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Norma Martelli la gioia di vivere il teatro Ennio Drovandi al Teatro Testaccio Cast in Bronze Roma e Caravaggio Campo de’ fiori 2 l Santo Natale, ormai imminente, è la festa che accomuna, sia pure per motivi diversi, credenti e non credenti, ma che per i cristiani ricorda l’evento più importante di tutti i tempi, quello dell’umile ed amoroso accostarsi della divinità all’umanità, per darle la possibilità di una vita più serena e soprattutto dell’eterna felicità. Alla direzione e redazione ed anche a tutti i collaboratori, lettori ed amici di Campo de’ fiori, il saluto e soprattutto l’augurio natalizio più cordiale di ogni bene da parte mia, e desidero estenderlo alle famiglie di ciascuno, con l’assicurazione del ricordo nella preghiera, per la serenità e la salute fisica e spirituale di tutti. I Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana SOMMARIO Editoriale: Il miracolo di Natale.................................3 L’intervista: Norma Martelli.......................................4-5 Ennio Drovandi.........................................7 Curriculum vitae: Maria Teresa Di Bari.................................8 Procuste ed altri galantuomini...........11 Roma che se n’è andata: Roma e Caravaggio............................12-13 Cinema News: Crime d’amour........................................14 Pari Opportunità.................................15 Suonare Suonare: Cast in Bronze...................................16-17 Ecologia e ambiente: Acqua un bene da tutelare......................18 Il Cerchio Invisibile stupisce Castrocaro...........................................19 L’ortesi plantare .................................21 Presentazione ufficiale del libro: “Il Bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo............................. .........................22 Le guide di Campo de’ fiori: Sant’Agata Feltria...................................24 Come eravamo: Natale, Natale, un altro Natale.................25 Una “Fabrica” di ricordi: La neve di Natale....................................26 Ass. Artistica IVNA: Katia Aiello........................................28-29 Un Pugnalone alle Canarie.................................................30 Del Concepimento e della Vita...........32 La Cassa di Risparmio di Civita Castellana ..........................................33 Civitonici Illustri: L’Abate Ludovico Soderini........................34 Il mondo del Jazz: George Vitelle-Papa Jack Laine................36 L’angolo Bon Ton Una visita di Babbo Natale......................37 Epicondilite..........................................38 La storia della previdenza sociale in Italia ...................................................39 Nuovo successo per il giovane Maestro Enrico Mazzoni....................................40 Piazza Marcantoni..........................................41 Ancora un saluto a Don Mario............42 Il Fumetto: Rapaci....................................................43 Nel cuore.............................................44 Le storie di Max: Fiorella Mannoia.....................................45 Un’auto tutta nuova per l’ATAMO......46 Oroscopo..............................................47 Agenda ................................................48 Da Fabrica di Roma con amore .........49 Messaggi.........................................51-51 I nostri amici ......................................52 Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59 Annunci gratuiti ............................60-61 Selezione Offerte Immobiliari.......63-64 Foto di copertina concessa da Madonna del Botticelli Campo de’ fiori Il miracolo di Natale E di Sandro Anselmi di nuovo Natale. Tra qualche giorno saluteremo anche l’anno che è passato, l’ultimo del primo decennio del terzo millennio, per entrare in quello che verrà, e con l’avvento delle Sante Festività voglio dimenticare le troppe cose che non vanno e parlarvi solo d’amore! Se provassi, infatti, ad elencare i tanti e tanti problemi che affliggono il nostro vivere, non basterebbero tutte le pagine di questa rivista, ma siccome è raro, invece, che si parli oramai di sentimenti, questa è l’occasione migliore per farlo. La gioia pura delle feste più lunghe dell’anno è commovente, meravigliosa e regala sogni… Sogni che diverrebbero miracoli se immaginassimo che nella Notte Santa tutti i bambini spariti nel nulla bussassero alla porta di casa per riabbracciare le loro mamme ed i loro papà; che i soldati sparsi nelle guerre di tutto il mondo, tornassero alle loro famiglie; che tutti gli ammalati guarissero; che i disoccupati trovassero lavoro; che i disperati ritrovassero la pace perduta; che i dubbiosi e gli incerti ritrovassero la chiarezza e la fede… Lo so, è un sogno, ma il miracolo è proprio qui! E’ sognare ancora, almeno per una notte, quella che vorremmo infinita, la Notte di Natale! Ringrazio adesso tutti i collaboratori, gli sponsor, gli abbonati, gli internauti, i lettori, che con costanza e fedeltà seguono Campo de’ fiori. Con l’Accademia Internazionale d’Italia abbiamo premiato l’arte con i Premi Stampa alla rassegna teatrale del Palarte di Fabrica di Roma; al XX Festival della Canzone Romana; al Minifestival Città di Viterbo. Premiato la cultura con il Premio Stampa al Premio Letterario Nazionale Roncio D’Oro; l’edizione del primo libro della collana Philosophica del Prof. Massimo Marsicola: Il Bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo. Promosso la solidarietà con l’organizzazione di una festa carnevalesca per i ragazzi “speciali” presso la sala F. Cicuti di Civita Castellana; realizzato un calendario dell’anno 2011 che vede protagonisti i ragazzi “speciali” del Centro Socio Educativo Rosa Merlini Frezza di Civita Castellana. Testimoniato il sociale con l’assegnazione del Primo Premio Cuoricino d’Oro, al ragazzo che, per meriti, si era distino nell’anno 2009. Auguro di cuore a tutti, ma proprio a tutti, Buone Feste e che l’anno nuovo, porti solo tante cose buone. 3 Campo de’ fiori 4 A Corchiano per La notte Santa Norma Martelli, la gioia di vivere il La moglie del Maestro Nicola Piovani, da attrice Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna. E Norma Martelli, moglie del maestro Nicola Piovani, lo è. Io ed un gruppo di giovani, tutt’altro che attori, abbiamo avuto il grande onore, il privilegio ed il piacere di lavorare con lei e non potevo certo farmi sfuggire l’occasione di intervistarla. Ci siamo conosciute a metà Ottobre, quando sono stata contatta per mettere in piedi un piccolo spettacolo natalizio ideato sulla falsa riga del noto presepe vivente di Corchiano, che da quarantuno anni caratterizza il paese in questo particolare periodo dell’anno. andarlo a vedere, perchè sono curiosa di sapere quale attrice hanno messo al mio posto. Ho avuto degli anni molto intensi di lavoro, poi l’incontro con Nicola mi ha cambiato la vita e ne sono felicissima, perché ho assaporato la bellezza di fare il teatro quand’ero ragazza, e successivamente la bellezza di metter su una famiglia. Con la nascita del primo figlio, che comunque ho avuto tardi, a trentasette anni, e poco dopo del secondo, Rocco, infatti, ho deciso di dedicarmi alla famiglia. Ma come è cambiata, dunque, anche dal punto di vista lavorativo, la tua vita? Prima ero sempre in giro: da ottobre a Cara Norma, partiamo da una mia maggio con la tournèe, poi facevamo Ermelinda Benedetti e Norma Martelli durante l’intervista l’estiva, poi i vari lavori al cinema e tv. curiosità. Di dove sei originaria? provare anch’io ad intraprendere questa Sono nata e vissuta a Firenze, fino a che Anche dopo, però, ho sempre continuato a strada. Misi su una piccola compagnia ed il non ho deciso di fare il teatro. Anche se in lavorare, perché con Nicola abbiamo primo spettacolo che facemmo fu “Il diario realtà avevo iniziato a farlo già a scuola, messo insieme una bella compagnia teadi Anna Frank”. dalle suore. Mi assegnavano sempre il trale, che, anche se ha fatto cose prettaLa tua famiglia è stata contenta della ruolo della strega o del diavoletto, nelle mente musicali, la mia partecipazione c’è tua scelta? Sacre rappresentazioni, mentre io volevo sempre stata o in palcoscenico, come voce I miei non mi hanno mai osteggiata, mi fare l’angelo. Poi mi sono trasferita a narrante, o nell’organizzazione, o come hanno lasciata libera di scegliere. Sono Roma, ma sono sempre molto legata alla regia, sebbene chiamarla proprio così mi stata fortunata, anche se la loro aspiraziomia città. Tant’è che il mio primo figlio ho sembra un po’ esagerato. Ma questo mi ne, credo, fosse quella di vedermi lavorare voluto chiamarlo Duccio, un nome tipicapiace tantissimo. in banca, dopo il diploma di ragioniera. mente toscano. Quindi ami di più fare l’attrice o la Sono la seconda di tre figli e l’unica ad Ecco, poi ti sei trasferita a Roma e regista? aver intrapreso la carriera artistica. come è iniziata la tua carriera da Fare la regista. Mi viene brutto dire così Tu hai lavorato molto in teatro, ma attrice? perché non mi sento una regista, però anche al cinema ed in tv. Non c’è stato proprio un momento in cui sicuramente in questo momento della mia I primi anni ho fatto solo teatro, poi, come ho detto “vado e mi trasferisco a Roma”, è vita non mi piace stare in palcoscenico. Mi spesso capita, ho avuto delle belle espevenuto naturale, anche perché, in realtà, piace tanto, invece, partecipare alla crearienze anche in cinema. Mi è capitata la quando l’ho fatto, avevo già cominciato a zione dello spettacolo. Ormai far l’attrice fortuna di essere stata scelta per recitare lavorare al Teatro Stabile di Firenze. Ho mi mette un po’ di ansia, stare dall’altra in un film bellissimo, “La notte di San sempre avuto una grande passione per la parte no. Mi piace seguire gli attori. Ho Lorenzo” dei fratelli Taviani; poi ho inconrecitazione, perché anche mio padre facescritto un monologo con una attrice giovatrato Comencini col quale ho fatto in tv “La va l’attore in piccole compagnie filodramnissima, appena uscita dall’Accademia, ed storia” di Elsa Morante; ed ancora “Stanno matiche. Il ricordo di lui risale a quando insieme siamo riuscite proprio a costruire il tutti bene” di Tornatore, del quale, tra l’alavevo cinque o sei anni, dopodiché l’ho sentimento del personaggio. Lì ho capito tro, ho saputo hanno fatto il remake con dimenticato e mi è riaffiorato alla mente a che questa era la cosa che volevo fare ed De Niro al posto di Mastroianni e voglio diciassette anni, quando ho sentito di voler ho avuto la stessa esperienza con un’attri- este F e n o u B Campo de’ fiori 5 ce di grande spessore, Angela Pagano, che certo non aveva bisogno delle mie indicazioni tecniche, ma abbiamo realizzato uno spettacolo bellissimo che spero di poter portare anche a Corchiano, visto che, oltretutto, è nato qua. Come è partita, invece, l’idea di questo spettacolo, “La notte Santa”? Da Quinto (Prosperi), il presidente della Pro loco. Quest’estate, insieme a Roberta (Silveri), mi è venuto a trovare dicendomi che sarebbe stato bello poter fare una rappresentazione del presepe per le persone anziane, disabili, che non possono attraversare la tagliata per raggiungere il vero luogo del presepe vivente, benché stupendo. Ho detto subito di sì, ma, certo, non sapevo se a Corchiano ci fosse “materiale umano” con il quale poter lavorare, anche se so che ci sono tanti giovani impegnati nel campo artistico. Poi ho trovato questo gruppo meraviglioso, che mi piacerebbe Dall’alto, prima fila da sx: Daniele Santini, Quinto Prosperi, Andrea Giulianelli, Massimo non lasciare più. Benedetti. Seconda fila da sx: Simone Benedetti, Giustino Roca, Norma Martelli, Roberta Silveri. Ma come è stato lavorare con noi che Terza fila da sx:la piccola Chiara Cenciarelli, Francesca Piergentili, Ileana Ridolfi, Daniela il mestiere dell’attore non lo conoCrescenzi, Maria, Renata Nenci.Quarta fila da sx: Laura Testa, Marianna Prosperi, Elisa Ridolfi, sciamo affatto? il Maestro Nicola Piovani, Alessandro Pirri, Ermelinda Benedetti, Massimo Pacelli. Bellissimo. Anche i miei amici, che sono be piaciuto interpretare e credo anche che venuti a vedere lo spettacolo in questi esperienza, di lasciare voi ragazzi. ci sarei riuscita bene, perché sarebbero giorni, me lo hanno chiesto. Ho capito che Come trascorrerai questo Natale? stati consoni al mio modo di essere attrice. mi piace tanto perché non siete né attori A differenza degli altri anni, non saremo a Ora, se dovessi lavorare ad un nuovo spetné aspiranti attori, quindi c’è una genuiniCorchiano, per la prima volta, da quando tacolo, mi piacerebbe molto affrontare tà che è difficile trovare. Non avete vizi, né sono nati i figli. Siccome però sono già due autori contemporanei. quelle ansie che loro si portano dietro. anni che alcuni nostri amici non possono Prima accennavi al tuo incontro con Quando si comincia un lavoro bisognerebraggiungerci, abbiamo deciso di trasferirci Nicola, che ti ha cambiato la vita. Ma be dimenticarsi di tutto il bagaglio acquisinoi in Sicilia. Sono tanto contenta perché che significa essere la moglie del to fino a quel momento, ricominciare da Catania la sento una città mia, a parte, Maestro Piovani? zero, come se non si fosse fatto mai nulla. ovviamente, Firenze, dove sono nata, Con Nicola ci siamo conosciuti in teatro. Gli attori professionisti, spesso, invece, si Roma, dove vivo, e Corchiano, dove traCurava le musiche di uno spettacolo, nel trincerano dietro cose che già sanno. Poi scorro molto tempo, soprattutto d’estate, quale io mi trovavo a recitare. Quindi il ho scoperto tante cose, ad esempio che tanto da poter dire di essere diventata più teatro e la musica ci uniscono molto. chi non fa l’attore, e quindi non conosce le corchianese di Nicola. Vivere vicino a Nicola è bellissimo perché, tecniche specifiche che vanno studiate ed avendo entrambi queste passioni, siamo in affinate, ha molta più facilità a parlare in L’8 Dicembre, il “grande debutto”, replicasintonia, a parte i problemini tra marito e coro o in versi, che hanno già una propria to, poi il 12. Ecco, siamo in fila, pronti per moglie (dice sorridendo, musicalità, tipico della entrare. “Concentrazione”, ripeto io agli sottovoce). Poi lui mi nostra tradizione orale. altri e “Silenzio”, raccomanda Maria. Parte segue, hai visto, viene Questo è un lavoro che la musica in sala, le luci man mano si alle prove, mi dà consigli. mi piacerebbe approspengono. La porta si schiude e via, ad Sono trentuno anni che fondire. uno ad uno, con incedere lento ci avviamo stiamo insieme. Tra tutti i personagal palco. “Che Dio ce la mandi buona”, In cosa sei impegnata gi che hai interprepenso, e come me, immagino, tutti gli in questo momento? tato al teatro, ce n’è altri. Posizione e tutti in coro “Quando verOra sto lavorando ad un uno al quale sei parrai Signore a liberare la gente che ti aspetprogetto del tutto nuovo ticolarmente legata, non tardare più affretta promesso per me. Mi hanno chiesto ta? Salvatore…” di curare la regia di un Be’, sì. E’ il personag- Maria, l’assistente, e Norma Martelli Fine. Le luci si riaccendono tra gli applauballetto per bambini. Debutteremo a gio di Pandora, del primo grosso spettacosi scroscianti dei presenti. Norma, insieme Febbraio, al Teatro Sistina. Poi mi sto dedilo che abbiamo fatto con la “Compagnia alle sue preziose collaboratrici, Maria e cando ad una storia in danza che racconta della Luna”, scritto da Cerami. Si raccontaValentina, è chiamata sul palco. Il sorriso tre bellissimi miti greci. Ed ancora per il va la storia del secolo scorso ed io interentusiasta, che ci ha accompagnato in Teatro Quirino, a Maggio, preparerò uno pretavo la moglie di un uomo che si chiaquesto mese di prove, è rotto dal luccichio spettacolo con questa attrice giovanissima ma appunto Novecento, impersonato da degli occhi, pieni di emozione, come se, di cui ti parlavo prima, un altro monologo Lello Arena. E’ stata un’esperienza bellissianche per lei, questo fosse stato il primo tratto da “Teresa Battista stanca di guerma, anche perché era la prima volta che di tutti i debutti. ra”, di Amado. In tutto questo, non posso lavoravo con un’orchestra vera alle spalle. Grazie Norma! Ti aspettiamo… certo dimenticarvi di voi. Voglio dire una C’è invece un ruolo che avresti voluto Ed ora, cari lettori, non vi resta che andacosa che mi farebbe piacere scrivessi: ricoprire , ma che non ti è mai capitare a vedere il Presepe vivente di sono stata molto contenta di conoscervi e to? Corchiano, nella sua scenografia naturale anche Maria (“l’aiuto regista”, ndr), senza No, a dir la verità no. Però, forse mi sarebinimitabile. la quale ormai non faccio più nessun lavoErmelinda Benedetti be piaciuto affrontare bene Pirandello. Ci ro, è dispiaciuta che finisca di già questa sono alcuni suoi personaggi che mi sareb- Campo de’ fiori 6 Torna sul palco del Testaccio con il regista Salvatore Scirè ENIO DROVANDI Dice del celebre regista scomparso da poco: “Sono l’unico caratterista Italiano rimasto ad aver fatto ben quattro film con Mario Monicelli... Lo devo ringraziare perché mi ha dato modo di fare una bella carriera” L’occasione per rivedere in scena Enio Drovandi, è il nuovo spettacolo portato in scena dall’autore e regista Salvatore Scirè al Teatro Testaccio di Roma, e non ci facciamo scappare l’occasione. Icona toscana di numerosi film di successo dagli anni ’80 in poi, Enio Drovandi nativo di Pistoia ed amico di Roberto Benigni non è mai stato interprete toscanaccio ma interprete sobrio di personaggi variabili studiati ad hoc per la sua parlata caratteristica. Lo ricordiamo come il vigile urbano in “Amici Miei Atto II”, il simpaticissimo barista Totip de “I ragazzi della terza C, oppure Cecco, il fotografo di “Sapore di Mare”. Giovanissimo, inizia a recitare accanto ai grandi dell’epoca : Lino Banfi, Jerry Cala’, Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Enrico Montesano, Renzo Montagnani, Marcello Mastroianni… Già nel 1988 e nel 1989 riceve il Telegatto insieme al cast de “I Ragazzi della Terza C”, successivamente, nel 1994, è premiato come miglior caratterista italiano e tra il 1998 e il 1999 riceve il “Microfono d’argento” come miglior cabarettista Premio SIB; nel 2006 è “Maschera d’Argento”, premio italiano Ernesto Calindri per il Cinema Toscano. Viulentemente mia (1982), Amici Miei Atto II (1982), Tu mi turbi (1983), Sapore di Mare (1983), L’estate sta finendo (1984), Le due vite di Mattia Pascal (Monicelli, 1985), Ferragosto OK (1986), Speriamo che sia femmina (Monicelli, 1986), Rimini Rimini, un anno dopo (Corbucci, 1987), I Ragazzi della Terza C (1987-1989), I Picari (Monicelli, 1988), Abbronzatissimi (Gaburro, 1991), Lo Zio d’America 2 (Serie TV, 2006), Un Ciclone in Famiglia (Serie TV, 2006), Gli ultimi della Classe (Biglione, 2008) sono alcuni dei numerosi film interpretati, insieme a spettacoli teatrali quali Mettete dei fiori nei vostri cannoni (regia G. Casciani) oppure da lui stesso diretti quali A noi piace così, Sapore di Mare in musica, Permette questo ballo?, Orgogliosi di