Vol. 23 I - Consiglio Regionale della Sardegna
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Vol. 23 I - Consiglio Regionale della Sardegna
Acta Curiarum Regni Sardiniae 23 Il Parlamento del viceré Giuseppe de Solís Valderribano conte di Montellano (1698-1699) a cura di Giuseppina Catani e Carla Ferrante Torno I. Introduzione. Atti del Parlamento Comitato scientifico per la pubblicazione degli Atti dei Parlamenti sardi Il PRESIDENTE del Consiglio regionale On. PIER LUIGI CARLONI, Vice Presidente del Consiglio regionale PROF. BRUNO ANATRA, ordinario di Storia moderna nell'Università di Cagliari Prof. ITALO BIROCCHI, ordinario di Storia del Diritto italiano nell'Università La Sapienza di Roma Dott. MARIAROSA CARDIA, professore associato di Storia delle Istituzioni politiche nell'Università di Cagliari Prof. GUIDO D'AGOSTINO, ordinario di Storia delle Istituzioni politiche nell'Università di Napoli "Federico II", membro della "Commission Internationale pour l'Histoire des Assernblées d'États" Prof. ANTONELLO MATTONE, ordinario di Storia delle Istituzioni politiche nell'Università dí Sassari Dott. GABRIELLA OLLA REPETTO, ispettore generale per i Beni archivistici Prof. MARCO TANGHERONI, ordinario di Storia medioevale nell'Università di Pisa Segreteria del Comitato scientifico Dott. GIAMPAOLO LALLAI, capo Servizio segreteria del Consiglio regionale della Sardegna Dott. ANNA DESSANAY, funzionario del Servizio studi del Consiglio regionale della Sardegna Dott. MARIA SANTUCCIU, funzionario del Servizio amministrazione del Consiglio regionale della Sardegna ACTA CURIARU1VI ********************* REGNI SARDINIAE ********************* IL PARLAMENTO DEL VICERÉ GIUSEPPE DE SOLtS VALDERRABANO CONTE DI MONTELLANO I ag ATTI DEL PARLAMENTO (1698-1699) a cura di Giuseppina Catani e Carla Ferrante ffl àg óó ROMMNND.0.0.0.00g DO.0000.0.091.19g Có CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA O Copyright Consiglio regionale della Sardegna, 2004 Redazione, stampa e distribuzione a cura dell'EDI.CO.S. (Editori Consorziati Sardi) s.r.l. Via Contivecchi 8/2 - 09122 Cagliari Tel. e Fax (070) 270507 Fotocomposizione e impaginazione Carlo Delfino editore, Via Rolando 11/A, Sassari ACTA CURIARUM REGNI SARDINIAE Volumi già pubblicati 1. "Acta Curiarum Regni Sardiniae". Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna Atti del Seminario di studi (Cagliari, 28-29 novembre 1984) Cagliari, 1986 (seconda edizione, 1989). 2. Il Parlamento di Pietro IV d'Aragona (1355) a cura di Giuseppe Meloni Cagliari, 1993. 3. I Parlamenti di Alfonso il Magnanimo (1421-1452) a cura di Alberto Boscolo Revisione, apparati e note di Olivetta Schena Cagliari, 1993. 5. I Parlamenti dei viceré Giovanni Dusay e Ferdinando Girón de Rebolledo (1494-1511) a cura di Anna Maria Oliva e Olivetta Schena Cagliari, 1998. 12. Il Parlamento del viceré Gastone de Moncada marchese di Aytona (1592-1594) a cura di Diego Quaglioni Cagliari, 1997. 14. Il Parlamento del viceré Carlo de Borja duca di Gandía (1614) a cura di Gian Giacomo Ortu Cagliari, 1995. 16. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel marchese di .Bayona (1626) a cura di Gianfranco Tore Cagliari, 1998. 23. Il Parlamento del viceré Giuseppe de Solís Valderràbano conte di Montellano (1698-1699) a cura di Giuseppina Catani e Carla Ferrante Cagliari, 2004. I. Atti del Parlamento Il. Capitoli di Corte. Atti conclusivi III. Abilitazioni e procure IV. Abilitazioni e procure. 24. L'attività degli Stamenti nella "Sarda Rivoluzione" (1793-1799) a cura di Luciano Carta Cagliari, 2000. I. Atti dello Stamento militare, 1793 Il. Atti degli Stamenti ecclesiastico e militare e della Reale Udienza, 1793-1794 III. Atti degli Stamenti militare e reale, 1795 IV. Atti degli Stamenti militare e reale, 1796-1799. I Carla Ferrante e Giuseppina Catani L'autunno degli Stamenti. Costituzionalismo, lotta politica, ricompilazione delle leggi nell'ultima riunione del Parlamento sardo (1698-1699) Questo lavoro è frutto di un intenso rapporto di collaborazione che ha impegnato le autrici dalla fase iniziale della ricerca alla stesura del saggio sino alla revisione del testo. Tuttavia la stesura del saggio introduttivo è opera di Carla Ferrante, ad eccezione del paragrafo "Le città regie", da attribuire a Giuseppina Catani. A conclusione del lavoro le autrici desiderano ringraziare il Comitato scientifico per la pubblicazione degli Atti dei Parlamenti sardi; in particolare la dottoressa Gabriella 011a Repetto per l'affettuoso sostegno e le acute e stimolanti osservazioni; il professor Italo Birocchi per la concreta partecipazione nella difficile impresa; un sentito e speciale ringraziamento va al professor Antonello Mattone per averle guidate nelle varie fasi di realizzazione dell'opera, soprattutto per aver letto con spirito critico il saggio introduttivo e per í preziosi e costanti suggerimenti. Un cordiale ringraziamento va anche ai componenti della Segreteria organizzativa del Comitato scientifico per la loro disponibilità e cortesia e ai professori Manlio Brigaglia e Salvatore Tola per l'accurata revisione del testo. Il presente saggio introduttivo è stato in parte realizzato con il contributo MURST (ex 40%). 8 1. Il dibattito storiografico sul regno di Carlo II L'ultimo Parlamento celebrato in Sardegna si colloca in una fase molto delicata della vita della monarchia di Spagna, ormai avviata a un'inevitabile decadenza'. Lo stato di crisi era acuito dall'incertezza politica legata alla scarsa autorità di Carlo II, un sovrano malaticcio, dominato, durante la minore età, dalla madre reggente Maria Anna d'Austria e, in seguito, da primi ministri come il duca di Medinaceli (1680-1685) e il conte di Oropesa (1685-1691)2 . La mancanza di eredi diretti al trono — nonostante i due matrimoni, prima con Maria Luisa d'Orlells, nipote di Luigi XIV, e poi con Maria Anna di Baviera-Neuburg — favorì inoltre le mire espansionistiche di Francia ed Austria; il lavorìo abile e sottile delle diplomazie dei due paesi per assicurarsi la successione dinastica finì per dividere gli spagnoli e contribuì ad accelerare la fine della casata degli Asburgo di Spagna3. 1 Per un inquadramento sulle vicende della monarchia spagnola nell'ultimo scorcio del XVII secolo cfr. J. LYNCII, Spain under the Habsburgs, Oxford, 1969, trad. spag. Espalia bajo los Austrias, II. Espaga y América (1598-170W, Barcelona 1972, pp. 323-397; R. TREVOR DAVIES, Spain in decline 1621-1700, London, 1969, trad. spag. La decadencia espaiiola 1621-1700, Barcelona, 1972, pp. 125-158; R. A. STRADLING, Europe and the decline of Spain, London, 1981, trad. spag. Europa y el declive de la estructura imperial espaiiola 1580-1720, Madrid, 1983, pp. 229-261; J. H. ELLIOTT, imperial Spain 1469-1716, London, 1963, trad. it. La Spagna imperiale 1469-1716, Bologna, 1982; ID., The count-duke of Olivares. The Statesman in an Age of Decline, London, 1982, trad. it. Il miraggio dell'impero. Olivares e la Spagna: dall'apogeo al declino, con introd. di G. Galasso, Roma, 1991; A. DOMINGUEZ ORTIZ, El Antiguo Régimen: Los Reyes Católicos y los Austrias, in Historia de Espaiia, vol. 3, Madrid, 1988; B. BENNASSAR, Il secolo d'oro spagnolo, Milano, 1985; TD., Histoire des Espagnols, voll. 2, Paris, 1985; Historia de Espat7a, diretta da R. Menendez Pidal, vol. XXIX, Madrid, 1985; L. M. ENCISO RECIO, A. GONZALES ENCISO, T. EGIDO, M. BARRI°, R. TORRES, Historia de Espoia, vol. IV, Madrid, 1991; L. A. RIBOT GARCR, La Espaiia de Carlos II, in Historia de Espaiia, dirigida por J. M. Zamora, torno XXVIII, La transiciém del siglo XVII al XVIII. Entre la decadencia y la reconstrucción, Madrid, 1997. 2 Questi erano espressione della più alta aristocrazia castigliana e, da profondi conoscitori della situazione politica ed economica in cui versava la monarchia, si adoperarono con impegno — in particolare Oropesa — per risollevarne le sorti. Diversamente avevano fatto in precedenza il gesuita tedesco Everardo Nithard a cui la reggente aveva praticamente affidato il potere — scavalcando la Giunta di Governo creata ad hoc da Filippo IV — e il cortigiano don Fernando Valenzuela, contraddistintisi per la loro incapacità e inettitudine. Cfr. a questo proposito F. TOMAS y VALIENTE, Los validos en la monarquía espaiiola del siglo XVII. Estudio institucional, Madrid, 1982, pp. 19-24,71-72, e passim. 3 Sulla figura del sovrano e sulle sue vicende familiari cfr. P. AGUADO BLEYE, Manual de historia de Espafia, t. II, Reyes Católicos, casa de Austria (1474-1700), 8 ediz., Madrid, 1954, pp. 821-864; H. KAMEN, Spain in the later Seventeenth century, 1665-1700, London, 1981, trad. 9 Le problematiche relative alla decadenza spagnola del Seicento hanno dato vita ad un intenso dibattito storiografico sfociato in interpretazioni differenti, che hanno esaltato o sminuito, a seconda delle esigenze "dinastiche", ora i sovrani della casa asburgica ora di quella borbonica4. «Ruinosos los muros de su fortalegas, aun tenia Barcelona abiertas las brechas que hizo el Duque de Vandoma, y desde Rosas, hasta Cadiz no havia Alcagar, ni castillo, no solo presidiado, pero ni montada su artillería — avrebbe scritto uno dei primi storici dell'età di Carlo II, il cagliaritano Vincenzo Bacallar y Sanna, protagonista di quegli eventi —. La misma negligencia se admiraba en los puertos de Biscaya, y Galicia. No tenian los almazenes sus provisiones, faltaban fundidores de armas, y las que estaban eran de ningun uso. Vacios los arsenales, y artilleros, se havia olvidado el arte de construir naves, ni tenia el Rey mas que las destinadas al comercio de Indias, y algunos galeones, seis galeras, consumidas del tiempo, y del ocio se ancoraban en Carthagena...» 5 . Una desolante immagine del Regno, quella tramandataci da Bacallar, che svolse un ruolo di primo piano nelle ultime sessioni parlamentari celebrate in Sardegna; uomo molto- vicino al viceré e acceso sostenitore dei Borboni, capeggiò la resistenza filippina nell'isola e fu insignito del titolo di marchese di San Filippo (1708) 6. L'aristocratico sardo, nell'intento di scuotere i sostenitori del duca d'Anjou, spag., La Espaga de Carlos II, Barcelona, 1987, pp. 41-43. Entrambi gli autori nella ricca bibliografia rinviano in particolare a G. MAURA GAMAZO, Carlo II y su Corte. Ensayo de reconstrucción biogra-fiCa, t. 1, Aiios 1661-1669, t. II, Mos 1669-1679, Madrid, 1911-15, e a ID., Vida y reinado de Carlos II, Madrid, 1990 (1 ediz.1942). Cfr. inoltre A. DOMINGUEZ ORTIZ, Carlos II, in Historia de Espaiia, 6. La crisis del siglo XVII, Madrid, 1989, pp. 136-138; J. CALVO POYATO, La vida y la época de Carlos II el bechizado, Barcelona, 1996; di un certo interesse anche l'introduzione di A. DOMINGUEZ OR'FIZ al Testamento de Carlos II. Ediciùn facsimile, Madrid, 1982. 4 Sugli equilibri politici europei e il ruolo delle nazioni alla vigilia della Guerra di successione, cfr. tra gli altri R. D. HUSSEY, J. S. BROMLEY, Pressioni europee sull'impero spagnolo (16881715), in CAMBRIDGE UNNERSITY PRESS, Storia del mondo moderno, VI. L'ascesa della Gran Bretagna e della Russia (1688-171311725), a cura di J. S. Bromley, Milano, 1988, pp. 409 e ss. Cfr. inoltre i vari contributi sul tema nel più recente Los Borbones. Dinastia y memoria de nación en la Esparia del siglo XVIII (Actas del coloquío internacional celebrado en Madrid, mayo de 2000), a cura di P. Fernandez Albaladejo, Madrid, 2002. 5 V. BACALLAR, Comentarios de la guerra de Espar7a, desde el principio del Reynado del Rey Philippe Quinto, basta la Paz General, Genova, 1711, libro II, p. 45. 6 Sulla figura e l'importanza di Vincenzo Bacallar (1669-1726), nativo della città di Cagliari, dottore in leggi, nonché uomo d'azione e di lettere, cfr. P. MARTINI, Biografia Sarda, torno I, Cagliari, 1837, pp. 113-140; P. TOLA, Dizionario biografico degli uomini illustri di Sardegna, Torino, 1837, vol. I, pp. 109-113; E. BOGLIOLO, Tradizione e innovazione nel pensiero politico di Vincenzo Baccallar, Milano, 1989. Sull'importanza dei Comentarios nella storiografia spagnola della prima metà del XVIII secolo cfr. G. STIFFON1, Verità della storia e ragioni del potere nella Spagna del primo '700, Milano, 1989, pp. 111-135. In un memoriale inviato al Consejo per ottenere — senza peraltro aver successo — la carica di giudice criminale che era ricoperta dal dottor Giorgio Cavaza, infermo, Bacallar fa sapere di essere stato per due volte assessore del vicario di Cagliari; di essere entrato ín possesso del contado di Sedilo per volere di Fernando de Angulo l0 aveva calcato la mano sullo stato delle fortificazioni, degli armamenti e sulla dissoluzione della monarchia, che però da lì a poco avrebbe potuto contare su di un "salvatore", identificato proprio nella figura di Filippo V7 . L'estrema posizione filoborbonica di Bacallar ed il fine dichiarato della sua opera, inducono quindi ad accettare con cautela queste affermazioni, sebbene agli occhi dei contemporanei la sensazione di una crisi generale fosse ormai condivisa e nei gabinetti e nelle legazioni diplomatiche fosse palpabile la precarietà dello Stato spagnolo. Dalle relazioni degli ambasciatori stranieri accreditati a corte emerge infatti un quadro non dissimile: da una parte l'estrema vastità di un impero con terre dotate di enormi ricchezze naturali, dall'altra l'incapacità a gestire e a sfruttare in maniera attiva le risorse. Inettitudine imputabile soprattutto, secondo gli osservatori del tempo, ad un ceto di governo intorpidito dall'eccesso di sfarzo e di potere. Lo stesso ritratto di Carlo II delineato dai diplomatici riassume la fiacchezza generale della monarchia. Così Sebastiano Foscarini, ambasciatore della repubblica veneta negli anni 16821686, ne poneva in evidenza la salute malferma e l'assoluta mancanza di carattere: «La candidezza del volto, l'occhio grande e vivo, il pelo biondo, renderebbero questo principe di grato aspetto, se le guancie troppo estese, e le narici prostrate sin quasi al labbro superiore, l'altro rovesciato all'austriaca sopra del mento alto e sollevato, non lo deturpassero. Corporatura mediocre, temperamento delicato, portamento grave, aria severa. Parco nel vitto, e ritenuto in tutto ciò che può pregiudicare alla propria salute, della quale si mostra studiosissimo [...]. Di genio — scriveva il diplomatico veneto — può dirsi anonimo non distinguendosi propensione in lui veemente per alcun piacere o esercizio. Adempisce alle parti di re nell'apparente formalità e funzioni, delle quali è osservantissirno, benché pure in esse si sforza e si stanca, abborrentissimo della applicazione e della fatica, inquieto in tutto ciò che opera, onde í più intimi sogliono dire essere il re nell'istesso tempo in molti luoghi né mai presente in alcuno»8. Sulla figura del sovrano e sulla sua inconsistente dimensione di uomo di arcivescovo di Cagliari e visitatore del Real Patrimonio; di essersi poi trasferito nel 1683 nello Stato di Milano per sistemare gli affari della moglie donna Giovanna Castanso, figlia di don Pietro, cavaliere milanese, e dove, nella podesteria della Valsesia e di Lodi, aveva ricoperto la carica di giudice civile e criminale con voto; di essere stato poi nominato nel 1692 «juez de las monedas» dello Stato di Milano e di aver infine fatto ritorno in Sardegna per assistere la madre (ARctilvo DE LA CORONA DE ARAGON (d'ora in poi ACA), Consejo de Aragón, leg. 1054). 7 Sulle vicende della guerra di successione spagnola e sulla figura di Filippo V in particolare, cfr. H. KAMEN, La guerra de Sucesión en Espafia 1700-1715, Barcelona, 1975 e dello stesso autore Felipe V El rey que ;rine') dos veces, Madrid, 2000; ed inoltre J. A. VIDAL SALES, La vida y la época de Felipe V, Barcelona, 1997. 8 Le relazioni degli ambasciatori sono fonti di grande rilevanza per cogliere meglio il clima politico internazionale di attesa nei confronti della Spagna di fine secolo e le diverse impressio11 governo, insisteva l'ambasciatore Venier: «Il candido del volto, l'adorno della parrucca gli mitiga alquanto la deformità e la sua statura piccola non concilia a prima occhiata quella venerazione che sovente l'aspetto suo suol tirare. L'umore suo malinconico lo porta al ritiro, e l'educazione nel mezzo delle donne l'ha imbevuto di timore. Ha abbandonato quasi interamente il divertimento della caccia, ed il maggiore lo gusta alcune ore del giorno nell'osservare o dipingere [...]. Ha intelligenza in un negozio a parte, ma — osservava il diplomatico veneto — per compaginare la massa di più cose sian politiche, di guerra, o di economia, è inferiore. All'ispedizione dei dispacci che si sottoscrivono per il più con stampiglia, accudisce con regola due ore la mattina, ed altrettante la sera. Ad ogni momento anco per piccolo negozio chiama il secretario, ma più per essere informato che per risolvere; e con raro esempio agisce con spontaneo movimento, ma sempre con regola del Consiglio di Stato, dove rare volte interviene, e rarissime si dipartiste, se non alcune volte, che la regina o il cardinal Porto Carrero lo portano di sbalzo ...»9. In sostanza la Spagna non poteva contare su un monarca autorevole capace di imporre una svolta alla difficile congiuntura. Questa analisi, condivisa dalla maggior parte degli storici che hanno affrontato le problematiche relative all'impero spagnolo dai fasti al declino, ha dato vita ad una consolidata tradizione storiografica rappresentata soprattutto da John H. Elliot che ha individuato nel fallimento dei progetti intrapresi dal duca di Olivares l'inizio della crisi10. Queste posizioni sono state messe in discussione da un altro storico inglese, Henry Kamen, che ha invece ribaltato la tesi dominante, finendo addirittura per attuare una rivalutazione di questo periodo: la debolezza del sovrano non comportava automaticamente una crisi istituzionale — sostiene — giacché esisteva una solida organizzazione amministrativa in grado di tenere insieme le varie parti della monarchia. L'abbandono di una politica "imperialistica" verso l'Europa avrebbe, anzi, favorito una parziale crescita economica, civile e culturalell. ni riportate sul sovrano e sulla corte, cfr. N. BAROZZI, G. BERCHET, Relazioni degli Stati europei lette al Senato dagli ambasciatori veneti nel secolo decimosettimo, serie I. Spagna, voi. II, Venezia, 1860, ora in edizione anastatica a cura di L. Fnu-'0, Relazioni di ambasciatori al Senato, vol. X, Spagna (1635-1738), Torino 1979; il passo citato si trova in Relazione di Spagna di Sebastiano Foscarini, ambasciatore a Carlo II dall'anno 1682 al 1686, pp. 504 -505. Cfr. per questo personaggio G. GULLINO, Foscarini Sebastiano, in Dizionario biografico degli italiani, vol. XLIX, Roma, 1997, pp. 421-424; B. ANATRA, Corona d'Aragona e Sardegna agli occhi degli ambasciatori veneti, in Istituzioni e società in Sardegna e nella Corona d'Aragona (secc. XIV-XVIII). El arbitrio de su livertat, Cagliari, 1997, pp. 73 -83. 9 Relazione di Spagna di Pietro Venier, ambasciatore a Carlo II dall'anno 1695 al 1698, in L. FIRPO, Relazioni cit., pp. 623-624. la Sull'attività storiografica di Elliot cfr. D. MAFFEI, La Spagna e l'Europa: l'opera storica di sir John Elliot, in «Rivista storica italiana», CXII (2000), n. 1, pp. 282-317. 11 Cfr. H. KAMEN, La Espafta cit., pp. 41-44; J. ELLK)T, La Spagna cit., pp. 417-433. 12 La monarchia spagnola si fondava ancora sul dualismo tra la Corona di Castiglia e la 'Corona d'Aragona; in quest'ultima gli antichi regni della confederazione catalano-aragonese conservavano la propria autonomia istituzionale sotto la direzione di un viceré designato dal sovrano ín qualità di alter ego. A Madrid avevano sede le strutture centrali di governo, articolate nei Consejos: il sovrano governava attraverso una rete burocratica specializzata e centralizzata rispetto ai territori da amministrare12. Il più importante di questi organismi era il Consejo de Estado, presieduto (almeno formalmente) dal sovrano, dove venivano trattate tutte le questioni di politica internazionale, quelle relative alla guerra o alla pace e dove si ratificavano le decisioni assunte dai Consigli territoriali, come quelli di Castiglia, Aragona, Italia, Indie e Fiandre13. Il Regno di Sardegna, per la sua appartenenza agli antichi domini catalani, era parte integrante del Consiglio d'Aragona e continuò a farne parte anche nel XVI-XVII secolo, sebbene nel 1556 fosse stato creato il Consiglio d'Italia a cui facevano capo invece il Regno di Napoli, quello di Sicilia, il Ducato di Milano e lo Stato dei presidi". Il Consiglio d'Aragona, presieduto da un vicecancelliere, era composto da 5 reggenti originari dei regni in esso rappresentati e quindi da catalani, valenzani, aragonesi e, solo a partire dal 1627, anche da un sardo. Ne facevano parte inoltre un tesoriere generale, un avvocato fiscale, un protonotario e personale vario di cancelleria (segretari, scrivani etc.)15. All'interno del Consejo si esaminavano le pratiche provenienti dai regni della confederazione, si analizzavano nel dettaglio i 12 Sulle funzioni dei Consejos in generale cfr. Diccionario de historia de Espaiia, diretto da G. Bleiberg, torno 1, Madrid, 1968, pp. 940-947; P. MOLAS RIBALTA, Consejos y Audiencias durante el reinado de Filipe II, Valladolid, 1984, pp. 84- 93; J. LYNCI I, Espaiia bajo cit., pp. 27-35; 1-1. KAMEN, La Esparia cit., pp. 44-51; M. ARTOLA, La monarquía de Espafi a, Madrid, 1999, pp. 307-333; per il Consiglio d'Aragona, in particolare, cfr. J. ARRIETA ALBERDI, El Consejo Supremo de la Corona de Aragón (1494-1707), Zaragoza, 1994; ma anche J. FAYARD, Los miembros del Consejo de Castilla (1621-1746), Madrid, 1982; cfr. inoltre le interessanti considerazioni esposte sull'amministrazione dei Consejos da A. MATTONE, Centralismo monarchico e resistenze stamentarie. I parlamenti sardi del XVI e del XVII secolo, in Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna, Atti del Seminario di studi, Cagliari, 28-29 novembre 1984, Cagliari, 1986, (Acta Curiarum Regni Sardiniae. 1), pp. 156-162. 13 Esistevano anche altri Consejos che assistevano il sovrano per le questioni di carattere religioso (Consejo de la Santa Sede y Suprema Inquisición) o finanziario (Consejo de Hacienda). Cfr. a questo proposito anche J.A. SANCHEZ BELÉN, La politica fiscal en Castilla durante el reinado de Carlos II, Madrid, 1996. 14 Sui regni italiani sotto gli Asburgo cfr. i diversi contributi e la ricca bibliografia in L'Italia degli Austrias. Monarchia cattolica e domini italiani nei secoli XVI e XVII, a cura di G. Signorotto, in «Cheiron», IX (1992), nn. 17-18. 15 Sulla presenza dei sardi cfr. J. ARRIETA ALBERDI, Notas sobre la presencia de Cerdefia en el Consejo Supremo de la Corona de Aragón, in La Corona d'Aragona'in Italia (secc. XIII-XVIII), 3. Sopravvivenza ed estensione della Corona d'Aragona sotto la monarchia spagnola (secc. XVI-XVIII), Atti del XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona, Sassari-Alghero 19-24 maggio 1990, 13 capitoli di corte da sottoporre all'approvazione del sovrano, si discutevano le relazioni e le richieste inoltrate dai viceré, si prendevano in considerazione le petizioni dei corpi e dei singoli e si proponevano le risoluzioni da adottare in merito agli affari di interesse pubblico e privato. Per i soli regni di Valenza, Maiorca e Sardegna fungeva anche da supremo tribunale d'appello. Il lavoro si organizzava e si traduceva nelle consultas, deliberazioni prese (spesso a maggioranza) dai reggenti, motivate con succinte argomentazioni che venivano trasmesse al sovrano il quale poteva approvarle oppure inviarle al Consiglio di Stato per un esame ulteriore. Vi erano dei giorni prestabiliti per trattare le questioni dei singoli regni, corrispondenti di solito all'arrivo del correo, cioè della posta ufficiale'6. Il governo del paese era comunque nelle mani dei ministri privati del sovrano che si avvalevano di una secretaría o despacho universal privado del re che provvedeva ad emanare gli ordini del monarca e del suo validd". Negli ultimi anni del Seicento, in mancanza di primi ministri, fu proprio il secretario del despacho, che ricopriva altresì l'incarico di segretario del Consiglio di Stato, ad assumere vere e proprie funzioni esecutive18. Questa struttura amministrativa affondava le sue radici nelle tradizionali forme di governo catalano-aragonese. I problemi derivanti dalla politerritorialità della monarchia furono risolti attraverso l'individuazione di nuovi organi di governo (viceré, consigli, audiencias) capaci di assicurare da un lato la centralizzazione dei poteri e dall'altro un efficace decentramento burocratico. Le diverse anime della monarchia, che erano riuscite a superare il particolarismo territoriale nel periodo di maggiore prosperità economica e di stabilità politica, erano riemerse con tutta la loro forza disgregatrice già a partire dalla metà del Seicento, con le rivolte della Catalogna (1640), del. Portogallo (1640) e del Regno di Napoli (1647) ed in concomitanza della crisi politica, sociale ed economica che aveva colpito l'intero Occidente europeo. Mentre però altrove, come in Inghilterra, si era formata una monarchia costituzionale e in Francia si era realizzato un vero e proprio Sassari, 1997, vol. 4, pp. 11-25; cfr. anche A. MATTONE, Le istituzioni e le forme di governo, in B. ANATRA, A. MÌVLTONE, R TURTAS, L'età moderna dagli aragonesi alla fine del dominio spagnolo, in Storia dei Sardi e della Sardegna, a cura di M. Guidetti, vol. 3, Milano, 1989, pp. 244-249. 16 Nel 1699 il sovrano invitò il Consiglio a fissare un giorno infrasettimanale in cui trattare gli affari dí Sardegna, così come era stabilito per i regni d'Aragona e di Valenza (sabato e lunedì rispettivamente); í consiglieri deliberarono che non era possibile stabilire un calendario dei lavori per le terre ultramarine ma che, in ogni caso, non appena fossero giunte carte dall'isola, esse sarebbero state esaminate, elaborate le consulte o prese in tempi assai rapidi le decisioni (ACA, Consejo de Aragón, Registros Camara, n.1116, 1 luglio 1699). 17 Sul ruolo del valido nella Spagna del XVII secolo cfr. E BENIGNO, L'ombra del re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento, Venezia, 1992; sulle caratteristiche e sulla diffusione del fenomeno cfr. J. BÉRENGER, Pour une enquite européenne: Le prohlème du ministériat au XVII siècle, in «Annales. Èconomies, Sociétés, Civilisations», XXIX (1974), n. 1, pp. 166-192. 18j. A . 17 .LSCUDERO, Los secretarios de Estado y del despacho (7474-1720), Madrid, 1976, voll. 4. 14 assolutismo "funzionale", la Spagna rimaneva ingessata in un sostanziale immobilismo. Roland Mousnier e Jaime Vicens Vives hanno messo in evidenza che mentre in Francia si era riusciti a conservare un'unità di indirizzo amministrativo per cui il monarca esercitava realmente pieni poteri, in Spagna il particolarismo aveva condizionato l'attività polisinodale provocando, nel corso del XVII secolo, una sorta di involuzione del sistema caratterizzato da una sempre maggiore confusione nelle attribuzioni dei Consigli, allungamenti nell'iter procedurale, dispersione degli affari e numerose incoerenze amministrative'9. Durante il regno di Carlo II si giunse ai limiti del collasso. Le disfunzioni del regime consiliare, come ha rilevato Pablo Fernkidez Albadalejo, erano presenti sia alla fine del Cinquecento, durante il regno di Filippo II, sia nella prima metà del Seicento, durante il ministero del conte-duca dí Olivares: allora, però, l'iniziativa di un sovrano "assolutista" come il rey prudente e quella di un valido decisionista come Olivares era bastata a dirimere i contrasti e ad orientare le decisioni consiliari Era quindi inevitabile che, non avendo la polisinodia assunto una conformazione sistematica, le conseguenze di questa contraddizione emergessero con forza nel corso del XVII secolo 20. La struttura amministrativa aveva inoltre un organico sovradimensionato, come notavano gli osservatori stranieri. I funzionari appartenevano a due 19 Sul dibattito storiografico relativo alla formazione dello Stato moderno cfr. A. Musi, La storiografia politico-amministrativa sull'età moderna: tendenze e metodi degli ultimi trent'anni, in Stato e pubblica amministrazione nell'ancien régime, a cura di A. Musi, Napoli, 1979, pp. 13153; P. ANDERSON, Lineages of the Absolutist State, London, 1974, trad. it. Lo Stato assoluto, a cura di R. Pasta, Milano, 1980; L. BLANCO, Note sulla più recente storiografia in tema di «Stato moderno», in Storia Amministrazione Costituzione, Bologna, 1994, pp. 262-297 (Annali dell'Istituto per la Scienza dell'Amministrazione pubblica. 2); N. HENSHALL, Il mito dell'assolutismo. Mutamento e continuità nelle monarchie europee dell'età moderna, Genova, 2000; cfr. inoltre J. H. Si IENNAN, Le origini dello Stato moderno in Europa 1450-1725, Bologna, n. ed. 1991, e A. DE BLNED1CTIS, Politica, governo e istituzioni nell'Europa moderna, Bologna, 2001, ai quali si rinvia per la ricca bibliografia. Per la Francia in particolare cfr. R. MOUSNIER, La vénalité des offices sous Henri IV e Louis XIII, l ediz. Rouen, 1945, 2 ediz. Paris, 1971; ID., Le Conseil du Roi de Luis XII à la Révolution, Paris, 1970 e ancora dello stesso autore, Les institutions de la France sous la monarchie absolue, voli. 2, Paris, 1974-80; R. BONNEY, L'absolutisme, Paris, 1989; L'état barogue. Regards sur la pensée politique de la France do premier XVII" siècle, Textes reuns sous la direction de Henry Méchoulan, Paris, 1985; J. B. COLL1NS, The State in Early Modern France, Cambridge, 1995; D. R1CIIET, Lo spirito delle istituzioni. Esperienze costituzionali nella Francia moderna, trad. it. a cura di E Di Donato, Roma-Bari, 1998; per la Spagna soprattutto J. V10ENS VWES, La struttura amministrativa statale nei secoli XVI-XVII, in Lo Stato moderno, vol. I. Dal Medioevo all'età moderna, a cura di E. Rotelli, P. Schiera, Bologna, 1971, pp. 221-246. Cfr. inoltre l'esauriente quadro offerto da G. G. ORTO, Lo Stato moderno. Profili storici, Roma-Bari, 2001, pp. 73-120, a cui si rinvia anche per l'aggiornata bibliografia. 20 P. FERNANDEZ ALBADALEJO, Inzperio y Monarchia, in Fragmentos de monarquía, Trabajos de historia politica, Madrid, 1992, pp. 97-140 (cit. p. 100). 15 categorie: i nobili di cappa e spada che ricoprivano incarichi di natura politica e militare ed i letrados, cioè i graduati delle Università, che occupavano le "piazze" più importanti, per dignità, prestigio e salario, degli organismi giudiziari e di governo (Consigli, Cancellerie e Audiencias)21. Il ceto dei letrados — costituito per lo più da persone di estrazione borghese o di piccola nobiltà — si rafforzò economicamente e, consapevole del proprio ruolo, rivendicò una certa autonomia all'interno della rigida società degli ordini, aspirò ad acquisire privilegi nobiliari e andò via via ad ingrossare la già nutrita schiera degli aristocratici 22 . Nel Seicento si assistette ad un aumento considerevole dei nobili proprio perché tale status non era più legato soltanto al sangre ma all'acquisto dei titoli 23. Anche le istituzioni rappresentative parlamentari, le Cortes, esistenti nei singoli regni spagnoli, avevano perso la vitalità e la forza contrattualistica che ne aveva caratterizzato la creazione in epoca medievale 24 . In Castiglia, dove le Cortes avevano come scopo principale la votazione delle imposte e 21 Per un'ulteriore descrizione dello stato di decadenza della struttura amministrativa, sociale ed economica cfr. le relazioni dell'ambasciatore genovese Andrea Spinola degli anni ottanta del Seicento, Istruzioni e relazioni degli ambasciatori genovesi, a cura di R. Ciasca, vol. V. Spagna (1681-1721), Roma, 1957, pp. 168-186 («Fonti per la Storia d'Italia pubblicate dall'Istituto Storico Italiano per l'Età Moderna e Contemporanea»); in una delle sue note informative il legato genovese così si esprimeva: «Moltitudine di ministri, con disposizioni, regole ed ordini in apparenza bellissimi, dipinti con prospettive plausibili cli rettitudine, di cautella, di puntualità, di esattezza, di fedeltà, ma in sostanza o negletti o mal praticati ed anche introdotti per pascere un'infinità di gente inutile, che tolta bene spesso al lavoro non giova a' particolari ne' tribunali, pregiudica al pubblico nella intralasciata cultura de' campi e nuoce al serviggio reale per mancamento d'huomini nel maneggio dell'armi» (p. 171). zz Sulle problematiche relative cfr. J. VICENS VivEs, La struttura amministrativa cit.; J. A. MARAVALL, Stato moderno e mentalità sociale, vol. Il, in particolare L'amministrazione e i burocrati, Bologna, 1981, pp. 527-606; cfr. inoltre, sui letrados, R. ROLDAN VERDEJO, Los jueces de la monarquía absoluta. Su estatuto y actividad judiczal. Corona de Castilla, siglos XIV-XVIII, La Laguna, 1989; R. L. KAGAN, Pleitros y pleitantes en Castilla 1500-1700, Salamanca, 1991. 23 La nobiltà era articolata su tre livelli: nel gradino più alto stavano i grandes de Espaíia (all'inizio del Cinquecento se ne contavano 25, alla fine del Seicento ben 292); al secondo i titu/os, ossia i nobili titolati (duchi, conti e marchesi); infine gli bidalgos e i cavalieri, che pure godevano di privilegi ed esenzioni. Sulla trasformazione del ceto nobiliare tra il XVI e il XVII secolo cfr. J. A. MARAVALL, Potere, onore, àlites nella Spagna del Secolo d'oro, Bologna, 1984; J. CASEY, La decadenza spagnola e il «siglo de oro», in La Storia. I grandi problemi dal Medioevo all'Età contemporanea, diretta da N. Tranfaglia, M. Firpo, V. L'Età Moderna. 3. Stati e Società, Torino, 1986, p. 298; P. AGUADO BLEYE, Manual cit., pp. 908-911 ed, in particolare, sul potere e la diffusione dell'aristocrazia, cfr. H. KAMEN, La Espaiia cit., pp. 370-420. 24 Sulle Cortes e i Parlamentos nel XVII secolo cfr. L. G. DE VALDEAVELLANO, Curso de historia de las instituciones espaliola.s. De los orígines al final de la Edad Media, Madrid, 1982, pp. 463-484; L. GONZALES ANTON, Las Cortes en la Espatia del Antiguo Régimen, Madrid, 1989. Sulle assemblee castigliane cfr. J. LALJNDE ABADR, Las Cortes Espaiiolas, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 313-318; J. L. CASTELLANO, Las Cortes de Castilla y su Diputación (1621-1789). Entre pactismo y absolutismo, Madrid, 1990. Cfr. anche J. LYNCH, Espaiia bajo cit., pp. 124-132; H. KAMEN, La E.spana cit., p. 56. 16 l'offerta al sovrano, vi partecipavano, dietro convocazione regia, i rappresentanti delle città chiamati ad approvare íl piano fiscale. I nobili e gli ecclesiastici, che avevano altre vie per negoziare col sovrano, disertavano le riunioni. A metà del secolo XVII, stabilizzatosi, in un certo senso, íl tipo di contribuzioni (con i servicios de millones), le assemblee furono sostituite dalla Commissione permanente, la Diputación, composta da un numero limitato di procuratori delle città che si pronunciavano in merito alle quote impositive su richiesta di una Giunta nominata ad hoc dal sovrano. Non c'era dunque più bisogno delle sedute plenarie e dal 1662 le Corti non si riunirono più 25. Negli altri regni iberici (Catalogna, Aragona, Valenza) le Corti erano state più attive: vi partecipavano i tre Estaments (clero, nobità e città) — quattro in Aragona — che avevano potere legislativo, votavano i tributi ordinari e straordinari e ricevevano il giuramento del sovrano o del suo luogotenente che prometteva di rispettare i fueros e le constituciones 26. Anche in questi regni, però, soprattutto a partire dalla metà del Seicento, le riunioni assembleari scemarono progressivamente; così mentre a Valenza sí tennero Corti sino al 1645, in Catalogna furono convocate nel 1626 e nel 1653; in Aragona, invece, durante il regno di Carlo II si riunirono solo nel 1677 e nel 1684. Un caso a sé rappresentava il Regno di Navarra, dove le assemblee proseguirono normalmente 27 . La situazione economica risentiva delle disfunzioni presenti nella struttura politica e amministrativa, ma il quadro dipinto a tinte fosche dagli storici 25 Sul rapporto tra le Corti ed il potere reale in età moderna, cfr. soprattutto P. F. ALBADALEFO, Monarquía y Cortes, in Fragmentos cit., pp. 284-349. Albadalejo respinge la tesi della decadenza ritenendo che il mancato funzionamento delle Corti non sia da attribuire ad una crisi costituzionale bensì al ritorno all'ancient constitution sulla cui base si articolavano i rapporti tra territorio e monarchia; le Corti dunque risultavano inutili alle città in quanto queste avevano facoltà di negoziazioni particolari (p. 299). 26 Sulle attribuzioni ed il funzionamento delle Corti catalane cfr. I. COROLEU IUGLADA, I. PELLA FORGAS, Las Córtes catalanas. Estudio jun-dico y comparativo de su organización, Barcelona, 1876; R. GARCIA CARCEL, Las Cortes catalanas en los siglos XVI y XVII, in Las Cortes de Castilla y Léon en la edad moderna, Actas del Colloquio (Salamanca, 7-10 abril de 1987), Valladolid, 1989, pp. 679-732; Les Corts a Catalunya, Actes del Congrés d'Histeiria institucional (Barcelona 28-30 abril 1988), Barcelona, 1991; V. FERRO, El dret públic català. Les institucions a Catalunya finn al Decret de Nova Planta, Vich, 1987, pp. 185-242. Per gli inevitabili confronti con il Parlamento sardo cfr. A. MARONG1U, I parlamenti sardi. Studio storico istituzionale e comparativo, Milano, 1979, soprattutto alle pp. 9-25; A. MATTONE, «Corts» catalane e Parlamento sardo: analogie giuridiche e dinamiche istituzionali (XIV-XVII secolo), in «Rivista di storia del diritto italiano», LXIV (1991), pp. 19-44, anche in La Corona d'Aragona in Italia (secc. XIII-XVIII), 3. Sopravvivenza ed estensione cit., vol. 4, pp. 251-274. Sulle Corti valenzane cfr. L. J. GuiA MARIN, La Monarquia Hispànica y las Cortes valencianas de 1645, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 259-270 e, tra gli altri, il volume collectaneo, Las Cortes Forales Valencianas. Poder v Representación, Valencia, 1994. Per l'Aragona cfr. Cortes y parlamentos en la Corona de Aragón, Barcelona-Zaragoza, 1989; Aragón. Historia y Cortes de un ReMo, Zaragoza, 1991. 2 ' Cfr. H. KAMEN, La Espaiia cit., p. 56. 17 (aridez, deforestación, cosechas deficientes, emigración, vagabundismo, depredo del trabajo, salario en alza, impuestos etc.), secondo Juan Regia', che a questi temi ha dedicato fondamentali studi, era eccessivo 28. Egli ritiene che non si debba parlare genericamente di decadenza per l'intero territorio della monarchia spagnola ma, semmai, individuare le diverse aree e i diversi modi in cui la crisi si era manifestata: se per la Castiglia gli anni 1648-1688 erano stati disastrosi, nelle regioni periferiche della penisola, soprattutto nella parte orientale, si andavano registrando forti segnali di ripresa. Negli ultimi anni del Seicento anche il calo demografico, che aveva causato un rallentamento delle principali attività produttive agricole e manifatturiere, si stava progressivamente riducendo. Una serie di interventi governativi mirati a rivitalizzare l'economia, ebbero infatti una ricaduta positiva sulla crescita della popolazione 29 . Sostanzialmente si adottarono misure per alleggerire il carico fiscale e per incrementare il commercio: furono soppressi alcuni tributi, condonati i debiti arretrati e fu creata, nel 1679, una Giunta di Commercio che, dopo un avvio poco felice, favorì, con una politica di tipo protezionistico, il ripristino delle attività manifatturiere coinvolgendo nell'impresa anche l'aristocrazia 30. Altri provvedimenti furono presi per arginare la pesante inflazione dovuta alla diffusione esagerata, anche per mezzo della falsificazione, della moneta di vellón 31 . La ripresa partì dalla Catalogna: furono i mercanti barcellonesi, che erano ormai i protagonisti del nuovo corso, a rivendicare, tra l'altro, la libertà di commercio con l'America da cui erano sempre stati esclusi. Secondo Pierre Vilar, che pure non ha sottovalutato i risultati ottenuti nel 28 Cfr. J. REGLÀ, La Espaik de los dos ultimos Austrias, in Historia de Espaik y America social y económica, dirigida por J. Vicens Vives, vol. III. Los Austrias. Imperi° espagol en America, Barcelona, 1985 (1. ediz. 1961), pp. 204-317, la citazione è a p. 206; per le problematiche economico-sociali cfr., oltre a Reghl, gli autori già citati (Kamen, Lynch, Domínguez Ortiz, etc.). 29 J. NADAL, La población espaiiola (siglos XVI a XIX), Barcelona, 1984, pp. 25-27,86-88. 3° Sui vari tentativi fatti in questo senso cfr. Ibidem, pp. 62-77; P. MORAS RIBALTA, Reactivación económica y cambios sociales en los países de la Corona de Castilla, in La transición del siglo XVII cit., pp. 616-617; H. KAMEN, La Esparia cit., pp.107-174; J. LYNCH, Espaík bajo cit., pp. 365-383; J. REGIA, La Spagna e il suo impero, in UNIVERSITÀ DI CAMBR1DGE, Storia del Mondo moderno, V. La supremazia della Francia (1648-1688), a cura di F. L. Carsten, Milano, 1988 (1. ediz. inglese 1978), pp. 470-489 (il riferimento è a p. 474). 31 Sugli interventi di carattere economico-finanziario cfr. in particolare J. CARRERA PUJAL, Historia de la Economia Espariola, torno II, Barcelona, 1944, pp. 5-107; J. REGLA, La época cit., pp. 227-239; cfr. anche A. DOMINGUEZ ORTIZ, Politica fiscal v cambio social en la Espaiza del siglo XVII, Madrid, 1984. La coniazione del vellém, moneta costituita in origine da una lega di rame e argento, poi di solo rame, che aveva un valore nominale non corrispondente a quello intriseco, molto più basso, fu causata dalla scarsità delle riserve di oro e d'argento verificatasi a partire dalla fine del Cinquecento; essa provocò una svalutazione generale della moneta, con alterazione nei cambi e nel valore (cfr., oltre agli autori citati, H. KAMEN, La Espaik cit., pp. 169-172; J. LYNCH, Espalía bajo cit., pp. 377-382). 18 lavoro artigianale e manifatturiero, la rinascita fu favorita dagli interventi nel settore agricolo dove era stata diversificata la produzione al fine di incrementare gli scambi commerciali32. Il quadro di generale decadenza ha lasciato dunque íl passo ad una inversione di tendenza. Kamen ha datato i primi segnali della ripresa già a partire dalla seconda metà del Seicento; poi con la fine delle pestilenze si registrò un lento ma costante incremento demografico anticipatore dei progressi settecenteschi33. Il nuovo corso faceva dire a Narciso Feliu de la Penya — giurista barcellonese molto vicino agli ambienti mercantili e considerato uno degli artefici della rinascita — che Carlo II era il «millor rey que ha tingut Espanya» 34. In questa prospettiva, proprio gli anni identificati come quelli della decadenza, devono invece essere considerati il momento iniziale della ripresa settecentesca che diede vita ad un nuovo assetto economico e sociale. Tra la fine del XVII secolo e il principio del XVIII, «in quella zona incerta» in cui è difficile muoversi, secondo l'espressione di Paul Hazard, si assiste non solo ad un consistente e diffuso sviluppo economico, ad un aumento della popolazione, al riassetto della finanza pubblica ma anche a nuovi fermenti nel campo delle scienze e del pensiero filosofico preparatori della successiva età delle riforme 35. In particolare gli ultimi anni del secolo, nei quali maturò la lotta per la successione al trono, favorirono la formazione di «una nuova coscienza europea» nel cui quadro i partigiani dell'arciduca Carlo d'Austria apparivano come i difensori del «barroquismo agonizante, caduco y castizo» mentre i seguaci di Filippo V e della Francia venivano considerati come riformatori ed europeisti 36. I "filippisti" sentivano la necessità di darsi una nuova iden32 Cfr. sul tema della ripresa catalana l'approfondito quadro in P. vn.AR, La Catalogne dans l'Espagne Moderne. Recherches sur le fondements économiques des structures nationales, voll. 3, Paris, 1962, trad. cat. Catalunya dies l'E.spanya moderna, vol. Il, Barcelona, 1984, pp. 373 ss; vedi anche C. IVIARTINEz St tAw, Cataluna en la carrera de Indias 1680-1756, Barcelona, 1981, pp. 72 ss. 33 H. KAMEN, La Espaizi cit., pp. 67-106. 34 Su Narciso Feliu de la Penya «el hornbre clave de la recuperación de Cataluíia» cfr. H. KAMEN, La Esparia cít., pp. 133-140 e N. FEL1U DE LA PENYA, Fénix de Catalui-la (Barcelona 1683) con estudio introductorio de H. KAMEN, Barcelona, 1975. Sulle differenze esistenti tra Castiglia e Corona d'Aragona cfr. le interessanti considerazioni di J. REGLA CAMPISTOL, La Corona de Aragón dentro de la Monarquía Hispanica de los Habsbzergo, in 111. La Corona de Aragón en el siglo XVI, VIII Congreso de Historia de la Corona de Aragón (Valencia 1-8 ottobre 1967), Valencia, 1973, pp. 131-164, la citazione è a p. 159. 35 Cfr. P. HAZARD, La crise de la conscience europeenne: 1680-1717, Paris, 1934, trad. it. La crisi della coscienza europea, a cura di P. Serini, Milano, 1946, pp. IX, 481- 494. 36 J. REGLA CAMPISTOL, La Corona de Aragón cit., p. 158. Sulle posizioni assunte dai partigiani austriacanti contro l'assolutismo borbonico, a difesa del sistema costituzionale rappresentativo e del ristabilimento dei fueros, cfr. E. LLUCH, L'alternativa catalana (1700-1714-1740). Ramon de Vilana i Juan Amor de Soria: teoria i acció austriacistes, Vich, 2000 (Referències. 27). 19 títà recuperando i loro trascorsi culturali in chiave innovativa, con lo sguardo rivolto in particolare all'assolutismo francese; i "carlisti" invece propendevano per una difesa del passato, dei privilegi, dei fueros e delle franchigie economiche 37. Gli Stati italiani durante il regno di Carlo II sono stati considerati dagli storici — come rileva Luis Antonio Ribot Garda — ai margini degli interessi della Corona 38. Giuseppe Galasso afferma che proprio «l'indebolimento della monarchia costringeva [le autorità di governo] a coordinare gli sforzi e le iniziative dei suoi sparsi domini italiani molto di più di quanto fosse mai accaduto prima», come se «nel momento del declino si raggiungesse la consapevolezza dell'unità dinastica» 39. In effetti la corte di Madrid, pur riconoscendo le singole "autonomie" istituzionali, teneva saldamente legati a sé i regni italiani, che costituivano un serbatoio di risorse umane e finanziarie indispensabile per il mantenimento delle strutture amministrative e militari della Spagna 40. Nello Stato di Milano, sedati gli scontri che avevano caratterizzato la prima metà del secolo XVII e superata la diarchia tra Senato e governatore, gli anni di Carlo II si caratterizzarono per la politica rivolta a favorire la piena integrazione tra gli elementi spagnoli e l'aristocrazia locale 41. Si trattò di un periodo di espansione: la maggior parte dei capitali fu destinata all'ac37 Sulle tesi e le prospettive aperte dalla storiografia spagnola tra la fine del XVII secolo e gli inizi del XVIII, in merito soprattutto alle origini dell'illuminismo spagnolo, cfr. G. STIFFONI, Verità della storia cit., Milano 1989, e R. GARCIA CARCEL, R. M. ALABRÚS IGLESIAS, Espaiia en 1700. dAustrias o Borbones?, Madrid, 2001. 