pense marave ee - Pense e Maravee

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pense marave ee - Pense e Maravee
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giugno 2005
53
Periodico
bimestrale
di cultura,
informazione
e dibattito
Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero
hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Elisa Russian e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo - Gemona del Friuli_ _Redazione: via A. di Prampero, 51/2 - Gemona del Friuli_ _Inviare la corrispondenza a: Pense e Maravee, casella postale - 33013
Gemona del Friuli - UD_ _Finito di stampare: giugno 2005_ _Tiratura: 5.100 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine
PENSE EMARAVE E
Anno 14 - n. 2
sommario
L’inserto:
Glemone,
storie dal teritori
Bocciata la nuova
zona artigianale
Diventerò vecchia e...
La cjase dai cuarvats
Musica e giovani
Eutanasia del
referendum
I castelli di Cilio Boezio
Giovani e arte
Glemone,
storie dal teritori
URBANISTICA
2
Bocciata la nuova zona artigianale
Le scelte del Comune di Gemona contrastano con il Piano Regionale
che prevede l'aggregazione e non la dispersione delle zone produttive
documento del Direttore
IlRegionale
alla Pianificazio-
ne territoriale che richiama le
norme urbanistiche, parla
chiaro: "l'obiettivo del PUR
(Piano Urbanistico Regionale) è quello di scongiurare la
proliferazione diffusa degli
insediamenti industriali, promuovendo la loro concentrazione in aree attrezzate per
conseguire economie esterne
e di scala, nonché per evitare
che si generino processi di
degrado
paesaggistico,
ambientale e di congestione."
Come dargli torto? Se esiste
ancora il buon senso, possiamo dire che questa norma lo
esprime in modo molto chiaro
e condivisibile senza inutili
burocrazie ma, al contrario,
con molta concretezza.
Se esiste un Piano è per fare
in modo che costruzioni, insediamenti,
infrastrutture
costruiti in tempi diversi
abbiano una logica, una utilità, una coerenza non solo
per il presente ma anche per il
futuro.
E' come quando il buon padre
di famiglia costruisce una
casa: non solo sceglie come
meglio disporre la costruzione, il cortile, il garage, ecc. ma
pensa anche alle possibili esigenze future e il modo per ben
inserirle con quanto già fatto.
Ebbene, perché la nuova zona
artigianale sarebbe stata prevista in un luogo poco opportuno?
Si tratta, innanzi tutto, di tre
nuovi ambiti industriali-arti-
gianali per una superficie
complessiva pari a 168.000 m2
e localizzati in aree intercluse
comprese tra l'A23 e il canale
Ledra-Tagliamento, accessibili direttamente dalla Strada
Provinciale che collega la S.S.
13 alla S.P. Osovana nei pressi del casello autostradale dell'A23.
La Regione sostiene che il
PUR contenga norme chiare
in merito a queste situazioni
laddove indica che i nuovi
insediamenti industriali-artigianali previsti nei pressi di
aree industriali come quella di
Rivoli di Osoppo devono far
parte di queste stesse aree e
non essere situati in zone limitrofe separate; ciò per evitare
le conseguenze negative della
frammentazione, come in precedenza illustrato. Va rilevato,
inoltre, che il Comune di
Gemona fa parte del CIPAF, il
Consorzio Industriale che
gestisce l'Area di Rivoli di
Osoppo, e che avrebbe già
ottenuto finanziamenti per
l'ampliamento dell'area; tali
finanziamenti non si sono
potuti utilizzare allo scopo a
causa della mancata elaborazione, da parte del CIPAF
stesso, del Piano Territoriale
Infraregionale (vedi "Lorenzo
la Talpa" di questo numero e
del precedente). Ciò impedisce l'ampliamento della zona
industriale e la creazione di
nuove opportunità occupazionali.
Infatti una ulteriore motivazione per giustificare la "bocciatura" della Regione riguarda proprio questo aspetto. Il
Fioreria
Emidia Manzano
Via Roma, 252
tel. 0432 970692
33013 Gemona del Friuli
e-mail: [email protected]
Incrocio di via Marsure, lavori di sbancamento
Direttore regionale sostiene
che essendo in corso di predisposizione il citato Piano territoriale infraregionale (avrebbe
dovuto essere stato consegnato il 26 agosto 2004!), sarà
disponibile, in seguito, un
quadro preciso sulla capacità
di quell'area industriale di
soddisfare la domanda di ulteriori insediamenti e che fino a
quel momento la nuova zona
artigianale/industriale non
può essere prevista.
Il significato del pianificare è
proprio questo e possiamo
affermare che, alla luce del
buon senso, il ragionamento
della Regione non fa una
grinza!
L'amministrazione comunale
ha ritenuto invece di procedere con un ricorso al TAR nei
confronti della Regione (del.
giunta n. 803 del 15/04/2005).
Perché il Comune ha fatto
ricorso al TAR invece che
seguire le indicazioni fornite
dalla Regione? Non sarebbe
stato più semplice e sensato
redigere dapprima il Piano
territoriale del CIPAF e poi
valutare la dislocazione di
una eventuale ulteriore zona
artigianale? Perché l'amministrazione comunale non ha
tenuto conto delle osservazioni scritte presentate dai Consiglieri comunali di Intesa per
Gemona che sollevavano
esattamente questo problema?
Tale ricorso difende gli interessi di tutti i cittadini di
Gemona?
Queste le domande che sorgono di fronte a questa vicenda
che purtroppo mette in evidenza le solite modalità di
gestione frazionata e inefficace del territorio basate sulla
soddisfazione di singole
richieste e non su una visione
complessiva e strategica di
sviluppo. Tali modalità di
gestione producono ad esempio quella che è la corsa agli
acquisti dei terreni agricoli
"in sentore" di cambiamento
di destinazione urbanistica.
Anche nel caso della prevista
nuova zona artigianale è successo così!
Non sappiamo dunque se il
ricorso al TAR potrà difendere gli interessi di tutti i cittadini di Gemona (che rischiano
di pagarlo), di certo difende
gli interessi di coloro che
hanno già acquistato i terreni
agricoli, alcuni per realizzare
l'attività produttiva ma altri
per rivenderlo a maggior
prezzo.
Roberto Urbani
LAB
3
Donna avvenire dell'uomo
Ritorna il Laboratorio Internazionale della comunicazione Le attività del 2005
Si approfondisce l'indagine
sulla donna e il suo ruolo
nella società contemporanea in questa quarantatreesima edizione del Laboratorio internazionale della
comunicazione, che dal
1989 ha sede privilegiata a
Gemona del Friuli.
Cento studiosi qui convergeranno da quaranta paesi
del mondo il 19 luglio.
Tra Mafalda e Marlene, i
giovani apriranno dunque il
confronto sulla donna nelle
più diverse culture e tra
diverse donne nello stesso
ambito.
Due conferenze internazionali saranno, durante questo
mese comunitario, i luoghi
precipui di condivisione
degli imput e riflessioni che
man mano verranno a galla:
"Donna, agente segreto
della postmodernità" (30
luglio) e "Donne nel tempo
vibrato dell'interdipendenza" (10 agosto) i titoli di
questi due momenti, cui
prenderanno parte protagoniste del panorama imprenditoriale, culturale e scientifico italiano e internazionale.
Ma, per tutta la durata del
Laboratorio,
moltissimi
ospiti, soprattutto al femminile, aiuteranno i giovani
studiosi in questo lavoro di
ricerca.
Sono questi confronti diretti con diversissime professionalità sul campo e diverse esperienze a fare del
Laboratorio Internazionale
un luogo speciale di scambio sempre fervido.
Alle lezioni accademiche e
ai workshop pomeridiani si
alterneranno appuntamenti
aperti a tutta la cittadinanza,
proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali
(Claudia Contin, Garabombo delle Risse), reading.
Per tutto il mese, la mostra
del pittore triestino Ugo
Pierri accoglierà il pubblico
nella Casa dello Studente. E
poi sarà rivelato il nome del
vincitore del Gamajun
International Award 2005,
lo scorso anno conferito al
Ministro della Cultura algerina Khalida Toumi Messaoudi.
Anche questa edizione del
Lab sarà dunque speciale e
piena di sorprese.
BRUNO DE MARCHI, DIRETTORE DEL LAB, CI HA LASCIATO
Il ricordo di un amico
Scrivere di ricordi, scrivere di nuvole di vita,
scrivere in ricordo di una vita.
Non so cosa abbia spinto "Il Direttore" a portare nel lontano 1989 il "Laboratorio Internazionale della Comunicazione" a Gemona,
un'intuizione, un ricordo, una sperimentazione, so che De Marchi era stato a Gemona nell'immediato dopo terremoto e si era fatto la
promessa di portare il "Lab" qui da noi. Persona di carattere, promessa mantenuta. Per
noi che da tanti anni, viviamo in un certo
modo, chi ospitando, chi insegnando, chi frequentando il laboratorio, una fortuna. Per noi
si apre, almeno per un mese all'anno, una
dolce finestra sul mondo, abbiamo avuto e
continuiamo ad avere la possibilità di conoscere paesi e culture diverse. Per un mese, chi
non lo è, ha il privilegio di diventare genitore, amico, confidente di un/una ospite straniera, di cittadini del mondo come noi.
Parlando insieme, la sera, quando si riesce ad
avere un po' di tempo, fai galoppare la fantasia ed ascoltando riesci a spostarti in un paese
mai visto ma che inizi a conoscere, vedi i paesaggi descritti, i colori raccontati, le persone
ricordate, gli amici lasciati, annusi odori mai
sentiti ed assapori piatti mai assaggiati, è strano ma ti sembra di essere in vacanza.
Per gli idealisti, non so se pochi o tanti, quel
mese si trasforma in un sogno, tutte le culture e le razze del mondo che siedono vicine, si
parlano, si scambiano opinioni ed idee, ridono e ballano, si capiscono e si amano, non
fanno la guerra, un dolce sogno di mezza
estate, un ideale da non lasciar morire.
Questo e molto altro ancora penso ci abbia
regalato Bruno De Marchi, Direttore del
"Lab", questo mi viene in mente ogni qualvolta un’immagine mi riporta a lui.
Ma chi era Bruno De Marchi?
Non lo so! In tanti anni di frequentazione del
Laboratorio, penso ci saremmo detti e scambiati cento e non più parole, ci incontravamo,
ci guardavamo negli occhi, ci capivamo così.
Le parole tante volte sono inutili. Eppure De
Marchi maestro di parole era. Le parole che
ora mancano per salutarlo da queste righe, per
ricordarLo mi affido alle immagini.
Mi ricorda uno "Sbilf", un folletto, piccolo,
nodoso, con uno spizzo birichino. Gli occhi
fermi, eppure in continuo movimento, vestito
con una anacronistica sahariana, non potevi
non vederlo, non potevi non notarlo. Capace,
la sera del "Gamaiun" di inchiodarti alla poltrona ad ascoltare un fiume di parole. Un
fiume di parole che incantato ascoltavi e a dir
la verità non sempre capivi, ma che, come
una dolce litania, conteneva la vita della persona premiata.
Una persona che, negli ultimi anni, non parlando, ti faceva capire milioni di cose e di
possibilità, una persona che ti faceva amare il
mondo, la sua gente e la sua bellezza. Una
persona che ha arricchito Gemona e la sua
gente. Grazie Bruno e mandi.
Lionello
SOCIETA’
4
Diventerò vecchia e…
Paesaggi e storie nelle case per gli anziani
in cento metri quaVivo
dri, pieni zeppi di ogget-
ti a cui ho assegnato grandi,
medi e piccoli valori…
Oggetti che riconosco parte
e testimoni della mia vita;
oggetti da cui non mi separo
perché potrebbe esserci un
"non si sa mai" o un "con
che cuore"…. Oggetti che
lascerò mio malgrado, un
giorno…..
Se mi troverò nella situazione di ricorrere ad una struttura per anziani (e se l'attuale realtà non subirà modifiche) potrò ritenermi fortunata se mi verrà assegnato
un letto ai lati della stanza,
un comodino e lo spazio di
due ante… Se sarò meno
fortunata, mi verrà assegnato il posto centrale di una
stanza a tre posti letto… E
io, nel mio letto centrale,
quando quel pianto non
contenibile sgorgherà piano
piano dagli occhi, da che
parte potrò girarmi e cercare
il mio muro del pianto?
Cosa porterò con me, quale
sbiadita fotografia, quale
libro sgualcito… perché mi
chiederanno di rinunciare a
quasi tutto?
