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Norma Martelli
la gioia di vivere
il teatro
Ennio Drovandi
al Teatro
Testaccio
Cast in Bronze
Roma e
Caravaggio
Campo de’ fiori
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l Santo Natale, ormai imminente, è la festa che
accomuna, sia pure per motivi diversi, credenti e non
credenti, ma che per i cristiani ricorda l’evento più
importante di tutti i tempi, quello dell’umile ed amoroso
accostarsi della divinità all’umanità, per darle la possibilità di una vita più serena e soprattutto dell’eterna felicità.
Alla direzione e redazione ed anche a tutti i collaboratori, lettori ed amici di
Campo de’ fiori, il saluto e soprattutto l’augurio natalizio più cordiale di
ogni bene da parte mia, e desidero estenderlo alle famiglie di ciascuno, con
l’assicurazione del ricordo nella preghiera, per la serenità e la salute fisica e spirituale di tutti.
I
Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana
SOMMARIO
Editoriale:
Il miracolo di Natale.................................3
L’intervista:
Norma Martelli.......................................4-5
Ennio Drovandi.........................................7
Curriculum vitae:
Maria Teresa Di Bari.................................8
Procuste ed altri galantuomini...........11
Roma che se n’è andata:
Roma e Caravaggio............................12-13
Cinema News:
Crime d’amour........................................14
Pari Opportunità.................................15
Suonare Suonare:
Cast in Bronze...................................16-17
Ecologia e ambiente:
Acqua un bene da tutelare......................18
Il Cerchio Invisibile stupisce
Castrocaro...........................................19
L’ortesi plantare .................................21
Presentazione ufficiale del libro:
“Il Bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo............................. .........................22
Le guide di Campo de’ fiori:
Sant’Agata Feltria...................................24
Come eravamo:
Natale, Natale, un altro Natale.................25
Una “Fabrica” di ricordi:
La neve di Natale....................................26
Ass. Artistica IVNA:
Katia Aiello........................................28-29
Un Pugnalone alle
Canarie.................................................30
Del Concepimento e della Vita...........32
La Cassa di Risparmio di Civita
Castellana ..........................................33
Civitonici Illustri:
L’Abate Ludovico Soderini........................34
Il mondo del Jazz:
George Vitelle-Papa Jack Laine................36
L’angolo Bon Ton
Una visita di Babbo Natale......................37
Epicondilite..........................................38
La storia della previdenza sociale in
Italia ...................................................39
Nuovo successo per il giovane Maestro
Enrico Mazzoni....................................40
Piazza
Marcantoni..........................................41
Ancora un saluto a Don Mario............42
Il Fumetto:
Rapaci....................................................43
Nel cuore.............................................44
Le storie di Max:
Fiorella Mannoia.....................................45
Un’auto tutta nuova per l’ATAMO......46
Oroscopo..............................................47
Agenda ................................................48
Da Fabrica di Roma con amore .........49
Messaggi.........................................51-51
I nostri amici ......................................52
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59
Annunci gratuiti ............................60-61
Selezione Offerte Immobiliari.......63-64
Foto di copertina concessa da
Madonna del Botticelli
Campo de’ fiori
Il miracolo di Natale
E
di Sandro Anselmi
di nuovo Natale.
Tra qualche giorno saluteremo anche l’anno che è passato, l’ultimo
del primo decennio del terzo millennio, per entrare in quello che
verrà, e con l’avvento delle Sante Festività voglio dimenticare le troppe
cose che non vanno e parlarvi solo d’amore!
Se provassi, infatti, ad elencare i tanti e tanti problemi che affliggono il
nostro vivere, non basterebbero tutte le pagine di questa rivista, ma siccome è raro, invece, che si parli oramai di sentimenti, questa è l’occasione migliore per farlo.
La gioia pura delle feste più lunghe dell’anno è commovente, meravigliosa e regala sogni…
Sogni che diverrebbero miracoli se immaginassimo che nella Notte Santa
tutti i bambini spariti nel nulla bussassero alla porta di casa per riabbracciare le loro mamme
ed i loro papà; che i soldati sparsi nelle guerre di tutto il mondo, tornassero alle loro famiglie; che tutti gli ammalati guarissero; che i disoccupati trovassero lavoro; che i disperati
ritrovassero la pace perduta; che i dubbiosi e gli incerti ritrovassero la chiarezza e la fede…
Lo so, è un sogno, ma il miracolo è proprio qui! E’ sognare ancora, almeno per una notte,
quella che vorremmo infinita, la Notte di Natale!
Ringrazio adesso tutti i collaboratori, gli sponsor, gli abbonati, gli internauti, i lettori, che con
costanza e fedeltà seguono Campo de’ fiori.
Con l’Accademia Internazionale d’Italia abbiamo premiato l’arte con i Premi Stampa alla
rassegna teatrale del Palarte di Fabrica di Roma; al XX Festival della Canzone Romana; al
Minifestival Città di Viterbo.
Premiato la cultura con il Premio Stampa al Premio Letterario Nazionale Roncio D’Oro;
l’edizione del primo libro della collana Philosophica del Prof. Massimo Marsicola: Il Bullismo.
Come riconoscerlo e combatterlo.
Promosso la solidarietà con l’organizzazione di una festa carnevalesca per i ragazzi
“speciali” presso la sala F. Cicuti di Civita Castellana; realizzato un calendario dell’anno 2011
che vede protagonisti i ragazzi “speciali” del Centro Socio Educativo Rosa Merlini Frezza di
Civita Castellana.
Testimoniato il sociale con l’assegnazione del Primo Premio Cuoricino d’Oro, al ragazzo che, per meriti, si era distino nell’anno 2009.
Auguro di cuore a tutti, ma proprio a tutti, Buone Feste
e che l’anno nuovo, porti solo tante cose buone.
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Campo de’ fiori
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A Corchiano per
La notte Santa
Norma Martelli,
la gioia di vivere il
La moglie del Maestro Nicola Piovani, da attrice
Si dice che dietro un grande uomo ci sia
sempre una grande donna. E Norma
Martelli, moglie del maestro Nicola
Piovani, lo è. Io ed un gruppo di giovani, tutt’altro che attori, abbiamo avuto il
grande onore, il privilegio ed il piacere
di lavorare con lei e non potevo certo
farmi sfuggire l’occasione di intervistarla.
Ci siamo conosciute a metà Ottobre,
quando sono stata contatta per mettere
in piedi un piccolo spettacolo natalizio
ideato sulla falsa riga del noto presepe
vivente di Corchiano, che da quarantuno anni caratterizza il paese in questo
particolare periodo dell’anno.
andarlo a vedere, perchè sono curiosa
di sapere quale attrice hanno messo al
mio posto. Ho avuto degli anni molto
intensi di lavoro, poi l’incontro con
Nicola mi ha cambiato la vita e ne
sono felicissima, perché ho assaporato
la bellezza di fare il teatro quand’ero
ragazza, e successivamente la bellezza
di metter su una famiglia. Con la nascita del primo figlio, che comunque ho
avuto tardi, a trentasette anni, e poco
dopo del secondo, Rocco, infatti, ho
deciso di dedicarmi alla famiglia.
Ma come è cambiata, dunque,
anche dal punto di vista lavorativo, la tua vita?
Prima ero sempre in giro: da ottobre a
Cara Norma, partiamo da una mia
maggio con la tournèe, poi facevamo
Ermelinda Benedetti e Norma Martelli durante l’intervista l’estiva, poi i vari lavori al cinema e tv.
curiosità. Di dove sei originaria?
provare anch’io ad intraprendere questa
Sono nata e vissuta a Firenze, fino a che
Anche dopo, però, ho sempre continuato a
strada. Misi su una piccola compagnia ed il
non ho deciso di fare il teatro. Anche se in
lavorare, perché con Nicola abbiamo
primo spettacolo che facemmo fu “Il diario
realtà avevo iniziato a farlo già a scuola,
messo insieme una bella compagnia teadi Anna Frank”.
dalle suore. Mi assegnavano sempre il
trale, che, anche se ha fatto cose prettaLa tua famiglia è stata contenta della
ruolo della strega o del diavoletto, nelle
mente musicali, la mia partecipazione c’è
tua scelta?
Sacre rappresentazioni, mentre io volevo
sempre stata o in palcoscenico, come voce
I miei non mi hanno mai osteggiata, mi
fare l’angelo. Poi mi sono trasferita a
narrante, o nell’organizzazione, o come
hanno lasciata libera di scegliere. Sono
Roma, ma sono sempre molto legata alla
regia, sebbene chiamarla proprio così mi
stata fortunata, anche se la loro aspiraziomia città. Tant’è che il mio primo figlio ho
sembra un po’ esagerato. Ma questo mi
ne, credo, fosse quella di vedermi lavorare
voluto chiamarlo Duccio, un nome tipicapiace tantissimo.
in banca, dopo il diploma di ragioniera.
mente toscano.
Quindi ami di più fare l’attrice o la
Sono la seconda di tre figli e l’unica ad
Ecco, poi ti sei trasferita a Roma e
regista?
aver intrapreso la carriera artistica.
come è iniziata la tua carriera da
Fare la regista. Mi viene brutto dire così
Tu hai lavorato molto in teatro, ma
attrice?
perché non mi sento una regista, però
anche al cinema ed in tv.
Non c’è stato proprio un momento in cui
sicuramente in questo momento della mia
I primi anni ho fatto solo teatro, poi, come
ho detto “vado e mi trasferisco a Roma”, è
vita non mi piace stare in palcoscenico. Mi
spesso capita, ho avuto delle belle espevenuto naturale, anche perché, in realtà,
piace tanto, invece, partecipare alla crearienze anche in cinema. Mi è capitata la
quando l’ho fatto, avevo già cominciato a
zione dello spettacolo. Ormai far l’attrice
fortuna di essere stata scelta per recitare
lavorare al Teatro Stabile di Firenze. Ho
mi mette un po’ di ansia, stare dall’altra
in un film bellissimo, “La notte di San
sempre avuto una grande passione per la
parte no. Mi piace seguire gli attori. Ho
Lorenzo” dei fratelli Taviani; poi ho inconrecitazione, perché anche mio padre facescritto un monologo con una attrice giovatrato Comencini col quale ho fatto in tv “La
va l’attore in piccole compagnie filodramnissima, appena uscita dall’Accademia, ed
storia” di Elsa Morante; ed ancora “Stanno
matiche. Il ricordo di lui risale a quando
insieme siamo riuscite proprio a costruire il
tutti bene” di Tornatore, del quale, tra l’alavevo cinque o sei anni, dopodiché l’ho
sentimento del personaggio. Lì ho capito
tro, ho saputo hanno fatto il remake con
dimenticato e mi è riaffiorato alla mente a
che questa era la cosa che volevo fare ed
De Niro al posto di Mastroianni e voglio
diciassette anni, quando ho sentito di voler
ho avuto la stessa esperienza con un’attri-
este
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n
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Campo de’ fiori
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ce di grande spessore, Angela Pagano, che
certo non aveva bisogno delle mie indicazioni tecniche, ma abbiamo realizzato uno
spettacolo bellissimo che spero di poter
portare anche a Corchiano, visto che,
oltretutto, è nato qua.
Come è partita, invece, l’idea di questo spettacolo, “La notte Santa”?
Da Quinto (Prosperi), il presidente della
Pro loco. Quest’estate, insieme a Roberta
(Silveri), mi è venuto a trovare dicendomi
che sarebbe stato bello poter fare una rappresentazione del presepe per le persone
anziane, disabili, che non possono attraversare la tagliata per raggiungere il vero
luogo del presepe vivente, benché stupendo. Ho detto subito di sì, ma, certo, non
sapevo se a Corchiano ci fosse “materiale
umano” con il quale poter lavorare, anche
se so che ci sono tanti giovani impegnati
nel campo artistico. Poi ho trovato questo
gruppo meraviglioso, che mi piacerebbe
Dall’alto, prima fila da sx: Daniele Santini, Quinto Prosperi, Andrea Giulianelli, Massimo
non lasciare più.
Benedetti. Seconda fila da sx: Simone Benedetti, Giustino Roca, Norma Martelli, Roberta Silveri.
Ma come è stato lavorare con noi che
Terza fila da sx:la piccola Chiara Cenciarelli, Francesca Piergentili, Ileana Ridolfi, Daniela
il mestiere dell’attore non lo conoCrescenzi, Maria, Renata Nenci.Quarta fila da sx: Laura Testa, Marianna Prosperi, Elisa Ridolfi,
sciamo affatto?
il Maestro Nicola Piovani, Alessandro Pirri, Ermelinda Benedetti, Massimo Pacelli.
Bellissimo. Anche i miei amici, che sono
be piaciuto interpretare e credo anche che
venuti a vedere lo spettacolo in questi
esperienza, di lasciare voi ragazzi.
ci sarei riuscita bene, perché sarebbero
giorni, me lo hanno chiesto. Ho capito che
Come trascorrerai questo Natale?
stati consoni al mio modo di essere attrice.
mi piace tanto perché non siete né attori
A differenza degli altri anni, non saremo a
Ora, se dovessi lavorare ad un nuovo spetné aspiranti attori, quindi c’è una genuiniCorchiano, per la prima volta, da quando
tacolo, mi piacerebbe molto affrontare
tà che è difficile trovare. Non avete vizi, né
sono nati i figli. Siccome però sono già due
autori contemporanei.
quelle ansie che loro si portano dietro.
anni che alcuni nostri amici non possono
Prima accennavi al tuo incontro con
Quando si comincia un lavoro bisognerebraggiungerci, abbiamo deciso di trasferirci
Nicola, che ti ha cambiato la vita. Ma
be dimenticarsi di tutto il bagaglio acquisinoi in Sicilia. Sono tanto contenta perché
che significa essere la moglie del
to fino a quel momento, ricominciare da
Catania la sento una città mia, a parte,
Maestro Piovani?
zero, come se non si fosse fatto mai nulla.
ovviamente, Firenze, dove sono nata,
Con Nicola ci siamo conosciuti in teatro.
Gli attori professionisti, spesso, invece, si
Roma, dove vivo, e Corchiano, dove traCurava le musiche di uno spettacolo, nel
trincerano dietro cose che già sanno. Poi
scorro molto tempo, soprattutto d’estate,
quale io mi trovavo a recitare. Quindi il
ho scoperto tante cose, ad esempio che
tanto da poter dire di essere diventata più
teatro e la musica ci uniscono molto.
chi non fa l’attore, e quindi non conosce le
corchianese di Nicola.
Vivere vicino a Nicola è bellissimo perché,
tecniche specifiche che vanno studiate ed
avendo entrambi queste passioni, siamo in
affinate, ha molta più facilità a parlare in
L’8 Dicembre, il “grande debutto”, replicasintonia, a parte i problemini tra marito e
coro o in versi, che hanno già una propria
to, poi il 12. Ecco, siamo in fila, pronti per
moglie (dice sorridendo,
musicalità, tipico della
entrare. “Concentrazione”, ripeto io agli
sottovoce). Poi lui mi
nostra tradizione orale.
altri e “Silenzio”, raccomanda Maria. Parte
segue, hai visto, viene
Questo è un lavoro che
la musica in sala, le luci man mano si
alle prove, mi dà consigli.
mi piacerebbe approspengono. La porta si schiude e via, ad
Sono trentuno anni che
fondire.
uno ad uno, con incedere lento ci avviamo
stiamo insieme.
Tra tutti i personagal palco. “Che Dio ce la mandi buona”,
In cosa sei impegnata
gi che hai interprepenso, e come me, immagino, tutti gli
in questo momento?
tato al teatro, ce n’è
altri. Posizione e tutti in coro “Quando verOra sto lavorando ad un
uno al quale sei parrai Signore a liberare la gente che ti aspetprogetto del tutto nuovo
ticolarmente legata, non tardare più affretta promesso
per me. Mi hanno chiesto
ta?
Salvatore…”
di curare la regia di un
Be’, sì. E’ il personag- Maria, l’assistente, e Norma Martelli
Fine. Le luci si riaccendono tra gli applauballetto per bambini. Debutteremo a
gio di Pandora, del primo grosso spettacosi scroscianti dei presenti. Norma, insieme
Febbraio, al Teatro Sistina. Poi mi sto dedilo che abbiamo fatto con la “Compagnia
alle sue preziose collaboratrici, Maria e
cando ad una storia in danza che racconta
della Luna”, scritto da Cerami. Si raccontaValentina, è chiamata sul palco. Il sorriso
tre bellissimi miti greci. Ed ancora per il
va la storia del secolo scorso ed io interentusiasta, che ci ha accompagnato in
Teatro Quirino, a Maggio, preparerò uno
pretavo la moglie di un uomo che si chiaquesto mese di prove, è rotto dal luccichio
spettacolo con questa attrice giovanissima
ma appunto Novecento, impersonato da
degli occhi, pieni di emozione, come se,
di cui ti parlavo prima, un altro monologo
Lello Arena. E’ stata un’esperienza bellissianche per lei, questo fosse stato il primo
tratto da “Teresa Battista stanca di guerma, anche perché era la prima volta che
di tutti i debutti.
ra”, di Amado. In tutto questo, non posso
lavoravo con un’orchestra vera alle spalle.
Grazie Norma! Ti aspettiamo…
certo dimenticarvi di voi. Voglio dire una
C’è invece un ruolo che avresti voluto
Ed ora, cari lettori, non vi resta che andacosa che mi farebbe piacere scrivessi:
ricoprire , ma che non ti è mai capitare a vedere il Presepe vivente di
sono stata molto contenta di conoscervi e
to?
Corchiano, nella sua scenografia naturale
anche Maria (“l’aiuto regista”, ndr), senza
No, a dir la verità no. Però, forse mi sarebinimitabile.
la quale ormai non faccio più nessun lavoErmelinda Benedetti
be piaciuto affrontare bene Pirandello. Ci
ro, è dispiaciuta che finisca di già questa
sono alcuni suoi personaggi che mi sareb-
Campo de’ fiori
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Torna sul palco del Testaccio con il regista Salvatore Scirè
ENIO DROVANDI
Dice del celebre regista scomparso da poco: “Sono l’unico caratterista
Italiano rimasto ad aver fatto ben quattro film con Mario Monicelli...
Lo devo ringraziare perché mi ha dato modo di fare una bella carriera”
L’occasione per rivedere in scena
Enio Drovandi, è il nuovo spettacolo portato in scena dall’autore e regista Salvatore Scirè al
Teatro Testaccio di Roma, e
non ci facciamo scappare l’occasione. Icona toscana di numerosi
film di successo dagli anni ’80 in
poi, Enio Drovandi nativo di
Pistoia ed amico di Roberto
Benigni non è mai stato interprete toscanaccio ma interprete
sobrio di personaggi variabili studiati ad hoc per la sua parlata
caratteristica.
Lo ricordiamo come il vigile urbano in “Amici Miei Atto II”, il simpaticissimo barista Totip de “I
ragazzi della terza C, oppure
Cecco, il fotografo di “Sapore di
Mare”.
Giovanissimo, inizia a recitare
accanto ai grandi dell’epoca :
Lino Banfi, Jerry Cala’, Renato
Pozzetto, Diego Abatantuono,
Enrico
Montesano,
Renzo
Montagnani, Marcello Mastroianni… Già nel 1988 e nel 1989 riceve il Telegatto insieme al cast
de “I Ragazzi della Terza C”, successivamente, nel 1994, è premiato come miglior caratterista
italiano e tra il 1998 e il 1999 riceve il “Microfono d’argento” come
miglior cabarettista Premio SIB; nel 2006 è
“Maschera d’Argento”, premio italiano
Ernesto Calindri per il Cinema Toscano.
Viulentemente mia (1982), Amici Miei
Atto II (1982), Tu mi turbi (1983),
Sapore di Mare (1983), L’estate sta
finendo (1984), Le due vite di Mattia
Pascal (Monicelli, 1985), Ferragosto OK
(1986), Speriamo che sia femmina
(Monicelli, 1986), Rimini Rimini, un
anno dopo (Corbucci, 1987), I Ragazzi
della Terza C (1987-1989), I Picari
(Monicelli, 1988), Abbronzatissimi
(Gaburro, 1991), Lo Zio d’America 2
(Serie TV, 2006), Un Ciclone in Famiglia
(Serie TV, 2006), Gli ultimi della Classe
(Biglione, 2008) sono alcuni dei numerosi
film interpretati, insieme a spettacoli teatrali quali Mettete dei fiori nei vostri
cannoni (regia G. Casciani) oppure da lui
stesso diretti quali A noi piace così,
Sapore di Mare in musica, Permette
questo ballo?, Orgogliosi di essere
toscani, Pago quando ho
caldo.