essere toscani, Pago quando ho caldo. Enio, tu hai iniziato negli anni ‘80 interpretando grandi film e film chiamati b-movie ma che riscuotevano grande successo di pubblico… “Si, devo dire che ho preso al volo l’ultimo colpo di coda di un cinema e di un modo di fare spettacolo che da li a poco si sarebbe perso. Come dico sempre, tutto è finito dopo il 1977. E’ venuta a mancare la base fondamentale, di quel cinema che è stato forte. Era un cinema fatto da grandi attori e da grandi caratteristi. Il cinema non lo fanno solo gli attori, anzi, la storia la fanno i caratteristi che in Italia hanno ruoli minori. In America sono Al Pacino e Robert De Niro, grandi caratteristi, oltre che grandi attori. In quel periodo storico in Italia c’erano dei grandi attori e dei grandi caratteristi perché c’era una scuola alle spalle. Oggi, purtroppo non esiste nessuna scuola.” Da poco ci ha lasciato un grande regista Mario Monicelli, tu hai lavorato con lui, vero? “Sono l’unico caratterista Italiano rimasto ad aver fatto ben quattro film con Mario Monicelli : Speriamo che sia femmina, dove facevo don Maurizio ed inventari la famosa battuta: Madonna del parabrezza! , che non era nel copione. Amici Miei Atto II, I Picari, Il fù Mattia Pascal con Mastroianni che mi ha insegnato molto. Ricordo mi diceva : Toscanino Campo de’ fiori (mi chiamava così!), tu non devi fare altro: pensa solo a quello che dici. Mario lo devo ringraziare perché mi ha dato modo di fare una bella carriera. Cosa che oggi non sarebbe stata possibile.” Cos’è il Compleanno della Vita? “Ad ottobre ‘89 era l’ultimo anno che facevo il serial dei Ragazzi della Terza C, ero Totip il barista, ed ebbi un bruttissimo incidente con la macchina. Ero proprio morto. Sono rinato, sia letteralmente che praticamente, e da allora decisi di festeggiare la mia nuova nascita. La prima volta fu una cena tra amici : eravamo trenta. E decisi che ogni anno avrei festeggiato tra ottobre e novembre la mia seconda data di nascita. Tant’e che la cosa è diventata un evento. Quest’anno eravamo quasi mille all’ Heaven. I miei amici vengono da tutta Italia, sono miei ospiti ed io all’ingresso do un regalino a tutte le donne, perché omaggiando le donne è come se omaggiassi la vita perché nasce dalle donne.” In questo periodo poi Enio Drovandi organizza insieme ad altri amici “Il Pranzo della Terza Età” dove dà la possibilità a tutte le persone che hanno oltre 70 anni di mangiare in alcuni ristoranti che vengono pagati con i proventi di alcuni spettacoli. Sicuramente un grande personaggio che Ennio insieme al nostro Sandro Alessi, dopo l’intervista oltre ad essere un grande artista è una persona di grande umanità. Enio, che il prossimo anno continui a portarti grande felicità! Sandro Alessi Buone Feste 7 8 Campo de’ fiori CURRICULUM VITAE Maria Teresa Di Bari Maria Teresa Di Bari, nasce a Castellana Grotte (Ba), e dopo aver capito che il suo destino era nel mondo dello spettacolo, ben presto si trasferisce a Roma dove decide di seguire alcuni dei corsi più importanti quale quello di recitazione, espressione corporea e mimo presso la Scuola Permis de Conduire tenuto da Masimiliano Milesi, il Seminario sulle Tecniche base della commedia dell’arte con Claudio De Maglio, alcuni stage con Michele Placido e Paolo Perelli presso il teatro dei Satiri ed il workshop intensivo sul metodo Strasberg con Joseph Ragno, coach dell’ Actor Studio di New York. Per educare la sua voce decide di seguire il corso di doppiaggio presso la Fono Roma ed amando il canto, decide di seguire anche un corso di canto e recitazione presso la Have a Dream con Claudio Insegno e Timothy Dalton. Per il Teatro interpreta “Romeo e Giulietta” di Shakespeare con la regia di Damiani, “Have a Dream”, musical con la regia di Claudio Insegno, “Permette questo ballo?”, musical con Enio Drovandi, “Piccole Donne” con Clemente Pernarella, “Cantico di un Natale qualunque” con Franco Oppini e “Se il maniaco viene a Cena” scritto e diretto da Salvatore Scirè. Anche il cinema le apre le porte infatti, dopo aver partecipato in televisione a Domenica In, nel 2008 interpreta “L’Imbroglio nel lenzuolo” di Maria Grazia Cucinotta, “I Mostri oggi” diretto da Enrico Oldoini, “Febbre da Fieno” con la regia di Laura Luchetti e “Father” con Franco Nero e Claudia Cardinale per la regia di Pasquale Squiteri. Tra le sue esperienze anche quelle di speaker televisiva e presentatrice (Una ragazza per il cinema, Gran Gala’ Ferrari, Un volto per fotomodella, Zelig Tour, All Casting Show). Insomma un’artista davvero poliedrica e di una bellezza italica a cui auguriamo uno splendido futuro. Sandro Alessi Maria Teresa Di Bari e Sandro Alessi B U O N E F E S T E Campo de’ fiori 11 Procuste ed altri galantuomini Non è giusto doversi sempre adattare, facciamoci consigliare bene L’antica Grecia era piena di personaggi strani ed un tantino inquietanti. Perifete era solito uccidere i viandanti con una grossa clava ricoperta di bronzo. Sini legava i piedi delle sue vittime alle cime di Paolo Balzamo due pini che aveva Responsabile piegato fino a terra e Formazione ed Informazione fissato con delle funi; Centri Ottici Lisi lasciava quindi tornare gli alberi alla loro & Bartolomei www.lisi- barto- posizione originale tagliando le funi e i lomei.com poveretti finivano squartati. Scirone costringeva i viaggiatori a lavargli i piedi su una scogliera, e mentre erano chinati, con un calcio li buttava giù tra le onde, dove venivano immediatamente divorati da una testuggine gigante. Cercione, fortissimo, aveva la brutta abitudine di sfidare i passanti ad un incontro di lotta e, dopo averli battuti, di ucciderli. Il più originale però era Procuste, maniaco della precisione ancora più del detective Monk. Ospitalissimo, offriva di riposarsi ai viaggiatori che incrociava sulla strada tra Atene ed Eleusi. Però non sopportava il disordine, per cui, una volta coricati, se erano più corti o più lunghi del letto offerto loro, li legava e provvedeva ad “adattarli” allo stesso o stirando loro le membra con delle carrucole o mozzandogli opportunamente i piedi e le gambe. Il concetto era chiarissimo: il letto ha le dimensioni giuste, guai a dubitarne, sono loro che si devono adattare! Hai comprato un paio di scarpe, ma ci cammini male? Il numero è quello giusto. Ti devi adattare! Il maglione nuovo è troppo ruvido e ti irrita la pelle? La lana pura fa così. Ti devi adattare! Gli occhiali nuovi ti danno fastidio? Il potere delle lenti è quello della ricetta. Ti devi adattare! Quante volte sei stato trattato, sia pur meno drasticamente, al pari degli ospiti del sig. Procuste? Quante volte ti hanno detto che ti dovevi adattare? Quanti acquisti inadeguati sono finiti, praticamente inusati, dimenticati in un qualche recondito cassetto? E quanti piccoli complessi di colpa ne sono conseguiti? “E’ colpa mia, non sono riuscito ad adattarmi” Tadadattà, tadadattà, tadadattà! Certo, se le scarpe le hai comparate da un discount senza l’assistenza di un commesso esperto, se il maglione l’hai preso in un supermercato e se gli occhiali li hai acquistati in farmacia, non te la puoi Buone Feste da prendere che con te stesso: il rischio dell’acquisto inadeguato, e conseguente mancato adattamento, è totalmente tuo! Ma se l’acquisto è seguito da un esperto della materia, che sappia valutare le tue esigenze e che ti aiuti nella scelta del prodotto più adeguato ai tuoi bisogni, allora l’eventuale mancato tuo adattamento è colpa sua e della sua incapacità di consigliarti adeguatamente, quindi non devi rassegnarti a sentirti ripetere la solita tiritera “Tadadattà, tadadattà, tadadattà!” Nei nostri centri ci sforziamo di porre la massima attenzione al benessere visivo di chi si rivolge a noi, tanto che rilasciamo a tutti i nostri clienti il “privilegio di soddisfazione garantita”, ossia due interi mesi di tempo per verificare il confort e l’efficienza degli occhiali da vista acquistati. In questo periodo siamo pronti a sostituire sia le lenti che la montatura, variando il tipo, il potere, il materiale, il colore, il modello. E lo mettiamo sempre per iscritto! Niente male, no? Altro che Tadattattà! Però un consiglio: non adattarti troppo ad essere trattato così bene da tutti: potresti rimanere deluso! Hasta la vista P.S. A Proposito: puoi visitare tranquillamente la Grecia: quei signori inquietanti sono stati tutti uccisi da Teseo, quello di Arianna e del Minotauro.... Campo de’ fiori 12 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Roma e Caravaggio, l ’amore della città per uno straordinario pittore Roma e Michelangelo Merisi da Caravaggio, un rapporto del tutto particolare fra la città eterna e questo straordinario pittore, un giovane acceso di passione, a volte brutale, carnale, ma anche angelico, a di Riccardo Consoli volte maledetto, un personaggio geniale. Demonio e angelo al tempo stesso, torbido e violento, ma anche capace di delicatissimi madrigali dedicati alla sua amante Maddalena Antonietti, la donna a cui è sentimentalmente legato. A Milano, durante una banale lite con un compagno, accesa dalla presenza di donne e dagli sguardi di persone che incitano alla brutalità, MIchelangelo si macchia del suo primo delitto, estrae la spada e colpisce a morte il giovane amico; la conseguente condanna lo accompagnerà per tutta la vita cambiando i rapporti con i suoi fratelli e costringendolo a lasciare Milano alla volta di Roma. Il padre Fermo Merisi e la madre Lucia Aratori appartengono alla piccola nobiltà, anche se una storia popolare racconta che il padre era un semplice imbianchino e la madre una donna di malaffare; in realtà il padre è sovrintendente alle opere Francesco murarie di di Sforza Marchese Caravaggio, un uomo benestante con abilità di architetto che, oltre ad alcune proprietà, gode di un reddito fisso da parte Marchesi degli stessi Sforza. Quando Michelangelo viene alla luce la vita non è di certo facile, l’incertezza e l’instabilità economica sono le caratteristiche peculiari degli anni posti a cavallo tra il cinquecento e seicento, è questo un periodo in cui si vive una realtà particolare; solo i ricchi e gli aristocratici hanno importanza, e nascendo in un ambiente benestante egli gode, quindi, di una certa tranquillità e agiatezza, ma il padre muore quando è ancora un fanciullo in seguito all’epidemia di peste del 1577, e ha soltanto tredici anni quando la madre firma un contratto di apprendistato presso la bottega del pittore Simone Peterzano, dove Michelangelo impara a dipingere piccoli quadri. Poi l’imprevisto! Quando arriva a Roma l’effetto è sconcertante, superata Porta Flaminia, si trova a Piazza del Popolo dove vede i resti di alcuni condannati a morte appesi alla porta, comprende subito quale potrà essere la sua realtà in un mondo tormentato e sofferente; alcuni anni dopo, come ricordato in altra occasione, assiste alla decapitazione di Beatrice Cenci, della matrigna e del fratello Giacomo Un barbiere così lo descrive: “ … è un giovinaccio grande di vinti o venticinque anni, con poco di barba negra, grassetto con ciglia grosse ed occhio negro, che va vestito di negro, non troppo ben in ordine, che porta un paro di calzet- Buone Feste Campo de’ fiori te negre un poco stracciate, che porta li capelli grandi longhi dinanzi … “. I primi tempi sono duri e mortificanti, soprattutto a causa del suo carattere spigoloso ed aggressivo che di certo non lo facilita ad avere un buon rapporto con gli altri, tra l’altro, in quel primo periodo romano Michelangelo ha già contratto la malaria, malattia che contribuirà ad alterare il suo sistema nervoso, un’infermità che rende il suo fisico fragile e vulnerabile in contrasto con il carattere irascibile; nel Bacchino malato, una delle sue prime opere, egli si raffigura con lo sguardo vivo ed intenso che contrasta con la malinconia provocata dalla malaria. Per sopravvivere è costretto a dipingere copie di quadri sacri e con il poco ricavato paga il prezzo di un alloggio presso una pensione gestita da tale Monsignor Pandolfo Pucci, che il pittore ha soprannominato Monsignor insalata, con riferimento al modesto vitto fatto di sole verdure che lo stesso Monsignore offre ai suoi clienti; ben presto si trasferisce presso la bottega di Lorenzo il Siciliano un mediocre pittore dell’epoca dove riesce a dipingere soltanto teste di santi, dopo di che, per un breve periodo di tempo, ha come maestro tale Antivenuto Grammatica un pittore senese il cui bizzarro nome è dovuto alla sua prematura nascita. Tuttavia, grazie all’apprendistato presso queste botteghe, Michelan-gelo acquista rapidità d’esecuzione visto che i due pittori producono opere in serie e in grande nu-mero di copie. Ciò lo costringe a dipingere ra-pidamente, per cui in quei primi anni riesce a creare un gran numero di tavole. Dopo questa esperienza approda alla corte di Giuseppe Cesari meglio noto con lo pseudonimo di Cavalier d’Arpino, uno dei pittori più in voga negli ambienti romani, quì: “ … fu applicato a dipinger fiori e frutti sì bene contraffatti, che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che oggi tanto diletta … “ Ancora una volta il giovane pittore si sente poco stimolato da ciò che il maestro gli propone e questa sua insoddisfazione, sommata ad un episodio che lo vede ricoverato all’ospedale per il calcio ricevuto da un cavallo, senza che il suo maestro gli renda visita, è motivo di litigio tra i due e della conseguente rottura del rapporto con 13 la bottega del Cesari. Michelangelo si mette in proprio, ma la sua vita è caratterizzata da una condotta senza regole, viene molto spesso citato per fatti di violenza nei quartieri più turbolenti della città, la qual cosa contribuisce ad alimentare il mito di Artista bohémien che trae ispirazione dalla vita di strada, dai fatti di sangue e dal malaffare. I vari personaggi che posano per i suoi dipinti, infatti, provengono tutti dalla strada, si tratta della gente umile che frequenta, peraltro, non può permettersi di retribuire modelli professionisti. ... continua sul prossimo numero 14 Campo de’ fiori CINEMA NEWS CRIME D’AMOUR Genere: Thriller; regia: Alain Corneau; sceneggiatura:; interpreti: Kristin Scott Thomas, Ludivine Sagnier; montaggio:; scenografia:; musica:; distribuzione:. di Il regista francese Alain Maria Cristina Corneau (Tutte le mattiCaponi ne del mondo) - scomparso lo scorso agosto all’età di 67 anni dirige Kristin Scott Thomas e Ludivine Sagnier in un thriller sulle disavventure del desiderio femminile all’interno dell’ambito lavorativo. In questa pellicola presentata nella Sezione Ufficiale Fuori Concorso del Festival Internazionale del Film di Roma 2010, due donne si trovano improvvisamente a confronto tra loro, negli asettici uffici di una potente multinazionale. Si da inizio così a un perverso gioco di seduzione e dominio che finirà per spingersi fino a un punto di non ritorno. Ma, partiamo dall’inizio. All’introversa Isabelle (Ludivine Sagnier) piace lavorare come assistente di Christine, executive manager di un’impor- tante multinazionale, ma l’aria che si respira all’interno dell’ufficio di Christine è tutt’altro che salubre. Dosando bene la somministrazione quotidiana di carota e bastone nei confronti dei propri dipendenti, la popolarità negativa della dirigente non è mai stata ai massimi storici più di così. A rimanerne scottata è soprattutto la servile Isabelle, desiderosa di ricambiare l’offesa ricevuta. La vendetta di una donna che odia un’altra donna si esercita pertanto fuori da pressoché tutte le leggi e da qualsiasi diritto, senza che nessuna ombra del dubbio squarci la sua mente. Oltre il mobbing e la strategia di dequalificazione professionale messa in atto da Christine, il corto circuito tra le due rivali tocca il terreno dei sentimenti e la giungla degli appetiti sessuali etero e non. Niente di esplicito sia chiaro, eppure non è neanche così sbagliato intravedere qualcosa di pruriginoso nelle carezze con cui Christine risarcisce al principio gli sforzi di Isabelle. In un certo senso, Crime d’amour potrebbe essere il soggetto perfetto per uno di quei romanzi hard-boiled alla Raymond Chandler o alla John Goodis, però in versione femminile. Nel prefinale, la pellicola di Corneau ha più di un’affi- nità con il godibile Match Point di Woody Allen, dove la persona colpevole di un crimine premeditato con maniacale precisione si appella alla sua buona stella per sperare nell’immunità totale. Tuttavia, a una mente efficiente, un nesso di riferimento con il capolavoro Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewicz e con la parabola morale del “chi la fa l’aspetti”, potrebbe risultare valido. L’eccellente Kristin Scott Thomas interagisce sia con gli amici sia con i nemici, muovendosi con la felina sensualità di una leonessa, che sa di doversi svegliare ogni giorno e dover correre più veloce della sua preda. Purtroppo, per l’ennesima volta, l’attrice anglofrancese non riesce a trovare un autore e uno sceneggiatore che esalti, con dialoghi taglienti, ogni superficie della sua spigolosa recitazione. Era già successo per il precedente L’amante inglese e lo stesso si verifica ora con Crime d’amour. Almeno questa volta, però, Scott Thomas ha trovato in qualcuno come Ludivine Sagnier, pane per i suoi denti. Buone Feste Campo de’ fiori 15 PARI OPPORTUNITA’ Italia fanalino di coda in Europa La classifica 2010 sul Gender Gup del World Economic Forum, fotografa un’Italia ancora deficitaria in materia di pari opportunità. Il nostro paese, infatdell’Avv. Ilaria ti, scende dal 72° al Becchetti 74° posto nella classifica che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in 134 stati e si piazza dopo Malawi e Ghana, a un passo da Angola e Bangladesh. Ai primi posti nel mondo per l’istruzione, le donne italiane restano ancora ben lontane, dunque, in termini di pari opportunità nel lavoro, rispetto ai loro colleghi uomini. Il WEF calcola la materia delle pari opportunità sulla base di quattro criteri: partecipazione alla vita economica, istruzione, coinvolgimento politico e salute. In tema di partecipazione alla vita economica l’Italia è addirittura al 97esimo posto e vola al 121esimo, praticamente in fondo alla classifica, in tema di eguaglianza dei salari uomo-donna per lavoro simili. Gli altri parametri considerati, coinvolgimento alla vita politica e istruzione, vedono un piazzamento dell’Italia più dignitoso (rispettivamente 54esimo e 49esimo posto). La classifica è guidata da Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia, dove campeggia l’assenza di discriminazioni uomo - donna; l’Italia, invece, continua a risultare uno dei paesi dell’UE con il punteggio più basso. Interessante notare come si piazzino alti in classifica Lesotho (8), Sud Africa (12) mentre il nostro paese risulta preceduto anche da Repubblica Dominicana, Vietnam, Romania e Tanzania. L’Italia, dunque, paese civile ed industrializzato sulla carta, in materia di pari opportunità subisce il sorpasso anche dei paesi del cosiddetto “terzo mondo”, e naviga nelle parti basse delle classifica a causa dello scarso indice di partecipazione e opportunità nella vita economica