38 L. A. RIBOT GARCIA, La Espaiia de Carlos II cit., p.180. 39 G. GALASSO, Alla periferia dell'impero. Il Regno di Napoli nel periodo spagnolo (secoli XVI-XVII), Torino, 1994, p. 327. 40 Sul Seicento italiano cfr. C. M. CIPOLLA, Il declino economico dell'Italia, in Storia dell'economia italiana, a cura dí C. M. Cipolla, 1. Secoli VII-XVIII, Torino, 1959, pp. 605-623; R. ROMANO, La storia economica. Dal secolo XIV al Settecento, in Storia d'Italia, vol. 2, Dalla caduta dell'Impero romano al secolo XVIII, Torino, 1974, pp. 1885-1931; S. Worms, Il problema della «decadenza» italiana nella recente storiografia, in «Clio. Rivista trimestrale di studi storici», XI (1975), nn. 1/4, pp. 103-122; P. MALANIMA, L'economia italiana nel Seicento, in Storia della Società Italiana, vol. 11, La Controriforma e il Seicento, Milano, 1989, pp. 149-188; Storia dell'economia italiana, Il. L'età moderna: verso la crisi, a cura di R. Romano, Torino, 1991. 41 Sulle vicende politico-istituzionali ed economiche dello Stato di Milano cfr. Storia di Milano, vol. XI. Il declino spagnolo (1630-1706), Fondazione Treccani degli Alfieri, Milano, 1958; D. SELLA, Sotto il dominio della Spagna, in Storia d'Italia, diretta da G. Galasso, vol. XI; D. SELLA, C. CAPRA, Il Ducato di Milano dal 1535 al 1796, Torino, 1984, pp. 3-149; G. SIGNOROTTO, Milano e la Lombardia sotto gli spagnoli, in Storia della Società cit., pp. 189-223; In., Il marchese di Caracena al governo di Milano (1648-1656), in L'Italia degli Austrias cit., pp. 135-181; A. ALVAREZ OSSORIO ALVARINO, Gobernadores, agentes, y corporaciones: la corte de Madrid y el Estado de Milan (1669-1675), ibidem, pp. 183-288; R. CANOSA, Milano nel Seicento. Grandezza e miseria nell'Italia spagnola, Milano, 1993, a cui si rimanda anche per gli apparati bibliografici. Sull'azione del Senato e del governatore e sulle loro competenze, cfr. ancora U. PETRONIO, Il Senato di Milano. Istituzioni giuridiche ed esercizio del potere nel Ducato di Milano 20 quisto di terre, si moltiplicarono i dissodamenti e i disboscamenti e si realizzarono una serie di interventi che portarono al miglioramento e alla diversificazione della produzione agricola che costituirono la base del successivo sviluppo economico del territorio42. Nel Regno di Napoli, nel periodo di Carlo II, si intensificò la contrapposizione fra nobiltà locale (titolati e feudatari) e ceto togato che ricopriva incarichi di prestigio all'interno dell'amministrazione e sul quale il viceré poteva contare". Il Parlamento, sede istituzionale preferita dai baroni, era ormai esautorato: non si riuniva più dal 164244. In campo economico si assisteva alla diminuzione della produzione cerealicola, alla chiusura delle manifatture seriche, alla contrazione del commercio e all'instabilità monetaria. Una netta inversione di tendenza vi fu, però, negli anni 1683-87 grazie all'incisiva azione del viceré marchese del Carpio. Egli risanò l'economia da Carlo V a Giuseppe II, Milano, 1972; G. P. MASSETFO, Avvocatura fiscale e giustizia nella Lombardia spagnola: nota su un manoscritto seicentesco, Milano, 1980; La Lombardia spagnola: nuovi indirizzi di ricerca, a cura di E. Brambilla, G. Muto, Milano, 1997 (Storia lombarda. 1); nell'opera cfr. in particolare A. ALVAREZ-OSSORIO ALVARINO, Corte y provincia en la monarquía católica: la corte de Madrid y el Estado de Milan, 1660-1770, in L'Italia degli Austriaci cit., pp. 283-341. 42 Sul declino delle manifatture a vantaggio della proprietà fondiaria cfr., oltre agli autori già citati, G. QUAZZA, Il ritorno alla terra: Milano, in La decadenza italiana nella storia europea, Torino, 1971, pp. 52-62, e gli interessanti approfondimenti di A. DE MADDALENA, A Milano nei secoli XVI e XVII: da ricchezza «reale» a ricchezza «nominale»?, in «Rivista storica italiana», LXXXIX (1977), fasce. III- I V, pp. 539-561; D. SELLA, L'economia lombarda durante la dominazione spagnola, Bologna 1982; ID., Sotto il dominio cít., pp. 16-17, 137-149. 43 Numerosa la bibliografia relativa alle vicende politiche e sociali che hanno caratterizzato il Regno di Napoli durante la monarchia di Spagna ed in particolare nel Seicento; per brevità ci si limita ad indicare, oltre alla poderosa opera diretta da E. PONTIERI, Storia di Napoli, vol. VI. Tra Spagna e Austria, le ormai classiche ma fondamentali opere di B. CROCE, Storia del Regno di Napoli, nell'ediz. a cura di G. Galasso, Milano, 1992 e in particolare Il «viceregno» e la mancanza di vita politica nazionale, alle pp. 137-210, e di R. VILLARI, La rivolta antispagnola a Napoli. Le origini (1585-1647), Roma-Bari, 1973; e i più recenti G. MUTO, Il regno di Napoli sotto la dominazione spagnola, in Storia della società cit., pp. 225-316; ID., Come leggere il Mezzogiorno spagnolo. Fonti e problemi storiografici in studi recenti, in L'Italia degli Austrias cit., pp. 55-80 e G. GALASSO, Alla periferia dell'impero cit., in cui l'autore sottolinea il ruolo determinante che ebbe la Spagna nella formazione di uno «Stato moderno» nel Napoletano; cfr. anche R. AIELLO, Una società anomala. Il programma e la sconfitta della nobiltà napoletana in due memoriali cinquecenteschi, Napoli, 1996; ID., La crisi del Mezzogiorno nelle sue origini: la dinamica sociale in Italia ed il governo di Filippo II, in Napoli e Filippo II. La nascita della società moderna nel secondo Cinquecento, Napoli, 1998, pp. 13-34. Sugli organi dell'amministrazione centrale e periferica del Regno di Napoli cfr. in particolare l'analisi elaborata da G. INTORCIA, Magistrature del regno di Napoli. Analisi prosopografica. Secoli XVI-XVII, Napoli, 1987. Sui problemi del rapporto istituzionale tra Napoli ed il Regno e sul ruolo di città capitale, cfr. i saggi raccolti in G. D'AGOSTINO, Per una storia di Napoli capitale, Napoli, 1988. Sull'aspetto urbanistico della città in epoca spagnola cfr. C. DE SETA, Napoli, Roma-Bari, 1981, pp. 95-162. 44 Sulle assemblee rappresentative del Regno di Napoli cfr. E. CROCE, I Parlamenti napoletani sotto la dominazione spagnola, in «Archivio Storico per le Provincie Napoletane», XXII (1936), pp. 341 e ss.; Il Parlamento Generale del Regno di Napoli nell'età spagnola. I. 155621 prendendo misure a favore degli agricoltori, degli artigiani e dei mercanti e cercò di frenare lo strapotere del ceto nobiliare adoperandosi nello stesso tempo a rafforzare la posizione dei letrados 45. La contrapposizione fra i due gruppi si acuì durante la lotta per la successione a Carlo II, quando la vecchia aristocrazia si schierò apertamente con Madrid e quindi con i Borboni, nel tentativo di vedere riconfermati i propri privilegi, mentre il «ceto civile» parteggiò per gli Asburgo46. Nel Regno di Sicilia era invece il baronaggio a costituire il punto di forza del viceré ed il Parlamento rappresentava l'istituzione pattista nella quale, dietro la conferma di prerogative e la concessione di grazie, il regno votava i contributi47. A Palermo risiedevano le istituzioni governative e l'aristocrazia; la città, cuore del potere feudale, rappresentava dunque la Sicilia dei latifondi granari. Messina, invece, sede di rilevanti traffici commerciali legati al mercato della seta, era dominata da un ceto borghese trasformatosi poi in patriziato urbano. I due centri erano portavoce di interessi diversi: la prima vagheggiava una sorta di indipendenza, la seconda una "repubblica" cittadina. La crisi economica del Seicento, che non aveva risparmiato l'isola, fece di Palermo una città sempre più aristocratica ed opulenta mentre 1596, a cura di G. D'Agostino, Napoli, 1984; ID., Parlamento e società nel regno di Napoli, secoli XV-XVII, Napoli, 1979; A. Musi, Parlamenti; rappresentanze, sistemi di potere: il caso del Regno di Napoli tra XVI e XVII secolo, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 251-254 ed ancora G. D'AGOSTINO, Parlamenti e assemblee di stati nei territori italiani della Corona d'Aragona (secoli XIII-XVII). I casi della Sicilia, della Sardegna e di Napoli, in La Corona d'Aragona in Italia (secc. XIII-XVIII) cit., 2. Presenze ed espansione della Corona d'Aragona in Italia (secc. XIIIXV), vol. 3, Sassari, 1996, pp. 347-353. Cfr. sul ruolo preminente del baronaggio all'interno delle Corti gli studi di R. /VELLO, Benedetto Croce e la storia "ideale"del Regno di Napoli; in «Archivio storico per le Province Napoletane», CX (1992), pp. 351-440. 45 Sull'importante viccregno del marchese del Carpio cfr. in particolare G. GALASSO, Napoli spagnola dopo Masaniello: politica, cultura, società, Napoli, 1972 (1. ediz.). 46 Sulla società napoletana nel periodo a cavallo tra la seconda metà del Seicento e la prima metà del Settecento cfr. R. COLAPIETRA, Vita pubblica e classi politiche nel viceregno napoletano (1656-1734), Roma, 1961. 47 Sulle vicende relative alla Sicilia cfr. G. E. DI BLASI, Storia cronologica dei viceré, luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia, Palermo, 1867, pp. 393-493; Storia della Sicilia, diretta da R. Romeo, in particolare i voli. VI e VII, Palermo, 1978; V Scuri Russi, Astrea in Sicilia. Il ministero togato nella società siciliana dei secoli XVI- XVII, Napoli, 1983, pp. 191 e ss.; D. MACK SMITH, Storia della Sicilia medievale e moderna, Roma-Bari, 1983; fondamentale G. GIARRIZZO, La Sicilia dal Cinquecento all'Unità d'Italia, in V. D'ALESSANDRO, G. Gi1uuuzzo, La Sicilia dal Vespro all'Unità d'Italia, in Storia d'Italia cit., vol. XVI, Torino, 1989, pp. 263-362; D. LIGRESTI, Per un'interpretazione del Seicento siciliano, in L'Italia degli Austrias cit., pp. 81-106. Sul Parlamento siciliano cfr. C. CALISSE, Storia del Parlamento in Sicilia dalla fondazione alla caduta della monarchia, Torino, 1887; G. BuTrA, Il Parlamento siciliano tra tradizione e riforma, in Storia della Sicilia cit., vol. VII, pp. 23-53; e Il Parlamento del 1505. Atti e documenti, a cura di R. Cancila, Catania, 1993; Il Parlamento del 1612. Atti e documenti, a cura di V. Sciuti Russi, Catania, 1985; Il Parlamento del 1615. Atti e documenti, a cura di E Vergara, Acireale (CT), 1991. 22 Messina, a causa del crollo del mercato della seta, perse il ruolo di città borghese mercantile". La rivolta scoppiata negli anni 1674 -78 rappresentò il tentativo dell'oligarchia messinese di sganciarsi dal governo spagnolo e dall'aristocrazia palermitana per entrare nell'orbita francese49. Ma, nella "gara municipale" con Palermo, Messina ebbe la peggio: sconfitti i rivoltosi, seguì una dura repressione che portò all'annullamento di tutte le prerogative autonomistiche municipali 50. Gli ultimi anni del secolo furono caratterizzati da una sorta di paralisi politica: Palermo attendeva ormai con rassegnazione la successione al trono di Filippo di Borbone, mentre Messina contrattava il suo autonomismo con il fiscalismo di sempre. Il Regno di Sardegna costituiva per la monarchia spagnola il dominio meno importante 51 . La sua economia, povera ed arretrata, basata esclusivamente sulla produzione cerealicola e sulla pastorizia, riusciva ad alimentare so' una modesta esportazione e, d'altro canto, la scarsità di risorse finanziane locali rendeva del tutto trascurabile la richiesta e l'importazione di manufatti, per cui i mercanti non erano sollecitati a frequentare gli scali portuali 52 . 48 C. DE SETA, L. DI MAURO, Palermo, Roma-Bari, 1980, pp. 65-92; A. IOLI GIGANTE, Messina, Roma-Bari, 1986, pp. 55-75. 49 Sui movimenti rivoluzionari in Sicilia cfr. R. VILLAR1, La rivolta di Messina e la crisi del Seicento, in La rivolta di Messina (1674-1678) e il mondo mediterraneo nella seconda metà del Seicento, Atti del Convegno storico internazionale (Messina 10-12 ottobre 1975) a cura di S. Di Bella, Cosenza, 1979, pp.11-39; L. A. RIBOT GARCIA, La revuelta antispagola de Mesina. Causas y antecedentes (1591-1674), Valladolid, 1982; E BENIGNO, La questione della capitale: lotta politica e rappresentanza degli interessi nella Sicilia del Seicento, in «Società e Storia», n. 47 (1991), pp. 27-63; in particolare sulle differenze con i moti napoletani, cfr. A. Musi, La rivolta antispagnola a Napoli e in Sicilia, in Storia della società cit., pp. 317-358. • 50 II viceré spagnolo conte di Santo Stefano, per cancellare la memoria cittadina, fece sparire dall'archivio municipale, portandoli nella madrepatria, tutti i privilegi e le carte di franchigia che la città possedeva, cfr. A. SPARTI, Il fondo Messina della Casa ducale Medinaceli di Siviglia e A. SANCHEZ, Messina a Sevilla. El largo peregrinar de un archivo siciliano por tierras espaliolas, entrambi in Messina. Il ritorno della memoria, Palermo, 1994, pp.119-128, 129-142; cfr. anche A. MATTONE, Sull'utilità e il danno degli archivi per la vita degli uomini, in «Le carte e la storia», III (1997), n.1, p. 27. 51 Sull'insularità e l'isolamento della Sardegna cfr. A. MATTONE, La Sardegna nel inondo mediterraneo, in L'età moderna cit., pp. 13-64. Sulle vicende storiche e sulle problematiche di carattere sociale, economico ed istituzionale in epoca spagnola cfr. inoltre J. ARCE, Espaiia en Cerdeiia. Aportación cultural y testimonios de su influjo, Madrid, 1960; B. ANATRA, G. PUDDU, G. SERRI, Problemi di storia della Sardegna spagnola, Cagliari, 1975; G. SORGIA, La Sardegna spagnola, Sassari, 1982; B. ANATRA, Dall'unificazione aragonese ai Savoia, in J. DAY, B. ANATRA, L. SCARAFFIA, La Sardegna medioevale e moderna, Torino, 1984, pp. 365-663 (Storia d'Italia. X); ID., La Sardegna "spagnola»: una crisi lunga un secolo, in L'Italia degli Austrias cit., pp. 107-118; La società sarda in età spagnola, a cura di F. Manconi, voli. 2, Cagliari, 1992-1993. 52 B. ANATRA, Economia sarda e commercio mediterraneo nel Basso Medioevo e nell'Età Moderna, in L'Età Moderna cit., pp. 109-216. 23 Il suo gettito fiscale ordinario era quindi molto modesto ma, nonostante le limitate risorse di cui disponeva, l'isola contribuì con cospicui finanziamenti alla realizzazione della politica internazionale della monarchia e, contrariamente a quanto avvenne a Napoli e in Sicilia, non vi furono aperte ribellioni antispagnole. La Sardegna veniva sempre tenuta in conto dai sovrani per la sua innata fidelitat e i funzionari regi nella loro azione di governo trovavano pieno sostegno non solo nei rappresentanti della nobiltà e del clero, ma anche nel ceto togato e nelle oligarchie urbane, a cui assegnavano feudi, titoli e habitos, concedevano diritti di esportazione, pensioni, arrendamenti e regalie ". Tuttavia, proprio nei primi anni del regno di Carlo II il clima politico si offuscò. Le cattive annate agricole, le sempre più ingenti richieste di denaro da parte di Madrid, le epidemie di peste e le ripetute carestie portarono ad uno stato di tensione molto forte 54 . L'istituzione parlamentare fu la sede in cui si manifestarono apertamente i primi dissensi all'azione di governo. Nel 1666, in occasione del Parlamento del viceré marchese di Camarassa, si verificò una vera e propria crisi politico-istituzionale: da una parte gli Stamenti decisi a votare il donativo solo dopo il riconoscimento e il rispetto di alcune prerogative fondamentali (l'esclusività delle cariche e delle prelature ai sardi), dall'altra il viceré che, per nulla disposto a cedere, sciolse l'assemblea nel maggio 1668, dopo vari tentativi di mediazione. Seguirono, a distanza di due mesi, l'uccisione di don Agostino di Castelvì, marchese di Laconi, che come prima voce del Militare aveva sostenuto a Madrid le ragioni del Parlamento, ed un mese dopo quella dello stesso marchese di Camarassa. Una dura reazione accompagnata dalla condanna a morte dei " Sul ruolo della nobiltà in Sardegna cfr. in particolare F. LODDO CANEPA, Cavalierato e nobiltà in Sardegna (Note storico-giuridiche), in «Archivio storico sardo», XVIII (1931), fase. 1, pp. 1-42; ID., Nuove ricerche sul regime giuridico della nobiltà sarda, in «Archivio storico sardo», XVIII (1931), fasc. IV, pp. 227-319. Lo stesso autore faceva notare come nell'ultima parte del secolo XVII si registrò un aumento considerevole dei titolati: «la Corona fu piuttosto parca, durante i primi tre secoli della conquista, nella concessione di diplomi di cavalierato e nobilità, agli indigeni, allora tenuti in sospetto, mentre ricompensò ampiamente, con feudi e titoli nobiliari le più note e cospicue famiglie di origine iberica. Solo nei secoli XVII e XVIII essa segue per ragioni fiscali, (diritti di concessione nobiliare, dí sigillo e di mezz'annata), una condotta diversa creando a tutto spiano in Sardegna cavalieri e nobili, íl cui numero crebbe rapidamente, fino a raggiungere la cifra complessiva dí circa seicento, nelle ultime Corti del 1688 e 1698» (cfr. Le prove nobiliari nel Regno di Sardegna. Estratto da Ad Alessandro Luzio gli Archivi di Stato italiani. Miscellanea di studi storici, Firenze, 1933, tip. 109-123, il passo è a p. 110). 54 Cfr. B. ANATRA, I fasti della morte barocca in Sardegna fra epidemia e carestia, in «Incontri meridionali», IV (1977), pp. 117 e ss; e soprattutto i saggi di F. MANCON1, Il grano del re. Uomini e sussistenze nella Sardegna d'antico regime, Sassari, 1992, in particolare Gli anni della fame, pp. 14-48; ID., Il trionfo della morte fra peste e carestia, in La società sarda cit., pp. 14-23; ID., Castigo de Dios. La grande peste barocca nella Sardegna di Filippo IV, Roma, 1994. 24 più alti esponenti della nobiltà sarda segnò gli avvenimenti successivi". Ma la temuta rivolta antispagnola che ci si attendeva, dato il grande schieramento repressivo messo in opera dal nuovo viceré, il duca di San Germano, non ci fu. Si approfondì semmai la frattura all'interno della nobiltà sarda, tra il "partito" dei Castelvì e quello degli Alagón, frattura che emergerà nei lavori parlamentari di fine secolo. In campo economico, negli anni ottanta del Seicento, in concomitanza con la ripresa che si andava registrando in alcune parti della penisola iberica, furono varate alcune iniziative a favore dell'isola. Di particolare rilevanza fu, ad esempio, il progetto di istituire i Monti granatici, con cui si intendeva da una parte alleviare i contadini dal peso degli interessi usurari e, dall'altra, imprimere un forte incentivo all'agricoltura56. Fu però con l'emanazione della prammatica «Sobre el mejor govierno y alivio del Reyno de Cerdefia», datata 20 novembre 1686, che fu avviata una riforma generale per l'intero Regno 57 . Nel preambolo alla legge Carlo II esprimeva innanzitutto la volontà di porre rimedio a «los desordenes que se experimentan en el govierno». ordinando il rispetto dei fueros, l'osservanza delle leggi e la compilazione di una nuova raccolta in cui comprendere le norme in vigore; dava poi una serie di disposizioni per migliorare l'amministrazione della giustizia, considerata una delle necessità fondamentali del Regno. I provvedimenti economici furono rivolti soprattutto a promuovere la cerealicoltura: si stabilì che le esportazioni di grano fossero soggette solo al pagamento di 4 reali a favore della cassa regia e che si snellisse la procedura 55 Sulla vicenda cfr. D. SCANO, Donna Francesca di Zatrillas, marchesa di Laconi e di Siete Fuentes, in «Archivio storico sardo», XXIII (1940-41), fascc.1- 4, e nota 120 di questo saggio. 56 Sulla diffusione dei Montí granatici nell'isola alla fine del Seicento cfr. P. SANNA, Monti granatici e problemi annonari nella Sardegna spagnola, in La Corona d'Aragona in Italia (secc. XIII-XVIII) cit., pp. 421-444 ed il recente La terra, il lavoro, il grano. Dai Monti frumentari agli anni Duemila, a cura di M. Brigaglia e M. G. Cadoni, Banco di Sardegna, Sassari, 2003. 57 Sui lavori che portarono all'emanazione della normativa cfr. E. ASENSIO SAIYADO, Entorno a la situaci6n de Cerdeiia en 1685, in Homenaje a )cime Vicens Vives,11, Barcelona,1967, pp. 2739; per approfondimenti sulla genesi della prammatica cfr. inoltre A. ARGIOLAS, A. MATTONE, Ordinamenti portuali e territorio costiero di una comunità della Sardegna moderna. Terranova (Olbia) in Gallura nei secoli XV-XVIII, in Da Olbía ad Olbia. 2500 anni di storia di una città mediterranea, Atti del Convegno internazionale di studi, Olbia, 12-14 maggio 1994, vol. 2, a cura di G. Meloni e P. E Simbula, Sassari, 1996, pp. 194-196. Il testo integrale della prammatica in F. LODDO CANEPA, Due complessi normativi regi inediti sul governo della Sardegna (16861755), in «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia e di Magistero dell'Università di Cagliari», XXI (1953), parte I. Il documento in copia è in ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI (d'ora in poi ASC), Intendenza Generale, Carte reali.; vol. 3. Manno la giudicava eccellente in quanto riteneva che «in ogni rispetto di amministrazione di giustizia, di raffrenamento dei misfatti, d'incoraggiamento del commercio, di protezione segnalata per l'agricoltura, e di agevolamento della pubblica istruzione conteneva provvedimenti tali, che i migliori non furono mai deliberati dal governo spagnolo» (G. MANNO, Storia di Sardegna, tomo II, Capolago, 1840, p. 373; cfr. anche la nuova edizione curata da A. Mattone, con revisione bibliografica di T. Olivari, Nuoro, 1996). 25 per il rilascio della saca, aumentando anche il numero dei cargadores (cioè dei porti abilitati alle esportazioni). Fu inoltre incentivato l'impianto di oliveti e di nuove colture (gelsi, zucchero, zafferano) e soprattutto si dispose la creazione di Colegios de cada arte, ossia la trasformazione delle confraternite in vere e proprie corporazioni di mestiere (gremios) come era in uso negli altri regni e, per dare ancor maggiore impulso allo sviluppo delle attività artigianali e manifatturiere, furono invitati i viceré di Napoli, Sicilia ed il governatore di Milano a mandare nell'isola personale specializzato per istruire le maestranze locali 58. Venne concessa inoltre l'esenzione dal pagamento dei diritti reali a coloro che si fossero dedicati alla pesca del corallo e furono promessi benefici a chiunque, anche forestiero, avesse avuto intenzione di aprire nuove tonnare 59. Per riattivare gli scambi commerciali si ribadiva anche l'osservanza delle norme del Consolato del Mare in uso a Barcellona. La prammatica dava inoltre delle precise direttive per la coniazione e la circolazione della moneta e, per incentivare l'incremento demografico, suggeriva misure — come l'esenzione dai contributi per un decennio, o la concessione di terre e ville del regio patrimonio — tese a favorire la colonizzazione dei territori costieri o spopolati. Anche l'istruzione, ritenuta indispensabile al beneficio publico de esso Reyno, fu oggetto di interessamento sovrano; le due Università sarde erano in totale decadenza: ad appena mezzo secolo dalla loro istituzione non vi erano fondi per gli stipendi dei cattedratici e la sede di Cagliari era stata trasformata addirittura in magazzino per il grano60. Il sovrano sollecitò la ripresa degli studi invitando i docenti al rispetto dei programmi e dei calendari delle lezioni 61. 58 Sulle attività artigianali e sulle corporazione d'arte e sull'evoluzione da confraternite in gremi, cfr. R Di Dicci, Le corporazioni artigiane della Sardegna, in «Archivio storico sardo», XVI (1926), pp. 107-115; F. LODDO CANEPA, Statuti inediti di alcuni gremi sardi, in «Archivio storico sardo», XXVII (1961), pp. 177-442; ed il più recente Corporazioni, gremi e artigianato tra Sardegna, Spagna e Italia nel Medioevo e nell'Età Moderna (XIV-XIX secolo), a cura di A. Mattone, Cagliari, 2000, a cui si rinvia per gli approfondimenti bibliografici. 59 Sulle tonnare cfr. G. DONEDDU, Le umiliare in Sardegna (1500-1800), in «Società e Storia», n. 21 (1983), pp. 535-563. 6° Sulle problematiche relative alla vita delle "piccole" università cfr. gli Atti del Convegno Internazionale di Studi svoltosi ad Alghero (30 ottobre - 2 novembre 1996), Le Università minori in Europa (secoli XV-XIX), a cura di G. P. Brizzi e J. Verger, Catanzaro, 1998; in particolare si rinvia a R. TURTAS, La formazione delle Università di Cagliari e di Sassari, pp. 675-696, ora anche in ID., Studiare, istruire, governare. La formazione dei letrados nella Sardegna spagnola, Sassari. 2001, (Clio. 5) e a E. VERZELLA, Dispute giurisdizionali, privilegi del re, convenzioni, bozze di leggi e norme approvate: gli ordinamenti dell'Università di Sassari dalle sue origini al 1765, pp. 749-770, ai quali si rimanda anche per l'aggiornata bibliografia. Per l'Ateneo cagliaritano cfr. G. SORGIA, Lo studio generale cagliaritano. Storia di una università, Cagliari, 1996. 61 Sullo scadimento degli studi universitari e sulle proposte per una loro ripresa cfr. A. MATTONE, P. SANNA, La "restaurazione" delle Università di Cagliari e Sassari del 1764-65, in Le 26 Nella prammatica si coglie la volontà sovrana di allentare la tensione esistente nella classe dirigente locale, sofferente sia per le misure restrittive imposte all'indomani dell'omicidio Camarassa, sia per la grave crisi economica e sociale, causata dalle pestilenze dei decenni precedenti e dalle carestie endemiche (1680-81), che rischiavano di aggravare l'arretratezza strutturale dell'isola. Lo stesso atteggiamento moderato ma deciso si rileva nell'assemblea parlamentare celebrata negli stessi anni dal viceré conte di Monteleone (1686-1689); in essa, a fronte di un servicio di 70.000 scudi, venne finalmente accolta la richiesta, presentata dai tre Stamenti uniti, di porre fine all'esposizione, nella torre dell'Elefante, delle teste dei condannati per i torbidi del 1668; fu condonata a città e ville la metà del donativo ancora dovuto dal Parlamento precedente e promesso di prendere in considerazione la possibilità di elevare a grandi di Spagna i marchesi di Laconi e di Villasor 62. Università cit., pp. 697-747 e, degli stessi autori, La "rivoluzione delle idee": la riforma delle due università sarde e la circolazione della cultura europea (1764-1790), in «Rivista storica italiana», CX (1998), fase. III, pp. 834-942. 62 Una sintesi degli atti degli ultimi Parlamenti celebrati in Sardegna dalla monarchia spagnola sono contenuti in un volume realizzato a proprie spese da Vittorio Angius: esso costituiva il completamento dell'opera giù pubblicata dallo stesso autore, Memorie de' Parlamenti generali o Corti del Regno di Sardegna, in G. GASAI-1S, Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, vol. XVIII quater, Sardegna, Torino, 1856, pp. 399-795 e se ne conservano solo alcuni esemplari; cfr. per la descrizione A. MATTONE, Un progetto di edizione degli atti dei Parlamenti sardi. 2. 1 problemi istituzionali, in «Quaderni sardi di storia», 4 (1983-84), p. 212. Sulla figura dell'Angius vedi G. SOTGIU, Vittorio Angius e i suoi tempi, prefazione di A. ACCARDO, Nuoro, 2001, pp. 41-101. Per le decretazioni regie cfr. il Resumen de las Cortes celebradas en Cerdeiia en los aiios 1678-1688-1699 (ASC, Biblioteca, ms., n.10). 27 2. La nomina del viceré conte di Montellano Il 29 febbraio 1696 Carlo II nominò luogotenente generale del Regno di Sardegna don Giuseppe de Solis, Valderrúbano, Pacheco, Giron Enriques, conte di Montellano63. Originario dell'Andalusia, discendeva da una famiglia di antico lignaggio asturiano, vantava il titolo di signore «de las villas y lugares» di Cemprón, Bernar, Retortillo, Villar del Propheta, la Granja, Peralejos de Solis, Salducia, la Puebla e Santa Cathalina; il 23 ottobre 1681 gli era stato concesso il viscontado di Montellano 64. Faceva parte dell'ordine militare di Santiago di cui era esponente dí rilievo 65. Aveva ricoperto importanti incarichi di governo anche di natura economico-finanziaria con ottimi risultati tra cui «la direzión de las gruesas rentas de Andaluzia y de los thesoros de las Indias»66. Proprio nelle terre americane, nella penisola dello Yucatn, aveva esercitato le funzioni di adelantado, carica che era appannaggio della sua famiglia 67 . Nominato poi viceré di Sardegna, gli fu affidato il compito di celebrare il Parlamento e gli vennero conferiti tutti i poteri necessari per avviare, proro63 La nomina del conte di Montellano a luogotenente e capitano generale del Regno di Sardegna per un triennio è in ACA, Consejo Supremo de Aragón, Registros Sardiniae, n. 344, cc. 39 v.-50 v., 51-54 v.; ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 50, cc. 1-12v. Sul viceré cfr. J. MATEU IBARS, Los virreyes de Cerdetia. Fuentes para su estudio. Il (1624-1720), Padova, 1967, pp. 186195; E. BOGLIOLO, Tradizione e innovazione cit., pp. 17-18; la voce Montellano in Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, Espasa-Calpe, t. =m, Madrid-Barcelona, s.d., p. 552. " Capostipite della famiglia fu Alonso Fernando, armato cavaliere da Alfonso XI; da luí nacque Fernan Alonso, padre a sua volta di Alonso Fernandez e da questi Suero Alfonso che sposò in Salamanca donna Sancha Rodrigucz de Monroy, dalla cui figlia primogenita discende il conte di Montellano (A. A. CARC1A CARRAFFA, Enciclopedia heraldica y genealogica hispanoamericana, torno 83, Madrid, 1961, pp. 89-99). Lo stemma della famiglia rappresenta in campo dorato un sole rosso, circondato da una bordura dorata con otto scacchi di vai («un campo de oro, un sol de gules; bordura de oro con ocho jaqueles de veros») e la scritta «col sol fueron y volvieron y la batalla vincieron»; cfr. J. DE ATIENZA, Nobiliario espatiol. Diccionario heríddico de apellidos espatioles y de titulos nobiliarios, Madrid, 1954, pp. 703-704, 908; Diccionario heraldico y nobiliario de los Reinos de Espaiia, Henares (Madrid), 1987, pp. 181, 751. 65 A Salamanca, nel 1702, fu anche eletto «gobernator del Consejo real de las ordenes», cfr. V. VIGNAU, F. R. DE UHAGÒN, Indices de pruebas de los caballeros que han vestito el habito de Santiago, desde el ago 1501, hasta la fecha, Madrid, 1901, p. 327. 66 CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA, Biblioteca, Fondo Amat, cartella 30, cc.17 ss. 67 La conquista della penisola messicana dello Yucatàn è degli anni quaranta del Cinquecento; non fu un'acquisizione facile; frequenti le ribellioni nei secoli XVI e XVII: nel 1652 fu ucciso lo stesso governatore conte de Alba de Liste (cfr. Yucatdn, ilI Diccionario enciclopedico hispano-americano de literatura, ciencias y artes, torno 23, Barcelona 1898, pp. 178-179; 28 gare, continuare e concludere i lavori, ascoltando e decidendo sui gravami, modificando i capitoli e le ordinazioni con il consenso dei bracci 68. Accolta favorevolmente la designazione, il conte di Montellano si dichiarò disposto a raggiungere al più presto la Sardegna; lasciò infatti Madrid il 28 luglio, passò a Cadice ed infine giunse ad Alicante per l'imbarco69. Nonostante avesse programmato con celerità il suo viaggio, fu costretto a sostare a lungo nel porto spagnolo con «grandissima descomodidad», per «falta de pasaporte y embarcación». Durante l'attesa intrecciò una fitta corrispondenza con il segretario del sovrano, don Francesco Dalmao Casanate, al quale comunicò tra l'altro che, raggiunta l'isola, avrebbe provveduto a riorganizzare la struttura amministrativa di governo, dando innanzitutto copertura agli uffici vacanti, molti dei quali, affidati temporaneamente per encomienda, non erano stati mai rimpiazzati70. Il nuovo viceré appariva dunque pronto ad affrontare le annose questioni che travagliavano il Regno, governato per sei anni da Ludovico di Moscoso Ossorio, conte di Altamira, molto apprezzato dagli Stamenti sardi' I. Il 18 novembre le galere comandate dal conte di S. Antonio, Domenico Enciclopedia universal cit, t. LXX, Madrid, 1930, pp. 807-809). Forse proprio a causa dell'instabilità politica che caratterizzava questa parte della Nuova Spagna, si mantenne la figura dell'adelantado, delegato del re con competenze di natura giudiziaria e militare. Per le Indias, nelle Ordenanzas de población di Filippo II (1573), si stabilirono le prerogative dell'adelantado che veniva ad essere governatore, capitano generale e ministro di giustizia (alguazil); cfr. la voce Adelantado in Diccionario de bistoria cit., p. 38; Diccionario enciclopedico cit., torno 1, Barcelona, 1887, pp. 429-430 e in Enciclopedia universal cit., t. II, p. 881; L. G. DE VALDEAVELLANO, Curso de Historia cit., pp. 508-510; L. N. MCALISTER, Dalla scoperta alla conquista. Spagna e Portogallo nel Nuovo Mondo 1492/1700, Bologna, 1986, pp. 247-250; per ulteriori approfondimenti cfr. J. M. ORTUS7 SANCHEZ-PEDRE190, El adelantado de la Corona de Murcia, 1997. Nel 1624 ricoprì la carica di adelantado dello Yucatàn un don Cristobal Suàrez de Soliz (Catalogo de las Consultas del Consejo de Indias 1600-1625, vol. 4, Sevilla, 19841985, pp. 440-441; Gran enciclopèdia catalana, vol. 21, Barcelona, 1989, p. 330). 68 Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 1. I poteri gli vennero affidati in seguito alla consulta del 23 febbraio con la quale, concluso il pagamento del donativo di 70.000 scudi votato nelle precedenti Corti del duca di Monteleone, si sollecitava il sovrano a procedere nella «continuación de este servicio, sin el qual cesaría cobrarm de este socorro, siendo el unico de que depende la asistencia de las galeras y presidio de aquel reyno» (ACA, Consejo de Aragón, Registros de la Real Cdmara, legajo 1363, Papeles relativos a Cortes de Cerdefia 1698, doc. 3). 69 Ibidem, legajo 1050, Lettera del conte di Montellano a Francesco Dalmao Casanate dell'11 febbraio 1698. 70 Stavano particolarmente a cuore al viceré le cariche di capitano dell'artiglieria e quella della Scrivania del Campidano Simaxis, forse perché gli erano state sollecitate da chi ambiva ad ottenerle; nella lettera inviata al segretario Casanate sottolineò che avrebbe nominato una terna di persone idonee a ricoprire l'ufficio e, nel caso in cui non fosse riuscito nell'intento, avrebbe comunque interessato il Consejo (ACA, Consejo de Aragón, Secretaria de Cerdefia, legajo 1215). Su questi temi cfr. in particolare R. PUDDU, Per una storia dell'amministrazione, in B. ANATRA, R PUDDU, G. SERRI, Problemi cit., pp. 133-180. 71 11 16 gennaio 1694 la Reale Udienza, su richiesta delle príme voci degli Stamenti, deliberò 29 Branchifort, ammiraglio della flotta spagnola nel Mediterraneo, salparono da Alicante alla volta della Sardegna. Il viaggio durò sei giorni, fu complessivamente buono, anche se turbato prima dalla presenza dí due navi corsare a Mahon e poi, lasciato il golfo del Leone, da alcune imbarcazioni barbaresche che cannoneggiarono le galere senza però danneggiarle 72 . Con la consueta cerimonia solenne il 27 dicembre, nella cattedrale di Cagliari, il viceré giurò sul «libro missal» e prestò omaggio nelle mani del procuratore reale promettendo di servire «Nen y lealmente en los E.. lcargos de lugarteniente y capita. 'n generai» 73 . Già il giorno seguente si affrettava a riferire al sovrano sullo stato di estrema povertà in cui versava il Regno, afflitto da una «lastimosa despoblación» che aggravava la già scarsa laboriosità dei suoi abitanti, i quali si dedicavano esclusivamente alla coltivazione dei prodotti necessari alla loro sussistenza. Infatti — scriveva Montellano, che coglieva i limiti strutturali dell'economia sarda — «en otros reinos la abundancia o la carestia hace ricos o pobres, a los naturales pero en aquel el atio fertil no los enriqueze y el esteril los mata». Gli introiti delle finanze regie erano strettamente collegati alle esportazioni di grano e al donativo decennale stabilito nei Parlamenti; uno scarso raccolto («cortissima cosecha»), come quello dell'anno in corso, insieme ad una pessimistica previsione per il futuro, avrebbe provocato — continuava il viceré — una sospensione delle licenze di esportazione dei cereali (sacas) e quindi maggiori difficoltà nella esazione dei tributi. Rimanevano inoltre ancora da completare i pagamenti del quinquennio 1690- 1694 relativi alle «casas de apposento» dei consiglieri del Supremo Consiglio d'Aragona, ai salari (sueldos) degli ufficiali, al mantenimento del presidio e delle galere. Poiché era impossibile assolvere a tutti gli impegni dí spesa, si rendeva necessario stabilire delle priorità: a suo avviso, la precedenza spettava a pieno titolo al presidio militare, giacché i soldati, unici ad osservare pienamente la disciplina, prestavano il servizio sia in azioni di difesa costiera, sia nella repressione della criminalità 74. Le due galere esidi invitare il viceré, che aveva ormai concluso il triennio e si trovava già a Portoscuso in procinto di imbarcarsi su una galera e recarsi in Spagna, a sospendere il viaggio. Gli Stamenti militare e reale mostrarono particolare "affezione" nei confronti dell'Altamira che aveva governato il Regno «habiendo a un mismo tiempo mostrado ser principe y padre y le ha mantenido en paz y quietud sin appartarse de innato zelo al Real Servissio». I consiglieri di Alghero riferirono al sovrano sui meriti del viceré e in particolare «de la buena adtninistracion de la justicia [.. .] que con sus prudentes dictamenes no solo ha unido las voluntades de las juridiciones, pacificando los encuentros que havia en ellos, pero aun con los aciertos de sus resoluciones no se experimentan los desordenes en las maldades delictos que se cometian» (ASC, Reale Udienza, Deliberazioni 1694-1708, cl. IV, 71/5, cc. 40-71v. Cfr. anche ACA, Consejo de Aragón, Secretaria de Cerdeiia, legajo 1050). 72 Ibidem, legajo 1215. 73ASC, Reale Udienza, Deliberazioni 1694-1708, cl. IV, 71/5, cc. 148-151v. 74 In modo decisamente contrario si era espresso qualche anno prima, nella Consulta dell'il 30 stenti (Patrona e Capitana), invece, avevano necessità di 40.000 scudi per essere tenute in efficienza. Della Patrona, ad esempio, doveva essere rifatto lo scafo. Tenere armate le due imbarcazioni nella darsena cagliaritana comportava dunque, a parere del conte di Montellano, inutili e grosse spese dal momento che potevano essere mantenute più agevolmente a Napoli, in Sicilia o in Spagna 75. Il riattamento delle galere stava però molto a cuore al sovrano, che invitò il viceré a compiere ogni sforzo per rimetterle in sesto76. Le tabelle e il grafico che seguono mostrano la reale situazione finanziaria della Sardegna negli anni 1695-1699, così come emerge dai libri contabili della Reale Tesoreria dove venivano registrate le entrate ordinarie, le uscite e i mandati di pagamento emessi a favore dei creditori77. Dalla tabella 1 delle entrate si rileva in modo chiaro che le somme di denaro derivanti dalla concessione delle licenze d'esportazione dei cereali, denominate sacche, costituivano la voce più redditizia, seguita a distanza dal donativo ed in maggior misura dagli introiti provenienti dagli arrendamenti78. Anche la Bolla della Crociata rappresentava un cespite di rilievo: essa consisteva nella vendita di luglio 1694, il marchese di Laconi il quale riteneva che si dovesse sopprimere il presidio militare e non le galere, perché la spesa per íl suo mantenimento era troppo elevata e, in assenza delle esportazioni di grano, non potevano essere pagati i censi, i salari o essere restituite le somme anticipate alla mal cassa dai finanzieri. La forza militare, inoltre, costituita da 3 compagnie di spagnoli e 2 di napoletani, si divideva tra Cagliari e Alghero e non era sufficiente a difendere le due fortezze dislocate in punti lontani fra loro; le guarnigioni presenti non potevano dunque impedire sbarchi nemici e non partecipavano alle operazioni di repressione delle quadrillas di banditi nei monti e nelle numerose foreste dell'isola. Quando poi il sovrano — proseguiva il marchese di Laconi — aveva bisogno del tercio per le campagne d'Italia e di Catalogna, non poteva contarci perché non raggiungeva i 400 uomini i quali, per Io più sposati e dediti al commercio, erano totalmente impreparati e, nello stesso tempo, frodavano i diritti regi percependo ugualmente il soldo. Le galere costavano decisamente meno in quanto al loro mantenimento contribuivano gli ecclesiastici (donativo gracioso). Esse svolgevano compiti importanti per il Regno: in primavera pattugliavano le coste e le difendevano dai continui attacchi dei corsari barbareschi che con le loro imbarcazioni rapivano pastori e distruggevano bestiame. Rimanevano, quindi, sostanzialmente inalterate le motivazioni che nel 1605 avevano portato alla creazione della squadra delle galere. Nella situazione attuale conveniva ritornare all'antico, a circa tre secoli prima, quando la Sardegna, senza presidio, era stata difesa dalle milizie locali, che accorrevano nei casi di necessità senza pretendere alcun salario (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1118). 75 La relazione del viceré era seguita alla richiesta regia di una notevole quantità di grano e paglia da destinare alle truppe impegnate nella nuova campagna militare e da acquistare a spese dell'erario anche in Corsica (cfr. Ibidem, legajo 1116; ne esiste copia anche nel legajo 1118). 76 Sulla flotta sarda dall'istituzione al declino cfr. A. MATTONE, L'amministrazione delle galere nella Sardegna spagnola, in «Società e Storia», XIII (1990), n. 49, pp. 513-545; ora anche in un'edizione ampliata in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Medioevo ed età moderna. Studi storici in memoria di Alberto Boscolo, a cura di L. D'Arienzo, I. La Sardegna, Roma, 1993, pp. 477-509; in generale cfr. E E OLESA MUNIDO, La organización naval de los estados mediterraneos y especial de Espaiia en los siglos XVI y XVII, Madrid, 1968. 77 11 rendiconto è allegato alla relazione trasmessa dal viceré duca di San Giovanni all'inizio del suo mandato in Sardegna (1700), cfr. ACA, Consejo de Aragón, legajo 1118, n. 5. 78 L'arrendamento era una forma di contratto d'appalto molto diffusa in epoca catalana e 31 Tab. 1. Entrate 1965 Lire soldi denari in cassa 68.805 9 1 Arrendamenti 25.317 18 5 1696 Lire soldi denari 57.878 18 3 1697 Lire soldi denari 26.944 5 1698 Lire soldi denari 1699 Lire soldi denari 30.450 18 1 36.661 10 24.215 3 1 28.852 13 11 24.709 11 10 2.885 4.437 11 2.835 18 2 3.800 6 2 Sussidio 18.712 1 Prestiti 30.000 104.875 10 6 69.125 Bolla della crociata 22.702 10 Straordinarie 9.757 19 Sacche di grano ed altri generi 286.685 14 7 8 123.091 19 3 5 Sacche di altri generi Donativo Totale Totale complessivo degli anni 1695-99 2 9.529 12.164 10 41.748 13 1 191.273 13 8 164.201 12 8 65.877 3 7 81.915 19 5 108.033 19 4 129.982 15 1 199.179 6 3 479.146 15 4 344.888 13 2 269.470 3 2 256.815 12 4 652.173 14 3 2.029.494 14 3 indulgenze i cui proventi, destinati a finanziare le guerre contro gli infedeli, venivano in realtà utilizzati per le necessità dell'amministrazione". Negli anni in cui, a causa degli scarsi raccolti, le esportazioni di grano erano vietate, per cercare di bilanciare le uscite, bisognava ricorrere ai prestiti dei privati, come si verificò negli anni 1697 e 1699 (tab. 2). Nel 1699 si registrò una notevole crescita degli introiti nelle casse regie (cfr. grafico entrate); l'aumento fu dovuto alla riapertura delle sacche di grano, seguita ad un buon raccolto, ma anche ai numerosi prestiti contratti dalla corona. Tab. 2 Uscite ed entrate Anno Lire 1695 316.760 1 10 1696 525.334 17 1 1697 276.373 6 8 1698 258.847 5 11 1699 652.183 12 Soldi Denari Entrate anni 1695-1699 696 1696 1T 1 spagnola; l'amministrazione regia, dietro pagamento di un canone, dava in gestione a privati i beni del suo patrimonio quali saline, peschiere, tonnare; allo stesso modo concedeva in arrendameni l'esazione dei diritti fra cui quelli delle dogane, della vendita del sale all'ingrosso e al minuto, della neve, del macello, dei tributi e collette (cfr. G. PILLITO, Dizionario del linguaggio archivistico in Sardegna, Cagliari, 1886, p. 11; F. Lonoo CANEPA, Dizionario archivistico per la Sardegna, Cagliari, 1926, pp. 30-31). 79 Cfr. in generale J. Cc:M GAZTAMBIDE, f ustoria de la Bula de la Cruzada en Espaiia, Vitoria 1958; cfr. anche C. PILLAI, La bolla della Crociata nel primo periodo della presenza sabauda in Sardegna (1720-79), in Gli anni santi nella storia, a cura di L. D'Arienzo, Atti del Congresso internazionale, Cagliari 16-19 ottobre 1999, Cagliari, 2000, pp. 609-620; A. RUNDINE, El consumo de la Fè. La predicazione della Bolla della Crociata in Sardegna nella prima metà del Cinquecento, in Sardegna, Spagna e Stati italiani nell'età di Carlo V, a cura di B. Anatra e E Manconi, Roma, 2001, pp. 447-456. 33 3. La convocazione e l'apertura del Parlamento II 26 novembre 1697 il viceré, in ottemperanza all'ordine regio e sentito il parere di Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, fece predisporre le lettere di convocazione da inviare ai membri dei tre Stamenti per la riunione d'apertura del Parlamento, fissata per il 26 gennaio, al fine di trattare della «bona administració de la iusticia, conservació de la Real Corona [.. .] custodia y defensa del present Regne y pau y quietud de aquella [isla]». Nella lettera il viceré auspicava che «les coses que seran per nos proposades y tractates se pugan ab tota brevetat determinar y concloure», augurandosi quindi un proficuo e celere svolgimento dei lavori parlamentari come era negli intendimenti sovrani80. Le convocazioni furono inviate nell'ordine allo Stamento ecclesiastico, al Militare e al Reale; quindi, prima all'arcivescovo di Cagliari e poi ai singoli arcivescovi, vescovi, abati e membri dei Capitoli; poi al marchese di Villasor, prima voce dello Stamento militare, e ai più potenti feudatari residenti in Spagna, alla nobiltà locale ed ai cavalieri delle città e dei villaggi; infine ai consiglieri della città di Cagliari, a quelli di Sassari, Oristano, Bosa, Iglesias e Castellaragonese 81. Forse per questioni di carattere meramente burocratico — la consegna delle convocazioni venne ultimata soltanto nella seconda metà di gennaio — fu necessario rinviare la seduta inaugurale del Parlamento al 4 febbraio. Si profilava un'assenza eccellente: quella di don Anale di Alagón, marchese di Villasor, prima voce dello Stamento militare 82 . Come aveva scritto la Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 3. nn. 4-6 e ss. 82 Don Artale Alagón apparteneva ad una delle famiglie più cospicue del Regno di Sardegna, di origini antichissime, «una de la mas antiguas y grandes de Europa» (E LODDO CANEPA, Origen del cavallerato cit., p.1); il marchese discendeva dal ramo cadetto dei marchesi di Oristano, fu V marchese di Villasor e II conte di Montesanto, ricchi ed estesi feudi; nel 1670 fu nominato capitano generale della cavalleria miliziana, per i meriti acquisiti da lui e dalla madre nel Parlamento (ASC, Antico Archivio Regio, vol. I 1 41, cc. 13-15). Gli Alagón, per questioni di potere, furono sempre in aperto contrasto con i marchesi di Laconi e nella guerra di successione spagnola parteggiarono per la casa d'Austria. Manuela, figlia di Artal, unica erede di tutto il patrimonio familiare, sposò Giuseppe de Silva, fratello del conte di ifuerites, acceso oppositore di Filippo V. Sugli Alagón cfr. ASC, Biblioteca E Loddo Canepa, Memoria! del Marqués de Coscojuela, s.n.t., 1712; P. TOLA, Dizionario biografico cit., vol. I, pp. 65-66; F. FLORIS, S. SERRA, Storia della nobiltà in Sardegna. Genealogia e araldica delle famiglie nobili sarde, Cagliari, 1986, pp. 177-178; F. FLORIS, Feudi e feudatari in Sardegna, Cagliari, 1996, pp. 522-528. Cfr. anche V. BACALLAR, Comentarios cit., libro V, pp.166-168. 