Enio, tu hai iniziato negli anni ‘80
interpretando grandi film e film
chiamati b-movie ma che riscuotevano grande successo di pubblico…
“Si, devo dire che ho preso al
volo l’ultimo colpo di coda di
un cinema e di un modo di
fare spettacolo che da li a
poco si sarebbe perso. Come
dico sempre, tutto è finito
dopo il 1977. E’ venuta a
mancare la base fondamentale, di quel cinema che è stato
forte. Era un cinema fatto da
grandi attori e da grandi
caratteristi. Il cinema non lo
fanno solo gli attori, anzi, la
storia la fanno i caratteristi
che in Italia hanno ruoli
minori. In America sono Al
Pacino e Robert De Niro,
grandi caratteristi, oltre che
grandi attori. In quel periodo
storico in Italia c’erano dei
grandi attori e dei grandi
caratteristi perché c’era una
scuola alle spalle. Oggi, purtroppo non esiste nessuna
scuola.”
Da poco ci ha lasciato un grande
regista Mario Monicelli, tu hai lavorato con
lui, vero?
“Sono l’unico caratterista Italiano
rimasto ad aver fatto ben quattro
film con Mario Monicelli : Speriamo
che sia femmina, dove facevo don
Maurizio ed inventari la famosa battuta: Madonna del parabrezza! , che
non era nel copione. Amici Miei Atto
II, I Picari, Il fù Mattia Pascal con
Mastroianni che mi ha insegnato
molto. Ricordo mi diceva : Toscanino
Campo de’ fiori
(mi chiamava così!), tu non devi fare
altro: pensa solo a quello che dici.
Mario lo devo ringraziare perché mi
ha dato modo di fare una bella carriera. Cosa che oggi non sarebbe
stata possibile.”
Cos’è il Compleanno della Vita?
“Ad ottobre ‘89 era l’ultimo anno che
facevo il serial dei Ragazzi della
Terza C, ero Totip il barista, ed ebbi
un bruttissimo incidente con la macchina. Ero proprio morto. Sono rinato, sia letteralmente che praticamente, e da allora decisi di festeggiare la
mia nuova nascita. La prima volta fu
una cena tra amici : eravamo trenta.
E decisi che ogni anno avrei festeggiato tra ottobre e novembre la mia
seconda data di nascita. Tant’e che la
cosa è diventata un evento.
Quest’anno eravamo quasi mille all’
Heaven. I miei amici vengono da
tutta Italia, sono miei ospiti ed io
all’ingresso do un regalino a tutte le
donne, perché omaggiando le donne
è come se omaggiassi la vita perché
nasce dalle donne.”
In questo periodo poi Enio Drovandi organizza insieme ad altri amici “Il Pranzo
della Terza Età” dove dà la possibilità a
tutte le persone che hanno oltre 70 anni di
mangiare in alcuni ristoranti che vengono
pagati con i proventi di alcuni spettacoli.
Sicuramente un grande personaggio che
Ennio insieme al nostro Sandro Alessi, dopo l’intervista
oltre ad essere un grande artista è una
persona di grande umanità.
Enio, che il prossimo anno continui a portarti grande felicità!
Sandro Alessi
Buone Feste
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Campo de’ fiori
CURRICULUM VITAE
Maria Teresa Di Bari
Maria Teresa Di Bari, nasce a Castellana
Grotte (Ba), e dopo aver capito che il suo
destino era nel mondo dello spettacolo,
ben presto si trasferisce a Roma dove
decide di seguire alcuni dei corsi più
importanti quale quello di recitazione,
espressione corporea e mimo presso la
Scuola Permis de Conduire tenuto da
Masimiliano Milesi, il Seminario sulle
Tecniche base della commedia dell’arte
con Claudio De Maglio, alcuni stage con
Michele Placido e Paolo Perelli presso
il teatro dei Satiri ed il workshop intensivo
sul metodo Strasberg con Joseph Ragno,
coach dell’ Actor Studio di New York. Per
educare la sua voce decide di seguire il
corso di doppiaggio presso la Fono Roma
ed amando il canto, decide di seguire
anche un corso di canto e
recitazione presso la Have
a Dream con Claudio
Insegno e Timothy
Dalton. Per il Teatro interpreta
“Romeo
e
Giulietta” di Shakespeare
con la regia di Damiani,
“Have a Dream”, musical
con la regia di Claudio
Insegno, “Permette questo ballo?”, musical con
Enio Drovandi, “Piccole
Donne” con Clemente
Pernarella, “Cantico di
un Natale qualunque”
con Franco Oppini e “Se il
maniaco viene a Cena”
scritto e diretto da
Salvatore Scirè. Anche il
cinema le apre le porte
infatti, dopo aver partecipato in televisione a
Domenica In, nel 2008
interpreta “L’Imbroglio
nel lenzuolo” di Maria
Grazia
Cucinotta,
“I
Mostri oggi” diretto da
Enrico Oldoini,
“Febbre
da
Fieno” con la regia di
Laura
Luchetti
e
“Father” con Franco
Nero e Claudia Cardinale
per la regia di Pasquale
Squiteri. Tra le sue esperienze anche quelle di
speaker televisiva e presentatrice (Una ragazza
per il cinema, Gran Gala’
Ferrari, Un volto per fotomodella, Zelig Tour, All
Casting Show). Insomma
un’artista davvero poliedrica e di una bellezza
italica a cui auguriamo
uno splendido futuro.
Sandro Alessi
Maria Teresa Di Bari e Sandro Alessi
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Campo de’ fiori
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Procuste ed altri galantuomini
Non è giusto doversi sempre adattare, facciamoci consigliare bene
L’antica Grecia era piena
di personaggi strani ed
un tantino inquietanti.
Perifete
era
solito
uccidere i viandanti con
una
grossa
clava
ricoperta di bronzo.
Sini legava i piedi delle
sue vittime alle cime di
Paolo Balzamo
due pini che aveva
Responsabile
piegato fino a terra e
Formazione
ed Informazione fissato con delle funi;
Centri Ottici Lisi lasciava quindi tornare
gli alberi alla loro
& Bartolomei
www.lisi- barto- posizione originale tagliando le funi e i
lomei.com
poveretti finivano squartati.
Scirone costringeva i viaggiatori a lavargli
i piedi su una scogliera, e mentre erano
chinati, con un calcio li buttava giù tra le
onde, dove venivano immediatamente
divorati da una testuggine gigante.
Cercione,
fortissimo, aveva la brutta
abitudine di sfidare i passanti ad un
incontro di lotta e, dopo averli battuti, di
ucciderli.
Il più originale però era Procuste, maniaco
della precisione ancora più del detective
Monk. Ospitalissimo, offriva di riposarsi ai
viaggiatori che incrociava sulla strada tra
Atene ed Eleusi. Però non sopportava il
disordine, per cui, una volta coricati, se
erano più corti o più lunghi del letto offerto
loro, li legava e provvedeva ad “adattarli”
allo stesso o stirando loro le membra con
delle
carrucole
o
mozzandogli
opportunamente i piedi e le gambe. Il
concetto era chiarissimo: il letto ha le
dimensioni giuste, guai a dubitarne, sono
loro che si devono adattare!
Hai comprato un paio di scarpe, ma ci
cammini male? Il numero è quello giusto.
Ti devi adattare!
Il maglione nuovo è troppo ruvido e ti
irrita la pelle? La lana pura fa così. Ti devi
adattare!
Gli occhiali nuovi ti danno fastidio? Il
potere delle lenti è quello della ricetta. Ti
devi adattare!
Quante volte sei
stato trattato, sia
pur meno drasticamente, al pari
degli ospiti del sig.
Procuste? Quante
volte ti hanno
detto che ti dovevi
adattare? Quanti
acquisti inadeguati
sono
finiti,
praticamente
inusati, dimenticati
in un qualche
recondito cassetto? E quanti piccoli
complessi di colpa
ne sono conseguiti? “E’ colpa mia, non sono riuscito ad
adattarmi”
Tadadattà, tadadattà, tadadattà!
Certo, se le scarpe le hai comparate da un
discount senza l’assistenza di un
commesso esperto, se il maglione l’hai
preso in un supermercato e se gli occhiali
li hai acquistati in farmacia, non te la puoi
Buone Feste da
prendere che con te stesso: il rischio
dell’acquisto inadeguato, e conseguente
mancato adattamento, è totalmente tuo!
Ma se l’acquisto è seguito da un esperto
della materia, che sappia valutare le tue
esigenze e che ti aiuti nella scelta del
prodotto più adeguato ai tuoi bisogni,
allora
l’eventuale
mancato
tuo
adattamento è colpa sua e della sua
incapacità di consigliarti adeguatamente,
quindi non devi rassegnarti a sentirti
ripetere la solita tiritera “Tadadattà,
tadadattà, tadadattà!”
Nei nostri centri ci sforziamo di porre la
massima attenzione al benessere
visivo di chi si rivolge a noi, tanto che
rilasciamo a tutti i nostri clienti il
“privilegio di soddisfazione garantita”,
ossia due interi mesi di tempo per
verificare il confort e l’efficienza degli
occhiali da vista acquistati. In questo
periodo siamo pronti a sostituire sia le
lenti che la montatura, variando il tipo,
il potere, il materiale, il colore, il
modello. E lo mettiamo sempre per
iscritto! Niente male, no? Altro che
Tadattattà!
Però un consiglio: non adattarti troppo
ad essere trattato così bene da tutti:
potresti rimanere deluso!
Hasta la vista
P.S.
A
Proposito:
puoi
visitare
tranquillamente la Grecia: quei signori
inquietanti sono stati tutti uccisi da Teseo,
quello di Arianna e del Minotauro....
Campo de’ fiori
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Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Roma e Caravaggio,
l ’amore della città per uno straordinario pittore
Roma e Michelangelo
Merisi da Caravaggio,
un rapporto del tutto
particolare fra la città
eterna e questo
straordinario pittore,
un giovane acceso di
passione, a volte brutale, carnale, ma
anche angelico, a
di Riccardo Consoli
volte maledetto, un
personaggio geniale. Demonio e angelo al
tempo stesso, torbido e violento, ma
anche capace di delicatissimi madrigali
dedicati alla sua amante Maddalena
Antonietti, la donna a cui è sentimentalmente legato.
A Milano, durante una banale lite con un
compagno, accesa dalla presenza di donne
e dagli sguardi di persone che incitano alla
brutalità, MIchelangelo si macchia del suo
primo delitto, estrae la spada e colpisce a
morte il giovane amico; la conseguente
condanna lo accompagnerà per tutta la
vita cambiando i rapporti con i suoi fratelli e costringendolo a lasciare Milano alla
volta di Roma.
Il padre Fermo Merisi e la madre Lucia
Aratori appartengono alla
piccola nobiltà, anche se
una storia popolare racconta che il padre era un semplice imbianchino e la
madre una donna di malaffare; in realtà il padre è
sovrintendente alle opere
Francesco
murarie
di
di
Sforza
Marchese
Caravaggio, un uomo
benestante con abilità di
architetto che, oltre ad
alcune proprietà, gode di
un reddito fisso da parte
Marchesi
degli
stessi
Sforza.
Quando
Michelangelo
viene alla luce la vita non è
di certo facile, l’incertezza
e l’instabilità economica
sono le caratteristiche
peculiari degli anni posti a
cavallo tra il cinquecento e
seicento, è questo un
periodo in cui si vive una
realtà particolare; solo i ricchi e gli aristocratici hanno importanza, e nascendo in
un ambiente
benestante
egli
gode,
quindi,
di
una
certa
tranquillità e
agiatezza,
ma il padre
muore quando è ancora
un fanciullo
in
seguito
all’epidemia
di peste del
1577, e ha
soltanto tredici
anni
quando
la
madre firma
un contratto di apprendistato presso la
bottega del pittore Simone Peterzano,
dove Michelangelo impara a dipingere piccoli quadri. Poi l’imprevisto!
Quando arriva a Roma l’effetto è sconcertante, superata Porta Flaminia, si trova a
Piazza del Popolo dove vede i resti di alcuni condannati a morte appesi alla porta,
comprende subito quale potrà essere la
sua realtà in un mondo tormentato e sofferente; alcuni anni dopo, come ricordato
in altra occasione, assiste alla decapitazione di Beatrice Cenci, della matrigna e del
fratello Giacomo
Un barbiere così lo descrive:
“ … è un giovinaccio grande di vinti o venticinque anni, con poco di barba negra,
grassetto con ciglia grosse ed occhio
negro, che va vestito di negro, non troppo
ben in ordine, che porta un paro di calzet-
Buone Feste
Campo de’ fiori
te negre un poco stracciate, che porta li
capelli grandi longhi dinanzi … “.
I primi tempi sono duri e mortificanti,
soprattutto a causa del suo carattere spigoloso ed aggressivo che di certo non lo
facilita ad avere un buon rapporto con gli
altri, tra l’altro, in quel primo periodo
romano Michelangelo ha già contratto la
malaria, malattia che contribuirà ad alterare il suo sistema nervoso, un’infermità che
rende il suo fisico fragile e vulnerabile in
contrasto con il carattere irascibile; nel
Bacchino malato, una delle sue prime
opere, egli si raffigura con lo sguardo vivo
ed intenso che contrasta con la malinconia
provocata dalla malaria.
Per sopravvivere è costretto a dipingere
copie di quadri sacri e con il poco ricavato
paga il prezzo di un alloggio presso una
pensione gestita da tale Monsignor
Pandolfo Pucci, che il pittore ha soprannominato Monsignor insalata, con riferimento al modesto vitto fatto di sole verdure
che lo stesso Monsignore offre ai suoi
clienti; ben presto si trasferisce presso la
bottega di Lorenzo il Siciliano un mediocre
pittore dell’epoca dove riesce a dipingere
soltanto teste di santi, dopo di che, per un
breve periodo di tempo, ha come maestro
tale Antivenuto Grammatica un pittore
senese il cui bizzarro nome è dovuto alla
sua prematura nascita.
Tuttavia, grazie all’apprendistato presso
queste botteghe,
Michelan-gelo
acquista rapidità
d’esecuzione visto
che i due pittori
producono opere
in serie e in grande nu-mero di
copie.
Ciò
lo
costringe a dipingere ra-pidamente, per cui in quei
primi anni riesce a
creare un gran
numero di tavole.
Dopo
questa
esperienza approda alla corte di
Giuseppe Cesari
meglio noto con lo pseudonimo di Cavalier
d’Arpino, uno dei pittori più in voga negli
ambienti romani, quì:
“ … fu applicato a dipinger fiori e frutti sì
bene contraffatti, che da lui vennero a frequentarsi a quella maggior vaghezza che
oggi tanto diletta … “
Ancora una volta il giovane pittore si sente
poco stimolato da ciò che il maestro gli
propone e questa sua insoddisfazione,
sommata ad un episodio che lo vede ricoverato all’ospedale per il calcio ricevuto da
un cavallo, senza che il suo maestro gli
renda visita, è motivo di litigio tra i due e
della conseguente rottura del rapporto con
13
la bottega del Cesari.
Michelangelo si mette in proprio, ma la sua
vita è caratterizzata da una condotta senza
regole, viene molto spesso citato per fatti
di violenza nei quartieri più turbolenti della
città, la qual cosa contribuisce ad alimentare il mito di Artista bohémien che trae
ispirazione dalla vita di strada, dai fatti di
sangue e dal malaffare. I vari personaggi
che posano per i suoi dipinti, infatti, provengono tutti dalla strada, si tratta della
gente umile che frequenta, peraltro, non
può permettersi di retribuire modelli professionisti.
... continua sul prossimo numero
14
Campo de’ fiori
CINEMA NEWS
CRIME D’AMOUR
Genere: Thriller; regia:
Alain Corneau; sceneggiatura:; interpreti:
Kristin Scott Thomas,
Ludivine
Sagnier;
montaggio:; scenografia:; musica:; distribuzione:.
di
Il regista francese Alain
Maria Cristina
Corneau (Tutte le mattiCaponi
ne del mondo) - scomparso lo scorso agosto all’età di 67 anni dirige Kristin Scott Thomas e Ludivine
Sagnier in un thriller sulle disavventure del
desiderio femminile all’interno dell’ambito
lavorativo.
In questa pellicola presentata nella
Sezione Ufficiale Fuori Concorso del
Festival Internazionale del Film di Roma
2010, due donne si trovano improvvisamente a confronto tra loro, negli asettici
uffici di una potente multinazionale. Si da
inizio così a un perverso gioco di seduzione e dominio che finirà per spingersi fino a
un punto di non ritorno. Ma, partiamo dall’inizio. All’introversa Isabelle (Ludivine
Sagnier) piace lavorare come assistente di
Christine, executive manager di un’impor-
tante multinazionale, ma l’aria che si
respira all’interno
dell’ufficio
di
Christine è tutt’altro che salubre.
Dosando bene la
somministrazione
quotidiana di carota e bastone nei
confronti dei propri
dipendenti,
la
popolarità negativa
della dirigente non
è mai stata ai massimi storici più di
così. A rimanerne
scottata è soprattutto la servile Isabelle, desiderosa di
ricambiare l’offesa ricevuta. La vendetta di
una donna che odia un’altra donna si esercita pertanto fuori da pressoché tutte le
leggi e da qualsiasi diritto, senza che nessuna ombra del dubbio squarci la sua
mente. Oltre il mobbing e la strategia di
dequalificazione professionale messa in
atto da Christine, il corto circuito tra le due
rivali tocca il terreno dei sentimenti e la
giungla degli appetiti sessuali etero e non. Niente di
esplicito sia chiaro, eppure
non è neanche così sbagliato intravedere qualcosa
di pruriginoso nelle carezze con cui Christine risarcisce al principio gli sforzi di
Isabelle.
In un certo senso, Crime
d’amour potrebbe essere il
soggetto perfetto per uno
di quei romanzi hard-boiled alla Raymond Chandler
o alla John Goodis, però in
versione femminile. Nel
prefinale, la pellicola di
Corneau ha più di un’affi-
nità con il godibile Match Point di Woody
Allen, dove la persona colpevole di un crimine premeditato con maniacale precisione si appella alla sua buona stella per sperare nell’immunità totale. Tuttavia, a una
mente efficiente, un nesso di riferimento
con il capolavoro Eva contro Eva di Joseph
L. Mankiewicz e con la parabola morale del
“chi la fa l’aspetti”, potrebbe risultare valido.
L’eccellente Kristin Scott Thomas interagisce sia con gli amici sia con i nemici, muovendosi con la felina sensualità di una leonessa, che sa di doversi svegliare ogni
giorno e dover correre più veloce della sua
preda. Purtroppo, per l’ennesima volta,
l’attrice anglofrancese non riesce a trovare
un autore e uno sceneggiatore che esalti,
con dialoghi taglienti, ogni superficie della
sua spigolosa recitazione. Era già successo
per il precedente L’amante inglese e lo
stesso si verifica ora con Crime d’amour.
Almeno questa volta, però, Scott Thomas
ha trovato in qualcuno come Ludivine
Sagnier, pane per i suoi denti.
Buone
Feste
Campo de’ fiori
15
PARI OPPORTUNITA’
Italia fanalino di coda in Europa
La classifica 2010 sul
Gender Gup del World
Economic
Forum,
fotografa un’Italia ancora deficitaria in
materia di pari opportunità.
Il nostro paese, infatdell’Avv. Ilaria
ti, scende dal 72° al
Becchetti
74° posto nella classifica che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in
134 stati e si piazza dopo Malawi e Ghana,
a un passo da Angola e Bangladesh.
Ai primi posti nel mondo per l’istruzione, le
donne italiane restano ancora ben lontane, dunque, in termini di pari opportunità
nel lavoro, rispetto ai loro colleghi uomini.
Il WEF calcola la materia delle pari opportunità sulla base di quattro criteri: partecipazione alla vita economica, istruzione,
coinvolgimento politico e salute.
In tema di partecipazione alla vita economica l’Italia è addirittura al 97esimo posto
e vola al 121esimo, praticamente in fondo
alla classifica, in tema di eguaglianza dei
salari uomo-donna per
lavoro simili.
Gli altri parametri considerati, coinvolgimento alla vita politica e
istruzione, vedono un
piazzamento dell’Italia
più dignitoso (rispettivamente 54esimo e
49esimo posto).
La classifica è guidata
da Islanda, Norvegia,
Finlandia e Svezia,
dove campeggia l’assenza di discriminazioni uomo - donna;
l’Italia, invece, continua a risultare uno dei
paesi dell’UE con il punteggio più basso.
Interessante notare come si piazzino alti in
classifica Lesotho (8), Sud Africa (12)
mentre il nostro paese risulta preceduto
anche da Repubblica Dominicana,
Vietnam, Romania e Tanzania.
L’Italia, dunque, paese civile ed industrializzato sulla carta, in materia di pari opportunità subisce il sorpasso anche dei paesi
del cosiddetto “terzo
mondo”, e naviga
nelle parti basse
delle classifica a
causa dello scarso
indice di partecipazione e opportunità
nella vita economica
del paese.
È chiaro, perciò, che
il Paese ha bisogno
di una vera rivoluzione per le pari
opportunità.
È necessario creare
una maggiore sensibilità nell’ambito delle nostre Istituzioni:
servono incentivi fiscali all’occupazione
femminile e un serio potenziamento dei
servizi che consentano alla donna di conciliare lavoro e famiglia, per renderla così
compatibile con la partecipazione economica. Partecipazione femminile di cui un
paese, che vuole dirsi civile, avanzato, e
che voglia guardare al futuro con ottimismo, non può certo fare a meno.