del paese. È chiaro, perciò, che il Paese ha bisogno di una vera rivoluzione per le pari opportunità. È necessario creare una maggiore sensibilità nell’ambito delle nostre Istituzioni: servono incentivi fiscali all’occupazione femminile e un serio potenziamento dei servizi che consentano alla donna di conciliare lavoro e famiglia, per renderla così compatibile con la partecipazione economica. Partecipazione femminile di cui un paese, che vuole dirsi civile, avanzato, e che voglia guardare al futuro con ottimismo, non può certo fare a meno. Campo de’ fiori 16 di Carlo Cattani Cast In Bronze Le campane “ On the road ” di Frank Della Penna Qualche anno fa , i quotidiani riportavano ,con enfasi, notizie su alcuni provvedimenti in via di approvazione da parte del Comune di Genova per limitare i “rumori molesti” dei rintocchi delle campane appese ai tanti campanili del capoluogo Ligure; querelle non nuova , perché analoghe istanze , finalizzate al “silenziamento” del suono delle campane ,c’erano già state …..pure nella “Città Eterna” che, dall’alto del suo primato in fatto di chiese , più di 300 solo quelle d’interesse storico monumentale, se ne intende di …..rintocchi; …..ma ancora prima , era l’estate del 2006 , rimbalzava la notizia sul “disturbo della quiete pubblica” perpetrato dai campanacci di 15 mucche al pascolo in Alto Adige …..MUCCHE ALLA RISCOSSA !!!....Poco da riderci sopra : il querelante, un albergatore di un paesino vicino Brunico intentava causa verso un pastore suo vicino, colpevole con le sue vacche “campanare”, di frastornare i clienti dell’albergo durante la movimentazione quotidiana della mandria ….lo stesso pastore veniva “frastornato” dalla richiesta di un cospicuo risarcimento danni ……hai voglia a strizzar “ sisette” ! Possiamo immaginare la scena ”da commedia all’Italiana” : nel cuore dell’estate , sull’uscio del tribunale di Brunico ,famiglia in trepida attesa , con bagagli già stivati in macchina e motore acceso , il povero giudice incaricato di dirimere “sta faccenda dei batacchi ” tutto preso ad impartire le ultime raccomandazioni ai suoi collaboratori e suggerire alle parti in lite di prendersi un tempo per tentare di raggiungere la via di un ragionevole compromesso , prima di ……..”suonarle” ,lui , con un suo provvedimento al ritorno dalle vacanze…….vroom ! Il futuro cosa ci potrebbe riservare ? Visti i tempi non proprio idilliaci per le relazioni interpersonali e la tolleranza ……forse accese riunioni di condominio con all’ordine del giorno il divieto di azionare il carrillon sulle culle dei “Voi sonerete le vostre neonati” ? trombe, noi soneremo le nostre campane! “ …….esclamava il famoso Pier Capponi , ambasciatore della repubblica di Firenze,sfidando le minacce d’invasione del “franzoso” Carlo VIII ……. meglio le trombe di varia tonalità delle nostre auto ,pesci poco sguizzanti dei nostri inquinati fiumi meccanici cittadini o qualche rintocco di campana ,residuo di un tempo che non c’è più ? Io sto con le c a m p a n e……senza tirare troppo la corda , però ! Il postino nei mesi scorsi ha suonato più volte…….il campanello di casa mia per consegnare preziosi pacchetti contenenti le opere in audio e in video di un personaggio che ho immenso piacere ed orgoglio di introdurre alla vostra attenzione : ding, dong, ding, dong …per la prima volta in Italia ….signori e signore, direttamente da Pottstown…...Pennsylvania …United States Of America … il GRAN MAESTRO Frank Della Penna e il suo “scampanellante” : IL progetto “CAST IN BRONZE “ CARILLON E’ MOBILE ! Ma prima di “sciogliere le campane” con il Maestro Della Penna , qualche cenno sul “Carillon” , uno strumento musicale di epoca medioevale ,solitamente posto sulla cima delle torri campanarie di città e chiese , costituito da un apparato che accoglie un numero di c a m p a n e ,variabili in funzione delle necessità musicali a cui è destinato lo strumento , riproducenti le diverse note; (1^parte) in tale apparato le campane sono azionate da tiranti collegati ad una tastiera e ad una pedaliera che il “carilloneur” , così si appella il musicista che suona questo strumento, percuote con i pugni e i piedi. Ebbene, il nostro ospite ha sovvertito la tradizione e ,quel carillon ,tradizionalmente fisso ,solitario lassù tra le pareti di una torre , lo ha portato sulla terra… tra la gente ……insomma , 35 campane e molti quintali ….in mezzo alla strada ! Carlo :Ciao Frank ,innanzitutto un gran benvenuto sulle pagine di Campo De’ Fiori !La nostra è una platea molto ampia e gli attenti lettori trarranno tanti spunti di interesse nell’ascoltare le parole che tracciano la tua storia e ,ne sono certo , ti cercheranno per deliziarsi con la tua musica …..e dunque, quali sono le tue origini ? Frank : Sono nato in Pennsylvania, USA, il 27 giugno 1951 .I miei nonni hanno origini Italiane ,in particolare tre di loro sono Abruzzesi e giunsero negli Stati Uniti all’età di circa 15 anni;una nonna ,invece è nata negli States ma i suoi genitori erano Italiani giunti diversi anni prima negli States . . Carlo :Come ti sei accostato al particolarissimo strumento del “CARILLON”, considerando che la sua origine è Europea, dalle Fiandre,uno strumento d’epoca Campo de’ fiori medioevale ,della fine del XIV,un periodo con caratteri storici non comuni con il continente Americano . Frank: ti premetto che sono circa 600 i carillons sparsi nel mondo, concentrati soprattutto nella regione delle Fiandre in Europa (nda:a Mechelen, in Belgio, denominata la “città delle campane” hanno sede la “scuola reale di carillon” e il museo del carillon) e negli Stati Uniti . Io ho iniziato a suonare all’età di 7 anni il pianoforte e ai 17 cercavo un nuovo insegnante. Così sono entrato in contatto con Mr. Frank Law maestro di carillon al Washington Memorial Chapel di Valley Forge , Pennsylvania, dove era installato un carillon dotato di ben 58 campane ! Sono rimasto letteralmente stregato dal suono articolato di tutte quelle campane e dalla “fisicità” necessaria per azionarle e farne scaturire delle vere e proprie com- 17 Frank : adoro la storia e ho il rammarico di non aver approfondito questo interesse ai tempi della scuola .Da quando ho iniziato a viaggiare , il mio interesse per la storia è aumentato ;in particolare ,mi piace documentarmi sulle vicende dei nativi Americani, i pellerossa, e non ti nascondo lo stato di tristezza che provo leggendo di alcune loro vicende . Carlo :Frank ,quanti carillon ci sono….. nel tuo garage pronti a percorrere le “highways” ? Frank :c’è un solo carillon itinerante … è stato il primo e resta l’ unico negli States e “CAST IN BRONZE” è unico testo ….parla di campane ! …nel mondo come spettacolo incentrato Carlo: nelle diverse fotografie e video sul carillon (!!!) …lo strumento .è installache circolano sul web e nelle copertine dei to su di un rimorchio trainato da un cd il tuo volto è coperto da una maschepotente motorhome che mi consente di ra che indossi su di un costume nero: perattraversare gli States per le diverse ché hai definito questa immagine ? occasioni che ho di esibirmi . Lo strumenFrank: Lo spettacolo si è evoluto negli to che posseggo è stato costruito in anni. Ho iniziato a suonare senza un cosEuropa una quarantina di anni fa da una tume con spettacoli a carattere locale .I fonderia di campane Olandese e ,successicarillonneurs hanno sempre suonato sulla vamente, è stato trasferito via mare negli cima di un campanile, non visti dal pubStates blico …solitari….. avevo bisogno di caratCarlo :quando e come è nata l’idea del terizzarmi per la partecipazione ad un progetto “CAST IN BRONZE ” ? festival e ho pensato di sviluppare il perFrank : L’idea di realizzare un carillon sonaggio ormai noto come “Spirit of the “itinerante” si è formata nel 1991. bells” . Il costume suscita la meraviglia All’epoca mi esibivo come solista ma sendel pubblico che si domanda chi e che tivo di dover fare qualcosa di diverso.” cosa suona davanti ai loro occhi ….insomCAST IN BRONZE “ è stato creato nel ma...ho aggiunto un po di atmosfera 1992 quando presi la decisione di aggiunmisteriosa e teatralità alla performance gere al suono del carillon altri strumenti . musicali per propormi ad un pubblico più Ding ding ding ding ding ding……è vasto con uno spettacolo di maggior la campanella dell’intervallo …ci andiamo presa. Dalla mia avevo la fortuna di ad abbuffare per bene in occasione delle possedere uno strumento insolito , che la prossime festività Natalizie ma poi tornigente non poteva facilmente vedere peramo più “scampanellanti che pria” con ché ,per le sue caratteristiche è “storical’amico FranK! mente” installato in un campanile e suonato dall’alto e in solitario dal “carillonneur”. Ho avuto l’opportunità di acquisire questo strumento e ho iniziato a dimostrare www.castinbronze.com (le foto che ritragcome lo si suona……. trasportandolo in gono Frank Della Penna/Cast In Bronze giro : è stata un’esperienza gratificante ….…con molto interesse da parte del pubsono di Mr. Kim R. Hill) blico . Ho passato diversi anni a suonare in una formazione a 4 …. quella che si vede sulla cover del cd “Carol of the Bells“ del ’97 . “Carol” non è riferito a Carol Lens, anche lei una suonatrice di carillon, ma ad una melodia tipica del Natale che origina da una antica canzone ucraina ….. molto popolare, cantata generalmente da formazioni corali ed è, probabilmente , il pezzo più popolare che eseguo …quello più orecchiabile e che nel suo Il carillon di Frank sbarca in America BUONE FESTE! posizioni ! Ho continuato gli studi musicali e parallelamente mi sono laureato come professore di educazione fisica . Ho visitato l’Europa per la prima volta nel 1972 in occasione del 50 ° anniversario dell’istituzione della Scuola Belga di Carillon nella città di Mechelen,. Qui è dove ho visto esibirsi il Gran Maestro di carillon Jacques Lannoy e da quel momento ho fortemente desiderato di studiare con lui . Mi sono sposato nel 1974 e con mia moglie ci trasferimmo ,poco dopo, a Douai, in Francia per frequentare la Scuola Francese di Carillon a Tourcoing nella ”regione del Nord”. Lì siamo rimasti per 2 anni e non ho fatto altro che studiare musica con particolare dedizione al carillon e lavorare in una panetteria francese. Quando sono rientrato negli States ,era il 1976 , ho iniziato a lavorare come rappresentante per la Società Verdin , che commercializza campane e carillon. Ho cambiato diverse volte posti di lavoro nel corso degli anni ma le campane sono state sempre presenti nella mia testa ! Carlo : ti piace la storia ? Campo de’ fiori 18 Ecologia e Ambiente Acqua un bene da tutelare Nessuna possibilità di innalzamento dei limiti sulla concentrazione di arsenico nelle acque ad uso alimentare, questo è il monito da parte dell’Unione Eurodi Giovanni pea. Francola Chiesta una deroga da parte dell’Italia ma la chiusura è stata netta al riguardo, perché si ritiene che un innalzamento di limiti di arsenico potrebbe essere oggetto di insorgenza di malattie, tra cui il cancro. La presenza di arsenico nell’acqua è legata prevalentemente a processi naturali di rilascio dei minerali presenti nel suolo “rocce vulcaniche e minerali ferrosi” o ad attività di tipo geotermico presenti o passate. A questi processi naturali c’è da aggiungere l’attività umana, anche se è normalmente limitata. Ben cinque regioni italiane sono interessate da questo problema, per un totale di 128 comuni, 91 dei quali nella regione Lazio; province interessate: Roma, Latina, Viterbo. I valori massimi registrati e raggiunti in questi paesi sono nell’ordine di 50 microgrammi al litro contro i 10 consentiti per legge. Di fronte a questi numeri i Sindaci saranno costretti a chiudere i rubinetti a circa 250 mila famiglie. E’ una situazione molto grave, che richie- de altrettanti interventi urgenti. Ci sono anche acquedotti la cui acqua non dovrebbe essere destinata ai bambini di età inferiore ai 3 anni. Ma quali potrebbero essere le strade da scegliere per risolvere questo problema? La prima quella di individuare nuove fonti di approvvigionamento, oppure diluire le fonti problematiche, infine avviare processi di filtrazione per l’ acqua. Ritornando alle direttive Europee non è da sottovalutare il fatto che se l’Italia non si attiene a rispettare tali leggi, rischia un procedimento d’infrazione davanti alla Corte di Giustizia Europea, con gravi ripercussioni in termini economici. L’Italia, tra le atre cose, è il paese europeo dove più frequentemente si è permesso ad alcuni acquedotti di erogare acqua con valori di arsenico fino a 5 volte superiori alla legge. Ma vediamo quali altre sostanze devono essere sempre tenute sotto la lente di ingrandimento oltre l’arsenico. Il fluoro, se assunto in quantità eccessiva attraverso l’acqua, l’alimentazione ed eventuali integratori, causa fluorosi dentale e ossea nei bambini. Infine il “boro”, che Buone Feste da è tossico per le vie riproduttive, anche se non si è rilevata azione cancerogena. Di fronte a tutto questo, quando c’è in gioco la salute di migliaia di persone, al di là di tutti gli interventi necessari da intraprendere, a mio avviso è indispensabile una maggiore consapevolezza per questo bene primario e insostituibile, che non può essere un bene negoziabile, tanto meno elemento di profitto. E’ bene che l’acqua rimanga un bene pubblico, da tutelare e conservare; sarebbe un grave errore sottovalutare che l’acqua è tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è alla base di tutte le forme di vita, uomo compreso. Buone Feste Campo de’ fiori 21 L’ORTESI PLANTARE È UN DISPOSITIVO MEDICO REALIZZATO SU MISURA “I plantari sono ortesi finalizzate: alla correzione delle deformità o malformazioni del piede,come sostegno delle volte plantari (longitudinale e trasversale) o di scarico di punti dolenti. I plantari si possono distinguere in due grandi famiglie: Correttivi o per l’infanzia Il plantare per l’infanzia, a differenza di quello per adulti, ha per lo più azione correttiva in quanto è applicato per riportare alla norma lo squilibrio sia strutturale che funzionale. Fig. 1,2,3, esempi di realizzazione di plantari correttivi per bambini su calco ingesso eseguiti con diverse tipologie di materiali (EVA, Carbonio…) Obiettivo del plantare correttivo Lo scopo di questa categoria di ortesi è quello di modificare, nelle migliori delle circostanze, alcune problematiche come: il piede piatto, la pronazione del retropiede, l’avampiede varo, il ginocchio valgo ecc.. Compensativi o per adulti Si distinguono per il loro impiego per lo più permanente, in quanto compensano l’alterazione sia strutturale sia funzionale, irreversibile. Possono essere: antalgici biomeccanici. Antalgici Appartengono a questa categorie le ortesi concepite al solo scopo di ridurre, limitare o, nelle migliori ortesi, eliminare il dolore scatenato a seguito di una problematica in corso. Sono plantari che vengono concepiti con materiali in grado di ammortizzare o scaricare l’urto in un determinato punto dolente. Vengono normalmente realizzate in soggetti con artrosi ad uno stadio avanzato, artrite deformante, alluce valgo,gotta, diabetici, gravi insufficienze circolatorie o comunque in tutte quelle circostanze in cui il piede lamenta una grave insofferenza in cui il paziente ha normalmente superato i 60 anni d’età. IL PLANTARE DINAMICO SI CARATTERIZZA E DIFFERENZIA DAGLI ALTRI TIPI DI PLANTARI SU CALCO, IN QUANTO L‘IMPRONTA VIENE EFFETTUATA DINAMICAMENTE, OSSIA INTANTO CHE IL PAZIENTE COMPIE QUALCHE PASSO. L‘IMPRONTA COSÌ OTTENUTA RISPECCHIA FEDELMENTE I CARICHI E I SOVRACCARICHI DEL PIEDE IN CONDIZIONI DI LAVORO EFFETTIVE. LO SI UTILIZZA PER LO PIÙ IN CASI PARTICOLARI ED IN PRESENZA DI GROSSE DEFORMITÀ O SOVRACCARICHI, CON BUONI RISULTATI. Fig.3 reallizzazione del positivo su un calco di gesso Fig.4 allineamento del retropiede con ortesi plantare biomeccanica Fig.5 plantare a contatto totale. Plantari : regole da ricordare L’impronta podostatica su carta carbonata evidenzia un sovraccarico delle teste metatarsali dei piedi. Anche alla valutazione obiettiva i sovraccarichi erano molto evidenti e dolenti. Si noti come i sovraccarichi siano rimasti impressi nelle impronte dinamiche effettuate. Lo stampo dell’impronta eseguito sotto vuoto,permetterà la realizzazione del plantare in materiale poliuretanico. Scopo dell’ Ortesi biomeccanica La sua funzione è di: - assorbire l’onda di shock a cui il calcagno è sottoposto durante la prima fase di appoggio riducendo la forza istantanea applicata; - normalizzare i tempi di contatto del piede al suolo rispettando la corretta prono-supinazione del piede; - trasferire il peso del corpo durante il movimento del piede modificando gli assi di movimento al fine di normalizzare la funzione del passo. L’obiettivo: - Compensare la meccanica del retropiede stabilizzando l’area calcaneare nella posizione di “neutra sottoastragalica”; - Compensare la meccanica dell’avampiede in funzione della sua correggibilità; - Spesso, per la presenza di dolore, sostenere o stimolare l’arco longitudinale mediale in modo elastico personalizzato Fig.1 presa dell’ impronta in posizione neutra sottoastragalica Fig.2 realizzazione del negativo su schiuma fenolica 1. Il plantare deve sempre appoggiare su una superficie piana; 2. Il plantare deve essere sempre inserito in una calzatura ortopedica predisposta o su misura; 3. Indossare preferibilmente una calza molto sottile (filoscozia) o un Salvapiede. 4. Importante portare i plantari sempre, anche in casa, in sandali, ciabatte predisposte; 5. Affinché il plantare abbia effetto, il tacco della calzatura deve essere di cm 2,5 (uomo) - 3,5 (donna) e non deve mai superare i 4 cm; 6. Per chi ha l’alluce valgo si consiglia scarpe con tomaia in setaflex; 7. si consiglia di lavare periodicamente il plantare: usare una spugna imbevuta di sapone bianco di marsiglia con acqua a temperatura ambiente non > 30° (non usare acqua calda e non farlo asciugare vicino a termosifoni, stufe elettriche, ecc.). 