80 81 Ibidem, 34 madre, donna Teresa Pimentel Bazan, al viceré il marchese, nonostante il desiderio di partecipare ai lavori, era impossibilitato a trasferirsi a Cagliari a causa di una malattia che lo costringeva a letto nella sua casa di Villasor ". La cosiddetta riunione del Soglio avvenne, secondo il tradizionale e solenne rituale, nella Cattedrale di Cagliari al canto del Veni Creator. Nel discorso d'apertura il viceré espose le linee programmatiche della sua politica, che si articolava in due tematiche principali: la giustizia e l'economia. Preminente «per una màs lustrosa manutenOón del Reyno» era la necessità di un deciso riordino normativo che portasse da un lato al ripristino e alla rigorosa osservanza delle leggi utili e, dall'altro, all'abolizione di quelle non più in uso nel Regno perché, mutate le condizioni per cui erano state emanate, la loro vigenza nuoceva all'amministrazione della giustizia. Uno degli obiettivi che il viceré si prefiggeva era quello della razionalizzazione e sistematizzazíone della produzione normativa 84 . In Sardegna il processo di recopilación delle leggi, affermatosi nella seconda metà del XVI secolo, aveva conosciuto l'apice nei primi anni quaranta del Seicento con due grandi collezioni private, una relativa alle prammatiche (Leyes y pragmdticas reales...), curata dal reggente Francesco De Vico, l'altra ai capitoli di corte (Capitula sive Acta Curiarum...), curata dal magistrato cagliaritano Giovanni Dexart". Nella seconda metà del secolo XVII l'opera di raccolta era interrotta e, come denunciava il conte di Montellano, la normativa sí sovrapponeva: pregoni a stampa si confondevano con grida manoscritte ed era spesso difficile per avvocati e magistrati reperire le fonti ufficiali per le allegazioni e le sentenze. Si trattava degli stessi principi che avevano ispirato i lavori preparatori e la giunta madrilena nell'emanazione della prammatica " Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 22. Nella lettera al viceré la nobildonna faceva sapere che avrebbe trasmesso la convocazione al marchese di Soleminis che per diritto, in assenza del Villasor, diventava prima voce dello Stamento. La seria malattia dell'Alagón trova conferma nelle numerose procure a suo favore delegate ad altri, in cui il notaio firma al posto del marchese poiché «por su enfermedad y temblor de las manos no puede firmar». 84 Il viceré esprimeva l'esigenza del riordino della normativa e dell'abrogazione dei provvedimenti andati in disuso: «Siendo, pues, la regular armonia de las leyes el resorde que mide los razionales movimientos de las reppublicas, serà bien que ante todo se atienda con madura inspeccion assi a la rigorosa observancia de las que utilmente se guardan, corno al restablezimiento o derogación de aquellas, en que el curso de los tiempos o la instabilidad de las cosas humanas huvieren introduzido alteracion digna de enmienda o inconvenientes, que hagan noziva su pratica; y assimismo a la formación de otras a que las nuevas experiencias ayan dado nuevos fundamentos» (Atti del Parlamento, doc. n. 158).11 processo di recopilación aveva rappresentato in Spagna una tappa fondamentale nella formazione dello Stato moderno e furono le Corti a farsi portavoce, nella maggior parte dei casi, di queste esigenze; cfr. J. S. ARGILLA BERNAL, Historia del derecho. I. Instituciones politicas y administrativas, Madrid, 1995, pp. 426-445. 85 Sulle compilazioni nel Regno di Sardegna cfr. E LODDO CANEPA, Le pubblicazioni ufficiali del Regno di Sardegna (Contributi alla storia della stampa nell'isola), in «Mediterranea», V (1931), nn. 8-10; vedi anche p. 50 e nota n. 165 di questo saggio. 35 del 1686 e che saranno ripresi nel Pregone generale del 1700 che scaturì direttamente dalle istanze emerse nelle sessioni parlamentari 1698-1699 86. Con pari urgenza bisognava prendere provvedimenti che favorissero la ripresa economica sia nel settore del commercio che in quello dell'agricoltura: il viceré riteneva indispensabile che i contadini si applicassero con maggior cura al lavoro dei campi, in modo da rendere più produttivi i terreni ed incrementare le esportazioni di grano e di altri generi. La messa in opera di tali iniziative avrebbe portato l'isola a diventare una delle province più importanti d'Europa, meta e centro di vivaci traffici mercantili. Una reale ripresa poteva, tuttavia, essere garantita soltanto se il Regno avesse contribuito adeguatamente a sostenere le spese ordinarie; il riassestamento dell'erario avrebbe infatti avuto una ricaduta positiva sull'economia. Il conte di Montellano invitava quindi gli Stamenti a rinnovare la loro fedeltà al sovrano votando il donativo con celerità, in considerazione anche della situazione critica in cui versava la stessa monarchia, sguarnita di difese ed esposta a possibili attacchi nemici. Il viceré concludeva che la Sardegna, pur lamentando uno scarso raccolto, in confronto agli altri domini spagnoli una volta opulenti ma ora devastati dalla guerra, non era da considerarsi infeliz, tuttavia invitava a non «dormirse en los brazos de la seguridad para dispertar quiza en los del peligro». Gli Stamenti, attraverso le prime tre voci — rispettivamente don Giuseppe Acorrà Figo87, arcivescovo d'Arborea (Oristano) per il braccio ecclesiastico, don Francesco Zonza Vico88, marchese di Soleminis per quello militare, Giovanni Efísío Esquirro89, consigliere in capo della città di 86 Sulla genesi della prammatica cfr. A. ARGIOLAS, A. MATTONE, Odinamenti cit. ed anche Statuti portuali e normativa sulle esportazioni: Il caso di Terranova (Olbia) in Sardegna nei secoli XIV-XVIII, in «Rivista di Storia del diritto italiano», LXX (1977), pp. 74 e ss. 11 Pregone generale fu emanato da Ferdinando di Moncada, duca di San Giovanni, quando nel 1700 giunse nell'isola in qualità di viceré di Sardegna. Si trattava di un provvedimento di carattere generale diretto all'intero Regno, che riprendeva la normativa in uso in merito all'amministrazione della giustizia, alle milizie, al porto d'armi e all'agricoltura. 87 Giuseppe Acorrà Figo, dottore in utroque, di origine cagliaritana, e vescovo di Ampurias, venne nominato arcivescovo di Oristano il 30 aprile 1685, in sostituzione di Pietro de Alagón trasferito a Maiorca, e ricoprì tale incarico sino alla morte avvenuta, con molta probabilità, nel 1704, quando venne nominato Francesco Masones Nin, vescovo usellense (R. RITZLER, P. SEFRIN, Hierarchia catholica nzedii et recentioris aevi 1667-1730, vol. V, Patavii, 1952, p. 95; R. BONU, Serie cronologica degli arcivescovi d'Oristano, Sassari, 1959, pp. 111-112; ora vedi anche R. TURTAS, Storia della Chiesa in Sardegna, dalle origini al Duemila, Roma, 1999, pp. 839, 864). " Nato a Sassari nel 1662 e trasferitosi successivamente a Cagliari con la famiglia, aveva ereditato il marchesato di Soleminis dal padre che lo aveva ricevuto dallo zio Francesco Vico, reggente del Supremo Consiglio d'Aragona. Sposò in prime nozze una Sanjust ed in seconde Caterina Torellas, erede della baronia di Capoterra. Nella guerra di successione spagnola parteggiò per Filippo V (F. Fintus, Feudi e feudatari cit., pp. 681-683). 89 Dottore in legge, fu consigliere capo della città di Cagliari negli anni 1697-1699 (M. PINNA, Il Magistrato civico di Cagliari, in «Archivio Storico Sardo», X (1914), nn. 1-4, p. 220; 36 Cagliari per quello reale —, rassicurarono il conte della loro fedeltà e si dichiararono disposti a contribuire al donativo che sarebbe stato richiesto. Al Solium seguì, il giorno dopo, la nomina degli abilitatori: il viceré elesse per la corte don Francesco Pastor 90, reggente la Reale Cancelleria, don Simone Soro91, decano della Reale Udienza, e don Giuseppe Fernandez de Moros92; i tre Stamenti a loro volta nominarono le proprie G. SORG1A, G. TODDE, Cagliati Sei secoli di amministrazione cittadina, Cagliari, 1981, p. 181); fu ammesso a partecipare allo Stamento militare «por ser notorio cavalier» (Atti del Parlamento, doc. n. 330) e fu nominato nel 1701 da Filippo V, di cui doveva essere partigiano, veghiere della città per il triennio 1703-1706 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H. 52, cc. 2325). 9° Il reggente, nominato con carta reale del 23 giugno 1682 (ibidem, vol. H 46, cc. 32-35), era stato per 5 anni assessore della Governazione di Origuela e Alicante e della Baília generale di Valencia (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1117); in qualità di giurisperito era il più stretto collaboratore del viceré e per queste sue prerogative venne accusato nel corso del Parlamento, dalla fazione a lui ostile, di occuparsi unicamente del luogotenente trascurando i suoi compiti istituzionali. Egli si lamentava di ciò in una lettera inviata al Conse» per chiarire alcune questioni sorte durante i lavori: nello scritto ricordava di essere funzionario regio da oltre 24 anni e di ricoprire la reggenza da 17 e di avere tre figli, due dei quali avevano servito il sovrano a Milano (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1364, 17/8, 1699 febb. 28). Possedeva una ricchissima biblioteca giuridica costituita da 300 libri che alla sua morte fu acquistata dal libraio Giacinto Pírrini (ASC, Reale Udienza, cl. IV, 162/2, 6 apr. 1702). 91 Cagliaritano di nascita, apparteneva ad una famiglia da sempre fedele alla monarchia: il padre Salvatore offrì al sovrano 5.000 soldi versati nel Banco di San Giorgio di Genova per le spese militari, e fu sindaco dell'Appendice di Stampace per 4 anni. Anche Simone Soro prestò diverse somme di denaro alla corte per finanziare le campagne di guerra; si distinse in modo particolare durante la pestilenza del 1652 assistendo gli infermi e interrando i morti a Stampace. Si laureò in legge, forse nella locale Università; il suo nome non figura infatti nei registri dei graduati di Pisa e di Salamanca (R. DEL GRATTA, Libri matrkularum studii pisani 1543-1747, a cura di E. Cortese, Pisa, 1983, pp.91-93; A. RUNDINE, Gli studenti sardi all'Università di Salamanca 1580-1690, in R. TURTAS, A. RUNDINE, E. TOGNOTH, Università studenti maestri. Contributo alla storia della cultura in Sardegna, Sassari, s.d [1990], pp. 45 e ss.). Ricoprì per oltre 15 anni (dal 1662) la cattedra di diritto nell'Università di Cagliari, rivestì per encomienda il posto di assessore del Real Patrimonio durante la malattia del dottor Narciso Campus; fu avvocato dello Stamento reale nelle Corti celebrate dal viceré marchese di Camarassa e partecipò «en la junta de la trezena»; fu per 4 anni assessore del veghiere e giurato secondo della città, ricoprendo inoltre vari incarichi onorifici (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1054). Svolse la sua attività di uomo di legge anche come procuratore, patrocinando il conte e la contessa di Villamar in alcune cause patrimoniali negli anni 1662-1664 (ASC, Archivio Aymerich, nn. 1087, 1095); ricoprì l'ufficio di avvocato dei poveri della città di Cagliari per 11 anni, fino al 30 marzo 1669, quando giunse «la promotiò» a giudice della sala criminale della Reale Udienza (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 27, c. 87 v.); il 31 ottobre dello stesso anno passò alla sala civile (ibidem, cc. 126-130). Fu infine nominato reggente provinciale del Consejo nel settembre 1698 fino alla sua giubilazione nel novembre del 1700 Q. ARR1ETA ALt,ERD1, El Consejo cit., p. 626). Morì a Cagliari nel 1704; nel gennaio dello stesso anno aveva nominato sua erede universale la moglie donna Giuseppa Portugues lasciandole, tra gli altri beni, la sua ricca biblioteca giuridica costituita di ben 715 libri (ASC, Atti notarili, Tappa di Cagliari, Legati, Notaio Eusebio Brondo, vol. 147, cc. 169 v.-174). 92 Originario del Regno d'Aragona, baccelliere e dottore in leggi laureatosi a Salamanca, eser37 prime voci 93. Il giuramento venne fissato per il 13 febbraio, in modo che le commissioni potessero iniziare subito i lavori, utilizzando anche i giorni festivi, ad eccezione delle ricorrenze religiose più importanti. Gli abilitatori, quindi, dopo il giuramento di operare lealmente, pronunciato posando le mani sul messale nella cappella di Sant' Isidoro della Cattedrale e secondo le precedenze stabilite nella regia prammatica (era infatti emersa la pretesa dell'arcivescovo di Arborea di giurare prima degli altri), scelsero di riunirsi in un'aula del palazzo arcivescovile. Le abilitazioni presero il via il 14 febbraio e proseguirono con celerità, quasi senza interruzione, sino al 10 marzo: si celebrarono poi ancora due riunioni il 16 e il 17 settembre. Il lavoro della giunta non era semplice: si trattava di verificare le credenziali di oltre mille persone del Militare e, in molti casi, le decisioni assunte potevano dar adito a malumori e a proteste. Nel corso dell'iter parlamentare, infatti, la giunta venne accusata di irregolarità nella procedura e gli abilitatori furono chiamati a rendere conto del loro operato94. La maggior parte dei convocati, per ragioni diverse, tra cui soprattutto la distanza delle sedi di provenienza e le spese di soggiorno nella capitale del Regno, partecipava al Parlamento attraverso deleghe e propri procuratori. Questi avevano pieni poteri di rappresentanza ed avevano facoltà di farsi sostituire a loro volta; ogni delegato non poteva disporre di più di 3 procure, ma capitava spesso che una ristretta cerchia di persone, fra le più influenti e potenti, accumulasse un gran numero di deleghe e poi le distribuisse in modo da condizionare le votazioni. Ricorrevano a questi mezzi sia citò l'avvocatura e, dopo alcune esperienze di assessore nelle curie inferiori di Saragozza, fu per un triennio luogotenente straordinario della Corte di Giustizia d'Aragona, quattro volte assessore e avvocato ordinario del Regno e due nel Tribunale dell'Inquisizione di Cuenca (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1052); fu nominato giudice della sala criminale della Reale Udienza nell'agosto 1674 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 42, cc. 50 v.-54); fu anche uditore generale delle galere del Regno dal 1679 (ACA, Consejo de Aragón, Registros, 339, cc. 199 v.-201v.1; nel 1702 fu nominato giudice della sala civile (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 52, cc. 4 v.-7). 93 Le nomine venivano comunicate dal viceré agli Stamenti e viceversa per mezzo di ambasciate le quali seguivano un rituale preciso: i delegati venivano accolti e fatti accomodare rispettando le precedenze; nel corso dell'ambasciata dello Stamento ecclesiastico, don Francesco Maggio protestò perché fu ricevuto dopo il governatore del Capo di Cagliari e Gallura; il viceré replicò che sulla questione ci si era già espressi nelle Corti del conte di Monteleone. 94 Le lamentele, secondo quanto precisava il segretario Diego Lilliu in una lettera trasmessa al Consejo, riguardavano le deleghe a favore de] conte di Montellano che erano state però regolarmente sostituite con procure a favore di altri cavalieri; per quanto riguardava le città, Lilliu spiegava che per Oristano l'inammissibilità della delega a favore di don Giuseppe della Matta era da imputarsi al fatto di «non ser ciutadano insaculado», mentre nel caso di Bosa il procuratore non era stato nominato dal Consiglio generale. Per quanto riguardava infine il sospetto che fossero state abilitate persone con meno di 20 anni, l'età minima richiesta per votare, il segretario precisava che gli abilitatori avevano protestato la loro assoluta buona fede e lealtà nei confronti del sovrano (ACA, Conscyb de Aragón, legajo 1363, 14/1-3). 38 i sostenitori del viceré, sia i suoi avversari negli Stamenti: aveva la meglio chi riusciva a portare più voti dalla propria parte95. Il grafico che segue rappresenta in percentuale la distribuzione delle procure fra i membri degli Stamenti. Dall'analisi dei dati emerge che il maggior numero dei voti, 70, si trovava nelle mani del marchese di Villasor, antagonista del viceré, e di Francesco Rogger, procuratore reale e uomo di corte, che disponeva di 64 deleghe96. Tra i nobili che si erano accaparrati un discreto numero dí voti da barattare poi con il viceré, in cambio di favori e riconoscimenti, figuravano il conte di Bonorva con 35 voti 97 ; il dottor Gavino Nurra con 27 98; Sebastiano Garrucho con 26 99; Felice De Liperi Zonza, sindaco di Sassari, con 22; Antonio Genovés, barone di Portoscuso, con 19100; Francesco Pilo Boyl, barone di Putifigari, con 12101; il dottor Gian Battista Bologna con 95 In appendice al saggio sono riportate le tabelle riassuntive dei convocati al Parlamento, suddivisi per Stamento con i rispettivi procuratori e sostituti. 96 Francesco Rogger Gallo Serra de Litala Borquet, cagliaritano ma di origine catalana, era stato sergente maggiore nella Compagnia di Infanteria della milizia cittadina, aveva partecipato alle Corti del conte di Lemos e del marchese di Camarassa, si era impegnato nel reclutamento di volontari per il tercio, era stato veghiere nel 1672 e nel 1678. Si era adoperato per riappacificare gli animi dopo l'assassinio Camarassa e fu più volte inviato in Spagna in qualità di ambasciatore (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1059). Aveva ricevuto l'ufficio della Procurazione per incommenda nel 1669 con un salario di 1510 reali all'anno, in sostituzione di Giacomo Artale di Castelvì, marchese di Cea, implicato nell'omicidio del viceré (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 27, c. 128; vol. H 41, cc. 12-13); uomo fedelissimo al sovrano — lo aveva servito per oltre un trentennio — nel corso dei lavori parlamentari, data la sua avanzata età (aveva 69 anni), chiese come ricompensa per i servigi prestati una merce a favore della moglie, donna Clementa Sanna (ACA, Camara de Aragón, legajo 1116/1; legajo 1363, 22 sett. 1698). 97 L'Aymerich chiese per sé l'onorificenza di «gentilhombre de la Real Camara» (ACA, Consejo c'e Aragón, legajo 1364.9/13, 30 sett. 1699). 98 Originario di Thicsi, dottore in leggi, era stato eletto dallo Stamento militare per giudicare sul ricorso presentato dal marchesato di Villasor e venne ricusato da quel procuratore con l'accusa di aver commesso delitti nel territorio di sua giurisdizione; cavaliere da svariati anni, chiese la nobiltà che ottenne grazie ai suoi meriti parlamentari (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 51, cc. 104-106, 23 seti. 1700). Fu attivo sostenitore della casa dei Borboni e forse, proprio per questo, fu osteggiato dai Villasor (F. FLORIS, S. SERRA, Storia della nobiltà cit., p. 283). 99 Originario del villaggio di Tempio, aveva ottenuto il privilegio di nobiltà nel 1690 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 50, cc. 77-80). Mercante cagliaritano, aveva ricevuto il cavalierato e il privilegio di nobiltà nel 1677 (ibidem, vol. H 44, cc. 32-37), era diventato barone di Portoscuso acquistando i territori e la tonnara da don Giovanni Maria Vivaldi; il 30 aprile 1700 Carlo II lo aveva insignito del titolo di marchese della Guardia per i meriti acquisiti nelle Corti di Santo Stefano, Monteleone e Montellano (ibidem, vol. H 51, cc. 60-63v.). Nella guerra di successione spagnola sostenne il partito asburgico in accordo con i Villasor; nel 1708 fu nominato dagli austriaci governatore del Capo di Cagliari e di Gallura e successivamente riparò a Vienna, dove rimase sino alla morte (P. ToLA, Dizionario biografico cit., vol. 2, pp. 148-149). 101 Sassarese, era figlio di Matteo che aveva ereditato il feudo nel 1663; nelle Corti fu nominato trattatore del Militare e commissario per la numerazione dei fuochi (ACA, Conscio de Aragón, legajo 1364, 10); capeggiò il partito filoasburgico della città e per questa attività fu insignito nel 1715 del titolo marchionale (F. FLORIS, S. SERRA, Storia della nobiltà cit., pp. 293-294). 39 11102; Giuseppe Olivesi°3 e Salvatore Rodriguez con 9104 e, infine, il marchese di Soleminis, don Giovanni Gavino Atzori di Oristano e Gaspare Berruesso Carnier, maestro razionale, con 7 voti ciascuno 105. In totale, sommando i voti dell'una e dell'altra parte, si realizzò una situazione di quasi equilibrio di forze che sembrò pendere leggermente a favore degli Stamenti. Emerge inoltre dalla distribuzione delle procure che anche nell'isola avevano ormai preso corpo due fazioni contrapposte: una filoasburgica o carlista, in aperta polemica con il viceré cui avrebbe creato seri problemi nel corso del Parlamento, l'altra filoborbonica o filippista, che invece appoggiava pienamente la sua politica 106. La prima, costituita per la mag102 Di origine sassarese, trasferitosi poi a Cagliari, era stato armato cavaliere nel 1690 e aveva ottenuto il privilegio di nobiltà nel '91 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 48, cc. 25-28v., 103105v.); in un memoriale indirizzato al re chiese ed ottenne per il figlio, a ricompensa dei voti messi a disposizione nelle Corti, l'ufficio di capitano della baronia di Quartu e le rendite civili della stessa, offrendo in cambio la somma di 10.200 reali (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1363, 25 nov. 1698). Fu decisamente filoborbonico: alla fine del XVIII secolo i discendenti si trasferirono nel Regno di Napoli (E. Roxis, S. SERRA, Storia della nobiltà cit., p. 195). 103 Di probabile origine algherese, era stato assessore del Regio Patrimonio nel 1677 su nomina del procuratore reale e dal 1679 aveva ricoperto l'incarico di avvocato fiscale durante l'assenza del dottor Giovanni Palmas (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 44, cc. 21-22, 130v.133); nel 1698 acquistò la Planargia di Bosa. Suo figlio Antonio Michele, sebbene l'arciduca d'Austria gli avesse conferito il titolo di marchese del Montenegro, parteggiò attivamente per Filippo V, distinguendosi in modo particolare nel tentativo di riconquista spagnola (F. LODDO CANEPA, Origen del cavallerato cit., p. 76; F. FLORIS, S. SERRA, Storia della nobiltà cit., p. 285). "m Cagliaritano, notaio pubblico, aveva ricoperto l'incarico di quinto consigliere della città nel 1680; nello stesso anno era stato procuratore fiscale (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 46, cc. 91-92); nel 1693 aveva ottenuto il cavalierato; a fine Seicento prestava la sua opera quale segretario del Real Patrimonio e della Giunta (ACA, Consejo de Aragén, legajo 1363, 1698 sett. 26; F. LODDO CANEPA, Origen del cavallerato cit., p. 87 ). 105 Figlio di G. Battista che aveva ugualmente, come tanti altri membri della famiglia, ricoperto l'ufficio di maestro razionale nel 1670 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 41, cc. 23, 28), aveva ottenuto il privilegio di nobiltà nel 1676. Gaspare Camicer, sebbene ricoprisse una delle piazze più rilevanti dell'amministrazione regia, fu un() dei partigiani più accesi dell'arciduca d'Austria; fu allontanato dal Regno insieme ad altri quando vennero alla luce i suoi disegni politici. In seguito alla vittoria austriaca fu nominato consigliere del Supremo Consiglio d'Aragona (P. TOLA, Dizionario biografico cit., vol.1, p. 184). 105 L'animo filoborbonico del conte di Montellano„ secondo il suo biografo Bacallar, ebbe modo di manifestarsi appieno presso la corte di Madrid durante la guerra di successione; egli infatti, pur «hombre ja de crescida edad» e ritenuto «maturo, sabio, cristiano», riuscì a entrare nelle grazie della regina, finendo col diventare uno dei suoi più fidati consiglieri. Ricoprì diversi incarichi importanti ed ottenne il titolo di duca e grande di II classe. Entrò a far parte del Consiglio di gabinetto del re nel momento di maggiore crisi di Filippo V; le sue posizioni intransigenti — gli spagnoli lo consideravano uomo dispotico — gli attirarono l'odio degli altri magnati, nonostante la forza che gli derivava dalla proiezione della regina che gli restò sempre fedele. Il Bacallar che ne racconta le vicende sottolinea però che fu soprattutto «hombre versato en todas letras y de llanissimo irato» e che alla sua casa «acudian muchos à una conversacion mas literaria, que politica» (V. BACALLAR, Comentarios cit., pp. 57, 74, 83-84 e passim, le citazioni sono rispettivamente alle pp. 57 e 352). 40 gior parte da titolati di vecchia data e da potenti feudatari, non permetteva alcuna intromissione nell'esercizio dei propri poteri, mal sopportava l'autorità viceregia, pretendeva sempre maggiori privilegi ed esenzioni; la seconda, formata in massima parte da nobiltà più recente, cavalieri, burocrati e letrados, aspirava a salire nella scala sociale e ad ottenere incarichi di prestigio nell'amministrazione regia. A questi ultimi si appoggiava don Giuseppe de Solís per l'attuazione del suo programma politico. Un aspetto assai interessante del Parlamento Montellano è dunque quello della polarizzazione dei due "partiti" stamentari, quello borbonico filoviceregio e quello asburgico che raggruppava una componente rilevante dell'aristocrazia isolana: questa contrapposizione emerge in tutte le sessioni parlamentari; così, ad esempio, nella nomina delle commissioni dei trattatori, degli abilitatori e dei giudici dei gravami; nella scelta degli ambasciatori, ossia dei legati da inviare agli Stamenti; nelle richieste avanzate dai cavalieri e caldeggiate dal viceré; nell'incetta delle procure ed infine nella nomina del sindaco da inviare a Madrid con i verbali del Parlamento1°7. Più difficile appare invece individuare le tracce di questa lotta politica nella formulazione e nella presentazione dei capitoli di Corte e nell'approvazione del donativo, per i quali gli Stamenti appaiono, almeno formalmente, più uniti e coesi. Dopo la seduta inaugurale il viceré, constatata l'assenza di molti convocati, dichiarò una prima contumacia e decise una proroga al 12 febbraio. A questa, come di consuetudine, ne seguirono altre due, per cui si giunse al 10 marzo, data in cui si svolsero le riunioni tra i rappresentanti del governo viceregio e degli Stamenti per la nomina delle commissioni dei tractatores e dei provisores dei greuges 1°8. Per la corte furono nominati come trattatori: il reggente Pastor, don Tomaso Delitala, governatore del Capo di Cagliari e Gallura, don Simone Soro e don Francesco Rogger; come provisores dei gravami, oltre allo stesso 107 Un elenco dettagliato dei nobili che si schierarono con la casa d'Austria è riportato in E LODDO CANEPA, Dispacci di Corte, Ministeriali e Vice-regi concernenti gli affari politici, giuridici ed ecclesiastici del Regno di Sardegna (1720-1721), Roma, 1934, pp. XVI-XVII, dove si fa riferimento al documento Notizie dei sardi usciti dal Regno per seguire la parte dell'Imperatore con le rispettive famiglie, conservato nell'Archivio di Stato di Torino (Relazioni sulla Sardegna, cat. 2, n. 4, f. 138). 108 Le due Commissioni svolgevano un ruolo fondamentale all'interno del Parlamento; ai trattatori spettava il compito di stabilire la quantità e le modalità di pagamento del donativo e la sua ripartizione fra gli Stamenti, nonché di elaborare capitoli e provvedimenti da presentare al sovrano; ai provisores dei greuges il compito di pronunciarsi in merito ai ricorsi presentati dagli Stamenti o dai singoli contro atti dell'amministrazione ritenuti illeciti e dannosi (Cfr. A. MARONGIU, I Parlamenti sardi cit., pp. 140-150; J. DExART, Capitula sive Acta Curiarum Regni Sardiniae, Cagliari, 1645,1.1, tit.I, De Parlamenti s , cap. I , § 24, 61-65 del commento). 41 Distribuzione delle Procure nello Stamento militare ts.) Vico Francesco, marchese di Suleminis 2% Sana Apelilz Giovanni 'toner Francesco 14% Dm 1 a 3 procuro / 10% Rodriguez Salvatore 2% Pitzolu Geronimo 1% o Rovi. barone di Putifigari 3% Passino Francesco 1% Marchese di Villasor 15% Oliveti Giuseppe 2% Nurra Gavino 8% Manca Zonzo Giacomo 1% Atzori Giovanni 2% De Liperi Martino 2% Conte di Bonorva 8% Manca Antonio l% Genova Antonio 4% Bacallar Vincenzo 1% Berruesso Carnicer 2% Garrucho Sebastiano 8% Dia: Minala G.R. 1% Della Matta Giuseppe 1% De Liperi Felice 5% Bologna G.B. 2% Carota Diego Bonfant 2% Conte di Montellano Carta Marcello Pietro 1% 2% Pastor: don Gaspare Barruezo Carnicer, maestro razionale, don Manuele Delitala, reggente la Reale Tesoreria, don Martino Valonga e don Gaspare Valerio Alziator, entrambi giudici della sala civile della Reale Udienza, don Giovanni Battista della Matta, giudice della sala criminalel°9. Per gli ecclesiastici furono nominati quali trattatori: Giuseppe Acorrà Figo, arcivescovo di Oristano, Francesco Masones Nin, vescovo di Ales, Giovanni Antonio Martinez, arciprete di Sassari e Francesco Magio, decano di Alghero; quali provisores: Giovanni Maria Garrucho, arciprete di Ampurias, don Gavino de Aquena, sindaco del Capitolo di Cagliari, don Antonio Masones, sindaco di Ales, Francesco Garrucho, arciprete di Bosa e sindaco del Capitolo. Per i militari furono eletti come trattatori: il marchese di Soleminis, Vincenzo Bacallar Sanna, il conte di Villamar e don Francesco Pilo Boyl, barone di Putifigari; come provisores: don Giuseppe Carta, don Lorenzo Sanjust, don Giacomo Manca, don Giovanni Battista Bologna. Un primo ostacolo all'iter procedurale venne posto dallo Stamento reale con un quesito (duda) circa il diritto di voto del sindaco di Cagliari; si chiedeva in sostanza se la città avesse diritto al solo voto del sindaco o anche al voto del giurato in capo distinto dal precedente. Era una questione che si ricollegava al privilegio della precedenza e della Trezena de cort concessa dai sovrani aragonesi alla città di Cagliari in conformità alle consuetudini barcellonesi"°. Il viceré rispose di uniformarsi alle decisioni prese nei Parlamenti precedenti, ma lo Stamento volle ribadire le sue perplessità, pretendendo che si ascoltassero gli avvocati. Montellano respinse l'istanza, ribadendo che non si dovevano introdurre novità rispetto ai Parlamenti precedenti e che procedesse quindi in tempi brevi alle nomine. Risultarono eletti come trattatori per il Reale: Giovanni Efisio Esquirro e Francesco 109 Don Tommaso De Litala aveva ottenuto il privilegio di governatore alla morte del padre Giuseppe nel 1691 (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 48, cc. 120-123); don Emanuele De Litala aveva ricoperto l'incarico di reggente la Reale Tesoreria dal 1671 per la promozione di Giovanni Battista Carnicer all'ufficio di maestro razionale (ibidem, vol. H 41, cc. 81-84); don Martino Valonga, giudice della sala civile dal 1678, nel 1702 venne nominato reggente della Real Cancelleria (ibidem, vol. H 44, c. 52v., vol. H 52, c. 5); don Gaspare Valerio Alziator, cittadino di Cagliari, armato cavaliere nel 1679, era stato giudice criminale nel 1690 e civile nel 1694 (ibidem, vol. H 44, cc. 101 v.-102; vol. H 48, cc. 44 —47v., vol. H 49, cc. 88-90v.); Giovanni Battista della Matta era stato assessore del veghiere di Cagliari nel 1675, avvocato dei poveri nel 1686, avvocato fiscale patrimoniale nel 1690 e dal 1694 giudice della sala criminale (ibidem, vol. H 42, c. 93, vol. H 47, c. 15 v., vol. H 48, cc. 32 v.-33, vol. H 49, cc. 84 v.-86 v.). 11° Cfr., sulla questione posta dallo Stamento, il memoriale in ACA, Consejo de Aragón, legajo 1363. 12 (16 marzo 1698). Per la Trezena, giunta costituita da 13 probiuomini presieduta dal giurato in capo e che operava in parallelo allo Stamento reale con funzioni consultive e spesso deliberative, cfr. A. MARONGIU, I Parlamenti sardi cit., pp. 61-62; M. PINNA, Il magistrato cit., pp. 68-73. 43 Esgrecho, rispettivamente giurato in capo e sindaco di Cagliari, Felice Deliperi e Francesco dell'Arca, l'uno sindaco di Sassari e l'altro di Alghero; i provisores furono invece: don Felice Salaris, don Paolo Solar, don Giuseppe Corria, don Francesco Passino, sindaci rispettivamente di Oristano, Castellaragonese, Iglesias e Bosa. Espletato quindi l'iter delle varie procedure ed eletti i componenti delle commissioni, si giunse al giuramento solenne in Cattedrale (11 marzo). La cerimonia fu preceduta da una memoria unitaria dei tre ordini in cui si supplicava che fossero rispettate e confermate le prerogative dei provisores dei greuges affinché fossero messi in condizione di decidere, entro i termini stabiliti, sui procedimenti che sarebbero stati loro presentati, senza alcuna intromissione da parte degli avvocati e dei procuratori fiscali. All'assenso del viceré seguì il giuramento, che fu, però, interrotto dalla contestazione presentata dal licenciado Sebastiano Zedda a nome di don Lorenzo Paderi, canonico di Arborea e sindaco del capitolo di Oristano. Egli protestava contro l'elezione di don Antonio Masones a provisor e lo invitava a non giurare sotto pena di nullità dell'atto stesso. Nonostante ciò si proseguì nelle formalità del giuramento e, alla fine, il presidente prorogò l'assemblea al 18 marzo. Una prima fase si era dunque conclusa: il viceré aveva scelto i suoi uomini di fiducia per far sì che i lavori andassero secondo i programmi che si era prefissato. Si doveva per il momento attendere la presentazione dei greuges: un pregone dell'i l marzo, diretto a tutte le città e villaggi del Regno, invitava chiunque ne avesse diritto ad avanzare, entro trenta giorni, gli eventuali ricorsi con la documentazione comprovante il torto subìto. Erano comunque maturi i tempi perché le parti incominciassero a manifestare le proprie posizioni. Infatti, nella prima seduta dei trattatori, tenutasi il 18 marzo — mentre il viceré era riunito in giunta separata con i ministri di giustizia e del patrimonio — il reggente Pastor, dopo aver fatto leggere le suppliche avanzate dai tre Stamenti, presentate da don Giovanni Battista Galcerin, avvocato del Militare, riferì che il conte di Montellano desiderava che il Regno approvasse un donativo ventennale «con el fomento y auctoritad de sus tractadores». Il viceré, nella richiesta esposta dal reggente, ricordava che sin dalle prime Corti celebrate nell'isola, il donativo era stato sempre accordato dagli ordini e che la quantità di denaro offerta era stata sempre proporzionale alle grazie ricevute; sottolineava, inoltre, che la povertà del Regno non aveva mai costituito un impedimento alla concessione del servicio e che la somma ripartita fra i fuochi costituiva un tributo di 6 o 7 reali all'anno a persona. Votare l'offerta per un ventennio, secondo il viceré, sarebbe stato vantaggioso sia per l'erario, giacché sarebbero state ridotte le spese per il funzionamento del Parlamento — equivalenti all'introito annuale 44 del donativo stesso — sia per quei convocati che per partecipare ai lavori parlamentari erano costretti ad abbandonare per diverso tempo le proprie attività e sostenere i costi di viaggio e permanenza a Cagliari, sede dei lavori parlamentari. La proposta viceregia di dilatare la convocazione del Parlamento trovava inoltre un fondamento giuridico nella necessità di fare ordine e chiarezza nella normativa esistente; rinnovare l'assise parlamentare ogni decennio comportava l'emanazione di nuove leggi spesso in contrasto con quelle in uso che non venivano abrogate, accrescendo così il disordine normativo mentre, secondo il viceré, «en allargar el tiempo a veynte aiios se considerava grande utilidad, por que escusaria la confussion del gran numero de leyes»itt. Pur nella stringata formula del resoconto della riunione («se discurrió largamente sobre todo») si intravvede tra le righe che si era realmente sviluppato un serrato dibattito sulle proposte del viceré: il tentativo del conte di Montellano di porre sotto silenzio le istanze del Regno, pur mascherato dalla necessità del risparmio, era evidente. Mentre i trattatori di parte regia si pronunciarono a favore della richiesta promettendo assistenza nelle Corti, gli stamentari si impegnarono soltanto a far votare il donativo nel più breve tempo possibile e limitatamente alla loro disponibilità economica. Cfr. Atti del Parlamento, doc. n. 180; sul riordino della normativa, questione molto sentita dal viceré, cfr. anche cap. 2, pp. 22-23. 45 4. La presentazione dei "greuges" e la richiesta del donativo Era trascorsa poco più di una settimana dalla nomina dei trattatori e dei provisores quando vennero presentati due greuges, uno da parte dello Stamento ecclesiastico relativo a don Lorenzo Paderi, sindaco del Capitolo di Oristano, e l'altro dallo Stamento militare, su istanza di Michele Angelo Talerio, procuratore delle cause del marchesato di Villasor. Espletate le formalità previste per ufficializzare la motivazione dei ricorsi, il 21 marzo si passò alla nomina dei giudici'12 . I due ricorsi presentati da esponenti di primo piano degli Stamenti ecclesiastico e militare danno la misura del clima di tensione che maturava all'interno degli ordini e degli schieramenti che si stavano profilando. Sia il greuge Paderi che quello Villasor nacquero e presero corpo via via che si procedeva nella elezione delle commissioni dei tractatores e dei provisores, dove era stato determinante il volere del viceré. Il ricorso Paderi riguardava la nomina a provisor di Antonio Masones, sindaco del Capitolo di Ales. Il canonico di Oristano giudicava nulla la sua elezione, giacché a parità di voti — entrambi i candidati ne avevano riportato 7 — egli aveva diritto alla precedenza. Sosteneva, infatti, che le preferenze date al Masones provenivano da suoi parenti stretti e quindi non erano da considerarsi valide, anche sulla base di una sentenza emessa dalla Reale Udienza in un caso simile ed aggiungeva che Oristano vantava una più lunga tradizione nella carica di provisor nei confronti di Ales. Poiché, nonostante la sua protesta, lo Stamento aveva convalidato l'elezione, il reverendo Paderi avanzava dissentiment pretendendo che si sospendessero i lavori parlamentarim. Messo in discussione, il greuge venne respinto come cosa 112 Per parte regia furono chiamati a giudicare in entrambi i ricorsi: don Francesco Pastor, don Tomaso De Litala, don Simone Soro, don Francesco Roggen don Giuseppe Femandez de Moros e don Gaspare Berruezo Carnicer; per gli ecclesiastici Giovanni Antonio Martinez e don Francesco Magio per il greuge Paderi; don Gavino de Aquena e Giovanni Battista Mereu per il greuge Villasor; per i militari i dottori Francesco Ruxotto e Gavino Nurra per entrambi i gravami; per il reale don Felice Deliperi Zonza e don Francesco dell'Arca, sindaci di Sassari e di Alghero, per il primo greuge e don Felice Salaris e don Francesco Passino, sindaci di Oristano e di Bosa, per il secondo. "3 I termini greuge e dissentiment sono utilizzati indistintamente negli atti parlamentari: ma il primo è un ricorso presentato all'interno del Parlamento contro l'amministrazione regia per denegata giustizia, il secondo è un'opposizione con conseguente veto alla prosecuzione dell'attività parlamentare ove non si ponga rimedio all'abuso lamentato (cfr. A. MARONGIU, I Parlamenti sardi cit., pp. 223-231; J. DEXART, Capitola cit., 1. I, tit. I, cap.1, § 48 e ss. del commento). 46 iuzgada sulla base delle argomentazioni espresse da Giovanni Battista della Matta, avvocato fiscale e patrimoniale, e condivise nelle votazioni dal Pastor. Questi, nella sua dichiarazione di voto, sottolineava che anche nel Parlamento del viceré Gandía (1614) non era stato ammesso un dissentimene della stessa natura sorto tra il Capitolo di Arborea e il Capitolo di Ampurias; aggiungeva, inoltre, che era inevitabile, nelle procedure parlamentari, votarsi tra affini, essendo la rappresentanza dei Bracci per lo più composta da nobili imparentati tra loro («por casar siempre los nobles con los nobles»): se questo poteva costituire motivo di nullità, la maggior parte degli atti di Corte era da invalidarel 14. La votazione, concludeva il reggente, era inoltre un atto volontario e facoltativo che non poteva rappresentare motivo di turbamento dei lavori parlamentari; in sostanza si affermava che dovevano essere accolti solo i greuges notorios e non quelli privi di fondamento giuridico. Ben più rilevante appariva il secondo greuge, che investiva la delicata e complessa sfera dei rapporti fra giurisdizione baronale e giurisdizione regia. Occasione del ricorso fu il divieto opposto dal procuratore fiscale di consegnare alla curia del marchesato di Villasor il vassallo Giovanni Domenico Meloni del villaggio di Sorradíle presso Cagliari, insieme a tutti gli incartamenti che lo riguardavano. Il Meloni veniva trattenuto nelle carceri regie con il solo motivo «de ex causis bene visis». Tale posizione, sosteneva Talerio, era di pregiudizio alle prerogative della giustizia baronale. Ancor prima, però, di procedere all'esame del greuge, la situazione si complicò perché il procuratore feudale aveva ricusato tre giudici: due di parte regia, il reggente Pastor e il giudice della Sala criminale, Fernandez de Moros, e uno del Militare, il dottor Gavino Nurra. I primi furono ricusati perché — secondo il ricorrente — si trattava degli stessi che, in via ordinaria, avevano respinto la supplica di ricondurre la causa del vassallo alla curia baronale; l'altro perché ritenuto indegno a ricoprire tale carica in quanto si era macchiato di vari delitti commessi nel territorio di Ittiri Cannedu (l'attuale Ittiri). Prese dunque la parola Giovanni Battista della Matta, procuratore fiscale del Real Patrimonio, il quale dichiarò che il greuge non doveva essere posto in discussione perché la causa era stata già giudicata dalla Reale Udienza, e non vi erano quindi le condizioni per l'appello in via di supplicazionen 5. Il caso inoltre non poteva avvalersi del «rímedío sussidiario» in quanto non "4 Cfr. Il Parlamento del viceré Carlo De Boria duca di Gandía (1614), a cura di G. G. Ortu («Acta Curiarum Regni Sardiniae». 14), Cagliari, 1995, pp. 38-39. 115 Cfr. E DE Vico, Leyes y pragmaticas reales del Reyno de Caller, 1714, 1. I, di XI, cap. 7: «No se admita suplicación de sentenzia criminal, dada en la Audiencia», pp. 207208. 47 rientrava tra quelli considerati di «notoria ingiustizia»"6, né tra quelli previsti dal Dexart sull'ammissione dei dissentiments; ma soprattutto il greuge — proseguiva il procuratore fiscale — non poteva essere accolto perché i ministri baronali non si erano mai curati di perseguire gli atroci delitti di cui il vassallo era accusato'''. Infatti, sulla base della documentazione processuale, il Meloni, detenuto nelle carceri cagliaritane di San Pancrazio, era stato liberato nel 1694 e mandato in esilio fuori dal Regno per ordine dell'allora viceré conte di Altamira. Rientrato nell'isola e datosi alla macchia, aveva ripreso a compiere una serie di delitti nel territorio del villaggio di Nughedu, per cui nel 1697 era caduto nuovamente nelle mani della giustizia. Solo allora il procuratore delle cause del marchesato di Villasor aveva richiesto la remissione degli atti processuali: ma questa gli era stata negata giacché il procedimento relativo era stato archiviato. La questione era dunque molto delicata: la decisione in merito al greuge avrebbe potuto incrinare definitivamente i rapporti di forza esistenti tra la parte regia e quella nobiliare, oltre che rinfocolare le tensioni all'interno dello stesso Braccio militare. Il viceré dunque, anziché procedere subito alla discussione, preferì prendere tempo e prorogare il Parlamento prima al 5 e poi all'8 aprile. La sua intenzione era quella di avvicinare le parti al di fuori della sede istituzionale per trovare un accordo che, se da un lato avrebbe sanato il greuge ed ammorbidito le posizioni dei militari, dall'altro avrebbe consentito di approvare il donativo, la qual cosa al momento appariva difficile. Il giorno 8 si aprì uno spiraglio: mentre il viceré era riunito in giunta con i suoi ministri, il procuratore del marchesato di Villasor si presentava proponendo una composizione (ajuste) per porre fine al ricorso e consentire quindi la prosecuzione dell'iter parlamentare, a condizione però che lo stesso greuge venisse inserito negli atti e che fino alla sanzione regia, la sentenza non fosse di pregiudizio alla giurisdizione feudale. A questo punto gli animi si calmarono ed il viceré informò soddisfatto gli Stamenti del compromesso raggiunto. Una serie di trattative si susseguirono quindi tra la giunta regia e i rappresentanti degli ordini altrettanto compiaciuti per la risoluzione del gravame. Ormai solo piccole questioni ritardavano l'offerta formale '18. I primi a giungere presso il viceré furono gli ambasciatori dello Stamento ecclesiastico, che si dichiararono disposti ad offrire il donativo di 7.000 116 117 Per questo caso cfr. ibidem, § 4 del commento, pp. 208-209. Sull'ammissione dei dirsentimem, cfr. J. DEXART, Capitala cit., lib. I, tit. 1, cap.1, pp. 10- 14. 118 In particolare Cagliari, attraverso i suoi awocati Filippo Antonio Aurame e Francesco Ruxotto, richiamandosi agli antichi privilegi di Barcellona di cui godeva da tempo, chiese che venisse confermato il diritto del giurato in capo, in quanto prima voce dello Stamento reale, di avere il suo voto distinto da quello di sindaco e cioè di rappresentante della stessa città. 