del 2002. FILIPPELLI Mario Capo 4): del delitto di cui agli artt. 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, 23 commi 1 e 3 legge n° 110/75 , perché, in concorso con LETTIERI Olindo (nei cui confronti si è proceduto separatamente a seguito di arresto in flagranza in data 7.7.2005), illegalmente deteneva una pistola semiautomatica con matricola abrasa cal. 7,65 e n° 6 cartucce, un candelotto di tritolo dal peso di 1.340 Kg.. 7 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 8 In particolare Filippelli Mario incaricava della custodia della pistola e del tritolo Lettieri Olindo nella cui abitazione e pertinenze le armi e le sostanze esplodenti venivano rinvenute in data 7.7.2005. In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di giugno del 2004 sino al 7.7.2005 (data dell’ arresto di Lettieri Olindo). FILIPPELLI Mario, CIANCIO Nicola, CRISTELLO Giacomo Capo 5): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67 , perché, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo. In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di luglio del 2004. FILIPPELLI Mario Capo 6): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 423, 629 comma II c.p., perchè, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso con altre persone non identificate, nel ruolo di ideatore e mandante, con violenza consistita nell’ incendiare i veicoli “Renault 18” tg VA/B83586 di proprietà di Corrado Carminati ed il veicolo Fiat Panda tg VA/B95357 di proprietà di Gaetano Greco, costringeva Lina GRECO (moglie di Corrado Carminati e figlia di Gaetano Greco), titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Yoker” di Lonate Pozzolo, a cedere le licenze del predetto esercizio, che attraverso terzi compiacenti veniva poi acquistato in data 31.10.2000 da Alessandra Bonizzi, moglie di Filippelli Mario e destinato ad abituale luogo di incontro dei membri del sodalizio criminoso conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con altri danno. In Lonate Pozzolo (VA) dal 10.10.1998 sino al 9.8.1999. FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario Capo 7): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 423 e 635 c.p., perchè, in concorso con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nell’ appiccare il fuoco all’ esercizio commerciale “Bar Moro” di Lonate Pozzolo, di proprietà di Salvatore e Giovanni Battista Russotto, sito nelle vicinanze dell’ esercizio commerciale gestito dalla moglie di Filippelli Mario, cagionando un incendio che distruggeva completamente il locale, nel danneggiare veicoli di clienti del suddetto esercizio commerciale, nel forzare la porta della cler del suddetto esercizio commerciale e nel lasciare, in chiaro segno di intimidazione, due bottiglie piene di benzina, nello stazionare in gruppo con altri e con atteggiamenti arroganti all’ interno dell’ esercizio commerciale imponendo la loro presenza e disturbando gli avventori, ponevano in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i Russotto a cedere loro l’ esercizio commerciale (o a soggetti “terzi” meri prestanome) al fine di conseguire un ingiusto profitto non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone e con uso di materiali esplodenti. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2000 sino ad almeno il mese di aprile del 2001. FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, NIGORDI Giuseppe Capo 8): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 4 e 7 legge 895/67, 635 comma II c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con violenza e minaccia consistita nell’ esplodere colpi di arma da fuoco verso la vetrina dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” di proprietà di Giovanni Battista Russotto, nell’ esplodere altresì colpi di arma da fuoco (con relativo danneggiamento) sul veicolo BMW tg CB 446CX di proprietà di Salvatore Russotto (titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio“ di Lonate Pozzolo) e sulle vetrine dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio” di proprietà di Gaspare e Salvatore Russotto, nello stazionare pressoché quotidianamente all’ interno dell’ esercizio commerciale con atteggiamenti intimidatori ed arroganti imponendo la loro costante presenza, costringevano i titolari dei suddetti esercizi commerciali a consegnare loro danaro (od a servire consumazioni gratuite) e da ultimo costringevano Giovanni Battista Russotto a 8 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 9 cedere a favore di terzi l’ esercizio commerciale “Bar Moro” conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Filippelli Mario, quale “mandante” ed ideatore; Di Giulio Moris e Ciancio Nicola, quali esecutori materiali; Nigordi Giuseppe, quale “fornitore” delle armi utilizzate per il danneggiamento dei veicoli e delle vetrine degli esercizi commerciali. Con le aggravanti di aver commesso i fatti con armi ed in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di aprile del 2004 fino ad almeno al mese di ottobre del 2004 e successivamente fino al mese di gennaio del 2006 (data di cessione dell’ esercizio commerciale “Bar Moro”). FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro Capo 9): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio (e con tale Emanuele non identificato), con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nel percuotere Pierangelo GIASSI, titolare dell’esercizio commerciale “TAKE OFF” di Somma Lombardo, nel minacciare lui e la moglie Loredana SESONA di bruciare il locale, nel presentarsi in gruppo all’ interno del locale, nel minacciare alcuni dei dipendenti dello stesso, nel prospettare a Loredana SESONA gravi conseguenze anche sui figli minori in caso di mancata adesione alle loro richieste, costringevano il GIASSI a versare la somma mensile di 10 milioni di lire a favore del sodalizio, costringevano la SESONA almeno in un’ occasione a versare la somma di 1 milione di lire, effettuavano consumazioni gratuite sempre con il ricorso alle minaccia e imponevano la loro costante presenza nel locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone. In Somma Lombardo (VA) dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno il mese di agosto del 2001. FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, LA FACE Giorgio e RUSSO Domenico Capo 10): del delitto di cui agli artt. 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, percuotendo tale “Emanuele” non meglio identificato e sottraendo a Norval Zanandrea un veicolo di sua proprietà, minacciando di non restituirlo se non previa consegna della somma di danaro di 8 milioni di lire, asseritamente dovuta a Filippelli Mario dal predetto Norval Zanandrea, da tale Emanuele non meglio identificato e da Faggionato Marco, costringevano gli stessi a consegnare loro la somma di 8 milioni di lire, conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di novembre del 2000. FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Nicodemo, SOZZO Giuseppe e FILIPPELLI Francesco Capo 11): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia consistita nel percuotere Massimo Guglia, titolare dell’ esercizio commerciale “Lady G” di Varese, nel minacciare lo stesso ed il dipendente Nicola La Camera di bruciare il locale in caso di mancata adesione alle loro richieste e nel prospettare comunque pesanti ritorsioni in caso di rifiuto, costringevano i due a consegnare loro parte dei proventi degli incassi serali (prelevati pressoché quotidianamente da Pietro Filippelli addetto, su direttive formulate da Mario Filippelli, alla tenuta della contabilità), costringevano il Guglia ad assumere delle ragazze scelte da loro, imponevano la loro costante presenza nel locale costringendo altresì il Guglia ed i dipendenti a servire loro consumazioni gratuitamente e, da ultimo, inducevano a causa delle continue minacce il Guglia a cedere la propria quota di partecipazione all’ esercizio commerciale a favore del dipendente Nicola La Camera (di fatto costretto a gestire il locale nell’ interesse degli estorsori e, in particolare, di Mario Filippelli) ed favore di Galou Kankanamalage Madura Priyankara, e successivamente, minacciando reiteratamente Massimo GUGLIA, prospettando pesanti ritorsioni ai suoi danni in caso di mancata adesione alle loro richieste, lo costringevano a consegnare a Mario Filippelli la somma di 20 milioni di 9 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 10 lire, con tre assegni, quale “corrispettivo” non dovuto per la cessione del locale a favore di terzi (assegni che non venivano pagati perché posti sotto sequestro dall’ Autorità Giudiziaria), conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone riunite. In Varese dal mese di ottobre del 2001 sino ad almeno il mese di febbraio del 2002. FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe e PANO Andrea Capo 12): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56-629 e 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minaccia consistita nel presentarsi in gruppo presso l’ esercizio commerciale “Lady G” di Varese, ceduto da Massimo Guglia a Galou Kankanamalage Madura Priyanakara e nell’ intimare allo stesso di consegnare a Mario Filippelli la somma di 50 milioni di lire, prospettando in caso di mancata adesione la minaccia di bruciare il locale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Galou Kankanamalage a versare loro un somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà e costringevano comunque il titolare dell’ esercizio commerciale, a mezzo delle descritte condotte minacciose, a servire loro consumazioni gratuite conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In Varese dal mese di gennaio al mese di marzo del 2002. FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Nicodemo, SOZZO Giuseppe, PAOLINO Antonio, DI GIULIO Moris, MALENA Michele e LA FACE Giorgio Capo 13): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia consistita nel recarsi ripetutamente ed in gruppo presso l’ esercizio commerciale “El Patio” di proprietà di Renato Bettin, Elvio Bettin ed Umberto Guenzani, pretendendo di essere serviti gratuitamente, nel lasciare davanti alla porta di ingresso del locale una bombola piena di gas su un fornello acceso (con deflagrazione evitata solo grazie alla prontezza di Renato Bettin che riusciva a disinnescare l’ ordigno), nell’ imporre l’ impiego lavorativo di donne da loro indicate e nell’ utilizzare il locale quale luogo di abituale ritrovo dei componenti il sodalizio, costringevano i proprietari del locale a consegnare loro somme di danaro ovvero a servirli gratuitamente o comunque a consentire loro il controllo delle attività del locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Mario Filippelli, quale ideatore e mandante; Rosario Bonvissuto, quale istigatore e coautore materiale; Antonio Paolino detto “Tony” e Giuseppe Sozzo, quali coautori delle condotte minacciose; Pietro Filippelli, quale soggetto incaricato di “controllare il locale” e, in tempi più recenti, Michele Malena e Giulio Di Moris, quali coautori materiali di condotte intimidatrici dirette a costringere i titolari a fornire loro consumazioni “gratuite” in forza dei loro rapporti con Mario Filippelli. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’ uso di materiali esplodenti. In Vanzaghello (MI) dal mese di luglio del 2001 sino ad almeno all’ anno 2004. Per i soli Rosario Bonvissuto - Giuseppe Sozzo - Nicodemo Filippelli - Antonio Paolino nel mese di luglio del 2001. A partire dal mese di giugno del 2004 per i soli Giulio Di Morris e Michele Malena. FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco e DI GIULIO Moris Capo 14): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè, in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso commesse in tempi diversi, con minaccia e violenza consistita nel recarsi ripetutamente in gruppo presso il Night Club “Caprice” di Oleggio, anche con l’ ausilio di altri sodali non identificati, nel minacciare implicitamente, attraverso la prospettazione di danni al locale, il titolare Roberto Baranzini, costringevano lo stesso a consentire loro la frequentazione gratuita dell’ esercizio commerciale, ad impiegare donne indicate dal sodalizio criminoso, a licenziare persone non gradite a Mario Filippelli, a consentire il controllo del locale a Pietro Filippelli, incaricato di curarne la gestione per conto del fratello e a consegnare loro una percentuale dei guadagni. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone. 10 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 11 In Oleggio (NO) dal mese di luglio del 2001 con continuità di condotte almeno sino al mese di ottobre del 2004 (per il solo Moris Di Giulio a partire dal mese di giugno del 2004). FILIPPELLI Mario Capo 15): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 644 c.p. , perchè, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, costringeva Saverio Malaspina con minaccia di percosse a versare a favore di Bruno Catania una somma di danaro da lui vantata nei confronti del Malaspina e, in particolare, Mario Filippelli intimava a Saverio Malaspina di consegnare immediatamente i soldi a Bruno Catania e, successivamente, a fronte della mancanza di disponibilità di danaro da parte del Malaspina, forniva lui stesso un prestito destinato all’ estinzione del debito, ottenendo dal Malaspina la promessa di restituzione con interessi usurari (pari a circa a lire 1.500.000 per un mese). Con l’aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) il 26.6.2001. FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro Capo 16): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con altre persone appartenenti al sodalizio criminoso non meglio identificate, con minaccia consistita nel recarsi ripetutamente in compagnia di altri sodali all’ interno dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate Pozzolo di proprietà di Fabio Rota e Stefano Cucchi, nel richiedere agli stessi la consegna di una somma mensile di € 1.500,00 asserendo che “funziona così” e nell’ omettere di pagare le consumazioni presso l’ esercizio commerciale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i titolari del predetto esercizio commerciale a versare a loro favore una somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà, poiché i titolari decidevano da lì a poco di cedere l’ attività commerciale a terzi. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2003 sino al 31.1.2004 FILIPPELLI Mario Capo 17): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 629 comma I c.p., perchè, con minaccia consistita nell’ intimare a Fabio ROTA di accendere un finanziamento da destinare a suo favore per l’ acquisto di mobili, prospettando, in caso di mancata adesione, ritorsioni ai suoi danni, costringeva il predetto Fabio ROTA ad accendere c/o l’ esercizio commerciale “Mercatone Bustese” di Castellanza un mutuo, da destinare a favore del Filippelli, per l’ acquisto di mobili, pari ad € 7.000,00, rimborsabili con rate da € 280,00 mensili cadauna, pagate dal predetto Rota e dall’ ex socio Stefano Cucchi conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In Lonate Pozzolo (VA) e Castellanza (VA) nel mese di dicembre del 2003. FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, MARTINES Angelo e CIANCIO Nicola Capo 18): del delitto di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1, 582-583 c.p., perchè, in concorso fra loro, con minaccia e violenza consistita nel percuotere in più occasioni Francesco Vismara, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate Pozzolo e, da ultimo, nel procurargli lesioni con un coltello ad opera di Nicola Ciancio; nel minacciare la distruzione del locale in caso di mancata adesione alle loro richieste, costringevano il Vismara a fornire loro consumazioni senza corrispondere il corrispettivo ed a corrispondere parte dei guadagni a loro favore, minacciando altresì pesanti ritorsioni in caso di denuncia alle forze dell’ ordine e conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Mario Filippelli, in qualità di ideatore e mandante; Moris Di Giulio, Nicola Ciancio ed Angelo Martines in qualità di esecutori materiali incaricati del controllo di Francesco Vismara. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’uso di armi. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di giugno del 2004 almeno sino al mese di agosto del 2004. FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, DATI Agostino, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e CASOPPERO Cataldo 11 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 12 Capo 19): del delitto di cui agli artt. 81 cpv. e 110 c.p., artt. 3 n° 8 e 4 legge 75/58, perché, in concorso fra loro, favorivano e sfruttavano la prostituzione di svariate donne (prevalentemente di nazionalità straniera), utilizzando, quali “luoghi di copertura” per le attività di meretricio delle stesse, i locali “Caprice” di Oleggio, “El Patio” di Vanzaghello, “Argentina” di Gallarate e, in particolare, Mario Filippelli con l’attivo concorso materiale di Moris Di Giulio, Nicola Ciancio e Pietro Filippelli favoriva e sfruttava la prostituzione di Alina Mariana Tulbure e di Talasman Raluca, consentendo loro la frequentazione dei locali notturni “Caprice” di Oleggio (sotto il diretto controllo del fratello Pietro) e “Argentina” di Gallarate ed ancora favoriva l’ attività di meretricio all’ interno del locale “Caprice” di Oleggio di Anna GOSTINE, a diretto profitto del protettore Agostino Dati e di altre donne non identificate, percependo parte dei proventi. Tutti favorendo – attraverso condotte minacciose e violente ai danni dei titolari degli esercizi commerciali menzionati e, in particolare dei locali “El Patio” e “Caprice” – la prostituzione di donne straniere, assicurando loro protezione ed ottenendo parte dei proventi derivanti dalle loro attività. In Gallarate (VA), Oleggio (NO) e Vanzaghello (MI) dal mese di giugno del 2004 sino ad almeno al mese di ottobre del 2004. FILIPPELLI Mario e BERTO Ivano Capo 20): del delitto di cui agli artt. 110 e 423 c.p., perché, in concorso fra loro, al fine di affermare la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio e di punire Olindo Lettieri per la mancata restituzione di un’ arma di proprietà di Mario Filippelli, incendiavano un veicolo di proprietà del suddetto Olindo Lettieri. In particolare: Mario Filippelli, in qualità di istigatore e mandante e Ivano Berto, in qualità di esecutore materiale. In luogo non accertato in data anteriore e prossima al mese di luglio del 2004. FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris Capo 21): del delitto di cui agli artt. 110, 423, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. perché, in concorso fra loro, il primo quale istigatore e mandante, il secondo quale esecutore materiale, al fine di riaffermare la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio, con violenza consistita nell’ incendiare il veicolo Fiat Uno di colore rosso tg “TR VA D 52069” di proprietà di Nicola Ciancio, costringevano lo stesso a consegnare a Mario Filippelli, per il tramite di Moris Di Giulio, una somma di danaro provento di attività connesse allo spaccio di droga ovvero di attività estorsive, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) fra il 17 ed il 30 ottobre del 2004. FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola Capo 22): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, Giuseppe Russo recandosi presso il bar “Jolly” di proprietà di Angelo Torquitto e chiedendo espressamente la consegna di “un regalino”, aggiungendo con tono minaccioso che “a settembre avrebbero sistemate le cose a Lonate Pozzolo”, Moris Di Giulio e Nicola Ciancio, percuotendolo almeno in un’ occasione e Mario Filippelli, quale istigatore e mandante, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Angelo Torquitto a consegnare loro del danaro, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di agosto del 2004. CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo Capo 23): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con altre persone non identificate, minacciando di bruciare il locale della panetteria “Pinotti” di proprietà di Domenico Pinotti, Nicola Ciancio, quale autore materiale delle condotte estorsive, Vincenzo Murano, quale istigatore e percettore dei proventi, costringevano il titolare del predetto locale a versare loro somme di danaro procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. 12 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 13 Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2004. RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto Capo 24): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112, 575, 577 n° 3 c.p. – artt. 10, 12, 14 Legge 497/74, perché, in concorso fra di loro e previo concerto, agendo con premeditata organizzazione di mezzi e di persone, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di VIADANA Barbara, nel caso specifico mediante l’ esplosione di due colpi di arma da fuoco, che attingevano la vittima ad entrambe le gambe, riportando la frattura composta metafisaria prossimale della tibia di sinistra, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. In particolare: RIENZI Pasquale, quale committente dell’ evento a seguito di quanto denunciato dalla sorella VIADANA Emanuela in ordine al reato di estorsione di cui era stata vittima ad opera dello stesso RIENZI Pasquale; ESPOSITO Antonio, quale esecutore materiale, esplodendo due colpi di pistola; GIORDANO Stefano, quale conducente dello scooter utilizzato per giungere ed allontanarsi dal luogo dell'evento; GIORDANO Stefano e ESPOSITO Antonio per aver acquistato presso il centro commerciale "Bossi" di Saronno, i due caschi da motociclista utilizzati per travisarsi; DONATO Orazio e ESPOSITO Antonio per aver procurato lo scooter suddetto; DONATO Orazio per aver fatto da "palo" durante l’ azione di fuoco; LOMUSCIO Roberto per aver ricevuto e custodito dopo l’ evento la pistola 7.65 utilizzata per commettere il fatto, trasportandola ed occultandola per conto di ESPOSITO Antonio. Con le aggravanti della premeditazione di aver commesso il fatto in cinque o più persone. In Busto Arsizio (VA) il 2.4.2007. RISPOLI Vincenzo - DE CASTRO Emanuele - ESPOSITO Antonio - FILIPPELLI Nicodemo - PALAMARA Rocco - ZOCCHI Fabio - DE MASI Patrizia - BARACCHI Giulio - AVALLONE Carlo ed AUGUSTO Agostino Capo 25): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurai in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a MONOLO Giovanni della somma di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, MONOLO Giovanni a consegnare ripetute somme di denaro. In particolare, costringevano MONOLO Giovanni a emettere prima una serie di cambiali per un importo di € 20.000 a favore di FILIPPELLI Nicodemo a garanzia del saldo della somma di € 10.000 ancora da restituire e successivamente a cedere una mansarda sita in Legnano, Corso Garibaldi, del valore di € 55.000, per l’ estinzione del debito. RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO Emanuele in qualità di promotori, inducendo MONOLO Giovanni a rivolgersi per la richiesta del prestito in denaro a FILIPPELLI Nicodemo e fissando le modalità dell’ operazione finanziaria. FILIPPELLI Nicodemo, consegnando materialmente al MONOLO Giovanni a titolo di prestito la somma di € 20.000 a fronte di titoli emessi a favore di PALAMARA Rocco, in funzione di prestanome del FILIPPELLI e pretendendo poi con le minacce la restituzione di tale somma e degli interessi ad un evidente tasso di usura. ESPOSITO Antonio per avere monetizzato i titoli emessi da MONOLO Giovanni. DE MASI Patrizia, moglie di ESPOSITO Antonio, per aver partecipato ai fatti con il ruolo di prestanome nella compravendita della mansarda di Legnano, poi successivamente ceduta alla società MAKEALL Spa, di fatto gestita da AGUSTO Agostino. ZOCCHI Fabio, BARACCHI Giulio, AUGUSTO Agostino e AVALLONE Carlo per aver organizzato le varie fasi della vendita della mansarda alla MAKEALL Spa. Con le aggravanti del fatto commesso in cinque o più persone. In Provincia di Milano e Varese tra il Maggio 2006 e sino al Maggio 2007. RISPOLI Vincenzo - MANCUSO Luigi - FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 26): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 e 629 commi I e II c.p., perché in concorso tra loro e con ignoti, mediante violenza e/o minaccia, costringendo LEO Francesco e LEO Adalberto, titolari della gioielleria "ORO ITALIA", a consegnare oro e preziosi vari, a titolo di un asserito 13 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 14 intervento presso ignoti malfattori, autori di minacce a scopo estorsivo ai danni dei predetti fratelli LEO (minacce estorsive in realtà provocate dagli stessi RISPOLI Vincenzo, MANCUSO Luigi, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio proprio per giustificare un loro intervento risolutore della vicenda), procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. In Legnano (MI) il 15 maggio 2006. FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio Capo 27): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SERUGHETTI Claudio della somma di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce, intimidazioni e percosse tipiche di un contesto mafioso, SERUGHETTI Claudio a consegnare diversi titoli a rimborso del prestito e degli interessi. In Lonate Pozzolo (VA) dal Febbraio 2006. FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 28): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 comma IV n° 4 c.p., perché in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a ALAMARI Carlo di una somma imprecisata, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo ALAMARI Carlo, mediante minacce anche di morte proferite nei confronti dello stesso ALAMARI Carlo, ALAMARI Nicolas e ALAMARI Mario, a consegnare parte dei ricavati della propria ditta denominata “Verniciature Varesine Sas” e ad assumere apparentemente alle dipendenze della ditta stessa ZOCCHI Fabio, con il ruolo di collaboratore per meglio controllare le attività imprenditoriali e per costringere i titolari ad effettuare lavori edili per i quali percepivano compensi irrisori, mentre FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, agendo direttamente con il committente, incassavano gli effettivi maggiori corrispettivi dei lavori. Con l’ aggravante, quanto al reato di usura, del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, o commerciale, o artigianale. In Lonate Pozzolo (VA) dal Novembre 2005. FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi Capo 29): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II c.p. in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, GRIANTI Augusto, padre di GRIANTI Alex Bruno, socio accomandatario dell’ Immobiliare Amalfi Sas di FILIPPELLI Nicodemo & C., con sede legale in Lonate Pozzolo via Silvio Pellico n° 23, e uffici e capannone in Busto Arsizio via Amalfi n° 6 e di GRIANTI Christian, socio accomandante della medesima immobiliare, a cedere in vendita a condizioni economiche pregiudizievoli le quote societarie a MANCUSO Luigi, che aveva già occupato uno dei due appartamenti dello stabile di proprietà della immobiliare in Lonate Pozzolo, via Amalfi n° 6 e ove aveva già fissato la sede della ditta MELI AUTO di cui era titolare la moglie CHIARELLI ROSELLA. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Busto Arsizio (VA) il 12.4.2006. FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi Capo 30): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi 1 e 2 in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SPADARO Giacomo della somma di € 1.500. Non riuscendo a far fronte alle scadenze fissate per i pagamenti, SPADARO Giacomo consegnava loro una serie di assegni del valore rispettivamente di € 2.500 ed € 2.000 che ZOCCHI e FILIPPELLI provvedevano a monetizzare trattenendosi € 300 cadauno quale loro compenso. Inoltre SPADARO era costretto a cedere ai due un quantitativo di schede per ricariche telefoniche pari ad un importo di € 2.200 circa oltre a 14 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 15 diversi cellulari di ultima generazione, presi dai suoi negozi da FILIPPELLI e ZOCCHI e mai pagati. Inoltre i medesimi FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, mediante minacce anche di morte rivolte al citato SPADARO Giacomo, costringendolo a cedere loro a titolo gratuito una moto “Quad Polaris”, dalla cui vendita a MANCUSO Luigi ricavavano la somma di € 2.500, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Somma Lombardo (VA) il 15.12.2005. RIENZI Pasquale Capo 31): del delitto di cui agli artt. 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si faceva dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SCAMPINI Paolo della somma di € 4.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, SCAMPINI Paolo a restituire la somma di € 4.800 e pretendendo per il saldo l’ ulteriore importo di € 700. In particolare il RIENZI per intimidire la sua vittima oltre che a chiamarlo più volte e con insistenza al telefono per ricordagli i pagamenti, lo aspettava diverse volte sotto casa. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Legnano (MI) dal 27.6.2006 alla fine di agosto 2006. RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio, ZOCCHI Fabio e RIENZI Pasquale Capo 32): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 e 644 comma I n° 4 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo della somma di € 75.000, nonché procuravano a se stessi o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce, anche di morte, ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo a restituire in tre anni la somma di € 150.000, oltre al pagamento di cambiali mensili da € 3.000. Con l’ aggravante del concorso nel reato di tre o più persone e quanto al reato di usura del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale. In Castellanza (VA) il 9.8.2006 e nei tre anni antecedenti. FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 33): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a TAVERNESE Luigi Gaetano di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di almeno un assegno bancario dell’ importo di € 3.000, assegno successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove il 23.1.2007 ed anteriormente. FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 34): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a VENTRICE Carmela della somma di € 1.000, esigendo in cambio l’ emissione di 4 assegni post datati al 23.3.2007, 23.4.2007, 23.5.2007 e 23.6.2007, per un importo complessivo di € 1.300, di cui € 300 di interesse in quattro mesi, emessi dal marito BONASERA Giuseppe detto “PIPPO”. Assegni successivamente consegnati a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento. In Lonate Pozzolo (VA) il 23.1.2007. FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 35): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a COPPINI Emanuele di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di 15 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 16 assegni bancari vari tra i quali l’ assegno della Unicredit Banca n° 3168890457-05 datato 30.4.2007, dell’ importo di € 3.000. Assegno successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del sodalizio. In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove anteriormente al 21.3.2007. RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, LETO RUSSO Antonella e VIZZA Rita Capo 36): del delitto di cui agli artt. 61 n° 2, 81 cpv, 110, 112, 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a LONATI Fabio della somma di € 20.000. In particolare la restituzione del denaro era concordata entro i due mesi successivi al ricevimento del prestito, previa la corresponsione di € 13.000 di interessi ed a tal fine il LONATI Fabio emetteva diversi assegni bancari tra i quali i seguenti: assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757803-00 datato 2.5.2007, dell’ importo di € 11.000. assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757802-12 datato 3.5.2007, dell’ importo di € 11.000. assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757804-00 datato 6.5.2007, dell’ importo di € 11.000. Tenendo ciascuno le seguenti condotte: MANCUSO Luigi facendo da mediatore nelle varie fasi del prestito e dando indicazione su come dovevano essere compilati i vaglia postali specificandone la causale “pagamento BMW” e avvisando il LONATI Fabio di contattare FILIPPELLI Nicodemo per avere i numeri dei codici dei vaglia postali. LETO RUSSO Antonella, come disposto da FILIPPELLI Nicodemo, si faceva consegnare da VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo e depositaria del denaro per conto di quest’ultimo, la somma di € 20.000 in contante, inviandola il giorno 8.3.2007 a mezzo vaglia postali con beneficiario LONATI Fabio. La stessa LETO RUSSO Antonella si occupava della monetizzazione dei titoli consegnati dal LONATI Fabio. RISPOLI Vincenzo sovraintendendo a tutta l’ operazione finanziaria anche in relazione agli sviluppi della situazione a seguito del sequestro dei titoli avvenuto in Trecate il 21.3.2007. Con l’ aggravante del fatto commesso da cinque o più persone. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del sodalizio. In Lonate Pozzolo (VA) nelle date suddette. FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 37): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da ESPOSITO Margherita interessi usurari in corrispettivo del cosiddetto “cambio assegni”, con la consegna, da parte della ESPOSITO Margherita alla LETO RUSSO Antonella, di un assegno bancario per l’ importo di € 1.600, esigendo in cambio della motenizzazione del titolo la somma di € 150 e, successivamente, rimasto insoluto il titolo, ottenendo la LETO RUSSO Antonella, su disposizione del FILIPPELLI Nicodemo, la consegna di due cambiali da 1.250 euro l’una con le scadenze, la prima, del 3 o 4 gennaio 2007 e, la seconda, del 30 gennaio 2007. In Lonate Pozzolo (VA) dall’agosto 2006 al 30.1.2007. FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 38): del delitto di cui agli artt. 110, 629 c.p. in relazione all’art. 628 comma III n°1 c.p. , perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo ACCARINO Mario, titolare dell’ agenzia di pompe funebri denominata "Onoranze Funebri Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”, a pagare un’ imprecisata somma di denaro, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso espresse con parole del tipo "queste persone non hanno voglia nè di perdere tempo nè di scherzare... sappi che Nico... non è che Nico non ti è amico ma a lui gli hanno fatto capire chiaramente... se tu hai provato a vedere se si poteva risolvere in modo diverso visto che non si può... sono cazzi che non ci riguardano più... gli ho detto se questa è gente 16 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 17 che gli sta perdendo una barca di soldi e non è solo un discorso economico che ci sono sotto altri interessi altre cose... finisce che tu ti vai a mettere in una situazione un attimino del cazzo!...” In Lonate Pozzolo (VA) e Gallarate (VA) dall’ ottobre 2006 al marzo 2007. FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 39): del delitto di cui agli artt. 110, 629 commi I e II, in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 e 644 comma I n° 4 c.p., perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da SENIA Giovanna, contitolare del negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas", interessi usurari in corrispettivo della consegna alla medesima, a titolo di prestito, della somma di € 30.000 da parte di RUSSO Giuseppe. Alla morte di quest’ultimo FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio esigevano il pagamento dei titoli a suo tempo consegnati dalla SENIA Giovanna a RUSSO Giuseppe per un importo totale di € 60.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, SENIA Giovanna a effettuare i pagamenti alle scadenze concordate. Parte del denaro ottenuto dalla SENIA Giovanna veniva devoluto al mantenimento di Restani Debora, vedova di RUSSO Giuseppe. Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone e quanto al reato di usura del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale. In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal novembre 2005. FILIPPELLI Nicodemo – ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio Capo 40): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in concorso tra loro minacciando DA PONTE Antonio con intimidazioni tipiche di un contesto mafioso e in particolare concordando tra loro che “. . . stavolta a mazzate in faccia … questa volta....questa volta...io gli sparo....” – “. . . andiamo li...ci faccio venire pure Toni con la cosa....io a questo qui ci sparo, gli faccio vedere... sta volta lo faccio …”, al fine di indurlo a saldare il debito di € 12.000 contratto con Leo Francesco per la vendita di un orologio, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di estorsione, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone. In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal 10.4.2006 al 20.12.2006. FILIPPELLI Domenico - PECORA Mario - MOLFESE Giovanni - AUGUSTO Agostino - AVALLONE Carlo D'APOTE Daniele - BARACCHI Giulio - CAPPONI Mario e CUSINATI Fabrizio Capo 41): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p. - art. 7 D.L. 152/91, per avere, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti dai delitti di usura ed estorsione, ivi compresi i proventi illeciti di cui ai capi precedenti, ovvero eseguito in relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare incassavano, ai fini del successivo reimpiego a favore dell’ associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, facente capo a RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele e FILIPPELLI Nicodemo, titoli e denaro di illecita provenienza, simulando, tramite fatturazione di comodo, che si trattasse di pagamenti di prestazioni apparentemente lecite e regolari, ma in realtà inesistenti, mediante le seguenti società: MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia ma di fatto gestita dall’ ingegnere AUGUSTO Agostino; REVINCTA Srl, amministrata da D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto AVALLONE Carlo; MOSE' Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele; BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo; EDILCAP di CAPPONI Mario; CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio; 17 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 18 ZEN Srl, già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI Nicodemo; COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario; NUOVA IME Srl di PECORA Mario. CONFISA di BARACCHI Giulio. Con l’aggravante del fatto commesso al fine di agevolare l’attività dell’ associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”. In Lonate Pozzolo (VA) dall’ ottobre 2006 al maggio 2008. CASTELLOTTI Mauro e DE MASI Savina (gestori del distributore AGIP di Pero) Capo 42): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p., per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero eseguito in relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare ricevevano da ESPOSITO Antonio alcuni degli effetti consegnati da MONOLO Giovanni nelle circostanze di cui ai capi precedenti e li ponevano all’ incasso per conto dell’ ESPOSITO Antonio e del FILIPPELLI Nicodemo. In Pero (MI) dall’ aprile 2006 all’ aprile 2007. ESPOSITO Antonio Capo 43): del delitto di cui agli artt. 110, 56, 628 comma III n°1 c.p. perché in concorso con ignoto complice, agendo con il volto travisato da caschi da motociclista, facendo irruzione nei locali della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, impugnando uno dei due rapinatori una pistola di piccole dimensioni e rovistando nella cassa alla ricerca di denaro, ove rinvenivano una banconota da € 10 che abbandonavano sul bancone prima di darsi alla fuga, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di rapina a mano armata ai danni del predetto istituto di credito, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Nella fattispecie, l’ inserimento del sistema di temporizzazione non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera manuale, impedendo l’ asportazione del denaro in essa contenuto. In Lonate Pozzolo (VA) il 5.6.2006. CAPI di IMPUTAZIONE CONNESSI TRA LORO ex artt. 81 c.p. e 12 lett. b) e c) c.p.p. Per AUGUSTO Agostino, DE MASI Patrizia, PANO Andrea e VIZZA Rita NON sono state richieste misure cautelari e l’ incolpazione vale solo come contestazione preliminare. CONTESTAZIONE della RECIDIVA Recidiva generica per CASOPPERO Cataldo CASTELLOTTI Mauro CRISTELLO Giacomo FILIPPELLI Nicodemo LONGOBUCCO Santino MURANO Vincenzo NARDO Giovanni Battista PAOLINO Antonio ROCCA Ernestino RUSSO Domenico Recidiva reiterata per AVALLONE Carlo CUSINATI Fabrizio DE CASTRO Emanuele FILIPPELLI Mario 18 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 19 GIORDANO Stefano MANCUSO Luigi PALAMARA Rocco PECORA Mario RISPOLI Raffaele RISPOLI Vincenzo Recidiva reiterata infraquinquennale per LOMUSCIO Roberto Recidiva specifica per LETTIERI Olindo Recidiva specifica reiterata per CONVISSUTO Rosario CIANCIO Nicola ESPOSITO Antonio FILIPPELLI Francesco LA FACE Giorgio Recidiva specifica reiterata infraquinquennale per DONATO Orazio PREMESSA Il presente procedimento (rubricato al n° 12686/06 R.G.N.R.), in parte costituito dalla riunione di altri e precedenti procedimenti instaurati già a decorrere dall’ anno 2000 dalle Procure delle Repubbliche di Varese e Busto Arsizio, ha come principale oggetto di indagine la costituzione e l’ operatività di una cellula n’dranghetistica (c.d. LOCALE secondo la terminologia in uso all’ interno della stessa n’drangheta) in una limitata porzione di territorio delle province di Milano e Varese a decorrere dall’ anno 2000 ed in permanenza attuale. Tenuto conto della molteplicità dei soggetti indagati (54), del considerevole numero di capi di imputazione (43) e soprattutto dell’ ampio arco temporale entro il quale detti fatti sono stati commessi (dall’ anno 2000 e - per alcuni reati – in permanenza attuale), risulta opportuno, per una più agevole lettura della presente ordinanza, indicare in premessa la struttura ed i temi trattati. Ad analoga finalità risponde anche l’ indice allegato in calce alla presente ordinanza. All’ inizio si esporranno in modo sintetico le vicende che hanno determinato l’ apertura delle prime indagini nel 2000 da parte delle Procure della Repubblica di Varese e Busto Arsizio. Quindi si descriveranno i tempi e le modalità operative scelte dagli organi inquirenti e si esporranno progressivamente gli esiti delle indagini, anticipando fin d’ ora che esse sono state effettuate in misura predominante mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, stante la particolare natura dei reati in contestazione e la sostanziale assenza di comportamenti 19 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 20 effettivamente collaborativi con le autorità di polizia e gli gli organi inquirenti da parte della stragrande maggioranza delle persone offese. Un breve paragrafo verrà pertanto dedicato alla principali questioni in materia di intercettazioni. Con riferimento specifico al reato associativo di stampo mafioso (capo 1) ed al reato associativo di tipo semplice (capo 2) verranno brevemente illustrati i principi di diritto ormai consolidati, e di seguito verrà esaminato il compendio indiziario raccolto nelle indagini in ordine alle due associazioni a delinquere, la prima (capo 1) di stampo mafioso (denominata dagli organi inquirenti “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”), la seconda (capo 2) di tipo semplice, operante nel medesimo ambito territoriale in modo parallelo alla prima sotto la direzione di due componenti (FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo) dell’ associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. sub 1. Di seguito verranno trattate singolarmente le singole contestazioni nell’ ordine numerico indicato dal PM nelle imputazioni provvisorie (dal capo 1 al capo 43). Verrà quindi presa in considerazione la posizione di ogni singolo indagato cui il reato associativo viene contestato, evidenziando gli elementi più significativi che lo riguardano. Si ritiene opportuno anticipare che molte delle fonti di prova utilizzate (come detto principalmente – ma non esclusivamente - conversazioni telefoniche ed ambientali intercettate) contengono elementi che valgono ad illustrare più profili e temi di indagine (ad esempio è emerso in più occasioni che una stessa conversazione contenga elementi utili a provare sia la struttura, che i fini ed i metodi delle due associazioni oggetto di indagine, nonché la partecipazione dell’ uno o dell’ altro indagato a queste, ed infine la realizzazione dei c.d. reati fine). Ne deriva che alcune conversazioni saranno richiamate più volte nello svolgimento dell’ ordinanza, in funzione del tema di indagine trattato. Stante la pressoché assenza di fonti dichiarative (es. dichiarazioni di persone offese libere da soggezioni di tipo omertoso) e la particolare natura dei reati associativi contestati ai capi 1 e 2 (caratterizzati in punto di fatto da una molteplicità di vicende e di rapporti singoli che vanno poi valutati con criteri di sintesi globale mettendo in luce le reciproche correlazioni ed il programma criminoso sottostante), si ritiene che il metodo analitico nell’ esposizione dei fatti oggetto di indagine sia quello più adatto a rendere ragione delle determinazione finali di questo giudice. Infine, concluso il tema della sussistenza o meno dei gravi indizi di colpevolezza in relazione alle singole contestazioni, verrà trattato il tema della sussistenza delle esigenze cautelari. A) - SVILUPPO CRONOLOGICO dell’ INDAGINE L’ indagine del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese, denominata “BAD BOYS”, traeva spunto da alcune eclatanti vicende criminali che avevano destato un diffuso allarme sociale nella provincia di Milano e nel basso varesotto. L’ attività investigativa dei Carabinieri di Varese si innestava su precedenti indagini svolte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio e dalla locale Compagnia Carabinieri, oltre che dallo stesso Reparto Operativo, con l’ obbiettivo di dare organicità e di approfondire gli elementi che evidenziavano il contesto associativo di stampo mafioso nel quale tali vicende erano maturate. In particolare, con nota n° 778/1 di prot. del 16.1.2006, diretta al Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio, venivano citati i seguenti episodi, tutti verificatisi nel corso dell’anno 2005: 7 gennaio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in una zona boschiva al confine con il comune di Castano Primo (MI), veniva rinvenuto il cadavere, completamente carbonizzato di MURANO 20 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 21 Cataldo 2. Il corpo si trovava sul sedile di guida della sua autovettura Volkswagen Golf targata AG 122 GY anch’essa completamente distrutta dalle fiamme. Le indagini eseguite permettevano di stabilire che si era trattata di una vera e propria esecuzione. L’uomo era stato prima ucciso a colpi di arma da fuoco (cal. 38) e poi bruciato, verosimilmente per cancellare possibili tracce - Proc. Pen. nr.34/05 RGNR della Procura della Repubblica di Busto Arsizio; 15 maggio 2005 - in Ferno (VA), alle ore 01.00 circa, in via Diaz, all’ interno del cantiere edile dei “fratelli URSO” 3, ignoti, probabilmente utilizzando liquido infiammabile, appiccavano il fuoco ad un muletto meccanico marca Manitu targato ABP124. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio nel Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 28 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), intorno alle ore 00.30 circa, ignoti lanciavano una bottiglia incendiaria contro l’ abitazione di LOREGGIAN Lauro 4, imprenditore edile del luogo provocando lievi danni 5. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 29 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), verso le ore 23.30, ignoti lanciano due bottiglie incendiarie contro l’ abitazione di LOREGGIAN Lauro. Stavolta le bottiglie restano integre e l’ intenzione incendiaria non si compie. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 29 maggio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA) verso le ore 01.00, in via Ceresio, ignoti, mediante liquido infiammabile appiccavano il fuoco alle impalcature in legno di un cantiere edile di proprietà di LOREGGIAN Silvio 6. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 1 ottobre 2005 - in Oggiona Santo Stefano (VA), in via Campiglio 5, ignoti esplodevano cinque colpi di pistola cal. 6,35 contro la porta della falegnameria di ALDELIZZI Liberato, imprenditore di Carnago (VA) incensurato. Le indagini erano condotte dal Comando Compagnia CC. di Busto Arsizio, Proc. Pen. n° 4915/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 26 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in via Bologna n° 2, quattro individui travisati, forse stranieri, entravano all’ interno dell’ abitazione di CASOPPERO Cataldo 7 e dopo aver picchiato il proprietario si impossessavano della somma di circa € 2000 in contanti - Poc. Pen. n° 5470/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA); 2 MURANO Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 5.2.1954, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Mulinelli n° 14, coniugato, muratore, con precedenti per reati inerenti gli stupefacenti. 3 URSO Vincenzo, nato a Gallarate (VA) il 25.1.1967, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Primo Maggio n° 16, coniugato, industriale. 4 LOREGGIAN Lauro Tarcisio, nato a Oleggio (NO) il 15.12.1957, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Ticino 12/F, imprenditore edile con precedenti per armi. 5 Per tale episodio con comunicazione di notizia di reato n° 73/4 del 28.5.2005 (PM Dott. Gaglio della Procura della Repubblica di Busto Arsizio) i Carabinieri di Busto Arsizio denunciavano in stato di libertà RUSSO Giuseppe (di cui alla nota n° 9) ed il fratello Domenico nato a Cirò Marina il 2.1.1976 residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Isonzo n° 7. 6 LOREGGIAN Silvio, nato il 20.3.1933, residente a Lonate Pozzolo (VA), imprenditore edile, padre di Lauro. 7 CASOPPERO Cataldo Santo (detto “Aldo” o “la scimmia”), nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.11.1951, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Bologna n° 2, imprenditore edile, titolare della ditta VALE SCAVI Srl. 21 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 22 27 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in via Roma, all’ interno del bar “Caffè Moro” verso le ore 16.45, viene ucciso a colpi di pistola cal. 7,65 RUSSO Giuseppe 8 - Proc. Pen. n° 5468/05 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA). Tali vicende venivano poste in relazione alla presenza sul territorio di gruppi di gelesi e di calabresi provenienti della provincie di Reggio Calabria, Crotone e Catanzaro legati, per vincolo di parentela o di “comparato”, a cosche di stampo mafioso operanti nelle regioni di origine. Secondo l’ analisi dei Carabinieri, mentre per i primi la cosca di riferimento era quella di “Piddu Madonia”, attraverso i noti “RINZIVILLO”, per i secondi i punti di riferimento principali erano la cosca “Gallace – Cimino” di Guardavalle (CZ) e quella “Farao – Marincola” di Cirò Marina (KR), rappresentati in loco da NOVELLA Alessio 9 e RISPOLI Vincenzo 10. I rapporti RISPOLI-NOVELLA erano documentati dalla costituzione negli anni ‘80 di una società tra RISPOLI Giuseppe (deceduto) e NOVELLA Carmelo (ucciso nel luglio 2008), elemento di spicco della cosca NOVELLA-GALLACE di Guardavalle (CZ), per la costruzione di alcune unità immobiliari in Legnano. Tali legami venivano ulteriormente rafforzati tramite RISPOLI Raffaele Giorgio 11, fratello minore di RISPOLI Vincenzo, che andava a convivere con NOVELLA Grazia, della famiglia NOVELLA, vedova di CIMINO Salvatore, stabilendo la residenza in Via Bellingera n° 12 in Legnano. Agli episodi già segnalati si aggiungeva nel frattempo un ulteriore grave fatto di sangue: 27 febbraio 2006 – in Ferno (VA), in una strada secondaria, ove aveva presumibilmente incontrato il suo o i suoi assassini, veniva ucciso MURANO Alfonso, colpito con un colpo di arma da fuoco al cuore e da altri due in faccia quando era già a terra - Proc. Pen. n° 16060/06 R.G.N.R. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (VA). In data 7.3.2006 il Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio trasmetteva gli atti dei procedimenti relativi agli omicidi suddetti (Proc. Pen. n° 34/05 RGNR - omicidio MURANO Cataldo - Proc. Pen. n° 5468/05 R.G.N.R. - omicidio di RUSSO Giuseppe - Proc. Pen. n° 16060/06 R.G.N.R. – omicidio di MURANO Alfonso), ipotizzando che fossero maturati in un unico contesto criminale e che fossero stati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall’ art. 416 bis c.p.. Il procedimento relativo agli omicidi in questione veniva iscritto al n° 20230/06 RGNR Mod. 44 con l’ aggravante di cui all’ art. 7 del D.L. 152/91. Con successiva informativa n° 783/19 del 13.3.2006, diretta a questo Ufficio, i Carabinieri precisavano il contesto malavitoso in cui si erano verificaati gli omicidi di MURANO Cataldo, RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso, segnalando che nella zona di Legnano e comuni limitrofi si erano stabiliti, già verso la metà degli anni ‘60, appartenenti alla famiglia RISPOLI, legati da stretti vincoli di parentela alla famiglia FARAO di Cirò Marina. A questo cospicuo e omogeneo nucleo famigliare faceva infatti riferimento lo zio FARAO Giuseppe, capo dell’ omonima cosca, quando dal 6.7.2004 al 26.8.2004 beneficiava degli arresti domiciliari presso l’ abitazione della sorella FARAO Grazia, madre di RISPOLI Vincenzo, abitante a San Giorgio su Legnano (MI) in via Visconte di Modrone n° 38. Nel varesotto, nei comuni di Lonate Pozzolo e Ferno, si erano invece stabilite le famiglie, sempre cirotane, dei FILIPPELLI, CASOPPERO, CILIDONIO, MURANO, DE NOVARA e RUSSO ed a Busto Arsizio i MANCUSO. 8 RUSSO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 21.12.1976, residente a Cuggiono (MI) in via De Gasperi n° 6, imprenditore edile, pregiudicato per armi, estorsione e droga. Nipote di FILIPPELLI Mario. La madre di RUSSO, FILIPPELLI è sorella di Mario. 9 NOVELLA Alessio, nato a Guardavalle (CZ) il 22.5.1955, residente a Legnano (MI) in via Gioberti n° 1, con precedenti per associazione mafiosa e droga. 10 RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962, residente a Legnano (MI) in viale Sabotino n° 43, con precedenti per associazione mafiosa, armi e droga. 11 nato a San Giorgio su Legnano (MI) il 2.4.1966. 22 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 23 L’ intraneità di RISPOLI Vincenzo alla 'ndrangheta risultava anche da pregressi accertamenti evidenziati solo nella informativa conclusiva n° 783/148-2006 della “INDAGINE BAD BOYS” in data 25.8.2008, ove si riferiva l’ esito di un controllo effettuato in data 30.4.1999 presso la pensione “SCACCIAPENSIERI” di Nettuno. In quell’ occasione il RISPOLI era in compagnia dei principali esponenti della ‘ndrangheta in Lombardia, tra cui BARRANCA Cosimo 12, GALLACE Giuseppe 13, BARBARO Domenico, detto “l’AUSTRALIANO” 14, NOVELLA Carmelo 15, padre di Alessio, MOLLUSO Giosafatto 16, MINASI Saverio 17, MANDALARI Vincenzo 18, PANETTA Pietro Francesco 19, MANDALARI Nunziato 20 LAVORATA Vincenzo 21, BELCASTRO Pierino 22 e PANETTA Salvatore 23. Aggiungevano i Carabinieri che nel corso degli anni alcune di queste persone, favorite ed agevolate dai legami di parentela con appartenenti al sodalizio operante in Cirò Marina, avevano affermato sempre di più la propria supremazia territoriale locale, fino ad ottenere la consacrazione del sodalizio come vera e propria 'ndrina, operante nei territori limitrofi allo scalo aeroportuale di Malpensa, nonchè su tutta la fascia del Sempione fino alle porte di Milano. Si trattava di soggetti quasi tutti legati ad attività connesse con l’edilizia, siccome titolari di imprese di costruzione e/o movimento terra, artigiani, o meri prestatori di manodopera, che riuscivano a garantirsi appalti di cantieri anche di grosse dimensioni e, forti del potere derivante dall’ appartenenza alla associazione, decidere a quali aziende cedere o subappaltare i lavori, dietro corresponsione di una percentuale sui guadagni. Si evidenziava altresì che la diffusione del sistema estorsivo ai danni di persone e aziende era ormai un dato desumibile non soltanto dalle poche denunce, ma anche da dichiarazioni pubbliche di rappresentanti delle amministrazioni locali, come VERDERIO Modesto 24, consigliere comunale in carica, che dopo aver rilasciato un’ intervista riportata da alcuni giornali locali in data 3 marzo 2006, circa il pagamento del “pizzo” da parte della quasi totalità dei commercianti della zona, veniva sentito a sommarie informazioni. In quella sede, il VERDERIO precisava quanto segue: “Durante la campagna elettorale per le lezioni amministrative del 2004 venivo avvicinato da alcuni cittadini di Lonate Pozzolo, i quali mi sottoponevano alcune problematiche presenti sul territorio in riferimento al problema della criminalità calabrese dedita alle estorsioni presso gli esercizi pubblici. In particolare tale Mario, gestore dell’ “Osteria degli artisti”, sita in Lonate Pozzolo – VA - in via Roma, vicina alla piazza S. Ambrogio, mi portava a conoscenza del fatto che gli allora gestori del bar “Atlantic” e di un negozio di alimentari (ritengo quello in centro – mi pare via Roma) pagavano tangenti a favore di alcune persone, fra le quali ricordo mi nominò il cognome FILIPPELLI, calabrese. Inoltre una volta ricordo ci trovavamo per strada e mi indicò una persona che sarei in grado di riconoscere dicendomi che faceva parte di un gruppo di persone dedite alle estorsioni……..”. In relazione a tale ultimo particolare veniva mostrato al teste un album fotografico di pregiudicati in cui riconosceva, con assoluta certezza la foto raffigurante tale DI GIULIO Moris 25, pregiudicato, considerato appartenente al gruppo di calabresi facenti capo ai MURANO/FILIPPELLI. Anche COLOMBO Claudia 26, sindaco del comune di Ferno (VA), ebbe a denunciare pesanti minacce subite da parte di uno dei componenti della famiglia MURANO, poi identificato in MURANO Cataldo 27, fratello di Alfonso, a dimostrazione dell’ arrogante tracotanza dei personaggi in questione. 12 nato a Caulonia (RC) il 10.8.1956. nato il 22.1.1969, residente a Nettuno. 14 nato a Platì (RC) il 5.5.1937, residente a Buccinasco (MI). 15 nato a Guardavalle (CZ) il 12.10.1950, ucciso a San Vittore Olona (MI) il 14.7.2008. 16 nato a Platì (RC) il 19.1.1949, residente a Buccinasco (MI). 17 nato a Oppido Mamertina (RC) il 10.9.1941, residente a Legnano (MI). 18 nato a Guardavalle (CZ) il 18.7.1960, residente a Bollate (MI). 19 nato a Grotteria (RC) il 28.10.1953, residente a Bresso (MI). 20 nato a Guardavalle (CZ) il 12.10.1956. 21 nato a Roccella Jonica (RC) il 13.3.1929. 22 nato a Grotteria (RC) il 31.3.1963, residente a Milano. 23 nato a Locri (RC) il 9.9.1961, residente a Novara. 24 nato a Lonate Pozzolo (VA) il 4.4.1953 ed ivi residente. 25 nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Baracca n° 32, celibe, pregiudicato. 26 nata a Ferno (VA) il 2.11.1952 ed ivi residente in via Garibaldi 27. 27 nato a Cirò Marina (KR) il 14.2.1966, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Isonzo n° 9; 13 23 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 24 I legami tra RISPOLI Vincenzo e il gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo venivano, tra l’ altro, attestati proprio in occasione dei funerali delle ultime due vittime, mediante riprese video e fotografiche: – foto raffigurante RISPOLI Vincenzo con ombrello che accompagnava ESPOSITO Antonio, che dal carcere di Bollate conversava con FILIPPELLI Nicodemo e RUSSO Giuseppe e di cui alla trascrizione telefonica sopra riferita; funerali di RUSSO Giuseppe funerali di MURANO Alfonso – foto raffigurante RISPOLI Vincenzo schierato con altri personaggi mentre ricevevano i saluti dei partecipanti al funerale. Nella medesima informativa n° 783/19 del 13.33.2006 i Carabinieri di Varese chiedevano di poter proseguire le indagini tecniche già disposte dalla Procura di Busto Arsizio, per gli omicidi di RUSSO Giuseppe e di MURANO Alfonso, nei confronti di RISPOLI Vincenzo, ZOCCHI Fabio 28, FILIPPELLI Nicodemo 29, PAPAIANNI Salvatore 30, TRIFINO Gaetano 31, FILIPPELLI Mario 32, detto “zio Mario”, cugino di Nicodemo, MANCUSO Luigi 33, MURANO Francesco 34 ed ESPOSITO Antonio 35. Il procedimento n° 20230/06 RGNR Mod.44 veniva quindi iscritto nei confronti delle persone suddette al n° 12686/06 RGNR Mod.21, per i medesimi reati, ai quali si aggiungeva successivamente quello di cui all’ art. 416 bis c.p.. Al procedimento n° 12686/06 RGNR Mod. 21 veniva successivamente riunito il Proc. Pen. n° 5556/00 R.G.N.R. “INDAGINE PIROMANE”, al quale era già stato riunito dal Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio il Proc. Pen. n° 3225/04 R.G.N.R. “INDAGINE DOLCE VITA”, recante a sua volta gli atti di indagine di tutti i procedimenti sopra citati. Procedimenti riuniti, che venivano trasmessi a questo Ufficio, perché afferenti a fatti-reato maturati nel medesimo ambito malavitoso in cui si erano verificati gli omicidi di cui si è sopra detto. Per chiarezza occorre quindi evidenziare che al procedimento n° 12686/06 RGNR Mod.21 risultano riuniti i seguenti procedimenti della Procura della Repubblica di Busto Arsizio: (omicidio di MURANO Cataldo) (danneggiamento seguito da incendio nel cantiere edile dei “fratelli URSO” - danneggiamento seguito da incendio ai danni dell’ abitazione di LOREGGIAN Lauro - danneggiamento seguito da incendio del cantiere edile di proprietà di LOREGGIAN Silvio); Proc. Pen. n° 4915/05 R.G.N.R. (esplosione di 5 colpi di pistola cal. 6,35 contro la porta della falegnameria di ALDELIZZI Liberato, imprenditore di Carnago); Proc. Pen. n° 5470/05 R.G.N.R. (rapina ai danni di CASOPPERO Cataldo); Proc. Pen. n° 5468/05 R.G.N.R. (omicidio di RUSSO Giuseppe) Proc. Pen. n° 16060/06 R.G.N.R. (omicidio di MURANO Alfonso) Proc. Pen. n° 5556/00 R.G.N.R. “INDAGINE PIROMANE” Proc. Pen. n° 3225/04 R.G.N.R. “INDAGINE DOLCE VITA”. Proc. Pen. n °34/05 RGNR Proc. Pen. n° 2894/05 R.G.N.R. Vi è da precisare che per i fatti-reato di cui ai procedimenti riuniti n° 5556/00 e n° 3225/04 R.G.N.R., la Procura della Repubblica di Busto Arsizio aveva già avanzato richiesta per l’ applicazione di misure cautelari nei confronti di numerose persone 36. Richiesta, che veniva 28 nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via Mazzini n° 3; FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina (KR) il 4.7.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico n° 23, pregiudicato. 30 detto "SASA", nato a Cirò Marina (KR) il 15.11.1975 e residente a Capannori fraz. Lammari (LU) in V.le Europa 84/c. 31 nato a Cirò Marina il 27.10.1962 ed ivi residente in via degli Acconti n°1. 32 FILIPPELLI Mario, nato a Crotone il 20.2.1973, pregiudicato per estorsione e droga, in atto detenuto. 33 nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977, ivi residente ma domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via A.Da Brescia n° 12, di fatto reperibile in Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6. 34 nato a Cirò Marina il 25.10.1963 (KR) e residente a Ferno (VA) in via Matteotti n°10/7. 35 ESPOSITO Antonio, nato a Magenta il 6.8.1967, residente a Busto Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40, pregiudicato per armi e traffico internazionale di stupefacenti. 36 FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973 FILIPPELLI Francesco, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1957 FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.06.1962 29 24 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 25 restituita dal GIP del Tribunale di Busto Arsizio senza provvedere, poiché era da ritenersi superata dall’ invio degli atti per competenza alla D.D.A. della Procura di Milano. Le indagini “DOLCE VITA” e “PIROMANE” evidenziavano che nella zona di Lonate Pozzolo e Ferno già dalla fine degli anni ‘90 era attiva una consorteria guidata dalle famiglie MURANO e FILIPPELLI. Il sodalizio era composto dai fratelli FILIPPELLI Mario, Pietro e Francesco detto “u mancino”, attorno ai quali hanno gravitato nel tempo vari soggetti tra cui SOZZO Giuseppe, RUSSO Giuseppe (entrambi nipoti di FILIPPELLI Mario), BONVISSUTO Rosario, BERTO Ivano, NARDO Giovanni Battista, DI GIULIO Moris, LETTIERI Olindo, CASOPPERO Cataldo, CIANCIO Nicola, DATI Agostino, MURANO Cataldo, MURANO Vincenzo, CRISTELLO Giacomo. Quanto a FILIPPELLI Nicodemo, detto “il cinese”, già in queste prime indagini emergeva che quest’ultimo, pur dando vita ad una propria attività illecita e apparentemente non riconducibile al sodalizio capeggiato da MURANO Alfonso, rimaneva in secondo piano rispetto al gruppo di cirotani operante nella zona di Lonate Pozzolo. La sua figura emergerà in modo eclatante solo dopo l’ omicidio di MURANO Alfonso, del quale può ritenersi il successore quale capo del “locale” di Lonate Pozzolo-Ferno, assumendone il controllo alle dirette dipendenze di RISPOLI Vincenzo. La verifica delle attività commerciali di FILIPPELLI Nicodemo permetteva di trovare il primo anello di congiunzione tra le “famiglie” di Lonate Pozzolo - Ferno e RISPOLI Vincenzo (risultava che nel 2002 FILIPPELLI Nicodemo era il proprietario del bar – bocciodromo denominato Avana Club, sito in Lonate Pozzolo - VA - via I Maggio n° 5, la cui gerente era GERACI Michela moglie di RISPOLI Vincenzo). Tornando al sodalizio facente capo a MURANO Alfonso, risultava che FILIPPELLI Mario era entrato in contrasto con i vertici del sodalizio a causa di alcune attività criminali svolte FILIPPELLI Nicodemo, detto il “Cinese”, nato a Cirò Marina (KR) il 4.7.1971 BERTO Ivano, nato a Marsala (TP) il 19.10.1978 RUSSO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 21.12.1976 BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973 NARDO Giovanni Battista, detto “Orazio”, nato a Gela (CL) il 18.3.1973 LAFACE Giorgio, detto “Giorgione”, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973 FILIPPELLI Cataldo Gaetano, nato a Cirò Marina (KR) il 26.11.1968 LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969 SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975 TALARICO Salvatore, detto “Maradona”, nato a Cirò Marina (KR) il 7.7.1967 PAOLINO Antonio, detto “Toni” o “Tonino”, nato a Milano il 16.8.1960 PANO Andrea, alias “Mustapha”, nato a Busto Arsizio (VA) il 17.11.1978 MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943 MURANO Alfonso, detto “Fonzo” nato a Cirò Marina (KR) il 10.11.1964 FILIPPELLI Cataldo, nato a Cirò Marina (KR) il 25.5.1965 DI GIULIO Moriso, detto “Mo”, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980 CIANCIO Nicola, detto “Nic” o “Nicolai”, nato a Senise (PZ) il 28.2.1967 BUCCERI Andrea, nato a Busto Arsizio (VA) il 7.12.1976 LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.1983 MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980 RUSSO Domenico, detto “MIMMO”, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1976 MARTINES Angelo, nato a Messina il 27.10.1976 PIPELNINO Giulio, nato a Castellamare di Stabia (NA) l’ 8.5.1960 DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967 SILVESTRE Antonio, detto “Tonino”, nato a Frattamaggiore (NA) il 16.6.1963 SILVESTRE Giuseppe, detto “Pi” o “Pino”, nato Mugnano di Napoli (NA) 14.1.1986 MURANO Vincenzo, detto “Enzo” o “Renzo”, nato Cirò Marina (KR) il 26.10.1978 SESTO Francesco, nato a Sambiase (CZ) il 16.2.1949 MINNITI Domenico, nato a Gallarate (VA) il 27.9.1975 MURANO Giuseppe, detto “Bocca Aperta”, nato Cirò Marina (KR) l’ 1.1.1972 LIBERATO Ambrogio Cardone, nato a Gallarate (VA) il 29.11.1971 BAHIJE Tahra, detto “Sà” o “Sara”, nata a Vimercate (MI) il 10.5.1979 MIOUET Redouane, nato in Marocco il 18.12.1980 CRISTELLO Giacomo, detto “Giacomino”, nato a Crotone il 18.5.1963 NIGORDI Giuseppe, nato a Gela (CL) il 4.10.1944 AARSA Rachid, nato a Ouled Abdoune (Marocco) il 12.4.1986 FATTY Lamin, detto “Sheva” o “Yo Yo” nato in Gambia il 12.12.1980 NEKHLI Salaheddine, nato a Khouribga (Marocco) il 17.5.1987 CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR) l’ 1.11.1951 25 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 26 autonomamente, peraltro poste in essere in modo spregiudicato, che, per le eclatanti modalità esecutive, avevano attirato sul territorio le attenzioni delle forze di polizia. La frammentazione del sodalizio diventava evidente allorchè anche RUSSO Giuseppe iniziava ad agire autonomamente, senza più dare conto delle proprie attività a FILIPPELLI Mario, alle cui dipendenze aveva operato sino a quel momento, avvicinandosi poco alla volta alla figura di FILIPPELLI Nicodemo. La “scalata” di RUSSO Giuseppe ai vertici del sodalizio culminava nel ferimento a colpi di arma da fuoco di FILIPPELLI Mario 37, zio dello stesso RUSSO Giuseppe. Non sono stati acquisiti elementi univoci per ascrivere tale ferimento a RUSSO Giuseppe. E’ comunque significativo che da quel momento il RUSSO iniziava a frequentare apertamente FILIPPELLI Nicodemo, al quale si rivolgeva chiamandolo "padrino", estendendo la confidenza anche in ambito familiare. A sostegno della figura emergente di RUSSO Giuseppe all’ interno del gruppo di Lonate Pozzolo, interveniva RISPOLI Vincenzo, il quale, in occasione del matrimonio dello stesso RUSSO con RESTANI Debora, si era imposto come testimone di nozze dello sposo, nonostante il deciso parere contrario della sposa. Forte dei legami acquisiti ed in completa autonomia, RUSSO Giuseppe intraprendeva così una attività esorsiva ed usuraria sia nei confronti di titolari di esercizi pubblici che di privati. Con il passare del tempo ed il progredire delle sue attività criminali, il RUSSO si avvaleva della collaborazione di altre persone, quali DI GIULIO Moris e SILVESTRE Giuseppe. In particolare, in concorso con quest'ultimo, RUSSO Giuseppe poneva in essere varie cruente estorsioni ai danni di cantieri edili, culminate con una serie di incendi dolosi. Il sodalizio criminale poteva contare anche sulla disponibilità di armi con le quali attuava le minacce nei confronti delle vittime mediante esplosione di colpi d'arma da fuoco all’indirizzo di autovetture ed esercizi commerciali, con la conseguenza che la maggior parte dei reati non venivano denunciati. In data 7.7.2005, nel corso di una perquisizione domiciliare, veniva rinvenuta e sequestrata nell’ abitazione di LETTIERI Olindo una pistola marca "Pietro Beretta" calibro 7,65 con matricola abrasa, che risultava essere stata a lui affidata per la custodia da FILIPPELLI Mario, nonché kg.1,340 di esplosivo “tutagex”. L’ affermazione del ruolo preminente di FILIPPELI Nicodemo si accompagnava alla graduale uscita di scena di molti tra i soggetti appartenenti al gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo e di Ferno. Da un lato avveniva infatti l’arresto in flagranza di reato di FILIPPELLI Mario per estorsione ed altro e, dall’ altro, si verificavano gli omicidi di MURANO Cataldo, RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso, di cui si riporta une breve sintesi delle risultanze investigative: 7 gennaio 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), in una zona boschiva di Via Francia, veniva rinvenuto il cadavere carbonizzato di MURANO Cataldo all’ interno della sua autovettura VW Golf. L’ esame autoptico del cadavere permetteva di rinvenire all’ interno del cranio un’ ogiva di un proiettile calibro 38/357, “modus operandi” tipico di un esecuzione mafiosa. Le indagini eseguite nell’ immediatezza venivano sviate dalla testimonianza di RUSSO Giuseppe, che attribuiva la paternità dell’ omicidio a cittadini di origine magrebina, a suo dire risentiti da rapporti extraconiugali che MURANO Cataldo intratteneva con tale AARSA Rabha 38. Dalle odierne indagini emerge che l’ esecutore materiale dell’ omicidio fu lo stesso RUSSO Giuseppe. Gli elementi probatori a suo carico verranno più avanti chiariti nel corso della presente informativa; 27 novembre 2005 - in Lonate Pozzolo (VA), verso le ore 16.45, in via Roma n° 20, all’ interno del Bar “Moro”, RUSSO Giuseppe si trovava presso il banco di mescita. Nell’esercizio entrava una persona, travisata con un casco da motociclista ed armata di pistola che espoldeva in rapida successione alcuni colpi calibro 7,65 al suo indirizzo causandone la morte. Il killer, giunto sul posto a bordo di una moto condotta da un complice, dopo la commissione dell’ omicidio si allontanava a bordo dello stesso mezzo facendo perdere le proprie tracce. 