Campo de’ fiori
16
di Carlo Cattani
Cast In Bronze
Le campane “ On the road ” di Frank Della Penna
Qualche anno fa , i quotidiani riportavano ,con
enfasi, notizie su alcuni
provvedimenti in via di
approvazione da parte del
Comune di Genova per
limitare i “rumori molesti” dei rintocchi
delle campane appese ai tanti campanili
del capoluogo Ligure; querelle non nuova
, perché analoghe istanze , finalizzate al
“silenziamento” del suono delle campane
,c’erano già state …..pure nella “Città
Eterna” che, dall’alto del suo primato in
fatto di chiese , più di 300 solo quelle d’interesse storico monumentale, se ne intende di …..rintocchi; …..ma ancora prima
, era l’estate del 2006 , rimbalzava la notizia sul “disturbo della quiete pubblica”
perpetrato dai campanacci di 15 mucche
al pascolo in Alto Adige …..MUCCHE ALLA
RISCOSSA !!!....Poco da riderci sopra : il
querelante, un albergatore di un paesino
vicino Brunico intentava causa verso un
pastore suo vicino, colpevole con le sue
vacche “campanare”, di frastornare i
clienti dell’albergo durante la movimentazione quotidiana della mandria ….lo stesso pastore veniva “frastornato” dalla
richiesta di
un cospicuo risarcimento
danni ……hai voglia a strizzar “ sisette” !
Possiamo immaginare la scena ”da commedia all’Italiana” : nel cuore dell’estate
, sull’uscio del tribunale di Brunico ,famiglia in trepida attesa , con bagagli già stivati in macchina e
motore acceso , il
povero giudice incaricato di dirimere “sta
faccenda dei batacchi
” tutto preso ad
impartire le ultime
raccomandazioni ai
suoi collaboratori e
suggerire alle parti
in lite di prendersi un
tempo per tentare di
raggiungere la via di
un ragionevole compromesso , prima di
……..”suonarle” ,lui ,
con un suo provvedimento al ritorno dalle
vacanze…….vroom !
Il futuro
cosa ci
potrebbe riservare ? Visti i tempi non proprio idilliaci per le relazioni interpersonali e
la tolleranza ……forse accese riunioni di
condominio con all’ordine del giorno il
divieto di azionare il carrillon sulle culle dei
“Voi sonerete le vostre
neonati” ?
trombe, noi soneremo le nostre campane! “ …….esclamava il famoso Pier
Capponi , ambasciatore della repubblica
di Firenze,sfidando le minacce d’invasione del “franzoso” Carlo VIII ……. meglio
le trombe di varia tonalità delle nostre
auto ,pesci poco sguizzanti dei nostri
inquinati fiumi meccanici cittadini o qualche rintocco di campana ,residuo di un
tempo che non c’è più ? Io sto con le
c a m p a n e……senza tirare troppo
la corda , però ! Il postino nei mesi
scorsi ha suonato più volte…….il campanello di casa mia per consegnare preziosi
pacchetti contenenti le opere in audio e
in video di un personaggio che ho immenso piacere ed orgoglio di introdurre alla
vostra attenzione : ding, dong, ding,
dong …per la prima volta in Italia
….signori e signore, direttamente da
Pottstown…...Pennsylvania …United States
Of America … il GRAN MAESTRO Frank
Della Penna e il suo “scampanellante”
: IL
progetto “CAST IN BRONZE “
CARILLON E’ MOBILE !
Ma prima di “sciogliere le campane” con
il Maestro Della Penna , qualche cenno
sul “Carillon” , uno strumento musicale di
epoca medioevale
,solitamente posto
sulla cima delle
torri campanarie di città e
chiese , costituito da un
apparato che
accoglie
un
numero
di
c a m p a n e
,variabili
in
funzione delle
necessità
musicali a cui è
destinato
lo
strumento
,
riproducenti le
diverse note;
(1^parte)
in tale apparato le campane sono azionate da tiranti collegati ad una tastiera e
ad una pedaliera che il “carilloneur” , così
si appella il musicista che suona questo
strumento, percuote con i pugni e i piedi.
Ebbene, il nostro ospite ha sovvertito la
tradizione e ,quel carillon ,tradizionalmente fisso ,solitario lassù tra le pareti di una
torre , lo ha portato sulla terra… tra la
gente ……insomma , 35 campane e molti
quintali ….in mezzo alla strada !
Carlo :Ciao Frank ,innanzitutto un gran
benvenuto sulle pagine di Campo De’ Fiori
!La nostra è una platea molto ampia e gli
attenti lettori trarranno tanti spunti di
interesse nell’ascoltare le parole che tracciano la tua storia e ,ne sono certo , ti cercheranno per deliziarsi con la tua musica
…..e dunque, quali sono le tue origini ?
Frank : Sono nato in Pennsylvania, USA, il
27 giugno 1951 .I miei nonni hanno origini Italiane ,in particolare tre di loro sono
Abruzzesi e giunsero negli Stati Uniti all’età di circa 15 anni;una nonna ,invece è
nata negli States ma i suoi genitori erano
Italiani giunti diversi anni prima negli
States . .
Carlo :Come ti sei accostato al particolarissimo strumento del “CARILLON”, considerando che la sua origine è Europea,
dalle Fiandre,uno strumento
d’epoca
Campo de’ fiori
medioevale ,della fine del XIV,un periodo
con caratteri storici non comuni con il
continente Americano .
Frank: ti premetto che sono circa 600 i
carillons sparsi nel mondo, concentrati
soprattutto nella regione delle Fiandre in
Europa (nda:a Mechelen, in Belgio,
denominata la “città delle campane”
hanno sede la “scuola reale di carillon” e
il museo del carillon) e negli Stati Uniti .
Io ho iniziato a suonare all’età di 7 anni il
pianoforte e ai 17 cercavo un nuovo
insegnante. Così sono entrato in contatto
con Mr. Frank Law maestro di carillon al
Washington Memorial Chapel di Valley
Forge , Pennsylvania, dove era installato
un carillon dotato di ben 58 campane !
Sono rimasto letteralmente stregato dal
suono articolato di tutte quelle campane e
dalla “fisicità” necessaria per azionarle e
farne scaturire delle vere e proprie com-
17
Frank : adoro la storia e ho il rammarico
di non aver approfondito questo interesse
ai tempi della scuola .Da quando ho iniziato a viaggiare , il mio interesse per la storia è aumentato ;in particolare ,mi piace
documentarmi sulle vicende dei nativi
Americani, i pellerossa, e non ti nascondo
lo stato di tristezza che provo leggendo di
alcune loro vicende .
Carlo :Frank ,quanti carillon ci sono…..
nel tuo garage pronti a percorrere le
“highways” ?
Frank :c’è un solo carillon itinerante … è
stato il primo e resta l’ unico negli
States e “CAST IN BRONZE” è unico
testo ….parla di campane !
…nel mondo come spettacolo incentrato
Carlo: nelle diverse fotografie e video
sul carillon (!!!) …lo strumento .è installache circolano sul web e nelle copertine dei
to su di un rimorchio trainato da un
cd il tuo volto è coperto da una maschepotente motorhome che mi consente di
ra che indossi su di un costume nero: perattraversare gli States per le diverse
ché hai definito questa immagine ?
occasioni che ho di esibirmi . Lo strumenFrank: Lo spettacolo si è evoluto negli
to che posseggo è stato costruito in
anni. Ho iniziato a suonare senza un cosEuropa una quarantina di anni fa da una
tume con spettacoli a carattere locale .I
fonderia di campane Olandese e ,successicarillonneurs hanno sempre suonato sulla
vamente, è stato trasferito via mare negli
cima di un campanile, non visti dal pubStates
blico …solitari….. avevo bisogno di caratCarlo :quando e come è nata l’idea del
terizzarmi per la partecipazione ad un
progetto “CAST IN BRONZE ” ?
festival e ho pensato di sviluppare il perFrank : L’idea di realizzare un carillon
sonaggio ormai noto come “Spirit of the
“itinerante”
si è formata
nel 1991.
bells” . Il costume suscita la meraviglia
All’epoca mi esibivo come solista ma sendel pubblico che si domanda chi e che
tivo di dover fare qualcosa di diverso.”
cosa suona davanti ai loro occhi ….insomCAST IN BRONZE “ è stato creato nel
ma...ho aggiunto un po di atmosfera
1992 quando presi la decisione di aggiunmisteriosa e teatralità alla performance
gere al suono del carillon altri strumenti
.
musicali per propormi ad un pubblico più
Ding ding ding ding ding ding……è
vasto con uno spettacolo di maggior
la campanella dell’intervallo …ci andiamo
presa. Dalla mia avevo la fortuna di
ad abbuffare per bene in occasione delle
possedere uno strumento insolito , che la
prossime festività Natalizie ma poi tornigente non poteva facilmente vedere peramo più “scampanellanti che pria” con
ché ,per le sue caratteristiche è “storical’amico FranK!
mente” installato in un campanile e suonato dall’alto e in solitario dal “carillonneur”.
Ho avuto l’opportunità di acquisire questo
strumento e ho iniziato a dimostrare
www.castinbronze.com (le foto che ritragcome lo si suona……. trasportandolo in
gono Frank Della Penna/Cast In Bronze
giro : è stata un’esperienza gratificante
….…con molto interesse da parte del pubsono di Mr. Kim R. Hill)
blico . Ho passato diversi anni a suonare
in una formazione a
4 …. quella che si
vede sulla cover del
cd “Carol of the
Bells“ del ’97 .
“Carol” non è riferito
a Carol Lens, anche
lei una suonatrice di
carillon, ma ad una
melodia tipica del
Natale
che origina
da una antica canzone ucraina …..
molto popolare, cantata generalmente
da formazioni corali
ed è, probabilmente
, il pezzo più popolare che eseguo
…quello più orecchiabile e che nel suo
Il carillon di Frank sbarca in America
BUONE FESTE!
posizioni ! Ho continuato gli studi musicali
e parallelamente mi sono laureato come
professore di educazione fisica . Ho visitato l’Europa per la prima volta nel 1972 in
occasione del 50 ° anniversario dell’istituzione della Scuola Belga di Carillon nella
città di Mechelen,. Qui è dove ho visto
esibirsi il Gran Maestro di carillon Jacques
Lannoy e da quel momento ho fortemente
desiderato di studiare con lui . Mi sono
sposato nel 1974 e con mia moglie ci
trasferimmo ,poco dopo, a Douai, in
Francia per frequentare la Scuola Francese
di Carillon a Tourcoing nella ”regione
del Nord”. Lì siamo rimasti per 2 anni e
non ho fatto altro che studiare musica con
particolare dedizione al carillon e lavorare
in una panetteria francese. Quando sono
rientrato negli States ,era il 1976 , ho
iniziato a lavorare come rappresentante
per la Società Verdin , che commercializza
campane e carillon. Ho cambiato
diverse volte posti di lavoro nel corso degli
anni ma le campane sono state sempre
presenti nella mia testa !
Carlo : ti piace la storia ?
Campo de’ fiori
18
Ecologia e Ambiente
Acqua un bene da tutelare
Nessuna possibilità
di innalzamento dei
limiti sulla concentrazione di arsenico
nelle acque ad uso
alimentare, questo
è il monito da parte
dell’Unione Eurodi Giovanni
pea.
Francola
Chiesta una deroga
da parte dell’Italia
ma la chiusura è stata netta al riguardo,
perché si ritiene che un innalzamento di
limiti di arsenico potrebbe essere oggetto
di insorgenza di malattie, tra cui il cancro.
La presenza di arsenico nell’acqua è
legata prevalentemente a processi naturali di rilascio dei minerali presenti nel suolo
“rocce vulcaniche e minerali ferrosi” o ad
attività di tipo geotermico presenti o passate. A questi processi naturali c’è da
aggiungere l’attività umana, anche se è
normalmente limitata. Ben cinque regioni
italiane sono interessate da questo problema, per un totale di 128 comuni, 91 dei
quali nella regione Lazio; province interessate: Roma, Latina, Viterbo. I valori
massimi registrati e raggiunti in questi
paesi sono nell’ordine di 50 microgrammi
al litro contro i 10 consentiti per legge. Di
fronte a questi numeri i Sindaci saranno
costretti a chiudere i rubinetti a circa 250
mila famiglie.
E’ una situazione molto grave, che richie-
de altrettanti interventi
urgenti. Ci sono anche
acquedotti la cui acqua
non dovrebbe essere
destinata ai bambini di
età inferiore ai 3 anni.
Ma quali potrebbero
essere le strade da scegliere per risolvere questo problema?
La prima quella di individuare nuove fonti di
approvvigionamento,
oppure diluire le fonti
problematiche, infine
avviare processi di filtrazione per l’ acqua.
Ritornando alle direttive Europee non è da
sottovalutare il fatto che se l’Italia non si
attiene a rispettare tali leggi, rischia un
procedimento d’infrazione davanti alla
Corte di Giustizia Europea, con gravi
ripercussioni in termini economici. L’Italia,
tra le atre cose, è il paese europeo dove
più frequentemente si è permesso ad alcuni acquedotti di erogare acqua con valori
di arsenico fino a 5 volte superiori alla
legge. Ma vediamo quali altre sostanze
devono essere sempre tenute sotto la
lente di ingrandimento oltre l’arsenico. Il
fluoro, se assunto in quantità eccessiva
attraverso l’acqua, l’alimentazione ed
eventuali integratori, causa fluorosi dentale e ossea nei bambini. Infine il “boro”, che
Buone Feste da
è tossico per le vie riproduttive, anche se
non si è rilevata azione cancerogena.
Di fronte a tutto questo, quando c’è in
gioco la salute di migliaia di persone, al di
là di tutti gli interventi necessari da intraprendere, a mio avviso è indispensabile
una maggiore consapevolezza per questo
bene primario e insostituibile, che non può
essere un bene negoziabile, tanto meno
elemento di profitto.
E’ bene che l’acqua rimanga un bene pubblico, da tutelare e conservare; sarebbe un
grave errore sottovalutare che l’acqua è
tra i principali costituenti degli ecosistemi
ed è alla base di tutte le forme di vita,
uomo compreso.
Buone Feste
Campo de’ fiori
21
L’ORTESI PLANTARE
È UN DISPOSITIVO MEDICO REALIZZATO SU MISURA
“I plantari sono ortesi finalizzate:
alla correzione delle deformità o malformazioni del piede,come sostegno delle
volte plantari (longitudinale e trasversale)
o di scarico di punti dolenti.
I plantari si possono distinguere in due
grandi famiglie:
Correttivi o per l’infanzia
Il plantare per l’infanzia, a differenza di
quello per adulti, ha per lo più azione correttiva in quanto è
applicato per riportare
alla norma lo squilibrio
sia strutturale che funzionale.
Fig. 1,2,3, esempi di
realizzazione di plantari correttivi per bambini su calco ingesso
eseguiti con diverse tipologie di
materiali
(EVA, Carbonio…)
Obiettivo del plantare correttivo
Lo scopo di questa categoria di ortesi è
quello di modificare, nelle migliori delle circostanze, alcune problematiche come: il
piede piatto, la pronazione del retropiede,
l’avampiede varo, il ginocchio valgo ecc..
Compensativi o per adulti
Si distinguono per il loro impiego per lo più
permanente,
in quanto compensano l’alterazione sia
strutturale sia funzionale, irreversibile.
Possono essere:
antalgici
biomeccanici.
Antalgici
Appartengono a questa categorie le ortesi
concepite al solo scopo di ridurre, limitare
o, nelle migliori ortesi, eliminare il dolore
scatenato a seguito di una problematica in
corso. Sono plantari che vengono concepiti con materiali in grado di ammortizzare o
scaricare l’urto in un determinato punto
dolente. Vengono normalmente realizzate
in soggetti con artrosi ad uno stadio avanzato,
artrite
deformante,
alluce
valgo,gotta, diabetici, gravi insufficienze
circolatorie o comunque in tutte quelle circostanze in cui il piede lamenta una grave
insofferenza in cui il paziente ha normalmente superato i 60 anni d’età.
IL PLANTARE DINAMICO SI CARATTERIZZA E DIFFERENZIA DAGLI ALTRI TIPI DI
PLANTARI SU CALCO, IN QUANTO
L‘IMPRONTA VIENE EFFETTUATA DINAMICAMENTE, OSSIA INTANTO CHE IL
PAZIENTE COMPIE QUALCHE PASSO.
L‘IMPRONTA COSÌ OTTENUTA RISPECCHIA FEDELMENTE I CARICHI E I
SOVRACCARICHI DEL PIEDE IN CONDIZIONI DI LAVORO EFFETTIVE. LO SI UTILIZZA PER LO PIÙ IN CASI PARTICOLARI
ED IN PRESENZA DI GROSSE DEFORMITÀ
O SOVRACCARICHI, CON BUONI RISULTATI.
Fig.3 reallizzazione del
positivo su un calco di
gesso
Fig.4 allineamento
del retropiede con ortesi plantare biomeccanica
Fig.5 plantare a contatto totale.
Plantari : regole da ricordare
L’impronta podostatica su carta carbonata
evidenzia un sovraccarico delle teste
metatarsali dei piedi. Anche alla valutazione obiettiva i sovraccarichi erano molto
evidenti e dolenti. Si noti come i sovraccarichi siano rimasti impressi nelle impronte
dinamiche effettuate.
Lo stampo dell’impronta eseguito sotto
vuoto,permetterà la realizzazione del plantare in materiale poliuretanico.
Scopo dell’ Ortesi biomeccanica
La sua funzione è di:
- assorbire l’onda di shock a cui il calcagno
è sottoposto durante la prima fase di
appoggio riducendo la forza istantanea
applicata;
- normalizzare i tempi di contatto del piede
al suolo rispettando la corretta prono-supinazione del piede;
- trasferire il peso del corpo durante il
movimento del piede modificando gli assi
di movimento al fine di normalizzare la
funzione del passo.
L’obiettivo:
- Compensare la meccanica del retropiede
stabilizzando l’area calcaneare nella posizione di “neutra sottoastragalica”;
- Compensare la meccanica dell’avampiede in funzione della sua correggibilità;
- Spesso, per la presenza di dolore, sostenere o stimolare l’arco longitudinale
mediale in modo elastico personalizzato
Fig.1 presa dell’ impronta in
posizione neutra sottoastragalica
Fig.2 realizzazione del
negativo su
schiuma
fenolica
1. Il plantare deve sempre appoggiare su
una superficie piana;
2. Il plantare deve essere sempre inserito
in una calzatura ortopedica predisposta o
su misura;
3. Indossare preferibilmente una calza
molto sottile (filoscozia) o un Salvapiede.
4. Importante portare i plantari sempre,
anche in casa, in sandali, ciabatte predisposte;
5. Affinché il plantare abbia effetto, il
tacco della calzatura deve essere di cm 2,5
(uomo) - 3,5 (donna) e non deve mai
superare i 4 cm;
6. Per chi ha l’alluce valgo si consiglia
scarpe con tomaia in setaflex;
7. si consiglia di lavare periodicamente il
plantare: usare una spugna imbevuta di
sapone bianco di marsiglia con acqua a
temperatura ambiente non > 30° (non
usare acqua calda e non farlo asciugare
vicino a termosifoni, stufe elettriche, ecc.).
8. la vita media di un plantare è di circa
18 mesi.
Dott. Daniele Cervoni
Laureato in Tecniche Ortopediche
Per maggiori informazioni
o appuntamenti:
Centro Ortopedico Flaminio
Tel. 0761.517744
Cell. 339.1816523
Campo de’ fiori
22
Presentazione Ufficiale del lib
Il bullismo. Come riconoscerlo e com
del Prof. Massimo Marsicola, edito da Accademia Internazio
Il bullismo. Un argomento di grande attualità, un problema da non sottovalutare. Un
male spesso nascosto perché non detto
dalla vittima né, tantomeno, dal bullo; che
quasi tutti, mi permetto di dire, abbiamo
vissuto, o in un ruolo (molto più spesso,
credo) o nell’altro (mi auguro i meno possibili). Esso è stato ben affrontato nel libro
“Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo”, del Prof. Massimo Marsicola, che la
casa editrice della nostra rivista ha voluto
editare quale prima opera della collana
Philosophica. La presentazione ufficiale si
è tenuta giovedì 2 Dicembre, presso la
Sala Conferenze della Curia Vescovile di
Civita Castellana. Con l’autore, erano presenti l’editore Sandro Anselmi, il Dott.
Romolo Bozzo, ex Dirigente Ufficio
Scolastico Provinciale di Viterbo, la
Prof.ssa Carla Mancini, docente di lettere e
la Dott.ssa Sandra Falzone, Logopedista e
Psicologa dell’età evolutiva, dello Studio
Ceral di Civita Castellana.
Molti gli insegnati presenti, giunti da tutto
il circondario, nonostante gli istituti scolastici non abbiano dato la diffusione sperata della notizia.