11 48 scudi all'anno per dieci anni, di cui 4.000 da pagarsi in contanti e 3.000 compensati dai diritti sulle esportazioni di grano delle rendite ecclesiastiche. In cambio chiesero il condono del donativo pregresso e l'accoglimento delle suppliche presentate congiuntamente agli altri ordini119. Il viceré mostrò di gradire molto la fineza e lo zelo dello Stamento, condonò la quota arretrata ed approvò alcune richieste. Non si pronunciò invece su quelle che presentavano implicazioni di carattere giuridico, promettendo di adoperarsi con il sovrano perché le prendesse in considerazione. Da parte loro gli ecclesiastici, nel ringraziare ancora il viceré per aver accettato il "povero" donativo, si auguravano di essere tenuti in considerazione per più ambiti benefici assicurando le loro preghiere per la «successión» al trono. Dietro il formalismo del cerimoniale parlamentare, la formula beneaugurante sembra confermare il clima di attesa che serpeggiava all'interno degli ordini e la formazione dei due schieramenti, il filoborbonico e il filoasburgico, che si sarebbero affrontati apertamente all'indomani della morte del sovrano. Nella stessa giornata il Militare comunicò che era stata votata l'offerta del donativo, ammontante in totale per il Regno a 60.000 scudi l'anno per un decennio; di questi 35.000 erano a carico dello Stamento — comprensivi della somma di 5.000 scudi da versare quale aiuto per integrare la quota spettante alle città più povere — a cui andavano ad aggiungersene altri 3.000 quale contributo personale dei "magnati" del Regno. Nella dichiarazione di voto il marchese di Soleminis aveva sottolineato la grave difficoltà che il Braccio aveva incontrato nel votare l'offerta, combattuto com'era tra la volontà di mostrare la propria fedeltà al sovrano e l'estrema povertà in cui versava la Sardegna. Il Regno — lamentava la prima voce — era scarsamente popolato, tanto che era stata abolita la leva miltare, flagellato dalla peste, viceré, su parere favorevole dei sindaci delle città di Sassari ed Alghero e dei suoi ministri, accolse la richiesta. Sui privilegi della città di Cagliari cfr. G. FORTESA, Rubrica de tots los reals privilegis concedits a la magnifica ciutat de Caller, Caller, Marti Saba, 1603; vedi anche C. FERRANTE, A. MATTONE, I privilegi e le istituzioni municipali del Regno di Sardegna nell'età di Alfonso il Magnanimo, in La Corona d'Aragona ai tempi di Alfonso il Magnanimo, Atti del Congresso di Storia della Corona d'Aragona (Napoli, Caserta, Ischia, 18-24 settembre 1997), Napoli, 2000, vol. I, pp. 277-320. 119 Si trattava di quelle riguardanti la concessione di un cavalierato di nobiltà ad Alfonso del Vecchio e ad Alessio Ferreli, rispettivamente avvocato e segretario dello Stamento, e la grazia per Giovanni Angelo Sulis, alfiere della cavalleria miliziana della Barbagia di Belvì, resosi contumace dopo la condanna al carcere a vita per l'omicidio di Salvatore Garriga, ufficiale della stessa incontrada, di cui era stato ingiustamente accusato. Alle suppliche lo Stamento ecclesiastico ne aggiunse altre due proprie: una da parte di don Pietro Sanna Malonda, canonico della chiesa primaziale di Cagliari, e l'altra di don Giovanni Battista Mereu, arcidiacono e priore della chiesa cattedrale iglesiente e sindaco del Capitolo. La prima richiesta rientrava ancora nella materia feudale: si trattava infatti di riconoscere a donna Beatrice Sanna il possesso dei territori ereditati alla morte del padre Antioco Sanna Malonda, signore della baronia di Gesico 49 dalla fame, dall'invasione delle locuste, dalla sterilità del terreno, dalla moria di bestiame, dalla scarsità di moneta e dalla stasi del commercio. Tutto ciò aveva abbassato notevolmente il tenore di vita dei sardi che dipendevano in tutto e per tutto dagli stranieri. Il marchese inoltre faceva riferimento, con un'accusa non del tutto velata, alla reiterata questione dell'esclusività delle cariche pubbliche che venivano affidate ai non regnicolí. Considerata la situazione, era dunque più conveniente ridurre la quota da offrire piuttosto che aumentarla e non riuscire poi a mantenere gli impegni. Il donativo votato, che comprendeva la panatica, ossia il pagamento del soldo ai militari, il servizio ordinario e quanto si poteva pretendere dai nobili in nome del re, rappresentava il massimo sforzo e per nessun motivo — sottolineava infine il marchese di Soleminis — lo Stamento avrebbe accettato di caricarsi di ulteriori impegni. Insieme all'offerta del donativo furono presentate alcune suppliche "particolari". La prima riguardava don Giovanni Battista Galcerin Fortesa, avvocato dello Stamento, per il quale si chiedeva l'assegnazione della plana civil vacante per la nomina di Simone Soro a reggente nel Consiglio d'Aragona. La seconda era relativa al nobile sassarese Giovanni Battista Manca dell'Arca, detenuto in carcere perché accusato dell'omicidio di Stefano Calvia Penta, alguazile della Reale Governazione: per lui si chiedeva un guidatico perché la parte querelante aveva ritirato l'accusa. Il viceré accettò l'offerta e perdonò il nobile Manca dell'Arca; espresse inoltre parole di apprezzamento per le attenzioni rivoltegli dallo Stamento, promettendo anche di favorirlo nella supplica sulla concessione degli uffici. La riunione stava per concludersi. Si attendeva solo lo Stamento reale i cui rappresentanti giunsero a tarda notte. Nel presentare l'offerta del donativo, consistente in 11.500 scudi annuali per un decennio, esposero al viceré la difficoltà concreta esistente tra la volontà di elargire un sostanzioso contributo al sovrano, corrispondente al profondo legame di fedeltà che li legava a lui, e le deboli forze e le insufficienti possibilità delle città che «siendo el alma del cuerpo politico de todo el reyno, respira tan vacilante entre los miembros ja moribundos de su languido cuerpo». Lo Stamento chiese inoltre che le spese per la celebrazione del Parlamento fossero a carico del sovrano e che si procedesse al censimento dei fuochi. Il viceré anche in questo caso ringraziò sentitamente e promise e Goni, e fratello del canonico cagliaritano, possesso che le era stato contestato dal procuratore fiscale patrimoniale in quanto feudo riguroso e quindi precluso alla discendenza femminile, sebbene in altri casi simili — diceva il supplicante — non ci fosse stata alcuna contestazione da parte del regio fisco. Nella seconda supplica si chiedeva che la diocesi del Sulcis, unita sin dal 1506 a quella di Cagliari a causa della estrema povertà in cui allora versava, potesse avere, dal momento che era ormai in grado di mantenersi con i propri mezzi, un suo vescovo da nominare in occasione della elezione del nuovo arcivescovo di Cagliari, la cui carica era vacante. 50 di impegnarsi affinché le suppliche presentate dallo Stamento fossero accoltein L'offerta del donativo era stata dunque votata. Il viceré aveva risolto positivamente la trattativa, che però in alcuni momenti aveva incontrato una dura opposizione a causa delle manovre operate dal marchese di Villasor al di fuori della sede istituzionale. Il contrasto con l'Alagón si era profilato subito, nel momento stesso delle convocazioni, quando aveva giustificato la sua assenza con ragioni di salute. Il viceré si era dunque affrettato a prendere contatti e cercare alleanze con gli altri titolati del Regno: il marchese di Soleminis e il conte di San Lorenzo. Così era venuto a conoscenza delle lamentele che serpeggiavano all'interno del Braccio nobiliare, innanzitutto per lo scarso interesse che il sovrano manifestava nei confronti dell'isola, e per la presunta volontà, sussurrata ma mai esplicitata, di tenere le "Corti aperte", cioè di far proseguire i lavori senza deliberare per indebolire un'eventuale opposizione. Deciso dunque a contrastare tale diceria che sminuiva la sua autorità, il viceré si era preoccupato di evitare che si offrisse un modesto donativo: si era infatti ipotizzato che il Regno non solo non intendesse offrire una somma pari a quella del decennio precedente, ma che avrebbe ridotto l'offerta a soli 40.000 o al massimo 50.000 scudi. Il viceré, per niente intimorito dall'eventualità, si mosse con scaltrezza e abilità intessendo trattative con numerosi baroni. Riuscì a portare dalla sua parte oltre 400 persone, tra cui il conte di Villamar e suo figlio il conte di Bonorva, il conte di Montalvo e i suol due figli e, «con experimentado zelo digno de la real atención», il barone di Sorso, il governatore dí Sassari e il barone di Portoscuso121. Ottenuto questo importante risultato, il conte di Montellano pensò che si potesse finalmente riprendere la discussione parlamentare, anche perché il sovrano aveva comunicato che avrebbe tenuto conto delle difficili condizioni dell'isola e non avrebbe preteso né accettato un'offerta che il Regno non fosse in grado di mantenere. Per raggiungere pienamente l'obiettivo rimaneva ancora da sondare ed avvicinare il partito a lui decisamente contrario, capeggiato dal Villasor. Questi fu invitato a partecipare e la marchesa sua madre rassicurò il viceré sulla sua presenza in città. Tale promessa rafforzò la posizione del viceré, che cominciò a pensare di essere riuscito a riavvicinare alla Corona quella 120 Cfr. anche la verbalizzazione del segretario Lilliu trasmessa al Consejo (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1363, 25/5, cc. 1-2). 121 Tra gli ufficiali regi si segnalarono per la loro sollecitudine don Francesco Rogger, procuratore reale, e don Francesco Quesada, giudice della sala criminale; tra i baroni e i cavalieri il dottore Giovanni Battista Bologna, don Vincenzo Bacallar, don Diego Carola, il segretario patrimoniale Salvatore Rodriguez, don Martino Murgia de Liperi, il reggitore dello stato di Torralba Gavino Nurra, don Sebastiano Garrucho che portò un considerevole numero di voti dell'incontrada gallurese, don Felice De Liperi ed altri ancora. 51 casata tanto nobile e devota alla monarchia. La nomina dei trattatori e dei giudici dei gravami e l'elezione di Vincenzo Bacallar, cavaliere particular, suscitò invece l'ostilità dei Villasor ed in particolare della marchesa, «voz y alma de su hizo». Il conte di Montellano, deciso ad impedire che la sua autorità vacillasse per questo intervento, si mostrò inflessibile nella sua decisione e chiuse ogni dialogo con la nobildonna. La marchesa dal canto suo prese una pausa di riflessione per affilare le armi e bloccare il corso dell'assise parlamentare. Subito dopo, infatti, fu presentato il greuge del marchesato e furono ricusati i giudici appena nominati. Era dunque riemerso il sentimento di ostilità che animava i Villasor: il viceré doveva prepararsi a respingere qualsiasi tentativo diretto ad impedire il normale svolgimento del Parlamento, che avrebbe danneggiato l'offerta del donativo. «Pero me parezio m às oportuna la medezina del disprecio», diceva il viceré, ed infatti mostrò di non aver alcuna fretta di accelerare i lavori e si dichiarò disposto ad ascoltare e ad amministrare giustizia sul greuge, concedendo una pausa per i giorni della Settimana santa e della Pasqua. Egli aveva lasciato intendere che avrebbe portato avanti la procedura di approvazione del donativo anche senza il voto degli avversari, ma nello stesso tempo diede loro il tempo necessario per ravvedersi. Il greuge del marchese venne ritirato. Sil. raggiunse così l'accordo per 60.000 scudi, 10.000 in meno di quelli proposti, ma la diffusa miseria del Regno consigliava di accettare la somma. Di notevole aiuto si era rivelato don Diego Carola, che aveva fatto l'impossibile per ammorbidire «los animos del otro partido». Ad un certo punto la stessa marchesa di Villasor intervenne a far sì che l'ordine nobiliare si facesse carico di altri 1.000 scudi in modo da alleviare le ville. Infine si votò il donativo con «alegria comun» e tanta «strana unione»'22. Intanto 1'11 aprile, in seguito alla nomina del dottor Simone Soro a reggente provinciale del Consiglio d'Aragona, il viceré, riunito in giunta con i suoi ministri di giustizia e patrimonio, comunicava agli Stamenti, congregati nelle rispettive sedi, di aver eletto Fernandez de Moros quale trattatore regio in sostituzione del neo reggente. Il conte di Montellano ordinò quindi che si sciogliessero le giunte degli ordini e convocò le commissioni dei trattatoti perché si stabilisse il salario da assegnare al Soro e "il memoriale della tassazione", ossia la nota delle spese sostenute per i lavori parlamentari, le elemosine e •il riattamento di opere pubbliche'23. Dopo aver discusso a lungo la giunta decise di corrispondere al reggente, per un quinquiennio, il salario ACA, Consejo de Arag6n, legajo 1363, 5/2, 12 aprile 1698. Data la situazione di estrema difficoltà in cui versava il Regno, il ripartimento dovette apparire eccessivo se, alla chiusura delle Corti, da Madrid ci si preoccupò di chiedere separata122 123 52 consueto; nel caso in cui fosse stato insufficiente suggeriva di commutargli il salario «en sacas de apposento», così come i reggenti provinciali di Aragona, Valenza e Catalogna percepivano «para sacas de apposento, fiestas de toros, luminarias e cajuelas»; ove questo non bastasse ancora, i trattatori consigliavano di imporre una tassa di mezzo reale su ogni quintale dí formaggio esportato dal Capo di Sassari. Si procedette infine a compilare la nota delle spese che ammontava complessivamente a 125.842 lire, 14 soldi e 6 denari (pari a 44.800 ducati e 54 soldi) secondo il seguente schema: Lire Viceré e familiari Consiglio d'Aragona Sindaco delle Corti Trattatori Giudici dei gravami Abilitatori Ministri regi, sindaci, avvocati degli Stamenti ed altri Spese varie per cera, banchi, palco del soglio, etc. Elemosine Riparazione dei ponti Totale Soldi Denari 34.210 29.710 3.000 8.960 5.040 2.240 24.915 9.877 14 6 14 6 850 7.000 125.842 Una delle voci più pesanti era rappresentata, oltre che dagli emolumenti per il viceré e i suoi familiari, dalle propine spettanti ai magistrati e ai funzionari del Consiglio d'Aragona. I consiglieri, quando i lavori andavano un po' per le lunghe, chiedevano con insistenza di essere pagati: così anche questa volta il conte dí Montellano dovette giustificarsi per il ritardo, promettendo che non appena si fossero concluse le operazioni del ripartimento mente ai tre più alti funzionari (il reggente la Real Cancelleria, il procuratore reale ed il maestro razionale) su quali basi veniva effettuata la tassazione. I tre ufficiali nelle loro risposte precisarono che il ripartimento «de los salarios y propinas» era dovuto a chi aveva avuto incarichi diretti per il «trabaxo ordinario y extraordinario» nelle Corti, ma anche ai componenti del Consejo e ai familiari del viceré; il procuratore reale nel suo memoriale aggiungeva che in queste Corti si erano compiuti, rispetto alle precedenti, diversi abusi, assegnando somme eccessive a persone «que no interbenieron» e riteneva giusto che «debiera rebajarse, antes de todo, de la suma universai de 50.000 escudos» (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1050). 53 avrebbe inviato quanto dovuto. Alla fine del mese di giugno il viceré rassicurò nuovamente il Consejo promettendo di soddisfare quanto prima la richiesta, anche perché era in vista una buona cosechau4 124 54 ACA, Consejo de Aragón, legajo 1116. 5. La ripartizione del donativo Per la ripartizione del donativo fu necessario procedere ad un nuovo censimento dei fuochi fiscali, perché la situazione demografica si era profondamente modificata rispetto al decennio precedente: in molti villaggi il numero dei fuochi era notevolmente diminuito, in altri era addirittura aumentato125. Il viceré, per effettuare il foguejament, operazione molto delicata per la precisione e soprattutto la correttezza con cui doveva essere realizzata, si avvalse dell'opera di alcune persone di provata fedeltà (e a lui molto vicine) tra cui Vincenzo Bacallar Sanna e Giovanni Gavino Carnicer. Il primo avrebbe dovuto trasferirsi nel marchesato di Cea (villaggi di Torralba, Bonnanaro, Borutta, Giave, Cossoine) e il secondo nella baronia di Furtei (Pauli Pirri, Furtei, Villagreca, Nuraxi) e Samassi (Samassi, Serrenti, Nurechi, Asuni); per il loro lavoro essi avrebbero potuto contare sulla collaborazione dei ministri di giustizia locali126. Per effettuare il censimento furono emanate una serie di istruzioni ad hoc: era necessario segnare ogni casa, anche se di ecclesiastici e vedove, con il numero esatto cléi componenti, anche di minore età, distinti per sesso. Si riteneva opportuno registrare anche le case vuote o disabitate da tempo, i cui abitanti non avessero cambiato domicilio e fossero quindi obbligati alla contribuzione. I lavori parlamentari si fermarono quindi per un periodo abbastanza 125 Sui donativi ordinari e straordinari quale forma di prelievo fiscale diretto adottato dalla Spagna cfr. G. SERRI, I donativi sardi nel XVI secolo, in Problemi di storia cit., pp. 181-230; ID., Il prelievo fiscale in una periferia povera: i donativi sardi in età spagnola, in «Annali della Facoltà di Magistero dell'Università di Cagliari», n.s., VII (1983), parte I, pp. 89-130; B. ANATRA, Il donativo nei Parlamenti sardi, in «Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico», 20/22 (1984), pp. 83-94, ora anche in Istituzioni cit., pp. 37-50. Sui censimenti cfr. F. CORRIDORE, Storia documentata della popolazione di Sardegna (1479-1901), Torino, 1902, in particolare le pp. 33-35, 192-214, ove è anche il censimento del 1699. Sulla distribuzione della popolazione cfr. Atlante della Sardegna, a cura di R. Pracchi e A. Terrosu Asole, fasc. H, Roma, 1980, pp. 114 e ss.; Fonti ecclesiastiche per lo studio della popolazione della Sardegna centro-meridionale, a cura di B. Anatra e G. Puggioni, Cagliari 1983; J. DAY, S. BONIN, I. CALLA, Atlas de la Sardaigne rurale aux 17e et 18e siècle, Paris, 1993; B. ANATRA, G. PUGGIONI, G. SERRI, Storia della popolazione in Sardegna nell'epoca moderna, Cagliari, 1997 (Quaderni di Agorà); D. ANGIONI, S. Loi, G. PUGGIONI, La popolazione dei comuni sardi dal 1688 al 1991, Cagliari, 1997, passim; e ancora B. ANATRA, G. PUGGIONI, Sommario di statistiche storiche sulla Sardegna preunitaria, vol. 2. La Trexenta, Cagliari, 1993, vol. 3. Curatoria di Siurgus, Cagliari, 1994. 126 La nomina del Carnicer sí trova in ARCI-IVO DE LAS CORTES ESPAIOLAS, MADRID, Secretaria generai del Congreso de los Diputatos, Archivo de Cerddia, Actos de los Parlamentos, legajo 12, n. 101, cc. 22-60. 55 lungo, circa quattro mesi, durante il quale i commissari percorsero tutta l'isola per effettuare il censimento della popolazione. L'offerta del donativo di 60.000 scudi, la cui riscossione avrebbe avuto inizio il 1° gennaio 1698, risultò così ripartita: Stamento ecclesiastico Stamento militare Stamento reale Titolati e baroni Ministri reali 7.000 35.000 11.500 3.000 3.500 Totale 60.000 Lo Stamento ecclesiastico avrebbe poi usufruito di una riduzione di 3.000 scudi, per un controvalore di 15.000 starelli in sacche dí grano (pari a 757.500 litri'27 ) franche da diritti, concessegli dal sovrano. I ministri regi e i baroni si trovarono invece a pagare una quota maggiorata di 1.000 scudi rispetto alle Corti precedenti. I 35.000 scudi dello Stamento militare, sulla base del censimento, per cui ogni fuoco versava una rata annuale di 30 soldi e 9 denari, erano suddivisi come nella tabella qui sotto: La ripartizione della somma di 11.500 scudi a carico dello Stamento reale (ad ogni fuoco toccava una quota di 58 soldi, 3 denari e 4 setenos) fu effettuata come nella tabella alla pagina seguente. Quota in Lira sarda Quota in scudi 76.040 74.883 59.391 IO 8 23.756 30 8 31.223 28.112 19 6 11.245 Villaggi Fuochi Abitanti Uomini Donne Capo di Cagliari e Gallura 254 38.629 150.923 102 18.285 65.076 Capo di Sassari e Logudoro 33.853 9 6 127 Per le unità di misura cfr. Tavole comparative fra i pesi e misure del sistema metrico decimale ed i pesi e misure antiche del Regno di Sardegna, Cagliari, 1845, p.17; A. MARTINI, Manuale di metrologia, Roma, 1976, p. 121. In questo caso si è tenuto conto dello starello di Cagliari che equivale a 50,50 litri. 56 Città Fuochi Abitanti Uomini Donne Quota in Lira sarda Cagliari 3.072 14.784 7.381 7.403 8.954 10 Sassari 2.814 11.728 5.544 6.184 8.202 9 6 Oristano 738 3.042 1.544 1.498 2.151 3 6 Alghero 974 4.801 2.219 2.582 2.839 1 10 Iglesias 1.120 5.417 2.687 2.730 3.264 13 4 Bosa 800 3.335 1.459 1.876 2.331 18 4 Castellaragonese 346 1.380 671 709 1.008 10 10 9.864 44.487 22.982 28.752 7 4 11.500 47 4 Lire Totale Totale complessivo pari a 21.505 Soldi Denari scudi soldi denari Le città di Cagliari, Sassari e Oristano, che avevano contribuito alle spese sostenute dalla monarchia per la guerra in Lombardia durante il Parlamento straordinario del 1626, celebrato dal viceré Bayona'28, beneficiarono di uno sconto considerevole: Cagliari usufruì di una riduzione (rebaja) di 7.683 lire e 19 soldi, per cui doveva pagare annualmente 1.270 lire e 11 soldi; Sassari, con uno sconto di 3.078 lire e 11 soldi, doveva 5.123 lire e 18 soldi ed, infine, Oristano, con uno sconto di 722 lire e 18 soldi, doveva 1.428 lire, 5 soldi e 6 denari. Le quote del donativo vennero ripartite così tra i ministri regi: Lire Soldi Denari Ufficiali regi e scrivani del Capo di Cagliari e Gallura (90) Ufficiali regi e scrivani dei Capi di Sassari e Logudoro (48) Altri ufficiali regi e i ministri di giustizia e patrimonio 2.077 1.016 5.675 16 8 10 4 Totale 8.769 6 4 Al ripartímento del donativo seguirono le notifiche viceregie che invitavano città e incontrade a pagare le quote dovute a partire dal mese di agosto. 128 Per gli atti di questo Parlamento cfr. Il Parlamento straordinario del viceré Gerolamo Pimentel marchese di Bayona (1626), a cura di G. Tore, trascrizioni e regesti a cura di A. Argiolas, C. Ferrante e G. Tore («Acta Curiarum Regni Sardiniae». 16), Cagliari, 1998. 57 6. La nomina del sindaco e la conclusione delle Corti La nomina di Simone Soro a reggente provinciale nel Consiglio d'Aragona rappresentò per l'andamento dei lavori parlamentari un elemento che, in un certo senso, intervenne a rompere quegli equilibri che il viceré aveva raggiunto quando aveva ottenuto l'approvazione del donativo votato da tutti gli Stamenti. Il 1° settembre, mentre con molta difficoltà erano ancora in corso le abilitazioni, sí rese necessario sostituire il Soro, e la scelta del viceré cadde su don Martino Valonga, gradito anche agli Stamenti. Il vero problema sorse, però, intorno alla nomina del sindaco delle Corti, ossia della persona che avrebbe dovuto portare in Spagna gli atti del processo, comprese le suppliche degli Stamenti che il viceré, nel frattempo, aveva già decretato da alcuni mesi. Una fitta corrispondenza si intrecciò tra il viceré e i consiglieri del Supremo Consiglio d'Aragona, e fra questi ultimi don Simone Soro e i baroni. Il conte di Montellano nei suoi dispacci inviati a corte lamentava sostanzialmente che, dopo aver avviato il Parlamento alla conclusione, la situazione si fosse arenata sulla scelta della persona che si sarebbe dovuta recare a Madrid per portare i verbali delle sedute. La circostanza che aveva determinato la riapertura dei contrasti fra le parti, secondo l'alto funzionario, era stata proprio la concessione regia della carica di regente provincia) a favore del Soro, giacché tutti guardavano a lui e gli si rivolgevano come persona che più di altri in quel momento godeva della stima e dell'appoggio sovrano e pertanto degna di essere ascoltata e seguita nelle decisioni. Il Soro, forte di questi consensi, approfittando della situazione e con il pretesto di favorire il buon esito della trattativa, aveva proposto di nominare sindaco suo cognato don Agostino Portugues. Il viceré, assolutamente contrario alla proposta (anche perché don Agostino era figlio di don Francesco Portugues, decapitato nella piazza di Cagliari come complice dell'assassinio del viceré Camarassa'29), propendeva invece 129 Le vicende legate all'omicidio Camarassa condizionarono a lungo la vita politica ed istituzionale del Regno di Sardegna, tant'è che a distanza di trenta anni il ricordo di quei fatti era in grado di determinare strategie di governo e alterare gli assetti parlamentari. Cfr. oltre a D. SCANO, Donna Francesca cit., amplius; G. A. LLORENTE, Cortes y sublevadon en Cerdeiia bajo la dominación espariola, in «Revista de Espaíia moderna», 1868, fasc. 2, pp. 263-307; B. ANATRA, Dall'unificazione cit., pp. 625-632; F LODDO CANEPA, La Sardegna cit., pp. 479-502, ed anche E FRANCIONI, Vespro sardo. Dagli esordi della dominazione piemontese all'insurrezione del 28 aprile 1794, Cagliari 2001, pp. 40-51. 58 per la nomina del conte di Villasalto, «uno de los hombres màs condecorados del Reino»13 °. Richiamando un capitolo di Corte decretato nel Parlamento del conte di Santo Stefano (1677-1678) in cui si stabiliva che la nomina del sindaco era prerogativa del presidente delle Corti e non degli Stamenti131, il conte di Montellano prorogò il Parlamento con la motivazione che era ancora in corso il censimento dei fuochi. Adduceva inoltre come pretesto la necessità «de mudar unos dias de aire» per la sua «poca salud», ma in realtà gli premeva informare il sovrano della questione e attenderne le determinazioni. Il viceré pensava e sperava che, nel frattempo, all'interno degli Stamenti si facesse chiarezza sul raggiro tentato dal Soro e soprattutto lamentava la «obstinación [...]que con tanto tesón intenta una sin rnons i turba la paz que con tantas mortifícaciones i sufrímientos he mantenido basta aora...»132 . Gli avvenimenti invece non presero il corso desiderato dal conte: riemersero tutti i malumori che sembravano ormai sopiti. Il conte di Bonorva, Ignazio Aymerich, indirizzò a sua volta (10 maggio) una relazione al re per dare la sua versione dei fatti; in essa sottolineava la scarsa considerazione in cui erano tenuti i titolati e i nobili isolani, dato che il viceré preferiva circondarsi e lasciarsi "governare" da quattro doctores: il giudice don Francesco Quesada133 , don Vincenzo Bacallar, don Diego Carola e il medico don Giovanni Battista Bologna, personaggi — secondo il 130 Giuseppe Zatrillas nacque a Cagliari intorno alla metà del Seicento da Satumino, barone di Gerrei e Sisini, e da Elena Vico. I suoi avi catalani avevano partecipato, al seguito dell'infante Alfonso, alla conquista della Sardegna. Insignito del titolo di cavaliere dell'ordine di Alcàntara, nel 1677 fu nominato primo conte di Villasalto; nel 1701 Filippo V, per i meriti acquisiti nel corso del Parlamento, gli concesse il titolo di primo marchese di Villaclara. Uomo di elevata cultura filosofica e letteraria, fu autore di opere in lingua spagnola che gli procurarono grande fama; tra queste, in particolare, Engaiios y desengaflos del profano amor, edita a Napoli nel 1687 e dedicata al sovrano Carlo II, ed il Poema eroico al merecido applauso del unico oracolo de las mu.sas ...Barcelona, 1696, dedicato al viceré conte di Altamira. Cfr. A. A. GAITIA CARRAITA, El solar catalan, valenciano y balear, torno 4°, San Sebastian, 1948, p. 422; G. SCOTTO PINTOR, Storia letteraria di Sardegna, vol. III, Cagliari, 1844, pp. 467-474; vol. IV, pp. 74-75; P. ToLA, Dizionario biografico cit., vol. III, pp. 321-325; P MARTINI, Biografia sarda, vol. III, Cagliari, 1837, pp. 229-238. 131 Si tratta del cap. 44 richiesto dagli Stamenti in cui si chiedeva che venisse nominato, in qualità di sindaco delle Corti, un membro degli Stamenti; il re decretò che «està a arbitrio de los Estamentos la nominacién» e pertanto scegliessero a loro piacimento (ASC, Biblioteca, ms. n. 9, Resumen de las reales y generales Cortes celebradas en este Revno por el excelentivimo seiior Conde de Santisteban virrey,- lugartheniente y capitan genera! de este Reyno en e! ago 1678,p. 8). 132 ACA, Conscio de Aragón, legajo 1363,25/5, cc. 1-9. 133 Dottore in leggi, cavaliere dell'ordine di Montesa e di San Giorgio di Alfama, di origine sassarese, figlio del più famoso Pietro, fu assessore criminale della Regia Governazione nel 1686; passato poi attraverso il civile dello stesso tribunale e il criminale della Reale Udienza, fu nominato nel 1698 giudice della sala civile della Reale Udienza, andando a ricoprire il posto lasciato vacante dal reggente provinciale Soro (ASC, Antico Archivio Regio, vol. H 47, cc. 1-4; vol. H 50, cc. 107-111). Fu partigiano di Filippo di Borbone e perciò quando il Regno passò agli austriaci, fu esiliato dal conte di Cifuentes (P. TOLA, Dizionario biografico cit., vol. III, p. 139). 59 conte — di nessuna esperienza e di poco zelo, che non avevano partecipato ai Parlamenti precedenti ed erano mossi soprattutto dai loro interessi personali. I quattro consigliavano il viceré ad «obrar dispoticamente, atropellando las leyes y fueros del Reyno, los usos y estilos observados en todos los demàs Parlamentos, violentandos los votos y instruendoles de palabras y por escrito que habian de votar como el queria»134 . Egli, invece, era stato il primo fra i titolati a votare il donativo, tanto che il viceré aveva promesso di favorirlo nella nomina di sindaco «per poner a sus reales plantas el proceso de las Cortes [...]y a solicitar los faborables decretos de las suplicas». Nel frattempo, però, giunta la nomina del nuovo reggente, gli Stamenti, di comune accordo, decisero di proporre come sindaco don Agostino Portugues. Il conte di Bonorva non solo condivise tale scelta, mettendosi da parte, ma intervenne nella controversia sulla nomina del sindaco, rivendicando la prerogativa per i Bracci e accusando il viceré di aver tentato in ogni modo di impedire la nomina. A questo scopo infatti prima aveva inviato, per proprio conto, a Madrid uno dei suoi fedeli, don Diego Carola, e poi prorogato per un lungo periodo i lavori parlamentari, così da costringere i convocati a tornare nelle loro case e nominare procuratori facilmente manovrabili135. Furono allora fatte circolare ad arte le voci che al Regno non convenisse né la nomina del Portugues, né quella del conte di Bonorva, perché figli dei ribelli che avevano causato la morte del Camarassa, mentre — protestava ancora Ignazio Aymerich — era stato già messo silenzio sulla vicenda136. Ancora una volta venivano dunque richiamati i fatti del 1668 che avevano profondamente segnato il Regno, con il chiaro intento di rinfocolare i rancori e ricreare tra i regnicoli il timore di azioni repressive da parte della monarchia per renderli così più docili alle sue richieste. Anche Soro si affrettò a chiarire la sua posizione al Consiglio: ribadì ACA, Consejo de Aragén, legajo 1363, 25/6, cc. 1-4. Diego Carola fu inviato a Madrid dal conte di Montellano nel marzo 1698 «para las dependencias de las Cortes de Cerdeùa e del Real Patrimonio» perché informasse il sovrano sulla votazione del donativo e sui movimenti interni alle Corti; gli fu ordinato dal Conscjo di attendere le consulte sulle suppliche del Regno anche per dare pareri in merito (Ibidem, legajo 1116/1, 22 dic. 1698; 18 febb. 1699). Carota rimase a corte più di un anno e per mantenersi gli venne concessa una aiuda de costa pari a una sacca di 2.000 starelli di grano ed un'altra di 300 reali sulle saline di Alicante per il viaggio di ritorno nell'isola (Ibidem, legajo 1118, 6 ott. 1698; legajo 1116/1, 30 sett. 1699). 136 II sovrano stesso ne aveva riconosciuto la fedeltà onorando i membri della famiglia con la concessione di benefici; in particolare, il conte dí Villamar, padre di Ignazio Aymerich, era stato insignito del titolo di capitano dei cavalli nel Principato di Catalogna, altri riconoscimenti erano andati sia al Portugues che ad altri Aymerich. Gabriele Antonio aveva ottenuto a Milano un entretenimento di 50 soldi in quanto figlio di Silvestro, titolato del regno, e Demetrio fu nominato vicario di Cagliari; ad Agostino e a Francesco Portugues, suo fratello, furono concessi un babito ciascuno e il secondo fu anche nominato capitano de coraas in Lombardia (ibidem). 134 135 60 quanto aveva riferito il conte di Bonorva circa i mezzi adoperati dal viceré nel condurre le Corti, sulle difficoltà incontrate nel votare il donativol37 e soprattutto sul problema che si era presentato al momento della nomina del sindaco. Egli riferì che i titolati e i magnati, con l'appoggio dei Villasor, avevano designato dapprima il conte dí Villasalto ma, avendo questi rifiutato a causa dei suoi «cortos medios», avevano proposto ín sua sostituzione il Portugues. Il conte di Montellano, in un primo momento d'accordo, si era poi fatto influenzare dai «quatro aliados» e aveva cambiato parere138. Aveva sciolto le riunioni stamentarie e, dato il sopraggiungere della stagione estiva («entrando los calores»), aveva convinto la maggior parte dei parlamentari a lasciare la città e a nominare procuratori. Diversa dalle precedenti fu la versione del reggente Pastor, uomo di parte viceregia, che sottolineò le notevoli capacità diplomatiche mostrate dal viceré in occasione dell'approvazione del donativo e la grande moderazione usata designando come sindaco il conte di Villasalto, persona di grande qualità e prestigio139. Il reggente riferì ancora della posizione di netto contrasto assunta dal Soro e della decisione arbitraria presa dal Portugues di recarsi ugualmente a Madrid come portavoce degli Stamenti140. Il Pastor, da uomo di legge, faceva notare che il capitolo VII del Parlamento Santo Stefano, tanto rivendicato dai regnicoli, in merito alla nomina del sindaco «no dispone sino que suppone el arbitrio de los Estamentos» e che questa prassi era stata adottata nelle Corti del duca di Avellano (1640), del conte di Lemos (1652-55), del marchese di Camarassa (1668)e del duca di Monteleone (1688-89) solo perché in quelle circostanze la nomina degli Stamenti coincideva con quella viceregia. Nella raccolta dei Capitula del Dexart si rilevava chiaramente che la nomina del sindaco era di spettanza del presidente delle Corti che le celebrava, ne istruiva gli atti, ne decretava le suppliche e le presentava al sovrano tramite persona di sua fiducia141. In questa intricata vicenda il Consiglio d'Aragona chiese una esplicita presa di posizione da parte del re: non si poteva permettere infatti che un alternos fosse in balia di un gruppo di persone sia pure titolate. Il presidente del Consiglio, conte di Frigiliana, anziché accontentarsi di una semplice Ibidem, 25/9, cc. 1-9. Anche il Soro accennava alle motivazioni viceregie legate all'omicidio Camarassa, ma faceva notare che don Francesco Quesada, prima assessore della Reale Governazione di Sassari e poi giudice della sala criminale della Reale Udienza, uomo appartenente alla camarilla del viceré, era figlio di don Pietro Quesada, giudice della sala criminale della Reale Udienza, implicato nell'assassinio del viceré e morto in esilio a Napoli prima della sentenza (ibidem). 139 Ibidem, 25/13, cc. 1-2. 140 Il Portugues si recò a Madrid senza alcuna autorizzazione tanto che il sovrano decise che «saliesse desterrado veinte leguas de la Corte» e in effetti l'allontanamento durò circa due mesi (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1364/21, 26 mag. 1699). 141 j. DExART, Capitula eh., lib. I, De Parlamentis. 137 138 61 lettera regia che sollecitasse il viceré ad uscire dall'impasse, chiese che il segretario don Giovanni Battista Roca gli inviasse una nota riservata per conoscere il reale stato della questione e fornirgli i suoi suggerimenti per una eventuale risoluzione142: invitava quindi il conte di Montellano a cercare un accordo tra le parti utilizzando persone e modi che gli fossero parsi più opportuni, individuando possibilmente una soluzione valida anche per il futuro143. Gli animi però non si rasserenarono e dopo le relazioni del conte di Bonorva, del Soro e del marchese di Soleminis, il Consejo, considerando la «suma gravedad» della questione che necessitava di una «prompta resolución» — una imbarcazione era addirittura in attesa nel porto di Barcellona — chiese al sovrano di rompere gli indugi e di dettare gli ordini necessari da porre in esecuzione con «la brevedad que deve»144 . La consulta finale fu favorevole al viceré: in sostanza l'operato del luogototenente del sovrano che celebrava il Parlamento in suo nome non poteva essere sconfessato; spettava soltanto a lui «el encaminarlo con seguridad a las reales manos...mediante la persona de su major confianza», mentre gli Stamenti dovevano solo stabilire quanto spettasse al sindaco per intraprendere il viaggio e per la permanenza a Madrid145 . La delibera del Consiglio era scaturita dall'esame attento della giurisprudenza in merito: la compilazione di Giovanni Dexart, ritenuta fonte giuridica primaria'46, e gli atti dei Parlamenti svoltisi dopo la pubblicazione della raccolta147 . I membri del Consejo avevano giustificato l'operato del conte di ACA, Consejo de Aragón, legajo 1363,25/18, cc. 1-1v. (Madrid, 18 giu. 1698). Ibidem, 25/19, c. 1 (Madrid, 18 giu. 1698). 144 Ibidem, 25/21, cc. 1-3 (Madrid, 17 lug. 1698). 145 Ibidem, 25/25, cc. 1-12 (Madrid, 28 lug. 1698). 146 La consulta, nel condividere la tesi del Dexart sul sindaco («elergirlo o nombrarlo toca al presidente» delle Corti), affermava un importante principio giuridico: «es probosición comun de los letrados que el autor que atesta de alguna practica o costumbre de su tierra no se le puede negar el credito, sino esprobandole manifestamiente el contrario» (ibidem). Sulla carriera di questo magistrato che per i suoi riconosciuti meriti fu anche promosso da Filippo IV al Sacro Supremo Consiglio di Napoli, cfr. A. MATTONE, Giovanni Dexart, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 39, Roma, 1991, pp. 617-622. 147 Così il conte di Lemos, nel 1656, a chiusura del Parlamento, approvò le suppliche degli Stamenti e la loro decisione di mandare un proprio sindaco, nella persona del marchese di Villacidro; in un secondo tempo inviò ufficialmente il suo segretario, Sebastiano Terron, quale delegato per portare gli atti al sovrano,«en la misma conformidad que lo havian hecho todos los presidentes de las Cortes». Esisteva quindi una distinzione fra le due figure: uno era il rappresentante degli Stamenti e l'altro il delegato designato dal viceré. Talvolta la scelta poteva cadere su una stessa persona; nelle corti di Santo Stefano nulla fu modificato in merito. Nell'assise del 1688 gli Stamenti investirono il marchese di Laconi, reggente provinciale del Consejo, dei poteri per rappresentare al sovrano il donativo e le suppliche; in quel caso lo stesso luogotenente, il conte di Monteleone, consegnò il processo al marchese di Laconi come espressione, però, della volontà sovrana e non dei Bracci. 142 145 62 Montellano, anche se ne avevano criticato in parte le motivazioni soprattutto riguardo alla nomina di Portugues; gli suggerirono pertanto di moderare l'atteggiamento un po' troppo rigido adottando una certa «suavidad», nel far comprendere agli Stamenti la differenza tra il sindaco e la persona che doveva trasmettere ufficialmente gli atti parlamentari a corte. Tra i pareri espressi nella consulta particolare credito ebbe quello del marchese di Laconi, uno dei titolati sardi di grado più elevato, vivace sostenitore filippista e dal 1690 consigliere di cappa e spada presso il Consiglio d'Aragona. Egli infatti era più di altri a conoscenza della situazione poltica isolana e viveva intensamente il clima di tensione che serpeggiava fra i regnicoli, ormai divisi in fazioni contrapposte di cui la più turbolenta era capeggiata dal marchese di Villasor, carlista e suo acerrimo nemico. Nella dichiarazione di voto il marchese di Laconi manifestò il proprio rammarico per non aver preso parte ai lavori parlamentari: egli riteneva che la sua presenza avrebbe potuto placare le discordie come nelle assise precedenti. 11 marchese godeva di grande prestigio ma difficilmente il suo parere, per quanto autorevole, avrebbe potuto ammorbidire quelle posizioni che rivelavano un'intransigenza nuova, determinata dall'instabilità di una monarchia spagnola ormai alla fine. In merito alla politica del viceré, il nobile sardo, se da una parte ne apprezzava il modo di condurre il Parlamento, dall'altra gli rimproverava di aver ricusato íl Portugues con ragioni poco credibili, mentre avrebbe dovuto far intendere agli Stamenti che la scelta doveva cadere su una persona di più alto lignaggio e gradita alla corte. All'approvazione della consulta il sovrano fece seguire una lettera aperta al Regno, datata 2 agosto, che fu consegnata agli Stamenti il 17 settembre, in occasione della riapertura delle sedute parlamentari. Insieme al sollecito relativo alla nomina del sindaco, furono trasmesse le copie della corrispondenza intercorsa tra il segretario del sovrano, Giovanni Battista Perez y Roca, Simone Soro ed il viceré. Nella lettera inviata al Soro lo si invitava a raggiungere al più presto il Consiglio e a desistere dall'idea di far nominare il cognato a sindaco delle Corti; egli, infatti, avrebbe dovuto votare sulle suppliche del Regno e sarebbe stato molto sconveniente che fosse proprio un suo parente a trattarne e sollecitarne le risoluzioni. Gli Stamenti intanto, dopo una serie di trattative, raggiunsero finalmente l'accordo. Gli ecclesiastici notificarono per primi l'avvenuta elezione del loro sindaco, nella persona di don Stefano Masones Nin, residente a Madrid. Giunsero poi gli ambasciatori delle città, che riferirono di aver nominato don Giuseppe Zatrillas, conte di Villasalto; con l'occasione chiesero anche la concessione di due grazie'48. 148 Una riguardava l'assegnazione di una pensione a favore della chiesa di San Giorgio di Snelli in totale abbandono; l'altra la concessione dell'indulto e di un guidatico per Giuseppe 63 Lo Stamento militare era quello più restio a piegarsi alla decisione sovrana. In un'ambasciata interlocutoria i "messaggeri" Fortesa e Grixoni comunicarono che si stavano «tractando» e «regulando» i voti e che il conte di Bonorva lamentava in un memoriale la revoca di alcuni suoi poderes. Il reggente la Reale Cancelleria, a nome del viceré, precisò che avevano diritto di voto solo gli abilitati di cui la giunta aveva fornito gli elenchi e che, dato il poco tempo a disposizione, era impensabile riunire nuovamente gli abilitatori. Dopo un ultimo tentativo di resistenza da parte della frangia che rivendicava maggiore autonomia rispetto alle decisioni víceregie, i militari raggiunsero l'accordo e scelsero come sindaco don Giuseppe Zatrillas, conte di Villasalto149. Il viceré, finalmente soddisfatto per aver portato a termine il Parlamento come era nei suoi disegni, ringraziò i militari e procedette a nominare il conte di Villasalto perché portasse gli atti di corte al sovrano; sciolse quindi le giunte stamentarie e prorogò il Parlamento al 1° dicembre. Non tutti gli animi però erano stati sedati: il conte di Villamar, considerando la nomina del conte di Villasalto un affronto nei suoi riguardi, aveva inviato proteste allo Stamento reale e al sovrano con le quali rivendicava la nullità dell'elezione del sindaco in quanto avvenuta senza alcun rispetto delle formalità stabilite'50. Il conte di Villarnar non si era limitato alle rimostranze di natura giuridica che investivano l'aspetto formale della questione; egli aveva rovesciato una serie di accuse sul viceré e i suoi fedeli, accusandoli non solo di manovre per alterare il risultato delle votazioni ma anche di Graziano di Sassari, condannato in contumacia per omicidio, poi graziato dal viceré Monteleone ma, per errore giudiziario, costretto nuovamente a fuggire. Il viceré, colpito favorevolmente dalla celerità con cui il Reale aveva nominato il sindaco, ringraziò e concesse il perdono al cittadino sassarese, mentre per la pensione a favore della chiesa di San Giorgio assicurò il suo interessamento presso il sovrano. 149 L'ambasciata dell'elezione fu accompagnata da due richieste, una già presentata nelle suppliche dallo Stamento reale e di cui i militari si facevano portavoce, condividendo appieno l'esigenza di liberare l'isola dal tercio spagnolo o almeno di allontanare le soldatesche, imposte dal viceré San Germano dopo la crisi Camarassa, dalle porte della città; l'altra riguardava don Nicola Valentino della villa di Tempio che si trovava, per ordine del viceré, lontano dalla sua famiglia da oltre un anno, a causa di ingiuste accuse rivoltegli da persone a lui ostili, che avevano procurato danni molto gravi alla sua attività. Il viceré concesse la grazia al Valentino, mentre per l'allontanamento del lercio rinviò la decisione al sovrano. 150 Il conte di Villamar, nella sua accorata protesta, riteneva nulle le procure rilasciate al viceré perché contrarie alle leggi pazionate del Regno secondo cui i delegati dovevano appartenere allo stesso ordine ed inoltre dovevano aver compiuto i 20 anni — età minima richiesta per essere ammessi al voto — e sottolineava che erano state invece escluse alcune sostituzioni valide presentate dal figlio. Il conte individuava un altro elemento di nullità nell'obbligo imposto ai delegati di abbandonare lo Stamento dopo aver espresso il voto, senza aver quindi la possibilità di discutere e partecipare attivamente alle fasi conclusive. Il notevole carteggio tra il conte di Villamar ed il Consejo si intrecciò con l'esame dei capitoli di Corte trasmessi dal sindaco (ACA, Consejo de Aragón, legajo 1363, 11/5-15). 64 aver minacciato serie ritorsioni in caso di voto contrario. Questa opposizione costò al titolato dapprima la segregazione nella prigione della torre dell'Elefante, poi l'allontanamento dal Regno e quindi l'invio a Cadice su una imbarcazione inglese di passaggio nel porto di Cagliari. L'esilio e la segregazione, cui fu costretto per circa un anno dal provvedimento, aggravò il precario stato di salute dell'anziano Aymerich (aveva 71 anni). Poi, dietro l'interessamento dei reggenti del Consiglio ed in particolare del marchese di Laconi, gli fu accordata la grazia di recarsi a corte per essere sottoposto a cure mediche e, infine, di fare ritorno in Sardegna; gli fu però imposto di tenersi alla larga da Cagliari, salvo autorizzazione del conte di Montellano151. Tutta l'ingarbugliata vicenda del conte di Villamar si svolse contemporaneamente alla convalida delle credenziali presentate dai sindaci delle Corti e all'esame stesso dei verbali del processo e dei capitoli stamentari da parte del Consiglio d'Aragona. Relatore e fiscale del processo (per poter cioè esaminare con le formalità consuete le suppliche presentate dal Regno) fu nominato il reggente don Juan Luis Lopez152. Questi eliminò subito qualsiasi dubbio sulla validità delle elezioni dei sindaci dichiarando che gli Stamenti avevano agito secondo la «forma acostumbrada» conferendo ai delegati «todo el poder» necessario; la nomina era stata poi formalizzata come atto di Corte e quindi non poteva essere ammesso né un ricorso né un dissentiment. Le pretese «nullidades» avanzate dal conte di Villamar erano state notificate il 29 ottobre alle prime voci stamentarie solo «extrajudizialment» a Parlamento concluso. Tale ricorso non poteva quindi in alcun modo «destruir» né «enflaquezar» gli atti stamentari, che si presentavano «puros e perfectos»153. Anche la nomina di Lopez sulle «dependencias de las Cortes de Serdefia», avvenuta il 24 settembre, ebbe breve durata: secondo la prassi parlamentare, il relatore ed il fiscale dovevano essere distinti e le funzioni di relatore competevano al reggente provinciale, cioè a Simone Soro. Poiché su questi pesava la pesante accusa di faziosità e ambiguità per il comportamento tenuto nelle Corti, all'interno del Consejo sí sviluppò una riflessione sulla natura giuridica della questione154. Alla fine si decise di affidare la relazione al marchese di Laconí e la tutela degli interessi fiscali al reggente Ibidem, 16/1-2,17/1-19,31-32. ACA, Camara de Aragón, legajo 1364,11/25,4 mag. 1699. 