Infonotizie_III_2 - Istituto Comprensivo Statale di Mandas

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Infonotizie_III_2 - Istituto Comprensivo Statale di Mandas
Anno scolastico
2007/2008
Anno III Numero 2
Il Giornale dei ragazzi della Scuola Media di
Mandas
Indice degli argomenti di questo numero:
La giornata della memoria
L'intervista
Labo scientifico:
Osserviamo l'occhio
Le colture batteriche
La talassemia
I rifiuti a Napoli
Libri da non perdere
L’isola degli adolescenti
La scuola: Italia e Francia a confronto
In terza media
Lo sfruttamento minorile
Tokio Hotel
Il trucco c'è
Cosa penso della droga
L'angolo dei giochi
Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono agli inizi del secolo
scorso, precisamente al 1908, quando, a New York, le operaie
dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le
terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero
durò alcuni giorni, finché l'8 marzo appunto, il proprietario Mr.
Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle
operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le
129 operaie prigioniere all'interno morirono bruciate. In seguito
questa data venne proposta come giornata di lotta
EDUCAZIONE ALLA
CITTADINANZA ATTIVA
E ALLA SOLIDARIETÀ.
Non solo parole.
Quest’anno
i
ragazzi
della
scuola
media
hanno rinunciato
al classico albero
di Natale pieno di
luci e palline
colorate
per
costruirne uno speciale. Lo hanno
decorato con i loro pensieri e le loro
preoccupazioni per i bambini meno
fortunati di loro. Durante le vacanze di
Natale tutti hanno rinunciato a qualcosa
e, raccogliendo un invito di VIDES, una
ONG che si occupa di volontariato
internazionale, hanno inviato un piccolo
contributo che servirà a migliorare la
vita dei bambini sudanesi.
www.videsitalia.it
ALTRO CHE MIMOSE!
Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
internazionale, a favore delle donne, proprio in ricordo della
tragedia.
LA GIORNATA DELLA MEMORIA 2008
A
Abbiamo scelto questa poesia per ricordare le vittime delle guerre di ieri e di quelle
che ancora oggi stanno facendo strage di civili nell’indifferenza generale.
Je n’ai rien dit
Lorsque les nazis sont venus
Chercher les communistes
Je n’ai rien dit
Je n’ étais pas communiste.
Lorsque ils sont venus
Chercher les socio-démocrates
Je n’ai rien dit
Je n’ étais pas social-démocrate
Lorsque ils sont venus
Chercher les syndicalistes.
Je n’ai rien dit
Je n’étais pas syndicaliste
Lorsque ils sont venus
Chercher les catholiques
Je n’ai rien dit
Je n’étais pas catholique.
Lorsque ils sont venus
Chercher les juifs
Je n’ai rien dit
Je n’étais pas juif.
Puis ils sont venus me chercher
Et il ne restait plus personne
Pour protester
Poème attribué à Martin Niemöller, interné de
1938 à 1945 à Dachau
2
Non ho detto niente
Quando i nazisti sono venuti
a cercare i comunisti
Io non ho detto niente
Io non ero comunista.
Quando loro sono venuti
a cercare i social-democratici
Io non ho detto niente
Io non ero social-democratico.
Quando loro sono venuti
a cercare i sindacalisti
Io non ho detto niente
Io non ero sindacalista.
Quando loro sono venuti
a cercare i cattolici
Io non ho detto niente
Io non ero cattolico.
Quando loro sono venuti
a cercare gli ebrei
Io non ho detto niente
Io non ero ebreo
Poi loro sono venuti a cercare me
E non è rimasto più nessuno
Per protestare.
Traduzione a cura della classe 3^A
Scuola Media di Mandas
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
« Puis ils sont venus me chercher
Et il ne restait plus personne
Pour protester »
Qualcuno potrebbe avere bisogno del
nostro
aiuto
anche
adesso.
Guardiamoci
intorno
e
non
aspettiamo ad averne bisogno noi,
per
renderci
conto
che
l’indifferenza
non
è un
bel
sentimento.
Disegno a cura di Matia Erriu
Quello che ho provato sono mille sentimenti che
non si possono riassumere in una sola parola:
odio, disprezzo, rabbia e tristezza. Io giuro che se
fossi vissuta in quel periodo sarei morta insieme
agli ebrei, perché mai, mai, nessun uomo può
volere lo sterminio di 6 milioni di persone. Molti,
troppi, in Germania soprattutto, ma anche in Italia
finsero di non sapere o vollero non sapere cosa
avveniva nei campi di concentramento. Ciò che mi
fa più rabbia è che anche in Italia esistevano leggi
razziste fin dal 1938, le stesse che erano già in
vigore in Germania. Nei lager non c’erano solo gli
ebrei ma anche omosessuali, zingari, prigionieri
politici; perché si sono tutti dimenticati di loro?
Un giorno un imbianchino di nome Adolf Hitler
disse in una birreria che se fosse salito al potere
avrebbe sterminato la razza ebraica. Pochi anni
dopo, lui è salito al potere ed ha sterminato 6
milioni di persone.
Alessia Palmas
Quando la professoressa ha cominciato a leggere
alcune righe del libro sono rimasta sconvolta dalla
disumanità con cui venivano trattate queste
persone, peggio di uno straccio, considerate di
razza inferiore alla razza ariana. Per me non è
giusto!!!!
Anonima
Il nazismo per me è una cosa molto brutta,
guardando le immagini questi ultimi giorni ho
riflettuto tanto e mi sono posto tante domande,
chiedendomi più volte una sola cosa: ma che
cuore avevano quei soldati e soprattutto i loro
comandanti?
Non riesco neanche ad immaginare tutte le
brutalità che facevano.