37 TP PT 38 TP PT avvenuto in Lonate Pozzolo (VA) in via Dante in data 23 luglio 2002 alle ore 01.17. Nata in Marocco il 21.9.1983. 26 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 27 Le odierne indagini hanno permesso di accertare che l’ omicidio fu commesso da ESPOSITO Antonio, il quale agì su ordine della 'ndrina di Lonate Pozzolo. Gli elementi probatori verranno più avanti chiariti nel corso della presente informativa; 27 febbraio 2006 - in Ferno (VA), verso le ore 20.40 circa, MURANO Alfonso, dopo aver trascorso parte del tardo pomeriggio all’ interno del Bar “Caffè del Centro” sito in quella Piazza Dante, nel rientrare verso casa e a poca distanza dal bar sopra indicato, si fermava accostando a destra con l’ auto in via Piantanida. Scendeva e si intratteneva a discutere animatamente con due o tre persone i quali poco dopo lo ferivano mortalmente con alcuni colpi d'arma da fuoco. Nel corso dei rilievi tecnici veniva repertata un’ ogiva sotto la testa della vittima, evidentemente derivata da un colpo esploso come colpo di grazia, tipico di un esecuzione "mafiosa". Nessuno dei testimoni è stato in grado di fornire elementi utili alle indagini se non il presunto tipo di auto utilizzata per la fuga ovvero una Citroen C3 di colore scuro, con due persone a bordo. Come per l’ omicidio di RUSSO Giuseppe non è mai stato rinvenuto il mezzo utilizzato dai materiali esecutori per compiere l’ azione delittuosa. Dalle risultanze delle indagini per cui si procede, emerge che l’ omicidio è stato eseguito, da killer non identificati, su ordine della 'ndrina di Lonate Pozzolo, i cui elementi probatori verranno illustrati nel corso della presente informativa. Le indagini avviate dai Carabinieri di Varese sugli omicidi in questione delineavano man mano un più grave e più inquietante quadro investigativo, evidenziando innanzitutto i legami tra il gruppo dei cirotani di Lonate Pozzolo e Ferno con il gruppo di Legnano. Anzi le risultanze investigative evidenzieranno una vera e propria subordinazione dei cirotani di Lonate Pozzolo e Ferno ai cirotani di Legnano facenti capo a RISPOLI Vincenzo. Questi ultimi, come si dimostrerà nel prosieguo dell’ esposizione degli esiti investigativi, nel corso degli anni ed in questo contesto territoriale, favoriti ed agevolati dai legami di parentela con appartenenti alla cosca cirotana dei “FARAO-MARINCOLA”, hanno sempre più imposto la propria supremazia territoriale, fino ad affermarsi come una vera e propria 'ndrina o “locale”, che, pur costituendo una costola del “locale di Cirò”, ha operato autonomamente nei territori limitrofi allo scalo aeroportuale di Malpensa, nonchè su tutta la fascia del Sempione fino alle porte di Milano. Quindi un’ unica organizzazione, un unico “locale” della ‘ndrangheta, con una derivazione su Lonate Pozzolo, affidata inizialmente alle cure di MURANO Alfonso, che come si vedrà meglio in prosieguo era organico all’ organizzazione di RISPOLI Vincenzo e successivamente, dopo la riorganizzazione interna a seguito degli omicidi sopra citati, più direttamente e saldamente controllata dallo stesso RISPOLI Vincenzo, tramite il fido FILIPPELLI Nicodemo. L’ attività investigativa si protraeva, nei confronti degli indagati che man mano emergevano dalle indagini relativamente ai vari filoni investigativi, dal 13.3.2006 al 2.6.2008 e consisteva in articolate indagini tecniche, con l’ intercettazione di numerosissime utenze telefoniche e diverse intercettazioni ambientali, a cui si affiancavano numerosi servizi di O.P.C., attraverso i quali si acquisivano importanti riscontri e che, in diversi casi, conducevano all’ arresto in flagranza degli autori di fatti-reato e al sequestro di armi di vario tipo. B) - INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ed AMBIENTALI Quanto sin qui descritto per larghe linee si desume dal compendio indiziario esaminato e costituito, prevalentemente, da intercettazioni telefoniche (n° 93 utenze intercettate) ed ambientali (n° 22). In tema di intercettazioni telefoniche ed ambientali una digressione si rende necessaria, apparendo opportuno, preliminarmente precisare che, in fase cautelare, ai fini dell’ adozione di una misura cautelare personale, le risultanze delle intercettazioni telefoniche ed ambientali possono fondare il giudizio di gravità indiziaria, rappresentando fonti dirette di prova (anche) della colpevolezza dell’ indagato, che, peraltro, non abbisognano di elementi esterni a riscontro sempre che esse siano affidabili, provengono dagli indagati, siano 27 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 28 numerose e dal contenuto costantemente pregnante, nel senso del riferimento ad attività illecite e non di difficile interpretazione (cfr. Cass. Pen., Sez. VI, 22.9.1992, Delle Femmine; Cass. Pen. Sez. V, 22.12.1999, n° 6350, Cannavò). Il valore quasi assorbente che le intercettazioni telefoniche ed ambientali assumono in questo procedimento in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, impone di soffermarsi brevemente sulle regole poste dalla evoluzione della giurisprudenza di legittimità a presidio della utilizzabilità dei risultati delle intercettazioni per l’ emissione di una misura cautelare ai sensi e per gli effetti dell’ art. 273 comma 1 c.p.p.. A tal fine, in generale, occorre: 1) che il mezzo di ricerca della prova sia stato legittimamente autorizzato e che siano conoscibili i dati identificativi delle utenze intercettate (cfr. Cass. Pen. 30.4.1990, Mancuso, in DPP 00, 848); 2) che il PM abbia presentato semplici trascrizioni sommarie o semplici riferimenti riassuntivi delle conversazioni intercettate, giusto il disposto dell’ art. 268 comma 2 c.p.p., senza che sia necessaria la materiale allegazione dei verbali delle operazioni di intercettazione e delle registrazioni nella loro integralità (cfr. Cass. Pen., Sez. VI, 18.3.1998 – 16.7.1998, n° 985, in CP 99, 2913; Cass. Pen., Sez. VI, 21.1.1999 – 23.3.1999, n° 208, in CP 00, 1714; Cass. Pen., Sez. I, 26.11.1998 – 18.1.1998, n° 5903, in CP 00, 427). Tali oneri, nel caso di specie, risultano adempiuti dal PM con la produzione dei decreti autorizzativi delle intercettazioni, di quelli autorizzativi delle proroghe e del differimento del deposito (vedi fascicolo PM – faldoni nn° 8 - 9 - 10 – 11 - 12) e con i numerosi allegati di cui si è fatta menzione in precedenza. Appare opportuno, al fine di agevolare la lettura delle numerose conversazioni intercettate e di apprezzarne meglio il relativo contesto spazio-temporale, presentare qui di seguito uno schema riassuntivo delle intercettazioni eseguite nell’ ambito del presente procedimento con l’ indicazione degli appositi riferimenti (numero registro intercettazione – numero utenza intercettata o luogo dell’ intercettazione ambientale – nome del soggetto intestatario dell’ utenza – nome dell’ effettivo utilizzatore – data inizio e fine intercettazione). RIT 757/05 Busto 715/05 Busto 721/05 Busto 758/05 Busto 727/05 Busto 726/05 Busto 725/05 Busto Inizio Fine note int Intercettazione Intercettazione 3341401700 CIMINO Rita, nata a Cirò ANANIA Antonio, nato a 14/12/2005 29/12/2005 Marina (KR) il 07.03.1936, Cirò Marina (KR) il ivi residente via Mandorleto 01.01.1973, ivi residente in nr.44. Via Trilussa nr.5 3406245712 RUSSO Giuseppe, nato a RESTANI Debora, nata a 29/11/2005 13/01/2006 Cirò Marina (KR) il Cuggiono (MI) il 21.12.1976, residente a 28.05.1982, ivi residente Ferno (VA) in via Diaz nr. via De Gasperi nr.6. 48 . Ambientale c/o la -------------RUSSO Giuseppe 01/12/2005 02/12/2005 Camera mortuaria dell'Ospedale di Gallarate (VA) 3409665711 RUSSO Giuseppe, nato a RUSSO Annamaria, nata a 14/12/2005 29/12/2005 Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 21.12.1976, residente a 16.04.1979, residente a Ferno (VA) in via Diaz nr. Ferno (VA) in via Diaz nr. 48. 48. Ambientale + Gps Bmw MURANO Alfonso, nato a MURANO Alfonso, nato a MAI ATTIVATA 530 targato CT356FV Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 10.11.1964, residente a 10.11.1964, residente a Ferno (VA) in via Diaz nr. Ferno (VA) in via Diaz nr. 39. 39. 3405847908 DE NOVARA Giuseppina, MURANO Alfonso, nato a 02/12/2005 12/12/2005 nata a Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 08.09.1965, residente a 10.11.1964,residente a Ferno (VA) via Cavour nr.5 Ferno (VA) in via Diaz nr. 39. 3401214832 CIAMBRONE Franco, nato CIAMBRONE Franco, nato 01/12/2005 12/12/2005 in Belgio il 08.12.1956, a Augreé (Belgio) in data residente a Ferno (VA) via 08.12.1956, resisdente a Verdi 20/3. Ferno (VA) in via S. Giovanni Bosco n.12 Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 28 foglio nr. 29 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari RIT 722/05 Busto 719/05 Busto 718/05 Busto 717/05 Busto 756/05 Busto 505/05 DDA 720/05 Busto 768/05 Busto 716/05 Busto 1416/06 DDA 3142/06 DDA 2901/06 DDA 2710/06 DDA 2620/06 DDA Numero Utenza intestatario INTERCETTATO A4 FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.28. Trieste nr.28. 3409865954 FIGLIOMENE EGIDIO, FIGLIOMENE EGIDIO, nato a Latronico (PZ) il nato a Latronico (PZ) il 04.05.1952, residente a 04.05.1952, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Lonate Pozzolo (VA) in via S. Macario n.17. S. Macario n.17. 3493279210 CASTOLDI Luisa Stefania, FILIPPELLI LUIGINA, nata a Gallarate (VA) il nata a Cirò Marina (KR) il 21.03.1980, residente a 14.12.1957, ivi residente in Lonate Pozzolo (VA) via Via Tirone nr.3, di fatto Roma nr.13. domiciliata in Ferno(VA) in via Metteotti nr.10. 3493280398 RUSSO Alfredo, nato a Cirò RUSSO Alfredo, nato a Marina (KR) il 24.04.1952, Cirò Marina (KR) il ivi residente via Tirone nr.3. 24.04.1952, residente a Ferno (VA) via Matteotti nr.10. 3474392126 MURANO Alfonso, nato a MURANO Alfonso, nato a Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 10.11.1964,residente a 10.11.1964,residente a Ferno (VA) in via Cavour Ferno (VA) in via Diaz nr. nr.5. 39. 3357902344 EL AOURCH Oicham, ZANZI BESIO Sonia, nata residente a Gazzada a Schianno (VA) vicolo Barona nr.10. Ambientale c/o il -------------FILIPPELLI Mario, nato il Carcere Busto Arsizio 20/02/1973 a Crotone, (VA) residente a Lonate Pozzolo (VA) via Isonzo nr. 1 3484059949 IMPRESA EDILE s.r.l. di LOREGGIAN Lauro Loreggian con sede in Tarcisio, nato Oleggio Lonate Pozzolo (VA) via (NO) il 15.12.1957, Vicenza nr.7, Partita I.V.A. residente a Lonate Pozzolo nr.02595730124. (VA) viale Ticino 12/F. 3473129780 RUSSO Domenico, nato a RUSSO Domenico, nato a Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1976, residente a 02.01.1976, residente a Crotone via Diaz nr.48. Ferno (VA) in via Matteotti nr.10 3333210201 PAPAIANNI Salvatore, PAPAIANNI Salvatore, nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 15.11.1975, ivi residente in 15.11.1975, residente a via Tirone nr.72. Capannori (LU) fraz. Lammari, via Europa nr.84/C Ambientale + Gps ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a SMART targata Genova il 08.04.1962, Genova il 08.04.1962, CV086CM residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA) via Mazzini nr.3. via Mazzini nr.3. 3473088718 MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente in 02.01.1977, ivi residente piazza Risorgimento nr.7. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. Ambientale c/o centro -------------RISPOLI Vincenzo, nato a auxologico sito in Cirò Marina (KR) il Piancavallo del Comune 15.12.1962, residente a di Oggebbio (VB) a Legnano (MI) via Sabotino carico di RISPOLI nr.43. Vincenzo 3337488777 LONGOBUCCO Santino, LONGOBUCCO Santino, nato a Legnano (MI) il nato a Legnano (MI) il 05.10.1970, ivi residente via 05.10.1970, ivi residente Carlo Porta nr.60. via Carlo Porta nr.60. Inizio Fine Intercettazione Intercettazione Ambientale Audi tagata BV412AP 29 note int MAI ATTIVATA 29/11/2005 12/12/2005 28/11/2005 12/01/2006 29/11/2005 12/12/2005 14/12/2005 07/01/2006 31/01/2007 12/03/2007 30/11/2005 14/01/2006 28/12/2005 28/01/2006 29/11/2005 13/01/2006 27/03/2006 26/09/2006 17/07/2006 06/12/2006 26/06/2006 05/08/2006 26/09/2006 04/10/2006 09/06/2006 05/12/2006 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 30 Inizio Fine note int Intercettazione Intercettazione 2620/06 3355883961 LONGOBUCCO Santino, LONGOBUCCO Santino, 09/06/2006 05/12/2006 DDA nato a Legnano (MI) il nato a Legnano (MI) il 05.10.1970, ivi residente via 05.10.1970, ivi residente Carlo Porta nr.60. via Carlo Porta nr.60. 2620/06 3476417559 CAPUANO Monica nata a CAPUANO Monica nata a 09/06/2006 08/08/2006 L'utenza DDA Legnano (MI) 18/05/1973, Legnano (MI) 18/05/1973, occasionalemnte residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo veniva utilizzata da (MI) via Manzoni nr.12. (MI) via Manzoni nr.12. RISPOLI Vincenzo. 3179/06 3931945228 MARIN Davide, nato a DE CASTRO Emanuele, 14/07/2006 02/10/2006 DDA Busto Arsizio (VA) il nato il 27.07.1968, 15.04.1971, residente a residente a Lonate Pozzolo Magnago (MI) piazza Italia (VA) via Trieste nr.22 nr.11. 4141/06 3351010774 ZEN S.R.L. con sede in DE CASTRO Emanuele, 28/09/2006 30/04/2008 DDA Samarate (VA) via G. Verdi nato il 27.07.1968, nr.24, Partita I.V.A. residente a Lonate Pozzolo nr.02245920026 - Delegato: (VA) via Trieste nr.22 D'AGOSTINO GIUSEPPE 2620/06 3355940198 RIENZI Pasquale, residente RIENZI Pasquale, nato a 09/06/2006 07/05/2007 DDA a Legnano (MI) corso Italia Grenzach (Germania) il nr.57, Partita I.V.A. 12.11.1968, residente a nr.12614320153 Legnano (MI) corso Italia nr.57. 3196/06 Amb/ Carcere Lucca a ------PAPAIANNI Salvatore, MAI ATTIVATA DDA carico di PAPAIANNI nato a Cirò Marina (KR) il Salvatore. 15.11.1975, residente a Capannori (LU) fraz. Lammari, via Europa nr.84/C 3234/06 Amb/ Carcere Lucca a -------------PAPAIANNI Salvatore, 21/07/2006 03/08/2006 DDA PAPAIANNI Salvatore. nato a Cirò Marina (KR) il 15.11.1975, residente a Capannori (LU) fraz. Lammari, via Europa nr.84/C 3810/06 3342246741 MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a 06/09/2006 16/10/2006 DDA Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente Risorgimento s.n. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. 3811/06 3355480848 "IL GIARDINO DELLA RISPOLI Nicodemo Santo, 06/09/2006 16/10/2006 DDA FRUTTA" di COVA nato a Cirò Marina (KR) il Alfonso, con sede in Lavena 09.06.1956, residente a Ponte Tresa (VA) via Dairago (MI) via Montesi Malcotti nr.30. Anagrafica nr.9. delegato: RISPOLI Nicodemo Santo. 3863/06 3332955317 ROMANO Egidio Santo, ROMANO Egidio Santo, 11/09/2006 11/10/2006 DDA nato a Calopezzati (CS) il nato a Calopezzati (CS) il 02.11.1958, residente a 02.11.1958, residente a Prato via Torino nr.32. Prato via Torino nr.32. 3944/06 Ambientale c/o centro -------------RISPOLI Nicodemo Santo, 19/09/2006 26/09/2006 DDA auxologico sito in nato a Cirò Marina (KR) il Piancavallo del Comune 09.06.1956, residente a di Oggebbio (VB) a Dairago (MI) via Montesi carico di RISPOLI nr.9. Nicodemo Santo ------------- Gps Magnetico Renault ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 22/02/2006 24/03/2006 Kangoo targata Genova il 08.04.1962, Genova il 08.04.1962, BY832HP residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA) via Mazzini nr.3. via Mazzini nr.3. 4140/06 3333604274 ROSI Massimo, nato a ROSI Massimo, nato a 28/09/2006 26/05/2007 DDA Legnano (MI) il 30.03.1968, Legnano (MI) il residente a Busto Garolfo 30.03.1968, residente a (MI) via Manzoni nr.12. Busto Garolfo (MI) via Cellini nr.8. 164/06 3406245712 RUSSO Giuseppe, nato a RESTANI Debora, nata a 03/03/2006 18/03/2006 Busto Cirò Marina (KR) il Cuggiono (MI) il 21.12.1976, residente a 28.05.1982, ivi residente Ferno (VA) via Diaz nr.48. via De Gasperi nr.6. RIT Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 30 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 31 Inizio Fine note int Intercettazione Intercettazione 4264/06 3463258881 MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a 06/10/2006 03/02/2007 DDA Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente in 02.01.1977, ivi residente piazza Risorgimento nr.7. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. 3945/06 3496914046 IOFRIDA Ettore, nato a PAPAIANNI Salvatore, 15/09/2006 23/04/2007 DDA Locri (RC) il 19.01.1959, nato a Cirò Marina (KR) il residente a Bianco (RC) via 15.11.1975, residente a Pugliano s.n.c. Capannori (LU) fraz. Lammari, via Europa nr.84/C 160/06 0331240425 MURANO Alfonso, DE NOVARA Giuseppina, 28/02/2006 14/03/2006 Busto residente a Ferno (VA) via nata a Cirò Marina (KR) il Diaz nr.29. 08.09.1965, residente a Ferno (VA) via Diaz nr.39. 8/06 Busto 3498351757 MALENA Domenico, nato MALENA Domenico, nato 09/01/2006 24/01/2006 A. a Cirò Marina (KR) il a Cirò Marina (KR) il 16.08.1964, residente a 16.08.1964, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via Matteotti nr.12. Matteotti nr.12. 87/06 Busto Ambientale + Gps Bmw FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, MAI ATTIVATA 330 taragato CG139RV nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. Trieste nr.29. 1166/06 3483925832 TRIFINO Gaetano, nato a TRIFINO Gaetano, nato a 25/01/2006 22/09/2006 DDA già Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 54/06 Busto 27.10.1962, ivi residente via 27.10.1962, ivi residente A. Acconti nr.1. via Acconti nr.1. 1177/06 3481464454 ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 28/11/2005 11/09/2006 DDA già Genova il 08.04.1962, Genova il 08.04.1962, 712/05 residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA) Busto via Massari nr.3. via Mazzini nr.3. 1178/06 3396476904 FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, 29/11/2005 01/05/2008 DDA già nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 713/05 04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a Busto A. Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29/A. Trieste nr.29. 1178/06 3933367696 FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, 29/11/2005 30/12/2006 DDA già nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 714/05 04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a Busto A. Lonate Pozzolo (VA) via Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.28/A. Trieste nr.29. 1300/06 Ambientale c/o il -------------FILIPPELLI Mario, nato a MAI ATTIVATA DDA già Carcere di Cremona a Crotone il 20.02.1973, 55/06 Busto carico di FILIPPELLI residente a Lonate Pozzolo A. Mario (VA) via Isonzo nr.1. 1240/06 3391611987 ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a 15/02/2006 04/06/2006 DDA già Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967, 118/06 residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo Busto A. (MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.41. nr.41. 1239/06 3343072776 RISPOLI Vincenzo, nato a RISPOLI Vincenzo, nato a 04/03/2006 03/04/2007 DDA già Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 175/06 15.12.1962, residente a 15.12.1962, residente a Busto Legnano (MI) via Sabotino Legnano (MI) via Sabotino nr.43. nr.43. 1335/06 3341894961 CANNATA Angela nata a MANCUSO Luigi, nato a 21/02/2006 20/07/2006 DDA già Melissa (KR) il 09.04.1981, Cirò Marina (KR) il 130/06 ivi residente in via 02.01.1977, ivi residente Busto A. Boccaccio nr.30. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. 1299/06 Ambientale + Gps ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 24/03/2006 05/06/2006 DDA Renault Kangoo targata Genova il 08.04.1962, Genova il 08.04.1962, BY832HP residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA) via Mazzini nr.3. via Mazzini nr.3. RIT Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 31 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 32 Inizio Fine note int Intercettazione Intercettazione 1199/06 3336896723 GERACI Michela, nata a GERACI Michela, nata a 28/02/2006 01/05/2008 DDA già Caltanissetta il 05.01.1967, Caltanissetta il 05.01.1967, 161/06 residente a Legnano (MI) residente a Legnano (MI) Busto A. via Sabotino nr.43. via Sabotino nr.43. 1200/06 3343998925 GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a 28/02/2006 14/05/2006 DDA già Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il 162/06 residente a legnano (MI) via 15.12.1962, residente a Busto Sabotino nr.43. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 5254/06 Ambientale + Gps KIA GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a MAI ATTIVATA DDA Sorento targata Caltanissetta (CL) il Cirò Marina (KR) il CY850KW 05.01.1967, residente a 15.12.1962, residente a Legnano (MI) via Sabotibo Legnano (MI) via Sabotino nr.43. nr.43. 1300/06 Ambientale c/o il ------------FILIPPELLI Mario, nato a 07/03/2006 06/04/2006 DDA già Carcere di Crotone Crotone il 20.02.1973, 55/06 Busto residente a Lonate Pozzolo (VA) via Isonzo nr.1. 176/06 3488437892 MILIZIA Carmela, nata a PELLIZZI Francesco, nato 04/03/2006 04/03/2006 Busto Armento (PZ) il 25.04.1962, a Casabona (KR) il residente a Lonate Pozzolo 13.12.1964, residente a (VA) via Novara nr.11. Lonate Pozzolo (VA) via Novara nr.11. 177/06 3492933438 PELLIZZI Francesco, nato a PELLIZZI Francesco, nato 04/03/2006 04/03/2006 Busto Casabona (KR) il a Casabona (KR) il 13.12.1964, residente a 13.12.1964, residente a Ferno (VA) via De Gasperi Ferno (VA) via De Gasperi nr.10. nr.10. 178/06 3406053879 SESTO Ernestina, nata SURIANO Giovanni, nato 04/03/2006 19/03/2006 Busto Tradate (VA) il 22.11.1980, a Crotone il 21.12.1978, residente a Lonate Pozzolo residente a Desio (MI) via (VA) via Reno nr.13. Verga nr.14. 179/06 3478599343 PRIMERANO Giuseppe, NOVELLO Giuseppe, nato 04/03/2006 19/03/2006 Busto nato a Casabona (KR) a Crotone il 14.03.1967, 06.04.1968, residente a residente a Lonate Pozzolo Crotone via Umberto snc. (VA) via Dante nr.86. 180/06 3497202662 MEROLA Alfonsa, nata a NOVELLO Giuseppe, nato 04/03/2006 19/03/2006 Busto Gallarate (VA) il a Crotone il 14.03.1967, 20.07.1969, residente a residente a Lonate Pozzolo Lonate Pozzolo (VA) via (VA) via Dante nr.86. Dante nr.86. 120/06 3343286889 COLOMBO Ivan Luigi, GUCCIO Filippo, nato a 15/02/2006 02/03/2006 Busto nato a Saronno (VA) il Piazza Armerina (EN) il 26.04.1974, residente a 04.07.1967, residente a Cesano Maderno in via Biviso masciago (MI) Strada nr. 6. piazza Cesare Cantù nr.20/C 5354/06 Ambientale + Gps MORELLO Demetrio, nato FILIPPELLI Nicodemo, 14/12/2006 03/04/2007 DDA AUDI A6 All Road nato a Melito di Porto Salvo nato a Cirò Marina (KR) il targata DB503NC (RC) il 22,02,1963, 04.07.1971, residente a residente a Romentino (NO) Lonate Pozzolo (VA) via in via Tangenziale Est Trieste nr.29. nr,2/E. 1241/06 3935975195 DEMASI Franca, nata a ESPOSITO Antonio, nato a 15/02/2006 04/06/2006 DDA già Legnano (MI) il 27.04.1975, Magenta il 06.08.1967, 119/06 residente a Busto garolfo residente a Busto Garolfo Busto (MI), via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.40. nr.40. 5129/06 Ambientale Gps auto in ------------RISPOLI Vincenzo, nato a MAI ATTIVATA DDA uso a Rispoli che Cirò Marina (KR) il doveva lasciare in 15.12.1962, residente a aeroporto Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 1240/06 3391611987 ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a 15/02/2006 04/06/2006 DDA già Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967, 118/06 residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo Busto A. (MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.41. nr.41. 5110/06 3356650444 PAUDICE Gianfranco, nato PAUDICE Gianfranco, nato 27/11/2006 06/01/2007 DDA a Busto Arsizio (VA) il a Busto Arsizio (VA) il 15.04.1962, ivi residente via 15.04.1962, ivi residente Cavour nr.2. via Cavour nr.2. RIT Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 32 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari RIT Numero Utenza 4765/06 DDA 3407574383 5348/07 DDA 3891659057 2900/07 DDA 3409394434 3005/07 DDA 3407922147 3005/07 DDA 3409394434 3074/07 DDA 3465869692 3377/07 DDA IMEI 357696000490430 3658/07 DDA 3318121630 2900/07 DDA 3407922147 4338/07 DDA 3487825169 3193/07 DDA 3349027436 5549/07 DDA 3409355276 5549/07 DDA 3922042879 5754/07 DDA 3483762078 Inizio Fine Intercettazione Intercettazione FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, 03/11/2006 08/12/2007 nato a Cirò FIFLIPPELLI nato a Cirò Marina (KR) il Nicodemo, nato a Cirò 04.07.1971, residente a Marina (KR) il 04.07.1971, Lonate Pozzolo (VA) via residente a Lonate Pozzolo Trieste nr.29. (VA) via S. Pellico nr.23. PULINUOVA DI FILIPPELLI Nicodemo, 16/11/2007 26/12/2007 FILIPPELLI RAFFAERE, nato a Cirò Marina (KR) il sede a Cirò Marina (KR) in 04.07.1971, residente a via Sotto Alice snc. Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. FUSARO Teresa, nata a FUSARO Teresa, nata a 18/06/2007 19/06/2007 Crotone il 20.08.1980, Crotone il 20.08.1980, residente a Gorla Maggiore residente a Gorla Maggiore (VA) via Madonnina nr.10. (VA) via Madonnina nr.10. CAROLEI Margherita, nata CAROLEI Margherita, nata 21/06/2007 31/07/2007 a Cirò Marina a Cirò Marina (KR)13.11.1963, residente a (KR)13.11.1963, residente Gorla Maggiore (VA) via a Gorla Maggiore (VA) via Madonnina nr.10. Madonnina nr.10. FUSARO Teresa, nata a FUSARO Teresa, nata a 21/06/2007 31/07/2007 Crotone il 20.08.1980, Crotone il 20.08.1980, residente a Gorla Maggiore residente a Gorla Maggiore (VA) via Madonnina nr.10. (VA) via Madonnina nr.10. MOLLECCI Franco, nato ESPOSITO Antonio, nato a 26/06/2007 24/07/2007 Gallarate (VA) 27/05/1976, Magenta il 06.08.1967, ivi residente via Pozzi n.16 residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni nr.41. ---------------MANCUSO Luigi, nato a 13/07/2007 26/07/2007 Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. BONITO Giuseppe, nato a FILIPPELLI Nicodemo, 02/08/2007 09/01/2008 Cuggiono (MI) il nato a Cirò Marina (KR) il 01.05.1973, residente a 04.07.1971, residente a Magenta (VA) via Raffaello Lonate Pozzolo (VA) via Sanzio nr.28. Trieste nr.28/B. CAROLEI Margherita, nata CAROLEI Margherita, nata 18/06/2007 19/06/2007 a Cirò Marina a Cirò Marina (KR)13.11.1963, residente a (KR)13.11.1963, residente Gorla Maggiore (VA) via a Gorla Maggiore (VA) via Madonnina nr.10. Madonnina nr.10. LILLA Luca, nato a Busto RISPOLI Vincenzo, nato a 24/09/2007 01/05/2008 Arsizio (VA) il 10.10.1960, Cirò Marina (KR) il ivi residente in via Ubpcis 15.12.1962, residente a nr.8. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. MONOLO Giovanni, nato a MONOLO Giovanni, nato a 03/07/2007 12/08/2007 Busto Arsizio (VA) il Busto Arsizio (VA) il 04,12,1953, residente a 04,12,1953, residente a Legnano via Toselli nr.64. Legnano via Toselli nr.64. RFI Immobiliare s.a.s., con ROCCA Ernestino, nato a 27/11/2007 26/03/2008 sede in Fagnano Olona Saronno (VA) il (VA) via del Carso nr.28, 24.08.1974, residente a Partita I.V.A. Dairago (MI) vi Toti nr.2. nr.02912640191 ROCCA Ernestino, nato a ROCCA Ernestino, nato a 27/11/2007 06/01/2008 Saronno (VA) il 24.08.1974, Saronno (VA) il residente a Dairago (MI) vi 24.08.1974, residente a Toti nr.2. Dairago (MI) vi Toti nr.2. FILIPPELLI Nicodemo, FILIPPELLI Nicodemo, 04/12/2007 12/05/2008 nato a Cirò Marina (KR) il nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via S. Lonate Pozzolo (VA) via Pellico nr.23. Trieste nr.29. intestatario INTERCETTATO 33 foglio nr. 33 note int TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari Inizio Fine Intercettazione Intercettazione 5816/07 3466158424 CIOTTA Diego, nato a RISPOLI Vincenzo, nato a 10/12/2007 19/01/2008 DDA Bollate il 15.07.1988, Cirò Marina (KR) il residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a via Carducci nr.57. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 1177/06 3488903053 GOUDEL Natalia nata in ZOCCHI Fabio, nato a 28/11/2005 30/04/2008 DDA già Bielorussia il 27.03.1972, Genova il 08.04.1962, 711/05 residente a Gallarate in via residente a Gallarate (VA) Busto A. Mazzini nr.3 via Mazzini nr.3. 3890/07 3473560529 ZOCCHI Fabio, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 22/08/2007 09/01/2008 DDA Genova il 08.04.1962, Genova il 08.04.1962, residente a Gallarate (VA) residente a Gallarate (VA) via Mazzini nr.3. via Mazzini nr.3. 412/07 0331568615 DEMASI Patrizia, residente ESPOSITO Antonio, nato a 01/02/2007 24/07/2007 DDA a Busto Garolfo (MI) via Magenta il 06.08.1967, Don Minzoni nr.40. residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni nr.40. 145/07 3346693999 LETORUSSO Antonella, FILIPPELLI Nicodemo, 12/01/2007 21/02/2007 DDA residente a Cirò Marina nato a Cirò Marina (KR) il (KR) via Togliatti s.n.c. 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. ------------- Gps Vw Golf targato --------------Gps Golf ESPOSITO 23/03/2007 27/03/2007 DC127JF 3529/07 Ambientale c/o la Casa -------------ESPOSITO Antonio, nato a 28/07/2007 06/09/2007 DDA Circondariale Milano Magenta il 06.08.1967, "San Vittore" residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni nr.41. 1139/07 Gps calamitato Alfa DONATO Giovanni, nato a DONATO Giovanni, nato a 08/03/2007 23/03/2007 DDA Romeo 147 targata Catania il 17.08.1978, ivi Catania il 17.08.1978, ivi CW775JM residente via Caracciolo residente via Caracciolo nr.9. nr.9. 2858/07 3472657439 SARACENO Bruno MONOLO Giovanni, nato a 14/06/2007 29/06/2007 DDA Antonio, nato Rho (MI) Busto Arsizio (VA) il 06.05.1958, residente 04,12,1953, residente a Canegrate via la Valletta Legnano via Toselli nr.64. nr.5. 147/07 3342871518 MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a 12/01/2007 21/06/2007 DDA Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente Risorgimento s.n.c. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. 412/07 3392424163 RODRIGUEZ Felitsiya, ESPOSITO Antonio, nato a 31/01/2007 16/05/2007 DDA nata in Russia il 11.04.1968. Magenta il 06.08.1967, residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni nr.40. 146/07 3470544529 GERACI Michela, nata a RISPOLI Vincenzo, nato a 12/01/2007 26/03/2008 DDA Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a via Sabotino nr.43. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 505/07 3473696637 CHIARELLI Francesco, CHIARELLI Francesco, 31/01/2007 12/03/2007 DDA nato a Cirò (KR) il nato a Cirò (KR) il 08.02.1976, residente in 08.02.1976, residente in P.zza San Francesco P.zza San Francesco d'Assisi s.nr.c. d'Assisi s.n.c. 2246/07 0034677393877 ----------------Utenza Spagnola in contatto 09/05/2007 18/06/2007 DDA con ESPOSITO Antonio. 2735/07 3312654594 MANCUSO Luigi, nato a MANCUSO Luigi, nato a DDA Cirò Marina (KR) il Cirò Marina (KR) il 02.01.1977, ivi residente via 02.01.1977, ivi residente Risorgimento s.n. via Risorgimento s.n., di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) via Amalfi nr.6. RIT Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 34 foglio nr. 34 note int TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 35 Inizio Fine note int Intercettazione Intercettazione 412/07 3391611987 ESPOSITO Antonio, nato a ESPOSITO Antonio, nato a 01/02/2007 24/07/2007 DDA Magenta il 06.08.1967, Magenta il 06.08.1967, residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.41. nr.40. 2277/07 3409724375 PALMIERO Sandra, nata ESPOSITO Antonio, nato a 11/05/2007 10/07/2007 DDA Bologna il 27.05.1971, Magenta il 06.08.1967, residente Busato Arsizio residente a Busto Garolfo corso Italia nr.91 (MI) via Don Minzoni nr.40. 505/07 3894270569 CERMINARA Maria CHIARELLI Francesco, 31/01/2007 13/03/2007 DDA Giovanna, nata a Cirò nato a Cirò (KR) il Marina (KR) il 05.05.1978, 08.02.1976, residente in residente a Solbiate Olona P.zza San Francesco (VA) via Andrea Ponti nr.8 d'Assisi s.n.c. 1660/07 3401226925 STROTTINO Carla, nata ESPOSITO Antonio, nato a 03/04/2007 13/05/2007 DDA Legnano (MI) il 27.02.1971, Magenta il 06.08.1967, ivi residente via Frandesio residente a Busto Garolfo nr.7. (MI) via Don Minzoni nr.40. 1424/07 Gps + Ambientale Bmw DEMASI Patrizia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a 02/03/2007 24/07/2007 DDA X5 targato BZ023SZ Locri (RC) il 16.02.1967, Magenta il 06.08.1967, residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.40. nr.40. 1424/07 Ambientale Bmw X5 DEMASI Patrizia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a 31/03/2007 24/07/2007 DDA targato BZ023SZ Locri (RC) il 16.02.1967, Magenta il 06.08.1967, residente a Busto Garolfo residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni (MI) via Don Minzoni nr.40. nr.40. 1053/07 3487822141 FASE Giacomo, nato Busto ESPOSITO Antonio, nato a 07/03/2007 16/05/2007 DDA Arsizio (VA) il 10.10.1960, Magenta il 06.08.1967, ivi residente via UBIP 8. residente a Busto Garolfo (MI) via Don Minzoni nr.40. 505/07 3408199506 LANDONI Marco nato LANDONI Marco, nato a 31/01/2007 12/03/2007 DDA Legnano (MI) il 06.01.1956, Legnano (MI) il residente Castellanza (VA) 06.01.1956, residente a via Don Minzoni snc Castellanza (VA) via Don Minzoni nr.23. 2369/07 3409724651 BURINATA Alessia, nata a ESPOSITO Antonio, nato a 16/05/2007 15/07/2007 DDA Milano il 20.01.1970, Magenta il 06.08.1967, residente a Milano in corso residente a Busto Garolfo Genio nr.8. (MI) via Don Minzoni nr.40. 2052/08 3488768952 DE CASTRO Emanuele, DE CASTRO Emanuele, 14/04/2008 24/05/2008 DDA nato il 27.07.1968, residente nato il 27.07.1968, a Lonate Pozzolo (VA) via residente a Lonate Pozzolo Trieste nr.22 (VA) via Trieste nr.22 senza DDA 3332888860 HAMMAMI Amor Ben FILIPPELLI Nicodemo, MAI ATTIVATA Mohammed, nato in Tunisia nato a Cirò Marina (KR) il il 30.07.1966, residente a 04.07.1971, residente a Caserta via Pagano nr.23, Lonate Pozzolo (VA) via località Trentola Ducenta. Trieste nr.29. 2269/08 IMEI ....020 --------------FILIPPELLI Nicodemo, 24/04/2008 02/06/2008 DDA nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. 2269/08 IMEI ...520 --------------FILIPPELLI Nicodemo, 24/04/2008 02/06/2008 DDA nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. 2269/08 IMEI ....510 -------------FILIPPELLI Nicodemo, 24/04/2008 02/06/2008 DDA nato a Cirò Marina (KR) il 04.07.1971, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Trieste nr.29. RIT Numero Utenza intestatario INTERCETTATO 35 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari RIT 2051/08 DDA 1880/08 DDA 1879/08 DDA 1602/08 DDA 1230/08 DDA 1230/08 DDA 1099/08 DDA 788/08 DDA 983/08 DDA foglio nr. 36 Inizio Fine Intercettazione Intercettazione 3470544529 GERACI Michela, nata RISPOLI Vincenzo, nato a 14/04/2008 24/05/2008 Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a via Sabotino nr.43. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 3470544529 GERACI Michela, nata RISPOLI Vincenzo, nato a 03/04/2008 05/04/2008 Caltanissetta il 05.01.1967, Cirò Marina (KR) il residente a Legnano (MI) 15.12.1962, residente a via Sabotino nr.43. Legnano (MI) via Sabotino nr.43. 3409355276 RFI Immobiliare s.a.s., con ROCCA Ernestino, nato a 03/04/2008 05/04/2008 sede in Fagnano Olona Saronno (VA) il (VA) via del Carso nr.28, 24.08.1974, residente a Partita I.V.A. Dairago (MI) vi Toti nr.2. nr.02912640191. 3498868885 GENCO Domenico, nato a DE CASTRO Emanuele, 20/03/2008 29/04/2008 Rutigliano (BA) il nato il 27.07.1968, 05.03.1958, residente a residente a Lonate Pozzolo Busto Arsizio (VA) (VA) via Trieste nr.22 XXXXXXXX nr.27. 3939115388 GENCO Domenico, nato a BONVISSUTO Rosario 29/02/2008 09/04/2008 Rutigliano (BA) il nato a Busto Arsizio (VA) 05.03.1958, residente a il 06.12.1973, residente a Busto Arsizio (VA) via Samarate (VA) via del XXXXXXXX nr.27 Fabbro nr.10. 3939166769 IMPREFIN SRL DI NICASTRO Dario, nato a 29/02/2008 09/04/2008 NICASTRO DARIO , sede Gela (CL) il 09.09.1975, a Busto Arsizio in viale residente a Busto Arsizio Goito nr.1 (VA) via monguelfo nr.4. 3489876170 PIVOTTO Luca, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 26/02/2008 06/04/2008 Olbia (SS) il 24.10.1974, Genova il 08.04.1962, residente a Cardano al residente a Gallarate (VA) Campo (VA) via Torino via Mazzini nr.3. nr.18/B. Ambientale + Gps DE CASTRO Emanuele, DE CASTRO Emanuele, 19/02/2008 09/05/2008 Porsche Cayenne nato il 27.07.1968, residente nato il 27.07.1968, targato CN129WY a Lonate Pozzolo (VA) via residente a Lonate Pozzolo Trieste nr.22 (VA) via Trieste nr.22 3489876170 PIVOTTO Luca, nato a ZOCCHI Fabio, nato a 20/02/2008 20/02/2008 Olbia (SS) il 24.10.1974, Genova il 08.04.1962, residente a Cardano al residente a Gallarate (VA) Campo (VA) via Torino via Mazzini nr.3. nr.18/B. Numero Utenza intestatario INTERCETTATO note int C) SENTENZA della CASSAZIONE a SEZIONI UNITE n° 36359 del 26 giugno 2008 In considerazione del massiccio ricorso in questa indagine allo strumento delle intercettazioni telefoniche, della pacifica circostanza che per lo più le operazioni ascolto e di verbalizzazione delle conversazioni intercettate sono state effettuate presso gli uffici del Reparto Operativo dei CC di Varese (e quindi in luogo diverso dagli Uffici della Procura della Repubblica di Milano) ed al fine di affermare già in questa sede cautelare la piena correttezza dell’ operato degli organi inquirenti, appare opportuno dare conto del recente intervento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza n° 36359 del 26.6.2008) su due questioni procedurali inerenti lo strumento delle intercettazioni telefoniche: a) l’ utilizzabilità o meno delle intercettazioni telefoniche captate con tecnica c.d. di “remotizzazione”, cioè di ascolto, oltre che negli uffici di Procura, anche in quelli di Polizia Giudiziaria; b) l’ utilizzabilità o meno delle intercettazioni, nel caso in cui, oltre all’ ascolto, anche talune operazioni tecniche siano state eseguite presso gli uffici della Polizia Giudiziaria delegata al materiale compimento dell’ attività di intercettazione. 36 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 37 La Cassazione ha affermato in detta sentenza che “condizione necessaria per l’ utilizzabilità delle intercettazioni è che l’ attività di registrazione - che, sulla base delle tecnologie attualmente in uso, consiste nella immissione dei dati captati in una memoria informatica centralizzata - avvenga nei locali della Procura della Repubblica mediante l’ utilizzo di impianti ivi esistenti, mentre non rileva che negli stessi locali vengano successivamente svolte anche le ulteriori attività di ascolto, verbalizzazione ed eventuale riproduzione dei dati così registrati, che possono dunque essere eseguite "in remoto" presso gli uffici della polizia giudiziaria”. Al fine di meglio chiarire la portata e l’ incidenza di detto enunciato principio, deve essere necessariamente precisato il concetto tecnico di registrazione, posto che - avvenendo la captazione delle telefonate (che costituisce la prima operazione dell’ attività di intercettazione) ancora oggi presso l’ operatore telefonico e non negli ambienti della Procura – l’ art. 268 c.p.p. attribuisce specifica ed assoluta rilevanza proprio alla registrazione laddove stabilisce che: a) "le comunicazioni intercettate sono registrate e delle operazioni è redatto verbale" (intendendo chiaramente riferirsi, data la collocazione dei termini, alle "operazioni" di "registrazione"; in sostanza detta formulazione deve essere interpretata nel seguente senso: le comunicazioni intercettate sono registrate e delle operazioni, relative alla registrazione, è redatto verbale); b) "le operazioni possono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella procura della Repubblica" (con riferimento, per quanto appena detto, alle operazioni di registrazione). Dunque, nella disciplina attualmente in vigore il momento decisivo è quello della registrazione, ed è a tale segmento - della più complessa attività di intercettazione - che il legislatore ha inteso riferirsi laddove ha stabilito che le operazioni possono compiersi esclusivamente "per mezzo" degli impianti installati nella procura della Repubblica. Va ribadito (richiamando quanto innanzi già detto) come l’ art. 268 c.p.p., sostanzialmente operi una segmentazione dell’ attività di intercettazione in frammenti che assumono anche autonoma e diversa rilevanza sul piano giuridico: captazione, registrazione, ascolto, verbalizzazione. È necessario altresì sottolineare come il primo segmento, la captazione delle conversazioni (e cioè l’ intercettazione in senso stretto), non può che essere effettuata presso l’ operatore telefonico che "trasporta" la comunicazione, quale che sia la tecnica utilizzata. Anche se sono in corso di sperimentazione sistemi che consentono il comando di captazione in remoto, rendendo dunque le intercettazioni indipendenti dall’ azione dell’ operatore telefonico, allo stato tale soluzione non è ancora effettivamente disponibile e dunque non v'è dubbio che la materiale captazione delle comunicazioni avviene formalmente al di fuori degli uffici della Procura, dove il segnale sonoro viene semplicemente deviato per la registrazione e l’ ascolto. Circostanza che consente anche alla dottrina di ritenere che le operazioni e gli impianti menzionati nell’ art. 268 comma 3 c.p.p. riguardino la sola attività di registrazione e non, per l’ appunto, quella di captazione. Con specifico riguardo all’ attività di ascolto va invece precisato come all’ epoca del varo del nuovo codice di procedura penale (D.P.R. 22 settembre 1988 n° 447) la stessa non poteva di fatto essere separata da quella di registrazione. Infatti, entrambe le operazioni venivano effettuate attraverso il medesimo apparato, un registratore monolinea a nastri magnetici, sui quali venivano impressi i “flussi contenenti le registrazioni", riferimento divenuto oramai del tutto anacronistico. La rivoluzione che ha trasformato la telefonia nel recente passato ha segnato, in estrema sintesi, il progressivo passaggio dalla trasmissione di segnali in maniera analogica a quella di dati in forma digitale, trasformando il servizio telefonico (a partire da quello di telefonia mobile) in un sistema informatico o telematico. È dunque mutato lo stesso oggetto fisico della comunicazione telefonica e, quindi, della sua intercettazione. Di conseguenza è stato fatto progressivamente ricorso alla utilizzazione di sistemi di registrazione digitale computerizzata che hanno sostituito gli apparti "meccanici". In definitiva si è assistito ad una profonda trasformazione della realtà presupposta dal legislatore del 1988. Da qualche anno, infatti, per la registrazione vengono utilizzati apparati multilinea (collegati cioè ad un flusso di linee telefoniche) che registrano dati trasmessi in forma digitale e successivamente decodificati in file vocali immagazzinati in memorie informatiche centralizzate. I dati così memorizzati vengono poi di regola trasferiti su supporti informatici (essenzialmente CD-ROM o DVD) per renderli fruibili all’ interno dei singoli procedimenti. In pratica dunque i supporti costituiscono il corredo documentale in 37 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 38 precedenza rappresentato dai nastri magnetici. Insomma il trasferimento (o "scaricamento") dei dati sui supporti costituisce uno dei segmenti dell’ intercettazione, autonomo rispetto alla "registrazione" e tecnicamente diverso da questa. Le operazioni di "registrazione", che in forza dell’ art. 268 comma 3 c.p.p. debbono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella Procura della Repubblica, consistono dunque, come è agevole desumere da quanto fin qui detto, nella immissione dei dati (captati presso la centrale dell’ operatore telefonico e trasmessi agli impianti in Procura) nella memoria informatica centralizzata (cd. server) che si trova nei locali della Procura della Repubblica a ciò destinati. I menzionati apparati permettono altresì di "remotizzare" agevolmente (attraverso il sistema c.d. client-server) l’ ascolto. Quanto detto consente di trarre le conclusioni per addivenire alla nozione di registrazione, ai fini che in questa sede rilevano con riferimento alle disposizioni di cui all’ art. 268 c.p.p.. La "registrazione" dei dati captati nella centrale dell’ operatore telefonico, e da lì trasmessi all’ impianto esistente nei locali della Procura della Repubblica, si realizza con l’ immissione di quei dati nel server di detto impianto. Ed è a tale specifico segmento della complessiva attività di intercettazione che l’ art. 268 c.p.p. si riferisce laddove dispone che le operazioni possono essere compiute esclusivamente per mezzo degli impianti installati nella Procura della Repubblica. Per qualsiasi altra operazione, in quanto estranea alla nozione di registrazione così definita, non assume alcun rilievo, ai fini della utilizzabilità delle intercettazioni, il luogo dove la stessa è avvenuta: discorso che vale, dunque, anche per quell’ operazione che consiste nello scaricamento dei dati su supporti informatici quali CD-ROM o DVD, e che, pertanto, ben può essere compiuta eventualmente presso uffici di P.G. nel caso di ascolto remotizzato, previa utilizzazione della registrazione derivata da quella (che deve essere necessariamente) eseguita in Procura. Con specifico riferimento alla verbalizzazione delle operazioni vi è da dire che è stato già affermato dalla Corte di Cassazione che alla redazione del verbale con contestuale sommaria trascrizione del contenuto delle conversazioni intercettate può procedersi presso gli uffici dove si è svolto l'ascolto remoto. Una volta stabilito che le operazioni di intercettazione debbano svolgersi all’ interno degli uffici giudiziari, è irrilevante il luogo di esecuzione dei successivi adempimenti, compresa la verbalizzazione, atteso che a tali attività non è riferito il termine "operazioni" utilizzato nell’ art. 268 c.p.p.. 38 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 39 CAPITOLO 1 L’ ASSOCIAZIONE a DELINQUERE di STAMPO MAFIOSO denominata “LOCALE di LEGNANO – LONATE POZZOLO” A) - APPARATO STRUTTURALE e STRUMENTALE A) 1 – forza di intimidazione del vincolo associativo L’ accertamento da parte delle Forze dell’ Ordine (vedi indagine Piromane 39 e Dolce Vita 40) di plurime azioni di chiara natura estorsiva (incendi e danneggiamenti a danno di privati, imprese ed artigiani operanti sul territorio dei comuni di Lonate Pozzolo, Ferno ed altri, seguiti da denunce reticenti dei danneggiati e senza quindi l’ indicazione degli autori delle sottostanti richieste di denaro) e la radicata presenza sullo stesso territorio di gruppi familiari 41 provenienti dalla zona di Cirò Marina (cittadina sita in Calabria in provincia di Crotone sul versante ionico settentrionale) inducevano gli inquirenti a chiedere ed ottenere nell’ ambito del presente procedimento l’ autorizzazione a sottoporre ad intercettazione telefonica ed ambientale numerosi soggetti appartenenti a detti gruppi familiari. Già i primi esiti di dette intercettazioni fornivano importanti elementi per ricollegare detti incendi e danneggiamenti all’ azione estorsiva di un gruppo di soggetti diretti e coordinati da RISPOLI Vincenzo e FILLIPPELLI Nicodemo, componenti di famiglie già provenienti dalla zona di Cirò Marina (KR) ed ancora strettamente collegati con detta zona di origine, situata in Calabria sul versante ionico settentrionale. L’ indagine sulla scorta dei primi risultati investigativi si estendeva all’ acquisizione di elementi (informative dei CC di Cirò Marina e sentenze emesse dalla Corte di Assise di Catanzaro) per approfondire la natura dei rapporti tra i soggetti oggetto della presente indagine ed i componenti della n’drina di Cirò Marina. In particolare l’ acquisizione di due sentenze emesse dalla Corte di Assise di Catanzaro (n° 15 del 28.6.1999 e n° 5 del 24.3.2004 – entrambe già passate in giudicato) ha consentito di ritenere provata l’ 39 n° 5656/00 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento). L’ indagine “PIROMANE” aveva ad oggetto una numerosa serie di incendi dolosi commessi in Lonate Pozzolo (VA) e Ferno (VA) negli anni 1999 e 2000. In atti si rinvengono numerosi verbali di sequestro di residui di taniche incendiate di benzine e cocci di bottiglie con tracce di liquido infiammabile, rinvenuti sul luogo degli incendi. 40 n° 3225/04 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 28 a n° 33 del presente procedimento). Anche l’ indagine “DOLCE VITA” aveva ad oggetto episodi riconducibili ad attività estorsiva. 41 Vedi informativa n° 783/19 di data 13.3.2006 del Comando Provinciale Carabinieri di Varese che evidenziava quanto segue: a) nella zona di Legnano e comuni limitrofi si erano stabiliti, già verso la metà degli anni ’60, appartenenti alla famiglia RISPOLI, legati da stretti vincoli di parentela alla famiglia FARAO di Cirò Marina. A questo esteso nucleo familiare appartiene FARAO Giuseppe (zio di RISPOLI Vincenzo, in quanto fratello di FARAO Grazia, madre di RISPOLI Vincenzo), capo della cosca di Cirò Marina e presente nella zona di Legnano dal 6.7.2004 al 26.8.2004 agli arresti domiciliari presso l’ abitazione della sorella FARAO Grazia; b) nella zona del basso varesotto (in particolare nei comuni di Lonate Pozzolo e Ferno) si erano invece stabiliti altri gruppi familiari originari di Cirò Marina (FILIPPELLI – CASOPPERO – CILIDONIO – MURANO – DE NOVARA – RUSSO), mentre a Busto Arsizio il gruppo familiare MANCUSO. 39 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 40 esistenza e l’ operatività del “Locale di Cirò”, vale adire di un’ associazione di stampo mafioso operante nell’ ambito territoriale dei comuni di Cirò Marina e limitrofi. Ai fini di una maggiore conoscenza di detto profilo (necessario ai fini di illustrare l’ elemento della forza di intimidazione del vincolo associativo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) si riportano di seguito significativi estratti di dette due sentenze: Sentenza Corte di Assise di Catanzaro n° 15 del 28.6.1999 IMPUTATI Acri Luigi, Amantea Francesco, Anania Giuseppe Cl.’51, Ascione Luigi, Bagnato Antonio Santo, Brugnano Carmine, Bruno Natale, Caligiuri Peppino, Caligiuri Salvatore, Cariati Basilio, Cariati Giuseppe, Cariati Martino, Caruso Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Cicciu’ Antonio, Cilidonio Cataldo, Covello Mario, Covello Rocco, Crescente Cataldo, Critelli Cataldo, Critelli Domenico, Farago’ Carmine, FARAO Giuseppe, Farao Silvio, Fazio Leonardo, Graziano Giulio, Greco Domenico, Greco Giorgio, Greco Francesco, Greco Michele, Grisafi Cataldo, Grisafi Gaetano, Guerra Nicodemo, Lavorato Mario, Lettieri Carmine, Maiorano Salvatore, Malena Francesco, Mancuso Nicodemo, MARINCOLA Cataldo, Marino Giuseppe, Mezzorotolo Damiano, Mezzorotolo Premio, Morrone Salvatore, Nicastri Giuseppe, Pirillo Cataldo, Pirillo Francesco, PIRILLO Vincenzo, Pirito Tommaso, Potestio Francesco, RISPOLI Vincenzo, Romano Giuseppe, Romano Silvio, Russo Francesco Cl.’60, Russo Leonardo Giuseppe Cl.’55, Salimbeni Pietro, Sestito Giuseppe, Siciliani Flotta Giuseppe, Spagnolo Giuseppe, Trifino Raffaele, Vasami’ Luigi CAPO 107) Delitto aggravato di associazione di tipo mafioso, ai sensi dell’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p., per avere costituito un’ associazione di stampo mafioso denominata “Locale di Cirò” ed operante in Cirò e territori limitrofi di Cirò Marina, Cariati, Mandatoriccio, Strongoli e con ulteriori articolazioni della stessa in Lombardia e Germania, associazione promossa, diretta e organizzata già in epoca pregressa da ALOE Nicodemo, CAVALLARO Vincenzo e FARAO Giuseppe (promozione, direzione ed organizzazione), e successivamente al 10.1.1987 (data dell’omicidio di ALOE Nicodemo) da FARAO Giuseppe Giuseppe (promozione, direzione ed organizzazione), FARAO Silvio e MARINCOLA Cataldo (direzione ed organizzazione), che - nata come ‘ndrina distaccata del locale di Reggio Calabria facente capo a Ciccio CANALE e con il supporto di SPINA Francesco e della sua organizzazione parallela sino all’ anno 1979, anche avvalendosi di specifiche alleanze con altre organizzazioni di tipo mafioso nella specie quelle facenti capo a CIRILLO Giuseppe e PINO Franco, acquistava propria autonomia sotto il profilo criminale con l’ inizio della faida con lo SPINA e quindi con il CANALE, faida terminata con l’ assassinio di quest’ultimo nell’ anno 1982 - diventava locale a sè stante a capo del quale veniva posto in un primo tempo Nicodemo ALOE e quindi, dopo l’ omicidio di questi, FARAO Giuseppe in qualità di CRIMINALE Capo-Società, con l’ adesione al programma criminoso e la partecipazione di tutti gli associati, attraverso il reclutamento e la iniziazione ai riti di ammissione alla associazione ‘ndranghetistica con attribuzione di gradi ed osservanza di rituali, sodalizio che, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà della generalità dei consociati, realizzate attraverso il sistematico ricorso all’ uso di violenza e minaccia culminate in gravissimi delitti contro la persona, acquisivano, mantenevano e rafforzavano l’ intero controllo del comprensorio Cirotano, con conseguente sfruttamento di ogni risorsa economica da esso ricavabile mediante il controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti, nonchè mediante l’ imposizione di tangenti periodiche ad imprenditori ed operatori commerciali di zona e il contrabbando di T.L.E. ed il narco-traffico, ciascuno mantenendo comportamenti idonei sotto il profilo causale al mantenimento e rafforzamento del vincolo associativo, alla realizzazione dei reati fine ed alla acquisizione degli illeciti profitti, partecipando pro quota alla divisione degli utili, ed in particolare: ciascuno aderendo al sodalizio criminoso del quale condivideva il programma delinquenziale con le condotte penalmente rilevanti indicate ai capi di imputazione che precedono, e più specificamente: FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, CAVALLARO Vincenzo, ALOE Giuseppe, LETTIERI Carmine, NICASTRI Giuseppe cl.’49, concorrendo inizialmente alla perpetrazione del tentato omicidio e dell’ omicidio di SANTORO Giovanni; FARAO Silvio, FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, PIRILLO Vincenzo, MANCUSO Nicodemo, VASAMI’ Luigi, concorrendo all’ eliminazione fisica di ALOE Nicodemo; 40 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 41 FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, PIRILLO Vincenzo, CARIATI Basilio e NICASTRI Giuseppe cl.’49, concorrendo nel sequestro di persona , nell’ omicidio e nella distruzione del cadavere di PAPPARELLA Francesco; FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, MARINCOLA Cataldo, concorrendo con altri nell’ eliminazione di SPINA Francesco; MARINCOLA Cataldo e RUSSO Francesco, concorrendo con altri nell’ omicidio di CAVALLO Antonio; FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, MARINCOLA Cataldo, CICCIU’ Antonio, SPAGNUOLO, BRUGNANO, concorrendo con altri nell’ omicidio di MIRABILE Mario; operando per lo più all’ occorrenza quali componenti di gruppi di fuoco: ACRI Vincenzo, BRUGNANO Carmine, CARIATI Giuseppe, CAVALLARO Vincenzo, CICCIU’ Antonio, COVELLO Mario, FARAO Silvio, GRECO Giorgio, GUERRA Nicodemo, BAGNATO Antonio Santo, MARINCOLA Cataldo, MARINO Giuseppe, MORRONE Salvatore, NICASTRI Giuseppe, PIRILLO Cataldo, PIRILLO Vincenzo, RUSSO Francesco cl.’60, SPAGNUOLO Giuseppe, TRIFINO Raffaele; FARAO Giuseppe, MARINCOLA Cataldo, CICCIU’ Antonio, TRIFINO Raffaele, ACRI Vincenzo, GUERRA Nicodemo, GRECO Giorgio, COVELLO Mario, CRITELLI Domenico, concorrendo con altri nel tentato omicidio e nell’ omicidio di BENEVENTO Salvatore, capo zona di Cirò Marina; ALOISIO Salvatore, ANANIA Giuseppe, BARBIERI Vincenzo, BRUNO Natale, CARIATI Basilio, CARIATI Giuseppe, FARAO Giuseppe, FARAO Silvio, GRECO Francesco, GRISAFI Cataldo, GRISAFI Giuseppe, LETTIERI Carmine, MANCUSO Nicodemo, MARINCOLA Cataldo, NICASTRI Giuseppe cl.’49, POTESTIO Francesco, RUSSO Francesco, VASAMI’ Luigi, curando unitamente al CAVALLARO Vincenzo ed altri lo sbarco dei T.L.E. e delle sostanze stupefacenti allo stato grezzo dai natanti inviati dal gruppo VERNENGO, nonché direttamente partecipando alla produzione, trasporto e smistamento dell’ eroina in Italia ed all’estero; LAVORATO Mario, SICILIANI FLOTTA Giuseppe, CALABRETTA Nicodemo assicurando il reimpiego attraverso specifici investimenti in proprietà immobiliari, nonché attraverso depositi bancari ed altro, dei profitti illeciti; tutti gli altri comunque partecipando alla vita associativa assicurando ogni tipo di supporto personale, logistico e di ogni genere; Con la circostanza aggravante ulteriore dell’ essere l’associazione armata, avendo gli associati nella propria disponibilità armi comuni da sparo e da guerra. In Cirò e territori limitrofi di Cirò Marina, Cariati, Mandatoriccio, Strongoli, Torretta di Crucoli ed altresì in Lombardia e Germania dal 1977 a tutt’oggi. CAPITOLO 5.4: IL “LOCALE DI CIRO’” (CAPO 107) I collaboratori Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore e Cicciù Antonio, con dichiarazioni convergenti e reciprocamente riscontrantesi, hanno permesso di ricostruire la nascita della cosca mafiosa di Cirò, la sua affermazione nel territorio del cirotano e l’ esistenza di un’ articolazione della stessa organizzazione nel comune di Cariati. In particolare, come già evidenziato al capitolo 3.16, il Cavallaro ha riferito di come l’ omicidio di Santoro Giovanni, vecchio boss di Cirò ucciso nel 1977, abbia dato “via libera” alle forze emergenti, rappresentate essenzialmente da lui, da Nicodemo Aloe e dai fratelli Farao, Giuseppe e Silvio. Si ripresenta, anche in questo episodio, la figura di Ciccio Canale - Cirillo Giuseppe, come evidenziato nel capitolo 3.2, ha riferito che il “locale di Sibari” era nato sotto l’ egida di Ciccio Canale, boss di Reggio Calabria, e che il programma criminoso dell’ associazione prevedeva, fin dall’ inizio, la perpetrazione di una serie indefinita di estorsioni; addirittura, prima di formalizzare ritualmente la nascita del “locale”, erano state stabilite le quote dei proventi estorsivi spettanti a ciascuna delle organizzazioni alleate (“Reggio”, “Sibari”, “Cosenza” e “Cirò”) – (Identica convergenza dichiarativa, si registra circa la progressiva emancipazione del “locale di Sibari” dal legame con Ciccio Canale, fino alla piena autonomia, raggiunta dopo l’ uccisione del boss reggino, avvenuta a Pomezia il 18.5.1982) -, la cui preminenza criminale, nel territorio che va da Cirò fino a Sibari, era indiscussa negli anni ’70. Il Canale, anche tramite Ciccio Spina, esercitava la sua influenza, oltre che sulla predetta zona, pure su Cosenza. L’ associazione mafiosa di Cirò nasce, quindi, con la “benedizione” del Canale e l’ appoggio della consorteria mafiosa da lui guidata, stanziata a Reggio Calabria. La connessione, anche operativa (nel senso dello “scambio di killers”), fra le due organizzazioni è un tratto genetico del “locale di Cirò”. Vale la pena di sottolineare ancora l’ importanza della figura del Canale, il quale ha costituito l’ elemento di collegamento fra i gruppi mafiosi fondati, sul finire degli anni ’70, nella zona dell’ alto Ionio cosentino (si rammentino gli accordi per la divisione, fra le cosche gravitanti attorno al Canale, dei proventi estorsivi “prodotti” nella menzionata zona). 41 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 42 Al vertice della cosca cirotana viene posto Aloe Nicodemo, il quale decide di affiancare Cirillo Giuseppe, appoggiato anche da Ciccio Canale, nella “guerra” contro Ciccio Spina. Su tutte le circostanze di cui sopra, le dichiarazioni del Cavallaro, assistite, come si vedrà nella trattazione degli specifici episodi delittuosi, anche da riscontri oggettivi di diversa natura, sono confermate dalle coerenti propalazioni degli altri collaboratori, il cui narrato concerne lo stesso periodo (Cirillo Giuseppe, Cirillo Gerardo, Albano Maria Luigia, Pino Francesco, Tripodoro Pasquale). Ulteriore conforto, alla versione del Cavallaro, è offerto da Aloisio Salvatore, il quale ha riferito quanto narratogli, in termini armonici alla predetta versione, da Aloe Nicodemo circa gli accadimenti che avevano segnato il primo periodo di vita del “locale di Cirò”. Le successive vicende dell’ associazione (uccisione di Aloe Nicodemo, su iniziativa di un ristretto numero di affiliati; uccisione di Benevento Salvatore; uccisione di Chiarelli Giuseppe; attività estorsiva della cosca ecc.), la sua struttura organizzativa (in particolare, l’ appartenza al “locale” della ‘ndrina di Cariati), il rigido controllo da essa esercitato su qualsiasi attività delinquenziale compiuta nel territorio di sua competenza, emergono dalle consonanti dichiarazioni dei tre collaboratori sopra menzionati nonché dalle, pure coerenti, propalazioni di Covello Rocco (vedi esame all’udienza del 10.7.1998 ed interrogatori espletati per rogatoria in Germania in data 11, 12 e 13 aprile 1996, i cui verbali sono stati ritualmente acquisiti agli atti) e Greco Mario (vedi interrogatori in data 2 novembre ed 11 dicembre 1991, acquisiti come atti irripetibili, per morte del dichiarante). La forza di intimidazione posseduta dall’ associazione cirotana si ricava agevolmente dal numero di “delitti di sangue” consumati nel territorio e riconducibili alla consorteria, nell’ arco di oltre un decennio (per citare solo alcuni dei più gravi di detti delitti, si richiamano: l’omicidio di Santoro Giovanni nel 1977; l’ omicidio di Papparella Francesco nel 1979 - omicidio inquadrabile nello scontro con Ciccio Spina ma eseguito da elementi della cosca di Cirò, su cui hanno riferito Cavallaro Vincenzo, all’ udienza del 3.12.1998, ed Aloisio Salvatore, all’ udienza del 3.6.1998; le dichiarazioni di entrambi sono state riscontrate, quanto ai dati di “generica”, dalla deposizione del Cap. Iannone, all’ udienza del 12.11.1997; il duplice omicidio Russo/Scilanca nel 1986; l’ omicidio di Aloe Nicodemo nel 1987; il tentato omicidio di Benevento Salvatore nel 1987; l’ omicidio di Benevento Salvatore nel 1988; l’ omicidio di Stricagnolo Giuseppina nel 1988; il duplice omicidio Chiarelli/Palmieri nel 1991; l’ omicidio di Chiarelli Vincenzo nel 1992), nonché dai danneggiamenti e dalle estorsioni, consumate e tentate, pure ascrivibili all’ associazione (si richiamano gli episodi estorsivi in danno delle imprese: FARSURA, Bagatti, Basile, Branca, Bua, Scorpiniti, Cicero, Sisca ecc.; ed inoltre i danneggiamenti di cui ai capi 56 e 58 dell’ imputazione). Quanto al “versante passivo” dell’attività della cosca, la Corte ritiene che, senza dubbio, la predetta forza intimidatrice abbia posto gli estranei al sodalizio in una condizione di assoggettamento ed omertà, come si evince dalla constatazione che nessuna delle parti offese delle richieste estorsive ha mai denunciato nulla alle forze dell’ordine, tranne i danneggiamenti che, per la loro evidenza esterna, non potevano essere tenuti nascosti. La cooperazione offerta dalle vittime dei delitti all’ accertamento dei fatti e delle relative responsabilità è rimasta scarsissima, anche dopo che le dichiarazioni dei collaboratori avevano svelato l’ esistenza dei reati. A titolo esemplificativo, si citano le deposizioni, sicuramente reticenti, dei testimoni: Basile Carlo (udienza del 24.9.1997, il quale ha negato di aver mai ricevuto richieste estorsive, pur avendone in precedenza rivelato, oralmente, l’ esistenza ai CC di Cariati - vedi deposizione del M.llo Stefanizzi all’ udienza del 21.10.1997); Bua Melchiorre (udienza del 25.9.1997, il quale, titolare di un’ impresa che aveva subito un danneggiamento, ha posto in dubbio addirittura che il danneggiamento fosse rivolto a lui) e Minnella Salvatore (sulla condotta reticente di questo testimone si rimanda al capitolo relativo all’ omicidio di Stricagnolo Giuseppina, in cui il tema viene specificamente approfondito). Circa la sussistenza della contestata aggravante di cui al 4° comma dell’art. 416 bis c.p., si osserva che la disponibilità di armi da parte degli affiliati al “locale di Cirò”, per il conseguimento delle finalità associative, risulta dalle ripetute, convergenti dichiarazioni dei collaboratori, le quali trovano adeguato riscontro nella sequenza di delitti, riferibili all’ associazione e commessi con uso di armi o esplosivo (vedi omicidi e danneggiamenti - anche quelli strumentali alle estorsioni menzionate - sopra citati). PARTE 12: GLI APPARTENENTI AL “LOCALE DI CIRO’” (CAPO 107) CAPITOLO 12.1: PREMESSE Nei capitoletti che seguono verranno affrontate le contestazioni aventi ad oggetto l’appartenenza al “locale di Cirò ”. In ordine alla questione relativa all’esistenza della predetta associazione di tipo mafioso ed alla sussistenza della contestata aggravante di cui al 4° comma dell’ art. 416 bis c.p. (che opera nei confronti di tutti gli associati, indipendentemente dalla consapevolezza di ciascuno circa l’esistenza di una dotazione “associativa” di armi), si richiamano le argomentazioni svolte nel capitolo 5.4. La trattazione seguirà l’ordine della rubrica.… 12.8) BRUNO NATALE L’ imputato Bruno Natale è raggiunto dalle dichiarazioni accusatorie rese nei suoi confronti da Cavallaro Vincenzo, Tripodoro Pasquale, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio e Covello Rocco. 42 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 43 Cavallaro Vincenzo (udienze del 3, 4 e 5 febbraio 1998) ha dichiarato di aver personalmente conferito sin dal 1983 al Bruno (già “rimpiazzato” in concomitanza con la nascita dell’ associazione) il grado di “sgarrista”, ribadendone così l’ appartenenza al “locale di Cirò”, capeggiato in quel periodo da Aloe Nicodemo. Ed infatti, lo zio di quest’ultimo, Aloe Giuseppe, ha indicato l’ imputato (udienza del 13.1.1998) come uno degli assidui frequentatori di suo nipote. Inoltre, il Cavallaro ha dichiarato di aver ricevuto delle “visite” da parte del Bruno, durante la propria detenzione in Germania ed è documentalmente provato che almeno una di tali visite ebbe luogo in data 27.3.1990 (vedi paragrafo 6.17.12). Anche Tripodoro Pasquale (udienza del 29.4.1998), Covello Rocco (interrogatorio dell’ 11.4.1996) e Cicciù Antonio (udienze del 12 marzo e del 9 aprile 1998), hanno riferito che il Bruno era affiliato all’ associazione mafiosa cirotana. Il terzo, in particolare, ne ha pure precisato il grado, che corrisponde a quello indicato dal Cavallaro. Aloisio Salvatore (udienza del 3.6.1998) ha dichiarato che l’ imputato faceva parte del “locale di Cirò” (era “rimpiazzato”) e che era stato “attivo” finché non si era ammalato di pleurite. Le dichiarazioni dei predetti collaboratori (tutte attendibili e reciprocamente riscontrantesi) trovano ulteriore conferma nelle intense frequentazioni del Bruno con elementi di spicco dell’ organizzazione mafiosa cirotana, quali i fratelli Farao (Giuseppe e Silvio) e Marincola Cataldo (ma anche con altri associati, come Grisafi Cataldo, Vasamì Luigi, Amantea Francesco ecc.), in un arco temporale che va dal 1988 al 1994 (si veda la testimonianza del Cap. Iannone nell’ udienza del 3 dicembre 1997). 