Ad “aprire le danze”, l’editore, che ha presentato gli ospiti. La parola è passata,
dunque, al Dottor Bozzo, che ha curato la
prefazione del libro, a seguire l’intervento
della Dott.ssa Falzone, che ha mostrato
delle diapositive di aiuto per illustrare ed
analizzare i vari aspetti del problema. La
Da sx: l’editore Sandro Anselmi, la Prof.ssa Carla Mancini, l’autore Prof. Massimo Marsicola,
il Dott. Romolo Bozzo, la Dot.ssa Sandra Falzone
Prof.ssa Mancini, invece, ha voluto delineare la figura dell’autore accennando al
suo pensiero ed alle sue opere precedenti.
A concludere il Prof. Marsicola che nell’esporre i tratti salienti della sua opera, ha
tenuto anche una piccola lezione di filosofia e pedagogia dell’essere, offrendo interessanti spunti per i presenti, come ha
fatto notare qualcuno di essi. La richiesta,
infatti, è stata quella di creare più occasioni per poter discutere, confrontarsi, educarsi su un argomento del genere, cosa
che ci siamo riproposti da fare. La presentazione, in realtà, non è stata una semplice presentazione fine a se stessa, ma,
anche grazie alla presenza
della Dott.ssa Falzone, un
momento formativo molto
interessante.
Un ringraziamento va al Prof.
Erasmo Di Giuseppe, per l’aiuto indispensabile nell’organizzazione dell’evento, a Don
Mariano Chiricozzi ed a
Francesca, per il sostegno
tecnico, a Mons. Pernigotti ed
a tutto il personale della
Curia, oltre che al Vescovo,
Romano Rossi, assente per
impegni precedentemente presi, ed al
Vescovo Emerito Divo Zadi, anch’egli occupato in improrogabili impegni ecclesiastici.
Ricordo che è possibile acquistare il libro
presso la nostra redazione oltre che nelle
migliori librerie, al costo di soli 10 €. Può
essere un ottimo regalo di Natale per amici
insegnanti e genitori. Approfittatene!
Ermelinda Benedetti
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Buon
Campo de’ fiori
24
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S
Le guide di Campo de’ fiori
Ogni anno sul finire
nel mese di Novembre
ci si inizia ad immergere nel “caldo” clima
natalizio. Le vetrine
dei negozi vengono
addobbate ed illuminate con luci colorate,
la tv inizia a trasmettere i primi spot pubdi Ermelinda
blicitari di panettoni,
Benedetti
pandori, torroni e
quant’altro caratterizza il Natale, e poi si
inizia a pensare ai possibili regali da fare e,
perché no, anche da ricevere. Ma posso
garantirvi, che per entrare appieno in questo fantastico mondo, non c’è nulla di
meglio di una bella gita a Sant’Agata
Feltria, il paese del Natale, un piccolo
borgo fino allo scorso anno in provincia di
Pesaro Urbino ed attualmente passato
sotto la giurisdizione della provincia di
Rimini.
Le vie che conducono al borgo sono piene
di bancarelle che espongono le novità
decorative dell’anno, quasi facendo a gara
tra di loro. Un’allegra banda di “babbi
natale”, suona spostandosi di piazza in
piazza e nel primo pomeriggio, alla folla si
mescolano i figuranti del presepe vivente,
tutti in costumi d’epoca e alle prese con gli
antichi mestieri: alcune donne fanno il
sapone, altre filano e cuciono, alcuni
uomini pascolano, un altro fabbrica sandali... Il freddo è davvero pungente, specie
in cima, dove si trova Rocca Fragosa e da
cui si può ammirare uno splendido panorama, cosparso qua e là di chiazze di neve.
Di certo anche quello, al quale noi non
siamo abituati, ha contribuito a rendere
indimenticabile la giornata.
STORIA
Le
origini
di
Sant’Agata Feltria risalgono al
periodo Pre-Romano quando in
questi luoghi si insediarono
tribù umbre, che essendo fondamentalmente composte da
agricoltori, pastori e cacciatori,
potevano stabilirsi nelle foreste
che coprivano il massiccio
appenninico. E’ nel VII secolo a. C. che si parla di una
tribù Sapinia, costituita da
popoli Sarsinati e Solonati,
che formavano municipalità
separate. Nel territorio solonate era compreso quello che
ora costituisce il territorio del
Comune di Sant’Agata Feltria,
dove durante le invasioni dei
Goti, la città di Solona fu
distrutta
completamente.
Verso il 600 d. C., in seguito
ad una frana, dal Monte
Ercole sovrastante Sant’Agata Feltria, si staccò una roccia
arenaria, sulla quale ai primordi
dell’VIII secolo, sorse una chiesa
dedicata a S.Agata. Ai piedi della
roccia, venne a costruirsi man
mano, un’agglomerato di case,
che in principio ebbe il nome di
Pietra Arenaria, poi quello di
Sant’Agata Feltria. Secondo una
leggenda, la Chiesa fu costruita in
ricordo di S. Agata, la quale insieme a S. Leone e S. Marino, risaliva un giorno la valle del Marecchia in cerca
di luoghi solitari ove stabilirsi. Senonchè
sia per amore di quiete, sia per sfuggire
alle tentazioni carnali, a un certo momento si separarono. Così S. Marino salì sul
Monte Titano, S. Leone salì sul Monte
Feltro e S. Agata sul Monte di Perticara.
Ma anche dalle vette di questi monti i
Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti,
e allora S. Agata scese ad abitare negli
anfratti di una roccia detta “Sasso del
lupo” od anche “Pietra anellaria”, che da
lei si chiamò prima “Rocca di S. Agata”, e
poi per le numerose abitazioni sorte attorno al sacello, “Pagus di S. Agata”.
Vecchie memorie dicono, invece, che il
paese di Sant’Agata sia stato fondato dai
Goti, dopo che avevano distrutto un
castello nelle vicinanze. Sulla fine dell’
800, per investitura ecclesiastica, tutto il
territorio santagatese venne signoreggiato
dai Cavalca, Conti di Bertinoro, i quali
mantennero il feudo di Sant’Agata Feltria
per quasi due secoli Nel 1177, morto il
Conte Cavalca, senza aver lasciato figli, il
Rettorato
di
Sant’Agata Feltria che
comprendeva molti
castelli e varie località, fu dato dall’Imperatore Barbarossa
ad Antonio Feltrio
Conte di Montecopiolo. Ma tale cessione fu contrastata
dalla Santa Sede.
Nel 1296 era Signore
di Sant’Agata Feltria Guido Tiberti di
Petrella, da questi passò ai Faggiolani, poi
nel 1334 ai Tarlati d’Arezzo, che nel 1335
furono scacciati da Uguccione della
Faggiola (di dantesca memoria) a cui fu
tolta dal Cardinale Egidio Albornoz.
Nel 1430 Sant’Agata Feltria venne data in
Vicariato ai Malatesta che la tennero sino
al 1463, quando Federico da Montefeltro
riconquisterà per la Santa Sede la Rocca di
Sant’Agata Feltria ed i Castelli dell’Alto
Montefeltro. Così Federico fu nominato
Duca e Gonfaloniere della Santa Sede,
facendo innalzare le sue insegne e immurare il suo stemma nelle Rocche e nei
Castelli di suo dominio. Da questa famiglia
venne infeudata ai Fregoso di Genova che
la tennero ininterrottamente fino al 1660.
Nel Governo si susseguirono: Ottaviano I°
Fregoso, Federico, Aurelio I°, Ottaviano
II°, Orazio e Aurelio II°. Il Feudo tornò poi
alla Santa Sede che lo passò sotto la giurisdizione della legazione di Urbino.
Nell’età napoleonica fu capitale del dipartimento del Rubicone. Nel Risorgimento,
dopo aver liberato gran parte delle Marche
e della Romagna, proprio a Sant’Agata
Feltria si sciolsero i Cacciatori del
Montefeltro, depositando le armi nel
“Teatro Angelo Mariani”.
Ricchi e piuttosto movimentati sono stati i
trascorsi storici della piccola Sant’Agata
Feltria e sul prossimo numero continuerò a
raccontarvela, “mostrandovi” i luoghi che
ho avuto il piacere di visitare…
Campo de’ fiori
25
Come eravamo
Natale, Natale, un altro N
Sono ormai svariati
anni, che giunto al
numero natalizio del
“Come
eravamo”,
sono consapevole del
rischio che corro nel
ripetere le stesse
cose, quando racconto tradizioni e sensazioni passate, perciò
di Alessandro Soli
mi accingo, questa
volta, a focalizzare un Natale diverso, un
altro Natale. Mille e mille pensieri affollano la mia mente, si accavallano, spingono, cercano di sovrastarsi, fanno a
gara per conquistare un
posto tra queste poche
righe. Allora pervaso dall’atmosfera che solo questo periodo dell’anno sa
suscitare, proverò anche
stavolta ad emozionarvi.
Ma dove corri tu, che
malgrado la crisi, ti
affanni alla ricerca del
regalo a tutti i costi,
acquistato
all’ultimo
minuto, senza sapere se
farai la felicità di chi lo
riceve. Perché invece
non corri a far visita a
quel tuo amico malato,
che non pensa ai regali
da fare: ti accorgerai che
la tua semplice presenza
sarà per lui il dono più
bello. Ma che fai tu,
immobile e indeciso
davanti alle vetrine piene
di giocattoli, che devi
assolutamente regalare
ai tuoi bambini, o ai tuoi
nipotini, non ti senti forzato nelle scelte? Certo,
come va il mondo oggi,
ogni mese una festa, ogni mese un compleanno, una ricorrenza, verrebbe da dire
ogni giorno è Natale. E allora? Ma che
credi che se non fai così, il mondo cambia?
E’ il mondo che ha cambiato te, sei diventato schiavo del tuo tempo. Quel mondo
che tu hai sconvolto col tuo comportamento, distruggendolo con la scusa del
progresso; la natura e tutto l’ecosistema,
si sta prendendo la rivincita; allora prova a
riappropriarti dei tuoi sentimenti, prova a
vivere ancora non “un Natale, ma il
Natale”. Vai, come facevi una volta, a rac-
cogliere il muschio (‘a carpinella) nei
boschi, magari portando con te qualche
bambino, continua a fare il presepe in
casa, e per non far torti addobba anche
l’albero natalizio. Stai con “i tuoi”, come
sempre hai fatto e sempre farai, ma non
dimenticare mai chi invece con “i suoi”
non ci può stare per ragioni che facilmente si possono immaginare. Credetemi cari
amici, questa non è retorica, sono quei
due o tre pensieri che sono riusciti, calpestando tutti gli altri, a trovare spazio tra
queste righe……. Buon Natale!
Da Lione, sotto la neve, i miei nipotini augurano Buon Natale a tutti.
Da sx: Teresa, Davide, Letizia, Dorotea, Paolo Maria.
Buone Feste da
Campo de’ fiori
26
Una “Fabrica” di ricordi
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma
La neve di Natale
Erano tutti in chiesa
quella notte di Natale,
per aspettare la nascita
del Bambino Gesù.
Giunti a piedi da ogni
parte del paese e dalle
campagne, quasi tutti
gli uomini avevano
di Sandro Anselmi lasciato le famiglie
attorno al focolare per
non mancare quell’appuntamento con la
fede.
La chiesa era tutta illuminata e le persone
accalcate per seguire la messa, arrivate
tutte infreddolite, si stavano pian piano
riscaldando, ma vista l’ora, al tepore
sopraggiungeva il torpore e la sonnolenza,
e molti di loro, rimasti in piedi, chiusi nei
loro cappottoni spinati, s’appoggiavano
discretamente al muro per resistere alla
spossante stanchezza.
C’era profumo d’incenso ed il profumo
denso delle candele faceva bruciare gli
occhi.
Il latino della funzione, poi, mandava tutti
in catalessi e, solo alla mezzanotte, quando il bambino veniva finalmente portato in
processione per tutta la chiesa, si risollevava l’attenzione.
Allora tutti cantavano, ed anche la voce
diseducata e grave dei contadini, si confondeva con il coro.
I canti si alternavano alle parole del prete
e, fra tutti, quelli più partecipati erano i
classici Tu scendi dalle stelle ed Astro del
ciel.
Ognuno allora recitava dentro di sè quelle
preghiere che aveva serbato nella mente
fin dall’anno prima, con le quali invocare
ogni grazia per sè ed i suoi cari e la pace
per i propri defunti.
Questo contatto diretto con il Signore,
interceduto dalla fede per il Bambinello,
tranquillizzava e riempiva di solida speranza.
Nella notte di
Natale, dovevano mettersi in
pari con la
coscienza,
e
non sarebbero
mai potuti mancare alla messa
di mezzanotte.
All’uscita della
chiesa
c’era,
però, una bellissima sorpresa.
La neve che
intanto
era
scesa lenta e
silente, aveva
imbiancato
tutta la piazzetta.
L’interno del Duomo di Fabrica di Roma
Era stato sereno
nei giorni precedenti, e perciò sul terreno
va una favola. Quei pochi, fiochi lampioni
asciutto i fiocchi avevano facilmente attecappesi ai fili della luce, illuminavano quel
chito, adagiandosi l’uno sull’altro.
paesaggio irreale. Ora che tutti erano fuori
C’era silenzio, non c’erano le auto allora,
dalla chiesa, si scambiavano gli auguri,
non c’erano le luci di oggi e tutto sembrapoi, accarezzati dai fiocchi leggeri, tornavano a casa per condividere quell’emozione inaspettata con le famiglie, che avevano mantenuto allegro il fuoco, aspettando
pazientemente il loro ritorno.
Era un altro natale.
Tanti auguri da
L’esterno del Duomo
Buone
Campo de’ fiori
28
Associazione Artistica Ivna
LA MIGRAZIONE DELLA LUCE E DEL COLORE
DAL SILENZIO DELL’INCONSCIO ALL’ARMONIA DELLA VOCE ARTISTICA
NELLE IMMAGINI A CONTRASTO CROMATICO-SIMBOLICO DI KATIA AIELLO
Katia Aiello nasce a
Catania e si distingue
per il suo spontaneo
sorriso che illumina il
volto
impreziosito
dallo sguardo dei suoi
occhi chiari e trasparenti come a dire della
sua
preponderante
idea cristallina riguardella Prof.ssa
do la
sua vita di
Maria Cristina
donna e di artista. La
Bigarelli
sua solare fisionomia
emerge delicata, seppur con impeto, all’esterno del mondo che la accoglie e corre
parallela alle fattezze pittoriche scaturite
dall’interno della sua anima, nella quale, il
magma della commozione e dell’amore
risiede.
Magma che fuoriesce veemente, senza
inondare, senza distruggere, ma soltanto
per illuminare il terreno sottostante, soltanto per dare il giusto calore allo scorrere delle ore su questo pianeta. Il trasporto per l’Arte esiste in Katia già fin da piccola, quando si dilettava con i pastelli ad
olio e spontaneamente il suo stile si avvicinava ai macchiaioli. L’epoca universitaria,
negli ambiti della giurisprudenza, è caratterizzata dalla decorazione su vetro, dilettandosi a trovare gli oggetti più inconsueti
e stravaganti. La tenacia, l’abilità e l’intraprendenza fanno sì che Katia abbia una
formazione iniziale da autodidatta. Nel
duemila Katia si trova a San Giovanni
Rotondo, luogo nel quale lavora per tanti
anni nell’Amministrazione della Casa
Sollievo della Sofferenza, in un susseguirsi
di varie esperienze, tra cui quella politica.
Sarà questo l’anno che segnerà una vera e
propria “esplosione artistica”: fa la conoscenza del Dottor Leonardo Tricarico, grazie alle brevi ma intense lezioni del quale
le si spalanca lo splendido universo
dell’Olio su Tela nell’ambito della divisione
dei piani. Importante per lei sarà il training
pittorico presso la Scuola del Maestro
Mario Orofino, della Prof.ssa d’Accademia
e Artista Mara Bartoli, seguendo gli insegnamenti e l’esperienza dei quali ha
ampliato la conoscenza e l’applicazione di
altre tecniche come l’acquarello e la china.
La sua passione rimarrà sempre l’Olio che
si può definire un’inclinazione e una tendenza spontanea, naturalmente preferenziale in relazione all’acrilico in particolare:
questa predilezione dell’Olio le consente di
plasmare la materia. Non diniega comunque l’acrilico che viene utilizzato per i
fondi, permettendole di realizzare la tridimensionalità.
Katia Aiello si muove liberamente da uno
stile pittorico all’altro, provando l’emozione
di riscoprire in una sorta di “updating”
dell’Impressionismo, congeniale a lei per
l’uso del colore e della luce base per rappresentare la realtà percepita attraverso
l’occhio dell’artista colpito da un’impressione subitanea e momentanea, marcando
l’idea che la realtà fornisce impressioni
diverse dall’uno o l’altro osservatore: l’
adorazione per la sua terra si trasfigura nei
suoi quadri in colori solari, raggianti di
rosso, di giallo, nei cieli infuocati, nei tra-
monti, e d’ azzurro marino che rigenera,
purifica e mostra la via per riappropriarsi
della libertà come diritto-connotazione
naturale dell’Uomo verso l’Infinito. I Punti
Luce sono fondamentali e richiamano l’attenzione che i pittori fiamminghi impiegavano per la Luce che ha le sue qualità e
proprietà nell’illuminare oggetti: nel caso
della pittura di Katia Aiello diventa una
“maniera” di illuminazione dell’interiorità di
quell’oggetto, di quel volto, di quel paesaggio che approda ad un’identità
dell’Anima, creando immagini continuamente variabili, costruendo la forma,
facendo indossare ad essa il colore che
vediamo con gli occhi dell’Artista, che vaga
con la mente e con lo sguardo, librandosi
nell’aria.
Se è vero che la vita di un artista è arte e
l’arte diventa la sua vita, allora è anche
vero che i periodi felici, di luce possono
essere attraversati da periodi bui, come il
cielo azzurro può essere oscurato da nubi
nere, lasciando intravedere, però, che dietro di esse c’è ancora il sole…periodo,
quello dell’artista Aiello riconoscibile come
Eclissi del Punto Luce; simbologia che
esprime nel figurativo, tendenzialmente
psicologico, onirico nel grido silenzioso,
sofferente, dei volti umani, floreali e di
oggetti che spingono con elegante sensualità e dignitoso atteggiamento un
momento di vita laddove il bianco e il nero
sono “quasi l’annullamento” della personalità. L’ eco di un mondo sommerso che
canta l’invocazione dello spirito, l’implorazione dell’alma vitale che trova comunque
Campo de’ fiori
risposta nel Punto di Colore, il Rosso.
Allora, ecco l’annullamento è parziale grazie a quel colore, simbolo di passione e di vita,
che mai potrà spegnersi
in Katia, Donna ed
Artista… Il Rosso è come
il Sole dietro le nuvole; è
il simbolo della forza,
dell’energia; è la molla
per andare avanti. Dalla
sofferenza nascono una
tecnica ed uno stile originali, avulsi dall’ordinario, che partono con un
titolo, un nome per poi
plasmare l’immagine…in
un contrasto cromatico che genera emozioni viscerali e che ha i connotati di un
cerchio il cui percorso approda ai “Bagliori
di Vita”, come una Rinascita…si tratta di un
vero e proprio viaggio “Dall’inconscio
all’Immagine”, nel quale il “Colore…”, come
ci confessa Katia, “…è la mia Voce”!
L’amalgama e la scelta del colore sono in
simbiosi con la musica che influenza la
scelta pittorica, perché sollecita la Musa
ispiratrice interiore in un gioco intimistico
musicale, ideale e quindi pittorico. Perfino
gli oggetti ritratti possono avere un’anima
in quanto, secondo Katia Aiello, essi sono
stati toccati, usati contribuendo a fare la
sua storia insieme a quella di altri: molti
oggetti che Katia dipinge ricordano l’infanzia e le persone più care, evocando l’armonia dei sentimenti. Similmente i papaveri rossi, provenienti dal buio, sembrano
danzare in un canto corale, sotto il riflettore di luce intensa prendendo corpo dallo
stesso, alzandosi in uno slancio vitale in
cerca
dell’Assoluto,
dell’Infinito
e
dell’Eterno. La generosità con la quale
Katia dipinge è un pregevole compendio
della sua abilità poetica che apre una
comunicazione simbolica scaturita da un
colloquio interiore, un monologo che va ad
incorporarsi alla pittura. I due momenti
dello scrivere e del dipingere si scindono
e poi si ritrovano
in una successione di sentimenti ed emozioni che impreziosiscono la sua
Galleria autobiografica pittorica
e poetica.