Comportarsi come loro è da gente senza cuore e
senza scrupoli. Non pensavano a quanto
soffrivano quelle migliaia di persone di tutte le età?
Anonimo
Il periodo della Shoah, della morte nei campi di
concentramento è stato un periodo particolarmente
terribile. Milioni di persone hanno perso la vita,
impiccati, fucilati oppure eliminati nelle camere a
gas; hanno perso la vita solo perché erano diversi
da chi?
Forse diversi per Hitler, ma alla fine diversi per
nulla.
Milioni di persone tra cui ebrei, zingari e poi
soprattutto bambini, ignari di quello che
succedeva. Forse anche i soldati e gli esecutori
rifiutavano questo piano, però non hanno fatto
nulla per cambiare. Ed oggi siamo qui per ricordarli
ancora, grandi e piccini, andati incontro alla morte
senza essere responsabili di nulla.
Gianluca Carta
Non capisco come queste persone abbiano potuto
fare del male così….non sono cose da fare a
nessuno, neanche agli animali. Speriamo che non
si ripetano mai più gli errori del passato, perciò è
importante per tutti noi non dimenticare ciò che è
accaduto nei campi di concentramento, anche se
ricordare è doloroso soprattutto per chi è stato
protagonista di una storia tanto atroce. Anche ora,
nel 2008 non dovrebbe esistere il razzismo perché
non ci sono differenze, siamo tutti uguali.
Anonimo/a
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Ho pensato all’orrore delle azioni commesse, al
modo con cui illudevano i bambini dicendo che li
portavano dalla madre; invece diventavano cavie
per
esperimenti.
Nelle
immagini
della
presentazione ho visto e mi sono immaginato in
quel luogo chiuso, con poco cibo e a lavorare
continuamente.
I bambini, rasati o, se malati, venivano trasportati
ai laboratori o alle camere a gas.
Tutto questo mi ha colpito veramente. Ero
talmente preso dall’ira, scandalizzato, triste che
non riuscivo a far uscire una lacrima. Per me, e
sicuramente anche per gli altri questa azione
compiuta dai nazisti non è stata giusta. Nel mondo
siamo tutti uguali e nessuno è superiore o inferiore
all’altro.
Rossano Becchia
Per me è tragico perché i bambini indifesi che si
trovavano lì sono stati portati via ai loro genitori o
sono stati uccisi senza avere commesso alcuna
colpa.
Claudio Piras
In classe abbiamo visto delle immagini sui campi di
concentramento dove venivano deportati tantissimi
ebrei. A me ha colpito molto quando i tedeschi
trasportavano sulle spalle le vittime (ebrei)
ammucchiandoli in un fosso.
Anonimo
Non ci sono parole per descrivere la realtà del
lager e in questo momento non riesco proprio a
parlarne perché è qualcosa che sento nel mio
cuore, le immagini dei bambini ... Io non potrei
neanche ammazzare un insetto velenoso perché
non ne avrei il coraggio. Solo una cosa: bisogna
saper
perdonare,
altrimenti
la
guerra
continuerebbe per sempre. La cosa più tragica è
capitata ai bambini. Ma come si fa ad imbrogliare
un bambino dicendo di portarlo dalla mamma, per
sottoporlo poi ad esperimenti. Questa è una delle
cose che mi fa più rabbia. Io non ho vissuto quelle
esperienze ma so cosa vuol dire essere rifiutata.
Anche questo è brutto, anche questo è essere
razzisti. Quello che non volete facciano a voi, non
fatelo agli altri.
In queste immagini ho visto tanta ingiustizia e
malvagità soprattutto nei confronti dei bambini e
4
dei ragazzi, che secondo me non dovevano essere
deportati e uccisi.
Anonimo
Danno veramente fastidio le immagini e le letture
che sono testimonianze di ciò che è successo nei
lager. Tanti bambini ma non solo, vengono uccisi,
perché poi?
Non hanno fatto niente e non è giusto classificarli
come inferiori. Veramente è difficile pensare che
tutto ciò sia successo veramente, è ingiusto.
Anonima
Io mi chiedo perché è successo, forse perché loro
non erano alti e biondi ? Quello che è successo è
orribile e spero che non accada mai più perché tutti
sono uguali mai nessuno può essere usato come
un oggetto o addirittura come cavia; nessuno
merita di essere ucciso come un animale, anzi
neanche gli animali vengono trattati così male.
Questi uomini che si nascondono dietro scuse per
quello che hanno fatto, è difficile definirli tali.
Anonimo/a
É una cosa impossibile pensare a ciò che è
successo, a tutte quelle persone, tra cui bambini
innocenti che non si rendevano conto di niente.
Solo a pensare che le persone sono state usate
come cavie, il dolore è immenso.
Anonima
Perché un popolo, delle persone piene di dignità
come noi, devono essere uccise? Perché gli ebrei
non potevano vivere tutti in pace? Pensare che
tanti bambini come noi sono stati separati dalle
loro famiglie, che si portavano appresso le cose
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
per loro più preziose, che speravano di ritrovarsi e
riabbracciarsi… ma perché i tedeschi non
capivano?
Anonimo
Le immagini che abbiamo visto in classe hanno
provocato grande dispiacere. Tutte quelle persone
che erano là! Nei lager. E tutte quelle che ancora
dovevano essere deportate. Tutti erano pronti, ad
affrontare la “selezione”, a cominciare a lavorare e
successivamente ad entrare nelle camere a gas. Il
più grande dispiacere l’ho provato per i bambini.
Infatti loro, come tutti, non avevano fatto nulla di
male e non dovevano essere ingannati, né uccisi.