12.24) FARAO GIUSEPPE e FARAO SILVIO L’ inserimento degli imputati Farao Giuseppe e Farao Silvio nel “locale di Cirò” risulta dalle dichiarazioni (tutte attendibili e vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali: Cirillo Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Greco Mario, Garofalo Francesco, Tripodoro Pasquale, Magliari Pietro Alberto, Pino Francesco, Arturi Umile. Il Cavallaro, in particolare, ha riferito di come i fratelli Farao abbiano preso parte attiva alla fase costitutiva della predetta associazione mafiosa (si veda il capitolo 6.2 ed i riscontri ivi indicati in ordine ai rapporti tra i Farao ed il vecchio boss Santoro Giovanni). Inoltre, gli elementi di prova evidenziati nei capitoli 6.12, 6.13, 6.14, 6.17 e 6.25, pur inidonei a fondare un giudizio di responsabilità nei confronti degli imputati per i delitti ivi esaminati, dimostrano la costante presenza degli stessi ai vertici della cosca cirotana, dall’ epoca dell’ omicidio Santoro al loro arresto nell’ ambito del presente procedimento (giugno 1995). Ulteriore conferma di ciò si trae dall’ accertato coinvolgimento dei due Farao nella fase decisionale dell’ omicidio Mirabile (si veda il capitolo 6.19). Le frequentazioni degli imputati con molti altri associati al “locale”, in tutto l’arco temporale di cui sopra, nonché le loro “visite” al Cavallaro ed a Cariati Basilio, detenuti in Germania (si vedano le emergenze di prova specificiate nel capitolo 6.17 e tutte le dichiarazioni del Cap. Iannone, con particolare riferimento a quella del 3/12/1997) offrono l’ennesimo supporto al preannunciato risultato di prova. 12.39) MARINCOLA CATALDO L’ inserimento dell’ imputato nel “locale di Cirò”, con collocazione “apicale”, risulta dalle dichiarazioni (tutte attendibili e vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali: Cirillo Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Greco Mario, Garofalo Francesco, Tripodoro Pasquale, Magliari Pietro Alberto, Pino Francesco, Arturi Umile, Belmonte Nicola, Russo Tommaso. Aloisio Salvatore, in particolare, ha riferito di come il Marincola, dopo l’uccisione di Aloe Nicodemo, si sia imposto come il personaggio più autorevole della cosca cirotana, divenendone il sostanziale punto di riferimento. Gli elementi di prova evidenziati nei capitoli 6.13, 6.14, 6.15, 6.16, 6.17, 6.19 e l’accertata responsabilità dell’ imputato per i gravissimi episodi delittuosi ivi trattati stanno a dimostrare l’assunto iniziale. Le frequentazioni del Marincola con gli altri associati al “locale”, in un arco di tempo che copre tutti gli anni ’80 e giunge fino all’ arresto del medesimo nell’ ambito del presente procedimento, nonché le sue “visite” al Cavallaro ed a Cariati Basilio, detenuti in Germania (si vedano le emergenze di prova specificate nel capitolo 6.17 e tutte le dichiarazioni del Cap. Iannone, con particolare riferimento a quella del 3.12.1997) offrono l’ ennesimo supporto al preannunciato risultato di prova. 12.47) PIRILLO VINCENZO L’ inserimento dell’imputato nel “locale di Cirò” risulta dalle dichiarazioni (tutte attendibili e vicendevolmente riscontrantesi) di una serie di collaboratori, quali: Cirillo Giuseppe, Cavallaro Vincenzo, Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Rocco, Tripodoro Pasquale. Cavallaro Vincenzo ed Aloisio Salvatore, in particolare, hanno riferito di come il Pirillo sia uno degli “affiliati storici” della 43 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 44 cosca cirotana e, dopo l’uccisione di Aloe Nicodemo, si sia imposto come uno dei personaggi più autorevoli della stessa. Gli elementi di prova evidenziati nel capitolo 6.12 e l’ accertata responsabilità dell’ imputato per l’omicidio di Aloe Nicodemo stanno a dimostrare l’assunto iniziale. Le frequentazioni del Pirillo con gli altri associati al “locale”, in un arco di tempo che giunge fino all’arresto del medesimo nell’ambito del presente procedimento, nonché le sue “visite” a Cariati Basilio, detenuto in Germania (si vedano le emergenze di prova specificate nel paragrafo 6.17.12 e tutte le dichiarazioni del Cap. Iannone, con particolare riferimento a quella del 3.12.1997) offrono l’ ennesimo supporto al preannunciato risultato di prova. Sentenza Corte di Assise di Catanzaro n° 5 del 24.3.2004 a) l’ esistenza delle singole consorterie mafiose Quanto al “locale” di Cirò, cui era parte integrante quello di Cariati, sono intervenute le ulteriori dichiarazioni di Ferrazzo Felice, Covelli Alessandro, Foschini Vittorio, che ebbero rapporti criminali con i capi e gli affiliati del predetto gruppo, come può agevolmente rilevarsi dal tenore delle loro dichiarazioni, riportate riassuntivamente nei relativi paragrafi, nonché del De Franco che era affiliato al predetto “locale” sin da quando vi era a capo Nick Aloe e che ebbe un maggiore ruolo in esito alle misure cautelari applicate nell’ambito del procedimento “Galassia”. b) Le lotte interne e quella contro Iona - Dima Dall’ insieme delle emergenze istruttorie risulta che nell’ ambito dei singoli “locali” si verificarono varie lotte finalizzate ad ottenere il comando ed il predominio sul territorio del Comune di appartenenza, in funzione delle quali nascevano o cessavano delle alleanze. Molti elementi di prova sono emersi sulla lotta in Strongoli tra il gruppo Dima, Giglio, Scalise e quello, contrapposto, dei Valente-Castiglione. Il Cicciù ha narrato che originariamente vi era un’ unica “famiglia” in Strongoli composta da Mimmo Fedele, Mimmo Valente, Dima Bruno, Benincasa Michele ed altri, poi vi fu un litigio e nacque un contrasto tra i Valente-Castiglione, da una parte, e Dima, Scalise, Giglio e Levato, dall’ altra, questi ultimi erano appoggiati dai Cirotani. Su questa comune origine dei due gruppi vi sono le dichiarazioni di Castiglione Giuseppe che ha narrato del legame delinquenziale del figlio Francesco con Dima Bruno, Capalbo Vincenzo e Scalise Salvatore, dei litigi insorti con questi ultimi e dell’ avvicinamento di Francesco Castiglione ai Valente, dopo che subì un attentato ad opera di Dima e Capalbo. Le relazioni di servizio più risalenti, redatt e dalla Forze dell’Ordine operanti in quel Comune, sembrano confermare questa ipotesi in quanto unitamente a Scalise, viene registrata, a volte, anche la presenza di membri della famiglia Castiglione. Del conflitto fra i due gruppi, ormai strutturati, pa rlano: - la lunga serie di omicidi consumati e tentati che si successero dal gennaio 1982 (a partire dal tentato omicidio Martino Fedele, in Strongoli), riportati nel capitolo II a cui si rinvia; - i collaboratori Aloisio Salvatore, Cicciù Antonio, Covello Alessandro, Foschini Vittorio, Pace Vincenzo; - il teste Castiglione Giuseppe padre di Castiglione Francesco e Luigi, uccisi nel corso della faida; - e vi è la voce di uno dei protagonisti, Dima Bruno, che, in esito al quarto attentato subito, mentre si trovava ricoverato in ospedale (16 aprile 1987) rilasciò dichiarazioni al Capitano Bottacci, comandante la Stazione di Cirò Marina, indicando gli autori dell’ attentato in esponenti del clan avverso (Valente Felice, Castiglione Giuseppe, Castiglione Francesco, Castiglione Luigi, Carbone Rubens e Ristagno Pasquale (v. verbale s.i.t. acquisito in atti). Su tale vicenda si innesta quella dell’ allontanamento del Dima dai cirotani (connessa alle lotte interne di questo gruppo che condussero all’ omicidio del cap o Nicodemo Aloe), su cui concordi sono le dichiarazioni di Foschini, Aloisio, Cicciù e Pace. Il Foschini ha narrato che negli anni ‘80, su sollecitazione di Coco Trovato, si mise in contatto con Dima Bruno per combinare un incontro a Milano tra Nicodemo Aloe e Paolo De Stefano. Conobbe il Dima in quell’ occasione, glielo presentò Enzo Carvelli che gli disse anche che il Dima era da poco scampato ad un attentato in cui aveva perso la vita un certo Cataldo. Poi seguì l’ incontro, in un ristorante a Corsico, tra Nicodemo Aloe, Silvio Farao, Cataldo Marincola, un uomo grosso facente parte della cosca di Cirò, e Coco Trovato, Papalia, Schettini. Lì discussero di una vicenda relativa ad una guerra in corso ed i cirotani gli chiesero aiuto per uccidere Valente Domenico, che si trovava in Lombardia, volendo dare una risposta all’ attentato subito dal Dima. Alla fine del pranzo uscirono tutti insieme e Papalia disse a Silvio Farao ed a Cataldo Marincola che Nick Aloe non gli piaceva. Marincola gli rispose di non preoccuparsi perché Nick Aloe era finito e che da lì a poco avrebbero ricevuto la notizia. Il collaboratore ha aggiunto che, successivamente, il Dima fu tratto in arresto. 44 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 45 L’ attentato a Dima, in cui perse la vita il Capalbo (il Foschini ha ricordato “Cataldo”) si verificò il 26 agosto 1986 (nel precedente attentato del marzo 1984, nessuno era rimasto ucciso). Dalla sentenza del processo “Galassia” si evince che Nick Aloe fu ucciso il 10 gennaio 1987, quindi l’ incontro descritto dal Foschini va collocato nel lasso di tempo compreso tra la fine di agosto ‘86 e gli inizi di gennaio ’87, in cui il Dima era ancora il boss di Strongoli, amico di Nick Aloe. Il Cicciù ha riferito che dopo l’ uccisione di Nick Aloe (avvenuta ad opera dell’ Aloisio, dei due Farao, di Marincola e Pirillo Vincenzo, come riferito dall’ Aloisio), Farao Giuseppe che aveva assunto il comando del gruppo di Cirò insieme a Marincola, era in una cattiva disposizione d’animo nei confronti di Dima Bruno, tanto che commentò positivamente l’ attentato da questi subito ad opera dei Castiglione l’ 1 aprile 1987 (saltò in aria con la sua auto blindata e riportò gravi ferite), dicendo che “Adesso la quercia è morta – diciamo che era Nick Aloe – e tutti i rami che avevano peccato con Nick Aloe dovevano pagare”. Dopo quindici giorni il Dima subì un ulteriore tentativo di omicidio all’ interno dell’ Ospedale e, come già riportato, fece i nomi degli attentatori ai Carabinieri. Il Cicciù e l’ Aloisio hanno riferito che Farao e Marincola dissero che Dima si era comportato da infame ed andava allontanato. L’ Aloisio ha narrato che il Dima tentò di incontrare Farao Giuseppe per chiarire la vicenda, ma questi non si recò all’ incontro, poi Dima fu arrestato (v. conforme Foschini) e quando uscì dal carcere cominciò la faida contro i cirotani ed i suoi ex amici di Strongoli, Giglio, Scalise, e Levato, con cui aveva avuto dei dissapori e che intanto avevano preso in mano il “locale”. Anche il Cicciù ha riferito della volontà del Dima di incontrare Farao per chiarire la vicenda. Il capitano Giardina ha dichiarato che Bruno Dima, dopo gli attentati del 1987, si trasferì a Belvedere Spinello, comune in cui abitava Iona Guirino, e si spostava raramente da lì. Della volontà dei cirotani di uccidere Dima, considerato un traditore, hanno riferito anche il Foschini ed il Covelli, nonché Franco Pino, boss della consorteria di Cosenza, a cui Farao Giuseppe, Farao Silvio e Marincola si rivolsero perché li mettesse in contatto con Garofalo, che sapevano essere diventato amico del Dima, al fine di chiedergli aiuto per l’ uccisione di questi. Il Cicciù ha, altresì, narrato di avere conosciuto Franco Coco Trovato a Cariati e che Giglio Salvatore gli disse che da lì a poco sarebbero arrivati Giuseppe Farao e Vincenzo Pirillo i quali avevano appuntamento con Coco Trovato ed un certo Peppe Flachi per organizzare l’ omicidio di Valente Domenico della cui esecuzione si sarebbero fatto carico i due (udienza dell’ 11.4.2003, pag. 71 e 72). Questo insieme di vicende attinenti alle lotte interne ai vari “locali”, concorsero tutte a creare i presupposti per la faida tra i “cirotani” ed i loro alleati, da una parte, ed il gruppo Iona-Dima, dall’ altra, a comprovare la quale sta un imponente quadro probatorio costituito da: - i numerosissimi omicidi commessi in danno di esponenti dei due schieramenti, a partire dall’anno 1988, riportati nel capitolo II, a cui si rinvia (la riferibilità delle vittime ai due schieramenti si desume dalle relazioni di servizio sulle loro frequentazioni e dal contenuto di alcune conversazioni intercettate); - gli esiti delle consulenze balistiche che indicano l’ uso delle medesime armi per la commissione di vari attentati provenienti dal medesimo schieramento; - le dichiarazioni dei collaboratori Cicciù Antonio, Aloisio Salvatore, De Franco Vincenzo, Covelli Alessandro, Pino Franco, Comito Antonio, Foschini Vittorio, Pace Vincenzo; - le dichiarazioni delle testimoni Rimedio Mirella, Lorenti Michelina, Longobucco Filomena; - le sentenze passate in giudicato relative: - all’omicidio di Dattolo Antonio (sentenza n. 14/96 emessa dalla Corte d’Assise di Catanzaro il 19 dicembre 1996, di assoluzione di Iona Guirino, Iona Francesco e Iona Giuseppe); - al duplice omicidio Pagliuso-Marullo (sentenza n. 12/95 emessa dalla Corte d’Assise di Catanzaro in data 13 novembre 1995, di assoluzione di Megna Domenico); - al tentato omicidio di Frustaci Luigi (sentenza n.153 del Tribunale Di Crotone, emessa il 19 luglio 1995, di condanna di GIGLIO Vincenzo + 4 ); - sentenze che nelle relative motivazioni, collocano i predetti delitti nell’ambito della faida tra le due contrapposte fazioni mafiose; - le testimonianze degli agenti di Polizia Giudiziaria che hanno condotto le indagini sui singoli delitti; - il contenuto di alcune conversazioni intercettate sulle utenze telefoniche in uso a Benincasa Michele, Russano Francesco, Rizzo Anna Maria, Dima Bruno, e nell’ abitazione di Iona Guirino. Pertanto la Corte ritiene che a fronte di tali elementi probatori non possa permanere alcun dubbio circa la sussistenza della faida in oggetto. d) L’ inesistenza di una nuova ed autonoma associazione Alla stregua di quanto su esposto va verificata la tesi d’accusa secondo cui la predetta faida determinò la costituzione di un’autonoma associazione a delinquere sotto la guida dei capi del locale di Cirò (Farao Giuseppe e Marincola Cataldo). La giurisprudenza della Suprema Corte ha ravvisato la configurabilità di una diversa ed autonoma fattispecie associativa nella “costituzione da parte di un’organizzazione criminosa già operante, al fine di estendere il proprio campo di influenza, di un gruppo criminale associato che agisca in un determinato territorio con autonomia decisionale ed operativa” (Cass. Sez. I, 3 marzo 1995, n° 2167). Pertanto l’ indagine, ai fini che qui rilevano, va condotta nel senso di verificare se vi è prova della 45 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 46 configurazione di un gruppo “associato” che abbia agito con autonomia decisionale ed operativa rispetto ai singoli “locali” da cui provenivano uomini e mezzi. A tal proposito, osserva la Corte che dal racconto di tutti i collaboratori è emerso che: - il “locale” di Cirò era il più forte per storia criminale e disponibilità di “azionisti”, e tendeva a porre a capo delle cosche limitrofe uomini ad esso collegati, fornendo a tal fine il proprio aiuto nelle lotte interne (v. appoggio a Ferrazzo contro Russo, a Mesoraca; appoggio a Cosimo contro Iona, a Rocca di Neto; appoggio a Sorrentino contro Vrenna su Crotone); - i singoli “locali” accumularono autonomi motivi di inimicizia e rancore nei confronti di Iona Guirino e Dima Bruno; - il comportamento di questi ultimi minava “l’autorità” del locale di Cirò, i cui capi si adoperarono per eliminarli; - gli uomini utilizzati nei singoli attentati erano individuati in modo occasionale e di volta in volta, tra quelli aderenti ai singoli locali, così come le armi e le postazioni logistiche (FINE). ******************************** La presenza costante negli ultimi anni di denunce reticenti (cioè indicanti solo il fatto esteriore e non occultabile del danneggiamento, e non anche l’ autore della sottostante richiesta estorsiva) da parte delle persone offese dei numerosi atti di danneggiamento od incendio nei territori dei Comuni di Legnano, Lonate Pozzolo e limitrofi, la commissione di omicidi (quello di Murano Cataldo in data 7.1.2005 in Lonate Pozzolo – MI – e quello di Murano Alfonso in data 27.2.2006 in Ferno – VA) con modalità tipiche della delinquenza mafiosa (Murano Cataldo veniva ucciso a colpi di arma da fuoco cal. 38 e poi bruciato, Murano Alfonso veniva ucciso con un colpo di arma da fuoco al cuore e da altri due in faccia quando era già a terra), la presenza sul territorio di soggetti provenienti dalla zona di Cirò Marina (KR) con accertati rapporti parentali 42 e di frequentazione con esponenti di spicco del “Locale” ivi dominante, costituiscono obiettivi, concreti e gravi elementi indiziari in ordine alla sussistenza di una carica intimidatrice derivante dallo stesso vincolo associativo in capo all’ associazione a delinquere operante in territorio delle province di Milano e Varese, ed oggetto di indagine nel presente procedimento . A) 2 – condizione di assoggettamento e di omertà Le indagini effettuate consentono di ritenere sussistenti in capo alla generalità dei cittadini che vivono in questa porzione di territorio, nonché degli operatori economici operanti nel medesimo ambito territoriale, condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dalla capacità di intimidazione sopra indicata. Elementi, questi, strutturali (unitamente alla capacità di intimidazione derivante dal vincolo associativo) del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso p. e p. dall’ art. 416 bis c.p. e consistenti rispettivamente, la prima, nello stato di sottomissione e succubanza psicologica nelle potenziali vittime dell’ intimidazione, derivante dalla convinzione di essere esposti ad un grave ed ineludibile pericolo di fronte alla forza dell’ associazione; la seconda, nel rifiuto pressoché generalizzato di collaborare con gli organi della giustizia, solitamente sotto forma di testimonianze false e reticenti o di favoreggiamento. Detti elementi sono desumibili non soltanto dal ridottissimo numero di denunce e dalla natura sostanzialmente reticente delle stesse, ma in modo assai significativo anche da dichiarazioni pubbliche di rappresentanti delle amministrazioni locali, come VERDERIO Modesto, consigliere comunale in carica, che dopo aver rilasciato un’ intervista riportata da alcuni giornali locali in data 3 marzo 2006, circa il pagamento del “pizzo” da parte della quasi totalità dei commercianti della zona, veniva sentito a sommarie informazioni. In quella sede, il VERDERIO precisava quanto segue: “Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2004 venivo avvicinato da alcuni cittadini di Lonate Pozzolo, i quali mi sottoponevano alcune problematiche presenti sul territorio in riferimento al problema della criminalità calabrese dedita alle estorsioni presso gli esercizi pubblici …….”. In modo significativo lo stesso consigliere comunale VERDERIO, verosimilmente egli stesso intimorito per primo delle conseguenze che l’ indicazione nominativa di detti concittadini avrebbe loro comportato, evitava nel prosieguo di dette s.i.t. 42 Già si è detto (vedi nota n° 41) che RISPOLI Vincenzo è nipote (per parte di madre) di FARAO Giuseppe, capo della cosca di Cirò Marina (KR), già condannato per 416 bis e diversi omicidi. 46 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 47 di fornire nome e cognome (sicuramente conosciuti date le ridotte dimensioni del Comune di Lonate Pozzolo) dei concittadini che gli avevano segnalato il problema generalizzato del pagamento del “pizzo”. B) – ALTRI FATTORI rivelatori dell’ ESISTENZA dell’ ASSOCIAZIONE a DELINQUERE B) 1 – rituali di affiliazione Nel corso delle indagini non sono state documentati veri e propri riti di affiliazione mediante “battesimi” o conferimento di “doti”, ma in modo assai significativo si è accertata l’ opera di pressante indottrinamento condotta da FILIPPELLI Nicodemo nei confronti di ZOCCHI Fabio circa la natura dell’ associazione, i requisiti per poterne far parte e le regole che ogni affiliato deve rispettare, pena, nei casi di gravi violazioni, l’ eliminazione fisica. Si riportano i passaggi più significativi di due intercettazioni ambientali inerenti il profilo richiamato. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 43 F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio . . . omissis . . . F:…che tu da adesso in avanti...non sei più solo...cioè non ...a parte che non lo eri neanche prima...ma ora, da, da adesso in avanti tu sei maggiorato come persona nel senso che...vieni, fai presente, perchè ogni cosa io la devo fare presente...ed è meglio così...fai presente una situazione...metti che tu ci hai una discussione con qualcuno, noi sappiamo già tu con chi sta avendo a che fare... ehhh...e dobbiamo... se ...dobbiamo intervenire , dieci, ven...dieci, quindici, venti persone...dobbiamo intervenire... (incomprensibile) è come tutti, è come essere una famiglia ...questo è...se non sta bene si può anche rifiutare, è meglio rifiutare piuttosto che ... dice, perchè tu sei vincolato... gli altri, gli altri sono liberi, giustamente fanno quello che vogliono, tu non lo puoi fare...quindi ogni cosa che si fa da ora in avanti, andiamo da ENZO 44 ... parlo...ENZO mi dice benissimo, questo e questo...e gli e la espongo... se ti sta bene bon, se non ti sta bene ...cioè, io...mi devo, mi devo, devo per forza scindere e magari te la fai da solo questa cosa che tu vuoi fare... Z: no ma ehh... tornando al discorso che avevamo fatto l'altra volta...se è una cosa che salta fuori così, è una cosa che salta fuori diciamo al di fuori di quello che ti possono eventualmente dire... F: allora!!....cioè il discorso è questo... Z: così almeno, l'altra volta ... F. ti faccio, ti faccio un esempio... Z: l'altra volta così mi hai detto... F: nooo, l'altra volta ti ho accennato un qualcosa...ti faccio un esempio...metti che io vada li, metti metti che vada dove mi hai detto....io, te e altre tre persone andiamo a fare un recupero...giusto!....voi siete in quattro... e io sono da solo...giusto?...il mio essere da solo, io ci ho un esercito alle mie spalle, hai capito?...se tu non sei, tu, tu stai andando tu come figura ...ma tutti quanti di, di noi ti teniamo gli occhi addosso, pure che non ci siamo teniamo gli occhi addosso... se tu hai bisogno siamo tutti li...quindi tu te ne devi chiedere due parti ...se sono quattrocento mila euro e siete in cinque...dovete fare diviso sei...se tu devi prendere due parti, la tua seconda parte va portata in società...e quello che è...mentre se tu a me mi regali cinquemila euro, ti faccio per pura ipotesi, non un lavoro, tu vieni e mi regali cinquemila euro.........io vado li e gli devo lasciare mille euro...ma mi fa piacere farlo, non... cioè non lo faccio perchè mi dà fastidio o perchè, io sono contento che è così...perchè cosi mi sento piùùùùù....così mi mang... me li mangio i muri...hai capito? Z:se per dire recuperiamo cinquantamila euro da un recupero, tu di quei venticinque li che tu prendi...riusciamo a prendere qualcosa?... F: no, no, no, no, no,no...no...se io e te andiamo a fare un recupero di cinquanta, di venticinquemila... Z: cioè metti questo qui che viene oggi, si riesce a recuperare.... 43 n° 522 del 18.04.2006 ore 11.11 Chiaro riferimento a RISPOLI Vincenzo (nato a Cirò Marina – KR - il 15.12.1962 e residente a Legnano – MI – in via Sabotino n° 43), capo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”. 44 47 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 48 F: ohhh.... Z: mille euro... F: non è , nooo aspetta non è così! io e te cioè se io e te andiamo a fare un recupero io che mi sto muovendo...perchè tu no, ma io che comunque sono con te...io devo dirlo va che io sto facendo questo, questo e questo...come funzio...cosa devo fare? perchè è ENZO che dice a me, ENZO, interviene mentre parla con gli altri e dice... non è che dice... è una cosa impostata...così, così,così...vieni, ne parli, e dici ...c'è questo, questo, questo e questo...poi io... decido, ti regolo e dici ...in questa situazione ehhh...dobbiamo dare per dire cinquemila euro a ENZO...io dico a ENZO per dire tutti diciamo a ENZO... Z: va bene... F: per dire tutti no...cinquemila euro ti dico io a te...tu mi dici va bene, mi sta bene oppure mi dici no, non mi sta bene, li glieli dai dalla tua parte...e tu, dopo sei tu a dire mi sta bene o non mi sta bene, io dall'altra parte ti dico no, non va bene perchè...(incomprensibile)...non va bene perchè, è vero che siamo in due, ma se è facile è facile, se è difficile gli altri...che io...vado a pagare...e tra virgolette vado a pagare perchè lo fa... lo farebbero poi anche gli altri, e serviranno per carcerati che sono sempre...quando non si fa niente dobbiamo mettere cento euro per uno, cinquanta euro, al mese e siamo venti, trenta persone, si raccolgono comunque millecinque, duemila euro al mese ...stavo dicendo no, quandooo ehm, seee ehm, ti dico niente, va per me non mi conviene, perchè se andiamo io e te e ci sono problemi se ci andiamo a scannare con venti persone, siamo due cretini messi li, siamo in due noi e loro in venti, però se io dico oh, guarda che mi servono questo, questo, questo e quello, io dopo due ore o dopo tre ore o ci organizziamo per il giorno dopo io c'ho dieci persone, quindici persone lì, hai capito, quindi...io ti ci ma...dici eh, voi ci andate in due, però la gente che si va a informare...anche perchè po...prendiamo il caso di GIUSEPPE, prendiamo il caso di GIUSEPPE, se io no lo avevo fatto presente a ENZO, quei soldi la li dovevo tornare tutti indietro, te lo dico io...li dovevo tornare tutti indietro... Z: eeeh, l'ho pensato anch'io, però diciamo che... F: ...eeeh, allora... Z: ...in una situazione del genere non mi sono mai a... a parte quella, non mi sono mai capitate, oddio ...(incomprensibile)... F: ...ma non è questo FA, non è...allora metti che tu a uno gli...a qualcuno gli stai portando via dei soldi, giusto? tu e io...lo sanno i nostri...poi questi qua si van a lamentare con qualcuno di, di REGGIO CALABRIA...ti faccio un esempio, così, poi a REGGIO CALABRIA sanno che c'è uno di CIRO', vanno a chiedere informazioni, dice che è ...(incomprensibile)... abbiamo questo, abbiamo quello, abbiamo quello...tutto, sanno tutto, se la gente non sa niente dice, va beh, a noi che c'interessa, non ci riguarda, no lo so io dice ENZO, sono cose che non ci riguardano, fate quello che volete, noi ci dobbiamo affrontare questa gente. Tu dici, non sono mai successe queste cose qui, però se succede una volta... Z: no no..(incomprensibile)...non sto pensando a quello, io sto pensando a un discorso, diciamo, di come vieneee...cioè non ho ancora capito proprio niente... … omissis … F: ...cioè, il discorso verrà impostato in questo modo, se qualcuno viene da me e mi diceee...cioè io non è che, io sono obbligato a quello che ti sto dicendo, attenzione eh! sono obbligato, io faccio parte della ruota FABIO ... Z: ...no ma io, ma io, ho capito, ma questo l'ho capito, ma il mio discorso è diverso, se si metti cheee...con oggi o in questi giorni si recuperaaa... F: ...ma si recupera come? io prima di recuperare lo devo dire a ENZO ... Z: eh beh, non ci sono prooo...anche...cioè in ogni caso? in ogni caso? cioè metti che abbiamo da, da far saltar fuori cinque o sei mila come abbiamo fatto l'altro giorno, è in ogni caso oppure solo su certe cose? F: no, no, no, no, è beh, comodo allora... Z: ...no, no, ma il discorso che ti ho fatto l'altra volta... F: ...sempre, sempre, sempre, allora io, il discorso che ti ho fatto io è questo, eee...se noi, se io, se tu vieni da me e mi dici c'è da fare questo, io a te ti faccio una proposta e ti dico, tra vigolette, ma andiamo insieme, non è che non vie..., cioè non è che, non è che sia una persona che conosco da ieri e ti dico, ascoltami, io ci vengo con te a lavorare, andiamo a un recupero, andiamo dove vuoi però, ti dico io a te, da persona che ti conosco, ma non tanto, ti dico però siccome siamo io e te e ci sono cinquantamila euro, eee...facciamo così, io ne prendo per dire eee...ventotto mila euro e tu ne prendi ventidue, alla fine ne prendiamo ventidue a testa, ti sta bene? tu mi dici, no, non mi sta bene, dici tu, boh, benissimo siamo amici come prima, e non posso, io non posso partecipare con te...cioè nonnn basta..., il discorso è chiuso...se a te sta bene...però tu dici va be io altri seimila euro ci vanno, vanno a...ad amici... Z:...io lo so, lo so dove vanno... F: aspetta, ad amici che però, che però, sono a nostra disposizione quando vogliamo...ti dico io a te...te lo dico a te perchè sei un amico questo, se non eri un amico neanche te lo spiegavo … Z: è normale... 48 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 49 … omissis … F: mettiamo ASPESI...ASPESI si accorge che gli abbiamo fottuto presto quarantamila euro...giusto?...perchè...perchè arriverà a sta conclusione no?... Z: ...(incomprensibile)... F: per cui litigheranno...va ASPESI e si rivolgeee...a ENZO...qualcuno lo porta da Enzo, sa che è un amico ...qualcuno lo porta a qualcuno, aah PASQUALE U BARBARO, ti dico PASQUALE U BARBARO che dispone di cento uomini pronti aaa....ehh, che facciamo?...va la e dice vedi che c'è questo, questo e questo...chi sono, tizio e caio... ci sono io...non vengono da me, vanno da ENZO e dice guarda che c'è sta situazione qua, cosa facciamo?....eccetera eccetera, ENZO dice che la sa la cosa ...(incomprensibile)( forse: tre o quattro in un anno)... se non la sa , io vado nei guai...perchè io ho specificato guarda che io ho qualcosina in corso ancora, e qualcosina che è stata fatta e diranno che non hanno fatto...tutto quello che è stato fatto dirà a oggi...mi dice...se c'è qualcosa in corso e la chiudete, da quella cosa in corso in avanti perchè qua, poi prima o poi si verrà a sapere, e ti dico una cosa che quando le cose, le regole vengono impartite, la si muore... (incomprensibile)...quindi io, dice se ai vostri non sta bene quello che dite voi...la è legittimo non è che uno è obbligato dice ehhh...siete in quattro no io però ho bisogno di una parte in più, perchè se no la mia parte se ne va a puttane, è chiaro che ...se tu ci vai lo stesso e prendi la parte...se tu prendi diecimila euro è chiaro che vengano a te i diecimila euro... gli altri. perchè gli altri non hanno fatto niente, però è un peccato che siete andati a rischiare tutti, tu hai preso la metà degli altri...però eri il più forte degli altri però se tu avevi la discussione con qualcuno per...è facile dire finchè va bene va tutto bene...quando ci sono i problemi tipo ... un altro problema con "ANNALETTI"...tra virgolette è un problema,(incomp) quello...quello scemo li è andato da, da ENZO, no!...perchè quello è uno scemo...ma per quello scemo, se realmente ci sono le persone che (incomprensibile ) ENZO... Z: (incomprensibile)... F: la veniva fuori veramente un, un pandemonio...vedi,come, come si vanno a, a intrecciare le cose...questo è andato dentro... … omissis … F: aspetta, aspetta, aspetta...io, io...c'è anche questo, io ...ehhh...ci ho eee, c'era da fare un favore di questo che viene alle quattro...giusto?...ci, ci sono da investire 10.000 euro...aspetta ehhh, perchè non è che...cioè tante cose non vanno contro, io sono convinto che tutto a favore, attenzione, ehh perchè la massa, diventi forte, con la massa diventi forte, quando tu hai a disposizione dieci ragazzi che sono pronti a tutto...sei forte...io vado e gli dico, ascolta guarda che stiamo facendo ...cioè io partecipo solo con i soldi gli dico io...ehhh...dovrei partecipare con i soldi... Z: uhmm... F: la parte Mia e di Fabio ci sono 10.000 euro, da mettere...per fare un bidone, stanno facendo, stanno organizzando un bidone, me la date una mano?...per i soldi...se mi date una mano bene, se no... partecipa solo Fabio e vi farà un regalo come me... cioè tante cose vanno poi anche aaa....mio favore, a nostro favore... Z: ma infatti...ma il discorso che volevo dire io e questo...metti che Giacomo, con Giacomo si cerca di mettere in piedi un lavoro come quel negozietto li del supermercato...(incomprensibile )... da solo e tu lo sai che sta facendo, alla fine quanto abbiamo guadagnato? diecimila euro per uno, io te li do e tu li metti in tasca ...tra virgolette, nessuno sa niente...perchè qualè...che tanto, è come una cosa che ho fatto io e che nemmeno te l'ho detta a te …. F: si, si...no ma io ti dico un'altra cosa... Z: noi potrem... potrei non dirtelo... F: aspetta, aspetta... Z:io te lo dico ma potrei non dirtelo, giusto?... F: certo... Z: io ti dico tieni Nico, questi sono i diecimila ...(incomprensibile)...e vado via... F: si però.... allora, il discorso Fabio...ti dico questo e te lo dico veramente!!...quello che stai dicendo tu lo so io lo so, è quello che hanno fatto gli altri... Z: come quello che hanno fatto? F: quello che hanno fatto quelli che adesso si trovano, si trovano sotto terra 45 ... allora... … omissis … F: ...allora ... ti spiego come funziona, le persone bene...che bazzicano con gli altri dico, tu con me... 45 L’ argomento trattato nella conversazione (episodi di estorsione fatti in autonomia rispetto al “Locale” di appartenenza o comunque senza il rispetto della regola della ripartizione del pizzo tra i consociati) ed il riferimento a “quelli che adesso si trovano sotto terra” costituiscono chiari elementi che FILIPPELLI Nicodemo si riferisca alle vicende di RUSSO Giuseppe (ucciso a Lonate Pozzolo – VA – il 27.11.2005 presso il Bar “Moro” ed a MURANO Alfonso (ucciso a Ferno – VA – il 27.2.2006), nonché alla causale della loro uccisione (mancato rispetto delle regole del “Locale”). 49 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 50 Z: cioe io con te... F: o il Giuseppe buonanima 46 della situazione con me... Z: ecco, esatto... F: non (incomprensibile), anche Giuseppe o che ne sò...non lo so, Giuseppe diciamo...ohhh MIMMO ...MICUCCIO... che...(incomprensibile)...quando mi chiamano...(incomprensibile)... che tante volte i contatti sono persone eccezionali, cioè nel senso che vengono, vengono stimate ed apprezzate...se si comportano...perchè...perchè questo dice... una persona, per camminare con NICO 47 ...che fa parte di noi...vuol dire che è buona, vuol dire che è all’ altezza nostra ...cioè vuol dire che può stare in mezzo a noi...ecco...può stare con NICO può stare qui in mezzo a noi...questo vuol dire che ... perchè sai, loro hanno... è come una religione, giustamente...qua è, è una famiglia, la quando succede una cosa ...ecco perchè giù 48 per certe che si fa, sanno tutto...quando è, si riuniscono , questo ha fatto questo errore qua ...ehhh, va punito...bamm...bam, bam... dopo qualcuno non è d'accordo...i soldi giù, sono stati causa di tanti morti …… … omissis … F: no, non ti preoccupare che a loro non gli scappa niente... ti faccio un , un altro stupido esempio...TONI (n.d.r. ESPOSITO Antonio)...a parte la cazzata (incomprensibile) cinque anni fa...quello di farsi i cazzi suoi...di andare a rubare per cazzi suoi...(incomprensibile) cazzi suoi...pensa, è vero che erano... si erano rotte le acque...è vero...però lui era andato,andato, andato, andato...anche nei miei confronti ha sbagliato...nei confronti (incomprensibile)... Z: (Incomprensibile).... F: non gli hanno mandato gli euro a TONI...io personalmente, a livello personale io gli ho fatto quello che ho potuto...a livello personale...discuteremo anche questa situazione un domani...TONI (incomprensibile)....perchè TONI in teoria, è sempre dei nostri però è come se stato messo un po' da parte... perchè adesso va discusso e (incomprensibile)... Z: ad esempio, ad esempio...TONI adesso è in difficoltà... F: si discute, si discute e viene reinte...reitegrato ... e a me (incomprensibile) è il codice che dice ...vuoi che viene...è normale che lo voglia...vuoi che non lo voglia...si, allora se sta bene a te sta bene a noi...e viene reintegrato...e allora ha bisogno? ha difficoltà economiche? ehhh, qualcuno gli darà dei soldi …. … omissis … F: si...(incomprensibile)a ENZO o a ARMANDO o a coso, cosa gliene fotte...io mica prendo mille euro e ti spartisco cento euro per uno...che cosa gliene fotte...vengono messi li, i carcerati, na cosa...viene qualche, qualche amico da giù...viene ...CICCIO da giù....dai EMANUELE dammi cento euro che così porto CICCIO a mangiare... hai capito?...queste cose io le posso fare, come ...(incomprensibile)...e EMANUELE scrive, NICODEMO preleva cento euro per portare gli amici a mangiare...ehhh,cioè, per me è conveniente FABIO...perchè io (incomprensibile)....se mi arrestano a me, io (incomprensibile) posso dormire tranquillamente, alla mia famiglia mille euro gli arrivano...e gli arriverà anche alla tua famiglia se avessi (incomprensibile) ... poi verranno a farti anche ... sai magari qualcuno...prendi un recupero, io vado la... loro sono obbligati a dirci che quello sta facendo questo e questo..ma tizio e caio lo conoscono? loro sono obbligati ad interessarsi alla cosa ….. … omissis … F: non è un obbligo FABIO...tu lo vedi come obbligo, per me non è un obbligo, per me è la regola, non è un obbligo, è una regola, perchè quando io vado a lavorare posso guadagnare un milione di euro al giorno e gli altri sono contenti, non devo dare niente a nessuno, non è un obbligo, è una regola, ma a part...ma...è come se noi siamo una famiglia di dieci fratelli e io ai miei fratelli gli dico, oh, vedi che io sto andando a fare...(incomprensibile)...con FABIO e un amico di FABIO eccetera eccetera, se mi succede qualcosa tu sai dove sono andato io...sai l'obbligo che hai mio caro fratello, io ti faccio pure mangiare...ma non è che mangiano con i miei soldi, non ti pensare che mangiano, perchè se io gli metto trentamila euro di là, ci sono le spese ...(incomprensibile)...MASSIMO in galera, TONI c'ha bisogno, quell'altro è in galera...(incomprensibile)...TONI è in galera, non pensare che se li prendono loro, alla fine noi bene o male un piccolo pensiero l'abbiamo sempre fatto. Poi io ti ho parlato di stupide percentuali, è chiaro che se io eee...io e te andiamo a fare una cosa che...è chiaro che dico sempre che è tua la cosa, quello è sicuro, quello è sicuro, è matematico...eh ma una cosa non è che è un altro gli dico ascolta, io devo andare a fare questo e quello...eee...come la impostiamo la cosa... perchè ENZO ha detto, è meglio parlare chiaro, fare come si dice, patti chiari, dall’ inizio. Quando si andava a ruba...eeehm i CIROTANI andavano a rubare, i ragazzi andavano a rubare...(incomprensibile)...o alle banche...(incomprensibile)...chi andava a rubare, questo e quello, quanto avete 46 Ulteriore riferimento alla vicenda di RUSSO Giuseppe. Riferimento a se stesso, FILIPPELLI Nicodemo (detto Nico o Nick). 48 Riferimento a Cirò Marina (KR). 47 50 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 51 preso, cinquecento milioni...(incomprensibile)...a casa...basta, non si discuteva più, gli altri, per dire, che prendevano cinquecento milioni, due e cinquanta andavano in ...(incomprensibile)... due e cinquanta a CIRO', dieci...otto ragazzi, mille mille mille mille mille e versavano settanta, ottanta milioni, questi venti milioni alla cassa...ma non è che se li fotteva chi comandava, nessuno, la era una garanzia per tutti, ti assicuro una cosa, che quando tu andavi a fare una cosa per giù, ti sentivi un leone e chi ti toccava...chiii...chi si avvicinava a te...hai capito? ti mangiano, la vengono i grandi e ti mangiano...quelli sono ragazzi che con noi e chi li tocca...il BIONDO quando, quando è uscito dal carcere il BIONDO, che aveva fatto dieci anni di carcere, è andato a CIRO':"mi servono venti milioni" ...(incomprensibile)...glieli hanno trovati, perchè glieli hanno trovati? il BIONDO gli ha portato i milio...milioni, migliaia, migliaia e migliaia, milioni e milioni di lire, miliardi gli ha portato a CIRO'...(incomprensibile)...oggi...stanno bene tutti, stanno bene, stanno alla grande. L'ultimo che hanno ammazzato, un anno fa...è per questo motivo, per i soldi, in galera la, a lui gli hanno dato il comando, lui, lui aveva i soldi e gli altri stavano pensando...(incomprensibile)... CICCIO, quello che tu hai conosciuto, lui ...(incomprensibile) ...tre anni, lo tengono così, chi lo tocca a CICCIO, chi si avvicina a CICCIO, perchè si è comportato alla grande, tutto è scritto, preso cento milioni di la, cento milioni ...(incomprensibile)...a CATALDO, cento milioni a GIUSEPPE, ...(incomprensibile)...a CENZO ...(incomprensibile)... . . . omissis . . . INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e COBUZZI Christian (su autoveicolo Mercedes Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 49 La seguente conversazione fornisce ulteriori elementi circa la natura dell’ associazione oggetto di indagine. COBUZZI Christian, soggetto individuato da FILIPPELLI Nicodemo per un futuro inserimento nell’ associazione (anche per sfruttare le sue conoscenze in Bielorussia in prospettiva di un allargamento degli interessi economici della stessa associazione), viene indottrinato da ZOCCHI Fabio su incarico di FILIPPELLI Nicodemo circa il ruolo e la figura di RISPOLI Vincenzo. A: ZOCCHI Fabio B: COBUZZI Christian . . . omissis . . . A: Ma non tanto per chi era la persona e come mai si e cioè voglio dire se c'era una reale importanza per arrivare a una cosa del genere capisci per cui non è che interessa voglio dire cioè non è che gli interessa è giusto che le persone che ci circondano e ci si frequenta tra di noi siano tutte persone sane e a posto e che non ci sia mai qualcuno che capita dentro tipo un infiltrato o un sbirro o la cosa quella e quell'altra hai capito questa è sempre un pò la paura tra virgolette un pò di tutti però giustamente quel minimo lo vuole sapere eh... B: Cioè chi ero io praticamente? A: Eh sì... B: Ah minchia... A: Insomma ha la sua bella (incomp) anche se ci sono per dire su alcune cose e va bè magari una parola di troppo dall’ altra parte insomma va bè... B: (incomp)... A: Sì perchè qualsiasi cosa che tentavo di dire anche per mettere le cose un pò più ah in quel caso lì non serviva a un cazzo... B: Tu mi dici comunque che NICO e ENZO (N.D.R. RISPOLI VINCENZO) sono cugini.... A: Sì ma cosa centra però ti... B: NIC è il NICO è il cugino più alto... A: Sì è un pò più anziano c'ha la mia età poi lui è... B: No è più anziano di tè ha detto NICO che ha quaranta trè quarantaquattro.... A: La mia età quarantaquattro... B: Tu ne hai quarantaquattro? A: Sì... B: Ma vaffanculo pensavo quarantuno o quarantadue... A: C'ha la mia età... 49 n° 608 dell’ 11.10.2006 ore 18.04. 51 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 52 B: Quarantaquattro... A: Anzi più giovane di mè perchè lui è nato mi sembra a Settembre... B: Eh tù hai quarantaquattro anni sei in zona cinquanta... A: Ah purtroppo... B: Culo allora fra un’ anno bisogna farsi il segno della croce... A: Speriamo di nò ... B: La manina sinistra nel coglioncino...(ride) A: Già son quà rovinato... B: Cazzo...(ride)... A: No ma dopo poi siamo venuti via abbastanza tranquilli di qua di là... B: Infatti a mè NICO mi fà quando vieni mi fà andiamo a trovare mio cugino e poi oggi...ieri sera mi fà domani devo andare a trovare a ENZO di qua di là la clinica gli ho detto volevo andare ma eh invece ha premuto che andassi oggi di quà di là, poi oggi quando l'ho chiamato mi pare oggi mi ha detto che domenica viene giù che prende una giornata... A: Sì però io glielo detto a NIC gli ho detto secondo mè ci saranno cento occasioni (incomp)poi è caduto lì... B: Si è inviperito? A: Ma nò ma anche perchè voglio dire è trè settimane che manca da casa arriva a casa c'ha la moglie tutti i figli .... B: Ma lui fà anche liquidità (Incompr)... A: LEGNANO B: Ah lui è ha LEGNANO.... A: Perciò voglio dire...ci saranno altre cento altre occasioni.. B: Ah ecco perchè quel porco del RUMENO che sta a LEGNANO diceva parlava... A: Ci saranno cento altre occasioni.... B: Che il RUMENO che sta a LEGNANO diceva parlava di ENZO di qua di là e sta a LEGNANO anche lui...ti ricordi il (incomp) del RUMENO lì... A: ENZO è una potenza qua in LOMBARDIA fa così si muove si muovono duemila persone di colpo proprio di colpo si girano e corrono eh non per niente è super indagato un bel casino ... B: ENZO ? A: Cazzo ENZO c'hà un fascicolo dell’ antimafia me lo ha fatto leggere più di una volta dei fogli ... B: Cazzo ... A: (incomp)... B: Sai cosa vuol dire la parola che stavi dicendo tu …. A: Quale ... B: Quella che stavi dicendo tu inizia con la emme a posto, cosa vuol dire ? A: Eh un tipo di darsi da fare tipo .... B: No ... A: Sì.. .sì ... B: No me lo ha detto NICO se vuoi te lo faccio te lo fai dire da lui ... A: Eh ... B: Ha detto pochi lo sanno deriva da un dialetto ….. hai visto il rosso come ha parcheggiato... A: Uh .... B: Mi fa deriva da un dialetto antichissimo la parola .... A: Sì me lo ha detto anche a me ... B: Vuol dire Mamma ... A: Me lo ha detto anche a me si questo qua però ... B: Quello che hai detto tu prima è il Siciliano Cosa Nostra e cosa nostra nel senso... A: No...no c'è anche questo qui che è un modo di dire quando si dice una certa … va bè ma comunque voglio dire li poi dipende da ... B: Bè comunque quando c'ha voglia ci andiamo, una cosa mi ha detto mi ha detto... A: Ma no capiterà sicuramente... B: Ha detto di sicuro quando vado da .... mi ha detto di sicuro quando vado da ENZO, sono poche le persone che ho portato da lui mi ha detto, non ci porto tutti ... A: Ah me mi ha preso a cuore in modo incredibile oltretutto adesso per la storia della malattia di tutto, ma a parte quello c'è stato subito fin dall’ inizio un buon legame poi cosa vuoi abbiamo la stessa età però è una persona che bravo un’ ottima persona grande grosso cento cinquanta chili di uomo... B: Quanto? A: Cento cinquanta.... B: Ulla la madonna e come è che và nelle cliniche ha fare la dieta... A: Eh lui purtroppo ha una disfunzione sicuramente...è una persona squisita... B: Eh comunque NIC fa ... da mio cugino non porto mai nessuno sono poche le persone che ho portato da lui... 52 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 53 A: Eh...anche perchè chi è che dovrebbe portar giù cioè voglio dire non tu sei entrato a far parte così di...di molte situazioni, ma voglio dire non è che capita dall'oggi al domani una cosa del genere eh, perciò voglio dire che io mi ricordo da sei anni a questa parte qua bene o male siamo tutti tutti quanti che ci si conosce ma da tempo B: Io vi ho conosciuto a Settembre dell'anno scorso ... A: Uh... B: Sai da quando me lo sono ricordato quando eravamo in ROMANIA attraverso il visto di.... A: Era settembre era? B: Sì... A: Ah sì... … omissis … INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 50 Nella seguente conversazione ZOCCHI Fabio riferisce a FILIPPELLI Nicodemo l’ esito del colloquio avuto il giorno precedente con COBUZZI Christian e dell’ interesse mostrato dallo stesso COBUZZI Christian alla notizia di una sua prossima presentazione a RISPOLI Vincenzo. F: ZOCCHI Fabio N: FILIPPELLI Nicodemo . . .omissis . . . N: Ma tu glielo hai detto che poi lì io... però io ho dato, detto, disfatto F: Sii, cazzo. Minchia gli ho fatto... credimi un capolavoro di discorso... N: Quello lì... F: ...ma io pensavo, infatti quando voi siete usciti, che io sono rimasto dentro apposta, che ti diceva qualche cosa. Tutto il discorso, tutto il cappello che gli ho fatto prima e lui era lì tutto incuriosito a interessarsi di qua e di là. Sai mi ha detto Nico... mi porta da... Enzo (RISPOLI Vincenzo) di qua e di là. E io gli ho detto, ma... sicuramente capiterà, se te l'ha detto, capiterà. Tieni presente che domenica viene a casa poche ore vorrà stare un pò con la famiglia …. ... omissis … B) 2 – rigida regolamentazione della vita dell’ associazione Altro aspetto rivelatore dell’ esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso è dato dall’ esistenza di rigide regole da osservare da parte dei componenti dell’ associazione stessa (ad esempio quella di piena obbedienza nei confronti degli ordini del Capo e quella di ripartizione tra gli associati dei proventi delle attività illecite) e la cui violazione può determinare l’ eliminazione fisica del trasgressore. Si riportano i passaggi più significativi di due intercettazioni ambientali inerenti il profilo richiamato, evidenziando che nella seconda FILIPPELLI Nicodemo redarguisce pesantemente ESPOSITO Antonio circa la commissione di rapine effettuate in tempi e luoghi che potevano nuocere all’ organizzazione attivando le indagini delle forze dell’ ordine in tale ambito territoriale e circa l’ acquisto di una costosa auto che poteva suscitare malcontento negli altri componenti dell’ associazione. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO 50 n° 615 del 12.10.2006 ore 8.59. 53 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 54 (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 51 F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio . . . omissis . . . F: però se tu a me mi porti via ventimila euro a me o a mio fratello, mi porti via ventimila euro, e...(incomprensibile)... queste persone... vanno là e io ...(incomprensibile)... armato... vado armato, e gli dico ascoltami, tu che fai non me li dai ? No! Pom (n.d.r. simula un colpo di arma da fuoco)... morto … omissis … F: i MANCUSO, i MANCUSO, ascoltami qua ... ascoltami quello che ti sto dicendo... i MANCUSO giù in Calabria, non qua... sti quattro... ma tu la sai la famiglia MANCUSO gi... in Calabria com'è, no? ...oh... i MANCUSO hanno fottuto a un nostro paesano ...(incomprensibile)... di scarpe... ottantamila euro... questo ha pagato anticipato ottantamila euro e non gli hanno mandato le scarpe ...(incomprensibile)... Z: ma la so la cosa F: zio 52 GIUSEPPE ... (n.d.r. FARAO Giuseppe) zio GIUSEPPE ... ha manda... dal carcere, ha mandato un’ ambasciata (n.d.r. un messaggio)... al capo di tutta la famiglia Z: di darci indietro i soldi F: ce li hanno portati indietro .... … omissis … F: io... quando abbiamo fatto il lavoro la... abbiamo ma... io ehm... noi abbiamo messo da parte diciottomila euro per quindici giorni... diciottomila euro per quindi giorni, perchè se qualcuno diceva... fa... fa, doveva essere... se qualcuno si rifiutava e be, tu ti rifiuti? Te tutti i diciottomila euro se te li prendi tu... te la ...(incomprensibile)... tuoi, e la si muore FABIO, vedi che a morire ammazzato non e che ci vuole tanto, ne abbiamo avuto esempi nelle nostre zone... Z: ma no per quei motivi F: ...in un anno... non per quei motivi, per meno... per meno di quei motivi... per meno, molto meno, te lo dico io, molto meno Z: ...(incomprensibile)... molto meno... F: per cinquemila euro sono morte tre persone FABIO... … omissis … F: si, si, si, per questo qua, sono morte tre persone, tre... eh, quindi, buonanima di NINO (n.d.r. GRASTA Antonino) e .... anche lui è morto per soldi... il palermitano... e... lascia stare, che non hai visto... giù a Cirò Marina... a Cirò... hanno fatto una rapina ... c’era uno che... la pensava... la pensava come te ed era un bastardo questo qui, non uno stupido... bastardo, aveva i coglioni tanti, hanno fatto una rapina due persone, è andato quello di sopra e gli hanno detto ascolta i soldi dove sono? E perchè te li devo dare a te io? Porta i soldi qua perchè non sono tuoi, ti do la parte, ma non sono tuoi. Io non do niente a nessuno. Il giorno dopo sono morti tutti e due, tutti e due, sparati in testa punto e basta Z: quelli dell’ oreficeria ? F: dell’ oreficeria, si... quindi, lascia stare... … omissis … INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONI tra FILIPPELLI NICODEMO ed ESPOSITO Antonio (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 53 F: FILIPPELLI Nicodemo E: ESPOSITO Antonio 51 n° 1005 del 10.5.2006 ore 13.49 L’ appellativo “ZIO” è usato all’ interno dei sodalizi di tipo mafioso per riferirsi ad associato posto nei gradi più alti della gerarchia di comando. 53 n° 1005 del 10.5.2006 ore 13.49 52 54 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 55 . . . omissis . . . F: . . . per ...per tornare al discorso di prima... le cose, si dice che la gatta frettolosa fa i figli cecati, ed è la verità...le cose vanno fatte con ...testa ...non così, ma i tempi sono cambiati adesso...una volta c'era ...ti ricordi a ORIGGIO, quell'altro scemo che tirava cocaina come un dannato ...e che regalava soldi a destra e sinistra?....una volta c'erano questa cose, adesso non ci sono più, ci sono altre cose che vanno leggermente studiate....ma....io al posto tuo sai ...lo sai com’è che ragionavo al posto tuo....io ...io mi metto i tuoi panni , dice ma tu ti vuoi provare a mettermi ...lo faccio per un minuto e dico ...dicevo ...ragazzo, io mi sento un po' in crisi economica...mi stacco da ogni situazione e mi devo fare qualche cosa per riprendermi ... io avrei ragionato in questo modo...piuttosto che fare puttanate ehhhh....ehhh e ti fare magari dire una parola sbagliata ai cristiani e ne hanno anche il diritto... perciò o ti stacchi ...oppure ti metti in testa di vivere una bella vita, tranquilla...con la tua famiglia, con i tuoi genitori che se lo meritano, con i tuoi fratelli, con noi.... con CENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo)...con me...insomma insomma con tutti quanti ... E: ma scusa, il fatto di....di staccarmi?...perchè?...perchè io non posso stare ehh...e andare a farmi l'altro discorso? F: No! E: cosa mi, cosa... F: no!...no perchè allora le regole sono non...ci sono delle regole no fatte da noi specifiche ....di queste cose qua ... E: il rapinatore non esiste? F: no, no esiste il rapinatore, esistono i rapinatori ... E: devo andare a lavorare con le nostre persone... F: no!....no, no, no nemmeno questo...devi capire ma non li vuoi capire allora... E: nooo, spiegami... F: ehhh... e allora...metterti in questo momento a rischio... E: ehhh... F: con i tempi che ci sono oggi, perchè siamo tutti quanti a rischio.... E: ehhh... F: e perchè ...insomma andare a fare una rapina ehhh...non è che una cosa dice la fa ....in televisione se ne sente uno, uno... un giorno si e un giorno no che qualcuno ci resta secco...o da una parte o dall'altra...quindi non è che è tanto semplice... E: va be , io me la sento ... F: ohu tu tela...no, no, no ma non è il fatto di sentirsela o no ...allora , tu!....resti con noi , ti vai a fare una cosa di queste, ti vai a fare un lavoro di questo genere e succede un guaio...sti mancando, stai mancando, secondo tutti oggi come oggi, stai mancando di rispetto soprattutto verso la tua famiglia....hai capito?...perchè se a te ti succede un guaio, tu abbandoni la famiglia per altri anni, anni...hai capito...per altri anni ....e poi che cosa si deve fare?...cosa si, cosa deve fare la tua famiglia poi?...allora uno dice , ma questo ci pensa alla famiglia o no?...quindi ste rapine, ste puttanate ...farle così alla carlona te le, te le, te le devi togliere dalla testa ... E: io non.. i lavori alla carlona, non ne faccio... F: e no, si fanno, si fanno purtroppo si fanno, si fanno perchè sono cose... ehh...per per...per mettere assieme trenta o quaranta mila euro, cinquanta almeno ne devi fare tre o quattro ... … omissis … F: ... hai capito?...perchè cazzo...ma scusami un attimo, ma uno come cazzo si deve vivere , come deve vivere uno ? ...il mangiare ce l'hai, la luce non te la tagliano, la tua famiglia di saluta sta bene, dice che cazzo ...che cosa pretendi, che cosa tu devi dire, che cosa pretendi...nel meglio, nel meglio che hai difficoltà ti vai a comprare una Mercedes...la gente (n.d.r. gli associati) lo sai che dicono? ma questo e pazzo...allora, allora non c'è bisogno …. E: e non lo sanno come me la sono presa la Mercedes ? F: ma lascia...ma perchè...hanno detto che cazzo te la sei comprata a fare....ma non è una questione di Mercedes o di ...perchè se tu vuoi (incomprensibile) altra macchina, i ventimila euro uno ti dice , ma perchè ora!...ma perchè non, non fra un anno sta cazzo di macchina di ventimila euro...non come te, come te la sei presa, che hai fatto sette assegni... e ti ha dato la macchina, non avevi un centesimo, non avevi un centesimo e hai fatto sette assegni...giusto?... … omissis … B) 3 – mutua assistenza Altro aspetto rivelatore dell’ esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso è dato dall’ accertata operatività nell’ associazione oggetto di indagine di un sistema di 55 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 56 assistenza economica a favore degli associati in carcere e delle rispettive famiglie nel periodo della loro carcerazione. Detto sistema di assistenza (alimentato da una percentuale dei proventi delle attività illecite dell’ associazione) provvede anche al pagamento delle spese legali, necessarie per l’ assistenza agli associati tratti in arresto o sotto processo. Infine è emerso che detto sistema di assistenza prevede la corresponsione di aiuti economici agli stretti famigliari di componenti dell’ associazione in caso di loro decesso, anche a seguito di uccisione per faide interne (vedi omicidi di RUSSO Giuseppe e MURANO Alfonso). Si riportano i passaggi più significativi di alcune intercettazioni ambientali inerenti il profilo richiamato. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 54 F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio … omissis …. F: (incomprensibile) ... novemila euro li prendo io ... e gli altri li do a Debora 55 tanto a lei non è che (incomprensibile) ...i nostri soldi sono (incomprensibile)...mi ha proposto un affare GIUSEPPE...veramente se non le faccio io le cose?...padrino, li vogliamo guadagnare un po' di soldi? ...ehiii... … omissis …. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 56 Nella seguente conversazione ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo fanno riferimento a cambiali rilasciate a loro favore da una delle vittime di usura e decidono che parte del pagamento incassato sarà consegnato a RESTANI Debora, in quanto rimasta vedova di RUSSO Giuseppe, già componente dell’ associazione. F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio … omissis …. F: ... come ha iniziato a scriverle il porco...ha fatto schifo... Z: ... in che senso...sono fatte male?... F: ...no dico una scrittura di merda che ha...(incomprensibile)...a scriverle tu...(incomprensibile)... Z: ...da quant'è ?... 1000 € al mese ?... F:...1000 € al mese !!! Z: ... come fanno a pagarle ?... questi qui non arrivano a 500 a pagarti !!!... F: ...chi te l'ha detto ... Z: ...come chi me l'ha detto ?... F: ...non le pagano ?... Z: ... quei mesi che ti dovevano dare 500 € era una sofferenza ogni volta ... 54 n° 490 del 14.4.2006 ore 10.32 RESTANI Deborah, moglie di RUSSO Giuseppe, componente dell’ associazione, ucciso a Lonate Pozzolo (VA) il 27.11.2005 presso il Bar Moro. 56 n° 492 del 14.4.2006 ore 10.49 55 56 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 57 F: ...no, no, ma ti fanno...io sai cosa gli ho detto adesso?...ascolta, io sono stanco di questa situazione...ho le palle rotte, non piene, rotte!!!...ce le ho talmente piene che poi si sono rotte...non mi fate mai venire qua per una cambiale di questo genere perchè la pagate al triplo...non raddoppia, al triplo...sono... Z: ... quando scade la prima ? ... F : ... metà giugno...una scade a giugno ... (incomprensibile)...una me la tengo io...me la metto...me la metto sul conto li, il mio dove abbiamo le rate della BMW... Z:...(incomprensibile)... F:...paghi la rata o meno...un paio d'anni...e le rate sono pagate...(incomprensibile)... Z:...(incomprensibile)... F:...che importa, quello che è mio...dice il mio...lo paghi tu la cifra quello che puoi...prenditi quello che vuoi!!! Z:...no...prendi quello che vuoi...prendi tutto quello che arriva perchè tanto, voglio dire... F: ...quello che puoi!!!...quello che arriva...quello che arriva Z: ...quello che arriva!! F: ...quello che puoi prendere ... gli altri glieli mando a Debora ... se li beccano loro...(incomprensibile) ... ne mancano ancora due, la settimana prossima ... e non ne voglio più (incomprensibile)... … omissis …. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 57 F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio … omissis …. Z: poi effettivamente venerdì ehh... F: non è cosa... Z: (incomprensibile)... F: poi venerdì bisogna... Z: venerdì è giornata da... F: porca troia se porti quella malloppata li venerdì... Z: e certo, se me la donano...non è che...anche, anche se solo me li fanno vedere ...sette chili, se li vuoi?... F: si, ma se porti quella malloppata gli diamo qualcosa a TONI... Z: (incomprensibile)... F: qualcosa per i carcerati ... finchè erano mille o duemila euro va bene ma...se uno da diecimila euro, mille euro li cacciamo, facciamo i signori ...e ce li dividiamo ... Z: si, si, se la cifra è grossa...bo...non c'è problema... F: certo... Z: a parte che anche se, anche senza darla con la cifra grossa cominciamo lo stesso dai... F: ehh.. Z: una volta in un modo, una volta in un altro... F: e lo so... Z: una volta così...(incomprensibile) ci devo dare trecento euro...perciò vedi in un modo o nell'altro qualcosa si fa sempre qua... F: ehh. allora... Z: curo anche la famiglia... Scende dalla macchina. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 58 57 n° 447 del 12.4.2006 ore 15.20 58 n° 522 del 18.4.2006 ore 11.11 57 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 58 Nella seguente conversazione FILIPPELLI Nicodemo, oltre a ribadire la regola secondo cui gli affiliati ristretti in carcere e le rispettive famiglie vanno mantenuti economicamente con i proventi delle attività illecite dell’ associazione, descrive le gerarchie all’ interno del Locale di Legnano – Lonate Pozzolo, ed indica RISPOLI Vincenzo come il capo e DE CASTRO Emanuele come depositario della c.d. “bacinella” (cioè la cassa comune). F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio … omissis …. F:……. questo lavoro qua, che la regola me lo ha dato a meeee, e palle tante... qua è EMANUELE responsabile... per dire c'è una bacinella...dove vengono depositati duecento euro, i cosi...ci sono quattromila euro, settemila euro, diecimila euro...io , vengono gli amici da giù, per esempio...dammi mille euro che sono arrivate persone da sotto...hai capito,cioè non è... è una cosa che per me dopo diventa anche bella... … omissis …. F: no, no a me mi arrestano domani... a me domani mi arrestano... Z: un altro paragone si va be,mettiamo... F: sono obbligati ad andare a lavorare per me...se non ci sono i soldi... … omissis …. F: si...(incomprensibile) a ENZO o a ARMANDO o a coso, cosa gliene fotte...io mica prendo mille euro e ti spartisco cento euro per uno...che cosa gliene fotte... vengono messi li, i carcerati, na cosa...viene qualche, qualche amico da giù...viene ...CICCIO da giù....dai EMANUELE dammi cento euro che così porto CICCIO a mangiare... hai capito? ... queste cose io le posso fare, come ...(incomprensibile)... e EMANUELE scrive, NICODEMO preleva cento euro per portare gli amici a mangiare ... ehhh, cioè, per me è conveniente FABIO ... perchè io (incomprensibile)....se mi arrestano a me, io (incomprensibile) posso dormire tranquillamente, alla mia famiglia mille euro gli arrivano...e gli arriverà anche alla tua famiglia … … omissis …. F: ...è...è un assicurazione FABIO, è come si paga l'assi...è come pagare l’ assicurazione, alla fine...per me, per me è bello così, per me è bello...e quando iooo...poi a me mi hanno dato un altra eee...a me mi hanno dato una carica se qualcuno ha voglia di la...cioè se qualcuno si deve lamentare di un amico nostro che quelll...deve venire da me. Se EMANUELE si vuol lamentareee...per dirti PACHI, per esempio TONI eee...deve venire prima da me, e poi io vado da ENZO e dico vedi che qualcuno...(incomprensibile)...lo stipendio di qua, non ci devono essere più pensieri, più pensare male, in modo tale che qualcuno dubita di me, no, me lo deve dire in faccia …. … omissis …. F: ....... il BIONDO quando, quando è uscito dal carcere il BIONDO, che aveva fatto dieci anni di carcere, è andato a CIRO': "mi servono venti milioni" ...(incomprensibile)... glieli hanno trovati, perchè glieli hanno trovati ? il BIONDO gli ha portato i milio...milioni, migliaia, migliaia e migliaia, milioni e milioni di lire, miliardi gli ha portato a CIRO'...(incomprensibile)...oggi...stanno bene tutti, stanno bene, stanno alla grande. L’ ultimo che hanno ammazzato, un anno fà ... è per questo motivo, per i soldi, in galera la, a lui gli hanno dato il comando, lui, lui aveva i soldi e gli altri stavano pensando...(incomprensibile)... CICCIO, quello che tu hai conosciuto, lui ...(incomprensibile) ...tre anni, lo tengono così, chi lo tocca a CICCIO, chi si avvicina a CICCIO, perchè si è comportato alla grande, tutto è scritto, preso cento milioni di la, cento milioni ...(incomprensibile)...a CATALDO, cento milioni a GIUSEPPE, ...(incomprensibile)...a CENZO ...(incomprensibile).. alla fine lo sai quanto ha pagato ... .avvocato, ha pagato... praticamente lui faceva...era, era un contabile ...(incomprensibile)...ha pagato tutte le famiglie, la spesa e le luci, la corrente, il metano, avvocato, questo, quello quello e quell'altro ….. … omissis … 58 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 59 INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e FILIPPELLI Nicodemo (su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 59 Dalla seguente conversazione si ricava ulteriore conferma che parte dei proventi illeciti delle attività poste in essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI Vincenzo, direttamente o tramite DE CASTRO Emanuele, depositario della c.d. “bacinella” (cioè la cassa comune). R: RISPOLI Vincenzo F: FILIPPELLI Nicodemo … omissis …. R: . . . Ehe... (incomprensibile) sti soldi ?. . F: …..Tra martedì e mercoledì. Glieli porto a tua moglie, glieli porto … R: …. Perchè quelli di domenica... I soldi me li ha dati Emanuele. Passa coi soldi ….. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 60 Anche questa conversazione conferma che parte dei proventi illeciti delle attività poste in essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI Vincenzo, direttamente o tramite DE CASTRO Emanuele, depositario della c.d. “bacinella” (cioè la cassa comune). F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio … omissis …. F: .. .però c'è da dire una cosa ehh, quando hai tante amicizie tutte le strade ...tutte sono spianate... Z: e si ehh per forza ... F: voglio dire ieri ...in un niente...quando ha detto due parole, compare... Z; e si ehh... F: però vedi ENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo) ti da la disposizione, massima disposizione, EMANUELE ( n.d.r. DE CASTRO Emanuele) a disposizione..tutti quanti....ecco perchè è giusto, anche per questo è giusto vero... riconoscere ...chi lavora... chiamo il figlio di zio, zio GIUSEPPE (n.d.r. FARAO Giuseppe) gli ho dato cinquecento euro...(incomprensibile)... Z: aspetta le settimana prossima no... F: sta partendo, questo domani parte, glieli do, glieli do...glieli anticip .. vuoi che glieli anticipi tu poi mi dici ... Z: e ma tu lo sai che (incomprensibile)... F: ohh, allora mi metto io e ... Z: non è che crea problemi tanto poi... F: diamo cinquecento a questi e poi la prossima volta cinquecento li mandiamo a VITTORIO (n.d.r. FARAO Vittorio) ... Z: io ti dico, io ti dico la settimana prossima perchè mi rientrano buona parte dei contanti... hai capito... poi tra un mese CHRISTIAN (incomprensibile)... F: no, ma diciamo che in questo momento io li sto anticipando e vaffanculo, glieli do, lo chiamo dopo glieli do perchè ieri li ho visti, c'era anche lui li...e ci ho chiesto quando parti...ci ho l'aereo ...lunedì... Z: va be, va be, non c'è per, non c'è per , guarda io ti dico una cosa... la settimana prossima devo incassare per degli Hi-Fi ...insieme con MARIO no...circa sei-sette mila euro...se dovesse andare bene il colpo che li incasso, a parte va be i duecento euro quello che è, io dovrei tener fuori circa duemila e cinque, duemila e seicento euro, io me ne vado su a fare un giro su li a coso (n.d.r. Ospedale Auxologico in località Piancavallo – VB) gli do cinque o seicento euro a ENZO di quelli la e dico da parte mia e da parte tua... o no?....se va in porto quel discorso li, me ne vado su io per conto mio, vado su giovedi, venerdì quello che è ...da parte mia e da parte tua...tanto glielo dico, 59 n° 232 del 26.2.2007 ore 15.24 60 n° 406 del 22.9.2006 ore 12.27 59 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 60 MARIO poi è consapevole anche lui quando si fanno certi discorsi gli e l'ho già detto e ho detto guarda che, un migliaio di euro lo tiriamo via perciò ... … omissis …. F: arriviamo a mille euro...cinquecento gli e li do io...al, al figlio di zio GIUSEPPE ... Z: e cinquecento li do io a ENZO ... F: e cinquecento li dai tu a CENZO .... Z: e basta, va bene... F: no, no non c'è bisogno ... Z: no, no va be.. F: la cosa non è che ritarda...poi te li paghi ... e la prossi...il prossimo colpo, portiamo cinquecento euro, il prossimo colpettino che capita, prendiamo cinquecento euro e li diamo a VITTORIO (n.d.r. FARAO Vittorio) qua... Z: VITTORIO sarebbe ? F: cugino di ENZO che è dentro...e basta ...te la fa ancora... Z: io, non l'ho mai visto io... F: ehh, quando gli ho dato i trecento euro io che li ha portati... Z: si, ma io non mi ricordo se l'ho visto giù (incomprensibile)... F: non lo so... Z: ma era qua, era qua con una incinta? F: è un para guai... Z: a dormire... F: si... non a (incomprensibile) è un amico ...quello, quello è il figlio di zio GIUSEPPE, quello grande, io mi fido sempre quello più magro e alto , è alto, alto però è magro magro... Z: no, no... F: cinquecento e basta...(incomprensibile)...cioè, non bastano (incomprensibile)se mancano i soldi, pure la mille euro è giusto che gli da perchè vedi, ogni cosa gli amici sono a disposizione...gli amici sono a dispo...tutte le cose …… INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e TRIFINO Gaetano (su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 61 Anche questa conversazione conferma che parte dei proventi illeciti delle attività poste in essere dai vari componenti dell’ associazione deve essere versata a RISPOLI Vincenzo. F: FILIPPELLI Nicodemo T: TRIFINO Gaetano … omissis …. F: ...... poi ci vediamo a Gallarate, mi da 10.000 euro... e dice più 1000 euro, mi dice, mandali ai carcerati... sono andato da ENZO (n.d.r. RISPOLI Vincenzo) e gli ho dato 1000 euro, questi mandali a zio GIUSEPPE (n.d.r. FARAO Giuseppe) 500 e 500 ...