8. la vita media di un plantare è di circa 18 mesi. Dott. Daniele Cervoni Laureato in Tecniche Ortopediche Per maggiori informazioni o appuntamenti: Centro Ortopedico Flaminio Tel. 0761.517744 Cell. 339.1816523 Campo de’ fiori 22 Presentazione Ufficiale del lib Il bullismo. Come riconoscerlo e com del Prof. Massimo Marsicola, edito da Accademia Internazio Il bullismo. Un argomento di grande attualità, un problema da non sottovalutare. Un male spesso nascosto perché non detto dalla vittima né, tantomeno, dal bullo; che quasi tutti, mi permetto di dire, abbiamo vissuto, o in un ruolo (molto più spesso, credo) o nell’altro (mi auguro i meno possibili). Esso è stato ben affrontato nel libro “Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo”, del Prof. Massimo Marsicola, che la casa editrice della nostra rivista ha voluto editare quale prima opera della collana Philosophica. La presentazione ufficiale si è tenuta giovedì 2 Dicembre, presso la Sala Conferenze della Curia Vescovile di Civita Castellana. Con l’autore, erano presenti l’editore Sandro Anselmi, il Dott. Romolo Bozzo, ex Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale di Viterbo, la Prof.ssa Carla Mancini, docente di lettere e la Dott.ssa Sandra Falzone, Logopedista e Psicologa dell’età evolutiva, dello Studio Ceral di Civita Castellana. Molti gli insegnati presenti, giunti da tutto il circondario, nonostante gli istituti scolastici non abbiano dato la diffusione sperata della notizia. Ad “aprire le danze”, l’editore, che ha presentato gli ospiti. La parola è passata, dunque, al Dottor Bozzo, che ha curato la prefazione del libro, a seguire l’intervento della Dott.ssa Falzone, che ha mostrato delle diapositive di aiuto per illustrare ed analizzare i vari aspetti del problema. La Da sx: l’editore Sandro Anselmi, la Prof.ssa Carla Mancini, l’autore Prof. Massimo Marsicola, il Dott. Romolo Bozzo, la Dot.ssa Sandra Falzone Prof.ssa Mancini, invece, ha voluto delineare la figura dell’autore accennando al suo pensiero ed alle sue opere precedenti. A concludere il Prof. Marsicola che nell’esporre i tratti salienti della sua opera, ha tenuto anche una piccola lezione di filosofia e pedagogia dell’essere, offrendo interessanti spunti per i presenti, come ha fatto notare qualcuno di essi. La richiesta, infatti, è stata quella di creare più occasioni per poter discutere, confrontarsi, educarsi su un argomento del genere, cosa che ci siamo riproposti da fare. La presentazione, in realtà, non è stata una semplice presentazione fine a se stessa, ma, anche grazie alla presenza della Dott.ssa Falzone, un momento formativo molto interessante. Un ringraziamento va al Prof. Erasmo Di Giuseppe, per l’aiuto indispensabile nell’organizzazione dell’evento, a Don Mariano Chiricozzi ed a Francesca, per il sostegno tecnico, a Mons. Pernigotti ed a tutto il personale della Curia, oltre che al Vescovo, Romano Rossi, assente per impegni precedentemente presi, ed al Vescovo Emerito Divo Zadi, anch’egli occupato in improrogabili impegni ecclesiastici. Ricordo che è possibile acquistare il libro presso la nostra redazione oltre che nelle migliori librerie, al costo di soli 10 €. Può essere un ottimo regalo di Natale per amici insegnanti e genitori. Approfittatene! Ermelinda Benedetti e t s e F e Buon Campo de’ fiori 24 ia eltr F a t Aga t n a S Le guide di Campo de’ fiori Ogni anno sul finire nel mese di Novembre ci si inizia ad immergere nel “caldo” clima natalizio. Le vetrine dei negozi vengono addobbate ed illuminate con luci colorate, la tv inizia a trasmettere i primi spot pubdi Ermelinda blicitari di panettoni, Benedetti pandori, torroni e quant’altro caratterizza il Natale, e poi si inizia a pensare ai possibili regali da fare e, perché no, anche da ricevere. Ma posso garantirvi, che per entrare appieno in questo fantastico mondo, non c’è nulla di meglio di una bella gita a Sant’Agata Feltria, il paese del Natale, un piccolo borgo fino allo scorso anno in provincia di Pesaro Urbino ed attualmente passato sotto la giurisdizione della provincia di Rimini. Le vie che conducono al borgo sono piene di bancarelle che espongono le novità decorative dell’anno, quasi facendo a gara tra di loro. Un’allegra banda di “babbi natale”, suona spostandosi di piazza in piazza e nel primo pomeriggio, alla folla si mescolano i figuranti del presepe vivente, tutti in costumi d’epoca e alle prese con gli antichi mestieri: alcune donne fanno il sapone, altre filano e cuciono, alcuni uomini pascolano, un altro fabbrica sandali... Il freddo è davvero pungente, specie in cima, dove si trova Rocca Fragosa e da cui si può ammirare uno splendido panorama, cosparso qua e là di chiazze di neve. Di certo anche quello, al quale noi non siamo abituati, ha contribuito a rendere indimenticabile la giornata. STORIA Le origini di Sant’Agata Feltria risalgono al periodo Pre-Romano quando in questi luoghi si insediarono tribù umbre, che essendo fondamentalmente composte da agricoltori, pastori e cacciatori, potevano stabilirsi nelle foreste che coprivano il massiccio appenninico. E’ nel VII secolo a. C. che si parla di una tribù Sapinia, costituita da popoli Sarsinati e Solonati, che formavano municipalità separate. Nel territorio solonate era compreso quello che ora costituisce il territorio del Comune di Sant’Agata Feltria, dove durante le invasioni dei Goti, la città di Solona fu distrutta completamente. Verso il 600 d. C., in seguito ad una frana, dal Monte Ercole sovrastante Sant’Agata Feltria, si staccò una roccia arenaria, sulla quale ai primordi dell’VIII secolo, sorse una chiesa dedicata a S.Agata. Ai piedi della roccia, venne a costruirsi man mano, un’agglomerato di case, che in principio ebbe il nome di Pietra Arenaria, poi quello di Sant’Agata Feltria. Secondo una leggenda, la Chiesa fu costruita in ricordo di S. Agata, la quale insieme a S. Leone e S. Marino, risaliva un giorno la valle del Marecchia in cerca di luoghi solitari ove stabilirsi. Senonchè sia per amore di quiete, sia per sfuggire alle tentazioni carnali, a un certo momento si separarono. Così S. Marino salì sul Monte Titano, S. Leone salì sul Monte Feltro e S. Agata sul Monte di Perticara. Ma anche dalle vette di questi monti i Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti, e allora S. Agata scese ad abitare negli anfratti di una roccia detta “Sasso del lupo” od anche “Pietra anellaria”, che da lei si chiamò prima “Rocca di S. Agata”, e poi per le numerose abitazioni sorte attorno al sacello, “Pagus di S. Agata”. Vecchie memorie dicono, invece, che il paese di Sant’Agata sia stato fondato dai Goti, dopo che avevano distrutto un castello nelle vicinanze. Sulla fine dell’ 800, per investitura ecclesiastica, tutto il territorio santagatese venne signoreggiato dai Cavalca, Conti di Bertinoro, i quali mantennero il feudo di Sant’Agata Feltria per quasi due secoli Nel 1177, morto il Conte Cavalca, senza aver lasciato figli, il Rettorato di Sant’Agata Feltria che comprendeva molti castelli e varie località, fu dato dall’Imperatore Barbarossa ad Antonio Feltrio Conte di Montecopiolo. Ma tale cessione fu contrastata dalla Santa Sede. Nel 1296 era Signore di Sant’Agata Feltria Guido Tiberti di Petrella, da questi passò ai Faggiolani, poi nel 1334 ai Tarlati d’Arezzo, che nel 1335 furono scacciati da Uguccione della Faggiola (di dantesca memoria) a cui fu tolta dal Cardinale Egidio Albornoz. Nel 1430 Sant’Agata Feltria venne data in Vicariato ai Malatesta che la tennero sino al 1463, quando Federico da Montefeltro riconquisterà per la Santa Sede la Rocca di Sant’Agata Feltria ed i Castelli dell’Alto Montefeltro. Così Federico fu nominato Duca e Gonfaloniere della Santa Sede, facendo innalzare le sue insegne e immurare il suo stemma nelle Rocche e nei Castelli di suo dominio. Da questa famiglia venne infeudata ai Fregoso di Genova che la tennero ininterrottamente fino al 1660. Nel Governo si susseguirono: Ottaviano I° Fregoso, Federico, Aurelio I°, Ottaviano II°, Orazio e Aurelio II°. Il Feudo tornò poi alla Santa Sede che lo passò sotto la giurisdizione della legazione di Urbino. Nell’età napoleonica fu capitale del dipartimento del Rubicone. Nel Risorgimento, dopo aver liberato gran parte delle Marche e della Romagna, proprio a Sant’Agata Feltria si sciolsero i Cacciatori del Montefeltro, depositando le armi nel “Teatro Angelo Mariani”. Ricchi e piuttosto movimentati sono stati i trascorsi storici della piccola Sant’Agata Feltria e sul prossimo numero continuerò a raccontarvela, “mostrandovi” i luoghi che ho avuto il piacere di visitare… Campo de’ fiori 25 Come eravamo Natale, Natale, un altro N Sono ormai svariati anni, che giunto al numero natalizio del “Come eravamo”, sono consapevole del rischio che corro nel ripetere le stesse cose, quando racconto tradizioni e sensazioni passate, perciò di Alessandro Soli mi accingo, questa volta, a focalizzare un Natale diverso, un altro Natale. Mille e mille pensieri affollano la mia mente, si accavallano, spingono, cercano di sovrastarsi, fanno a gara per conquistare un posto tra queste poche righe. Allora pervaso dall’atmosfera che solo questo periodo dell’anno sa suscitare, proverò anche stavolta ad emozionarvi. Ma dove corri tu, che malgrado la crisi, ti affanni alla ricerca del regalo a tutti i costi, acquistato all’ultimo minuto, senza sapere se farai la felicità di chi lo riceve. Perché invece non corri a far visita a quel tuo amico malato, che non pensa ai regali da fare: ti accorgerai che la tua semplice presenza sarà per lui il dono più bello. Ma che fai tu, immobile e indeciso davanti alle vetrine piene di giocattoli, che devi assolutamente regalare ai tuoi bambini, o ai tuoi nipotini, non ti senti forzato nelle scelte? Certo, come va il mondo oggi, ogni mese una festa, ogni mese un compleanno, una ricorrenza, verrebbe da dire ogni giorno è Natale. E allora? Ma che credi che se non fai così, il mondo cambia? E’ il mondo che ha cambiato te, sei diventato schiavo del tuo tempo. Quel mondo che tu hai sconvolto col tuo comportamento, distruggendolo con la scusa del progresso; la natura e tutto l’ecosistema, si sta prendendo la rivincita; allora prova a riappropriarti dei tuoi sentimenti, prova a vivere ancora non “un Natale, ma il Natale”. Vai, come facevi una volta, a rac- cogliere il muschio (‘a carpinella) nei boschi, magari portando con te qualche bambino, continua a fare il presepe in casa, e per non far torti addobba anche l’albero natalizio. Stai con “i tuoi”, come sempre hai fatto e sempre farai, ma non dimenticare mai chi invece con “i suoi” non ci può stare per ragioni che facilmente si possono immaginare. Credetemi cari amici, questa non è retorica, sono quei due o tre pensieri che sono riusciti, calpestando tutti gli altri, a trovare spazio tra queste righe……. Buon Natale! Da Lione, sotto la neve, i miei nipotini augurano Buon Natale a tutti. Da sx: Teresa, Davide, Letizia, Dorotea, Paolo Maria. Buone Feste da Campo de’ fiori 26 Una “Fabrica” di ricordi Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma La neve di Natale Erano tutti in chiesa quella notte di Natale, per aspettare la nascita del Bambino Gesù. Giunti a piedi da ogni parte del paese e dalle campagne, quasi tutti gli uomini avevano di Sandro Anselmi lasciato le famiglie attorno al focolare per non mancare quell’appuntamento con la fede. La chiesa era tutta illuminata e le persone accalcate per seguire la messa, arrivate tutte infreddolite, si stavano pian piano riscaldando, ma vista l’ora, al tepore sopraggiungeva il torpore e la sonnolenza, e molti di loro, rimasti in piedi, chiusi nei loro cappottoni spinati, s’appoggiavano discretamente al muro per resistere alla spossante stanchezza. C’era profumo d’incenso ed il profumo denso delle candele faceva bruciare gli occhi. Il latino della funzione, poi, mandava tutti in catalessi e, solo alla mezzanotte, quando il bambino veniva finalmente portato in processione per tutta la chiesa, si risollevava l’attenzione. Allora tutti cantavano, ed anche la voce diseducata e grave dei contadini, si confondeva con il coro. I canti si alternavano alle parole del prete e, fra tutti, quelli più partecipati erano i classici Tu scendi dalle stelle ed Astro del ciel. Ognuno allora recitava dentro di sè quelle preghiere che aveva serbato nella mente fin dall’anno prima, con le quali invocare ogni grazia per sè ed i suoi cari e la pace per i propri defunti. Questo contatto diretto con il Signore, interceduto dalla fede per il Bambinello, tranquillizzava e riempiva di solida speranza. Nella notte di Natale, dovevano mettersi in pari con la coscienza, e non sarebbero mai potuti mancare alla messa di mezzanotte. All’uscita della chiesa c’era, però, una bellissima sorpresa. La neve che intanto era scesa lenta e silente, aveva imbiancato tutta la piazzetta. L’interno del Duomo di Fabrica di Roma Era stato sereno nei giorni precedenti, e perciò sul terreno va una favola. Quei pochi, fiochi lampioni asciutto i fiocchi avevano facilmente attecappesi ai fili della luce, illuminavano quel chito, adagiandosi l’uno sull’altro. paesaggio irreale. Ora che tutti erano fuori C’era silenzio, non c’erano le auto allora, dalla chiesa, si scambiavano gli auguri, non c’erano le luci di oggi e tutto sembrapoi, accarezzati dai fiocchi leggeri, tornavano a casa per condividere quell’emozione inaspettata con le famiglie, che avevano mantenuto allegro il fuoco, aspettando pazientemente il loro ritorno. Era un altro natale. Tanti auguri da L’esterno del Duomo Buone Campo de’ fiori 28 Associazione Artistica Ivna LA MIGRAZIONE DELLA LUCE E DEL COLORE DAL SILENZIO DELL’INCONSCIO ALL’ARMONIA DELLA VOCE ARTISTICA NELLE IMMAGINI A CONTRASTO CROMATICO-SIMBOLICO DI KATIA AIELLO Katia Aiello nasce a Catania e si distingue per il suo spontaneo sorriso che illumina il volto impreziosito dallo sguardo dei suoi occhi chiari e trasparenti come a dire della sua preponderante idea cristallina riguardella Prof.ssa do la sua vita di Maria Cristina donna e di artista. La Bigarelli sua solare fisionomia emerge delicata, seppur con impeto, all’esterno del mondo che la accoglie e corre parallela alle fattezze pittoriche scaturite dall’interno della sua anima, nella quale, il magma della commozione e dell’amore risiede. Magma che fuoriesce veemente, senza inondare, senza distruggere, ma soltanto per illuminare il terreno sottostante, soltanto per dare il giusto calore allo scorrere delle ore su questo pianeta. Il trasporto per l’Arte esiste in Katia già fin da piccola, quando si dilettava con i pastelli ad olio e spontaneamente il suo stile si avvicinava ai macchiaioli. L’epoca universitaria, negli ambiti della giurisprudenza, è caratterizzata dalla decorazione su vetro, dilettandosi a trovare gli oggetti più inconsueti e stravaganti. La tenacia, l’abilità e l’intraprendenza fanno sì che Katia abbia una formazione iniziale da autodidatta. Nel duemila Katia si trova a San Giovanni Rotondo, luogo nel quale lavora per tanti anni nell’Amministrazione della Casa Sollievo della Sofferenza, in un susseguirsi di varie esperienze, tra cui quella politica. Sarà questo l’anno che segnerà una vera e propria “esplosione artistica”: fa la conoscenza del Dottor Leonardo Tricarico, grazie alle brevi ma intense lezioni del quale le si spalanca lo splendido universo dell’Olio su Tela nell’ambito della divisione dei piani. Importante per lei sarà il training pittorico presso la Scuola del Maestro Mario Orofino, della Prof.ssa d’Accademia e Artista Mara Bartoli, seguendo gli insegnamenti e l’esperienza dei quali ha ampliato la conoscenza e l’applicazione di altre tecniche come l’acquarello e la china. La sua passione rimarrà sempre l’Olio che si può definire un’inclinazione e una tendenza spontanea, naturalmente preferenziale in relazione all’acrilico in particolare: questa predilezione dell’Olio le consente di plasmare la materia. Non diniega comunque l’acrilico che viene utilizzato per i fondi, permettendole di realizzare la tridimensionalità. Katia Aiello si muove liberamente da uno stile pittorico all’altro, provando l’emozione di riscoprire in una sorta di “updating” dell’Impressionismo, congeniale a lei per l’uso del colore e della luce base per rappresentare la realtà percepita attraverso l’occhio dell’artista colpito da un’impressione subitanea e momentanea, marcando l’idea che la realtà fornisce impressioni diverse dall’uno o l’altro osservatore: l’ adorazione per la sua terra si trasfigura nei suoi quadri in colori solari, raggianti di rosso, di giallo, nei cieli infuocati, nei tra- monti, e d’ azzurro marino che rigenera, purifica e mostra la via per riappropriarsi della libertà come diritto-connotazione naturale dell’Uomo verso l’Infinito. I Punti Luce sono fondamentali e richiamano l’attenzione che i pittori fiamminghi impiegavano per la Luce che ha le sue qualità e proprietà nell’illuminare oggetti: nel caso della pittura di Katia Aiello diventa una “maniera” di illuminazione dell’interiorità di quell’oggetto, di quel volto, di quel paesaggio che approda ad un’identità dell’Anima, creando immagini continuamente variabili, costruendo la forma, facendo indossare ad essa il colore che vediamo con gli occhi dell’Artista, che vaga con la mente e con lo sguardo, librandosi nell’aria. Se è vero che la vita di un artista è arte e l’arte diventa la sua vita, allora è anche vero che i periodi felici, di luce possono essere attraversati da periodi bui, come il cielo azzurro può essere oscurato da nubi nere, lasciando intravedere, però, che dietro di esse c’è ancora il sole…periodo, quello dell’artista Aiello riconoscibile come Eclissi del Punto Luce; simbologia che esprime nel figurativo, tendenzialmente psicologico, onirico nel grido silenzioso, sofferente, dei volti umani, floreali e di oggetti che spingono con elegante sensualità e dignitoso atteggiamento un momento di vita laddove il bianco e il nero sono “quasi l’annullamento” della personalità. L’ eco di un mondo sommerso che canta l’invocazione dello spirito, l’implorazione dell’alma vitale che trova comunque Campo de’ fiori risposta nel Punto di Colore, il Rosso. Allora, ecco l’annullamento è parziale grazie a quel colore, simbolo di passione e di vita, che mai potrà spegnersi in Katia, Donna ed Artista… Il Rosso è come il Sole dietro le nuvole; è il simbolo della forza, dell’energia; è la molla per andare avanti. Dalla sofferenza nascono una tecnica ed uno stile originali, avulsi dall’ordinario, che partono con un titolo, un nome per poi plasmare l’immagine…in un contrasto cromatico che genera emozioni viscerali e che ha i connotati di un cerchio il cui percorso approda ai “Bagliori di Vita”, come una Rinascita…si tratta di un vero e proprio viaggio “Dall’inconscio all’Immagine”, nel quale il “Colore…”, come ci confessa Katia, “…è la mia Voce”! L’amalgama e la scelta del colore sono in simbiosi con la musica che influenza la scelta pittorica, perché sollecita la Musa ispiratrice interiore in un gioco intimistico musicale, ideale e quindi pittorico. Perfino gli oggetti ritratti possono avere un’anima in quanto, secondo Katia Aiello, essi sono stati toccati, usati contribuendo a fare la sua storia insieme a quella di altri: molti oggetti che Katia dipinge ricordano l’infanzia e le persone più care, evocando l’armonia dei sentimenti. Similmente i papaveri rossi, provenienti dal buio, sembrano danzare in un canto corale, sotto il riflettore di luce intensa prendendo corpo dallo stesso, alzandosi in uno slancio vitale in cerca dell’Assoluto, dell’Infinito e dell’Eterno. La generosità con la quale Katia dipinge è un pregevole compendio della sua abilità poetica che apre una comunicazione simbolica scaturita da un colloquio interiore, un monologo che va ad incorporarsi alla pittura. I due momenti dello scrivere e del dipingere si scindono e poi si ritrovano in una successione di sentimenti ed emozioni che impreziosiscono la sua Galleria autobiografica pittorica e poetica. La gratitudine con la quale Katia ci dona uno dei pezzi più belli della sua collezione di immagini dall’inconscio è senza vincoli: nell’opera “Schegge” trae spunto da un vetro rotto, le cui schegge, appunto, suggeriscono e fanno intuire alla Aiello quanto siano