pense marave ee - Pense e Maravee
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http://www.pensemaravee.it [email protected] giugno 2005 53 Periodico bimestrale di cultura, informazione e dibattito Direttore responsabile Federico Rossi_ _Redazione: Alberto Barel, Gianni Canzian, Sergio Gollino, Paolo Isola, Irma Londero, Piera Londero, Gianni Tonetto, Roberto Urbani_ _A questo numero hanno collaborato: Lorenzo Londero, Maria Copetti, Elisa Russian e tanti altri amici_ _A tutti un sentito grazie! _ _Aut.Tribunale di Udine 10/92 del 6/4/1992_ _Stampato su carta riciclata presso: Rosso Grafica e Stampa via Osoppo - Gemona del Friuli_ _Redazione: via A. di Prampero, 51/2 - Gemona del Friuli_ _Inviare la corrispondenza a: Pense e Maravee, casella postale - 33013 Gemona del Friuli - UD_ _Finito di stampare: giugno 2005_ _Tiratura: 5.100 copie_ _Distribuzione: spedizione in a.p.- art. 1 D.L. 353/2003 - Poste Italiane spa - Udine PENSE EMARAVE E Anno 14 - n. 2 sommario L’inserto: Glemone, storie dal teritori Bocciata la nuova zona artigianale Diventerò vecchia e... La cjase dai cuarvats Musica e giovani Eutanasia del referendum I castelli di Cilio Boezio Giovani e arte Glemone, storie dal teritori URBANISTICA 2 Bocciata la nuova zona artigianale Le scelte del Comune di Gemona contrastano con il Piano Regionale che prevede l'aggregazione e non la dispersione delle zone produttive documento del Direttore IlRegionale alla Pianificazio- ne territoriale che richiama le norme urbanistiche, parla chiaro: "l'obiettivo del PUR (Piano Urbanistico Regionale) è quello di scongiurare la proliferazione diffusa degli insediamenti industriali, promuovendo la loro concentrazione in aree attrezzate per conseguire economie esterne e di scala, nonché per evitare che si generino processi di degrado paesaggistico, ambientale e di congestione." Come dargli torto? Se esiste ancora il buon senso, possiamo dire che questa norma lo esprime in modo molto chiaro e condivisibile senza inutili burocrazie ma, al contrario, con molta concretezza. Se esiste un Piano è per fare in modo che costruzioni, insediamenti, infrastrutture costruiti in tempi diversi abbiano una logica, una utilità, una coerenza non solo per il presente ma anche per il futuro. E' come quando il buon padre di famiglia costruisce una casa: non solo sceglie come meglio disporre la costruzione, il cortile, il garage, ecc. ma pensa anche alle possibili esigenze future e il modo per ben inserirle con quanto già fatto. Ebbene, perché la nuova zona artigianale sarebbe stata prevista in un luogo poco opportuno? Si tratta, innanzi tutto, di tre nuovi ambiti industriali-arti- gianali per una superficie complessiva pari a 168.000 m2 e localizzati in aree intercluse comprese tra l'A23 e il canale Ledra-Tagliamento, accessibili direttamente dalla Strada Provinciale che collega la S.S. 13 alla S.P. Osovana nei pressi del casello autostradale dell'A23. La Regione sostiene che il PUR contenga norme chiare in merito a queste situazioni laddove indica che i nuovi insediamenti industriali-artigianali previsti nei pressi di aree industriali come quella di Rivoli di Osoppo devono far parte di queste stesse aree e non essere situati in zone limitrofe separate; ciò per evitare le conseguenze negative della frammentazione, come in precedenza illustrato. Va rilevato, inoltre, che il Comune di Gemona fa parte del CIPAF, il Consorzio Industriale che gestisce l'Area di Rivoli di Osoppo, e che avrebbe già ottenuto finanziamenti per l'ampliamento dell'area; tali finanziamenti non si sono potuti utilizzare allo scopo a causa della mancata elaborazione, da parte del CIPAF stesso, del Piano Territoriale Infraregionale (vedi "Lorenzo la Talpa" di questo numero e del precedente). Ciò impedisce l'ampliamento della zona industriale e la creazione di nuove opportunità occupazionali. Infatti una ulteriore motivazione per giustificare la "bocciatura" della Regione riguarda proprio questo aspetto. Il Fioreria Emidia Manzano Via Roma, 252 tel. 0432 970692 33013 Gemona del Friuli e-mail: [email protected] Incrocio di via Marsure, lavori di sbancamento Direttore regionale sostiene che essendo in corso di predisposizione il citato Piano territoriale infraregionale (avrebbe dovuto essere stato consegnato il 26 agosto 2004!), sarà disponibile, in seguito, un quadro preciso sulla capacità di quell'area industriale di soddisfare la domanda di ulteriori insediamenti e che fino a quel momento la nuova zona artigianale/industriale non può essere prevista. Il significato del pianificare è proprio questo e possiamo affermare che, alla luce del buon senso, il ragionamento della Regione non fa una grinza! L'amministrazione comunale ha ritenuto invece di procedere con un ricorso al TAR nei confronti della Regione (del. giunta n. 803 del 15/04/2005). Perché il Comune ha fatto ricorso al TAR invece che seguire le indicazioni fornite dalla Regione? Non sarebbe stato più semplice e sensato redigere dapprima il Piano territoriale del CIPAF e poi valutare la dislocazione di una eventuale ulteriore zona artigianale? Perché l'amministrazione comunale non ha tenuto conto delle osservazioni scritte presentate dai Consiglieri comunali di Intesa per Gemona che sollevavano esattamente questo problema? Tale ricorso difende gli interessi di tutti i cittadini di Gemona? Queste le domande che sorgono di fronte a questa vicenda che purtroppo mette in evidenza le solite modalità di gestione frazionata e inefficace del territorio basate sulla soddisfazione di singole richieste e non su una visione complessiva e strategica di sviluppo. Tali modalità di gestione producono ad esempio quella che è la corsa agli acquisti dei terreni agricoli "in sentore" di cambiamento di destinazione urbanistica. Anche nel caso della prevista nuova zona artigianale è successo così! Non sappiamo dunque se il ricorso al TAR potrà difendere gli interessi di tutti i cittadini di Gemona (che rischiano di pagarlo), di certo difende gli interessi di coloro che hanno già acquistato i terreni agricoli, alcuni per realizzare l'attività produttiva ma altri per rivenderlo a maggior prezzo. Roberto Urbani LAB 3 Donna avvenire dell'uomo Ritorna il Laboratorio Internazionale della comunicazione Le attività del 2005 Si approfondisce l'indagine sulla donna e il suo ruolo nella società contemporanea in questa quarantatreesima edizione del Laboratorio internazionale della comunicazione, che dal 1989 ha sede privilegiata a Gemona del Friuli. Cento studiosi qui convergeranno da quaranta paesi del mondo il 19 luglio. Tra Mafalda e Marlene, i giovani apriranno dunque il confronto sulla donna nelle più diverse culture e tra diverse donne nello stesso ambito. Due conferenze internazionali saranno, durante questo mese comunitario, i luoghi precipui di condivisione degli imput e riflessioni che man mano verranno a galla: "Donna, agente segreto della postmodernità" (30 luglio) e "Donne nel tempo vibrato dell'interdipendenza" (10 agosto) i titoli di questi due momenti, cui prenderanno parte protagoniste del panorama imprenditoriale, culturale e scientifico italiano e internazionale. Ma, per tutta la durata del Laboratorio, moltissimi ospiti, soprattutto al femminile, aiuteranno i giovani studiosi in questo lavoro di ricerca. Sono questi confronti diretti con diversissime professionalità sul campo e diverse esperienze a fare del Laboratorio Internazionale un luogo speciale di scambio sempre fervido. Alle lezioni accademiche e ai workshop pomeridiani si alterneranno appuntamenti aperti a tutta la cittadinanza, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali (Claudia Contin, Garabombo delle Risse), reading. Per tutto il mese, la mostra del pittore triestino Ugo Pierri accoglierà il pubblico nella Casa dello Studente. E poi sarà rivelato il nome del vincitore del Gamajun International Award 2005, lo scorso anno conferito al Ministro della Cultura algerina Khalida Toumi Messaoudi. Anche questa edizione del Lab sarà dunque speciale e piena di sorprese. BRUNO DE MARCHI, DIRETTORE DEL LAB, CI HA LASCIATO Il ricordo di un amico Scrivere di ricordi, scrivere di nuvole di vita, scrivere in ricordo di una vita. Non so cosa abbia spinto "Il Direttore" a portare nel lontano 1989 il "Laboratorio Internazionale della Comunicazione" a Gemona, un'intuizione, un ricordo, una sperimentazione, so che De Marchi era stato a Gemona nell'immediato dopo terremoto e si era fatto la promessa di portare il "Lab" qui da noi. Persona di carattere, promessa mantenuta. Per noi che da tanti anni, viviamo in un certo modo, chi ospitando, chi insegnando, chi frequentando il laboratorio, una fortuna. Per noi si apre, almeno per un mese all'anno, una dolce finestra sul mondo, abbiamo avuto e continuiamo ad avere la possibilità di conoscere paesi e culture diverse. Per un mese, chi non lo è, ha il privilegio di diventare genitore, amico, confidente di un/una ospite straniera, di cittadini del mondo come noi. Parlando insieme, la sera, quando si riesce ad avere un po' di tempo, fai galoppare la fantasia ed ascoltando riesci a spostarti in un paese mai visto ma che inizi a conoscere, vedi i paesaggi descritti, i colori raccontati, le persone ricordate, gli amici lasciati, annusi odori mai sentiti ed assapori piatti mai assaggiati, è strano ma ti sembra di essere in vacanza. Per gli idealisti, non so se pochi o tanti, quel mese si trasforma in un sogno, tutte le culture e le razze del mondo che siedono vicine, si parlano, si scambiano opinioni ed idee, ridono e ballano, si capiscono e si amano, non fanno la guerra, un dolce sogno di mezza estate, un ideale da non lasciar morire. Questo e molto altro ancora penso ci abbia regalato Bruno De Marchi, Direttore del "Lab", questo mi viene in mente ogni qualvolta un’immagine mi riporta a lui. Ma chi era Bruno De Marchi? Non lo so! In tanti anni di frequentazione del Laboratorio, penso ci saremmo detti e scambiati cento e non più parole, ci incontravamo, ci guardavamo negli occhi, ci capivamo così. Le parole tante volte sono inutili. Eppure De Marchi maestro di parole era. Le parole che ora mancano per salutarlo da queste righe, per ricordarLo mi affido alle immagini. Mi ricorda uno "Sbilf", un folletto, piccolo, nodoso, con uno spizzo birichino. Gli occhi fermi, eppure in continuo movimento, vestito con una anacronistica sahariana, non potevi non vederlo, non potevi non notarlo. Capace, la sera del "Gamaiun" di inchiodarti alla poltrona ad ascoltare un fiume di parole. Un fiume di parole che incantato ascoltavi e a dir la verità non sempre capivi, ma che, come una dolce litania, conteneva la vita della persona premiata. Una persona che, negli ultimi anni, non parlando, ti faceva capire milioni di cose e di possibilità, una persona che ti faceva amare il mondo, la sua gente e la sua bellezza. Una persona che ha arricchito Gemona e la sua gente. Grazie Bruno e mandi. Lionello SOCIETA’ 4 Diventerò vecchia e… Paesaggi e storie nelle case per gli anziani in cento metri quaVivo dri, pieni zeppi di ogget- ti a cui ho assegnato grandi, medi e piccoli valori… Oggetti che riconosco parte e testimoni della mia vita; oggetti da cui non mi separo perché potrebbe esserci un "non si sa mai" o un "con che cuore"…. Oggetti che lascerò mio malgrado, un giorno….. Se mi troverò nella situazione di ricorrere ad una struttura per anziani (e se l'attuale realtà non subirà modifiche) potrò ritenermi fortunata se mi verrà assegnato un letto ai lati della stanza, un comodino e lo spazio di due ante… Se sarò meno fortunata, mi verrà assegnato il posto centrale di una stanza a tre posti letto… E io, nel mio letto centrale, quando quel pianto non contenibile sgorgherà piano piano dagli occhi, da