(incomprensibile) .... … omissis … B) 4 – controllo del territorio Ad integrazione del grave compendio indiziario fin qui esposto in ordine all’ effettiva esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso in detto ambito geografico (comprendente come detto la porzione di territorio dei comuni di Legnano, Lonate Pozzolo, Ferno e limitrofi), deve essere evidenziata inoltre la capacità della presente organizzazione criminale di intessere una fitta rete di rapporti con soggetti esterni ad essa (es. altre associazioni a delinquere, operatori del vicino Aeroporto Malpensa, dipendenti di istituti bancari della zona, altro) dai quali trarre utilità illecite (spartizione di aree di competenza 61 n° 109 del 18.1.2007 ore 15.20 60 foglio nr. 61 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari territoriale con altre associazioni, omesso controllo in caso di transito nell’ aerostazione, comunicazione di informazioni riservate, altro) al fine del conseguimento degli scopi dell’ associazione e del rafforzamento del potere di controllo su detto ambito territoriale. Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti il profilo richiamato. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e tale VITO (non meglio identificato) (utenze telefoniche 334 3072776 in uso a RISPOLI Vincenzo e 0331 332009 in uso a Billiard Cafè”) 62 RISPOLI Vincenzo risulta essere in buoni rapporti con tale "VITO", appartenente ad una Forza di Polizia che opera all’ interno dell’ Aeroporto di Milano-Malpensa. RISPOLI contatta “VITO” per chiedere informazioni in occasione della scomparsa per qualche giorno della nipote quindicenne RISPOLI Marta, figlia di RISPOLI Nicodemo Santo. Dal tenore della telefonata sembrano essere in confidenza in quanto VITO si rivolge a RISPOLI chiamandolo "ZIO". INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 63 Da detta intercettazione emergono anche riscontri riferiti ai buoni rapporti che intercorrono tra PAUDICE Gianfranco, cognato di ZOCCHI Fabio, ed il personale della Polizia che lavora all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa con il compito specifico di provvedere agli accompagnamenti delle persone espulse dal territorio nazionale. Nel particolare ZOCCHI Fabio racconta a FILIPPELLI Nicodemo di aver conosciuto tramite il cognato, alcuni di questi poliziotti "infedeli" raccontandogli il loro modo di operare e fa degli esempi su come trarre eventualmente in futuro vantaggi da queste conoscenze. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 64 Inerente la figura di PAUDICE Gianfranco, cognato di ZOCCHI Fabio, e la sua possibilità di avvicinare alcuni operanti PS per chiedere favori illeciti. In particolare la seguente conversazione ambientale fornisce alcuni elementi in ordine alle modalità per poter portare merce all’ esterno dell’ Aeroporto Malpensa eludendo i controlli. A detta di PAUDICE, all’ interno dell’ Aeroporto opera un distaccamento di P.S. i cui appartenenti hanno la massima libertà di movimento; alcuni di questi poliziotti pare possano prestarsi a favorire le attività della cosca. Nella conversazione ZOCCHI afferma: “…. io gliel' ho chie... gliel'ho chiesto mia hanno detto il borsettino quello che lui c'ha piccolino fa, al massimo quattro chili ….". ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo fanno previsioni sui possibili guadagni con l’ aiuto dei poliziotti e su come, in percentuale, dovrebbero essere divisi i proventi illeciti. Secondo FILIPPELLI Nicodemo dovrebbero essere così ripartiti: “ ….. tre, diviso tre, diviso a tre e cacciamo un 15, 20 per cento di di di ... 15 per cento di cosa, per centomila euro, 15 per cento li cacciamo ...nell’ affare il 15 per cento c'è tuo cognato...ehh, gli devi dare una parte ... gli diamo un bel regalo...ehh..." - ". . . tohh, centocinquemila euro per esempio.." - ". . .glielo porta tutto loro perciò ...prendo i due regalini, i due regalini per un ragazzo che lavora a mille euro al mese...(incomprensibile)..., poi li prende sempre ...(incomprensibile) ...in banca perciò...prenderà ... (incomprensibile ) quando tuo cognato prenderà per dire in un mese da noi 10.000 euro ... per lui è una ... una boccata d'ossigeno mica da niente...(incomprensibile)....". 62 trascrizione n° 8407 del 21.11.2006 ore 15.04 63 n° 857 del 13.11.2006 ore 8.38 64 n° 858 del 13.11.2006 ore 9.13 61 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 62 In quel contesto ZOCCHI Fabio afferma: “i soliti 5.000 euro ...". Questa affermazione viene interpretata nel senso che PAUDICE Gianfranco ha già effettuato per loro conto delle attività illecite all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa, ricevendo quale compenso € 5.000. Ulteriore conferma viene ancora da ZOCCHI Fabio, il quale racconta di aver già approfittato di queste connivenze in passato, introducendo il fratello di FILIPPELLI Nicodemo nell’ Aeroporto facendolo passare dall’ ingresso "CARGO". ZOCCHI afferma: " … se poi io esco non esco neanche ...(incomprensibile)...io esco di là ...(incomprensibile)...sai quando ho portato tuo fratello?. . ."- ". . . c'è l'ingresso, c'è CARGO, io entro da li . . ." - " . . . guarda ma come siamo entrati ieri, se tu vedessi li cominciamo entrare in aereoporto...siamo entrati...praticamente non mi hanno neanche guardato il pass, entro...poi siamo andati per dire, vicino a questi uffici qua...sulla parte esterna...ma ti dico questi qua dentro, come porci vivono, ci sono bottiglie di champagne vuote, tartine di ogni genere e questo e quell’ altro...(incomprensibile) ...e sennò telefoniamo e ci facciamo portare qua il turco ... " "...che gli piace la fresca (n.d.r. il denaro contante)...minchia io ogni volta che vengo dentro ...(incomprensibile)...qua veramente hai vinto un terno al lotto, qua ...”. ….. Altre numerose intercettazioni telefoniche di data 27.4.2007 ed 11.6.2007 65 dimostrano la libertà di movimento di PAUDICE Gianfranco all’ interno dell’ Aeroporto Malpensa ed il suo attivarsi per eseguire comportamenti di favore nei confronti del cognato ZOCCHI Fabio (es. presa in consegna di una carta di credito da passeggero in transito, altro). Come sopra detto nel corso delle indagini sono inoltre emersi significativi contatti tra componenti del sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) e componenti di altre associazioni a delinquere di stampo mafioso operanti in altri ambiti territoriali (es. cosca di Africo – cosca NOVELLA e GALLACE di Guardavalle, cosca RINZIVILLO – NICASTRO di Gela). Detti comprovati contatti avevano varie e diverse finalità. In alcuni casi rispondevano alla necessità di evitare potenziali conflitti 66 derivanti dalla sovrapposizione di attività illecite o dalle disturbanti indagini delle forze di polizia causate da comportamenti dell’ altra associazione. Altre volte i contatti servivano a scambiarsi favori di tipo logistico o addirittura a preordinare in modo più agevole azioni di estorsione a danni di ditte della zona. In particolare è emerso dalle dichiarazioni di BERNASCONE Angelo 67 ed in parte dalle intercettazioni che il Locale di Legnano – Lonate Pozzolo si era accordato con la cosca gelese nell’ utilizzare il seguente stratagemma: nel caso in cui il soggetto scelto per l’ estorsione fosse di origini siciliane, l’ azione estorsiva era iniziata dal Locale di Legnano - Lonate Pozzolo, così da indurre la persona offesa a richiedere l’ intervento protettivo della cosca gelese che si impegnava a far desistere il clan calabrese dal tentativo estorsivo dietro un compenso (inferiore rispetto alla richiesta estorsiva) che veniva poi diviso con l’ altra associazione. Nel caso in cui il soggetto da estorcere fosse di origine calabrese, l’ azione estorsiva era iniziata dai gelesi con ruoli quindi incrociati, ma con identico epilogo (la spartizione del c.d. pizzo tra le due associazioni). Si riporta di seguito un’ intercettazione ambientale inerenti il profilo richiamato. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e TRIFINO Gaetano (su autoveicolo AUDI A6 in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 68 FILIPPELLI Nicodemo spiega ai due interlocutori di essere in contatto con persone gelesi di spessore e che grazie a lui è stata risparmiata la vita di un suo paesano che si era 65 trascrizione n° 19317- n° 19352 – n° 19356 – n° 1935719362 - dell’ 11.6.2007 ore 16.14 e successive A causa dell’ esportazione di alcune auto in Bielorussia da parte di ZOCCHI Fabio fu richiesta una riunione chiarificatrice da altra ‘ndrina di Africo (RC). Riunione poi tenutasi in data 21.9.2006 in Busto Garolfo (MI) presso l’ abitazione di ROSI Massimo, elemento di rilievo del narcotraffico calabrese in Lombardia, e con la partecipazione di RISPOLI Vincenzo e di FILIPPELLI Nicodemo in rappresentanza del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”. 67 Affiliato alla famiglia mafiosa RINZIVILLO di Gela (CL) e divenuto poi collaboratore di giustizia (vedi verbale di interrogatorio di data 19.9.2006). 68 n° 132 del 24.1.2007 ore 16.31 66 62 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 63 indebitato con i Siciliani per € 25.000. FILIPPELLI Nicodemo racconta inoltre che in alcune occasioni i “guadagni” vengono divisi al 50 % tra Calabresi e Siciliani. F: FILIPPELLI Nicodemo … omissis …. F: "...Facciamo in questa maniera! In questo caso siamo siciliani e calabresi. Del cinquanta per cento che io faccio queste cose...facciamo cinquanta i siciliani e cinquanta e i calabresi...". … omissis …. I proventi delle attività estorsive hanno poi consentito al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” di accumulare risorse finanziarie, tali da consentire negli ultimi anni la costituzione e la gestione di una serie non trascurabile di società (operanti per lo più nel settore edile ed immobiliare), acquisendo quindi al patrimonio del “Locale” ulteriori e più articolati strumenti con cui perseguire le finalità illecite dell’ associazione. Dalle indagini è emerso con evidenza che le attività di estorsione e di usura ai danni di operatori economici (imprenditori, artigiani, titolari di ditte individuale) sono poste in essere per la grande maggioranza dei casi proprio mediante l’ utilizzo dello scherma giuridico offerto da queste società 69, riconducibili sostanzialmente al sodalizio “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, sebbene formalmente intestate a parenti o soggetti compiacenti (c.d. teste di legno). L’ utilizzo di questa variegata costellazione di società consente al sodalizio di dare minima parvenza di liceità e regolarità alle attività poste in essere, tutte in realtà costituite da delitti (estorsioni, usura, riciclaggio), tra i più odiosi per le persone coinvolte come vittime e tra i più dannosi per l’ ordinato crescere del generale tessuto socio economico della zona. In particolare l’ emissione di fatture di comodo da parte di queste società serve a dare copertura e giustificazione formale ai pagamenti restitutori effettuati dalle vittime dell’ attività usuraria del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”. Inoltre è emerso come dato certo e documentale che molti assegni post datati, consegnati in garanzia dalle vittime di usura a FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, venivano inviati a LETO RUSSO Antonella (conoscente di FILIPPELLI Nicodemo e titolare di un negozio di abbigliamento a Cirò Marina - KR) che provvedeva a versarli su conti correnti bancari di famigliari compiacenti e quindi a monetizzarli con periodico invio del ricavato al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” nelle persone di RISPOLI Vincenzo e FILIPPELLI Nicodemo. Sempre in ordine alla capacità di penetrazione del suddetto sodalizio nei gangli del tessuto economico della zona, vanno evidenziati i rapporti privilegiati instaurati con alcuni dipendenti di istituti bancari della zona 70 e che consentivano al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” nell’ esercizio dell’ attività usuraria di disporre di utili informazioni (spesso coperte da segreto) sulle condizioni economiche di clienti di dette banche, già caduti nel reticolo della attività usuraria del Locale o comunque in via di individuazione. Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti il profilo richiamato. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio 69 MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino – REVINCTA Srl, amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ Architetto AVALLONE Carlo – MOSE’ IMMOBILIARE Srl, amministrata da D’APOTE Daniele – BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo – EDILCAP di CAPPONI Mario – CF Costruzioni di Cusinati Fabrizio – ZEN Srl, già amministrata da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele – NUOVA IME Srl, amministrata da PECORA Mario – COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario - CONFISA di BARACCHI Giulio – IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo 70 BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA) – INTESA SAN PAOLO – filiale di Lonate Pozzolo (VA) – BANCA POPOLARE di INTRA – filiale di Lonate Pozzolo (VA). 63 foglio nr. 64 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 71 Inerente le modalità di utilizzo e di gestione di conti correnti al fine di ostacolare eventuali indagini patrimoniali a carico del “Locale”. Detti accorgimenti consistono nell’ utilizzare anche conti correnti di famigliari ed amici e soprattutto nel chiudere frequentemente i vecchi conti correnti e nell’ aprirne contestualmente di nuovi. F: FILIPPELLI Nicodemo … omissis …. F: “ … no, io no, me li incasso sul conto di... di MIMMO mio fratello (n.d.r. FILIPPELLI Domenico) e poi lo chiudo . . .". F:“ … no, dopo lo chiudo... a Gennaio... a Dicembre lo chiudo sto conto... hai capito perchè non ...(incomprensibile)... lo sto usando un po’ di più e poi lo chiudo, dopo ne apro un altro, io adesso mi apro un altro conto ….. ". INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo Smart con tg CV 086 CM in uso a Zocchi Fabio) 72 FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio si trovano in auto intenti a contare del denaro di illecita provenienza. ZOCCHI esterna preoccupazione per la presenza dei soldi in caso di controllo da parte delle Forze dell’Ordine. FILIPPELLI lo rassicura dicendogli che lui può giustificarsi dicendo di aver ritirato il denaro in banca per pagare gli operai. ZOCCHI si rallegra in quanto quel giorno hanno recuperato parecchio denaro contante, che convenzionalmente viene indicato con il termine di "FRESCA". INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 7329579 in uso a PECORA Mario) 73 PECORA Mario chiede un aiuto economico a FILIPPELLI Nicodemo per soddisfare primarie esigenze familiari, ciò nonostante paradossalmente sia titolare di diversi conti bancari. Dalla stessa telefonata emerge chiaramente che PECORA Mario è un mero "prestanome", di fatto i beni a lui formalmente intestati sono di proprietà di FILIPPELLI Nicodemo. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 340 5955251 in uso ad AUGUSTO Agostino) 74 FILIPPELLI Nicodemo informa l’ Ing. AUGUSTO Agostino che l’ operazione si farà. Quest’ ultimo dice che “se salta” (riferito all’ operazione o ad una terza persona) si creerà un insoluto presso la BNL con la cambiale di FRAU (FRAU Pietro, legale rappresentante della società Il segno della Fenice Srl). FILIPPELLI gli precisa di essere in Calabria e di aver garantito sulla sua persona, quindi aggiunge che una terza persona gli farà un assegno post datato al 12 gennaio intestato genericamente ad una società che a sua volta emetterà la fattura. Nelle presente conversazione fanno riferimento all’ operazione immobiliare che vede FRAU Pietro, quale committente, e la società REVINCTA Srl quale appaltatrice per i lavori di ristrutturazione e conversione dell’ immobile sito in Vigolo (BG), da trasformarsi da ex colonia a casa di riposo-degenza con n° 148 posti letto. 71 n° 716 del 20.10.2006 ore 12.45 72 n° 931 dell’ 8.5.2006 ore 11.35 73 n° 149733 del 5.10.2007 ore 12.05 74 n° 437663 del 23.12.2007 ore 11.21 64 foglio nr. 65 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari La struttura di Vigolo (Foglio 12 - Particella 780) veniva acquistata agli inizi di quest’ anno dalla società Il segno della Fenice Srl direttamente dalla venditrice Makeall Spa, gestita dallo stesso Ing. AUGUSTO Agostino. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele) 75 DE CASTRO Emanuele informa FILIPPELLI Nicodemo di trovarsi con Giulio (il commercialista BARACCHI Giulio), il quale gli ha chiesto informazioni in merito ad una fattura da € 220.000 emessa dall’ Immobiliare Amalfi Sas. FILIPPELLI gli risponde di averla già stornata. La conversazione prosegue fra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio, al quale precisa che la citata fattura da lui emessa alla società "ZEN Srl", è stata "volturata" ad un’ altra ditta in ragione di un contratto stipulato con la stessa ZEN. BARACCHI gli conferma di ricordare l’ operazione, precisando che inizialmente erano state emesse due fatture, rispettivamente da € 110.000 ed € 120.000, quest’ ultima definita falsa dallo stesso FILIPPELLI, per poi optare per un’ unica fattura da € 220.000. FILIPPELLI precisa che il citato contratto era stato fatto con la “Edil Cap” e che le due fatture sono da eliminare, BARACCHI gli risponde di avervi già provveduto. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo) 76 FILIPPELLI Nicodemo informa AVALLONE Carlo di aver fatto intestare, probabilmente degli assegni, ad una terza persona, non Daniele (D'APOTE Daniele), che a sua volta sta girando alla REVINCTA. AVALLONE risponde che non ci sono problemi, quindi chiede a FILIPPELLI se devono fare una fattura più "grossa", quest'ultimo risponde di no e che quella da € 144.000 è relativa allo stato di avanzamento. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e D’APOTE Daniele (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9083357 in uso a D’APOTE Daniele) 77 FILIPPELLI Nicodemo dice a D'APOTE Daniele di preparargli la fattura da € 120.000 più IVA, relativa all’ assegno già incassato, emessa dalla REVINCTA Srl, per un importo complessivo di € 144.000, corrispondente a quello inerente lo stato di avanzamento, menzionato da FILIPPELLI e AVALLONE in conversazione precedente. D'APOTE rappresenta a FILIPPELLI che sarebbe più opportuno datarla a dicembre, onde rendere più verosimile la regolarità dell’ incasso del titolo. Proseguono discutendo di ulteriori due assegni che FILIPPELLI riferisce di avere spostato, quindi questi invita D’APOTE Daniele a chiedere i dettagli a Carlo (AVALLONE) perché devono emettere altra fattura alla MOSE' Immobiliare, precisando infine che quella emessa dalla REVINCTA Srl è la numero due ed è relativa ai lavori presso il cantiere di Vigolo (BG). INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 811689 in uso a PECORA Mario) 78 PECORA Mario chiede a FILIPPELLI Nicodemo se vuole che la fattura sia emessa dalla COSTRUZIONE (Costruzioni Edili di PECORA Mario) o dalla NUOVA IME Srl. 75 n° 464057 del 28.12.2007 ore 16.18 76 n° 565036 del 21.1.2008 ore 13.35 77 n° 584516 del 25.1.2008 ore 17.08 78 n° 638529 del 4.2.2008 ore 12.08 65 foglio nr. 66 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari FILIPPELLI risponde dalla COSTRUZIONI EDILI, quindi PECORA lo informa che numericamente è la "3", datata 30.12.2007. Dalla presente conversazione emerge per l’ ennesima volta che le fatture vengono emesse in modo fittizio, attestando falsamente l’ esecuzione di prestazioni/vendite al solo fine di consentire l’ incasso di titoli bancari senza destare sospetti sulla regolarità dei movimenti. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 79 FILIPPELLI Nicodemo chiede a suo fratello Domenico se la ditta di Fabrizio (CUSINATI Frabrizio della CF COSTRUZIONI) è pulita e se è titolare di un conto corrente. FILIPPELLI Domenico risponde che “è OK” e che ha un conto acceso presso la Banca di Intra. Nicodemo gli chiede se secondo lui, a fronte di un "regalo", Fabrizio sarebbe disposto ad emettere una fattura (fittizia) incassando il relativo pagamento che successivamente gli restituirà con assegno circolare. Domenico risponde che contatterà Fabrizio che sicuramente acconsentirà. Dalla conversazione emerge palesemente uno dei metodi posti in essere per riciclare le somme di denaro, ovvero far incassare a delle ditte/persone, titoli quale pagamento di finte prestazione fatturate per poi rientrarne in possesso, in questo caso mediante l'emissione di un assegno circolare da parte dalla “CF Costruzioni” di CUSINATI Fabrizio. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele, BENEVENTO Antonio e tale Mario (su autoveicolo Porsche Cayenne in uso a DE CASTRO Emanuele) 80 DE CASTRO Emanuele racconta a RISPOLI Vincenzo e a BENEVENTO Antonio di un episodio, riferitogli da Giulio (BARACCHI), avvenuto in cantiere, che vede coinvolti Nicodemo (FILIPPELLI) ed il nipote MOLFESE Giovanni. In particolare quest’ ultimo avrebbe chiesto un aiuto economico scatenando la reazione di FILIPPELLI che lo umiliava davanti a tutti gli operai. MOLFESE si risentiva per il comportamento dello zio, soprattutto per il fatto che il giorno precedente all’ episodio aveva firmato € 30.000 di giroconto a favore di FILIPPELLI Nicodemo. Analoghe operazioni erano state effettuate a favore delle sorelle e di un nipote di quest’ ultimo per un totale di € 120.000. FILIPPELLI lasciava inoltre al suocero di MOLFESE Giovanni (COMITO Damiano) la somma in contanti di € 100.000 da custodire in cassaforte. Proseguono discutendo delle attività di FILIPPELLI Nicodemo e degli utili di quella edile. Quindi menzionano Fabio (ZOCCHI) ed alcuni movimenti di denaro di cui ZOCCHI ha riferito direttamente a RISPOLI come impostogli da FILIPPELLI. Cambiano argomento parlando dei sequestri e delle confische dei beni, menzionando nel contesto anche la “DIA” e la famiglia “NOVELLA”, cosca calabrese attiva nell’ hinterland milanese. RISPOLI parla della vendita dei alcuni esercizi, fra cui il Biliard Café di Busto Arsizio, nonché della dichiarazione dei redditi per timore di eventuali verifiche fiscali e patrimoniali. In fase conclusiva discutono del giro di fatture ed in particolare menzionano tale “CAFFONE” Mario (CAPPONI Mario), il quale emette delle fatture, verosimilmente per consentire la negoziazione di titoli bancari nell’ attività di riciclaggio gestita dallo stesso FILIPPELLI Nicodemo. Nel contesto vengono menzionati l’ Ingegnere (AUGUSTO Agostino) e Carlo (AVALLONE), quest’ultimo in relazione ad un grosso lavoro che necessita di numerose fatture. 79 n° 1062534 del 14.4.2008 ore 11.08 80 n° 1069279 del 15.4.2008 ore 17.44 66 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 67 I documenti fiscali vengono prodotti dallo stesso Giulio (BARACCHI). Per quanto sopra RISPOLI Vincenzo dice a DE CASTRO Emanuele di presenziare in occasione degli incontri e quantificare gli importi delle fatture (fittizie), onde calcolare i loro utili, atteso che su un importo di € 300.000 fatturati all’ ingegnere: € 60.000 sono di IVA di cui € 10.000 vanno all’ emittente e la parte restante è da dividere con l’ Ingegnere. ************************* Come sopra detto nel corso delle indagini sono inoltre emersi particolari rapporti tra componenti del sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) ed alcuni dipendenti di istituti bancari della zona dai quali trarre utilità (anche comunicazione di informazioni riservate) al fine di meglio gestire l’ attività usuraria posta in essere dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” in detto ambito territoriale. Si riportano di seguito alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali inerenti i particolari rapporti tra componenti del sodalizio oggetto di indagine (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) ed alcuni dipendenti di istituti bancari della zona. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e PAGLIARULO Salvatore BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA) (utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano 81 – filiale di Cardano al Campo) ZOCCHI Fabio è in possesso di assegni emessi dalla ditta Quintosole, di cui uno dell’ importo di € 2.000. Prima di porlo all’ incasso si preoccupa di farlo verificare presso la Banca di Legnano, filiale di Cardano al Campo, dove lavorano "SALVATORE" 82 e "MARIO" 83. Al telefono gli risponde PAGLIARULO Salvatore il quale, dopo avergli richiesto alcuni dati per poter effettuare la ricerca, gli comunica informazioni sul conto della ditta che ha emesso il titolo e dei suoi rappresentanti. Gli indica un altro istituto di credito presso il quale la ditta ha il conto e in conclusione il PAGLIARULO gli comunica: " . . . ... è affidato gestore unico. Aspetta, vediamo... Tienitela per te l’ informazione, ha ottantamila euro di fido di cassa e centomila euro di anticipo di riba, quella roba lì. . .". INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e PAGLIARULO Salvatore (BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA) (utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano 84 – filiale di Cardano al Campo) ZOCCHI Fabio per mantenere i buoni rapporti con gli impiegati della banca è solito fare dei regali. In questa occasione domanda a PAGLIARULO Salvatore quale sia la sua taglia, perchè gli vuole portare un vestito elegante. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio, PAGLIARULO Salvatore e tale LORENZO, non meglio identificato (BANCA di LEGNANO – filiale di Cardano al Campo (VA) (utenze telefoniche 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 0331 731016 in uso a PAGLIARULO Salvatore – dipendente della Banca di Legnano 85 – filiale di Cardano al Campo) 81 n° 7777 del 10.11.2006 ore 15.29 PAGLIARULO Salvatore, nato a Bishop’s Stortford (Gran Bretagna) il 12.9.1965, dipendente della Banca di – filiale di Cardano al Campo (VA). 83 FORNARA Mario, dipendente della Banca di Legnano – filiale di Cardano al Campo (VA). 84 n° 8049 del 16.12.2006 ore 8.38 85 n° 8049 del 16.12.2006 ore 8.38 82 67 Legnano TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 68 ZOCCHI Fabio chiede a LORENZO e a PAGLIARULO Salvatore quale taglia indossano di camicia in quanto vuole regalargliene una ciascuno. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e tale Angela, dipendente di BANCA INTESA - filiale di Lonate Pozzolo (VA) (utenze telefoniche 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 660444 in uso a BANCA INTESA – filiale di Lonate Pozzolo) 86 FILIPPELLI Nicodemo richiede informazioni su di un assegno a tale “ANGELA” della Banca Intesa, filiale di Lonate Pozzolo. La stessa, pur manifestando il suo disappunto e la non liceità della divulgazione di notizie riservate, lo informa che il titolo attualmente è coperto, non potendo però garantire che lo sarà anche alla data dell’ incasso visto che è post datato al 30 novembre. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e BANCA INTESA - filiale di Lonate Pozzolo (VA) (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 660444 in uso a BANCA INTESA – filiale di Lonate Pozzolo) 87 FILIPPELLI Nicodemo chiama la Banca Intesa, filiale Lonate Pozzolo e chiede all’ impiegato che risponde il numero del CAB e ABI della filiale in questione. Nel presentarsi al predetto impiegato dice di essere FILIPPELLI, la persona che oggi ha portato i cesti in banca . L’ impiegato da prima lo ringrazia a nome di tutti del pensiero, poi gli comunica i codici richiesti. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e tale Paolo, dipendente di BANCA POPOLARE di INTRA filiale di Lonate Pozzolo (VA) (utenze telefoniche 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 661402 in uso a BANCA POPOLARE di INTA – filiale di Lonate 88 Pozzolo) FILIPPELLI chiama la Banca di Intra, apprendendo dall’ impiegato di nome “PAOLO” che la società FORMULA X ITALIA Srl con sede a Milano in via Gallarate n° 228, non è titolare di alcun c/c presso la Banca di Legnano, filiale di Canegrate (MI). Paolo aggiunge che la ditta fa parte del gruppo "SOGEPA" e non ha alcun problema di natura finanziaria/bancaria. B) 5 – partecipazioni a SUMMIT 89 Ulteriore circostanza di fatto che, unitamente alle numerose altre già evidenziate, fa ritenere la sussistenza di gravi indizi in ordine alla sussistenza ed alla operatività di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. in detto ambito territoriale, consiste nell’ accertata organizzazione di incontri tra i capi di detta organizzazione, nonché tra i capi di questa ed altri esponenti apicali di altre similari associazioni. La riservatezza di detti incontri era garantita dall’ adozione di accorgimenti da parte dei partecipanti e dalla disponibilità da parte del sodalizio di apparecchiature tecniche 90 idonee 86 n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37 87 n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37 88 89 n° 8476 del 12.9.2006 ore 15.37 Con detta espressione (dal latino summum) si intendono riunioni tra i capi di organizzazioni. 90 Sigificativa è la circostanza che, nel corso di una perquisizione domiciliare a carico di DE CASTRO Emanuele (residente in Ferno – VA – in via Trieste n° 22), veniva rinvenuto e sequestrato un rilevatore marca ACECO mod. FC 2002 in grado di palesare la presenza di microspie ed un rilevatore di frequenze marca ACECO capace di intercettare le comunicazioni radio delle Forze 68 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 69 ad evitare l’ intercettazione di conversazioni cruciali aventi ad oggetto la gestione del “Locale” e l’ adozione di decisioni importanti. In particolare dalle indagini risulta l’ organizzazione di cinque incontri di detta natura nell’ arco temporale di dieci mesi (maggio 2006 – marzo 2007). Si riportano di seguito alcune indicazioni sintetiche in ordine a detti incontri. B) 5 - a SUMMIT avvenuto presso l’ abitazione di FILIPPELLI Nicodemo sita in Lonate Pozzolo (VA) nel maggio 2006 INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 91 I vertici del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” sono soliti incontrarsi anche per incontri conviviali. ZOCCHI Fabio e FILIPPELLI Nicodemo commentano quanto è avvenuto alcuni giorni prima, quando RISPOLI Vincenzo si è recato a casa di FILIPPELLI Nicodemo unitamente a LONGOBUCCO Santino, ESPOSITO Antonio, DE CASTRO Emanuele ed hanno fatto una grigliata tutti assieme. B) 5 - b SUMMIT avvenuto presso Ristorante Mediterraneo sito in Cirò (KR) località Cappellieri in data 14.8.2006 INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RISPOLI Vincenzo e MANCUSO Luigi (utenze telefoniche 333 6896723 in uso a GERACI Michela – moglie di RISPOLI Vincenzo e 334 2246741 in uso a MANCUSO Luigi) 92 MANCUSO Luigi invita RISPOLI Vincenzo ad un pranzo che si terrà il giorno successivo (14 agosto 2006) per festeggiare il suo anniversario. Trovandosi RISPOLI Vincenzo in compagnia della zio FARAO Silvio, MANCUSO invita anche quest'ultimo a pranzo presso un ristorante di Cirò. A seguito della precedente conversazione veniva attivati i CC di Cirò Marina (KR) per organizzare presso tale ristorante un idoneo servizio per identificare gli effettivi partecipanti. Il giorno successivo, vale a dire in data 14.8.2006, nel corso di un servizio esterno della Stazione Carabinieri di Cirò, venivano notati alle ore 13.10 circa, fermi a parlare nel parcheggio esterno del ristorante "Mediterraneo" sito in Cirò, località Cappellieri: o o o o FARAO Natale 93; FARAO Silvio 94; MANCUSO Luigi 95; RISPOLI Vincenzo. A tal riguardo veniva redatta la seguente annotazione di indagine datata 19.8.2006: di Polizia (vedi in atti verbali di perquisizione domiciliare e sequestro di data 28.2.2006 nel corso delle indagini effettuate nell’ immediatezza dell’ omicidio di MURANO Alfonso commesso in Ferno – VA - in data 27.2.2006). 91 n° 1128 del 16.5.2006 ore 9.29 92 n° 1781 del 13.8.2006 ore 21.07 nato a Cirò il 26.1.1956 e ivi residente in via Casoppero. 94 nato a Cirò il 3.11.1948 e ivi residente in via Casoppero. 95 nato a Cirò Marina il 2.1.1977 e domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi. 93 69 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 70 "Il giorno 13 agosto 2006, nell’ ambito dell’ attività di indagine in corso riferita al procedimento penale n° 12686/06 in oggetto meglio indicato, avevo modo di ascoltare la conversazione contraddistinta dal n° progressivo 1781 (vedi verbale di trascrizione), riferita all’ intercettazione telefonica attivata sull’utenza n° 333/6896723 in uso a GERACI Michela, moglie di RISPOLI Vincenzo. In particolare MANCUSO Luigi contatta GERACI Michela chiedendole dove si trovava il marito, lei glielo passa al telefono e MANCUSO lo invita per il giorno dopo a pranzo per festeggiare il suo anniversario. Nel corso della conversazione RISPOLI Vincenzo gli dice di essere a mangiare a casa di “ZIO SILVIO”, MANCUSO gli chiede di passarglielo al telefono e invita anche lui al pranzo che si sarebbe dovuto tenere il giorno 14 presso il ristorante denominato “NOVANTUNO” oppure “IL CAMINO”. Giova precisare che RISPOLI Vincenzo con la sua famiglia e MANCUSO Luigi, attualmente stanno trascorrendo le vacanze estive a Cirò Marina (KR). Ritenendo che lo “ZIO SILVIO” potesse essere FARAO SILVIO, per avere ulteriore conferma di ciò e dei contatti esistenti tra i predetti individui, venivano interessati i colleghi della Compagnia di Cirò Marina (KR) che disponevano idoneo servizio atto ad identificare le persone che si sarebbero incontrate con MANCUSO Luigi. Come da annotazione redatta dal personale della Stazione di Cirò Superiore è emerso che, all’ interno del parcheggio del ristorante “MEDITERRANEO” sito a Cirò (KR), località Cappellieri, MANCUSO Luigi il giorno 14.8.2006, alle ore 13.10 circa, si è incontrato con RISPOLI Vincenzo, FARAO Silvio e FARAO Natale, tutti in atti meglio generalizzati”. B) 5 - c SUMMIT avvenuto presso Ristorante Antico Borgo sito in Legnano (MI) in data 25.9.2006 Il 25.9.2006 RISPOLI Vincenzo organizza una cena per salutare gli amici prima del suo ricovero ospedaliero al Centro Auxologico di Piancavallo. Viene così predisposto un servizio di o.c.p. mirato ad individuare il ristorante prescelto per l’ evento. Allo scopo vengono monitorati gli esercizi pubblici solitamente frequentati da RISPOLI Vincenzo e dai suoi affiliati. Il servizio permette di individuare l’ autovettura KIA SORRENTO targata CY850KW, intestata a GERACI Michela (moglie di RISPOLI Vincenzo) nei pressi del ristorante "Antico Borgo" sito a Legnano (MI) in via Ponzella n° 38. Rilevata l’ impossibilità per motivi di opportunità di identificare tutti i clienti al momento presenti nel ristorante, gli operanti rilevavano i numeri di targa di tutte le autovetture parcheggiate nei pressi dell’ esercizio pubblico. Tra le altre sono state annotate le targhe delle seguenti autovetture: Mercedes E 220 con tg CB 603 KZ, intestata a VISEL di PARIANI FELICE & C. con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via Olona n° 6 ed in uso ad ESPOSITO Antonio Lancia Y con tg BD 240 ZX, intestata a BENEVENTO Antonio nato a Cirò Marina (KR) il 13.04.1974 e residente a Milano in via Legnano n° 14 B) 5 - d SUMMIT avvenuto presso BAR Gaia sito in Legnano (MI) in via dei Salici in data 15.3.2007 Da precedenti conversazioni telefoniche ed ambientali si evince che nella mattinata del 15.3.2007 doveva svolgersi un incontro presso il Bar Gaia con la partecipazione di vari elementi di spicco appartenenti a "famiglie calabresi". In particolare poteva registrare la presenza di PIRILLO Vincenzo "reggente" della cosca di Cirò e CASTELLANO Vito detto "CICCIO" in quei giorni presenti in loco. Il giorno precedente, infatti, vi erano state varie conversazioni tra MANCUSO Luigi e FILIPPELLI Nicodemo tese ad organizzare un viaggio all’ Aeroporto di Milano Linate, per andare a prendere CASTELLANO Vito. Per questo arrivo MANCUSO Luigi, tramite LANDONI Marco, prenotava presso l’ Hotel Sant’ Anna di Solbiate Olona (VA) due camere singole e precisamente la n° 36 e 37, delle quali si è fatto consegnare anche anticipatamente le chiavi. Veniva quindi predisposto un servizio di o.c.p. nei pressi del BAR Gaia, nel corso del quale si è provveduto a documentare la presenza sul posto delle auto di alcuni uomini legati alle famiglie calabresi dei RISPOLI, MANCUSO e NOVELLA. In particolare l’ autovettura LANCIA K targata BW659LH intestata a BEVILACQUA Mariassunta, la stessa mattina del 15.3.2007 alle ore 8.47 veniva fermata in Legnano (MI) 70 foglio nr. 71 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari da personale del Locale Commissariato di PS che controllava i suoi occupanti, identificandoli in: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI Agassio Antonio. Annotazione di attività di indagine di data 15 marzo 2007 "Giunti sul posto alle ore 9.45 circa si constatava che nel parcheggio antistante il BAR, oltre ad utilitarie, erano ferme alcune auto di grossa cilindrata e proprio sulla porta del BAR vi erano due uomini entrambi intenti a telefonare. Dopo esserci posizionati in maniera defilata, si notava che i due uomini continuavano a “presidiare l’ingresso” ed in particolare uno entrava ed usciva dal locale mentre il secondo è sempre rimasto all’ esterno del locale, muovendosi tra le prime auto parcheggiate vicino alla porta di ingresso”. Nel corso del servizio, in alcuni passaggi in auto, venivano annotati i numeri di targa di alcune delle auto li parcheggiate che dai successivi accertamenti sono risultate intestate a: KIA SORRENTO tg CY 850 KW, intestata a GERACI Michela, nata a Caltanissetta il 5.1.1967 e residente a Legnano (MI) in viale Sabotino n° 43, moglie di RISPOLI Vincenzo PORSCHE CAYENNE tg CN 129 WY, intestata a NEW SUN di MIGLIANO FULVIO & C. con sede a Parabiago (MI) in via Monsignor Pogliani n° 25, a bordo della quale sono stati già notati MANCUSO Luigi e RISPOLI Vincenzo LANCIA K tg BW 659 LH, intestata a BEVILACQUA Mariassunta, nata a Verzino (CZ) il 02.03.1957 e residente a Guardavalle (CZ) in Traversa A. Giordano n° 1. Nella stessa mattinata alle ore 8:47 in Legnano il Commissariato fermava detta LANCIA K e controllava i suoi occupanti identificandoli in: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI Agassio Antonio. B) 5 - e SUMMIT avvenuto presso Ristorante La Pergola sito in Fagnano Olona (VA) in data 31.3.2007 Altra riunione cui hanno preso parte i principali esponenti del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” è stata tenuta il 31.3.2007 in occasione del pranzo organizzato da FILIPPELLI Nicodemo presso il ristorante "La Pergola", sito in Fagnano Olona (VA) in via Mercadante. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e Ristorante “La Pergola” (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 612213 intestata al Ristorante La Pergola) 96 Il giorno precedente FILIPPELLI Nicodemo contatta "CICCIO" titolare del ristorante, prenotando un pranzo a base di pesce fresco e champagne per 15 persone. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e RISPOLI Raffaele (utenze telefoniche 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 338 6080305 in uso a RISPOLI Raffaele) 97 RIENZI Pasquale avverte RISPOLI Raffaele che si trova sotto casa sua per andare al ristorante assieme. Nel corso del servizio di OCP predisposto presso il ristorante si vedrà scendere RISPOLI Raffaele dalla BMW 645 coupe di RIENZI Pasquale. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra DE CASTRO Emanuele e ROCCA Ernestino (utenze telefoniche 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele e 346 8253307 in uso a ROCCA Ernestino) 96 n° 38938 del 30.3.2007 ore 19.06 97 n° 7645 del 31.3.2007 ore 11.45 98 n° 10651 del 31.3.2007 ore 12.20 71 98 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 72 Tra i vari commensali che partecipano al pranzo vi è anche DE CASTRO Emanuele, il quale giungerà per ultimo sul posto a bordo della Porsche Cayenne, unitamente ad un uomo che viaggava con lui in auto. Riprese filmante effettuate in loco non hanno permesso di identificare il secondo uomo ma, dalla seguente conversazione, si evince che la persona che è in auto con DE CASTRO è senza ombra di dubbio ROCCA Ernestino. DE CASTRO infatti afferma: “…., cosa faccio, passo io a prenderti ?. . .” - " “… io sto partendo adesso da casa ..”. B) 6 – dichiarazioni di collaboratori di giustizia Ad integrazione del grave compendio indiziario fin qui esposto in ordine all’ effettiva esistenza di un’ associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. in detto ambito territoriale (comprendente come detto la porzione di territorio dei comuni di Legnano, Lonate Pozzolo, Ferno ed altri limitrofi), si devono riferire le dichiarazioni rilasciate da alcuni collaboratori di giustizia sull’ esistenza, sull’operatività e sulla composizione del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”. B) 6 - a DICHIARAZIONI rese da CORTESE Angelo in data 23.6.2008 99 A.D.R.: richiesto di riferire sulla mia affiliazione alla ‘ndrangheta e sulla frequentazione di Legnano e della Lombardia, rispondo che dal 1970 al 1990 ho vissuto a Legnano, località in cui mi ero trasferito dalla Calabria con la mia famiglia di origine. Successivamente sono ritornato a Cutro in Calabria e sono stato affiliato a quella “ndrina” da Salvatore Dragone, figlio di Antonio Dragone. Nel 1999 ho ricevuto il grado di “crimine” da Grande Aracri Nicola, capo della “ndrina” di Cutro dopo i Dragone. A.D.R.: i gradi della ndrangheta sono i seguenti: inizialmente, giovane d’onore, picciotto e camorrista che appartengono alla ndrangheta cosiddetta “minore”. Poi viene riconosciuto il grado di sgarro e viene attribuita a seguire “la santa” nelle sue suddivisioni di Mazzini, Garibaldi e La Marmora. In prosieguo si diventa “vangelo” con i sottogradi dei tre Magi (Melchiorre, Gaspare e Baldassarre). Poi vi è il “Tre quartino”, “quartino” e “crimine”. Vi sono poi ulteriori gradi che io non conosco perché la ‘ndrangheta è fatta “a compartimenti stagni”, nel senso che io posso sapere gli affiliati che hanno doti inferiori o pari al mio. Conosco solo la dote di “crimine internazionale” che apparteneva al mio capo GRANDE ARACRI Nicolino ed a Pasquale NICOSCIA. L’ organizzazione di cui ho appena detto dà luogo alla cosiddetta ndrangheta “maggiore”. A.D.R.: richiesto di riferire su Enzo Rispoli e sull’esistenza del locale di Legnano, rispondo che tale locale fu costituito negli anni 1985/1986 da me e da Vincenzo Rispoli. Gli altri componenti erano Nunzio ed Enzo Novella, Giuseppe Santarceri abitante a Canegrate, che era collegato con i Mancuso di Limbadi. Vi era anche Daniele Santarceri, Ciccio Costantino di Reggio Calabria e suo suocero. L’organizzazione di Legnano aveva ricevuto il benestare del Locale di Cirò Marina che a sua volta deriva il suo potere dall’ investitura da parte della ‘ndrangheta di San Luca. Vincenzo Rispoli è nipote di Farao Giuseppe e Silvio per parte di madre, FARAO Maria Grazia e quindi gode della loro protezione e quella di Marincola Cataldo, capi del locale di Cirò. Tutti gli affiliati alla ‘ndrangheta sono collegati tra di loro e si frequentano per i vari affari, oltre che per le cerimonie relative a funerali ed a matrimoni. Proprio in occasione di un matrimonio nella zona della Brianza conobbi Antonio Papalia. All’ epoca io e Vincenzo Rispoli frequentavamo l’abitazione di Franco Greco detto “sgrenga” nella zona di Varese. Questi era affiliato al clan di Cirò Marina. In questa stessa abitazione è stato latitante a suo tempo Farao Giuseppe. In questi incontri si parlava di affari e si faceva festa. Vi era sempre la possibilità di consumare cocaina. A questi incontri partecipavano altri ‘ndranghetisti come Raffaele e Franco Trifino che abitano in S.Antonino di Varese, Murano Cataldo e Murano Alfonso, che sono stati entrambi uccisi di recente. A.D.R.: sono stato detenuto in periodi discontinui dal 1993 al 2004. A.D.R.: sono rimasto sempre in contatto con il locale di Legnano di Vincenzo Rispoli e ciò anche nel 2005 e 2006, quando mi è capitato di fare visita a Vincenzo Rispoli in Legnano. Ho constatato che al locale di Legnano erano stati affiliati alcuni giovani di Guardavalle di cui non ricordo i nomi. Si tratta di persone che forse sarei in grado di 99 Vedi verbale di interrogatorio reso in data 23.6.2008 davanti ai PM della DDA di Milano (faldone n° 4). 72 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 73 riconoscere, erano uomini di Novella. Ricordo in particolare un episodio risalente al 2005 relativo ad un tentativo di estorsione in danno di un cugino di mio cognato De Benedetto Michele. Fui chiamato da quest’ultimo proprio per intercedere presso Vincenzo Rispoli. La persona sotto estorsione, che si chiamava Enrico ed era nato a Porto Salvo, abitava a cerro Maggiore. Aveva trovato una testa di animale appesa alla porta della abitazione. In questa occasione incontrai Vincenzo Rispoli nella sala giochi di Busto Arsizio e quindi ci recammo insieme nel bar di Legnanello di Enzo Novella. Ho incontrato ancora Vincenzo Rispoli nel 2006 nel suo bar di Legnano. Nunzio Novella riveste un grado importante nella ‘ndrangheta, nel senso che ha una dote elevata ed è una persona rispettata e riconosciuta in Calabria e fuori dalla Calabria. Quanto a Enzo Novella, che è in posizione subordinata rispetto a Nunzio, da come si comportò nella occasione citata, io e Vincenzo Rispoli giungemmo alla conclusione che non era estraneo al tentativo di estorsione in questione, anche perché grazie alla nostra intercessione e all’ intervento del Novella la faccenda fu sistemata in modo favorevole alla persona di nome Enrico. Questi mi aveva detto che prima del nostro intervento faceva regali a calabresi del posto. Successivamente, per rispetto nei confronti di DE BENEDETTO, nessuno gli chiese più nulla. Non so se DE BENEDETTO sia un affiliato, è persona di TROPEA, però ha fatto tanta galera e tutti i clan calabresi lo conoscono. A.D.R.: quando vivevo a Legnano fui responsabile di diverse azioni violente per conto del locale di Legnano. Ricordo i colpi di arma da fuoco sparati contro la pizzeria “Dessy” nel 1987-1988, contro una barberia, contro la discoteca Mediteranè. A.D.R.: il territorio del locale di Legnano confina con Busto Arsizio, dove sono presenti i “gelesi”. Il territorio di Busto è diviso tra gelesi e calabresi, c’è un accordo di massima che prevede il reciproco rispetto. A.D.R.: Rispoli Vincenzo mi parlò degli omicidi di Murano Cataldo, che è stato bruciato e di Murano Alfonso, cugino di Vincenzo Rispoli. A dire di quest’ultimo, Murano Alfonso aveva fatto la spia ad un cirotano della zona di Legnano, di cui era stato ordinato l’omicidio dal locale di Cirò. Si è evidentemente trattato di una grave violazione delle regole di ndrangheta, per cui nemmeno Vincenzo Rispoli è riuscito a proteggerlo. A.D.R.: sono stato arrestato nel giugno 2007 e successivamente sono stato ristretto agli arresti domiciliari. Sono stato nuovamente arrestato nel febbraio 2008. Poco dopo è iniziata la mia collaborazione con la giustizia. Sono attualmente sottoposto a programma speciale di protezione. Ho deciso di collaborare per uscire da questo ambiente e per affetto nei confronti della mia donna, per crearmi una nuova vita con lei. A.D.R.: nel 2007 incontrai Vincenzo Pirillo ed Amantea Francesco presso l’abitazione di Modena di Santoro Fiorenzo. Pirillo Vincenzo è stato ucciso perché autore, insieme con Onofrio Felice e Ferraro Maurizio, dell’omicidio di Natale Bruno. Anche Onofrio Felice e Ferraro Maurizio sono stati uccisi perché autori dell’omicidio di Natale Bruno. A.D.R.: attualmente il locale di Cirò è diretto da Marincola Cataldo e Farao Silvio, che sono entrambi latitanti. B) 6 - b DICHIARAZIONI rese da CUZZOLA Antonino 100 in data 23.11.2006 CUZZOLA Antonino, riferendo di una vicenda di droga che lo vedeva coinvolto insieme a TRIFINO Mario, TRIFINO Franco e CASOPPERO Cataldo, dichiarava di essersi scontrato con RISPOLI Vincenzo per il mancato pagamento di una partita di eroina consegnata ai TRIFINO e, per tale motivo, di essere stato in procinto di ucciderlo, venendo in ciò dissuaso perchè RISPOLI Vincenzo gli veniva indicato come rappresentante in Lombardia del “Locale di Cirò” per essere il nipote, per parte di madre, di FARAO Giuseppe. Indicava inoltre RISPOLI Vincenzo come capo del “Locale di Lonate Pozzolo”. A.D.R.: richiesto di chiarire e precisare quanto da me riferito nel verbale di interrogatorio reso il 30.8.2004 presso la DDA di Milano davanti ai Pubblici Ministeri dott.ssa Roberta NUNNARI e dott. Mario ANDRIGO della DDA di Reggio Calabria e dott. Marcello MUSSO della DDA di Milano, confermo innanzitutto quanto già dichiarato riguardo a Vincenzo Rispoli e al mio progetto di omicidio nei suoi confronti. A.D.R.: come ho già detto, consegnai a TRIFINO Franco mezzo chilogrammo di eroina. Ciò avvenne prima del mio primo arresto il 16 febbraio del 1992. Venni scarcerato il 18 febbraio 1993 per decorrenza dei termini e fui quindi 100 Vedi verbale di interrogatorio reso in data 23.11.2006 davanti ai PM della DDA di Milano (faldone n° 4) 73 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 74 ancora arrestato nel giugno sempre del 1993 nell’ Operazione Wall Street. La consegna al TRIFINO di cui ho riferito avvenne nel 1991, in primavera o in estate perché era un periodo in cui era possibile muoversi in motocicletta come facevo io. A.D.R.: preciso che entrambi i fratelli TRIFINO Franco e TRIFINO Mario gestiscono il traffico di sostanze stupefacenti. TRIFINO Franco mi fu presentato da un cirotano, che abitava in S.Antonino, frazione di Lonate Pozzolo, e che aveva diverse macchine per il movimento-terra. Se non sbaglio, si chiamava CASOPPERO Cataldo. La presentazione avvenne all’ interno del Bar-Tabacchi di S.Antonino. All’ epoca abitavo ad Oleggio e provenendo da casa mia, percorrevo prima il ponte sul Ticino e quindi, giunto sulla circonvallazione di Lonate Pozzolo, giravo a destra al secondo semaforo. Dall’ incrocio raggiungevo quindi dopo un chilometro S.Antonino e il Bar-Tabacchi era nei pressi delle prime case dell’ abitato, proprio dove la strada si restringe. Almeno questa era la situazione dei luoghi prima del 1993, epoca dalla quale sono stato ininterrottamente detenuto fino ad oggi. A.D.R.: tornando all’ incontro con CASOPPERO Cataldo, preciso che si trattò di un fatto occasiona le. Frequentavo il Bar-Tabacchi di cui ho detto e mi capitava di fermarmi spesso per consumare qualcosa. In quella circostanza il CASOPPERO, che era sulla strada, mi fece segno di fermarmi, Parcheggiai la mia autovettura Mercedes ed entrai nel bar dove il CASOPPERO mi indicò un calabrese della sua stessa zona e cioè di Cirò. La presentazione avvenne solo perché eravamo tra calabresi. Notai subito che questa persona e cioè il TRIFINO Franco provocava una certa confusione perchè si alzava continuamente dal tavolo dove eravamo seduti per incontrare diverse persone nel cortile del bar. In quella circostanza conobbi anche il fratello TRIFINO Mario. Dopo poco il CASOPPERO si allontanò e io ebbi modo di verificare che entrambi i fratelli vendevano piccoli quantitativi di eroina. Era un continuo andirivieni di persone che venivano a prendere le dosi di stupefacente o a portare denaro. Il TRIFINO mi disse che acquistava l’eroina al prezzo di 60 milioni al chilo. Non mi disse da quali fornitori. Al che io gli proposi di acquistare la mia eroina al prezzo inferiore di 55 milioni al chilogrammo. Mi rispose che per il momento non aveva necessità perché doveva vendere ancora un residuo di una precedente fornitura. Mi precisò anche che doveva parlare con un’ altra persona, di cui non mi fornì alcuna indicazione. Concordammo un appuntamento a venti giorni nel medesimo bar-tabacchi. Infatti il giorno concordato mi recai all’ appuntamento ed incontrai il TRIFINO Franco, che si dimostrò interessato ad acquistare da me l’eroina. Raggiungemmo l’ accordo per la fornitura di mezzo chilo al prezzo di 27 milioni e cinquecento mila lire. Il TRIFINO voleva un campione, ma io replicai vantando la buona qualità della mia merce, che non aveva necessità di verifica. Concordammo un ulteriore appuntamento a due giorni nei pressi del bar-tabacchi di cui ho detto. Io portai in tale occasione il pacchetto dell’ eroina e lo consegnai al TRIFINO Franco che era solo. La consegna avvenne “a credito” con la promessa del pagamento a quindici o venti giorni. A quell’ epoca facevo parte del gruppo PAVIGLIANITILATELLA-DE STEFANO. Mimmo e Santo PAVIGLIANITI gestivano un traffico di droga avente base nell’ autolavaggio di Cermenate. L’ eroina arrivava direttamente dalla Turchia. La cocaina l’ acquistavamo dove capitava. A.D.R.: ritornai al Bar-Tabacchi nel giorno convenuto. Sulla porta mi accolse il TRIFINO Franco con il quale entrai all’ interno. Ci fermammo al banco accanto ad un’ altra persona, alla cui presenza il TRIFINO Franco accampò scuse per il pagamento, lamentando la cattiva qualità dell’ eroina che gli avevo consegnato e dicendo che probabilmente me l’ avrebbero restituita. Io protestai, facendo capire che poteva finire male. Non c’era bisogno di minacce esplicite. Gli dissi quindi che sarei ripassato due giorni dopo per prendere il denaro e di non fare cattivi scherzi. A quel punto intervenne la persona che era accanto al TRIFINO, che di sua iniziativa intervenne nella discussione dicendo chiaramente che loro non avrebbero pagato nulla perché l’eroina non era di buona qualità e semmai l’ avrebbero restituita. Nel dire ciò questa persona aprì la giacca per mostrarmi una pistola di calibro 38 corto, infilata nella cintura dei pantaloni. Sorpreso per questo intervento non richiesto, mi rivolsi al TRIFINO Franco per sapere chi fosse questa persona e mi rispose che si trattava di Enzo RISPOLI. Si trattava di un nome che già conoscevo per averlo appreso nell’ ambiente malavitoso che frequentavo. Tra l’ altro abitavo ad Oleggio e quindi proprio vicino a Lonate Pozzolo ed alla località “quattro strade”, un incrocio sulla strada per Busto Arsizio. La famiglia RISPOLI gestiva un esercizio commerciale di frutta e verdura proprio nei pressi di tale incrocio. A.D.R.: a quel punto, ancora nel bar-tabacchi, replicai duramente che pretendevo il pagamento dei miei soldi, ma il RISPOLI mi rispose che non mi avrebbero pagato e che mi avrebbero restituito la droga che avevo consegnato e di cui non sapevano cosa farne a causa della asserita cattiva qualità. Il Rispoli, dandomi del “voi” secondo l’uso meridionale, mi disse quindi di ripassare dopo due giorni per riprendermi l’ eroina. Ero furioso e se fossi stato armato, non avrei esitato a uccidere i due per l’ affronto che mi facevano. Ero infatti convinto di aver subito una truffa perché ero certo della buona qualità dell’ eroina, che era ancora impacchettata come l’avevano consegnata i turchi. 74 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 75 A.D.R.: appena mi recai a Cermenate feci subito un resoconto della vicenda a Mimmo PAVIGLIANITI, riferendogli tutti i dettagli dell’ operazione, perché si trattava dell’ eroina dei PAVIGLIANITI. A quell’ epoca non ero più in società con i fratelli PAVIGLIANITI che facevano affari tra di loro. Però poiché mi stimavano e partecipavo attivamente e tutte le vicende dell’ associazione, ivi compresi anche gli omicidi sia in Calabria che in Lombardia ed altrove, mi consegnavano l’ eroina a prezzo di costo e a credito. Era dal 1989 che lavoravo solo con i PAVIGLIANITI. In precedenza mi rifornivo di eroina presso i Sergi di Corsico. Concordammo con Mimmo PAVIGLIANITI che bisognava reagire con la massima durezza e quindi ci preparammo ad uccidere coloro che ci avrebbero restituito l’eroina o comunque coloro che sarebbero venuti all’ appuntamento. In ogni caso il destino di Enzo RISPOLI era segnato, perché era nostra intenzione di occuparci comunque di lui. Il giorno dell’ azione mandammo Nino RAFA a prendere le pistole presso l’ autolavaggio che era gestito all’ epoca da Franco BUZACHIELLO e da Sabatino BRUNO. Si trattava di una pistola 9x21, di una calibro 38 e di altra pistola che non ricordo. In sintesi tre pistole per due persone: io e il Mimmo PAVIGLIANITI. Per l’ azione avevamo intenzione di usare una motocicletta rubata che era già nella nostra disponibilità. Io dovevo guidare e Mimmo PAVIGLIANITI avrebbe sparato. Stavamo quasi partendo da Cermenate, quando casualmente sopraggiunse Antonio PAPALIA. Alla sua richiesta di dove fossimo diretti, Mimmo PAVIGLIANITI gli parlò delle nostre intenzioni e gli raccontò l’ accaduto, riferendo l’affronto ricevuto da Enzo RISPOLI. Al che il PAPALIA ci fermò dicendoci che Enzo RISPOLI era il suo figlioccio e che era il nipote di Giuseppe FARAO di Cirò per essere figlio di una sorella di quest’ultimo. Antonio PAPALIA disse anche che aveva aperto un locale di ‘ndrangheta a Lonate Pozzolo e che aveva messo a capo di questo locale proprio Enzo RISPOLI. In tale occasione il PAPALIA ci disse che il RISPOLI e i TRIFINO lavoravano abitualmente con Pepe FLACHI e Franco TROVATO. Disse anche che sia i TRIFINO che il RISPOLI erano affiliati ai cirotani. Ci assicurò quindi che si sarebbe occupato della faccenda e che ci avrebbe fatto avere il prezzo dovuto per l’eroina che avevo consegnato. Cosa che effettivamente avvenne perché Santo PAVIGLIANITI mi disse che era stato pagato da Antonio PAPALIA. Spontaneamente riferisco che parlai dei fratelli TRIFINO anche con CHIRICO Antonino, durante il dibattimento “Wall Streeet”, che mi confermò che acquistavano eroina da Franco TROVATO e da Pepe FLACHI, ai quali erano stati presentati da Antonio Schettini, che li aveva a sua volta conosciuti tramite MARINCOLA Cataldo. CHIRICO Antonino era il magazziniere di Pepe FLACHI e aveva fatto personalmente alcune consegne di eroina ai TRIFINO, che viaggiavano con una autovettura blindata. A.D.R.: ho incontrato i fratelli Franco e Mario TRIFINO solo nelle circostanze di cui ho sopra detto, altre volte mi è capitato di vederli per strada a Ferno o altrove. Ho sempre notato che erano ben vestiti anche quando Franco TRIFINO era in motocicletta. Inoltre quando era ancora aperto il contenzioso per la consegna dell’ eroina e del mancato pagamento della fornitura mi informavo sulla loro reputazione e sui luoghi che frequentavano. Tra i miei informatori vi erano persone dell’ ambiente malavitoso e anche CASOPPERO Cataldo. Appresi quindi che i fratelli TRIFINO erano stati in contrasto con la famiglia di Pasquale VENTURA e che proprio all’incrocio di “quattro strade” erano stati feriti con esplosione di diversi colpi d’arma da fuoco. Fu lo stesso Pasquale VENTURA, durante il processo dell’ Operazione Wall Street, a confermarmi che i VENTURA avevano avuto contrasti con i TRIFINO per dissapori maturati nel traffico degli stupefacenti e che aveva ordinato il loro omicidio. Spontaneamente riferisco che anche il cognato di Franco TRIFINO, che conviveva con una sorella di questa persona di cui non ricordo il nome, ma che occupava la cella di fronte alla mia nel carcere di Busto Arsizio dove eravamo detenuti nel 1992, mi parlò dei traffici di droga dei fratelli TRIFINO. A.D.R.: Enzo RISPOLI rispondeva, per il suo locale di Lonate Pozzolo, direttamente ad Antonio PAPALIA. B) 6 - c DICHIARAZIONI rese da FERRACANE Rocco 101 in data 28.6.2006 A.D.R.: per quel che mi risulta i RISPOLI sono una famiglia mafiosa di origine calabrese operante in Legnano. Hanno qualche referente in Cirò in Calabria. Tutte le persone che avevano bisogno si rivolgevano ai RISPOLI o ai NOVELLA. Ancora oggi mi risulta che non si muove foglia a Legnano e dintorni se non lo vogliono i Rispoli. A.D.R.: Francesco TEDESCO era un prestanome dei Rispoli. Si trattava di un imprenditore edile, molto apprezzato per il suo lavoro e al quale i Rispoli si erano rivolti per coprire le loro attività illecite. Lo hanno gestito come hanno voluto fino a farlo fallire. Il Tedesco abitava in un complesso di quattro ville dove abitavano anche i Rispoli. 101 Vedi verbale di interrogatorio reso in data 28.6.2006 davanti al PM della DDA di Milano (faldone n° 4). 75 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 76 A.D.R.: fui arrestato per l’operazione INCUBO nel febbraio 1996. Andai agli arresti domiciliari nel novembre dello stesso anno. Fui arrestato nuovamente nel 1997, anno in cui ho iniziato la collaborazione. Quando mia moglie fu minacciata da “Compare Ciccio” io ero in carcere. Come ho già riferito al Dr. Masini feci intervenire i Rispoli tramite Francesco TEDESCO. I Rispoli mi fecero pervenire tramite Diego TRIPEDI un’ ambasciata con la quale mi assicuravano che tutto era stato sistemato. A.D.R.: Il Tedesco era un mio mezzo parente, che soddisfaceva ogni mia necessità economica, con il ricorso allo sconto delle cambiali. Il Tedesco faceva ciò oltre che in virtù dell’ amicizia e della parentela, anche perché nell’ ambiente malavitoso io godevo del “rispetto”. So che Francesco Tedesco è stato aiutato dai Rispoli anche per i suoi debiti nei confronti della famiglia Nicastro che lo tenevano sotto usura. A.D.R.: quando parlo della famiglia Rispoli mi riferisco al gruppo famigliare facente capo a RISPOLI Vincenzo che è titolare di attività varie, dall’ edilizia alla gestione di Bar e Pub. Attualmente hanno aperto un Bar all’ uscita dell’ Autostrada di Busto Arsizio, vicino all’ ESSELUNGA. Il Tedesco era proprietario di due bar ma ciò solo formalmente. Nella sostanza i proprietari erano i Rispoli. Attualmente, gestisce un bar sotto i portici di Legnano. A.D.R.: mi è capitato di incontrare RISPOLI Vincenzo a casa del Tedesco che io frequentavo quando ero in libertà. Ho pranzato qualche volta assieme. B) 6 - d DICHIARAZIONI rese da CAMMALLERI Gianfranca 102 in data 19.6.2006 Preliminarmente l’Ufficio dà lettura delle dichiarazioni rese dalla CAMMALLERI Gianfranca nel verbale di interrogatorio in data 23.12.1997 avanti al P.M. di Busto Arsizio Dr. Tiziano MASINI. A.D.R.: è passato molto tempo dall’ interrogatorio citato dalla S.V. e qualche particolare comincia a sfuggirmi. Ricordo però perfettamente della vicenda relativa alle minacce che mi erano state rivolte da tale “Compare CICCIO” di cui non ricordo il cognome ma che fu a suo tempo arrestato. Si trattava di un mio debito per traffici di cocaina. Tramite Francesco TEDESCO feci intervenire RISPOLI Vincenzo di Legnano che parlò con compare CICCIO nei termini già riferiti al Dott. MASINI nell’interrogatorio citato che confermo. Si raggiunse un accordo nel senso che compare Ciccio accettava la consegna della mia autovettura Nissan Primera a saldo del debito. Confermo anche le dichiarazioni relative a RISPOLI Roberto che in una circostanza da me citata aveva consegnato un quantitativo di cocaina a tale Valentina che era la moglie di tale TANU U’ CURTU di Legnano, ovvero Gaetano CANTARELLA. Come risulta dal verbale citato ebbi modo di conoscere anche un giovane che si presentò a casa mia dicendo di essere nipote di Vincenzo RISPOLI. Era accompagnato da Armando LA ROSA. Il motivo della loro visita era che volevano proporre a mio marito Rocco FERACANE l’acquisto di una fornitura di cocaina. A.D.R.: ricordo di aver visionato un album fotografico e di aver riconosciuto sia la persona che si presentò come nipote di Vincenzo RISPOLI, sia lo stesso Vincenzo RISPOLI. A.D.R.: ho conosciuto personalmente Vincenzo RISPOLI in occasione di una mia visita a casa di Francesco TEDESCO. Quest’ultimo è il cognato della sorella di mio marito FERRACANE Rocco. In altri termini, i due GREGORACE, che sono fratello e sorella, hanno sposato, il primo, ovvero GREGORACE Antonio, ha sposato FERRACANE Alfonsa (sorella di Rocco), mentre la seconda, ovvero GREGORACE Concetta, ha spostato Francesco TEDESCO di cui sopra. Frequentavo assiduamente la casa di Francesco TEDESCO, oltre che per la conoscenza e la quasi parentela, anche perché, come già dichiarato in uno degli interrogatori innanzi al Dr. MASINI, il TEDESCO, che era titolare di una impresa edile, ci faceva la cortesia di scontarci le cambiali. Ricorrevo a tale espediente quando ero a corto di denaro. Il che capitava spesso, anche perché a mia volta facevo dei favori a conoscenti e a persone che avevano bisogno di soldi. Si trattava di pura cortesia, nel senso che non percepivo alcun compenso per tale mediazione. Come ho detto, quindi, pure abitando all’ epoca in Busto Arsizio Via Giulio Pastore n° 22, frequentavo assiduamente la casa di Francesco TEDESCO in Legnano. Nel frattempo mio marito era detenuto. Quando è stato liberato anche lui veniva a casa di Francesco TEDESCO, ma frequentava anche l’Ufficio della Ditta che era in Busto Arsizio. Si trattava sempre di incontri finalizzati a procurare, tramite lo sconto delle cambiali, la liquidità necessaria a finanziare le partite di cocaina. 102 Vedi verbale di interrogatorio reso in data 19.6.2006 davanti al PM della DDA di Milano (faldone n° 4). 76 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 77 Spontaneamente riferisco che la frequentazione di mio marito con il TEDESCO, era dovuta anche al fatto che aveva ricevuto l’ incarico di uccidere il TEDESCO. Incarico ricevuto dalla famiglia RINZIVILLO. Anche di questo ho già detto negli interrogatori con il Dr. MASINI. A.D.R.: conobbi Enzo Rispoli a casa di Francesco TEDESCO. Come ho detto mio marito era all’epoca detenuto, ma lui già conosceva Vincenzo RISPOLI. Anche io conoscevo già di nome Vincenzo RISPOLI, perché me ne aveva sempre parlato mia cognata FERRACANE Alfonsa. Quest’ultima, conosceva il RISPOLI Vincenzo e tutta la sua famiglia perché avevano anche avuto modo di pranzare tutti assieme a casa di Francesco TEDESCO. Peraltro, la figlia di FERACANE Alfonsa lavorava nel Pub dei RISPOLI in Legnano. A.D.R.: FERRACANE Alfonsa me ne aveva parlato come una famiglia potente. Con ciò intendo dire che si trattava di persone importanti della criminalità organizzata calabrese. Si diceva che fossero responsabili anche di omicidi e, come dissi al Dr. MASINI, Francesco TEDESCO era coinvolto in vicende processuali che riguardavano Vincenzo RISPOLI, nel senso che aveva dato copertura a quest’ultimo per un omicidio verificatosi a Guardavalle in Calabria, provincia di Catanzaro. A.D.R.: quando incontrai Vincenzo RISPOLI, non vi fu pertanto bisogno di particolari presentazioni. Peraltro sapevo anche che si trattava di un vicino di casa di Francesco TEDESCO. Si tratta di un complesso immobiliare composto da quattro ville, costruite dallo stesso Francesco TEDESCO. La prima abitata da una vedova, la seconda dallo stesso Francesco TEDESCO, e le altre due dalla famiglia RISPOLI. A.D.R.: ho incontrato diverse volte Vincenzo RISPOLI, sempre a casa del TEDESCO e ho avuto modo di ascoltare i loro discorsi che facevano riferimento a traffici di armi e droga. Davanti a me non hanno mai parlato di altri reati o di fatti di sangue. Dai loro discorsi ho capito che il TEDESCO fungeva da copertura per le attività illecite del RISPOLI. Francesco TEDESCO faceva da prestanome per conto di Vincenzo RISPOLI, che gli intestava attività economiche, immobili ed autovetture. Salvo poi farsi restituire il tutto alla prima occasione utile. So che attualmente il TEDESCO è ridotto in miseria e non svolge più attività imprenditoriali. Mi sembra che sua moglie gestisca un bar in Legnano. A.D.R.: da quando è iniziata la nostra collaborazione con la giustizia, sia io che mio marito siamo stati allontanati da tutte queste persone, compreso il Francesco TEDESCO. Però qualche notizia mi giunge da mia cognata FERRACANE Alfonsa. A.D.R.: quando alla “vedova” di cui ho detto sopra, si tratta di una donna alla quale era stato ucciso il marito, ad opera, si diceva, dello stesso Vincenzo RISPOLI. So che successivamente questa donna ha sposato proprio uno dei RISPOLI. A.D.R.: nell’ambiente malavitoso che frequentavo all’epoca e soprattutto fra i calabresi, RISPOLI Vincenzo e la sua famiglia erano conosciuti come persone mafiose di alto livello. E questo sia in Legnano che in Guardavalle che era la loro zona di origine. Il collaboratore di giustizia CORTESE Angelo deve ritenersi attendibile intrinsecamente sia per la precisione e coerenza del racconto, ma anche perché, oltre ad accusare RISPOLI Vincenzo, si è autoaccusato di essere stato anch’ esso promotore della stessa associazione (“Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”) unitamente a RISPOLI Vincenzo (“ … tale locale fu costituito negli anni 1985/1986 da me e da Vincenzo Rispoli”). Le sue dichiarazioni in ordine al ruolo di RISPOLI Vincenzo di capo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” sono inoltre ampiamente riscontrate dalle dichiarazioni rese dagli altri collaboratori CUZZOLA Antonino, FERRACANE Rocco e CAMALLERI Gianfranca e caratterizzate da: a) piena convergenza in ordine alla sussistenza ed operatività nella zona di Legnano e Lonate Pozzolo di un “Locale”, ed alla direzione di questo da parte di RISPOLI Vincenzo; b) indipendenza da suggestioni o condizionamenti che potrebbero inficiare il valore della concordanza (le dichiarazioni sono state rese in tempi diversi e davanti a diversi PM; c) specificità (sono riportati vari episodi a sostegno dell’ affermato ruolo di capo del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, come ad esempio i positivi interventi effettuati da RISPOLI Vincenzo su loro richiesta per far cessare una vicenda estorsiva ai danni di un conoscente di CORTESE Angelo e per far cessare le minacce recate da tale “Compare Ciccio” ai danni di CAMMALLERI Gianfranca, moglie di FERRACANE Rocco. 