visibilmente perfette, quelle schegge, per dire che ognuna simboleggia le afflizioni psicologiche, la sensi- 29 bilità ferita e, tra di esse c’è l’Artista, il suo Volto, il suo Essere delineati e dipinti con tratti informali, volutamente non perfetti…il vuoto, creatosi dopo la rottura del vetro, è stato colmato dalla sofferenza, dal sorriso, dalla presenza del suo corpo colpito, ma non trafitto…tutte le schegge tendono e convergono in un unico, solito Punto di Colore Rosso della rosa simbolo del cuore che irrora con la linfa vitale un atto passionale e percettibilmente dignitoso, sfociante nel rossore delle gote che illuminano gli occhi,divenendo essi stessi il Punto Luce dello sguardo afflitto, ma estasiato, capace di andare oltre la fragilità, di vedere oltre il terreno, di sentire oltre l’umano, di accogliere le meraviglie dell’Amore che allevia le pungenti ed amare schegge di dolore in un afflato sublime ed eterno! Campo de’ fiori 30 Un Pugnalone alle Canarie Un bel sabato di Novembre siamo partiti per le Canarie, accompagnati da alcuni docenti della nostra scuola media “G. Fabrizio” di Acquapendente. Noi siamo i ragazzi della III C, una classe, non facciamo per vantarci, che ha molti studi Secondiano Zeroli denti bravi e molte studentesse…belle! Il viaggio d’istruzione ha avuto luogo perché siamo inseriti nel progetto COMENIUS, che ha lo scopo (senza farla troppo lunga) di fare incontrare giovani di diverse nazioni, di modo che possano fare amicizia tra loro. Il nostro volo da Fiumicino è partito a mezzogiorno e dopo uno scalo a Madrid, siamo arrivati a Las Palmas, alle ore 18.30. Il nostro soggiorno è iniziato subito male: i bagagli non ci sono stati restituiti, perché gli aeroportuali erano in sciopero! Non ci siamo, tuttavia, persi d’animo e, nonostante una sistemazione all’Ostello della Gioventù, non proprio ottimale, ci siamo subito resi conto che, a metà novembre, sembrava di essere tornati ai dolci tepori di fine estate! La temperatura stazionava tra i 24 ed i 28 gradi, tanto è vero che il giorno successivo, dopo aver acquistato un costume da bagno ed un asciugamani, abbiamo fatto un bagno memorabile in una spiaggia bellissima, dal morbido colore di rosa. Al ritorno ci siamo fermati a Mas Palmas, un’altra spiaggia; ma questa volta costituita da incredibili dune, dove noi ci siamo divertiti un mondo a tuffarci ed a rotolarci, sotto gli sguardi benevoli dei nostri insegnanti,che però non erano a conoscenza del fatto che la cosa era vietata. Per la serie: anche gli insegnanti possono sbagliare! L’indomani abbiamo conosciuto i ragazzi della Scuola Media di Las Palmas e con loro siamo andati al ROQUE NUBLO, la montagna più alta dell’isola. La salita alla vetta è stata piuttosto sofferta, ma alla fine ci siamo goduti il nostro bel panino al prosciutto ed al formaggio, ammirando sotto di noi un panorama mozzafiato, ci sembrava di stare sulla luna, tanto scarsa era la vegetazione. Tra l’andata ed il ritorno, intanto, molti di noi hanno cominciato a parlare con i ragazzi del posto… una parola tira l’altra e ben presto ci siamo scambiati gli indirizzi email. Ivan ha collezionato il maggior numero di indirizzi femminili e qualcuno, certamente esagerando, gli ha pronosticato di mettere su famiglia alle Canarie! La giornata è poi terminata benissimo: all’aeroporto abbiamo finalmente potuto ritrovare i nostri bagagli, e a quel punto è stato un autentico correre ad andare per primo a fare la doccia. Il giorno dopo, freschi e puliti, ci siamo recati alla Scuola Media. L’impressione è stata eccellente; la loro è sicuramente una scuola più bella della nostra e quando a Maggio 2011, ci renderanno la visita, forse non ci faremo una bella figura. Comunque eravamo lì per fare un “minipugnalone”, che è la tradizione più grande e più bella di Acquapendente e di cui andiamo tutti fieri. Abbiamo lavorato di buona lena ed il risultato è stato sorprendente anche per noi: avevamo fatto un “mini-pugnalone”, davvero bello perché riprendeva le nostre tradizioni ma poi inseriva anche aspetti della loro civiltà. Non sono mancati i complimenti, certamente sinceri, del preside, dei professori e dei ragazzi del posto. Al pomeriggio ancora un bel bagno nell’Oceano Atlantico, con la colonnina del mercurio che segnava 29 gradi e poi la sera tutti a passeggio tra le strette viuzze del centro città. E mentre noi ci bevevamo coca-cola e aranciate, i prof. erano intenti a scolarsi generose dosi di rhum… Il mercoledì, l’ultimo giorno della nostra permanenza, abbiamo visitato il delizioso centro di Las Canteras, la prima capitale dell’isola. Nel museo della cittadina, abbiamo ammirato, ottimamente conservati, i resti dei primi insediamenti umani dell’isola. Alla sera, grande “baldoriata” finale, con musica “a palla” e dolcetti a volontà. Il giovedì siamo ripartiti e poco prima delle ventidue eravamo di nuovo a casa: ad Acquapendente. Ognuno nella propria dimora non ci siamo fatti mancare una deliziosa cenetta, a base di pastasciutta e di bistecche; francamente eravamo un po’ stufi di mangiare sempre panini per pranzo e zuppe di verdure la sera. Ma, a parte la gastronomia, la gita è stata stupenda, i ragazzi che abbiamo conosciuto, simpaticissimi, le spiagge bellissime, il clima stupefacente. Le altre terze (la A e la B) ci hanno molto invidiato. Indubbiamente avevano ragione! Federico, Marco e Valerio ste e F e n Buo Campo de’ fiori 32 Del concepimento e della vita “Esistere” significa essere gettato dentro l’orizzonte esistentivo del mondo. In compagnia cioè di cose e di altri che hanno questo medesimo carattere. Di entrarvi nessuno lo ha chiesto. del Prof. Massimo E’ per questo che si Marsicola dice “gettato dentro”. Il venire a trovarsi, e l’essere all’interno dell’orizzonte esistentivo implica però che qualcuno, che non sono io, ha deciso e scelto per me. Anche se “decidere” e “scegliere” lo si deve assumere con l’idea del limite proprio della possibilità. Si deve assumere allora, che il concepimento è l’atto preliminare mediante il quale l’essere gettato nel mondo viene all’esistenza. E parrebbe anche logico ammettere che trattasi di un atto biologico o fisico-biologico. La vita riproduce se stessa. La vita dona la vita. Ma è necessario riconoscere che prima del concepimento biologico vi è un concepimento spirituale: un atto spirituale. E per comprendere ‘chi è’, ossia la vera identità di colui che è stato chiamato all’esistenza mediante il concepimento, occorrerebbe risalire, di volta in volta, all’atto effettivo mediante il quale, ogni singolo individuo, è stato concepito. Non è facile. Anche perché, per concepire una vita, è necessario essere in due, e poiché il concepimento spirituale corrisponde all’i- dea presente in ciascuno, non è detto che i due abbiano la medesima idea, si orientino verso il medesimo tipo di concepimento. Per concepire è necessario desiderare. Il desiderare è già concepire nello spirito; pensare che l’altro ci piace. L’idea svela l’intenzione. L’intenzione rivela l’idea. L’idea è concepimento spirituale. Essa viene prima dell’atto fisico e mediante di essa l’atto fisico si compie. Pertanto, l’atto del concepimento biologico, è da considerarsi sempre successivo all’atto del concepimento spirituale. Anche se ci si trovasse in presenza di due individui distratti e distaccati. Nel momento dell’atto, consumano il concepimento in ambedue le sedi: biologica e spirituale. I due hanno deciso di unirsi. Si viene al mondo quindi, perché si è concepiti nello spirito, prima ancora che nella carne. I sentimenti, le emozioni, le passioni che ci accompagnano o che ci spingono verso l’altro, l’innamoramento…, sono altrettanti espedienti, “astuzie della ragione” direbbe Hegel, che precedono necessariamente e inevitabilmente l’atto formale del concepire. La nascita al mondo è espressione del concepimento, è chiamata all’esistenza ed esposizione alla vita. Dal concepire si viene al mondo. Dai frutti si riconosce l’albero del concepimento. Da ‘chi sarà’ da grande la persona, si evince Tanti auguri da: chi erano i suoi genitori. Da ciò che dirà o farà si può trarre indicazione circa la sua origine e il suo destino. “Esistere” non significa ancora “vivere”, ma esposizione alla vita; possibilità di accedervi. E finchè si esiste, si è sempre anche nella possibilità di accedere alla vita. La vita però è consapevolezza, è libertà conquistata dalla creatura per poter gestire responsabilmente la propria esistenza, anche e soprattutto, in relazione agli altri. Vivere significa agire in armonia con l’intero mondo esistente, sapendo rispettare ogni cosa ed ogni persona. Vivere significa agire dopo aver accolto in se stessi lo spirito di verità, ed in perfetta coerenza con esso. Vivere significa aver vinto in se stessi l’egoismo ed essere approdati all’altruismo che considera l’altro un altro me. Vivere significa aver accolto Dio nella propria vita ed essere con lui passati dall’esistenza alla vita. Da questo accoglimento dipende il passaggio. Campo de’ fiori 33 LA CASSA DI RISPARMIO DI CIVITA CASTELLANA Ecco dove i nostri antenati mettevano da parte i propri guadagni La Cassa di Risparmio di Roma nacque nel 1836 per iniziativa privata di alcuni esponenti dell’aristocrazia romana, della Curia, dell’alta finanza e dell’imprenditoria. Lo scopo era di promuovedi Francesca Pelinga re nel popolo lo spirito del risparmio. Sin dall’inizio conquistò la fiducia dei piccoli risparmiatori in quanto accompagnava insieme all’attività del credito quella della beneficenza. Prima della sua nascita vi erano i Monti di pietà o banco dei pegni che erano un’ istituzione finanziaria senza scopo di lucro (nati verso la fine del XV secolo in Italia su iniziativa dei Francescani per dare prestiti di limitata entità) in cambio di un pegno che i creditori vedevano restituito quando il debito veniva ripagato. La Cassa di Risparmio quindi partecipava ad opere di previdenza sociale e pubblica utilità. Nell’udienza del 18 aprile 1855, papa Pio IX approvò l’istituzione di una Cassa Di Risparmio nella città di Viterbo e nel circondario ,Cassa da amministrare da una Società anonima fondata da privati a scopo filantropico e approvò il Regolamento composto da trentaquattro articoli. Non appena la Società raggiunse il capitale di 1500 scudi ,le azioni costavano circa 10 scudi ciascuna, cominciò ad operare. Non si ricevevano depositi minori a 5 baiocchi ne maggiori a 5 scudi,i frutti cominciavano dal giorno dopo ed erano del 4 per cento,però il depositante doveva avere sul conto la somma di 25 baiocchi e se ritirava la somma prima di un mese non aveva diritto ad alcun interesse. Era aperta tutte le domeniche (ottenuta la licenza dalle autorità ecclesiastiche) e tutti i sabati dalle ore 11 all’una, si potevano ricevere i depositi la domenica, ma il sabato non si rendevano soldi a chi li chiedeva. La Cassa aveva la facoltà di impiantare Agenzie nei Comuni del Circondario di Viterbo qualora ne avessero fatta richiesta attraverso la domanda delle rispettive Rappresentanze Comunali,veniva assegnato un casteletto e veniva nominata una commissione di vigilanza. Nel 1873 il Tarquini ci riferisce di “una rinomata Cassa di Risparmio diretta da zelanti cittadini”, nel 1877 l’istituto bancario contribuì all’apertura del primo asilo infantile di Civita e ai bisogni locali del commercio e delle industrie private. Nel 1889 il consiglio d’amministrazione era cosi composto: vice-presidente Giacomo cav. Franci, ragioniere Giuseppe Petti, cassiere Nicola Quatrini, consiglieri sindacatori Giuseppe Gori, Paolo Morelli segretario Arvino Del Frate. Quell’ anno furono impiantati a Civita altri due istituti di credito e le operazioni bancarie subirono una notevole diminuzione,fu anche una difficile annata agricola e commerciale e venne quindi usata la massima cautela negli investimenti a scanso di eventuali perdite,vennero sospese le gratificazioni per il presidente, cassiere e ragioniere. Il fondo di cassa liquido nella gestione del 1888 era di L.3949 (15.938,00 euro rapportato ad oggi),i versamenti settimanali fatti dai depositanti nel 1889 erano di L.9654 (38.964,00 euro rapportato ad oggi). Le azioni costavano L.100 e ne comperarono una del Frate Arvino, Gori Giuseppe, Arigoni Gio-vanni, Guazzaroni Giuseppe, Morelli Paolo. Furono spese per sussidi caritatevoli L.12 gli interessi sulle cambiali erano del 7 per cento ed erano state riscosse sulle cambiali scadute durante l’anno 1889 di L.35021 (141.347,00 euro rapportato ad oggi) delle gestioni precedenti L.4300 (17.355,00 euro) la riscossione degli interessi fu di L.2795 (11.280,00 euro), era stato per i civitonici un anno veramente nero. Nel 1892 facevano sempre parte del Consiglio Augur i d’amministrazione : Giacomo cav,Franci presidente, vice-presidente Giuseppe Petti, il consiglio era composto da: Luigi Profili, Giuseppe Guazzaroni, Stanislao Laurenti, Giovanni Arrigoni, il ragioniere Arvino Del Frate, cassiere Filippo Poggioli, segretario Angelo Pasquetti, i sindacatori Giovan Paolo Lepori, Paolo Morelli. Nel rendiconto all’assemblea degli azionisti dell’11 settembre 1892 il presidente Cav. Franci purtroppo dovette dire che non erano stati ottenuti dei grossi guadagni in quanto vi era stato una grande crisi bancaria. A quel tempo vi erano sei banche con la facoltà di emettere biglietti di banca intitolati al Regno d’Italia: la Banca Romana, la Banca Nazionale di Torino, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito, ed erano impegnate in prestiti a lungo termine soprattutto nel settore dell’industria edilizia e, a causa della crisi di quest’ultima, molte banche crollarono. Lo scandalo maggiore fu quello della Banca Romana che per coprire le perdite iniziò ad emettere senza autorizzazione una nuova moneta ed a stampare due serie di biglietti con lo stesso numero di serie in modo da raddoppiare l’emissione della moneta in circolazione. Tutto ciò ebbe pesanti ripercussioni sia a livello politico che sul sistema economico bancario italiano. Nel 1893 il governo Giolitti riordinò il sistema creditizio e fu fondata la Banca D’Italia con la fusione della Banca Nazionale con le due banche toscane. Il patrimonio della nostra Cassa comunque era salito da 57258 (225.828,00 euro di oggi) a L.89090 (351.374,00 euro di oggi), le cambiali erano L.144,451 (567,00 euro di oggi). I sindacatori Paolo Lepori e Paolo Morelli il 5 febbraio 1893 dichiararono che si poteva guardare tranquilli all’avvenire facendo una preghiera a tutti gli azionisti di effettuare depositi, sia pure di piccole somme. Campo de’ fiori 34 CIVITONICI ILLUSTRI L’ABATE LUDOVICO SODERINI (1660-1739) Nuove e recenti acquisizioni archiviali permettono, allo stato attuale, di aggiungere nuove informazioni sulle attività di personaggi storici di Civita Castellana, lontani ormai nel tempo, ma fondamentali se inquadrati nel secolare processo di evoluzione storica e sociale del nostro centro. Tra tutte emerge la figura dell’Abate Ludovico Soderini, nato a Civita Castellana nel 1660, appartenente ad una importante famiglia Toscana quì trasferitasi da Firenze intorno al sec.XVI, al seguito della corte Pontificia che periodicamente transitava nella fortezza Sangallo, centro politico e militare nevralgico durante tutto il secolo XVI. Intorno al 1685, il Soderini è Vicario della Cattedrale di Santa Maria Maggiore e segretario del Vescovo del tempo. Le sue doti religiose ed organizzative vengono subito notate da un importante prelato della Curia Romana e nominato amministratore apostolico della città di Cento in provincia di Ferrara. Intorno al 1688 abbandona Civita Castellana per i suoi impellenti impegni e obblighi istituzionali. Ripercorriamo alcune tappe principali della vita del Soderini: 1688, governatore di Cento; 1699, amministratore di Città di Castello e, infine, nel 1738 governatore della Sabina. Dunque, incarichi istituzionali di alto livello a conferma delle doti religiose e organizzative del prelato civitonico. In una lettera del tempo: “….il signor abbate Soderini era poi un uomo molto dedito alla pietà, ed avuto in pregio per senno e per prudenza…aveva tenuto il governo di vari luoghi dello stato ecclesiastico; ed ora che era vecchio anzi che no, si voleva mandare a presiedere la nobile città di Cesena, ove avrebbe con migliore paga un campo degno del suo sapere…. Il buon vecchio prima di accettare interrogò il santo vescovo, se non fosse meglio per lui ritirarsi in Civita Castellana sua patria..”