che parte potrò girarmi e cercare il mio muro del pianto? Cosa porterò con me, quale sbiadita fotografia, quale libro sgualcito… perché mi chiederanno di rinunciare a quasi tutto? E trascorrerò le notti con persone talvolta sconosciu- te, sentirò nella notte il pianto esile, sommesso, continuo, assordante di chi chiama invano il marito, morto ormai da tempo, senza rendersene conto… Sentirò chiamare ininterrottamente la propria madre, la bestemmia cruda di chi non capisce perché si trova li e non può tornare a casa sua… Dovrò mettere lì, assieme agli altri, i passi incerti della mia memoria, la paura quotidiana di diventare come quella signora che vaga con i suoi sproloqui…. Dovrò anch'io sputare la mia rabbia sui visi di chi si occuperà di farmi il bagno? Se le cose non cambiano, e ci vuole tempo, impegno, soldi e cultura per cambiarle, questo sarà lo scenario… Ci vuole tempo a costruire prima l'idea e poi una diversa realtà, dove si possa finire la propria vita in un luogo veramente sicuro, dignitoso… Una stanza tutta per sé (e credetemi, faremo fatica a sintetizzare tutta la nostra vita in una sola camera..), piccola ma interamente dedicata al nostro mondo pieno di ricordi, di piccoli E la fregatura, dov’è? sogni, di palpabili paure… Oppure una stanza da dividere in due, se ci sarà la necessità e forse il desiderio di non sentirsi troppo soli, magari di specchiarsi in un viso noto, con cui condividere lo stesso destino…. Perché non poter scegliere? Ci vuole tempo, impegno per garantirci un futuro di scelte: scelta di poter rimanere nella propria casa, vera scelta di ricorrere ad una struttura anziché ad un'altra (e non solo perché è quella che ha il posto letto libero…) Come potremo rinunciare alle scelte, noi che stiamo vivendo continuamente rivendicando diritti, possibilità di scegliere? Voglio ricordare due signore, incontrate in questi anni, raccontarvi due brandelli di vita, con un misto di ironia e di malinconia… Ovviamente userò nomi fittizi. Adele con i suoi novanta anni, era seduta, sfogliava con mani ossute e tremanti il quotidiano. Accanto a lei Luigi, secco, dall'equilibrio incerto, sordo e con un parlare incespicante. Lui se ne stava li accanto con disarmante semplicità, sorrideva a lei e a chi si avvicinava. Adele invece si immaginava lontana… Sedutami al loro tavolo, ho chiesto a Adele come si trovava, non era nemmeno un mese da quando era arrivata… "Cosa mi chiede mai, ma ha visto dove mi trovo? Pensare che un tempo, uscendo dalla Messa dal Duomo gli facevo la carità, ora sono qui e lui mi sbava accanto….". Luigi ignaro sorrise. E' stato come ricevere uno schiaffo. Adele non era classista, rivendicava solamente uno spazio che aveva sempre avuto e perso nel giro di pochi giorni… Ricordo Maria, seduta secca secca nella sua poltroncina. Chiamava continuamente sua madre. Quel giorno, indifferente alla recitazione del rosario, era di nuovo lì con un ininterrotto "mame, mame, mame, mame, mame…" Ero nella stanza accanto e non riuscivo a tenere vicino due concetti, continuamente risucchiata da quell'invocazione… Cosi mi alzai e andai da lei, cercando di interromperla, distraendola. "Maria, ma si ricorda quanti anni ha?" Maria, distolta dalle sue invocazioni, sorpresa e sospettosa mi rispose borbottando e poco incline al dialogo non chiesto "Ottanta, ottanta e qualcosa..". "Maria, ottantasei" dissi io, azzardando ma vicinissima al dato reale "ottantasei e quindi sua madre non può essere ancora viva…". Maria, sempre più indispettita, in un unico fiato, stizzita mi rispose "morta una madre, se ne fa una altra…". Implacabile e divertita, incalzai dicendole "Ma Maria, non è parlando del papa che si dice…". Maria mi interruppe e sibilò "Vai sul porco…". Finì la comunicazione! Maria era una combattente, senza chiarezza sul nemico. Dal suo mondo di nebbia, usciva armata con tutti i mezzi che possedeva. Maria ci ha lasciati diversi anni dopo, meno agguerrita e più persa nel suo mondo di nebbia. Perché ricordarle? Perché ci vuole poco per dimenticarle, quando invece bisogna inserire la loro storia nel progettare una realtà diversa per le generazioni che ci hanno generato e per noi, futuri anziani…. Ripensare ad uno scenario diverso, a strutture che abbiano disponibilità di camere ad uno o due posti letto, per cancellare definitivamente stanze a tre posti… Ripensare a strutture dove sia possibile differen- MOSTRE 5 La grande guerra in mostra Mario Monicelli alla Galleria della Cineteca Mario Monicelli e Gloria De Antoni hanno partecipato all'inaugurazione della mostra fotografica I SENTIERI DELLA GLORIA, domenica 29 maggio, alla Galleria della Cineteca, in Piazza Municipio 2 a Gemona (UD). reportage di Gloria De Antoni I SENTIERI DELLA GLORIA IN VIAGGIO CON MARIO MONICELLI SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA, girato la scorsa estate a Sella Sant'Agnese, Venzone, Palmanova e Marano Lagunare. In esposizione una selezione di immagini scattate da diversi fotografi di scena, tra cui spicca il nome di Sergio Strizzi, sul set del film LA GRANDE GUERRA, girato da Monicelli in Friuli nel 1959, insieme ad altri scatti realizzati sul set del La mostra resterà aperta tutta l'estate, nei giorni festivi, con il seguente orario: 10.30-13 e 15.30-19.30. ziare spazi a seconda delle esigenze delle persone.. Perché si deve rimanere tutti vicini, indifferentemente dalle proprie storie, situazioni? Noi forse condividiamo spazi privati con chiunque? Perché essere anziani dovrebbe significare l'impossibilità assoluta di scegliere compagni, vicini di ventura? Ripensare a spazi verdi realmente fruibili, con sentieri praticabili che portano verso aiuole fiorite, panchine all'ombra di un pioppo, nel recupero di passati gesti.. Luoghi interni ed esterni dove io potrò seguire quel richiamo disumano che mi farà vagare senza meta precisa ma con una spinta così forte.. Luoghi interni ed esterni dove io potrò rimanere a parlare con altri o stare in silenzio, senza temere di essere continuamente assillata da chi sta cercando la sua isola persa da chissà quanto tempo… Ci vuole tempo affinché visitiamo tutte le strutture che ci sono nel nostro territorio e ci interroghiamo sulla casa della nostra vecchiaia… Ci vuole tempo per distrarci dalla quotidianità e riflettere sui nostri desideri Mario Monicelli a Sella Sant'Agnese (Gemona, UD) durante le riprese del reportage I SENTIERI DELLA GLORIA - IN VIAGGIO CON MARIO MONICELLI SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA (2005) di Gloria De Antoni. Foto Ivan Marin. rispetto ai nostri ultimi anni… Ci vuole tempo, e il tempo scorre veloce, mentre riflettere, progettare scenari futuri, legiferare, avanza lentamente… Ci vuol tempo… ma è il nostro futuro e dobbiamo farcene carico, uscendo dall'assoluta rimozione e provando ad immaginarci vecchi, lontani dal nostro modo frenetico di vivere, dai nostri diritti, dalle nostre "ricchezze". Trascorriamo la vita progettando ma incredibilmente smettiamo di farlo nel momento in cui ci balena l'idea della nostra vecchiaia. Ci crediamo forse degli eroi, che muoiono giovani e belli? O meglio non tanto vecchi e comunque belli? Kathia Cragnolini TERRA ARCIGNA E' la solitudine di una cultura che sta svanendo; immagine di una civiltà contadina ormai svilita. Uomini senza volto, senza età, colti in momenti che ormai sono senza tempo. Mani dure bruciate dal sole che hanno la forza di stringere il vuoto. Ricordi di rabbie contadine ingoiate in mille silenzi, mediati dal vino chiamato a rompere un antico pudore. Di fanciulle sfiorite come fiori passiti, di un infanzia veloce, di polenta nel latte, di mogli rigonfie di feti e di tigna, di miserevoli case fumose, di ghigni sdentati, di calci su sciancate sedie, di scarpe pesanti di stallatico effuso. Amarezza, solitudine, rabbia, per una civiltà perduta, speranza nascosta per un domani migliore. Ermino Forgiarini VUOI LAVORARE CON NOI? TI OFFRIAMO: - una formazione qualificata e costante; - un compenso adeguato; - ma soprattutto UN GRANDE AVVENIRE. PA R L I A M O N E ! ! ! Gemona, via dei pioppi, 9 - tel 0432 981619 - fax 0432 980519 e-mail [email protected] 6 Eutanasia del referendum Astuzie, paure, contraddizioni e conseguenze dietro (e dopo) le urne vuote Rubrica a cura di Gianni Canzian omenica, ore 9,30, esco dal seggio, guardo alcune signore che entrano, e improvvisamente mi rendo conto che, anche se non le ho mai viste, so perfettamente da che parte stanno. Fa una strana sensazione, un po' lettura del pensiero. Mica così divertente, però. Per la prima volta dal 1945 il voto, su temi per di più di estrema delicatezza, non è stato segreto, bastava sedersi fuori da un seggio e vedere chi entrava. E' solo una (e non piccola) delle conseguenze del massiccio invito all'astensione, furbizia con la quale una parte del Paese, temendo di essere minoranza, ha scelto di vincere non con la forza delle proprie idee, ma impedendo alla maggioranza di decidere. Un'altra conseguenza clamorosa è la morte definitiva dell'istituto referendario. Era già stato messo in crisi dai referendum a raffica del 1993, 1995 e 1997, quando si chiese ai cittadini di votare per decine di quesiti spesso di scarso rilievo e comprensibilità (a chi mai interessava, ad esempio, la soppressione dell'ordine dei giornalisti, o della "golden share"?). E' dal 1995, infatti, che il quorum non si raggiunge più. Ma la vera arma finale, quella che renderà ogni futuro referendum un semplice spreco di soldi, è la scelta di legittimare e promuovere l'astensione. La mossa infatti è sleale, ma efficacissima. Quelli che ai referendum non votano mai (per impossibilità, disinteresse, sfiducia o qualunquismo) sono ormai quasi la metà dei cittadini. Qualunque minoranza si allei alla massa degli indifferenti a questo punto ha già vinto. osa resta sul terreno dopo questa battaglia truccata? D C Non che ce ne fosse bisogno, dopo anni di politica sempre più diseducativa e amorale, ma l'astensione ha sferrato un pesante colpo al già barcollante civismo degli italiani. Cosa pensare quando, pur di non perdere, persino i presidenti di camera e senato consigliano ai cittadini di andare al mare? E sentire poi molti politici esultare perché "Ha vinto il parlamento e la saggezza dei cittadini!"