E trascorrerò le notti con
persone talvolta sconosciu-
te, sentirò nella notte il
pianto esile, sommesso,
continuo, assordante di chi
chiama invano il marito,
morto ormai da tempo,
senza rendersene conto…
Sentirò chiamare ininterrottamente la propria madre, la
bestemmia cruda di chi non
capisce perché si trova li e
non può tornare a casa
sua… Dovrò mettere lì,
assieme agli altri, i passi
incerti della mia memoria,
la paura quotidiana di
diventare come quella
signora che vaga con i suoi
sproloqui…. Dovrò anch'io
sputare la mia rabbia sui visi
di chi si occuperà di farmi il
bagno? Se le cose non cambiano, e ci vuole tempo,
impegno, soldi e cultura per
cambiarle, questo sarà lo
scenario…
Ci vuole tempo a costruire
prima l'idea e poi una diversa realtà, dove si possa finire la propria vita in un luogo
veramente sicuro, dignitoso… Una stanza tutta per sé
(e credetemi, faremo fatica
a sintetizzare tutta la nostra
vita in una sola camera..),
piccola ma interamente
dedicata al nostro mondo
pieno di ricordi, di piccoli
E la
fregatura,
dov’è?
sogni, di palpabili paure…
Oppure una stanza da dividere in due, se ci sarà la
necessità e forse il desiderio
di non sentirsi troppo soli,
magari di specchiarsi in un
viso noto, con cui condividere lo stesso destino….
Perché non poter scegliere?
Ci vuole tempo, impegno
per garantirci un futuro di
scelte: scelta di poter rimanere nella propria casa, vera
scelta di ricorrere ad una
struttura anziché ad un'altra
(e non solo perché è quella
che ha il posto letto libero…) Come potremo rinunciare alle scelte, noi che
stiamo vivendo continuamente rivendicando diritti,
possibilità di scegliere?
Voglio ricordare due signore, incontrate in questi anni,
raccontarvi due brandelli di
vita, con un misto di ironia e
di malinconia… Ovviamente userò nomi fittizi.
Adele con i suoi novanta
anni, era seduta, sfogliava
con mani ossute e tremanti
il quotidiano. Accanto a lei
Luigi, secco, dall'equilibrio
incerto, sordo e con un parlare incespicante. Lui se ne
stava li accanto con disarmante semplicità, sorrideva
a lei e a chi si avvicinava.
Adele invece si immaginava
lontana… Sedutami al loro
tavolo, ho chiesto a Adele
come si trovava, non era
nemmeno un mese da quando era arrivata…
"Cosa mi chiede mai, ma ha
visto dove mi trovo? Pensare che un tempo, uscendo
dalla Messa dal Duomo gli
facevo la carità, ora sono
qui e lui mi sbava accanto….". Luigi ignaro sorrise.
E' stato come ricevere uno
schiaffo. Adele non era classista, rivendicava solamente
uno spazio che aveva sempre avuto e perso nel giro di
pochi giorni…
Ricordo
Maria, seduta
secca secca nella sua poltroncina. Chiamava continuamente sua madre. Quel
giorno, indifferente alla
recitazione del rosario, era
di nuovo lì con un ininterrotto "mame, mame, mame,
mame, mame…" Ero nella
stanza accanto e non riuscivo a tenere vicino due concetti, continuamente risucchiata da quell'invocazione… Cosi mi alzai e andai
da lei, cercando di interromperla, distraendola.
"Maria, ma si ricorda quanti anni ha?" Maria, distolta
dalle sue invocazioni, sorpresa e sospettosa mi rispose borbottando e poco incline al dialogo non chiesto
"Ottanta, ottanta e qualcosa..". "Maria, ottantasei"
dissi io, azzardando ma
vicinissima al dato reale
"ottantasei e quindi sua
madre non può essere ancora viva…". Maria, sempre
più indispettita, in un unico
fiato, stizzita mi rispose
"morta una madre, se ne fa
una altra…". Implacabile e
divertita, incalzai dicendole
"Ma Maria, non è parlando
del papa che si dice…".
Maria mi interruppe e sibilò
"Vai sul porco…". Finì la
comunicazione! Maria era
una combattente, senza
chiarezza sul nemico. Dal
suo mondo di nebbia, usciva
armata con tutti i mezzi che
possedeva. Maria ci ha
lasciati diversi anni dopo,
meno agguerrita e più persa
nel suo mondo di nebbia.
Perché ricordarle? Perché ci
vuole poco per dimenticarle, quando invece bisogna
inserire la loro storia nel
progettare una realtà diversa
per le generazioni che ci
hanno generato e per noi,
futuri anziani….
Ripensare ad uno scenario
diverso, a strutture che
abbiano disponibilità di
camere ad uno o due posti
letto, per cancellare definitivamente stanze a tre posti…
Ripensare a strutture dove
sia possibile differen-
MOSTRE
5
La grande guerra in mostra
Mario Monicelli alla Galleria della Cineteca
Mario Monicelli e Gloria De
Antoni hanno partecipato all'inaugurazione della mostra
fotografica
I
SENTIERI
DELLA GLORIA, domenica
29 maggio, alla Galleria della
Cineteca, in Piazza Municipio
2 a Gemona (UD).
reportage di Gloria De Antoni I
SENTIERI DELLA GLORIA IN VIAGGIO CON MARIO
MONICELLI SUI LUOGHI
DELLA GRANDE GUERRA,
girato la scorsa estate a Sella
Sant'Agnese, Venzone, Palmanova e Marano Lagunare.
In esposizione una selezione di
immagini scattate da diversi
fotografi di scena, tra cui spicca il nome di Sergio Strizzi, sul
set del film LA GRANDE
GUERRA, girato da Monicelli
in Friuli nel 1959, insieme ad
altri scatti realizzati sul set del
La mostra resterà aperta tutta
l'estate, nei giorni festivi, con il
seguente orario: 10.30-13 e
15.30-19.30.
ziare spazi a seconda delle
esigenze delle persone.. Perché si deve rimanere tutti
vicini, indifferentemente
dalle proprie storie, situazioni? Noi forse condividiamo spazi privati con chiunque? Perché essere anziani
dovrebbe significare l'impossibilità assoluta di scegliere compagni, vicini di
ventura?
Ripensare a spazi verdi realmente fruibili, con sentieri
praticabili che portano
verso aiuole fiorite, panchine all'ombra di un pioppo,
nel recupero di passati
gesti.. Luoghi interni ed
esterni dove io potrò seguire
quel richiamo disumano che
mi farà vagare senza meta
precisa ma con una spinta
così forte.. Luoghi interni ed
esterni dove io potrò rimanere a parlare con altri o
stare in silenzio, senza
temere di essere continuamente assillata da chi sta
cercando la sua isola persa
da chissà quanto tempo…
Ci vuole tempo affinché
visitiamo tutte le strutture
che ci sono nel nostro territorio e ci interroghiamo
sulla casa della nostra vecchiaia… Ci vuole tempo per
distrarci dalla quotidianità e
riflettere sui nostri desideri
Mario Monicelli a Sella Sant'Agnese (Gemona, UD) durante le riprese del reportage I
SENTIERI DELLA GLORIA - IN VIAGGIO CON MARIO MONICELLI SUI LUOGHI
DELLA GRANDE GUERRA (2005) di Gloria De Antoni. Foto Ivan Marin.
rispetto ai nostri ultimi
anni… Ci vuole tempo, e il
tempo scorre veloce, mentre
riflettere, progettare scenari
futuri, legiferare, avanza
lentamente…
Ci vuol tempo… ma è il
nostro futuro e dobbiamo
farcene carico, uscendo dall'assoluta rimozione e provando ad immaginarci vecchi, lontani dal nostro modo
frenetico di vivere, dai
nostri diritti, dalle nostre
"ricchezze". Trascorriamo
la vita progettando ma
incredibilmente smettiamo
di farlo nel momento in cui
ci balena l'idea della nostra
vecchiaia. Ci crediamo
forse degli eroi, che muoiono giovani e belli? O
meglio non tanto vecchi e
comunque belli?
Kathia Cragnolini
TERRA ARCIGNA
E' la solitudine di una cultura che sta svanendo;
immagine di una civiltà contadina ormai svilita.
Uomini senza volto, senza età,
colti in momenti che ormai sono senza tempo.
Mani dure bruciate dal sole
che hanno la forza di stringere il vuoto.
Ricordi di rabbie contadine ingoiate in mille silenzi,
mediati dal vino chiamato a rompere un antico pudore.
Di fanciulle sfiorite come fiori passiti,
di un infanzia veloce,
di polenta nel latte,
di mogli rigonfie di feti e di tigna,
di miserevoli case fumose,
di ghigni sdentati,
di calci su sciancate sedie,
di scarpe pesanti di stallatico effuso.
Amarezza, solitudine, rabbia,
per una civiltà perduta,
speranza nascosta per un domani migliore.
Ermino Forgiarini
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6
Eutanasia del referendum
Astuzie, paure, contraddizioni e conseguenze dietro (e
dopo) le urne vuote
Rubrica a cura di
Gianni Canzian
omenica, ore 9,30, esco
dal seggio, guardo alcune
signore che entrano, e
improvvisamente mi rendo
conto che, anche se non le ho
mai viste, so perfettamente da
che parte stanno. Fa una strana sensazione, un po' lettura
del pensiero. Mica così divertente, però. Per la prima volta
dal 1945 il voto, su temi per
di più di estrema delicatezza,
non è stato segreto, bastava
sedersi fuori da un seggio e
vedere chi entrava.
E' solo una (e non piccola)
delle conseguenze del massiccio invito all'astensione,
furbizia con la quale una
parte del Paese, temendo di
essere minoranza, ha scelto di
vincere non con la forza delle
proprie idee, ma impedendo
alla maggioranza di decidere.
Un'altra conseguenza clamorosa è la morte definitiva dell'istituto referendario.
Era già stato messo in crisi
dai referendum a raffica del
1993, 1995 e 1997, quando si
chiese ai cittadini di votare
per decine di quesiti spesso di
scarso rilievo e comprensibilità (a chi mai interessava, ad
esempio, la soppressione dell'ordine dei giornalisti, o della
"golden share"?). E' dal 1995,
infatti, che il quorum non si
raggiunge più.
Ma la vera arma finale, quella che renderà ogni futuro
referendum un semplice spreco di soldi, è la scelta di legittimare e promuovere l'astensione. La mossa infatti è sleale, ma efficacissima. Quelli
che ai referendum non votano
mai (per impossibilità, disinteresse, sfiducia o qualunquismo) sono ormai quasi la
metà dei cittadini. Qualunque
minoranza si allei alla massa
degli indifferenti a questo
punto ha già vinto.
osa resta sul terreno dopo
questa battaglia truccata?
D
C
Non che ce ne fosse bisogno,
dopo anni di politica sempre
più diseducativa e amorale,
ma l'astensione ha sferrato un
pesante colpo al già barcollante civismo degli italiani.
Cosa pensare quando, pur di
non perdere, persino i presidenti di camera e senato consigliano ai cittadini di andare
al mare? E sentire poi molti
politici esultare perché "Ha
vinto il parlamento e la saggezza dei cittadini!"? Buono
a sapersi, evidentemente il
cittadino saggio è quello che,
non votando, non disturba il
manovratore (a Cuba o in
Birmania infatti non si vota).
Per la chiesa sembra un successo, ma è proprio vero? La
Chiesa, come è noto, vede
nelle biotecnologie, nel superare le "leggi di natura", una
minaccia per il suo futuro e
per quello dell'umanità. Se la
diffidenza per la scienza è
quasi un riflesso condizionato
(da Galileo a Darwin a Freud
ogni nuova scoperta venne
vissuta come una minaccia
alla fede), i pericoli di una
tecnologia svincolata dall'etica sono una inquietante
realtà. Sbaglia però chi nell'indicazione a disertare le
urne vede il diritto-dovere
della Chiesa ad esprimere il
suo magistero: chiedere ai
fedeli di votare no sarebbe
stato un messaggio etico,
chiedere di non andare a
votare è invece una mossa di
bassa cucina politica, astuta
sul breve termine, ma dannosa rispetto al suo ruolo di
magistero spirituale. Vuotare
le urne è tutt'altra cosa che
riempire le chiese.
Ha vinto l'embrione? Forse,
se davvero fosse una "persona", ma credo che nemmeno i
più agguerriti difensori della
vita (pronti ad indicare in
ogni votante un nipotino di
Mengele) ne siano convinti.
Del resto tanta santa obbedienza alla Chiesa da parte di
politici divorziati e risposati,
neopagani seguaci del dio Po,
ex radicali e "mangiapreti",
lascia quantomeno perplessi
sulle vere motivazioni di
tanto impegno.
Ha vinto, probabilmente, una
miscela di stanchezza, disillusione, paura della scienza,
difficoltà ad addentrarsi su
temi complessi. Una diffusa
"scelta di non scegliere", probabilmente favorita anche dal
fatto che quasi nessuno realisticamente si attendeva il raggiungimento del quorum.
rimasta una legge piena
di contraddizioni.
Il divieto alla soppressione
degli embrioni (ovvero di
poche cellule indifferenziate)
è infatti incompatibile con
l'attuale legge sull'aborto (che
permette di sopprimere un
esserino incapace di pensare
ma composto da miliardi di
cellule e già dotato di cuore,
muscoli, sistema nervoso).