. Purtroppo l’aggravarsi delle condizioni di PALAZZO SODERINI OGGI salute, ormai malferma da qualche anno, lo costringono a non accettare l’incarico. Il 13 Giugno 1739, poco prima della sua scomparsa, dona alla Curia Vescovile con specifico atto notarile: “ LA SUA CASA POSTA DENTRO QUESTA CITTA’ NELLA CONTRADA DETTA PANICO PAROCHIA DI SAN CLEMENTE CON IL GIARDINO, E TUTTI LI SUI ANNESSI E CONNESSI, LIBRARIA E TUTTI LI MOBILI, E SEMOVENTI IN ESSA ESISTENTI PER IL VALORE DI 9.000 SCUDI”. L’importante documento archiviale permette oggi di identificare con estrema precisione la collocazione urbana della residenza della famiglia Soderini: si tratta del palazzo Soderini, posto alla confluenza di via di Porta Lanciana con via Panico, oggi privo di ogni utilizzazione e in attesa di un immediato intervento di restauro conservativo, data l’importanza del manufatto opera di un importante architetto Romano del sec. XVII. Dopo la scomparsa del prelato, dal 1740 al Buone Feste 1746, il palazzo ospita alcuni uffici della Curia Vescovile e fino al 1802, con alterne vicende, il locale seminario vescovile. Dal 1802 al 1985, è sede del collegio femminile e casa di ricovero dell’infanzia abbandonata, dell’ordine religioso delle Maestre Pie Venerini, meglio note alla storia di Civita Castellana come le “orfanelle”. Nel 1986, subito dopo la chiusura del collegio, è stato oggetto di una sua trasformazione in casa protetta per anziani e al centro di un lungo dibattito architettonico e sociale che fino agli anni ’90 ha caratterizzato la vita sociale del nostro centro, senza però giungere ad una affettiva utilizzazione. Tra il 2000 e il 2001, è stata completamente ristrutturata la copertura che versava in condizioni di estremo degrado. Il palazzo presenta motivi architettonici tipici dell’architettura Barocca, in particolare la soluzione d’angolo su via di Porta Lanciana e le finestrature dell’ultimo piano, dalle eleganti volute. Due gli ingressi: il portale ad arco di via Panico, con il profondo androne che immette nel vasto giardino e alla scala, ortogonale, al corridoio, che conduce ai piani superiori e in particolare alla cappella del piano nobile. L’area esterna è caratterizzata da un vasto cortile rettangolare e da un giardino sopraelevato destinato originariamente ad orto. L’abate Ludovico Soderini muore nel dicembre del 1739 e viene sepolto nella Cattedrale di Santa Maria Maggiore. Campo de’ fiori 36 Un trombettista veterano di New Orleans, tale Papa Mutt Carey, ha detto: “ … gli uomini che hanno dato il via a tutto il Jazz sono stati il cornettista Buddy Bolden e il batterista Papa Jack Laine … ” Buddy Bolden nei pochi anni in cui fu attivo come musicista era grande, le donne non sapevano resistergli e lui non sapeva resistere ne a loro ne al whisky, ma a causa della sua vita sregolata finì per perdere il senno, nel 1903 fu rinchiuso in un manicomio della Luisiana dove morì parecchi anni dopo. Sorte diversa toccò a Papa Jack Laine il progenitore del Jazz bianco o del Dixieland se si preferisce, egli dimostrò una notevole capacità organizzativa in forza della quale già nel 1888, aveva appena quindici anni, formò il suo primo complesso e nel suo periodo di maggiore fortuna coincidente con i primi anni del secolo, ebbe il controllo di ben sette Bands, tutte contraddistinte dallo stesso nome, si chiamavano Reliance Brass Band e lavoravano a New Orleans simultaneamente suonando Rag-time e Marce per parate. Negli anni della guerra ispano americana, fu leader della formazione più importante di New Orleans e molti dei musicisti di quella città, nel decennio compreso tra il 1910 e il 1920, iniziarono a suonare con lui; egli li scelse tra gli appartenenti ai diversi gruppi etnici presenti nella città del Delta per cui annoverò nelle sue formazioni francesi, italiani, tedeschi, ebrei, cubani, messicani e finanche africani e, molti di questi, che avevano anche militato nelle formazioni costituite da King Oliver e Buddy Bolden, furono gli artefici di quella fertile collaborazione che risultò essere la mescolanza tra i diversi stili musicali. Ebbe alle sue dipendenze musicisti i cui nomi sarebbero rimasti nella Storia del Jazz, il cornettista Lawrence Vega, il clarinettista Alcide Yellow Nunez, il cornettista Nick LaRocca, il pianista Henry Ragas, i fratelli Abbie e George Brunis, il clarinettista Ernest Giardina e tanti altri ancora, certamente più di cento; quasi tutti i musicisti bianchi di New Orleans suonarono nelle sue Bands. Ma per comprendere meglio la personalità musicale di Papa Jack Laine, dobbiamo soffermarci, sia pur brevemente, su quelli che furono i c.d. Minstrels ossia gli interpreti di quello spettacolo itinerante, il Minstrel, appunto, che ebbe origine nel sud degli Stati Uniti e in Virginia in particolare e che risultò essere essenziale per la nascita del Jazz. Lo spettacolo offerto, che era basato sulla interpretazione del patrimonio musicale e folkloristico nero, preparò senza alcun dubbio all’introduzione di quella nuova musica; ma chi erano i Minstrels? In origine soltanto bianchi, del resto come si poteva pensare che più di due secoli fa un nero potesse salire e recitare su un palcoscenico? Successivamente furono anche neri, peraltro, gli stessi bianchi si travestivano da neri tingendosi le mani e il viso per proporre una interpretazione dell’uomo di colore che trovava consensi e favore da parte del pubblico bianco; basti ricordare il travestimento di Al Jolson in quel celeberrimo film dal titolo: Il cantante di Jazz che costituì il primo esempio di spettacolo cinematografico sonoro. Sviluppatosi dapprima come spettacolo claunesco, il Minstrel assorbì in seguito quella vigorosa musica discendente dai meetings religiosi dei neri, nè poteva mancare il solito bianco, tale Daddy Rice, in artè Jim Crow che propose un particolare personaggio, un vero e proprio Zio Tom che, sciancato e deforme, cantava e ballava offrendo divertimento ai presenti. Questo spettacolo ebbe enorme diffusione e successo tanto che da allora Jim Crow divenne sinonimo di uomo di colore e, da questo nome nacquero i locali Jim Crow, le carrozza Jim Crow, gli scompartimenti dei treni Jim Crow, la segregazione razzia- ste e F e Buon le, in buona sostanza. Tutto ciò fino a quando anche i neri non misero in scena i loro spettacoli di Minstrels grazie a Henry Juba Laine, ai Pringle Minstrels, alla African Company ed ai Georgia Colored Minstrels che, adottando linguaggio e atteggiamenti dei bianchi che li irridevano, arrivarono addirittura a tingersi loro stessi il volto e le mani per mettere in risalto la propria appartenenza alla razza nera. Si assistette in tal modo ad una sorta di parodia della parodia che avrebbe trovato pratica esemplificazione nel repertorio di molti futuri Jazzmen, primo fra tutti il grande Louis Armstrong Satchmo; questi Minstrels neri effettuarono fortunate tournèes in tutti gli Stati Uniti, e non poche delle musiche eseguite dai loro complessi sarebbero poi passate nei repertori Jazzistici. Orbene Papa Jack Laine prima di dedicarsi al Jazz, di cui divenne una delle figure più importanti nel periodo della formazione, diresse una Band di Minstrels a New Orleans, Band che dette al Blues un insostituibile contributo. Pur essendo vissuto a lungo, Papa Jack Laine morì all’età di oltre novanta anni, rinunciò alla musica nel 1917, quando aveva appena quarantaquattro anni, per dedicarsi all’attività di fabbro e, successivamente, a quella di garagista. Non esiste alcuna sua registrazione e nel corso della sua lunga vita è stato intervistato più volte; egli ha sempre affermato di essere stato lui ad istradare molti di quei musicisti che avrebbero determinato e caratterizzato il Jazz di New Orleans. Riccardo Consoli Buone Feste Campo de’ fiori 37 L’angolo del Bon Ton Una visita di Babbo Come tutti gli anni, in questo periodo desidero fare un regalo a tutti i lettori della nostra rivista; quest’anno però il mio pensiero va in particolare ai più piccolini. Desidero, infatti, di Letizia Chilelli donarvi una tenerissima fiaba, che dedico a tutti i bimbi.. senza dimenticare anche quelli un po’ più grandicelli!!!! Era la notte prima di Natale, la notte in cui tutto è calmo, sereno, come in attesa, e niente e nessuno si muove, dentro le case addormentate, nemmeno un topolino.. La luna sulla neve appena caduta faceva scintillare di una luce irreale ogni cosa, quando, ai miei occhi stupiti, apparve nel cielo una minuscola slitta, trainata da otto piccole renne, con un adorabile vecchietto come cocchiere: subito capii che doveva trattarsi di Babbo Natale. Le piccole renne correvano agili ai richiami e agli incitamenti del dell’allegro guidatore:”Vai Fulmine! Muovetevi, Agile e Astuta! Andiamo Cometa! Su, Cupido! Vai, Asso! Verso la cima del tetto, via saltate, coraggio!”. Come le foglie morte prima che l’uragano le trascini via, incontrando un ostacolo, s’alzano a mulinello verso il cielo, così volavano le renne sopra il tetto della casa, trasportando Babbo Natale e la sua slitta ricolma di doni. Un attimo dopo potei udire chiaramente il loro scalpiticcio e il risonare dei loro zoccoli sopra il tetto. Mi immaginai Babbo Natale mentre scendeva dal camino: era vestito di pelliccia dalla testa ai piedi e i suoi abiti erano sporchi di cenere e fuliggine; gettato dietro le spalle aveva un sacco pieno di giocattoli e sembrava un venditore ambulante in procinto di mostrare la sua merce. Come scintillavano i suoi occhi! Che allegria mettevano le sue fossette! Le guance sembravano rose e il naso una rossa ciliegina; la sua buffa, piccola bocca era increspata da un amabile sorriso e la sua barba era candita come la neve. Fra i denti stringeva la pipa e il fumo azzurrino saliva a circondare il suo capo come un’impalpabile ghirlanda. La sua larga faccia e il suo enorme pancione sobbalzavano quando rideva, come una scodella colma di gelatina! Era così paffuto e rubicondo, proprio come un allegro gnomo, che non appena lo vidi scoppiai a ridere, mio malgrado; un batter di palpebre e un cenno del capo mi fecero capire che non avevo niente da temere. Non pronunciò una sola parola, ma si mise subito al lavoro: riempì accuratamente tutte le calze, poi si girò di scatto, e si pose un dito sulle labbra facendomi cenno di tacere, e salì su per il camino. Montò sulla sua piccola slitta, emise un fischio acuto all’indirizzo del suo equipaggio e tutti se ne volarono via in un batter d’occhio, ma io potei udire chiaramente, mentre si allontanava nel cielo, la sua voce argentina augurare: “Buon Natale a tutti, a tutti felice notte!” Agli auguri di Babbo Natale si aggiungono anche i miei, con la speranza che in questo dolce periodo quel bimbo che c’è in ognuno di noi possa ricordarci il vero e meraviglioso significato del Santo Natale. (Fiaba di Clement C. Moore, da “Tempo di Natale” 1985 Mondadori Editore) Buone Feste Campo de’ fiori 38 EPICONDILITE E’ un’infiammazione che colpisce tennisti e non solo, vediamo quali sono le cause e la terapia… L’epicondilite (precisamente epicondilite omerale), è un’infiammazione dei tendini che vanno a gravare sul gomito, in dettaglio sull’epicondilo laterale. È una dolorosa del Dottor infiammazione coPatrizio Lazzarini nosciuta anche cofisioterapista me gomito del tennista, dato che colpisce spesso gli sportivi di questa categoria. Tuttavia, l’epicondilite non va intesa come una patologia che riguarda solo un piccolo gruppo di sportivi, ma riguarda anche chi sta molto tempo con gli arti superiori fermi nella stessa posizione per altri motivi, come un dattilografo, un pianista o uno scrittore che usi la tastiera. In genere i medici consigliano di cercare di prevenirla, riscaldando sempre bene le articolazioni prima di dedicarsi a degli sforzi intensi, come il culturismo, altri tipi di sport o lavori di natura manuale. Si tratta di un distur- bo di carattere invalidante, che, qualora non affrontato con la giusta terapia, può cronicizzare. Sintomi:Il dolore è localizzato dove queste fibre si attaccano all’osso sul lato esterno del gomito o lungo i ventri dei muscoli epicondiloidei all’avambraccio. Clinicamente si manifesta con dolore ad insorgenza subdola, con dolenzia durante l’uso combinato di mano, polso e gomito. Il dolore può aumentare la sera, dopo la giornata lavorativa. Solitamente la sintomatologia diventa più intensa per entità e durata, con maggior impaccio funzionale e riduzione progressiva dell’attività lavorativa fino ad una vera e propria impotenza funzionale antalgica. Diagnosi:L’esame radiologico è solitamente negativo, la diagnosi è squisitamente clinica anche se una ecografia tendinea, consente di identificare le aree di degenerazione endotendinea e l’iperemia dei tessuti peritendinei. Terapia:Nelle forme acute (dolore in atto) la terapia mira a eliminare l’infiammazione ed il dolore mediante l’interruzione mo- mentanea della attività sportiva e lavorativa, associando l’uso di FANS (Antinfiammatori per bocca). Fondamentali sono le terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni, ipertermia, ionoforesi che aiutano ad eliminare l’infiammazione. Nei casi, comunque piuttosto rari, che non dovessero rispondere alla terapia è possibile ricorrere a un intervento chirurgico, eseguibile anche in artroscopia. Campo de’ fiori 39 La storia della Previdenza Soci Italia Seconda parte Bisogna anche dire che la spinta finale alle istituzioni di allora, nel porsi il problema della previdenza per gli operai e di conseguenza a legiferare in meridi Arnaldo Ricci [email protected] to, fu data anche dagli avvenimenti relativi alla protesta operaia che in quel periodo stava incalzando tutta l’Europa, compresa l’Italia, dove essi avevano causato anche fatti di sangue. Si può affermare che la legge 350 del 17 luglio 1898 fu la prima a dettare le regole istitutive, di una previdenza sociale che si può definire progenitrice della attuale Inps. L’istituzione fu chiamata: CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA PER L’INVALIDITA’ E LA VECCHIAIA DEGLI OPERAI E’ da sottolineare che essa ( contrariamente a quella contro gli infortuni sul lavoro, istituita a marzo dello stesso anno e resa immediatamente obbligatoria, sia per i lavoratori che per il datore di lavoro ) non prevedeva l’obbligo di iscrizione, il quale era solamente su base volontaria del lavoratore. Il datore di lavoro era completamente estraneo al rapporto che il lavoratore poteva avere con la sua assicurazione previdenziale. In realtà, lo stato dettò alcune regole quadro ma lasciò totalmente libero il lavoratore, nella scelta di avere o non avere la sua assicurazione previdenziale. Parallelamente a questa istituzione che sembrava essere più privata che pubblica, rimasero comunque in essere la maggior parte delle varie organizzazioni di mutuo soccorso precedentemente in attività. Come tutti sappiamo, a quei tempi (fine ottocento ) lo stato italiano che era di concezione liberale, non si affrettò ad abolirle. Non entrando molto nei particolari, i contributi versati alla cassa di previdenza, assicuravano un trattamento pensionistico a 65 anni, sia per uomini che per donne; la pensione veniva calcolata con un meto- do molto più vicino all’attuale contributivo piuttosto che al retributivo. Ovviamente chi decideva di lavorare senza iscrizione alla cassa (questo era consentito dalle norme allora vigenti) non percepiva nessuna pensione di vecchiaia, tantomeno quella di invalidità. Foto del frontespizio della tessera che veniva Tutto rimase in questi termini fino al consegnata al lavoratore iscritto nel periodo 1919, quando esattamente il 21 Aprile 1898 – 1919 1919, fu approvato, dal parlamento, il “………….Il funzionamento attuale famoso regio decreto legislativo N° 603 il delle assicurazioni sociali in Italia, le quale istituì l’obbligatorietà di iscrizione une separate dalle altre, con buroprevidenziale, sia per il lavoratore che per crazie multiple e strumenti diversi, il datore di lavoro. I contributi venivano per il loro costo di amministrazione e versati con il controllo dello stato, il quale per la complessità delle operazioni partecipava anche con suoi trasferimenti che richiedono, suscita forti resistenmonetari, seppure in piccola percentuale, ze. È doloroso dire questo per chi ha assicurando il funzionamento dell’ente di dato la maggior opera della sua vita previdenza. Questa legge avvicinò l’Italia all’avvento, nel nostro paese, delle agli altri stati nord europei, dove, giusto assicurazioni sociali; ma è doveroso per fare l’esempio della Germania, rogatodirlo. Dobbiamo coordinare le assicurie simili vigevano fin dal 1882; fautore il razioni esistenti, sulla base dell’ istiBismarck.Il nuovo ente previdenziale, ridituenda assicurazione contro le segnato dal decreto 603, cambiò anche malattie, per conseguire con minor nome e venne chiamato CASSA NAZIOdispendio e col minor disturbo dei NALE PER LE ASSICURAZIONI SOCIALI datori di lavoro, i massimi risultati. con acronimo CNAS. La pensione di vecDobbiamo risolvere questo problema chiaia per gli uomini rimase fissata sempre al più presto; prima che attraverso i a 65 anni ma per il gentil sesso fu riconopresenti ordinamenti provvisori, le sciuta l’opzione di andare a 60 anni. varie burocrazie si consolidino e creUn giorno prima dell’entrata in esercizio scano le ostilità verso le assicuraziodella nuova CNAS si contavano circa ni stesse…….” 700.000 lavoratori iscritti e 20.000 pensioQuesta esigenza, enunciata per la prima nati, tra quelli di vecchiaia e quelli d’invalivolta dal senatore Mario Abbiate, all’interdità; dopo circa sei mesi di attività, grazie no dello stato liberale, fu tenuta presente all’obbligatorietà, risultarono iscritti ben 12 anche dallo stato successivo, di conceziomilioni di lavoratori! Qualche politico però ne corporativa 1922 – 1943. nonché da iniziò a sentire l’esigenza di abolire ed quello attuale della prima e dalla seconda assorbire, presso la neonata CNAS, tutte repubblica. Attualmente, molto si è fatto quelle forme di assistenza sociale allora in nell’ unificare i vari trattamenti previdenpiedi, derivanti dalle vecchie organizzazioziali precedentemente esistenti anche se ni di mutuo soccorso di stampo ottocentequello che auspicava il senatore Abbiate sco. nel 1921 non si è ancora totalmente otteDi seguito riporto un brano del discorso nuto. del senatore Mario Abbiate, pronunciato continua sul prossimo numero... nel 1921 dai banchi del senato del regno d’Italia, in merito alla necessità di unificare le varie forme assicurative; a mio parere sembra molto attuale. Buone Feste Campo de’ fiori 40 Nuovo successo per il giovane Maestro Enrico Mazzoni Più volte ci siamo trovati ad elogiare i meriti ed i successi del giovane maestro Enrico Mazzoni, attivo e presente nel panorama musicale locale. Ma ripercorriamo brevemente le tappe fondamentali da lui percorse fin ora, per arrivare a complimentarci dell’ultimo traguardo raggiunto. Enrico, sin dall’età di otto anni, mostra la passione innata per la musica ed inizia a studiare assiduamente. Nel frattempo termina le scuole dell’obbligo e si iscriversi all’I.T.I.S. “L. Da Vinci” di Viterbo, dove si diploma nel ’97 con votazione 57/60. Quattro anni dopo arriva anche il diploma in pianoforte conseguito al conservatorio “G. Briccialdi” di Terni, con votazione 9/10. Ma Enrico non si ferma lì e dopo un nuovo percorso di studi, intrapreso nel medesimo istituto, l’11 Novembre 2010 consegue il diploma accademico di secondo livello in Tastiere Storiche, con il massimo dei voti e tanto di lode al seguito. Tutto questo, va ricordato, avviene mentre Enrico è impegnato a svolgere attività didattiche presso la scuola di musica comunale di Soriano nel Cimino, l’associazione culturale “Musica Arte & Cultura”, la scuola di musica comunale di Nepi e l’associazione musicale “F. Zappa” di Magliano Sabina. Mazzoni, inoltre, è organista della Chiesa Cattedrale “S. Maria Maggiore e del Coro Polifonico “Mons. Giuseppe Bellamaria” di Civita Castellana, dal 1999. Assai numerosi sono i concerti tenuti in questi anni, e molti altri saranno quelli in cui lo vedremo presente. Agli auguri per il recente successo guadagnato, aggiungiamo quelli per essere diventato papà del piccolo Gianluca. Tanti auguri al piccolo Gianluca Mazzoni che il 5 Dicembre ha compiuto 3 mesi, dai genitori Enrico e Veronica, i nonni Silvio e Regina, Remo e Luciana L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli. Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti. Learning Paths – Tante vie Per Imparare : http://www.learningpaths.org/ Sito dedicato alle strategie ed ai vari stili di apprendimento e di insegnamento, dedicato a coloro che desiderano aiutare se stessi o gli altri ad imparare. Non solo matematica : http://www.marikarongo.fan-club.it/t_download.php Sito creato da un insegnante di scuola primaria, Marika Rongo; la sezione presa in esame da la possibilità di scaricare documentazione dedicata a schede ed esperienze didattiche, programmazioni eccetera, eccetera. Tel. 0761.576604 - [email protected] www.lamiacartoleria.it La nostra collaborazione con la rivista Campo de’ fiori, è iniziata nell’Aprile del 2009 e da allora tutti i mesi l’appuntamento con la nostra clientela sulle pagine del giornale non è mai mancato. Per la nostra attività questo ha rappresentato un impegno economico importante, che abbiamo ritenuto utile, per comunicare il nostro pensiero, non solo attraverso articoli pubblicitari, ma facendo quasi un discorso sociale sull’importanza delle piccole librerie nel proprio paese, della necessità di leggere, di possedere le basi per acculturarsi, per informarsi, così da essere sempre più uomini liberi. A questo punto gradiremmo molto che, chi ci ha letto con interesse, ci comunichi i propri pensieri e ciò che vorrebbe che noi continuassimo a fare, e a scrivere, attraverso la nostra pagina Facebook “Cartolibreria Soldini”. Come sempre noteremo il vostro interesse, le iniziative verso la nostra libreria non mancheranno!Possiamo iniziare subito dicendo che per le feste abbiamo a disposizione tutte le novità editoriale e possiamo evadere ogni vostro ordine in brevissimo tempo, tantissimi libri e giochi didattici per i vostri bambini e ragazzi! Per le feste non dimenticatevi della “piccola” libreria del vostro pese, e vi auguro di regalare e ricevere tanti libri!!! Perché un libro è per sempre. Dimenticavo, il grande assortimento di calendari, un’altra idea utile ed economica per i regali di Natale. Augurissimi a tutti. Campo de’ fiori 41 Piazza Marcantoni: dopo l’inaugurazione, tanti gli appuntamenti sotto l’albero Di fronte ad una folla gremita, Piazza Marcantoni ha festeggiato la sua apertura. Tante le persone accorse nel nuovo centro commerciale di Civita Castellana per partecipare alla giornata di apertura. Al taglio del nastro erano presenti le autorità: il Sindaco di Civita Castellana, Gianluca Angelelli, il Vescovo S.E. Mons. Divo Zadi, il Presidente dell’Unicoop Tirreno Marco Lami, gli ex-operai della Ceramica Marcantoni, il Responsabile Marketing di Kaos Srl., Alessandro Angellelli, e il Presidente Vignale Comunicazioni Srl, Patrizia Corridori, il Consigliere Regionale del Pd l’On. Giuseppe Parroncini e la stampa locale. “In molti temono che Piazza Marcantoni possa togliere vivacità al centro storico; colgo l’occasione per rassicurarli sul fatto che non sarà così.- ha dichiarato, durante il taglio del nastro, il sindaco - Recuperare un’area di Civita è fondamentale per rivalorizzare l’intera città”. Anche il Vescovo, S.E. Mons. Divo Zadi, ha voluto sottolineare la valenza sociale dell’apertura di Piazza Marcantoni: “E’ un momento importantissimo per Civita Castellana – ha commentato il Vescovo - perché questo luogo, pregno di memoria storica, torna a nuova vita”. “Piazza Marcantoni non è solamente un centro commerciale ma anche luogo di socializzazione, in linea con i valori di cui la Coop da sempre è emblema”, ha ricordato Marco Lami, Presidente della Coop. L’inaugurazione di Piazza Marcantoni si è consumata così, tra shopping e divertimento, con gli spettacoli de “Il Cerchio Invisibile”, per la regia e la direzione artistica di Sandro Nardi, che si sono susseguiti fino a sera, quando la pioggia ha costretto i presenti a salutare, almeno momentaneamente, la nuova “Piazza” del paese. “All’interno di Piazza Marcantoni non ci sarà spazio solamente per un’anima commerciale, ma anche per la cultura e gli eventi ad essa legati.- ha dichiarato Alessandro Angellelli, Responsabile Marketing di KAOS Srl – Questo intento è confermato, non solo dal fatto che all’interno di Piazza Marcantoni è stato predisposto un apposito spazio dedicato al Museo della Ceramica, ma anche dalla presenza di locali messi a disposizione della cittadinanza e delle associazioni. Piazza Marcantoni – aggiunge - non mira a togliere vivacità e visibilità a quanto presente già sul territorio, ma ad integrarsi armoniosamente alle realtà esistenti”. Grazie ad un lavoro di recupero di una delle storiche ceramiche di Civita Castellana, come l’ex ceramica Casimiro Marcantoni, la nostra città è diventata esempio d’eccellenza anche a livello internazionale. A confermarlo, l’attenzione che il Mapic di Cannes e l’UrbanPromo di Venezia, due prestigiosi appuntamenti del marketing urbano e territoriale, hanno rivolto all’ambizioso progetto. Innovazione e tradizione si fondono a Piazza Marcantoni, dove le vecchie ciminiere e i blocchi di tufo si affiancano alle moderne vetrate e ai nuovi parcheggi sotterranei. “Quello che abbiamo realizzato è uno spa- zio sempre aperto, anche oltre l’orario dei negozi. È un’area commerciale, ma anche una piazza dove passeggiare e trascorrere del tempo - ha affermato l’Ing. Pietro Angeletti - Non a caso per quest’area parliamo di vie e di una piazza, e non semplicemente di un centro commerciale. Anche rispetto al centro storico, Piazza Marcantoni non si pone, assolutamente, in contrasto – conclude - ma semmai può essere considerata uno stimolo per la valorizzazione dell’intera città e un incentivo al turismo su tutto il territorio cittadino”. “La grande partecipazione cittadina dimostra quanto il progetto fosse sentito dalla popolazione e quanto la sua realizzazione risponda ad un’esigenza reale della città e dei paesi del comprensorio.- ha dichiarato l’arch. Domenico Cocucci, responsabile del progetto di recupero- Questa risposta positiva della cittadinanza va oltre ogni aspettativa e non può farci che piacere”. Dopo un inizio molto positivo, Piazza Marcantoni si appresta a vivere il suo primo Natale e a stupirvi con tante sorprese. A dicembre gli appuntamenti con Piazza Marcantoni proseguono con: - dal 10 al 24 dicembre, dalle ore 17 alle 19, Babbo Natale sarà a Piazza Marcantoni per raccogliere le letterine dei bambini e lasciarsi fotografare con loro; - 19 dicembre, alle ore 13, pranzo di solidarietà, il cui ricavato sarà devoluto a favore del Centro Socio-educativo “Rosa Merlini Frezza”; - Venerdì 31 dicembre, alle ore 19, Brindisi di fine anno per salutare il 2010 a Piazza Marcantoni. Per maggiori informazioni: www.piazzamarcantoni.it 42 Campo de’ fiori Ancora un saluto a Don Mario Valeri Caro don Mario, sull’ultimo numero di Campo de’ fiori leggo un articolo che ti riguarda, a firma di Alessandro Soli. Gioisco e mi rammarico al tempo stesso. Alessandro mi ha preceduto di un soffio, era mio intendimento, infatti, richiedere alla Direzione della rivista, la preventiva autorizzazione per dedicarti un mio personale ricordo. Tuttavia, parlando con Sandro Anselmi, abbiamo convenuto che un ulteriore articolo a te dedicato non potrà di certo nuocere, quindi, eccomi pronto con carta e penna, come si era soliti dire qualche tempo addietro. Ti do del tu, non già perché ti considero mio padre, bensì per il fatto che ci diamo del tu da circa quarant’ anni. Infatti, correva l’anno 1969 quando con l’ing. Viale ci siamo portati a Ponzano Romano per effettuare un preliminare sopralluogo, lungo il tracciato di quello che sarebbe, successivamente, diventato la prima tratta della direttissima ferroviaria Roma - Firenze. Ricordo perfettamente di averti incontrato in prossimità della piazzetta di Ponzano, ti accompagnavi a un brigadiere dei carabinieri e Viale commentò così: siamo appena giunti a Ponzano Romano e incontriamo le autorità, il Parroco e il Comandante la Stazione Carabinieri, manca soltanto il Sindaco. Da quel giorno, con quel giovane Parroco, iniziava, per mai interrompersi, una assidua frequentazione; ti sei perfettamente integrato nell’organico del cantiere facendone parte a pieno titolo, pranzavi molto spesso con tutti noi; qualche volta, anche di recente, ti ho ricordato che, appena giungevi in prossimità delle baracche, Viale ti chiedeva se avessi già pranzato e spesso rispondevi: non ancora, al che seguiva un quasi ordine: allora prima vada a pranzare, dopo parleremo, rispondevi: obbedisco! Di quell’impegnativo lavoro ricordo il traforo del monte Soratte, una galleria lunga quattro chilometri circa, che richiedeva l’uso costante degli esplosivi e il costante impegno da parte di tutte le maestranze e dei minatori in particolare. Nella galleria Sant’ Oreste, così si chiamava il traforo, poichè sottopassava l’omonimo abitato, il 4 dicembre del primo anno dall’inizio dei lavori, in occasione della festività di Santa Barbara, ricorrenza molto sentita dai minatori, hai celebrato la Santa Messa. Il secondo anno, è stato S.E. il Vescovo di Civita Castellana a celebrarla e, questo fatto, ha indotto tutti noi a pensare che l’anno successivo, dopo il Parroco e il Vescovo, dovesse essere il Papa a celebrare in quella speciale occasione. Naturalmente era soltanto un modo di dire. Orbene, non ricordo attraverso quali canali, ma certamente con il tuo diretto e costante impegno, il Santo Padre Paolo VI accettò quell’insolito e del tutto inusuale invito; correva il 1972, quell’anno non celebrammo la festa di Santa Barbara e i relativi festeggiamenti furono procrastinati di venti giorni. Infatti, la notte di Natale il Santo Padre celebrò in quel cantiere la Santa Messa di mezzanotte. Quella solenne celebrazione fu preceduta dall’incontro del Papa con i minatori, in corrispondenza dell’avanzamento, a circa mille metri dall’imbocco, davanti a un Presepio realizzato dalle suore, con le pietre ricavate dagli scavi. Oltre ai molti minatori, ai tecnici, agli assistenti, alla direzio- Buone Feste da: ne del cantiere, rappresentata dall’ing. Viale, c’eri anche tu, giovane Parroco di Ponzano Romano, per l’occasione in divisa di minatore. In quella eccezionale occasione, ricordo che erano presenti il Presidente del Consorzio ing. Paolo Berti, il Direttore Generale ing. Ulrico Bianco, di cui abbiamo parlato molto spesso, una straordinaria persona a cui sono molto legato; ricordi ormai lontani, ma pur sempre ricordi indelebili. Voglio ancora ricordare come, in quella occasione, S.E. Monsignor Vescovo emerito Divo Zadi, che non era stato ancora consacrato Vescovo e svolgeva il suo Ministero presso il Vaticano, la notte di quel Natale seguiva con attenzione e interesse quello straordinario avvenimento. Personalmente a quell’epoca non lo conoscevo, ma è come se lo avessi già incontrato, infatti, un suo e mio carissimo amico, nostro consulente, non mancava mai di parlare di questo giovane Monsignore che, questa la sua previsione, avrebbe fatto molta strada. Arrivato a Civita Castellana, rimboccandoti le maniche, come scrive Alessandro Soli, sei riuscito a trasformare un semplice piccolo garage in una grande Parrocchia, quella di San Giuseppe Operaio; il 17 ottobre del corrente anno hai raggiunto il sessantesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale. Sei ancora giovane, certamente di spirito, hai ancora parecchie cose da portare a termine. Da parte mia ti ricordo quello che scriveva Charles Augustin de Sainte - Beuve: “ … resta giudizioso e chiaroveggente fin nelle tue debolezze, che la stanchezza non ti prenda mai, non ritenere mai di essere arrivato; nell’età in cui gli altri riposano o rallentano, raddoppia di coraggio e di ardore, ricomincia come un principiante, corri una seconda e una terza corsa, fa che la verità stessa si avvantaggi della perdita delle tue illusioni … “ Caro don Mario, una terza corsa ti aspetta. Coraggio. Riccardo Consoli Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA RAPACI di Jean Dufaux ed Enrico Marini Edito da Lizard Edizioni – 4 volumi, conclusa Fantastico ed esaltante. Storia vampiresca, ma quel tema non si percepisce come colonna portante dell’impianto narrativo, ma fa da sottofondo per portare alla luce la psicologia dei personaggi e questo è geniale. di Gli attori della storia Daniele Vessella sono venuti da altrove e appartengono ad un’altra razza, una razza “prima”, una razza di immortali. Assetati di potere, hanno sottoposto il mondo ai loro ordini. Ma il loro regno finisce… scivolano nella notte, sono legati al sangue, e il loro sterminio per sopravvivere si verifica in una città americana. Un fratello e una sorella vincolati da un giuramento di sangue, spinti da un desiderio di vendetta contro questa razza di “vampiri”, ... due rapaci dai poteri ancestrali e istinti sanguinari rimasti intatti da secoli. Poi ci sono altri, gli esseri umani semplici, comuni mortali,... come il tenente di polizia Vicky Lenore che vuole perforare il mistero del mondo fantastico di queste persone… I personaggi si vanno ad incastrare pian piano come i tasselli di un grande puzzle, il tutto condito dallo stile dinamico di Marini capace di essere sia cool che efficace ai fini della storia. La sceneggiatura dà ampio spazio alla matita evocativa di Marini, utilizzando personaggi provocanti con un pizzico di erotismo. Il tutto è ambientato in una metropoli che ha tutta l’aria di essere americana, con qualche carattere esotico. La serie punta molto sui disegni, e il vero punto di forza di quest’opera sono loro. Se volete una storia vampiresca classica, ancora questa non fa per voi, ma se cercate avventura, mistero e suspence, allora è uno dei titoli su cui indirizzare l’attenzione. * Le 1er cycle ? Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Buone Feste da: Protegge i tuoi valori Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25 01033 Civita Castellana (VT) Tel.0761.599444 Fax 0761.599369 [email protected] 43 Campo de’ fiori 44 Nel cuore Antonia Bellizzi mancata il 27.11.2010 A mamma Quel giorno è arrivato, dobbiamo chiamarlo un giorno triste, perché il distacco rende sempre tristi, ma sicuramente è anche un giorno particolare, che fa riflettere. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto una mamma e per tutti noi è stata unica, speciale. La nostra era una mamma semplice e per questo perfetta, auguro a tutti di avere una mamma così. Nostro padre, nonostante qualche piccolo bisticcio, l’amava di un amore di altri tempi, con calore, a volte con sopportazione. Noi figli la criticavamo per come lei voleva essere nostra madre, con i sui pregi e con i suoi difetti mai nascosti! Sognavamo di avere una madre normale e che non fosse eccessivamente bella né ricca, ma pretendevamo un amore unico per me e mia sorella, così come doveva essere unico l’amore per mio padre. Ma lei ha voluto darci di più, ha amato quanti ha incontrato ed è anche per questo che noi l’abbiamo amata anche di più. Ciao mamma… Saverio e Lucia Per te zio Enzo che sono tre anni che ci hai lasciato Mi manca la tua presenza, quando vorrei averti accanto! Ma tu non ci sei. E allora io guardo in alto, il cielo, e mi accorgo che non sarò mai sola. I miei occhi che piangono è il solo rumore che si possa sentire, nell’immenso vuoto che mi hai lasciato quando la malattia ti ha portato via. Mi manchi sempre di più. Ma so che un giorno ci riabbracceremo... Quanto ti penso! Mi manchi sempre di più. Ti voglio un mondo di bene! Gloria A Giovanni Gagliardi venuto a mancare il 1° Dicembre 2009 Hei nonno…. Come stai? Qui la vita è un po’ più difficile senza te, casini su casini, ma poco importa. Chissà cosa stai pensando, chissà da lassù cosa vedi, se sei fiero di me! Sai ti voglio bene e se potessi esprimere un desiderio, beh, vorrei riabbracciarti anche solo per poco… Gabriele Campo de’ fiori di e i r o t Le s ax M 45 Fiorella Mannoia Da controfigura di Cinecittà a cantante affermata dopo una lunga gavetta ..continua dal numero 75 Nell’autunno del 1971, conclusa l’esperienza con la Carish, Fiorella Mannoia trova un’altra etichetta pronta a puntare su di lei. E’ di Sandro Anselmi la It di Vincenzo Micocci, che la propone con il suo nome per esteso ed una nuova immagine: capelli corti e ricci, di color rosso carota, decisamente più sobria. Il primo quarantacinque giri è composto da due brani: Ore sei, del cantautore Enzo Perrotti e Mi gira la testa, di Carlo Nistri e Memmo Foresi. Il disco, già stampato in una tiratura bassissima, non viene, inspiegabilmente, messo in commercio e le uniche copie in circolazione sono quelle distribuite alla stampa specializzata per la promozione. Tra il ’72 ed il ’74, la cantante si lega per un brevissimo tempo alla più importante etichetta RCA, dalla quale, in effetti dipende anche la stessa It, e incide due soli dischi. Il primo Mannoia, Foresi & Co, in coppia con il suo compagno di vita, mescola stili diversi, dal pop al gospel al country all’italiana, dal quale emerge il brano Ma quale sentimento. Il progetto si blocca e quindi la RCA propone alla Mannoia un disco da solista che contiene Ninna nanna e Rose. Quest’ultimo pezzo suscita, però, subito critiche e quasi scandalo, tanto che deve essere ritirato dal mercato. E’ la serenata di una donna abbandonata che si rivolge alla neo sposa del suo ex uomo, con frasi che toccano ed offendono la sensibilità femminile. Il brano verrà, poi, rieditato con importanti modifiche. Dopo un anno di assenza dalle scene musicali, Fiorella torna alla ribalta seguita da un’altra importante etichetta, la Ricordi, grazie alla quale, tra il ’76 ed il ’78, incide tre singoli: Piccolo, con le musiche di Dario Farina e Ruggero Cini e le parole di Sergio Bardotti; Tu amore mio, scritta da Memmo Foresi e Franco Califano; ed infine Scaldami, del cantautore Maurizio Piccoli. In queste due ultime produzioni, la cantante cambia di nuovo il suo modo di proporsi. Sexy e prorompente riesce infatti a catturare maggiormente l’attenzione. Poi ancora uno stop lungo tre anni ed eccola di nuovo. Stavolta nel cast del Festival di Sanremo ’81, per l’etichetta CGD, con il brano Caffè nero bollente, il primo vero brano col quale Fiorella riesce a farsi conoscere ed apprezzare dal grande pubblico. Anche se, come lei stessa ha riconosciuto, la svolta è avvenuta effettivamente nel 1984, con il pezzo Come si cambia, dove abbandona la vena rock del precedente e punta tutto sulle emozioni. E proprio questo sarà il segreto di tutto il i Augur suo successo negli anni a venire. Quello che le donne non dicono, composta da Enrico Ruggeri può essere un po’ considerato l’emblema di questa sua scelta. Seguono Le notti di Maggio, scritta da Ivano Fossati e gli album Canzoni per parlare dell’ ’88 e Di terra e di vento dell’ ’89, tanto per citarne alcuni. Dal quel momento in poi, infatti, la carriera artistica della Mannoia non ha più conosciuto black out, tanto da essere considerata oggi la portavoce femminile della migliore “canzone d’autore” italiana. Campo de’ fiori 46 Un auto tutta nuova per l Acquistata con la generosit dei cittadini, Ł stata ufficialmente consegnata il 13 Novembre Anche se i giorni sembrano tutti uguali nello scorrere monotono del tempo, tuttavia nell’esperienza di ognuno di noi alcuni di essi costituiscono date particolari, cariche di significato e di valore. Tale è stato Sabato 13 Novembre per l’associazione ATAMO, per i suoi operatori e per i suoi iscritti. Infatti nel primo pomeriggio, in Piazza del Comune, che rappresenta il cuore, il simbolo della nostra città, alla presenza del Sindaco, Avv. Gianluca Angelelli, del Vescovo Diocesano S. E. Mons. Romano Rossi, del Comandante del Corpo d’Armata Generale Canu e di altre autorità civili e religiose, nel corso di una semplice ma suggestiva cerimonia, è stata presentata alla cittadinanza la nuova autovettura Opel Combo. La difficile situazione in cui si trova il presidio ospedaliero di Civita Castellana per la drastica riduzione dei reparti, con i conseguenti immancabili disagi per gli ammalati e per le loro famiglie, non ha scoraggiato l’associazione ATAMO, che intende riaffermare gli impegni morali assunti per assistere chi soffre, e si propone anzi di incrementare la sua attività a beneficio delle comunità del Basso Viterbese. Grazie alla collaborazione di altre associazioni, alla generosità di imprenditori ed operatori, alla solidarietà disinteressata dei singoli cittadini, è stato possibile, con il ricavato della lotteria organizzata dalla Società Sportiva “I due Laghi”, acquistare la