? Buono a sapersi, evidentemente il cittadino saggio è quello che, non votando, non disturba il manovratore (a Cuba o in Birmania infatti non si vota). Per la chiesa sembra un successo, ma è proprio vero? La Chiesa, come è noto, vede nelle biotecnologie, nel superare le "leggi di natura", una minaccia per il suo futuro e per quello dell'umanità. Se la diffidenza per la scienza è quasi un riflesso condizionato (da Galileo a Darwin a Freud ogni nuova scoperta venne vissuta come una minaccia alla fede), i pericoli di una tecnologia svincolata dall'etica sono una inquietante realtà. Sbaglia però chi nell'indicazione a disertare le urne vede il diritto-dovere della Chiesa ad esprimere il suo magistero: chiedere ai fedeli di votare no sarebbe stato un messaggio etico, chiedere di non andare a votare è invece una mossa di bassa cucina politica, astuta sul breve termine, ma dannosa rispetto al suo ruolo di magistero spirituale. Vuotare le urne è tutt'altra cosa che riempire le chiese. Ha vinto l'embrione? Forse, se davvero fosse una "persona", ma credo che nemmeno i più agguerriti difensori della vita (pronti ad indicare in ogni votante un nipotino di Mengele) ne siano convinti. Del resto tanta santa obbedienza alla Chiesa da parte di politici divorziati e risposati, neopagani seguaci del dio Po, ex radicali e "mangiapreti", lascia quantomeno perplessi sulle vere motivazioni di tanto impegno. Ha vinto, probabilmente, una miscela di stanchezza, disillusione, paura della scienza, difficoltà ad addentrarsi su temi complessi. Una diffusa "scelta di non scegliere", probabilmente favorita anche dal fatto che quasi nessuno realisticamente si attendeva il raggiungimento del quorum. rimasta una legge piena di contraddizioni. Il divieto alla soppressione degli embrioni (ovvero di poche cellule indifferenziate) è infatti incompatibile con l'attuale legge sull'aborto (che permette di sopprimere un esserino incapace di pensare ma composto da miliardi di cellule e già dotato di cuore, muscoli, sistema nervoso). Anche la spirale (che agisce impedendo l'impianto di un embrione già formato) e la "pillola del giorno dopo" dovrebbero per coerenza essere vietati (o ci sono embrioni con più diritti di altri?). E' rimasto il divieto (tutto italiano) alla fecondazione eterologa, strano divieto visto che è praticabilissima (e ampiamente praticata) seguendo le normali leggi di natura, tanto che i figli "eterologi" sono molto più numerosi di quanto si creda (ricerche genetiche dicono che circa il 10% dei figli ritenuti "legittimi" in realtà non lo sono). Perché avere un figlio da un donatore anonimo sia illegale e punibile, e averlo con un amico disponibile no, è un grande mistero. Non parliamo poi dell'incredibile obbligo ad impiantare anche un embrione affetto da gravi malattie geneti- E' che, o gli ovuli fecondati in una donna che dopo l'espianto abbia, per qualche motivo, cambiato idea (abbiamo un parlamento di sadici?). ifficile però non porsi un quesito di fondo: perché, per molte chiese e per molti politici, la sorte degli embrioni, piccoli ammassi di cellule indifferenziate del tutto prive di sensazioni, pensieri e coscienza, commuove molto di più dei milioni di bambini e adulti che ogni anno vengono uccisi, o muoiono di fame o per malattie curabilissime, nell'indifferenza del mondo? E' solo opportunismo politico? Anche, ma non solo. C'è in molti, consapevole o meno, la paura di perdere i riferimenti e i confini su cui le religioni, l'etica, ma anche il pensiero comune, si sono costruiti. Fino a pochi decenni fa la nascita e la morte erano territori misteriosi in mano a Dio, o, per i non credenti, al destino. La vita iniziava con la nascita (prima non vi erano possibilità di interferire) e terminava con la morte naturale (staccare o meno la spina, decidere se una vita vegetativa sia ancora umana, erano domande insensate D REFERENDUM 7 quando non vi era alcuna spina che prolungasse la vita). Anche i bimbi nati con gravissimi handicap inevitabilmente morivano in breve tempo. Così, pur restando spazi di discussione sulla possibilità di accedere al paradiso per i bimbi non battezzati, o sulla presenza (a lungo negata) di un'anima anche nei popoli selvaggi, scienza e fede operavano entro confini chiari. Tutto cambia quando ci avviciniamo ai confini della vita. Non v'è dubbio che l'embrione sia vivo, ma questo di per sé non ci dice nulla (lo è anche una formica, o un batterio). Quando però un uomo è un uomo? Alla nascita, a sei mesi (entro i quali è possibile l'aborto terapeutico), a tre mesi (limite per l'aborto volontario), o, tornando indietro, quando una singola cellula, l'ovulo, è stata fecondata? Quando è in grado di pensare, di sentire, di soffrire? Questo escluderebbe i primi mesi di gravidanza, ma non escluderebbe invece il nostro gatto (che, come ben sanno i tanti estimatori, è capace di pensiero e anche di affetto), e probabilmente nemmeno i robot di futura elaborazione. Quando possiede un'anima? Al di là dell'impossibilità di dimostrarne l'esistenza, pensare che ogni embrione abbia un'anima porta a non pochi paradossi. Visto che in natura più del 90% degli ovuli fecondati non attecchisce o muore poco dopo, dobbiamo pensare a un paradiso (il limbo è stato da poco cancellato) popolato da anime di zigoti, morule e blastule? E che senso avrebbe il giudizio finale, la bilancia di meriti e peccati, per miliardi di anime impossibilitate a compierli? Lo stesso del resto accade nel confine, sempre più ampio, fra morte cerebrale e morte biologica. Therry Schiavo era ancora una donna, o un corpo sopravvissuto di 15 anni alla morte della donna che lo abitava? E i gravi dementi che sopravvivono, senza peraltro rendersene conto, solo grazie a cure straordinarie, sono ancora fra noi? ai confini Piùdellaci sivita,avvicina più tutto si fa sfocato, e anche il confine fra uomo e materia, su cui si regge tutta l'etica laica e religiosa, diviene indistinto. E quando il confine è indistinto, anche ciò che esso contiene, ovvero noi, la vita umana così come la conosciamo, si riempie di dubbi e di spazi d'ombra. Allora, o ci avventuriamo, con il rischio di perderci, in queste lande di confine, alla ricerca di verità che forse neppure ci sono, oppure costruiamo alte mura per presidiare i confini conosciuti, quelli nei quali ci muoviamo da sempre. Dietro la difesa dell'inviolabilità della vita umana (che invece è barbaramente viola- ta, ogni giorno e in tutto il mondo, anche, e spesso soprattutto, dai più accesi difensori degli embrioni e della fede) c'è quindi anche una grande, comprensibile paura per l'immenso ignoto che da poco inizia ad aprirsi davanti ai nostri occhi, un'oscurità non più illuminata da un Dio o da una fede. Per chi vuole difenderci, ma soprattutto difendersi, dall'ignoto, anche scelte che sembrano razionali (la fecondazione eterologa, l'uso di cellule embrionali per la cura di molte malattie) divengono porte da non socchiudere, perché potrebbero chiudersi alle nostre spalle e aprire spazi dove potremmo smarrirci. Fu, del resto, per le stesse paure, che Galileo fu costretto all'abiura (se la Terra non era più il cuore del creato, ma un oscuro pianetino, davvero l'uomo era al centro dei disegni divini?), e che oggi le ideologie neo-creazioniste vogliono cancellare l'evoluzionismo dalle scuole. E' sempre un problema di confini: se l'uomo deriva dalle scimmie, quale fu la prima scimmia a ricevere un'anima? e in cosa era diversa da suo padre che non l'aveva? o anche l'anima evolve, e allora l'intera vita ne è dotata? o forse l'anima non c'è? Basta credere ad Adamo ed Eva, all'argilla e alla costola, e tutto diviene molto, molto più semplice, e fa molto meno paura. Io vescovo sono andato a votare La riflessione del giorno dopo... Ho votato per il Referendum, anche se a risultati già scontati. Ho sempre partecipato alle civiche consultazioni, per principio e per la consapevolezza "storica" che le astensioni - oltreché accomunarti con chi lo è per spirito anticivile o per trascuratezza - non di rado (e questo...fin dal Risorgimento!) ti rendono corresponsabile della vittoria delle posizioni opposte.. Ero dunque particolarmente perplesso di fronte alla posizione tempestivamente proposta dai vertici della CEI ed inevitabilmente accolta dagli altri vescovi (logicamente anche dal Papa) e poi da tutta l'istituzione ecclesiale. Tanto più che a farla interpretare come un espediente astuto (anche se meno determinante del "no", che esclude per cinque anni il testo rifiutato), quasi l'invito ad un compattamento trasversale e manifesto dei cattolici, sopravveniva l'adesione entusiasta di tanti settori della politica, anche di quelli per sé meno interessati in quanto in grado di affrontare viaggi onerosi verso Paesi con leggi più permissive, o di quanti di solito non sono così sensibili a motivazioni ispirate da principi religiosi (denominati per l'occasione "atei devoti"). Una conferma veniva anche da una autorevole Rivista cattolica, che suggeriva di controllare la sera della domenica la percentuale dei votanti, perché nel caso di una forte partecipazione, ritenuta favorevole al "sì" (cioè alla modifica della legge) si potesse il lunedì mattina andare a votare per il "no". Trovavo che in atmosfera di testimonianza aperta e di confronto fraterno sarebbe stato più sereno anche il dialogo con chi non esclude che l'identità umana possa riconoscersi nell'embrione solo al precisarsi del DNA individuale o all'annidamento nel seno materno, sembrando inconcepibile che la natura stessa (quindi il piano divino) disperdendo molti ovuli già fecondati, distrugga tante vite umane estromesse dallo sviluppo; facendo anche comprendere che, nell'incertezza, la Chiesa deve sostenere la parte più sicura. Qualunque fosse l'opinione personale, mi sembrava dovermi comunque adeguare tanto più come vescovo - all'opinione di S. Paolo il quale, posto di fronte al problema delle parti di animali immolati per i riti ufficiali e vendute a basso prezzo sul mercato, dichiarava di rinunciare alla sua disponibilità a servirsene - data l'inesistenza degli idoli se questo avesse potuto scandalizzare chi invece si sarebbe sentito coinvolto dal culto idolatrino (v. 1 Cor cap. 8). Mi ero chiesto se questa modalità di impegno, che potrà portare al raggiungimento di un traguardo immediato, non possa avere risvolti meno positivi nella sensibilità dei cittadini, forse degli stessi fedeli, a cui si è arrivati a dichiarare (anche da parte di un Cardinale!) che non solo votare "sì", ma semplicemente andare a votare fosse peccato mortale! Spero di non incorrere nella conseguenza di essere considerato un cristiano "disobbediente" (anche se autorevolmente era stato precisato che si trattava solo di un suggerimento, sia pure forte e insistente). Ma mi sembrava doveroso - a Referendum concluso per non turbare l'indirizzo ufficiale - tranquillizzare la coscienza di quanti hanno ritenuto che partecipare al voto fosse moralmente legittimo, quale testimonianza civica più efficace. Mosignor Luigi Bettazzi, vescovo Da “Mosaico della Pace” LUOGHI&STORIE 8 La cjase dai cuarvats Tra leggenda e........ osservi Gemona Chiunque dalla pianura resta colpito dalla sua singolare posizione: la città si distende piacevolmente adagiata sopra le verdeggianti dorsali prealpine dei monti Cjampon, Cuarnan, e Glemine che la proteggono dai venti di levante nel loro capace grembo dischiuso alla maniera di un ventaglio. Il Glemine in particolare, si protende roccioso con linee quasi eleganti lungo l'estremità orientale di Gemona e si incunea degradando verso il basso vicinissimo al nucleo abitativo più antico. Scosceso, sovrasta il Duomo e termina poco dopo bruscamente interrotto nel suo possente fianco con un taglio netto formando degli strapiombi evidenti. Alta, a mezzo monte a quota mt. 450 posizionata sotto un marcato strapiombo, si nota chiaramente una grezza costruzione di pietra: è la "cjase dai cuarvats”. Si tratta di un antico punto di osservazione nonché di guardia attestato almeno fin dal 1500. Le prime frammentarie notizie di questo primitivo luogo risalgono addirittura al 1261, in una scrittura del notaio Giacomo Nibissio trascritta a Gemona il 26 febbraio di quell'anno e depositata presso l'archivio comunale, in cui si fa chiaro riferimento a un certo "Pellegrino" che giurò nelle mani del Vicario di Gemona di guardare e custodire per conto del Patriarca di Aquileia "Castrum Montis Falconis quod situm est desuper montem Glimine de Glemo- na". Era chiamato così il monte Glemine nel periodo medioevale: "Montis Falconis" e secondo alcuni storici il "castrum” potrebbe essere stata una specola che sorgeva proprio sopra il monte, o su una cima secondaria in un punto elevato, ma nessuno ne ha mai trovato traccia, anzi è alquanto poco probabile che sia stato costruito un grosso edificio proprio lassù! Potrebbe verosimilmente trattarsi proprio del documento della "cjase dai cuarvats", onorata del titolo di "Castrum" che allora aveva anche il significato di specola, vedetta e palombaro! Un sentiero alquanto malagevole sale nei pressi del duomo, e rapidamente accede alla solitaria e misteriosa "cjase dai cuarvats”. Questa è una costruzione in parte crollata, si