Anche la spirale (che agisce
impedendo l'impianto di un
embrione già formato) e la
"pillola del giorno dopo"
dovrebbero per coerenza
essere vietati (o ci sono
embrioni con più diritti di
altri?).
E' rimasto il divieto (tutto italiano) alla fecondazione eterologa, strano divieto visto che è
praticabilissima (e ampiamente praticata) seguendo le normali leggi di natura, tanto che
i figli "eterologi"
sono molto più
numerosi di quanto si creda (ricerche
genetiche
dicono che circa il
10% dei figli ritenuti "legittimi" in
realtà non lo
sono).
Perché
avere un figlio da
un donatore anonimo sia illegale e
punibile, e averlo
con un amico
disponibile no, è
un grande mistero.
Non parliamo poi
dell'incredibile
obbligo
ad
impiantare anche
un
embrione
affetto da gravi
malattie geneti-
E'
che, o gli ovuli fecondati in
una donna che dopo l'espianto abbia, per qualche motivo,
cambiato idea (abbiamo un
parlamento di sadici?).
ifficile però non porsi un
quesito di fondo: perché,
per molte chiese e per molti
politici, la sorte degli embrioni, piccoli ammassi di cellule
indifferenziate del tutto prive
di sensazioni, pensieri e
coscienza, commuove molto
di più dei milioni di bambini
e adulti che ogni anno vengono uccisi, o muoiono di fame
o per malattie curabilissime,
nell'indifferenza del mondo?
E' solo opportunismo politico? Anche, ma non solo. C'è
in molti, consapevole o
meno, la paura di perdere i
riferimenti e i confini su cui
le religioni, l'etica, ma anche
il pensiero comune, si sono
costruiti.
Fino a pochi decenni fa la
nascita e la morte erano territori misteriosi in mano a Dio,
o, per i non credenti, al destino. La vita iniziava con la
nascita (prima non vi erano
possibilità di interferire) e
terminava con la morte naturale (staccare o meno la
spina, decidere se una vita
vegetativa sia ancora umana,
erano domande insensate
D
REFERENDUM
7
quando non vi era alcuna
spina che prolungasse la
vita). Anche i bimbi nati con
gravissimi handicap inevitabilmente morivano in breve
tempo.
Così, pur restando spazi di
discussione sulla possibilità
di accedere al paradiso per i
bimbi non battezzati, o sulla
presenza (a lungo negata) di
un'anima anche nei popoli
selvaggi, scienza e fede operavano entro confini chiari.
Tutto cambia quando ci avviciniamo ai confini della vita.
Non v'è dubbio che l'embrione sia vivo, ma questo di per
sé non ci dice nulla (lo è
anche una formica, o un batterio). Quando però un uomo
è un uomo? Alla nascita, a sei
mesi (entro i quali è possibile
l'aborto terapeutico), a tre
mesi (limite per l'aborto
volontario), o, tornando
indietro, quando una singola
cellula, l'ovulo, è stata fecondata?
Quando è in grado di pensare,
di sentire, di soffrire? Questo
escluderebbe i primi mesi di
gravidanza, ma non escluderebbe invece il nostro gatto
(che, come ben sanno i tanti
estimatori, è capace di pensiero e anche di affetto), e
probabilmente nemmeno i
robot di futura elaborazione.
Quando possiede un'anima?
Al di là dell'impossibilità di
dimostrarne l'esistenza, pensare che ogni embrione abbia
un'anima porta a non pochi
paradossi. Visto che in natura
più del 90% degli ovuli
fecondati non attecchisce o
muore poco dopo, dobbiamo
pensare a un paradiso (il
limbo è stato da poco cancellato) popolato da anime di
zigoti, morule e blastule? E
che senso avrebbe il giudizio
finale, la bilancia di meriti e
peccati, per miliardi di anime
impossibilitate a compierli?
Lo stesso del resto accade nel
confine, sempre più ampio,
fra morte cerebrale e morte
biologica. Therry Schiavo era
ancora una donna, o un corpo
sopravvissuto di 15 anni alla
morte della donna che lo abitava? E i gravi dementi che
sopravvivono, senza peraltro
rendersene conto, solo grazie
a cure straordinarie, sono
ancora fra noi?
ai confini
Piùdellaci sivita,avvicina
più tutto si fa
sfocato, e anche il confine fra
uomo e materia, su cui si
regge tutta l'etica laica e religiosa, diviene indistinto. E
quando il confine è indistinto,
anche ciò che esso contiene,
ovvero noi, la vita umana così
come la conosciamo, si riempie di dubbi e di spazi d'ombra. Allora, o ci avventuriamo, con il rischio di perderci,
in queste lande di confine,
alla ricerca di verità che forse
neppure ci sono, oppure
costruiamo alte mura per presidiare i confini conosciuti,
quelli nei quali ci muoviamo
da sempre.
Dietro la difesa dell'inviolabilità della vita umana (che
invece è barbaramente viola-
ta, ogni giorno e in tutto il
mondo, anche, e spesso
soprattutto, dai più accesi
difensori degli embrioni e
della fede) c'è quindi anche
una grande, comprensibile
paura per l'immenso ignoto
che da poco inizia ad aprirsi
davanti ai nostri occhi, un'oscurità non più illuminata da
un Dio o da una fede.
Per chi vuole difenderci, ma
soprattutto difendersi, dall'ignoto, anche scelte che sembrano razionali (la fecondazione eterologa, l'uso di cellule embrionali per la cura di
molte malattie) divengono
porte da non socchiudere, perché potrebbero chiudersi alle
nostre spalle e aprire spazi
dove potremmo smarrirci.
Fu, del resto, per le stesse
paure, che Galileo fu costretto all'abiura (se la Terra non
era più il cuore del creato, ma
un oscuro pianetino, davvero
l'uomo era al centro dei disegni divini?), e che oggi le
ideologie neo-creazioniste
vogliono cancellare l'evoluzionismo dalle scuole.
E' sempre un problema di
confini: se l'uomo deriva
dalle scimmie, quale fu la
prima scimmia a ricevere
un'anima? e in cosa era diversa da suo padre che non l'aveva? o anche l'anima evolve, e
allora l'intera vita ne è dotata?
o forse l'anima non c'è?
Basta credere ad Adamo ed
Eva, all'argilla e alla costola,
e tutto diviene molto, molto
più semplice, e fa molto
meno paura.
Io vescovo sono andato a votare
La riflessione del giorno dopo...
Ho votato per il Referendum, anche se a
risultati già scontati.
Ho sempre partecipato alle civiche consultazioni, per principio e per la consapevolezza "storica" che le astensioni - oltreché
accomunarti con chi lo è per spirito anticivile o per trascuratezza - non di rado (e questo...fin dal Risorgimento!) ti rendono corresponsabile della vittoria delle posizioni
opposte.. Ero dunque particolarmente perplesso di fronte alla posizione tempestivamente proposta dai vertici della CEI ed inevitabilmente accolta dagli altri vescovi
(logicamente anche dal Papa) e poi da tutta
l'istituzione ecclesiale. Tanto più che a farla
interpretare come un espediente astuto
(anche se meno determinante del "no", che
esclude per cinque anni il testo rifiutato),
quasi l'invito ad un compattamento trasversale e manifesto dei cattolici, sopravveniva
l'adesione entusiasta di tanti settori della
politica, anche di quelli per sé meno interessati in quanto in grado di affrontare viaggi onerosi verso Paesi con leggi più permissive, o di quanti di solito non sono così sensibili a motivazioni ispirate da principi religiosi (denominati per l'occasione "atei
devoti").
Una conferma veniva anche da una autorevole Rivista cattolica, che suggeriva di controllare la sera della domenica la percentuale
dei votanti, perché nel caso di una forte partecipazione, ritenuta favorevole al "sì" (cioè
alla modifica della legge) si potesse il lunedì
mattina andare a votare per il "no".
Trovavo che in atmosfera di testimonianza
aperta e di confronto fraterno sarebbe stato
più sereno anche il dialogo con chi non esclude che l'identità umana possa riconoscersi
nell'embrione solo al precisarsi del DNA
individuale o all'annidamento nel seno materno, sembrando inconcepibile che la natura
stessa (quindi il piano divino) disperdendo
molti ovuli già fecondati, distrugga tante vite
umane estromesse dallo sviluppo; facendo
anche comprendere che, nell'incertezza, la
Chiesa deve sostenere la parte più sicura.
Qualunque fosse l'opinione personale, mi
sembrava dovermi comunque adeguare tanto più come vescovo - all'opinione di S.
Paolo il quale, posto di fronte al problema
delle parti di animali immolati per i riti ufficiali e vendute a basso prezzo sul mercato,
dichiarava di rinunciare alla sua disponibilità
a servirsene - data l'inesistenza degli idoli se questo avesse potuto scandalizzare chi
invece si sarebbe sentito coinvolto dal culto
idolatrino (v. 1 Cor cap. 8).
Mi ero chiesto se questa modalità di impegno, che potrà portare al raggiungimento di
un traguardo immediato, non possa avere
risvolti meno positivi nella sensibilità dei cittadini, forse degli stessi fedeli, a cui si è arrivati a dichiarare (anche da parte di un Cardinale!) che non solo votare "sì", ma semplicemente andare a votare fosse peccato mortale!
Spero di non incorrere nella conseguenza di
essere considerato un cristiano "disobbediente" (anche se autorevolmente era stato
precisato che si trattava solo di un suggerimento, sia pure forte e insistente).
Ma mi sembrava doveroso - a Referendum
concluso per non turbare l'indirizzo ufficiale
- tranquillizzare la coscienza di quanti hanno
ritenuto che partecipare al voto fosse moralmente legittimo, quale testimonianza civica
più efficace.
Mosignor Luigi Bettazzi, vescovo
Da “Mosaico della Pace”
LUOGHI&STORIE
8
La cjase dai cuarvats
Tra leggenda e........
osservi Gemona
Chiunque
dalla pianura resta colpito
dalla sua singolare posizione:
la città si distende piacevolmente adagiata sopra le verdeggianti dorsali prealpine
dei monti Cjampon, Cuarnan,
e Glemine che la proteggono
dai venti di levante nel loro
capace grembo dischiuso alla
maniera di un ventaglio.
Il Glemine in particolare, si
protende roccioso con linee
quasi eleganti lungo l'estremità orientale di Gemona e si
incunea degradando verso il
basso vicinissimo al nucleo
abitativo più antico. Scosceso, sovrasta il Duomo e termina poco dopo bruscamente
interrotto nel suo possente
fianco con un taglio netto
formando degli strapiombi
evidenti.
Alta, a mezzo monte a quota
mt. 450 posizionata sotto un
marcato strapiombo, si nota
chiaramente una grezza
costruzione di pietra: è la
"cjase dai cuarvats”. Si tratta di un antico punto di osservazione nonché di guardia
attestato almeno fin dal
1500. Le prime frammentarie notizie di questo primitivo luogo risalgono addirittura al 1261, in una scrittura
del notaio Giacomo Nibissio
trascritta a Gemona il 26
febbraio di quell'anno e
depositata presso l'archivio
comunale, in cui si fa chiaro
riferimento a un certo "Pellegrino" che giurò nelle mani
del Vicario di Gemona di
guardare e custodire per
conto del Patriarca di Aquileia "Castrum Montis Falconis quod situm est desuper
montem Glimine de Glemo-
na".
Era chiamato così il monte
Glemine nel periodo medioevale: "Montis Falconis" e
secondo alcuni storici il
"castrum” potrebbe essere
stata una specola che sorgeva
proprio sopra il monte, o su
una cima secondaria in un
punto elevato, ma nessuno ne
ha mai trovato traccia, anzi è
alquanto poco probabile che
sia stato costruito un grosso
edificio proprio lassù!
Potrebbe
verosimilmente
trattarsi proprio del documento della "cjase dai cuarvats", onorata del titolo di
"Castrum" che allora aveva
anche il significato di specola, vedetta e palombaro!
Un sentiero alquanto malagevole sale nei pressi del
duomo, e rapidamente accede alla solitaria e misteriosa
"cjase dai cuarvats”. Questa
è una costruzione in parte
crollata, si compone di un
unico vano di 12 metri x 3,
che sfrutta un incavo roccioso chiuso verso valle da un
muro in pietra: si possono
vedere elementi caratteristici
di una costruzione a due
piani. Superiormente si notano due belle ma rozze bifore
prive della colonna centrale,
al livello sottostante una specie di focolare posizionato
oltre la metà della costruzione, alcune finestre a feritoia,
l'ingresso, e una porticina
che dava all'esterno sul versante a mezzogiorno che
conduceva probabilmente a
un terrapieno antistante ora
scomparso: forse il posto
della vedetta. Sono ancora
chiaramente visibili i fori di
incastro delle travature che
sostenevano il pavimento del
primo piano,ai quali corrispondono delle incavature
scavate nella roccia. Molti i
tratti crollati, dovuti alla
vetustà della costruzione,
sono depositati sul pavimento e formano uno spessore di
anche 50 centimetri sopra
quello originario. La muratura che ha uno spessore di
circa 60 centimetri è costituita da una doppia fila di sassi
lavorati grossolanamente di
origine locale, solo le pietre
scolpite ad arco alle finestre
e alle porte sono in "tof"
(tufo) e provengono senz'altro da un altro luogo. I resti
di pitture che O. Marinelli
nel 1912 cita nella sua:
"Guida delle Prealpi Giulie"
sono oramai scomparsi;
dallo stesso apprendiamo che
nel XV secolo la cjase dai
cuarvats venne utilizzata
come vedetta durante le scorrerie Turche.