Ivano
Io non voglio fare affermazioni né esprimere giudizi
nei confronti di chi ha fatto ciò, anche se c’è molto
da dire, ma nella mia mente ci sono mille
domande:
 Perché un essere umano dovrebbe fare del
male ad un altro essere umano?
 Perché torturare anche bambini?
 Perché fare degli esperimenti su di loro?
 Perché una volta morti, a causa loro, non li
hanno degnamente sepolti?
 E se non avessero fermato Hitler, cosa
sarebbe successo?
 Perché anche oggi ci sono discriminazioni e in
certi Stati anche dittature e torture?
 Infine perché non mi commuovo vedendo le
immagini o sentendo quel che è successo?
 Perché non sento qualcosa dentro?
 Sono forse insensibile?
Matteo Perra
Fabrizio: un ragazzo speciale!!!
In questo questo numero del giornalino scolastico, abbiamo scelto di intervistare un giovane poeta
mandarese: Fabrizio Anedda. Fabrizio ha 19 anni, è una persona speciale, non è facile trovare parole per
descriverlo. Fabrizio è un ragazzo dotato di una grande sensibilità, il suo sguardo è intenso e brilla di una
intelligenza non comune. Egli trova il modo di esprimersi attraverso la scrittura facilitata, aiutato in ciò dalla
sua mamma. La sua passione è comporre poesie. Con i suoi versi Fabrizio è capace di stupirti ricordandoti
quanto è bella la vita. Noi lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto delle domande alle quali lui ha risposto
con molto piacere.
Di quali argomenti tratti nelle tue poesie? Sono argomenti che narro con Amore e che appartengono a miei
sentimenti, che parlano dei miei sogni e delle mie emozioni.
Come ti è venuta la voglia di comporre poesie? Io le poesie le ho nel
mio cuore e quando si è presentato il momento di poterle scrivere,
allora ho potuto farle conoscere.
Quante ne hai composto? Circa quarantacinque.
Da quanto tempo scrivi poesie? Circa una decina d’anni.
Quali poesie ritieni siano le più belle? Quelle che ho scritto per mia
mamma e quelle per Maria, la mamma di Gesù.
Quando ti viene l’ispirazione per comporle? Quando io sono sereno
e sono intensamente convinto dei miei scritti.
Come si svolge la tua giornata? Io faccio sempre il mio programma che mi fa star bene, mi aiutano le mie
amiche che mi stanno sempre vicino con affetto. Mi piace stare al computer con papà e mi piace ascoltare la
musica, ogni giorno è veramente più gioioso con la musica e i miei amici.
Guardi la tv? Si, mi piace guardare la tv.
Quali programmi preferisci? Guardo i programmi di quiz, di canzoni, di comicità e il telegiornale.
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Ti piacerebbe comporre una poesia per noi o scrivere sul nostro giornale dei pensieri e delle opinioni
su quello che vuoi? Si, vorrei scrivere sul vostro giornale, ma io non sempre trovo gli argomenti giusti per
poter scrivere.
C’è qualche cosa che ti rende felice? Si, stare con i miei amici che mi danno affetto, viaggiare e conoscere
posti stupendi.
Cosa provi quando scrivi delle poesie? A me piace scrivere poesie perché quando le scrivo provo gioia e
posso esprimere i miei pensieri in momenti di intense emozioni.
Ti piace leggere? Si, ma mi stanco facilmente.
Per noi e per i nostri lettori, Fabrizio ha scelto quattro delle poesie più significative sui valori importanti della
vita:
AMICIZIA E SPERANZA
UN DONO PER LA MAMMA
Dove semplici uomini si mobilitano
per dare un p di sollievo e
a chi ha bisogno di aiuto,
li c’è l’amore incondizionato,
mosso dal desiderio di donarsi senza
ricompensa.
Il primo sorriso del mattino
è per te mamma !
che mi avvolgi con il tuo amore
e mi scaldi con il tuo abbraccio.
La fiamma, che accende la mia vita
è la tua speranza
di potermi vedere felice !
La speranza che nasce dal cuore di ognuno
un prezioso impegno
di costruire un mondo libero dall’egoismo,
cresce, quando l’amore è intriso di
condivisione.
GUERRA E SPERANZA
Crudeltà e mostruosità uccidono il mondo
Danneggiano il meraviglioso dono
Che Dio ci ha affidato.
Immenso è il dolore che suscita
La distruzione e la morte.
Mettendo fine alla guerra, alla povertà
E all’immenso odio che divide i popoli
Rigermoglierà il seme dell’amore e della
speranza
Che Dio mette in ogni cuore.
Ma noi, seppur figli suoi,
non siamo riusciti ad unire
le nostre ideologie nel suo Nome.
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Prendi la mia mano
e mi conduci nella strada della vita.
e aspetti: che io vada da solo
nel mondo che mi aspetta !
PREGHIERA A MARIA
Fai che il giorno mi dia il sorriso
E la notte mi dia il riposo
Tenera madre
Tu gioia e speranza unita all’amore
Dai ai tuoi figli
E mai ti allontani da noi
Mistica sposa
Attingo dal tuo cuore tenerezza e bontà
Mai mi sento insicuro
Quando io ti cerco
E tu sei presente nel sentiero della mia vita
Aspettando che mi accorga
Del tuo splendido amore.
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Fabio Fulghesu, Gilu C. & Claudio Piras
LABO SCIENTIFICO
OSSERVIAMO UN OCCHIO DI BUE
Tra i vari argomenti affrontati nello studio delle scienze vi è l’occhio e la sua
struttura. Da tempo avevano programmato un’analisi più approfondita
prendendo in esame un vero e proprio occhio e abbiamo scelto un occhio di
bue perché essendo più grande è molto più semplice da analizzare nelle sue
parti più importanti. Ora descrivo dettagliatamente l’esperimento.