compone di un unico vano di 12 metri x 3, che sfrutta un incavo roccioso chiuso verso valle da un muro in pietra: si possono vedere elementi caratteristici di una costruzione a due piani. Superiormente si notano due belle ma rozze bifore prive della colonna centrale, al livello sottostante una specie di focolare posizionato oltre la metà della costruzione, alcune finestre a feritoia, l'ingresso, e una porticina che dava all'esterno sul versante a mezzogiorno che conduceva probabilmente a un terrapieno antistante ora scomparso: forse il posto della vedetta. Sono ancora chiaramente visibili i fori di incastro delle travature che sostenevano il pavimento del primo piano,ai quali corrispondono delle incavature scavate nella roccia. Molti i tratti crollati, dovuti alla vetustà della costruzione, sono depositati sul pavimento e formano uno spessore di anche 50 centimetri sopra quello originario. La muratura che ha uno spessore di circa 60 centimetri è costituita da una doppia fila di sassi lavorati grossolanamente di origine locale, solo le pietre scolpite ad arco alle finestre e alle porte sono in "tof" (tufo) e provengono senz'altro da un altro luogo. I resti di pitture che O. Marinelli nel 1912 cita nella sua: "Guida delle Prealpi Giulie" sono oramai scomparsi; dallo stesso apprendiamo che nel XV secolo la cjase dai cuarvats venne utilizzata come vedetta durante le scorrerie Turche. Da lassù si ammira uno splendido panorama che comprende una vasta parte della pianura Friulana; da qui un tempo si poteva controllare il passaggio sulla via principale lungo la valle del Tagliamento e si può intuire che questa opera faceva parte di un sistema assai vasto di difesa e avvistamento; infatti si trova in comunicazione visiva con il castello di Gemona, con i non lontani di Artegna, di Bragolino (sulla destra Tagliamento), di Osoppo, di Grossemberg (sopra Ospedaletto). L'antichissima sentinella saldata tra le rocce del M.Glemine oggi è l'unica testimonianza del passato rimasta integra nonostante i terremoti del 1976, resistendo molto bene: questo fa ipotizzare che abbia sopportato altrettanto bene i sismi del 1511, e forse anche del 1348 che sono stati di una violenza quantomeno pari a quella del 1976. L'uso e la funzione che ebbe ormai è dimenticato, e per dare un significato alla sua esistenza, come spesso acca- La cjase dai cuarvats "La liende dal sassin di strade" di Valentino Ostermann A contin che un zovin si fos innamorat di una fantate di Glemone, e che inacuart che je i mancjave di fedeltat, par gelosie i ves dade une curtissade e la ves mazade. La justizie a cirive di cjapalu par dai la condane; ma lui, scjampat, si ere butat tal bosc,e là al viveve come lis bestis. Par necessitat ogni tant al scugnive metisi su la strade e assali chei che passavin, e robaur i bez. Ma no l'ere mai sigur di podei durmi i siei siums, cence chadei in man da justizie; par chest, al lave a sta' cumò in une grote cumò in un'altre, ma al veve simpri pore di sei piat in trapule; e par chest si ritirave tai siz pui periculos. Al veve cjatat su la mont di Glimine dongje Glemone un cret a straplomb, e sot di chest a si parave das plois e da nev. A riduess di chest a la' fat un mur sul denant cui siei balcons e cul fogolar, a si ere fat une cjase dulà che nessun varess podut la', se lui al butave ju' class. Ogni tant al vegnive ju'par proviodisi di ce che i coventave. Erin diviers dis che nessun al vedeve plui il sassin di strade, dopo qualchi timp si vedeve entra' pai balcons i corvaz. Cussi a capirin che il sassin l'ere muart, e a son las su' a viodi: lu an cjatat miezz mangjat das bestis, e d'alore in poi la so' cjase fo clamade la cjase dai corvaz. LUOGHI&STORIE 9 de, è nata una leggenda; ne riassumo quella (che tutti noi conosciamo) già presentata a cura di Valentino Ostermann (Gemonese, friulanista studioso delle tradizioni popolari) su "Pagine friulane"del 1888 scritta in friulano originario dell'epoca: "La liende dal sassin di strade", e quella romanzata cha è una versione abbellita scritta nel 1960 da Italo Calligaris edita dalla Pro Glemona; entrambe concorrono nella stessa verità; la prima è piuttosto semplice, l'altra molto più gradevole rivela una forma sentimentale, espressione di chi ha profondamen- te conosciuto e amato la nostra città. Il Calligaris invece narra che dopo il disgelo, il Glemine, si ripopola di verde e di usignoli, e sul versante a sud spunteranno da grani di terra prigionieri delle rocce, lunghe foglie a forma di scimitarra. Sono le foglie dell'iris, il fiore azzurro violetto che predomina sul Glemine. Su quella parete alzando lo sguardo ci si imbatte in una rozza costruzione che sembra parte integrante del monte, è poco più di un muraglione con delle feritoie al quale si può accedere percorrendo uno scosceso sen- "La leggenda di una bionda castellana e del sassin di strade" di Italo Calligaris In un'epoca che si perde nella notte dei tempi il castello di Gemona era l'abitazione del signore del luogo, un nobile d'oltre alpe che aveva una figlia bellissima dalle trecce di seta e dagli occhi azzurro chiaro come le acque dei laghi del nord. Era una ragazza dolce dallo sguardo sognante, sovente si affacciava alle bifore della torre, si sentiva sola e le piaceva contemplare, nel parco del castello, il lavorio incessante del picchio, le acrobazie della cinciallegra sui rami degli abeti, si rallegrava al canto della capinera. Mai, tranne gli armati del padre, vedeva scendere o salire qualcuno lungo il sentiero che portava al maniero. Ma un giorno sul sentiero che portava alle torri apparve agli occhi della fanciulla, un giovane del luogo, costui veniva chiamato al castello di tanto in tanto per svolgere umili mansioni. Fu un rapido, sfuggente intrecciarsi di sguardi, poi questi si fecero più arditi e frequenti, finché sui loro volti apparve un timido sorriso. Niente di più. Da allora ogni volta che il giovane veniva comandato al castello trovava la bella castellana alle bifore quasi per mutuo accordo. Era un continuo incrociarsi di sguardi, cauti all'inizio poi dolci, teneri, struggenti e nacque tra loro, fatto di niente, l'amore. Un sentimento puro e delicato ma così fragile che finì ancor prima di nascere. Infatti un giorno la bella castellana non apparve più alle bifore della torre e gli sguardi del giovane non incontrarono che due occhiaie di pietra. Qualche tempo dopo il Signore del castello annunciava ai sudditi, il matrimonio della figlia con un vecchio conte con il quale si era trovato in rivalità e occupava un castello vicino. Una sera, tiero celato tra gli arbusti. Molti dicono che si tratti di un posto medioevale di difesa ;altri sostengono sia quel che rimane di un luogo di segnalazioni dell'epoca romana. Ma forse non è così. Chi abita queste terre chiama l'antica costruzione "la cjase dai cuarvats" e la lega ad una antica leggenda tramandata da padre in figlio da generazioni e generazioni. E' la leggenda di una bionda castellana e del "sassin di strade". generazione di Aquella quasi cinquantenni che come me ha eletto quel luogo a terreno di avventura e di poco prima delle nozze, il giovane salì furtivamente il sentiero che portava al castello. Portava con sè un semplice mazzo d'iris, il fiore azzurro violetto del Glemine; l'umile omaggio di chi aveva trovato negli occhi azzurri della fanciulla, tenerezza e amore. Ma il mazzo d'iris non raggiunse le bifore. Gli armati del castello sorpresero il giovane e lo trascinarono di fronte al nobile Signore. A nulla valsero le sue giustificazioni: fu deriso, frustato ed espulso dai domini del nobiluomo. In preda all'umiliazione, al dolore e allo sconforto il giovane lasciò il castello, ma non andò molto lontano, non obbedì all'ingiunzione di lasciare la sua terra. Fu così che salì sul Glemine, dal versante che guarda a mezzogiorno. E sasso dopo sasso sul monte si costruì il suo rifugio. Ma al dolore si aggiunse ben presto il peso della fame e della solitudine e la sua mente cominciò a vacillare. Venne il giorno delle nozze. Dal suo rifugio fortezza il giovane guardava la strada sottostante: smunto e ridotto in stracci osservava i nobili invitati che arrivavano da ogni dove paludati in sontuose vesti. Guardava le scorte degli armati; i paggi che recavano doni. Dal gioco vada questo modesto e incompleto lavoro, perché rivivano forse anche con un po' di nostalgia quei tempi passati, ai loro figli e alle giovani progenie Gemonesi affinché sappiano, conoscano e tramandino ancora storia e leggenda di queste terre. Massimo Copetti Bibliografia: Italo Caligaris "La cjase dai corvaz" 1960; Don Valentino Baldissera " Da Gemona a Venzone" 1891; L. Savoia U.Sello "Mondo sotterraneo” 1979; Soc.Filologica Friulana "Glemone 1965-2001". castello gli giungeva il suono delle trombe; dal borgo sottostante il vocio dei popolani che si apprestavano alla festa. Dagli occhi lacrime cocenti gli scendevano lungo le guance. Nella sua mente malata, al suono delle trombe e al vocio dei popolani si aggiunsero le risate di scherno. L'immagine del padre della sposa , la sua voce, i suoi iris calpestati, il sibilare della frusta; nel suo cervello fu presto il caos. E un urlo inumano gli uscì dalla bocca. Le forze ingigantite dalla follia, si mise a smuovere grossi macigni , che fece rotolar giù, uno dopo l'altro, uccidendo fanti, cavalieri, paggi. E giù sassi e sassi ancora, accompagnati da una risata folle, finché sentì che qualcosa in lui si stava schiantando. Si appoggiò alle rocce, lo sguardo ormai vitreo sulla strada sottostante: morì. Quasi per magia frattanto gli azzurri iris spuntarono accanto alle mani immobili del giovane. Infine, dalla cima del monte, un nero gracchiare alato. A decine, con il loro goffo volo i corvi scesero sul rifugio e se ne impadronirono. I corvi, solo i corvi abitano da allora il rifugio di quel giovane tuttora ricordato con il poco benevolo appellativo di "sassin di strade"…. ONORANZE FUNEBRI IRIS Ospedaletto di Gemona Servizio continuato 0432 983517 COSE PUBBLICHE 10 Intesa per Gemona: un anno dopo Bilancio del lavoro svolto dal gruppo consigliare ad un anno dalle elezioni comunali cosa la politica….un Strana anno fa le famiglie gemo- nesi erano bombardate di proposte, informazioni, progetti, notizie di ogni tipo sulla vita e le prospettive dell'amministrazione pubblica del paese, ed ora, invece, ad un anno dalle elezioni comunali, di cosa si sia deciso in Consiglio comunale e ancor più nelle segrete stanze dell'Amministrazione comunale nulla è dato di sapere se non ai soli e soliti "addetti ai lavori". Lo stesso periodico comunale, pubblicato con i soldi di tutti i cittadini e con una veste grafica di dubbio gusto, che sembra "scimmiottare" il locale periodico parrocchiale (!), è stato edito e riservato alla sola Giunta comunale negando così qualsiasi nostro contributo e qualsiasi inserzione, impedendo di fatto di far sentire le nostre idee e le nostre proposte, come se il 30% dei gemonesi che ci hanno votato non avessero diritto di parola. Anche nelle sedute del Consiglio, la Giunta comunale, con l'eccezione di qualche assessore illuminato che ritiene condivisibili le proposte di Intesa, ha respinto qualsiasi proposta o suggerimento che provenisse dai banchi del centro sinistra. Eppure, le questioni che avevano caratterizzato il programma elettorale di Intesa si sono rilevate talmente centrate ed essenziali che l'Am- ministrazione, se pur tardivamente ed in modo spesso improvvisato, ha dovuto affrontarle: la riapertura del mercatino delle pulci in Centro storico, l'apertura, se pur episodica, del parco del Castello, l'affidamento della gestione del parco di via Dante, ecc. ecc. Le questioni più preoccupanti, però, sono due: - L' assetto