Da lassù si ammira uno
splendido panorama che
comprende una vasta parte
della pianura Friulana; da qui
un tempo si poteva controllare il passaggio sulla via principale lungo la valle del
Tagliamento e si può intuire
che questa opera faceva parte
di un sistema assai vasto di
difesa e avvistamento; infatti
si trova in comunicazione
visiva con il castello di
Gemona, con i non lontani di
Artegna, di Bragolino (sulla
destra Tagliamento), di
Osoppo, di Grossemberg
(sopra Ospedaletto).
L'antichissima sentinella saldata tra le rocce del M.Glemine oggi è l'unica testimonianza del passato rimasta
integra nonostante i terremoti del 1976, resistendo molto
bene: questo fa ipotizzare
che abbia sopportato altrettanto bene i sismi del 1511, e
forse anche del 1348 che
sono stati di una violenza
quantomeno pari a quella del
1976.
L'uso e la funzione che ebbe
ormai è dimenticato, e per
dare un significato alla sua
esistenza, come spesso acca-
La cjase dai cuarvats
"La liende dal sassin
di strade"
di Valentino Ostermann
A contin che un zovin si fos
innamorat di una fantate di
Glemone, e che inacuart che
je i mancjave di fedeltat,
par gelosie i ves dade une
curtissade e la ves mazade.
La justizie a cirive di cjapalu par dai la condane; ma
lui, scjampat, si ere butat tal
bosc,e là al viveve come lis
bestis.
Par necessitat ogni tant al
scugnive metisi su la strade
e assali chei che passavin, e
robaur i bez. Ma no l'ere mai
sigur di podei durmi i siei
siums, cence chadei in man
da justizie; par chest, al lave
a sta' cumò in une grote
cumò in un'altre, ma al veve
simpri pore di sei piat in trapule; e par chest si ritirave
tai siz pui periculos. Al veve
cjatat su la mont di Glimine
dongje Glemone un cret a
straplomb, e sot di chest a si
parave das plois e da nev. A
riduess di chest a la' fat un
mur sul denant cui siei balcons e cul fogolar, a si ere
fat une cjase dulà che nessun varess podut la', se lui
al butave ju' class.
Ogni tant al vegnive ju'par
proviodisi di ce che i coventave.
Erin diviers dis che nessun
al vedeve plui il sassin di
strade, dopo qualchi timp si
vedeve entra' pai balcons i
corvaz. Cussi a capirin che
il sassin l'ere muart, e a son
las su' a viodi: lu an cjatat
miezz mangjat das bestis, e
d'alore in poi la so' cjase fo
clamade la cjase dai corvaz.
LUOGHI&STORIE
9
de, è nata una leggenda; ne
riassumo quella (che tutti noi
conosciamo) già presentata a
cura di Valentino Ostermann (Gemonese, friulanista studioso delle tradizioni
popolari) su "Pagine friulane"del 1888 scritta in friulano originario dell'epoca: "La
liende dal sassin di strade", e
quella romanzata cha è una
versione abbellita scritta nel
1960 da Italo Calligaris
edita dalla Pro Glemona;
entrambe concorrono nella
stessa verità; la prima è piuttosto semplice, l'altra molto
più gradevole rivela una
forma sentimentale, espressione di chi ha profondamen-
te conosciuto e amato la
nostra città.
Il Calligaris invece narra che
dopo il disgelo, il Glemine,
si ripopola di verde e di usignoli, e sul versante a sud
spunteranno da grani di terra
prigionieri delle rocce, lunghe foglie a forma di scimitarra. Sono le foglie dell'iris,
il fiore azzurro violetto che
predomina sul Glemine. Su
quella parete alzando lo
sguardo ci si imbatte in una
rozza costruzione che sembra parte integrante del
monte, è poco più di un
muraglione con delle feritoie
al quale si può accedere percorrendo uno scosceso sen-
"La leggenda di una bionda
castellana e del sassin di
strade"
di Italo Calligaris
In un'epoca che si perde nella notte dei
tempi il castello di Gemona era l'abitazione del signore del luogo, un nobile
d'oltre alpe che aveva una figlia bellissima dalle trecce di seta e dagli occhi
azzurro chiaro come le acque dei laghi
del nord. Era una ragazza dolce dallo
sguardo sognante, sovente si affacciava
alle bifore della torre, si sentiva sola e le
piaceva contemplare, nel parco del
castello, il lavorio incessante del picchio, le acrobazie della cinciallegra sui
rami degli abeti, si rallegrava al canto
della capinera. Mai, tranne gli armati del
padre, vedeva scendere o salire qualcuno
lungo il sentiero che portava al maniero.
Ma un giorno sul sentiero che portava
alle torri apparve agli occhi della fanciulla, un giovane del luogo, costui veniva chiamato al castello di tanto in tanto
per svolgere umili mansioni. Fu un rapido, sfuggente intrecciarsi di sguardi, poi
questi si fecero più arditi e frequenti, finché sui loro volti apparve un timido sorriso. Niente di più. Da allora ogni volta
che il giovane veniva comandato al
castello trovava la bella castellana alle
bifore quasi per mutuo accordo. Era un
continuo incrociarsi di sguardi, cauti
all'inizio poi dolci, teneri, struggenti e
nacque tra loro, fatto di niente, l'amore.
Un sentimento puro e delicato ma così
fragile che finì ancor prima di nascere.
Infatti un giorno la bella castellana non
apparve più alle bifore della torre e gli
sguardi del giovane non incontrarono
che due occhiaie di pietra.
Qualche tempo dopo il Signore del
castello annunciava ai sudditi, il matrimonio della figlia con un vecchio conte
con il quale si era trovato in rivalità e
occupava un castello vicino. Una sera,
tiero celato tra gli arbusti.
Molti dicono che si tratti di
un posto medioevale di difesa ;altri sostengono sia quel
che rimane di un luogo di
segnalazioni
dell'epoca
romana. Ma forse non è così.
Chi abita queste terre chiama
l'antica costruzione "la cjase
dai cuarvats" e la lega ad una
antica leggenda tramandata
da padre in figlio da generazioni e generazioni. E' la leggenda di una bionda castellana e del "sassin di strade".
generazione di
Aquella
quasi cinquantenni che
come me ha eletto quel luogo
a terreno di avventura e di
poco prima delle nozze, il giovane salì
furtivamente il sentiero che portava al
castello. Portava con sè un semplice
mazzo d'iris, il fiore azzurro violetto del
Glemine; l'umile omaggio di chi aveva
trovato negli occhi azzurri della fanciulla, tenerezza e amore. Ma il mazzo d'iris
non raggiunse le bifore. Gli armati del
castello sorpresero il giovane e lo trascinarono di fronte al nobile Signore. A
nulla valsero le sue giustificazioni: fu
deriso, frustato ed espulso dai domini
del nobiluomo. In preda all'umiliazione,
al dolore e allo sconforto il giovane
lasciò il castello, ma non andò molto
lontano, non obbedì all'ingiunzione di
lasciare la sua terra. Fu così che salì sul
Glemine, dal versante che guarda a mezzogiorno. E sasso dopo sasso sul monte
si costruì il suo rifugio. Ma al dolore si
aggiunse ben presto il peso della fame e
della solitudine e la sua mente cominciò
a vacillare.
Venne il giorno delle nozze. Dal suo
rifugio fortezza il giovane guardava la
strada sottostante: smunto e ridotto in
stracci osservava i nobili invitati che
arrivavano da ogni dove paludati in sontuose vesti. Guardava le scorte degli
armati; i paggi che recavano doni. Dal
gioco vada questo modesto e
incompleto lavoro, perché
rivivano forse anche con un
po' di nostalgia quei tempi
passati, ai loro figli e alle
giovani progenie Gemonesi
affinché sappiano, conoscano e tramandino ancora storia e leggenda di queste terre.
Massimo Copetti
Bibliografia:
Italo Caligaris "La cjase dai
corvaz" 1960;
Don Valentino Baldissera "
Da Gemona a Venzone"
1891;
L. Savoia U.Sello "Mondo
sotterraneo” 1979;
Soc.Filologica
Friulana
"Glemone 1965-2001".
castello gli giungeva il suono delle
trombe; dal borgo sottostante il vocio
dei popolani che si apprestavano alla
festa. Dagli occhi lacrime cocenti gli
scendevano lungo le guance. Nella sua
mente malata, al suono delle trombe e al
vocio dei popolani si aggiunsero le risate di scherno. L'immagine del padre
della sposa , la sua voce, i suoi iris calpestati, il sibilare della frusta; nel suo
cervello fu presto il caos. E un urlo inumano gli uscì dalla bocca. Le forze ingigantite dalla follia, si mise a smuovere
grossi macigni , che fece rotolar giù, uno
dopo l'altro, uccidendo fanti, cavalieri,
paggi. E giù sassi e sassi ancora, accompagnati da una risata folle, finché sentì
che qualcosa in lui si stava schiantando.
Si appoggiò alle rocce, lo sguardo ormai
vitreo sulla strada sottostante: morì.
Quasi per magia frattanto gli azzurri iris
spuntarono accanto alle mani immobili
del giovane. Infine, dalla cima del
monte, un nero gracchiare alato. A decine, con il loro goffo volo i corvi scesero
sul rifugio e se ne impadronirono. I
corvi, solo i corvi abitano da allora il
rifugio di quel giovane tuttora ricordato
con il poco benevolo appellativo di
"sassin di strade"….
ONORANZE FUNEBRI IRIS
Ospedaletto di Gemona
Servizio continuato 0432 983517
COSE PUBBLICHE
10
Intesa per Gemona: un anno dopo
Bilancio del lavoro svolto dal gruppo consigliare ad un anno dalle elezioni comunali
cosa la politica….un
Strana
anno fa le famiglie gemo-
nesi erano bombardate di
proposte, informazioni, progetti, notizie di ogni tipo
sulla vita e le prospettive dell'amministrazione pubblica
del paese, ed ora, invece, ad
un anno dalle elezioni comunali, di cosa si sia deciso in
Consiglio comunale e ancor
più nelle segrete stanze dell'Amministrazione comunale
nulla è dato di sapere se non
ai soli e soliti "addetti ai
lavori".
Lo stesso periodico comunale, pubblicato con i soldi di
tutti i cittadini e con una
veste grafica di dubbio gusto,
che sembra "scimmiottare" il
locale periodico parrocchiale
(!), è stato edito e riservato
alla sola Giunta comunale
negando così qualsiasi nostro
contributo e qualsiasi inserzione, impedendo di fatto di
far sentire le nostre idee e le
nostre proposte, come se il
30% dei gemonesi che ci
hanno votato non avessero
diritto di parola.
Anche nelle sedute del Consiglio, la Giunta comunale,
con l'eccezione di qualche
assessore illuminato che
ritiene condivisibili le proposte di Intesa, ha respinto
qualsiasi proposta o suggerimento che provenisse dai
banchi del centro sinistra.
Eppure, le questioni che avevano caratterizzato il programma elettorale di Intesa
si sono rilevate talmente centrate ed essenziali che l'Am-
ministrazione, se pur tardivamente ed in modo spesso
improvvisato, ha dovuto
affrontarle: la riapertura del
mercatino delle pulci in Centro storico, l'apertura, se pur
episodica, del parco del
Castello, l'affidamento della
gestione del parco di via
Dante, ecc. ecc.
Le questioni più preoccupanti, però, sono due:
- L' assetto urbanistico del
paese e l'uso indiscriminato
del territorio.
- Il vecchio e consolidato uso
strumentale della carta stampata, attraverso continui spot
di annunci eclatanti ripetuti
nel tempo, che cerca di
mascherare un bassissimo
livello di efficienza e di qualità nella gestione della cosa
pubblica.
La questione urbanistica ha
tenuto banco anche in questa
prima parte della legislatura,
tant'è che sono state presentante già due nuove varianti
che continuano nella logica
perversa di una "deregulation
urbanistica", attraverso l'occupazione di sempre più
ampie parti del territorio con
la cementificazione selvaggia, a fronte di una disponibilità edilizia ben superiore
alla popolazione residente e
con l'evidente conseguenza
di abitazioni vuote e con
costi di gestione delle infrastrutture sempre più alti.
Abbiamo, infatti, più chilometri di strade urbane (spesso abbandonate all'incuria e
al degrado) di una città come
Se sentite
qualche brivido,
non è una corrente d’aria.