La gratitudine
con la quale
Katia ci dona
uno dei pezzi più
belli della sua
collezione di immagini dall’inconscio è
senza vincoli: nell’opera “Schegge” trae
spunto da un vetro rotto, le cui schegge,
appunto, suggeriscono e fanno intuire alla
Aiello quanto siano visibilmente perfette,
quelle schegge, per dire che ognuna simboleggia le afflizioni psicologiche, la sensi-
29
bilità ferita e, tra di esse c’è l’Artista, il suo
Volto, il suo Essere delineati e dipinti con
tratti informali, volutamente
non perfetti…il vuoto, creatosi dopo la rottura del
vetro, è stato colmato dalla
sofferenza, dal sorriso, dalla
presenza del suo corpo colpito, ma non trafitto…tutte
le schegge tendono e convergono in un unico, solito
Punto di Colore Rosso della
rosa simbolo del cuore che
irrora con la linfa vitale un
atto passionale e percettibilmente dignitoso, sfociante
nel rossore delle gote che
illuminano gli occhi,divenendo essi stessi il
Punto Luce dello sguardo afflitto, ma estasiato, capace di andare oltre la fragilità, di
vedere oltre il terreno, di sentire oltre l’umano, di accogliere le meraviglie
dell’Amore che allevia le pungenti ed
amare schegge di dolore in un afflato sublime ed eterno!
Campo de’ fiori
30
Un Pugnalone alle
Canarie
Un bel sabato di
Novembre siamo partiti per le Canarie,
accompagnati da alcuni docenti della
nostra scuola media
“G. Fabrizio” di Acquapendente.
Noi
siamo i ragazzi della
III C, una classe, non
facciamo per vantarci, che ha molti studi Secondiano Zeroli denti bravi e molte
studentesse…belle! Il
viaggio d’istruzione ha avuto luogo perché
siamo inseriti nel progetto COMENIUS, che
ha lo scopo (senza farla troppo lunga) di
fare incontrare giovani di diverse nazioni,
di modo che possano fare amicizia tra loro.
Il nostro volo da Fiumicino è partito a mezzogiorno e dopo uno scalo a Madrid, siamo
arrivati a Las Palmas, alle ore 18.30. Il
nostro soggiorno è iniziato subito male: i
bagagli non ci sono stati restituiti, perché
gli aeroportuali erano in sciopero! Non ci
siamo, tuttavia, persi d’animo e, nonostante una sistemazione all’Ostello della
Gioventù, non proprio ottimale, ci siamo
subito resi conto che, a metà novembre,
sembrava di essere tornati ai dolci tepori
di fine estate! La temperatura stazionava
tra i 24 ed i 28 gradi, tanto è vero che il
giorno successivo, dopo aver acquistato
un costume da bagno ed un asciugamani,
abbiamo fatto un bagno memorabile in
una spiaggia bellissima, dal morbido colore di rosa. Al ritorno ci siamo fermati a Mas
Palmas, un’altra spiaggia; ma questa volta
costituita da incredibili dune, dove noi ci
siamo divertiti un mondo a tuffarci ed a
rotolarci, sotto gli sguardi benevoli dei
nostri
insegnanti,che però
non erano a
conoscenza del
fatto che la
cosa era vietata. Per la serie:
anche gli insegnanti possono
sbagliare! L’indomani abbiamo conosciuto i
ragazzi
della
Scuola Media di
Las Palmas e
con loro siamo
andati al ROQUE NUBLO, la
montagna più
alta dell’isola.
La salita alla vetta è stata piuttosto sofferta, ma alla fine ci siamo goduti il nostro bel
panino al prosciutto ed al formaggio,
ammirando sotto di noi un panorama mozzafiato, ci sembrava di stare sulla luna,
tanto scarsa era la vegetazione. Tra l’andata ed il ritorno, intanto, molti di noi
hanno cominciato a parlare con i ragazzi
del posto… una parola tira l’altra e ben
presto ci siamo scambiati gli indirizzi email. Ivan ha collezionato il maggior
numero di indirizzi femminili e qualcuno,
certamente esagerando, gli ha pronosticato di mettere su famiglia alle Canarie! La
giornata è poi terminata benissimo: all’aeroporto abbiamo finalmente potuto ritrovare i nostri bagagli, e a quel punto è stato
un autentico correre ad andare per primo
a fare la doccia.
Il giorno dopo, freschi e puliti, ci siamo
recati alla Scuola Media. L’impressione è
stata eccellente; la
loro è sicuramente
una scuola più bella
della nostra e quando
a Maggio 2011, ci
renderanno la visita,
forse non ci faremo
una bella figura. Comunque eravamo lì
per fare un “minipugnalone”, che è la
tradizione più grande
e più bella
di
Acquapendente e di
cui andiamo tutti
fieri. Abbiamo lavorato di buona lena ed il
risultato è stato sorprendente anche per
noi: avevamo fatto un “mini-pugnalone”,
davvero bello perché riprendeva le nostre
tradizioni ma poi inseriva anche aspetti
della loro civiltà. Non sono mancati i complimenti, certamente sinceri, del preside,
dei professori e dei ragazzi del posto. Al
pomeriggio ancora un bel bagno
nell’Oceano Atlantico, con la colonnina del
mercurio che segnava 29 gradi e poi la
sera tutti a passeggio tra le strette viuzze
del centro città. E mentre noi ci bevevamo
coca-cola e aranciate, i prof. erano intenti
a scolarsi generose dosi di rhum…
Il mercoledì, l’ultimo giorno della nostra
permanenza, abbiamo visitato il delizioso
centro di Las Canteras, la prima capitale
dell’isola. Nel museo della cittadina, abbiamo ammirato, ottimamente conservati, i
resti dei primi insediamenti umani dell’isola. Alla sera, grande “baldoriata” finale,
con musica “a palla” e dolcetti a volontà. Il
giovedì siamo ripartiti e poco prima delle
ventidue eravamo di nuovo a casa: ad
Acquapendente. Ognuno nella propria
dimora non ci siamo fatti mancare una
deliziosa cenetta, a base di pastasciutta e
di bistecche; francamente eravamo un po’
stufi di mangiare sempre panini per pranzo e zuppe di verdure la sera. Ma, a parte
la gastronomia, la gita è stata stupenda, i
ragazzi che abbiamo conosciuto, simpaticissimi, le spiagge bellissime, il clima stupefacente. Le altre terze (la A e la B) ci
hanno molto invidiato. Indubbiamente
avevano ragione!
Federico, Marco e Valerio
ste
e
F
e
n
Buo
Campo de’ fiori
32
Del concepimento e della vita
“Esistere” significa
essere gettato dentro l’orizzonte esistentivo del mondo.
In compagnia cioè
di cose e di altri che
hanno
questo
medesimo carattere. Di entrarvi nessuno lo ha chiesto.
del Prof. Massimo
E’ per questo che si
Marsicola
dice “gettato dentro”. Il venire a trovarsi, e l’essere all’interno dell’orizzonte esistentivo implica però
che qualcuno, che non sono io, ha deciso
e scelto per me. Anche se “decidere” e
“scegliere” lo si deve assumere con l’idea
del limite proprio della possibilità. Si deve
assumere allora, che il concepimento è
l’atto preliminare mediante il quale l’essere gettato nel mondo viene all’esistenza. E
parrebbe anche logico ammettere che
trattasi di un atto biologico o fisico-biologico. La vita riproduce se stessa. La vita
dona la vita. Ma è necessario riconoscere
che prima del concepimento biologico vi è
un concepimento spirituale: un atto spirituale. E per comprendere ‘chi è’, ossia la
vera identità di colui che è stato chiamato
all’esistenza mediante il concepimento,
occorrerebbe risalire, di volta in volta,
all’atto effettivo mediante il quale, ogni
singolo individuo, è stato concepito. Non è
facile. Anche perché, per concepire una
vita, è necessario essere in due, e poiché
il concepimento spirituale corrisponde all’i-
dea presente in ciascuno,
non è detto che i due
abbiano la medesima idea,
si orientino verso il medesimo tipo di concepimento.
Per concepire è necessario
desiderare. Il desiderare è
già concepire nello spirito;
pensare che l’altro ci piace.
L’idea svela l’intenzione.
L’intenzione rivela l’idea.
L’idea è concepimento spirituale. Essa viene prima
dell’atto fisico e mediante di essa l’atto fisico si compie. Pertanto, l’atto del concepimento biologico, è da considerarsi sempre
successivo all’atto del concepimento spirituale. Anche se ci si trovasse in presenza
di due individui distratti e distaccati. Nel
momento dell’atto, consumano il concepimento in ambedue le sedi: biologica e spirituale. I due hanno deciso di unirsi. Si
viene al mondo quindi, perché si è concepiti nello spirito, prima ancora che nella
carne. I sentimenti, le emozioni, le passioni che ci accompagnano o che ci spingono
verso l’altro, l’innamoramento…, sono
altrettanti espedienti, “astuzie della ragione” direbbe Hegel, che precedono necessariamente e inevitabilmente l’atto formale del concepire. La nascita al mondo è
espressione del concepimento, è chiamata
all’esistenza ed esposizione alla vita. Dal
concepire si viene al mondo. Dai frutti si
riconosce l’albero del concepimento. Da
‘chi sarà’ da grande la persona, si evince
Tanti auguri da:
chi erano i suoi genitori. Da ciò che dirà o
farà si può trarre indicazione circa la sua
origine e il suo destino.
“Esistere” non significa ancora “vivere”,
ma esposizione alla vita; possibilità di
accedervi. E finchè si esiste, si è sempre
anche nella possibilità di accedere alla
vita. La vita però è consapevolezza, è
libertà conquistata dalla creatura per poter
gestire responsabilmente la propria esistenza, anche e soprattutto, in relazione
agli altri. Vivere significa agire in armonia
con l’intero mondo esistente, sapendo
rispettare ogni cosa ed ogni persona.
Vivere significa agire dopo aver accolto in
se stessi lo spirito di verità, ed in perfetta
coerenza con esso. Vivere significa aver
vinto in se stessi l’egoismo ed essere
approdati all’altruismo che considera l’altro
un altro me. Vivere significa aver accolto
Dio nella propria vita ed essere con lui
passati dall’esistenza alla vita. Da questo
accoglimento dipende il passaggio.
Campo de’ fiori
33
LA CASSA DI RISPARMIO DI CIVITA CASTELLANA
Ecco dove i nostri antenati mettevano da parte i propri guadagni
La Cassa di Risparmio di Roma nacque
nel 1836 per iniziativa privata di alcuni
esponenti dell’aristocrazia romana,
della Curia, dell’alta
finanza e dell’imprenditoria. Lo scopo era di promuovedi Francesca Pelinga re nel popolo lo spirito del risparmio.
Sin dall’inizio conquistò la fiducia dei piccoli risparmiatori in quanto accompagnava
insieme all’attività del credito quella della
beneficenza. Prima della sua nascita vi
erano i Monti di pietà o banco dei pegni
che erano un’ istituzione finanziaria senza
scopo di lucro (nati verso la fine del XV
secolo in Italia su iniziativa dei Francescani
per dare prestiti di limitata entità) in cambio di un pegno che i creditori vedevano
restituito quando il debito veniva ripagato.
La Cassa di Risparmio quindi partecipava
ad opere di previdenza sociale e pubblica
utilità. Nell’udienza del 18 aprile 1855,
papa Pio IX approvò l’istituzione di una
Cassa Di Risparmio nella città di Viterbo e
nel circondario ,Cassa da amministrare da
una Società anonima fondata da privati a
scopo filantropico e approvò il Regolamento composto da trentaquattro articoli. Non appena la Società raggiunse il capitale di 1500 scudi ,le azioni costavano circa
10 scudi ciascuna, cominciò ad operare.
Non si ricevevano depositi minori a 5
baiocchi ne maggiori a 5 scudi,i frutti
cominciavano dal giorno dopo ed erano del
4 per cento,però il depositante doveva
avere sul conto la somma di 25 baiocchi e
se ritirava la somma prima di un mese non
aveva diritto ad alcun interesse. Era aperta tutte le domeniche (ottenuta la licenza
dalle autorità ecclesiastiche) e tutti i sabati dalle ore 11 all’una, si potevano ricevere
i depositi la domenica, ma il sabato non si
rendevano soldi a chi li chiedeva. La Cassa
aveva la facoltà di impiantare Agenzie nei
Comuni del Circondario di Viterbo qualora
ne avessero fatta richiesta attraverso la
domanda delle rispettive Rappresentanze
Comunali,veniva assegnato un casteletto e
veniva nominata una commissione di vigilanza. Nel 1873 il Tarquini ci riferisce di
“una rinomata Cassa di Risparmio diretta
da zelanti cittadini”, nel 1877 l’istituto bancario contribuì all’apertura del primo asilo
infantile di Civita e ai bisogni locali del
commercio e delle industrie private. Nel
1889 il consiglio d’amministrazione era
cosi composto: vice-presidente Giacomo
cav. Franci, ragioniere Giuseppe Petti, cassiere Nicola Quatrini, consiglieri sindacatori Giuseppe Gori, Paolo Morelli segretario
Arvino Del Frate. Quell’
anno furono impiantati a
Civita altri due istituti di
credito e le operazioni
bancarie subirono una
notevole diminuzione,fu
anche una difficile annata
agricola e commerciale e
venne quindi usata la
massima cautela negli
investimenti a scanso di
eventuali perdite,vennero
sospese le gratificazioni
per il presidente, cassiere
e ragioniere. Il fondo di
cassa liquido nella gestione del 1888 era di L.3949 (15.938,00 euro
rapportato ad oggi),i versamenti settimanali fatti dai depositanti nel 1889 erano di
L.9654 (38.964,00 euro rapportato ad
oggi). Le azioni costavano L.100 e ne comperarono una del Frate Arvino, Gori
Giuseppe, Arigoni Gio-vanni, Guazzaroni
Giuseppe, Morelli Paolo. Furono spese per
sussidi caritatevoli L.12 gli interessi sulle
cambiali erano del 7 per cento ed erano
state riscosse sulle cambiali scadute
durante l’anno 1889 di L.35021
(141.347,00 euro rapportato ad oggi) delle
gestioni
precedenti L.4300 (17.355,00
euro) la riscossione degli interessi fu di
L.2795 (11.280,00 euro), era stato per i
civitonici un anno veramente nero. Nel
1892 facevano sempre parte del Consiglio
Augur
i
d’amministrazione : Giacomo cav,Franci
presidente, vice-presidente Giuseppe Petti,
il consiglio era composto da: Luigi Profili,
Giuseppe Guazzaroni, Stanislao Laurenti,
Giovanni Arrigoni, il ragioniere Arvino Del
Frate, cassiere Filippo Poggioli, segretario
Angelo Pasquetti, i sindacatori Giovan
Paolo Lepori, Paolo Morelli. Nel rendiconto
all’assemblea degli azionisti dell’11 settembre 1892 il presidente Cav. Franci purtroppo dovette dire che non erano stati
ottenuti dei grossi guadagni in quanto vi
era stato una grande crisi bancaria. A quel
tempo vi erano sei banche con la facoltà di
emettere biglietti di banca intitolati al
Regno d’Italia: la Banca Romana,
la Banca Nazionale di Torino, il
Banco di Napoli, il Banco di
Sicilia, la Banca Nazionale
Toscana e la Banca Toscana di
Credito, ed erano impegnate in
prestiti a lungo termine soprattutto nel settore dell’industria
edilizia e, a causa della crisi di
quest’ultima, molte banche crollarono. Lo scandalo maggiore fu
quello della Banca Romana che
per coprire le perdite iniziò ad
emettere senza autorizzazione
una nuova moneta ed a stampare due serie di biglietti con lo
stesso numero di serie in modo da raddoppiare l’emissione della moneta in circolazione. Tutto ciò ebbe pesanti ripercussioni sia a livello politico che sul sistema
economico bancario italiano. Nel 1893 il
governo Giolitti riordinò il sistema creditizio
e fu fondata la Banca D’Italia con la fusione della Banca Nazionale con le due banche toscane. Il patrimonio della nostra
Cassa comunque era salito da 57258
(225.828,00 euro di oggi)
a L.89090
(351.374,00 euro di oggi), le cambiali
erano L.144,451 (567,00 euro di oggi). I
sindacatori Paolo Lepori e Paolo Morelli il
5 febbraio 1893 dichiararono che si poteva guardare tranquilli all’avvenire facendo
una preghiera a tutti gli azionisti di effettuare depositi, sia pure di piccole somme.
Campo de’ fiori
34
CIVITONICI ILLUSTRI
L’ABATE LUDOVICO SODERINI
(1660-1739)
Nuove e recenti acquisizioni archiviali permettono, allo stato attuale, di aggiungere
nuove informazioni sulle attività di personaggi storici di Civita Castellana, lontani
ormai nel tempo, ma fondamentali se
inquadrati nel secolare processo di evoluzione storica e sociale del nostro centro.
Tra tutte emerge la figura dell’Abate
Ludovico Soderini, nato a Civita
Castellana nel 1660, appartenente ad una
importante famiglia Toscana quì trasferitasi da Firenze intorno al sec.XVI, al seguito
della corte Pontificia che periodicamente
transitava nella fortezza Sangallo, centro
politico e militare nevralgico durante tutto
il secolo XVI.
Intorno al 1685, il Soderini è Vicario della
Cattedrale di Santa Maria Maggiore e
segretario del Vescovo del tempo.
Le sue doti religiose ed organizzative vengono subito notate da un importante prelato della Curia Romana e nominato amministratore apostolico della città di Cento in
provincia di Ferrara. Intorno al 1688
abbandona Civita Castellana per i suoi
impellenti impegni e obblighi istituzionali.
Ripercorriamo alcune tappe principali della
vita del Soderini: 1688, governatore di
Cento; 1699, amministratore di Città di
Castello e, infine, nel 1738 governatore
della Sabina.
Dunque, incarichi istituzionali di alto livello
a conferma delle doti religiose e organizzative del prelato civitonico.
In una lettera del tempo: “….il signor
abbate Soderini era poi un uomo molto
dedito alla pietà, ed avuto in pregio per
senno e per prudenza…aveva tenuto il
governo di vari luoghi dello stato ecclesiastico; ed ora che era vecchio anzi che no,
si voleva mandare a presiedere la nobile
città di Cesena, ove avrebbe con migliore
paga un campo degno del suo sapere…. Il
buon vecchio prima di accettare interrogò
il santo vescovo, se non fosse meglio per
lui ritirarsi in Civita Castellana sua
patria..”.
Purtroppo l’aggravarsi delle condizioni di
PALAZZO SODERINI OGGI
salute, ormai malferma da qualche anno,
lo costringono a non accettare l’incarico.
Il 13 Giugno 1739, poco prima della sua
scomparsa, dona alla Curia Vescovile con
specifico atto notarile: “ LA SUA CASA
POSTA DENTRO QUESTA CITTA’ NELLA
CONTRADA DETTA PANICO PAROCHIA DI
SAN CLEMENTE CON IL GIARDINO, E
TUTTI LI SUI ANNESSI E CONNESSI,
LIBRARIA E TUTTI LI MOBILI, E SEMOVENTI IN ESSA ESISTENTI PER IL VALORE DI 9.000 SCUDI”.
L’importante documento archiviale permette oggi di identificare con estrema precisione la collocazione urbana della residenza della famiglia Soderini: si tratta del
palazzo Soderini, posto alla confluenza
di via di Porta Lanciana con via Panico,
oggi privo di ogni utilizzazione e in attesa
di un immediato intervento di restauro
conservativo, data l’importanza del manufatto opera di un importante architetto
Romano del sec. XVII.
Dopo la scomparsa del prelato, dal 1740 al
Buone Feste
1746, il palazzo ospita alcuni uffici della
Curia Vescovile e fino al 1802, con alterne
vicende, il locale seminario vescovile.
Dal 1802 al 1985, è sede del collegio femminile e casa di ricovero dell’infanzia
abbandonata, dell’ordine religioso delle
Maestre Pie Venerini, meglio note alla
storia di Civita Castellana come le “orfanelle”. Nel 1986, subito dopo la chiusura
del collegio, è stato oggetto di una sua trasformazione in casa protetta per anziani e al centro di un lungo dibattito architettonico e sociale che fino agli anni ’90 ha
caratterizzato la vita sociale del nostro
centro, senza però giungere ad una affettiva utilizzazione. Tra il 2000 e il 2001, è
stata completamente ristrutturata la
copertura che versava in condizioni di
estremo degrado. Il palazzo presenta
motivi architettonici tipici dell’architettura
Barocca, in particolare la soluzione d’angolo su via di Porta Lanciana e le finestrature dell’ultimo piano, dalle eleganti volute. Due gli ingressi: il portale ad arco di via
Panico, con il profondo androne che
immette nel vasto giardino e alla scala,
ortogonale, al corridoio, che conduce ai
piani superiori e in particolare alla cappella del piano nobile.
L’area esterna è caratterizzata da un vasto
cortile rettangolare e da un giardino
sopraelevato destinato originariamente ad
orto. L’abate Ludovico Soderini muore nel
dicembre del 1739 e viene sepolto nella
Cattedrale di Santa Maria Maggiore.
Campo de’ fiori
36
Un trombettista veterano di New Orleans,
tale Papa Mutt Carey, ha detto: “ … gli
uomini che hanno dato il via a tutto il Jazz
sono stati il cornettista Buddy Bolden e il
batterista Papa Jack Laine … ”
Buddy Bolden nei pochi anni in cui fu attivo come musicista era grande, le donne
non sapevano resistergli e lui non sapeva
resistere ne a loro ne al whisky, ma a
causa della sua vita sregolata finì per perdere il senno, nel 1903 fu rinchiuso in un
manicomio della Luisiana dove morì
parecchi anni dopo.