urbanistico del paese e l'uso indiscriminato del territorio. - Il vecchio e consolidato uso strumentale della carta stampata, attraverso continui spot di annunci eclatanti ripetuti nel tempo, che cerca di mascherare un bassissimo livello di efficienza e di qualità nella gestione della cosa pubblica. La questione urbanistica ha tenuto banco anche in questa prima parte della legislatura, tant'è che sono state presentante già due nuove varianti che continuano nella logica perversa di una "deregulation urbanistica", attraverso l'occupazione di sempre più ampie parti del territorio con la cementificazione selvaggia, a fronte di una disponibilità edilizia ben superiore alla popolazione residente e con l'evidente conseguenza di abitazioni vuote e con costi di gestione delle infrastrutture sempre più alti. Abbiamo, infatti, più chilometri di strade urbane (spesso abbandonate all'incuria e al degrado) di una città come Se sentite qualche brivido, non è una corrente d’aria. Il GTI è tornato. Bolzano, che però conta una popolazione quasi dieci volte superiore. Ed ora, se non bastasse, l'ultima invenzione: la bocciatura di fatto del piano particolareggiato della Statale 13, per altro mai attuato e costato fior di milioni molti anni fa, che renderà la statale stessa, già impercorribile, una specie di supermercato lungo diversi chilometri (copiando, tardivamente, altre realtà della cintura udinese) con ulteriori problemi di percorribilità, ulteriori disagi per le famiglie che abitano in quella zona e, infine, con un inevitabile peggioramento delle opportunità economiche dei pochi esercizi commerciali rimasti all'interno del paese ed in particolare nel Centro storico. Gli annunci-spot che avevamo già denunciato durante la campagna elettorale (la ricostruzione del Castello, la piscina, il palazzetto, S. Giovanni., ecc...) e che periodicamente tornano sulla cronaca di Gemona, sono come dei sogni che non riescono a trasformarsi in realtà; infatti l'unico progetto che verrà realizzato effettivamente ed in tempo utile sarà l'unico a responsabilità ed iniziativa privatistica (la piscina). La "questione ospedale" ancora una volta viene cavalcata utilizzando la carta stampata con fiumi di parole e gridando "al lupo, al lupo" invece di adoperarsi per tro- Iob Silvano & C. Gemona del Friuli vare una soluzione ai problemi veri dell'offerta sanitaria nel Gemonese. Certo che il servizio sanitario sta a cuore a tutti, è indiscutibile. In Consiglio comunale abbiamo votato all'unanimità un ordine del giorno in proposito; abbiamo inoltre firmato la proposta della Sinistra per il Comune di modifica della legge 13 regionale. Ma è proprio scandaloso che si continui a buttare fumo negli occhi o si prefigurino di nuovo battaglie tra poveri per non fare capire nulla alla gente di come stanno veramente le cose! "Intesa", invece, sta lavorando per proporre nel contesto della modifica della legge 13 un nuovo ruolo per la sanità gemonese ed in particolare per la struttura ospedaliera, verificando sul campo la fattibilità della proposta, incontrando i responsabili locali, i sanitari, i sindaci interessati, i tecnici regionali. Pensiamo a una nuova funzione di ospedale, in rete anche con S. Daniele (superando i vincoli territoriali dell'azienda sanitaria dell'Alto Friuli), per ridare a Gemona un ruolo compatibile con i limiti imposti dai vincoli finanziari e per offrire ai cittadini un servizio migliore. Bruno Seravalli Capogruppo di "Intesa per Gemona" in Comune ex libris Come l’acqua nel fiume, come il vento nella pianura, / è passato un altro giorno nella vicenda della mia vita. / Di due giorni non ho mai pensato a darmi cura: / del giorno non ancora venuto, e di quello già andato. Omar ibn Ibrahim al Khayyàm «Rubaiyyàt» GIOVANI&MUSICA 11 Musica e cultura fino all'alba Il Sunsplash: un’opportunità per il territorio Sunsplash: spettacolo fino a quando il sole fa splash, fino a quando schizza fuori dal mare per inaugurare il nuovo giorno. Dal primo al nove di luglio il parco del Rivellino di Osoppo diventa teatro di una gioiosa invasione di musica e cultura. Il popolo del reggae porta con sé le note dei tropici e il desiderio di incontrarsi per dibattere importanti questioni politiche e ambientali. Abbiamo incontrato Filippo Giunta, presidente della Associazione culturale Rototom, organizzatrice dell’evento. Gli abbiamo chiesto di raccontarci quali sono le motivazioni che stanno alla base di una manifestazione così importante e quali prospettive si prefiggono lui e il suo staff. Siamo rimasti inevitabilmente stupiti quando Filippo ci ha raccontato che il Sunsplash, un appuntamento che dura ormai da 12 anni, ha avuto origine dal desiderio e dalla fantasia di quattro amici, che hanno iniziato a organizzare piccoli concerti a Gaio di Spilimbergo, nel piazzale antistante la discoteca di cui erano gestori. Da Gaio il Sunsplash si è spostato a Lignano-Latisana e, successivamente, a Osoppo. La scelta di Osoppo è stata determinata dal fatto che qui si svolgeva già il motoradu- no, di cui si potevano sfruttare le strutture con un risparmio economico. Ma a determinare lo spostamento da Lignano furono anche i rapporti poco sereni con l’amministrazione di Latisana, che non aveva capito la portata dell’evento. Purtroppo le diverse istituzioni con cui il Sunsplash si è rapportato hanno sempre scrutato con diffidenza questo festival. Gli amanti del reggae sono guardati con sospetto perché sostengono la liberalizzazione dell’uso della marijuana, ma nessuno si preoccupa di approfondire le motivazioni filosofiche e religiose che stanno alla base di questa posizione: il fumo è considerato un modo per entrare in comunicazione con dio. Filippo ci spiega che il popolo del Sunspash non è certo alla ricerca dello stordimento fine a se stesso: lo dimostra la scelta di commerciare gli alcolici a prezzi piuttosto elevati, per evitare malori e situazioni difficili da gestire. Nonostante le innegabili difficoltà l’associazione Rototom si è guadagnata sul campo il prestigio e la credibilità che oggi le vengono attribuite: il Sunsplash vanta i patrocini di regione Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Udine, del Comune di Osoppo, del Giamaica Tourist Board (ente del turismo giamaicano) e della Comunità Europea. Si tratta di riconoscimenti ufficiali dell’impegno da sempre profuso nell’affiancare alla musica momenti di riflessione ed approfondimento di tematiche sociali legate o vicine alla cultura reggae. Il Sunsplash è anche un momento di solidarietà. Negli ultimi due anni una parte degli utili sono stati devoluti in microprogetti in Ghana, Giamaica e Brasile, curando molto i contatti sul territorio affinché il denaro non vada disperso. Gli organizzatori del Sunsplash pensano per il futuro a una possibile collaborazione con associazioni di volontariato e solidarietà radicate a Osoppo, per sviluppare una sempre maggiore conoscenza reciproca e ottenere risultati migliori unendo le forze. Quando indaghiamo sulle prospettive future del Sunsplash Filippo Giunta tiene a precisare di esprimere le sue opinioni personali, che non sempre rispecchiano quelle di tutto lo staff. Filippo crede che sarebbe inopportuna una ulteriore crescita della manifestazione: si è sempre opposto all’ipotesi di trasferimento del festival TUTTI GLI ADDETTI CHE RUOTANO ATTORNO AL SUNSPLASH: 1.935! A tempo pieno per tutto l'anno: 10 persone; corsi e delle attività collaterali: 40; a tempo pieno per 3 mesi: 25 persone. addetti impianti (audio/luci): 16 (s.a.); Durante il festival: altri servizi (bazar, supermarket, guardaroba, addetti alla sicurezza: 150 (s.a.)*; primo soccorso, veterinario, ecc.): 30; addetti ai parcheggi: 30 (s.a.); musicisti, artisti, conferenzieri: (stimati) 600; addetti alle pulizie: 60 (s.a.); Facendo un rapido totale delle persone che addetti alla salvaguardia del parco e dell'am- lavorano al sunsplash nei 10 giorni arriviamo biente: 30 persone; a: 1.460! A questi, se volete, potreste aggiunbiglietteria e amministrazione: 25; gere anche il personale di: ufficio produzione: 10; 100 bancarelle = stimate 300 persone; ufficio stampa, rapporti con i media, diretta tv, 25 stand olystyca = stimate 75 persone; redazione giornale, sito, diretta radio: 43; 10 stand canapai = 30 persone; addetti all'accoglienza artisti e ospiti: 21; 35 associazioni = 70 persone; autisti per trasporto persone e merci: 12; quindi altre 475 persone, per un totale di ben squadra allestimenti: 25; 1.935 persone in movimento. personale bar e ristoranti: (stimato) 350 (s.a.); infopoint e internet point: 18 persone; * (s.a.) = servizi appaltati a Roma. Certo, nella capitale si avrebbero innegabili vantaggi dal punto di vista dello spazio e della disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale, ma per Filippo si vive bene a Osoppo. In tanti anni non si sono mai verificati incidenti di alcun tipo: gestire un raduno come questo in una metropoli sarebbe certamente più problematico. Filippo teme che il festival, trasferendosi, perderebbe le proprie radici, ma non tutto lo staff condivide le sue opinioni: molti sottolineano invece le maggiori opportunità e i guadagni garantiti da una collocazione meno periferica. L’associazione Rototom apprezza il coraggio delle amministrazioni di Osoppo, che hanno accolto il Sunsplash e il suo popolo. Ciò non toglie che la collaborazione con le istituzioni potrebbe svilupparsi ulteriormente ed essere approfondita. Secondo Filippo al comune manca una capacità imprenditoriale: gli amministratori non capiscono che manifestazioni come queste possono cambiare l’economia della zona, almeno per alcuni periodi all’anno (all’organizzazione del raduno lavorano circa 1500 persone!). Sarebbe dunque opportuno che si investisse in opere di miglioria utili per tutta la comunità, non solo per il Sunsplash. Si potrebbe iniziare dalla indispensabile manutenzione dei bagni e delle panchine. Le istituzioni dovrebbero inoltre intervenire con un piano per la raccolta dei rifiuti, per la gestione dell’acqua e per i collegamenti tra Osoppo e GIOVANI&MUSICA 12 Il gruppo Zaibuglisch Una nuova rubrica: i gruppi musicali a Gemona dipartite di vecchi membri, i quali sembrano comunque aver lasciato un ottimo ricordo di loro all'interno del gruppo facendolo crescere fino a portarlo all'attuale composizione che a giudicare dai risultati (quasi venti concerti all'attivo e un cd) pare essere quella vincente. Aneddoto: Alla inaugurazione della sala prove del gruppo, quest'ultima è quasi andata a fuoco. Le cause sono tutt'ora ignote, c'è chi pensa a un eccessivo folgore dei neonati Zaibuglisch, chi semplicemente a un fuoco malamente acceso. Sergio Gollino A Gemona il panorama musicale è molto ampio e partecipato, i gruppi che nascono sono molti e talentuosi, per questo P&M ha deciso di dar loro spazio per conoscerli. Farli uscire dalle loro sale prove per farli conoscere e apprezzare anche da chi è troppo impegnato per seguirne le gesta sarà lo scopo di questa rubrica. Luca Condolo (voce), Jacopo mite essa il gruppo va ad tracce di cui potete avere un Marini (chitarra), Antonello e esprimere i suoi stati d'animo assaggio scaricando gli mp3 Michele Brienza (batteria e presi qua e là nella vita di direttamente dal sito della basso), sono gli Zaibuglisch tutti i giorni per consegnarli band "http://xoomer. virgi(non chiedete il significato di poi a Jacopo e Antonello lio.it/zaibuglisch/zaibugliquesto termine perchè è affinché vengano assemblati sch.htm". Sul sito potete troignoto persino alla band) un e trasformati in canzoni. vare oltre alle foto degli Zaigruppo in attività da due anni Gli Zaibuglisch hanno già al buglisch anche curiosità sulla che è ormai parte integrante loro attivo un