Il GTI è tornato.
Bolzano, che però conta una
popolazione quasi dieci volte
superiore.
Ed ora, se non bastasse, l'ultima invenzione: la bocciatura di fatto del piano particolareggiato della Statale 13,
per altro mai attuato e costato fior di milioni molti anni
fa, che renderà la statale stessa, già impercorribile, una
specie di supermercato lungo
diversi chilometri (copiando,
tardivamente, altre realtà
della cintura udinese) con
ulteriori problemi di percorribilità, ulteriori disagi per le
famiglie che abitano in quella zona e, infine, con un inevitabile peggioramento delle
opportunità economiche dei
pochi esercizi commerciali
rimasti all'interno del paese
ed in particolare nel Centro
storico.
Gli annunci-spot che avevamo già denunciato durante la
campagna elettorale (la ricostruzione del Castello, la
piscina, il palazzetto, S. Giovanni., ecc...) e che periodicamente tornano sulla cronaca di Gemona, sono come dei
sogni che non riescono a trasformarsi in realtà; infatti l'unico progetto che verrà realizzato effettivamente ed in
tempo utile sarà l'unico a
responsabilità ed iniziativa
privatistica (la piscina).
La "questione ospedale"
ancora una volta viene cavalcata utilizzando la carta
stampata con fiumi di parole
e gridando "al lupo, al lupo"
invece di adoperarsi per tro-
Iob Silvano & C.
Gemona del Friuli
vare una soluzione ai problemi veri dell'offerta sanitaria
nel Gemonese.
Certo che il servizio sanitario
sta a cuore a tutti, è indiscutibile. In Consiglio comunale
abbiamo votato all'unanimità
un ordine del giorno in proposito; abbiamo inoltre firmato la proposta della Sinistra per il Comune di modifica della legge 13 regionale.
Ma è proprio scandaloso che
si continui a buttare fumo
negli occhi o si prefigurino
di nuovo battaglie tra poveri
per non fare capire nulla alla
gente di come stanno veramente le cose!
"Intesa", invece, sta lavorando per proporre nel contesto
della modifica della legge 13
un nuovo ruolo per la sanità
gemonese ed in particolare
per la struttura ospedaliera,
verificando sul campo la fattibilità della proposta, incontrando i responsabili locali, i
sanitari, i sindaci interessati,
i tecnici regionali. Pensiamo
a una nuova funzione di
ospedale, in rete anche con
S. Daniele (superando i vincoli territoriali dell'azienda
sanitaria dell'Alto Friuli), per
ridare a Gemona un ruolo
compatibile con i limiti
imposti dai vincoli finanziari
e per offrire ai cittadini un
servizio migliore.
Bruno Seravalli
Capogruppo di "Intesa per
Gemona" in Comune
ex libris
Come l’acqua nel
fiume, come il vento
nella pianura, /
è passato un altro giorno
nella vicenda della mia
vita. /
Di due giorni non ho mai
pensato a darmi cura: /
del giorno non ancora
venuto, e di quello già
andato.
Omar ibn Ibrahim al
Khayyàm «Rubaiyyàt»
GIOVANI&MUSICA
11
Musica e cultura fino all'alba
Il Sunsplash: un’opportunità per il territorio
Sunsplash: spettacolo fino a
quando il sole fa splash, fino
a quando schizza fuori dal
mare per inaugurare il nuovo
giorno. Dal primo al nove di
luglio il parco del Rivellino
di Osoppo diventa teatro di
una gioiosa invasione di
musica e cultura. Il popolo
del reggae porta con sé le
note dei tropici e il desiderio
di incontrarsi per dibattere
importanti questioni politiche
e ambientali.
Abbiamo incontrato Filippo
Giunta, presidente della
Associazione
culturale
Rototom, organizzatrice dell’evento. Gli abbiamo chiesto
di raccontarci quali sono le
motivazioni che stanno alla
base di una manifestazione
così importante e quali prospettive si prefiggono lui e il
suo staff.
Siamo rimasti inevitabilmente stupiti quando Filippo ci
ha raccontato che il Sunsplash, un appuntamento che
dura ormai da 12 anni, ha
avuto origine dal desiderio e
dalla fantasia di quattro
amici, che hanno iniziato a
organizzare piccoli concerti a
Gaio di Spilimbergo, nel
piazzale antistante la discoteca di cui erano gestori. Da
Gaio il Sunsplash si è spostato a Lignano-Latisana e, successivamente, a Osoppo. La
scelta di Osoppo è stata
determinata dal fatto che qui
si svolgeva già il motoradu-
no, di cui si potevano sfruttare le strutture con un risparmio economico. Ma a determinare lo spostamento da
Lignano furono anche i rapporti poco sereni con l’amministrazione di Latisana, che
non aveva capito la portata
dell’evento. Purtroppo le
diverse istituzioni con cui il
Sunsplash si è rapportato
hanno sempre scrutato con
diffidenza questo festival. Gli
amanti del reggae sono guardati con sospetto perché
sostengono la liberalizzazione dell’uso della marijuana,
ma nessuno si preoccupa di
approfondire le motivazioni
filosofiche e religiose che
stanno alla base di questa
posizione: il fumo è considerato un modo per entrare in
comunicazione con dio.
Filippo ci spiega che il popolo del Sunspash non è certo
alla ricerca dello stordimento
fine a se stesso: lo dimostra
la scelta di commerciare gli
alcolici a prezzi piuttosto elevati, per evitare malori e
situazioni difficili da gestire.
Nonostante le innegabili difficoltà l’associazione Rototom si è guadagnata sul
campo il prestigio e la credibilità che oggi le vengono
attribuite: il Sunsplash vanta
i patrocini di regione Friuli
Venezia Giulia, della Provincia di Udine, del Comune di
Osoppo, del Giamaica Tourist Board (ente del turismo
giamaicano) e della
Comunità Europea.
Si tratta di riconoscimenti ufficiali
dell’impegno da
sempre profuso nell’affiancare
alla
musica momenti di
riflessione
ed
approfondimento di
tematiche sociali
legate o vicine alla cultura
reggae.
Il Sunsplash è anche un
momento di solidarietà.
Negli ultimi due anni una
parte degli utili sono stati
devoluti in microprogetti in
Ghana, Giamaica e Brasile,
curando molto i contatti sul
territorio affinché il denaro
non vada disperso. Gli organizzatori del Sunsplash pensano per il futuro a una possibile collaborazione con associazioni di volontariato e
solidarietà radicate a Osoppo, per sviluppare una sempre maggiore conoscenza
reciproca e ottenere risultati
migliori unendo le forze.
Quando indaghiamo sulle
prospettive future del Sunsplash Filippo Giunta tiene a
precisare di esprimere le sue
opinioni personali, che non
sempre rispecchiano quelle
di tutto lo staff.
Filippo crede che sarebbe
inopportuna una ulteriore
crescita della manifestazione:
si è sempre opposto all’ipotesi di trasferimento del festival
TUTTI GLI ADDETTI CHE RUOTANO ATTORNO AL SUNSPLASH: 1.935!
A tempo pieno per tutto l'anno: 10 persone;
corsi e delle attività collaterali: 40;
a tempo pieno per 3 mesi: 25 persone.
addetti impianti (audio/luci): 16 (s.a.);
Durante il festival:
altri servizi (bazar, supermarket, guardaroba,
addetti alla sicurezza: 150 (s.a.)*;
primo soccorso, veterinario, ecc.): 30;
addetti ai parcheggi: 30 (s.a.);
musicisti, artisti, conferenzieri: (stimati) 600;
addetti alle pulizie: 60 (s.a.);
Facendo un rapido totale delle persone che
addetti alla salvaguardia del parco e dell'am- lavorano al sunsplash nei 10 giorni arriviamo
biente: 30 persone;
a: 1.460! A questi, se volete, potreste aggiunbiglietteria e amministrazione: 25;
gere anche il personale di:
ufficio produzione: 10;
100 bancarelle = stimate 300 persone;
ufficio stampa, rapporti con i media, diretta tv, 25 stand olystyca = stimate 75 persone;
redazione giornale, sito, diretta radio: 43;
10 stand canapai = 30 persone;
addetti all'accoglienza artisti e ospiti: 21;
35 associazioni = 70 persone;
autisti per trasporto persone e merci: 12;
quindi altre 475 persone, per un totale di ben
squadra allestimenti: 25;
1.935 persone in movimento.
personale bar e ristoranti: (stimato) 350 (s.a.);
infopoint e internet point: 18 persone;
* (s.a.) = servizi appaltati
a Roma. Certo, nella capitale
si avrebbero innegabili vantaggi dal punto di vista dello
spazio e della disponibilità da
parte dell’Amministrazione
comunale, ma per Filippo si
vive bene a Osoppo. In tanti
anni non si sono mai verificati incidenti di alcun tipo:
gestire un raduno come questo in una metropoli sarebbe
certamente più problematico.
Filippo teme che il festival,
trasferendosi, perderebbe le
proprie radici, ma non tutto lo
staff condivide le sue opinioni: molti sottolineano invece
le maggiori opportunità e i
guadagni garantiti da una collocazione meno periferica.
L’associazione
Rototom
apprezza il coraggio delle
amministrazioni di Osoppo,
che hanno accolto il Sunsplash e il suo popolo. Ciò non
toglie che la collaborazione
con le istituzioni potrebbe
svilupparsi ulteriormente ed
essere approfondita. Secondo
Filippo al comune manca una
capacità imprenditoriale: gli
amministratori non capiscono che manifestazioni come
queste possono cambiare l’economia della zona, almeno
per alcuni periodi all’anno
(all’organizzazione del raduno lavorano circa 1500 persone!). Sarebbe dunque
opportuno che si investisse in
opere di miglioria utili per
tutta la comunità, non solo
per il Sunsplash. Si potrebbe
iniziare dalla indispensabile
manutenzione dei bagni e
delle panchine. Le istituzioni
dovrebbero inoltre intervenire con un piano per la raccolta dei rifiuti, per la gestione
dell’acqua e per i collegamenti tra Osoppo e
GIOVANI&MUSICA
12
Il gruppo Zaibuglisch
Una nuova rubrica: i gruppi musicali a Gemona
dipartite di vecchi membri, i
quali sembrano comunque
aver lasciato un ottimo ricordo di loro all'interno del
gruppo facendolo crescere
fino a portarlo all'attuale
composizione che a giudicare dai risultati (quasi venti
concerti all'attivo e un cd)
pare essere quella vincente.
Aneddoto: Alla inaugurazione della sala prove del gruppo, quest'ultima è quasi andata a fuoco. Le cause sono
tutt'ora ignote, c'è chi pensa a
un eccessivo folgore dei neonati Zaibuglisch, chi semplicemente a un fuoco malamente acceso.
Sergio Gollino
A Gemona il panorama musicale è molto ampio e partecipato, i gruppi che nascono
sono molti e talentuosi, per questo P&M ha deciso di dar loro spazio per conoscerli.
Farli uscire dalle loro sale prove per farli conoscere e apprezzare anche da chi è troppo impegnato per seguirne le gesta sarà lo scopo di questa rubrica.
Luca Condolo (voce), Jacopo mite essa il gruppo va ad tracce di cui potete avere un
Marini (chitarra), Antonello e esprimere i suoi stati d'animo assaggio scaricando gli mp3
Michele Brienza (batteria e presi qua e là nella vita di direttamente dal sito della
basso), sono gli Zaibuglisch tutti i giorni per consegnarli band "http://xoomer. virgi(non chiedete il significato di poi a Jacopo e Antonello lio.it/zaibuglisch/zaibugliquesto termine perchè è affinché vengano assemblati sch.htm". Sul sito potete troignoto persino alla band) un e trasformati in canzoni.
vare oltre alle foto degli Zaigruppo in attività da due anni Gli Zaibuglisch hanno già al buglisch anche curiosità sulla
che è ormai parte integrante loro attivo un album che si loro storia, costituita come
del panorama musicale intitola, per l'appunto, Zaibu- spesso accade fra i gruppi
gemonese.
glisch; un pregevole lavoro giovani, di nuovi arrivi e
“Le nostre fonti di derivazio- di 7
ne sono chiaramente Rock,
CONTINUA L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE “UN BLANC E UN NERI”
Jazz e Blues ma non ci sentiamo comunque in grado di
ingabbiarci solo in questi
n blanc e un Neri" (UBEUN), dopo tre infatti lo stanziamento di un'ingente somma di
stili bensì siamo aperti a
anni di costante attività, risulta inserita denaro per la ristrutturazione e messa a punto
nuove
sperimentazioni”,
nel
contesto
delle associazioni gemonesi.
della futura sala prove, ovvero una parte dell'equesto è quello che gli stessi
L'idea,
alimentata
dalla
necessità,
nasce
da
un
dificio in mattonelle situato nell'area sud del
Zaibuglisch pensano della
gruppo
di
giovani
musicisti
con
l'unico
desidePolisportivo in Via Velden.
loro musica, certo è che tra-
La sala prove diventa realtà?
