Bollettino Dicembre 2013

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Bollettino Dicembre 2013
Anno I - N° 12
Kislev - Tevet 5774
Dicembre 2013
IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA EBRAICA !
E’ arrivata Chanukkà !!
Le fiammelle della Chanukkjà che, a cominciare dalla sera del 25 Kislev
(27 Novembre), per otto giorni illuminano la nostra casa, alimentano e
ricordano la nostra fede secolare.
Ci ricordano eventi importanti avvenuti nel II secolo prima dell’era volgare:
nel 198 Antioco III (dinastia dei Seleucidi) toglie la Samaria e la Giudea al
dominio egiziano di Tolomeo V. Il popolo ebraico divenne suo vassallo ma, per
molti anni, mantenne la propria autonomia e fu libero di professare la propria
fede.
Durante il regno del suo successore Antioco IV, la situazione cominciò a
cambiare con pesanti interventi per forzare gli ebrei ad abbandonare i capisaldi
fondamentali della propria fede ed adeguarsi alla imperante cultura greca, al
suo Olimpo politeistico ed alle loro pratiche pagane.
Erano contrapposte due concezioni antitetiche del mondo:
quella greca che, con filosofia, scienza evoluta, arte eccelsa ed esasperato
individualismo, intendeva spiegare tutte le meraviglie del creato.
quella ebraica che, nel riconoscimento del D’o unico creatore del mondo, era
tesa a seguirne ed interpretarne il divino insegnamento per raggiungere
conoscenza e santità.
Lo splendore del mondo greco, con la sua multiforme cultura, suscitava a
Gerusalemme, città aperta ad importanti contatti con il mondo esterno,
interesse e simpatie; gli oppressori pensavano che sarebbe stato più facile
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perseguire il loro scopo, di far sparire l’ebraismo, offrendo protezione ed onori
ai personaggi più in vista.
Fu infatti la parte più umile del paese, con il suo rifiuto a rinunciare alle
mitzvoth, che impedì la scomparsa dell’ebraismo e del monoteismo :
fu il giusto El’azr che rifiutò di fornire esempio di culto ellenistico a costo della
vita, fu Anna ed i suoi sette figli che si fecero trucidare pur di non prestare
culto agli idoli greci, fu Miriàm figlia di Bilgà a spronare i sapienti d’Israele con
le sue parole contro i soldati di Antioco entrati a profanare il Tempio nel 167
era volgare, fu il villaggio di Modiim con Mattatiàh, Cohen Asmoneo, ed i suoi
cinque figli a ribellarsi ed a combattere contro l’esercito di Antioco.
I Maccabei con i Chassidim, in pochi contro molti, guidati da Giuda il Maccabeo
(il martello), sconfissero definitivamente, con l’aiuto del Signore, l’esercito dei
seleucidi guidati da Lisia nel 165 dell’era volgare.
Entrati nel Tempio, distrussero tutti gli idoli e gli altari eretti dai soldati,
costruirono un nuovo altare per i
sacrifici quotidiani dal quale uscì,
miracolosamente, una fiamma
che riaccese il “fuoco sacro”.
Dopo lunghe ricerche fu trovata
una piccola ampolla di olio puro
per accendere il “ner tamid”.
Questa era sufficiente per un
solo giorno, ma mantenne
acceso il lume per otto giorni
finchè, cioè, non fu pronto l’olio
nuovo.
La tradizione, secondo Hillel,
vuole che ogni sera si accenda
una candela in più del giorno precedente per otto sere, in ricordo di questi
prodigiosi avvenimenti che salvarono il nostro popolo dall’assimilazione totale.
Quando ci accingiamo ad accendere la Chanukkjà, la mano passa da una
fiammella all’altra, da sinistra a destra, la luce si fa più intensa e ci illumina gli
occhi ed il cuore. Ci ricorda che solo l’opera concorde di tutti noi, uniti in un
comune interesse, conduce alla salvaguardia dei nostri ideali e della nostra
tradizione.
Hag Sameah a tutti dalla
redazione del Bollettino !!
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- ATTIVITA’ della COMUNITA’ • Il Consiglio
Dopo tre settimane dalla precedente, Lunedì 18
Novembre si è tenuta una nuova Riunione di
Consiglio(assente per impegni personali il
Consigliere Silvia Bedarida).
Gli argomenti all’OdG erano di notevole peso:
1. Esame approvazione Bilancio preventivo 2014.
2. Convocazione Assemblea Iscritti per Bilancio.
3. Definizione “Attività Sociali”.
4. Giornata della Memoria 2014.
5 Varie ed eventuali.
Riportiamo i punti salienti della discussione e delle decisioni adottate
ricordando che, per chi fosse interessato, i Verbali completi sono disponibili
,previa richiesta, dal Segretario:
1. Il Presidente illustra il Bilancio Preventivo 2014, ancora redatto secondo il
modello pubblicistico (il passaggio al modello “privatistico” avverrà dal
Gennaio 2014), che si basa sul preventivo 2013 e tiene conto delle
peculiarità dell’anno di riferimento. Dall’esame accurato dei dati risulta una
riduzione delle Entrate Ordinarie, sia relative alle rendite immobiliari
(aumento di fondi non locati) sia alle Tasse di Culto.