153 Ibidem, 18/3,8 mar. 1699. 154 La relazione delle Corti veniva affidata sempre ad un ministro togato sardo perché, essendo molti punti del processo di natura specificamente giuridica, solo un esperto in diritto sardo poteva essere informato «de los fueros, capitols de cort, usos y costumbres de Nue] Reyno». Il primo relatore regnicolo era stato don Francesco Vico nel 1631 per le Corti BaionaPrieto; per le successive fu nominato invece il reggente più anziano di Catalogna, considerando 151 152 65 più giovane, don Miquel de Jaca'55. Era trascorso poco più di un anno dalla convocazione del Parlamento. L'impressione che emerge dalla lettura degli atti è quella di una monarchia che, pur nell'inarrestabile decadenza politica e nelle incertezze della successione, intendeva comunque riaffermare dinanzi agli ordini del Regno tutte le proprie prerogative — diciamo così — "assolutiste", evitando di trovare un accordo sulle grandi questioni da tempo irrisolte, come soprattutto l'esclusività delle cariche civili ed ecclesiastiche per i regnicoli. Non a caso circa un secolo dopo, quando gli Stamenti si autoconvocheranno nel 1793, fra le «cinque domande» inoltrate dal Regno al sovrano sabaudo — a ragione considerate la «carta autonomistica» della Sardegna — figureranno alcune di quelle richieste cui la monarchia spagnola non aveva saputo dare risposta156 . La carta reale contenente le decretazioni regie fu firmata il 12 novembre 1699. Il 29 marzo 1700, convocati formalmente i tre ordini, il conte di Montellano riferì loro delle grazie concesse dal sovrano e delle suppliche approvate che avrebbe comunicato in forma solenne il giorno successivo con la cerimonia conclusiva del «levantamiento del solio» (di cui, peraltro, non si è trovata traccia negli atti parlamentari157 ). Giuseppe de Solís aveva quindi portato a termine con successo la sua impresa, ma la divisione creatasi fra le parti si era approfondita e tanti problemi, come quelli dell'amministrazione della giustizia, del reale patrimonio o degli uffici regi, ancora insoluti, passarono in eredità al nuovo viceré Ferdinando di Moncada, duca di san Giovanni, nominato il 30 settembre 1699; questi assunse la carica solo dopo la partenza del suo predecessore nell'aprile 1700158. Ma lo stato del Regno richiedeva l'invio di una "visita" per porre rimedio agli abusi esistenti e stabilire la «buena pianta» degli uffila conformità dei privilegi, usi, costumi e delle leggi sarde a quelle di Catalogna, in quanto il consigliere sardo, don Giorgio di Castelvì, non era un giurisperito. Nella situazione presente la questione poteva essere risolta in tre modi: 1) spiegare al Soro i motivi che impedivano la sua nomina in modo che si astenesse volontariamente; 2) portare avanti la ricusazione per via giuridica, cosa però improponibile perché avrebbe allungato oltremodo i tempi delle Corti; 3) agire per «via governativa», come era già capitato nelle Corti del duca di Gandía, quando fu ricusato il reggente don Juan de la Torre e il sovrano lo sostituì senza alcun indugio. 155 ACA, Camara de Aragón, legajo 1364, 21, 26 mag. 1699; 22/4, 1 giu. 1699; 24/3, 25 giu. 1699. 156 I. BIROCCHI, La carta autonomistica della Sardegna tra antico e moderno. Le leggi fondamentali nel triennio rivoluzionario (1793-96), Torino 1992, pp. 94-114; L'attività degli Stamenti nella "Sarda Rivoluzione" (1793-1796), a cura di L. Carta, I. Atti dello Stamento militare. Anno 1793, Cagliari, 2001, pp. 66-113 e passim («Acta Curiarum Regni Sardiniae». 24). 157 I131 marzo il viceré comunicava al Consejo di aver regolarmente concluso le Corti (ACA, Camara de Aragón, legajo 1364, 42). 158 La nomina di Fernando de Moncada è in ACA, Consejo de Aragón, reg. 345, cc. 24 v. 37. La nomina era giunta quando le Corti non erano ancora concluse e su tale questione una fitta corrispondenza era intercorsa tra il conte di Montellano e il Consejo; il primo chiedeva una 66 ci regi: la questione fu risolta concedendo al duca di San Giovanni anche i poteri di visitatore159. proroga dei poteri perché sarebbe stata «una division monstruosa e impraticabile» avere un viceré ed un presidente delle Corti differenti per «no poder la viceregia suplir los actos en uno, ni en otro caso»; inoltre faceva presente le difficoltà del viaggio nella cattiva stagione e la carenza di navi abbastanza capaci da imbarcare la sua numerosa famiglia. La situazione si complicava perché de Solís chiedeva il pagamento del soldo per il periodo successivo allo scadere del suo triennio, somma che il procuratore reale non poteva corrispondergli in assenza di un mandato regio. All'arrivo del nuovo viceré, il conte di Montellano lasciò il palazzo regio, dove furono sistemate le suppellettili e gli arredi del nuovo luogotenente generale, e si trasferì a Villamassargia. Le ultime riunioni del Parlamento si tennero nella casa del marchese di Laconi (ibidem, legajo 1050). 159 Ibidem, legajo 1253/2, 28 sett. 1699. Le preoccupazioni sovrane per lo stato in cui si trovava l'isola emergono pienamente nelle "Avvertenze" trasmesse al neo viceré, in cui vengono dati anche alcuni giudizi negativi sull'operato del conte di Montellano e della sua camarilla (cfr. G. ToRE, Avvertenze al duca di San Giovanni, viceré di Sardegna, prima di entrare in carica (1699), in «Archivio Storico Sardo», XXXI (1980), pp. 197-241). 67 7. I capitoli di Corte 7.1. Gli Stamenti riuniti Con l'offerta del donativo gli Stamenti, all'interno del tradizionale regime pattista, proposero all'approvazione regia, in qualità di vera e propria "classe dirigente" del Regno, una serie di suppliche e di capitoli che riguardavano, oltre le istanze particolari, gli interessi generali della Sardegna. Il donativo ordinario richiedeva grandi sacrifici per l'isola, spossata dalla povertà e dalle carestie: di conseguenza il sovrano non poteva non accogliere, anche se solo parzialmente, molte delle rivendicazioni stamentarie. Il 17 aprile il conte di Montellano prese quindi in esame le prime suppliche, in totale quarantasette, formulate unitariamente dagli Stamenti. In esse si riflettevano tre tematiche principali: la validità delle leggi pazionate, la possibilità che i sardi ricoprissero incarichi importanti all'interno dell'amministrazione regia ed ecclesiastica e, soprattutto, i problemi giurisdizionali. La necessità di poter disporre di una normativa certa e, chiara era senza dubbio fondamentale, rappresentava il nodo a cui si ricollegavano tutte le altre esigenze. Proprio per questo, come era consuetudine, la prima supplica investiva gli aspetti più generali dell'efficacia delle leggi: i regnicoli chiedevano non solo che i capitoli approvati nei Parlamenti venissero confermati in maniera inequivocabile, ma che fossero osservati e non si potesse contravvenirvi, né derogarvi, né alterarli o darne un'interpretazione diversa da quella letterale, secondo i principi sanciti nelle Costituzioni di Catalogna. Essendo legge pattuita essa era irrevocabile o abrogabile solo con l'assenso di entrambe le parti che avevano contratto l'impegno160. Gli Stamenti sottolineavano 160 La definizione di legge pattizia approvata «...con sentiment dels Prelats, dels Barons, dels Cavallers, e dels ciutadans de Cathalunya, o ells appellats, de la major e de la pus sana part de aquells» viene affermata nel 1283 durante le prime Corti barcellonesi celebrate da Pietro III; questo concetto viene confermato anche in seguito; nel cap. XVI delle corti di Filippo III, nel 1599, si sottolinea che « per quant les Constituciones de Catalunya, Capitols, y Actes de Cort, no se poden fer sino en Cort General, y sia de justitia que les coses se desfacen ab la matexa solemnitat ques son fetes: Per tant statuhim, y ordenam que les Constituciones de Catalunya, Capitols, y Actes de Cort, no pugan esser revocades, alterades, ni suspeses, sino en Cort General, y que si lo contrari sera fet que no tinga ninguna forsa, ni valor» (Constitutions y altres drets de Cathalunya, compilats en virtut del capítol de cort LXXXII. De las Corts per la S. C. y R. Majestat del Rey don Philip IV, nostre Senyor celebradas en la ciutat de Barcelona any MDCII, vol. I, Barcelona, 1704, Lib. I, De las Constitutions de Catalunya, tit. XV, De Usatges, Constitutions y altres..., p. 43; tit. XVI, De observar..., p. 52). Sulla concorrenza della volontà stamentaria nella funzione legislativa regia all'interno delle Corti e sul significato di legge pat- 68 che per nessun motivo, nemmeno con il pretesto che non fossero più in uso, si dovesse derogare dai capitoli di Corte, in quanto espressione della volontà del Regno, in conformità a quanto riportato negli Acta Curiarum compilati dal Dexart161: nel Parlamento precedente celebrato dal duca di Monteleone si era stabilito che si dovessero osservare soltanto i capitoli in uso162. Si pretendeva quindi il riconoscimento del principio dell'inviolabilità della legge decretata dal sovrano su atto di Corte ed anche della sua immodificabilità o irrevocabilità "per uso", senza aver prima sentito gli Stamenti163. Nel caso in cui si fosse contravvenuto a tale principio, gli Stamenti chiedevano che si nominassero dei giudici di contrafuero, come era già previsto nei capitoli parlamentari di Alfonso d'Aragona164. Al posto dei veghieri delle città di Cagliari, Sassari e Alghero, gli Stamenti proposero come giudici gli arcivescovi di Cagliari e Oristano e il vescovo di Ales, oppure i loro vicari generali. In alternativa l'elezione poteva farsi tramite estrazione a sorte da una rosa di persone in possesso dei requisiti necessari, indicate da ciascun Braccio. Tali giudici avrebbero dovuto pronunciarsi sulla violazione dei diritti entro otto giorni, secondo il tipo di giurisdizione vigente nel Regno di Valenza. Le rivendicazioni dei regnicoli assumevano notevole importanza per la stabilità del governo spagnolo nell'isola e per la ridefinizione della costituzione "autonomistica" del Regno165: richiedevano infatti risposte immediate, ma il conte di Montellano, per quanto í suoi poteri glielo consentissero, preferì non decidere in merito e cautamente rinviò la decisione al sovrano. Approvò invece la richiesta, peraltro più volte decretata nelle Corti precedenti e mai messa in esecuzione, di completare la raccolta del Dexart, strumento di lavoro indispensabile per governare secondo la legge, incaricando una persona perita y experta di inserire i capitoli di corte successivi a quella compilazione166. tuita cfr. inoltre V. FERRO, El Dret Públic Català cit., pp. 188-191; A. MATTONE, «Corts» catalane e Parlamento sardo: analogie cit., pp. 25-26, 38-39. 161 J. DExART, Capitala cit., lib. I, tit. 3, capp. 6, 8, 10, 13, 15, 19-22. 162 Cfr. cap. 2 degli Stamenti in ASC, Biblioteca, ms n. 9, Resumen...Conde de Monteleon. . .1689, p. 36. 163 j. DEXART, Capitala cit., lib. I, tit. 3, cap. 21; lib. I, tit. 5, cap. 4. 164 Si tratta del 28.mo capitolo presentato dallo Stamento militare e decretato dal sovrano nel 1452; cfr. Ibidem, lib. I, tit. 3, cap. 2 e A. BoscoLo, I parlamenti di Alfonso cit., pp. 206-207. 165 Sul concetto di autonomia cfr. A. ERA, L'autonomia del "Regnum Sardiniae" nell'epoca aragonese-spagnola, in «Archivio storico sardo», XXV (1957), nn. 1-2, pp. 209-225; I. BIROCCHI, La carta autonomistica cit., p. 48 e passim; dello stesso cfr. anche La questione autonomistica dalla «fusione perfetta» al primo dopoguerra, in La Sardegna, a cura di L. Berlinguer, A. Mattone, Torino, 1998, pp. 133-137 («Storia d'Italia. Le Regioni dall'Unità a oggi»); per ulteriori approfondimenti sui vincoli posti all'«assolutismo» cfr. inoltre A. MATTONE, La cessione del Regno di Sardegna dal Trattato di Utrecht alla presa di possesso sabauda (1713-1720), in «Rivista Storica Italiana», CIV (1992), n.1, pp. 5-89. 166 Il Dexart fu incaricato nel 1633, durante il Parlamento dei viceré Baiona-Prieto, di racco- 69 La riserva delle cariche per i naturals del Regno fu ugualmente lasciata cadere dal viceré. Glí Stamenti richiedevano l'assegnazione perpetua degli arcivescovadi e del vescovado di Alghero in quanto il Regno poteva contare su persone di grandi qualità e cultura, idonee ad occupare dignità ecclesiastiche così elevate. Semmai, per l'arcivescovado di Cagliari, più importante rispetto agli altri due di Sassari e Oristano, si poteva pensare ad una sorta di alternanza fra un nativo e uno straniero167. Anche il cancelliere apostolico poteva essere — secondo gli Stamenti — un nativo, dottore in leggi, graduato in una Università con esami regolari, esperto quindi in diritto civile e canonico. Lo stesso criterio doveva guidare nella scelta degli ufficiali dell'amministrazione regia mentre — ci si lamentava — venivano sempre preferiti gli spagnoli ai sardi. Non ebbe infatti alcun esito la richiesta di assegnare i posti vacanti e gli uffici giudiziari e patrimoniali, di toga e cappa e spada, le cariche di reggente e fiscale regio, di coadiutore del razionale, di procuratore fiscale ecc. ai regnicoli, come avveniva negli altri regni della Corona d'Aragona. Ciò generava la protesta dei sardi che affermavano di essere "vassalli di non minor dignità rispetto agli altri". Gli Stamenti pretendevano inoltre pari opportunità di trattamento all'interno della monarchia e quindi che spettasse anche ai sardi ricoprire cariche negli altri Regni, così come avveniva, ad esempio, per le nomine di uditore della Rota (cioè giudice civile della Reale Udienza), ufficio che veniva conferito a turno a dottori provenienti dai regni d'Aragona, Valenza e Catalogna. Le stesse modalità gliere i capitoli di Corte e proseguire così le raccolte di Francesco Bellit (1572) e di Pietro Giovanni Arquer (1591). La compilazione, strutturata per materie e divisa in 8 libri, articolati a loro volta in titoli e capitoli, venne conclusa nel 1641 e stampata nel 1645. Insieme alle Leyes y pragnuiticas reales del Revno de Sardeiia di Francesco De Vico (Napoli 1640), i tre volumi, scaturiti dalla necessità di porre ordine ad una normativa dispersa e di difficile reperimento, si collocano nell'ambito delle raccolte ad uso privato ispirate a criteri di conservazione e documentazione. La compilazione può quindi rientrare a pieno titolo tra le collezioni più importanti che si realizzarono negli Stati italiani ed europei nel secolo XVII. Cfr. su questi temi M. VR)RA, Consolidazioni e codificazioni. Contributo alla storia della codificazione, Torino, 1967; G. TARELLO, Storia della cultura giuridica moderna, I. Assolutismo e codificazione del diritto, Bologna, 1976, pp. 191-197; A. CAVANNA, Storia del diritto moderno in Europa, 1. Le fonti e il pensiero giuridico, Milano, 1979, pp. 254 e ss.; U. PETRONIO, Una categoria storiografica da rivedere, in «Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno», XIII (1984), pp. 705-717 ed anche, se pur datati, A. PERTILE, Storia del diritto italiano, II. Storia del diritto pubblico e delle fonti, Torino, 1898, pp. 460-477; P. S. LEICIFF, Storia del diritto italiano. Le fonti, Milano, 1956, pp. 254-259. Sulle compilazioni si rinvia anche al cap. 3, pp. 33-43 di questo saggio introduttivo. 167 Sulla riserva delle cariche cfr. B. ANATRA, Corona e ceti cit., pp. 39-41 e ss; In, La Sardegna degli ultimi cit., p. 565 e passim. La questione dell'alternanza fra spagnoli e «naturali » era presente anche negli altri Regni italiani; a metà del secolo XVI a Napoli, si era creato un duro scontro sulla divisione delle cariche pubbliche, cfr. in proposito P. L. ROVITO, Respublica dei togati. Giuristi e società nella Napoli del Seicento, I. Le garanzie giuridiche, Napoli, 1981, p. 331; R. AJELLO, Una società anomala cit.; per lo Stato di Milano vedi U...PETRoNio, //Senato di Milano cit. 70 dovevano essere inoltre osservate nelle milizie sia di terra che di mare e nella squadra delle galere, il cui mantenimento era a totale carico delle finanze locali. Le problematiche relative all'amministrazione della giustizia erano indubbiamente più complesse e articolate e investivano anche i delicati rapporti intercorrenti tra giurisdizione regia, baronale, ecclesiastica ed inquisitoriale. I conflitti di competenza tra le curie erano frequentissimi. Dal 1551 con il Breve emanato dal pontefice Giulio III che estese alla Sardegna l'Apostolica Reale Concordia, le controversie sul merito della causa, se spettasse o meno alla curia ecclesiastica o alla secolare, erano affidate ad un cancelliere regio-apostolico, chiamato appunto juez de competencias, insieme ad alcuni arbitri168. Con il trascorrere del tempo, però, i procedimenti, anziché essere istruiti entro 30 giorni come stabilito, venivano prorogati d'ufficio dal cancelliere o su istanza del regio fisco, senza ragioni valide se non quelle dell'incuria e della negligenza. Per porre rimedio ai gravi inconvenienti che derivavano da tali rinvii ingiustificati — essendo frequenti i casi di dissidio fra le due giurisdizioni — gli Stamenti proponevano che la causa passasse alla curia ecclesiastica e, laddove i ritardi fossero dovuti ad indisposizione del cancelliere, il viceré o chi presiedeva la Reale Udienza dovesse nominare un sostituto. Per quel che riguardava le questioni relative alle precedenze degli arbitri e alle modalità di riunione, essi rimandavano alle clausole della Reale Concordia, ritenendo che per pronunciarsi fossero sufficienti cinque giorni: trascorso tale termine, la causa doveva essere decisa dal cancelliere. Il viceré, particolarmente sensibile al problema della giustizia, si pronunciò a favore della supplica decretando l'abolizione delle proroghe; in merito alle precedenze fra gli arbitri ricordò che il sovrano aveva già precisato che il reggente la Reale Cancelleria era l'arbitro ordinario della giuri168 L'Apostolica Reale Concordia fu stipulata per la prima volta nel 1372 tra Eleonora moglie di Pietro IV d'Aragona ed il pontefice Gregorio XI; essa prevedeva per il solo Regno d'Aragona che, ín caso di conflitto di competenza tra le due giurisdizioni, la questione venisse risolta con un arbitrato in cui a decidere fossero i rappresentanti di entrambe le parti; quando non si giungeva ad un accordo e sorgeva il dubium de dubio la risoluzione passava al cancelliere. Per il testo della Concordia, le funzioni del cancelliere regio apostolico o giudice de competencias ed in generale sulla materia ecclesiastica cfr. P. D. Coco DE HARO, Cartas reales acordadas en materias ecclesiasticas, (1727), 2 voll., e la Raccolta degli usi di Sardegna in materia ecclesiastica compilata dal reggente la Reale Cancelleria Guglielmo Beltramo (1728), 2 voli., capp. XI-XV11 (ASC, Biblioteca, mss. n. 8 e n.12); A. ERA, Tribunali ecclesiastici in Sardegna, Sassari, 1939, pp.132-157. Sulle raccolte e sui funzionari cfr. A. MATTONE, Istituzioni e riforme nella Sardegna del Settecento, in Dal Trono all'albero della libertà. Trasformazioni e continuità istituzionali nei territori del Regno di Sardegna dall'antico regime all'età rivoluzionaria, Atti del Convegno, Torino 11-13 settembre 1989, Roma, 1991, torno I, pp. 354-355; G. DE GIUDICI, La biblioteca di un magistrato piemontese del Settecento. G. E E. Beltramo primo presidente della Camera dei Conti di Torino, in «Rivista di Storia del Diritto», LXVIII (1995), vol. LXVIII, pp. 203-232. 71 sdizione regia e il vicario generale dell'arcivescovado di Cagliari il giudice delle liti mosse nella curia ecclesiastica della città, mentre negli altri arcivescovadi doveva esservi un letrado o persona ecclesiastica. Il Tribunale del Santo Officio che vigilava sulla rigida osservanza della fede, con sede a Sassari, operava nell'isola dalla fine del secolo XV. Era costituito da due inquisitori, un fiscale, due segretari, un alguazile maggiore, un portiere, un alcaide, un ricevitore dei redditi ed una numerosa schiera di consiglieri, familiari e ministri vari169. La sua presenza era mal tollerata dalla gran parte della popolazione, non solo perché poteva colpire tutti indistintamente, sulla base di semplici sospetti, ma soprattutto per la requisizione dei beni che seguiva alle accuse, con gravi danni per gli inquisiti e per l'economia in generale. Oltre questo aspetto vi era il problema delle interferenze giurisdizionali: nonostante i concordati firmati fra le parti, gli attriti e le reciproche invasioni di campo erano infatti frequenti. Gli inquisitori non si curavano di rispettare gli accordi e procedevano di fatto con censure contro i ministri e le persone sia secolari che ecclesiastiche, turbando la pace in modo tale che neanche attraverso le letras de conferencia si riusciva a raggiungere un accordo. Nella maggior parte dei casi quindi la decisione veniva rimandata ai Consejos Supremos, con notevoli disagi perché 169 Sull'Inquisizione nell'isola cfr. M. PINNA, Tracce dell'inquisizione in Sardegna (appunti), Cagliari, 1893; E. MARTINEZ FERRANDO, Un conflitto en la Inquisicion de Cerdeiia durante el primer lercio del siglo XVII, in Atti del VI Congresso internazionale di Studi sardi, Cagliari, 1961, pp. 461-504; G. SORGIA, Studi sull'inquisizione in Sardegna, Sassari, 1961; ID., L'inquisizione in Sardegna, Cagliari, 1991; G. OLLA REPETTO, Un inventario di beni dell'Inquisizione in Sardegna nell'anno 1591, in Atti del Convegno di Studi religiosi sardi (Cagliari, 24-26 maggio 1962), Padova, 1963, pp. 109-123; G. Loi PUDDU, Conflitti di competenze tra la magistratura reale e quella inquisitoriale in Sardegna nel secolo XVII, Milano, 1974; A. BORROMEO, Contributo allo studio dell'Inquisizione e dei suoi rapporti con il potere episcopale nell'Italia spagnola del Cinquecento, in «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea», XXIX-XXX (1977-78), pp. 219-276; ID., L'inquisizione, in La società sarda cit., pp. 142-151; J. CONTRERAS, Algunas consideraciones sobre las relaciones de causas de Sicilia y Cerdeiia, in «Annuario dell'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea», XXXVII-XXXVIII (1985-86), pp. 181-199; A. RONDINE, Inquisizione e potere reale in Sardegna. La politica di Ferdinando II d'Aragona e l'insediamento del Tribunale dell'Inquisizione in Sardegna (1492-1516), in El poder real en la Corona de Aragón (siglos XIV XVI), Atti del XV Congresso di Storia della Corona d'Aragona (Jaca, 20-25 settembre 1993), Zaragoza, 1996, pp. 561-568; ID., Inquisizione spagnola censura e libri proibiti in Sardegna nel '500 e '600, Sassari, 1996; B. ANATRA, I conti dell'Inquisizione sarda nell'età di Carlo V, in Sardegna cit., pp. 425-432. Sulla differenze tra Inquisizione romana e spagnola cfr. M. FIRPO, Inquisizione romana e controriforma. Studi sul cardinal Giovanni Morone e il suo processo d'eresia, Bologna, 1992; ID., Alcune considerazioni sull'esperienza religiosa di Sigismondo Arquer, in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, vol.1, Cagliari, 1993, pp. 347-419. Cfr. inoltre per l'ampio inquadramento storico-politico sul tema H. KAMEN, L'Inquisizione spagnola, Milano, 1973; B. BENNASSAR, Storia dell'Inquisizione spagnola dal XV al XIX secolo, Milano, 1980; ed infine il recente R. TURTAS, Storia della Chiesa cit., pp. 361-373. 72 passavano molti anni prima di arrivare ad una risoluzione. Gli Stamenti chiesero al viceré di intervenire per mitigare questa confusione istituzionale decretando che, ove si verificassero tali conflitti di competenza con il tribunale dell'Inquisizione, tanto nel campo civile che nell'ecclesiastico, si procedesse a nominare un terzo, preferibilmente il cancelliere de competencias, con facoltà di decidere in merito. Lo stesso cancelliere, proponevano gli Stamenti, poteva anche giudicare in appello delle sentenze del Tribunale dell'Inquisizione — ad eccezione di quelle che riguardavano la fede — ed evitare così il ricorso al Consiglio Supremo che comportava l'allungamento dei tempi del procedimento con conseguente aumento delle spese, oltre ad una serie di costrizioni e la privazione della libertà per la parte interessatam.Il viceré si mostrò sensibile a queste suppliche, ma trattandosi di una questione di carattere molto generale che andava anche oltre i limiti territoriali del Regno di Sardegna fu costretto a rimandare la decisione al sovrano che, secondo lui, avrebbe dato la «providencia» più conveniente «en materia». Il problema dei costi e dei pericoli che gravavano sui regnicoli costretti per avere giustizia ad attraversare il mare si ripresentava nelle cause d'appello pendenti davanti aí tribunali ecclesiastici. Per evitare il ricorso alla Curia romana era stato creato un «juez de gravamenes y appellassiones», ma poiché capitava che la maggior parte delle cause, anche le "minime", venisse portata direttamente presso la Sacra Rota romana, gli Stamenti chiesero che il sovrano intercedesse presso il papa affinché affermasse la validità del giudice dei gravami e che, fino alla decisione di questi, non si ammettesse appello al pontefice se non in caso di devoluzione. La decisione anche in questo caso spettava al re e il conte di Montellano si limitò infatti a trasmetterla. Il corso ordinario della giustizia veniva impedito di frequente dalle «letras causa videndi et recognoscendi» emesse dal Supremo Consiglio d'Aragona per avocare a sé un procedimento giudiziario. Era questo lo strumento a cui ricorreva la parte più forte per impedire la prosecuzione della causa e ritardare così «la paga de lo que se les pretende», ossia il risarcimento del danno, contro il prescritto della regia prammatica e dei capitoli di Corte"' . Contro la decisione di una delle sale della Reale Udienza si poteva ricorrere attraverso la supplicazione, ma le letras interrompevano lo svolgimento della causa prima dell'emanazione stessa della sentenza, quando non era ancora concluso l'iter di primo grado, creando notevoli disagi alla parte più debole, cui veniva meno uno dei diritti fondamentali172. Gli 17° Gli Stamenti ritenevano che, nei casi di ricorso, oltre al cancelliere apostolico poteva essere nominato anche uno dei giudici d'appello del tribunale ecclesiastico destinati alla Sardegna dai papi Pio V e Urbano VIII (Cfr. J. DEXART, Capitula cit.,1. III, tit. VI, cap. II). 171 E DE VICO, Leyes reales cit., cap.1,tit. I ; J. DEXART, Capitula cit., lib. 2, tit. 2, capi 172 Sul supremo tribunale di Sardegna cfr. L. LA VACCARA, La Reale Udienza. Contributo 73 Stamenti chiedevano quindi che non venissero inviate tali letras perché contra legem e, nel caso in cui fossero state predisposte, non avessero validità se non dopo il giudizio del tribunale supremo del Regno. Le lettere di avocazione, infatti, erano viziate da molti elementi pregiudiziali che venivano sollevati dalla parte interessata e impedivano il regolare svolgimento della giustizia, creando un generale clima di scontento per le lungaggini che ne derivavano e per l'enorme lievitazione dei costi procedurali 173 . In presenza di letras si chiedeva quindi che fosse l'interessato a trasmettere a sue spese gli atti presso il Consejo Supremo e che, entro un anno dalla notificazione del passaggio, la causa dovesse essere decisa, altrimenti il procedimento sarebbe tornato alla curia competente. Un caso destava la particolare attenzione degli Stamenti, quello del marchesato di Torralba e dei beni del fu Michele Comprat, procedimento sospeso da oltre quaranta anni, quando una letra causa videndi, avocando la causa al Consiglio d'Aragona, ne aveva bloccato l'iter nel tribunale isolano'74. Il viceré non era certo insensibile alle richieste stamentarie, data l'importanza che attribuiva all'amministrazione della giustizia — già sottolineata in maniera netta nel discorso di apertura del Parlamento —, ma non poteva d'altra parte sconfessare una pratica di uso corrente. Si limitò perciò a rinviare alla decisione sovrana. Il conte di Montellano nel corso del suo mandato aveva emanato alcuni alla storia delle istituzioni sarde durante il periodo spagnolo e sabaudo, Cagliari, 1928; E LODDO CANEPA, La Sardegna dal 1478 al 1793. I. Gli anni 1478-1720, a cura di G. Todde, Sassari, 1975, pp. 180-197; B. ANATRA, Dall'unificazione cit., pp. 471-475; A. MATTONE, Le istituzioni e le forme di governo, in L'Età moderna cit., pp. 240-252; sulla nascita della Reale Udienza cfr. in particolare, dello stesso autore, il recente saggio Il Regno di Sardegna e il Mediterraneo nell'età di Filippo IL Difesa del territorio e accentramento statale, in «Studi storici», 2001, pp. 319-335. ' 7 ' In generale sulle fasi processuali dell'età moderna cfr. G. ALESSI, Il processo penale. Profilo storico, Roma-Bari, 2001, pp. 97-108; sulle disfunzioni e sulle lungaggini della giurisprudenza, sui metodi di lavoro della magistratura cfr. le lucide critiche, seppur riferite al secolo successivo, di R. AIELLO, Arcana ítiris. Diritto e politica nel settecento italiano, Napoli, 1976, pp. 29-108, e di M. N. MILETTI, Ordine legale e potere giurisdizionale. Arbitrio e giustizia nella Napoli austriaca, in «Frontiera d'Europa», III (1997), n. 2, pp. 17-79. i74 Il procuratore del marchesato di Torralba, in virtù di alcune salvaguardie reali (ossia sentenze viceregie in materia possessoria), usurpò vari territori a don Filippo Pilo Boyl, barone di Putifigari, che però riuscì a provarne il legittimo possesso. Il procuratore del marchesato cercò allora con ogni mezzo di procrastinare la risoluzione della lite sino ad ottenere una lettera di avocazione da parte del Conscio. La Reale Udienza respinse l'istanza con la motivazione che la letra era stata presentata oltre i termini previsti e che il procuratore aveva alterato la realtà dei fatti senza attenersi alle disposizioni della Regia Prammatica; nello stesso tempo revocò le salvaguardie rimettendo il barone nel suo possesso. Tuttavia, ancor prima di porre in esecuzione la sentenza, intervenne un'altra tetra causa videndi ad ostacolare l'iter e annullare l'operato della Reale Udienza, fatto questo — come sottolineavano gli Stamenti — lesivo della dignità della magistratura sarda, formata da uomini di solida preparazione giuridica e maturità (Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 211, cap.13). 74 pregoni in materia giudiziaria, precisando, tra l'altro, le formalità di rito che i giudici erano tenuti ad osservare nei procedimenti in contumacia175. Se questa prassi era però possibile per i magistrati della Reale Udienza molte erano le difficoltà in cui venivano a trovarsi le curie baronali, non sempre affidate a dottori in legge'76. Poiché chi non rispettava le disposizioni rischiava una pena pecuniaria di 50 ducati e la privazione dell'ufficio, capitava che non si trovassero più persone disposte a ricoprire gli uffici di giustizia baronale. La feudalità si allarmò enormemente in quanto con il venir meno dei ministri si rendeva inoperante la stessa giurisdizione: essa rischiava quindi di vedersi sottrarre una delle rendite e delle prerogative che contraddistinguevano il suo potere dal momento che era anche stabilito che i processi in contumacia dovessero concludersi entro tre mesi pena l'avocazione da parte della Reale Udienza. Ritenendosi, quindi, gravemente danneggiati dalla promulgazione dei pregoni, provvedimenti che non potevano essere di pregiudizio alla giustizia baronale in conformità ai capitoli di Corte raccolti dal Dexart ed approvati nel Parlamento del conte di Santo Stefanom, gli Stamenti chiesero che non si tenesse conto di essi ma si continuasse ad osservare sulla materia le prammatiche e i capitoli di Cortem. Il viceré tuttavia non recedette dalle sue decisioni, ribadendo la necessità di una maggiore preparazione nell'esercizio della giustizia e sottolineando che i pregoni intervenivano a disciplinare e a precisare meglio ciò che nelle prammatiche era solo accennato e non chiarito. L'avocazione dei procedimenti era prevista anche in prima istanza con il pretesto di bandosidad e causis bene visis, senza espressa motivazione, in modo tale che qualsiasi causa poteva essere sottratta al corso regolare, togliendo la possibilità dell'appello e limitando ancora una volta la giurisdizione baronale contro il disposto dei capitoli della prammatica che individuava i casi delle avocazioni179. Il viceré si limitò a trasmettere la supplica al sovrano. In realtà la giustizia feudale era in genere amministrata, in particolare 75 Si tratta del pregone generale del 3 luglio 1697 emanato per l'estirpazione di « homicidios y hurtos y otros delictos que se cometen con frequencia en este Reyno», cfr. ASC, Reale Udienza, classe IV, Pregoni, vol. 75, cc. 31-43v.; la normativa per el prwessos de ausenqia è alle cc. 38-41v. 17( A capo delle curie feudali vi erano ufficiali nominati dai feudatari. La scelta cadeva di solito su persone incolte: anche quando fu stabilito che i giudici fossero nominati sulla base di una terna proposta dai vassalli, questi risultavano sempre personas de inferior e.sfera, come segnalavano gli stessi baroni (U. G. MONDOLFO, Il regime giuridico del feudo in Sardegna, in «Archivio giuridico Filippo Serafini», III (1905), fase. 1, ora in H feudalesimo in Sardegna, a cura di A. BoscoLo, Cagliari, 1967, pp. 277-280). 177 J. DExAvr, Capitula cit., lib.1, tit. 5, cap. 16; lib. 7, tit. 2, capp.17-18; per il Parlamento del conte di S. Stefano, cfr. ASC, Biblioteca, ms. n. 9, Resumen cit., pp. 6-6v. DEXART, Capitula cit., lib. 1, tit. 7, cap. 4; F. DE Vico, Leyes reales cit., tit. 9, capp. 8-9. 179 j. DF.XART, Capitula cit., lib. 5, tit. 2, cap. 9; E DE Vico, Leyes reales cit., tit. 18, cap. 4. 75 nelle curie minori, da persone dotate di una preparazione giuridica approssimativa e di una situazione sociale precaria in quanto era, per esempio, vietato a chi ricopriva l'incarico di giudice ordinario o di scrivano possedere bestiame. Questa condizione non agevolava la scelta, anzi la limitava: i baroni, infatti, con molta difficoltà riuscivano a trovare ministri idonei all'incarico che fossero anche disponibili a cedere i loro patrimoni; tutto ciò si ripercuoteva negativamente sull'esercizio della giustizia. La conflittualità esistente fra la giurisdizione regia e la baronale si esercitava sulla natura stessa del feudo. Le eccessive spoliazioni che il re subiva delle sue prerogative a favore dei feudatari conferivano a questi ultimi una piena sovranità all'interno dei propri territori: la trasmissione ereditaria del beneficio feudale era proprio il simbolo più evidente di tale sovranità'8°. Alla morte del titolare il feudo passava al successore legittimo, il primogenito in linea maschile secondo la forma rigorosa dello iuxta morem Italiae adottato inizialmente dai sovrani aragonesi per la Sardegna e per questo detto anche mos Sardiniae. Nel corso del tempo i sovrani erano stati costretti a fare ulteriori concessioni ai signori e il feudo aveva acquisito le caratteristiche del mos Cathaloniae, assumendo quindi la forma giuridica dell'allodio, ossia di feudo "ereditario" 181. Quando avveniva che in un feudo proprio, cioè secondo mos Italiae, si estingueva la discendenza maschile prevista nell'atto di infeudazione, il diritto di reversione spettava alla Corona a meno che, mediante ampliazioni, si fosse concesso alle donne il diritto alla successione. I feudatari sardi affrontarono il problema della trasmissione ereditaria richiamando l'attenzione sul fenomeno dell'estinzione delle principali casate del Regno di Sardegna originato dagli eccessi del regio fisco che, alla morte del titolare senza figli maschi, riacquisiva di fatto il possesso 180 Sulla natura giuridica del feudo e sulle sue caratteristiche in Sardegna esiste una vasta letteratura; qui si rinvia alla raccolta di saggi curata da A. BOSCOLO, II feudalesimo cit., ed in particolare A. SOLMI, Sulla origine e sulla natura del feudo in Sardegna, («Rivista italiana di sociologia», X (1906), n. 1) pp. 145-178; U. G. MONDOLFO, Il regime cit., pp. 201-282; inoltre per la distribuzione dei feudi nel territorio isolano e le loro vicende cfr. Storia dei feudi della Sardegna, databile alla fine del secolo XVIII, in ASC, Biblioteca, ms. 5 /1-2; V. ANGIUS, Memorie sui feudi sardi, in Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il re di Sardegna, a cura di G. CASALIS, Torino, 1856, vol. XVII[ quater, pp. 5-399; F. LODDO CANEPA, Il feudalesimo e le condizioni generali della Sardegna. Dati statistici sull'abolizione dei feudi sardi, in «Archivio storico sardo», XIV (1923), pp. 1-152; cfr. anche B. ANATRA, Economia sarda e commercio mediterraneo nel Basso Medioevo e nell'Età Moderna, in L'Età moderna cit., pp. 185211; G. DONEDDU, Ceti privilegiati e proprietà fondiaria nella Sardegna del secolo XVIII, Milano, 1990, in particolare le pp. 187-273. 181 Sul processo di "allodiazione" («mostruosità giuridica») vedi le impressioni dei funzionari settecenteschi in G. RICUPERATI, Il riformismo sabaudo settecentesco e la Sardegna. Appunti per una discussione, in «Studi storici», XXVII (1986), n. 1, pp. 58-62, ora anche in I volti della pubblica felicità. Storiografia e politica nel Piemonte settecentesco, Torino, 1989; A. MATTONE, Istituzioni e riforme nella Sardegna del Settecento cit., p. 358. 76 dei territori. Venivano quindi privati del possesso degli estados figlie, discendenti ed eredi designati per testamento, prima ancora che fosse decisa giuridicamente la devoluzione per linea femminile. Inoltre il Fisco patrimoniale, per impadronirsi definitivamente dei feudi, inoltrava la lite al Supremo Consiglio d'Aragona con grave danno per le donne che, per le eccessive spese da sostenere, erano costrette ad abbandonare la causa, il cui corso prendeva una strada che non rispettava la natura di feudo improprio esteso alle donne. La contea di Monteleone, alla morte dell'ultimo titolare, era stata acquisita dalla figlia Simona Roca Marti Castelvì, con sentenza del tribunale del Real Patrimonio insieme ai voti della Reale Udienza. Il regio Fisco, però, aveva interposto appello alla stessa Reale Udienza, in opposizione ad un privilegio emanato dal re Giovanni II il 25 agosto 1475 e ai cipitoli di Corte in cui si disponeva che non era ammissibile l'appello contro sentenze civili o criminali in cui avesse votato l'avvocato fiscale e patrimoniale'82. Intervenne ad interrompere l'esecuzione della sentenza una letra causa videndi sollecitata dal fisco stesso. Situazione simile era quella che si era verificata nella baronia di Gesico e Goni, dove erano stati requisiti i territori in possesso della figlia del quondam don Antiogo Sanna Malonda con il pretesto che si trattava di feudo rigoroso. In realtà «Su Magestad dispensò — come si legge negli atti — que en este feudo pudiessen suceder mujeres ademàs que en este Reyno no quedan excluhidas las hembras de los feudos como en Cataluiia». Gli Stamenti chiedevano che, nel caso in cui non si volesse riconoscere la successione a donna Beatrice, si concedesse almeno il possesso al canonico don Pietro Sanna, suo zio, o al fratello, pure canonico, don Pietro, in quanto la loro condizione di ecclesiastici non impediva di acquisire feudi dal momento che «por no hallarse expressamente excluida esta calidad en la enfeudassion, y porque la naturalesa de los feudos d.este Reyno no prohíbe el posseherlos persona ecclesiastica secular por haverse reduzido su serbicio pagar en dinero»: ormai, infatti, il servizio militare a cui in passato erano subordinati i benefici si era trasformato in un tributo in denaro. L'unica perplessità per la Corona poteva essere semmai legata alla volontà di impedire che il patrimonio feudale andasse ad ingrossare la manomorta183. Il conte di Montellano si espresse a favore della risoluzione prospettata dagli Stamenti per entrambe le situazioni: la prima era «justificada» e la seconda «iusta y piadosa». Per quanto riguardava invece la richiesta di consentire la successione dei feudi alle donne in mancanza di eredi di linea maschile il viceré consigliò il ricorso al sovrano184 . 182 J. DEXART, Capitula cit., lib. 5, tit. 7, cap. 13. 183 U. 184 G. MONDOLFO, Il regime cit., pp. 235-237. Le ragioni di donna Simona Roca Mani Castelvì non furono fatte salve; solo nel 1712 la 77 7.2. Lo Stamento militare Nelle richieste presentate separatamente, lo Stamento militare puntò alla piena riconferma dei propri privilegi mirando soprattutto ad evitare che si verificassero interferenze nell'ambito della giurisdizione feudale. Il ceto nobiliare rivendicò con forza che non si derogasse dai capitoli di Corte già concessi a suo favore e, soprattutto, che il proprio status non venisse leso o limitato da privilegi o grazie elargiti ad altri. Era tuttavia il tema dell'amministrazione della giustizia a sollevare le questioni più importanti: ad esso il viceré aveva prestato grande attenzione. Il pregone del 3 luglio 1697, aspramente osteggiato dai signori feudali, aveva infatti previsto pesanti multe nei confronti dei ministri baronali che non avessero rispettato gli adempimenti prescritti185. Il conte di Montellano addebitava la maggior parte delle carenze alla negligenza e alla scarsa responsabilità degli ufficiali che, a suo avviso, favorivano la diffusione e l'impunità stessa dei delinquenti. Aveva quindi ordinato ai «capitanes, potestades, officiales e demas iuezes ordinarios y los principales de las villas y lugares» nei cui territori fossero stati commessi delitti gravi (omicidi, furti, incendi, fabbricazione di moneta falsa, resistenza alla giustizia, porto d'arma da fuoco, reati commessi in quadrillas de gente armada e vendette) di procedere subito alla loro verifica e, entro un termine di otto giorni, assicurare i colpevoli alla giustizia, sotto pena del pagamento di 100 ducati. Appena avuta conoscenza del delitto, i ministri avrebbero dovuto notificare l'accaduto ai principales diputatos dei villaggi perché avviassero subito le ricerche'86; nel caso in cui questi non fossero riusciti a provare i reati e a catturare i rei, trascorsi sedici giorni, sempre dietro penale di 100 ducati, dovevano recarsi presso il magistrato della Reale Udienza a presentare le loro giustificazioni. Secondo tale normativa gli ufficiali e i "principali" dei villaggi venivano dunque considerati responsabili, sia pure indirettamente, dei delitti commessi nei loro territori dei quali non si riusciva ad identificare i colpevoli e, per questo, condannati al pagamento di una multa. I militari contrastavano tali misure ritenendo che non agevolassero il corso della giustizia ma, al contrario, lo rendessero ancora più cavilloso. causa si compose a favore di don Domenico Brunengo che ereditò i suoi diritti (Storia dei feudi cit., vol. 2, cc. 307-332). 11 possesso delle ville di Gesico e Goni non fu riconosciuto a donna Beatrice Sanna Malonda e la lite si trascinò a lungo anche sotto i Savoia, quando l'intendente generale dichiarò devoluti quei territori che nel 1747 furono alienati a donna Giovanna Maria di Cervellón ed elevati a marchesato di San Tommaso (ibidem, vol. 1, cc. 158-168, vol. 2, cc. 701752). 185 Anche nella prammatica del 1686 al cap. 7 era stabilito che «los sugetos principales de los lugares circunvezinos donde se cometieren los delictos tengan obligacion dentro del termino precisso que se les senalare de prehender à los agresores, y no haziendo, esten obligados à pagar los danos...» (F. Lonuo CANEPA, Due complessi cit., p. 44). 78 Capitava così, sempre più spesso, che i tutori della legge nascondessero i delitti sino ad arrivare, quando non riuscivano ad evitare che la notizia trapelasse, a corrompere testimoni perché accusassero del reato i loro nemici. Inoltre il territorio da controllare era troppo esteso, oltre cinquanta miglia, rispetto all'esiguo corpo degli addetti alla giustizia; la città di Cagliari, ad esempio — replicavano i baroni —, aveva più giudici a disposizione anche se vi si registrava ugualmente un numero elevato di delitti. Nei villaggi, inoltre, a causa di questi provvedimenti si stava verificando un continuo esodo verso le zone urbane: vi rimanevano soltanto le persone più povere e disagiate che andavano poi a ricoprire i posti di ministri con grave pregiudizio, quindi, della giustizia baronale. I feudatari rivendicavano il rispetto della prammatica nella quale, secondo loro, «se ha dado bastante providencia para los casos en que no se puede averiguar los reos iertos» e in cui, a carico dei ministri, non era prevista alcuna penale37. Il viceré ovviamente respinse questa supplica che andava contro i suoi dettami, affermando seccamente: «guardense los reales pregones». La supplica presentata dai militari richiamava direttamente l'osservanza di un istituto molto antico, quello dell'incarica, di origine consuetudinaria e poi recepito nella legislazione statutaria trecentesca (Statuti di Sassari e di Castelgenovese, Carta de Logu cagliaritana, Carta de Logu d'Arborea): esso si basava sul principio della responsabilità collettiva della comunità dinanzi ai delitti commessi da ignoti nel territorio di sua pertinenza'88. Oltre al 186 II viceré, perché non si creassero difficoltà sull'individuazione dei principales, stabilì che ogni comunità dovesse nominare 9 persone, tre di ogni calidad, che, insieme al ministro superiore e al sindaco della comunità, eleggessero i suoi principali e deputati nella misura di 1/6 sul totale della popolazione (ASC, Reale Udienza, classe IV, Pregoni, vo1.75/15, cc. 32 v.-33). 181 E DE Vico, Leyes reales cit., tit. XXI, capp. 1, 6. 188 Sull'istituto dell'incarica di origine bizantina e vigente in Sardegna sino alla "codificazione feliciana" del 1827, cfr., G. PILLITO, Dizionario del linguaggio archivistico in Sardegna, Cagliari, 1886, pp. 84-85; U. G. MONDOLFO, Responsabilità e garanzia collettiva per danni patri177017idi nella storia del diritto sardo nel Medio Evo, in «Rivista italiana per le scienze giuridiche», XXIX (1900), fasce. I-lI; A. LATTES, Le leggi civili e criminali pel Regno di Sardegna, in «Studi economico-giuridici pubblicati per cura della Facoltà di Giurisprudenza», I (1909), pp. 187-286, poi anche in La Sardegna di Carlo Felice e il problema della terra, a cura di C. Sole, Cagliari, 1967, pp. 405-509; G. M. LEI SPANO, La questione sarda con dati originali; Sassari, 1922, pp. 69-101; R. Di Taxi, Nuove ricerche e documenti sull'ordinamento giudiziario e sul processo sardo nel Medio Evo, in «Archivio storico sardo», XIV (1922), pp. 275-322; ID., Il diritto pubblico della Sardegna nel Medio Evo, in «Archivio storico sardo», XV (1924), fasce. 