"U
Gemona attraverso i mezzi
pubblici. Gli organizzatori
del Sunsplash non chiedono
soldi, ma servizi. Purtroppo,
nonostante il festival sia
annoverato tra gli eventi più
importanti della regione, un
ente come la Provincia di
Udine ha negato qualsiasi
aiuto!
Ma gli amanti del reggae non
si danno per vinti. Quest’anno il tema della manifestazione è “la madre terra”. Si
discute di inquinamento e di
ecologia, si analizza il protocollo di Kioto e si dibatte di
politiche ambientali. Ci sono
musiche, canti, balli. E sogni,
tanti sogni.
Claudio Bertossi
e Roberto Urbani
rio di ottenere in concessione una sala prove
comune accessibile a tutti.
Questa proposta si è dimostrata non realizzabile
in tempi brevi e tuttora dispendiosa di energie,
tanto da richiedere un sostegno alla popolazione
tramite la partecipazione agli eventi musicali da
noi organizzati.
Viste le positive esperienze maturate grazie ai
diversi concerti, autogestiti e non, nelle serate
musicali all'interno della sagra in Maniaglia e,
con l'A.F.D.S, di quella in Taboga, abbiamo
deciso di riproporci nelle seguenti occasioni:
- 21 Luglio 2005, alla serata di apertura della
"Terra del Rock" in Maniaglia;
- 9 Agosto 2005, esibizione in Piazza del Ferro
per l'Agosto Medievale;
Stiamo inoltre pianificando altre serate, che si
svolgeranno nel corso dell' anno, con lo scopo
di mantenere vivo l'interesse per la musica nel
gemonese.
Grazie al nostro costante impegno ed alla
pazienza, messi duramente alla prova da un
lungo iter burocratico e politico, la situazione ha
recentemente fatto un giro di ruota fondamentale: il bilancio comunale per il 2005 prevede
In questo periodo di attesa, oltre alle serate in
programma, stiamo analizzando anche i diversi
metodi gestionali da adottare quando questa
struttura sarà completata, in modo da renderla
efficacemente pratica ed attrezzata.
Ubeun si sta inoltre prodigando per la realizzazione di una compilation che unisca tutti i gruppi underground del gemonese. Questo per il
desiderio comune di eliminare i campanilismi
presenti nei vari gruppi e di collaborare sotto il
motto "l'unione fa la forza".
Alla compilation parteciperanno: Bad Memory,
Zaibuglisch, Egg Nogg, Vertigine, The Moon,
Hasses Warter, Heresiarch, Lorenzo Tempesti,
Bakan. La sua uscita è prevista fra un paio di
mesi e alla sua realizzazione oltre che UBEUN
ha partecipato anche Lorenzo Tempesti di Musicologi.
UBEUN è un' associazione che mira ad espandersi accogliendo chiunque sia intenzionato ad
usufruire della futura sala prove o che comunque abbia un interesse in ambito musicale.
Per contatti: 3481034831 (Fabrizio)
[email protected]
Il gruppo Zaibuglisch
Michele, Luca, Antonello e Jacopo
MUSICA&SOLIDARIETA’
13
Concerto per un fiore 2005
Sabato 16 luglio a Osoppo
Sabato 16 luglio, presso l'ex
colonia di Osoppo, l'Associazione Onlus "Friûl Adventures - Fiore" organizza la
VII edizione del "Concerto
per un Fiore", manifestazione musicale di beneficenza
alla quale partecipano ogni
anni diversi gruppi locali e
non, per una serata dedicata
alla musica, all'amicizia e,
soprattutto, alla solidarietà.
Ogni anno infatti, il concerto
ha lo scopo di raccogliere
fondi per specifici progetti di
sostegno a strutture e centri
di accoglienza nei paesi del
Terzo Mondo, con i quali
l'Associazione ha diretto e
continuo contatto. La serata
rappresenta l'apice ed il
momento più visibile di una
progettazione e di una serie
di attività e di collaborazioni
che si esplicano per tutto il
corso dell'anno ma che trovano il proprio momento simbolico e ideale nel Concerto
per un Fiore. La manifestazione, nata in ricordo di Fiorenzo Pezzetta, raccoglie il
contributo non solo dei tanti
aderenti ed amici dell'Associazione, ma anche di altri
gruppi locali come quelli che
fanno parte del Coordinamento delle Associazioni di
Volontariato del Gemonese
che partecipano ogni anno
col proprio impegno diretto
alla perfetta riuscita della
serata. Sabato 16 luglio (o in
caso di maltempo, domenica
17), si esibiranno gratuitamente sul palco osoppano la
Big Band S.M.E., con musica swing e jazz, i Puerto
Galera, con le proprie rock
covers, e i Vertigine che propongono un rock italiano. Il
concerto avrà inizio alle ore
21 circa: la manifestazione
sarà come sempre con entrata a offerta libera e i fondi
che verranno raccolti nel
corso della serata andranno a
sostenere le spese di gestione
del collegio "Casa Nazareth"
di Tambobamba, sulle Ande
peruviane, in cui si dà asilo
l'Associazione
nei
luoghi e nelle strutture delle quali ci
si è in passato
già occupati. La
serata sarà infine anche l'occasione per gettare
uno sguardo sulle
attività sociali e di
volontariato
della
zona: alla manifestazione
parteciperanno infatti anche
gruppi ed associazioni di
volontariato locali, ognuna
presente con una bancarella
informativa sulle proprie
attività e impegnata ad offrire prodotti alimentari, artigianato e oggettistica, i cui
proventi andranno a finanziare il progetto stesso della
serata.
TUTTI INVESTONO SUL SOLARE, IL COMUNE DI GEMONA NO!
Energie alternative
Nel 2003 la Regione Friuli Venezia Giulia ha
emesso un bando per assegnare cospicui
finanziamenti per incentivare l'utilizzo dell'energia solare, sia termica che fotovoltaica.
Moltissime le domande presentate, si da parte
di privati che di enti pubblici.
Nel solo settore dell'energia fotovoltaica vari
Comuni della Regione hanno programmato
investimenti per Euro 2.992.137,70 di cui
Euro 1.961.422,88 finanziati dalla Regione e
Euro 1.252.907,82 investendo fondi propri.
Tra questi ricordiamo i Comuni vicini di Bordano (investimento complessivo di Euro
Cari lettori i dati del vostro
indirizzo sono stati tratti dalle
liste elettorali del 2005 regolarmente richieste al Comune
di Gemona del Friuli. Informiamo voi e tutti gli elettori
Via Campagnola 92
Gemona - tel. 0432-982823
ed assistenza a bambini abbandonati o
indigenti. All'entrata dell'area
festeggiamenti,
vi sarà un'esposizione di fotografie e la documentazione sui
progetti finora realizzati o ai quali l'Associazione ha collaborato in
modo diretto, ma anche sull'avanzamento dei lavori per
quelli non ancora ultimati,
nonché informazioni specifiche sulle attività ed iniziative che si finanzieranno quest'anno grazie ai fondi che si
raccoglieranno nel corso
della serata stessa. Durante il
concerto verranno inoltre
proiettate diapositive sui
viaggi fatti dagli amici del-
143.102,00), San Daniele (Euro 306.493,00) e
Buja (Euro 262.641,00). A Gemona molti privati hanno aderito al bando prevedendo investimenti per Euro 418.824,00 di cui Euro
279.203,68 finanziati dalla Regione e Euro
181.502,72 investendo fondi propri. Questo
dimostra una notevole sensibilità verso le
energie alternative.
L'Amministrazione comunale di Gemona non
ha presentato nessuna domanda né, a quanto è
dato sapere, ha programmato interventi in
questo settore.
Gianni Tonetto
di Gemona, come previsto dal
D.Lgs. n. 196/2003, che i
vostri dati verranno utilizzati
soltanto per la spedizione del
periodico Pense e Maravee.
In caso di non assenso all’uti-
lizzo di questi dati e, quindi,
per la loro cancellazione o per
usufruire degli altri diritti previsti dal decreto citato potete
scriverci o mandare un'e-mail
a [email protected].
CURIOSITA’
14
I castelli di Cilio Boezio
Piccoli capolavori di architettura
Cilio Boezio nel 1971
Boezio ebbe da semCilio
pre la passione dei
castelli. Si era già cimentato
nella realizzazione di qualche semplice miniatura, ma
sicuramente l'escursione in
bicicletta a Ferrara, dove
Cilio aveva una sorella, nella
metà degli anni '50 con l'amico Giacomo Contessi
(Min il Coç), gli diede ulteriori spunti per la costruzione di castelli più complessi.
Nel 1954 realizzò vicino
casa in Via Bersaglio la sua
prima miniatura: un castello
fortificato, arroccato su pietre e circondato da una graziosa vasca d'acqua. In dieci
anni, al castello si aggiunsero una chiesa col campanile,
una torre vedetta e alcune
casette disposte secondo gli
antichi e angusti borghi
medievali. Queste piccole
opere architettoniche non si
rifanno ad alcun modello
esistente, ma sono frutto
L’opera realizzata nei giardini
del Castello di Gemona
della fantasia di Cilio, ispirato da quanto visto in giro per
l'Italia, partendo naturalmente dal Castello di Gemona,
da cartoline e libri. I castelli
sono stati costruiti in cemento armato con miscela di
sabbia fine e appoggiati su
"rocche" di pietre, raccolte
sul Monte Brancot dallo
stesso Cilio e trasportate
sulla Vespa. Si fece fare
degli stampi di legno da un
falegname; armava e poi
disarmava a fresco per poter
intagliare sul cemento fresco, per l'appunto, tutte le
rifiniture, i particolari, le
decorazioni (mattoni, finestre, merli …).
Nel 1956 gli fu commissionato un castello da Aldo
Melchior per ingentilire il
piazzale del primo distributore di benzina (ESSO) nella
pianura di Gemona, aperto il
28/08/1954 nella borgata di
Taboga. Il Sig. Aldo ricorda
che andarono insieme a
Braulins con la Lambretta a
prendere le pietre trasportandole poi con la "còsse"
(gerla). La vasca dell'acqua
era a forma di cuore e spesso
i bambini, saltandoci sopra
per gioco, vi si aggrappavano finché col tempo non si
ruppe. Fu quindi restaurato e
regalato alla fine degli anni
Settanta alla figlia maggiore
di Cilio, Giuliana. Ora si
trova in Via Aquileia, nella
borgata di Taviele, dove ha
subito un ulteriore ritocco
dal figlio Enzo e dal genero
Walter De Cecco.
Negli anni '60 fece il castello, forse commissionategli
dall'Amministrazione
Comunale o dalla Pro Glemona o probabilmente da lui
stesso donato, da collocare al
centro della fontana nei giardini del Castello di Gemona.
La fontana era stata costruita
dagli allievi del Centro di
Addestramento Lavoratori
(IAL) diretto da Eligio Bellina, com'è riportato da Tito
Cancian sul libro "Gemona,
Gemona, Gemona" (Pro
Glemona 1999 - Arti Grafiche Friulane Tavagnacco
UD), dove scrive anche che
Cilio, dal carattere burlone,
"si divertiva a raccontare ai
meravigliati turisti che quell'opera era stata intagliata
nella roccia". Di questo
castello non se ne seppe più
niente dopo i terremoti del
1976: sparito, volatilizzato… Chi l'ha visto?
Il medico dott. D'Andrea gli
propose di farne uno nella
sua casa al mare sull'Isola di
Pantelleria, ma Cilio era
troppo preso dai lavori di
costruzione della sua baita in
Ledis, dedicata alla figlia
Lucia. Egli smise di realizzare queste piccole meraviglie
nel momento in cui, alquanto amareggiato, non ricevette
alcun compenso per un
castello commissionato da
una famiglia di Artegna.
Qualche suo amico suppone
che ne avesse fatti altri, forse
anche in giro per il Friuli.
Cilio Boezio era nato nel
1924 da una famiglia di contadini del Borgo Gois. Fece
per molti anni il "scovacìn",
oggi si direbbe l'operatore
ecologico, per il Comune di
Gemona. Viene ricordato
come un uomo oltremodo
forte, amante della montagna
e di ottima compagnia. Morì
nel 1980. Con il suo diploma
di quinta elementare e la sua
vena artistica ha lasciato
considerevoli testimonianze
d'ingegno: perfette e precise
nell'esecuzione e proporzio-
Cilio con 5 dei suoi figli
Il primo castello realizzato nel ‘54
nate nelle dimensioni. Se
della miniatura della fontana
del Castello non rimangono
che ricordi, fotografie e cartoline, di quella di Via Bersaglio si possono ancora
ammirare la bravura e la bellezza. Non solo! Nel 2000 il
figlio Enzo lo ha restaurato,
recuperando quanto il tempo
e le intemperie avevano
risparmiato, ricollocando la
torre e parte del campanile,
inserendo un agglomerato di
casupole, un ponte e diverse
stradine di collegamento.