Si nota un consistente aumento delle Entrate Straordinarie, derivanti dai
titoli in scadenza nel 2014 dell’eredità Bassano, che pur rappresentando
una generosa “boccata di ossigeno”, non vanno a modificare il declino
tendenziale delle entrate ordinarie della Comunità.
Questo aspetto è particolarmente negativo sia per il continuo aumento delle
Uscite per Imposte e Tasse sia perché per ripianare gli sbilanci si dovrà
usare il capitale.
Sul fronte delle Uscite notiamo, infatti, un aumento dell’IMU sulle seconde
case (che rappresentano il patrimonio della Comunità) e un modesto
aumento relativo agli Stipendi dei dipendenti per la normale dinamica della
voce e per la sistemazione di alcune situazioni.
Le uscite ordinarie, relative a servizi – cancelleria - acquisti vari, erano già
state razionalizzate negli anni precedenti così come le voci relative alle
attività didattiche e sociali; difficilmente potranno essere ulteriormente
tagliate come richiesto dal Consigliere Polacco che esprime, anche, dubbi
circa l’accoglimento dell’utilizzo dei “residui attivi e passivi” da parte
dell’Assemblea degli Iscritti.
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Il Consigliere Giachetti giudica il Bilancio sufficientemente esplicativo della
situazione comunitaria attuale e si dice d’accordo con il Consigliere Servi a
presentarlo in Assemblea con il reale disavanzo.
Il Presidente legge la Relazione allegata al bilancio, documento integrante il
Bilancio, che deve essere inviato a UCEI e Revisore unitamente allo stesso.
Mette, quindi, in votazione il Bilancio Preventivo 2014 che viene approvato
all’unanimità insieme alla proposta del Consigliere Polacco per una
revisione critica della spesa da parte di ogni consigliere per quanto di sua
competenza.
2. L’Assemblea Plenaria degli Iscritti per l’illustrazione del Bilancio Consuntivo
2012 e Preventivo 2014 viene convocata, all’unanimità, per Domenica 12
Gennaio 2014 alle ore 10.30.
3. Il Consigliere Levi fa presente la necessità di procedere a sostituire nella
Commissione Sociale il Dr. David Bedarida,z.l. recentemente scomparso.
Propone di identificare tra gli iscritti una persona con competenze adeguate
alla mansione tra le quali scegliere il sostituto nella prossima riunione di
Consiglio. Propone inoltre di riconsiderare tutte le posizioni dei titolari di
pensione Claim’s Conference che ricevono anche il sussidio comunitario.
Relativamente alle attività per gli anziani si conviene di effettuare 5/6
pranzi con un contributo minimo di 5 Euro/cad. purché le spese di
preparazione vengano ridotte grazie all’ausilio di personale volontario.
La proposta viene approvata all’unanimità.
4. Il Consigliere Servi ritiene qualificante per la GdM 2014
cercare di realizzare una programmazione concordata
degli eventi, indetti da Associazioni ed Enti cittadini, sia
per dare maggior rilievo alla Giornata sia per evitare le
sovrapposizioni. A tale scopo ha avuto incontri con:
- Ass. Culture del Comune, che ha programmato
l’apposizione, all’esterno del Municipio, di una Lapide in
memoria vittime dei Campi Concentramento, intestazione
di una strada a Primo Levi, la pubblicazione di volumi tra
cui la biografia di Giuseppe Modigliani.
- Pres. Giunta Provincia, che ha dato disponibilità per la
Cerimonia al Cimitero Ebraico, per la Sala Gherardesca,
per gli ensemble del Mascagni e per redigere la lettera
istituzionale per realizzare incontri nelle scuole.
- Comunità di S. Egidio, presentazione libro “Il Volo di Sara” agli insegnanti
elementari il 10 Gennaio, sensibilizzazione degli studenti medie inferiori con
la ns Comunità (8-14 Gennaio) ed effettuerà Marcia della Memoria (14-20
Gennaio) con installazione “Pietra d’Inciampo” (Via del Giglio).
- Centro Donna, che ha richiesto di poter inserire il nostro “Coro Ventura”
nel loro programma dedicato alla Giornata della Memoria.
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- Istoreco, verrano presi contatti per concordare possibili incontri con le
scuole dedicati alla Memoria ed alla attualità dei problemi di Razzismo e
Negazionismo.
Come Comunità Ebraica stiamo impostando due incontri dedicati alla
Memoria ed a Razzismo e Negazionismo in Europa.