Un mercoledì mattina una nostra compagna ha portato in classe, contenuto in
una scatola, l’occhio di bue. Alla terza ora, in compagnia della prof. Sotgiu e
della prof. Carta, abbiamo estratto l’occhio dalla scatola e posto su un piattino.
Dopo aver indossato i guanti, la nostra prof di matematica, con l’uso delle
forbici, è riuscita a togliere l’occhio
dalla sua cavità oculare.
Abbiamo fatto un piccolo foro sulla parte superiore dell’occhio da
cui è uscito l’umor vitreo, liquido posto dietro la pupilla. Mentre la
prof Carta fotografava, abbiamo individuato le tre membrane:
1. LA SCLEROTICA (la parte più esterna)
2. LA COROIDE (la parte centrale)
3. LA RETINA (la parte più interna)
Dopo aver preso una piccola parte di queste membrane, le
abbiamo poste all’interno di capsule di Petri e viste ai microscopi
binoculari.
Da queste membrane abbiamo individuato delle caratteristiche:
• La sclerotica è bianca e opaca, anteriormente diventa trasparente ed è detta cornea, dietro c’è l’umor
acqueo o camera anteriore.
• Nella coroide abbiamo individuato un colore scuro. La
coroide è la membrana intermedia, è rossa o comunque
scura e anteriormente forma l’iride (anello muscolare
variamente colorato) che presenta al centro un foro,
detto pupilla, attraverso la quale passano i raggi
luminosi; dietro c’è il cristallino e all’interno c’è umor
vitreo.
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7
Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
•
Nella retina abbiamo individuato un colore rossiccio con puntini neri detti coni e bastoncelli. Sono 2 tipi di
cellule nervose: i coni, per la visione a colori, BASTONCELLI, per la visione notturna, in bianco e nero).
È stata un’esperienza interessante, anche se in alcuni di noi (soprattutto nelle ragazze) ha suscitato un certo
senso di repulsione, ma il percorso della scienza, si sa, non ammette scienziati schifiltosi.
A cura di: Rossano
UN’ESPERIENZA DI
LABORATORIO:
LE COLTURE
BATTERICHE
Abbiamo eseguito un esperimento che ci ha
permesso di dimostrare con quanta facilità i
microrganismi si possano moltiplicare fino a
costituire delle vere e proprie colonie, visibile a
occhio nudo. Ciò ci è servito ad adottare adeguate
norme igieniche affinché tale proliferazione non
abbia luogo o sia ridotta al minimo.
I materiali che abbiamo utilizzato sono:
delle capsule di Petri con terreno di coltura a base
di AGAR (estratto da alghe) addizionato con
POTATO DEXTROSE (poco nutritivo adatto
soprattutto per funghi e muffe) e PLATE COUNT
(particolarmente ricco di nutrienti adatto per batteri
che sono più esigenti)
Le fasi sono state eseguite nel seguente modo:
abbiamo prelevato dei batteri da dita non pulite,
batteri da una moneta, da cibo andato male. Con
un pezzetto di nastro adesivo abbiamo prelevato
anche impronte dalla maniglia della porta. Per
dimostrare la presenza di microrganismi anche
nell’acqua, abbiamo prelevato anche un po’
d’acqua di pozzanghera e acqua del lavandino.
Poi con un filo di nichel cromo, preventivamente
sterilizzato alla fiamma, abbiamo strofinato i vari
campioni all’interno delle capsule, effettuando
quella che viene detta semina.
Riposte le capsule contaminate in luoghi tiepidi e
non alla luce diretta del sole, abbiamo atteso
qualche giorno.
8
Preparazione del vetrino
Osservazione
microscopio
Capsula al
con
colonie di batteri e muffe
Osservando le capsule abbiamo visto che i
microrganismi che si possono sviluppare sono:
i lieviti, i funghi, i batteri, le muffe.
I lieviti e i batteri formano colonie bianche e
colorate; i lieviti appaiono più lucidi e con un
contorno irregolare.
Il campione che ha causato la maggiore crescita di
colonie è lo yogurt guasto dove abbiamo
evidenziato colonie di muffe, ma la capsula che ci
ha colpito di più è stata quella dove sono cresciute
le colonie batteriche sviluppatesi dalle mani
sporche e dalle monete.
Per evidenziare meglio i batteri al microscopio
abbiamo poi preparato il vetrino:
abbiamo preso un vetrino porta oggetti e uno copri
oggetti, abbiamo deposto nel vetrino il campione
prelevato da una capsula, lo abbiamo colorato con
il blu di metilene e lo abbiamo sciacquato con
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
acqua distillata, e poi lo abbiamo osservato al
microscopio.
Luca Pili 2^ A
Questionario sull’Anemia Mediterranea
Abbiamo condotto un questionario sull’Anemia Mediterranea tra gli alunni della nostra scuola media di Mandas
per “sondare” le nostre preconoscenze sulle problematiche legate alla talassemia e realizzare un successivo
approfondimento su tale malattia ereditaria.
Hai mai sentito parlare di Anemia Mediterranea?”
Il 77% ha sentito parlare di Talassemia e il 23% No.
Come sei venuto a conoscenza della malattia?
Il 54% a scuola, il 37% in famiglia, il 7% con gli
amici e il 2% con i mezzi informatici.
7% 2%
23%
SCUOLA
FAM IGLIA
Si
No
54%
37%
AM ICI
M EZZI INFORM ATICI
77%
Sai come si trasmette la malattia?
Il 34% sa come si trasmette e il 66% No.
Hai mai fatto le analisi specifiche per tale
malattia?
Il 26% ha fatto le analisi e il 78% non ha mai fatto
le analisi
26%
34%
66%
Sai chi è un portatore sano di Anemia
Mediterranea?