Nella vasca d'acqua, realizzata dal padre con lo zampillo al centro, ha aggiunto il
circolo dell'acqua con una
cascatella che passa sotto al
ponte. Viene illuminato la
notte nel periodo natalizio ed
in concomitanza con i
festeggiamenti dell'Agosto
Medievale: un'ulteriore suggestiva curiosità per i turisti
e per i gemonesi stessi. Gli è
stato proposto di fare la
copia di quello che era nei
giardini del Castello: la scjèle no va lontan dal çòc, la
tradizione continua e si perpetua.
Maria Copetti
COSE PUBBLICHE
Lorenzo
la
talpa
di Lorenzo Londero “flec”
1
Comuni,
feste nazionali
e i giovani
In Italia il 25 aprile si è celebrato il 60° anniversario
della Liberazione dal nazifascismo e, il 2 giugno, il 59°
della proclamazione della
Repubblica.
L'Amministrazione comunale di Gemona, in queste due
feste nazionali, ha coinvolto
le associazioni d'arma, pochi
cittadini e ancor meno studenti e giovani.
A Tavagnacco il 25 aprile gli
studenti delle scuole dell'obbligo hanno partecipato alla
seduta straordinaria del Consiglio comunale che, riunitosi nell'auditorium, ha commemorato la Liberazione di
60 anni fa.
A Tarcento, nella mattinata
del 25 aprile, dalla scuola
media è partito il corteo (con
autorità, associazioni d'arma,
studenti e insegnanti) che si è
recato in cimitero a rendere
omaggio ai Caduti per la
Liberazione e poi, nella piazza principale, ha seguito gli
interventi commemorativi
delle autorità.
In vari Comuni le cerimonie
per il 2 giugno sono state
concluse con la consegna di
copia della Costituzione ai
giovani neo 18enni (così a
Basiliano, Buttrio, Manzano,
Ruda).
Va segnalato che:
a) a Buttrio l'Amministrazione comunale ha, inoltre,
organizzato, per i neo
18enni, una serata di
approfondimento e di riflessione dei principi costituzionali illustrati da un esperto
legale;
b) a Tricesimo, in un mani-
15
festo, il Sindaco ha ricordato
"la vittoria dell'opzione
Repubblicana nel referendum popolare e le elezioni
per l'Assemblea Costituente
del 2 giugno 1946" che, l'anno dopo, concluse i lavori
con "la traduzione in legge
fondamentale dello Stato di
una profonda volontà di vita
civile, di rinnovamento nel
progresso, di fervido slancio
della ricostruzione".
2
Comuni e
borse lavoro
per giovani:
Gemona non c'è
Sfogliando la cronaca recente della stampa locale rileviamo che:
a) Maiano: il Comune assegnerà ai giovani dai 18 ai 22
anni n. 8 borse lavoro nel settore ambiente (mese di agosto) e n. 2 borse lavoro nel
settore cultura (periodo: da
luglio a dicembre);
b) Cividale: il Comune
ripropone il "Progetto impresa", che prevede borse lavoro
per 4 giovani di età compresa
fra 18 e 30 anni; durata: da 2
a 4 mesi;
c) Osoppo: il Comune ha
previsto due bandi per l'assegnazione di n. 3 borse per
giovani di età 16-18 anni
(ambiente e cultura) e n. 3
borse per giovani di età 2230 anni (gestione di gruppi
giovanili). Tempi: tra luglio e
agosto (da lunedì a venerdì);
d) Pagnacco: il Comune
prevede di assegnare n. 25
borse a giovani di età 15-17
anni per lavori di manutenzione del territorio e dei
reperti presso il locale museo
di storia contadina. Periodo:
luglio e agosto;
e) Tricesimo: sono previste
n. 44 borse lavoro per ragazzi dai 16 ai 18 anni: suddivisi in due gruppi essi collaboreranno con enti e associazioni nei settori ambientale e
sociale; durata: 4-29 luglio e
1-29 agosto;
f) Fagagna: l'Amministra-
zione comunale ha approvato
il progetto formativo "Borse
lavoro giovani con lo scopo
di promuovere momenti di
conoscenza e di aggregazione tra i giovani del Comune
dando la possibilità di condividere un'esperienza fra
ragazzi coetanei, contribuire
alla gestione del patrimonio
comunale e imparare a conoscere il valore del denaro
attraverso il proprio sacrificio lavorativo".
Sono previsti 2 gruppi di 10
ragazzi/e tra 16 e 25 anni.
Tempi: 4-22 luglio e 25
luglio-12 agosto, n.5 ore al
giorno da lunedì a venerdì.
Compenso: Euro 250 lordi;
g) Buttrio: borse lavoro per
7 giovani fra i 16 e i 25 anni.
Verranno impiegati per attività di: assistenza in biblioteca e negli uffici comunali per
attività ricreative, informatizzazioni pratiche, lavori
esterni, catalogazione di
reperti e disegno descrittivo
presso il museo locale.
GEMONA: fino ad oggi
l'Amministrazione comunale
non ha programmato iniziative di borse lavoro per i giovani. Le auspichiamo per l'estate 2006!
3
CIPAF: il
Presidente relazioni al Consiglio di Gemona
Dopo il nostro articolo
"CIPAF: Piano Territoriale in
forte ritardo e Gemona tace"
(pubblicato su Pense e M. n.
52 del marzo 2005) il Consiglio di Amministrazione
dello stesso Consorzio "al
fine di concludere la redazione del Piano Territoriale
Infraregionale", ha fra l'altro
sollecitato i professionisti
incaricati a:
1) eseguire ed effettuare
tutte le analisi e gli accertamenti di carattere ambientale, paesaggistico, del rumore
e delle polveri in particolare,
dei fattori economici di sviluppo e di sostenibilità
ambientale che possano
influire nella scelta di inserire nella fase definitiva della
redazione del Piano anche
l'area ubicata a nord-est del
Comune di Buja;
2) predisporre
eventualmente anche la documentazione necessaria per la redazione delle varianti al Piano
Regolatore Generale dei
Comuni interessati (Gemona,
Osoppo, Buja) in relazione
sia ai perimetri che alle destinazioni (D1-D2);
3) valutare le scelte e le
necessarie proposte progettuali in relazione alle eventuali infrastrutture in progetto in sede Regionale e Provinciale (Cimpello-Gemona)
*vedi delibera n. 74 del
7.4.2005.
Il Presidente del CIPAF Vergilio Burello, nell'Assemblea
generale del 18.4, ha dichiarato che il Piano T.I. "sarà
completato durante il 2005".
L'importanza dell'approvazione del Piano Territoriale
per il futuro economico e
occupazionale della zona
pedemontana dell'Alto Friuli
è evidente e nota.
Due mesi dopo la nostra
segnalazione va rilevato che:
a) il Sindaco G. Marini, V.
Salvatorelli e A. Brollo
(amministratori di ieri e di
oggi del CIPAF) continuano
a tacere;
b) il Consigliere regionale
Disetti ha espresso "la sua
preoccupazione per il ritardo
nella stesura del Piano T.I.,
strumento indispensabile per
ampliare la zona industriale e
favorire l'insediamento di
attività a prevalente occupazione femminile, da tempo
falcidiata dalla crisi del settore tessile" (Il Gazzettino,
11.6.05).
Riteniamo che il Consiglio
comunale di Gemona, maggioranza e minoranze, deve
poter valutare ed esprimersi
sugli obiettivi del Piano e
sulle cause del forte ritardo
per la sua approvazione. Per
questo sollecitiamo il Sindaco a convocare in Consiglio il
Presidente Burello per l'illustrazione e l'esame del Piano
Territoriale CIPAF.
METEOROLOGIA
16
Gelate all’inizio e caldo record alla fine
Questo trimestre inizia con le
gelate di inzio marzo: temperature record degli ultimi 70
anni il 2 e 3 marzo (-9,5 e 8,6), quasi 11 gradi sotto la
35
media, e termina con altri
record (delle massime stavolta) la fine di maggio, dal 27
al 30, con una massima di
34,2 il giorno 29.
Nell’intervallo tanti giorni di
pioggia (35) ma, nel complesso, poca quantità: 330
mm contro una media di 518
del periodo.
Temperature minime e massime
Media climatica temperature '72-'03
Piogge giornaliere
T. C°
30
Sul sito www.pensemaravee.it tanti altri dati.
Si ringraziano Andrea Venturini e Massimo Marchetti per la
collaborazione.
P. mm
180
160
25
140
20
120
15
100
10
80
5
60
0
40
-5
20
0
-10
1
4
7
10 13 16 19 22 25 28 31
3
6
9
12 15 18 21 24 27 30
Marzo 2005
4
L'ancone
di Parut
"L'ancone di Parut 'e sta
ben plaçade su la beorcje de
pedrade di Venturin e de
strade di Moseande e cu la
sô architeture rustiche neoclassiche 'e risulte un cjanton di rispiet urbanistic e 'a
tire il vôli e il cûr di chei
ch'a vègnin su dal plan par
jentrâ a Glemone dal Borc
Disot".
"Un glemonat" (pseudonimo del compianto gemonese Mons. Pietro Londero) è
l'autore di questa iniziale
descrizione della citata
ancona.
L'articolo integrale "Lis
anconis di Glemone" fu pubblicato, interamente in lingua friulana, sul mensile
INT FURLANE del gennaio
1979 e speriamo di vederlo
3
6
9
Aprile 2005
pubblicato in un prossimo
numero di Pense e Maravee.
Nel gennaio 2005 il proprietario dell'ancona Roberto
Forgiarini, preoccupato per
il degrado dell'opera, fece
richiesta alla Regione (Servizio Conservazione Patrimonio culturale) di un contributo per il suo restauro.
La Regione rispose che possono accedere a questi contributi solo "Enti ed Istituti
pubblici o privati" e non "i
privati cittadini proprietari di
beni culturali".
Per il restauro di questa e
delle poche altre ancone
risparmiate dai terremoti del
1976 pare che l'unica via
efficace sia l'attivazione del
Comune.
L'Amministrazione comunale di Gemona potrebbe fare
un censimento delle ancone
stradali, cappelle votive,
eccetera, bisognose di
restauro, far predisporre i
relativi preventivi di spesa e
presentare domanda di con-
12 15 18 21 24 27 30
Maggio 2005
tributo alla Regione ai sensi
della Legge reg. n. 60/76,
art. 49.
Altri comuni, di recente,
hanno ottenuto risposte positive dalla Regione.
Sollecitiamo il Comune di
Gemona a fare altrettanto.
L’ancone di Parut
CARTOLIBRERIA COCCINELLA
Cartolibreria Coccinella sas
di Marina Lepore & C.
Via Dante Alighieri 213
33013 Gemona del Friuli
tel/fax 0432.981305
di Forgiarini Roberto & C. snc
Rive di Venturin, 18 - Gemona del Friuli
Cell. 339.7716031 - Telefono 0432.981511
GIOVANI ARTISTI
17
L'uomo e il sé
Raffaele Chiandussi: tra arte, video e filosofia
ciazione crea il periodico di
informazione ed approfondimento Evènts, che nel dicembre 2004 si fonde con il periodico Agendæ.Info, creando
èMagazine.
Le prime opere di Raffaele
affaele Chiandussi nasce a sono legate alla pittura
Udine il 28 febbraio 1974. gestuale, arrabbiata, di sfogo,
Vive e lavora a Gemona del rifacendosi ad artisti dell'ultiFriuli.
ma generazione. Con ancora
Si è occupato in passato di l'uso del pennello, ma anche
architettura, avendone fre- di diversi altri materiali, quali
quentato il corso di laurea, bottiglie di plastica, veli, sacpartecipando anche a concorsi chi neri, lamiere, sassi, fili di
nazionali ed internazionali, ferro … Raffaele agisce sulla
ricevendo diversi premi e materia bruciandola, pieganmenzioni con lo studio +MA dola, trasformandola, in un
(va letto "più ma" o continuo sperimentare fino ad
"piuma"…), di cui nel 1999 è ottenere un risultato complesstato il fondatore assieme a sivamente armonico. Ora i
Tommaso Michieli e Franco quadri fanno solo da corollaD'Asero. Il gruppo, formato rio ai suoi ultimi lavori di
anche da Marcelo Palozzo, maggior intensità emotiva
Maurizio Varagnolo e diversi grazie all'uso del video, le cui
altri collaboratori, ha sempre musiche sono per lo più curacercato di portare avanti una te da Lorenzo Tempesti. La
ricerca che vada ad indagare sua ricerca artistica però parte
gli incroci tra arte, architettu- sempre dall'impostazione e
ra, grafica, multimedia e pia- dalla necessità di approfondinificazione urbana.
mento dello studio architettoDa alcuni anni si occupa prin- nico; da esso si sviluppa l'idea
cipalmente d'arte attraverso la di installazione (N.d.A. per
pittura, i video e le video installazione s'intende un'opeinstallazioni. Ha al suo attivo ra composta da un insieme di
diverse esposizioni sia perso- oggetti, che difficilmente può
nali sia collettive in Italia e essere ripetuta una seconda
volta, anzi sarà di volta in
all'estero.