album che si loro storia, costituita come del panorama musicale intitola, per l'appunto, Zaibu- spesso accade fra i gruppi gemonese. glisch; un pregevole lavoro giovani, di nuovi arrivi e “Le nostre fonti di derivazio- di 7 ne sono chiaramente Rock, CONTINUA L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE “UN BLANC E UN NERI” Jazz e Blues ma non ci sentiamo comunque in grado di ingabbiarci solo in questi n blanc e un Neri" (UBEUN), dopo tre infatti lo stanziamento di un'ingente somma di stili bensì siamo aperti a anni di costante attività, risulta inserita denaro per la ristrutturazione e messa a punto nuove sperimentazioni”, nel contesto delle associazioni gemonesi. della futura sala prove, ovvero una parte dell'equesto è quello che gli stessi L'idea, alimentata dalla necessità, nasce da un dificio in mattonelle situato nell'area sud del Zaibuglisch pensano della gruppo di giovani musicisti con l'unico desidePolisportivo in Via Velden. loro musica, certo è che tra- La sala prove diventa realtà? "U Gemona attraverso i mezzi pubblici. Gli organizzatori del Sunsplash non chiedono soldi, ma servizi. Purtroppo, nonostante il festival sia annoverato tra gli eventi più importanti della regione, un ente come la Provincia di Udine ha negato qualsiasi aiuto! Ma gli amanti del reggae non si danno per vinti. Quest’anno il tema della manifestazione è “la madre terra”. Si discute di inquinamento e di ecologia, si analizza il protocollo di Kioto e si dibatte di politiche ambientali. Ci sono musiche, canti, balli. E sogni, tanti sogni. Claudio Bertossi e Roberto Urbani rio di ottenere in concessione una sala prove comune accessibile a tutti. Questa proposta si è dimostrata non realizzabile in tempi brevi e tuttora dispendiosa di energie, tanto da richiedere un sostegno alla popolazione tramite la partecipazione agli eventi musicali da noi organizzati. Viste le positive esperienze maturate grazie ai diversi concerti, autogestiti e non, nelle serate musicali all'interno della sagra in Maniaglia e, con l'A.F.D.S, di quella in Taboga, abbiamo deciso di riproporci nelle seguenti occasioni: - 21 Luglio 2005, alla serata di apertura della "Terra del Rock" in Maniaglia; - 9 Agosto 2005, esibizione in Piazza del Ferro per l'Agosto Medievale; Stiamo inoltre pianificando altre serate, che si svolgeranno nel corso dell' anno, con lo scopo di mantenere vivo l'interesse per la musica nel gemonese. Grazie al nostro costante impegno ed alla pazienza, messi duramente alla prova da un lungo iter burocratico e politico, la situazione ha recentemente fatto un giro di ruota fondamentale: il bilancio comunale per il 2005 prevede In questo periodo di attesa, oltre alle serate in programma, stiamo analizzando anche i diversi metodi gestionali da adottare quando questa struttura sarà completata, in modo da renderla efficacemente pratica ed attrezzata. Ubeun si sta inoltre prodigando per la realizzazione di una compilation che unisca tutti i gruppi underground del gemonese. Questo per il desiderio comune di eliminare i campanilismi presenti nei vari gruppi e di collaborare sotto il motto "l'unione fa la forza". Alla compilation parteciperanno: Bad Memory, Zaibuglisch, Egg Nogg, Vertigine, The Moon, Hasses Warter, Heresiarch, Lorenzo Tempesti, Bakan. La sua uscita è prevista fra un paio di mesi e alla sua realizzazione oltre che UBEUN ha partecipato anche Lorenzo Tempesti di Musicologi. UBEUN è un' associazione che mira ad espandersi accogliendo chiunque sia intenzionato ad usufruire della futura sala prove o che comunque abbia un interesse in ambito musicale. Per contatti: 3481034831 (Fabrizio) [email protected] Il gruppo Zaibuglisch Michele, Luca, Antonello e Jacopo MUSICA&SOLIDARIETA’ 13 Concerto per un fiore 2005 Sabato 16 luglio a Osoppo Sabato 16 luglio, presso l'ex colonia di Osoppo, l'Associazione Onlus "Friûl Adventures - Fiore" organizza la VII edizione del "Concerto per un Fiore", manifestazione musicale di beneficenza alla quale partecipano ogni anni diversi gruppi locali e non, per una serata dedicata alla musica, all'amicizia e, soprattutto, alla solidarietà. Ogni anno infatti, il concerto ha lo scopo di raccogliere fondi per specifici progetti di sostegno a strutture e centri di accoglienza nei paesi del Terzo Mondo, con i quali l'Associazione ha diretto e continuo contatto. La serata rappresenta l'apice ed il momento più visibile di una progettazione e di una serie di attività e di collaborazioni che si esplicano per tutto il corso dell'anno ma che trovano il proprio momento simbolico e ideale nel Concerto per un Fiore. La manifestazione, nata in ricordo di Fiorenzo Pezzetta, raccoglie il contributo non solo dei tanti aderenti ed amici dell'Associazione, ma anche di altri gruppi locali come quelli che fanno parte del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato del Gemonese che partecipano ogni anno col proprio impegno diretto alla perfetta riuscita della serata. Sabato 16 luglio (o in caso di maltempo, domenica 17), si esibiranno gratuitamente sul palco osoppano la Big Band S.M.E., con musica swing e jazz, i Puerto Galera, con le proprie rock covers, e i Vertigine che propongono un rock italiano. Il concerto avrà inizio alle ore 21 circa: la manifestazione sarà come sempre con entrata a offerta libera e i fondi che verranno raccolti nel corso della serata andranno a sostenere le spese di gestione del collegio "Casa Nazareth" di Tambobamba, sulle Ande peruviane, in cui si dà asilo l'Associazione nei luoghi e nelle strutture delle quali ci si è in passato già occupati. La serata sarà infine anche l'occasione per gettare uno sguardo sulle attività sociali e di volontariato della zona: alla manifestazione parteciperanno infatti anche gruppi ed associazioni di volontariato locali, ognuna presente con una bancarella informativa sulle proprie attività e impegnata ad offrire prodotti alimentari, artigianato e oggettistica, i cui proventi andranno a finanziare il progetto stesso della serata. TUTTI INVESTONO SUL SOLARE, IL COMUNE DI GEMONA NO! Energie alternative Nel 2003 la Regione Friuli Venezia Giulia ha emesso un bando per assegnare cospicui finanziamenti per incentivare l'utilizzo dell'energia solare, sia termica che fotovoltaica. Moltissime le domande presentate, si da parte di privati che di enti pubblici. Nel solo settore dell'energia fotovoltaica vari Comuni della Regione hanno programmato investimenti per Euro 2.992.137,70 di cui Euro 1.961.422,88 finanziati dalla Regione e Euro 1.252.907,82 investendo fondi propri. Tra questi ricordiamo i Comuni vicini di Bordano (investimento complessivo di Euro Cari lettori i dati del vostro indirizzo sono stati tratti dalle liste elettorali del 2005 regolarmente richieste al Comune di Gemona del Friuli. Informiamo voi e tutti gli elettori Via Campagnola 92 Gemona - tel. 0432-982823 ed assistenza a bambini abbandonati o indigenti. All'entrata dell'area festeggiamenti, vi sarà un'esposizione di fotografie e la documentazione sui progetti finora realizzati o ai quali l'Associazione ha collaborato in modo diretto, ma anche sull'avanzamento dei lavori per quelli non ancora ultimati, nonché informazioni specifiche sulle attività ed iniziative che si finanzieranno quest'anno grazie ai fondi che si raccoglieranno nel corso della serata stessa. Durante il concerto verranno inoltre proiettate diapositive sui viaggi fatti dagli amici del- 143.102,00), San Daniele (Euro 306.493,00) e Buja (Euro 262.641,00). A Gemona molti privati hanno aderito al bando prevedendo investimenti per Euro 418.824,00 di cui Euro 279.203,68 finanziati dalla Regione e Euro 181.502,72 investendo fondi propri. Questo dimostra una notevole sensibilità verso le energie alternative. L'Amministrazione comunale di Gemona non ha presentato nessuna domanda né, a quanto è dato sapere, ha programmato interventi in questo settore. Gianni Tonetto di Gemona, come previsto dal D.Lgs. n. 196/2003, che i vostri dati verranno utilizzati soltanto per la spedizione del periodico Pense e Maravee. In caso di non assenso all’uti- lizzo di questi dati e, quindi, per la loro cancellazione o per usufruire degli altri diritti previsti dal decreto citato potete scriverci o mandare un'e-mail a [email protected]. CURIOSITA’ 14 I castelli di Cilio Boezio Piccoli capolavori di architettura Cilio Boezio nel 1971 Boezio ebbe da semCilio pre la passione dei castelli. Si era già cimentato nella realizzazione di qualche semplice miniatura, ma sicuramente l'escursione in bicicletta a Ferrara, dove Cilio aveva una sorella, nella metà degli anni '50 con l'amico Giacomo Contessi (Min il Coç), gli diede ulteriori spunti per la costruzione di castelli più complessi. Nel 1954 realizzò vicino casa in Via Bersaglio la sua prima miniatura: un castello fortificato, arroccato su pietre e circondato da una graziosa vasca d'acqua. In dieci anni, al castello si aggiunsero una chiesa col campanile, una torre vedetta e alcune casette disposte secondo gli antichi e angusti borghi medievali. Queste piccole opere architettoniche non si rifanno ad alcun modello esistente, ma sono frutto L’opera realizzata nei giardini del Castello di Gemona della fantasia di Cilio, ispirato da quanto visto in giro per l'Italia, partendo naturalmente dal Castello di Gemona, da cartoline e libri. I castelli sono stati costruiti in cemento armato con miscela di sabbia fine e appoggiati su "rocche" di pietre, raccolte sul Monte Brancot dallo stesso Cilio e trasportate sulla Vespa. Si fece fare degli stampi di legno da un falegname; armava e poi disarmava a fresco per poter intagliare sul cemento fresco, per l'appunto, tutte le rifiniture, i particolari, le decorazioni (mattoni, finestre, merli …). Nel 1956 gli fu commissionato un castello da Aldo Melchior per ingentilire il piazzale del primo distributore di benzina (ESSO) nella pianura di Gemona, aperto il 28/08/1954 nella borgata di Taboga. Il Sig. Aldo ricorda che andarono insieme a Braulins con la Lambretta a prendere le pietre trasportandole poi con la "còsse" (gerla). La vasca dell'acqua era a forma di cuore e spesso i bambini, saltandoci sopra per gioco, vi si aggrappavano finché col tempo non si ruppe. Fu quindi restaurato e regalato alla fine degli anni Settanta alla figlia maggiore di Cilio, Giuliana. Ora si trova in Via Aquileia, nella borgata di Taviele, dove ha subito un ulteriore ritocco dal figlio Enzo e dal genero Walter De Cecco. Negli anni '60 fece il castello, forse commissionategli dall'Amministrazione Comunale o dalla Pro Glemona o probabilmente da lui stesso donato, da collocare al centro della fontana nei giardini del Castello di Gemona. La fontana era stata costruita dagli allievi del Centro di Addestramento Lavoratori (IAL) diretto da Eligio Bellina, com'è riportato da Tito Cancian sul libro "Gemona, Gemona, Gemona" (Pro Glemona 1999 - Arti Grafiche Friulane Tavagnacco UD), dove scrive anche che Cilio, dal carattere burlone, "si divertiva a raccontare ai meravigliati turisti che quell'opera era stata intagliata nella roccia". Di questo castello non se ne seppe più niente dopo i terremoti del 1976: sparito, volatilizzato… Chi l'ha visto? Il medico dott. D'Andrea gli propose di farne uno nella sua casa al mare sull'Isola di Pantelleria, ma Cilio era troppo preso dai lavori di costruzione della sua baita in Ledis, dedicata alla figlia Lucia. Egli smise di realizzare queste piccole meraviglie nel momento in cui, alquanto amareggiato, non ricevette alcun compenso per un castello commissionato da una famiglia di Artegna. Qualche suo amico suppone che ne avesse fatti altri, forse anche in giro per il Friuli. Cilio Boezio era nato nel 1924 da una famiglia di contadini del Borgo Gois. Fece per molti anni il "scovacìn", oggi si direbbe l'operatore ecologico, per il Comune di Gemona. Viene ricordato come un uomo oltremodo forte, amante della montagna e di ottima compagnia. Morì nel 1980. Con il suo diploma di quinta elementare e la sua vena artistica ha lasciato considerevoli testimonianze d'ingegno: perfette e precise nell'esecuzione e proporzio- Cilio con 5 dei suoi figli Il primo castello realizzato nel ‘54 nate nelle dimensioni. Se della miniatura della fontana del Castello non rimangono che ricordi, fotografie e cartoline, di quella di Via Bersaglio si possono ancora ammirare la bravura e la bellezza. Non solo! Nel 2000 il figlio Enzo lo ha restaurato, recuperando quanto il tempo e le intemperie avevano risparmiato, ricollocando la torre e parte del campanile, inserendo un agglomerato di casupole, un ponte e diverse stradine di collegamento. Nella vasca d'acqua, realizzata dal padre con lo zampillo al centro, ha aggiunto il circolo dell'acqua con una cascatella che passa sotto al ponte. Viene illuminato la notte nel periodo natalizio ed in concomitanza con i festeggiamenti dell'Agosto Medievale: un'ulteriore suggestiva curiosità per i turisti e per i gemonesi stessi. Gli è stato proposto di fare la copia di quello che era nei giardini del Castello: la scjèle no va lontan dal çòc, la tradizione continua e si perpetua. Maria Copetti COSE PUBBLICHE Lorenzo la talpa di Lorenzo Londero “flec” 1 Comuni, feste nazionali e i giovani In Italia il 25 aprile si è celebrato il 60° anniversario della Liberazione dal nazifascismo e, il 2 giugno, il 59° della proclamazione della Repubblica. L'Amministrazione comunale di Gemona, in queste due feste nazionali, ha coinvolto le associazioni d'arma, pochi cittadini e ancor meno studenti e giovani. A Tavagnacco il 25 aprile gli studenti delle scuole dell'obbligo hanno partecipato alla seduta straordinaria del Consiglio comunale che, riunitosi nell'auditorium, ha commemorato la Liberazione di 60 anni fa. A Tarcento, nella mattinata del 25 aprile, dalla scuola media è partito il corteo (con autorità, associazioni d'arma, studenti e insegnanti) che si è recato in cimitero a rendere omaggio ai Caduti per la Liberazione e poi, nella piazza principale, ha seguito gli interventi commemorativi delle autorità. In vari Comuni le cerimonie per il 2 giugno sono state concluse con la consegna di copia della Costituzione ai giovani neo 18enni (così a Basiliano, Buttrio, Manzano, Ruda). Va segnalato che: a) a Buttrio l'Amministrazione comunale ha, inoltre, organizzato, per i neo 18enni, una serata di approfondimento e di riflessione dei principi costituzionali illustrati da un esperto legale; b) a Tricesimo, in un mani- 15 festo, il Sindaco ha ricordato "la vittoria dell'opzione Repubblicana nel referendum popolare e le elezioni per l'Assemblea Costituente del 2 giugno 1946" che, l'anno dopo, concluse i lavori con "la traduzione in legge fondamentale dello Stato di una profonda volontà di vita civile, di rinnovamento nel progresso, di fervido slancio della ricostruzione". 2 Comuni e borse lavoro per giovani: Gemona non c'è Sfogliando la cronaca recente della stampa locale rileviamo che: a) Maiano: il Comune assegnerà ai giovani dai 18 ai 22 anni n. 8 borse lavoro nel settore ambiente (mese di agosto) e n. 2 borse lavoro nel settore cultura (periodo: da luglio a dicembre); b) Cividale: il Comune ripropone il "Progetto impresa", che prevede borse lavoro per 4 giovani di età compresa fra 18 e 30 anni; durata: da 2 a 4 mesi; c) Osoppo: il Comune ha previsto due bandi per l'assegnazione di n. 3 borse per giovani di età 16-18 anni (ambiente e cultura) e n. 3 borse per giovani di età 2230 anni (gestione di gruppi giovanili). Tempi: tra luglio e agosto (da lunedì a venerdì); d) Pagnacco: il Comune prevede di assegnare n. 25 borse a giovani di età 15-17 anni per lavori di manutenzione del territorio e dei reperti presso il locale museo di storia contadina. Periodo: luglio e agosto; e) Tricesimo: sono previste n. 44 borse lavoro per ragazzi dai 16 ai 18 anni: suddivisi in due gruppi essi collaboreranno con enti e associazioni nei settori ambientale e sociale; durata: 4-29 luglio e 1-29 agosto; f) Fagagna: l'Amministra- zione comunale ha approvato il progetto formativo "Borse lavoro giovani con lo scopo di promuovere momenti di conoscenza e di aggregazione tra i giovani del Comune dando la possibilità di condividere un'esperienza fra ragazzi coetanei, contribuire alla gestione del patrimonio comunale e imparare a conoscere il valore del denaro attraverso il proprio sacrificio lavorativo". Sono previsti 2 gruppi di 10 ragazzi/e tra 16 e 25 anni. Tempi: 4-22 luglio e 25 luglio-12 agosto, n.5 ore al giorno da lunedì a venerdì. Compenso: Euro 250 lordi; g) Buttrio: borse lavoro per 7 giovani fra i 16 e i 25 anni. Verranno impiegati per attività di: assistenza in biblioteca e negli uffici comunali per attività ricreative, informatizzazioni pratiche, lavori esterni, catalogazione di reperti e disegno descrittivo presso il museo locale. GEMONA: fino ad oggi l'Amministrazione comunale non ha programmato iniziative di borse lavoro per i giovani. Le auspichiamo per l'estate 2006! 3 CIPAF: il Presidente relazioni al Consiglio di Gemona Dopo il nostro articolo "CIPAF: Piano Territoriale in forte ritardo e Gemona tace" (pubblicato su Pense e M. n. 52 del marzo 2005) il Consiglio di Amministrazione dello stesso Consorzio "al fine di concludere la redazione del Piano Territoriale Infraregionale", ha fra l'altro sollecitato i professionisti incaricati a: 1) eseguire ed effettuare tutte le analisi e gli accertamenti di carattere ambientale, paesaggistico, del rumore e delle polveri in particolare, dei fattori economici di sviluppo e di sostenibilità ambientale che possano influire nella scelta di inserire nella fase definitiva della redazione del Piano anche l'area ubicata a nord-est del Comune di Buja; 2) predisporre eventualmente anche la documentazione necessaria per la redazione delle varianti al Piano Regolatore Generale dei Comuni interessati (Gemona, Osoppo, Buja) in relazione sia ai perimetri che alle destinazioni (D1-D2); 3) valutare le scelte e le necessarie proposte progettuali in relazione alle eventuali infrastrutture in progetto in sede Regionale e Provinciale (Cimpello-Gemona) *vedi delibera n. 74 del 7.4.2005. Il Presidente del CIPAF Vergilio Burello, nell'Assemblea generale del 18.4, ha dichiarato che il Piano T.I. "sarà completato durante il 2005". L'importanza dell'approvazione del Piano Territoriale per il futuro economico e occupazionale della zona pedemontana dell'Alto Friuli è evidente e nota. Due mesi dopo la nostra segnalazione va rilevato che: a) il Sindaco G. Marini, V. Salvatorelli e A. Brollo (amministratori di ieri e di oggi del CIPAF) continuano a tacere; b) il Consigliere regionale Disetti ha espresso "la sua preoccupazione per il ritardo nella stesura del Piano T.I., strumento indispensabile per ampliare la zona industriale e favorire l'insediamento di attività a prevalente occupazione femminile, da tempo falcidiata dalla crisi del settore tessile" (Il Gazzettino, 11.6.05). Riteniamo che il Consiglio comunale di Gemona, maggioranza e minoranze, deve poter valutare ed esprimersi sugli obiettivi del Piano e sulle cause del forte ritardo per la sua approvazione. Per questo sollecitiamo il Sindaco a convocare in Consiglio il Presidente Burello per l'illustrazione e l'esame del Piano Territoriale CIPAF. METEOROLOGIA 16 Gelate all’inizio e caldo record alla fine Questo trimestre inizia con le gelate di inzio marzo: temperature record degli ultimi 70 anni il 2 e 3 marzo (-9,5 e 8,6), quasi 11 gradi sotto la 35 media, e termina con altri record (delle massime stavolta) la fine di maggio, dal 27 al 30, con una massima di 34,2 il giorno 29. Nell’intervallo tanti giorni di pioggia (35) ma, nel complesso, poca quantità: 330 mm contro una media di 518 del periodo. Temperature minime e massime Media climatica temperature '72-'03 Piogge giornaliere T. C° 30 Sul sito www.pensemaravee.it tanti altri dati. Si ringraziano Andrea Venturini e Massimo Marchetti per la collaborazione. P. mm 180 160 25 140 20 120 15 100 10 80 5 60 0 40 -5 20 0 -10 1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 3 6 9 12 15 18 21 24 27 30 Marzo 2005 4 L'ancone di Parut "L'ancone di Parut 'e sta ben plaçade su la beorcje de pedrade di Venturin e de strade di Moseande e cu la sô architeture rustiche neoclassiche 'e risulte un cjanton di rispiet urbanistic e 'a tire il vôli e il cûr di chei ch'a vègnin su dal plan par jentrâ a Glemone dal Borc Disot". "Un glemonat" (pseudonimo del compianto gemonese Mons. Pietro Londero) è l'autore di questa iniziale descrizione della citata ancona. L'articolo integrale "Lis anconis di Glemone" fu pubblicato, interamente in lingua friulana, sul mensile INT FURLANE del gennaio 1979 e speriamo di vederlo 3 6 9 Aprile 2005 pubblicato in un prossimo numero di Pense e Maravee. Nel gennaio 2005 il proprietario dell'ancona Roberto Forgiarini, preoccupato per il degrado dell'opera, fece richiesta alla Regione (Servizio Conservazione Patrimonio culturale) di un contributo per il suo restauro. La Regione rispose che possono accedere a questi contributi solo "Enti ed Istituti pubblici o privati" e non "i privati cittadini proprietari di beni culturali". Per il restauro di questa e delle poche altre ancone risparmiate dai terremoti del 1976 pare che l'unica via efficace sia l'attivazione del Comune. L'Amministrazione comunale di Gemona potrebbe fare un censimento delle ancone stradali, cappelle votive, eccetera, bisognose di restauro, far predisporre i relativi preventivi di spesa e presentare domanda di con- 12 15 18 21 24 27 30 Maggio 2005 tributo alla Regione ai sensi della Legge reg. n. 60/76, art. 49. Altri comuni, di recente, hanno ottenuto risposte positive dalla Regione. Sollecitiamo il Comune di Gemona a fare altrettanto. L’ancone di Parut CARTOLIBRERIA COCCINELLA Cartolibreria Coccinella sas di Marina Lepore & C. Via Dante Alighieri 213 33013 Gemona del Friuli tel/fax 0432.981305 di Forgiarini Roberto & C. snc Rive di Venturin, 18 - Gemona del Friuli Cell. 339.7716031 - Telefono 0432.981511 GIOVANI ARTISTI 17 L'uomo e il sé Raffaele Chiandussi: tra arte, video e filosofia ciazione crea il periodico di informazione ed approfondimento Evènts, che nel dicembre 2004 si fonde con il periodico Agendæ.Info, creando èMagazine. Le prime opere di Raffaele affaele Chiandussi nasce a sono legate alla pittura Udine il 28 febbraio 1974. gestuale, arrabbiata, di sfogo, Vive e lavora a Gemona del rifacendosi ad artisti dell'ultiFriuli. ma generazione. Con ancora Si è occupato in passato di l'uso del pennello, ma anche architettura, avendone fre- di diversi altri materiali, quali quentato il corso di laurea, bottiglie di plastica, veli, sacpartecipando anche a concorsi chi neri, lamiere, sassi, fili di nazionali ed internazionali, ferro … Raffaele agisce sulla ricevendo diversi premi e materia bruciandola, pieganmenzioni con lo studio +MA dola, trasformandola, in un (va letto "più ma" o continuo sperimentare fino ad "piuma"…), di cui nel 1999 è ottenere un risultato complesstato il fondatore assieme a sivamente armonico. Ora i Tommaso Michieli e Franco quadri fanno solo da corollaD'Asero. Il gruppo, formato rio ai suoi ultimi lavori di anche da Marcelo Palozzo, maggior intensità emotiva Maurizio Varagnolo e diversi grazie all'uso del video, le cui altri collaboratori, ha sempre musiche sono per lo più curacercato di portare avanti una te da Lorenzo Tempesti. La ricerca che vada ad indagare sua ricerca artistica però parte gli incroci tra arte, architettu- sempre dall'impostazione e