3-4, pp. 3-131; G. OLLA REPETTO, L'ordinamento costituzionale-amministrativo della Sardegna alla fine del '300, in Il mondo della Carta de Logu, Cagliari, 1979, pp. 162-166; M. DA PASSANO, Delitto e delinquenza nella Sardegna sabauda (1823-1844), Milano, 1984, pp. 39-43; M. TANGHERONI, Di alcuni ritrovati capitoli della «Carta de logu» cagliaritana: prima notizia, in «Archivio storico sardo», XXXV(1986), pp. 35-50, ID., La Carta de logu del Regno giudicale di Calari. Prima trascrizione, «Medioevo. Saggi e Rassegne», 1994, n. 19, pp. 29-37; I. Butocci-u, La consuetudine nel diritto agrario sardo. Riflessioni sugli spunti offerti dagli Statuti sassaresi, in Gli Statuti Sassaresi. Economia, società, istituzioni a Sassari nel Medioevo e nell'Età Moderna, a 79 risarcimento economico del danneggiato era prevista anche una ammenda in denaro a carico della comunità come sanzione imposta dall'autorità sovrana. Secondo la Carta de Logu i giurati della villa che non riuscivano a catturare l'autore del delitto entro un mese erano infatti obbligati a pagare una penale insieme agli abitanti189. La prammatica, De la reffación y emienda de los daiios que comunemente se llama carrega o encarrega, invocata dai baroni a sostegno della loro richiesta, si rifaceva esplicitamente ai capitoli dello Statuto arborense confermati nel Parlamento Cardona (15441545)19°. La volontà di tornare all'antico era però dovuta essenzialmente al fatto che i signori, all'interno dei loro feudi, stipulavano accordi con i vassalli i quali, pur di essere esentati dal pagamento della penale, offrivano in cambio capi di bestiame, grano, denaro e altri servizi. L'incarica si era quindi trasformata in una sorta di contributo fisso, indipendente dal verificarsi o meno del delitto, a vantaggio dei feudatari che poca cura riservavano alla prevenzione e alla repressione dei delitti. Proprio il venir meno di queste entrate, insieme al controllo costante e severo che l'amministrazione regia andava ad esercitare sulla feudalità attraverso le disposizioni impartite nei pregoni, aveva spinto i baroni a rivendicare l'osservanza della prammatica. Ma la Corona sembrava intenzionata a non concedere altro ai signori feudali, tanto che le norme del conte di Montellano sulla responsabilità dei principali e sui processi contumaciali erano state riconfermate integralmente nel Pregone generale «sobre todas las materias pertenecientes à la buena admnistración de justizia...» emanato dal duca di San Giovanni, don Fernando di Moncada, che gli succedette nel governo dell'isola19 I . cura di A. Mattone e M. Tangheroni, Atti del Convegno (Sassari 12-14 maggio 1983) Cagliari, 1986, p. 338; A. MATTONE, Il feudo e la comunità di villaggio, in L'Età moderna cit., pp. 354355; sulla persistenza dell'incarica nel primo Ottocento G. CATANI, C. FERRANTE, Un antico istituto del diritto criminale ssardo: l'incarica dalla Carta de Logu alle Leggi civili e criminali di Carlo Felice (XIV-XIX secolo), in La Carta de Logu nella storia del diritto italiano, Atti del Convegno di studi, Cagliari, 9-11 dicembre 1993, in corso di stampa. 189 Per i capitoli della Carta de Logu cfr. le edizioni di H. OLIVES, Commentaria et glosa in Cartam de Logu, Calari, 1708; G. M. —AMELI m DE MANNELLI, Le Costituzioni di Eleonora giudicessa d'Arborea intitolate Carta De Logu..., Roma, 1805, ora anche nella recente traduzione di F. C. CASULA, La "Carta De Logu" del regno di Arborea, Cagliari 1994. I capitoli XIII, XXXIII, XLV, XLVI, CLXXXV riguardano l'incarica; i capp. XVI e XXXIX trattano in particolare del principio di responsabilità dei giurati; il primo definisce la composizione numerica (10 per il villaggio grande e 5 per il piccolo) e sancisce l'obbligo per essi di catturare e consegnare i delinquenti; il secondo stabilisce che i giurati, ai quali sia stato ordinato di catturare un ladro e non abbiano eseguito l'ordine, debbano versare 20 soldi ciascuno, indennizzare la vittima e pagare la multa insieme al villaggio. 190 F. DE VICO, Leves reales cit., tit. 21, capp. 1-6, pp. 13-27. 191 Il pregone fu pubblicato a Cagliari nella tipografia di San Domenico nel 1700 e poi ristampato in testo bilingue, italiano e spagnolo, nel 1780 nella Reale Stamperia. L'originale è in ASC, Reale Udienza, Pregoni,vol. 75/16, capp. 17-27,31-43, cc. 16 v.-37v. 80 7.3. Lo Stamento reale Lo Stamento reale, costituito dai rappresentanti delle sette città regie, pose in primo piano la questione delle truppe spagnole di presidio, ormai stabilmente di guardia alle porte della capitale. La decisione di distaccare un tercio di veterani era scaturita dalla volontà del viceré duca di San Germano, Francesco Tutavilla, chiamato a ristabilire l'ordine gravemente sconvolto dai tragici episodi legati agli omicidi Laconi-Camarassa192 . Nel Regno di Sardegna la difesa militare dagli attacchi nemici era sempre stata affidata alle soldatesche spagnole organizzate nei tercios; alle truppe miliziane, formate da indigeni poco armati e male addestrati, spettava solo il compito di sorvegliare il litorale e dare l'allarme in caso di avvistamento nemico. A metà Seicento questo sistema era stato in parte modificato per il ruolo sempre più marginale che la Sardegna aveva assunto nell'ambito dei conflitti mediterranei: mentre i tercios di stanza nell'isola si ridussero di numero e rimasero a presidiare le tre piazzeforti di Cagliari, Alghero e Castellaragonese, le milizie crebbero d'importanza e in molte occasioni svolsero vere e proprie azioni difensive. Nel momento in cui si era diffusa la notizia che il Regno di Sardegna stava sul punto di ribellarsi e separarsi dalla monarchia, il viceré, per arginare quello che veniva considerato alla stregua di un attacco nemico, aveva chiesto quindi l'invio di truppe dal Napoletano, dalla Sicilia, dalla Spagna e dal Milanese; truppe che gli furono accordate. Al suo seguito erano giunti subito 500 soldati che furono fatti alloggiare nelle botteghe del Castello193 . La maggior parte di questi, sporchi e malvestiti, girovagavano per le vie della città dandosi a ladrocinii e a prepotenze di ogni sorta, creando grave malcontento fra gli abitanti che si sentivano sottoposti ad una dura e in iustificata oppressione. Nel Parlamento celebrato dal conte di Santo Stefano (1676-1678) gli Stamenti avevano chiesto unitariamente di essere liberati dalle truppe, ma già in quell'occasione il sovrano non aveva accettato con la motivazione che, essendo Cagliari e Alghero fortezze del Regno, i soldati avrebbero assicurato la difesa in caso di attacchi nemici194 . 192 Sull'azione di repressione e sui metodi polizieschi usati dal viceré per far luce sulle vicende cfr. D. SCANO, Donna Francesca cit., pp. 167-177 e le cronache di quegli anni riportate nel manoscritto coevo di G. ALEO, Historia cronologica y verdadera de todos los successos y cosas particolares succedidas en la lsla y Reyno de SardeFia del ano 1637 al ano 1672, nella scadente traduzione di padre ATTANASIO DA QUARTO, Storia cronologica di Sardegna (1632-1672), Cagliari, 1929, utilizzata dallo stesso Scano; una nuova edizione, con saggio introduttivo, è stata curata da F. Manconi nella collana «Bibliotheca sarda», Nuoro, 1998. 193 A. MATTONE, Le istituzioni militari, in L'età moderna cit., pp. 102-103; A. Cossu, Storia militare di Cagliari (1217-1866). Anatomia di una piazzaforte di prim'ordine (1217-1993), Cagliari, 1994, pp. 140-141. 194 V. ANGIUS, Memorie dei Parlamenti generali o Corti del Regno di Sardegna, in Dizionario geografico cit., XVIII quater, p. 4; ASC, Biblioteca, ms. n. 9, Resumen cit., p. 6 v. 81 Nel decennio successivo il sovrano, ritenendo conveniente avere a disposizione tali truppe e reputando insufficienti i miliziani locali che si radunavano solo nel momento del bisogno, diede loro un assetto stabile con un regolamento approvato all'interno della prammatica del 1686. Intanto stabilì che, soppresse le due compagnie forMate da italiani, dovessero essere mantenuti 400 fanti spagnoli — complessivamente quattro compagnie, due per Cagliari e due per Alghero — nelle cui file potevano essere ammessi anche quei sardi che avessero già servito nell'esercito regio195. Le spese per il mantenimento delle soldatesche erano a carico del Regno; Carlo II decise infatti che le eccedenze del diritto del reale (imposto sulle estrazioni del formaggio e destinato all'Amministrazione delle torri) fossero utilizzate per il mantenimento del tercio. Ad esso era destinato anche il reale imposto su ogni starello esportato dal Regno e che in passato percepivano i viceré196. Lo Stamento reale, ed in particolare la città di Cagliari, mal tolleravano la presenza dei soldati che andava contro il diritto privilegiato e l'autonomia municipale e facevano presente che il ruolo di capitale del Regno («es la cort en que vihuen y residexen los senors virreys y la Real Audiencia») e di centro economico-commerciale («en hont de ordinari venen la major part de las embarcations de diversas parts del mon») veniva danneggiato dalla presenza alle sue porte di un corpo di guardia che costituiva per gli stranieri un segnale di «desconfianza de la sua fidelitat à son Rey». Il conte di Montellano, anche in questo caso, non adoperò perifrasi o mezze misure per cassare la richiesta. Lo Stamento reale supplicava ancora che non si applicassero alle città le disposizioni viceregie emanate col pregone del 17 settembre 1697 con le '"5 Con lo stesso provvedimento assegnò il soldo e le razioni spettanti all'alfiere, al sergente e ai soldati e regolamentò le due compagnie formate da 50 cavalli e capitani in servizio nelle stesse città di Cagliari e Alghero. 196 Nel 1583 Filippo 11 aveva istituito la Reale Amministrazione delle torri che aveva la funzione di sovraintendere alla costruzione e gestione delle torri litoranee difensive; gli introiti per sopperire alle ingenti spese che gravavano sull'hacienda (costruzioni, riattamenti, munizioni, stipendi e viveri per gli alcaidi) venivano assicurate dal diritto imposto sulle estrazioni di formaggio, di pelli e cuoi. Cfr. tra gli altri G. CONTEDDU, Legislazione passata e vigente ed alli di amministrazione illustrativi sulle torri litoranee della Sardegna specialmente riguardo alla torre di Santa Lucia presso Siniscola, Sassari, 1912; E. PILLOSU, Le torri litoranee in Sardegna, Cagliari, 1957; ID., Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera della Sardegna di Marco Antonio Camos, in «Nuovo bollettino bibliografico sardo e Archivio delle tradizioni popolari», IV (1959), nn. 21, 23-24, V (1960), n. 25; F. Fols, Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna. Contrzhuto alla storia dell'architettura militare, Cagliari, 1981; F. Russo, La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo, Roma, 1992; G. MONTALDO, Le torri costiere in Sardegna, Sassari, 1992 ed i più recenti studi, A. ARGIOLAS, A. MArroNE, Ordinamenti portuali cit., pp. 232-247; G. MELE, Torri e cannoni. La difesa costiera in Sardegna nell'Età Moderna, Cagliari, 2001, ai quali si rinvia per la ricca bibliografia. 82 quali il conte di Montellano aveva stabilito che fossero i commissari generali della cavalleria e i sergenti maggiori della fanteria miliziana dei Capi di Cagliari e Gallura e di Sassari e del Logudoro ad effettuare le adunate annuali delle milizie nei villaggi e nelle città del Regno: nelle truppe miliziane — sottolineava il Reale — si trovavano sergenti maggiori, istruttori e capitani in grado di addestrare i soldati «y exercitar los actes de milicia en los habitadors de las ciutats»197. Il modello miliziano era mutuato da quello catalano e valenzano, che aveva realizzato una integrazione tra il sistema difensivo statico — le torri costiere — ed il sistema mobile, rappresentato da cavalleria e fanteria198. Nei momenti di pericolo, quando si dovevano respingere attacchi nemici — ancora ben vivo e scottante era il ricordo di quello francese del 1637 — venivano mobilitati gli uomini e si utilizzavano armi, in numero e quantità proporzionali alla gravità dell'evento. Il viceré preferì non assumersi responsabilità e rispose laconicamente: «acudan a Su Magestat». • Dopo i capitoli di interesse generale seguivano le numerose petizioni dei particulares con le richieste di cavalierato, di uffici, di pensioni, grazie, guidatici da parte dei membri dei rispettivi ordini che si erano particolarmente distinti durante i lavori parlamentari e nello svolgimento del servizio militare o civile a favore dell'amministrazione regia. 7.4. 1 Capitoli delle cattedrali Gli ecclesiastici facevano sentire la loro voce attraverso le suppliche formulate dai Capitoli delle diocesi (Cagliari, Sassari, Alghero, Oristano, Iglesias, Ampurias, Bosa e Civita). Questi, attraverso i loro sindaci, rappresentavano le necessità del clero locale e le difficoltà di ordine pratico ed economico nel celebrare gli officia divina. Tutti i Capitoli lamentavano le scarse dotazioni a loro disposizione: le varie situazioni venivano descritte in toni a dir poco drammatici. In taluni casi non era possibile nemmeno celebrare le normali funzioni religiose. Molti edifici avevano bisogno di ristrutturazioni: era il caso della cattedrale di Sassari, della basilica di San Gavino di Porto Torres e della cattedrale di Bosa, dove addirittura cadevano pietre dalle volte e l'acqua del fiume Temo filtrava all'interno, allagandola. Ai religiosi mancavano persino i mezzi materiali per il sostentamento. La chiesa metropolitana di Cagliari vantava, ad esempio, un credito a carico della Real Cassa di oltre 24.000 scudi ma, a causa delle difficoltà finanziarie, non aveva alcuna speranza di rientrare in possesso della somma 197 Il pregone "Sobre la milicia effettiva, torres, y artilleria de este Revno, y exempción de los alistados en ella" si trova in ASC, Reale Udienza. cl. IV, vol. 75/15, cc. 45-51. 198 A. MATTONE, Le istituzioni militari cit., pp. 103-107. 83 e pertanto non era in grado né di far celebrare le messe a favore di chi aveva donato il denaro, né di assolvere a spese impreviste. Il sindaco del Capitolo non nascondeva il timore che in tale situazione gli stessi religiosi disertassero la chiesa: pertanto chiedeva, per far fronte all'emergenza, di poter beneficiare del privilegio di una "sacca" annuale di grano di circa due-tre mila starelli, sino a compensare la somma dovuta dall'erario. Anche Sassari chiedeva, oltre a due "elemosine" per la fabbrica della cattedrale'99, una (( sacca" di grano franca di diritti per aiutare i religiosi che vivevano con le sole e modeste distribuzioni quotidiane e sostenere, in qualche misura, anche i ministri inferiori e gli inservienti. In entrambi i casi il viceré rimandò alle decisioni regie. Di tenore simile furono anche le altre suppliche avanzate dai canonici turritani200. Bosa chiedeva una sacca di grano di 8.000 starelli (pari a 404.000 litri) per portare avanti i lavori di ristrutturazione, facendo anche presente l'indifferenza che i consiglieri municipali mostravano nei confronti della cattedrale diventata una misera parrocchia, dove i cantori vivevano nella più completa indigenza, abbandonati a se stessi, proprio perché i consiglieri civici anteponevano il proprio decoro a quello della chiesa. Il Capitolo bosano supplicava, poi, che nella chiesetta esistente presso il castello di Serravalle venisse nominato un prebendato della cattedrale che curasse il culto della cappellania. Ad Oristano la situazione appariva ancora più precaria poiché dal saccheggio francese del 1637 la cattedrale, che in quella occasione aveva subìto anche il furto di tutti gli oggetti preziosi che adornavano la statua dell'Annunciazione, era rimasta priva dei paramenti sacri201. Don Lorenzo Paderí, sindaco del capitolo oristanese, ricordava che, sempre in quella circostanza, un grande incendio aveva devastato l'archivio della cattedrale 199 Sulla ristrutturazione della cattedrale di Sassari cfr. M. PORCU GAIAS, Sassari. Storia architettonica e urbanistica dalle origini al '600, Nuoro, 1996, e della stessa autrice, La Confraternita di Nostra Signora degli Angeli e l'attività edilizia a Sassari nel XVII e XVIII secolo, in Corporazioni, gremi cit., pp. 466-499. 200 Il Capitolo in particolare chiese al sovrano di riservargli una porzione annuale di sale da trarre dalle saline che un tempo gli erano appartenute e che poi vennero cedute al patrimonio regio, in modo che tutti i canonici percepissero 5 rasieri di sale. Era sottesa da parte del Capitolo la volontà di porre sullo stesso piano i canonici di patronato e quelli della bolza comun. Il viceré accordò la richiesta mentre decise che sí rivolgessero al sovrano circa i 2 1 /2 rasieri da concedere ai prebendati della cattedrale (doc. n. 218, cap. 1). 201 Sulle vicende legate all'attacco francese cfr. G. MURGIA, La città di Oristano nella prima metà del Seicento, in «Annali della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Cagliari», XXII (1999), parte II, pp. 3-21 e E MANCONI, L'invasione francese nel 1637: un'occasione di patronazgo real nel quadro della guerra ispano francese, in Giudicato d'Arborea e Marchesato d'Oristano: proiezioni e aspetti >storia locale, a cura di G. Mele, Atti del I Convegno internazionale di Studi, Oristano 5-8 dicembre 1997, vol. 2, Oristano, 2000, pp. 669697. 84 dove erano bruciate tutte le carte relative alle sue origini antiche dal tempo dei giudici d'Arborea che l'avevano beneficiata con beni e terre, concessioni poi confermate dai re d'Aragona 202. Alla richiesta di una saca di grano di 4.000 o 3.000 starelli di grano (pari a 202.000 o 151.500 litri) il viceré però si uniformò alle decisioni prese per gli altri due Capitoli con la formula di rinvio: «acudan a Su Magestat». L'ecclesiastico oristanese chiedeva inoltre che venisse destinata un adeguato contributo per il mantenimento del clero: molti erano costretti ad acquistare viveri e vestiario dai mercanti a prezzi alti, pur essendo esenti dal pagamento di imposte. Montellano promise di riferire al sovrano affinché provvedesse in merito. Tra le suppliche oristanesi figura anche la richiesta, peraltro non accolta, di assegnare le sedi vacanti, sia ecclesiastiche che secolari, ai regnicoli. Lorenzo Paderi sottolineava che la città e il marchesato vantavano uomini di grandi virtù degni di ricoprire cariche importanti che avrebbero giovato sia al culto che alla monarchia203. Non versava in migliore situazione il Capitolo iglesiente, rappresentato dal dottor Giovanni Battista Sarra Mereu, arcidiacono e priore della cattedrale. Questi lamentava innanzittutto che il Real Patrimonio, per saldare il donativo arretrato, gli avesse sequestrato un censo di 10.000 scudi gravante sulla città, sui beni e sui salti del Cixerri. Il Capitolo ormai non aveva più i mezzi per l'esercizio delle funzioni religiose, per pagare gli operai che lavoravano nella cattedrale e tanto meno per costruire, come era nelle intenzioni, un alloggio nella sagrestia. La questione più rilevante per Iglesias era però la rivendicazione di una sede disgiunta dalla mitra cagliaritana, argomento ritenuto essenziale per il prestigio della diocesi e della città204. Si chiesero inoltre sussidi per completare il riattamento dei ponti che condu202 La notizia può rivestire grande interesse per gli storici in relazione soprattutto agli archivi arborensi sui quali si fanno tante ipotesi ma niente al momento è stato rinvenuto. L'attualità del reperimento dei documenti giudicali venne posta con forza dalla falsificazione ottocentesca delle cosiddette Carte d'Arborea; cfr. in proposito Le Carte d'Arborea. Falsi e falsari nella Sardegna del XIX secolo, a cura di L. Marrocu, Cagliari, 1997. 203 Invece capitavà sempre più spesso che, a partire dalla primavera e con l'avvicinarsi del gran caldo, gli ecclesiastici stranieri abbandonassero le loro sedi «con alto desconsuelo de aquel pueblo», con grande delusione dei vescovi indigeni che non vedevano riconosciuti i loro meriti né dai viceré né dai ministri della Reale Udienza. 204 Sulla lite aperta tra i canonici sulcitani e l'arcivescovo di Cagliari risoltasi nel 1763 con la ricostituzione della diocesi Sulcitana-Iglesiente, cfr. D. FILIA, La Sardegna cristiana. Storia della Chiesa, vol. Il, Sassari, 1913, pp. 304-305; S. PINTUS, Sardina Sacra. I. Provincia ecclesiastica di Cagliari, Iglesias, 1904, pp. 56-60. La richiesta fu presentata già nei Parlamenti del 1593, cap. 18 della città di Iglesias (cfr. Il Parlamento del viceré Gastone de Moncada marchese di Aytona (1592-1594), a cura di D. Quaglioni, Cagliari, 1997, pp. 822-823 («Acta Curiarum Regni Sardiniae». 18) e del 1614, cap. 3 della città (cfr. G. G. ORTU, Il Parlamento cit., p. 645). 85 cevano all'isola di Sant'Antioco presso cui si trovavano la chiesa e il sepolcro del santo, scelto dai tre Bracci come patrono del Regno e dove, in occasione dell'annuale ricorrenza, accorreva un gran numero di persone da ogni parte della Sardegna. Il Capitolo di Ampurias, rappresentato dal dottor Giovanni Maria Garrucho, arciprete della cattedrale di Castellaragonese, oltre a ricordare lo stato di estrema povertà frutto dei «rigorosos accidentes de un contagio, epidemia, hambre universal de los aiios 1680 y 1681» si soffermava in particolare sulla controversia che, da oltre cinquant'anni, verteva presso la Rota romana, tra la cattedrale ampuriense e la collegiata di Tempio205. In una supplica presentata a parte dal Garrucho si pregava il viceré di non sostenere la pretesa avanzata dai canonici dí Tempio (un villaggio che con i suoi 3.847 abitanti si configurava come il centro più consistente della Gallura) di elevare a cattedrale la loro collegiata in quanto spettava al concistoro dei cardinali deliberare in merito ed inoltre, secondo l'alto prelato, una simile decisione non avrebbe reso alcun vantaggio né al servizio regio né a quello divino. Il territorio della diocesi era infatti limitato: la componevano 17 parrocchie che potevano essere comodamente visitate dal vescovo di Ampurias e Civita ogni quindici giorni. Le vere motivazioni emergevano però laddove il sindaco Garrucho esprimeva la preoccupazione di dover rinunciare alle rendite provenienti dalla sede vacante di Civita sulla quale si basava la prosperità di Ampurias. Con rammarico, infatti, così concludeva: «no deve permitir Vuestra Excelencia ni nunca seria de la mente de Su Magestad que se descubra un altar para cubrir otro»206. Il viceré, di fronte alle motivazioni esposte, dichiarò che avrebbe tenuto in considerazione la richiesta. A sua volta il Capitolo collegiale di Civita presentò una supplica rivendicando una partecipazione diretta al Parlamento con un proprio rappresentante: pur avendo il pontefice, nel luglio 1686, dichiarato la diocesi di Civita distinta da quell'ampuriense ma con un unico vescovo, gli ecclesiastici e il clero di Civita non concorrevano alla nomina e ai poteri del sindaco del Capitolo ampuriense nelle Corti e quindi non potevano riconoscersi in lui. Il viceré, valutando positivamente il beneficio che ne avrebbe tratto la monarchia, soprattutto in relazione all'offerta del donativo, accordò la richiesta. 2°5 In generale per la diocesi cfr. M. MAX1A, La diocesi di Ampurias, Sassari, 1997. La chiesa di Civita era unita a quella di Ampurias dal 1506, in seguito alla Bolla del pontefice Giulio 11; pur senza che ci fosse preminenza dell'una sull'altra, i vescovi presero a risiedere sempre a Castellaragonese, tanto che Civita lentamente decadde. Solo nel 1839 la collegiata di Tempio fu elevata al grado di cattedrale. Cfr. S. PINTL'S, Vescovi di Pausania, Civita, Ampurias. Ampurias e Civita. Oggidì di Ampurias e Tempio, in «Archivio storico sardo», IV (1908), pp. 96-115 e, sullo stato della diocesi, B. ANATRA, La chiesa sarda a fine Cinquecento. Dalle "relationes ad limina", in «Annali della Facoltà di Magistero dell'Università di Cagliari», n.s. 1X (1985), pp. 125-126, ora anche in Insula Christianorum. Istituzioni ecclesiastiche e territorio nella Sardegna di Antico Regime, Cagliari, 1997, pp. 72-74. 206 86 7.5. Le città regie I capitoli presentati in Parlamento offrono un quadro chiaro ed immediato della situazione politica ed economica delle città regie alla fine del XVII secolo. Solo Cagliari appariva in ripresa, mentre le suppliche di Sassari, Oristano, Alghero, Iglesias, Castellaragonese e Bosa non fanno che confermare la condizione di povertà di quei centri. La ripartizione dei fuochi fatta nel corso del Parlamento fornisce i dati sul basso tasso di urbanizzazione del territorio sardo dove, a parte Cagliari (14.784) e Sassari (11.728), le antiche città dí Iglesias (5.417 abitanti), di Alghero (4.801), di Bosa (3.335) e di Oristano (3.042), erano in concorrenza con i villaggi "emergenti" di Ozieri (4.018) e di Tempio (3.867), mentre Castellaragonese toccava appena i 1.380 abitanti207. Sassari, in particolare, aveva subìto un vero e proprio tracollo demografico in seguito all'epidemia di peste del 1652: la sua popolazione, dalle circa 17.000 unità del 1627, si era ridotta alle appena 7.000 del 1655. E ancor nel 1698 il capoluogo turritano non si era affatto ripreso se contava solo 11.728 abitanti2°8. Da questa realtà scaturivano le richieste di don Felice De Liperi Zonza, giurato ín capo e sindaco della città, che sottolineava, forse con qualche esagerazione, richiamando l'epidemia del 1648, la peste del 1652 e la grande carestia del 1680-81, «el lamentable estado en que pudieron ponerla los continuados contratiempos que tuvo conio son la mortandad de doze mil almas que en e1 ano 48 ocacionó un epidemia, la de treinta mil en el de sinquenta y dos, el contagio y la de otras seis mil en el ano 81 otra epidemia »2o9. Il richiamo alle condizioni miserevoli della comunità costituiva il motivo conduttore delle varie suppliche: nella prima, non accolta, si chiedeva che le mura medievali venissero riattate trattenendo la somma necessaria dalla quota del donativo (cap. 1), e in un'altra si faceva presente la necessità di non istruire procedimenti giudiziari eccedenti il valore di 100 lire, perché la città non era in grado di sostenere la spesa (cap. 14). Alla ripresa economica della zona mirava il progetto di costruire a Porto Torres dei magazzini funzionali ad un incentivo delle esportazioni, nei quali custodire il grano, l'orzo, i legumi, il formaggio, la lana, i cuoi ed altro; in questo modo i produttori agricoli e gli allevatori di bestiame, concentrati in gran parte nella baro207 Cfr. F. CORRIDORE, Storia documentata cit., pp. 192-214; cfr. anche la p. 37 di questo saggio; A. MATTONE, Le città e la società urbana, in L'età moderna cit., pp. 299-301. 208 Ibidem, p. 332. In particolare per i censimenti del 1627 e del 1698 vedi F. CORRIDORE, La popolazione di Sassari dal secolo XV ai nostri giorni; in «Archivio Storico Sardo», V (1909), fasce. 1-2, pp. 28-39, 43-45. Per le vicende storiche della città cfr. E. COSTA, Sassari, Sassari, 1992 (I ediz. Sassari, 1885) e per un approfondimento degli aspetti economici, sociali e istituzionali, i saggi pubblicati in Gli Statuti Sassaresi cit. 209 Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 233. 87 nia della Nurra, avrebbero potuto trasferire direttamente nel porto della città le merci da imbarcare, evitando così la doppia spesa di portarle prima a Sassari (cap. 3). Sempre nell'intento di risollevare íl prestigio della città venne chiesto che i viceré vi risiedessero almeno per un anno del loro mandato, come era stato già concesso nel 1532, dopo l'invasione francese: la risposta viceregia, «que lo supliquen a Su Magestad a quien se ripresenterà», non lasciava adito a molte speranze (cap. 5). Il problema della preminenza cittadina si riproponeva nel capitolo 17 dove si faceva presente l'eccessiva facilità con cui venivano concessi i titoli di cavalierato e nobiltà agli abitanti delle ville, sulla base delle ricchezze piuttosto che delle loro qualità morali; i nuovi cavalieri, una volta immuni dalla giustizia ordinaria e locale, vessavano i vassalli arrivando a compiere reati di ogni genere. Il loro numero cresceva di continuo tanto da risultare decisivo nelle votazioni dello Stamento militare; ne derivava uno scadimento della vita pubblica, anche perché í pochi veri nobili rimasti in città vivevano in condizioni di indigenza. Pronta approvazione trovò la supplica presentata nella seduta del 16 aprile relativa all'abolizione dei diritti doganali sulla farina e sulla porta del castello: il primo perché andava a danno soprattutto dei più poveri per i quali il pane era l'alimento principale, ed il secondo perché gravava sui villaggi che portavano il grano e l'orzo in città. Le città del Capo di Sassari e del Logudoro sí mostravano per lo più unite quando si trattava di difendere i propri privilegi210: Sassari e Bosa chiesero entrambe che non si potessero aprire botteghe stabili nelle ville e neanche temporanee come accadeva in occasione di mercati e feste patronali21 t. Le tiendas erano infatti considerate la causa principale della diminuzione delle entrate dei diritti regi e del commercio cittadino perché sempre più di frequente le merci non passavano regolarmente attraverso le dogane ma venivano introdotte direttamente nelle ville attraverso un contrabbando diffuso, soprattutto per via mare 212 . Castellaragonese invece sí schierava contro il fronte "protezionistico" perché venisse respinta la richiesta di Sassari (che era identica nella sostanza a quella di Bosa): proibire ai mercanti, patroni e marinai forestieri che introducevano lecitamente in città le loro 21() Sui privilegi delle città regie cfr. il recente studio di C. FERRANTE, A. MATTONE, I privilegi e le istituzioni municipali cit. 2" Sulla storia di Bosa cfr. L'Archivio Storico del Comune di Bosa. Sezione I. Antico Regime. Inventario, a cura della Cooperativa "La Memoria Storica", Cagliari, 1995; C. TASCA, Titoli e privilegi dell'antica città di Bosa, Cagliari-Oristano, 1999, e la bibliografia ivi citata; cfr. anche B. MURONI, Storia di Bosa e Planargli. Dal Neolitico antico all'autonomia regionale, Cagliari, 2000, pp. 71-73. 212 Nel capitolo 12 delle suppliche di Bosa tale pratica viene descritta con grande efficacia: «los patrones que frequentan los puertos de los refferidos cabos sefialan a los dueflos de las ref88 merci pagando i relativi diritti, di passare poi nelle ville a vendere i loro prodotti significava impoverire e deprimere tutto il mercato locale, con grave danno per la stessa città, già così povera di mezzi e di risorse (cap. 3)213. Anche lo Stamento ecclesiastico e quello militare avevano chiesto, in aperta polemica con il Braccio reale, «que en todas las villas y lugares pueda haver tiendas de ropas». Ma il viceré, come per Castellaragonese, rimandava all'osservanza delle prammatiche, dei capitoli di Corte e delle carte reali214. Sempre in materia di approvviggionamento e di commercio l'antica città genovese faceva presente l'esigenza di riattivare la tonnara di Cala Augustina che era stata trasferita a Perdasdefogu a solo vantaggio di don Giuseppe Navarro, "governatore" dell'incontrada di Romangia e della Baronia di Sorso (cap. 8)215. Lamentava anche lo stato di abbandono in cui versava la sua struttura difensiva: le mura e la torre di porto Frixano, in completa rovina, dovevano essere riattate, così come era necessario rimuovere dalla spiaggia i cannoni di ferro che si trovavano lì da alcuni anni, quasi sotterrati dalla sabbia, per essere di nuovo montati nella piazzaforte a difesa della città (capp. 6, 7 e 9). Particolarmente grave si presentava nel Capo di Sopra la situazione di Alghero, drasticamente ridimensionata rispetto al ruolo di caposaldo catalano nella Sardegna settentrionale che aveva esercitato per secoli ed avviata ormai verso un'inevitabile decadenza: «rezelando todos los dias su total destruOon por hallarse sin comercio alguno y comarca de lugares vezinos, y finalmente destituida de medios humanos»216. Difficili erano i suoi rapporti con Bosa per le questioni relative alla pesca del corallo, e soprattutto con Sassari, che le aveva sottratto il primato territoriale e commerciale: a tale proposito la cittadina catalana chiedeva che feridas tiendas el tiempo y mes y allo con poca differencia el dia que han de ser de buelta a este reyno, y la ensenada o cala a que antes del puerto destinado han de llegar o aportar. Y en ella descargan y entregan lo mas costoso y mayor parte de los effectos que traen, dejando para manifestar y denunciar en el puerto lo que es de poca utilidad y provecho a los derechos reales y de dita ciutad, quedando con esto abastecidas las villas, y sin provision de que sus moradores vayan a las dichas ciutades para comprar lo que han menester para vestirse...». 213 Sulle vicende dí Castellaragonese cfr. P. FATTACCIO, P. FRASSETTO, M. PINNA, Castel genovese, Castel aragonese, Castel sardo. Appunti di storia della città, Porto Torres (Sassari), 1990. Importanti contributi sulla storia e l'economia della città sono stati presentati nel recente Convegno dí studi su "Castelsardo 900 anni di storia" tenutosi nella stessa città nei giorni 14-16 maggio 2002; si rinvia pertanto agli Atti di prossima pubblicazione. 214 Cfr. A. MATTONE, Le città e la società urbana cit., p. 307; Atti del Parlamento, doc. n. 244, cap. 3. Sul corporativismo urbano cfr. anche B. ANATRA, Dall'unificazione aragonese cit., pp. 636-637. 215 Per i precedenti sul possesso della tonnara vedi l'atto di concessione del 1630 a favore di don Michele Comprat Castelvì (ASC, Antico Archivio Regio, vol. K 8, cc. 163- 165, cc. 172- 198). 216 Per una articolata storia della cittadina catalana cfr. Alghero, la Catalogna, il Mediter89 fosse nominato un giudice della Reale Udienza per ridefinire i limiti territoriali tra le due città, messi in discussione dall'intervento di alcuni ufficiali della Nurra in materia di pascolo del bestiame (cap. 5). La difesa degli antichi privilegi e diritti, anche in alternativa alla giurisdizione regia, si faceva più forte quando la posta in gioco era costituita dalla pesca del corallo, estrema ed unica risorsa della città217. Il sindaco Francesco Dell'Arca chiese che il governatore di Sassari non abusasse del suo potere trattenendo in carcere o maltrattando i marinai e í forestieri che giungevano in città per la pesca, arrivando a pretendere da loro qualche pezzo della preziosa merce in cambio della libertà (cap. 17); ancora, che lo stesso governatore non potesse concedere licenze di commercio alle imbarcazioni che arrivavano in porto senza il beneplacito dei consiglieri e del vicario, ai quali spettava verificare le patenti così come spettava alla curia del vicario e non al governatore giudicare i torrieri che avessero minacciato con le loro armi le imbarcazioni in arrivo (cap. 18). Sempre a tutela dei "corallari" veniva chiesto che il corpo di guardia, unitamente alla compagnia di soldati che vi risiedeva, venisse trasferito dalla casa della dogana, di fronte alla porta del mare, come era già stato disposto anni addietro dal viceré duca di Altamira, e sistemato presso la porta di terra dove era di stanza il principale posto di guardia; la sua attuale collocazione, invece, era causa di risse e disordini (cap. 20). Risollevare le attività legate alla pesca era uno degli obiettivi principali degli amministratori algheresi: essi chiedevano (cap. 6) di aumentare la quantità di merci che le coralline potevano esportare senza pagare alcun diritto, passando dai 15 quintali (pari a Kg. 622,5)218, come già accordato nel Parlamento del viceré Monteleone, a 30 quintali (pari a Kg. 1245); ne avrebbero tratto profitto la città, che almeno nei quattro mesi estivi poteva contare su una buona vendita e lo stesso erario regio a cui spettava il quinto sul pescato. Il viceré però preferì ribadire l'osservanza del privilegio "Monteleone". Bosa, in concorrenza con Alghero, avanzò una supplica, peraltro non accolta, affinché la quantità dei prodotti franchi da ogni diritto da imbarcare sulle coralline fosse innalzato dagli 8 quintali (pari a Kg 332) di cui già raneo. Storia di una città e di una minoranza catalana in Italia (XIV-XX secolo), a cura di A. Mattone, P. Sanna, Sassari, 1994 e la ricca bibliografia. La citazione si riferisce alle parole di Francesco Dell'Arca, giurato in capo e sindaco della città (Atti del Parlamento, doc. n. 235). 21, Sulla pesca del corallo cfr. tra gli altri G. ZANETTI, La legislazione sarda relativa all'industria corallina e la pesca del corallo in Sardegna, in «Studi sassaresi», XX (1946), pp. 1-121; M. L. FERRO, Il corallo. Storia della pesca e della lavorazione in Sardegna e nel Mediterraneo, Cagliari, 1989; G. DONEDDU, La pesca del corallo tra (IN profitti e progetti inattuali (sec. XVIII), in Algbero, la Catalogna cit., pp. 515-526. 215 Quintali sta per quintars, «pes equivalent aproximadament a quaranta-un quilogram i mig», cfr. A. M. ALCOVER, Diccionari català - valencià - balear, IX, Palma de Mallorca, 1959, p. 93. 90 godeva ai 16 quintali (pari a Kg. 664) di Alghero (cap. 5)219. L'antico rancore nei confronti di Sassari riemerse nei problemi legati all'ensterro 220. La cittadina catalana lamentava di non riuscire ad immagazzinare i 12.000 starelli di grano (pari a 606.000 litri) che le spettavano mentre, a suo dire, Sassari veniva aiutata a raggiungere la quota di grano stabilita, a svantaggio della stessa Alghero che invece ne avrebbe avuto maggiormente diritto essendo anche presidio militare (cap. 3)221. Ma Sassari chiedeva a sua volta di poter ricorrere al prestito dei privati per arrivare all'ammasso dei 18.000 starelli di grano previsti perché a malapena, negli ultimi anni, era riuscita ad immagazzinarne 10.000, acquistandoli per giunta a prezzi molto alti. Anche Bosa ambiva all'assegnazione di 6.000 starelli di frumento, quantità di cui godeva Castellaragonese, sebbene fosse meno popolata (cap. 3). Oristano presentò una supplica molto circostanziata in materia di ensierro, chiedendo che fosse data applicazione alla risoluzione presa il 23 settembre 1697 dal Consiglio di Giustizia e di Patrimonio. In quella seduta si era stabilito che lo stoccaggio dei 12.000 starellí dí grano di cui godeva la città fosse regolamentato secondo la pratica del passato («se restituiga à lo antiguo»), quando vi contribuivano le ville dei tre Campidani, proporzionalmente allo scrutinio, insieme agli abitanti della città che lavoravano nelle ville. Tale pratica si era mantenuta dal 1606 al 1641, quando «con ocasion de calamidades se interrumpió este pratica hasiendo el ensierro por particulares que dan de beneficio solo un real por estarel a la ciudad de los que ensierran y que non todo los afíos lleva el numero de doze mil estareles»222. 219 La quantità massima di merce da esportare, franca di ogni diritto, era per Alghero di 15 quintali così come riportato nel cap. 6 delle suppliche presentate dalla città. zw L' ensierro era l'obbligo per le popolazioni delle ville gravitanti nel raggio territoriale della città, qualche volta assai esteso, di cedere a prezzo di afforo (cioè al prezzo calmierato fissato dalle autorità) il grano necessario per l'annona urbana. Tale obbligo «nato nel XIV secolo per esigenze prettamente militari e per il timore di assedi prolungati, si innesta nel XVI e XVII secolo in quei provvedimenti annonari del governo spagnolo frutto della politica mercantilistica, dell'intervento diretto dello stato nell'economia, del protezionismo commerciale, oltre che dei gravissimi problemi della sussistenza alimentare degli abitanti delle città» (cfr. A. MATTONE, Le città e la società urbana cit., p. 301); cfr. inoltre C. SOIE, Città e campagna in Sardegna nella legislazione annonaria dei secoli XIV-XVII Cagliari, 1970; B. ANATRA, Per una storia dell'annona in Sardegna nell'età aragonese e spagnola, in «Quaderni sardi di storia», 2 (1981), pp. 89-102. 221 Sul rifornimento annonario di Alghero e sulle suppliche presentate dalla città in questo Parlamento ed in precedenti Corti del Seicento vedi P. SANNA, Il grano delle ville e le istituzioni annonarie nel XVIII secolo in Alghero, la Catalogna cit., pp. 528-529. 222 Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n 237. Sulle fonti documentarie relative alla città di Oristano cfr. A. ERA, Tre secoli di vita cittadina 1479-1720 dai documenti dell'Archivio Civico, Cagliari, 1937; 11 "Llibre de regiment" e le pergamene dell'archivio comunale di Oristano (secc. XV-XVII), a cura di E Uccheddu, Oristano, 1998, e i più recenti lavori di E. GESSA, La Carta de Logu e la magistratura civica di Oristano: la nascita della città regia ed il suo impianto istituziona- 91 Si trattava quindi di ricalcolare quanto spettasse ad ogni villa sino ad un totale di 12.000 starelli o almeno sino alla metà o a un terzo, in ragione del «estado en que hoy se hallan aquellos lugares que seran en la cantidad que cupiere, y para lo demas asta el cumplimento de los doze mil estareles se ingenie la ciudad como asta aqui por medio de particulares»223. In seguito alla risoluzione del 1697 era stato preparato dall'ufficio del razionale, in base al computo del quinquennio precedente, il repartimiento annuale. Al sindaco, don Felice Salaris, premeva quindi che venisse notificata ad ogni villa la quantità di grano che annualmente doveva essere trasportata in città. La nuova ripartizione — sottolineava — sarebbe andata a vantaggio non solo di Oristano ma anche delle stesse ville dei tre Campidani, che in caso di annate cattive come quella in corso avrebbero potuto contare sul grano immagazzinato. Nel chiedere il rispetto dell'obbligo dell'ensierro, Felice Salaris si preoccupava forse anche di un'eventuale opposizione alla consegna del grano: normalmente, infatti, tutta l'operazione costituiva un peso notevole per gli abitanti delle ville sui quali gravava l'obbligo di trasportare il frumento in città con perdita di tempo e quindi di lavoro 224 . La supplica venne accolta. Ragioni storiche portavano l'antica capitale giudicale a misurarsi con i problemi del territorio agro-pastorale limitrofo 225 . I capitoli presentati riguardavano quindi materie come il diritto di pascolo, la coltivazione dei campi, l'esazione dei tributi reali sulla pastorizia e sull'allevamento (sbarbagio o degbino), il diritto di estula, la ripartizione dei terreni a vidazzone (capp. 5, 6, 9, 10, 11 e 16, presentati nella seduta del 19 aprile)226. In partile (secc.XV-XVI) e di M. VINCIS, La Carta de Logu diritto vigente nella città di Oristano (secc. XV-XVII), entrambi in « Medioevo. Saggi e Rassegne».. 23 (1998), pp. 115-133 e 135-153. 223 Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 237/4. 224 Nello stesso Parlamento le ville di Uras e di Guspini chiedevano infatti di essere esentate dall'obbligo di trasportare il grano a Cagliari, data la notevole distanza (circa settanta chilometri) che le separava dalla capitale. La resistenza delle ville si faceva più forte nei momenti di carestia quando le città arrivavano ad inviare i commissari dell'annona per requisire il grano che i contadini non volevano cedere. Alcuni di questi episodi sono citati in A. MATTONE, Le città e la società urbana cit., p. 302. Talvolta erano le stesse città a lamentare il peso dei costi del trasporto del grano: .era il caso di Iglesias che chiedeva, senza successo, che i 2.000 starelli di grano che le spettavano fossero immagazzinati nei villaggi di Villarios e di Palmas, località più vicine ai porti d'imbarco; in caso di estrazione della merce, infatti, si sarebbero ridotte le distanze da percorrere e le relative spese (cap. 3 delle suppliche della città di Iglesias). 225 Cfr. E. GESSA, La Carta de logu cit., pp. 118-119, dove, a proposito dell'aggregazione della città di Oristano e dei tre Campidani alla Corona, sancita con privilegio del 15 agosto 1479, l'autrice sottolinea come «la città si trovò ad amministrare territori non urbani la cui vastità certamente non ha uguali nelle altre città regie». 226 Cfr. U. G. MONDOLFO, Terre e classi sociali in Sardegna nel periodo feudale, in «Rivista italiana per le scienze giuridiche», XXXVI (1903), nn. I-II, ora in II feudalesimo cit., pp. 342353; G. G. ORTU, Villaggio e poteri cit. 92 colare venne accolta la supplica riguardante l'osservanza della norma, già stabilita nel Parlamento del duca di Monteleone, secondo cui non potevano essere assegnati ai pastori forestieri i terreni di montagna destinati ai maiali (ghiandiferi) se non dopo l'estimo dei capi fatto dal luogotenente del procuratore reale e limitatamente ai pascoli in eccedenza. In caso contrario i pastori del luogo, trovandosi senza ghiandiferi a disposizione, non avrebbero pagato lo sbarbagio dell'anno (cap. 11); si chiedeva anche di estendere alle vidazzoni del Campidano di Milis la prammatica che prevedeva la ripartizione dei terreni in seminativi e a pascolo; in quelle ville, infatti, il bestiame, entrando nei campi seminati e aperti, causava notevoli danni alle coltivazioni (cap. 16). Tra le suppliche di Oristano una interessava la viabilità isolana. Era infatti necessario riparare il ponte grande, in stato di rovina, destinando a ciò 1.000 scudi dei 4.000 assegnati dalla giunta dei trattatori per la riparazione dei ponti del Regno; la sua posizione al centro dell'isola, infatti, ne faceva un punto importante per le comunicazioni tra il Capo del Logudoro e quello di Cagliari227. Anche la città di Iglesias era coinvolta nei problemi legati al mondo agropastorale: i suoi abitanti godevano da antichissima data del diritto di far pascolare il loro bestiame e di far legna nei salti baronali circostanti la città senza dovere alcun diritto (de acordio) se non gli eventuali danni causati dalle stesse bestie (pagare cioè la tentura senza machizia)228. Ora tale consuetudine era minacciata da alcuni baroni (cap. 6) che arrivavano a preten227 Capitolo 1 presentato il 26 aprile 1698, doc. 242. 228 Sul sistema del godimento collettivo delle terre comuni destinate al pascolo e al bosco cfr. A. SOLMI, Ademprivia. Studi sulla proprietà fondiaria in Sardegna, in «Archivio giuridico Filippo Serafini», I-II (1904), fasce. 