77 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 78 Anche il collaboratore CUZZOLA Antonino deve ritenersi intrinsecamente attendibile sia per la precisione, la ricchezza di particolari e la coerenza del suo racconto, sia perché appartenente ad altra associazione a delinquere (gruppo PAVIGLIANITI-LATELLA-DE STEFANO) con cui RISPOLI Vincenzo e la sua associazione ha avuto contatti in ragione della medesima provenienza geografica, nonché per la comune conoscenza con PAPALIA Antonio. Anche gli altri collaboratori di giustizia FERRACANE Rocco e CAMALLERI Gianfranca devono ritenersi attendibili intrinsecamente sia per la precisione e coerenza del loro racconto, sia perché hanno dimostrato di avere rapporti parentali e di frequentazione con TEDESCO Francesco, imprenditore locale e socio in affari con RISPOLI Vincenzo, e quindi per detto motivo di avere avuto modo di apprendere circostanze inerenti la condotta ed il ruolo del RISPOLI nell’ ambito malavitoso della zona. Le loro dichiarazioni in ordine all’ appartenenza di RISPOLI Vincenzo ad associazione a delinquere di stampo mafioso operante nella zona di Legnano e comuni limitrofi sono inoltre reciprocamente riscontrate dalle dichiarazioni rese dagli altri collaboratori CORTESE Angelo e CUZZOLA Antonino. C) – DISPONIBILITA’ di ARMI da parte del “LOCALE di Legnano-Lonate Pozzolo” (art. 416 bis commi IV e V c.p.) La circostanza aggravante speciale prevista nei commi IV e V dell’ art. 416 bis c.p. per l’ ipotesi di associazione di tipo mafiosa armata sussiste “quando i partecipanti hanno la disponibilità, per il conseguimento delle finalità dell’ associazione, di armi o materie esplodenti, anche se occultate o tenute in luogo di deposito”. L’ aggravante ricorre anche se armi e materie esplodenti non vengono messe in mostra, né utilizzate in concreto, essendo sufficiente che esse siano nella sfera di effettiva utilizzabilità dei membri dell’ associazione, indipendentemente dal luogo ove esse siano occultate o custodite. La Corte di Cassazione 103 ha affermato che, per il riconoscimento della circostanza aggravante, non è richiesta l’ esatta individuazione delle armi, ma è sufficiente l’ accertamento in punto di fatto della disponibilità di un armamento, quale desumibile dai fatti di sangue commessi dal gruppo criminoso, ovvero dal contenuto di intercettazioni. L’ esito delle indagini consente di ritenere che il sodalizio criminale “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” abbia la disponibilità di armi e che questa disponibilità sia funzionale al perseguimento degli obiettivi dell’ associazione. Tale ritenuta disponibilità di armi poggia su elementi di natura logica, su alcune intercettazioni ambientali dal contenuto inequivoco, sull’ esito positivo di una perquisizione domiciliare, nonché su dichiarazioni rese in sede di interrogatorio da DONATO Orazio e DODA Sokol, già arrestati per una serie di rapine a mano armata commesse unitamente ad ESPOSITO Antonio (odierno indagato e ricoprente il ruolo di braccio armato del “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”). Già dall’ omicidio di MURANO Alfonso (commesso in data 27.2.2006) si rileva la sicura presenza di armi di grosso calibro nella disponibilità degli associati, in quanto sul suo cadavere veniva rinvenuta una pistola tipo revolver, marca Ruger-Southport, modello Speed Six, calibro 357 magnum con matricola abrasa che i successivi esami tecnico-balistici del RIS CC di Parma appuravano avere matricola n° 157-07088, agli atti regolarmente detenuta da IORNO Pasquale 104, il quale non ha mai effettuato alcuna comunicazione di perdita di possesso fino 103 Vedi Cass. Sez. V - 6 ottobre 2003 (dep. 20 gennaio 2004) - Camiti - CED 228519; Cass. Sez. V - 21 ottobre 1996 (dep. 20 dicembre 1996) – Licciardi - CED 206540. 104 Nato a Crotone il 12.7.1955, residente a Cellio (VC) frazione Carega, via Chiesa n°35, di fatto domiciliato presso "L' Osteria dello Sperone" sita a Lonate Pozzolo (VA) in Via Alzaia del Naviglio Grande n°14. 78 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 79 alla data del 17.1.2008. In quella data IORNO Pasquale denunciava presso il Comando Stazione Carabinieri di Borgosesia (VC) il furto dell’ arma avvenuto presso la sua attuale residenza di Cellio (VC), località Carega in via Chiesa n°35. Nella denuncia IORNO affermava di aver visto per l’ ultima volta l’ arma, prima delle festività natalizie dell’ anno 2007. Anche alcune intercettazioni ambientali forniscono elementi in ordine alla disponibilità di armi da parte dell’ associazione. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI NICODEMO e ZOCCHI FABIO (su autoveicolo Renault Kangoo con tg BY 832 HP in uso a Zocchi Fabio) 105 FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio discutono sul costo di alcune armi che tramite ESPOSITO Antonio (TONI) hanno recuperato e che ora si apprestano a vendere a tale "CICCIO". FILIPPELLI Nicodemo fa presente che lui è già in possesso di un’ altra pistola e che questa è custodita da ESPOSITO. FILIPPELLI Nicodemo afferma che lui prenderà una “nove”, mentre a ZOCCHI consiglia di prendere una a tamburo. F: FILIPPELLI Nicodemo Z: ZOCCHI Fabio. … omissis … Z: e cosa vogliono ? F: e... considera che forse... a mille, dai mille ai mille e tre mille e quattrocento l’ una, a noi ci costano così, non il prezzo che ti parlava... che l’ ha pagata ottocento euro ...incomprensibile... quello l’ ha pagata seicento ...incomprensibile... quello te la dà a seicento ...incomprensibile... i prende cento euro, per andare a fare? Perchè se quello ci deve guadagnare qualcosa, almeno mille, hai capito ? Perciò... ma il prezzo è quello, costano ottocento, novecento ...incomprensbile... hai capito perchè mi sembrava strano di quello... un conto che uno va... vai a ...incomprensibile... e un conto se lo vai a comprare nuovo, tieni conto nuovo di pacca, una cosa che non tutti possono... io gli ho detto a Toni (n.d.r. ESPOSITO Antonio), dimmelo subito, subito, subito, che le compriamo, ecco al volo Z:...incomprensibile... F: per chi vuole la sua Z:...incomprensibile... F: io ce l'ho la mia Z:...incomprensibile... F: una ne ho Z:...incomprensibile... F: è la mia fai... cioè se voglio me la riprendo, però è chiaro che non me la riprendo, che mi vado a prendere ...incomprensibile... io c’ ho la mia che... guai a chi la tocca, prima gliel’ ho detto a Toni (n.d.r. ESPOSITO Antonio) non ti permettere a... a toccarla minimamente, duemila euro però... quanto pesa Mauro ..vale, come l'oro, no io se... se... se arrivano quattro me le compro... Z: ma quante ne arrivano ? F: non lo so, una a me e una te, e ne conservo un paio ...incomprensibile... tu ti prendi la tua e le altre vediamo Z: c’ è qualche nove per ventuno ? F: se c'è la nove io mi prendo la nove Z: per me F: no a te ti consiglio di prendere quella a tamburo, che cazzo te ne fai della nove tu? Z: perchè quella a tamburo? F: perchè il tamburo non devi mai pulirla, pulirla così... prendi il tamburo una spazzolata all'interno, la nove va smontata ogni tanto, smontata e pulita perchè se si inceppa la molla (batte tre volte le mani) e non ti serve a un cazzo, pure quando ...incomprensibile... 105 n° 9 del 24.3.2006 ore 16.39 79 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 80 Z: perchè ha la molla ? F: si, si, si, però devi... devi sempre... Z: quella a tamburo qual è ? F: una trentotto, devi pregare che c'è a tamburo quella più bella Z: lo so è l'unicaaa... F:...è pure è bellaaa, bella perchè se devi andare in un posto ...incomprensibile... caricatore... Z: a posto, a posto...incomprensibile... F:...incomprensibile...aaa, la nove si è vero che ha più proiettili, ma quando ha finito i proiettili (batte le mani due volte) Z:...incomprensibile... F: ...ecco, e quella grossa, quella mia è bella, quella piccola che ti dicevo, se c'è piccola a cinque...la mia ne ha sei...se ce l'ha a tamburo... Z: ma anche la tamburo, quella che è così? (probabilmente indica con le mani una dimensione) F: più piccola !!! così (probabilmente gli indica una misura con le mani) Z: caspita, e quella tua ? F: ...la mia è tanta na'... Z: eh be'...ma ci sono anche le 38 e le 357 F: la mia è tanta ed è una COLT ed è pari alla 357... Z: cioè, quella che dico io cos'è ? Smith & Wesson ? F: quella che dici tu.. Z:...incomprensibile...Magnum F: la 357 c'è la Smith Wesson che dipende da quanti pollici ha, è la due pollici che è tanta.... Z: Ah!!! F: ...se è la quattro pollici è tanta...che ha la canna lunga...ce l'avevo io e l'ho regalata a Giacomo... Z:..no...incomprensibile... F: ...voci sovrapposte incomprensibili...allora, neanche 357, se c'è una 38...che è quella chi io ti consiglio, se c'è una 38 a canna corta prendi quella....se c'è una 38 a canna corta prenditi quella che non sbagli...vai tranquillo anche perchè i proiettili li trovi...i proitettili ce li ha sempre...per la trentotto ce li abbiamo anche... Z:...incomprensibile... F: la 9 è già difficile trovarli...si trovano, ma è molto difficile...poi la 9...la 9...è bella come seconda...chi fa gli agguati tiene la tamburo che...micidiale, lo chiami spari due tre colpi... Z: ...e a lui 106 quanti colpi han sparato?...tre quattro... F: quattro!!! Due sono andati a vuoto... Z: ma dove l'hanno beccato?... F: tutti addosso, due al cuore mi sembra .. omissis …. Z: ...incomprensibile... F: eppure gliel’ hanno...incomprensibile... ...omissis... INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 107 ESPOSITO Antonio, mentre si trova in auto unitamente a LOMUSCIO Roberto, racconta che in passato tale "Claudio" (non meglio identificato), nel corso di una loro partita a stecca si era allontanato e non lo aveva più visto per anni , anche a causa della carcerazione subita dallo stesso ESPOSITO. A distanza di anni ESPOSITO veniva a sapere che Claudio era sparito così improvvisamente in quanto pensava che lo stesso ESPOSITO lo volesse uccidere. Per questo si era rifugiato in Calabria. ESPOSITO afferma che prima dell’ arresto aveva affidato a questo “Claudio” un borsone contenente armi e questi lo aveva nascosto in cantina. Il giorno in cui ESPOSITO gli aveva chiesto di prendergli un’ arma, Claudio si era allontanato ed il borsone con le armi era rimasto nella cantina di tale “Claudio”. E: ESPOSITO Antonio 106 Per circostanze temporali e descrittive della vicenda i due sembrano riferirsi al recente (rispetto alla presente intercettazione di data 24.3.2006) omicidio di MURANO Alfonso commesso da appena un mese, in data 27.2.2006 a Ferno (VA). 107 n° 124 del 10.4.2007 ore 17.27 80 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 81 L: LOMUSCIO Roberto E: ecco perchè gli ho detto sei tornato? L: ( ride) a Claudio E: a Claudio si, è tornato dalla Calabria dopo due o tre mesi, ma lasciato il bar aperto fino alle 5 di mattina, te lo ricordi il circolo della MARCAGGIA L: no E: mentre giocavamo alle stecche se ne è andato L: (ride). . . E: ah sei tornato che poi a me mi hanno arrestato dopo io non lo ho mai più visto, vai a sapere dopo un po' di anni perchè se ne era andato perchè aveva paura che lo volevo ammazzare L : ride, ah quella volta che era andato in Calabria tu lo volevi ammazzare? io avevo saputo qualcosa che era scappato che (incomprensibile) ma tu eri? E: ma padre figlio e spirito santo va bene L: e come mai aveva fatto così E: ma che cazzo ne so ma che cosa ne so L: e quella volta che mi sono andato a nascondere in Calabria E: ma che cosa ne so … GLI AVEVO, GLI AVEVO DATO UN BORSONE DI ARMI DA TENERE . . . CE LI AVEVA GIU’ DI SOTTO (ride). . . L: (ride). . . E: ci siamo drogati fino alle orecchie cercavamo a coso. . .alla fine ci vai giù a prendermi le armi. . .(- squilla il telefono ed ESPOSITO risponde alla telefonata-) ehhh.... va bene vado , minchia passa mezzora , porco dio ma dove cazzo è andato, vado a vedere. . . L: ma proprio piano piano . . . E: perchè mi sembrava che era morto sotto quella cantina ,. . . L. (ride)... E:perchè ho sentito... un rumore ecco quello che è stato, ho sentito in rumore fatto PUM PUM PUM, (incomprensibile). . .pensavo tra carabinieri cosa a destra e sinistra che cazzo era successo, ed io ero sempre in sala biliardi, e io vado di sotto piano piano e minchia non trovavo la luce, la borsa c’era ma lui non c'era, vado per aprire il cancello, sai che tu entravi dentro, mi aveva chiuso il cancello e io avevo la macchina dentro. mannaggia alla madonna e adesso mo che cazzo succede, questo non si trovava piu' un altra ora e si doveva aprire il locale, incomprensibile, o madonna che è successo, poi alla fine dopo anni me lo sono ritrovato in casa, mi ha detto giustamente tu stavi tornando, ma quella è una vecchia storia, ridono, mannaggia la madonna tutte a me mi capitano …. . . . omissis . . . ESPOSITO Antonio chiede a LOMUSCIO Roberto di procurargli delle armi, "pezzi pesanti" ed in particolare una Skorpio: E: ". . . e ti dico che mi serve una cazzo di skorpio. Mamma mia oh, ancora sto aspettando... silenziatore... ". Ma LOMUSCIO risponde che di pezzi pesanti “quelli” non ne hanno più. Poi LOMUSCIO precisa che per il silenziatore ci vogliono 15-20 giorni di attesa. Aggiunge di poter reperire una “38” con silenziatore e di essere in possesso della pistola 7,65 di ESPOSITO, mentre ESPOSITO ha la disponibilità di una "nove": E: ". . . . Adesso la nove mi serve per quel mio fratello di Milano, hai capito? Che siccome ha cambiato bandiera... adesso non siamo più fratelli, capito? E adesso per lui uso la nove. Per te però la sette..." … omissis … INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e DADA Sokol (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 108 108 n° 511 del 2.5.2007 ore 12.53 81 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 82 ESPOSITO chiede a DODA Sokol se più far arrivare delle armi "comuni" e questi risponde affermativamente. E: ESPOSITO Antonio D: DODA Sokol . . . omissis . . . E: ...INCOMPRENSIBILE .....I soldi! D: I soldi lì dentro arrivano ...incomprensibile... E: E armi comuni ? D: Comuni tipo russe. Tutte le armi Russe Kalashnikov bombe a mano .... E: E corte no ? D: Va be’ le ordino me le portano E: otto sette nove D: No, no sempre grosse, calibro nove lugher E: Questo è un bravo ragazzo, eh! … omissis … Nel corso di una perquisizione domiciliare 109 a carico di DE CASTRO Emanuele (residente a Ferno – VA – in via Trieste n° 22) veniva rinvenuti e sequestrati quattro bossoli cal. 7.62 Nato di cui riportanti sul fondello la siglia SMI 84, uno SMI 78 ed uno SMI 86. Nel corso del loro interrogatorio (a seguito di arresto per una serie di rapine a mano armata commesse unitamente ad ESPOSITO Antonio) DONATO Orazio e DODA Sokol riferivano in ordine alla disponibilità di vari tipi di armi da parte di ESPOSITO Antonio. In particolare DONATO Orazio nel corso di due interrogatori resi il: 11 settembre 2007 al P.M. dott. Giuseppe D’AMICO della Procura della Repubblica di Milano (proc. pen. 4399/2007 R.G.N.R. mod. 45) affermava che la pistola marca SIG 9x19 trovata nella sua autovettura era di ESPOSITO Antonio, asseriva di aver visto un borsone con all’ interno delle pistole (357 e 38) ed una mitraglietta, il tutto custoditi in una cantina del cognato Mauro CASTELLOTTI; 17 ottobre 2007 al P.M. Dott.ssa Cristiana ROVEDA della Procura della Repubblica di Busto Arsizio confermava quanto precedentemente dichiarato ed aggiungeva che ESPOSITO Antonio era in possesso anche di una pistola 7.65 utilizzata per fare una rapina ad un supermercato, di una 9x19 a lui affidata in custodia da "NICO" ovvero FILIPPELLI Nicodemo, ed aggiunge che è un calabrese affiliato alla stessa "famiglia". Mentre DODA Sokol nel corso dell’ interrogatorio reso il: 9 Novembre 2007 al P.M. Dott.ssa Cristiana ROVEDA della Procura della Repubblica di Busto Arsizio confermava anch’esso che la pistola SIG sequestrata a DONATO Orazio era di ESPOSITO Antonio, dava tutta una serie di indicazioni relative ad armi già rinvenute e sequestrate attribuendone la proprietà a ESPOSITO Antonio in particolare: una pistola con matricola abrasa marca STAR Mod. 30 M cat. 3799 calibro 9 mm, completa di serbatoio e 13 cartucce 9x21, sequestrata a Bergamo il 26.12.2006 a bordo di una Mini Cooper di provenienza furtiva; una pistola marca Bernardelli calibro 22 con caricatore e 4 proiettili, con matricola 22697 sequestrata unitamente a 500 grammi circa di stupefacente occultati all’ interno di un ciclomotore e rinvenuti in Bergamo il 5.3.2007; una pistola calibro 38 sempre di ESPOSITO Antonio definita "sporca" ovvero ha sparato nel corso della commissione di un reato, è quella marca BERSA Mod. 85 cal 380 con matricola abrasa con caricatore e 13 cartucce, sequestrata il 26.3.2007 in Vittuone (MI) a MESJA Behar, cugino di DODA 109 Vedi in atti verbali di perquisizione domiciliare e sequestro di data 28.2.2006 nel corso delle indagini effettuate nell’ immediatezza dell’ omicidio di MURANO Alfonso commesso in Ferno – VA - in data 27.2.2006. 82 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 83 Sokol, dopo che questi aveva compiuto una rapina; una mitraglietta tipo M/12 vista più volte in macchina ad ESPOSITO Antonio, fornitagli dai suoi "compari" di Legnano e Lonate Pozzolo. Un’ altra pistola 7.65 "sporca" era custodita unitamente alla SIG cal. 9 a casa della madre di VENEGONI Alfredo. Gli elementi sopra illustrati, globalmente ed unitariamente considerati, fanno ritenere sussistente la gravità indiziaria in ordine alla disponibilità di armi da parte del sodalizio “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” e per l’ effetto fondata la contestazione preliminare dell’ aggravante di cui all’ art. 416 bis comma IV c.p.. D) – I REATI FINE da parte del “LOCALE” (art. 416 bis comma IV c.p.) (estorsione – usura – tentato omicidio – rapina) L’ esito delle indagini consente di ritenere raggiunto un grave quadro indiziario in ordine alla finalità perseguita dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, da individuarsi nella prima di quelle previste normativamente dall’ art. 416 bis c.p., vale a dire quella di “commettere delitti”. L’ esito delle indagini consente di ritenere raggiunto un grave quadro indiziario in ordine alla finalità perseguita dal “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”, da individuarsi in quella “commettere delitti” e di “acquisire la gestione di attività economiche”, entrambe previste dall’ art. 416 bis c.p.. Infatti nel corso delle indagini è stato raccolto un rilevantissimo compendio indiziario caratterizzato da notevole gravità in ordine alla commissione dei seguenti reati fine: usura estorsione - tentato omicidio – riciclaggio - rapine. Quanto al reato di USURA (art. 644 c.p.) è da evidenziare il collaudato meccanismo posto in essere dai componenti del “Locale”. La capillare rete costituita dagli esercizi commerciali (es. la famiglia RISPOLI gestisce da tempo risalente nella zona bar ed altri esercizi commerciali), dalle attività economiche realizzate nel settore edile (vedi ad esempio l’ Impresa Edile ERREELE di BENEVENTO Antonio, la Costruzioni Rocca di ROCCA Ernestino o l’ IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo) e dalle società di comodo costituite negli ultimi anni consentiva ai componenti del “Locale” di intercettare con facilità operatori economici (artigiani – commercianti – piccoli imprenditori altri) in difficoltà economiche per le più varie ragioni e con impossibilità di accedere ai canali tradizionali di approvvigionamento del credito, offerto dal sistema bancario o dalle numerose finanziarie presenti sul territorio. Dette potenziali vittime venivano “indirizzate” verso soggetti che potevano fornire il richiesto prestito (per lo più nel periodo oggetto di indagine FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio che avevano nel tempo acquisito una vera e propria competenza operativa in questo settore di attività) e con queste venivano concordate le condizioni del prestito. La dazione del denaro a favore della vittima veniva garantita in modo efficace dalla contestuale ricezione da parte dei detti FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio di assegni post datati e/o cambiali riportanti la somma da restituire e comprendente già la quota di interessi, che in base a risultanze in equivoche devono considerarsi usurari, (in alcuni casi con tassi di interessi superiori al 300 % in ragione di anno). Le indagini hanno consentito di accertare che spesso i debitori non erano in grado di restituire la somma concordata alle scadenze concordate, e pertanto gli addetti del “Locale” esigevano la consegna di nuovi assegni post datati o nuove cambiali con importi considerevolmente, con conseguente effetto moltiplicativo dell’ iniziale debito contratto che raggiungeva spesso importi insopportabili, tali da costringere la vittima a cedere l’ attività od a consentire di fatto la gestione e la direzione a FILIPPELLI Nicodemo e a ZOCCHI Fabio 83 foglio nr. 84 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari (vedi le esemplari vicende di MONOLO Giovanni 110, di SERUGHETTI Claudio 111 e di ALAMARI Carlo 112, che a seguito del “cappio usurario” venivano costretti a dazioni ingentissime o a letteralmente consentire la gestione ed il controllo della propria attività da parte degli usurai FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio che provvedevano a dirottare i pagamenti a favore del “Locale”. Le somme di denaro provento dell’ attività usuraria venivano poi ripulite simulando pagamenti regolari a favore delle società di comodo 113 riconducibili al “Locale”. Altro canale utilizzato dal “Locale” per la “ripulitura” dei proventi dell’ attività usuraria era costituito da LETO RUSSO Antonella (residente a Cirò Marina – KR – e titolare ivi di un negozio di abbigliamento) che, su indicazioni di FILIPPELLI Nicodemo provvedeva a monetizzare a Cirò Marina (KR) gli assegni consegnati a FILIPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio dalle vittime di usura in Lonate Pozzolo (VA) e comuni limitrofi. Monetizzazione effettuata mediante versamento di detti assegni su conti correnti bancari o postali intestati a propri parenti 114 e parenti e conoscenti115 di FILIPPELLI Nicodemo, e successivo invio mediante vaglia postale a favore di FILIPPELLI Nicodemo. Detto meccanismo era finalizzato (nell’ intenzione di FILIPPELLI Nicodemo e quindi del “Locale”) ad impedire di fatto o comunque rendere difficoltosa l’ individuazione del soggetto beneficiario dei pagamenti usurari. A comprova del grave compendio indiziario raccolto sul ruolo di LETO RUSSO Antonella in detto settore di attività e costituito da significative intercettazioni telefoniche, va inoltre evidenziata la seguente significativa circostanza: nel corso di un controllo effettuato in data 21.3.2007 a carico di FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella da parte dei Carabinieri della Stazione di Trecate (NO) 116, venivano rinvenuti e sequestrati n° 14 assegni post datati e due cambiali per un importo complessivo di € 56.200. Le intercettazioni telefoniche successive a detto sequestro offrono assai significativi elementi per ritenere fondata la tesi accusatoria (e cioè detti titoli ed effetti provenivano da operazioni di usura), posto che nei tempi successivi al sequestro FILIPPELLI Domenico, ZOCCHI Fabio e la stessa LETO RUSSO furono costretti a contattare i debitori sia per il rinnovo dei titoli sia per concordare versioni di comodo da fornire agli inquirenti. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e LONATI Fabio (utenze telef. 340 7574383 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 333 1111138 in uso a LONATI Fabio) 117 FILIPPELLI Nicodemo si accorda con LONATI Fabio su ciò che dovrà riferire ai Carabinieri quando verrà ascoltato in merito agli assegni sequestrati. Gli consiglia di dire: ". . . gli dici che quando mi restituite i miei titoli, gli dici... io glieli devo ridare perchè devo comprare un appartamento . . ." - ". . . a me mi è saltato un affare, gli dici... con Filippelli !. . ." - " . . . c'è un 110 Vedi Capo imputazione provvisoria n° 25. Vedi Capo imputazione provvisoria n° 27. 112 Vedi Capo imputazione provvisoria n° 28. 113 MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino – REVINCTA Srl, amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ Architetto AVALLONE Carlo – MOSE’ IMMOBILIARE Srl, amministrata da D’APOTE Daniele – BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo – EDILCAP di CAPPONI Mario – CF Costruzioni di Cusinati Fabrizio – ZEN Srl, già amministrata da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele – NUOVA IME Srl, amministrata da PECORA Mario – COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario - CONFISA di BARACCHI Giulio – IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo. 111 114 Es. MANFREDI Serafina, madre di LETO RUSSO Antonella. Es. VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo, e TRIFINO Gaetano, cugino di FILIPPELLI Nicodemo. 116 FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella venivano controllati a Trecate (NO) mentre viaggiavano a bordo della AUDI A6 tg DB 503 NC in uso a FILIPPELLI Nicodemo. 117 n° 896 del 18.5.2007 ore 16.33 115 84 foglio nr. 85 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari appartamento che io ho a Cirò Marina, tu l'hai visto e... ti era piaciuto ecc. ecc. adesso va a finire che lo vendo ad un altro e buonanotte !. . .". Molto frequentemente su condotte qualificabili come usura si innestavano comportamenti di vera e propria ESTORSIONE. Ciò avveniva quando nel mettere pressione sui debitori in ordine al pagamento del debito maturato, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio formulavano gravissime minacce di morte nel corso delle telefonate intercettate. Si riportano di seguito a titolo esemplificativo solo alcune delle intercettazioni (tra le moltissime oggetto della presente indagine) inerenti le condotte estorsive poste in essere da componenti del “Locale” nell’ ambito di attività di recupero di crediti derivanti da usura. La gravità delle minacce si ricava immediatamente dalla lettura della trascrizione e non necessita di particolari commenti, posto che la prospettazione del male ingiusto inerisce il bene primario della vita del soggetto passivo e dei suoi stretti congiunti (FILIPPELLI Nicodemo ad ALAMARI Carlo in data 27.12.2005 alle ore 9.07: “Perchè veramente vi faccio a fettine a te a tuo padre a tua madre a tuo fratello”. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed ALAMARI Carlo (utenze tel. 393 3367696 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 334 3721320 in uso ad ALAMARI Carlo) 118 In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 28) FILIPPELLI Nicodemo chiede insistentemente ad ALAMARI Carlo (persona offesa e titolare delle Verniciature Varesine Sas) di saldare il debito e nel far ciò formula una serie di pesantissime minacce di morte. N: FILIPPELLI Nicodemo C: ALAMARI Carlo … omissis … C: Si N: Ohu C: Pronto N: Ma certo che siete tutti quanti di famiglia, ah! C: Cosa? N: Siete uguali. Di famiglia uguali siete. Cioè ecco perchè tu sei così perchè tuo padre è peggio di te C: Che cosa? N: E che cosa. Ascoltami... C: Oh guarda che è andato la ieri, questo qui da la casa... N: Ascolta... C: ...ieri sera m'ha chiamato N: Ascoltami... ascoltami. Che guarda... ve lo dico veramente con l'anima e il cuore. Ehh... cerca di farti vedere il più presto possibile, vieni a chiudermi i conti... C: E domani, io torno... Io finisco stasera... N: ...e sparisci... C: ...domani torno N: ... e sparisci completamente dalla mia vita Carlo. Non ti fare più vedere. Vieni a chiudere i conti e sparisci. Perchè veramente vi faccio a fettine a te a tuo padre a tua madre a tuo fratello. A tutti quanti che mi avete rotto i coglioni. Siete un ammasso di merde tutti quanti. Hai capito? Quindi cerca di venire a chiudermi i conti. Mi paghi tutto e ve ne andate fuori dai coglioni... hai capito? C: Va bo. io torno domani. Domani sera passo li i conti li chiudiamo, domani sera. Te l'ho già detto N: Non fare in modo che mi arriva l'assegno e tu non ti sei fatto vedere perchè... C: Domani sera sono li! N: ...veramente... guarda, ti giuro, t'ammazzo Carlo. Stavolta ti ammazzo veramente... C: Io torno domani. Domani sera sono li... N: ...a te e a tuo padre pure perchè è un altra merda come te tuo padre. Quindi cerca di venire a casa a chiudermi i conti 118 n° 649 del 27.12.2005 ore 9.07 85 foglio nr. 86 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari C: E domanise sera sono li. Torno domani mattina, domani sera passo di li... N: E poi sparisci tu la tua casa la tua famiglia... cioè sparite perchè siete gente impossibile. Perciò cerca di venirmi a chiudere i conti, va bene? C: Domani... torno domani sera, per le sette sono li N: Poi per la casa, quand'è il momento, te lo faccio io... il conto. Perchè siete tutti dei buffoni. Hai capito cosa siete? Hai capito, siete dei buffoni. Tuo padre è il re dei buffoni e tu gli vai dietro a lui, hai capito? Quindi cercate di venirmi a chiudere i conti. Che dopo glielo dico io a tuo padre che gli hanno fatto un'altra offerta ieri sera. Hai capito? C: No sempre questo qua m'ha detto ch'è andato... N: Ascoltami... vieni a chiudermi i conti Carlo... C: Si! Domani N: ...perchè veramente t'ammazzo come un cane stavolta. Ti giuro, guarda, te lo sto dicendo al telefono. Ti giuro stavolta ti faccio a pezzi. Vieni a chiudermi il conto. Va bene ? C: Domani sera... verso le sette sono li... N: Non mi interessa Carlo... C: ...Torno domani, verso le sette sono li. Domani sera sono li N: ...io ti aspetto a casa. Va bene? C: Domani sera sono li. Aspettami che arrivo N: Vieni a chiudermi il conto. E non mancare domani sera perchè vado... C: No no torno domani mattina... N: ...vado a casa li di tuo padre. Lo prendo a tuo padre e lo... cucino... Carlo. Vieni a casa. Va bene ? C: Domani sera aspettami che arrivo N: E dopo sparisci dalla mia vita. Tutti quanti sparite. Va bene? C: Va bene N: Bene, ciao INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e CAPUZZI Maurizio (utenze telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 338 2225781 in uso a CAPUZZI Maurizio) 119 In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 32) CAPUZZI Maurizio (persona offesa ed agente immobiliare) si trova in difficoltà nel pagamento di cambiali rilasciate a garanzia di un debito contratto con FILIPPELLI Nicodemo. Viene a turno pressato per il rientro dal debito con pesanti minacce di morte formulate in diverse occasioni da alcuni componenti del “Locale”. RIENZI Pasquale (detto PAKI), avendo ricevuto per l’ennesima volta da parte di CAPUZZI Maurizio una scusa per il mancato pagamento del debito, lo minaccia dicendogli: “. . . cioè se non mi chiudi ‘sta situazione qua che cazzo vuol dire ? che devo star qua a aspettarmi altri sei anni ... i miei soldi ?. . .”. “. . . Perchè veramente a ‘sto giro qualcuno perde le BRACCIA. . .”. “ ...Non so perchè , ma c’ho questo presentimento. . .”. “. . Io non prenderò i miei ..i miei soldi, però giuro che qualcuno va in giro monco . . .”. “... Tanto non sono i soldi che mi cambiano la vita, 10.000 euro in più, 10.000 euro in meno, non mi cambia la vita, però la soddisfazione di strapparti un BRACCIO . . .”. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ZOCCHI Fabio e SERUGHETTI Claudio (utenze telef. 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio e 333 8053371 in uso a SERUGHETTI Claudio) 119 n° 6908 dell’ 1.3.2007 ore 11.41 120 n° 11412 del 12.1.2007 ore 15.23 86 120 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 87 In questa vicenda (oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 27) SERUGHETTI Claudio (persona offesa) si trova in difficoltà nel pagamento di cambiali rilasciate a garanzia di un debito contratto con FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio. Viene a turno pressato per il rientro dal debito con pesanti minacce di morte formulate in diverse occasioni da alcuni componenti del “Locale”. ZOCCHI Fabio, avendo ricevuto per l’ennesima volta da parte di SERUGHETTI Claudio una scusa per il mancato pagamento del debito, lo minaccia dicendogli: “. . . Claudio, ascoltami bene, io voglio i miei soldi …. Perché io ti dico che ti prendo e ti levo la pelle e ci faccio un portafoglio. Mi segui quello che ti dico ? Significativa conferma della rilevante capacità di intimidazione derivante dal vincolo associativo è data dal fatto che il ricorso a forme di violenza e minaccia di grado superiore (cioè mediante TENTATO OMICIDIO) è limitato ai rarissimi casi di ribellione della vittima dell’ attività usuraria o estorsiva con denuncia alle autorità di polizia. Emblematica in questo senso è la vicenda sfociata nella denuncia sporta da VIADANA Emanuela a carico di RIENZI Pasquale (detto PAKI) e della conseguente ritorsione da parte del “Locale”, culminato nel tentato omicidio di VIADANA Barbara (sorella di VIADANA Emanuela) in data 2.4.2007 a Busto Arsizio (ed oggetto del capo di imputazione provvisoria n° 24). Risulta dalle indagini che a seguito di una truffa organizzata nel campo immobiliare tramite agenzie immobiliari e funzionari di banca compiacenti in danno di alcune banche e finanziarie (fatti per i quali si è già proceduto separatamente), RIENZI Pasquale (detto PAKI), operando come procacciatore di affari per conto della Immobiliare Due Srl con sede in Parabiago (MI), di cui erano titolari VIADANA Emanuela e VENEGONI Alfredo, riusciva ad ottenere finanziamenti per milioni di euro poi scomparsi nel nulla. La truffa, nel suo evolversi, si trasformava in vera e propria estorsione da parte di RIENZI Pasquale in danno di VIADANA Emanuela. Le minacce nei confronti di quest’ultima si concretizzavano, prima, nell’ esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco all’ indirizzo della saracinesca dell’ agenzia e, quindi, nell’ esplosione di colpi di arma da fuoco all’ indirizzo dell’ autovettura sulla quale la VIADANA stava in quel momento viaggiando insieme con il marito ed i due figli. A seguito di tali episodi VIADANA Emanuela presentava denuncia nei confronti di RIENZI Pasquale. La “ribellione” della VIADANA non poteva essere accettata dai vertici del “Locale”, che, in occasione del rinvio a giudizio di RIENZI Pasquale per estorsione, decidevano di operare una forte ritorsione. In data 2.4.2007 alle ore 17.30 due persone a bordo di un ciclomotore e travisate con caschi da motociclista raggiungevano la sede della “Immobiliare Due Srl”. Uno dei due uomini, armato di pistola, entrava negli uffici ed esplodeva due colpi di pistola, attingendo alle gambe VIADANA Barbara (sorella di Emanuela, vittima designata dell’attentato, in quel momento assente). Dalle risultanze investigative (intercettazioni ambientali) emergeva che i materiali esecutori del tentato omicidio erano ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio e GIORDANO Stefano, con la collaborazione di LOMUSCIO Roberto. A seguito della denuncia presentata da VIADANA Emanuela, RIENZI Pasquale veniva tratto in arresto. A questo punto il “Locale” si attivava al fine di poter far scarcerare l’ associato RIENZI Pasquale. DONATO Orazio, nel corso dell’ interrogatorio reso in data 11.9.2007 121 dichiarava che ESPOSITO Antonio gli aveva chiesto di partecipare insieme a lui all’ omicidio di VENEGONI Alfredo (ex socio della VIADANA e coindagato con il RIENZI per la tentata estorsione), reo di avere rilasciato dichiarazioni che compromettevano la posizione del RIENZI. DONATO Orazio spiegava che RISPOLI Vincenzo, preoccupato che le dichiarazioni di VENEGONI potessero pesantemente nuocere processualmente al RIENZI, aveva incaricato ESPOSITO Antonio (braccio armato del “LOCALE”) di “provvedere e trovare una 121 Vedi in atti (faldone n° 5) verbali di interrogatori (e relative trascrizione) resi in data 11.9.2007, 29.10.2007 e 26.11.2007 da DONATO Orazio ai PM D’AMICO e VENDITTI della Procura della Repubblica di Milano. 87 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 88 soluzione”. ESPOSITO Antonio, a dire di DONATO Orazio, aveva optato per l’ omicidio e chiedeva manforte allo stesso DONATO, che tuttavia rifiutava di prendere parte all’ esecuzione. L’ ESPOSITO, abbandonato il progetto di omicidio, cominciava a frequentare più assiduamente VENEGONI Alfredo, esercitando su di lui una vera e propria violenza psicologica al fine di fargli ritrattare le dichiarazione rese all’ Autorità ed a rilasciare nuova testimonianza tese ad alleggerire la posizione di RIENZI. Le pressioni si concretizzavano in minacce di morte e nell’ occasione l’ ESPOSITO precisava che il RIENZI era “suo fratello” e che comunque lui era “un ambasciatore di quello di Legnano” e cioè di Rispoli Vincenzo. Anche il reato di RAPINA può annoverarsi tra i reati – fine riconducibile al “Locale”. Dalle indagini è infatti emerso che una parte dei proventi delle numerose (undici 122) rapine a mano armata (per le quali comunque si è proceduto separatamente 123), commesse nell’ anno 2007 in detto ambito territoriale a danno di istituti bancari, uffici delle Poste ed esercizi commerciali da ESPOSITO Antonio ed altri, veniva poi consegnato a FILIPPELLI Nicodemo e RISPOLI Vincenzo per alimentare la c.d. bacinella (cassa comune) per far fronte alle esigenze del “Locale” (sostentamento famiglie di componenti detenuti o deceduti in occasione di conflitti interni, spese per assistenza legale in caso di arresti e processi, altro). Sul punto di interesse (vale a dire la destinazione di parte del provento a favore del “Locale”) assumono valore di grave indizio le dichiarazioni rese dal coindagato DONATO Orazio negli interrogatori già indicati (“La prima rapina l’ abbiamo fatta a Busto Arsizio nel mese di gennaio 2007 … eravamo io e Toni Esposito …… io non ero armato, lui aveva la pistola scarica. Abbiamo minacciato le cassiere ed abbiamo preso il denaro dalle casse. Il bottino della rapina è stato sui 12 mila euro. Di questa cifra ho ricevuto solo 2 mila euro. …. il resto lo ha tenuto ESPOSITO il quale mi disse che doveva usarlo per mandare i soldi in carcere agli appartenenti alla sua organizzazione … “), da ritenersi intrinsecamente attendibile per la precisione e coerenza delle dichiarazioni rese, nonché per il contenuto anche largamente autoaccusatorio delle dichiarazioni, ed inoltre in quanto supportate dette dichiarazioni da una pluralità di riscontri esterni. Infatti l’ esistenza di detta cassa comune del “Locale” è emersa da plurime intercettazioni ambientali inerenti il presente procedimento. Inoltre altra importante conferma della supervisione e del coordinamento dei vertici del “Locale” sul settore delle rapine (affidato materialmente ad ESPOSITO Antonio ed alla sua “batteria”) e della destinazione di parte dei proventi delle rapine a favore della c.d. bacinella del “Locale”, deriva dalle seguenti conversazioni intercettate da cui emerge con chiarezza che FILIPPELLI Nicodemo era costantemente informato da ESPOSITO Antonio sulle rapine dallo stesso eseguite e che parte del “bottino” veniva allo stesso consegnato per le esigenze del “Locale”. Tali “contributi” venivano utilizzati dal FIPPELLI per provvedere, tra l’altro, al sostentamento delle persone collegate al sodalizio, come nel caso di GUCCIO Filippo, corresponsabile con l’ESPOSITO e altri di numerose rapine, per le quali si è proceduto separatamente (vedi ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP di Busto Arsizio in data 23.11.2007 122 Venivano ascritte al gruppo facente capo ad ESPOSITO Antonio le seguenti rapine: 4.1.2007: ufficio postale di Cardano al Campo (VA) via Matteotti n°25; 23.1.2007: supermercato “Penny Market” sito in Bareggio (MI) via Torino; 26.1.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA); 1.2.2007: Banca Credito Bergamasco di Cassina Nuova di Bollate (MI); 2.2.2007: Banca Unicredit di Busto Arsizio (VA) via Q.Sella n° 138; 8.3.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA); 23.3.2007: ufficio postale di Busto Arsizio (VA) via Alfieri n° 17; 2.4.2007: tentata rapina in danno della filiale della Banca Intesa di Lonate Pozzolo (VA); 30.4.2007: area di servizio REPSOL sito in Magenta (MI); 1.5.2007: in Marcallo con Casone (MI) ai danni di DONDO Marco titolare del ristorante “IL RIOCO” di Magenta; 4.5.2007: ufficio postale di Oggiona Santo Stefano (VA). 123 Vedi in atti (faldone n° 67) ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal GIP presso il Tribunale di Busto Arsizio in data 23.11.2007 (Proc. n° 2985/07 R.G.N.R. Procura della Repubblica di Busto Arsizio – n° 2270/07 R.G. GIP presso il Tribunale di Busto Arsizio). 88 foglio nr. 89 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari e richiesta di rinvio a giudizio in data 14.05.2008 nel Proc.nr.2985/07 R.G.N.R. Mod.21 e nr.2270/07 R.G. GIP) e che sarà tratto in arresto il 22.04.2006 (ordinanaza di custodia cautelare in carcere nr. 7162/06 R.G.N.R. Mod.21 e nr.1705/06 R.G. G.I.P., emessa in data 15.3.2006 dal Tribunale di Milano Sez. G.I.P.) perché riconosciuto, grazie al servizio di video sorveglianza, tra gli autori della rapina a mano armata perpetrata in data 10.02.2006 ai danni della Banca Intesa-S.Paolo, agenzia di Inveruno (MI). INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo, COPPINI Gaetano e TRIFINO Gaetano (su autoveicolo Audi A6 con tg DB 503 NC in uso a FILIPPELLI Nicodemo) 124 In questa conversazione FILIPPELLI Nicodemo riferisce che: “….. ma uno si deve bruciare per centomila euro...Toni, ventisette minuti hanno pigliato di meglio (ride)... erano in due (ride)... se ne fa un altro paio di questi hanno fatto centomila euro…”. Detta frase prova che che ESPOSITO Antonio gli ha riferito, come richiede l’ appartenenza al “Locale”, quello che aveva compiuto in giorno prima ovvero di aver compiuto la rapina alla Banca Unicredit di Busto Arsizio dove il bottino era stato di € 180.000. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio (utenze telef. 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 348 8903053 in uso a ZOCCHI Fabio) 125 Successivamente ZOCCHI Fabio ringrazia ESPOSITO Antonio per il “regalo” che gli ha dato FILIPPELLI Nicodemo da parte sua. U: ZOCCHI Fabio I: ESPOSITO Antonio ... omissis ... I: coso... da... da... dal compare (n.d.r. FILIPPELLI Nicodemo) non c'è uno straccio di nebbia U: si, si, si, lo so, lo so, ascolta una cosa, e... e... mi ha detto… detto appunto... e... e niente, grazie, che ti devo dire, dopo poi ci vediamo di persona I: va bene U: hai capito ? I: va bene . . . omissis …. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed ESPOSITO Antonio (ut. tel. 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 339 6476904 in uso FILIPPELLI Nicodemo) 126 ESPOSITO Antonio, conversando con FILIPPELLI Nicodemo afferma di aver sentito ZOCCHI Fabio e gli chiede se lui gli ha detto qualche cosa. FILIPPELLI domanda se si riferisce al denaro che ha regalato a ZOCCHI, perché, se è per questo, il denaro che gli ha consegnato lo ha preso dalla parte che era destinata a se stesso. Ciò prova che parte dei proventi delle rapine viene versata nella bacinella quale contributo a disposizione della cosca. N: FILIPPELLI Nicodemo; T: ESPOSITO Antonio (detto TONI). … omissis … T: ...ho sentito Fabio N: Mhm 124 n° 169 del 3.2.2007 ore 8.13 125 n° 12699 del 3.2.2007 ore 12.21 126 n° 29652 del 3.2.2007 ore 12.49 89 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 90 T: Mi ha detto... che gli hai detto tu così N: Mhm T: E va bene N: Per il regalino dici ? T: Eh ! N: Aah ... T: Va bono ? N: Si si ma l'ho fatto... l'ho fatto del mio... cioè del mio personale, quel... quelli... gli altri sono tutti via T: Si si. Lo so lo so. Ti ho detto... N: Si T: ...ma io te lo volevo dire stamattina... N: Mhm T: ...poi va be N: Come ma... non c'è bisogno. Un tot pure... agli altri T: Va bene N: …(incomprensibile)… T: Fa tu. Fa tu ! N: Si si. Va bene. Ok T: Ciao N: Ciao, ciao ********************** GRAVI INDIZI di COLPEVOLEZZA in ORDINE al REATO di cui all’ art. 416 bis c.p. E’ tale la gravità, la ripetitività, la professionalità, la strutturazione del sodalizio con ruoli precisi e la consapevolezza di agire per un fine comune, come traspare dai comportamenti dei personaggi coinvolti, che non può seriamente dubitarsi dell’ esistenza di un pactum sceleris sotteso alla commissione dei vari fatti reato e quindi dell’ esistenza tra i sodali di un vincolo associativo. Associazione per delinquere, facente capo da ultimo a RISPOLI Vincenzo, in cui vanno ravvisati tutti i requisiti del sodalizio di tipo mafioso, di cui all’ art. 416 bis c.p., a partire proprio dallo stabile ricorso al cosiddetto “metodo mafioso”, desumibile dagli episodi di violenza riferiti, sicuro indice di una concreta capacità di intimidazione finalizzata a condizionare l’ ambiente con l’ assoggettamento e l’ omertà. 90 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 91 CAPITOLO 2 L’ASSOCIAZIONE a DELINQUERE di TIPO SEMPLICE diretta da FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo A) – IN GENERALE Va evidenziato un profilo particolare della presente indagine che ha condotto il PM ha formulare per lo stesso ambito territoriale (come detto comprendente il territorio dei comuni di Legnano, Lonate Pozzolo e comuni limitrofi facenti parte del basso varesotto e di una porzione posta a nord – ovest della Provincia di Milano) un’ imputazione di associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. a carico di dodici soggetti (già oggetto di esame in sede di capitolo 1) ed un’ imputazione di associazione a delinquere di tipo semplice ex art. 416 c.p. a carico di altri e distinti diciannove soggetti (vedi capo di imputazione provvisoria n° 2); associazione questa seconda, diretta e coordinata da FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo, indagati invece, anche in virtù di questo ruolo direttivo, per il più grave reato di associazione a delinquere di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. di cui al capo 1). Detta impostazione accusatoria risulta fondata e quindi condivisibile, in quanto aderente al compendio indiziario fino ad ora raccolto che non consente (per le ragioni che verranno di seguito rappresentate) di ritenere sufficientemente corroborato lo specifico profilo soggettivo in capo ai diciannove soggetti (cui viene contestata l’ associazione a delinquere semplice ex art. 416 c.p.), consistente nella consapevolezza di essere attivamente inseriti nell’ apparato strutturale – strumentale del “Locale” facente capo a RISPOLI Vincenzo. Per meglio comprendere la natura, la struttura, la composizione e l’ attività dell’ associazione a delinquere in oggetto, vengono di seguito illustrati gli esiti delle due indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio. Le prime indagini, svolte nell’ ambito del procedimento penale n° 5656/2000 R.G.N.R – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (denominato come detto INDAGINE PIROMANE 127), hanno tratto origine inizialmente dall’ approfondimento di una “nota informativa” inviata dalla Stazione CC di Lonate Pozzolo (VA) nel mese di febbraio del 2000 alla locale Procura della Repubblica nella quale si segnalava il reiterarsi nel territorio di Lonate Pozzolo (VA) di una 127 n° 5656/00 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento). L’ indagine “PIROMANE” – condotta dai CC di Varese - aveva ad oggetto una numerosa serie di incendi dolosi commessi in Lonate Pozzolo (VA) e Ferno (VA) negli anni 1999 e 2000. In atti si rinvengono numerosi verbali di sequestro di residui di taniche incendiate di benzine e cocci di bottiglie con tracce di liquido infiammabile, rinvenuti sul luogo degli incendi. 91 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 92 serie di episodi di danneggiamenti ed incendi dolosi commessi da parte di ignoti ai danni di titolari di esercizi pubblici e di abitanti all’ interno di uno stabile occupato da FILIPPELLI Luigina, sorella di FILIPPELLI Mario e madre di RUSSO Russo (poi ucciso come già detto in data 27.11.2005 a Lonate Pozzolo nell’ ambito verosimilmente di un “regolamento” di conti interno allo stesso sodalizio criminoso). I componenti del sodalizio venivano inizialmente individuati in FILIPPELLI Mario (nel ruolo di capo e promotore del sodalizio, quanto meno dal mese di agosto 2000 fino al mese di giugno del 2002), FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo, FILIPPELLI Nicodemo, RUSSO Giuseppe (nipote per parte di madre di FILIPPELLI Mario), RUSSO Domenico, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine e FILIPPELLI Gaetano Cataldo. Le successive indagini (INDAGINE DOLCE VITA 128 - proc. n° 3225/04 R.G.N.R. – Procura della Repubblica di Busto Arsizio), avviate a partire dal mese di aprile 2004, registravano una diversa composizione del sodalizio, nel quale, alla fuoriuscita di BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine e FILIPPELLI Gaetano Cataldo, si contrapponeva l’entrata in scena di MURANO Alfonso (peraltro in posizione sovraordinata a FILLIPPELLI Mario), CASOPPERO Cataldo, MURANO Vincenzo, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo, MALENA Michele, LENTO Michele e SILVESTRE Giuseppe. Veniva altresì accertato un “allargamento” dell’ attività (dal “controllo” di tipo estorsivo su alcuni esercizi commerciali della zona a traffici di cocaina e allo sfruttamento della prostituzione). Inoltre nel corso delle indagini, e per singoli episodi, venivano tratti in arresto, in data 23.6.2005, FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Francesco e SILVESTRE Giuseppe; nel mese di luglio 2005 MURANO Alfonso e RECCIA Antonio; sempre nel mese di luglio 2005 LETTIERI Olindo; nel mese di agosto 2005 CIANCIO Nicola. La successiva e presente INDAGINE BAD BOYS 129 (condotta dal Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Varese) evidenziava come il mutamento del vertice associativo con l’assunzione della guida del sodalizio da parte di MURANO Alfonso, detto “Fonzo” o “padrino”, poteva significare la precedente intraneità del sodalizio in questione (c.d. “cirotani di Lonate Pozzolo”) ad un organismo più articolato, individuabile, non solo per ragioni di contiguità territoriale e per la comune origine, ma soprattutto sulla base di precise risultanze investigative, nel sodalizio di Legnano facente capo a RISPOLI Vincenzo. Come già anticipato, non sono peraltro stati acquisiti elementi univoci per comprovare, sotto il profilo soggettivo, la consapevolezza dell’ apporto contributivo al “Locale” facente capo a RISPOLI Vincenzo da parte dei singoli partecipi al sodalizio dei “cirotani di Lonate Pozzolo”, stante l’assenza di contatti diretti proprio con RISPOLI Vincenzo, ai quali si rapportavano solo i vertici del sodalizio, individuati in FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Nicodemo (oltre che in MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, nel frattempo vittime entrambi di omicidio). Conseguentemente, mentre a FILIPPELLI Mario e a FILIPPELLI Nicodemo correttamente viene contestato il più grave reato di partecipazione all’ associazione di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, agli altri componenti del gruppo dei “cirotani di Lonate Pozzolo” viene correttamente contestato il diverso reato di associazione a delinquere di cui all’ art. 416 c.p., secondo l’originaria impostazione accusatoria del P.M. di Busto Arsizio. Nel prosieguo della esposizione dei risultati della INDAGINE BAD BOYS si citerà quindi l’ associazione a delinquere di tipo mafioso tra i cirotani radicati nella zona di Lonate Pozzolo e Legnano come di un unico sodalizio di ’ndrangheta, denominato “Locale di Legnano Lonate Pozzolo” 128 n° 3225/04 RGNR a carico di FILIPPELLI Mario + altri – Procura della Repubblica di Busto Arsizio (vedi faldoni da n° 28 a n° 33 del presente procedimento). Anche l’ indagine “DOLCE VITA” – condotta dai CC di Busto Arsizio - aveva ad oggetto episodi riconducibili ad attività estorsiva. 129 n° 12686/06 RGNR – Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. 92 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 93 e si riferirà sulle attività criminali allo stesso riconducibili, utilizzando indifferentemente ora la denominazione di “Locale di Legnano”, ora quella di “Locale di Lonate Pozzolo”, con ciò intendendo comunque fare riferimento ad entrambi gli ambiti territoriali e ad entrambi i gruppi di cirotani. L’ evoluzione del sodalizio porterà comunque ad una più stretta integrazione dei “cirotani di Lonate Pozzolo” con “i cirotani di Legnano”, i primi sotto la guida di FILIPPELLI Nicodemo, quale preposto di RISPOLI Vincenzo. Tornando alla prima indagine (INDAGINE PIROMANE) va riferito che gli approfondimenti investigativi portavano nel mese di luglio del 2000 ad avviare attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali che si protraevano sino al mese di giugno del 2002 stante la pluralità di ipotesi delittuose programmate ed attuate che emergevano nel corso delle attività investigative. Nel mese di aprile del 2004 a seguito di ulteriori episodi di intimidazione (infatti già nel mese di settembre del 2000 ed ancora nel mese di aprile del 2001 erano state accertate condotte di tipo estorsivo 130 ai danni dell’ esercizio commerciale “Bar Moro”, ancorché le persone offese non avessero inteso presentare denuncia) commessi ai danni di Salvatore Russotto, Gaspare Russotto, Giovanni Battista Russotto, titolari dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” e “ Caffè Commercio” da parte di “ignoti”, veniva avviata un’ ulteriore indagine denominata per comodità espositiva INDAGINE DOLCE VITA (n° 3225/04 R.G.N.R.) che vedeva nuovamente coinvolti molti degli indagati nella precedente indagine e che confermava la persistente operatività del sodalizio criminoso, consentendo altresì di trovare ulteriori elementi di riscontro anche con riferimento ad episodi delittuosi già commessi in epoca precedente. Nel corso delle suddette indagini alcuni indagati venivano uccisi (in data 7.1.2005 in una zona boschiva di Lonate Pozzolo veniva rinvenuto il cadavere completamente carbonizzato di MURANO Cataldo con rilevate tracce di esplosioni di colpi di arma da fuoco indicanti in modo chiaro le modalità mafiose dell’ esecuzione - RUSSO Giuseppe in data 27.11.2005 in Lonate Pozzolo proprio all’ interno del Bar Moro – come detto oggetto di condotte estorsive veniva attinto da colpi di pistola da killer travisato). Altri indagati venivano arrestati in flagranza per altri e diversi episodi connessi ad attività estorsive e detenzione di armi. In particolare: in data 23.6.2005 - arresto di FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Pietro, SILVESTRE Giuseppe per estorsione ai danni di Rezh Hany (proc. n° 3253/05 R.G.N.R.); luglio 2005 - arresto di MURANO Alfonso e RECCIA Antonio a seguito di emissione di ordinanza di custodia cautelare per estorsione ai danni di Maria Laura Staglianò titolare dell’ esercizio commerciale “Oasi” di Stresa (in concorso con DI GIULIO Moris, MURANO Vincenzo e MURANO Giuseppe (proc. n° 1743/05 R.G.N.R.); luglio 2005 - arresto di LETTIERI Olindo e SESTO Francesco per detenzione di armi agosto 2005 - arresto di CIANCIO Nicola per rapina aggravata. (proc. n° 3690/05 R.G.N.R.); Dette circostanze dimostravano la persistenza e l’ aggravamento dell’ operatività del sodalizio criminoso già oggetto di indagine. Il lavoro investigativo svolto nell’ ambito dell’ INDAGINE PIROMANE (proc. n° 5656/00 R.G.N.R.) è documentato nelle seguente informative 131: informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 6.11.2001; 130 Vedi plurime informative dei CC allegate al proc. n° 5656/00 RGNR – Operazione Piromane (vedi faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento). 131 Vedi Faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento. 93 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 94 informativa del 4.2.2002; informativa del 15.6.2002; informativa di sintesi del 4.11.2002 che espone in modo ordinato quanto emerso dal complesso delle attività di indagine relative ai plurimi episodi delittuosi emersi. Il lavoro investigativo svolto nell’ ambito dell’ INDAGINE DOLCE VITA (proc. n° 3225/04 R.G.N.R.) è documentato nelle seguente informative 132: informativa dei CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 Da tali informative emerge in modo completo la quasi totalità del quadro indiziario relativo agli indagati di cui al capo 2) dell’ imputazione. Questo giudice osserva che una valutazione complessiva delle conversazioni intercettate (in particolare di quelle ambientali disposte all’ interno della Caserma CC di Busto Arsizio a carico dei fratelli Russotto, titolari del Bar Moro di Lonate Pozzolo), delle denunce (rarissime e comunque di tipo parzialmente reticente) presentate da alcune persone offese (le uniche denunce sono state presentate da Massimo Guglia e Nicola La Camera, titolari dell’ esercizio commerciale “Lady G” di Varese a distanza peraltro di circa un anno dall’ inizio delle condotte estorsive e più di recente da Fabio Rota e Stefano Cucchi, titolari del “Bar Atlantic”), delle annotazioni di PG redatte a seguito di dichiarazioni rese in via “informale” da alcune delle persone vittime di richieste estorsive (annotazioni utilizzabili in sede cautelare), dei riscontri costituiti da servizi di o.p.c. e da attività di video-ripresa, consente di affermare l’ esistenza di un’ organizzazione criminale, composta da soggetti legati tra loro da un saldo pactum sceleris finalizzato alla realizzazione di un programma delinquenziale indeterminato, avente ad oggetto la commissione di delitti di estorsione ai danni di esercizi commerciali e di altri reati “satellite” (lesioni dolose, danneggiamenti di veicoli, incendi) funzionali alle attività illecite del sodalizio. Dalle informative sopra indicate dei CC e dagli atti allegati emerge con evidenza che il gruppo criminale in oggetto era infatti connotato dalla stabilità del vincolo fra i diversi aderenti; dalla ripartizione dei ruoli e da un’ organizzazione gerarchica fra i diversi membri; dalla predisposizione di mezzi e di strutture logistiche finalizzati alla realizzazione dell’ attività criminosa; da un programma criminoso attuato seguendo un consolidato modus operandi avente ad oggetto in particolare l’ attività estorsiva ai danni di esercizio commerciali della zona. La ricostruzione effettuata dai CC evidenzia i rapporti frequenti fra i diversi associati e consente non solo di delineare i reati fine recepiti nelle diverse incolpazioni in rubrica, ma anche di ricostruire i ruoli, i rapporti di subalternità ovvero di sovraordinazione, i contributi apprestati dai singoli aderenti alla realizzazione del comune programma delittuoso, così da confermare la sussistenza della struttura organizzata con la compagine di seguito tratteggiata. Il complesso di tali elementi consente dunque di affermare l’ esistenza dell’ organizzazione criminale di cui al capo 2), in linea con i consolidati principi affermati dalla CORTE di CASSAZIONE, secondo cui: “fermo restando che, per la configurabilità del reato di associazione per delinquere non è richiesta la presenza di una complessa ed articolata organizzazione dotata di notevoli disponibilità economiche, ma è sufficiente l’ esistenza di strutture sia pure rudimentali, deducibile dalla predisposizione di mezzi, anche semplici ed elementari, per il perseguimento di un fine comune, una struttura che quindi fornisca un supporto stabile alle singole deliberazioni criminose, per la necessità che il sodalizio si protragga per un apprezzabile periodo di tempo idoneo a consentire ad esso di operare validamente mentre deve sussistere una effettiva ripartizione di compiti tra gli associati in relazione la programmato assetto criminoso da realizzare” 133. 132 133 Vedi Faldoni da n° 19 a n° 27 del presente procedimento. Vedi Cass. 5 settembre 1995 n° 9320 e Cass. 4.10.2004. 94 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 95 Nelle informative sopra indicate si rinvengono tutti gli elementi che compongono il quadro indiziario a carico di ogni indagato con trascrizione delle telefonate o conversazioni ambientali utili e con tutti i riscontri investigativi documentati negli allegati (verbale di s.i.t.; riconoscimenti fotografici; documentazione sugli indagati; annotazioni relative ai servizi di controllo ed appostamenti; trascrizione delle telefonate e conversazioni utili). B) – ELEMENTI INDIZIARI EMERSI nell’AMBITO del PROCEDIMENTO n° 5656/00 R.G.N.R. (OPERAZIONE PIROMANE) Nei mesi di ottobre e novembre del 1999 si riscontrava da parte della Procura della Repubblica di Busto Arsizio un elevato numero di procedimenti penali a carico di ignoti per il ripetersi di incendi dolosi ai danni di veicoli ed esercizi commerciali di proprietà di soggetti residenti nei Comuni di Lonate Pozzolo e Ferno. Colpiva in particolare la circostanza che le persone offese dichiarassero costantemente di non aver mai subito alcun tipo di minaccia o richiesta e che alcune di loro (in particolare i proprietari dei veicoli “bruciati” a Ferno - VA) abitassero tutti nello stesso stabile sito in via Diaz n° 48. I CC di Lonate Pozzolo ed il personale del R.O.N.O. CC di Varese su espressa richiesta dell’ Autorità Giudiziaria inviavano nel mese di febbraio del 2000 alla Procura “nota” informativa. In detta nota veniva sottolineata la circostanza che nel Condominio sito a Ferno (VA) in via Diaz n° 48 (dove erano stati incendiati dolosamente i veicoli di Nicola Prevenzano, Egidio Bulfaro, Graziella Simone, Angelo Battistelli, Domenico Tripodi) era in corso un’ accesa controversia fra alcuni condomini e FILIPPELLI Luigina (sorella di FILIPPELLI Mario e madre di RUSSO Giuseppe) a causa della “revoca” alla stessa del ruolo di fatto di amministratore del condominio e della conseguente minaccia proferita dalla stessa FILIPPELLI Luigina e riferita agli operanti da Firuli Domenico 134 (“ .. a Lonate Pozzolo arriva la MAFIA”). Veniva inoltre messa in evidenza la vicinanza fra alcuni esercizi commerciali “colpiti” da incendi e/o danneggiamenti e l’ esercizio commerciale “Night & Day” acquistato da Alessandra Bonizzi (moglie di FILIPPELLI Mario). Veniva quindi iniziata nel luglio 2000 attività di intercettazione telefonica sull’ utenza n° 0349/3280373 (intestata a BERTO Ivano ed in uso a FILIPPELLI Mario), ritenuta di interesse investigativo. In particolare dalle conversazioni registrate su tale utenza nel mese di agosto del 2000 (vedi per una prima sintesi informativa R.O.N.O. CC di Varese del 6.12.2001) emergeva che FILIPPELLI Mario, con il costante ausilio di BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista (detto “Gerry” e soprannominato anche “Orazio”), del nipote RUSSO Giuseppe e del fratello FILIPPELLI Francesco, aveva richiesto danaro a GIASSI Pierangelo, titolare del locale “Take Off” di Somma Lombardo (VA). Si registravano ancora conversazioni fra FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, RUSSO Giuseppe, LA FACE Giorgio dalle quali appariva evidente l’ esistenza di rapporti di natura illecita riferibili ad attività di natura estorsiva (si vedano a proposito ancora le conversazioni telefoniche registrate 135 sull’ utenza sopra indicata). 134 135 Vedi verbale di s.i.t. rese da FIRULI Domenico in data 9.12.1999. Vedi informativa di data 6.12.2001 (con allegate trascrizioni) del R.O.N.O. - CC di Varese. 95 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 96 Le conversazioni telefoniche registrate nel mese di agosto del 2000 con riferimento all’ esercizio commerciale “Take Off” trovavano riscontro nelle dichiarazioni “informali” 136 rese ai CC di Somma Lombardo da SESONA Loredana, moglie del titolare GIASSI Pierangelo. Successivamente l’ attività investigativa proseguiva attraverso ulteriori intercettazioni telefoniche che fornivano ulteriori elementi indiziari in relazione a nuovi episodi estorsivi a danno di altri esercizi commerciali (incendio del Bar Moro di Lonate Pozzolo – VA - di proprietà di Salvatore Russotto nel mese di settembre del 2000 137; ulteriori episodi di tentato incendio ed esplosione di armi da fuoco ai danni dello stesso esercizio commerciale nei mesi di marzo ed aprile del 2001 138; attentato incendiario ai danni dell’esercizio commerciale “El Patio” di Vanzaghello - MI). Episodi per i quali le persone offese non presentavano denuncia. Le attività di intercettazioni telefonica venivano utilmente affiancate da servizi di o.p.c.. Il contenuto di alcune conversazioni intercettate tra i soggetti oggetto di indagine e le parzili denunce sporte in data 13.11.2001 e 15.1.2002 da GUGLIA Massimo e LA CAMERA Nicola (titolari del locale Lady G di Varese) dava corpo all’ ipotesi investigativa in ordine all’ esistenza di un sodalizio dedito alla commissione di condotte estorsive e ne consentiva progressivamente l’ individuazione dei componenti. Si riportano di seguito alcune significative intercettazioni telefoniche inerenti l’ oggetto di indagine. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e NARDO Giovanni Battista (utenze telefoniche 0349 3280373 in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 8696815 in uso a NARDO Giovanni Battista detto Jerry) 139 M: FILIPPELLI Mario G: NARDO Giovanni Battista . . . omissis . . . M: …non li potete trovare due o tre ragazzi dei nostri che non li conoscono ? G: Ah…tu per vedere…(incomp.) M: …che picchiano anche la donna. G: Eh…! A chi possiamo chiamare…? M: Trova tu due o tre ragazzi, dei nostri,… vai e fai… fai…come è la cosa… se no… stasera c’è Rosario, … che lo voglio bruciato quel locale. G: Va bè dai, allora facciamo questo qua,… facciamo… M: si, lasciate…non li toccate e bruciategli il locale G: …va bè dai M: Okay. G: Va bè dai, M: voglio sapere tutto più tardi, 136 137 Vedi annotazione di indagine di data 20.9.2000 dei CC di Somma Lombardo (VA). Vedi denuncia sporta in data 7.9.2000 contro ignoti da RUSSOTTO Salvatore (“Non ho mai ricevuto minacce”). 138 Vedi in atti denuncia sporta in data 203.2001 da RUSSOTTO Salvatore per tentato “incendio” ai danni del “Bar Moro”. In denuncia non riferisce richieste estorsive però dichiara che “il movente” dell’ accanimento nei suoi confronti può essere rinvenuto nel fatto che la moglie di FILIPPELLI Mario ha aperto il bar “Yoker” vicino al suo e lo stesso “sta cercando di portarmi via la clientela”. Aggiunge che nel locale vanno spesso FILIPPELLI Mario ed i suoi fratelli e gente loro amica. Aggiunge: “sto vivendo una situazione di minaccia passiva tacita”. 139 n° 115 del 4.8.2000 ore 00.19 96 foglio nr. 97 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari G: non ti preoccupare, va bè dai … INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario (utenze telefoniche in uso a FILIPPELLI Mario ed a BONVISSUTO Rosario) 140 BONVISUTO Rosario riferisce a FILIPPELLI Mario di aver riferito a qualcuno che Mario “è un boss”, che loro “sono potenti” e che “finalmente possono avere una famiglia”. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro (utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario e 0349 3280414 in uso a FILIPPELLI Pietro) 141 La seguente conversazione fra FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro è relativa alle attenzioni che il “gruppo” decide di riservare al locale “Lady G” di Varese ed in particolare alla “visita” fatta da BONVISSUTO Rosario, RUSSO Giuseppe e NARDO Giovanni Battista ai titolari di detto locale. M: FILIPPELLI Mario P: FILIPPELLI Pietro P: Come è ? M: …Niente, i nostri nipoti sono andati ! P: Ah ! M: Sono andati a bere là ! P: Ah ! M: Ehe….. mentre che bevevano i PADRONI gli hanno detto: E MA CHE NOI… NON COMANDIAMO NOI COMANDA MARIO QUA ! P: Davvero ? M: Eh! P: E poi ? M: E tutto a posto! P: Si ? M: Si ! P: E non gli hanno fatto niente a….? M: Si…si! P: Aha! M: No gli hanno stretto il muso (ride) P: Si (…ride…) M: Al pelato …(ridono)…. Gli hanno detto: MA NOI NON COMANDIAMO, NOI GLI TENIAMO SOLO LA GESTIONE A MARIO DI LONATE …..(ride)…. P: Davvero. M: Eh…. dice che me lo sta tenendo a me in gestione. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario (utenze telefoniche in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 9083345 in uso a BONVISSUTO Rosario) 140 n° 1186 del 13.2.2001 ore 02.41 141 n° 1118 del 10.2.2001 ore 01.07 142 n° 174 del 5.8.2000 ore 01.53 97 142 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 98 M: FILIPPELLI Mario R: BONVISSUTO Rosario BONVISUTO Rosario riferisce a FILIPPELLI Mario dell’ esito dell’ ultima visita per richiedere il “pizzo” e del consenso prestato dal titolare del locale. R: Oh! … incomp..io ho parlato con Piero no? M: Eh! R: Gli ho dato botte io a Piero. M: Lo hai picchiato ? R: Si! M: Gioia mia, ma lo hai massacrato ? R: No, normale Mario.… R: Questo locale qua te lo faccio saltare io… e dico, io sono abituato a farmi quello che mi devo fare, gli ho detto…incomp… senza problemi. Dietro di me però …incomp… 50 mila lupi, ricordatelo questo eh!... R: Eh… Mario ma non penso, secondo me è stata sua moglie che gli ha detto così Mario. Ma non lui, cioè lui assolutamente, Mario, di come ha parlato no ? Si vede quando una persona è di merda, hai capito? e quando una persona no. Vedi che a te, mi ha detto…dice… sinceramente… dice… io a Mario, io l’ho valutato cioè con Mario c’è poco da scherzare… dice… ma anche con te… dice… Rosà..A me quello che mi dispiace quando mi trattano male i suoi fratelli..quello che mi dice… io gli ho detto, ascolta …dico… lascia stare i suoi fratelli, un attimo…dico… parliamo.. dico… di Mario no ? Che il Mario è la persona più distinta …dico… che ci ha questo mondo, e te lo ha dimostrato.. dico… te lo ha dimostrato, quindi tu lo puoi avere come amico e come protettore e sono due belle cose, perché se no…dico… devi scegliere altre persone come protettori, ma che non servono a niente, perché qua… dico.. comandiamo noi altri…. R: Devi tirare fuori i soldi, non c’è niente da fare, parli con Mario, con me, con chi vuoi parlare e stabiliamo le cose per bene, lo sai cosa mi ha detto? “Io voglio questo, ha detto, che a me …. Sono… anch’io come mi devo comportare… ha detto… so come… cioè…. A chi devo trattare e a chi non devo trattare, hai capito? Io.. dice… sono.. così sono sicuro perché ormai so che siete delle persone potenti… M: mensilmente quanto mi da ?....