Sorte diversa toccò a Papa Jack Laine il
progenitore del Jazz bianco o del
Dixieland se si preferisce, egli dimostrò
una notevole capacità organizzativa in
forza della quale già nel 1888, aveva
appena quindici anni, formò il suo primo
complesso e nel suo periodo di maggiore
fortuna coincidente con i primi anni del
secolo, ebbe il controllo di ben sette
Bands, tutte contraddistinte dallo stesso
nome, si chiamavano Reliance Brass Band
e lavoravano a New Orleans simultaneamente suonando Rag-time e Marce per
parate. Negli anni della guerra ispano americana, fu leader della formazione più
importante di New Orleans e molti dei
musicisti di quella città, nel decennio compreso tra il 1910 e il 1920, iniziarono a
suonare con lui; egli li scelse tra gli appartenenti ai diversi gruppi etnici presenti
nella città del Delta per cui annoverò nelle
sue formazioni francesi, italiani, tedeschi,
ebrei, cubani, messicani e finanche africani e, molti di questi, che avevano anche
militato nelle formazioni costituite da King
Oliver e Buddy Bolden, furono gli artefici
di quella fertile collaborazione che risultò
essere la mescolanza tra i diversi stili
musicali. Ebbe alle sue dipendenze musicisti i cui nomi sarebbero rimasti nella
Storia del Jazz, il cornettista Lawrence
Vega, il clarinettista Alcide Yellow Nunez,
il cornettista Nick LaRocca, il pianista
Henry Ragas, i fratelli Abbie e George
Brunis, il clarinettista Ernest Giardina e
tanti altri ancora, certamente più di cento;
quasi tutti i musicisti bianchi di New
Orleans suonarono nelle sue Bands.
Ma per comprendere meglio la personalità
musicale di Papa Jack Laine, dobbiamo
soffermarci, sia pur brevemente, su quelli
che furono i c.d. Minstrels ossia gli interpreti di quello spettacolo itinerante, il
Minstrel, appunto, che ebbe origine nel
sud degli Stati Uniti e in Virginia in particolare e che risultò essere essenziale per
la nascita del Jazz.
Lo spettacolo offerto, che era basato sulla
interpretazione del patrimonio musicale e
folkloristico nero, preparò senza alcun
dubbio all’introduzione di quella nuova
musica; ma chi erano i Minstrels? In origine soltanto bianchi, del resto come si
poteva pensare che più di due secoli fa un
nero potesse salire e recitare su un palcoscenico?
Successivamente furono anche neri, peraltro, gli stessi bianchi si travestivano da
neri tingendosi le mani e il viso per proporre una interpretazione dell’uomo di
colore che trovava consensi e favore da
parte del pubblico bianco; basti ricordare
il travestimento di Al Jolson in quel celeberrimo film dal titolo: Il cantante di Jazz
che costituì il primo esempio di spettacolo
cinematografico sonoro.
Sviluppatosi dapprima come spettacolo
claunesco, il Minstrel assorbì in seguito
quella vigorosa musica discendente dai
meetings religiosi dei neri, nè poteva
mancare il solito bianco, tale Daddy Rice,
in artè Jim Crow che propose un particolare personaggio, un vero e proprio Zio
Tom che, sciancato e deforme, cantava e
ballava offrendo divertimento ai presenti.
Questo spettacolo ebbe enorme diffusione
e successo tanto che da allora Jim Crow
divenne sinonimo di uomo di colore e, da
questo nome nacquero i locali Jim Crow,
le carrozza Jim Crow, gli scompartimenti
dei treni Jim Crow, la segregazione razzia-
ste
e
F
e
Buon
le, in buona sostanza.
Tutto ciò fino a quando anche i neri non
misero in scena i loro spettacoli di
Minstrels grazie a Henry Juba Laine, ai
Pringle Minstrels, alla African Company ed
ai Georgia Colored Minstrels che, adottando linguaggio e atteggiamenti dei bianchi
che li irridevano, arrivarono addirittura a
tingersi loro stessi il volto e le mani per
mettere in risalto la propria appartenenza
alla razza nera. Si assistette in tal modo ad
una sorta di parodia della parodia che
avrebbe trovato pratica esemplificazione
nel repertorio di molti futuri Jazzmen,
primo fra tutti il grande Louis Armstrong Satchmo; questi Minstrels neri effettuarono fortunate tournèes in tutti gli Stati
Uniti, e non poche delle musiche eseguite
dai loro complessi sarebbero poi passate
nei repertori Jazzistici.
Orbene Papa Jack Laine prima di dedicarsi al Jazz, di cui divenne una delle figure
più importanti nel periodo della formazione, diresse una Band di Minstrels a New
Orleans, Band che dette al Blues un insostituibile contributo.
Pur essendo vissuto a lungo, Papa Jack
Laine morì all’età di oltre novanta anni,
rinunciò alla musica nel 1917, quando
aveva appena quarantaquattro anni, per
dedicarsi all’attività di fabbro e, successivamente, a quella di garagista. Non esiste
alcuna sua registrazione e nel corso della
sua lunga vita è stato intervistato più
volte; egli ha sempre affermato di essere
stato lui ad istradare molti di quei musicisti che avrebbero determinato e caratterizzato il Jazz di New Orleans.
Riccardo Consoli
Buone
Feste
Campo de’ fiori
37
L’angolo del Bon Ton
Una visita di Babbo
Come tutti gli anni, in
questo periodo desidero fare un regalo a
tutti i lettori della
nostra rivista; quest’anno però il mio
pensiero va in particolare ai più piccolini.
Desidero, infatti,
di Letizia Chilelli
donarvi una tenerissima fiaba, che dedico a tutti i bimbi..
senza dimenticare anche quelli un po’
più grandicelli!!!!
Era la notte prima di Natale, la notte in
cui tutto è calmo, sereno, come in attesa, e niente e nessuno si muove, dentro
le case addormentate, nemmeno un
topolino..
La luna sulla neve appena caduta faceva scintillare di una luce irreale ogni
cosa, quando, ai miei occhi stupiti,
apparve nel cielo una minuscola slitta,
trainata da otto piccole renne, con un
adorabile vecchietto come cocchiere: subito capii che doveva trattarsi di Babbo
Natale.
Le piccole renne correvano agili ai richiami
e agli incitamenti del dell’allegro guidatore:”Vai Fulmine! Muovetevi, Agile e Astuta!
Andiamo Cometa! Su, Cupido! Vai, Asso!
Verso la cima del tetto, via saltate, coraggio!”.
Come le foglie morte prima che l’uragano
le trascini via, incontrando un ostacolo,
s’alzano a mulinello verso il cielo, così
volavano le renne sopra il tetto della casa,
trasportando Babbo Natale e la sua slitta
ricolma di doni.
Un attimo dopo potei udire chiaramente il
loro scalpiticcio e il risonare dei loro zoccoli
sopra il tetto.
Mi immaginai Babbo Natale mentre scendeva dal camino: era vestito di pelliccia
dalla testa ai piedi e i suoi abiti erano sporchi di cenere e fuliggine; gettato dietro le
spalle aveva un sacco pieno di giocattoli e
sembrava un venditore ambulante in procinto di mostrare la sua merce.
Come scintillavano i suoi occhi! Che allegria mettevano le sue fossette!
Le guance sembravano rose e il naso una
rossa ciliegina; la sua buffa, piccola bocca
era increspata da un amabile sorriso e la
sua barba era candita come la neve.
Fra i denti stringeva la pipa e il fumo
azzurrino saliva a circondare il suo capo
come un’impalpabile ghirlanda. La sua
larga faccia e il suo enorme pancione sobbalzavano quando rideva, come una scodella colma di gelatina!
Era così paffuto e rubicondo, proprio come
un allegro gnomo, che non appena lo vidi
scoppiai a ridere, mio malgrado; un batter
di palpebre e un cenno del capo mi fecero
capire che non avevo niente da temere.
Non pronunciò una sola parola, ma si mise
subito al lavoro: riempì accuratamente
tutte le calze, poi si girò di scatto, e si pose
un dito sulle labbra facendomi cenno di
tacere, e salì su per il camino.
Montò sulla sua piccola slitta, emise
un fischio acuto all’indirizzo del suo
equipaggio e tutti se ne volarono via
in un batter d’occhio, ma io potei
udire chiaramente, mentre si allontanava nel cielo, la sua voce argentina augurare: “Buon Natale a tutti,
a tutti felice notte!”
Agli auguri di Babbo Natale si
aggiungono anche i miei, con la
speranza che in questo dolce periodo quel bimbo che c’è in ognuno di
noi possa ricordarci il vero e meraviglioso significato del Santo Natale.
(Fiaba di Clement C. Moore, da “Tempo di
Natale” 1985 Mondadori Editore)
Buone Feste
Campo de’ fiori
38
EPICONDILITE
E’ un’infiammazione che colpisce tennisti e non solo,
vediamo quali sono le cause e la terapia…
L’epicondilite (precisamente epicondilite omerale), è
un’infiammazione
dei tendini che vanno a gravare sul
gomito, in dettaglio
sull’epicondilo laterale. È una dolorosa
del Dottor
infiammazione coPatrizio Lazzarini
nosciuta anche cofisioterapista
me gomito del
tennista, dato che colpisce spesso gli
sportivi di questa categoria.
Tuttavia, l’epicondilite non va intesa come
una patologia che riguarda solo un piccolo
gruppo di sportivi, ma riguarda anche chi
sta molto tempo con gli arti superiori fermi
nella stessa posizione per altri motivi,
come un dattilografo, un pianista o uno
scrittore che usi la tastiera. In genere i
medici consigliano di cercare di prevenirla,
riscaldando sempre bene le articolazioni
prima di dedicarsi a degli sforzi intensi,
come il culturismo, altri tipi di sport o lavori di natura manuale. Si tratta di un distur-
bo di carattere invalidante, che, qualora
non affrontato con la giusta terapia, può
cronicizzare.
Sintomi:Il dolore è localizzato dove queste fibre si attaccano all’osso sul lato esterno del gomito o lungo i ventri dei muscoli
epicondiloidei all’avambraccio. Clinicamente si manifesta con dolore ad insorgenza
subdola, con dolenzia durante l’uso combinato di mano, polso e gomito. Il dolore
può aumentare la sera, dopo la giornata
lavorativa. Solitamente la sintomatologia
diventa più intensa per entità e durata,
con maggior impaccio funzionale e riduzione progressiva dell’attività lavorativa fino
ad una vera e propria impotenza funzionale antalgica.
Diagnosi:L’esame radiologico è solitamente negativo, la diagnosi è squisitamente clinica anche se una ecografia tendinea, consente di identificare le aree di
degenerazione endotendinea e l’iperemia
dei tessuti peritendinei.
Terapia:Nelle forme acute (dolore in atto)
la terapia mira a eliminare l’infiammazione
ed il dolore mediante l’interruzione mo-
mentanea della attività sportiva e lavorativa, associando l’uso di FANS (Antinfiammatori per bocca). Fondamentali sono le
terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni, ipertermia, ionoforesi che aiutano
ad eliminare l’infiammazione. Nei casi,
comunque piuttosto rari, che non dovessero rispondere alla terapia è possibile ricorrere a un intervento chirurgico, eseguibile
anche in artroscopia.
Campo de’ fiori
39
La storia della Previdenza Soci
Italia
Seconda parte
Bisogna anche dire
che la spinta finale
alle istituzioni di
allora, nel porsi il
problema della previdenza per gli operai e di conseguenza
a legiferare in meridi Arnaldo Ricci
[email protected] to, fu data anche
dagli avvenimenti
relativi alla protesta operaia che in quel
periodo stava incalzando tutta l’Europa,
compresa l’Italia, dove essi avevano causato anche fatti di sangue.
Si può affermare che la legge 350 del 17
luglio 1898 fu la prima a dettare le regole
istitutive, di una previdenza sociale che si
può definire progenitrice della attuale
Inps. L’istituzione fu chiamata: CASSA
NAZIONALE DI PREVIDENZA PER
L’INVALIDITA’ E LA VECCHIAIA
DEGLI OPERAI
E’ da sottolineare che essa ( contrariamente a quella contro gli infortuni sul lavoro, istituita a marzo dello stesso anno e
resa immediatamente obbligatoria, sia
per i lavoratori che per il datore di lavoro )
non prevedeva l’obbligo di iscrizione, il
quale era solamente su base volontaria del
lavoratore. Il datore di lavoro era completamente estraneo al rapporto che il lavoratore poteva avere con la sua assicurazione
previdenziale. In realtà, lo stato dettò
alcune regole quadro ma lasciò totalmente libero il lavoratore, nella scelta di avere
o non avere la sua assicurazione previdenziale. Parallelamente a questa istituzione
che sembrava essere più privata che pubblica, rimasero comunque in essere la
maggior parte delle varie organizzazioni di
mutuo soccorso precedentemente in attività. Come tutti sappiamo, a quei tempi
(fine ottocento ) lo stato italiano che era di
concezione liberale, non si affrettò ad abolirle. Non entrando molto nei particolari, i
contributi versati alla cassa di previdenza,
assicuravano un trattamento pensionistico
a 65 anni, sia per uomini che per donne;
la pensione veniva calcolata con un meto-
do molto più vicino all’attuale contributivo piuttosto che al retributivo.
Ovviamente chi decideva di lavorare
senza iscrizione alla cassa (questo era
consentito dalle norme allora vigenti)
non percepiva nessuna pensione di vecchiaia, tantomeno quella di invalidità.
Foto del frontespizio della tessera che veniva
Tutto rimase in questi termini fino al
consegnata al lavoratore iscritto nel periodo
1919, quando esattamente il 21 Aprile
1898 – 1919
1919, fu approvato, dal parlamento, il
“………….Il funzionamento attuale
famoso regio decreto legislativo N° 603 il
delle assicurazioni sociali in Italia, le
quale istituì l’obbligatorietà di iscrizione
une separate dalle altre, con buroprevidenziale, sia per il lavoratore che per
crazie multiple e strumenti diversi,
il datore di lavoro. I contributi venivano
per il loro costo di amministrazione e
versati con il controllo dello stato, il quale
per la complessità delle operazioni
partecipava anche con suoi trasferimenti
che richiedono, suscita forti resistenmonetari, seppure in piccola percentuale,
ze. È doloroso dire questo per chi ha
assicurando il funzionamento dell’ente di
dato la maggior opera della sua vita
previdenza. Questa legge avvicinò l’Italia
all’avvento, nel nostro paese, delle
agli altri stati nord europei, dove, giusto
assicurazioni sociali; ma è doveroso
per fare l’esempio della Germania, rogatodirlo. Dobbiamo coordinare le assicurie simili vigevano fin dal 1882; fautore il
razioni esistenti, sulla base dell’ istiBismarck.Il nuovo ente previdenziale, ridituenda assicurazione contro le
segnato dal decreto 603, cambiò anche
malattie, per conseguire con minor
nome e venne chiamato CASSA NAZIOdispendio e col minor disturbo dei
NALE PER LE ASSICURAZIONI SOCIALI
datori di lavoro, i massimi risultati.
con acronimo CNAS. La pensione di vecDobbiamo risolvere questo problema
chiaia per gli uomini rimase fissata sempre
al più presto; prima che attraverso i
a 65 anni ma per il gentil sesso fu riconopresenti ordinamenti provvisori, le
sciuta l’opzione di andare a 60 anni.
varie burocrazie si consolidino e creUn giorno prima dell’entrata in esercizio
scano le ostilità verso le assicuraziodella nuova CNAS si contavano circa
ni stesse…….”
700.000 lavoratori iscritti e 20.000 pensioQuesta
esigenza, enunciata per la prima
nati, tra quelli di vecchiaia e quelli d’invalivolta
dal
senatore Mario Abbiate, all’interdità; dopo circa sei mesi di attività, grazie
no dello stato liberale, fu tenuta presente
all’obbligatorietà, risultarono iscritti ben 12
anche dallo stato successivo, di conceziomilioni di lavoratori! Qualche politico però
ne corporativa 1922 – 1943. nonché da
iniziò a sentire l’esigenza di abolire ed
quello attuale della prima e dalla seconda
assorbire, presso la neonata CNAS, tutte
repubblica. Attualmente, molto si è fatto
quelle forme di assistenza sociale allora in
nell’ unificare i vari trattamenti previdenpiedi, derivanti dalle vecchie organizzazioziali precedentemente esistenti anche se
ni di mutuo soccorso di stampo ottocentequello che auspicava il senatore Abbiate
sco.
nel 1921 non si è ancora totalmente otteDi seguito riporto un brano del discorso
nuto.
del senatore Mario Abbiate, pronunciato
continua sul prossimo numero...
nel 1921 dai banchi del senato del regno
d’Italia, in merito alla necessità di unificare le varie forme assicurative; a mio parere sembra molto attuale.
Buone
Feste
Campo de’ fiori
40
Nuovo successo per il giovane Maestro Enrico Mazzoni
Più volte ci siamo trovati ad elogiare i
meriti ed i successi del giovane maestro
Enrico Mazzoni, attivo e presente nel
panorama musicale locale. Ma ripercorriamo brevemente le tappe fondamentali da
lui percorse fin ora, per arrivare a complimentarci dell’ultimo traguardo raggiunto.
Enrico, sin dall’età di otto anni, mostra la
passione innata per la musica ed inizia a
studiare assiduamente. Nel frattempo termina le scuole dell’obbligo e si iscriversi
all’I.T.I.S. “L. Da Vinci” di Viterbo, dove si
diploma nel ’97 con votazione 57/60.
Quattro anni dopo arriva anche il diploma
in pianoforte conseguito al conservatorio
“G. Briccialdi” di Terni, con votazione 9/10.
Ma Enrico non si ferma lì e dopo un nuovo
percorso di studi, intrapreso nel medesimo
istituto, l’11 Novembre 2010 consegue il
diploma accademico di secondo livello in
Tastiere Storiche, con il massimo dei voti e
tanto di lode al seguito.
Tutto questo, va ricordato, avviene mentre
Enrico è impegnato a svolgere attività
didattiche presso la scuola di musica
comunale di Soriano nel Cimino, l’associazione culturale “Musica Arte & Cultura”, la
scuola di musica comunale di Nepi e l’associazione musicale “F. Zappa” di Magliano
Sabina. Mazzoni, inoltre, è organista della
Chiesa Cattedrale “S. Maria Maggiore e del
Coro
Polifonico
“Mons.
Giuseppe
Bellamaria” di Civita
Castellana, dal 1999.
Assai numerosi sono i
concerti tenuti in questi
anni, e molti altri saranno quelli in cui lo vedremo presente.
Agli auguri per il recente successo guadagnato, aggiungiamo quelli
per essere diventato
papà
del
piccolo
Gianluca.
Tanti auguri al piccolo
Gianluca Mazzoni che il
5 Dicembre ha compiuto
3 mesi, dai genitori
Enrico e Veronica, i
nonni Silvio e Regina,
Remo e Luciana
L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli.
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.
Learning Paths – Tante vie Per Imparare : http://www.learningpaths.org/
Sito dedicato alle strategie ed ai vari stili di apprendimento e di insegnamento, dedicato a coloro che desiderano
aiutare se stessi o gli altri ad imparare.
Non solo matematica : http://www.marikarongo.fan-club.it/t_download.php
Sito creato da un insegnante di scuola primaria, Marika Rongo; la sezione presa in esame da la possibilità di scaricare documentazione dedicata a schede ed esperienze didattiche, programmazioni eccetera, eccetera.
Tel. 0761.576604 - [email protected]
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La nostra collaborazione con la rivista Campo de’ fiori, è iniziata nell’Aprile del 2009 e da allora tutti i mesi l’appuntamento con la nostra clientela sulle pagine del giornale non è mai mancato. Per la nostra attività questo ha rappresentato un impegno economico importante, che abbiamo ritenuto utile, per comunicare il nostro pensiero, non solo attraverso articoli pubblicitari, ma facendo quasi un discorso sociale sull’importanza delle piccole librerie nel proprio paese,
della necessità di leggere, di possedere le basi per acculturarsi, per informarsi,
così da essere sempre più uomini liberi. A questo punto gradiremmo molto che, chi ci ha letto con
interesse, ci comunichi i propri pensieri e ciò che vorrebbe che noi continuassimo a fare, e a scrivere, attraverso la nostra pagina Facebook “Cartolibreria Soldini”.
Come sempre noteremo il vostro interesse, le iniziative verso la nostra libreria non mancheranno!Possiamo iniziare subito dicendo che per le feste abbiamo a disposizione tutte le novità
editoriale e possiamo evadere ogni vostro ordine in brevissimo tempo, tantissimi libri e giochi
didattici per i vostri bambini e ragazzi! Per le feste non dimenticatevi della “piccola” libreria
del vostro pese, e vi auguro di regalare e ricevere tanti libri!!!
Perché un libro è per sempre.