Nel 2001 assieme ad Emilia- volta diversa, quindi fine a sé
no Rossi fonda la società stessa e irripetibile) e di
Next01, che si occupa di gra- installazione video, in cui il
fica pubblicitaria, web design luogo assume un suo valore
spaziale ben definito. In lui
ed organizzazione di eventi.
Nel 2003 diventa Presidente l'attività artistica non sembra
della Link Associazione Cul- distaccarsi mai nettamente
turale che propone lo svilup- dagli altri ambiti del suo agire
po culturale dell'arte e dell'ar- (gli studi in architettura, la
chitettura sul territorio friula- progettazione di pagine web,
no. Nel giugno 2003 l'Asso- la grafica pubblicitaria, ecc...)
tutti caratterizzati
Raffaele Chiandussi: deep(er) 03
da quella strana
miscela tra aspetti estetici e aspetti pratici.
Le sue ultime
installazioni
hanno per tema la
Persona, l'Uomo
e il rapporto con
il sé, partendo da
letture filosofiche
soprattutto
di
Carl
Gustav
Con questo numero inizia
una nuova rubrica per
"viaggiare" nel mondo
dell'arte con giovani artisti gemonesi e friulani
under 40.
R
Jung, dalla cui opera
ha estratto il sunto
delle sue ultime
ricerche:
"Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva e il
sogno è il teatro dove
il sognatore è allo
stesso tempo sia la
scena, l'attore, il sug- Raffaele Chiandussi in un’immagine tratta
dal video "around me"
geritore, il direttore
di scena, il manager, l'autore, riservati all'arte, distribuite su
il pubblico e il critico". Scrive un ampio territorio.
Maria Copetti
lo stesso Raffaele "… la gente
e i luoghi, che ho visitato in
PRINCIPALI MOSTRE E
questi ultimi anni di ricerca
PARTECIPAZIONI
sul valore d'espressività e · Udine - 2005 - Artspace:
contemporaneità dell'arte, mi inaugurazione della rivista
hanno aiutato ad annotare èMagazine
sensazioni e suggestioni, che · Udine - Udine Fiera - Idea
poi sono state riversate nei Natale 2004
video e filtrate dalle letture · Casier (TV) - 2004 - Fun of
esistenzialiste del Novecen- Fun - First Universal Nexus of
to… Quello che m'interessa è FUNtastic United Nations
riuscire a trasmettere alle · Salisburgo (A) - 2004 - IT in
persone delle sensazioni che AT artisti italiani alla Berchnascono direttamente da loro toldvilla di Salisburgo
e dalla ricerca di loro stessi: · Tarvisio (UD) - 2004 - Arte
un ritorno alle origini della Diffusa
· Gemona del Friuli - Studio
coscienza attraverso l'incon- Next01 - 2004 - Office in art
scio e l'isolamento, che l'uo- · Gemona del Friuli - Osteria
mo crea con sé stesso, in que- Al Bondì - 2003 - Bianco Nero
sto modo l'installazione Alluminio, tra arte e gusto
diventa uno spazio dove ritro- · Venzone (UD) - 2003 vare il processo di individua- ARTEADESSO rottura della
zione di noi stessi…"
marginalità sotto il segno di
Raffaele agisce per progetti, internet
tra i quali: BIANCO NERO · Tolmezzo (UD) - 2003 ALLUMINIO, tre colori e Arteadesso
altrettanti momenti di una · Gemona del Friuli - Palazzo
serata dedicata all'arte e al Elti - 2002 - TERRA.TREMA
gusto, in un coinvolgimento Mostra di architettura digitale
totale dello spirito e dei cin- · Gemona del Friuli - Galleria
d'Arte Babele 2002 que sensi di ogni persona +MA.RAF
intervenuta
all'evento; · Gemona del Friuli - Galleria
ARTEADESSO, con mostre d'Arte Babele - 2001 - extempocollettive a tema; IT IN AT, re di pittura "Gemona: facce,
opere di artisti italiani/IT in facciate, sfaccettature"
mostra in Austria/AT; ARTE · Gemona del Friuli - Parco di
DIFFUSA, mostre, che esco- Via Dante - 2001 - 120 m³ di
no dai soliti spazi canonici spazio: abusivismo artistico
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LETTERE A P&M
18
Vittima del dovere
Il ricordo dell’ostetrica comunale Anna Colussi
Signor DiretPregiatissimo
tore, ho letto con un certo
ritardo il n. 52 di "Pense e
Maravee" con l'articolo di
Sandro Cargnelutti dedicato
a Meni Nôle, articolo al
quale sono lieto di aver dato
il mio modesto contributo.
Purtoppo però devo, con vivo
rammarico, rettificare me
stesso là dove affermo che
Meni Nôle fu il solo dipendente comunale caduto "nell'adempimento del dovere".
Ci fu infatti un altro caso di
un dipendente comunale,
anzi, di una dipendente
comunale, che morì per aver
fatto il suo dovere: si tratta
dell'ostetrica comunale Anna
Colussi in Brollo di Ospedaletto.
Il fatto accadde nel 1919.
Nell'estate di quell'anno ci
furono a Gemona diversi casi
di vaiolo, tanto che il sindaco
di allora, l'avvocato Luciano
Fantoni, ai primi di luglio
ordinò la vaccinazione antivaiolosa di tutti i cittadini.
Ma non tutti vi si sottoposero
e non tutti adottarono i necessari prudenti e coscienti comportamenti.
La signora Anna Colussi,
nella sua qualità di ostetrica
comunale, visitò una paziente che l'aveva chiama al suo
capezzale, contrasse la
malattia e morì.
Per completezza di informazione Le trascrivo l'articolo
che pubblicò in proposito la
"Patria del Friuli" il
21luglio 1919 sotto il titolo
"Vittima del dovere":
«Mentre qui infieriva il vaiolo vi sono state alcune persone che hanno violato le prescrizioni sia tenendo nascosti
Primavera
Gocce di primavera
irrigano con dolore
la terra povera.
Orfana,
senza
tesoro.
Marina Stroili
gli ammalati per evitare la
visita del medico, sia infrangendo l'ordine di non avvicinare i colpiti da tale morbo.
In una famiglia, di cui per un
certo riguardo non dico il
casato, vi fu una donna colpita dal vaiolo. I famigliari non
l'hanno denunciata al sanitario. Hanno però chiamato la
levatrice signora Anna
Colussi Brollo dicendole che
la paziente si trovava in stato
di aver bisogno di lei.
La buona levatrice, ignara
della grave malattia che
teneva a letto la donna, ha
praticata a questa la visita
della sua professione.
Quella visita è stata fatale
per la professionista, perché
poco dopo le si è manifestato
il vaiolo in modo sì grave da
mandarla alla tomba in
pochi giorni.
Generale è il compianto per
la povera levatrice che lascia
quattro figliuoli in età tenerissima, perché la sua capacità professionale, la grande
bontà e rettitudine la avevano resa amata e stimata dall'intera cittadinanza. In pari
tempo e da tutti riprovato il
Meni Nôle:
petizione al
Sindaco
Preg.mo Sig. Sindaco
Voglia scusare se mi permetto di disturbarLa. Penso che anche Lei abbia letto, su
"Pense e Maravee", l'articolo che ricorda il
dipendente comunale Domenico Copetti
("Mani Nôle"), ucciso 100 anni fa per aver
preso sul serio, scrupolosamente, i doveri del
suo stato.
Sono convinto che anche Lei ritenga opportuno tramandare la memoria di un personaggio di tale rigore morale.
L'articolo di giornale, in questi tempi distratti, si dimentica presto: meglio sarebbe, a mio
parere, se il nome di Meni Nôle venisse legato a qualcosa di pubblico (Via o Istituzione)
avente carattere durevole; ottima cosa, ad
esempio, potrebbe essere l'intitolazione al
suo nome dell'Asilo di Via Cappuccini.
Grato se vorrà prendere in esame la proposta, Le invio i miei più rispettosi saluti.
Pietro Copetti (il Gî) - seguono 120 firme
contegno di coloro che, sia
pure per imprudenza e non
per dolo, hanno dato causa
al luttuoso fatto, e si reclama
da parte della giustizia severi provvedimenti.»
Sono vivamente dispiaciuto
per questa involontaria inesattezza. E' ovvio non chiedo
rettifiche di sorta, ma lascio
al Suo apprezzamento se
pubblicare o meno questo
fatto sul Suo periodico. Personalmente penso che ricordare queste persone, quasi
sempre del tutto dimenticate,
che hanno fatto la cronaca di
Gemona sia un modo per
ricostruire la Storia del
nostro paese.
Un cordiale saluto.
Cesare Sabidussi
Senso d’Autunno
Piove.
Sotto le foglie
odore di muffa
vapore d'umido:
bosco,
pineta,
giardino,
roccia muschiosa,
verde.
Vigna accarezzata
con mani veloci,
vendemmia profumata
di gocce di mosto,
erbe pestate,
aglio selvatico,
fichi maturi,
troppo,
bagnati.
Sorridono le melagrane
con i chicchi trasparenti.
Marina Stroili
Farmacia “Antonelli”
dr. Franco Santi
P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053
Gemona del Friuli (Ud)
Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria
Cinema sotto le stelle 2005
A Gemona, Trasaghis e Artegna - Il 10 agosto serata con Dante Spinotti
Torna il cinema all'aperto a Gemona,
Trasaghis e Artegna. La rassegna
Cinema sotto le stelle curata dalla
Cineteca del Friuli in collaborazione
con il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e con il sostegno
dei comuni di Gemona e Trasaghis e
dell'Associazione Pro Artegna, porterà ben diciassette titoli dell'ultima
stagione cinematografica, scelti tra i
film per ragazzi e famiglie e per gli
amanti del cinema d'essai.
A illuminarsi per primo, mercoledì
29 giugno alle 21.30, sarà lo schermo del Parco di via Dante a Gemona, con le coloratissime creature
marine della commedia animata
Shark Tale, che ironizza su vizi e
vezzi di personaggi illustri e superpremiati di Hollywood. E da Hollywood arriverà anche quest'anno,
per le vacanze nella sua Carnia,
Dante Spinotti, offrendo alla Cineteca l'occasione per una proiezione
speciale dell'ultimo film di cui ha
diretto la fotografia: After the Sunset di Brett Ratner, che sarà presentato dallo stesso Spinotti al Parco di
via Dante il 10 agosto.
L'appuntamento con il cinema a Trasaghis sarà invece il venerdì (unica
eccezione giovedì 11 agosto), con
proiezioni in paese e sulla riva del
lago, ad Alesso, Braulins e Avasinis,
mentre ad Artegna toccherà gli ulti-
mi due giovedì di luglio.
Questo il calendario per ogni località: Gemona, Anfiteatro di Via
Dante: Shark Tale (29/6); Neverland - Un sogno per la vita con
Johnny Depp e Dustin Hoffman
(6/7); Un bacio appassionato di
Ken Loach (13/7); Donnie Darko di
Richard Kelly (20/7); Cuore sacro
di Ferzan Ozpetek (27/7); Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi
Avati (3/8); presentazione speciale
con Dante Spinotti di After the Sunset di Brett Ratner (10/8); Lemony
Snicket: Una serie di sfortunati
eventi con Jim Carrey (17/8). Comune di Trasaghis: Shrek 2 (Alesso,
Piazza 1° maggio, 1/7); il pluripremiato agli Oscar Million Dollar
Baby di e con Clint Eastwood,
(Braulins, Area Biblioteca, 8/7); La
vita è un miracolo di Emir Kusturica (Peonis, Area Canonica, 22/7); La
morte sospesa di Kevin McDonald
(Riva Est del Lago, 29/7); un altro
premio Oscar, Mare dentro di
Alejandro Amenabar (Riva Ovest del
Lago, 5/8); La foresta dei pugnali
volanti di Zhang Yimou (Avasinis,
Piazza 2 maggio, 11/8); I ragazzi
del coro di Christophe Barratier
(Trasaghis, Area Chiesa, 19/8). Artegna: Gli incredibili di Brad Bird
(Piazzale della Pieve, 21/7); Melinda e Melinda di Woody Allen (Piaz-
Dante Spinotti sarà presente a Gemona
za Marnico, 28/7). Le proiezioni,
tutte a ingresso gratuito, cominceranno con l'arrivo del buio, intorno
alle 21.30 a luglio e 15-30 minuti
prima in agosto.
Il programma completo con le recensioni dei film saranno pubblicati sul
sito Internet della Cineteca
www.cinetecadelfriuli.org e sul notiziario Il raggio verde. Info:
[email protected], tel. 0432
980458.
Pupi Avati al Parco di Via Dante a Gemona durante la presentazione del suo film Il cuore altrove
Volete contribuire alle spese di stampa e distribuzione: andate in Posta e compilate
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