“ R: Prima di parlare eh… sei sempre tu il capo testa… per me il capo testa sei sempre tu…. M: Dici… vai là… incomp…. “senti a me ho parlato con Mario, ha bisogno di 10 milioni” R: Sei a posto che ci sono qua io … INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario (utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario e 349 7114850 in uso a BONVISSUTO Rosario) 143 M: FILIPPELLI Mario R: BONVISSUTO Rosario BONVISSUTO Rosario in questa conversazione dichiara espressamente l’ esistenza di una “banda” e la sua attiva partecipazione alla stessa. In particolare BONVISSUTO Rosario chiama FILIPPELLI Mario per parlargli di una ragazza che conosce, per farla lavorare nel locale e per dirgli che di li a poco sarebbe andato al “Lady G”. FILIPPELLI Mario gli risponde che lui sa perfettamente come funziona, dicendogli (con tono arrabbiato) che le eventuali prestazioni da parte delle ragazze del locale vanno pagate . BONVISSUTO Rosario a quelle parole dice che lo ha chiamato apposta per trattare la cosa direttamente con lui e non con i suoi “sciacquini”. R: ti sto dicendo…. se no… me ne vado con un’altra banda….. io mario. me ne vado in un’altra banda e quel cazzo che voglio fare faccio…….. ma io ho l’onore di venire li…giusto….e io voglio avere da fare con te, personalmente……. 143 n° 5098 del 23.6.2001 ore 02.20 98 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 99 M: ma guarda che tu stai avendo a che fare con me … pure che ci sono loro … a conversazione tra i due prosegue con rosario che insiste sul fatto di voler trattare con lui direttamente il prezzo della serata al locale, poi Mario ribatte dicendo se lui va al locale deve pagare come tutti gli altri, dicendo che questo è un ordine dato personalmente da lui agli altri due soci che non valgono nulla. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e NARDO Giovanni Battista (utenze telefoniche 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario)144 N: NARDO Giovanni Battista NARDO Giovanni Battista, salutando FILIPPELLI Mario che si trova ancora agli arresti domiciliari, gli dice:“e… non ti preoccupare… come esci… poi ci rifacciamo gioia mia… come esci… sono guai per tutti…! Gioia mia… non ci devono essere nè ostacoli… nè muri… nè niente… dove camminiamo noi altri… la terra deve tremare… devono dire… ma che minchia sta succedendo… il terremoto…”. *********************************** C) – ELEMENTI INDIZIARI EMERSI nell’AMBITO del PROCEDIMENTO n° 3225/04 R.G.N.R. (OPERAZIONE DOLCE VITA) Nel mese di aprile del 2004 a seguito di due distinti episodi di esplosioni di colpi da arma da fuoco nei confronti delle vetrine del Bar Moro di proprietà di Giovanni Battista Russotto e dei veicoli di proprietà del figlio Salvatore e del fratello Gaspare (titolari anche dell’ esercizio commerciale “Caffè Commercio”) si avviavano ulteriori indagini (INDAGINE DOLCE VITA – proc. pen. n° 3225/04 inizialmente a carico di Ignoti) che conducevano, a seguito di intercettazioni ambientali effettuate a carico delle persone offese (che ripetevano il rituale solito di non aver mai ricevuto “minacce”) e di attività di video-riprese effettuate nei pressi del locale “Bar Moro”, nuovamente a concentrare le indagini su FILIPPELLI Mario, RUSSO Giuseppe Russo, FILIPPELLI Pietro e su alcuni “nuovi” soggetti emergenti che venivano poi identificati in CIANCIO Nicola, DI GIULIO Moris, MARTINES Alessandro e MALENA Michele. La registrazione di una conversazione ambientale effettuata all’ interno della Caserma dei CC di Busto Arsizio a carico di Salvatore Russotto, Giovanni Battista Russotto, Gaspare Russotto (all’ insaputa degli stessi) confermava l’ ipotesi investigativa che i titolari del Bar Moro fossero da anni nel “mirino”del gruppo facente capo a FILIPPELLI Mario unitamente ad altri titolari di esercizi commerciali, benché dichiarassero anche in questo caso di “non aver ricevuto minacce” o “richieste estorsive”. Da detta conversazione intercettata emergeva in modo chiaro che i Russotto, pur non volendo esporsi con denunce specifiche, avevano tuttavia “idea” degli autori delle attività illecite commesse ai loro danni indicati “cautamente” ancora nel “ gruppo” di FILIPPELLI Mario (il Giuseppe di cui parlano si identifica con RUSSO Giuseppe,) ed aggiungevano anzi una serie di particolari su altri esercizi commerciali sottoposti al pagamento di “prebende”. Si disponevano servizi di video-ripresa nei pressi dell’ esercizio commerciale diretti all’ identificazione dei “frequentatori”. I servizi di video-ripresa effettuati nei mesi di aprile e maggio del 2004 presso il “Bar Moro” confermavano la presenza pressoché “costante” nel locale di FILIPPELLI Mario, RUSSO Giuseppe, DI GIULIO Moris, FILIPPELLI Nicodemo, BERTO Ivano, CENTORRINO Tindara (donna legata da anni a FILIPPELLI Mario e verosimilmente a conoscenza delle illecite attività dello stesso) ed in talune occasioni di MURANO Cataldo (“zio” di MURANO Alfonso e vittima a sua volta nel gennaio del 2005 di omicidio a tutt’oggi a carico di ignoti) . 144 Vedi informativa CC di Varese di data 4.11.2002 pag. 46 – telefonata del 20.3.2001 sull’ utenza n° 0347 5702574 in uso a FILIPPELLI Mario. 99 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 100 A seguito degli elementi emersi dall’ ascolto della conversazione ambientale a carico dei Russotto e dei servizi di video-ripresa venivano disposte a partire dal mese di giugno del 2004 attività di intercettazioni telefoniche sulle utenze in uso a FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola che si protraevano sino al mese di novembre del 2004. Alle attività tecniche di intercettazione telefonica si affiancavano servizi di o.p.c., assunzione di s.i.t. di soggetti che dall’ ascolto delle conversazioni emergevano quali possibile “vittime” di richieste estorsive (si ripeteva peraltro il “copione” delle dichiarazioni rese in via informale e del rifiuto a presentare denuncia), attività di controllo “a sorpresa” degli indagati. La “progressione” delle indagini segue anche in questo caso un rituale già noto: si registrano dalle conversazioni telefoniche inequivoci indizi relativi ad attività illecite ed, in particolare, di attività estorsive, di “pestaggi” organizzati a danno di terzi, di danneggiamenti di veicoli. Le persone offese per la maggior parte non presentano denuncia (Fabio Rota e Stefano Cucchi vengono sentiti a s.i.t. su espressa delega del P.M. ma confermano di non “voler” presentare denuncia pur verbalizzando per iscritto le richieste informazioni) o si limitano a fornire dichiarazioni “informali” talvolta generiche sotto l’ evidente stato di “timore”; gli indagati programmano ed eseguono azioni connotate da violenza e minacce nei confronti di titolari di esercizi commerciali agendo con modalità identiche a quelle già note: stazionano nei locali, provocano litigi con i clienti, consumano gratuitamente, puniscono chi “lamenta” le loro prepotenze, lanciano messaggi implicitamente “minacciosi”; danneggiano auto; organizzano spedizioni “punitive” di gruppo quando vengono “offesi”; programmano affari “per il futuro” sulla cui natura illecita è difficile avere dubbi (vedi a titolo puramente esemplificativo annotazione di servizio del Brig. Angelo Palmieri dei CC di Lonate Pozzolo su dichiarazioni “informali” rese da Angelo Torquitto, titolare dell’ esercizio pubblico “Jolly” sulla richiesta di “un regalino” formulata da Giuseppe Russo; secondo quanto riferito dal Torquitto il Russo a fronte del suo rifiuto avrebbe dichiarato “a settembre le cose cambiano a Lonate Pozzolo” quasi a lasciar intendere l’ intenzione del suo gruppo di riferimento di passare a vie di fatto più evidenti). Il materiale indiziario raccolto nella seconda indagine conferma l’operatività del sodalizio ed anzi la sua “progressiva” estensione sul territorio e l’ allargamento degli interessi ad attività delittuose di vario genere (dalle estorsioni ai danni di esercizi commerciali ad attività connesse con il favoreggiamento della prostituzione di donne “impiegate” nei locali “Caprice” di Oleggio, “Argentina“ di Gallarate, “El Patio” di Vanzaghello, a pestaggi nei confronti di quanti “offendono” qualcuno del gruppo, a danneggiamenti talvolta ai danni degli stessi associati rei di aver violato le regole “interne” del gruppo sino ad attività “collaterali” di falsificazione di documenti e truffe con assegni), consente di acquisire ulteriori riscontri in relazione anche ad episodi estorsivi già emersi nella precedente indagine (con particolare riferimento ai reati commessi ai danni dei titolari degli esercizi commerciali “Bar Moro”, “El Patio” , “Caprice”) e conferma che la pluralità di delitti – fine commessi dai vari membri del sodalizio costituisce espressione di un “pactum sceleris” che si è strutturato e rafforzato nel tempo sia pure registrando alcune defezioni (è il caso in particolare di Rosario Bonvissuto, coinvolto peraltro in numerosi altri procedimenti dell’Ufficio e ripetutamente tratto in arresto; è il caso ancora di Giuseppe Sozzo, nipote di Mario Filippelli o di Giorgio La Face, anch’egli peraltro coinvolto in numerosi procedimenti penali di questo Ufficio per reati di rapina ) e l’entrata di “nuovi” sodali (fra cui in posizione “primaria” Alfonso Murano e quali addetti alla “manovalanza” Moris Di Giulio e Nicola Ciancio, Michele Malena, Francesco Sesto, il giovanissimo Giuseppe Silvestre, nipote di Mario Filippelli (poi arrestato con gli zii Mario Filippelli e Pietro Filippelli, Moris Di Giulio in flagranza del reato di estorsione aggravata nel mese di luglio del 2005: vedi relativi atti con copia richiesta di rinvio a giudizio proc.pen. n° 3253/05). GRAVI INDIZI di COLPEVOLEZZA in ORDINE al REATO di cui all’ art. 416 c.p. E’ indubbio che quanto emerge dal materiale intercettizio (nel corso di circa 20 mesi di 100 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 101 controllo pressoché ininterrotto degli indagati 145) rivela l’ esistenza di un accordo e di una precisa e permanente organizzazione (nella quale i singoli associati divengono – ciascuno nell’ ambito dei propri compiti assunti od affidati – parti di un tutto, con il fine di commettere una serie indeterminata di delitti) che, mutando solo apparentemente e mantenendo, nella sostanza, intatta la stessa struttura, era funzionale al perseguimento degli scopi illeciti. Ciò in piena aderenza al paradigma della disposizione di cui all’ art. 416 c.p.. E’ appena il caso di precisare che, già per il considerevole numero di reati fine concretamente commessi (o che si accingeva a commettere) e per quello indeterminato che il gruppo avrebbe potuto compiere, non è possibile ricondurre gli stessi ad un’ ipotesi di concorso sia pure continuato in quegli stessi delitti. Le caratteristiche del gruppo, la sua operatività, il modus procedendi adoperato, depongono chiaramente per la configurazione della fattispecie associativa, ove si consideri che le emergenze istruttorie mostrano come gli indagati, cui si ritiene ascrivibile in concreto il reato in parola, nella prospettiva di una serie indeterminata di delitti, abbiano (o si siano nei fatti) ripartito ruoli da svolgere in occasione dei singoli episodi, ma sempre facendo leva, ai fini del conseguimento dell’ obiettivo, sulla forza scaturente dalla consapevolezza della presenza del gruppo, dall’ unicità del complesso sistema illecito all’ interno del quale interagiscono i protagonisti delle singole vicende contestate in un’ ottica di contiguità, stabile comunanza e reciprocità di interessi, che consente di ritenere gli stessi componenti di un struttura organizzata, unitaria, in cui l’ illiceità di singole condotte diviene “sistema” programmatico di azione, struttura operativa permanente, in senso tecnico – giuridico associazione a delinquere. In particolare l’ accertamento di una pluralità di reati – fine commessi con modalità pressoché identiche (ricorso a minacce indirette e larvate, consistenti talvolta nella semplice “presenza” arrogante di più componenti del sodalizio all’ interno di locali pubblici e, in genere, dei componenti addetti alla “manovalanza”; formulazioni di richieste di danaro dirette od dirette aventi ad oggetto l’offerta di “protezione”; attentati incendiari che “precedono” la visita degli addetti “alla manovalanza”; danneggiamenti ai danni di veicoli di proprietà di soggetti variamente “legati” al gruppo ove siano “violate” le regole interne) costituiscono elementi indiziari rilevantissimi ai fini della prova dell’ esistenza del sodalizio criminoso. Siffatta ricostruzione è coerente ai criteri più volte affermati dalla Corte Suprema secondo la quale, per potersi ritenere sussistente un’ associazione a delinquere, occorre un accordo (anche tacito) tra più persone, di carattere generale e tendenzialmente continuativo, per l’ attuazione di un programma delinquenziale, affidato ad una organizzazione che si dimostra stabile, munita di attività e di mezzi, nella quale il vincolo associativo tra i partecipanti sussiste e permane anche indipendentemente ed al di fuori dell’ effettiva commissione dei singoli reati programmati, che, come si sa, non è richiesta per la configurabilità del reato (cfr. Cass. Pen., Sez. V, sentenza n° 42635 del 4.10.2004; Cass. Pen., Sez. V, sentenza n° 10076 del 24.9.1998 e Cass. Pen., Sez. III, sentenza n° 15491 del 15.10.1990). CAPITOLO 3 LE SINGOLE IMPUTAZIONI 145 Vedi informativa R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002 - pp. 121-133). 101 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 102 CAPO 1) di imputazione BENEVENTO Antonio, DE CASTRO Emanuele, ESPOSITO Antonio, FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Nicodemo, LONGOBUCCO Santino, MANCUSO Luigi, RIENZI Pasquale, RISPOLI Vincenzo, RISPOLI Raffaele, ROCCA Ernestino e ZOCCHI Fabio Capo 1): del delitto di cui all’ art. 416 bis commi I, II, III e IV c.p. per avere fatto parte (anche insieme a MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe, entrambi vittime di omicidio) di una associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, operante nei comuni delle province di Varese e Milano, che avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà, realizzate attraverso la “fama” di violenza e di potenzialità sopraffattrice del vertice della cosca alleata e/o collegata dei “FARAO–MARINCOLA”, dominante il “Locale di Cirò”, nonché attraverso il sistematico ricorso all’uso di violenza e minaccia culminate in gravissimi delitti contro la persona, realizzati con modalità esecutive spettacolari anche nei confronti di appartenenti alla stessa organizzazione, tale da incutere intorno al “Locale di Legnano- Lonate Pozzolo” un alone permanente di intimidazione, tale da indurre le vittime a non denunciare i fatti-reato alle autorità e a non collaborare con le forze dell'ordine, nonché tale da imporre tra gli associati regole inderogabili, quali il pagamento di quote sui ricavi di azioni delittuose e una sorta di sistema di mutuo soccorso diretto ad assicurare il sostentamento dei sodali anche in caso di morte e detenzione. Associazione, alla quale quale partecipavano in vita anche MURANO Alfonso e RUSSO Giuseppe (entrambi vittime di omicidio nel novembre 2005 e nel febbraio 2006), finalizzata a commettere un numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi, allo scopo principalmente di acquisire il controllo di esercizi commerciali pubblici e, in particolare, di bar e locali notturni siti in Lonate Pozzolo e zone limitrofe, attraverso la percezione di profitti non dovuti ( o a mezzo del pagamento di percentuali periodiche sui guadagni, ovvero attraverso la percezione di consumazioni gratuite, ovvero attraverso condotte dirette a costringere i titolari degli esercizi commerciali a cedere a terzi soggetti “ compiacenti” le attività); nonché a trarre ingiusti profitti da attività criminose svolte in Legnano e zone limitrofe delle province di Milano e Varese, consistenti nei delitti di usura, estorsione, truffa immobiliare e rapina a mano armata; a conservare la gestione monopolistica di interi settori produttivi e commerciali della zona; ad imporre, altresì, l’emergente attività imprenditoriale edilizia di FILIPPELLI Nicodemo e DE CASTRO Emanuele con violazione delle regole economiche di libera concorrenza. Tenendo ciascuno le condotte di seguito descritte: RISPOLI Vincenzo, promotore e organizzatore del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” in forza dei rapporti diretti e dei legami anche familiari con il vertice della cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “Locale di Cirò”; RIENZI Pasquale, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo; era addetto con ESPOSITO Antonio al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco funzionali all’attività del medesimo sodalizio; RISPOLI Raffaele partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia del fratello RISPOLI Vincenzo, che coadiuvava partecipando ai “summit mafiosi” tra i sodali e tra costoro e i rappresentanti del “Locale di Cirò” ; LONGOBUCCO Santino partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Vincenzo con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla logistica del medesimo sodalizio; BENEVENTO Antonio partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale uomo di fiducia di RISPOLI Raffaele con funzioni di autista-guardaspalle e di addetto alla logistica del medesimo sodalizio; risultava altresì titolare della società “IMPRESA EDILE ERREELLE” , con sede a Legnano (MI), via Carlo Porta n° 60, funzionale all’ attività del sodalizio; DE CASTRO Emanuele, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; amministrava e gestiva la cosiddetta “bacinella”; si occupava 102 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 103 del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino; ROCCA Ernestino, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale guardaspalle e all’occorrenza da uomo d’azione agli ordini di DE CASTRO Emanuele; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava della gestione della società COSTRUZIONI ROCCA con sede in Dairago (MI) via Toti nr.2, funzionale all’attività del sodalizio; FILIPPELLI Mario, coadiuvava RISPOLI Vicenzo nella direzione del sodalizio denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; in particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei “cirotani di Lonate Pozzolo” e dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava MURANO Alfonso (vittima di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate Pozzolo di cui al capo 2) che segue; aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe (operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe (vittima di omicidio), DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES alessandro, MALENA Michele, SESTO Francesco (operativi fino al 2005); FILIPPELLI Nicodemo, coadiuvava RISPOLI Vincenzo della direzione del sodalizio denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”; partecipava alle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”; dopo la morte di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), era preposto alla direzione delle attività illecite dei “cirotani di Lonate Pozzolo”, avvalendosi della collaborazione di ESPOSITO Antonio; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ZOCCHI Fabio e LETO RUSSO Antonella; si occupava direttamente della gestione delle società“FIM-FISCOIMPRESE S.r.l.” con sede legale a Castellanza (VA), via Dandolo nr.6 (impresa inattiva), “IMMOBILIARE AMALFI sas” con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico nr. 23, funzionali all’attività del sodalizio. Si avvaleva inoltre della collaborazione di numerose società quali: “MAKEALL spa”, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita da AUGUSTO Agostino; “REVINCTA srl”, amministrata da D’APOTE Daniele, ma di fatto gestita da AVALLONE Carlo; “MOSE' Immobiliare srl” di D'APOTE Daniele; “BASTIAN & BASTIAN srl “amministrata da AVALLONE Carlo; “EDILCAP” di CAPPONI Mario; “CF COSTRUZIONI” di CUSINATI Fabrizio; “ZEN srl”già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; ESPOSITO Antonio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” agli ordini diretti di FILIPPELLI Nicodemo; era addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco, funzionali all’attività del medesimo sodalizio; veniva coadiuvato da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA Sokol, GIORDANO Stefano, LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela, GUCCIO Filippo e ROMBOLA’ Romano; ZOCCHI Fabio, partecipava al sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” quale persona di fiducia di FILIPPELLI Nicodemo; fungeva altresì da prestanome di quest’ultimo e si occupava del ramo truffe e reimpiego dei profitti del sodalizio anche tramite la società “GENERAL FIM CONSULTING s.r.l.” con sede a Gallarate (VA), via Mazzini nr.3, funzionale all’attività del sodalizio; si avvaleva; MANCUSO Luigi, coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato “Locale di Legnano-Lonate Pozzolo” anche in forza del rapporto privilegiato con il vertice della cosca FARAO-MARINCOLA dominante il “locale di Cirò”; si occupava del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, al quale erano addette, quali prestanomi, persone di sua fiducia, come CHIARELLI Francesco (cognato di MANCUSO Luigi) e LANDONI Marco, rispettivamente titolari delle seguenti società “IMMOBILIARE “ROSELLA Sas” con sede a Solbiate Olona (VA) in via Andrea Ponti n° 8 e “FUTURA SOFTWARE MILANO Srl” con sede in Milano via Podgora n° 18, funzionali all’ attività del sodalizio; LANDONI Marco gestiva anche per conto del sodalizio l’ attività commerciale denominata “Negozio d’abbigliamento DESIRE”, con sede a Busto Arsizio (VA), via Mazzini angolo Concordia n° 5/Q; all’ attività del sodalizio era funzionale la gestione diretta della società “MELI AUTO” di cui era formalmente intestataria CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO Luigi), avente sede a Busto Arsizio in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina (KR), 103 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 104 ove risultava avere alle proprie dipendenze, ma solo formalmente, SESTITO Felicia, moglie di MARINCOLA Cataldo. Con l’aggravante del fatto commesso da dieci o più persone in concorso tra loro e del ruolo di promotore, dirigente o organizzatore dell’associazione per RISPOLI Vincenzo, MANCUSO Luigi, DE CASTRO Emanuele, FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Mario (fino al giugno 2005) Con l’aggravante della disponibilità di armi da parte del sodalizio. Fatto commesso nelle province di Milano e Varese dall’anno 2000 e sino alla data odierna. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già illustrato in sede di capitolo 1 consente di delineare anche il ruolo ricoperto all’ interno dell’ associazione da ogni singolo componente (ad eccezione di RISPOLI Raffaele per il quale non si ritengono sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta) RISPOLI Vincenzo Promotore e capo indiscusso del “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo”. Ha rapporti parentali e di frequenza con la cosca di Cirò Marina (KR). E’ infatti nipote di FARAO Giuseppe, capo storico della cosca FARAO-MARICOLA, dominante il “Locale di Cirò”, tramite la madre FARAO Grazia, sorella di FARAO Giuseppe. Il rilevantissimo compendio indiziario è univoco in questo senso. Chiarissime ed in equivoche sono le intercettazioni telefoniche ed ambientali già illustrate e commentate in sede di capitolo 1) Viene costantemente informato di ogni attività ed evento relativo al “Locale”. Organizza e presiede i summit dell’ organizzazione e già indicati in sede di capitolo 1). Vi sono infine anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia (vedi capitolo 1 paragrafo B6) che confermano tale ruolo. MANCUSO Luigi Ha rapporti parentali e di frequenza con la cosca di Cirò Marina (KR). E’ infatti nipote di FARAO Giuseppe, capo storico della cosca FARAO-MARICOLA, dominante il “Locale di Cirò”, tramite la nonna FARAO Ermenzina, sorella di FARAO Giuseppe. E’ cugino di RISPOLI Vincenzo, capo indiscusso del “Locale”. Risultava avere anche un rapporto diretto e privilegiato con MARINCOLA Cataldo, correggente della medesima cosca, poichè provvedeva al mantenimento di SESTITO Felicia, moglie dello stesso MARINCOLA Cataldo, assunta, ma solo fittiziamente, alle dipendenze della società“MELI AUTO” di CHIARELLI Rosella (moglie di MANCUSO Luigi), sede a Busto Arsizio in via Amalfi n° 6 e locali di vendita in Cirò Marina (KR). Società avente ad oggetto il commercio di autovetture. E’ stata accertata la sua presenza ai summit mafiosi tenuti in data 14.8.2006 a Cirò (KR) presso il ristorante "Mediterraneo" ed in data 15.3.2007 a Legnano (MI) presso il Bar Gaia. In particolare in relazione alla riunione tenutasi in data 15.3.2007, oltre alla sua partecipazione, è stato accertato, mediante numerose intercettazioni telefoniche avute appositamente in quei giorni anche con RISPOLI Vincenzo (capo indiscusso del “Locale”), il suo ruolo di organizzatore, provvedendo in particolare a curare la predisposizione di un alloggio presso l’ Hotel Sant’ Anna di Solbiate Olona (VA) per componenti di altre famiglie calabresi, nonché per organizzare un viaggio all’ Aeroporto di Milano Linate per andare a prendere CASTELLANO Vito, anch’ esso partecipante al summit. L’ importanza di detto summit è provata dalla partecipazione di importanti membri della famiglia mafiosa NOVELLA: NOVELLA Vincenzo, NOVELLA Christian e DE MASI Agassio Antonio, giunti al Bar Gaia su LANCIA K targata BW659LH, fermata per un controllo la stessa mattina del 15.3.2007 alle ore 8.47 in Legnano (MI) da personale del Locale Commissariato di PS che provvedevano alla relativa identificazione. Allo stesso fanno sostanzialmente capo inoltre diverse attività economiche, tra le quali le seguenti società: “Immobiliare Rosella Sas” di CHIARELLI Francesco, con sede a Solbiate Olona (VA) in via Andrea Ponti n° 8 e FUTURA SOFTWARE MILANO Srl con sede in Milano via Podgora n° 18 (in stato di fallimento). 104 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 105 DE CASTRO Emanuele E’ l’ amministratore della cassa comune (c.d. bacinella). Si occupa del reimpiego dei profitti illeciti del sodalizio attraverso un reticolo di attività economiche e di società, funzionale all’attività del sodalizio, al quale erano addetti, quali prestanomi, persone di sua fiducia, tra i quali ROCCA Ernestino. Questo ruolo è confermato da numerosissime intercettazioni ambientali e telefoniche già ampiamente illustrate e commentate in sede di capitolo 1) dedicato appositamente ad illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”. Partecipava inoltre in prima persona ai summit mafiosi del “Locale” (vedi capitolo 1), presieduti da RISPOLI Vincenzo, come riscontrato nel corso del servizio di osservazione in data 31.3.2006, 25.09.2006 e presso il Bar Gaia di Legnano come riscontrato numerose altre volte. Accompagnava altresì RISPOLI Vincenzo a Platì (RC) il 23.11.2007 in occasione del funerale di BARBARO Pasquale. Allo stesso facevano capo diverse società, le cui attività erano funzionali agli scopi del sodalizio. In particolare: “MAVISA Srl” di GANGI Vincenzo, GANGI Sabine, CORICA Maria, con sede a Samarate (VA) in via Verdi n° 24; GANCI COSTRUZIONI Srl di GANGI Pietro e CORICA Maria, con sede in Somarate (VA) via Verdi n° 24; “ZEN Srl”, amministrata formalmente da D’AGOSTINO Giuseppe, ma gestita dal DE CASTRO, che operava nel campo dell’ edilizia. FILIPPELLI Nicodemo Detto “il cinese”, risulta essere subentrato a MURANO Alfonso, dopo l’omicidio di questo (27.2.2006 a Ferno – VA), nella guida del gruppo dei “cirotani di Lonate Pozzolo”. Gruppo originariamente agli ordini del cugino FILIPPELLI Mario, con il quale, come hanno accertato le indagini “PIROMANE” e “DOLCE VITA”, tra il giugno 2000 e il novembre 2004, realizzava una serie di estorsioni in danno di esercizi e locali pubblici come “Lady G” di Varese, “El Patio” e “Take Off”. Dall’ indagine “BAD BOYS” emerge la maggiore importanza del ruolo di FILIPPELLI Nicodemo nell’ ambito dell’organizzazione di RISPOLI Vincenzo, che lo ha posto a capo dei “cirotani di Lonate Pozzolo”. Dalle intercettazioni delle conversazioni con ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio emerge altresì come il FILIPPELLI Nicodemo si faccia carico di assicurare l’ ortodossia dei comportamenti degli affiliati, sia rispetto alle regole della ’ndrangheta, sia con riferimento alla direzione del sodalizio da parte di RISPOLI Vincenzo. Ma ben più importante è il ruolo imprenditoriale assunto dal FILIPPELLI Nicodemo, che, sotto una apparente facciata di legalità, cura gli investimenti del sodalizio. E’ significativo che lo stesso si attribuisce il ruolo di “contabile” del sodalizio. E’ lo stesso FILIPPELLI Nicodemo, che a tal riguardo, nel parlare di sé con COPPINI Emanuele, si esprimeva come segue: “… Stai parlando con uno che fa il contabile, Emanuele… Sai cosa vuol dire il contabile … il contabile della delinquenza, lo sai cosa vuol dire?...”. Al ruolo imprenditoriale del FILIPPELLI Nicodemo si ricollegano le seguenti società: “FIM-FISCOIMPRESE Srl” con sede legale a Castellanza (VA), via Dandolo n° 6 (impresa inattiva); IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLI Nicodemo con sede a Lonate Pozzolo (VA) in via Silvio Pellico n° 23; D.N.C. COSTRUZIONI Srl di FILIPPELLI Domenico (fratello di NICODEMO) con sede a Samarate (VA) in via Verdi 24. FILIPPELLI Nicodemo inoltre esercita una estesa attività di usura, che veniva camuffata, simulando, tramite fatturazione di comodo, pagamenti di prestazioni apparentemente lecite e regolari, ma in realtà inesistenti. FILIPPELLI Nicodemo risulta essere amministratore di fatto di un reticolo di persone e società (già indicate in sede di capitolo 1) tutte utilizzate (sotto la supervisione del commercialista BARACCHI Giulio) in un vorticoso giro di fatturazioni false per operazioni inesistenti, attraverso le quali, da un lato, venivano riciclati e giustificati i proventi delle attività illecite e, dall’altro, venivano truffaldinamente reperiti in banca i finanziamenti per l’attività imprenditoriale/immobiliare. Tutti i suddetti ruoli sono confermati dalle numerosissime intercettazioni ambientali e 105 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 106 telefoniche già ampiamente illustrate e commentate in sede di capitolo 1) dedicato appositamente ad illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”. Tra i riscontri più significativi delle risultanze investigative delle intercettazioni va segnalato il sequestro di n° 14 assegni post datati e due cambiali per un importo complessivo di € 56.200 subito in Trecate (NO) in data 21.3.2007 in occasione di un controllo da parte dei CC della locale Stazione mentre si trovava in auto unitamente a LETO RUSSO Antonella, nonché il sequestro di documentazione contabile e di denaro contante per € 131.600 nei confronti di D'APOTE Daniele avvenuto a Lonate Pozzolo (VA) in data 16.5.2008. FILIPPELLI Mario Coadiuvava RISPOLI Vincenzo nella direzione del sodalizio denominato“Locale di Legnano-Lonate Pozzolo”. In particolare, dirigeva, a partire almeno dal 2000, le attività dei “cirotani di Lonate Pozzolo” e dal 2002, fino al suo arresto nel mese di giugno 2005, coadiuvava MURANO Alfonso (vittima di omicidio) nella direzione del medesimo sodalizio di Lonate Pozzolo di cui al capo 2) che segue. Aveva alle sue dipendenze BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovan Battista, SOZZO Giuseppe (operativi fino al 2002), nonché RUSSO Giuseppe (vittima di omicidio), DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES alessandro, MALENA Michele, SESTO Francesco (operativi fino al 2005). Questo ruolo è confermato da numerosissime intercettazioni telefoniche e dai riscontri già ampiamente illustrati e commentati in sede di capitolo 2) dedicato appositamente ad illustrare la natura del suo ruolo come capo dell’ associazione a delinquere di cui al capo 2) e come anello di congiunzione con il “Locale” di cui al capo 1). ZOCCHI Fabio Stretto collaboratore di FILIPPELLI Nicodemo nell’ attività di usura ed estorsione, i cui proventi vanno in parte ad alimentare la cassa comune del “Locale”. Apparentemente titolare della GENERAL FIM CONSULTING Srl con sede a Gallarate (VA), via Mazzini n° 3, in realtà è occupato a tempo pieno nella suddetta attività. Accompagna inoltre FILIPPELLI Nicodemo ai vari appuntamenti ed incontri con altri appartenenti al sodalizio criminale. Interveniva inoltre direttamente nelle attività illecite facenti capo a FILIPPELLI Nicodemo. Proprio le intercettazioni ambientali attivate sui veicoli in uso a ZOCCHI Fabio, con i quali veniva di sovente trasportato FILIPPELLI Nicodemo, si sono rivelate preziose a fini investigativi, perché, ritenendosi al sicuro. quest’ultimo parlava liberamente. Particolarmente significative erano le intercettazioni di conversazioni nelle quali FILIPPELLI Nicodemo istruiva ZOCCHI Fabio sulla ‘ndrangheta, sulla organizzazione del “Locale di LegnanoLonate Pozzolo” e su RISPOLI Vincenzo. Tra l’ altro, proprio quest’ultimo interveniva, in data 21.9.2006, presso l'abitazione di ROSI Massimo in Busto Garolfo, a favore di ZOCCHI Fabio in una disputa che lo vedeva contrapposto a seggetti di Africo (RC). ESPOSITO Antonio E’ addetto con RIENZI Pasquale al “braccio armato”, occupandosi delle rapine a mano armata e delle azioni di fuoco (vedi per tutte il tentato omicidio di VIADANA Barbara in Busto Arsizio in data 2.4.2007), funzionali all’attività del medesimo sodalizio. Veniva coadiuvato in questo settore da VENEGONI Alfredo, DONATO Orazio, DODA Sokol, GIORDANO Stefano, LOMUSCIO Roberto, MARINETTI Giacomo, FATIGATI Michela, GUCCIO Filippo e ROMBOLA’ Romano. Segue in particolare le direttive di FILIPPELI Nicodemo. Ha frequenti contatti con RIENZI Pasquale e ZOCCHI Fabio. RIENZI Pasquale Addetto con ESPOSITO Antonio al braccio armato del sodalizio. Già detenuto per fatti estorsivi riconducibili all’ attività dell’ associazione, l’ organizzazione forniva a RIENZI Pasquale un contributo per il suo sostentamento. Vedi intercettazione ambientale n° 1174784 del 7.5.2008 ore 12.01 relativa alla conversazione tra DE CASTRO Emanuele, RISPOLI Vincenzo e LAMARMORE Antonino. 106 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 107 Si occupava di usura, estorsioni e truffe immobiliari. Nel contesto di tali truffe maturerà la “gambizzazione” in data 2.4.2007 di VIADANA Barbara, colpita per errore in luogo della sorella VIADANA Loredana. BENEVENTO Antonio (detto Tonino) Svolge funzioni di autista e guardaspalle di RISPOLI Vincenzo, oltre che di addetto alla logistica del sodalizio. Partecipava in particolare al “summit mafioso” presieduto da RISPOLI Vincenzo in occasione di una cena avvenuta presso il ristorante “Antico Borgo” sito in Via Ponzella n° 38 di Legnano, ove, come da annotazione di attività di indagine del 26.9.2006, veniva notata parcheggiata, alle ore 22.25, l’autovettura targata “. . . BD240ZX Lancia Y, BENEVENTO Antonio nato a Cirò Marina (KR) il 13.04.1974 e residente a Milano in via Legnano n° 14”, in uso allo stesso. Ha avuto un ruolo attivo anche nella vicenda dei rapporti con la consorteria dei “gelesi” illustrata in sede di capitolo 1). A ciò si aggiunga quanto evidenziato circa la mediazione con i “gelesi”, insieme con La Rocca Ernestino. Il ruolo di “tuttofare” svolto dal BENEVENTO emergeva evidente in occasione della consegna per conto di RISPOLI Vincenzo della somma di € 500 a CORBELLA Silvia, utili al sostentamento di RIENZI Pasquale nel corso della sua detenzione. Si richiama in proposito l’ intercettazione ambientale sulla autovettura Porsche Cayenne, di cui in atti, n°1174784 del 7.5.2008 ore 12.01, conversazione tra DE CASTRO Emanuele, RISPOLI Vincenzo e LAMARMORE Antonino): “… poi siccome gli ho detto così, mi fa, vedi che ho 500 euro e glieli vado a lasciare. Siccome l'ho gridato... siccome l'ho gridato allora me l'ha detto se no non me lo diceva , no? Gli ho detto, no! Non glieli dare (ndr. i 500 euro a MURANO Francesco). Glieli do a TONINO (ndr. BENEVENTO Antonio) che glieli porta alla SILVIA (ndr.CORBELLA Silvia fidanzata di RIENZI Pasquale) e così fa il dovere che dovevano fare loro... giusto ?”. LONGOBUCCO Santino Svolge funzioni di autista e guardaspalle di RISPOLI Vincenzo, oltre che di addetto alla logistica del sodalizio. In particolare accompagna RISPOLI Vincenzo alle riunioni ed agli incontri conviviali con gli associati e mette a sua disposizione l’ utenza telefonica a lui in uso, fungendo così da anello di collegamento tra il RISPOLI Vincenzo ed i componenti del sodalizio criminale, che per contattarlo o incontrarlo, devono telefonare allo stesso LONGOBUCCO, che informa il RISPOLI e, ricevute le sue disposizioni, ricontatta gli interessati. Risulta altresì titolare della società “IMPRESA EDILE ERREELLE” con sede a Legnano (MI), via Carlo Porta n° 60, la cui attività è funzionale agli scopi del sodalizio. Detto ruolo è confermato dalle risultanze delle indagini già illustrate in sede di capitolo 1) dedicato appositamente ad illustrare natura, struttura ed operatività del “Locale”. ROCCA Ernestino In stretto contatto con DE CASTRO Emanuele con funzioni di prestanome dello stesso Risulta intestario della società “COSTRUZIONI ROCCA” con sede in Dairago (MI) la cui attività era funzionale agli scopi del sodalizio. Riveste ruolo anche di guardaspalle e all’ occorrenza da uomo d’azione. Tratto in arresto in data 21.7.2008 dalla Stazione CC. di Cuggiono (MI) per detenzione e porto illegali di una pistola cal. 7,65 con matricola abrasa, di cui veniva trovato in possesso durante un incontro fra DE CASTRO Emanuele e DI GRILLO Sabatino, al quale lo stesso ROCCA presenziava a distanza, in funzione di copertura al DE CASTRO. ROCCA Ernestino riceveva incarichi di rilievo dallo stesso RISPOLI Vincenzo, come in occasione della mediazione con la famiglia “gelese” dei NICASTRO, allorquando questi ultimi erano intenzionati ad effettuare delle attività in Legnano, nella zona “Mazzafame”, sotto l’ influenza di RISPOLI Vincenzo e per le quali pertanto era necessario il consenso di quest’ultimo. In proposito si cita l’ intercettazione ambientale n° 806649 del 29.2.2008 ore 18.01 sulla Porsche Cayenne relativa alla conversazione tra DE CASTRO Emanuele e RISPOLI Vincenzo che disponeva l’ invio all’ incontro di BENEVENTO Antonio e ROCCA 107 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 108 Ernestino affermando: “….si, vuole comprare mezza MAZZAFAME. . .”- “. . . gli ho detto, no, vai a vederlo tu personalmente. . .” - “. . . ci mandiamo a TONINO (n.d.r. BENEVENTO Antonio) e coso, dai. . . a Ernesto (n.d.r. ROCCA Ernestino), tanto…”. **************************** RISPOLI Raffaele Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari per sostenere l’ appartenenza al “Locale di Legnano – Lonate Pozzolo” di RISPOLI Raffaele. Infatti, oltre al dato parentale (lo stesso è fratello di RISPOLI Vincenzo e convivente di NOVELLA Grazia, vedova di CIMINO Salvatore e sorella di NOVELLA Carmelo, detto “Nunzio”, capo della omonima cosca di Guardavalle, vittima di omicidio commesso in San Vittore Olona nel mese di luglio 2008), non risultano elementi indiziari di natura tale da potere affermare l’ appartenenza allo stesso all’ associazione mafiosa oggetto di indagine. Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare. Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare. **************************** CAPO 2) di imputazione FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo, BERTO Ivano, LETTIERI Olindo, NARDO Giovanni Battista, BONVISSUTO Rosario, LA FACE Giorgio, SOZZO Giuseppe, MARINO Carmine, RUSSO Domenico, CASOPPERO Cataldo, DI GIULIO Moris, MALENA Michele, LENTO Michele, CIANCIO Nicola, MURANO Vincenzo, MARTINES Angelo, SILVESTRE Giuseppe Capo 2): del delitto di cui all’ art. 416 commi I, III e V c.p. per essersi associati fra loro, oltre che con FILIPPELLI Mario, capo del sodalizio, nonchè con MURANO Alfonso, altro capo del sodalizio e con RUSSO Giuseppe (questi ultimi due vittime di omicidio), allo scopo di commettere un numero indeterminato di delitti e, in particolare, di delitti di estorsione, danneggiamento, incendio, violenza privata, lesioni a carico di terzi. Ciascuno tenendo le seguenti condotte: FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro in qualità di compartecipi, organizzatori e percettori di parte dei proventi derivanti dalle illecite attività degli associati; FILIPPELLI Cataldo Gaetano quale compartecipe del sodalizio dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, BERTO Ivano e RUSSO Domenico, quali compartecipi alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario, incaricati dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, attentati incendiari, pestaggi ai danni di terzi, danneggiamenti di veicoli, custodia di armi nella disponibilità del sodalizio. Quanto al BONVISSUTO e al NARDO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; LA FACE Giorgio, LETTIERI Olindo e SOZZO Giuseppe, quali compartecipi materiali del sodalizio e, in particolare LETTIERI Olindo quale soggetto incaricato della custodia di armi di proprietà dei componenti il sodalizio. Quanto al SOZZO, dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; MARINO Carmine, quale associato alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e, in particolare, di soggetto addetto a procurare armi. Dal mese di luglio del 2000 sino ad almeno il mese di maggio del 2002; DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, MARTINES Angelo e MALENA Michele, quali associati alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio), incaricati dell’ esecuzione delle condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, incendi, pestaggi a danno di terzi, danneggiamenti di veicoli, procacciamento di armi. Quanto a DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo a partire almeno dal mese di aprile del 2004; CASOPPERO Cataldo e MURANO Vicenzo, quali compartecipi alle attività del sodalizio, a partire 108 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 109 per entrambi almeno dal mese di aprile del 2004; LENTO Michele, SILVESTRE Giuseppe quali compartecipi (almeno a partire almeno dal mese di aprile del 2004) alle dirette dipendenze di FILIPPELLI Mario e di MURANO Alfonso (vittima di omicidio) e dei sodali DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola e quali incaricati, in particolare, dell’ esecuzione di condotte materiali dirette alla commissione di estorsioni, pestaggi a danni di terzi, danneggiamento di veicoli, esazione di somme di danaro. In Lonate Pozzolo (VA) da epoca anteriore e prossima al mese di giugno del 2000 fino al mese di novembre del 2004. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già illustrato in sede di capitolo 2 consente di delineare anche il ruolo ricoperto all’ interno dell’ associazione da ogni singolo componente (ad eccezione di BERTO Ivano, FILIPPELLI Francesco, FILIPPELLI Gaetano Cataldo e RUSSO Domenico per i quali non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta) La suddivisione di massima dei ruoli che emerge dall’ osservazione “ravvicinata” delle attività del gruppo. FILIPPELLI Mario E’ il “capo” riconosciuto del gruppo ed è il soggetto al quale viene destinata la “quota” più rilevante dei proventi illeciti dell’ attività. Ancora FILIPPELLI Mario è il soggetto che “formula” le direttive operative, che dà istruzioni su chi deve essere “picchiato”, che investe il fratello FILIPPELLI Pietro del controllo della gestione di alcuni locali (vedi le dichiarazioni rese sul punto da Massimo Guglia e Nicola La Camera in relazione al reato di estorsione commesso ai danni del locale “Lady G” di Varese o, ancora, le dichiarazioni rese da Loredana Sesona in via “informale” ai CC di Somma Lombardo o ancora le dichiarazioni rese da Salvatore Russotto ai CC di Varese nel mese di marzo del 2001 e, in particolare le conversazioni telefoniche “estratte” proprio perché particolarmente significative nella ricostruzione del quadro “indiziario” relativo alla sussistenza di un sodalizio criminoso . BONVISSUTO Rosario E’ il “braccio armato” potremmo dire di Mario Filippelli. E’ il fidato “sodale” che si occupa insieme a Giovanni Battista Nardo e Giuseppe Sozzo delle attività di minaccia “larvata” nei confronti degli esercizi commerciali, che talvolta “ottiene” somme di danaro direttamente che poi provvede a versare a Mario Filippelli. E’ Rosario Bonvissuto che “guida” il gruppo di persone che a partire dal mese di agosto del 2000 si reca presso l’ esercizio commerciale “Take OFF” di proprietà di Loredana Sesona e Pierangelo Giassi; è Rosario Bonvissuto che “percuote” il Giassi costringendolo a consegnargli 10 milioni di lire che provvede poi a consegnare a Mario Filippelli; è ancora Rosario Bonvissuto che si reca insieme a Giuseppe Russo, a Giovanni Battista Nardo, a Nicodemo Filippelli presso il locale “Lady G” di Varese agli inizi del mese di febbraio del 2001 “precedendo” la richiesta estorsiva formalizzata poi da Mario Filippelli E’ ancora Rosario Bonvissuto che dà man forte a Mario Filippelli ogni qual volta bisogna “punire” qualcuno (si veda ancora la vicenda del “pestaggio” ai danni dei fratelli Nicastri. Rosario Bonvissuto è coinvolto in quasi tutti i singoli reati – fine accertati. NARDO Giovanni Battista Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici. Si attiva per trovare delle armi. Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo. Partecipa attivamente alle attività estorsive ai danni dei locali “Take Off” e “Lady G” (vedi relative schede e denuncia ed individuazione fotografica di Nicola La Camera e di Massimo Guglia del 23.10.2001) Partecipa al pestaggio ai danni dei fratelli Nicastri (su cui si vedi ancora informativa CC di Varese del 4.11.2002 pagg. 86-92). Risulta intestatario di un’ utenza telefonica utilizzata da Mario Filippelli. Organizza insieme a Rosario Bonvissuto il danneggiamento di un veicolo di proprietà di tale Francesco Caruso “reo” di avergli “quasi “fatto causare un incidente (vedi informativa citata pagg. 95-96). 109 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 110 E’ uomo fidato di Mario Filippelli Significativa è la conversazione intercettata in data 20.3.2001 sull’utenza n° 0347/5702574 in uso a Mario Filippelli (vedi inf.va CC di Varese del 4.11.2002 pag. 46) nel corso della quale lo stesso salutando Mario Filippelli che si trova ancora agli arresti domiciliari gli dice: “e… non ti preoccupare… come esci… poi ci rifacciamo gioia mia… come esci… sono guai per tutti…! Gioia mia… non ci devono essere ne ostacoli… ne muri… ne niente… dove camminiamo noi altri… la terra deve tremare… devono dire… ma che minchia sta succedendo… il terremoto…”. LA FACE Giorgio Detto anche “Giorgione”. Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici. Si attiva per trovare delle armi. Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo. Partecipa attivamente alle condotte estorsive ai danni di Zanandrea NORVAL E’ pesantemente coinvolto nelle condotte violente ai danni dell’ esercizio commerciale “El Patio” di Vanzaghello Viene riconosciuto in sede di individuazione fotografica da Nicola La Camera. SOZZO Giuseppe Ausilia costantemente “zio” Mario nel controllo dei locali pubblici. Si attiva per trovare delle armi. Si rende disponibile per “picchiare” terzi e dare lezioni a chi “offende” il gruppo. Soggetto particolarmente violento che partecipa in particolare alle estorsioni ai danni del locale “Lady G” di proprietà di Massimo Guglia, alle condotte minacciose nei confronti dei titolari dell’esercizio commerciale “El Patio“ di Vanzaghello. FILIPPELLI Pietro Gestisce le attività illecite del sodalizio nel periodo in cui Mario Filippelli si trova in carcere e, successivamente, gestisce per conto del fratello (e, ovviamente, anche per proprio profitto) i locali “Lady G”, “El Patio”, “Caprice” dove controlla e vigila. E’ Pietro Filippelli che “gestisce direttamente il locale “Lady G” di Varese (vedi denuncia e s.i.t. rese da Massimo Guglia e Nicola La Camera; l’esito dei servizi di video-ripresa all’ interno del locale in informativa R.O.N.O. CC di Varese 4.11.2002 pagg. 42-76 ed ancora schede relative agli episodi estorsivi ai danni di “ El Patio” di Vanzaghello) e che ne “dà conto” al fratello Mario. E’ ancora Pietro che “ decide” su come impiegare alcune “donne” a disposizione del gruppo e che vengono di volta in volta fatte assumere nei locali notturni variamente “controllati” da Mario Filippelli e dagli altri complici. Nel periodo della detenzione di Mario Filippelli (novembre 2001- febbraio 2001) è Pietro che mantiene i contatti con gli altri componenti del gruppo. MARINO Carmine Risulta avere nella propria disponibilità “armi” che mette a disposizione di Mario Filippelli. LETTIERI Olindo Viene riconosciuto da Massimo Guglia come uno dei soggetti che “frequentavano” il proprio locale nei mesi in cui Mario Filippelli in modo progressivo acquisisce il controllo del locale tanto da indurre il Guglia a cederlo a terzi. Emerge anche nelle indagini relative al procedimento penale di cui è stato tratto in arresto nel mese di luglio del 2005 e rinviato a giudizio per detenzione di una pistola verosimilmente di proprietà di Mario Filippelli e di circa un chilogrammo di tritolo. BERTO Ivano – FILIPPELLI Francesco – FILIPPELLI Gaetano Cataldo – RUSSO Domenico Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari per sostenere l’ appartenenza all’ associazione a delinquere in oggetto di BERTO IVANO – FILIPPELLI Francesco – FILIPPELLI Gaetano Cataldo e RUSSO Domenico. Viene pertanto rigettata la relativa richiesta di misura cautelare. **************************** 110 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 111 CAPO 3) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, MARINO Carmine, SOZZO Giuseppe Capo 3): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 C.P., 2 e 4 legge 895/67 , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso fra loro, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico diverse armi comuni da sparo. In Lonate Pozzolo (VA) a partire dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno al mese di giugno del 2002. CAPO 4) di imputazione FILIPPELLI Mario Capo 4): del delitto di cui agli artt. 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, 23 commi 1 e 3 legge n° 110/75 , perché, in concorso con LETTIERI Olindo (nei cui confronti si è proceduto separatamente a seguito di arresto in flagranza in data 7.7.2005), illegalmente deteneva una pistola semiautomatica con matricola abrasa cal. 7,65 e n° 6 cartucce, un candelotto di tritolo dal peso di 1.340 Kg.. In particolare Filippelli Mario incaricava della custodia della pistola e del tritolo Lettieri Olindo nella cui abitazione e pertinenze le armi e le sostanze esplodenti venivano rinvenute in data 7.7.2005. In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di giugno del 2004 sino al 7.7.2005 (data dell’ arresto di Lettieri Olindo). CAPO 5) di imputazione FILIPPELLI Mario, CIANCIO Nicola, CRISTELLO Giacomo Capo 5): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 c.p., 2, 4 e 7 legge 895/67, perché, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, illegalmente detenevano e portavano in luogo pubblico armi comuni da sparo. In Lonate Pozzolo (VA) almeno dal mese di luglio del 2004. Nel corso delle indagini sono state intercettate conversazioni telefoniche dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione. Emerge con evidenza la disponibilità di armi in capo ad alcuni componenti dell’ associazione. Si indicano di seguito le conversazioni di interesse. Riscontri importanti sono dati dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia PORRO Gianfranco e dal sequestro di kg. 1,340 di tritolo in data 7.7.2005 a carico di LETTIERI Olindo (depositario per conto di FILIPPELLI Mario). Si rimanda inoltre alla informativa di data 4.11.2002 146 del Reparto Operativo dei CC di Varese per una dettagliata indicazione INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario (utenze telefoniche 0349 3280373 intestata a BERTO Ivano ma in uso a FILIPPELLI Mario e 0328 9083345 in uso a BONVISSUTO Rosario) 147 BONVISSUTO Rosario parlando con FILIPPELLI Mario dell’ estorsione in corso nei confronti di GIASSI Pierangelo e SESONA Loredana (titolari dell’ esercizio pubblico “TAKE OFF” di Somma Lombardo - VA) domanda dove è possibile recuperare qualche “ferro” (espressione che in gergo malavitoso individua l’ arma da fuoco). Mario risponde di pazientare sino al giorno successivo quando rientrerà dalle ferie. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e MARINO Carmine (utenza telefonica 0347 5702574 intestata a SURACE Giovanna ma in uso a FILIPPELLI Mario) 148 146 Vedi in Faldone n° 24 informativa 4.11.2002 del R.O.N.O dei CC di Varese - pag. 93 e 94). 147 n° 526 del 19.8.2000 ore 15.18 (vedi Faldone n° 20 – Allegato A – pagg. 58 e 59) 148 n° 734 del 21.3.2001 ore 21.52 (vedi Faldone n° 21 – Allegato E – pagg. 48 e 49) 111 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 112 FILIPPELLI Mario parla con tale Carmine (identificato in MARINO Carmine) di armi nella disponibilità di “amici”. M: FILIPPELLI Mario C: MARINO Carmine … omissis … C: qua … ho un ciuccio …. Senti …. Ho due amici qua che stanno facendo un giro, perché mi hanno detto che ci sono parecchi fagiani ….. M:si … ? C: eh ! M: cosa è che c’è ? C: un paio di amici …. M: eh ….. Li conosco io ? C: si … M:uhmmm … chi è … Angelo ? C: TIENE UN 22 AUTOMATICO CON CANOCCHIALE E SILENZIATORE … M: ANDIAMO … FAI IL CAZZO DI SERIO … C: VERAMENTE E ….SERIAMENTE M: NON PARLARE COSI’ AL TELEFONO ! C: AH ? M: NON PARLARE AL TELEFONO IN QUESTA MANIERA … C: CHE CAZZO CE NE FREGA DEGLI SBIRRI A NOI ALTRI … M: OHH …. C: OHH … M: EH .. TU SAI CHE IO SONO SOTTO CONTROLLO … C: VA BENE …. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Mario e MARINO Carmine (utenze telefoniche 0347 5702574 intestata a SURACE Giovanna ma in uso a FILIPPELLI Mario e 0349 5594123 in uso a MARINO Carmine) 149 FILIPPELLI Mario dice a MARINO Carmine di farsi trovare il pomeriggio al Bar. Se ne ricava in modo chiaro (data la reazione indispettita di FILIPPELLI Mario ad una frase di MARINO Carmine) che MARINO Carmine voleva sapere se doveva presentarsi armato o meno. M: FILIPPELLI Mario C: MARINO Carmine … omissis … M: oggi pomeriggio fatti trovare al bar C: al pomeriggio ? 149 n° 4045 del 5.6.2001 ore 13.01 (vedi Faldone n° 21 – Allegato E – pag.182) 112 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 113 M: eh … ci vediamo al pomeriggio che ti devo parlare C: MHH DEVO VENIRE EHH … SPROVVISTO O PROVVISTO ? M: NO, NO CHE COSA E’ SPROVVISTO O PROVVISTO ? C: CIOE COSI’, COSI’ COME SONO ? M: NORMALE C: NORMALE ? M: COME IERI, COME AVANTI IERI DEVI VENIRE EH ? C: SI SI M: O CARMINE, MA CHE CAZZO FAI CAPITRE AL TELEFONO DAI CIAO Per quanto riguarda i delitti contestati ai capi 3) e 4) si osserva che anche nella indagine n° 3225/04 R.G.N.R. (DOLCE VITA) sono state intercettate conversazioni telefoniche dalle quali si evince chiaramente che LETTIERI Olindo deteneva per conto di FILIPPELLI Mario una pistola. Sono stati acquisiti significativi riscontri. Infatti in data 7.7.2005 LETTIERI Olindo è stato tratto in arresto proprio nella flagranza del reato di detenzione di una pistola con matricola abrasa e di oltre un chilogrammo di tritolo (vedi copia atti del procedimento penale n° 3690/05 R.G.N.R. in proc.pen. n°3225/2004). Ulteriore elemento di riscontro è costituito dalle dichiarazioni rese già in data 23.4.1998 dal collaboratore di giustizia PORRO Gianfranco che in sede di interrogatorio reso al P.M. dott. Roberto Craveia della Procura della Repubblica di Busto Arsizio nell’ ambito di altro procedimento penale. PORRO Gianfranco in tale atto indicava LETTIERI Olindo come uomo “di fiducia” di FILIPPELLI Mario e custode per suo conto di una pistola utilizzata per il tentato omicidio ai danni di VENTRICE Franco 150. Quanto al reato di cui al capo 4) si rileva che la sussistenza di gravi indizi si desume dalle conversazioni intercettate sulle utenze in uso agli indagati. Si sottolinea che sono state registrate una serie di conversazioni fra l’ indagato CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo dalla cui lettura si desume agevolmente che CIANCIO Nicola si è attivato per procurare l’ acquisto a favore di MURANO Vincenzo di una pistola cal. 38. Si rinvia per una completa indicazione degli elementi a carico all’ informativa dei CC di Busto Arsizio datata 8.11.2004 (in atti procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. in particolare pagg. 293-321). CRISTELLO Giacomo Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari in ordine a CRISTELLO Giacomo in relazione al capo 5). Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 3), 4) e 5) contestati dall’ accusa a tutti gli indagati ivi indicati (con l’ unica eccezione di CRISTELLO Giacomo – capo 5 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta). **************************** CAPO 6) di imputazione FILIPPELLI Mario Capo 6): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 423, 629 comma II c.p., perchè, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso con altre persone non identificate, nel ruolo di ideatore e mandante, con violenza consistita nell’ incendiare i veicoli “Renault 18” tg VA B83586 di proprietà di Corrado Carminati ed il veicolo Fiat Panda tg VA B95357 di proprietà di Gaetano Greco, costringeva Lina GRECO (moglie di Corrado Carminati e figlia di Gaetano Greco), titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Yoker” di Lonate Pozzolo, a cedere le licenze 150 Vedi in Faldone n° 33 – informativa CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 – pp. da 439 a 443. 113 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 114 del predetto esercizio, che attraverso terzi compiacenti veniva poi acquistato in data 31.10.2000 da Alessandra Bonizzi, moglie di Filippelli Mario e destinato ad abituale luogo di incontro dei membri del sodalizio criminoso conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con altrui danno. In Lonate Pozzolo (VA) dal 10.10.1998 sino al 9.8.1999. Le indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 (INDAGINE PIROMANE) hanno preso le mosse proprio dal reiterarsi nel territorio del Comune di Lonate Pozzolo di una serie di “incendi” a danni di veicoli di proprietà di terzi da parte di ignoti. Non risultano peraltro elementi indiziari per collegare l’ incendio dei due autoveicoli indicati al capo 6) alla condotta del sodalizio capeggiato da FILIPPELLI Mario. La relativa denuncia è stata sporta infatti contro ignoti e non sono stati acquisti riscontri all’ ipotesi investigativa. Ad avviso di questo giudice NON SUSSISTONO gravi indizi di colpevolezza a carico di FILIPPELLI Mario in ordine al delitto di cui al capo 6) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 7) di imputazione FILIPPELLI Mario e BONVISSUTO Rosario Capo 7): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 423 e 635 c.p., perchè, in concorso con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nell’ appiccare il fuoco all’ esercizio commerciale “Bar Moro” di Lonate Pozzolo, di proprietà di Salvatore e Giovanni Battista Russotto, sito nelle vicinanze dell’ esercizio commerciale gestito dalla moglie di Filippelli Mario, cagionando un incendio che distruggeva completamente il locale, nel danneggiare veicoli di clienti del suddetto esercizio commerciale, nel forzare la porta della cler del suddetto esercizio commerciale e nel lasciare, in chiaro segno di intimidazione, due bottiglie piene di benzina, nello stazionare in gruppo con altri e con atteggiamenti arroganti all’ interno dell’ esercizio commerciale imponendo la loro presenza e disturbando gli avventori, ponevano in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i Russotto a cedere loro l’ esercizio commerciale (o a soggetti “terzi” meri prestanome) al fine di conseguire un ingiusto profitto non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone e con uso di materiali esplodenti. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2000 sino ad almeno il mese di aprile del 2001. CAPO 8) di imputazione FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola, NIGORDI Giuseppe Capo 8): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 4 e 7 legge 895/67, 635 comma II c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio, con violenza e minaccia consistita nell’ esplodere colpi di arma da fuoco verso la vetrina dell’ esercizio commerciale “Bar Moro” di proprietà di Giovanni Battista Russotto, nell’ esplodere altresì colpi di arma da fuoco (con relativo danneggiamento) sul veicolo BMW tg CB 446CX di proprietà di Salvatore Russotto (titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio“ di Lonate Pozzolo) e sulle vetrine dell’ esercizio commerciale “Bar Commercio” di proprietà di Gaspare e Salvatore Russotto, nello stazionare pressoché quotidianamente all’ interno dell’ esercizio commerciale con atteggiamenti intimidatori ed arroganti imponendo la loro costante presenza, costringevano i titolari dei suddetti esercizi commerciali a consegnare loro danaro (od a servire consumazioni gratuite) e da ultimo costringevano Giovanni Battista Russotto a 114 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 115 cedere a favore di terzi l’ esercizio commerciale “Bar Moro” conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Filippelli Mario, quale “mandante” ed ideatore; Di Giulio Moris e Ciancio Nicola, quali esecutori materiali; Nigordi Giuseppe, quale “fornitore” delle armi utilizzate per il danneggiamento dei veicoli e delle vetrine degli esercizi commerciali. Con le aggravanti di aver commesso i fatti con armi ed in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di aprile del 2004 fino ad almeno al mese di ottobre del 2004 e successivamente fino al mese di gennaio del 2006 (data di cessione dell’ esercizio commerciale “Bar Moro”). L’ esercizio commerciale “BAR MORO” sito in Lonate Pozzolo (VA), di proprietà di RUSSOTTO Giovanni Battista e RUSSOTTO Salvatore, è stato a partire dal mese di ottobre del 2000 oggetto di ripetute “attenzioni” con chiarissimi intenti estorsivi. Le persone offese non hanno mai inteso presentare denuncia specifica. In particolare in data 7.9.2000 l’ esercizio commerciale “BAR MORO” veniva incendiato. Il proprietario RUSSOTTO Salvatore, sentito a s.i.t., dichiarava di non aver sospetti su alcuno e di non aver mai ricevuto minacce. In data 19.3.2001 venivano rinvenute davanti alla cler del “BAR MORO” due bottiglie contenenti benzina dal chiaro “significato” estorsivo. A seguito di tale episodio RUSSOTTO Salvatore rendeva s.i.t. ai CC di Lonate Pozzolo in data 20.3.2001 nel corso delle quali esternava il sospetto che l’episodio potesse essere collegato all’ apertura di un bar gestito dalla moglie di Mario Filippelli (BONIZZI Alessandra) allo scopo di stornare la clientela. Aggiungeva testualmente di state vivendo “ … una situazione di minaccia passiva tacita…” rifutandosi di fornire ulteriori informazioni sulla vicenda. Risentito nuovamente in data 22.3.2001 dai CC di Varese a s.i.t. aggiungeva sia pure ancora in termini chiaramente “reticenti” di aver subito un calo di clientela a causa della costante presenza nel locale di FILIPPELLI Mario, RUSSO Giuseppe, un tale “Rosario” (identificato in quello stesso periodo in BONVISSUTO Rosario) ed i fratelli di FILIPPELLI Mario, vale a dire FILIPPELLI Pietro e Francesco. Il compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è di rilevante gravità. I servizi di video ripresa hanno confermato la costante presenza degli odierni indagati 151 all’ interno e davanti al “BAR MORO” ed al “BAR COMMERCIO”, così come dichiarato dai titolari, fratelli RUSSOTTO. In particolare, oltre al concreto interesse manifestato da FILIPPELLI Mario e dai suoi sodali nell’ arco di più anni nei confronti dei due BAR (costante presenza con toni arroganti al fine di sviare la clientela verso il BAR YOKER aperto nei pressi dalla moglie di FILIPPELLI Mario), questo giudice valuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati sulla base dell’ esito dell’ intercettazione ambientale152 effettuata in data 27.4.2008 in un locale della Caserma dei CC di Busto Arsizio dove si trovavano i RUSSOTTO prima di essere sentiti a s.i.t. dai Carabinieri e nel corso della quale gli stessi fanno chiaramente intendere che gli autori delle richieste estorsive implicite (cioè sottese ai gravi episodi di incendio e danneggiamento di cui sono stati vittime i RUSSOTTO negli anni) devono individuarsi negli attuali indagati. Si riportano di seguito i passi più significativi dell’ intercettazione ambientale richiamata. GB: Cosa ci devo dire, cosa ci devo dire. Se glielo dico veramente a guerra finisce qua. Non fanno niente, loro dicono i Carabinieri di interrogare a Busto bi..bi..bi… Una volta sai cosa ha fatto Busto? E adesso glielo dico in faccia, mio figlio ha chiamato i Carabinieri che erano tutti la davanti .. GIUSEPPE, RENGI, MARIO..tutti là. GUARDI IO CIO’ DAVANTI AL BAR TUTTA MALA GENTE così..così.. che me l’avevano detto loro di Varese che se c’è qualcosa subito noi interveniamo. Sono arrivati quelli di Busto e sai cosa hanno fatto quelli di Busto e quelli di Lonate Pozzolo, il biondo, si sono dati tutte le manine….ciao..ciao…ciao e cosa è successo? Niente tutte cose apposto. G: Io accuse non ne posso fare. 151 152 In particolare di FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola. Vedi trascrizione intercettazione ambientale di data 28.4.2004 presso la Stazione Carabinieri di Busto Arsizio. 115 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 116 GB: Eh allora cosa fai ? G: Tu se se se …… se accusi ci vuole le prove. Non è che possiamo fare … il problema è dove dobbiamo stare. GB: Le prove …. Fai una cosa …io gli dico di si …..è stato quello è stato questo. G: Si ma è una croce per noi altri. GB: No, no ti organizzano loro …. Ti organizzano.. . Se subito gli dico così lo arrestano … in sei (incomprensibile) …ti fanno tutto ma ti organizzano l’appuntamento loro … seguono a lui. S: Si però dopo è finita. GB: E’ questo che gli ho detto a tuo padre. S:…..(incomprensibile) GB: Te ne arrestano due, tre ma dopo…(incomprensibile)…. GB: Che gli devo dire, meglio parlare poco e basta. G: E cosa abbiamo detto, non abbiamo detto niente…..(incomprensibile), tanto loro lo sanno che sono loro, i Carabinieri lo sanno ….. GB:- E’inutile che stiamo li a parlare, perché …..poi mi si secca la gola. G: Che devo dire che non c’è problema ? Come dici tu, arrangiatevi. I due continuano a parlare di problemi senza esternare spunti utili alle indagini. Continuando la conversazione i due dicono: GB: Tu non te lo immaginavi ? G: Eh? GB: Non te lo immaginavi ? G: No, non è che non me lo immaginavo, ma sono venuto con un’ intenzione, se dopo sono arrivati tutti che colpa ne ho ? GB: Ma io lo sapevo. G: Non è che era un bar frequentato da loro …ohh.. oppure mi ha detto ….(incomprensibile)…. GB: quello li gliela da la mazzetta. G: Ah ? GB: Quello li davanti al …..(incomprensibile) …. gliela la da la mazzetta. G: Mario ? No, non gliela chiedono a loro sono lombardi, non gliela chiedono ascolta quello che ti dico io. GB: Vittorio il pizzaiolo gliela da. G: Chi ? GB: Vittorio, il macellaio Pino, gliela danno. G: …..(incomprensibile)… GB: Tu dai retta a me. Renzo la piglia se no a Vittorio non lo lascerebbero in pace a Vittorio il pizzaiolo. La Pinotti, il panificio, gliela danno; le macchine fuori gli lasciano. Zoc …. quello dove vado a comprare il pane Zoc … quello di fronte al circolino notte e giorno fuori. Capisci, una volta quando appena appena gliel’hanno graffiata, gli hanno detto statti zitto e basta. Tutti, la Pinotti quella lì di fronte ……incomprensibile….., non vedi che non gli fanno niente ? Pagano stanno zitti e basta. Nessuno sa niente …. G: E quelli che sono più massacrati siamo noi. Rilevante appare altresì la conversazione telefonica n° 1372 registrata in data 28.6.2004 sull’ utenza contrassegnata da numero IMEI 352280002176990 in uso a FILIPPELLI Mario ed intercorsa fra RUSSO Giuseppe e FILIPPELLI Mario che si riporta per esteso 153: I: Oh U: Oh I: Che l'altra volta mi stavo litigando con coso U: con chi ? I: Ma è la lui ? (Riferito a Filippelli Pietro) U: No no puoi parlare I: Giovanni Giovanni del Bar Moro U. Giovanni del Bar Moro? Il Padrone ? I: Eh lo stavo menando perche' mi guardava. Gli ho detto che cazzo mi guardi ? U: Ah perché ci sono ancora scintille. Hai capito ? I: Eh beh, hai capito no ? U: Eh Che ..Incomprensibile.. qualcun'altro amico nostro lui..non si sa com'e' I: Mhh..Ride..Oh va bene dai ….” . 153 Conversazione telefonica numero 1372 del 28.6.2004 ore 20.45 - tra FILIPPELLI Mario e RUSSO Giuseppe. 