Queste due conferenze dovrebbero essere tenute a livello cittadino, il 19
Gennaio ed il 2 Febbraio nella Sala degli Specchi di Villa Minbelli, in
collaborazione con il DEC, per fornire la nostra visione sulla Shoà e sul
futuro prossimo del “dopo la testimonianza”. E’ stato richiesto, ed ottenuto,
di essere inseriti nella lista degli Enti ed Associazioni che, il 5 Dicembre
,verranno convocati dall’Assessorato alle Culture del Comune per la
programmazione e la pubblicizzazione degli eventi.
5. Il Presidente relaziona relativamente all’incontro che, insieme alla Comunità
di S. Egidio, ha avuto a Cecina con la Signora Matilde Beniacar
(sopravvissuta ad Auschwitz) e sua figlia per concordarne il trasferimento a
Livorno in una abitazione della Comunità con l’assistenza offerta da S.
Egidio.
La signora Matilde si è detta felice per questa soluzione ma la figlia,
abitando a Caletta, pensa di avere qualche difficoltà a visitarla; si è presa
pertanto un po’ di tempo per decidere.
Il Consiglio conferma di tenere a disposizione della signora l’appartamento
di Via Ognissanti, in attesa delle decisioni della famiglia.
Non essendoci altro da deliberare il Consiglio si scioglia alle ore. 0.20
•
Attività dei giovani
L’attività di insegnamento del Talmud Torà prosegue
regolarmente,ma ogni tanto bisogna pure staccare !
Ed allora il 24 Novembre si va, in anticipo,
anticipo a Firenze
per festeggiare l’arrivo di Chanukkà.
La delegazione era composta da 13 ragazzi : Inon,
Meir, Shaul, Shury, Rehana, Giacomo,
Sara, Matilde, Samuele, David, Yishay,
Lavinia e Benedetta e da 8 adulti:Yael
Rachel, Eva, Elisheva, Miriam, Rosella,
Mario ed anche Massimo, il nostro
5
entusiasta collaboratore, che voleva vedere l’interno del Tempio di Firenze, forse
per fare …un paragone con la nostra Sinagoga. Infatti, appena tornato a
Livorno, ha appeso i pannelli delle nostre
Sinagoghe, vecchia e nuova, sulle pareti
delle scale che portano alla Sala Lampronti.
L’accoglienza a Firenze è stata calorosa,
dopo i saluti della Presidentessa, Signora
Cividalli, e di Rav Levi, i ragazzi hanno
pranzato con altri 30 amici delle Comunità
di Firenze, Siena, Bologna e Roma; dopo il
pranzo, attività ludiche con gli animatori
UGN. Sembra che i nostri ragazzi si siano molto divertiti, almeno guardando le
foto inviateci da Hilla.
Chanukkà cade il 25 Kislèv, quest’anno la sera del 27 Novembre.
Come consuetudine dopo l’accensione della prima
candela, la recitazione della terza benedizione
(..che ci hai fatto giungere fino a questo giorno)
e cantando ”haneròth allalù anahnù madlikim…”
avete festeggiato la Festa arrivata!
Per la Festa
Festa delle Luci era stato invitato a fare
uno spettacolo...il mago delle luci, che si è
esibito nel piazzale antistante la palazzina alla
presenza di un folto pubblico (si dice così!) di
25 ragazzi e molti adulti.
Molto apprezzati i dolci di
Yael e Maruska, le musiche
del Dr Juram, perfetta l’organizzazione di Hilla e Dina.
BUON DIVERTI MENTO ed Hag Sameah !!
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• Informazioni ed Eventi
Una breve carrellata sugli eventi di Novembre per chi
non vi avesse partecipato :
4 Novembre - Giornata dell’Unità d’Italia – Alla cerimonia in ricordo delle
vittime partigiane e dei caduti, presenti Autorità Civili e Militari, hanno
partecipato Silvia Ottolenghi e Guido Servi in rappresentanza della Comunità
Ebraica. La nostra corona è stata apposta alla Lapide del partigiano.
Nell’occasione è stato contattato l’Assessore alle Culture del Comune per le
manifestazioni della GdM.
17 Novembre – 1° Incontro Dec e Visita Comunità di Siena – Sono stati nostri
graditi ospiti 26 senesi che hanno visitato, con la Guida della coop. Amaranta,
il Museo Ebraico e la Sinagoga. Pranzo sociale, insieme agli intervenuti
livornesi, in Sala Lampronti. Dopo la preghiera di Minchà si è svolto il
programmato incontro: Milà ieri ed oggi.
Gli interventi degli oratori sono stati particolarmente interessanti ed hanno
stimolato domande e discussione dei presenti.
Al termine è stato proiettato il film “Partly private” …indagine di una futura
mamma sulla circoncisione.
27 Novembre – Incontro in Provincia “Le Leggi Razziali e la Costituzione
italiana”, organizzato da ANPPIA e da Genny De Pas per la Comunità Ebraica,
in occasione del settantacinquesimo anno dalla loro promulgazione.