Il 47% sa chi è il portatore e il 53% No.
Si
Si
No
No
74%
Sai che differenza c’è tra un portatore sano di
Anemia Mediterranea e uno malato?
Il 53% Si e il 47% No.
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
47%
53%
si
no
Si
47%
53%
No
Sai quali disturbi provoca sul malato tale malattia? In Sardegna è diffusa tale malattia?
Il 47% Si e il 53% No.
il 95 % Si e il 2% No.
5%
47%
53%
si
Si
no
No
95%
Sai come si curano i malati di tale malattia?
Il 47% Sì e il 53% No.
Sai se donare il sangue è legato a tale
problema?
Il 32% Sì e il 68% No.
32%
47%
53%
Si
Si
No
No
68%
Ritieni rischioso donare il sangue?
L’8% Sì e il 92% No.
Tu saresti disposto a donarlo?
Il 94% Si e il 16% No.
8%
92%
10
16%
Si
Si
No
No
84%
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Amelia Ciscì & Alessia Palmas
LA TALASSEMIA
Sulla base dell’indagine effettuata, è emerso che molti ragazzi della scuola non sanno cos’è l’Anemia
Mediterranea. Noi ragazzi della 3^ che abbiamo studiato tale tematica, ci proponiamo di chiarirne alcuni
concetti.
La Talassemia è una malattia ereditaria ed è molto diffusa nelle zone vicino al Mar Mediterraneo in particolare
in Sardegna. Infatti, il termine Talassemia deriva dal greco “Thalos” che significa “Mare”.
È una malattia dovuta ad un gene situato in un cromosoma, che i genitori al momento del concepimento
trasmettono al figlio insieme agli altri caratteri ereditari normali. Ricordiamo che il gene è una porzione del
nostro DNA ed è responsabile nel determinare i nostri caratteri ereditari; il DNA è situato nei nostri cromosomi
al loro volta situati nel nucleo di tutte le nostre cellule (noi abbiamo 46 cromosomi uguali a due a due e perciò
detti omologhi). La Talassemia è pertanto una malattia ereditaria che colpisce i globuli rossi, la cui forma
risulterà anormale e con una diminuzione di sintesi dell’emoglobina normale.
Ricordiamo che in un normale globulo rosso è presente una proteina “Emoglobina”(Hb) questa impartisce il
color rosso al globulo e ha la funzione di legare l’ossigeno, tramite il ferro, e di portarlo a tutte le cellule per
effettuare l’ossidazione del glucosio, cioè la respirazione cellulare.
L’emoglobina essendo una proteina, è costituita da aminoacidi che legandosi insieme formano 4 catene uguali
a 2 a 2, chiamate alfa e beta; quindi l’emoglobina è costituita in condizioni normali da 2 catene alfa e 2 beta.
Ora, l’individuo talassemico presenta un numero inferiore di catene beta, pertanto ha l’emoglobina ridotta, di
conseguenza anche la forma del globulo rosso è più piccola (microcitemia). La sintesi, in altre parole la
produzione di emoglobina normale, è dovuta a un gene situato in un cromosoma umano; quando questo gene
è alterato non può più produrre emoglobina normale (Cioè con una normale quantità di catene beta) e da
origine alla Talassemia, chiamata anche Beta talassemia.
Indichiamo il gene responsabile della Talassemia con t e il gene normale con T. Un individuo che ha in un
cromosoma il gene T e nell’altro cromosoma omologo il gene t, sarà portatore sano in quanto presenta la
malattia allo stato detto eterozigote e presenta alcuni sintomi come: microcitemia (globuli rossi più piccoli del
normale), ma riesce a condurre una vita normale e a riprodursi. Questo individuo portatore si dice che è affetto
da talassemia minor. Se però si unisce con un individuo anch’esso portatore Tt può verificare la nascita di un
individuo detto omozigote recessivo tt e questo sarà affetto dal Morbo di Cooley o Talassemia maior che è
la forma più grave. La probabilità sarà di ¼ (25%).
Tt
Tt
T
t
T
TT
Tt
TT = sano 25%
Tt = portatore sano 50%
tt = malato 25%
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
t
Tt
tt
I segni clinici più importanti sono: spelomegalia (milza grande), la milza infatti, per l’eccessivo lavoro di
distruzione dei globuli rossi alterati, aumenta di volume; pure il fegato e un po’ ingrandito e l’addome appare
globoso e sporgente. Il midollo rosso, che produce le cellule del sangue, produce globuli rossi a ritmo
accelerato, nel tentativo di compensarne la distruzione, quindi aumenta di volume: ciò produce un
allargamento dei canali midollari e una erosione delle ossa che diventano fragili.
Si interviene con frequenti trasfusioni di sangue e in certi casi col trapianto del midollo osseo.
Alessia Palmas & Amelia Ciscì 3^ A
RIFIUTI A NAPOLI
Il problema “rifiuti a Napoli” non è una novità. Infatti questo problema
esiste da circa 20 anni, ma i cittadini di Napoli non si sono mai
lamentati fino a quando i rifiuti sono diventati una vera e propria
emergenza.
Qualche mese fa il sindaco di Napoli ha chiesto a tutte le regioni
d’Italia un aiuto per lo smaltimento dei rifiuti facendo appello alla
solidarietà di tutti gli italiani. La prima regione a rispondere all’appello
è stata la Sardegna, con il governatore Soru che ha autorizzato lo
sbarco dei rifiuti. Questa decisione ha diviso sia l’opinione pubblica,
sia i vari partiti politici. Infatti sebbene un po’ tutti i sardi siano
convinti che sia giusto dimostrarsi solidali con chi vive una situazione drammatica, avrebbero gradito essere
interpellati e non subire decisioni calate dall’alto. Altre regioni si sono rifiutate di accogliere i rifiuti campani.