3-1, ora in il feudalesimo cit., pp. 49-144. Nell'ampio saggio, oltre al richiamo alle disposizioni del Breve di Villa di Chiesa del 1303, che dimostrano la persistenza ed il progresso degli usi civici sotto la dominazione pisana (pp. 88-90), il Solmi sottolinea come il sistema feudale, nella forma introdotta dai catalano-aragonesi, modificò il privilegio di libero uso del pascolo e del bosco a danno dei villici: «I feudatari, chiamati ad esercitare con tanta ampiezza, la serie dei diritti sovrani, si attribuirono anche il dominio delle terre demaniali, salti, boschi, pascoli e si arrogarono il diritto di disporne secondo il loro arbitrio;... sprezzando e limitando le vecchie consuetudini, pretesero che i diritti d'uso non potessero essere esercitati dai cittadini, senza il pagamento di una controprestazione, che fosse insieme riconoscimento dei diritti sovrani spettanti al signore della terra e compenso per gli usi conceduti ai privati» (pp. 97-98). In particolare, nel caso di Iglesias, l'autore evidenzia come «l'infeudazione delle ville e dei salti circostanti non solo tolse ad essa di giovarsi delle forme fondiarie degli usi collettivi, ma strinse la città come in un cerchio di ferro, strappando al suo diretto vantaggio le fonti precipue della sua ricchezza agricola ed industriale » (pp. 108-109). Ancora sui temi della lotta tra i centri urbani ed il feudalesimo per i diritti di ademprivio, il Solmi argomenta che «se la lotta contro il feudalesimo e a favore degli ademprivi poteva essere sostenuta con forze non impari dalle grandi città regie, essa si risolveva molto spesso in una sconfitta nelle ville minori, dove il potere diretto del signore dettava con arbitrio la legge» (p. 112). 93 dere diritti più alti o ad esigerli senza il rispetto dei tempi stabiliti (cap. 7). In entrambi i casi il viceré rimandava alle decisioni della Reale Udienza. Il sindaco di Cagliari, Francesco Esgrecho, pur rimarcando nel preambolo alle suppliche come «en esta centuria se es trobat lo poble de esta ciutat ab las afflictions que se han esperimentat de contagies y diversas epidemias, per le quals ha patit gran falta de moradors y poblassiò, y també hatgia patir afiadas esterils» e, nonostante tutto questo, avesse assolto con lealtà all'offerta del donativo, doveva poi ammettere che la situazione generale era da circa due anni in stato di costante miglioramento (cap. 25). In effetti per la capitale del Regno le conseguenze dell'epidemia del 1652 non erano state così drammatiche come per Sassari ed altri centri isolani. La peste, infatti, partita dalla Catalogna, si era diffusa prima ad Alghero e Sassari, aveva raggiunto l'Anglona e toccato la Gallura, per poi dilagare nel territorio di Oristano e successivamente nel Campidano di Cagliari dove aveva colpito vari centri tra cui, in particolare, Sanluri. L'epidemia, riaccesasi nel 1654 nelle zone di Siurgus, Trexenta e Gerrei, aveva di nuovo falcidiato Oristano, arrivando questa volta ad Iglesias e a Cagliari senza però giungere al triste primato di vittime raggiunto nel Nord dell'isola229. L'altra grave crisi a cui alludeva Esgrecho (aiiadas esterils) era la carestia che si era verificata a partire dal mancato raccolto del 1680; essa aveva colpito l'intero territorio sardo causando circa 80.000 morti. Anche Cagliari ne aveva sofferto, ma non così duramente se la sua popolazione, nel censimento del 1688, arrivava a 14.872 abitanti, con un aumento dunque di circa 4.000 rispetto al censimento del 1678230. La città aveva poi conosciuto altri momenti difficili negli anni 1690-91 in dipendenza del blocco navale francese: questo aveva ridotto drasticamente il movimento del suo porto con gravi rischi di recessione per la comunità. Lo scorcio di fine secolo vedeva invece Cagliari, forte del suo incremento demografico e della generale ripresa agricola e commerciale del Regno, chiedere che venissero confermati ed inseriti nel processo parlamentare gli antichi privilegi della città in materia di imposizione dí diritti e gabelle, già concessi dai sovrani aragonesi e spagnoli (capp. 1 e 2)231; il richiamo al rispetto dei privilegi civici riguardava in particolare le recenti gabelle sul vino, sull'olio e su altri generi che era stato necessario imporre per sostene229 Sulla tragica peste. di metà Seicento vedi G. TODDE, Su una peste in Sardegna (16521656), in «Nuovo bollettino bibliografico sardo», IV (1959), n. 19, pp. 12-13; e soprattutto il saggio di E NLANCONI, Castigo de Dios cit. e B. ANATRA, I fasti della morte barocca cit. 230 F. CORRIDORE, Storia documentata cit., pp. 169, 191. G. Sorgia e G. Todde hanno ridimensionato il dato in crescita del censimento ritenendo che «il fenomeno fosse collegato al trasferimento in città di molte persone giunte dall'interno in cerca di sistemazione pef sfuggire alle penose condizioni di vita delle campagne» (Cagliari sei secoli cit., p. 64). 231 Sui privilegi della città, C. FERRANTE, A. MATTONE, I privilegi e le istituzioni municipali cit. 94 re le ingenti spese occorse nella lotta contro le epidemie e le carestie che avevano colpito l'isola e la città. Gli ecclesiastici infatti si rifiutavano di corrispondere le somme dovute adducendo la mancanza di un breve pontificio che li autorizzasse (cap. 5), ma anche i generali delle galere e i ministri regi disattendevano al pagamento. Nel caso di questi ultimi si chiedeva che il tesoriere pagasse direttamente al davario della città la gabella dovuta, traendola dai salari degli stessi ufficiali e che, nel caso di prodotti trasportati da galere o altre imbarcazioni, ne fosse vietato l'ingresso in città se prima non fossero stati assolti i relativi obblighi (cap. 4). Non solo. Il sindaco contestava anche al tribunale del Real Patrimonio la competenza in materia di contrabbando e di frode sul vino, rivendicando alla stessa città il diritto a giudicare sulla mancata corresponsione delle gabelle da essa imposte (cap. 3). L'elusiva risposta del Montellano, che rimandava le suppliche al sovrano, è sintomatica della volontà di difendere gelosamente le prerogative dell'amministrazione regia, soprattutto quando queste rischiavano di essere ridimensionate sul piano economico-fiscale. Più disponibile si mostrava il viceré ad accogliere altre istanze (capp. 23 e 27) riguardanti la tutela delle funzioni dei magistrati civici, talvolta messe in crisi dall'invadenza del procuratore reale, soprattutto in materia di macellazione e vendita delle carni. Il problema dell'approvvigionamento alimentare doveva essere particolarmente sentito. Nel capitolo 12 si faceva presente la carenza di scorte di tonno salato, soprattutto nel periodo invernale. Il prodotto ittico, infatti, abbondava nel Capo di Càgliari ma era insufficiente per il mercato cittadino perché gli almadravistas ne depositavano solo pochi barili vendendolo poi ad un prezzo tanto alto da scoraggiarne l'acquisto; il sindaco chiedeva quindi il rispetto del capitolo di Corte che sanciva l'obbligo per i proprietari di depositare in città una certa quantità di tonno al prezzo stabilito dal viceré 232 . La richiesta venne sostanzialmente accolta. Sarebbe stato troppo permettere che il tonno sardo mancasse a Cagliari mentre veniva venduto a Barcellona a minor prezzo. Sempre in tema di rifornimento alimentare ed ín considerazione dell'incremento demografico venne anche sollecitato l'aumento della quantità di grano da immagazzinare, che sarebbe passata da 40.000 a 70.000 starelli (cap. 26). La risposta del viceré rimandava ancora una volta al sovrano. Un'altra supplica (cap. 17) riguardava il settore dell'istruzione. La città lamentava il fatto che gli Stamenti militare ed ecclesiastico non contribuissero, come era stato concordato in occasione della fondazione dell'Università, al pagamento dei salari spettanti ai professori, pretendendo però nello stesso tempo di ingerirsi nell'amministrazione dello Studio. In effetti l'Università di Cagliari, a differenza di quella sassarese patrocinata prevalentemente da privati, apparteneva a pieno titolo alla città che, oltre a 232 J. DEXART, Capitula cit., lib. VIII, tit. V, cap. 35. 95 provvedere alle spese per il suo funzionamento, nominava i professori, stabiliva i loro salari, introduceva persino variazioni nel privilegio reale di istituzione dello Studio. La richiesta, sia pure motivata, di non permettere alcuna intrusione degli Stamenti militare ed ecclesiastico nella gestione dell'Università mirava quindi a salvaguardarne l'autonomia233. Nel cap. 19 veniva affrontato il problema sanitario della quarantena a cui dovevano sottoporsi le imbarcazioni e quindi gli uomini e le merci provenienti da luoghi sospetti di contagio. Le conseguenze delle terribili epidemie del Seicento si facevano ancora sentire e inducevano le autorità pubbliche a prendere i necessari provvedimenti per prevenirle. Bisognava proibire che i mezzi mercantili sospetti attraccassero nei porti di Oristano e dell'Ogliastra dove non esistevano «lazaretos ni gent esperta en lo conoximent de estas cosas», con grave pericolo quindi per la salute pubblica. Solo la città di Cagliari poteva contare su strutture adeguate e dare quindi ricovero a quanti « se tinga suspita que vingan de lloch infecto de contagio o sospitos». Il viceré rimandava all'osservanza della consuetudine234 . Sulle questioni di ordine pubblico i rappresentanti civici non esitavano a chiedere il trasferimento in luoghi «apartats» di quegli artigiani che esercitavano la loro arte nelle strade di Castello e negli altri quartieri (cap. 14). Fabbri ferrai, bottai, orefici e argentieri disturbavano, con lo strepitio dei loro strumenti, il lavoro dei giudici della Reale Udienza e del Reale Consiglio o di altri letrados. La supplica trovava pronta approvazione da parte viceregia. Il caso degli artigiani, invitati ad allontanarsi dai tradizionali luoghi di lavoro per non infastidire gli "uomini di intelletto", sembra indicare una certa distanza tra gli interessi dell'élite cittadina ed il medio ceto urbano. Tale distanza emergeva anche nelle richieste avanzate dai sindaci delle Appendici, cioè dei quartieri di Stampace, di Villanova e della Marina, caratterizzati dalla massiccia presenza di artigiani e commercianti235. Esse 233 Cfr. la recente analisi di R. TURTAS, La formazione delle Università di Cagliari e di Sassari, in Le Università minori cit., pp. 675- 689, e la ricca bibliografia ivi citata. 234 Nel Seicento il lazzaretto di Cagliari era l'unica struttura sanitaria permanente nell'isola. Solo negli anni venti del Settecento furono istituiti i lazzaretti di Alghero e di Sassari: ad Alghero vicino alla torre di Capo Galera, con dispaccio viceregio del 21 agosto 1721 (ASC, Segreteria di Stato e di Guerra, serie 2a, vol. 1568. Cfr. G. TAVERA, Fonti per la storia di Alghero nell'Archivio comunale, in Alghero, la Catalogna cit., p. 254); a Sassari il "ricovero"risultava funzionante dal giugno 1723 (ASC, Segreteria di Stato e di Guerra, serie 2", vol. 1217). Cfr. anche G. TORE, Pestilenze e società: la difesa epidemiologica in Sardegna dal XVIII al XIX secolo, in « Annali della Facoltà di Magistero di Cagliari », n. s. Il, 1977-78, pp. 143-164; F. MASALA, I «luoghi» della peste, in Arte e cultura del '600 e del '700 in Sardegna, a cura di T. K. Kirova, Napoli, 1984, pp. 29-40 ed il più recente studio di G. DODERO, I lazzaretti. Epidemie e quarantene in Sardegna, Cagliari, 2001. 235 Sulla organizzazione amministrativa delle Appendici cfr. C. FERRANTE, I sindacati di quartiere a Cagliari in «Studi Sardi», XXV (1979-1980), pp. 455-460, ed anche G. SORGIA, Spagna e problemi mediterranei nell'Età Moderna, Padova, 1973, p. 100. 96 miravano soprattutto ad ottenere provvedimenti incisivi in materia dí abbattimento o diminuzione delle tariffe doganali al fine di conseguire una qualche liberalizzazione del commercio. Infatti i dazi, le gabelle, le imposte, i diritti che si pagavano nelle dogane, nei pesi reali, nei macelli delle città ed in altri uffici, rappresentavano «una vera e propria giungla tributaria»236. Venivano tassate «sia le merci e le derrate introdotte in città, via terra, dal distretto agricolo (il grano, l'orzo, i legumi, il vino, l'olio, la legna, il formaggio, la lana, ecc.) sia quelle importate via mare (stoffe, manufatti, attrezzi per l'artigianato, generi alimentari, beni di lusso etc.)». Le restrizioni imposte dai privilegi urbani, quindi, «non si ripercuotevano negativamente soltanto sull'economia agricola, sul commercio interno, sull'esportazione e sull'importazione di merci, ma finivano per aggravare anche le stesse condizioni di vita degli abitanti delle città»237. A Cagliari così venivano a mancare persino i generi di prima necessità perché i mercanti preferivano venderli in altre località dove pagavano diritti più bassi come nella costa genovese o, nel caso del tonno, addirittura a Barcellona238. I rappresentanti delle Appendici proponevano di abolire qualsiasi gabella sui generi prodotti nell'isola come miele, cera, formaggio fino e di vacca, zafferano, olio, tele e coperte (cap.1) e di ribassare i diritti riscossi dalle dogane civiche riportandoli "all'antico", diminuendoli cioè dal 20%, quota spettante per la roba grossa (panni, lana e tele) e dal 15 %, dovuto per i tessuti fini come le sete, sino al 10%, secondo quanto previsto dalle leggi canoniche e civili (cap. 3). Ciò avrebbe consentito non solo di rimediare alla penuria di viveri e di altri generi ma anche di arginare il contrabbando, praticato soprattutto dai mercanti che portavano le merci d'oltremare; essi infatti, d'accordo con i doganieri, non dichiaravano le merci per l'intero ammontare frodando quindi il fisco. La diminuzione dei diritti al 10% avrebbe incentivato il commercio ed assicurato all'erario cittadino entrate più stabili. Le suppliche degli abitanti delle Appendici andavano però a minacciare direttamente quel diritto sul vino, sul vtWele (vinello), sull'acqua ardente e sull'olio che l'amministrazione civica aveva progressivamente aumentato nel corso del Seicento, motivandolo prima con i problemi della carestia, poi con il pagamento dei creditori ed, infine, con le spese per la fabbrica della cattedrale239. Era anzi un diritto spesso non pagato e di cui Francesco Cfr. A. MATTONE, Le città e la società urbana cit., p. 304. Ibidem, pp. 304-305. 238 Vedi in precedenza il cap. 12 delle suppliche presentate dalla città di Cagliari (cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 228) . 239 Sulla viticoltura in età moderna cfr. i vari contributi in La vite e il vino cit., e in Storia della vite eh. In particolare, sulla tassazione del vino, cfr. E. GESSA, La gabella del vino a Cagliari (secoli XIV-XVIII), in La vite e il vino cit., vol. I, pp. 229-243 e in Storia della vite cit., pp. 64-73. 236 23 ' 97 Esgrecho, sindaco di Cagliari, reclamava l'osservanza240. I sindaci di Stampace, Villanova e Marina ne chiedevano invece la diminuzione perché, venute meno le esigenze che ne avevano motivato l'impennata, era giusto che le tariffe venissero riportate "all'antico", in ossequio anche alla tradizione giuridica, sia civile che canonica (cap. 4). Ma la risposta del viceré ai capitoli 1, 3 e 4 anche questa volta era interlocutoria, rimandando al sovrano la decisione finale; accolse invece la seconda supplica relativa all'abolizione delle gabelle sulla legna, sul carbone, sulla carne e sul grano, in quanto generi di prima necessità di cui íl mercato cagliaritano scarseggiava. Tra le richieste delle Appendici una in particolare riguardava la necessità di destinare delle somme a migliorare la viabilità cittadina; in questo caso si trattava di acciottolare le vie (empedrar las calles) del borgo della Marina che, soprattutto d'inverno, con la pioggia, diventavano fangose e sudicie rendendo molto difficoltose le operazioni di carico e scarico delle merci. I più danneggiati erano i negozianti che avevano bottega nel quartiere, dove più intensi erano gli scambi commerciali. Per provvedere alle spese i sindaci chiedevano che a ciascuna di loro fosse concesso di immagazzinare 1000 starelli di grano con il beneficio della «sacca» (cap. 14). Il viceré non accolse la supplica sollecitando i sindaci a formulare altre proposte per finanziare i lavori. L'esigenza di liberarsi da certe prestazioni che ne limitavano l'attività portava gli artigiani delle Appendici a chiedere di essere esentati dall'obbligo di fare le ronde notturne che dovevano spettare, come un tempo, alle guardie, al sottoveghiere e agli alguazili (cap. 5). L'impegno notturno — si sosteneva in questo caso — danneggiava infatti l'artigiano, che la mattina seguente non era in grado di rendere al meglio nel suo lavoro. Allo stesso modo nei capp. 12 e 13 è evidente l'esigenza di superare la rigidità delle norme statutarie relative ai muratori e ai falegnami (cap. 12) e ai bottai (cap. 13): esse obbligavano gli utenti a servirsi degli stessi artigiani per completare un'opera già iniziata, con ripercussioni negative sia per i proprietari delle case che per quelli del vino. Se infatti il mosto non fosse stato chiuso a tempo debito nelle botti, il vino si sarebbe irrimediabilmente rovinato. Emergeva già da allora la necessità di superare le limitazioni imposte dalle corporazioni artigiane al libero mercato della manodopera: esse non potevano che ostacolare lo sviluppo dell'economia241. 240 Cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 228, i capitoli 3, 4 e 5 presentati dalla città di Cagliari. diffusione delle corporazioni di mestiere cfr. Corporazioni, gremi cit. 241 Sulla 98 7.6. Le comunità di villaggio. Per quanto vigesse il principio che nelle Corti i territori feudali venissero rappresentati dai rispettivi baroni, i vassalli, angariati dai numerosi abusi e spesso non sentendosi affatto tutelati, pretesero una partecipazione parlamentare attiva attraverso propri procuratori o i sindaci eletti dalla mes y sana part de la comunitat 242 . Si trattava dell'assemblea del villaggio, una sorta di vero e proprio "consiglio comunitativo", formata dagli abitanti di ciascuna delle ville che costituivano le incontrade o le baronie. A capo di queste vi erano i regidores che, per conto dei signori, riscuotevano le rendite e i tributi, effettuavano le visite ispettive nelle ville e provvedevano alla nomina degli ufficiali con compiti di natura amministrativa e giudiziaria. Ogni villaggio era presieduto invece dal majore, che veniva coadiuvato dal majore de pradu e da altri ufficiali minori (pradarjos, bidazzonarjos, etc.)243 . Nel Parlamento celebrato dal duca di Avellano (1641-43) il sindaco dell'incontrada reale del Mandrolisai aveva chiesto di «tenir vot en lo Stament real» al pari della città di Oristano, pur lasciando ad essa e alle altre municipalità il diritto di precedenza «en lo scure y votar», accontentandosi di esprimere «lo ultim vot» dello Stamento244. Per una reale e attiva partecipazione delle comunità si dovette attendere ancora qualche decennio; fu infatti soltanto a partire dal Parlamento di Santo Stefano (1676-78) che si registrò una presenza costante, sia pure controllata, delle comunità, che divenne ancora più massiccia e rilevante nel Parlamento del conte di Montellano. Nella tabella seguente in corrispondenza allo stato di appartenenza, se demaniale o feudale, sono riportati i numeri delle suppliche presentate245: 242 Sulla nascita di una nuova coscienza da pane delle comunità di villaggio cfr. G. G. Olmi, Villaggio e poteri signorili in Sardegna, Roma-Bari, 1996, pp. 83 ss; sul rapporto baroni — vassalli cfr. anche A. MATTONE, Il fendo e la comunità di villaggio, in L'età moderna cit., pp. 333-379; G. MURGIA, Comunità e baroni. La Sardegna spagnola (secoli XVXVII), Roma, 2000, pp. 85 e ss. Sugli organi rappresentativi delle comunità cfr. in particolare 1. ButoccHt, M. CAPRA, L'istituzione dei Consigli comunitativi in Sardegna, in « Quaderni sardi di storia», 4 (1984), pp. 139-158; M. LEPORI, Feudalità e consigli comunitativi nella Sardegna del Settecento, in «Études Corses», (1988), nn. 30/31, pp. 171-182. 243 Nei territori di realengo, così detti perché facevano parte del demanio regio, gli ufficiali venivano scelti dal viceré sulla base dí una terna decisa dalla Reale Udienza, in quelli baronali venivano scelti dal signore o dal regidor su una terna proposta dalla comunità (cfr. G. G. OR U, Villaggio e poteri cit., pp. 145-155; A. MATTONE, Il feudo e la comunità eh., pp. 363-368). 244 Si tratta del cap.13 delle suppliche presentate dal sindaco dell'incontrada (ASC, Antico Archivio Regio, Parlamenti, vol. 170, c. 1465) il quale, tra l'altro, nello stesso Parlamento aveva presentato dissentimene circa la nomina degli ufficiali che, secondo i privilegi vantati dalla comunità, doveva essere riservata ai naturali delle ville. 245 Sulla qualificata presenza delle ville nelle assemblee sarde cfr. B. ANATRA, Economia sarda e commercio mediterraneo, in L'Età moderna. cit., pp. 216 ss; F. FRANCTONt, Le comunità rurali nei parlamenti sardi del Seicento, in «Le Carte e la Storia. Bollettino semestrale della Società per gli Studi di Storia delle Istituzioni», III (1997), n. 2, pp. 118-129. 99 Atzara Barbagia di Belvì Decimomannu Desulo Ghilarza, Aidomaggiore Guspini Isili Las Plassas, Barumini, Villanovafranca Norghiddo, Boroneddu, Tadasuni, Soddi Nuoro Paulilatino, Abbasanta Posada Quartucciu Samassi Samatzai Santa Giusta Santulussurgiu Serramanna Sestu Siamanna Siliqua, Villamassargia Sorgono Tempio Uras Villaspeciosa Incontrada reale del Mandrolisai Incontrada reale Baronia di Monastir Incontrada reale del Mandrolisai Incontrada reale di Parte Ozier Baronia di Monreale Ducato di Mandas Baronia di Las Plassas Incontrada di Canales / Contea di Sedilo Incontrada di Nuoro Incontrada reale di Parte Ozier Baronia Baronia reale di Quartu Baronia Baronia Campidano reale di Simaxis (Or) Marchesato di Sietefuentes / Cuglieri Marchesato di Villacidro Baronia di San Michele Campidano reale di Simaxis (Or) Baronia di Monastir Incontrada reale del Mandrolisai Marchesato di Orani/ Incontrada di Gallura Gemini superiore Baronia Baronia di Monastir 17 3 23 11 7 1 3 6 3 4 1 3 t 3 4 22 5 6 12 2 Il motivo di fondo delle suppliche era costituito dalla denuncia della drammatica situazione economica, ai limiti della sussistenza, in cui versavano i villaggi. Il quadro che emerge, pur considerando la parzialità delle voci, è davvero desolante: villaggi a vocazione agricola, come quelli dei tre Campidani di Oristano e del Campidano di Cagliari, e comunità di montagna dove il pascolo era fiorente venivano progressivamente abbandonati perché gli abitanti, spogliati dei loro beni dal complesso dei tributi a cui erano sottoposti (gabelle feudali, donativo regio, decime ecclesiastiche), erano spesso costretti a trasferirsi in altri territori. Così, ad esempio, la villa regia di Siamanna accusava i consiglieri della città di Oristano e i ministri di giustizia del Campidano di introdurre abusivamente nuovi tributi, in aggiunta a quelli già percepiti, senza alcun rispetto dei privilegi e delle esenzioni di cui godeva dal tempo dei sovrani d'Aragona. Per porre un freno a questi 100 comportamenti chiedeva quindi che le ville venissero informate ufficialmente della nomina del sindaco della città, in modo da esporgli le loro necessità. Anche Santulussurgiu attribuiva lo spopolamento della villa, più che alla sterilità dei territori, al pesante carico tributario che spesso i vassalli non riuscivano ad assolvere. Erano soprattutto due gli obblighi invisi alla popolazione rurale: il grano di scrutínío e la paglia per la scuderia regia. Nel primo caso si trattava del frumento che i vassalli, pur al limite del fabbisogno personale, dovevano trasportare nei magazzini annonari per assicurare gli approvviggionamenti urbani: molte località come Guspini, Serramanna, Las Plassas, Samatzai, Samassi, Decimomannu e Villaspeciosa, ne chiesero l'abolizione ma ottennero un rifiuto, ad eccezione della villa di Sestu a cui il viceré assicurò che la città di Cagliari non avrebbe dovuto contare sulla quota della villa bensì provvedere in maniera differente246. Imposizione simile era quella relativa alla paglia, dove però il maggior onere era costituito dal trasporto nella capitale del foraggio destinato alla cavalleria; erano, infatti, assai elevate le spese di viaggio da sostenere, sia per le distanze che per il cammino poco agevole. Così la villa di Guspini faceva notare che i vassalli tenevano «la bidasoni y labransa en lugares maritimos y distantes mas de treynta millas y los camínos son muy asperos y montuosos» e che, dopo aver raccolto la paglia, pur di non essere obbligati a portarla in città la lasciavano nelle aie o addirittura la bruciavano. Trattandosi di una protesta comune a molti paesi che necessitava di un provvedimento di carattere generale, il viceré incaricò il reggente la Reale Cancelleria di esaminare la questione per adottare un unico regolamento che tenesse però conto delle situazioni logistiche. Altro motivo di scontento era rappresentato dall'obbligo per le truppe miliziane di effettuare le ronde e le guardie marittime cui erano tenuti tutti gli uomini delle ville per assicurare la difesa e il controllo del territorio. Le lamentele, però, spesso nascevano perché le turnazioni e le spese non venivano ripartite equamente tra le comunità. I tre Campidani, ad esempio, protestavano per questo motivo nei confronti delle incontrade reali del Mandrolisai e di Parte Ozier; mentre la villa di Quartucciu, partendo dalla considerazione che la vigilanza notturna lungo la marina di Quartu costituiva un beneficio per l'intera comunità, riteneva che nessun vassallo dovesse esserne esentato, neanche «capitanes, alpheres, sargentos, cabos de esquadra de cavalleria e infanteria, ministros inferiores del Santo Officio y curia ecclesiastica». Il viceré in questo caso accolse la richiesta, fatti salvi gli atti di concordia e le leggi esistenti ín merito. 246 Sull'annona cfr. C. SOLE, Il problema annonario e il rapporto città-campagna, in Politica, economia e società in Sardegna nell'età moderna, Cagliari, 1978, pp. 11-51; B. ANATRA, Per una storia dell'annona cit.; R SANNA, Il grano delle ville cit., pp. 527-542. Vedi anche in questo saggio il cap. 7.5, pp. 91-92. 101 L'amministrazione della giustizia ebbe grande spazio anche nelle suppliche delle comunità che focalizzavano l'attenzione sulla cattiva gestione di ministri poco preparati e interessati, per lo più, a trarre dall'impiego i maggiori benefici possibili per sé stessi. Esse proponevano, ad esempio, che la carica di ufficiale fosse riservata ad un nativo che avrebbe tutelato i vassalli e gli interessi della comunità, data la presenza nei vari paesi — come ricordava il procuratore dell'incontrada di Canales — di persone idonee e de literatura. L'incontrada di Belvì suggeriva in particolare che i consiglieri e i giurati nominassero come ufficiale di ciascuna villa una persona «apta y sufissíente», invitando i vassalli a non lasciarsi intimorire dalla minaccia di ritorsioni da parte di chi pretendeva, magari con l'uso della forza, di essere eletto senza meriti; inoltre aggiungeva che non si dovesse rinnovare l'incarico ad una stessa persona prima che fossero trascorsi almeno tre bienni dal precedente mandato e dopo aver "purgato taula", ossia dopo che fosse stato effettuato il controllo amministrativo sulla sua gestione. Anche la villa di Guspini poneva al primo posto l'esigenza di validi ufficiali, scelti dai feudatari o reggitori sulla base di una terna tra nativi della baronia, che, alla scadenza dell'anno, dovessero purgar taula e fossero rieleggibili due anni dopo la verifica. La comunità di Serramanna ribadiva che era necessario, per una migliore amministrazione, responsabilizzare i ministri dell'officialia sottoponendoli a una rigorosa sindacatura. Un fenomeno diffuso che contribuiva allo scadimento del servizio, era inoltre il frequente ricorso all'uso di condurre gli uffici attraverso sostituti: i titolari infatti, dietro pagamento di somme di denaro, talvolta anche molto elevate, facevano esercitare le loro funzioni da altri che, per rifarsi delle spese e accrescere le entrate, commettevano ogni sorta di arbitrio e vessazione. Alle ville di Ghilarza e Aidomaggiore, che ponevano in rilievo questo aspetto e proponevano la nomina di tre giurati per vigilare sugli aggravi e vessazioni cui erano sottoposti i vassalli, il viceré rispose che ricorressero al sovrano. Dalle suppliche delle comunità emerge poi una serie di altri aggravi subìti dalle popolazioni tra cui la sorveglianza delle carceri baronali, íl trasferimento dei prigionieri e la trasmissione delle liste mensili alle città di Cagliari e Sassari. Si trattava di obblighi che, per essere portati a compimento, richiedevano parecchio tempo, distogliendo così un certo numero di braccia dal lavoro dei campi e dall'allevamento del bestiame, con gravi ripercussioni sull'economia dell'intera comunità. L'appartenere ad un feudo comportava comunque il pagamento di molti altri tributi di tipo personale, reale e misto di cui le popolazioni rurali mal sopportavano il peso 247 . Tra i primi era quello de feu, che sostanzialmente corrispondeva al riconoscimento della giurisdizione baronale; si trattava di 247 102 Sulla natura dei diversi tributi feudali cfr. U. G. MoNnotio, Terre e classi sociali cit.; F. un'imposta annuale che doveva essere corrisposta individualmente o collettivamente da tutti i vassalli in età «produttiva e secondo le proprie condizioni economiche», con esclusione quindi dei figli e dei moffis in quanto non disponevano di beni distinti da quelli dei genitori e dei dueiws. La cosa, però, non era tanto pacifica come potrebbe sembrare se le comunità, in seno all'assise parlamentare, lamentavano il mancato rispetto di questo principio, sollecitando il viceré ad assumere provvedimenti a loro favore. I tributi reali ricadevano invece sui redditi derivanti dall'attività lavorativa e si riscuotevano quindi sui terreni coltivati e sul pascolo. Il llaor de corte o carra de corte corrispondeva ad una certa quantità di grano seminato che, il più delle volte, veniva preteso da tutti senza eccezione («labre o no labre») e persino dagli anziani di età compresa tra i 60 e i 70 anni. La quantità da versare era solitamente fissa e non teneva conto degli scarsi raccolti e soprattutto del fatto che, a causa della carenza di forza lavoro, la superfice coltivata era assai ridotta. Sulle vigne gravava invece il derecho del vino o del fondo, fissato sulla base del numero dei tralci; talvolta questo tributo veniva riscosso abusivamente insieme a quello detto puntarolu che, ad esempio, nella villa di Quartucciu gravava sul vino che si vendeva nei predi. Quartucciu da antica data fiorente centro di produzione vitivinicola del Cagliaritano, chiedeva infatti che si percepisse o l'uno o l'altro: il viceré rispose che, trattandosi di villa regia, dovesse rivolgersi al tribunale del Reale Patrimonio 248. Sull'allevamento del bestiame gravava invece il deghino o sharbagio, che consisteva nel corrispondere al signore, secondo forme consuetudinarie, un certo numero di capi di bestiame sul gregge posseduto e che pascolava nei salti demaniali; si trattava di un diritto fissato e riscosso sul "segno", ossia un'unità che raggiungeva la consistenza di almeno 10 capi sia ovini e capriLODDO CANEPA, Rapporti fra feudatari e vassalli in Sardegna, in Fra il passato e l'avvenire. Saggi storici sull'agricoltura sarda in onore di Antonio Segni, Padova, 1965, pp. 287-313; G. G. ORTI:, Villaggio e poteri cit., pp. 116-141; A. MATTONE, Il feudo cit., pp. 351-358; G. DONEDDU, Ceti privilegiati cit. Spesso le comunità si accordavano con il loro signore stipulando degli accordi formali in cui le parti si impegnavano reciprocamente a rispettare i tributi fissati e le altre incombenze feudali, cfr. in proposito, G. MURGIA, Capitoli di Grazia e lotta antibaronale nella Sardegna moderna, in «Archivio sardo del movimento operati() contadino e autonomistico», 11 /13 (1979), pp. 287-309. 248 Sulla diffusione della viticoltura in età moderna, con richiami alla produzione della baronia di Quartu e della villa di Quartucciu, oltre ai già citati La vite e il vino e Storia della vite cfr. G. TORE, La fabbrica del vino. Terra, lavoro e azienda nella Sardegna moderna, Sassari, 1995; G. G. ORTU, La viticoltura tra storia e tradizione, in Il lavoro dei sardi; a cura di F. Manconi, Sassari, 1983, pp. 66-76; B. ANATRA, La vite e il vino in Sardegna tra Basso Medioevo ed Età Moderna, in Studi e ricerche in onore di Girolamo Sotgiu, vol. I, Cagliari, 1993, pp. 47-66; C. FERRANTE, La coltivazione della vite tra Cinquecento e Seicento, in UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI, V Settimana della cultura scientifica (31 marzo-9 aprile 1995), Sassari, 1995, pp. 62-65; ID., La viticoltura e la vinificazione nella Sardegna spagnola (XVI-XVII), in Storia della vite cit., pp. 12] -142. 103 ni che suini 249. La Barbagia di Belvì chiedeva che si pretendesse soltanto un capo a signal sui maiali, le pecore e gli alveari, come era stabilito per il Mandrolisai — lo stesso fecero Ghilarza e Aidomaggiore dell'incontrada reale di Parte Ozier — in esecuzione del privilegio decretato nel Parlamento del 1688; nel contempo supplicò che gli arrendatori riscuotessero il deghino entro il mese di ottobre, prima cioè che il rigore dell'inverno impedisse di portare il gregge a svernare nel Campidano e che in pari data, sotto pena di 100 scudi, i ministri preparassero i bollettini e le certificazioni necessarie. Il viceré, per quanto riguardava il tributo, rimandò all'osservanza della consuetudine e, per il periodo della riscossione, diede ragione ai ricorrenti, ordinando che si osservasse la regia prammatica e che tale principio fosse contemplato nello stesso atto di arrendamento. Anche la villa di Desulo dell'incontrada del Mandrolisai faceva notare il comportamento scorretto dei ministri nella riscossione del tributo e ricordava come fosse già capitato che i pastori, costretti più volte ad attendere a lungo l'arrendatore dei diritti, avessero perso ben 4.000 capre; o quando gli stessi, nel contare i capi di bestiame uno per uno, dividendoli per segno, procuravano l'aborto delle pecore e nello stesso tempo creavano notevoli disagi ai vassalli impegnandoli per una decina di giorni in questa operazione. La villa sottolineava inoltre i ripetuti abusi che i ministri commettevano anche quando si recavano nei villaggi ad esigere i tributi, pretendendo ospitalità per sé e le persone al seguito. Il conte di Montellano decretò che ricorressero, in caso di inosservanza della prammatica, al tribunale del Regio Patrimonio e approvò le proposte di Desulo circa le modalità di riscossione. Anche per il diritto di estula relativo al permesso di entrare nelle stoppie o, meglio, nei campi mietuti prima del 15 agosto, secondo la regia prammatica, venivano lamentati vari eccessi degli ufficiali; così fecero, ad esempio, i pastori del Campidano Simaxis che protestarono con il viceré perché obbligati a versare una somma pari a 2 soldi a segno 250. Altri tributi riguardavano strettamente l'amministrazione della giustizia: l'incarica, la tentura e la machizia. Per quanto riguarda l'incarica, di cui si è già trattato nelle suppliche dello Stamento militare 251 , si deve aggiungere che la trasformazione in imposta fissa — pretesa dai baroni all'interno dei 249 Su i particolari aspetti e sulle modificazioni assunte nel corso del tempo dal deghino o sbarbagio, che i vassalli erano tenuti a versare ai feudatari per l'uso del pascolo nella misura di 10 capi di bestiame ogni 100, cfr. gli approfondimenti di G. G. ORTU, L'economia pastorale della Sardegna moderna. Saggio di antropologia storica sulla soccida, Cagliari, 1981, pp. 26-32. 250 I tributi feudali non erano fissi: natura e valore variavano a giudizio del barone; non esiste infatti un elenco unitario delle imposizioni feudali, che si rifacevano il più delle volte alla consuetudine territoriale. Nelle infeudazioni il sovrano usava l'espressione generica «concedimus... cum redditibus dacíis, proventibus, maquiciis et aliis juribus...»; cfr. F. LODDO CANEPA, Ricerche e osservazioni sul feudalesimo sardo, in «Archivio storico sardo», XI (1915), pp. 24-32. 251 Cfr. il saggio alle pp. 78-80. 104 loro territori — a prescindere dall'accadimento del reato aveva creato grande malcontento all'interno di molte comunità. I vassalli della villa di Desulo in particolare avevano opposto un netto rifiuto al versamento di tale tributo, ma gli arrendatori dei diritti civili e criminali, per niente intenzionati a lasciarsi sfuggire la rendita, erano arrivati a nominare dei majores de saltos perché vigilassero sulle vidazzoni, sui prati e sui chiusi e intensificassero i controlli al fine di rilevare il maggior numero di infrazioni, sconvolgendo così la stessa giurisdizione ordinaria che affidava quei compiti ai bidazonargios e ai majores de grado. Gli abitanti di Desulo chiedevano pertanto che si osservassero i concordati e le ordinazioni del Real Patrimonio ed il viceré non potè che approvare. Sestu e Decimomannu, località dove l'incarica era rimasta inalterata, ne chiedevano invece l'esenzione totale perché i loro territori erano attraversati da vari cammini reali, percorsi sia di giorno che di notte (Sestu per esempio era attraversata da 7 cammini reali e Decimomannu da 2) e gli abitanti molto difficilmente potevano venire a capo dei delitti e perseguire i colpevoli. Il conte dí Montellano invitò la comunità di Sestu a rispettare i pregoni esistenti e quella di Decimomannu a ricorrere al Consejo. La tentura e la machizia costituivano altri istituti giuridici sempre di origine consuetudinaria e collegati tra loro; il primo contemplava il sequestro del bestiame che pascolava abusivamente e sconfinava nei coltivi, il secondo, invece, il diritto di macellare i capi sequestrati. Col tempo queste misure, disciplinate dalla regia prammatica, si trasformarono in una penale in denaro favorendo il proliferare di abusi da parte degli ufficiali e degli arrendatori. Questi, infatti, per incrementare le loro rendite introducevano arbitrariamente nuove forme di applicazione della tentura e, soprattutto, aumentavano il corrispettivo da pagare. Ciò avveniva, ad esempio, a Simaxis dove per ogni bue domito tenturato gli arrendatori dei salti esigevano sei soldi anziché uno, come stabilito dai capitoli di Corte. I sistemi adoperati dagli ufficiali locali per moltiplicare le entrate, tra cui quello usato a Desulo con la nomina dei ministri saltuari, erano quindi molto semplici ma efficaci. Certo penali tanto elevate avrebbero potuto di per sé rappresentare un deterrente per i pastori, ma il coro unanime di protesta sollevato, ad esempio, dall'incontrada reale di Belvì, che chiedeva si ribassasse la penale di 50 ducati, fissata nel precedente Parlamento e inflitta a chi avesse introdotto bestiame nelle vigne, fa intendere la rilevante diffusione del fenomeno e quanto fosse profondo l'annoso dissidio esistente tra agricoltori e pastori. Nella supplica si faceva riferimento particolare ai campi coltivati della villa di Aritzo dove vi era una notevole varietà di alberi da frutta (ciliegi, peri, castagni, noci, mandorli e susini) e si chiedeva di equiparare la multa per la tentura a quella stabilita nella villa di Tonara, dove per ogni bue 105 domíto si pagavano 4 reali e per ogni gregge di pecore, capre, maiali e mucche 2 scudi. Il problema dello sconfinamento di bestiame si verificava normalmente nei villaggi dove vigeva il sistema comunitario dei campi aperti con la caratteristica vidazzone, ossia l'insieme delle terre arative in cui si praticava l'alternanza tra cerealicoltura estensiva e il padru riservato al pascolo del bestiame domito. Esistevano però all'interno delle vidazzoni delle terre recintate non soggette a rotazione che non stavano tanto ad indicare la presenza di lotti individuali, ossia una forma di proprietà, quanto la destinazione d'uso; in essi si impiantavano vigneti, frutteti ed orti252. Le chiusure avevano principalmente lo scopo di difendere le colture specializzate dalle invasioni del bestiame: l'incontrada di Belvì chiedeva infatti al viceré che si dessero gli ordini necessari affinché in breve tempo, 8 giorni, si ultimassero i muri di chiusura dei vigneti e delle vidazzoni della villa di Aritzo, dotandoli anche di porte, e che la stessa procedura fosse seguita anche nelle ville di Belvì e di Gadoni. Il viceré rispose che ci si attenesse alle decretazioni parlamentari. Molti erano i diritti comunitari che le popolazioni dei villaggi consideravano essenziali alla loro stessa sopravvivenza e che i signori cercavano invece di limitare; tra i più diffusi era quello di poter tagliare liberamente legna nei propri salti o in quelli limitrofi della stessa íncontrada per costruire o ristrutturare case o semplicemente da usare come combustibile; ma anche di raccogliere ghiande da dare in pasto ai maiali, prendere funghi e bacche e pescare nei fiumi per il proprio sostentamento 253 . Il viceré dinanzi alle varie e singole richieste si limitava a consigliare di rispettare la consuetudine. Alla fine del Seicento il mondo delle comunità rurali appare in evoluzio252 Sul regime giuridico della terra cfr. R. Di Tucci, La proprietà fondiaria in Sardegna dall'alto medio evo ai nostri giorni, Cagliari, 1928; I. Bntocrt n, Per la storia della proprietà perfetta in Sardegna. Provvedimenti normativi, orientamenti di governo e ruolo delle forze sociali dal 1839 al 1851, Milano, 1982; ID., Verso la proprietà perfetta nella Sardegna sabauda, in La proprietà e le proprietà. Atti del Convegno della Società Italiana di Storia del Diritto, Pontignano, 30 settembre-3 ottobre 1985, a cura di E. Cortese, Milano, 1988, pp. 543-568; G. DONEDDU, Una regione feudale nell'età moderna, Sassari, 1977, pp. 53-57 e dello stesso Ceti privilegiati cit., pp. 8-11 e passim. Sul dibattito relativo alle chiusure cfr. C. G. MOR, Le leggi sulle chiudende (1820-1839), in Atti del II Congresso nazionale di diritto agrario, Mussolinia - Cagliari-Sassari, 16-19 ottobre 1938, Roma, 1939, pp. 62 ss.; M. DA PASSANO, Le discussioni sul problema della chiusura dei campi nella Sardegna sabauda, in «Materiali per una storia della cultura giuridica», X (1980), n. 2, pp. 417-435; A. MATTONE, Le vigne e le chiusure: la tradizione vitivinicola nella storia del diritto agrario della Sardegna (XIII-XIX secolo), in Storia della vite cit., pp. 91-98; ID., Le origini della questione sarda. Le strutture, le permanenze, le eredità, in La Sardegna cit., pp. 109-120. 2'5 Sull'uso comunitario del bosco cfr. in generale A. Soun, Ademprivia cit.; C. FERRANTE, Il bosco in Sardegna nei secoli XV XIX attraverso le fonti documentarie dell'Archivio di Stato di Cagliari; in UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI, VII Settimana (leda Cultura Scientifica, Sassari, 1997, pp. 102-105; P. E SIMBULA, Il bosco in Sardegna nel Medioevo, in «Anuario de estudios 106 ne. I villaggi economicamente più forti rivendicavano infatti una partecipazione più attiva e dinamica all'interno degli stati signorili e regi. La stessa ridefinizione dei limiti territoriali, richiesta da molte comunità per impedire che i forestieri utilizzazzero i propri beni, permette di cogliere non solo le motivazioni di carattere economico che vi erano alla base, ma anche di intravvedere i primi deboli segni della volontà di affermare una propria identità. Così la villa di Sorgono, che protestava contro l'invadenza dei villaggi vicini, diceva per í propri abitanti «tienen mucha labranza y mucho ganados». Atzara, al contrario, per venire incontro alle necessità della sua gente, aumentata di numero e quindi bisognosa di terre da coltivare, proponeva che potesse «comunicarse en la pastura de los ganados, aguar, levar y en la labrarm con los vassallos de las demas villas de dicha encontrada [Mandrolisai], havida consideracción que todos son vassallos reales» ed ancora che potessero coltivare le «tierras comunales, que se agregaron a las villas de Samugueo, Sorgono y Espasuley» in quanto quei villaggi già disponevano di fertili vídazzoni. La Barbagia di Belvì riteneva invece che si dovessero sequestrare i beni, ammontanti a circa 3.000-4.000 scudi, che gli abitanti di Arzana avevano usurpato danneggiando le rendite appartenenti ad alcune comunità dell'incontrada. Questi casi, secondo il viceré, potevano trovare la risoluzione opportuna soltanto ricorrendo per via giudiziaria. Una delle attività agricole più redditizie e che stava sempre più diffondendosi nel territorio era la vitivinicoltura, che però richiedeva la disponibilità di discrete risorse umane e materiali. Intanto occorrevano capitali per effettuare le cungiadure dei terreni con muro, fosso e siepe, poi braccia per impiantare e coltivare la vigna. Le operazioni più importanti erano costituite dallo scasso e dalla messa in coltura dei ceppi, cui seguivano la potatura, la vendemmia ed infine la vinificazione. Ogni fase del ciclo produttivo della vite, disciplinata dalle regie prammatiche, doveva essere seguito con particolare attenzione e regolarità se si voleva una raccolto di uva abbondante e guadagni assicurati 254 . Gli agricoltori che ne avevano la possibilità — ma non mancava chi ricorreva ai prestiti — si dedicavano quindi alla coltivazione della vite cercando talvolta di utilizzare spazi aperti e incolti del territorio del villaggio. La villa di Simaxis proponeva, ad esempio, che ai vassalli abbienti, dietro pagamento di 2 scudi all'erario, fosse lecito piantare vigne, medievales», 29 (1999), pp. 1067-1079; cfr. anche i vari riferimenti nelle pagine dedicate alla questione forestale in A. MATTONE, Le origini della questione sarda cit., pp. 62-76 e dello stesso autore, Boschi, foreste e incendi nella Sardegna dell'Ottocento, in Storia dell'ambiente in Italia, a cura di A. Varni, Bologna, 1999, pp. 95-123; E. BEccu, Tra cronaca e storia: le vicende del patrimonio boschivo della Sardegna, Sassari, 2000, passim. 24 Su questi aspetti cfr. C. FERRANTE, La viticoltura e la vinificazione cit., pp. 127-128. 