Dimenticavo, il grande assortimento di calendari, un’altra idea utile ed economica per i
regali di Natale.
Augurissimi a tutti.
Campo de’ fiori
41
Piazza Marcantoni: dopo l’inaugurazione,
tanti gli appuntamenti sotto l’albero
Di fronte ad una folla gremita, Piazza
Marcantoni ha festeggiato la sua apertura. Tante le persone accorse nel nuovo
centro commerciale di Civita Castellana per partecipare alla giornata di apertura. Al taglio del nastro erano presenti le
autorità: il Sindaco di Civita Castellana,
Gianluca Angelelli, il Vescovo S.E. Mons.
Divo Zadi, il Presidente dell’Unicoop
Tirreno Marco Lami, gli ex-operai della
Ceramica Marcantoni, il Responsabile
Marketing di Kaos Srl., Alessandro
Angellelli, e il Presidente Vignale
Comunicazioni Srl, Patrizia Corridori, il
Consigliere Regionale del Pd l’On.
Giuseppe Parroncini e la stampa locale.
“In molti temono che Piazza Marcantoni
possa togliere vivacità al centro storico;
colgo l’occasione per rassicurarli sul fatto
che non sarà così.- ha dichiarato, durante
il taglio del nastro, il sindaco - Recuperare
un’area di Civita è fondamentale per rivalorizzare l’intera città”. Anche il Vescovo,
S.E. Mons. Divo Zadi, ha voluto sottolineare la valenza sociale dell’apertura di
Piazza Marcantoni: “E’ un momento importantissimo per Civita Castellana – ha commentato il Vescovo - perché questo luogo,
pregno di memoria storica, torna a nuova
vita”. “Piazza Marcantoni non è solamente
un centro commerciale ma anche luogo di
socializzazione, in linea con i valori di cui la
Coop da sempre è emblema”, ha ricordato
Marco Lami, Presidente della Coop.
L’inaugurazione di Piazza
Marcantoni si è consumata
così, tra shopping e divertimento, con gli spettacoli de
“Il Cerchio Invisibile”, per
la regia e la direzione artistica di Sandro Nardi, che si
sono susseguiti fino a sera,
quando la pioggia ha costretto i presenti a salutare, almeno momentaneamente, la nuova “Piazza” del paese.
“All’interno di Piazza Marcantoni non ci
sarà spazio solamente per un’anima commerciale, ma anche per la cultura e gli
eventi ad essa legati.- ha dichiarato
Alessandro Angellelli, Responsabile
Marketing di KAOS Srl – Questo intento è
confermato, non solo dal fatto che all’interno di Piazza Marcantoni è stato predisposto un apposito spazio dedicato al
Museo della Ceramica, ma anche dalla
presenza di locali messi a disposizione
della cittadinanza e delle associazioni.
Piazza Marcantoni – aggiunge - non mira a
togliere vivacità e visibilità a quanto presente già sul territorio, ma ad integrarsi
armoniosamente alle realtà esistenti”.
Grazie ad un lavoro di recupero di una
delle storiche ceramiche di Civita
Castellana, come l’ex ceramica Casimiro
Marcantoni, la nostra città è diventata
esempio d’eccellenza anche a livello internazionale. A confermarlo, l’attenzione che
il Mapic di Cannes e l’UrbanPromo di
Venezia, due prestigiosi appuntamenti del
marketing urbano e territoriale, hanno
rivolto all’ambizioso progetto. Innovazione
e tradizione si fondono a Piazza
Marcantoni, dove le vecchie ciminiere e i
blocchi di tufo si affiancano alle moderne
vetrate e ai nuovi parcheggi sotterranei.
“Quello che abbiamo realizzato è uno spa-
zio sempre aperto, anche oltre l’orario dei
negozi. È un’area commerciale, ma anche
una piazza dove passeggiare e trascorrere
del tempo - ha affermato l’Ing. Pietro
Angeletti - Non a caso per quest’area
parliamo di vie e di una piazza, e non semplicemente di un centro commerciale.
Anche rispetto al centro storico, Piazza
Marcantoni non si pone, assolutamente, in
contrasto – conclude - ma semmai può
essere considerata uno stimolo per la valorizzazione dell’intera città e un incentivo al
turismo su tutto il territorio cittadino”.
“La grande partecipazione cittadina dimostra quanto il progetto fosse sentito dalla
popolazione e quanto la sua realizzazione
risponda ad un’esigenza reale della città e
dei paesi del comprensorio.- ha dichiarato
l’arch. Domenico Cocucci, responsabile
del progetto di recupero- Questa risposta
positiva della cittadinanza va oltre ogni
aspettativa e non può farci che piacere”.
Dopo un inizio molto positivo, Piazza
Marcantoni si appresta a vivere il suo
primo Natale e a stupirvi con tante sorprese.
A dicembre gli appuntamenti con Piazza
Marcantoni proseguono con:
- dal 10 al 24 dicembre, dalle ore 17
alle 19, Babbo Natale sarà a Piazza
Marcantoni per raccogliere le letterine dei
bambini e lasciarsi fotografare con loro;
- 19 dicembre, alle ore 13, pranzo di
solidarietà, il cui ricavato sarà devoluto a
favore del Centro Socio-educativo “Rosa
Merlini Frezza”;
- Venerdì 31 dicembre, alle ore 19,
Brindisi di fine anno per salutare il 2010
a Piazza Marcantoni.
Per maggiori informazioni:
www.piazzamarcantoni.it
42
Campo de’ fiori
Ancora un saluto a Don Mario Valeri
Caro don Mario, sull’ultimo numero di Campo
de’ fiori leggo un articolo che ti riguarda, a
firma di Alessandro Soli.
Gioisco e mi rammarico
al tempo stesso. Alessandro mi ha preceduto
di un soffio, era mio
intendimento, infatti,
richiedere alla Direzione
della rivista, la preventiva autorizzazione per
dedicarti un mio personale ricordo.
Tuttavia, parlando con
Sandro Anselmi, abbiamo convenuto che un ulteriore articolo a
te dedicato non potrà di certo nuocere,
quindi, eccomi pronto con carta e penna,
come si era soliti dire qualche tempo
addietro. Ti do del tu, non già perché ti
considero mio padre, bensì per il fatto che
ci diamo del tu da circa quarant’ anni.
Infatti, correva l’anno 1969 quando con
l’ing. Viale ci siamo portati a Ponzano
Romano per effettuare un preliminare
sopralluogo, lungo il tracciato di quello che
sarebbe, successivamente, diventato la
prima tratta della direttissima ferroviaria
Roma - Firenze. Ricordo perfettamente di
averti incontrato in prossimità della piazzetta di Ponzano, ti accompagnavi a un
brigadiere dei carabinieri e Viale commentò così: siamo appena giunti a Ponzano
Romano e incontriamo le autorità, il
Parroco e il Comandante la Stazione
Carabinieri, manca soltanto il Sindaco.
Da quel giorno, con quel giovane Parroco,
iniziava, per mai interrompersi, una assidua frequentazione; ti sei perfettamente
integrato nell’organico del cantiere facendone parte a pieno titolo, pranzavi molto
spesso con tutti noi; qualche volta, anche
di recente, ti ho ricordato che, appena
giungevi in prossimità delle baracche,
Viale ti chiedeva se avessi già pranzato e
spesso rispondevi: non
ancora, al che seguiva
un quasi ordine: allora
prima vada a pranzare,
dopo parleremo, rispondevi: obbedisco!
Di
quell’impegnativo
lavoro ricordo il traforo
del monte Soratte, una
galleria lunga quattro
chilometri circa, che
richiedeva l’uso costante
degli esplosivi e il
costante impegno da
parte di tutte le maestranze e dei minatori in
particolare. Nella galleria Sant’ Oreste, così si chiamava il traforo, poichè sottopassava l’omonimo abitato,
il 4 dicembre del primo anno dall’inizio dei
lavori, in occasione della festività di Santa
Barbara, ricorrenza molto sentita dai
minatori, hai celebrato la Santa Messa. Il
secondo anno, è stato S.E. il Vescovo di
Civita Castellana a celebrarla e, questo
fatto, ha indotto tutti noi a pensare che
l’anno successivo, dopo il Parroco e il
Vescovo, dovesse essere il Papa a celebrare in quella speciale occasione.
Naturalmente era soltanto un modo di
dire. Orbene, non ricordo attraverso quali
canali, ma certamente con il tuo diretto e
costante impegno, il Santo Padre Paolo VI
accettò quell’insolito e del tutto inusuale
invito; correva il 1972, quell’anno non
celebrammo la festa di Santa Barbara e i
relativi festeggiamenti furono procrastinati
di venti giorni. Infatti, la notte di Natale il
Santo Padre celebrò in quel cantiere la
Santa Messa di mezzanotte.
Quella solenne celebrazione fu preceduta
dall’incontro del Papa con i minatori, in
corrispondenza dell’avanzamento, a circa
mille metri dall’imbocco, davanti a un
Presepio realizzato dalle suore, con le pietre ricavate dagli scavi. Oltre ai molti minatori, ai tecnici, agli assistenti, alla direzio-
Buone Feste da:
ne del cantiere, rappresentata dall’ing.
Viale, c’eri anche tu, giovane Parroco di
Ponzano Romano, per l’occasione in divisa
di minatore.
In quella eccezionale occasione, ricordo
che erano presenti il Presidente del
Consorzio ing. Paolo Berti, il Direttore
Generale ing. Ulrico Bianco, di cui abbiamo
parlato molto spesso, una straordinaria
persona a cui sono molto legato; ricordi
ormai lontani, ma pur sempre ricordi indelebili. Voglio ancora ricordare come, in
quella occasione, S.E. Monsignor Vescovo
emerito Divo Zadi, che non era stato ancora consacrato Vescovo e svolgeva il suo
Ministero presso il Vaticano, la notte di
quel Natale seguiva con attenzione e interesse quello straordinario avvenimento.
Personalmente a quell’epoca non lo conoscevo, ma è come se lo avessi già incontrato, infatti, un suo e mio carissimo
amico, nostro consulente, non mancava
mai di parlare di questo giovane
Monsignore che, questa la sua previsione,
avrebbe fatto molta strada.
Arrivato a Civita Castellana, rimboccandoti
le maniche, come scrive Alessandro Soli,
sei riuscito a trasformare un semplice piccolo garage in una grande Parrocchia,
quella di San Giuseppe Operaio; il 17 ottobre del corrente anno hai raggiunto il sessantesimo anniversario di Ordinazione
Sacerdotale. Sei ancora giovane, certamente di spirito, hai ancora parecchie cose
da portare a termine. Da parte mia ti ricordo quello che scriveva Charles Augustin de
Sainte - Beuve: “ … resta giudizioso e chiaroveggente fin nelle tue debolezze, che la
stanchezza non ti prenda mai, non ritenere mai di essere arrivato; nell’età in cui gli
altri riposano o rallentano, raddoppia di
coraggio e di ardore, ricomincia come un
principiante, corri una seconda e una terza
corsa, fa che la verità stessa si avvantaggi
della perdita delle tue illusioni … “
Caro don Mario, una terza corsa ti aspetta.
Coraggio.
Riccardo Consoli
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
RAPACI di Jean Dufaux ed Enrico Marini
Edito da Lizard Edizioni – 4 volumi, conclusa
Fantastico ed esaltante. Storia vampiresca,
ma quel tema non si
percepisce come colonna portante dell’impianto narrativo, ma fa
da sottofondo per portare alla luce la psicologia dei personaggi e
questo è geniale.
di
Gli attori della storia
Daniele Vessella
sono venuti da altrove
e appartengono ad un’altra razza, una
razza “prima”, una razza di immortali.
Assetati di potere, hanno sottoposto il
mondo ai loro ordini.
Ma il loro regno finisce… scivolano nella
notte, sono legati al sangue, e il loro sterminio per sopravvivere si verifica in una
città americana.
Un fratello e una sorella vincolati da un
giuramento di sangue, spinti da un desiderio di vendetta contro questa razza di
“vampiri”, ... due rapaci dai poteri ancestrali e istinti sanguinari rimasti intatti da
secoli.
Poi ci sono altri, gli esseri umani semplici,
comuni mortali,... come il tenente di polizia Vicky Lenore che vuole perforare il
mistero del mondo fantastico di
queste persone…
I personaggi si vanno ad incastrare pian piano come i tasselli
di un grande puzzle, il tutto condito dallo stile dinamico di Marini
capace di essere sia cool che
efficace ai fini della storia. La
sceneggiatura dà ampio spazio
alla matita evocativa di Marini,
utilizzando personaggi provocanti con un pizzico di erotismo.
Il tutto è ambientato in una
metropoli che ha tutta l’aria di
essere americana, con qualche
carattere esotico. La serie punta
molto sui disegni, e il vero punto
di forza di quest’opera sono loro.
Se volete una storia vampiresca
classica, ancora questa non fa
per voi, ma se cercate avventura, mistero e suspence, allora è
uno dei titoli su cui indirizzare
l’attenzione.
* Le 1er cycle ?
Lascio l’indirizzo del mio blog:
http://danielevessella.blogspot.com/
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Campo de’ fiori
44
Nel cuore
Antonia Bellizzi
mancata il 27.11.2010
A mamma
Quel giorno è arrivato, dobbiamo chiamarlo un giorno triste, perché il distacco rende sempre tristi, ma sicuramente è anche un
giorno particolare, che fa riflettere. Tutti noi abbiamo o abbiamo
avuto una mamma e per tutti noi è stata unica, speciale.
La nostra era una mamma semplice e per questo perfetta,
auguro a tutti di avere una mamma così. Nostro padre, nonostante qualche piccolo bisticcio, l’amava di un amore di altri
tempi, con calore, a volte con sopportazione. Noi figli la criticavamo per come lei voleva essere nostra madre, con i sui pregi e
con i suoi difetti mai nascosti! Sognavamo di avere una madre
normale e che non fosse eccessivamente bella né ricca, ma pretendevamo un amore unico per me e mia sorella, così come doveva
essere unico l’amore per mio padre.
Ma lei ha voluto darci di più, ha amato quanti ha incontrato ed
è anche per questo che noi l’abbiamo amata anche di più.
Ciao mamma…
Saverio e Lucia
Per te zio Enzo che sono tre anni che ci hai lasciato
Mi manca la tua presenza, quando vorrei averti accanto! Ma tu non
ci sei. E allora io guardo in alto, il cielo, e mi accorgo che non sarò
mai sola.
I miei occhi che piangono è il solo rumore che si possa sentire, nell’immenso vuoto che mi hai lasciato quando la malattia ti ha portato
via. Mi manchi sempre di più.
Ma so che un giorno ci riabbracceremo... Quanto ti penso!
Mi manchi sempre di più. Ti voglio un mondo di bene!
Gloria
A Giovanni Gagliardi venuto a mancare il 1° Dicembre 2009
Hei nonno….
Come stai? Qui la vita è un po’ più difficile senza te,
casini su casini, ma poco importa.
Chissà cosa stai pensando, chissà da lassù cosa vedi, se sei fiero di
me! Sai ti voglio bene e se potessi esprimere un desiderio,
beh, vorrei riabbracciarti anche solo per poco…
Gabriele
Campo de’ fiori
di
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i
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Le s ax
M
45
Fiorella Mannoia
Da controfigura di Cinecittà a cantante affermata dopo una lunga gavetta
..continua dal numero 75
Nell’autunno
del
1971, conclusa l’esperienza con la
Carish, Fiorella Mannoia trova un’altra
etichetta pronta a
puntare su di lei. E’
di Sandro Anselmi
la It di Vincenzo
Micocci, che la propone con il suo nome
per esteso ed una nuova immagine: capelli corti e ricci, di color rosso carota, decisamente più sobria. Il primo quarantacinque giri è composto da due brani: Ore sei,
del cantautore Enzo Perrotti e Mi gira la
testa, di Carlo Nistri e Memmo Foresi. Il
disco, già stampato in una tiratura bassissima, non viene, inspiegabilmente, messo
in commercio e le uniche copie in circolazione sono quelle distribuite alla stampa
specializzata per la promozione.
Tra il ’72 ed il ’74, la cantante si lega per
un brevissimo tempo alla più importante
etichetta RCA, dalla quale, in effetti dipende anche la stessa It, e incide due soli
dischi. Il primo Mannoia, Foresi & Co, in
coppia con il suo compagno di vita,
mescola stili diversi, dal pop al gospel al
country all’italiana, dal quale emerge il
brano Ma quale sentimento. Il progetto si
blocca e quindi la RCA propone alla
Mannoia un disco da solista che contiene
Ninna nanna e Rose. Quest’ultimo pezzo
suscita, però, subito critiche e quasi scandalo, tanto che deve essere ritirato dal
mercato. E’ la serenata di una
donna abbandonata che si
rivolge alla neo sposa del suo
ex uomo, con frasi che toccano
ed offendono la sensibilità femminile. Il brano verrà, poi, rieditato con importanti modifiche.
Dopo un anno di assenza dalle
scene musicali, Fiorella torna
alla ribalta seguita da un’altra
importante etichetta, la Ricordi,
grazie alla quale, tra il ’76 ed il
’78, incide tre singoli: Piccolo,
con le musiche di Dario Farina
e Ruggero Cini e le parole di
Sergio Bardotti; Tu amore mio,
scritta da Memmo Foresi e
Franco Califano; ed infine
Scaldami,
del
cantautore
Maurizio Piccoli. In queste due
ultime produzioni, la cantante
cambia di nuovo il suo modo di
proporsi. Sexy e prorompente
riesce infatti a catturare maggiormente
l’attenzione. Poi ancora uno stop lungo tre
anni ed eccola di nuovo. Stavolta nel cast
del Festival di Sanremo ’81, per l’etichetta
CGD, con il brano Caffè nero bollente, il
primo vero brano col quale Fiorella riesce
a farsi conoscere ed apprezzare dal grande pubblico. Anche se, come lei stessa ha
riconosciuto, la svolta è avvenuta effettivamente nel 1984, con il pezzo Come si
cambia, dove abbandona la vena rock del
precedente e punta tutto sulle emozioni. E
proprio questo sarà il segreto di tutto il
i
Augur
suo successo negli anni a venire. Quello
che le donne non dicono, composta da
Enrico Ruggeri può essere un po’ considerato l’emblema di questa sua scelta.
Seguono Le notti di Maggio, scritta da
Ivano Fossati e gli album Canzoni per parlare dell’ ’88 e Di terra e di vento dell’ ’89,
tanto per citarne alcuni.
Dal quel momento in poi, infatti, la carriera artistica della Mannoia non ha più conosciuto black out, tanto da essere considerata oggi la portavoce femminile della
migliore “canzone d’autore” italiana.
Campo de’ fiori
46
Un auto tutta nuova per l
Acquistata con la generosit dei cittadini,
Ł stata ufficialmente consegnata il 13 Novembre
Anche se i giorni sembrano tutti uguali
nello scorrere monotono del tempo, tuttavia nell’esperienza di ognuno di noi alcuni
di essi costituiscono date particolari, cariche di significato e di valore.
Tale è stato Sabato 13 Novembre per l’associazione ATAMO, per i suoi operatori e
per i suoi iscritti.
Infatti nel primo pomeriggio, in Piazza del
Comune, che rappresenta il cuore, il simbolo della nostra città, alla presenza del
Sindaco, Avv. Gianluca Angelelli, del
Vescovo Diocesano S. E. Mons. Romano
Rossi, del Comandante del Corpo d’Armata
Generale Canu e di altre autorità civili e
religiose, nel corso di una semplice ma
suggestiva cerimonia, è stata presentata
alla cittadinanza la nuova autovettura Opel
Combo.
La difficile situazione in cui si trova il presidio ospedaliero di Civita Castellana per la
drastica riduzione dei reparti, con i conseguenti immancabili disagi per gli ammalati
e per le loro famiglie, non ha scoraggiato
l’associazione ATAMO, che intende riaffermare gli impegni morali assunti per assistere chi soffre, e si propone anzi di incrementare la sua attività a beneficio delle
comunità del Basso Viterbese.
Grazie alla collaborazione di altre associazioni, alla generosità di imprenditori ed
operatori, alla solidarietà disinteressata dei
singoli cittadini, è stato possibile, con il
ricavato della lotteria organizzata dalla
Società Sportiva “I due Laghi”, acquistare
la nuova autovettura, che affiancherà la
vecchia Agila per trasportare i malati onco-
logici del nostro territorio alle sedute di
chemioterapia, presso l’ospedale di Civita
Castellana, e di radioterapia, presso l’ospedale Belcolle di Viterbo.
La manifestazione ha costituito un’occasione utile per avvicinare le istituzioni alla
gente, per mantenere un contatto umano
diretto, per rinforzare i rapporti di amicizia
e di solidarietà, per trasmettere un messaggio di speranza.
L’ATAMO coglie l’occasione offerta dal giornale “Campo de’ fiori” per inviare a tutte le
da
i
r
u
Aug
INDOVINA
IL PERSONAGGIO
MISTERIOSO...