Partecipazione apprezzabile di pubblico, con tanti giovani, ed interventi di alto
livello degli oratori Prof. Ciuffoletti, Ordinario di Storia Contemporanea-Univ.
Firenze, e Prof. De Siervo, ex Presidente Corte Costituzionale.
I saluti della Comunità sono stati portati dal vice presidente Guido Servi.
Vogliamo anche partecipare gli eventi lieti del mese:
David e Loretta Novelli sono diventati nonni
Guido e Carla Guastalla sono ridiventati
nonni
ri
Alla cara Miranda Schinasi, dopo l’importante intervento
chirurgico, i nostri migliori auguri: Refuà Shelemà!
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Ecco gli eventi del mese di Dicembre:
• 1° Dicembre: Ad un anno dalla scomparsa del suo Presidente, Piero
Cassuto z.l., il Benè Berith ha organizzato un incontro, presso la Sala degli
Specchi di Villa Minbelli dedicato a “Medicina Rigenerativa: traguardi ed
implicazioni etiche”. Tra gli oratori ricordiamo il Prof. Daniel Cassuto ed il
Prof. Spinelli.
• 4 Dicembre: Riprendono, presso la Comunità, le attività dedicate agli
anziani : si festeggerà insieme Chanukkà con un pranzo sociale.
Sara presente anche una gradita ospite la signora Rosa Distaso autrice di
una ricerca su “Livorno ed i suoi sobborghi: storia di Borgo dei Cappuccini
tra il Quattrocento e l’Ottocento”.
• 9 – 17 Dicembre: due giornate di incontri Adei. Hilla ci racconterà il suo
Israele e poi, a casa di Silvia Ottolenghi, per una proiezione di un film.
• 20 Dicembre: Si sta entrando nel periodo della Memoria.
Il Comune di Rosignano Marittimo, cui il “Gabbro” fa riferimento, organizzerà
una manifestazione per ricordare il rastrellamento perpetrato dai nazifascisti
il 20 Dicembre 1943. Furono catturati, ed inviati ai Campi, 17 ebrei livornesi
nati a Salonicco, Smirne e Livorno:
Adato Amata - Baruch Franca – Baruch Giosuè – Baruch Isacco – Baruch
Mosè – Baruch Salvatore – Baruch Violetta – Bayona Carlo – Bayona Dora –
Bayona Isacco (unico salvato) – Bayona Lucia – Jacob Diamante – Mano
Gioia Perla – Modiano Flora – Modiano Isacco – Modiano Laura - Nahoum
Camelia.
Il giorno successivo, verrà inaugurata la Lapide del “1° Luogo della
Memoria”, cui ne seguiranno altre in altre località.
Raccomandiamo di partecipare numerosi a questo evento, e
suggeriamo di contattare la Comunità, che farà in modo di organizzare il
trasporto con macchine private.
• 5-10-12-17-19 Dicembre: visite programmate di scolaresche alla nostra
Sinagoga. Insegnanti e ragazzi saranno accompagnati dalla signora Vigoni,
Cooperativa Amaranta, che da anni cura con competenza le visite ai Luoghi
Ebraici.
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Lettera alla Redazione
Ascoltare come si decida, cosa significhi e che cosa cambi quando si fa l’aliyà,
è, sempre, motivo di riflessione sulla nostra vita di ebrei della diaspora.
Questa testimonianza è ancora più stimolante perché ci è arrivata in un
periodo di grande crisi morale, sociale ed economica della società italiana.
Tanti giovani oggi non riescono a configurare il loro futuro in Italia, ed anche
l’orizzonte europeo non offre grandi stimoli ideali e ben poche opportunità.
Inoltre, Michela Di Cori, che è salita in Israele tanti anni fa, quando l’Italia
offriva a tutti delle vere opportunità, quando le motivazioni erano di natura
principalmente ideale, ci fornisce una sua riflessione, una sorta di bilancio della
scelta effettuata.
Vogliamo aggiungere solamente che, con quella scelta, è oggi mamma di tre
figli, nonna di undici nipoti ; è felice ed ancora piena di stimoli ed interessi.
Grazie per la testimonianza che giro, volentieri, ai nostri lettori:
Israele
Un punto di vista
Vivo in Israele da un’eternità per una scelta di sionismo totale, vecchio stile,
presa quando, ragazzina, ricostruivo la mia slabbrata e impolverata identità
ebraica. Da allora non ho più smesso questo mio lavoro di ricostruzione, anzi,
briciola per briciola come “Pollicino”, seguo il sentiero verso la conoscenza e la
spiritualità che hanno tracciato le generazioni precedenti.