La gestione dei rifiuti è sempre vista come un problema!
Leggi recenti hanno imposto ai cittadini una raccolta differenziata dei rifiuti in modo che solo una piccola parte
possa finire nelle discariche. Le stesse discariche non sono però accettate dai cittadini, che le vorrebbero
sempre nei territori degli altri. Alcune popolazioni del nord Italia si sono da tempo attrezzate per fronteggiare
questo problema: garantiscono una raccolta differenziata ottimale, riciclando rifiuti e dimostrando così un
grande senso civico.
Ci sono alcuni esempi da imitare come a Brescia, Prulia (Treviso). Da nord a sud in Italia esistono alcuni
grandi e piccoli sistemi che utilizzano i rifiuti come
combustibile: a Brescia si trasforma il rifiuto in
teleriscaldamento producendo energia e acqua calda per
quasi tutta la città.
A sud i comuni “ricicloni” si trovano nella provincia di
Salerno dove non si è mai sofferta l’emergenza rifiuti; qui
la raccolta differenziata è cominciata dal 2000 grazie a
un’ opera di sensibilizzazione per informare le famiglie.
Ciò che è fondamentale, infatti, è migliorare la coscienza
ambientale dei cittadini incominciando dai ragazzi nelle
scuole perché solo attraverso l’informazione e la formazione, i rifiuti non rappresenteranno più un problema
ma una ricchezza da sfruttare.
Roberta Matta 3^ A
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
LIBRI DA NON PERDERE
IL ROGO DI BERLINO
L’autrice di “Il rogo Di Berlino”, Helga Schneider, è contemporanea.
La casa editrice è la PRESS, LONDON/ GRAZIA NERI. Il numero delle pagine è di 230.
Il libro è costato 7.75€.
È un libro che descrive il progressivo annientamento di Berlino durante la Seconda
Guerra Mondiale, visto dagli occhi di una bambina che fu anche portata in visita nel
Bunker di Adolf Hiltler. Il libro è autobiografico, infatti Helga, una bambina polacca parla
delle atrocità, del dolore, della fame e degli stenti sofferti durante la guerra.
La trama: Helga risentì molto per l’abbandono della mamma, che l’aveva lasciata per arruolarsi
volontariamente nelle SS; quando fu portata in Germania soffrì molto per la separazione dalla nonna, l’unica
persona che le diede un po’ d’affetto. Il padre per motivi di lavoro vedeva poco i suoi figli Helga e Peter e così
furono affidati alla matrigna.
È una storia alquanto triste e movimentata; infatti, Helga non andava per niente d’accordo con la matrigna ma
trovò una persona con cui andava molto d’accordo: Opa, il padre della matrigna. A causa dei bombardamenti
tutti erano costretti a rifugiarsi continuamente nella cantina e a convivere con altre persone di cui non
sapevano niente. Naturalmente col passare del tempo divennero una specie di famiglia.
Alla fine della guerra, Helga si trasferì in Austria con il padre.
Il momento più difficile per Helga è stato quello di doversi separare dalla Germania e soprattutto da Opa.
Questo libro mi è piaciuto molto e mi ha anche coinvolto. Mi ha fatto riflettere sul dolore, sulla sofferenza a
causa della guerra. Spero che atrocità come queste non accadano mai più.
Amelia Ciscì 3^ A
L’ISOLA DEGLI ADOLESCENTI
SCUOLE A CONFRONTO: ITALIA E FRANCIA
Abbiamo fatto una ricerca sull’organizzazione scolastica francese e mettendola a confronto con quella italiana,
abbiamo scoperto che non ci sono poi tante differenze. La tabella che abbiamo preparato mostra che i ragazzi
francesi fanno un percorso abbastanza simile al nostro.
Obbligo di frequenza
Scuola dell’infanzia (o materna)
Scuola primaria (o elementare)
Scuola media
Scuola Italiana
Dai 6 ai 18 anni
Dai 3 ai 6 anni.
La frequenza non è obbligatoria
Dai 6 agli 11 anni.
5 anni
Dagli 11 ai 14 anni. Corso di 3
anni. L’ultimo anno si sostiene un
esame per accedere alla scuola
Scuola Francese
Dai 6 ai 16 anni
Dai 3 ai 6 anni.
La frequenza non è obbligatoria
Dai 6 agli 11 anni.
5 anni
Dagli 11 ai 15 anni. Corso di 4
anni. L’ultimo anno si sostiene
un esame per accedere alla scuola
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Scuola superiore
Università
superiore.
Ci sono diversi indirizzi:
Istituti professionali
Istituti tecnici (agrario, alberghiero,
industriale, turistico, nautico,
commerciale…)
Licei
Dura in generale 5 anni.
Triennio - Laurea di 1°livello
Biennio - Laurea specialistica.
Dopo la laurea, per esercitare
diverse professioni è obbligatorio il
Tirocinio seguito da un esperto.
superiore.
Si divide in tre grandi ambiti:
Liceo d’insegnamento generale
Liceo tecnologico
Liceo professionale
Dura in generale 5 anni.
Laurea breve 3 anni
Laurea specialistica 2 anni
Poi c’è un 3° ciclo facoltativo –
Doctorat per chi vuole fare ricerca
IN TERZA MEDIA
Molti ragazzi già dalla 1° media
n° allievi
iniziano a pensare e, alcuni, a decidere dove
iscriversi in una futura scuola secondaria di
Marconi-CA
Pacinotti-CA
secondo grado. La maggior parte di loro pensa
Liceo Artis tico-CA
Tecnologico-Senorbì
di iscriversi a un liceo, possibilmente
Alberghiera-Villam ar
Meucci-CA
scientifico, perché, si pensa, possa dare più
Turis tico-Senorbì
Ragioneria-Senorbì
opportunità nel mondo del lavoro. I veri
Liceo-Is ili
Iter-Is ili
problemi arrivano, però, durante l’ultimo anno
Igea-Is ili
della media, quando si è veramente indecisi
sull’istituto nel quale iscriversi. Ci sono, infatti,
molti fattori che condizionano la scelta.