I primi tre che chiameranno in redazione al
numero 0761.513117,
comunicandone il nome esatto riceveranno un buono di
5 € per la Lavanderia Ilde
famiglie l’augurio di un Natale sereno e di
un Nuovo Anno di pace.
Campo de’ fiori
47
Oroscopo di Dicembre
Ariete L’ultimo mese dell’anno inizia con una grande
disponibilità ad incominciare nuovi percorsi. Vi sentirete pronti per costruire un
progetto che da tempo
desiderate realizzare. Le relazioni sono al
centro dell’attenzione. Nel lavoro sentirete
l’esigenza di agire in modo spontaneo ed in
collaborazione con gli altri. Periodo di bilanci e forti aspirazioni.
Toro Quello che avete
seminato durante l’autunno
inizierà a dare frutti.
Sappiate organizzare le
risorse in modo preciso. Ci
sono aspetti legati alle finanze ed ai rapporti che vanno chiariti. Riprendete in mano le
redini della vostra vita e sviluppate quello
che realmente vi appassiona. La chiarezza
sulla meta da raggiungere vi darà l’energia
giusta.
Gemelli Ogni cosa sembra
ancora confusa e lontana
dalle vostre aspettative, le
Stelle vi chiedono di uscire
da una spirale di timore,
lotta o staticità. Ricordatevi
della vostra creatività ed abbiate fiducia nell’intuizione. Abbandonate tutto ciò in cui vi
sentite limitati ed osate fare un passo verso
i vostri sogni, anche quelli d’amore.
Cancro Dicembre è un
mese di esperienze che portano stabilità. Negli ultimi
tempi avete messo in
discussione molte certezze
ed avete cambiato punto di
vista. Vi state muovendo in punta di piedi
ma con un consapevolezza profonda.
Guardate con fiducia alla realtà senza le
ombre del passato, solo così potrete vivere
un buon inizio d’anno.
Leone Finalmente un po’ di
serenità. Durante il 2010
avete compreso molte cose
osservando le persone e gli
eventi. Il protagonismo e
l’assunzione delle responsabilità sono passate in secondo piano, permettendo alla gratitudine di emergere.
L’umiltà con la quale guardate alla vita è il
dono dell’anno ed un punto di forza dal
quale ripartire.
Vergine Dicembre chiude
un anno iniziato con un’energia fragile che man
mano è diventata vitalità,
fiducia e voglia di vivere.
Dopo un lungo periodo di disorientamento,
sentite la necessità di tracciare dei punti di
riferimento. Non escludete prima di aver
sperimentato. La comprensione nasce dall’esperienza, unitela alla comunicazione e
fate fiorire la vostra creatività.
Bilancia Durante il 2010 ti sei abituato alla
severità di Saturno ed all’inquietudine
profonda
di
Plutone. Essi stanno cambiando il rapporto con voi
stessi facendovi affrontare le
paure più grandi. Ricordatevi
che le Stelle portano sempre all’armonia.
Ultimamente avete assunto la posizione
della difesa. Non è necessario lottare, o
vedere nemici ovunque.
Scorpione Venere nel vostro Segno vi offre
la facilità nel manifestare i
sentimenti. E’ un tempo
adatto a produrre idee,
opere, definire accordi professionali o economici. Gli
Astri scioglieranno la timidezza donandovi una grande lucidità mentale. Questo anno vi ha insegnato a dar
forma alle esigenze di spirito.
Sagittario Tante sono le
possibilità di sviluppo che
avete a disposizione. Giove
ed Urano in una posizione
dinamica vi metteranno di
fronte alla prova finale, spingendovi verso
decisioni importanti che diventeranno stabili più avanti. Sarà un mese dove sceglierete
con naturalezza, fra molti progetti, quelli
che vorrete realizzare
Capricorno Il 2010 è stato
un anno di transizione.
Conoscete ciò che avete
lasciato ed un poco temete
quello che troverete. In
realtà: collaborazioni, amicizie ed il rapporto con i figli sono in cambiamento e necessitano di un dialogo nuovo, meno accademico e più spontaneo. Non dimenticate la
dolcezza e concedetela prima di tutto a voi
stessi.
In
questo
Acquario
momento avete bisogno di
avere intorno a voi persone
che sappiano farvi vedere
la realtà da vari punti di
vista meno rigidi e più
assertivi. Concludete ciò che avete in sospeso e permettete alle situazioni di prendere
forma. Il 2011 vi vedrà ripartire con forza e
saggezza. Non trascurate, però, chi vi ama
e vi è accanto
Pesci Continuate ad agire
con fiducia. Giove ed Urano
vi permettono sia di allontanarvi da quello che non vi
soddisfa, sia di raggiungere
con successo un obiettivo. Il 2010 è stato
un banco di prova. Avete toccato con mano
la determinazione che possedete. Non credete che sia solo un caso ad avervi portato
dove siete. Vi si apre un anno ricco di sorprese.
Campo de’ fiori
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AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Una piccola offerta
per lo splendido
Calendario 2011,
realizzato da noi
per e con i ragazzi
del centro socioeducativo “Rosa
Merlini Frezza” di
Civita Castellana.
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO
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della Liberazione n. 2 - Civita Castellana
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“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è Campo de’ fiori - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita
Castellana (VT)
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Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0761 . 513117
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Da F
Prosegue l’elenco dei
soprannomi fabrichesi,
lavoro certosino, come già detto, di un
nostro affezionatissimo lettore. Continuiamo
dalla lettera G.
G
Ginì
Grissino
Gruppetto
Gallò
I
Insalataro
Iona
L
Lettrica
Luno
Lisciolino
M
Minestraleggera
Magrò
Micio
Micia
Micetta
Manza
Mucio
Melò
Metifame
Mezzosighero
Mecaiò
Melloroso
Mbechedembechedè
Micichì
Musichiere
Morticello
continua...
Saggezza popolare
by
- Se vuoi che l’amicizia si mantenga,
che una mano vada e che l’altra venga.
- L’Epifania tutte le feste si porta via.
Gli rispose Sant’Antonio “Piano piano,
che c’è la mia!”.
- Se la cosa vuoi che non si sappia,
non si dica e non si faccia.
- Se piove per Santa Bibbiana (2 Dicembre),
dura quaranta giorni e una settimana.
- Se l’invidia fosse febbre,
tutto il mondo ce l’avrebbe.
- Voglia de lavorà sarteme addosso,
lavora tu padrò che io non posso.
Campo de’ fiori
50
La Redazione di Campo de’ fiori si associa agli auguri
Bravissime a Guenda
Baldassi e Maria Stella
Silvestri per aver vinto il
Primo Premio della Gara di
Dolci alla Nocciola svoltasi
a Ronciglione il 7/11/2010
per pasticceri non professionisti. Tanti complimenti
dai genitori, le sorelle, i
fidanzati, i parenti e gli
amici. Continuate ad
“addolcirci” con le vostre delizie.
Congratulazioni Dottore!!!
Complimenti per aver
raggiunto questo importante traguardo!! Un
augurio speciale da
mamma,papà,Elisa e tutti
i parenti!! Ti vogliamo
bene!!
Tantissimi Auguri al Nostro
Super Nonno ANTONIO
PISTOLA, che il 22 novembre 2010 ha compiuto ben
81 anni! Gliene auguriamo
altrettanti vivissimi come il
suo spirito! Grazie per il
tuo affetto Nonno! Dai tuoi
nipotini affezionatissimi
MAILA E ARES PISTOLA!
Tanti auguri ad
Evaristo Caon,
classe 1939,
popolare personaggio di Civita
Castellana, detto
Iaio, che il 26
Ottobre ha
festeggiato il suo
onomastico.
E’ l’unico Evaristo
della cittadina
O cicogna,
o cicognetta finalmente sei arrivata
in questa casetta
e in un gran cesto
profumato hai
adagiato un tenero
angioletto e con
tono molto soave
così gli hai sussurato: Caro piccolo..... benvenuto in questo mondo, lungo sarà il tuo cammino, mamma e papà avrai a te vicino! Il piccoletto tutto felice ha ringraziato: cara cicogna or puoi andare, il tuo compito a buon fine
hai tu portato, più bella famiglia per me non
avresti mai potuto trovare! Ora il dolce pargoletto ha voglia di pappare per poi subito
riposare, ma ai suoi cari genitori non manca
di ricordare: tante coccole e carezze mi
dovete fare altrimenti inizio subito a strillare! Piccola Chiara Benvenuta .... un mondo di
baci dagli ZII e dai Nonni....!!!!!
P.S. Sopratutto dalle tue Commaruzze...!!!!!!
Tantissimi auguri a
Francesco che il 17
novembre si è laureato, da Elisa, mamma,
papà, Luca, Maila,
Emanuele i nonni e
tutti gli amici.
Buon Natale e Buone
Feste ai nostri cari
amici ed alla nostra
parrocchia per il
continuo impegno
preso accompagnandoci ogni mattina al
C.S.E. “Rosa Merlini
Frezza”. Grazie a Maria Laura Creta, Luciana
Puntuale, Lucia Bianchini, Sandro Capotondi, Mario
Marcelli, Rita Ponti, Vittorio Patera, Angelo Alessi.
Da Nazareno Monterosso e Giuseppe Luzi.
Campo de’ fiori
51
Auguriamo
al nostro
caro angioletto Bruno,
che l’8
Dicembre
ha ricevuto
il suo primo
Sacramento,
di crescere
nell’amore, nella salute e nella serenità, protetto sempre dallo sguardo
benevolo del Signore. Mamma,
babbo e tutti i parenti
Tantissimi
auguri a Daniela
Capogrossi, il
nostro grande
amore, che l’11
Dicembre ha
compiuto gli anni.
Tu così presente, tu così
importante, tu
che sei la parte
fondamentale
della nostra vita.
Con amore Bruno e Sandro
Tanti auguri a Ginevra Prosperi che il
18 Dicembre compie 2 anni, da mamma,
papà e i nonni.
Tantissimi
auguri a
Simone
Capogrossi, che
il 24 Novembre
ha compiuto 5
anni, dai nonni,
i cuginetti e
tutti i parenti
Auguri alla nostra
Elena Sofia che il
22 dicembre compie 5 anni dal Papa’
Pasqualino e la
Mamma Silvana…
Tantissimi
auguri a
Aron
Tesfaie che
il 24 Novembre ha compiuto 6
mesi, da mamma Francesca, papà
Ciapi, i nonni, gli zii, e tutti i
parenti
Campo de’ fiori
52
Buone Feste da
Cecilia e Federico
Cari amici,
eccoci al resoconto delle nostre attività, e agli auguri a tutti voi per un nuovo
anno che sta arrivando. Anche il 2010 è stato molto impegnativo, il lavoro per accudire
al meglio i nostri amici a quattrozampe è tanto, e quello di cui abbiamo più bisogno e
che ci auguriamo per il nuovo anno è l’arrivo di nuove “braccia” per aiutarci con le
Tel. 339.1123663
tante “zampe” che sono ospitate a Corchiano presso la Dog’s House, nuove
forze a cui trasmettere l’amore e la voglia di aiutare tanti animali sfortunati ma speciali, affettuosi e bisognosi di cure e coccole.
L’altra grande speranza per il 2011 è che sempre più persone decidano di venire ad adottare un cucciolone, perché
vorremmo che la pensione, per quanto sia un luogo in cui il randagio trova riparo, nutrimento, cure, affetto, rappresenti solo un
“passaggio” verso una nuova vita in famiglia. Tutti i nostri cani sono stati vaccinati; diamo le femmine già sterilizzate,
e speriamo che con il tempo riacquistino un po’ di tranquillità e che un domani possano trovare anche loro una famiglia, come capita a moltissimi dei nostri amici pelosi. Ad ottobre abbiamo accolto anche cani tolti da situazioni di maltrattamento. In circa un anno,
abbiamo fatto adottare ben 112 cani solo del territorio di Civita Castellana, soltanto con le nostre forze, grazie al tam tam di internet e di Facebook dove siamo presenti con la nostra pagina e soprattutto grazie a tutti i nostri volontari. Rinnoviamo l’invito a venire a trovarci, a visitare i nostri ospiti che attendono magari proprio uno di voi… E’ pronto il nuovo calendario, che potrete
ordinarci su richiesta al 3391123663. Nel ricordare come sempre i nostri indirizzi e i vari modi in cui potete continuare ad aiutarci, e ringraziandovi per l’appoggio e l’affetto che da tanto tempo ci dimostrate, vogliamo inviarvi i nostri più sentiti auguri per
un anno pieno di belle cose e, perché no, di nuovi amici scodinzolanti accanto a voi!
Il Consiglio Direttivo
Se volete potete inviarci la Vostra e-mail in modo che sia possibile raggiungerVi non solo una volta l’anno con una lettera come
questa. Scrivete a [email protected] , le quote associative per l’anno 2011 sono le seguenti: socio junior
10
€/anno; socio sostenitore 20 €/anno; socio promotore € 60,00/anno.
Progetto “Adotta un peloso“: potete adottare un cane a distanza con un contributo di 30 € mensili. c/c bancario intestato a
Incrociamolezampe-onlus (ricordatevi di indicare nella causale “Rinnovo Tessera” oppure “Offerta”). IBAN: IT 43 S 02008
73032 000101140618 UNICREDIT S.p.A. Agenzia Civitacastellana BUOZ. (30426) - www.incrociamolezampe.org
E grazie di cuore a Campo de’ Fiori per ospitarci così affettuosamente ogni mese!!!!
AUGURI
PER NATALE NON COMPRARE UN CUCCIOLO... SALVA UN RANDA BAMBY...bambino...circa un
anno...ritrovato in stato confusionale....il
suo equilibrio psicologico, inizialmente
preoccupante, è nettamente migliorato,
ora finalmente gioca, e si gode la passeggiata, .... ....HO BISOGNO DI AIUTO
PER TROVARE CASA A QUESTA CREATURINA....MA DEVO TROVARLA NEL
VITERBESE...datemi anzi dategli una zampa amica per
piacere.....per Natale...per sempre! STEFANIA 3391983138
KIRA E’ NATA CIRCA 7 MESI FA’ DA
MAMMA PASTORE TEDESCO
PURA,ABBANDONATA NELLE CAMPAGNE VITERBESI. E’ BELLISSIMA, SIMIL
PASTORE BELGA. E’ VACCINATA,STERLIZZATA...MA SI TROVA A DOVER
DIVIDERE UN TRISTE BOX INSIEME
ALLA SUA MAMMA. NON PUO’ E NN
DEVE CRESCERE IN UN BOX..... NN HA
COMMESSO NESSUN REATO è ‘ UNA
TG MEDIO/GRANDE. VERRA’ AFFIDATA
SOLO SE DISPONIBILI A CONTROLLI
PRE AFFIDO E SE DISPOSTI A MANTENERE CONTATTI
NEL TEMPO CON NOI VOLONTARIE. KIRA SI TROVA IN
PROVINCIA DI VITERBO,MA PER UNA BUONA ADOZIONE LA PORTIAMO OVUNQUE.
Tel. 339/1123663
GIGI E’ UNO DEI CANI PIU’ BELLI E
BUONI CHE ESISTA.... NON HA
NEANCHE UN ANNO,
DOLCEZZA DISARMANTE, VA DACCORDO CON TUTTI, MASCHI E FEMMINE... ADORA LE COCCOLE..... MA
SOFFRE TERRIBILMENTE LA
RECLUSIONE.... PIANGE COME UN
BIMBO... E’ STATO ABBANDONATO
ANCORA CUCCIOLO, E’ STATO PRESO A FORCONATE, SCACCIATO
DA TUTTI....GIGI E’ UNA TAGLIA GRANDE.. VERRA’ AFFIDATO DOPO CONTROLLI PRE AFFIDO E FIRMA MODULO
ADOZIONE... ANCHE PER NATALE...
GRAZIE PER LUI!!! Tel. 3391123663
Civita Castellana (VT)- Lazio.
NELLO è con noi -già da
tempo-alla ricerca di una
famiglia. E’ il classico canetto
da campagna come ne conosciamo tanti nel viterbese.
E’ ovviamente un cane trovato
senza collare e senza microchip.
Avrà si e no 5 anni, buonissimo anche con gli altri cani,
sopporta bene i gatti, va a guinzaglio ed è in perfetta
salute. TAGLIA PICCOLA...Facciamo che sia Natale anche
per lui.... Tel. 3391123663
Campo de’ fiori
Roma com’era
Roma - Largo Chigi, 6 Gennaio 1959.
Tradizionale offerta della Befana al corpo dei Vigili Urbani della città.
Visita il nostro sito
www.campodefiori.biz
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Campo de’ fiori
Album d
Civita Castellana .
fine anni '50.
Scolaresca al circo
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Civita Castellana -Campionato C.S. I., anno 1962/’63. Squadra di calcio “I giovani della San Gratiliano”. In piedi da sx: Renzo Andreucci,
Gianni Corazza, Massimo Agostinelli, Fabrizio Caponi, Sergio Fabbri, Renzo Cavalieri, Antonio Marcantoni. In basso da sx: Sandro Santori,
Fabrizio Flori, Amedeo Spitoni, Francesco Scopetti. Foto di Don Silvano Francola
Campo de’ fiori
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dei ricordi
Civita Castellana.
Squadra di Rugby.
Anni 1960/ ‘64.
In piedi da sx:
Sergio Conti,
Gianni Calisti,
Luciano Paolelli.
In basso da sx:
Fernando Nobili,
... Grassi,
Giuseppe Profili,
Guido Milazzo.
Campo de’ fiori
Civita Castellana.
Anni ‘50.
Matrimonio al Duomo.
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
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Album de
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. 1967/68. In pidi da sx: Catarin, Sandro Grandi, Marcello Mastrantoni, Mariano Ghirighini, Fabrizio Ciaffardini,
Sandro Capotondi, Biagio Mastrangeli, Luciano Anselmi, Giuseppe Ghirighini.
In basso da sx: Eraldo Cesari, Giuseppe Braccini, Pietro Sciosi, Remo Ferrelli, ... Tomaselli. Foto concessa da AD Fabrica Calcio 2010
Fabrica di Roma.
Ristorante “Cinque Stelle”.
30 Ottobre 1963.
Da sx:
Fernanda Alberighi,
Raniero Pedica,
Anna D’Antonangelo e Alberto Alberighi
Temistocle Pedica,
Doriano Pedica.
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ei ricordi
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1988 - Ristorante “L’etrusco” di Civita Castellana. Cena di ex allievi e professori dell’ex scuola statale di avviamento industriale di Fabrica di
Roma. Sono ritratti dall’alto in basso e da sinistra a destra: ex allievo Arnaldo Ricci, ex allievo Mario Marignoli, ex prof. di religione Don
Silvano Francola, ex preside prof. Giuseppe Foti, ex prof. di religione Don Mario Mastrocola, ex prof. di educazione fisica Vinicio Testa,
ex allievo Massimo Bruzziches, ex prof. di es. pratiche Vittorio Patera, ex prof. di italiano Paolo Monfeli, ex prof. di ed. fisica
GiuseppeGhirighini , ex allievo Piero D’antonangelo. Foto del Sig. Arnaldo Ricci
Campo de’ fiori
Fine anni ‘70.
Viterbo.
Premiazione
“Coppa dei
Campioni”.
In piedi da sx:
Lino Rossi,
Mario Massaccesi,
Francesco Cassandra,
Adriano De Angelis,
Gianni Sciosi,
Roberto Ciappici,
Mario Bernacchi.
In basso al centro:
Claudio Ricci.
Foto concessa da AD
Fabrica Calcio 2010
Campo de’ fiori
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Album d
Campo de’ fiori
Corchiano.
Anni ‘60.
Da sx: Ivana Marconi,
Giovanna Ridolfi,
Enrica Giustini,
Maria Nardone,
Annamaria Benedetti
e la piccola Marina Fioretti.
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Corchiano. Anno 1970. Classe Prima Media. 1. Gianni Agostini, 2. Maurizio Orlandi, 3. Graziella Pettarelli, 4. Anna Maria..., 5. Prof. Lazzari,
6. Settimio Ortenzi, 7. Prof. Paolo Monfeli, 8. Prof.ssa Imbriani, 9. Morena Mechelli, 10. Lorella Caffari, 11. Onelio Piccioni, 12. Maria teresa
Lilli, 13. Antonella Todini
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San Polo Sabino - Banda musicale. Primi del ‘900.
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1. Antonio Trastulli, 2. Alfredo Censi, 3. Massimo Menichini, 4. Francesco Salvati, 5. Luigi Grilli, 6. Antonio Menichini, 7. Luigi Stefanini, 8. Sileno Marri, 9. Filippo
Zampaletta, 10. Barnaba Salvati, 11. Giuiseppe Lorenzoni, 12. Angelo Lini, 13. Felice Feliciangeli, 14. Candido Stefanini, 15. Richetto Rosati, 16.Amedeo Menichini,
17. Inigo Piacentini, 18. Ulisse Moriconi, 19. Aldo Trastulli, 20. Oreste Moriconi, 21. Gustavo Mattei, 22. Eligio Mattei, 23. Antonio Zaccheo, 24. Cleto Stefanini.
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dei ricordi
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