Non e’ stato facile per me tagliare le radici profonde che mi tenevano
saldamente ancorata all’Italia, anzi a Roma, terra dei miei padri ormai da
centinaia di anni; tutto in me era italo-romano: l’accento,
la cultura, il mondo classico a cui le mie idee facevano
riferimento, le abitudini, la mentalità borghese, le
amicizie, la famiglia. Le radici fanno male quando uno le
taglia. Però ricrescono, questo lo posso garantire! Della
mia decisione non mi sono mai pentita. A vent’anni mi
rendevo conto dell’impossibilita’ della vita in Italia, della
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sua assurdità di cui posso dare qualche piccolo esempio: per iscriversi
all’università c’era da fare la fila almeno per mezza giornata, arrivati allo
sportello l’impiegato ti comunicava immancabilmente che mancava qualche
modulo, o documento, o tutti e due, e così vanificava due giorni della vita
dell’aspirante studente, quello attuale e l’indomani, al minimo. Per avere un
semplice certificato di nascita all’anagrafe ci volevano delle giornate intere e il
servizio di qualcuno che sembrava vivesse lì e che ne conoscesse tutti I
meandri, un po’ alla napoletana. Gli ingorghi stradali erano tali che per arrivare
all’università ci volevano almeno un paio d’ore per ogni viaggio, in macchina;
meglio non approfondire quanto ci sarebbe voluto con I mezzi pubblici!
Insomma l’impressione generale che ebbi una volta arrivate alla soglia della
vita adulta, era di un paese che lavorava alacremente per darsi la zappa sui
piedi, cioè per impedirsi a tutti i costi di avere un presente e un futuro di
crescita e sviluppo. Sul passato non c’erano dubbi, il passato c’era stato ed era
testimoniato ampiamente dalla bellezza solenne e fastosa che mi circondava.
Inoltre, pur essendo consapevole di quanto facessi parte di quel mondo e di
quella cultura, mi rendevo conto anche del fatto di essere scampata per un
pelo alle stragi delle persecuzioni razziali, essendo nata soltanto un paio d’anni
dalla fine della guerra, e anche del fatto che la mia identità ebraica, in
recupero, mi rendeva la vita molto, molto difficile se non impossibile.
I professori non capivano perché caspita non scrivevo, o proprio non venivo a
lezione il sabato, e non c’era verso di spiegarglielo; ce ne era sempre qualcuno
nuovo per il quale tutto il procedimento di “rieducazione professori
sull’argomento diritti scolastici delle minoranze ebraiche” andava ripetuto fino
a quando si otteneva il risultato sperato: non la comprensione, ma almeno una
educata tolleranza.
Potrei riempire pagine e pagine di difficoltà pratiche come semplice cittadina
italiana, e ancora volumi su quelle affrontate per essere tale e non del tipo
standard, cioè cristiana cattolica. Ma penso che chiunque legga queste righe
conosca benissimo questa materia, poiché purtroppo sembra non sia cambiato
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nulla; dicono si possa affermare che le difficoltà e gli assurdi non abbiano fatto
che crescere, da allora, nel fertile terreno della terra natia.
Meglio invece concentrarsi sull’esperienza, meno conosciuta, della vita in
Israele.
Ho già detto che non mi sono mai pentita della mia decisione di fare l’alià, ma
non ho ancora detto che radici o non radici, per almeno un anno, i miei piedi
non toccarono il suolo dalla felicità. Gli studi miei e di mio marito erano usciti
dal pantano fangoso in cui erano lentamente, ma inesorabilmente sprofondati,
il nostro nuovo paese ci aveva accolto benissimo, prima con una permanenza
gratuita di qualche mese in un albergo-ulpan per famiglie (avevamo una bimba
di un anno), e poi con un appartamento per nuovi immigrati, il cui affitto si
poteva definire simbolico, ed infine con una borsa di studio che ci permetteva
di vivere modestamente, come del resto vivevano anche tutti gli altri.
Tutto era pubblico e gratuito: il giardino d’infanzia per la piccola, l’assistenza
sanitaria, i parchi gioco, la spiaggia attrezzata, ma soprattutto per la prima
volta nella nostra vita, non eravamo una minoranza!
Il venerdì pomeriggio tutto si fermava, il traffico si diradava, i negozi si
chiudevano e tutti si preparavano per lo shabbat. In ogni casa la tavola veniva
imbandita, e le candele accese. Si indossavano semplici abiti da festa e ognuno
a suo modo si godeva il giorno di riposo. Non occorrevano spiegazioni, tutti
condividevano lo stesso shabbat, il capo d’anno, il giorno di kippur, per non
parlare di pesach quando in tutti i supermercati spariva il chamez e apparivano
numerosi prodotti creati per l’occasione.
Un
paradiso. E le radici?