nuova autovettura, che affiancherà la vecchia Agila per trasportare i malati onco- logici del nostro territorio alle sedute di chemioterapia, presso l’ospedale di Civita Castellana, e di radioterapia, presso l’ospedale Belcolle di Viterbo. La manifestazione ha costituito un’occasione utile per avvicinare le istituzioni alla gente, per mantenere un contatto umano diretto, per rinforzare i rapporti di amicizia e di solidarietà, per trasmettere un messaggio di speranza. L’ATAMO coglie l’occasione offerta dal giornale “Campo de’ fiori” per inviare a tutte le da i r u Aug INDOVINA IL PERSONAGGIO MISTERIOSO... I primi tre che chiameranno in redazione al numero 0761.513117, comunicandone il nome esatto riceveranno un buono di 5 € per la Lavanderia Ilde famiglie l’augurio di un Natale sereno e di un Nuovo Anno di pace. Campo de’ fiori 47 Oroscopo di Dicembre Ariete L’ultimo mese dell’anno inizia con una grande disponibilità ad incominciare nuovi percorsi. Vi sentirete pronti per costruire un progetto che da tempo desiderate realizzare. Le relazioni sono al centro dell’attenzione. Nel lavoro sentirete l’esigenza di agire in modo spontaneo ed in collaborazione con gli altri. Periodo di bilanci e forti aspirazioni. Toro Quello che avete seminato durante l’autunno inizierà a dare frutti. Sappiate organizzare le risorse in modo preciso. Ci sono aspetti legati alle finanze ed ai rapporti che vanno chiariti. Riprendete in mano le redini della vostra vita e sviluppate quello che realmente vi appassiona. La chiarezza sulla meta da raggiungere vi darà l’energia giusta. Gemelli Ogni cosa sembra ancora confusa e lontana dalle vostre aspettative, le Stelle vi chiedono di uscire da una spirale di timore, lotta o staticità. Ricordatevi della vostra creatività ed abbiate fiducia nell’intuizione. Abbandonate tutto ciò in cui vi sentite limitati ed osate fare un passo verso i vostri sogni, anche quelli d’amore. Cancro Dicembre è un mese di esperienze che portano stabilità. Negli ultimi tempi avete messo in discussione molte certezze ed avete cambiato punto di vista. Vi state muovendo in punta di piedi ma con un consapevolezza profonda. Guardate con fiducia alla realtà senza le ombre del passato, solo così potrete vivere un buon inizio d’anno. Leone Finalmente un po’ di serenità. Durante il 2010 avete compreso molte cose osservando le persone e gli eventi. Il protagonismo e l’assunzione delle responsabilità sono passate in secondo piano, permettendo alla gratitudine di emergere. L’umiltà con la quale guardate alla vita è il dono dell’anno ed un punto di forza dal quale ripartire. Vergine Dicembre chiude un anno iniziato con un’energia fragile che man mano è diventata vitalità, fiducia e voglia di vivere. Dopo un lungo periodo di disorientamento, sentite la necessità di tracciare dei punti di riferimento. Non escludete prima di aver sperimentato. La comprensione nasce dall’esperienza, unitela alla comunicazione e fate fiorire la vostra creatività. Bilancia Durante il 2010 ti sei abituato alla severità di Saturno ed all’inquietudine profonda di Plutone. Essi stanno cambiando il rapporto con voi stessi facendovi affrontare le paure più grandi. Ricordatevi che le Stelle portano sempre all’armonia. Ultimamente avete assunto la posizione della difesa. Non è necessario lottare, o vedere nemici ovunque. Scorpione Venere nel vostro Segno vi offre la facilità nel manifestare i sentimenti. E’ un tempo adatto a produrre idee, opere, definire accordi professionali o economici. Gli Astri scioglieranno la timidezza donandovi una grande lucidità mentale. Questo anno vi ha insegnato a dar forma alle esigenze di spirito. Sagittario Tante sono le possibilità di sviluppo che avete a disposizione. Giove ed Urano in una posizione dinamica vi metteranno di fronte alla prova finale, spingendovi verso decisioni importanti che diventeranno stabili più avanti. Sarà un mese dove sceglierete con naturalezza, fra molti progetti, quelli che vorrete realizzare Capricorno Il 2010 è stato un anno di transizione. Conoscete ciò che avete lasciato ed un poco temete quello che troverete. In realtà: collaborazioni, amicizie ed il rapporto con i figli sono in cambiamento e necessitano di un dialogo nuovo, meno accademico e più spontaneo. Non dimenticate la dolcezza e concedetela prima di tutto a voi stessi. In questo Acquario momento avete bisogno di avere intorno a voi persone che sappiano farvi vedere la realtà da vari punti di vista meno rigidi e più assertivi. Concludete ciò che avete in sospeso e permettete alle situazioni di prendere forma. Il 2011 vi vedrà ripartire con forza e saggezza. Non trascurate, però, chi vi ama e vi è accanto Pesci Continuate ad agire con fiducia. Giove ed Urano vi permettono sia di allontanarvi da quello che non vi soddisfa, sia di raggiungere con successo un obiettivo. Il 2010 è stato un banco di prova. Avete toccato con mano la determinazione che possedete. Non credete che sia solo un caso ad avervi portato dove siete. Vi si apre un anno ricco di sorprese. Campo de’ fiori 48 AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Una piccola offerta per lo splendido Calendario 2011, realizzato da noi per e con i ragazzi del centro socioeducativo “Rosa Merlini Frezza” di Civita Castellana. SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a € 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita Castellana (VT) Data______________Firma__________________________________ Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a Campo de’ fiori - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117 Campo de’ fiori 49 . . . . e r o m a n o c a m o R i d a c i r b a Da F Prosegue l’elenco dei soprannomi fabrichesi, lavoro certosino, come già detto, di un nostro affezionatissimo lettore. Continuiamo dalla lettera G. G Ginì Grissino Gruppetto Gallò I Insalataro Iona L Lettrica Luno Lisciolino M Minestraleggera Magrò Micio Micia Micetta Manza Mucio Melò Metifame Mezzosighero Mecaiò Melloroso Mbechedembechedè Micichì Musichiere Morticello continua... Saggezza popolare by - Se vuoi che l’amicizia si mantenga, che una mano vada e che l’altra venga. - L’Epifania tutte le feste si porta via. Gli rispose Sant’Antonio “Piano piano, che c’è la mia!”. - Se la cosa vuoi che non si sappia, non si dica e non si faccia. - Se piove per Santa Bibbiana (2 Dicembre), dura quaranta giorni e una settimana. - Se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe. - Voglia de lavorà sarteme addosso, lavora tu padrò che io non posso. Campo de’ fiori 50 La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri Bravissime a Guenda Baldassi e Maria Stella Silvestri per aver vinto il Primo Premio della Gara di Dolci alla Nocciola svoltasi a Ronciglione il 7/11/2010 per pasticceri non professionisti. Tanti complimenti dai genitori, le sorelle, i fidanzati, i parenti e gli amici. Continuate ad “addolcirci” con le vostre delizie. Congratulazioni Dottore!!! Complimenti per aver raggiunto questo importante traguardo!! Un augurio speciale da mamma,papà,Elisa e tutti i parenti!! Ti vogliamo bene!! Tantissimi Auguri al Nostro Super Nonno ANTONIO PISTOLA, che il 22 novembre 2010 ha compiuto ben 81 anni! Gliene auguriamo altrettanti vivissimi come il suo spirito! Grazie per il tuo affetto Nonno! Dai tuoi nipotini affezionatissimi MAILA E ARES PISTOLA! Tanti auguri ad Evaristo Caon, classe 1939, popolare personaggio di Civita Castellana, detto Iaio, che il 26 Ottobre ha festeggiato il suo onomastico. E’ l’unico Evaristo della cittadina O cicogna, o cicognetta finalmente sei arrivata in questa casetta e in un gran cesto profumato hai adagiato un tenero angioletto e con tono molto soave così gli hai sussurato: Caro piccolo..... benvenuto in questo mondo, lungo sarà il tuo cammino, mamma e papà avrai a te vicino! Il piccoletto tutto felice ha ringraziato: cara cicogna or puoi andare, il tuo compito a buon fine hai tu portato, più bella famiglia per me non avresti mai potuto trovare! Ora il dolce pargoletto ha voglia di pappare per poi subito riposare, ma ai suoi cari genitori non manca di ricordare: tante coccole e carezze mi dovete fare altrimenti inizio subito a strillare! Piccola Chiara Benvenuta .... un mondo di baci dagli ZII e dai Nonni....!!!!! P.S. Sopratutto dalle tue Commaruzze...!!!!!! Tantissimi auguri a Francesco che il 17 novembre si è laureato, da Elisa, mamma, papà, Luca, Maila, Emanuele i nonni e tutti gli amici. Buon Natale e Buone Feste ai nostri cari amici ed alla nostra parrocchia per il continuo impegno preso accompagnandoci ogni mattina al C.S.E. “Rosa Merlini Frezza”. Grazie a Maria Laura Creta, Luciana Puntuale, Lucia Bianchini, Sandro Capotondi, Mario Marcelli, Rita Ponti, Vittorio Patera, Angelo Alessi. Da Nazareno Monterosso e Giuseppe Luzi. Campo de’ fiori 51 Auguriamo al nostro caro angioletto Bruno, che l’8 Dicembre ha ricevuto il suo primo Sacramento, di crescere nell’amore, nella salute e nella serenità, protetto sempre dallo sguardo benevolo del Signore. Mamma, babbo e tutti i parenti Tantissimi auguri a Daniela Capogrossi, il nostro grande amore, che l’11 Dicembre ha compiuto gli anni. Tu così presente, tu così importante, tu che sei la parte fondamentale della nostra vita. Con amore Bruno e Sandro Tanti auguri a Ginevra Prosperi che il 18 Dicembre compie 2 anni, da mamma, papà e i nonni. Tantissimi auguri a Simone Capogrossi, che il 24 Novembre ha compiuto 5 anni, dai nonni, i cuginetti e tutti i parenti Auguri alla nostra Elena Sofia che il 22 dicembre compie 5 anni dal Papa’ Pasqualino e la Mamma Silvana… Tantissimi auguri a Aron Tesfaie che il 24 Novembre ha compiuto 6 mesi, da mamma Francesca, papà Ciapi, i nonni, gli zii, e tutti i parenti Campo de’ fiori 52 Buone Feste da Cecilia e Federico Cari amici, eccoci al resoconto delle nostre attività, e agli auguri a tutti voi per un nuovo anno che sta arrivando. Anche il 2010 è stato molto impegnativo, il lavoro per accudire al meglio i nostri amici a quattrozampe è tanto, e quello di cui abbiamo più bisogno e che ci auguriamo per il nuovo anno è l’arrivo di nuove “braccia” per aiutarci con le Tel. 339.1123663 tante “zampe” che sono ospitate a Corchiano presso la Dog’s House, nuove forze a cui trasmettere l’amore e la voglia di aiutare tanti animali sfortunati ma speciali, affettuosi e bisognosi di cure e coccole. L’altra grande speranza per il 2011 è che sempre più persone decidano di venire ad adottare un cucciolone, perché vorremmo che la pensione, per quanto sia un luogo in cui il randagio trova riparo, nutrimento, cure, affetto, rappresenti solo un “passaggio” verso una nuova vita in famiglia. Tutti i nostri cani sono stati vaccinati; diamo le femmine già sterilizzate, e speriamo che con il tempo riacquistino un po’ di tranquillità e che un domani possano trovare anche loro una famiglia, come capita a moltissimi dei nostri amici pelosi. Ad ottobre abbiamo accolto anche cani tolti da situazioni di maltrattamento. In circa un anno, abbiamo fatto adottare ben 112 cani solo del territorio di Civita Castellana, soltanto con le nostre forze, grazie al tam tam di internet e di Facebook dove siamo presenti con la nostra pagina e soprattutto grazie a tutti i nostri volontari. Rinnoviamo l’invito a venire a trovarci, a visitare i nostri ospiti che attendono magari proprio uno di voi… E’ pronto il nuovo calendario, che potrete ordinarci su richiesta al 3391123663. Nel ricordare come sempre i nostri indirizzi e i vari modi in cui potete continuare ad aiutarci, e ringraziandovi per l’appoggio e l’affetto che da tanto tempo ci dimostrate, vogliamo inviarvi i nostri più sentiti auguri per un anno pieno di belle cose e, perché no, di nuovi amici scodinzolanti accanto a voi! Il Consiglio Direttivo Se volete potete inviarci la Vostra e-mail in modo che sia possibile raggiungerVi non solo una volta l’anno con una lettera come questa. Scrivete a [email protected] , le quote associative per l’anno 2011 sono le seguenti: socio junior 10 €/anno; socio sostenitore 20 €/anno; socio promotore € 60,00/anno. Progetto “Adotta un peloso“: potete adottare un cane a distanza con un contributo di 30 € mensili. c/c bancario intestato a Incrociamolezampe-onlus (ricordatevi di indicare nella causale “Rinnovo Tessera” oppure “Offerta”). IBAN: IT 43 S 02008 73032 000101140618 UNICREDIT S.p.A. Agenzia Civitacastellana BUOZ. (30426) - www.incrociamolezampe.org E grazie di cuore a Campo de’ Fiori per ospitarci così affettuosamente ogni mese!!!! AUGURI PER NATALE NON COMPRARE UN CUCCIOLO... SALVA UN RANDA BAMBY...bambino...circa un anno...ritrovato in stato confusionale....il suo equilibrio psicologico, inizialmente preoccupante, è nettamente migliorato, ora finalmente gioca, e si gode la passeggiata, .... ....HO BISOGNO DI AIUTO PER TROVARE CASA A QUESTA CREATURINA....MA DEVO TROVARLA NEL VITERBESE...datemi anzi dategli una zampa amica per piacere.....per Natale...per sempre! STEFANIA 3391983138 KIRA E’ NATA CIRCA 7 MESI FA’ DA MAMMA PASTORE TEDESCO PURA,ABBANDONATA NELLE CAMPAGNE VITERBESI. E’ BELLISSIMA, SIMIL PASTORE BELGA. E’ VACCINATA,STERLIZZATA...MA SI TROVA A DOVER DIVIDERE UN TRISTE BOX INSIEME ALLA SUA MAMMA. NON PUO’ E NN DEVE CRESCERE IN UN BOX..... NN HA COMMESSO NESSUN REATO è ‘ UNA TG MEDIO/GRANDE. VERRA’ AFFIDATA SOLO SE DISPONIBILI A CONTROLLI PRE AFFIDO E SE DISPOSTI A MANTENERE CONTATTI NEL TEMPO CON NOI VOLONTARIE. KIRA SI TROVA IN PROVINCIA DI VITERBO,MA PER UNA BUONA ADOZIONE LA PORTIAMO OVUNQUE. Tel. 339/1123663 GIGI E’ UNO DEI CANI PIU’ BELLI E BUONI CHE ESISTA.... NON HA NEANCHE UN ANNO, DOLCEZZA DISARMANTE, VA DACCORDO CON TUTTI, MASCHI E FEMMINE... ADORA LE COCCOLE..... MA SOFFRE TERRIBILMENTE LA RECLUSIONE.... PIANGE COME UN BIMBO... E’ STATO ABBANDONATO ANCORA CUCCIOLO, E’ STATO PRESO A FORCONATE, SCACCIATO DA TUTTI....GIGI E’ UNA TAGLIA GRANDE.. VERRA’ AFFIDATO DOPO CONTROLLI PRE AFFIDO E FIRMA MODULO ADOZIONE... ANCHE PER NATALE... GRAZIE PER LUI!!! Tel. 3391123663 Civita Castellana (VT)- Lazio. NELLO è con noi -già da tempo-alla ricerca di una famiglia. E’ il classico canetto da campagna come ne conosciamo tanti nel viterbese. E’ ovviamente un cane trovato senza collare e senza microchip. Avrà si e no 5 anni, buonissimo anche con gli altri cani, sopporta bene i gatti, va a guinzaglio ed è in perfetta salute. TAGLIA PICCOLA...Facciamo che sia Natale anche per lui.... Tel. 3391123663 Campo de’ fiori Roma com’era Roma - Largo Chigi, 6 Gennaio 1959. Tradizionale offerta della Befana al corpo dei Vigili Urbani della città. Visita il nostro sito www.campodefiori.biz 53 54 Campo de’ fiori Album d Civita Castellana . fine anni '50. Scolaresca al circo Campo de’ fiori Campo de’ fiori Civita Castellana -Campionato C.S. I., anno 1962/’63. Squadra di calcio “I giovani della San Gratiliano”. In piedi da sx: Renzo Andreucci, Gianni Corazza, Massimo Agostinelli, Fabrizio Caponi, Sergio Fabbri, Renzo Cavalieri, Antonio Marcantoni. In basso da sx: Sandro Santori, Fabrizio Flori, Amedeo Spitoni, Francesco Scopetti. Foto di Don Silvano Francola Campo de’ fiori 55 dei ricordi Civita Castellana. Squadra di Rugby. Anni 1960/ ‘64. In piedi da sx: Sergio Conti, Gianni Calisti, Luciano Paolelli. In basso da sx: Fernando Nobili, ... Grassi, Giuseppe Profili, Guido Milazzo. Campo de’ fiori Civita Castellana. Anni ‘50. Matrimonio al Duomo. Campo de’ fiori Campo de’ fiori 56 Album de Campo de’ fiori Fabrica di Roma. 1967/68. In pidi da sx: Catarin, Sandro Grandi, Marcello Mastrantoni, Mariano Ghirighini, Fabrizio Ciaffardini, Sandro Capotondi, Biagio Mastrangeli, Luciano Anselmi, Giuseppe Ghirighini. In basso da sx: Eraldo Cesari, Giuseppe Braccini, Pietro Sciosi, Remo Ferrelli, ... Tomaselli. Foto concessa da AD Fabrica Calcio 2010 Fabrica di Roma. Ristorante “Cinque Stelle”. 30 Ottobre 1963. Da sx: Fernanda Alberighi, Raniero Pedica, Anna D’Antonangelo e Alberto Alberighi Temistocle Pedica, Doriano Pedica. Campo de’ fiori i r u g u A i r u g u A i r u g u A Campo de’ fiori 57 ei ricordi Campo de’ fiori 1988 - Ristorante “L’etrusco” di Civita Castellana. Cena di ex allievi e professori dell’ex scuola statale di avviamento industriale di Fabrica di Roma. Sono ritratti dall’alto in basso e da sinistra a destra: ex allievo Arnaldo Ricci, ex allievo Mario Marignoli, ex prof. di religione Don Silvano Francola, ex preside prof. Giuseppe Foti, ex prof. di religione Don Mario Mastrocola, ex prof. di educazione fisica Vinicio Testa, ex allievo Massimo Bruzziches, ex prof. di es. pratiche Vittorio Patera, ex prof. di italiano Paolo Monfeli, ex prof. di ed. fisica GiuseppeGhirighini , ex allievo Piero D’antonangelo. Foto del Sig. Arnaldo Ricci Campo de’ fiori Fine anni ‘70. Viterbo. Premiazione “Coppa dei Campioni”. In piedi da sx: Lino Rossi, Mario Massaccesi, Francesco Cassandra, Adriano De Angelis, Gianni Sciosi, Roberto Ciappici, Mario Bernacchi. In basso al centro: Claudio Ricci. Foto concessa da AD Fabrica Calcio 2010 Campo de’ fiori 58 Album d Campo de’ fiori Corchiano. Anni ‘60. Da sx: Ivana Marconi, Giovanna Ridolfi, Enrica Giustini, Maria Nardone, Annamaria Benedetti e la piccola Marina Fioretti. 6 Campo de’ fiori 5 1 4 2 7 3 8 9 13 11 10 12 Corchiano. Anno 1970. Classe Prima Media. 1. Gianni Agostini, 2. Maurizio Orlandi, 3. Graziella Pettarelli, 4. Anna Maria..., 5. Prof. Lazzari, 6. Settimio Ortenzi, 7. Prof. Paolo Monfeli, 8. Prof.ssa Imbriani, 9. Morena Mechelli, 10. Lorella Caffari, 11. Onelio Piccioni, 12. Maria teresa Lilli, 13. Antonella Todini 13 20 14 21 15 22 16 17 18 23 San Polo Sabino - Banda musicale. Primi del ‘900. 3 4 5 24 19 7 8 9 10 1. Antonio Trastulli, 2. Alfredo Censi, 3. Massimo Menichini, 4. Francesco Salvati, 5. Luigi Grilli, 6. Antonio Menichini, 7. Luigi Stefanini, 8. Sileno Marri, 9. Filippo Zampaletta, 10. Barnaba Salvati, 11. Giuiseppe Lorenzoni, 12. Angelo Lini, 13. Felice Feliciangeli, 14. Candido Stefanini, 15. Richetto Rosati, 16.Amedeo Menichini, 17. Inigo Piacentini, 18. Ulisse Moriconi, 19. Aldo Trastulli, 20. Oreste Moriconi, 21. Gustavo Mattei, 22. Eligio Mattei, 23. Antonio Zaccheo, 24. Cleto Stefanini. 11 12 1 2 Campo de’ fiori Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori 60 Annunci LAVORO CERCO - RAGAZZO 17enne cerca lavoro come commesso, cameriere o altri lavori. Serio e onesto. Zona Roma Nord. 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Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Campo de’ fiori Periodico Sociale di Arte, Cultura, Spettacolo ed Attualità ed Attualità edito dall’Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Reg.Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Consulente Editoriale: Enrico De Santis Segreteria di Redazione Coordinamento Impaginazione e Grafica: Cristina Evangelisti Sonia Bonamin Ermelinda Benedetti Stampa: La realizzazione di questo giornale e la stesura degli articoli sono liberi e gratuiti ed impegnano esclusivamente chi li firma. Testi, foto, lettere e disegni, anche se non pubblicati, non saranno restituiti se non dopo preventiva ed esplicita richiesta da parte di chi li fornisce. 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