Il nostro istituto comprende tre paesi,
Mandas, Siurgus Donigala e Gesico, distanti
tra loro qualche chilometro e tutti e tre a circa
quindici chilometri dalle scuole superiori più
vicine. Noi della redazione abbiamo fatto un sondaggio tra i ragazzi delle classi terze di tutto l’istituto per
capire come si sono orientati e il perché delle loro scelte. Abbiamo scoperto che molti sono stati condizionati
dalle spese di viaggio e dalla distanza casa-scuola. Alcuni hanno rinunciato ad iscriversi in istituti più vicini alle
loro aspirazioni e ai loro gusti ma troppo lontani da casa.
Paolo e Matteo 3^ A
LO SFRUTTAMENTO MINORILE
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
NON ABBIAMO
VOLUTO INSERIRE
IMMAGINI per
DOCUMENTAre
LO SFRUTTAMENTO
MINORILE
In seguito alla Convenzione nazionale sui diritti
dell’infanzia sono stati adottati numerosi
provvedimenti in difesa dei minori. Ma, nonostante
gli interventi contro i maltrattamenti, gli abusi, i
disagi, ancora centinaia di migliaia di minori in tutto
il mondo sono privati dei loro diritti, vivono in
condizioni di disagio fisico e psicologico, non
conoscono l’affetto di una famiglia, non sanno
cosa è l’educazione; tutto questo come
conseguenza della povertà, dell’abbandono, dello
sfruttamento del lavoro, della violenza dei
maltrattamenti o dei traumi di una guerra. Questa
scottante realtà è vergognosa e raccapricciante. I
bambini di cui vengono violati e calpestati i diritti
sono circa 200 milioni in tutto il mondo.
Parlare di lavoro minorile significa far riferimento
ad attività svolte da bambini e ragazzi, attività
comprese tra il “ Child Labour”, cioè i lavori pesanti
legati allo sfruttamento e alla schiavitù e il “Child
Work”, forme leggere di attività, ai limiti della
punibilità anche sotto un profilo giuridico e sociale.
Si distinguono diversi tipi di sfruttamento:
● Sessuale: prostituzione, abusi sessuali, traffico
di bambini, utilizzo per uso pornografico, Queste
sono forse le più evidenti forme di sfruttamento
sessuale dei minori.
● Bambini soldato: migliaia di bambini vengono
arruolati negli eserciti e impiegati in azioni di
guerra, i ragazzi che sopravvivono si portano
dietro per tutta la vita questo terribile e violento
passato.
● Bambini di strada: in molti Stati i bambini non
sono considerati soggetti di diritto, ma sono
“responsabili i loro genitori”. Se non hanno genitori
o hanno abbandonato la loro casa per scappare da
un ambiente troppo violento, sono costretti ad
affidarsi alla miseria delle strade.
Secondo l’ILO (Organizzazione Internazionale del
Lavoro) gli Stati più colpiti sono:
- India: più di 44 milioni di bambini;
- Pakistan: 8 milioni di piccoli lavoratori sono
impiegati nell’industria e nell’edilizia;
- Bangladesh: un quarto dell’intera popolazione
infantile lavora per l’industria per l’esportazione
e nel campo dell’artigianato;
- Nepal: 60℅, soprattutto sono colpite le
bambine;
- Thailandia: 32℅ dei bambini, impiegati in
massima parte nella produzione di articoli per
l’esportazione;
- Filippine: i piccoli lavoratori sono oltre 2 milioni
e molti sono occupati nel lavoro nero;
- Nigeria: sono circa 12 milioni di ragazzi;
- Brasile: si parla di 7 milioni di bambini.
Non solo nei grandi paesi si ricorre allo
sfruttamento dei bambini ma anche in Italia. Il
lavoro dei minorenni continua a rimanere utile al
funzionamento dell’economia. In Italia i bambini
lavoratori sarebbero circa 300.000, questa cifra
riguarda soprattutto le comunità immigrate. È il
caso dei piccoli rom avviati sulla strada della
microcriminalità, o del piccolo ambulante.
Le principali cause dello sfruttamento in Italia sono:
 la mancanza di lavoro;
 la circostanza;
 la scuola;
 la diffusa cultura del mestiere (imparare un
lavoro);
 situazioni familiari disgregate;
 l’intervento della criminalità.
Tutto questo succede veramente; eppure non
pensiamo che nel mondo ci sono bambini
sfortunati che non conoscono l’affetto di una
famiglia e non sanno cosa vuol dire avere giocattoli
e vivere fra tante comodità. Loro si
accontenterebbero di un pezzo di pane e
sarebbero subito felici!!!
Fonti: www.volint.it
Eramo, Polacco e Brengetto
“Il mondo” Loescher Ed.
Paola Pirella 3^ A
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
TOKIO HOTEL
I Tokio Hotel sono una band tedesca formata da quattro giovani talenti: i gemelli Bill e Tom Kaulitz,
Gustav Schäfer e Georg Listing.
Bill è il leader e cantante del gruppo, quello con il look più originale. I suoi
capelli castano chiaro sono
diventati nero corvino con
ciocche bianche. Ha un piercing
sopra l’occhio e alcuni tatuaggi
tra cui una stella e il nome del
gruppo. Veste spesso di nero e
indossa abiti molto attillati, le sue
unghie sono sempre smaltate di
nero con delle graziose french
bianche. Il suo colore preferito è
l’arancione.