ra, grafica, multimedia e pia- dalla necessità di approfondinificazione urbana. mento dello studio architettoDa alcuni anni si occupa prin- nico; da esso si sviluppa l'idea cipalmente d'arte attraverso la di installazione (N.d.A. per pittura, i video e le video installazione s'intende un'opeinstallazioni. Ha al suo attivo ra composta da un insieme di diverse esposizioni sia perso- oggetti, che difficilmente può nali sia collettive in Italia e essere ripetuta una seconda volta, anzi sarà di volta in all'estero. Nel 2001 assieme ad Emilia- volta diversa, quindi fine a sé no Rossi fonda la società stessa e irripetibile) e di Next01, che si occupa di gra- installazione video, in cui il fica pubblicitaria, web design luogo assume un suo valore spaziale ben definito. In lui ed organizzazione di eventi. Nel 2003 diventa Presidente l'attività artistica non sembra della Link Associazione Cul- distaccarsi mai nettamente turale che propone lo svilup- dagli altri ambiti del suo agire po culturale dell'arte e dell'ar- (gli studi in architettura, la chitettura sul territorio friula- progettazione di pagine web, no. Nel giugno 2003 l'Asso- la grafica pubblicitaria, ecc...) tutti caratterizzati Raffaele Chiandussi: deep(er) 03 da quella strana miscela tra aspetti estetici e aspetti pratici. Le sue ultime installazioni hanno per tema la Persona, l'Uomo e il rapporto con il sé, partendo da letture filosofiche soprattutto di Carl Gustav Con questo numero inizia una nuova rubrica per "viaggiare" nel mondo dell'arte con giovani artisti gemonesi e friulani under 40. R Jung, dalla cui opera ha estratto il sunto delle sue ultime ricerche: "Questa intera creazione è essenzialmente soggettiva e il sogno è il teatro dove il sognatore è allo stesso tempo sia la scena, l'attore, il sug- Raffaele Chiandussi in un’immagine tratta dal video "around me" geritore, il direttore di scena, il manager, l'autore, riservati all'arte, distribuite su il pubblico e il critico". Scrive un ampio territorio. Maria Copetti lo stesso Raffaele "… la gente e i luoghi, che ho visitato in PRINCIPALI MOSTRE E questi ultimi anni di ricerca PARTECIPAZIONI sul valore d'espressività e · Udine - 2005 - Artspace: contemporaneità dell'arte, mi inaugurazione della rivista hanno aiutato ad annotare èMagazine sensazioni e suggestioni, che · Udine - Udine Fiera - Idea poi sono state riversate nei Natale 2004 video e filtrate dalle letture · Casier (TV) - 2004 - Fun of esistenzialiste del Novecen- Fun - First Universal Nexus of to… Quello che m'interessa è FUNtastic United Nations riuscire a trasmettere alle · Salisburgo (A) - 2004 - IT in persone delle sensazioni che AT artisti italiani alla Berchnascono direttamente da loro toldvilla di Salisburgo e dalla ricerca di loro stessi: · Tarvisio (UD) - 2004 - Arte un ritorno alle origini della Diffusa · Gemona del Friuli - Studio coscienza attraverso l'incon- Next01 - 2004 - Office in art scio e l'isolamento, che l'uo- · Gemona del Friuli - Osteria mo crea con sé stesso, in que- Al Bondì - 2003 - Bianco Nero sto modo l'installazione Alluminio, tra arte e gusto diventa uno spazio dove ritro- · Venzone (UD) - 2003 vare il processo di individua- ARTEADESSO rottura della zione di noi stessi…" marginalità sotto il segno di Raffaele agisce per progetti, internet tra i quali: BIANCO NERO · Tolmezzo (UD) - 2003 ALLUMINIO, tre colori e Arteadesso altrettanti momenti di una · Gemona del Friuli - Palazzo serata dedicata all'arte e al Elti - 2002 - TERRA.TREMA gusto, in un coinvolgimento Mostra di architettura digitale totale dello spirito e dei cin- · Gemona del Friuli - Galleria d'Arte Babele 2002 que sensi di ogni persona +MA.RAF intervenuta all'evento; · Gemona del Friuli - Galleria ARTEADESSO, con mostre d'Arte Babele - 2001 - extempocollettive a tema; IT IN AT, re di pittura "Gemona: facce, opere di artisti italiani/IT in facciate, sfaccettature" mostra in Austria/AT; ARTE · Gemona del Friuli - Parco di DIFFUSA, mostre, che esco- Via Dante - 2001 - 120 m³ di no dai soliti spazi canonici spazio: abusivismo artistico FREE CLIMBING SCI ALPINISMO ALPINISMO TREKKING Della Marina Manlio & C. via Roma - Gemona del Friuli tel. 0432.981367 www.msport.it [email protected] LETTERE A P&M 18 Vittima del dovere Il ricordo dell’ostetrica comunale Anna Colussi Signor DiretPregiatissimo tore, ho letto con un certo ritardo il n. 52 di "Pense e Maravee" con l'articolo di Sandro Cargnelutti dedicato a Meni Nôle, articolo al quale sono lieto di aver dato il mio modesto contributo. Purtoppo però devo, con vivo rammarico, rettificare me stesso là dove affermo che Meni Nôle fu il solo dipendente comunale caduto "nell'adempimento del dovere". Ci fu infatti un altro caso di un dipendente comunale, anzi, di una dipendente comunale, che morì per aver fatto il suo dovere: si tratta dell'ostetrica comunale Anna Colussi in Brollo di Ospedaletto. Il fatto accadde nel 1919. Nell'estate di quell'anno ci furono a Gemona diversi casi di vaiolo, tanto che il sindaco di allora, l'avvocato Luciano Fantoni, ai primi di luglio ordinò la vaccinazione antivaiolosa di tutti i cittadini. Ma non tutti vi si sottoposero e non tutti adottarono i necessari prudenti e coscienti comportamenti. La signora Anna Colussi, nella sua qualità di ostetrica comunale, visitò una paziente che l'aveva chiama al suo capezzale, contrasse la malattia e morì. Per completezza di informazione Le trascrivo l'articolo che pubblicò in proposito la "Patria del Friuli" il 21luglio 1919 sotto il titolo "Vittima del dovere": «Mentre qui infieriva il vaiolo vi sono state alcune persone che hanno violato le prescrizioni sia tenendo nascosti Primavera Gocce di primavera irrigano con dolore la terra povera. Orfana, senza tesoro. Marina Stroili gli ammalati per evitare la visita del medico, sia infrangendo l'ordine di non avvicinare i colpiti da tale morbo. In una famiglia, di cui per un certo riguardo non dico il casato, vi fu una donna colpita dal vaiolo. I famigliari non l'hanno denunciata al sanitario. Hanno però chiamato la levatrice signora Anna Colussi Brollo dicendole che la paziente si trovava in stato di aver bisogno di lei. La buona levatrice, ignara della grave malattia che teneva a letto la donna, ha praticata a questa la visita della sua professione. Quella visita è stata fatale per la professionista, perché poco dopo le si è manifestato il vaiolo in modo sì grave da mandarla alla tomba in pochi giorni. Generale è il compianto per la povera levatrice che lascia quattro figliuoli in età tenerissima, perché la sua capacità professionale, la grande bontà e rettitudine la avevano resa amata e stimata dall'intera cittadinanza. In pari tempo e da tutti riprovato il Meni Nôle: petizione al Sindaco Preg.mo Sig. Sindaco Voglia scusare se mi permetto di disturbarLa. Penso che anche Lei abbia letto, su "Pense e Maravee", l'articolo che ricorda il dipendente comunale Domenico Copetti ("Mani Nôle"), ucciso 100 anni fa per aver preso sul serio, scrupolosamente, i doveri del suo stato. Sono convinto che anche Lei ritenga opportuno tramandare la memoria di un personaggio di tale rigore morale. L'articolo di giornale, in questi tempi distratti, si dimentica presto: meglio sarebbe, a mio parere, se il nome di Meni Nôle venisse legato a qualcosa di pubblico (Via o Istituzione) avente carattere durevole; ottima cosa, ad esempio, potrebbe essere l'intitolazione al suo nome dell'Asilo di Via Cappuccini. Grato se vorrà prendere in esame la proposta, Le invio i miei più rispettosi saluti. Pietro Copetti (il Gî) - seguono 120 firme contegno di coloro che, sia pure per imprudenza e non per dolo, hanno dato causa al luttuoso fatto, e si reclama da parte della giustizia severi provvedimenti.» Sono vivamente dispiaciuto per questa involontaria inesattezza. E' ovvio non chiedo rettifiche di sorta, ma lascio al Suo apprezzamento se pubblicare o meno questo fatto sul Suo periodico. Personalmente penso che ricordare queste persone, quasi sempre del tutto dimenticate, che hanno fatto la cronaca di Gemona sia un modo per ricostruire la Storia del nostro paese. Un cordiale saluto. Cesare Sabidussi Senso d’Autunno Piove. Sotto le foglie odore di muffa vapore d'umido: bosco, pineta, giardino, roccia muschiosa, verde. Vigna accarezzata con mani veloci, vendemmia profumata di gocce di mosto, erbe pestate, aglio selvatico, fichi maturi, troppo, bagnati. Sorridono le melagrane con i chicchi trasparenti. Marina Stroili Farmacia “Antonelli” dr. Franco Santi P.za Garibaldi 5-7 -Tel. 0432 981053 Gemona del Friuli (Ud) Cosmesi - Articoli Sanitari - Veterinaria Cinema sotto le stelle 2005 A Gemona, Trasaghis e Artegna - Il 10 agosto serata con Dante Spinotti Torna il cinema all'aperto a Gemona, Trasaghis e Artegna. La rassegna Cinema sotto le stelle curata dalla Cineteca del Friuli in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e con il sostegno dei comuni di Gemona e Trasaghis e dell'Associazione Pro Artegna, porterà ben diciassette titoli dell'ultima stagione cinematografica, scelti tra i film per ragazzi e famiglie e per gli amanti del cinema d'essai. A illuminarsi per primo, mercoledì 29 giugno alle 21.30, sarà lo schermo del Parco di via Dante a Gemona, con le coloratissime creature marine della commedia animata Shark Tale, che ironizza su vizi e vezzi di personaggi illustri e superpremiati di Hollywood. E da Hollywood arriverà anche quest'anno, per le vacanze nella sua Carnia, Dante Spinotti, offrendo alla Cineteca l'occasione per una proiezione speciale dell'ultimo film di cui ha diretto la fotografia: After the Sunset di Brett Ratner, che sarà presentato dallo stesso Spinotti al Parco di via Dante il 10 agosto. L'appuntamento con il cinema a Trasaghis sarà invece il venerdì (unica eccezione giovedì 11 agosto), con proiezioni in paese e sulla riva del lago, ad Alesso, Braulins e Avasinis, mentre ad Artegna toccherà gli ulti- mi due giovedì di luglio. Questo il calendario per ogni località: Gemona, Anfiteatro di Via Dante: Shark Tale (29/6); Neverland - Un sogno per la vita con Johnny Depp e Dustin Hoffman (6/7); Un bacio appassionato di Ken Loach (13/7); Donnie Darko di Richard Kelly (20/7); Cuore sacro di Ferzan Ozpetek (27/7); Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi Avati (3/8); presentazione speciale con Dante Spinotti di After the Sunset di Brett Ratner (10/8); Lemony Snicket: Una serie di sfortunati eventi con Jim Carrey (17/8). Comune di Trasaghis: Shrek 2 (Alesso, Piazza 1° maggio, 1/7); il pluripremiato agli Oscar Million Dollar Baby di e con Clint Eastwood, (Braulins, Area Biblioteca, 8/7); La vita è un miracolo di Emir Kusturica (Peonis, Area Canonica, 22/7); La morte sospesa di Kevin McDonald (Riva Est del Lago, 29/7); un altro premio Oscar, Mare dentro di Alejandro Amenabar (Riva Ovest del Lago, 5/8); La foresta dei pugnali volanti di Zhang Yimou (Avasinis, Piazza 2 maggio, 11/8); I ragazzi del coro di Christophe Barratier (Trasaghis, Area Chiesa, 19/8). Artegna: Gli incredibili di Brad Bird (Piazzale della Pieve, 21/7); Melinda e Melinda di Woody Allen (Piaz- Dante Spinotti sarà presente a Gemona za Marnico, 28/7). Le proiezioni, tutte a ingresso gratuito, cominceranno con l'arrivo del buio, intorno alle 21.30 a luglio e 15-30 minuti prima in agosto. Il programma completo con le recensioni dei film saranno pubblicati sul sito Internet della Cineteca www.cinetecadelfriuli.org e sul notiziario Il raggio verde. Info: [email protected], tel. 0432 980458. Pupi Avati al Parco di Via Dante a Gemona durante la presentazione del suo film Il cuore altrove Volete contribuire alle spese di stampa e distribuzione: andate in Posta e compilate un bollettino di c.c. postale n. 16895336. Qualsiasi importo va bene!