Be’ quelle italiane stridevano e cigolavano sotto
diverse forme tra le quali la nostalgia della
famiglia: genitori, fratelli, nonni, zii etc…,
nonché le pietre stesse della mia amatissima
città, i sampietrini di piazza Campo de’ fiori, di
piazza Navona, del Panteon, di piazza di Spagna; la loro sensazione mi
mancava sotto le piante dei piedi. Anche il cibo che amavo, ed al quale ero così
abituata, non era reperibile in Israele: la pasta si incollava ancora prima di
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finire la cottura, il caffè era acido e poco tostato, imbevibile, di cappuccino non
c’era neanche l’idea, i formaggi erano due: bianco (cioè da spalmare) o giallo,
a fette, per tutti gli altri usi; la carne il macellaio la tagliava a cubetti
grossolani, non importava se spalla o petto, lesso o costola, e secondo lui era
pronta per il gulasch. Le verdure erano sempre le stesse, cetrioli, peperoni,
pomodori, cavoli, cipolle, patate e poco altro. Ancora non avevamo idea della
varietà di cibi disponibili poiché cercavamo soltanto quelli che conoscevamo. E
poi c’era l’inutilità di tutta una parte di noi.
Il latino, il Greco, il francese, con le relative letterature, non avevano uso
comune, e con loro anche la storia e la filosofia comparate, la politica e lo sport
dello spicchio di mondo di cui facevamo parte fino a pochi mesi prima.
D’altra parte non eravamo i soli; poche delle persone che incontravamo erano
israeliane, la maggioranza erano come noi sradicati dai rispettivi paesi e felici
di stabilire nuovi contatti. Non solo, ma essendo italiani eravamo una vera
attrazione esotica, essendo la maggior parte degli immigrati di quel periodo
provenienti dai paesi dell’Europa orientale o dal sud America.
Gli italiani erano rari se non preziosi. Nel calderone o Babele di lingue,
esperienze e culture in cui ci trovavamo a sguazzare con estremo piacere, il
cibo, le pietre di Roma, le abitudini e tutto il resto erano pure quisquilie, cose
di nessun conto. A vent’anni, o poco più, ciò che contava era ben diverso:
consisteva in una qualifica professionale, un vasto gruppo di amici in condizioni
analoghe, un tetto sulla testa, la possibilità di una vita piena in tutti i sensi,
anche quelli ebraici, e soprattutto un paese che ci favorisse l’esistenza invece
di rendercela difficile al limite dell’impossibile. Su ognuno dei fornelli dei nostri
nuovi amici, rumeni, polacchi, russi, francesi, americani e così via, cuoceva
qualcosa per noi nuovo da assaggiare, e noi eravamo felici di dividere con loro i
pochi piatti che io sapevo allora preparare e soprattutto l’espresso. Perché
proprio l’espresso? Perché é tuttora ciò che mi piace di più. A molti dei nostri
amici non piaceva affatto, abituati com’erano a squallidi caffè solubili o ancora
peggio; io non rinunciavo, convintissima della mia
missione educativa su vasta scala, a dimostrare la
superiorità ineffabile del gusto italiano.
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Nel giro di pochi anni eravamo inseriti nella vita del paese, avevamo
partecipato ad una guerra, quella del kippur, avevamo una casa di proprietà,
piccolissima di appena sessanta metri quadri ma nostra, mio marito lavorava
come ingegnere, io continuavo a studiare, al nostro minuscolo nucleo familiare
si era aggiunto un nuovo arrivato, avevamo parecchie decine di conoscenti, un
piccolo gruppo di amici stretti, tutti ovviamente italiani con i quali
festeggiavamo ogni ricorrenza religiosa che costituivano un ottimo e
soddisfacente surrogato della famiglia lontana, cosa potevamo desiderare di
più?
Oggi, facendo il punto della situazione, io e mio marito abbiamo entrambi
realizzato le nostre aspirazioni professionali, abbiamo tre figli e undici nipoti
meravigliosi (come tutti i nipoti), una casa, fin troppo grande, che a noi piace
molto, una keillà italiana nel nostro vicinato, una vita attiva e piena di affetti e
di calore.
Tutto ciò ha avuto un costo da pagare: non vediamo i nostri fratelli tutti i
giorni, non in tutti i casi in cui i nostri genitori avevano bisogno di noi eravamo
presenti, ci sono barzellette e battute che i nostri amici israeliani non capiranno
mai, ed il nostro italiano e’ ormai fuori moda, cristallizzato nel tempo.
Forse la cosa che, personalmente, mi riesce più difficile capire e’ veder
crescere i miei nipoti del tutto ignari della cultura italiana, di quella degli anni
cinquanta e sessanta che ha avuto una così grande parte nella mia formazione.
Lo so, non e’ logico, eppure mi sembra che tale cultura faccia parte del loro
retaggio. D’altra parte sono felice di constatare quanto sia, per loro, ovvio e
naturale vivere una vita interamente ebraica, quanto facile per loro sia
l’apprendimento del mondo associativo del tanach, del Talmud e della
tradizione in generale. E’ semplice per loro appropriarsi di quel sapere e di
quella cultura che spetta di diritto a ogni ebreo e che io, come moltissimi altri,
vado racimolando, approfondendo e possedendo lentamente e con grande
sforzo. Io ero un pesce che nuotava, accanitamente, contro corrente; sono
felice che loro non lo siano. Tutto sommato le mie radici si sono riformate, o
meglio, ho ritrovato delle radici ben più profonde e antiche di quelle che mi
legavano all’Italia.