116 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 117 Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 7) e 8) contestati dall’ accusa (con l’ unica eccezione di NIGORDI Giuseppe – capo 8 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta). **************************** CAPO 9) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Francesco e FILIPPELLI Pietro Capo 9): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio (e con tale Emanuele non identificato), con reiterate condotte di minaccia e violenza consistite nel percuotere Pierangelo GIASSI, titolare dell’esercizio commerciale “TAKE OFF” di Somma Lombardo, nel minacciare lui e la moglie Loredana SESONA di bruciare il locale, nel presentarsi in gruppo all’ interno del locale, nel minacciare alcuni dei dipendenti dello stesso, nel prospettare a Loredana SESONA gravi conseguenze anche sui figli minori in caso di mancata adesione alle loro richieste, costringevano il GIASSI a versare la somma mensile di 10 milioni di lire a favore del sodalizio, costringevano la SESONA almeno in un’ occasione a versare la somma di 1 milione di lire, effettuavano consumazioni gratuite sempre con il ricorso alle minaccia e imponevano la loro costante presenza nel locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone. In Somma Lombardo (VA) dal mese di agosto del 2000 sino ad almeno il mese di agosto del 2001. Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE) sono stati acquisiti elementi indiziari gravi ed univoci in relazione a condotte estorsive tenute dagli indagati nei confronti dei titolari del locale “Take Off” di Somma Lombardo. Gli esiti delle intercettazioni telefoniche hanno trovato specifico riscontro nelle dichiarazioni rese in più occasioni da Loredana SESONA (moglie di Pierangelo GIASSI) ai CC di Somma Lombardo (VA) e successivamente ai CC di Varese e da alcuni suoi dipendenti circa l’ insistente, arrogante e minacciosa presenza nel locale “Take Off” dei sopra indicati indagati (vedi in particolare informativa dei CC di Varese del 16.10.2000 con annotazione CC di Somma Lombardo su dichiarazioni rese in via “informale” da Loredana Sesona; informativa CC di Varese del 18.8.2001 con allegati verbali di trascrizioni telefoniche), nei servizi di o.p.c. effettuati dai CC di Varese e dai CC di Somma Lombardo. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 9) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 10) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, LA FACE Giorgio e RUSSO Domenico Capo 10): del delitto di cui agli artt. 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, percuotendo tale “Emanuele” non meglio identificato e sottraendo a Norval Zanandrea un veicolo di sua proprietà, minacciando di non restituirlo se non previa consegna della somma di danaro di 8 milioni di lire, asseritamente dovuta a Filippelli Mario dal predetto Norval Zanandrea, da tale Emanuele non meglio identificato e da Faggionato Marco, costringevano gli stessi a consegnare loro la somma di 8 milioni di lire, conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di novembre del 2000. 117 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 118 Nel corso delle intercettazioni telefoniche sull’ utenza n° 0349 3280373 in uso a FILIPPELLI Mario effettuate nell’ ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE) sono state registrate alcune conversazioni dalle quali emerge che FILIPPELLI Mario, al fine di affermare il suo ruolo di “primazia” all’ interno del sodalizio, costringeva Zanandrea Norval (verosimilmente legato allo stesso da vincoli “associativi”) ed un gruppo di altre persone a versargli la somma di otto milioni di lire quale “prezzo” per la restituzione del veicolo sottratto ad opera di BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, RUSSO Giuseppe, LA FACE Giorgio. Gli elementi di prova raccolti sono sintetizzati nell’ informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002 (vedi in atti del procedimento penale n° 5656/00 Operazione Piromane). Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 10) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 11) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Nicodemo, SOZZO Giuseppe e FILIPPELLI Francesco Capo 11): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia consistita nel percuotere Massimo Guglia, titolare dell’ esercizio commerciale “Lady G” di Varese, nel minacciare lo stesso ed il dipendente Nicola La Camera di bruciare il locale in caso di mancata adesione alle loro richieste e nel prospettare comunque pesanti ritorsioni in caso di rifiuto, costringevano i due a consegnare loro parte dei proventi degli incassi serali (prelevati pressoché quotidianamente da Pietro Filippelli addetto, su direttive formulate da Mario Filippelli, alla tenuta della contabilità), costringevano il Guglia ad assumere delle ragazze scelte da loro, imponevano la loro costante presenza nel locale costringendo altresì il Guglia ed i dipendenti a servire loro consumazioni gratuitamente e, da ultimo, inducevano a causa delle continue minacce il Guglia a cedere la propria quota di partecipazione all’ esercizio commerciale a favore del dipendente Nicola La Camera (di fatto costretto a gestire il locale nell’ interesse degli estorsori e, in particolare, di Mario Filippelli) ed a favore di Galou Kankanamalage Madura Priyankara, e successivamente, minacciando reiteratamente Massimo GUGLIA, prospettando pesanti ritorsioni ai suoi danni in caso di mancata adesione alle loro richieste, lo costringevano a consegnare a Mario Filippelli la somma di 20 milioni di lire, con tre assegni, quale “corrispettivo” non dovuto per la cessione del locale a favore di terzi (assegni che non venivano pagati perché posti sotto sequestro dall’ Autorità Giudiziaria), conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. Con le aggravanti di aver commesso i fatti in più persone riunite. In Varese dal mese di ottobre del 2001 sino ad almeno il mese di febbraio del 2002. Il compendio indiziario a carico degli odierni indagati è grave. Risulta costituito in parte da numerose annotazioni di indagini del CC (a decorrere dal febbraio 2001) in ordine a dichiarazioni non formalizzate da RUPIA Gaetano (dipendente del locale LADY G di Varese) circa le richieste di chiara natura estorsiva formulate da FILIPPELLI Mario (“Ho saputo che hai aperto un locale a Varese … come mai non me l’hai detto? Lo sai che ho dei ragazzi da mantenere in carcere…”), la successiva visita di tre persone fra cui BONVISSUTO Rosario che richiedeva la consegna di parte dei proventi derivanti dall’attività commerciale. Le richieste di natura estorsiva venivano confermate ai CC anche da LA CAMERA Nicola, contitolare del LADY G di Varese. Dette dichiarazioni trovavano poi ampio riscontro nelle disposte intercettazioni telefoniche sull’ utenza in uso a FILIPPELLI Mario. Si indicano le più rilevanti: tel. n° 1118 del 10.2.2001: FILIPPELLI Mario chiama il fratello Pietro per informarlo della visita dei “nipoti” al locale. Con tono di vanto afferma che i “nipoti” (poi identificati in BONVISSUTO 118 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 119 Rosario e RUSSO Giuseppe) hanno spiegato ai titolari del locale che a comandare non sono “loro” ma “MARIO” di Lonate Pozzolo; tel. n° 1150 del 12.2.2001 - ore 00.49: FILIPPELLI Mario chiama il fratello Pietro per poi farsi passare LA CAMERA Nicola e BONVISSUTO Rosario. Al primo ordina che l’ indomani dovrà andarlo a trovare per parlargli. A BONVISSUTO Rosario invece suggerisce di non affrontare ulteriori “discorsi” perché LA CAMERA Nicola passerà da lui; tel. n°1151 del 12.2.2001- ore 01.05: FILIPPELLI Mario riceve una chiamata da Pietro e Rosario. Quest’ultimo parla di alcune ragazze presenti nel locale, di quello che è stato già detto ai titolari e come questi ne siano rimasti intimoriti. E’ evidente la loro presenza all’interno del “Lady G”. tel. n° 1157 del 12.2.2001 – ore 11.16: FILIPPELLI Pietro chiama il fratello Mario per chiedere se LA CAMERA Nicola deve portarlo da lui. Mario risponde: “da Rosario” perché da lui sono passati gli “sbirri”. tel. n° 1158 del 12.2.2001 – ore 14.19: FILIPPELLI Pietro chiama Mario informandolo che sta arrivando con Nicola. Mario invita ad attendere perché deve sentire Rosario. Negli stessi giorni vengono registrate altre telefonate utili per fornire chiarimenti sulla vicenda “ estorsiva” avviata registrate sulle stessa utenza (vedi nel dettaglio informativa R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002 pagg. 43 e ss.) e in particolare: il 13.2.2001 FILIPPELLI Mario chiama Pietro ed in seguito parlerà con BONVISSUTO Rosario il quale lo invita insistentemente ad uscire di casa (FILIPPELLI Mario si trova agli arresti domiciliari). Lo informa che gli hanno dato del “boss”. Mario sottolinea che lui è “ancor più boss” e prosegue dicendo che il fratello Pietro è in gamba e che devono partire dal piccolo per arrivare al grande aggiungendo che loro sono “i più potenti”. Il compendio indiziario (già grave), è ulteriormente rafforzato dalle denuncia infine sporta in data 17.10.2001 da GUGLIA Massimo (titolare del LADY G) che dichiarava di essere stato costretto a versare denaro a FILIPPELLI Mario (nel solo mese di agosto 2001 lire 16 milioni di lire) ed a FILIPPELLI Pietro (fratello di Mario). Riferiva di avere dovuto subire la costante presenza nel locale di FILIPPELLI Pietro, RUSSO Giuseppe, FILIPPELLI Francesco, BONVISSUTO Rosario, FILIPPELLI Cataldo, LETTIERI Olindo, LA FACE Giorgio, NARDO Giovanni Battista, SCAROLA Gaetano. Aggiungeva che gli stessi consumavano senza pagare. Nel mese di gennaio del 2002 Massimo Guglia presentava denuncia nella quale asseriva di aver ceduto le quote del locale a favore di Nicola La Camera e di altro soggetto e di aver ricevuto gravissime minacce da Mario Filippelli il quale avrebbe “ preteso” la consegna di 20 milioni di lire a titolo di “compensazione” per la cessione del locale e di aver consegnato tali assegni. Il P.M. emetteva decreto di sequestro degli assegni debitamente notificato a Mario Filippelli. Successivamente venivano registrate ulteriori conversazioni telefoniche dalle quali emergeva chiaramente che Mario Filippelli continuava a pretendere la consegna di soldi da parte di Massimo Guglia In conclusione si osserva che dalle denunce e s.i.t. rese da Massimo Guglia e Nicola La Torre, dai servizi di video-riprese e dalle intercettazioni ambientali, dai servizi di o.p.c. e in particolare dalle intercettazioni telefoniche emerge un quadro indiziario di rilevante gravità a carico degli indagati per i reati contestati. Il “mandante” ed ideatore è chiaramente FILIPPELLI Mario; i soggetti materialmente incaricati di “intimidire” le persone offese sono gli uomini alle dirette “dipendenze” di FILIPPELLI Mario e, in particolare, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe, NARDO Giovanni Battista. Il soggetto materialmente incaricato di “gestire” il locale e di controllarne la contabilità à FILIPPELLI Pietro. La sintesi di tutti gli elementi investigativi raccolti è indicata nell’informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 11) contestato dall’ accusa. **************************** 119 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 120 CAPO 12) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, SOZZO Giuseppe e PANO Andrea Capo 12): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 56-629 e 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, con minaccia consistita nel presentarsi in gruppo presso l’ esercizio commerciale “Lady G” di Varese, ceduto da Massimo Guglia a Galou Kankanamalage Madura Priyanakara e nell’ intimare allo stesso di consegnare a Mario Filippelli la somma di 50 milioni di lire, prospettando in caso di mancata adesione la minaccia di bruciare il locale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Galou Kankanamalage a versare loro un somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà e costringevano comunque il titolare dell’ esercizio commerciale, a mezzo delle descritte condotte minacciose, a servire loro consumazioni gratuite conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In Varese dal mese di gennaio al mese di marzo del 2002. Successivamente alla cessione del locale “LADY G” da parte di GUGLIA Massimo a favore di LA CAMERA Nicola e di Galou Kankanamalage Madura Priyanakara si registra un persistente interesse di FILIPPELLI Mario nei confronti del nuovo titolare del locale il quale, mostrando un atteggiamento più “chiaro” dei precedenti titolari presenta formale denuncia nei confronti di Mario Filippelli. Le conversazioni telefoniche intercettate sulle utenze in uso agli indagati hanno consentito di acquisire specifici e dettagliati elementi di riscontro alla denuncia della persona offesa La sintesi degli elementi indiziari raccolti è dettagliatamente esposta nella più volte citata informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 12) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 13) di imputazione FILIPPELLI Mario, BONVISSUTO Rosario, NARDO Giovanni Battista, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Nicodemo, SOZZO Giuseppe, PAOLINO Antonio, DI GIULIO Moris, MALENA Michele e LA FACE Giorgio Capo 13): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè, in concorso fra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, con violenza e minaccia consistita nel recarsi ripetutamente ed in gruppo presso l’ esercizio commerciale “El Patio” di proprietà di Renato Bettin, Elvio Bettin ed Umberto Guenzani, pretendendo di essere serviti gratuitamente, nel lasciare davanti alla porta di ingresso del locale una bombola piena di gas su un fornello acceso (con deflagrazione evitata solo grazie alla prontezza di Renato Bettin che riusciva a disinnescare l’ ordigno), nell’ imporre l’ impiego lavorativo di donne da loro indicate e nell’ utilizzare il locale quale luogo di abituale ritrovo dei componenti il sodalizio, costringevano i proprietari del locale a consegnare loro somme di danaro ovvero a servirli gratuitamente o comunque a consentire loro il controllo delle attività del locale conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Mario Filippelli, quale ideatore e mandante; Rosario Bonvissuto, quale istigatore e coautore materiale; Antonio Paolino detto “Tony” e Giuseppe Sozzo, quali coautori delle condotte minacciose; Pietro Filippelli, quale soggetto incaricato di “controllare il locale” e, in tempi più recenti, Michele Malena e Giulio Di Moris, quali coautori materiali di condotte intimidatrici dirette a costringere i titolari a fornire loro consumazioni “gratuite” in forza dei loro rapporti con Mario Filippelli. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’ uso di materiali esplodenti. In Vanzaghello (MI) dal mese di luglio del 2001 sino ad almeno all’ anno 2004. Per i soli Rosario Bonvissuto - Giuseppe Sozzo - Nicodemo Filippelli - Antonio Paolino nel mese di luglio del 2001. A partire dal mese di giugno del 2004 per i soli Di Giulio Moris e Michele Malena. 120 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 121 La vicenda “estorsiva” che riguarda il locale “El Patio” di Vanzaghello (MI) è emersa in prima battuta dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE) ed ha trovato ulteriori riscontri nelle ulteriori indagini disposte a carico di FILIPPELLI Mario nell’ ambito del procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. (INDAGINE DOLCE VITA). La richiesta estorsiva in questo caso è stata attuata con il collocamento di una bombola di gas sopra un fornello acceso davanti al locale “EL PATIO”. I titolari BETTIN Roberto ed Elvio e GUENZANI Umberto non hanno sporto formale denuncia in ordine a richieste espresse di denaro, ma si sono limitati ad esternare dei sospetti di un gruppo di persone di Lonate Pozzolo riconducibili al sodalizio capeggiato da Mario Filippelli L’ esito delle disposte intercettazioni telefoniche delinea un quadro di effettiva sottomissione derivante da estorsione. Il locale “EL PATIO” godeva quindi “della protezione” di FILIPPELLI Mario ed era controllato per suo conto dal fratello Pietro. I sodali (in particolar modo DI GIULIO Moris e MALENA Michele) si recavano senza “pagare” le consumazioni facendo leva sui rapporti con FILIPPELLI Mario. La “sintesi” degli elementi indiziari è dettagliatamente riportata nella più volte citata informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002. PAOLINO Antonio Ad avviso di questo giudice non vi sono gravi elementi indiziari in ordine a PAOLINO Antonio in relazione al capo 13). Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 13) contestato dall’ accusa a tutti gli indagati ivi indicati (con l’ unica eccezione di PAOLINO Antonio per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta). **************************** CAPO 14) di imputazione FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, FILIPPELLI Francesco e DI GIULIO Moris Capo 14): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., perchè, in concorso fra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso commesse in tempi diversi, con minaccia e violenza consistita nel recarsi ripetutamente in gruppo presso il Night Club “Caprice” di Oleggio (NO), anche con l’ ausilio di altri sodali non identificati, nel minacciare implicitamente, attraverso la prospettazione di danni al locale, il titolare Roberto Baranzini, costringevano lo stesso a consentire loro la frequentazione gratuita dell’ esercizio commerciale, ad impiegare donne indicate dal sodalizio criminoso, a licenziare persone non gradite a FILIPPELLI Mario, a consentire il controllo del locale a FILIPPELLI Pietro, incaricato di curarne la gestione per conto del fratello e a consegnare loro una percentuale dei guadagni. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone. In Oleggio (NO) dal mese di luglio del 2001 con continuità di condotte almeno sino al mese di ottobre del 2004 (per il solo DI GIULIO Moris a partire dal mese di giugno del 2004). La vicenda “estorsiva” che riguarda il Night Club “Caprice” di Oleggio (NO) è emersa in prima battuta dalle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE) ed ha trovato ulteriori riscontri nelle ulteriori indagini disposte a carico di FILIPPELLI Mario nell’ ambito del procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. ( INDAGINE DOLCE VITA). Il compendio indiziario (derivante da eloquenti intercettazioni telefoniche effettuate a decorrere dal luglio 2001) è cospicuo e di rilevante gravità. 121 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 122 In particolare nella prima indagine si evinceva da una telefonata 154 direttamente intercorsa fra FILIPPELLI Mario e BARANZINI Roberto (titolare del Night Club) che questi era stato costretto a licenziare CENTORRINO Tindara (ex “amante” di FILIPPELLI Mario) su espresso ordine dello stesso. La circostanza è ulteriormente confermata da altra telefonata intercettata di data 9.2.2002 nel corso della quale la stessa TINDARO Concetta lamenta il trattamento subito (“licenziamento”), determinando la seguente reazione verbale di FILIPPELLI Mario: “Te l’ avevo detto che sono il PADRONE dei locali …., sono dei conigli sono ….., va bene !? Qua in zona non lavorerai ! … Lo sai no ? Sei licenziata … Tendy …, ti spezzo per intero la vita!”. E’ evidente che un tale comportamento ed il tono utilizzato da FILIPPELLI Mario per ottenere quanto richiesto presuppongono, alla luce delle condotte “abituali” dello stesso (e più in generale del sodalizio criminoso secondo il consueto e rodato meccanismo utilizzato nelle vicende estorsive contro i locali “TAKE OFF” di Somma Lombardo ed “EL PATIO” di Vanzaghello) un potere diretto sull’ esercizio commerciale attraverso condotte estorsive, ancorché non formalmente denunciate dal gestore del “Caprice”. Quindi nella seconda indagine sono state registrate altre conversazioni 155 dalle quali emerge con evidenza che il locale “Caprice” veniva utilizzato da FILIPPELLI Mario per far lavorare della donne; che FILIPPELI Pietro è il soggetto “incaricato” di vigilare sull’ attività del locale; che DI GIULIO Moris “gode” grazie ai legami con FILIPPELLI Mario della possibilità di ottenere, anche con il ricorso alla minaccia, consumazioni gratuite contro la volontà del titolare del locale. Sintesi della telefonata n° 38 del 9.6.2004 tra FILIPELLI Mario e DI GIULIO Moris. FILIPPELLI Mario chiama DI GIULIO Moris, chiedendogli dove si trova. Moris gli dice di essere stato al “Caprice” e all’”Argentina”, rispettivamente night club di Oleggio e Gallarate. In particolare Moris dice di aver bevuto sette o otto cuba-libre verosimilmente al “Caprice” dove lavora Alina, “TULBURE Alina Mariana”, e che là ha avuto un rapporto sessuale con una delle ragazze. Tuttavia Roberto, “BARANZINI Roberto”, titolare del “Caprice” gli ha detto di stare solo dieci minuti in quanto stava cambiando gestione e c’era il nuovo gestore, che non vuole vedere certa gente dentro al locale. Moris dice a Mario che ha detto a Roberto che se c’erano problemi avrebbe parlato lui con quello, ma Roberto ha insistito che non lo facesse. Sintesi delle telefonate n° 1675 e n° 1676 del 3.7.2004 tra FILIPPELLI Mario e DATI Agostino. TULBURE Alina Mariana chiama FILIPPELLI Mario, dicendogli che ha visto al “Caprice” una persona che lui conosce e che si trovava lì con la sua ragazza (intesa come donna “piazzata” nel locale atteso che lo stesso è sposato). Inizialmente FILIPPELLI Mario non capisce di chi si tratta, poi lo indica ad Alina come il ”Il pentito” ovvero DATI Agostino, del quale lui é “Padrino”. DATI Agostino che ha portato a lavorare la sua donna (GOSTINE Anna) al “Caprice”, chiama il suo “Padrino” FILIPPELLI Mario, in quanto FILIPPELLI Pietro, accortosi della cosa, ha ordinato a BARANZINI Roberto, titolare del “Caprice”, di mandare via la sua donna, poiché pensa che lui e suo fratello abbiano litigato. FILIPPELLI Mario prima parla con BARANZINI Roberto dicendogli di non mandare via la donna di Agostino. DATI Agostino chiama FILIPPELLI Mario, chiamandolo “Padrino”, ringraziandolo più volte per il suo intervento, dicendogli che la situazione é rientrata, che suo fratello Pietro pensava che loro due avessero litigato e non si parlavano più. Infine DATI Agostino riferisce a FILIPPELLI Mario che suo fratello Pietro ha alzato la voce anche con BARANZINI Roberto, titolare del night club “Caprice” di Oleggio. 154 Vedi in atti (Faldone n° 24 - pag. 96 informativa di data 4.11.2002 del RONO CC di Varese) telefonata di data 8.2.2002 intercorsa tra FILIPPELLI Mario ed il gestore del “CAPRICE”. 155 Vedi in atti (Faldone n° 33 - informativa di data 8.11.2004 dei CC di Busto Arsizio) le seguenti telefonate: n° 38 del 9.6.2004 tra FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris; n° 1116 del 25.6.2004 tra FILIPPELLI Mario e TULBURE Alina Mariana; nn° 1675 e 1676 del 3.7.2004 tra FILIPPELLI Mario e DATI Agostino; 122 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 123 Il contenuto delle conversazioni intercettate prova il controllo diretto di FILIPPELLI Mario e dei suoi associati sul Night Club “Caprice” per mezzo di condotte estorsive ed ingerenza diretta nella gestione dello stesso locale. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 14) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 15) di imputazione FILIPPELLI Mario Capo 15): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1, 644 c.p. , perchè, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, costringeva Saverio Malaspina con minaccia di percosse a versare a favore di Bruno Catania una somma di danaro da lui vantata nei confronti del Malaspina e, in particolare, Mario Filippelli intimava a Saverio Malaspina di consegnare immediatamente i soldi a Bruno Catania e, successivamente, a fronte della mancanza di disponibilità di danaro da parte del Malaspina, forniva lui stesso un prestito destinato all’ estinzione del debito, ottenendo dal Malaspina la promessa di restituzione con interessi usurari (pari a circa a lire 1.500.000 per un mese). Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) il 26.6.2001. Detta vicenda è emersa nel corso delle indagini svolte nell’ambito del procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. (INDAGINE PIROMANE). Il compendio indiziario (derivante da eloquenti intercettazioni telefoniche) è cospicuo e di rilevante gravità. In particolare emerge che in data 26.6.2001 CATANIA Bruno, titolare di una carrozzeria sita in Samarate (VA), si rivolgeva a FILIPPELLI Mario per un recupero credito nei confronti del debitore MALASPINA Saverio. FILIPPELLI Mario contattava per telefono il MALASPINA e gli intima con tono minaccioso di pagare immediatamente il debito offrendogli lui stesso il danaro necessario “maggiorato” di una percentuale pari ad un milione e mezzo da restituire entro un mese. La “sintesi” degli elementi indiziari è dettagliatamente riportata a pag. 78 della più volte citata informativa del R.O.N.O. CC di Varese del 4.11.2002. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 15) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 16) di imputazione FILIPPELLI Mario e FILIPPELLI Pietro Capo 16): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110, 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con altre persone appartenenti al sodalizio criminoso non meglio identificate, con minaccia consistita nel recarsi ripetutamente in compagnia di altri sodali all’ interno dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate Pozzolo di proprietà di Fabio Rota e Stefano Cucchi, nel richiedere agli stessi la consegna di una somma mensile di € 1.500,00 asserendo che “funziona così” e nell’ omettere di pagare le consumazioni presso l’ esercizio commerciale, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i titolari del predetto esercizio commerciale a versare a loro favore una somma di danaro non dovuta, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà, poiché i titolari decidevano da lì a poco di cedere l’ attività commerciale a terzi. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2003 sino al 31.1.2004 CAPO 17) di imputazione 123 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 124 FILIPPELLI Mario Capo 17): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 629 comma I c.p., perchè, con minaccia consistita nell’ intimare a Fabio ROTA di accendere un finanziamento da destinare a suo favore per l’ acquisto di mobili, prospettando, in caso di mancata adesione, ritorsioni ai suoi danni, costringeva il predetto Fabio ROTA ad accendere c/o l’ esercizio commerciale “Mercatone Bustese” di Castellanza un mutuo, da destinare a favore del Filippelli, per l’ acquisto di mobili, pari ad € 7.000,00, rimborsabili con rate da € 280,00 mensili cadauna, pagate dal predetto Rota e dall’ ex socio Stefano Cucchi conseguendo un ingiusto profitto con altrui danno. In Lonate Pozzolo (VA) e Castellanza (VA) nel mese di dicembre del 2003. Quanto al capo 16) dell’ imputazione, il compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è di rilevante gravità in ordine al tentativo di estorsione nei confronti di ROTA Fabio e CUCCHI Stefano (titolari del Bar “Atlantic” di Lonate Pozzolo – VA), non perfezionatasi solo a seguito della decisione maturata dagli stessi di vendere l’ attività a terzi (VISMARA Francesco) Detto compendio indiziario è costituito dal verbale di s.i.t. di data 11.2.2004 rese da Fabio Rota e con cui dichiarava di aver subito richieste di danaro da FILIPPELLI Mario senza peraltro aggiungere altri particolari. Risulta inoltre che in data 23.6.2004 venivano sentiti a s.i.t. ROTA Fabio e CUCCHI Stefano i quali, pur ribadendo la loro volontà di non presentare formale denuncia ed esternando anzi grande preoccupazione per possibili ritorsioni ai loro danni (vedi allegata informativa CC di Lonate Pozzolo del 30.6.2004), dichiaravo comunque che a partire dal mese di settembre del 2003 avevano ricevuto, in svariate occasioni, la “visita” di FILIPPELLI Mario, del fratello FILIPPELLI Pietro e di altri personaggi non meglio indicati che stazionavano all’ interno del locale con modi arroganti e senza pagare. Aggiungevano che successivamente FILIPPELLI Mario nel mese di ottobre del 2003 aveva espressamente richiesto loro il pagamento di una somma pari ad € 1500 “per stare in pace nel locale”. A fronte dell’ espresso rifiuto dei due che gli comunicavano l’ intenzione di “cedere” di lì a poco il locale, FILIPPELLI Mario non formulava ulteriori richieste pur continuando ad imporre la sua presenza ed a non pagare alcuna consumazione. Quanto al capo 17) dell’ imputazione ROTA Fabio dichiarava altresì di essere stato “costretto” da FILIPPELLI Mario a sottoscrivere un finanziamento pari ad € 7.000 per l’ acquisto di mobili destinati allo stesso FILIPPELLI. Ad avviso di questo giudice le dichiarazioni rese dalle persone offese, alla luce del complesso del materiale probatorio acquisito anche in ordine ad altri episodi estorsivi commessi in quel periodo dallo stesso FILIPPELLI Mario e soci a Lonate Pozzolo e zone limitrofe,integrano un quadro indiziario di rilevante gravità. Le condotte “minacciose” sono evidenti, sebbene implicite. Prodromica e funzionale alla formulazione delle richieste estorsive è la presenza “del gruppo” nel locale con atteggiamenti ispirati a volontà di prevaricazione ed ad insinuare timore nei titolari dell’esercizio commerciale. L’idoneità delle condotte “minacciose” ad intimidire le persone offese ROTA Fabio e CUCCHI Stefano è palese a fronte della loro decisione di cedere a terzi l’esercizio commerciale e dal rifiuto netto a presentare formale denuncia nei confronti di soggetti che ritengono particolarmente “pericolosi”. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine ai delitti di cui ai capi 16) e 17) contestati dall’ accusa. **************************** CAPO 18) di imputazione FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris, MARTINES Angelo e CIANCIO Nicola Capo 18): del delitto di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1, 582-583 c.p., perchè, in concorso fra loro, con minaccia e violenza consistita nel percuotere in più occasioni Francesco Vismara, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Atlantic” di Lonate 124 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 125 Pozzolo e, da ultimo, nel procurargli lesioni con un coltello ad opera di Nicola Ciancio; nel minacciare la distruzione del locale in caso di mancata adesione alle loro richieste, costringevano il Vismara a fornire loro consumazioni senza corrispondere il corrispettivo ed a corrispondere parte dei guadagni a loro favore, minacciando altresì pesanti ritorsioni in caso di denuncia alle forze dell’ ordine e conseguendo in tal modo un ingiusto profitto con altrui danno. In particolare: Mario Filippelli, in qualità di ideatore e mandante; Moris Di Giulio, Nicola Ciancio ed Angelo Martines in qualità di esecutori materiali incaricati del controllo di Francesco Vismara. Con le aggravanti di aver commesso il fatto in più persone e con l’uso di armi. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di giugno del 2004 almeno sino al mese di agosto del 2004. Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 3225/04 R.G.N.R. (INDAGINE DOLCE VITA) sono stati acquisiti elementi indiziari gravi ed univoci in relazione a condotte estorsive tenute dagli indagati nei confronti di VISMARA Francesco, nuovo titolare del “BAR ATLANTIC” di Lonate Pozzolo. In data 8.6.2004 VISMARA Francesco veniva aggredito fisicamente da FILIPPELLI Mario. Gli esiti delle intercettazioni telefoniche hanno trovato specifico riscontro nelle dichiarazioni rese in più occasioni da VISMARA Francesco ai CC di Lonate Pozzolo (VA) e successivamente ai CC di Varese circa l’ insistente, arrogante e minacciosa presenza nel proprio BAR dei sopra indicati indagati cui era “costretto” a servire le consumazioni “gratuitamente”, nonché nei servizi di o.p.c. effettuati dai CC. In data 10.8.2004 VISMARA Francesco veniva nuovamente sentito dai CC di Busto Arsizio (vedi s.i.t. allegato alla richiamata informativa di data 8.11.2004) ed in tale occasione dichiarava di essere stato picchiato da CIANCIO Nicola che gli aveva arrecato lesioni con un coltellino e lo aveva minacciato “di morte”. Rilevante appaiono le seguenti conversazioni telefoniche indicate nell’ informativa dei CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 n° 1885 registrata in data 7.7.2004 alle ore 18.38 tra FILIPPELLI Mario e MARTINES Angelo (pag. 117 dell’ informativa richiamata) MARTINES Angelo chiama FILIPPELLI Mario e nella conversazione FILIPPELLI Mario chiede A MARTINES Angelo se sta controllando la situazione (si riferisce chiaramente al Bar “Atlantic” di VISMARA Francesco avendo detto “Che lo meniamo un’ altra volta lo meniamo !”) e MARTINES lo rassicura dicendogli: “E’ tutto a posto, che ormai qua l’ Atlantic lo facciamo funzionare … e che quello, VISMARA Francesco, si spaventa pure della sua ombra ….”. n° 30 registrata in data 9.6.2004 alle ore 1.29 tra DI GIULIO Moris e MINNITI Domenico (pag. 132 dell’ informativa richiamata) MINNITI Domenico chiama DI GIULIO Moris dicendogli di essere a conoscenza della situazione e che ha ragione “Mark” (verosimilmente MARTA Giovanni), in quanto quello che ha sbagliato é un altro. DI GIULIO Moris dice a Domenico che non lo doveva mettere di mezzo e di non parlare per telefono. Tuttavia dà indicazione a Domenico su come si deve comportare al fine di sistemare la cosa. Alla fine della conversazione DI GIULIO Moris dice a Domenico che non si potranno vedere subito in quanto ha picchiato una persona a Lonate, ovvero VISMARA Francesco. n° 1025 registrata in data 3.9.2004 alle ore 19.05 tra CIANCIO Nicola e MARTINES Angelo (pag. 136 dell’ informativa richiamata) 125 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 126 CIANCIO Nicola, prima di ritornare a Lonate Pozzolo (VA) dalle ferie, chiama MARTINES Angelo, chiedendogli se é tutto a posto “di là”. MARTINES Angelo dice che é tutto a posto e CIANCIO Nicola gli chiede se ha sentito qualcosa da “Zio Frank” (VISMARA Francesco), in relazione all’ aggressione che quest’ultimo ha subito ad opera sua. MARTINES Angelo gli dice che lui é sempre la e non gli ha detto niente. CIANCIO Nicola gli dice che allora domani sera lo andrà a trovare e che se gli dirà qualcosa gli brucerà il locale. MARTINES gli dice “Bravo”, di andare domani sera che saranno la anche loro. n° 130 registrata in data 9.8.2004 alle ore 19.52 tra CIANCIO Nicola e DI GIULIO Moris (pag. 350 dell’ informativa richiamata) CIANCIO Nicola chiama DI GIULIO Moris dicendogli che sta partendo e che ha picchiato “Franck quello del “Bar Atlantic” (ovvero VISMARA Francesco) e che lo ha colpito molte volte con un coltellino. CIANCIO Nicola ha paura che quest’ultimo lo abbia denunciato e dice a DI NGIULIO Moris che sta partendo di nascosto e che non é rientrato a casa per tutta la notte per paura che lo andassero a prendere a casa. Gli elementi di prova raccolti sono sintetizzati nell’ informativa dei CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 (Faldone n° 33) Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 18) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 19) di imputazione FILIPPELLI Mario, FILIPPELLI Pietro, DATI Agostino, DI GIULIO Moris, CIANCIO Nicola e CASOPPERO Cataldo Capo 19): del delitto di cui agli artt. 81 cpv. e 110 c.p., artt. 3 n° 8 e 4 legge 75/58 , perché, in concorso fra loro, favorivano e sfruttavano la prostituzione di svariate donne (prevalentemente di nazionalità straniera), utilizzando, quali “luoghi di copertura” per le attività di meretricio delle stesse, i locali “Caprice” di Oleggio, “El Patio” di Vanzaghello, “Argentina” di Gallarate e, in particolare, Mario Filippelli con l’attivo concorso materiale di Moris Di Giulio, Nicola Ciancio e Pietro Filippelli favoriva e sfruttava la prostituzione di Alina Mariana Tulbure e di Talasman Raluca, consentendo loro la frequentazione dei locali notturni “Caprice” di Oleggio (sotto il diretto controllo del fratello Pietro) e “Argentina” di Gallarate ed ancora favoriva l’ attività di meretricio all’ interno del locale “Caprice” di Oleggio di Anna GOSTINE, a diretto profitto del protettore Agostino Dati e di altre donne non identificate, percependo parte dei proventi. Tutti favorendo – attraverso condotte minacciose e violente ai danni dei titolari degli esercizi commerciali menzionati e, in particolare dei locali “El Patio” e “Caprice” – la prostituzione di donne straniere, assicurando loro protezione ed ottenendo parte dei proventi derivanti dalle loro attività. In Gallarate (VA), Oleggio (NO) e Vanzaghello (MI) dal mese di giugno del 2004 sino ad almeno al mese di ottobre del 2004. Già nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 5656/00 R.G.N.R. ( INDAGINE PIROMANE) erano emersi in relazione agli episodi estorsivi commessi ai danni del “Lady G” di Varese e del “El Patio” di Vanzaghello gli interessi di parte degli indagati verso locali notturni dove far lavorare alcune donne. Nessun specifico riscontro peraltro era emerso circa la “natura” delle attività svolte dalle stesse pur apparendo altamente verosimile che dietro la copertura di attività lecite si celassero in realtà attività di meretricio. Nel corso delle indagini relative al procedimento penale n° 3225/04 ( INDAGINE DOLCE VITA) sono invece emersi indizi specifici che fanno ritenere integrati gravi indizi di colpevolezza per alcuni indagati quanto ad attività di “favoreggiamento” della prostituzione se non propriamente di sfruttamento. 126 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 127 Nei locali a vario titolo controllati da FILIPPELLI Mario e da FILIPPELLI Pietro (e segnatamente nel “Caprice” di Oleggio e nel “El Patio” di Vanzaghello) lavoravano alcune ragazze straniere che “godono” della protezione di Mario Filippelli e che , talvolta, forniscono in cambio di tale “protezione” prestazioni sessuali gratuite agli indagati. La sintesi dettagliata degli elementi emersi dai servizi di o.p.c. e, in particolare, dalle conversazioni telefoniche registrate sulle utenze in uso a FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris, è indicata nella più volte citata informativa dei CC di Busto Arsizio datata 8.11.2004 (Faldone n° 33 - pagg. 320 - 340). Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 19) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 20) di imputazione FILIPPELLI Mario e BERTO Ivano Capo 20): del delitto di cui agli artt. 110 e 423 c.p., perché, in concorso fra loro, al fine di affermare la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio e di punire Olindo Lettieri per la mancata restituzione di un’ arma di proprietà di Mario Filippelli, incendiavano un veicolo di proprietà del suddetto Olindo Lettieri. In particolare: Mario Filippelli, in qualità di istigatore e mandante e Ivano Berto, in qualità di esecutore materiale. In luogo non accertato in data anteriore e prossima al mese di luglio del 2004. CAPO 21) di imputazione FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris Capo 21): del delitto di cui agli artt. 110, 423, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. perché, in concorso fra loro, il primo quale istigatore e mandante, il secondo quale esecutore materiale, al fine di riaffermare la “primazia” di Mario Filippelli all’ interno del sodalizio, con violenza consistita nell’ incendiare il veicolo Fiat Uno di colore rosso tg “TR VA D 52069” di proprietà di Nicola Ciancio, costringevano lo stesso a consegnare a Mario Filippelli, per il tramite di Moris Di Giulio, una somma di danaro provento di attività connesse allo spaccio di droga ovvero di attività estorsive, procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) fra il 17 ed il 30 ottobre del 2004. Il compendio indiziario a carico di detti indagati è grave, con l’ esclusione del solo BERTO Ivano quanto al delitto di cui al capo 20) risultando debole il quadro indiziario a suo carico. Il compendio indiziario risulta costituito da conversazioni telefoniche intercettate. In particolare quanto al capo 20 (incendio dell’ auto di LETTIERI Olindo) risulta dalle telefonate n° 737 del 20.6.2004 e n° 4525 del 5.10.2004 che danno conto anche della causale di detto incendio (mancata restituzione di una pistola). Quanto al capo 21 (incendio dell’ auto di CIANCIO Nicola) risulta dalle telefonate registrate sull’ utenza in uso a FILIPPELLI Mario in data 16 e 17.10.2004 dalle quali emerge che FILIPPELLI Mario ha “ordinato” al fido DI GIULIO Moris “bruciare” la macchina di CIANCIO Ciancio reo di non aver consegnato una somma di danaro di proprietà dello stesso. Dette telefonate sono compiutamente riscontrate dalla denuncia sporta a carico di ignoti dallo stesso CIANCIO Nicola in data 22.10.2004 ai CC di Lonate Pozzolo (VA), nonché dall’ annotazione di servizio dei CC di Lonate Pozzolo del 17.10.2004 relativa all’ incendio del suddetto veicolo (vedi in Faldone n° 33 - informativa CC di Busto Arsizio 8.11.2004 - pagg. 471 – 472). 127 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 128 Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui ai capi 20) e 21) contestati dall’ accusa (con l’ unica eccezione di BERTO Ivano – capo 20 - per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta). **************************** CAPO 22) di imputazione FILIPPELLI Mario, DI GIULIO Moris e CIANCIO Nicola Capo 22): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 56, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perchè, in concorso tra loro e con RUSSO Giuseppe, vittima di omicidio, in attuazione del programma delittuoso del sodalizio con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, Giuseppe Russo recandosi presso il bar “Jolly” di proprietà di Angelo Torquitto e chiedendo espressamente la consegna di “un regalino”, aggiungendo con tono minaccioso che “a settembre avrebbero sistemate le cose a Lonate Pozzolo”, Moris Di Giulio e Nicola Ciancio, percuotendolo almeno in un’ occasione e Mario Filippelli, quale istigatore e mandante, commettevano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Angelo Torquitto a consegnare loro del danaro, non riuscendo nell’ intento per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) nel mese di agosto del 2004. Il compendio indiziario è grave. Nel mese di agosto del 2004 Angelo Torquitto, titolare dell’ esercizio commerciale “Bar Jolly” di Lonate Pozzolo si recava presso la Stazione CC di Lonate Pozzolo e dichiarava oralmente (senza voler verbalizzare) al Brigadiere Palmieri che da qualche tempo riceveva la “visita” di Giuseppe Russo. Aggiungeva che lo stesso in un’ occasione aveva formulato con atteggiamento minaccioso la richiesta di “un regalino” per la gestione del locale e, a fronte del rifiuto opposto dal titolare aveva aggiunto “… a settembre mettiamo a posto le cose a Lonate Pozzolo…” (vedi annotazione di indagine in atti del procedimento penale n° 3225/04 c.11 pagg.1-2). Nel corso delle indagini veniva inoltre intercettata una conversazione telefonica dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione. Rilevante appare la seguente conversazione telefonica indicata nell’ informativa dei CC di Busto Arsizio di data 8.11.2004 n° 1179 registrata in data 2.9.2004 alle ore 13.12 tra FILIPPELLI Mario e DI GIULIO Moris (pag. 122 dell’ informativa richiamata) DI GIULIO Moris chiama FILIPPELLI Mario chiedendogli il permesso di andare a picchiare il “Napoletano”. Poiché FILIPPELLI Mario non capisce gli chiede nuovamente “chi ?” e DOI GIULIO Moris risponde “Angelo” quello del Bar (ovvero TORQUITTO Angelo), proprietario del “BAR JOLLY” di Lonate Pozzolo, poiché quest’ultimo ha parlato male di lui e di CIANCIO Nicola. DI GIULIO Moris precisa a FILIPPELLI Mario che il TORQUITTO avrebbe detto che la colpa per l’ aggressione subita da VISMARA Francesco ad opera di CIANCIO Nicola sarebbe ricaduta su di lui, poiché tutti sapevano che ad aggredire il VISMARA la prima volta é stato FILIPPELLI Mario. FILIPPELLI Mario dopo aver sentito il racconto di DI GIULIO Moris gli ordina di aspettare l’ arrivo di CIANCIO Nicola e quindi di andarlo a picchiare per bene. Successivamente DI GIULIO Moris racconta ancora come sono andati i fatti al night club “El Patio”, chiedendogli nuovamente se può andare da solo a picchiare il proprietario BETTIN Renato o deve aspettare che lui rientri. FILIPPELLI Mario gli ribadisce che non ha il permesso di andare a picchiare il BETTIN, ma che può occuparsi del TORQUITTO. Il tenore della telefonata non sembra lasciare dubbi sul fatto che il titolare dell’ esercizio commerciale si “è lamentato” delle condotte di FILIPPELLI Mario verso gli esercizi 128 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 129 commerciali del luogo (il riferimento è all’ aggressione subita in data 8.6.2004 da VISMARA Francesco “personalmente” da FILIPPELLI Mario, in genere ben attento a non gestire in prima persona le attività “prodromiche” alle richieste estorsive) e per tale ragione “deve essere punito” da DI GIULIO Moris e da CIANCIO Nicola. La circostanza che il DI GIULIO Moris chieda “il permesso” a FILIPPELLI Mario Filippelli per poter picchiare il titolare dell’ esercizio commerciale è chiaramente indicativo dell’ intento degli stessi di “piegare” l’uomo alle richieste formulate qualche mese prima da RUSSO Giuseppe. Si rinvia per una completa indicazione degli elementi a carico all’ informativa dei CC di Busto Arsizio datata 8.11.2004 (Faldone n° 33 - pagg. 122 - 128). Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 2) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 22) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 23) di imputazione CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo Capo 23): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 comma II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 c.p. , perchè, in concorso fra loro e con altre persone non identificate, minacciando di bruciare il locale della panetteria “Pinotti” di proprietà di Domenico Pinotti, Nicola Ciancio, quale autore materiale delle condotte estorsive, Vincenzo Murano, quale istigatore e percettore dei proventi, costringevano il titolare del predetto locale a versare loro somme di danaro procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in più persone. In Lonate Pozzolo (VA) dal mese di settembre del 2004. Ad avviso di questo giudice non vi sono indizi gravi a carico degli indagati CIANCIO Nicola e MURANO Vincenzo. Infatti la richiesta del PM si fonda sul contenuto dell’ intercettazione ambientale effettuata in data 27.4.2004 presso i locali della Stazione CC di Busto Arsizio a carico dei fratelli RUSSOTTO (titolari del BAR MORO di Lonate Pozzolo) in cui gli stessi si scambiano opinioni su chi tra i negozianti di Lonate Pozzolo paghi il “pizzo” agli estorsori. Detta opinione dei ROSSOTTO non appare riscontrata da altri elementi. Viene pertanto rigettata la richiesta di misura cautelare in ordine al reato di cui al capo 23) dell’ imputazione. **************************** CAPO 24) di imputazione RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto Capo 24): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 112, 575, 577 n° 3 c.p. – artt. 10, 12, 14 Legge 497/74, perché, in concorso fra di loro e previo concerto, agendo con premeditata organizzazione di mezzi e di persone, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di VIADANA Barbara, nel caso specifico mediante l’ esplosione di due colpi di arma da fuoco, che attingevano la vittima ad entrambe le gambe, riportando la frattura composta metafisaria prossimale della tibia sinistra, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. In particolare: RIENZI Pasquale, quale committente dell’ evento a seguito di quanto denunciato dalla sorella VIADANA Emanuela in ordine al reato di estorsione di cui era stata vittima ad opera dello stesso RIENZI Pasquale; ESPOSITO Antonio, quale esecutore materiale, esplodendo due colpi di pistola; GIORDANO Stefano, quale conducente dello scooter utilizzato per giungere ed allontanarsi dal luogo dell’ evento; GIORDANO Stefano e ESPOSITO Antonio per aver acquistato presso il centro commerciale "Bossi" di Saronno, i due caschi da motociclista utilizzati per travisarsi; DONATO Orazio e ESPOSITO 129 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 130 Antonio per aver procurato lo scooter suddetto; DONATO Orazio per aver fatto da "palo" durante l’ azione di fuoco; LOMUSCIO Roberto per aver ricevuto e custodito dopo l’ evento la pistola 7.65 utilizzata per commettere il fatto, trasportandola ed occultandola per conto di ESPOSITO Antonio. Con le aggravanti della premeditazione di aver commesso il fatto in cinque o più persone. In Busto Arsizio (VA) il 2.4.2007. Il quadro indiziario è grave ed è costituito da intercettazioni ambientali in presa diretta dal contenuto inequivoco, nonché dalle dichiarazioni rese da DONATO Orazio in data 11.9.2007. Al tempo del fatto (2.4.2007) risultavano già operanti nell’ ambito del presente procedimento intercettazioni ambientale e telefoniche che hanno quindi consentito di acquisire ogni elemento utile all’ individuazione del movente, nonché alla ricostruzione della fase attuativa del progetto delittuoso. Risulta dalle indagini che a seguito di una truffa organizzata nel campo immobiliare tramite agenzie immobiliari e funzionari di banca compiacenti in danno di alcune banche e finanziarie (fatti per i quali si è già proceduto separatamente), RIENZI Pasquale (detto PAKI), operando come procacciatore di affari per conto della Immobiliare Due Srl con sede in Parabiago (MI), di cui erano titolari VIADANA Emanuela e VENEGONI Alfredo, riusciva ad ottenere finanziamenti per milioni di euro poi scomparsi nel nulla. La truffa, nel suo evolversi, si trasformava in vera e propria estorsione da parte di RIENZI Pasquale in danno di VIADANA Emanuela. Le minacce nei confronti di quest’ultima si concretizzavano, prima, nell’ esplosione di alcuni colpi di arma da fuoco all’ indirizzo della saracinesca dell’ agenzia e, quindi, nell’ esplosione di colpi di arma da fuoco all’ indirizzo dell’ autovettura sulla quale la VIADANA stava in quel momento viaggiando insieme con il marito ed i due figli. A seguito di tali episodi VIADANA Emanuela presentava denuncia nei confronti di RIENZI Pasquale. La “ribellione” della VIADANA non poteva essere accettata dai vertici del “Locale”, che, in occasione del rinvio a giudizio di RIENZI Pasquale per estorsione, decidevano di operare una forte ritorsione. In data 2.4.2007 alle ore 17.30 due persone a bordo di un ciclomotore e travisate con caschi da motociclista raggiungevano la sede della “Immobiliare Due Srl”. Uno dei due uomini, armato di pistola, entrava negli uffici ed esplodeva due colpi di pistola, attingendo alle gambe VIADANA Barbara (sorella di Emanuela, vittima designata dell’attentato, in quel momento assente). Dalle risultanze investigative (intercettazioni ambientali) emergeva che i materiali esecutori del tentato omicidio erano ESPOSITO Antonio, DONATO Orazio e GIORDANO Stefano, con la collaborazione di LOMUSCIO Roberto. A seguito della denuncia presentata da VIADANA Emanuela, RIENZI Pasquale veniva tratto in arresto. A questo punto il “Locale” si attivava al fine di poter far scarcerare l’ associato RIENZI Pasquale. DONATO Orazio, nel corso dell’ interrogatorio reso in data 11.9.2007 156 dichiarava che ESPOSITO Antonio gli aveva chiesto di partecipare insieme a lui all’ omicidio di VENEGONI Alfredo (ex socio della VIADANA e coindagato con il RIENZI per la tentata estorsione), reo di avere rilasciato dichiarazioni che compromettevano la posizione del RIENZI. DONATO Orazio spiegava che RISPOLI Vincenzo, preoccupato che le dichiarazioni di VENEGONI potessero pesantemente nuocere processualmente al RIENZI, aveva incaricato ESPOSITO Antonio (braccio armato del “LOCALE”) di “provvedere e trovare una soluzione”. ESPOSITO Antonio, a dire di DONATO Orazio, aveva optato per l’ omicidio e chiedeva manforte allo stesso DONATO, che tuttavia rifiutava di prendere parte all’ esecuzione. L’ ESPOSITO, abbandonato il progetto di omicidio, cominciava a frequentare più assiduamente VENEGONI Alfredo, esercitando su di lui una vera e propria violenza psicologica al fine di fargli ritrattare le dichiarazione rese all’ Autorità ed a rilasciare nuova testimonianza tese ad alleggerire la posizione di RIENZI. Le pressioni si concretizzavano in minacce di morte e nell’ occasione l’ ESPOSITO precisava che il RIENZI era “suo fratello” e che comunque lui era “un ambasciatore di quello di Legnano” e cioè di Rispoli Vincenzo. Si indicano di seguito le conversazioni più rilevanti. 156 Vedi in atti (faldone n° 5) verbali di interrogatori (e relative trascrizione) resi in data 11.9.2007, 29.10.2007 e 26.11.2007 da DONATO Orazio ai PM D’AMICO e VENDITTI della Procura della Repubblica di Milano. 130 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 131 INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela (utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 157 RIENZI Pasquale in questa conversazione manifesta tutto il proprio risentimento nei confronti di VIADANA Emanuela, ritenuta responsabile del mancato pagamento di un suo asserito credito. R: RIENZI Pasquale V: VIADANA Emanuela … omissis … V: pronto R: si, pronto V: ciao... R: ciao V: senti va che io parlato di questo problema......eee incontrati con lui perchè mi ha detto che ce... una parte ce.. ce li ha lui R: io non....io, ascoltami, io non parlo più con nessuno perchè mi sono rotto i coglioni di farmi prendere per il culo da tutti e due.... chiaro ? V: va bene R: io mi sono veramente rotto i coglioni, mi sono veramente stracagato il cazzo, Manuela, ne ho piene le palle eh, di farmi prendere per il culo (il tono di voce è molto alto e adirato) .... settimana scorsa tu che cos'è che mi hai detto? V: Ti ho detto che quando c'ho qualcosa, te li do… R: non aspe.... V: ...se non R: non ancora, non parlare così perchè ripeto, io nei premi per i cazzi vostri non ci vado.... però mi avete stracagato il cazzo, ti dico soltanto questo, adesso veramente ne ho proprio pieni i coglioni delle vostre menate, chiaro? ne ho prorpio pieni i coglioni poi di farmi prendere per il culo....tutte ste palle... e domani....e settimane...e giovedì ti chiamo...e venerdì ti chiamo...mi avete rotto i coglioni, andate affanculo sul serio e non chiamatemi più...non chiamatemi più....e qualsiasi cosa succede a me rispondi tu Manu, eh....io te lo ripeto già....da adesso come ti ho detto già tempo fa...la responsabile sei tu...punto e basta, andate affanculo e non cagatemi più i coglioni e non chiamatemi più eh...(tutta la conversazione di Rienzi è fatta gridando)... INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela (utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 158 Proprio nella seguente conversazione RIENZI pronuncia le minacce di morte nei confronti degli appartenenti alla famiglia di VIADANA Emanuela per convincerla a dargli il denaro preteso e in alternativa gli deve “girare” delle sue proprietà immobiliari. R: RIENZI Pasquale V: VIADANA Emanuela 157 n° 1002 del 23.6.2006 ore 15.11 158 n° 1890 del 26.7.2006 ore 16.48 131 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 132 … omissis … V: si... R: dove sei in questo momento? V: a Milano... R: a Milano dove? V: in stazione.... R: ascoltami, io oggi ti devo vedere per forza MANU ...ma oggi è l'ultima vota veramente che ti vedo...perchè oggi veramente succede quello che non deve succedere...perchè ne ho pieni i coglioni, mi hai messo in una situazione di merda... porco Dio come cazzo te lo devo dite, mi hai messo in una situazione del cazzo ...e tu te ne sbatti i coglioni...io ti devo venire a cercare...e io devo fare le cose, mi ha rotto il cazzo, mi hai rotto il cazzo (bestemmia), mi hai rotto i coglioni (bestemia)...non ce la faccio più io a vivere in questa cazzo di situazione...mi devi sistemare, mi devi sistemare (bestemmia) ...mi giri qualsiasi cosa, mi giri la tua casa piuttosto...ma me la giri...perchè adesso ne ho pieni proprio i coglioni che per i cazzi tuoi devo essere sempre di mezzo io...per i cazzi tuoi ...mi sono rotto i coglioni, ne ho pieni proprio i coglioni (bestemmia)...ma perchè vuoi che faccio un macello...no, tu mi devi dire in questo momento ...perchè vuoi che io veramente sballi (bestemmia) e vi faccio fuori tutti e quattro (bestemmia)...me lo devi dire adesso però... perchè!! V: che cosa hai detto? R: perchè vuoi che faccio una strage mi devi dire... V: tutti e quattro hai detto? R: ascolta non farmi dire le cagate....che cazzo devi fare mi devi dire...tutti e quattro si...pu...pure il cane ti ammazzo...si... V: va bene, torno da Milano e ci vediamo.... R: no, mi devi dire quando mi dai i soldi, non che ci vediamo, non voglio più vederti perchè se ti vedo faccio, faccio un ..un...qualche cagata ...quindi voglio i soldi e basta ... V: va bene... okay...arrivo. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale e VIADANA Emanuela (utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 393 1515829 in uso a VIADANA Emanuela) 159 Le minacce proseguono. R: RIENZI Pasquale V: VIADANA Emanuela … omissis … V: pronto? R: si pronto V: si dimmi... R: si dimmi cosa, ti sto aspettando... V: ehh, ohh, sono per strada ehh...ma comunque io ero rimasto stanotte con il signor VENEGONI ( n.d.r. VENEGONI Alfredo) che dovevate andare dal notaio a girare l'ufficio... R: ascolta MAMU ehh...io voglio chiuderla qui.... V: e chiudiamola...ti do l'ufficio... R: io ...voglio... chiuderla... qui... V: che cazzo me ne frega a me dell'ufficio....l'ho sempre detto... R: io...voglio ...chiudere ...qui... V: io ieri sera gli ho detto ...io non sono in grado di... R: ne ho pieni i coglioni, ne ho pieni i coglioni...comunque ti ringrazio io a te per avermi messo in un mare di guai ...capito?...sono io che devo ringraziare te ehh...non tu me ehh...attenzione...che fai sempre la vittima...sono io quello 159 n° 1910 del 26.7.2006 ore 18.13 132 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 133 che è nella merda....non te...chiaro!!...ma io nella merda vai tranquilla, non ci rimango ma nella maniera più assoluta...nella maniera più assoluta ... a rischio di andarmi a farmi trenta anni .. .ma io nella merda non ci rimango a gratis...questo è poco ma sicuro...punto e basta...a me non me ne fotte un cazzo ne di VENEGONI ne...io voglio chiudere questa partita...punto e basta... V: ho detto, sono pronte...è da stanotte che glielo detto...va bene ho detto... è l'unico sistema da fare ...è da un po' che lo dico, purtroppo ...non riusciamo a fare niente in due o tre giorni?...va bene, ci mancherebbe...l'impegno l'ho preso?...e quello che dobbiamo fare facciamo... io non mi sono tirata indietro... … omissis … INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra RIENZI Pasquale ed ESPOSITO Antonio (utenza telef. 335 5940198 in uso a RIENZI Pasquale e 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio) 160 Con la successiva conversazione si rileva un contatto tra RIENZI Pasquale e ESPOSITO Antonio, nel corso del quale i due commentano l’ articolo di stampa apparso a seguito della denuncia di RIENZI per estorsione. ESPOSITO, seppur in tono scherzoso gli dice che “allora io non vengo più a trovarti ”, facendo intendere che per lui poteva essere controproducente farsi vedere in sua compagnia. R: RIENZI Pasquale – detto PACHI E: ESPOSITO Antonio – detto TONI … omissis … R: Pronto... E: ciao carissimo... R: ciao TONI... E: mi fa piacere sentirti... R: ehhh? E: mi fa piacvere sentirti... R: perchè? E: ma, ehhh... R: ahh, hai letto il giornale... E: porca troia... R: ahh... E: figa, mi hanno appena, mi ha chiamato adesso il nostro amico per dirmelo... R: ehh, te l'ho detto... E: e va be, comunque, mi fa piacere sentirti... R: (ride)... E: porca troia...ehh...ti saluta GIO'... … omissis … R: poi non gli e l'ha ha convalidato il GIP... E: ahh, ahhh...sempre di quella cretina li che... R: e si ... E: ma dai ... R: no l'altra... l'altra adesso... EMANUELA (n.d.r. VIADANA Emanuela) e ALFREDO (n.d.r. VENEGONI Alfredo) ... E: questi due sono? 160 n° 2158 del 3.8.2006 ore 22.07 133 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 134 R: e si ehhh... E: ma va? R: e si... E: e allora, e allora sta volta nero su bianco... R: ehh? E: e stavolta allora nero su bianco... R: ehh...mo vediamo, non so se lui o lei o che cazzo ne so, guarda comunque... E: be, questo parla di una femmina... R: si, si, si no quello si, quello si... E: ma pensa te... … omissis … In relazione agli accordi preliminari per la “punizione” da infliggere a VIADANA Emanuela. Dall’ attività di indagine svolta sono emersi elementi tali da indicare ESPOSITO Antonio quale membro della cosca operante in Lombardia. Lo stesso è in diretto contatto con i vertici stessi della famiglia, quali: RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, DE CASTRO Emanuele e altri affiliati. La circostanza è confermata, oltre che dalle alle telefonate tra di essi intercorse, anche dagli esiti dei servizi di osservazione e pedinamento posti in essere da personale di questo Comando. RIENZI Pasquale rientra tra le frequentazioni anche di FILIPPELLI Nicodemo, quest’ultimo, nel corso di una conversazione avvenuta il 3 ottobre 2006 161 con ZOCCHI Fabio (intercettazione ambientale sull’ autovettura Smart Forfur targata CV086CM in uso a ZOCCHI), dice di RIENZI: “…questo è un nostro ragazzo ehhh!...”. RIENZI Pasquale inserito a pieno titolo nell’organizzazione criminale capeggiata da RISPOLI Vincenzo, ritenendosi gravemente danneggiato dalla denuncia per estorsione a suo carico sporta da VIADANA Emanuela, sentendosi in dovere di “punire” in maniera plateale la donna, chiede ad ESPOSITO Antonio di organizzare ed eseguire la “punizione”. Gli accordi in tal senso emergono da una serie di intercettazioni telefoniche sulle utenze n° 339-2424163, 348-7822141, 340-1226925 ed ambientali sull’ autovettura BMW X5 targata BZ023SZ in uso a ESPOSITO Antonio. In data 31.3.2007 nel corso di un servizio di osservazione si documentava l’ incontro conviviale per un pranzo presso il ristorante “La Pergola” di Fagnano Olona (VA) via Mercadante n° 14. Nell’ occasione intervenivano: RISPOLI Vincenzo, RISPOLI Raffaele, FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, DE CASTRO Emanuele, RIENZI Pasquale e altri soggetti non identificati. Già dall’ 1.4.2007 ESPOSITO Antonio si accordava con GIORDANO Stefano per l’ acquisto di casci da motociclista da effettuarsi il giorno successivo. In relazione alle fasi preparatorie del ferimento della VIADANA. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio, GIORDANO Stefano e LOMUSCIO Roberto (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 162 I tre soggetti preparano logisticamente l’ azione a danno della Viadana, programmata per il giorno seguente. T: ESPOSITO Antonio (detto TONI) S: GIORDANO Stefano R: LOMUSCIO Roberto ... omissis … 161 162 n° 532 del 3.10.2006 ore 15.23 n° 24 dell’ 1.4.2007 ore 17.28 134 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 135 S: Ma scusa adesso perchè... eh... tanto è qua, non prendiamo Orazio ce lo carichiamo su. Io lo porto alla macchina e se la porta a casa la macchina? T: E poi come fa... S: No se la porta a casa, se la porta là che non c'è nessuno T: Ma dove? S: Dove abita abita lui T: E domani mattina scende con la macchina S: Direttamente T: Si ma deve sempre venire giù con la sua S: Dove? T: dobbiamo andarlo a prendere noi S: Ech andiamo a prenderlo. Dopo tu arrivi a casa e stai a casa io lo carico su e lo porto... T: Secondo me si fa prima a portarlo lì S: Dove? T: A Magenta S E la macchina adesso?... è già a Magenta? T: No la macchina è là!... però le chiavi le ha lui. A parte che intanto lo sento, ah... vedo se ha un altro mezzo S: E la moto... cosa facciamo? Martedì? T: La moto non ci serve neanche S: Lunedì... dobbiamo andare a prendere i caschi allora T: Si! S: Cazzo però io gli devo fare vedere la strada prima... domani che ho finito quel lavoro lì? Stiamo... non sa la strada, eh ? T: Si prendiamo una punto fuori da Trecate... (parla al telefono) . . . omississ. . . Non avendo trovato i caschi nel negozio di Pero in quanto era ancora chiuso, ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano si recano presso il centro commerciale BOSSI di Saronno (il percorso si rileva dal tracciato GPS). Usciti dal centro commerciale e risaliti sulla autovettura BMW X5 dell’ ESPOSITO, i due uomini parlano dei caschi e GIORDANO avverte che dopo l’uso non dovranno essere abbandonati. Spiega che tramite il DNA eventualmente rinvenuto all’interno è possibile risalire a chi li indossava, perché per queste cose: “… esce tutta la scientifica”. La preoccupazione dei due, unitamente alla certezza di una “indagine scientifica” è indice che il reato da consumarsi è da ritenersi grave. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio, GIORDANO Stefano e RIENZI Pasquale (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 163 Dopo aver acquistato i caschi ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano curano gli ultimi dettagli, riconsiderando quello che dovranno fare e come dovranno comportarsi, avendo cura di procurarsi anche due telefoni cellulari, da usare in caso di emergenza e da buttare subito dopo il fatto criminoso. Successivamente sull’ auto sale RIENZI Pasquale. ESPOSITO gli concede un’ ora di tempo per procurarsi un alibi. T: ESPOSITO Antonio (detto TONI) G: GIORDANO Stefano R: RIENZI Pasquale – detto PACHI ... omissis … E: Se vuoi (incomprensibile) e poi...che poi ti accusano ancora prima di (incomprensibile)... G: cazzo però vedi che era meglio che andavo dentro prima... (Incompremsibile)...prima...perchè c'è la telecamera...la sul punto dove fanno entrare... ti vengono a rompere i coglioni ...sicuro, matematico ehh... 163 n° 34 del 2.4.2007 ore 15.25 135 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 136 E: e be, anche solo passare...ti avverto se c'è... G: perchè dietro sicuro, matematico ehh...(incomprensibile)... lo sai...non è una battuta...per amor di Dio, (incomprensibile)...andare dentro ...oggi non lo so, dieci giorni fa lo era... E: io sto pensando, li c'è la banca ...(incomprensibile)... G: si... E: ma la banca chiude ... G: (incomprensibile)... E: ma la banca chiude alle? G: adesso, alle tre e mezzo...a trentaquattro... E. quindi è anche (incomprensibile).... non c'era... se io arrivo alla stazione ...siamo poi nei premi... G: sono solo sei minuti...(incomprensibile)... G: e tu come vai via? ...col ferro?..io a lui lo porto subito a prendere la tua macchina... E: ( incomprensibile).. G: ehh...così se ne va via subito...(incomprensibile).. E: si... G: allora non servono i due telefoni... E: no...be il telefono...serve lo stesso ... se succede qualcosa che ci dobbiamo dileguare...più che aspettarmi tu dovresti venirmi dietro...sai cosa vuol dire? ...però poi io ...fin che la strada è libera son più veloce... G: ehh...arrivi la...no, io ti aspetto la...anche perchè tutti si dirigono li, hai capito?...per vedere e capire che cosa è successo , poi...parte il tutto...vado su io...ciao... E: okay, ci vediamo... a casa mia? G: a casa tua?... cosa vengo a fare a casa tua... E: eh? ...sta arrivando anche coso... G: se siamo già pronti....scusa... E: per evitare...dammi il telefono dai... (pausa) G: una volta fatto tutto si buttano queste... E: si, si, si....è acceso? G: no... E: iniziamo ad accenderlo... G: display è acceso... E: allora il pin...3713... G: orco diso...3...7...1... E: no. il mio ... G: 64...90... E: ma ti scappa la pipi? G: okay... E: va bene... G: lasciamo accesi eh... E: va bene.... G: ciao... E: ciao caro... G: cosa faccio allora, vengo a casa tua? E: no, ti chiamo dai... . . . omississ . . . A 19.58 sale in auto RIENZI Pasquale. . . . omississ. . . E: ...(incomprensibile)... R: vai? E: non te la do una (incomprensibile)... R: ahh...a, lo conosci lo SPAIDARINO?...ci ho due minuti di tempo ehh... E: si...quelli che servono...dimmi dove devi andare? R: va bene, sto andando a chiavare...con quella dei cani che ci siamo visti giù l'altra volta... E: e poi che cosa gli dice che sei andato con un'altra? R: no, ma io dalle sei in poi sono a casa... E: no...non hai capito...ehh...non possono aspettare perchè... R: ahh, okay, okay.... E: ieri ha chiuso anche alle sei e mezza...per dirti... ieri .. R: okay, ho capito... E: nei giorni scorsi... R: va bene, va bene.... 136 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 137 E: poi ti presento il conto vivo ehh! R: va bene, va bene...ci vi...ci da pure la vespa questo? E: certo... R: eh? E: cosa sai? R: ehh, ehh.(ride)... R: è apposto la macchina?...apposto... E: si, si...cinquemila cinquecento ottantuno euro...e allora PACHI guarda io... ti lascio un'oretta per andarti a ...piazzare in qualche posto... R: va bene... E: va bene...quindi devi farti un alibi...non c'è un cazzo da fare, non c'è alternativa.. R: okay... E: ciao... R: ciao...(n.d.r. RIENZI Pasquale scende dall'auto) . . . omissis . . . . Dopo l’ incontro con RIENZI Pasquale, ESPOSITO Antonio fa salire sull’ auto DONATO Orazio e gli dice: “ce ne dobbiamo andare” e di tutta risposta DONATO afferma: “allora lo faccio”. Nel corso di questa traccia di conversazione ambientale, ESPOSITO Antonio si lamenta con una persona che si trova all’ esterno dell’ auto, probabilmente proprio con DONATO Orazio che nel frattempo era sceso dall’ auto, dicendogli: “mi sono dimenticato le chiavi dello scooter. Comincia a prendere la strada di Dairago. Vai sempre dritto... per Busto a Piazza Mercato. Vado a prendere le chiavi dello scooter”. Questa indicazione è della massima importanza per i successivi eventi in danno di VIADANA Barbara, poiché ESPOSITO Antonio parcheggerà la sua autovettura BMX X5 in via della Concordia di Busto Arsizio, a poche decine di metri dalla via Giusti, luogo in cui sarà rinvenuto lo scooter utilizzato per la fuga dopo il ferimento. Ulteriore riscontro si rileva dal GPS montato sull’ auto, dal quale si rileva che l’ auto è rimasta in sosta in quella via dalle 16.59 del 2.4.2007 alle successive 17.35 (l’ ora impostata sul GPS presenta un ritardo di 3 minuti in relazione all’ ora effettiva). In relazione alle fasi successive al ferimento di VIADANA Barbara. Nell’ allontanarsi da Busto Arsizio dopo aver sparato a VIADANA Barbara, ESPOSITO Antonio (339-1611987) si accorda telefonicamente con LO MUSCIO Roberto (333-1093982), chiedendogli di incontrarlo. Nel corso dell’ incontro gli consegna l’ arma utilizzata per sparare chiedendogli di occultarla e di non farsela trovare. La consegna dell’ arma è avvenuta in Mesero (MI), nei pressi del Ristorante “Corallo”, così come rilevato dalla traccia del GPS installato sulla BMW X5. Tale luogo è il punto d’incontro di molti loro appuntamenti registrati nel corso dell’ intera indagine. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto (utenza telefonica 339 1611987 in uso ad ESPOSITO Antonio e 333 1093982 in uso a LOMUSCIO Roberto) 164 Con la successiva conversazione si rileva un contatto tra RIENZI Pasquale e ESPOSITO Antonio, nel corso del quale i due commentano l’ articolo di stampa apparso a seguito della denuncia di RIENZI per estorsione. ESPOSITO, seppur in tono scherzoso gli dice che “allora io non vengo più a trovarti ”, facendo intendere che per lui poteva essere controproducente farsi vedere in sua compagnia. 164 n° 3437 del 2.4.2007 ore 17.42 137 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 138 A: ESPOSITO Antonio B: LOMUSCIO Roberto A: Sì! B: Oh! A: Dimmi? B: Dove sei? A: Sto venendo da quelle parti...perché tu? B: Da quelle parti di qua? A: Sì, però ho da fare un attimo! B: Eh! A: Vuoi venire tu? B: Ma tu dove sei? A: Dai, stammi a sentire, vieni tu da me! B: E vengo io da te...come cazzo? A: Ci troviamo a metà strada? B: Se no dammi...o a metà strada, se no dammi il tempo di arrivare, vedi tu...se tu stai uscendo... A: Io sono già per strada, però va beh...dove sei tu? B: Io sono a Magenta! A: A Magenta, allora vieni e ci vediamo a Mesero, però devi venire di corsa! B: Eh...ascoltami un attimino! A: Eh! B: Ma...cosa stai... A: Aspetta che ti richiamo ciao! INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 165 ESPOSITO Antonio consegna a LOMUSCIO Roberto la pistola e su raccomanda di farla sparire. T: ESPOSITO Antonio (detto TONI) L: LOMUSCIO Roberto … omissis … T: allora, ROBERTO stammi a sentire, vai a nascondere sta roba... L: cazzo c'è? T: niente... L: ehh ? T: niente....non te la far trovare perchè ...me la paghi ehh!! ...capito?... L: e dove la devo andare a nascondere? T: ehhh...mettila sotto un piede d'olivo... L: ma che (incomprensibile) devo fare con te, porca troia.... T: (n.d.r. ride) L: ma dimmi una cosa, ma cosa ti ho chiamato a fare io....ma porca di quella bastarda ... T: perchè evidentemente hai bisogno di qualcosa....cosa ti serve?... L: ce n'hai una metà... T: che droga ti serve?... leggera o zanza... L: un ovulo, un ovulo ce l'hai? T: un ovulo.... L: a ELVIO dobbiamo dargli un ovulo perchè... T: e adesso vuole l'ovulo... L: non l'ovulo, le piastrelle, le piastrelle... T: le vado a prendere, vado a prendere mezzo chilo ...alle sette ...vai via... L: servi di merda ohuu....ascolta un attimo... T: si ... L: io a me me ne... T: ascolta, ascolta, non te la far prendere perchè la paghi sta volta ehh!!! ...pesante ehh!! 165 n° 36 del 2.4.2007 ore 17.33 138 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 139 L: io a (incomprensibile) mi fanno.... T: nooo...ehii!...heii!!!...non buttarla ehhh!!! L: eh? T: non buttarla eh!! L: no, se mi fermano ci dico aspetta che, che, che la porto... T: non ti ferma nessuno ma non buttarla... L: vai via bastardo.... Nella successiva conversazione ambientale si ritrovano in auto ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano con quest’ultimo che chiede particolari sull’azione di fuoco compiuta poco tempo prima. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 166 In questa conversazione ambientale si ritrovano in auto ESPOSITO Antonio e GIORDANO Stefano con quest’ultimo che chiede particolari sull’azione di fuoco compiuta poco tempo prima. E: ESPOSITO Antonio (detto TONI) G: GIORDANO Stefano . . . .omissis . . G:...maaa...addosso o una? E: come no... G: e loro? E: due due... S: meglio .... E: Era difficile... (incomprensibile)...buttarla giù... ed uscire...poi trovi tutta gente che... S: Viene la.... E: ...andiamo... S: E ma è stato... guarda che è stato meglio così ehh... … omissis … Nella serata del 2.4.2007 alle ore 21.33 (dopo circa quattro ore dall’ azione di sangue RIENZI Pasquale chiama ESPOSITO Antonio167. A seguito di questa telefonata, ESPOSITO Antonio con la sua autovettura BMW X5 si reca all’ incontro con RIENZI Pasquale e si recano al Bar. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e RIENZI Pasquale (su autoveicolo BMW X5 con targa BZ 023 SZ in uso ad ESPOSITO Antonio) 168 T: ESPOSITO Antonio - detto TONI P: RIENZI Pasquale – detto PACHI . . . .omississ. . T: ...ciao Pachi...chissà perchè ... P: ehh, infatti ...io... T: questa ...uhei... P: cazzo... (chiude la portiera e poi umori di fondo) P: ...ciao.... T : allora oggi viene buono così. . . 166 167 168 n° 40 del 2.4.2007 ore 19.03 n° 7692 del 2.4.2007 ore 21.33 n° 42 del 2.4.2007 ore 21.44 139 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 140 P: si, si ,si... T va be, ohuu...(incomprensibile)... P: no. no apposto... T: bordello? P: andiamo che bevo un caffè ... ehh, che dici... qua al Meri Dol... ehh ti dico io... T: si, si, mi sono spostato perchè ... si che poi vanno avanti indietro qui... si vede che vanno di la... P: e si ...cazzo ho sbagliato a lasciarla proprio così la macchina... io non trovo... T: si be, non è che ce ne sono due qui di parcheggi... P:ehh... T. la vuoi togliere così? P: nooo, di qua, di qua... T: mi devi scusare PACHI, guarda, se ti ho fatto aspettare tanto P: no, ma che cosa, ma stai scherzando, ma va! T: ...(incomprensibile)...e ancora oggi la bastarda è andata li... P: eh, ma continuaaa... T: non lo so perchè...PACHI l'ho dovuto fareee... P: e adesso quando andiamo li ...(incomprensibile)... T: ...(incomprensibile)...mi auguro che viene li... P: ...(incomprensibile)... T: ...si mi auguro...(incomprensibile)... P: cosa c'è scritto? T: ...(incomprensibile) PACHI ... P: ...(incomprensibile)... T: dritto? P: dritto, si.. T: ...(incomprensibile)... Entrambi ridono P: dritto, destra... T: ...(incomprensibile, probabilmente fa il nome di un bar)...quello la che c'è quiii... P: no, il primo quello la che c'è qua, il MERI DOL, quellooo... … omissis … P: .....comunque..... T:.......non..non.....non arrivava il messaggio se non ...incomprensibile.... P : e ma eh il messaggio... era meglio cosi............no ma penso che......giusto è giusto .....tanto domani comunque ......allora tu dici che alle cinque mi suonano??... T: ma potrebbero anche, solo per domandarti ehh.... P : minchia alle cinque?? T: guarda, figurati me lo aspetto io.....", P: orcodiso.... T: si..... io ho chiuso, ho fatto due pacchi......... P. si eh... T: se ti domandano, ma ehh........stai pronto....(incomprensibile).... P: come cazzo facciamo......portamelo se hai bisogno di quel discorso......... .....( n.d.r.ridono tra loro)....... P: da me.......incomprensibile........ T: ride...... P: ......"gli giro tutto e me ne vado"..... T: si fai bene....(n.d.r. RIENZI Pasquale scende dall'auto) RIENZI Pasquale comunica ad ESPOSITO Antonio che, causa l’ azione di sangue del pomeriggio contro la VIADANA, domani mattina molto presto (alle cinque) riceverà la visita delle forze di polizia. Emergerà poi il giorno successivo che in realtà la persona colpita da ESPOSITO Antonio era VIADANA Barbara, sorella di VIADANA Emanuela, vittima designata ed assente dall’ Ufficio il pomeriggio del 2.4.2007. 140 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 141 Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 24) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 25) di imputazione RISPOLI Vincenzo - DE CASTRO Emanuele - ESPOSITO Antonio - FILIPPELLI Nicodemo - PALAMARA Rocco - ZOCCHI Fabio - DE MASI Patrizia - BARACCHI Giulio - AVALLONE Carlo ed AUGUSTO Agostino Capo 25): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a MONOLO Giovanni della somma di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, MONOLO Giovanni a consegnare ripetute somme di denaro. In particolare, costringevano MONOLO Giovanni a emettere prima una serie di cambiali per un importo di € 20.000 a favore di FILIPPELLI Nicodemo a garanzia del saldo della somma di € 10.000 ancora da restituire e successivamente a cedere una mansarda sita in Legnano, Corso Garibaldi, del valore di € 55.000, per l’ estinzione del debito. RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO Emanuele in qualità di promotori, inducendo MONOLO Giovanni a rivolgersi per la richiesta del prestito in denaro a FILIPPELLI Nicodemo e fissando le modalità dell’ operazione finanziaria. FILIPPELLI Nicodemo, consegnando materialmente al MONOLO Giovanni a titolo di prestito la somma di € 20.000 a fronte di titoli emessi a favore di PALAMARA Rocco, in funzione di prestanome del FILIPPELLI e pretendendo poi con le minacce la restituzione di tale somma e degli interessi ad un evidente tasso di usura. ESPOSITO Antonio per avere monetizzato i titoli emessi da MONOLO Giovanni. DE MASI Patrizia, moglie di ESPOSITO Antonio, per aver partecipato ai fatti con il ruolo di prestanome nella compravendita della mansarda di Legnano, poi successivamente ceduta alla società MAKEALL Spa, di fatto gestita da AUGUSTO Agostino. ZOCCHI Fabio, BARACCHI Giulio, AUGUSTO Agostino e AVALLONE Carlo per aver organizzato le varie fasi della vendita della mansarda alla MAKEALL Spa. Con le aggravanti del fatto commesso in cinque o più persone. In Provincia di Milano e Varese tra il Maggio 2006 e sino al Maggio 2007. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di MONOLO Giovanni, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 25) contestato dall’ accusa (con l’ unica eccezione di DE MASI Patrizia per il quale non si ritiene sufficiente il compendio indiziario raccolto ai fini dell’ adozione della misura cautelare richiesta, non risutando altro che l’ intestazione del bene immobile in oggetto). **************************** CAPO 26) di imputazione RISPOLI Vincenzo - MANCUSO Luigi - FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 26): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 e 629 commi I e II c.p., perché in concorso tra loro e con ignoti, mediante violenza e/o minaccia, costringendo LEO Francesco e LEO Adalberto, titolari 141 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 142 della gioielleria "ORO ITALIA", a consegnare oro e preziosi vari, a titolo di un asserito intervento presso ignoti malfattori, autori di minacce a scopo estorsivo ai danni dei predetti fratelli LEO (minacce estorsive in realtà provocate dagli stessi RISPOLI Vincenzo, MANCUSO Luigi, FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio proprio per giustificare un loro intervento risolutore della vicenda), procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. In Legnano (MI) il 15 maggio 2006. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività estorsiva in corso ai danni dei fratelli LEO, gioiellieri in Legnano (MI). Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 26) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 27) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio e ZOCCHI Fabio Capo 27): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SERUGHETTI Claudio della somma di € 20.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce, intimidazioni e percosse tipiche di un contesto mafioso, SERUGHETTI Claudio a consegnare diversi titoli a rimborso del prestito e degli interessi. In Lonate Pozzolo (VA) dal Febbraio 2006. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SERUGHETTI Claudio. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 27) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 28) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 28): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p., 644 comma IV n° 4 c.p., perché in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a ALAMARI Carlo di una somma imprecisata, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo ALAMARI Carlo, mediante minacce anche di morte proferite nei confronti dello stesso ALAMARI Carlo, ALAMARI Nicolas e ALAMARI Mario, a consegnare parte dei ricavati della propria ditta denominata “Verniciature Varesine Sas” e ad assumere apparentemente alle dipendenze della ditta stessa ZOCCHI Fabio, con il ruolo di collaboratore per meglio controllare le attività imprenditoriali e per costringere i titolari ad effettuare lavori edili per i 142 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 143 quali percepivano compensi irrisori, mentre FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, agendo direttamente con il committente, incassavano gli effettivi maggiori corrispettivi dei lavori. Con l’ aggravante, quanto al reato di usura, del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, o commerciale, o artigianale. In Lonate Pozzolo (VA) dal Novembre 2005. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura ALAMARI Carlo. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 28) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 29) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi Capo 29): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II c.p. in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, GRIANTI Augusto, padre di GRIANTI Alex Bruno, socio accomandatario dell’ Immobiliare Amalfi Sas di FILIPPELLI Nicodemo & C., con sede legale in Lonate Pozzolo via Silvio Pellico n° 23, e uffici e capannone in Busto Arsizio via Amalfi n° 6 e di GRIANTI Christian, socio accomandante della medesima immobiliare, a cedere in vendita a condizioni economiche pregiudizievoli le quote societarie a MANCUSO Luigi, che aveva già occupato uno dei due appartamenti dello stabile di proprietà della immobiliare in Lonate Pozzolo, via Amalfi n° 6 e ove aveva già fissato la sede della ditta MELI AUTO di cui era titolare la moglie CHIARELLI ROSELLA. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Busto Arsizio (VA) il 12.4.2006. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività estorsiva in corso ai danni dei soci GRIANTI per la cessione delle quote dell’ Immobiliare Amalfi Sas di FILIPPELLI Nicodemo & C.. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 29) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 30) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio e MANCUSO Luigi Capo 30): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi 1 e 2 in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra di loro ed in tempi diversi, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SPADARO Giacomo della somma di € 1.500. Non riuscendo a far fronte alle scadenze fissate per i pagamenti, SPADARO Giacomo consegnava loro una serie di assegni del valore rispettivamente di € 143 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 144 2.500 ed € 2.000 che ZOCCHI e FILIPPELLI provvedevano a monetizzare trattenendosi € 300 cadauno quale loro compenso. Inoltre SPADARO era costretto a cedere ai due un quantitativo di schede per ricariche telefoniche pari ad un importo di € 2.200 circa oltre a diversi cellulari di ultima generazione, presi dai suoi negozi da FILIPPELLI e ZOCCHI e mai pagati. Inoltre i medesimi FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio, mediante minacce anche di morte rivolte al citato SPADARO Giacomo, costringendolo a cedere loro a titolo gratuito una moto “Quad Polaris”, dalla cui vendita a MANCUSO Luigi ricavavano la somma di € 2.500, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Somma Lombardo (VA) il 15.12.2005. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SPADARO Giacomo. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 30) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 31) di imputazione RIENZI Pasquale Capo 31): del delitto di cui agli artt. 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. e 644 c.p. , perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si faceva dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a SCAMPINI Paolo della somma di € 4.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, SCAMPINI Paolo a restituire la somma di € 4.800 e pretendendo per il saldo l’ ulteriore importo di € 700. In particolare il RIENZI per intimidire la sua vittima oltre che a chiamarlo più volte e con insistenza al telefono per ricordagli i pagamenti, lo aspettava diverse volte sotto casa. Con l’ aggravante del fatto commesso da tre o più persone in concorso tra loro. In Legnano (MI) dal 27.6.2006 alla fine di agosto 2006. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SCAMPINI Paolo. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 31) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 32) di imputazione RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, ESPOSITO Antonio, ZOCCHI Fabio e RIENZI Pasquale Capo 32): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110, 112, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n°1 e 644 comma I n° 4 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in 144 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 145 corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo della somma di € 75.000, nonché procuravano a se stessi o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce, anche di morte, ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo a restituire in tre anni la somma di € 150.000, oltre al pagamento di cambiali mensili da € 3.000. Con l’ aggravante del concorso nel reato di tre o più persone e quanto al reato di usura del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale. In Castellanza (VA) il 9.8.2006 e nei tre anni antecedenti. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti delle vittime di usura CAPUZZI Maurizio e ZANZI Massimo. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 32) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 33) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 33): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a TAVERNESE Luigi Gaetano di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di almeno un assegno bancario dell’ importo di € 3.000, assegno successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove il 23.1.2007 ed anteriormente. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di TAVERNESE Luigi Gaetano. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 33) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 34) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 34): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a VENTRICE Carmela della somma di € 1.000, esigendo in cambio l’ emissione di 4 assegni post datati al 23.3.2007, 23.4.2007, 23.5.2007 e 23.6.2007, per un importo complessivo di € 1.300, di cui € 300 di interesse in quattro mesi, emessi dal marito 145 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 146 BONASERA Giuseppe detto “PIPPO”. Assegni successivamente consegnati a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento. In Lonate Pozzolo (VA) il 23.1.2007. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di VENTRICE Carmela. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 34) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 35) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 35): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a COPPINI Emanuele di una somma imprecisata, esigendo in cambio l’ emissione di assegni bancari vari tra i quali l’ assegno della Unicredit Banca n° 3168890457-05 datato 30.4.2007, dell’ importo di € 3.000. Assegno successivamente consegnato a LETO RUSSO Antonella, incaricata da FILIPPELLI Nicodemo di esigerne il pagamento. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del sodalizio. In Lonate Pozzolo (VA) ed altrove anteriormente al 21.3.2007. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di COPPINI Emanuele. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 35) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 36) di imputazione RISPOLI Vincenzo, FILIPPELLI Nicodemo, MANCUSO Luigi, LETO RUSSO Antonella e VIZZA Rita Capo 36): del delitto di cui agli artt. 61 n° 2, 81 cpv, 110, 112, 644 c.p., perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, interessi usurari in corrispettivo della consegna, a titolo di prestito, a LONATI Fabio della somma di € 20.000. In particolare la restituzione del denaro era concordata entro i due mesi successivi al ricevimento del prestito, previa la corresponsione di € 13.000 di interessi ed a tal fine il LONATI Fabio emetteva diversi assegni bancari tra i quali i seguenti: assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757803-00 datato 2.5.2007, dell’ importo di € 11.000. assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757802-12 datato 3.5.2007, dell’ importo di € 11.000. 146 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 147 assegno Banca Popolare di Lodi n° 0097757804-00 datato 6.5.2007, dell’ importo di € 11.000. Tenendo ciascuno le seguenti condotte: MANCUSO Luigi facendo da mediatore nelle varie fasi del prestito e dando indicazione su come dovevano essere compilati i vaglia postali specificandone la causale “pagamento BMW” e avvisando il LONATI Fabio di contattare FILIPPELLI Nicodemo per avere i numeri dei codici dei vaglia postali. LETO RUSSO Antonella, come disposto da FILIPPELLI Nicodemo, si faceva consegnare da VIZZA Rita, suocera di FILIPPELLI Nicodemo e depositaria del denaro per conto di quest’ultimo, la somma di € 20.000 in contante, inviandola il giorno 8.3.2007 a mezzo vaglia postali con beneficiario LONATI Fabio. La stessa LETO RUSSO Antonella si occupava della monetizzazione dei titoli consegnati dal LONATI Fabio. RISPOLI Vincenzo sovraintendendo a tutta l’ operazione finanziaria anche in relazione agli sviluppi della situazione a seguito del sequestro dei titoli avvenuto in Trecate il 21.3.2007. Con l’ aggravante del fatto commesso da cinque o più persone. Con l’ aggravante di aver commesso il fatto in attuazione del programma criminoso del sodalizio. In Lonate Pozzolo (VA) nelle date suddette. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di LONATI Fabio. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 36) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 37) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e LETO RUSSO Antonella Capo 37): del delitto di cui agli artt. 110 e 644 c.p., perché, in concorso tra loro, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da ESPOSITO Margherita interessi usurari in corrispettivo del cosiddetto “cambio assegni”, con la consegna, da parte della ESPOSITO Margherita alla LETO RUSSO Antonella, di un assegno bancario per l’ importo di € 1.600, esigendo in cambio della motenizzazione del titolo la somma di € 150 e, successivamente, rimasto insoluto il titolo, ottenendo la LETO RUSSO Antonella, su disposizione del FILIPPELLI Nicodemo, la consegna di due cambiali da 1.250 euro l’una con le scadenze, la prima, del 3 o 4 gennaio 2007 e, la seconda, del 30 gennaio 2007. In Lonate Pozzolo (VA) dall’agosto 2006 al 30.1.2007. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso a danno di ESPOSITO Margherita. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 37) contestato dall’ accusa. **************************** 147 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 148 CAPO 38) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 38): del delitto di cui agli artt. 110, 629 c.p. in relazione all’art. 628 comma III n°1 c.p. , perché in concorso tra loro procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo ACCARINO Mario, titolare dell’ agenzia di pompe funebri denominata "Onoranze Funebri Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”, a pagare un’ imprecisata somma di denaro, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso espresse con parole del tipo "queste persone non hanno voglia nè di perdere tempo nè di scherzare... sappi che Nico... non è che Nico non ti è amico ma a lui gli hanno fatto capire chiaramente... se tu hai provato a vedere se si poteva risolvere in modo diverso visto che non si può... sono cazzi che non ci riguardano più... gli ho detto se questa è gente che gli sta perdendo una barca di soldi e non è solo un discorso economico che ci sono sotto altri interessi altre cose... finisce che tu ti vai a mettere in una situazione un attimino del cazzo!...” In Lonate Pozzolo (VA) e Gallarate (VA) dall’ ottobre 2006 al marzo 2007. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività estorsiva in corso a danno di ACCARINO Mario, titolare delle "Onoranze Funebri Gallaratesi - Nuova SOF di ACCARINO Antony & C. Sas”. Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini e già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 38) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 39) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio Capo 39): del delitto di cui agli artt. 110, 629 commi I e II, in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 e 644 comma I n° 4 c.p., perché, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, si facevano dare e/o promettere, per sé o per altri, da SENIA Giovanna, contitolare del negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas", interessi usurari in corrispettivo della consegna alla medesima, a titolo di prestito, della somma di € 30.000 da parte di RUSSO Giuseppe. Alla morte di quest’ultimo FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio esigevano il pagamento dei titoli a suo tempo consegnati dalla SENIA Giovanna a RUSSO Giuseppe per un importo totale di € 60.000, nonché procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, inducendo, mediante minacce ed intimidazioni tipiche di un contesto mafioso, SENIA Giovanna a effettuare i pagamenti alle scadenze concordate. Parte del denaro ottenuto dalla SENIA Giovanna veniva devoluto al mantenimento di Restani Debora, vedova di RUSSO Giuseppe. Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone e quanto al reato di usura del fatto commesso in danno di persona che svolge attività imprenditoriale, professionale o artigianale. In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal novembre 2005. Nel corso delle indagini sono state intercettate numerosissime conversazioni telefoniche ed ambientali dal contenuto inequivoco tra componenti dell’ associazione che comprovano l’ attività usuraria in corso, poi sfociata in vera e propria estorsione in dipendenza delle gravissime minacce formulate nei confronti della vittima di usura SENIA Giovanna, contitolare del negozio di parrucchieri "MAN WOMAN STUDIO di SENIA GIOVANNA & C. Sas". Il grave compendio indiziario raccolto nel corso delle indagini è già stato illustrato in sede di capitolo 1 – paragrafo D. Si fa pertanto espresso rinvio a detto paragrafo, nonché alla informativa di data 25.8.2008 (Faldone n° 14) dei CC del RONO di VARESE per una più dettagliata indicazione dei gravi indizi. 148 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 149 Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 39) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 40) di imputazione FILIPPELLI Nicodemo – ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio Capo 40): del delitto di cui agli artt. 56, 110, 629 commi I e II in relazione all’ art. 628 comma III n° 1 c.p. , perché in concorso tra loro minacciando DA PONTE Antonio con intimidazioni tipiche di un contesto mafioso e in particolare concordando tra loro che “. . . stavolta a mazzate in faccia … questa volta....questa volta...io gli sparo....” – “. . . andiamo li...ci faccio venire pure Toni con la cosa....io a questo qui ci sparo, gli faccio vedere... sta volta lo faccio …”, al fine di indurlo a saldare il debito di € 12.000 contratto con Leo Francesco per la vendita di un orologio, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di estorsione, non riuscendo nell’ intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Con l’ aggravante del concorso nel reato di più persone. In Lonate Pozzolo (VA) e Busto Arsizio (VA) dal 10.4.2006 al 20.12.2006. Ad avviso di questo giudice NON SUSSISTONO gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati FILIPPELLI Nicodemo, ZOCCHI Fabio ed ESPOSITO Antonio in ordine al delitto di cui al capo 40) contestato dall’ accusa, in quanto le espressioni di minaccia registrate nel corso delle intercettazioni in realtà erano formulate tra gli stessi indagati in segno di disappunto e come reazione agli esiti negativi di mettersi in contatto con il debitore DA PONTE (il cui debito era originato dall’ acquisto di un orologio dal gioielliere LEO), ma non vi è prova che siano state rivolte direttamente allo stesso DA PONTE Antonio. **************************** CAPO 41) di imputazione FILIPPELLI Domenico - PECORA Mario - MOLFESE Giovanni - AUGUSTO Agostino - AVALLONE Carlo D'APOTE Daniele - BARACCHI Giulio - CAPPONI Mario e CUSINATI Fabrizio Capo 41): del delitto di cui agli artt. 81 cpv., 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p. - art. 7 D.L. 152/91, per avere, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti dai delitti di usura ed estorsione, ivi compresi i proventi illeciti di cui ai capi precedenti, ovvero eseguito in relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare incassavano, ai fini del successivo reimpiego a favore dell’ associazione a delinquere di tipo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”, facente capo a RISPOLI Vincenzo, DE CASTRO Emanuele e FILIPPELLI Nicodemo, titoli e denaro di illecita provenienza, simulando, tramite fatturazione di comodo, che si trattasse di pagamenti di prestazioni apparentemente lecite e regolari, ma in realtà inesistenti, mediante le seguenti società: MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia ma di fatto gestita dall’ ingegnere AUGUSTO Agostino; REVINCTA Srl, amministrata da D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto AVALLONE Carlo; MOSE' Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele; BASTIAN & BASTIAN Srl, amministrata da AVALLONE Carlo; EDILCAP di CAPPONI Mario; CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio; ZEN Srl, già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI Nicodemo; COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario; 149 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 150 NUOVA IME Srl di PECORA Mario. CONFISA di BARACCHI Giulio. Con l’aggravante del fatto commesso al fine di agevolare l’attività dell’ associazione a delinquere di stampo mafioso denominata “Locale di Legnano - Lonate Pozzolo”. In Lonate Pozzolo (VA) dall’ ottobre 2006 al maggio 2008. Durante l'ultimo periodo d'indagine si è avuto modo di accertare il modus operandi del “Locale” in ordine alla proficua attività di riciclaggio del denaro e titoli provento di attività illecite, prevalentemente inerenti il reato di usura. L’ incaricato e referente per il “Locale” di detta attività si identifica in FILIPPELLI Nicodemo il quale, avvalendosi della collaborazione di numerosi correi, dirige e coordina tutte le movimentazioni di denaro e titoli bancari. Lo stesso, al fine di "ripulire" detti beni, si avvale della collaborazione di numerose società quali: MAKEALL Spa, amministrata da MILAN Patrizia, ma di fatto gestita dall’ ingegnere AUGUSTO Agostino; REVINCTA Srl amministrata da D'APOTE Daniele, ma di fatto gestita dall’ architetto AVALLONE Carlo; MOSE' Immobiliare Srl di D'APOTE Daniele; BASTIAN & BASTIAN Srl amministrata da AVALLONE Carlo; EDILCAP di CAPPONI Mario; CF COSTRUZIONI di CUSINATI Fabrizio; ZEN Srl già amministrata da D'AGOSTINO Giuseppe, ma gestita da DE CASTRO Emanuele; CONFISA di BARACCHI Giulio (studio commercialista). Oltre alle citate società, FILIPPELLI Nicodemo si avvale di alcune attività fittizie, create ad hoc con il compito di incassare denaro mediante emissione di fatture per prestazioni lavorative o vendite inesistenti. In particolare FILIPPELLI Nicodemo è titolare dell’ IMMOBILIARE AMALFI Sas di FILIPPELLLI Nicodemo, e gestisce per tramite di "teste di legno" le seguenti ditte: COSTRUZIONI EDILI di PECORA Mario e NUOVA IME Srl di PECORA Mario. Nel contesto di tali attività illecite rientrano a pieno titolo RISPOLI Vincenzo e DE CASTRO Emanuele, il primo, logicamente, quale elemento di spicco nell'organizzazione, come si può evincere dalle numerose e significative conversazioni intercettate, ancora una volta esaustive nel ribadire la definizione dei ruoli e degli interessi in gioco. Attività di riscontro A sostegno di quanto sinteticamente sopra esposto si evidenziano gli elementi di riscontro qui di seguito dettagliatamente elencati: A) Sequestro operato a carico di D'APOTE Daniele In data 16.5.2008 in Lonate Pozzolo (VA) a seguito di perquisizione personale e veicolare nei confronti di D'APOTE Daniele - denunciato in stato di libertà per "Truffa" e "Ricettazione" venivano sequestrati numerosi titoli bancari e la somma in contanti pari ad € 131.600. Contestualmente veniva rinvenuta documentazione cartacea, attestante transazioni economiche. Quanto sequestrato si riporta nella seguente tabella: B) esiti dell’ attività di intercettazione INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo) 169 169 n° 137966 del 2.10.2007 ore 11.58 150 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 151 FILIPPELLI Nicodemo e AVALLONE Carlo discutono delle fatture che quest'ultimo deve emettere, in particolare deve rilasciare a FILIPPELLI Nicodemo fatture per € 50.000 coperte da cambiali. AVALLONE prosegue il discorso chiedendo a FILIPPELLI se al termine della operazione, previsto per il giorno 9, possono farne un'altra. FILIPPELLI dà il suo assenso precisando però che non dovrà protrarsi oltre i 20/30 giorni. La richiesta di AVALLONE, di fatto, consiste in un prestito di denaro avanzata allo stesso FILIPPELLI, a fronte del quale emetterà titoli a garanzia, dopo aver saldato il precedente debito contratto. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 7329579 in uso a PECORA Mario) 170 PECORA Mario chiede un aiuto economico a FILIPPELLI Nicodemo per soddisfare primarie esigenze familiari, ciò nonostante sia paradossalmente titolare di diversi conti bancari. Dalla stessa telefonata emerge chiaramente che PECORA Mario è un mero "prestanome". Di fatto i beni a lui intestati sono di proprietà di FILIPPELLI Nicodemo. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AVALLONE Carlo (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 393 9638635 in uso ad AVALLONE Carlo) 171 AVALLONE Carlo chiede a FILIPPELLI Nicodemo a chi intestare le fatture, questi risponde di volerle emetterle a nome di una qualsivoglia ditta, l’ importante è che abbia formalmente a che fare con le loro attività. AVALLONE precisa che per giustificare la cambiale non serve la fattura, quindi convengono di incontrarsi personalmente per decidere in ordine a chi emettere il documento fiscale. Dalla presente conversazione emerge palesemente che le fatture vengono emesse di volta in volta in base alle necessità giustificative per l’ incasso di titoli bancari e non a seguito di prestazioni lavorative, risultando pertanto puramente fittizie. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 172 FILIPPELLI Nicodemo dispone che il fratello Domenico apra un conto corrente a suo nome, quindi lo avvisa di aver già lasciato i conteggi che ammontano a € 93.000, di cui € 20.000 verranno dati durante i lavori presso il cantiere di Buscate ed € 73.000 saranno "scontati" in banca, intendendo che quest'ultimo importo sarà anticipato dall'Istituto di Credito a fronte delle ricevute bancarie. 170 n° 149733 del 5.10.2007 ore 12.05 171 n° 153947 del 6.10.2007 ore 17.52 172 n° 227253 del 22.10.2007 ore 8.39 151 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 152 FILIPPELLI Nicodemo precisa di aver lasciato un appunto al direttore riportante l'importo di 25.000 euro, quindi dà indicazioni a Domenico su come emettere le fatture, rispettivamente dell'importo di 20.000 euro, 31.000 euro e 42.000 euro. I riferimenti bancari per l'appoggio delle Ri.Ba dovranno essergli forniti da Pietro (GANGI Pietro). INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo ed AUGUSTO Agostino (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 340 5955251 in uso ad AUGUSTO Agostino) 173 FILIPPELLI Nicodemo informa l'ingegnere AUGUSTO Agostino che l'operazione si farà. Quest'ultimo dice che “se salta” (riferito all’ operazione) si creerà un insoluto presso la BNL con la cambiale di FRAU (FRAU Pietro, legale rappresentante della società "Il segno della Fenice" Srl). FILIPPELLI gli precisa di essere in Calabria e di aver garantito sulla sua persona, quindi aggiunge che una terza persona gli farà un assegno postdatato al 12 gennaio intestato genericamente ad una società che a sua volta emetterà la fattura. Nelle presente conversazione fanno riferimento all’ operazione immobiliare che vede FRAU Pietro, quale committente, e la società REVINCTA quale ditta appaltatrice per i lavori di ristrutturazione e conversione dell’ immobile sito in Vigolo (BG), da trasformarsi da ex colonia a casa di riposo e degenza con n° 148 posti letto. La struttura di Vigolo (Foglio 12 - Particella 780) veniva acquistata agli inizi di quest'anno dalla società "Il segno della Fenice" direttamente dalla venditrice “Makeall Spa”, gestita da AUGUSTO Agostino. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 335 1010774 in uso a DE CASTRO Emanuele) 174 DE CASTRO Emanuele informa FILIPPELLI Nicodemo di trovarsi con Giulio (il commercialista BARACCHI), il quale gli ha chiesto informazioni in merito ad una fattura da € 220.000 dell’ Amalfi (Immobiliare "Amalfi"). FILIPPELLI gli risponde di averla già stornata. La conversazione prosegue fra FILIPPELLI Nicodemo e BARACCHI Giulio, a cui precisa che la citata fattura da lui emessa alla società "ZEN", è stata "volturata" ad un’ altra ditta in ragione di un contratto stipulato con la stessa ZEN. BARACCHI gli conferma di ricordare l’ operazione, precisando che inizialmente erano state emesse due fatture, rispettivamente da € 110.000 ed € 120.000 euro, quest’ ultima definita falsa dallo stesso FILIPPELLI, per poi optare per un’ unica fattura da € 220.000. FILIPPELLI Nicodemo precisa che il citato contratto era stato fatto con la “Edil Cap” e che le due fatture sono da eliminare, BARACCHI gli risponde di avervi già provveduto. U: FILIPPELLI Nicodemo I: DE CASTRO Emanuele B: BARACCHI Giulio (utenza De Castro). U: pronto 173 n° 437663 del 23.12.2007 ore 11.21 174 n° 464057 del 28.12.2007 ore 16.18 152 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 153 I: pronto U: ehi I: ciao NI' U: ciao I: com'è? U: tutto a posto I: tutto a posto, tu? Mh... senti, ...(incomprensibile)... GIULIO (n.d.r. BARACCHI Giulio) U: non ho capito I: pronto... sono qua con GIULIO U: eh I: eh, mi diceva.. la fattura quella dell'AMALFI, quella che avevamo fatto di... due e venti (n.d.r. 220.000 euro) U: si I:eh... e... la devi portare indietro tu per stornarla ? U: è stata già stornata I: eh, e dov'è la fattura ? U: e... allora abbiamo fatto un contratto... I: aspetta che ti passo GIULIO che te lo devo passare U: mh A questo punto DE CASTRO Emanuele passa il telefono a BARACCHI Giulio che parla con FILIPPELLI Nicodmeo. B: pronto U: si B:ciao U:ciao GIULIO B: sto senza voce eh U: ah, ascoltami, la fattura non è stata stornata vera e propria, perchè ci sono gli assegni B: si, noi abbiamo la fattura numero tre (3), ti ricordi quella che mi avevi fatto tu ? U: si B:ok di due e venti (n.d.r. 220.000 euro) più IVA, ok U: si, siccome ci sono gli assegni già fatti B: eh U: è stato fatto un contratto... ma tu queste cose le hai viste GIULIO, cioè io non lo so se... B: si no, le ho viste, no ma siccome stiamo guardando adesso per chiudere la contabilità della ZEN U:allora quella fattura la è esistente, però è stata come... come dire? Come se è stata volturata ad un'altra ditta, capito? B:ok, perciò... U: cioè ma tu... l'hai visto, te l'avevo fatto vedere perchè è stato fatto un contratto tra la ZEN... B: si lo so, me l'hai fatta vedere, siccome.. ti ricordi che all'inizio erano due fatture una da 110 (n.d.r. 110.000 euro) e una da 120 (n.d.r. 120.000 euro), no? U:si B: e poi ne hai buttata una... U: no, quella da 120 era falsa... non... non era la sua, non era la nostra, te l'avevo detto io, e poi è diventata una unica da 220 U: si B: perfetto, ok... U: quindi... B:adesso quindi è contratto con l'altra ditta, con la ditta la EDIL CAP, giusto? U: si B: perfetto, no, no, io c'ho tutto, era per fare un ripasso mentale, capisci? U: no, quelle due la sono da buttare via, quella da 110 B:bon, già buttate via, già buttate via U: a posto, a posto B: capito? U: ok, tutto a po... B: va bene dai U: torna tutto, tutto a posto? B: si, quando torni? U: io torno il due o il tre 153 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 154 ...omissis... INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e PECORA Mario (utenze telefoniche 339 6476904 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 0331 811689 in uso a PECORA Mario) 175 PECORA Mario chiede a FILIPPELLI Nicodemo se vuole che la fattura sia emessa dalla COSTRUZIONE (Costruzioni Edili di PECORA Mario) o dalla NUOVA IME, questi gli risponde dalla COSTRUZIONI EDILI, quindi PECORA lo informa che numericamente è la "3", datata 30.12.2007. Dalla presente conversazione emerge per l’ ennesima volta che le fatture vengono emesse in modo fittizio, attestando falsamente l'esecuzione di prestazioni/vendite al solo fine di consentire l'incasso di titoli bancari senza destare sospetti sulla regolarità dei movimenti. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 176 FILIPPELLI Nicodemo chiede a suo fratello Domenico se la ditta di Fabrizio (CUSINATI Frabrizio della CF COSTRUZIONI) è pulita e se è titolare di un conto corrente. FILIPPELLI Domenico risponde che “è OK” e che ha un conto acceso presso la Banca di Intra. FILIPPELLI Nicodemo gli chiede se secondo lui, a fronte di un "regalo", CUSINATI Fabrizio sarebbe disposto ad emettere una fattura (fittizia) incassando il relativo pagamento che successivamente gli restituirà con assegno circolare. FILIPPELLI Domenico risponde che contatterà CUSINATI Fabrizio che sicuramente acconsentirà. Dalla conversazione emerge palesemente uno dei metodi posti in essere per riciclare le somme di denaro, ovvero far incassare a delle ditte/persone, titoli quale pagamento di finte prestazione fatturate per poi rientrarne in possesso, in questo caso mediante l’ emissione di un assegno circolare da parte dalla “CF Costruzioni” di CUSINATI Fabrizio. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 177 FILIPPELLI Domenico fornisce a Nicodemo i dati societari della “CF Costruzioni” di CUSINATI Fabrizio, presumibilmente onde poter effettuare il pagamento di una finta prestazione e poi riappropriarsi del denaro "pulito" mediante l'emissione di assegno circolare della medesima ditta. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico 175 n° 638529 del 4.2.2008 ore 12.08 176 n° 1062534 del 14.4.2008 ore 11.08 177 n° 1062541 del 14.4.2008 ore 11.09 154 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 155 (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 178 FILIPPELLI Nicodemo contatta FILIPPELLI Domenico al fine di fissare un appuntamento presso la banca di Intra unitamente a Fabrizio (CUSINATI), dove far emettere gli assegni circolari. Nicodemo suggerisce che sarebbe preferibile farli emettere da due banca diverse oppure ipotizza di far versare i titoli a Fabrizio. I due fratelli convengono di definire i dettagli sul posto una volta incontratisi. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e FILIPPELLI Domenico (utenze telefoniche 348 3762078 in uso a FILIPPELLI Nicodemo e 349 6757886 in uso a FILIPPELLI Domenico) 179 A conclusione dell’ operazione di cui alle conversazioni precedenti, FILIPPELLI Nicodemo dà disposizioni a FILIPPELLI Domenico, che si trova in banca con CUSINATI Fabrizio, di dare a quest'ultimo € 20.000 in assegni a nome di ZOCCHIi Fabio ed € 10.000 a nome suo, al fine di ottenere da CUSINATI Fabrizio assegni circolari da € 10.000 per un totale di € 30.000. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e LOMUSCIO Roberto (su autoveicolo PORSCHE Cayenne in uso a DE CASTRO Emanuele) 180 DE CASTRO Emanuele racconta a RISPOLI Vincenzo e a BENEVENTO Antonio di un episodio, riferitogli da Giulio (BARACCHI), avvenuto in cantiere, che vede coinvolti Nicodemo (FILIPPELLI) ed il nipote MOLFESE Giovanni. In particolare quest’ultimo avrebbe chiesto un aiuto economico scatenando la reazione di FILIPPELLI che lo umiliava davanti a tutti gli operai. MOLFESE si risentiva per il comportamento dello zio, soprattutto per il fatto che il giorno precedente all’ episodio aveva firmato 30 mila euro di giroconto a favore di FILIPPELLI Nicodemo, analoghe operazioni erano state effettuate a favore delle sorelle e di un nipote di quest’ultimo, per un totale di 120 mila euro. FILIPPELLI lasciava inoltre al suocero di MOLFESE Giovanni (COMITO Damiano) la somma in contanti di 100 mila euro da custodire in cassaforte. Proseguono discutendo delle attività di FILIPPELLI Nicodemo e degli utili di quella edile, quindi menzionano Fabio (ZOCCHI) e alcuni movimenti di denaro di cui ZOCCHI ha riferito direttamente a RISPOLI come impostogli da FILIPPELLI. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 41) contestato dall’ accusa, posto che integra il delitto di RICICLAGGIO il compimento di operazioni (come quelle sopra descritte) volte non solo ad impedire in modo definitivo, ma anche a rendere dufficile l’ accertamento della provenienza del denaro, dei beni o delle altre utilità, attraverso un qualsiasi espediente che consista nell’ aggirare la libera e normale esecuzione dell’ attività posta in essere. **************************** CAPO 42) di imputazione 178 n° 1062712 del 14.4.2008 ore 11.40 179 n° 1063209 del 14.4.2008 ore 13.29 180 n° 1069279del 15.4.2008 ore 17.44 155 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 156 CASTELLOTTI Mauro e DE MASI Savina (gestori del distributore AGIP di Pero) Capo 42): del delitto di cui agli artt. 81 cpv, 110 - 648 bis commi I e II - 648 ter commi I e II c.p., per avere, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, sostituito o trasferito denaro, titoli, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo, ovvero eseguito in relazione ad essi altre operazioni in modo da ostacolare l’ identificazione della provenienza delittuosa ai fini del successivo reimpiego in attività economiche o finanziarie del denaro, dei titoli e dei beni suddetti. In particolare ricevevano da ESPOSITO Antonio alcuni degli effetti consegnati da MONOLO Giovanni nelle circostanze di cui ai capi precedenti e li ponevano all’ incasso per conto dell’ ESPOSITO Antonio e del FILIPPELLI Nicodemo. In Pero (MI) dall’ aprile 2006 all’ aprile 2007. CASTELLOTTI Mauro e DEMASI Savina, titolari di un'area di servizio in Pero, sono cognati di ESPOSITO Antonio. I due, avvalendosi della propria attività commerciale, si prestano a monetizzare gli assegni che FILIPPELLI Nicodemo fa pervenire per il tranite di ESPOSITO. INTERCETTAZIONE AMBIENTALE CONVERSAZIONE tra FILIPPELLI Nicodemo e ZOCCHI Fabio (su autoveicolo SMART in uso a ZOCCHI Fabio) 181 Nel corso della seguente conversazione ambientale, FILIPPELLI Nicodemo esterna a ZOCCHI Fabio il proprio disappunto nei confronti dell’ operato di ESPOSITO Antonio in quanto questi, una volta ricevuti gli assegni da porre all’ incasso, li ha consegnati al cognato: "..... minchia mi sono messo a urlare li.. il problema sai qual'è ?.. dice che mio cognato quando gli ho dato i ventimila euro, se li è fatti cambiare, poi tra l'altro ha perso pure quattromila euro .. è certo gli ho detto io ! Ha perso quattromila euro ... come se li ha persi... da quindici porca troia gliene hai fatti venti !.... e poi... seimila euro glieli ha dati a questo qui ! .. questo che era praticamente per gli assegni .." - ". . . gli ho detto, lavoriamo per arricchire i tuoi cognati, l'altra volta tuo cognato ha cambiato.. con diecimila euro .. in un mese e mezzo si è fottuto cinquemila euro..". Del fatto che ESPOSITO avesse ricevuto gli assegni provenienti dall'estorsione "GIANNI" MONOLO e che questi erano poi stati consegnati ai suoi cognati ne erano al corrente sia RISPOLI Vincenzo che DE CASTRO Emanuele, in quanto preventivamente avvertiti da FILIPPELLI che infatti afferma: ". . . però quando sono venuto da te lo sapeva Enzo e Manuele.." - ". . . quando abbiamo preso i ventimila euro da Gianni..... io ho dato... quattordicimila euro .. (inc).. da diecimila a quattordicimila euro e questi sono . . ." - ". . . si.. pagagli l'estorsione alle persone tu !. . ". INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e CASTELLOTTI Mauro (utenze telefoniche in uso a ESPOSITO Antonio e 348 5505074 in uso a CASTELLOTTI Mauro) 182 CASTELLOTTI Mauro avvisa suo cognato ESPOSITO Antonio, dicendogli che è stato chiamato dal direttore della banca che lo ha avvisato del fatto che l'assegno è privo di copertura e lo deve andare subito a riprendere pagando 20 euro. INTERCETTAZIONE TELEFONICA CONVERSAZIONE tra ESPOSITO Antonio e DE MASI Savina (utenze telefoniche in uso a ESPOSITO Antonio e 02 1512540 in uso a DE MASI Savina) 183 181 n° 858 del 13.11.2006 ore 9.13 182 n° 3948 del 13.4.2007 ore 12.33 156 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 157 Nella seguente conversazione intercorsa con i cognati, ESPOSITO parla di assegni che DE MASI Savina deve cambiargli. ESPOSITO precisa che: ". . . alla Savina che me li deve ...me li deve cambiare ma stavolta non gliene do soldi . .". DE MASI Savina non concorda con quanto gli propone il cognato e ribatte ". . . ... io io ho fatto qualcosa ...ma voglio essere pagata . . .". ESPOSITO non trovando la piena e disinteressata collaborazione della cognata, per indurla a collaborare afferma " . . . allora digli cosi digli cosi, per i soldi che si è presi mi deve dare gli interessi . . . .". In altra conversazione telefonica intercorsa tra FILIPPELLI Nicodemo ed ESPOSITO Antonio, quest'ultimo avverte FILIPPELLI Nicodemo che è appena andato via GIANNI (MONOLO Giovanni) e gli ha consegnato del denaro che provvederà ad inviargi tramite sua cognata DE MASI Savina. Nell’ occasione gli consegnerà ulteriore denaro in cambio di un assegno. A seguito di questi accordi e sull’ indicazioni del luogo ove doveva avvenire lo scambio, veniva eseguito il servizio di o.c.p. l’ 1.8.2006 in Legnano presso il distributore TOTAL sito in viale Cadorna con esito positivo. Nel corso del dervizio di o.c.p. si riscontrava quanto affermato nelle telefonate. Annotazione di attività d'indagine: "Alle ore 9.55 era già presente all’ interno dell'area di servizio una Lancia Y targata CR817YG con una donna a bordo. Alle ore 10.10 giunge l’ autovettura Lancia Y targata DA979HT condotta da FILIPPELLI Nicodemo. Parcheggia nei pressi dell’ altra auto, FILIPPELLI scende e va dalla conducente. Mentre ritorna verso la sua auto FILIPPELLI Nicodemo ha nelle mani apparentemente una busta. L'incontro è durato pochi secondi. L'auto con a bordo la donna è intestata a DEMASI Savina, sorella di DEMASI Patrizia la moglie di ESPOSITO Antonio. Le fasi dell’ incontro sono state fotografate." Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 42) contestato dall’ accusa. **************************** CAPO 43) di imputazione ESPOSITO Antonio Capo 43): del delitto di cui agli artt. 110, 56, 628 comma III n°1 c.p. perché in concorso con ignoto complice, agendo con il volto travisato da caschi da motociclista, facendo irruzione nei locali della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, impugnando uno dei due rapinatori una pistola di piccole dimensioni e rovistando nella cassa alla ricerca di denaro, ove rinvenivano una banconota da € 10 che abbandonavano sul bancone prima di darsi alla fuga, eseguivano atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere il reato di rapina a mano armata ai danni del predetto istituto di credito, non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla loro volontà. Nella fattispecie, l’ inserimento del sistema di temporizzazione non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera manuale, impedendo l’ asportazione del denaro in essa contenuto. In Lonate Pozzolo (VA) il 5.6.2006. 183 n° 3348 del 30.3.2007 ore 17.18 157 foglio nr. 158 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari Nel corso delle indagini è stata intercettata in data 2.4.2007 una conversazione telefonica tra GIORDANO Stefano ed ESPOSITO Antonio nella quale il primo, riferendo sulla rapina eseguita con DONATO Orazio (quale autista), nella stessa data, ai danni della Banca Intesa San Paolo, agenzia di Lonate Pozzolo, terminata senza alcun bottino, esternava all’ ESPOSITO i propri dubbi circa la totale assenza di soldi in cassa. L’ESPOSITO, a questo punto, replicava che anche lui aveva avuto in passato un’analoga esperienza presso la stessa banca ed affermava testualmente “. . . Non metterlo assolutamente in dubbio. Mi è capitato a me. La stessa... La stessa cosa. E infatti era un terno all'otto. Quella li era... è come andare a... in un negozio. Hai capito? Come andare al negozio. No no no. Quando m'ha detto... Quando m'hai detto così. Ci credo senza ombra di dubbio. Senza ombra di dubbio. A me personalmente... m'è successo. Aveva dentro venti euro. Non li ho neanche presi. Ecco! Venti euro....”. Le indagini svolte in proposito documentavano che effettivamente in data 5.6.2006 l’agenzia di Lonate Pozzolo della Banca Intesa –San Paolo aveva subito una rapina ad opera di due individui, i quali non erano riusciti ad asportare alcunché a causa dell’ inserimento del sistema di temporizzazione, che non aveva consentito l’ apertura della cassaforte in maniera manuale. In tale occasione uno dei due rapinatori aveva comunque rovistato nella cassa dello sportello, rinvenendo al suo interno soltanto una banconota da € 10,00. Si era verificata inoltre una ulteriore particolarità: il rapinatore, prelevata la banconota in questione, l’ abbandonava, stizzito, sul bancone, dandosi quindi alla fuga. Dagli elementi raccolti nel corso delle indagini ed illustrati già in sede di capitolo 1) può certamente trarsi un grave quadro indiziario in ordine al delitto di cui al capo 43) contestato dall’ accusa. ESIGENZE CAUTELARI Quanto alle esigenze cautelari di cui all’ art. 274 c.p.p., sussistono in particolare: * quelle di cui alla lett. a), relative all’ attività di acquisizione delle prove ancora da compiersi: si dovranno, infatti, effettuare, ove possibile, ulteriori accertamenti in ordine ai numerosissimi episodi di estorsione, usura, incendio, riciclaggio, risentendo ancora le persone offese, alla luce dell’ intervenuta misura cautelare, per verificare se detto elemento di novità può avere squarciato la gravosa e fitta cappa di omertà che rendeva loro oggettivamente difficoltosa una collaborazione più attiva nelle indagini. Si dovranno inoltre sviluppare altre indagini, finora eseguite solo in misura limitata al solo scopo di tutelare la riservatezza di questo aspetto delle investigazioni e di non pregiudicarne la possibile efficacia, per ricostruire i patrimoni di origine illecita dei principali indagati, al fine anche di adottare quelle misure coercitive di carattere reale finalizzate alla confisca che, come è noto, costituiscono una delle forme di contrasto alla criminalità organizzata dotate di maggiore effetto deterrente. Sotto quest’ ultimo profilo si è fino ad ora potuto documentare soltanto il reinvestimento di una parte dei proventi illeciti in attività immobiliari e commerciali apparentemente lecite, ma va detto che penetranti indagini in questo settore potranno essere meglio attivate solo quando gli indagati saranno sottoposti alla sola misura cautelare personale – la custodia in carcere – che può impedire iniziative degli stessi volte alla dispersione dei patrimoni illeciti ed allo sviamento degli accertamenti miranti alla loro compiuta ricostruzione. Ciò a maggior ragione in considerazione degli accertati rapporti privilegiati che alcuni esponenti di detto sodalizio erano nel tempo riusciti ad instaurare con il sistema bancario locale (Banca di Legnano – filiale di Cardano al Campo; Intesa San Paolo – filiale di Lonate Pozzolo; Banca Popolare di Intra – filiale di Lonate Pozzolo) e che consentiva loro di acquisire in modo illecito informazioni per indirizzare con più profitto la scelta delle potenziali vittime dei reati di usura e di estorsione, nonché per decidere tempi e modalità della presentazione all’ incasso di assegni e cambiali ricevuti a titolo di garanzia dai soggetti già caduti nella rete predatoria. 158 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 159 * quelle di cui alla lett. b). Molto rilevanti paiono le esigenze cautelari anche in punto di pericolo di fuga degli indagati: l’ inserimento in un ambito di criminalità organizzata, la disponibilità di notevoli risorse economiche, la accertata proprietà in capo ad alcuni compartecipi del sodalizio criminoso di beni immobili in Romania, la prospettiva per la gran parte degli indagati di venire condannati a pene non lievi e comunque largamente eccedenti i limiti della sospensione condizionale della pena, rappresentano, globalmente e sinteticamente considerate, circostanze dalle quali derivare la sussistenza di un pericolo di fuga di entità tale da potere essere vanificato solo con l’ applicazione delle misure cautelati più rigorose. * quelle di cui alla lett. c). La gravità dei fatti per cui si procede rende inadeguata ogni altra misura diversa dalla custodia in carcere anche per gli indagati incensurati. Del resto l’ art. 275 comma 3 c.p.p. dispone che quando sussistono gravi indizi di colpevolezza non solo per il reato di cui all’ art. 416 bis c.p., ma semplicemente anche per reati comunque commessi al fine di agevolare l’ attività di tali associazioni deve essere applicata la custodia cautelare in carcere, salvo, ma non è questo certo il caso, che siano stati acquisiti elementi sicuri dai quali già risulti che non sussistano esigenze cautelari. Peraltro la sussistenza di esigenze cautelari di grado elevato si desume anche da altre circostanze. La reiterazione dei reati e la continuità delle condotte illecite, la permanenza della condotta di associazione, i metodi mafiosi dell’ organizzazione costituita per quanto concerne gli indagati per il reato di cui al capo 1), il potere economico acquisito, la particolare intensità del dolo e delle motivazioni di profitto, la pericolosità e l’ insidiosità delle condotte, la disponibilità di armi, la notevole caratura delinquenziale dei soggetti coinvolti, la frequentazione assidua ed i rapporti di parentela (sul punto basta evidenziare che RISPOLI Vincenzo è nipote per parte di madre di FARAO Giuseppe, capo del Locale di Cirò) ed amicizia (vedi informativa CC del 25.8.2008 da cui risulta che già in data 30.4.1999 in occasione di un controllo dei CC RISPOLI Vincenzo veniva rinvenuto in Nettuno – ROMA - presso la Pensione Scacciapensieri in compagnia dei principali esponenti della n’drangheta in Lombardia) con altri pregiudicati di grande spessore delinquenziale, la connivenza e l’ omertà di cui dispongono, la commistione con interessi e con rapporti leciti, le stesse modalità delle condotte, sono circostanze indicative di un pericolo attuale di aggravamento e di ulteriore permanenza dei reati associativi di cui ai capi 1) e 2), nonché di reiterazione dei reati fine conseguenti. Non appare necessaria la fissazione della durata della misura cautelare ai sensi dell’ articolo 292 comma 2 lett. d) c.p.p. poiché le finalità di cu all’ art. 274 lett. a) c.p.p. non sono le sole poste a base del provvedimento applicativo. *** Natura e grado delle descritte esigenze cautelari impongono, dunque, di ritenere idonea, proporzionata all’entità dei fatti ed alla sanzione che si ritiene possa essere irrogata la richiesta misura coercitiva della custodia cautelare in carcere, apparendo allo stato inadeguata ogni altra misura. La sanzione che si ritiene possa essere irrogata esula dai limiti di applicazione della sospensione condizionale dell’ esecuzione della pena. *** Non risulta che i fatti siano stati compiuti in presenza di una causa di giustificazione o di non punibilità. 159 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 160 Non sussistono cause di estinzione del reato o della pena che si ritiene possa essere irrogata. P. Q. M. Visti gli artt. 272 e seguenti c.p.p. APPLICA nei confronti di: 1. AVALLONE Carlo, nato a Milano il 22.11.1955 e residente a Gerenzano (VA) in via Pio XI n° 10, in relazione ai capi 25) e 41) dell’ imputazione; 2. BARACCHI Giulio, nato a Varese il 27.6.1966 e residente a Porto Valtravaglia (VA) in via Privata Fugino n° 7, in relazione ai capi 25) e 41) dell’ imputazione; 3. BENEVENTO Antonio, nato a Cirò Marina (KR) il 13.4.1974 e residente a Legnano (MI) in via Plinio n° 17, in relazione al capo 1) dell’ imputazione; 4. BONVISSUTO Rosario, nato a Busto Arsizio (VA) il 6.2.1973, ivi residente in via Sassuolo 3, con ultimo domicilio accertato in Lonate Pozzolo (VA), via Silvio Pellico 23, in relazione ai capi 2), 3), 7), 9), 10), 11), 12) e 13) dell’ imputazione; 5. CAPPONI Mario, nato a Milano il 7.3.1955 e ivi residente in viale Famagosta 20, in relazione al capo 41 dell’ imputazione; 6. CASOPPERO Cataldo, detto “Aldo”, nato a Cirò Marina (KR), l’ 1.11.1951, residente a Lonate Pozzolo (VA), via Bologna n° 2, in relazione ai capi 2) e 19) dell’ imputazione; 7. CASTELLOTTI Mauro, nato a Legnano (MI) il 25.1.1966 e ivi residente in viale Gorizia 50, in relazione al capo 42) dell’ imputazione; 8. CIANCIO Nicola, nato a Senise (PZ) il 28.2.1967, residente a Ferno (VA) vicolo D’Annunzio 5/3, di fatto domiciliato a Lonate Pozzolo (VA) via Silvio Pellico n° 21/a, in relazione ai capi 2), 5), 8), 18), 19) e 22) dell’ imputazione; 9. CUSINATI Fabrizio, nato a Milano il 23.9.1947 e residente a Samarate (VA) in via Acquedotto n° 49, in relazione al capo 41) dell’ imputazione; 10. DATI Agostino, nato a Cirò Marina (KR) il 14.10.1967, residente a Marano Ticino (NO) Piazza Vittorio Veneto n° 10, in relazione al capo 19) dell’ imputazione; 11. D’APOTE Daniele, nato a Milano il 30.5.1962 e residente a Bertonico (LO) in via Bertonica n° 3, in relazione al capo 41) dell’ imputazione; 12. DE CASTRO Emanuele, nato a Palermo il 27.7.1968 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Trieste n° 22, in relazione ai capi 1) e 25) dell’ imputazione; 13. DE MASI Savina, nata a Legnano (MI) il 14.11.1968, ivi residente in viale Gorizia n° 50, in relazione al capo 42) dell’ imputazione; 14. DI GIULIO Moris, nato a Busto Arsizio (VA) il 15.3.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Baracca n° 32, in relazione ai capi 2), 8), 13), 14), 18), 19), 21) e 22) dell’ imputazione; 15. DONATO Orazio, nato a Catania il 10.3.1973 ivi residente in via del Vischio n° 13, in relazione al capo 24) dell’ imputazione; 16. ESPOSITO Antonio, nato a Magenta (MI) il 6.8.1967 e residente a Busto Garolfo (MI) in via Don Minzoni n° 40, in relazione ai capi 1), 24), 25), 27), 32) e 43) dell’ imputazione; 17. FILIPPELLI Domenico, nato a Cirò Marina (KR) l’ 8.3.1977, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Monviso n° 53, in relazione al capo 41) dell’ imputazione; 160 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 161 18. FILIPPELLI Mario, nato a Crotone (KR) il 20.2.1973, residente a Ferno (VA) in via Diaz n° 14, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) in via Novara n° 5, in relazione ai capi 1), 3), 4), 5), 6), 7), 8), 9), 10), 11), 12), 13), 14), 15), 16), 17), 18), 19), 20), 21) e 22) dell’ imputazione; 19. FILIPPELLI Nicodemo, nato a Cirò Marina il 4.7.1971 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Trieste n° 29, in relazione ai capi 1), 11), 13), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 33), 34), 35), 36), 37), 38) e 39) dell’ imputazione; 20. FILIPPELLI Pietro, nato a Cirò Marina (KR) il 29.6.1962, residente a Soet (Germania), via Notten Bruder Walls n° 19/a, di fatto dimorante a Lonate Pozzolo (VA) via Tagliamento 9, in relazione ai capi 2), 9), 11), 13), 14), 16) e 19) dell’ imputazione; 21. GIORDANO Stefano, nato a Busto Arsizio (VA) il 5.7.1967 ed ivi residente in Piazza Vittorio Veneto n° 9, in relazione al capo 24) dell’ imputazione; 22. LAFACE Giorgio, nato a Busto Arsizio (VA) il 20.4.1973, residente a Pogliano Milanese (MI), via Emilia n° 3, in relazione ai capi 2), 10) e 13) dell’ imputazione; 23. LENTO Michele, nato a Polistena (RC) il 19.3.83, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via XXIV maggio n° 6, in relazione ai capi 2), 10) e 13) dell’ imputazione; 24. LETO RUSSO Antonella, nata a Cirò Marina (KR) il 14.6.1977, ivi residente in via Torrenova snc, in relazione ai capi 33), 34), 35), 36) e 37) dell’ imputazione; 25. LETTIERI Olindo, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1969, residente a Lonate Pozzolo (VA) via Col San Michele n° 10, in relazione al capo 2) dell’ imputazione; 26. LOMUSCIO Roberto, nato a Scalea (CS) il 21.5.1968 e residente a Corbetta (MI) in via Pio X n° 5, in relazione al capo 24) dell’ imputazione; 27. LONGOBUCCO Santino, nato a Legnano (MI) il 5.10.1970 e residente a Legnano (MI) in via Carlo Porta n° 60, in relazione al capo 1) dell’ imputazione; 28. MANCUSO Luigi, nato a Cirò Marina (KR) il 2.1.1977 ed ivi residente in Piazza Risorgimento s.n.c., ma di fatto domiciliato a Busto Arsizio (VA) in via Amalfi n° 6, in relazione ai capi 1), 26), 29), 30) e 36) dell’ imputazione; 29. MALENA Michele, nato a Cariati (CS) l’ 11.1.1980, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 3, in relazione ai capi 2) e 13) dell’ imputazione; 30. MARINO Carmine, nato a Trentola Ducenta (CE) il 16.3.1943, residente a Lonate Pozzolo (VA) in via Del Gregge n° 100, in relazione ai capi 2) e 3) dell’ imputazione; 31. MARTINES Angelo, nato a Messina (ME) il 27.10.1976, residente a Ferno (VA) in via Piave n° 141, in relazione ai capi 2) e 18) dell’ imputazione; 32. MOLFESE Giovanni, nato a Orta Nova (FG) il 20.1.1975 e residente a Lonate Pozzolo (VA) in via San Taddeo n° 1, in relazione al capo 41) dell’ imputazione; 33. NARDO Giovanni Battista, nato a Gela (CL) il 18.3.1973, residente a Cassano Magnano (VA) in via IV Novembre n° 41, in relazione ai capi 2), 3), 9), 10), 11) e 13) dell’ imputazione; 34. PALAMARA Rocco, nato a Sinopoli (RC) il 21.7.1958 e residente a Nova Milanese (MI) in via Vittorio Veneto n° 71, in relazione al capo 25) dell’ imputazione; 35. PECORA Mario, nato a Ciro’ Marina (KR) il 20.8.1938 e residente a Gallarate (VA) in Strada Predisera n° 56, in relazione al capo 41) dell’ imputazione; 161 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 162 36. RIENZI Pasquale, nato a Grenzach (Germania) il 12.11.1968 e residente a Legnano (MI) in Corso Italia n° 57, in relazione ai capi 1), 24), 31) e 32) dell’ imputazione; 37. RISPOLI Vincenzo, nato a Cirò Marina (KR) il 15.12.1962 e residente a Legnano (MI) in via Sabotino n° 43, in relazione ai capi 1), 25), 26), 32) e 36) dell’ imputazione; 38. ROCCA Ernestino, nato a Saronno (VA) il 24.8.1974 e residente a Dairago (MI) in via Toti n° 2, in relazione al capo 1 dell’ imputazione; 39. SILVESTRE Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 14.1.1986, residente a Lonate Pozzolo (VA) in Via Silvio Pellico n° 11, in relazione al capo 2) dell’ imputazione; 40. SOZZO Giuseppe, nato a Cirò Marina (KR) il 2.8.1975, residente a Lonate Pozzolo (VA), via F. Baracca n° 14, in relazione ai capi 2), 3), 11), 12) e 13) dell’ imputazione; 41. ZOCCHI Fabio, nato a Genova l’ 8.4.1962 e residente a Gallarate (VA) in via Mazzini 3, in relazione ai capi capi 1), 25), 26), 27), 28), 29), 30), 32), 38) e 39) dell’ imputazione. la misura della custodia in carcere Visto l’ art. 285 c.p.p. ORDINA ad Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria che l’ indagato sia catturato ed immediatamente condotto in un istituto di custodia per rimanervi a disposizione dell’ autorità giudiziaria; NON ACCOGLIE la richiesta del Pubblico Ministero di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di: BERTO Ivano CRISTELLO Giacomo FILIPPELLI Francesco FILIPPELLI Gaetano Cataldo MURANO Vincenzo NIGORDI Giuseppe PAOLINO Antonio RISPOLI Raffaele Giorgio RUSSO Domenico (sopra compiutamente generalizzati) in relazione ai delitti indicati in imputazione. visti gli artt. 293 e seguenti c.p.p. DISPONE trasmettersi la presente ordinanza al Pubblico Ministero perché ne curi l’ esecuzione. L’ Ufficiale o l’Agente incaricato di eseguire l’ ordinanza deve: consegnare copia del provvedimento all’ indiziato, avvertendolo della facoltà di nominare un difensore di fiducia, e, ai sensi e per gli effetti di cui all’ art. 94 attuaz. c.p.p., al Direttore dell’ istituto penitenziario; informare immediatamente il difensore di fiducia eventualmente nominato ovvero 162 TRIBUNALE di MILANO – Sezione Giudice per le indagini preliminari foglio nr. 163 quello di ufficio designato a norma dell’ art. 97 c.p.p.; redigere il verbale delle operazioni compiute; trasmettere immediatamente il verbale al Pubblico Ministero ed al Giudice che ha emesso l’ ordinanza; redigere, se l’ indiziato non è stato rintracciato, il verbale indicando specificamente le indagini svolte, trasmettendolo, senza ritardo, al Giudice che ha emesso l’ ordinanza. Dopo l’ esecuzione, la presente ordinanza deve: essere depositata in Cancelleria insieme alla richiesta del Pubblico Ministero ed agli atti presentati con la stessa. Avviso del deposito deve essere notificato al difensore. essere comunicata, a cura della Cancelleria, al servizio informatico di cui all’ art. 97 attuaz c.p.p.. Così deciso in Milano il 20 aprile 2009 Il Giudice per le indagini preliminari Dott. Franco CANTU’ RAJNOLDI 163