Tom suona la chitarra elettrica ed il suo stile rapper è benvisto dalle
fans… è il rubacuori del gruppo. La taglia dei suoi pantaloni è una XXXL!!!!! Ha un piercing al labbro e il suo
colore preferito è l’azzurro. Tom ama molto i cappellini e perciò quando va in tour ha una valigia di soli
cappelli.
Gustav per il suo stile semplice e talvolta sportivo è adorato dalle fans, lui suona la batteria e per
evitare fastidiosi porri alle dite durante i concerti le protegge con del nastro adesivo; i suoi capelli biondi fanno
pensare ad un francese ma in realtà è un adorabile tedesco. Gustav non ha ancora piercing e tatuaggi ma ci
ha informati che è in arrivo un tatuaggio…
Georg suona il basso, ha 20 anni e i suoi occhi sono di un bellissimo verde smeraldo; lui ha i capelli
lunghi e li porta sempre sciolti e naturalmente piastrati.
Georg non ha piercing e poche sono le intenzioni di farseli fare. Il suo stile è molto simile a quello di Gustav,
anche se in certe importanti occasioni il look diventa elegante.
La band, che vive ad Amburgo, ha iniziato ad avere successo nel giugno del 2007 e ha vinto anche il KIDS
CHOICE AWARDS!
Tom e Bill si sono concessi una vacanza alle Maldive, dove però sono
stati fotografati e le loro foto pubblicate su tantissimi giornali: Bill indossa
un bellissimo costume blu a fiori e Tom un fantastico costume rosso
sempre a fiori…
La band ha composto due CD: “Zimmer 483” e “Schrei”, i due album
sono stati tradotti in seguito in inglese: “Room 483” e “Screma”. La prima
canzone di cui è stato fatto il video è “Through the monsoon” che
significa “Attraverso il monsone”, il secondo video prodotto è stata della
canzone “Ready, set, go!”, ovvero” Pronti, partenza, via!”, il terzo video
registrato è stato “By your side” cioè “Vicino a te” e l’ultimo pezzo di cui è
stato fatto il video è “Don’t jump” ovvero “Non saltare”.
I Tokio Hotel, prima di chiamarsi così si chiamavano Devilish e la loro
prima canzone, quando il gruppo si chiamava Devilish è stata “Leb die sekunde”, ovvero “Vivi il secondo”.
Fonti: Love, Big, Be cool, Cioè, Pupa.
Una fan
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
Il trucco c’è!
Quanto sai in fatto di beauty?
Trucco acqua e sapone o trucco pesante?
Ecco i consigli per le teenagers inesperte. Se preferisci un trucco leggero, applica
ombretti di tonalità chiara e non troppo lucidi, il rosa,
ed esempio, è una delle tonalità più indicate per
questo genere di trucco. Ricorda di applicare il
prodotto con un pennellino o anche con le dita per
sfumare. Crea poca profondità nel viso con un
fondotinta non molto scuro, non applicare fard,
soprattutto se ha un effetto brillantinato. Per le labbra
utilizza un lip gloss trasparente, senza esagerare, perché altrimenti avrà un
effetto monotono. Invece per la teenager che ama un trucco pesante, quest’anno
va di moda il viola scuro e il nero, stile gothic-punk. Adesso vi daremo qualche consiglio nei dettagli su come
applicare il trucco.
Usare sempre una crema idratante prima di applicare il trucco.
Matita occhi: questo accessorio permette di intensificare lo sguardo e cambiare la forma dell’occhio.
Eyeliner: è il “pennellino” per l’occhio che serve per dare un effetto più allungato e non spento per tutto il
giorno.
Mascara: pettina le ciglia descrivendo un lungo movimento che dall’attaccatura delle ciglia copre tutta la
lunghezza di queste.
Ombretto: stendere l’ombretto con l’apposito pennello sulla palpebra superiore
partendo dall’interno dell’occhio verso l’esterno. In quest’operazione ti puoi aiutare
anche con le dita per le piccole sfumature.
Fondotinta: è il miglior alleato della pelle, nasconde le imperfezioni e dà uniformità
alla pelle. Per non creare l’effetto “mascherone” è necessario scegliere un
fondotinta della tonalità della propria pelle. Dopo aver scelto il colore preleva una
piccola quantità di fondotinta con una spugnetta di lattice. Applicato il fondotinta, ti
consigliamo di mettere una piccola quantità di terra per rendere l’aspetto più bello.
Federica & Sara
Disegni:di Chiara
Cosa penso sulla droga
La droga è un problema molto serio perché, una volta che si entra nel “tunnel”, è molto improbabile uscirne
se non si riceve un aiuto concreto. A mio parere, ma soprattutto secondo il parere degli esperti, la
prevenzione più efficace scaturisce da una solida conoscenza dei problemi che l’assunzione di droghe
causano. Molti giovani iniziano a drogarsi per disinformazione e ignoranza. Non hanno idea degli effetti che
le droghe causano sul loro organismo.
Molto spesso, si sottovaluta il problema e si pensa che una volta sola, tanto per provare, non determini gravi
conseguenze, né crei dipendenza e invece basta guardarsi intorno per capire che non è così.
Non è vero che la droga aiuta a risolvere i problemi e raggiungere la felicità.
Chi non lo sapeva e ci è cascato deve faticare e soffrire molto per guarire e rincominciare a vivere, magari
anche con il nostro aiuto e la nostra comprensione.
Matteo Perra
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
L’ANGOLO DEI GIOCHI
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Numero 2 – Gennaio – Febbraio – Marzo 2008
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