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Promozione Culturale
Nel calendario sottostante vi proponiamo, come al solito, le ricorrenze religiose
e le attività socio – culturali del prossimo mese di Dicembre 2013 .
Come dicevamo lo scopo di questo prospetto mensile è quello di offrire a Voi
una visione d’insieme e consentire alle Associazioni di pianificare al meglio
tutte le attività che hanno programmato.
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Dicembre
Lunedì
Martedì
Mercoledì
2013
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
1
Chanukkà
Shachrit 8.30
9.30 Pidiom: Gad
Israel Pavoncellp
Benè Berith
Incontro Memoria
Piero Cassuto,z,l.
Villa Minbelli
“Medicina
Rigenerativa”
2
3(30 Kislèv) 4(1Tevet)
Chanukkà
Chanuhhà
Rosh
Chodesh
Shachrit 8.00
Shachrit 7.45
Chanukkà
(accensione
8° candela)
Rosh
Chodesh
Shachrit
7.45
5
6
Chanukkà
Shachrit
8.00
Accensione
candele 16.24
Visite Scuole
a Sinagoga
7
“Shabbat
Va-igàsh”
Genesi
(44:18-47:27)
Aftarà
(Ez.37-15:28)
8
(5 Tevèt)
Lezioni Talmud
Torah
Uscita 17.27
Pranzo
Sociale
Anziani
9
10
11
12
1310 Tevèt
Shachrit 8.00
Visite scuole
a Sinagoga
Lezione
Talmud Torà
ragazzi
h 17.00
16
Shachrit 8.00
23
20 Tevèt
Lezione
Talmud
Torà ragazzi
h 17.00
17
1815
Visite scuole
a Sinagoga
Adei
“Il
violinista sul
tetto” da
Silvia
Ottolenghi
Lezione
Talmud Torà
ragazzi
h 17.00
Tevèt
Lezione
Talmud
Torà ragazzi
h 17.00
Visite scuole a Digiuno
Sinagoga
Accensione
Adei h 16.00 candele 16.24
Hilla racconta
Israele
19
20
Visite scuole
a Sinagoga
“Gabbro”:
Ricordo
Rastrellamento
1943
14
“Shabbat
Vajichì“
Genesi
47:28-50:26
Aftarà
I Re 2-1:12
15
Lezioni
Talmud Torah
Uscita 17.27
21
22
“Shabbat
Scemoth“
Esodo (1:16:1) Aftarà
(Ger.1:1-2:3)
Lezioni
Talmud Torah
Uscita 17.30
Accensione
candele 16.26
24 21Tevet 25
26
27
28
29
“Shabbat
Shachrit 8.00
Riunione
Consiglio
h 21.00
Lezioni
Talmud
Torà
17.00h
Lezioni
Talmud
Torà h
17.00
Accensione
candele 16.30
3027 Tevèt 3128 Tevèt
Va-Erà”
Esodo
(6:29:35)
Aftarà
Ez.(28:2429:)
Uscita 17.34
15
Lezioni Talmud
Torà
-
Parashot
del
Mese
-
7 Dicembre : Parashah Va-Iggash (Genesi XLIV,18–XLVII,27) Giuda, che si era assunto la
responsabilità di Beniamino, alla minaccia di Giuseppe di tenerlo schiavo con l’accusa di furto,
tiene un affettuoso e vigoroso discorso sul padre Giacobbe e si offre di sostituirsi a Beniamino.
Davanti a questa prova di affetto fraterno, Giuseppe non può trattenere la commozione. Fatti
uscire tutti i servi , si rivela ai fratelli e si rallegra, felice, che il vecchio padre sia ancora in vita.
Rassicura i fratelli del suo perdono, affermando che la loro azione aveva favorito la salvezza
della famiglia che, altrimenti, sarebbe morta nei lunghi anni di carestia. Li invita a tornare a
casa per dare la lieta notizia a Giacobbe ed ad invitarlo a scendere in Egitto dove Giuseppe
avrebbe provveduto al loro mantenimento. Faraone, informato da Giuseppe, mette a
disposizione i mezzi di trasporto e conferma l’ospitalità in Egitto.
Giacobbe, incredulo, si convince solo alla vista della carovana e si decide ad andare in Egitto
per riabbracciare Giuseppe. L’incontro fu commovente per entrambi; anche Faraone ebbe un
cordiale colloquio con Giacobbe. Si racconta ,poi, di come gli egiziani furono costretti a vendere
anche le loro proprietà, per pagare il grano necessario al loro sostentamento, divenendo servi
di Faraone.
Haftarà (Ez.37:15-28) Rapporto con la Parashà è l’annuncio della pace tra le tribù di Giuda e
quelle di Efràim (figlio di Giuseppe) del Regno d’Israele, che richiama la pace tra Giuseppe ed i
suoi fratelli.
14 Dicembre: Parashàh Va-Jkhì (Genesi XLVII,28–L,26) Giacobbe, dopo essere vissuto per
17 anni in Egitto, sentendo approssimarsi la morte, chiese a Giuseppe di non seppellirlo in
terra straniera ma di trasportarlo nel luogo ove i Padri avevano trovato estrema dimora. Quindi
dichiarò di voler considerare come suoi i figli di Giuseppe, dando, però, la preferenza ad Efràim
rispetto al maggiore Menashèh. Infine, radunati tutti i figli intorno al suo letto, espose loro, in
forma poetica, il futuro della loro gente.
Giacobbe morì a 147 anni e fu trasportato, in grande pompa, e seppellito nella grotta di
Machpelàch. Giuseppe morì all’età di 110 anni e, dopo aver confermato il suo perdono ai
fratelli, si fece promettere che, all’ora del ritorno, i suoi resti sarebbero stati trasportati e
seppelliti in Terra Promessa. Così termina la Genesi, il primo Libro di Mosè, in cui sono narrate
le vicende della primitiva umanità e dei Padri del popolo di Israele.
Haftarà (I Re 2-1:12) L’Aftarà contiene le ultime disposizioni di David come la parashàh
contiene quelle di Giacobbe.
21 Dicembre : Parashàh Shemoth (Es.I,1–VI:1) Il II Libro di Mosè si apre con la narrazione
della schiavitù e delle pene sofferte dagli ebrei dopo la morte di Giuseppe e l’avvento di una
nuova dinastia di Re. Nel seno di quel popolo oppresso nasce Mosè, il redentore, che viene
salvato dalle acque del fiume, sulle cui sponde era stato deposto dopo l’editto di Faraone che
ordinava che tutti i neonati maschi degli Ebrei venissero gettati nel Nilo. Cresciuto a corte da
una figlia di Faraone, non tardò ad entrare in contatto con i fratelli ebrei schiavi partecipando
delle loro sofferenze, finché non fu costretto a fuggire per aver ucciso uno dei loro aguzzini.
Accolto dal sacerdote di Midjan, ne sposò la figlia Zipporàh, che gli dette il primo figlio
Ghereshòm e rimase a fare il pastore presso di lui. Guidando le pecore, un giorno giunse in
prossimità del monte Chorèv (Sinai) ed assistette allo spettacolo di un roveto che bruciava
senza mai consumarsi. Una voce lo invitava a recarsi in Egitto per liberare il suo popolo dalla
schiavitù e ricondurlo nella Terra Promessa agli avi. Pur professando la sua inadeguatezza
all’arduo compito, dovette accettare la missione ed andare, con il fratello Aronne, da Faraone a
chiedere, in nome del D’o degli Ebrei, la liberazione dalla schiavitù del popolo oppresso.
Faraone, anziché accondiscendere, rese più insopportabile la vita degli Ebrei schiavi, tanto che
questi protestavano ed inveivano contro Mosé ed Aronne.
Haftarà (Ger.1:1-2:3) Il rapporto con la parashàh è il tentativo di Geremia, come Mosé, di
sottrarsi alla missione che D’o gli vuole affidare.
16
28 Dicembre : Parashàh Va-Erà (Es.VI,2–IX,35) D’o annuncia a Mosé che, di fronte alle
sofferenze degli Ebrei, è deciso ad intervenire, con misure energiche contro l’Egitto, per
liberarli. Mosè ed Aronne sono nuovamente incaricati di recarsi da Faraone a chiedere la
liberazione del popolo, quantunque si preveda il suo l’ostinato rifiuto fino a quando non sarà
duramente colpito. Faraone, infatti, si mostra irremovibile ed allora si scatenano nel paese
spaventosi flagelli che mettono a dura prova la popolazione ed il Re.
Si susseguono, così, a brevi intervalli le dieci piaghe d’Egitto di cui la parashàh descrive le
prime otto.
Haftarà (Ez.28:24-29:21) Sono annunciate punizioni contro l’Egitto per le colpe commesse
contro Israele, come nella parashàh sono descritte le Piaghe per gli stessi motivi.
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Ed anche
per questa
volta è
Nel prossimo numero Vi Parleremo di….
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Notizie Correnti su Consiglio & Comunità
- Progetti di valorizzazione dei Beni Culturali in essere
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Per i Giovani :
Qualche altro gioco – Talmud Torà
Eventi e …loro preparazione
- Problemi & Soluzioni per la nostra Comunità ?
- La Pagina della Tradizione di Rav Yair Didi
- Articoli di Vita & Realtà Israeliana
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la…