107 obbligando i possessori di terreni aperti a cederli anche in permuta di altri, previa stima di cinque probi uomini 255. Anche in questo caso si doveva, secondo il viceré, tener presente la consuetudine. Le comunità dell'incontrada di Canales ancora più esplicitamente chiedevano che, a giudizio di una sorta di commissione formata dai probi uomini, sindaci e ministri, si potessero utilizzare i 2/4 di terreni esistenti per piantare vigne e fare la bogada, cioè sottrarre parte dei terreni destinati alla coltivazione dei cereali e recintarli («encorporar [...]tros de terra y serrarla») come sí usava un tempo, sottolineando anche il vantaggio che sarebbe derivato al regio patrimonio con l'aumento dell'introito sul diritto del vino. Il viceré non poteva certo autorizzare una diversa destinazione dei campi, ma consigliò che si rivolgessero al procuratore delle cause. Sempre alle iniziative volte ad un miglioramento delle attività economico-produttive avanzate dalle comunità possono, per un verso, essere ricondotte le suppliche delle ville di Paulilatino e Abbasanta, Ghilarza e Aidomaggiore 256, Le questioni aperte in questo caso riconducevano tutte alla sopravvivenza della «Tanca regia». Questa, situata proprio in mezzo alle vidazzoni dell'incontrada, dove i vassalli coltivavano i campi e pascolavano il bestiame, era ormai del tutto inutilizzata: venuto meno l'allevamento delle cavalle da circa cinque anni, essa costituiva per la comunità un onere gravoso, non solo per il suo mantenimento ma anche perché impediva lo sviluppo agricolo di quei territori. I villaggi facevano inoltre notare che gli arrendatori, per la maggior parte forestieri, vi facevano pascolare i propri capi liberamente mentre ne facevano divieto ai «naturali», e poi con l'inganno lasciavano aperte le porte della tanca per consentire l'ingresso del bestiame e procedere alle tenture. Il viceré, tuttavia, trattandosi di una istituzione sovrana la cui ragion d'essere era legata non solo a motivazioni dí 255 Cfr. E. CORTESE, Appunti di storia giuridica sarda, Milano, 1964, pp. 27-31; A. MATTONE, Le vigne e le chiusure cit., pp. 91 e ss. Sui probi uomini cfr. l'approfondito studio di G. OLLA REPUTO, I «boni homines» sassaresi e il loro influsso sul diritto e la società della Sardegna medievale e moderna, in Gli Statuti Sassaresi. Economia, società cit., pp. 355-364 ed anche ID., L'ordinamento costituzionale-amministrativo della Sardegna alla fine del '300, in Il mondo della Carta de Logu, Cagliari, 1979, pp. 144-159. 256 Sulle vicende legate alla Tanca Regia cfr. gli ormai classici ma ancora validi, soprattutto per la mole delle informazioni, G. DELLA MARIA, La Regia Tanca di Paulilatino e il suo preteso carattere sperimentale. Periodo aragonese-spagnolo, in «Nuovo bollettino bibliografico sardo e Archivio delle tradizioni popolari», XIV (1972), n. 76, pp. 3-4; F. CI-LERCI-H PABA, Evoluzione storica dell'attività industriale, agricola, caccia e pesca in Sardegna, III, Cagliari, 1977, pp. 48-50, 109117; ed il più recente e documentato saggio di E. Boca.low, Il ripristino della «Tanca Regia» nelle note autografe di Vincenzo Bacallar y Sanna, in «Archivo storico sardo», XXXIV (1984), fase. II, pp. 131- 155, che approfondisce anche i problemi relativi alla fine del governo spagnolo nell'isola; cfr. anche M. ATZORI, G. DE MARTINI, Il cavallo in Sardegna, in UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI, 111 Settimana della Cultura Scientifica, Sassari, 1993, pp. 25-31. 108 carattere economico (l'incremento dell'allevamento equino di razza era finalizzato alla vendita degli animali) ma anche ad interessi di natura strettamente militare (i cavalli servivano alle guerre dei sovrani), rispose che ricorressero al re. Il cavallo sardo, forte, robusto, di non grande taglia, era stato adoperato nelle montagne del Regno di Granata per la repressione delle rivolte dei moriscos. È inoltre molto probabile che il conte di Montellano avesse già ín mente di affidare la ripresa della Tanca all'azione di uno dei suoi uomini più fidati, Vincenzo Bacallar, autore fra l'altro di un memoriale di cui non si ha traccia negli atti parlamentari, ma che egli stesso inviò al sovrano per caldeggiare la sua nomina a cavallerizzo maggiore, che ottenne nel 1705257 . Richieste di interventi a favore dello sviluppo economico e commerciale vennero presentate anche da altre comunità dotate di infrastrutture portuali. La baronia di Posada, ad esempio, disponeva di uno «de los mejores puertos que ay en toda la costa de levante, defendido de torres y del castillo». La comunità però stentava a decollare perché lo scalo veniva adibito soltanto alla navigazione di piccolo cabotaggio ed utilizzato in gran parte per effettuare trasporti via mare da una parte all'altra dell'isola, dato che era più conveniente imbarcare le merci piuttosto che affrontare viaggi di diversi giorni attraverso le aspre e tortuose "strade" dell'interno 258. Posada dunque non figurava fra í porti caricatori del Regno e questa, secondo il sindaco, era la causa principale del mancato sviluppo della baronia. Egli sottolineava, tra l'altro, che le esigue entrate portuali non consentivano talvolta di pagare l'ufficiale di stanza alla dogana. In Sardegna, secondo la politica mercantilistica dí segno spiccatamente protezionista attuata dalla monarchia, vi erano infatti due tipi di porti: quelli definiti «caricatori» nei quali potevano essere effettuate le esportazioni di qualsiasi prodotto agricolo e pastorale, quindi in primo luogo i cereali, e gli scali feudali nei quali era invece vietata l'«estrazione» del grano 259. Le decisioni sovrane erano state determinate dalle esigenze annonarie dei centri urbani, dall'immagazzinamento dei grani e dalla commercializzazione delle eccedenze ed, infine, dalla necessità di porre un freno al contrabbando. Il viceré, ad una richiesta che comportava una modifica sostanziale dell'organizzazione portuale del regno, non poteva che suggerire il ricorso al sovrano. Caso a sé rappresentavano le suppliche di Tempio, il villaggio più impor25 ' Tutta la vicenda è seguita con particolare attenzione in E. BOGLIOLO, Il ripristino cit., sulla base della documentazione rinvenuta nel Fondo Amai conservato nella Biblioteca del Consiglio regionale della Sardegna. 258 Sui traffici nel porto di Posala in periodo medievale cfr. C. ZEDDA, G. SANTORO, Libre della Camerlengìa di Gallura, Cagliari, 1997, pp. 53-60. 2)5 Cfr. le approfondite pagine dedicate alla legislazione sui porti caricatori e sul commercio dei grani in A. A —PGroi.As, A. MATTONE, Statuti portuali cit., pp. 54-70. 109 tante della Gallura Gemini, dopo che le altre località (Olbia, Pausania, Liscia, Arzachena e Vitiolas), a causa dei frequenti assalti dei barbareschi, erano state completamente abbandonate. Tempio, faceva notare il suo subsindaco, don Sebastiano Garrucho, vantava 130 cavalieri, di cui ben 70 avevano preso parte ai lavori parlamentari, rilasciando procure e voti a favore della compagine viceregia. Ricordava poi che era dotata di un proprio Capitolo cattedrale, di un vicario generale, di un decano, di canonici e prebendari e di un vescovo che vi risiedeva per buona parte dell'anno. Segnalava inoltre l'esistenza di Collegi di studi retti da chierici regolari e dai padri delle Scuole Pie, dove si impartivano vari insegnamenti; a questi si aggiungevano il Convento degli Osservanti e il Convento degli Scolopi con oltre 300 studenti frequentanti ed infine un Monastero di monache cappuccine. Nonostante la presenza di questa favorevole realtà istituzionale e culturale, il villaggio rischiava però di perdere gran parte delle posizioni che aveva acquisito perché non gli era stato ancora riconosciuto il titolo di città, più volte richiesto e su cui si erano già espressi positivamente l'ultimo Parlamento del viceré Monteleone, e ancora prima i viceré duca di San Germano, marchese de Los Veles, conte di Santo Stefano ed il vescovo di Ampurias260. Tempio avrebbe potuto trarre molti benefici dal riconoscimento dello status di municipio: uno di questi riguardava la creazione di una rete di apprestamenti difensivi, di cui si sentiva grande necessità data la vicinanza con la Corsica261. Tra le richieste di carattere economico, le facilitazioni annonarie erano le più ambite: la comunità chiese, infatti, di immagazzinare almeno 4.000 starelli di grano per il sostentamento degli abitanti che, al momento, dovevano acquistarlo dalla città di Cagliari ín cambio di bestiame. Dí preminente importanza era anche la rivendicazione del trattamento di franchigia di cui godevano le città di Bosa e di Alghero. Il sindaco contrastava infatti la recente imposizione di diritti di visita dei bastimenti nei porti galluresi di Longonsardo e Terranova. Questi pagamenti limitavano ancora di più gli scarsi traffici esistenti e danneggiavano, in particolare, il commercio del vino, uno dei pochi generi che vantava una discreta produzione in una terra tanto sterile e per di più distante dal mare. I mercanti e i patroni delle imbarcazioni non venivano per niente invogliati ad acquistare il vino locale dato l'elevato prezzo di vendita e disertavano quelle marine. 26° Sulla rivendicazione di Tempio ad ottenere il titolo di città, B. ANATRA, Dall'unificazione cit., p. 640. 26) Sul complesso e intricato quadro delle relazioni che legavano la Sardegna settentrionale alla Corsica e che molto spesso sfociavano in azioni di contrabbando cfr. G. MURGIA, Il contrabbando tra la Sardegna e la Corsica nel XVIII secolo, in «Études corses», 16ème (1988), nn. 30/3 I , pp. 237-251; A. ARGI0L.As, A. MATTONE, Ordinamenti portuali cit., pp. 146-155. 110 Sul prodotto gravavano infatti sia i costi del trasporto sostenuto dai contadini per giungere al molo di imbarco e sia i diritti di visita, 16 scudi a favore dei ministri patrimoniali. Il viceré non potendo decidere in merito rimandò tutto al sovrano. 111 Tavola della documentazione relativa alle Corti celebrate dal viceré conte di Montellano (1697-1699) Documenti Natura Istituto Segnatura archivistica Verbali del procedimento Abilitazioni e procure Verbali del procedimento Verbali del procedimento Suppliche della città di Sassari Suppliche della città di Bosa Carte inviate allo Stamento reale e ai giurati di Cagliari Documenti vari del processo Documenti vari del processo Resumen delle Corti Donativi Documentazione integrativa Originale (A,) Originale (A„ A,) Copia autentica (B) Copia autentica Copia autentica Copia autentica ASC ASC ACA AST ASCS ASCB Antico Archivio Regio, vol. 183, cc.1-794 v. Antico Archivio Regio, voll. 184-185, cc. 1-1193 v, Consejo de AragOn, Carrara, vol. 387, cc. 1-494. Sardegna, Giuridico, Legislazione, b. 1, cc. 1-615 Sezione carte antiche, b. II, fase. 5, nn. 4, 4 bis, 5 Antichi regimi, sez. 2, Leggi e regol., b. 2, n. 6 Originale Copia autentica Copia semplice ASCC ACEM AST ASC ASC ACA Sezione antica, Carte reali, vol. 27, nn. 419, 420, 424 Cerdega, leg.12, n. 601, cc. 1-60 Sardegna, Corti e Parlamenti, cat. 3 Biblioteca, mss., nn. 10-11 Antico Archivio Regio, voli. B I, nn. 34-43 Conscio de Aragén, legajos, 1116-1118, 1215, 1261, 13621364, 1371 Documenti editi Originale Originale P. Toi.A, Codex Dffilomaticus Sardiniae, II, nn. LVIII-LIX E CoRRIDoRti, Storia documentata della popolazione di Sardegna (1479-1901), Torino, 1902, pp. 33-35, 192-214. 8. Analisi archivistica e diplomatistica 1. Gli atti originali. Gli atti del Parlamento celebrato in Sardegna dal viceré conte di Montellano (1697-1699) ci sono pervenuti completi e nella loro stesura originale, insieme ad una pluralità di esemplari in copia, autentica e semplice, conservati in ottimo stato in varie sedi262. L'esistenza di questa molteplicità di fonti può essere ricondotta alla situazione politica in cui si è svolto il Parlamento, l'ultimo celebrato dalla monarchia spagnola degli Asburgo cui seguirono i difficili anni della guerra di successione, culminati prima nella dominazione austriaca (1708-17), poi nella riconquista spagnola del marchese di Lede (1717-20) ed infine nella presa di possesso del Regnum Sardiniae da parte dei Savoia (1720)263. Il trattato di Londra che aveva sancito definitivamente il passaggio alla nuova casa regnante aveva, però, disposto la continuità degli ordinamenti preesistenti. Tale vincolo venne osservato nella quasi totalità, soprattutto nel corso del secolo XVIII; unica eccezione si ebbe per quelle magistrature che avevano già subìto significative trasformazioni nel breve periodio austriaco e durante l'occupazione militare spagnola degli anni 1717-1720, nel corso della quale era stato esteso alla Sardegna il decreto della Nueva Planta 264. L'assemblea rappresentativa degli ordini costituiva una istituzione fondamentale del Regno, a cui i ceti locali tenevano particolarmente e i nuovi dominatori non potevano non tenerne conto. La documentazione relativa ai 2('2 Si tratta di una situazione abbastanza singolare, se si considerano le difficoltà incontrate dagli studiosi a reperire un corpus documentario originale, come si rileva dagli Atti dei Parlamenti editi sino ad ora nella collana «Acta Curiarum Regni Sardiniae»; tali problematiche erano state già segnalate da G. OLLA REPETT0 in Lo stato delle fonti documentarie ed i problemi connessi alla loro ricerca ed edizione, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 202 e ss. 263 Sulle questioni relative alla cessione dell'isola ai Savoia e ai nuovi rapporti internazionali venutisi a creare cfr. A. MATTONE, La cessione del Regno di Sardegna dal trattato dr Illrecht alla presa di possesso sabauda (1713-1720), in «Rivista storica italiana», CIV (1992), fase. 1, pp. 5-89; cfr. inoltre E. MoNcilAN0, Universae Europae securitas: i trattati di cessione della Sardegna a Vittorio Amedeo di Savoia, Torino, 1995; A. GIRGENTI, Vittorio Amedeo II e la cessione della Sardegna: trattative diplomatiche e scelte politiche, in «Studi storici», XXXV (1994), n. 3, pp. 667-704. 264 È questo il caso delle magistrature "economiche": nel 1718 Filippo V, infatti, aveva introdotto la figura dell'intendente generale, che comportò la soppressione degli antichi uffici del Consiglio del Real Patrimonio costituiti dal procuratore reale, dal maestro razionale e dal reggente la Reale Tesoreria (cfr. A. MATTONE, La cessione eli., pp. 50-51; F. LODDO CANEPA, Dispacci di Corte, AlimSteriali e Viceregi concernenti gli affari politici; giuridici ed ecclesiastici del Regno di Sardegna (1720-1721), Roma, 1934, pp.107-108). 113 Parlamenti rappresentava dunque memoria fondamentale per í Savoia, che si preoccuparono di custodirla e di realizzarne delle copie per le necessità amministrative e di governo. Così il Parlamento Montellano andò ben oltre il consuetudinario periodo decennale di validità e costituì, nella fase di assestamento della nuova dinastia, un importante punto di riferimento normativo. Tuttavia, proprio l'istituto parlamentare, pur rimanendo formalmente in vita, fu sacrificato perché contrastava con la politica accentratrice del ministero torinese e sotto i piemontesi non si celebrarono più assemblee plenarie vere e proprie ma soltanto riunioni stamentarie 265 . Gli atti originali del Parlamento, oggetto della presente edizione critica, sono conservati integralmente nell'Archivio di Stato di Cagliari266, nel fondo miscellaneo denominato Antico Archivio Regio (1323-1832), nucleo storico dell'archivio cagliaritano in cui sono confluite, senza soluzione di continuità, le carte catalano-aragonesi, quelle spagnole e una parte di quelle piemontesi267 . Il fondo si articola in categorie (serie) che sono il risultato di un ordinamento per materia disposto dal governo sabaudo nel 1763 con l'intento di migliorare e razionalizzare la conservazione dei documenti. I Parlamenti e atti dei Parlamenti (1421-1700) costituiscono una delle serie più importanti per continuità e rilevanza storica del fondo; essi furono versati dalla Corte d'Appello di Cagliari all'Archivio governativo (ossia al Regio Archivio) nel 1861268. Gli atti del Parlamento Montellano sono costituiti da tre volumi contrastra gli altri, L. CARTA, L'attività degli Stamenti cit. Sulle antiche origini dell'Istituto cagliaritano che risalgono alla creazione del Regio Archivio da parte di Alfonso IV d'Aragona nel 1332 e sulle sue trasformazioni nel corso dei secoli cfr. E LoDix) CANEPA, Il R. Archivio di Stato di Cagliari dalle origini ad oggi, in «Archivio storico sardo», XXII (1939-1940), fasce. 1-4, pp. 97-209; G. OLIA REPUTO, L'Archivio di Stato di Cagliari nella letteratura archivistica dalf '800 alla "Guida generale", in « Archivo storico sardo», XXXIII (1982), pp. 255-268; Tu., La politica archivistica di Alfonso IV d'Aragona, in XI Congresso di Storia della Corona d'Aragona, Palermo. 1984, pp. 461-479; G. CATANI, voce Sardegna, in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Gentium memoria archiva. Il tesoro degli Archivi, Roma, 1996, p. 301; MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Archivio di Stato di Cagliari, a cura di G. Catani, Roma-Viterbo, 2001, pp. 3-5, ai quali si rinvia per un'aggiornata bibliografia. Per una panoramica sui fondi conservati nell'archivio cagliaritano cfr. la voce Cagliari; curata da G. 011a Repetto in MINISTERO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI, Guida generale degli Archivi di Stato italiani, vol. I, Roma, 1981, pp. 731-766. 26 ' Sull'Antico Archivio Regio cfr. S. LIPPI, Inventario del R. Archivio di Stato di Cagliari e notizie delle carte conservate nei più notevoli archivi comunali, vescovili e capitolari della Sardegna, Cagliari, 1902, pp. 3-28; G. CATANI, Alcune note sulle carte catalano-aragonesi conservate nell'Archivio di Stato di Cagliari; in Milites, Atti del Convegno Milites, Castelli e battaglie nella Sardegna tardo-medievale. Saggi e contributi, Cagliari, 1997, pp. 305-315. 268ASC, Inventario delle Carte depositate dalla Corte d'Appello in quest'Archivio nell'anno 1861, indice n. 32. Sulla documentazione parlamentare cfr. inoltre M. FERRAI COCCO ORTU, Fonti documentarie sui Parlamenti e i donativi conservate nell'Archivio di Stato di Cagliari, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 247-250. 265 Cfr., 266 114 segnati dai numeri 183, 184 e 185. Dei tre volumi il primo, costituito da carte con numerazione originaria a penna 1-794 più indice 269, comprende i documenti inerenti i lavori veri e propri svolti dall'assise parlamentare: dalla carta reale relativa alla concessione dei poteri a favore del viceré alle convocazioni; dal "soglio" iniziale alle elezioni degli abilitatori, dei trattatori e dei giudici dei gravami; dall'esame dei gravami alla ripartizione del donativo; dalla presentazione dei capitoli di Corte alle decretazioni viceregie e regie. Gli altri due volumi contengono i verbali delle riunioni della Giunta degli abilitatori e le procure — ossia gli atti di delega stipulati davanti ai notai dai convocati che, per diverse ragioni, non potevano presenziare ai lavori — alle quali sono allegati i certificati battesimali e le attestazioni dei titoli presentate dai delegati nei casi in cui fu necessario verificare i requisiti di ammissione e il diritto al voto. Gli atti, originariamente sciolti, sono stati suddivisi in due "torni" e cuciti separatamente in modo da rendere più agevole la loro conservazione e consultazione. Il volume 184 riporta nel frontespizio il titolo Habilítaciones en las Cortes de Montellano ed è composto da carte numerate 1-696; il 185, continuazione del precedente, è costituito da carte numerate 697-1193, cui segue una Pandeta de los habilitados, rubrica in ordine alfabetico per nome di battesimo degli abilitati, non cartulata, di 22 fogli che rinvia alle relative carte degli atti 270 . I tre volumi degli atti del Parlamento si presentano con coperta non aderente in mezza pergamena e carta telata di colore verde che forma una sorta di cartella con lacci di chiusura e carte di guardia in azzurro. La legatura delle carte, non coeva perché risalente alla fine del secolo XIX, risulta a quattro nervi incassati di spago su traccia; la cucitura delle carte non è regolare ma alternata senza una cadenza fissa e rivela la particolare tipologia archivistica dell'unità documentaria 271. Le carte, infatti, sciolte in origine, sono state aggregate insieme e cucite in volume in un secondo tempo, mantenendo però la struttura e l'articolazione documentale; esse, infatti, si susseguono per la maggior parte, ad eccezione di qualche quinterno e di alcuni allegati costituiti da carte sciolte, nel rispetto dell'ordine con cui si formarono nel corso dell'attività parlamenta269 Il volume presenta anche una cartulazione moderna a matita che va dalla c. 1 alla 807, di cui le ultime 3 bianche. 2 '0 La numerazione moderna a matita del vol. 184 va da c. 1 a c. 694; quella del vol. 185 non tiene conto del legame archivistico tra gli atti e riprende da c. 1 a c. 544. 2'1 I lavori di legatura risalgono forse al periodo 1886-1887, in cui l'allora direttore dell'Archivio di Stato, Francesco Lattari, decise di procedere «alla ristaurazione e legatura degli atti [di tutti i Parlamenti]...eseguita colla maggiore accuratezza» (ASC, Catalogo degli Indici ed Inventari esistenti nell'Archivio di Stato di Cagliari redatti per disposizione del direttore cav. Francesco Lattari, agosto 1887, n. 65, p. 7). 115 re; le tre unità di conservazione, ossia i tre pezzi materiali, costituiscono in realtà una sola unità archivistica. Ai fini dell'edizione critica degli atti i tre volumi sono stati pertanto contrassegnati dalla lettera A nel seguente modo: íl vol.183, A1 il vol.184 A2 , iI vol.185 A3 La legatura dei documenti, a pena di poche alterazioni materiali nello svolgimento della struttura documentaria o talvolta perché ha reso difficoltosa la lettura del documento (quando, ad esempio, il margine sinistro viene ad essere nascosto dal dorso della cucitura), ha rappresentato un intervento conservativo che ha favorito la salvaguardia del materiale e ne ha evitato la dispersione. Il volume 183, relativo al processo verbale delle riunioni dell'assemblea, ha subìto vari interventi di restauro empirico con carta velina e colla d'amido o farina con l'evidente scopo di rattoppare e dare sostegno ai documenti sbriciolati dall'uso e dalla presenza di inchiostri acidi anche nei segni tabellionati (ad es. c. 580). Ma anziché porre rimedio ai danni — la stessa carta reale che dà inizio alle Corti e parte del «soglio», ad esempio, sono in buona parte deteriorati —, sui documenti restaurati si è creato un effetto tirante delle veline che ha provocato presenze di gore di umidità derivanti proprio dall'applicazione dell'adesivo. Sono anche presenti delle muffe dovute forse al tipo di colla adoperata. I volumi contenenti le abilitazioni e le procure (184 e 185), se si eccettuano alcune carte perforate dall'inchiostro (ad es. cc. 19-20v.), sono nella quasi totalità in buono stato di conservazione, anche perché le carte sono state oggetto di minore maneggio rispetto ai resoconti delle sedute, più consultati. Gli inchiostri utilizzati sono di vario tipo, più o meno scuri e più o meno acidi e taluni perforanti (ad es. cc. 270, 283, 303, 530, 532 ecc.); in alcuni casi l'inchiostro ha "divorato" anche le pezzette di restauro in corrispondenza del segno tabellionale (c. 580). La carta appare di produzione differente; è possibile comunque individuare alcune filigrane ricorrenti che riportano a cartiere genovesi: il disegno dei tre cerchi posti su una stessa linea è il più frequente 272. Le marche maggiormente rappresentate sono le seguenti: 1) tre cerchi sovrastati da una corona; lateralmente al primo cerchio, che è più allungato e contiene una croce latina, sono stilizzate due figure di basilisco; all'interno del secondo cerchio una sigla che varia (si tratta del fabbricante?); nel terzo cerchio, più piccolo rispetto agli altri due, un simbolo che ricorda un pugnale o la lettera i maiuscola piena; in talune carte nel terzo cerchio compare invece un cuore (ad es. vol. 183, cc. 108, 119, 215, 279, 540, 721; vol. 185, cc. 707, 719); 2' 2 Cfr. C. M. BRIQUET, Les Filigranes. Dictionnaire historique de marques du papier, des leur apparition veri 1282 jusqu'en 1600, tomo I, Genè•e 1907, pp. 217-218. 116 2) tre cerchi sovrastati da una croce latina elaborata con alle estremità le foglie di trifoglio, primo cerchio vuoto, nel secondo una gamba con piede; nel terzo una V o vuoto (ad es. vol. 183, c. 120; vol. 184, cc. 7, 18; vol. 185, cc. 700, 702, 722); 3) tre cerchi sovrastati dalla croce latina elaborata; il primo cerchio con falce di luna; gli altri due vuoti (ad. es. vol. 183, cc. 262, 270; vol. 185, cc. 720, 727). Altra filigrana riscontrabile rappresenta l'immagine di un uccello coronato, verosimilmente un pavone, con ali stese e fascia sul petto in diagonale, poggiato su un solo cerchio, all'interno del quale compaiono delle lettere (ad es. vol. 183, c. 79; vol. 184, c. 12)273 . Trattandosi di materiale archivistico eterogeneo (verbali, carte reali, inserti, procure) la dimensione dei fogli varia a seconda della tipologia documentaria stessa; in linea generale, però, per i verbali e gli affari di carattere amministrativo provenienti dalla segreteria del Parlamento sono stati utilizzati fogli della dimensione di cm 42 x 31, mentre le altre carte sono dí formato inferiore. È presente inoltre una pergamena di vitellino redatta dalla cancelleria pontificia e che riporta una bolla di Innocenzo XII (c. 714). Altri elementi che non connotano gli atti solo dal punto di vista esteriore o della fattura, ma che attengono al valore intrinseco degli stessi, sono la lingua e la scrittura 274 . La lingua latina è riservata ai documenti formalmente più rilevanti, provenienti dalle cancellerie regia e viceregia, come quelli che danno avvio al Parlamento: così la carta reale di attribuzione dei poteri al viceré ma anche la seduta inaugurale del "soglio"; sempre in latino sono le dichiarazioni di contumacia e le proroghe, nonché le deliberazioni víceregie, redatte sulla base di un rigoroso formulario275. I verbali delle sedute presentano, nel protocollo, la datazione in latino cui segue il testo in castigliano, che è la lingua più usata negli atti parlamentari. Le lettere di convocazione, firmate dal viceré e munite del sigillo cartaceo della Real Cancelleria (pali d'Aragona sormontati dalla corona regale), sono invece in catalano; è tuttavia frequen273 Il Briquet non riporta tale figura, si rinvia pertanto a les oiseaux in generale (ibidem, torno III, cc. 607-614). 274 Sulla distinzione tra caratteri intrinseci ed estrinseci dei documenti cfr., tra gli altri, C. PAOLI, Diplomatica. Nuova edizione aggiornata da G. C. Bascapè, Firenze, 1987, pp. 23-24. 275 Cfr. Lluis DE PEGUERA, Pratica, forma, stil de celebrar Corts generals en Catalunva, Barcelona, 1632; J. COROLEU IUGLADA, J. PELLA FORGAS, Las Cértes catalanas. Estudiojuridico comparativo de su organizacion, Barcelona, 1876, che riporta anche il modello delle lettere convocatorie (pp. 62 e ss); degli stessi Los fueros de Catalur-ia, Barcelona, 1878, pp. 497-556 (De las COrtes y los Parlamentos), dato che le Corti sarde si celebravano secondo lo stile catalano; cfr. anche i capitoli relativi al modo di celebrare le Corti in J. DEXART, Capitula, 1. I, tit. I, De Parlamentis, tit.1I,De Bracbio, .rive Stamento militari, pp. 1-110. 1I7 te la commistione fra i due idiomi spagnoli. I caratteri della scrittura sono quelli tipici della corsiva bastarda, con modalità calligrafica chiara, regolare e con una netta inclinazione a destra; in alcuni documenti provenienti dalla cancelleria sovrana si nota l'uso più spiccato della redondilla 276. Le aste lunghe superiori sono incurvate a destra e terminano a mo' di goccia, le inferiori a sinistra chiudono spesso con un trattino. Si nota l'uso diffuso del puntino sulla lettera i e l'adozione delle virgole; le parole sono staccate e poche le abbreviazioni. Per quanto attiene sempre ai caratteri intriseci ai documenti ovvero al valore diplomatistico, l'originalità dell'esemplare cagliaritano A1 è attestato innanzi tutto dalla presenza delle sottoscrizioni autografe del notaio pubblico Diego Lilliu, segretario della Luogotenenza generale e della Reale Udienza, che svolgeva anche le funzioni di segretario nel Parlamento. Diego Lilliu trasmette le convocazioni, redige i verbali delle sedute, rilascia copie ed estratti, allega certificazioni agli atti stessi e provvede ad autenticare aggiunte e rettifiche agli stessi 277 . All'interno degli atti si trovano inoltre documenti ricevuti, provenienti dal sovrano e dal Consejo, dalle città regie, dagli ecclesiastici, dai signori feudali e dai notai; tutti sono comunque originali o copie autenticate con le dichiarazioni di conformità all'originale nei casi di estratti o copie. Essi sono corredati dai segni tabellionali dei notai, dai timbri grassi e a secco e dai sigilli cartacei aderenti di forma rotonda, ovale e quadrata. Questi ultimi sono adesi con colla di farina e vi sono apposti i timbri a secco raffiguranti, a seconda dell'intestatario del documento, ora i pali d'Aragona (cc. 14, 16, 31, 58v.), ora le insegne del marchese di Villasor (c. 173) o altri di difficile lettura (c. 418); talvolta il sigillo costituisce la chiusura di missive (c. 273 v.). Le osservazioni relative al volume A1 sono valide anche per i volumi A2 e A3 contenenti le abilitazioni e le procure dove, oltre ai verbali originali delle riunioni della Giunta degli abilitatori, redatti sempre dal segretario Lilliu, sono inseriti gli atti originali delle deleghe contrassegnate dai signa tabellionis dei notai rogatari, gli estratti in copia autentica degli atti di battesimo, di 276 A partire dalla seconda metà del Cinquecento i caratteri paleografici vanno decisamente uniformandosi in ambito mediterraneo con l'adozione di una scrittura di derivazione italica: dalla corsiva cancelleresca si passa ad una forma più semplice con tratteggio fluido e più arrotondato denominata "bastarda" (cfr. G. (INCUTI, Paleografia latina, Roma, 1978, pp.151-152; A. PETRUCCI, Breve storia della scrittura latina, Roma, 1989, pp. 198-203). In Spagna si assiste alla trasformazione della procesada, di difficile lettura, nella redondilla (cfr. A. ALL'ERA DELGRAS, Compendio de Paleografia espariola, Madrid, 1857, pp. 21-23: A. MILLARES CARLO, J. I. MANTECON, Album de Paleografia hispanoamericana de los siglos XVI v XVII, Barcelona, 1975, pp. 41-70). 277 La Scrivania delli Luogotenenza generale comprendeva anche le due sale della Reale Udienza (civile e criminale); essa, insieme ai relativi diritti, veniva data in appalto; il 28 maggio 118 confermazione e di matrimonio tratti dai registri dei quinque libri esistenti nelle chiese ed infine le dichiarazioni autografe o i memoriali presentati dai singoli per essere ammessi a partecipare all'assemblea parlamentare. L'integrità e l'originalità di questi atti si accompagna ad un elemento importante che ne caratterizza ancor di più l'autenticità e l'affidabilità: il principio dell'ininterrotta custodia della documentazione da parte del soggetto produttore 278. Gli atti sono la testimonianza dell'attività svolta dall'istituto parlamentare, che era presieduto dal viceré come luogotenente e capitano generale del Regno di Sardegna. Egli ricopriva anche la carica di presidente della Reale Udienza di Sardegna mentre il segretario delle Corti Diego Lilliu, notaio pubblico, ricopriva contemporaneamente l'ufficio di segretario della Luogotenenza e della Reale Udienza, dove gli atti, conclusi i lavori parlamentari, vennero depositati e archiviati 279. Rimasero presso il supremo tribunale, nel frattempo trasformatosi in Corte d'Appello (1854), sino al 1861, quando il direttore del Regio Archivio ne sollecitò il versamento insieme all'altra documentazione spagnola e sabauda280 . L'edizione critica degli atti del Parlamento del viceré Montellano è stata ovviamente effettuata sugli originali cartacei conservati nell'Archivio di Stato di Cagliari, con unica eccezione del documento n. 2, completamente deteriorato in Al per il quale è stata utilizzata la copia barcellonese (B). Al fine di rendere più agevole la lettura del testo e per contribuire a dare maggiore uniformità alla collana degli Acta Curiarum, sono state seguite le 1630, scaduto l'arrendamento degli eredi Serra, la Scrivania fu acquistata con pubblico incanto dal mercante genovese G. Battista Gabella per la somma di 60.000 lire. In caso di impedimento dei figli o degli eredi, veniva proposta al viceré una terna di nomi da cui sceglieva la persona più idonea a ricoprire l'incarico (ASC, Antico Archivio Regio, vol. P 13, cc. 166 v. e ss; vol. K 8, cc. 124-139 v.); uno (li questi fu Diego Lilliu, che spesso si firma: «Didacus Lilliu secretarius pro Gabella». In generale sul notariato in Sardegna cfr. P. CANEPA, Il notariato in Sardegna, in «Studi sardi», XII (1936), 2, pp. 61-137; M. VALDÈS CARBONI, Il notaio e l'ano notarile. 500 anni di legislazione sarda (1327-1827), in Segni tabellionali in Sardegna dal 1409 al 1786, Cagliari, 1983, pp. 13-26. 278 Cfr. sul concetto di custody, come requisito per l'autenticità dei documenti d'archivio, E. LODOLINI,Archivistica. Principi e problemi, Milano, 1995, pp. 239-241, e le indicazioni presenti negli Standard internazionali per la descrizione archivistica (ISAD-G); cfr. anche S. VITALI, La traduzione italiana delle ISAD (G), in «Rassegna degli Archivi di Stato italiani», LV (1995), nn. 2-3, pp. 394, 405. 279 G. 011a Repetto ha posto il problema della «natura archivistica della documentazione parlamentare» in Lo .stato delle fonti documentarie cít., pp.199-201; l'autrice sostiene che «il soggetto conservatore non poteva che essere l'amministrazione regia [.. .] e con passaggi successivi i documenti sono confluiti parte presso la Reale Udienza parte presso il Regio Archivio». 280 Il IO dicembre 1860 il direttore dell'archivio cagliaritano comunicava al direttore generale degli Archivi di Stato la necessità che la Corte d'Appello consegnasse «molti volumi di carte reali ed altri documenti di non lieve importanza, segnatamente gli atti delle ultime corti stamentane»; il 27 marzo 1861 la richiesta fu rinnovata, cfr. ASC, Atti d'Ufficio, Registro di corrispondenza coi Ministeri cominciato il 17 gennaio 1854, n° 2. 119 regole di trascrizione dettate dal Comitato scientifico, attenendosi anche ai criteri indicati sull'uso delle maiuscole e/o minuscole, sui segni ortografici e diacritici e sulla separazione delle parole 281. Le maiuscole sono state limitate, infatti, per non appesantire il testo, ad indicare le istituzioni e non i funzionari, così quindi procuratore reale e Procurazione Reale, reggente la Reale Cancelleria ecc.; è stata invece adottata la forma minuscola per sa magestat, sacra catholica regia magestas, re e viceré. Nell'onomastica e nella toponomastica si è individuata la lezione più ricorrente, segnalando in nota le eventuali difformità (ad es. de Tori — più diffusa — e non Detori o Dettori, rarissima; Esgrecho e non Sgrechio o Esgrexo). Personale è stato invece l'uso dell'interpunzione, al fine di spezzare periodi lunghi e incromprensibili al lettore non specialista. Sono state altresì utilizzate le note di apparato e di commento, limitandole però ai casi più importanti, sempre allo scopo di non appesantire la lettura. Così, quando nel testo l'ultima parola scritta nel recto o nel verso di una carta veniva ripetuta all'inizio della carta successiva, con la chiara intenzione da parte dello scrivano di creare il collegamento fra i due fogli, il termine è stato omesso, segnalando l'intervento in nota 282 . Per quanto riguarda le integrazioni marginali presenti nel testo, esse sono state segnalate con nota a piè di pagina. Le annotazioni riportate a margine dei capitoli di Corte e che in sintesi rappresentano l'oggetto del capitolo stesso sono state invece evidenziate anche graficamente: esse sono state trascritte in testa al capitolo vero e proprio con carattere grassetto e separate dal corpo del testo con un'interlinea doppia, a mo' di titolo. La successione dei documenti rispecchia, come si è già accennato, lo svolgimento dei lavori; soltanto in due particolari casi, nelle convocazioni e nei capitoli, si è intervenuti modificando la sequenza presente nel volume. Per le lettere di convocazione la prassi prevedeva che alla consegna effettiva dovesse seguire la registrazione, prima da parte del messo che le recapitava ai singoli e poi del segretario Lilliu che le certificava. Poiché a causa di qualche errore nella legatura delle carte o perché spesso per la registrazione venivano utilizzati i pochi spazi rimasti vuoti nel retro delle lettere di convocazione, si è perso l'ordine materiale dei documenti e quindi si è ritenuto giusto ricostruire l'iter delle operazioni 283. Per quanto riguarda i capitoli di 281 Per le norme di trascrizione cfr. G. OLLA REPETID, Criteri proposti per tediztOne critica degli Atti dei Parlamenti sardi, in Istituzioni rappresentative cit., pp. 415-427; A. MATTONE, G. OLLA REPETTO, La pubblicazione degli «Acta Curiarum Regni Sardiniae». Un bilancio decennale, in «Archivio sardo del movimento operaio contadino e autonomistico», 1994, mi. 44/46, pp. 241-254. 282 Così, per fare solo qualche esempio, cfr. la c. 175 v. che termina con «don Gavino» ripetuto all'inizio della e. 176; la c. 195 termina con «Miguel» ripetuto nella 195v.; la c. 198 termina con «locumtenens» ripetuto all'inizio della c. 198v. 283 Così, per fare un esempio, la convocazione diretta ai militari dell'incontrada di Masullas 120 Corte, al fine di una migliore fruizione delle fonti, si è preferito accorpare le suppliche presentate dai Capitoli delle chiese cattedrali, che nel volume degli atti (vol.183, cod. A1) precedevano nell'ordine le rispettive città, ponendole l'una di seguito all'altra, procedendo in modo analogo anche per i capitoli delle municipalità. Ogni documento, considerato tale solo in quanto attestante una determinata attività istituzionale ed amministrativa, è stato numerato progressivamente, riportando a lato la cartulazione originaria che permette di identificare subito la posizione della carta nel volume originale. Prima sono riportati i documenti relativi al processo verbale e ai capitoli di Corte, poi quelli prodotti dalla Giunta delle abilitazioni che lavorò in parallelo alle sessioni ordinarie del Parlamento. Alle abilitazioni vere e proprie, attestate dai verbali delle singole sedute e dalle procure, sono allegati i certificati battesimali e le testimonianze di altro tipo che, non costituendo da soli documentazione in senso stretto — essi infatti hanno solo funzione probatoria ed integrativa — non sono stati numerati singolarmente, bensì ricondotti al documento cui si riferiscono (cfr. ad es. nn. 689/1, 706/1, 740/1, etc.)284. Ugualmente si è proceduto nei casi in cui ai verbali del processo o alle suppliche degli Stamenti si accompagnavano memorie probatorie e allegati in genere (cfr. ad es. nn. 228/1, 228/2, 228/3, 228/4, etc.). La trascrizione dí ogni singolo documento e di ogni allegato è stata preceduta da un regesto, ossia dalla sintesi dell'atto per la cui stesura si sono seguiti i criteri scientifici dettati dalla Diplomatica e dall'Archivistica; sono stati quindi riportati i seguenti elementi: la data cronica e topica, l'autore, il destinatario, i nomi delle parti, la natura e l'oggetto dell'atto in forma estesa ed, infine, le eventuali clausole presenti285. 2. Gli altri esemplari. Oltre agli atti originali conservati nell'Archivio cagliaritano, esistono altri esemplari del processo verbale, in forma totale o parziale a seconda delle finalità per cui furono redatti. (10 genn.1698) si trova alla c. 21, l'attestato della sua avvenuta consegna (26 genn.1698) alla c. 29, mentre l'attestato di restituzione delle convocazioni relative alle persone decedute è alla c. 24 (cfr. Atti del Parlamento, nn. 46, 47 e 48). 284 Sulla definizione di documento in diplomatica cfr. C. PAoLI, Diplomatica cit.; F. VALENTI, Il documento medioevale. Nozioni di diplomatica generale e di cronologia, Modena, 1961, ora in ID., Scritti e lezioni di archivistica, diplomatica e storia istituzionale, a cura di D. Grana, Roma, 2000, pp. 293-297 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato. Saggi 57); A. PRATESI, Genesi e forme del documento medievale, Roma, 1979. La definizione di allegato e inserto in P. CARIJCCI, Le fonti archivirtiche: ordinamento e conservazione, Roma, 1989, pp. 201, 212. 285 Sul regesto cfr., oltre agli autori su citati, A. ROMITI, I mezzi archivistici per la gestione del documento singolo, in «Archivi per la Storia», VII (1994), n. 1, pp. 158-162. 121 Uno di essi è rappresentato dalla copia coeva degli «auctos de las reales y generales Cortes celebradas en este Reyno de Cerdefía el ano 1698 por el excelentissimo sefior don Josef de Soliz [...]tenidas en el real palacio de la ciudad y Castillo de Caller [...]estando con los nobles y magnificos reales ministros de justicía y patrimonio, hallandose juntos y congregados los tres estamentos...cada uno en su lugar acosturnbrado, suplicas de los tres estamentos, como de los cavildos, ciudades, encontradas, y villas particulares de este Reyno...» conservata nell'Archivo de la Corona de Aragón di Barcellona (Consejo de Aragón, Camara, vol. 387)286. Si: tratta della copia autentica rilasciata dal segretario del Parlamento, Diego Lilliu, il 25 novembre 1698, in cui lo stesso dichiara: «Copia huiusmodi processus regii et generalis Parlamenti quoad actum et suplicationum in eo factarum spectantia sumpta et extracta fuit licet alienis calami, a sui vero et originali processu intitulato de las suplicas remanente in hac secretaria huius Locumtenentiae Generalis ac Regiae Audienciae presentis Regni Sardiniae et in posse secretari infrascriti et cum originali comprobata, concordat, exceptibus su propositis sequentis....». Il segretario attesta quindi la conformità all'originale della copia da lui trascritta e che comprende tutti gli atti relativi al processo verbale ad eccezione delle procure. Si tratta sicuramente della copia trasmessa a Madrid dal sindaco, il conte di Villasalto, per il controllo formale e la concessione delle decretazioni regie. Nella copia, che si presenta completa, ossia senza lacune nel testo, composta di carte numerate 1-494, si riconosce la mano del segretario Lilliu; è ín ottimo stato di conservazione e ad essa si è fatto ricorso nella trascrizione per colmare le parti deteriorate del volume cagliaritano. L'esemplare è stato indicato nelle trascrizioni come codice B per distinguerlo dall'originale indicato con la lettera Al. Altra copia autentica ed integrale degli atti del Parlamento, ma non coeva essendo ottocentesca, si trova nell'Archivio di Stato di Torino, Sardegna, Giuridico, Carte relative alla legislazione, 1. La conformità all'originale è attestata dalla dichiarazione di Efisio Doneddu: «Attesto io sottoscritto segretario dell'Eccellentissimo Supremo Magistrato della Reale Udienza, della Luogotenenza e Capitania Generale di questo Regno di Sardegna qualmente la presente copia delle Corti e Parlamento generale celebratosi nell'anno 1698, di fogli affoglian seicento quindici è stata d'ordine del governo estratta dal suo originale che trovasi archiviato in questa Regia Segreteria e col medesimo collazionata perfettamente concorda, consta però di diversi additi interlineari, lineati ed accomodati, ed in fede ne spedisco il presente munito del Regio sigillo. Dato in Cagliari cinque 28(' Per i fondi conservati nell'ACA cfr. F. UDINA MARTORELL, Guia historica v descrzptiva del Archivo de la Corona de Aragón, Madrid, 1986. 122 Febbraio 1824 segretario della Reale Udienza». La copia ottocentesca, in ottimo stato di conservazione, insieme ad altri documenti di natura giuridica e politica, costituirono le «Carte diverse che hanno servito alla compilazione delle leggi sarde e della storia sarda del sig. cav. Manno»287 . Nell'Archivo de las Cortes espafiolas di Madrid, fondo Cerdefia, legajo 12, n. 101, esiste un fascicolo denominato Proceso del Parlamento celebrado por el virrey conde de Montellano. 1698-1699, composto di carte numerate 1-60. In esso sono inseriti, in copia autentica, sottoscritta dal segretario Diego Lilliu, i seguenti documenti: 1, Lettera di convocazione indirizzata ai componenti dello Stamento ecclesiastico (26 nov. 1696); 2, Pregone viceregio di invito alla presentazione dei greuges (11 mar. 1698); 3, Verbale del solium inaugurale (4 feb. 1698); 4, Elezione dei giudici dei gravami (11 mar. 1698); 5, Verbale della seduta relativa all'esame dei ricorsi; 6, Offerta del donativo (18 mar. 1698). A questi documenti seguono la nomina di Giovanni Gavino Carnicer a commissario per la numerazione dei fuochi nelle baronie di Furtei e Samassi (18 apr.1698), le istruzioni ed il fuocatico nelle ville di Pauli Pirri, Elmas, Villagreca, Serrenti, Samassi, Furtei, Nuraxi, Segariu, Nureci e Asuni288. Si tratta con molta probabilità di una copia di carattere amministrativo che accompagnava una relazione, che non è stata però rinvenuta; ogni documento è infatti contrassegnato da una lettera di riferimento alla relazione stessa («nella relazione contrassegnata con la lettera...»). Il fascicolo potrebbe costituire l'insieme degli atti trasmessi da Diego Carola nel corso dei lavori parlamentari289, oppure di copie un tempo in possesso degli Stamenti e che facevano parte del pacchetto acquistato e poi portato a Madrid da Edoardo Toda y Giiell nel corso delle sue esplorazioni archivistiche di fine Ottocento290. Per quanto riguarda ancora l'esistenza di altri esemplari o stralci degli atti del Parlamento, si trovano copie autentiche delle tre suppliche presentate dalla città di Sassari relative a Porto Torres e conservate nell'Archivio storico municipale, Sezione carte antiche, documenti diversi, busta Il, fascicolo 5, nn. 4,4 bis e 5291 . 287 Sulla figura dello storico Giuseppe Manno, profondo conoscitore delle fonti archivistiche, cfr. l'incisiva prefazione di A. MATTONE a G. MANNO, Storia di Sardegna, a cura di A. Mattone, revisione bibliografica di T. Olivari, vol. I, Nuoro, 1996, pp. 7-31; cfr. anche il recente volume La Biblioteca di Giuseppe Manno, a cura di A. Accardo, Cagliari, 1999. 288 Sia la nomina che le istruzioni ricalcano il modello utilizzato per Vincenzo Bacallar, cfr. gli Atti del Parlamento, doc. n. 200. 2" Cfr. questo saggio a pp. 59-60. 290 Cfr. a tal proposito A. ERA, Relazione di una missione di studio a Madrid nel 1953, in «Archivio Storico Sardo», XXIV, (1954), pp. 485-497, e anche A. MATTONE, Un progetto di edizione cit. 291 Per l'Archivio storico sassarese cfr. il classico E. COSTA, Archivio del Comune di Sassari, Sassari, 1902, pp. 99-100, 109, dove però le segnature archivistiche sono in parte superate. 123 Nell' Archivio storico del Comune di Bosa è presente la copia, autenticata dal segretario Diego Lilliu, dei capitoli presentati dal sindaco della città, don Francesco Passino, e decretati dal viceré il 28 giugno 1698292. La copia, segnata Sezione I, Antichi Regimi, serie 2a, Leggi e regolamenti, b. 2, n. 6, è in pessimo stato di conservazione. Presso l'Archivio storico del Comune di Cagliari, nella Sezione antica, sono conservate tre Carte reali, (vol. 27, nn. 419, 420, 424) indirizzate da Carlo II allo Stamento reale e ai giurati. Nelle prime due, datate 29 febbraio 1696, il re informava di aver conferito al viceré, conte di Montellano, i poteri per la celebrazione del Parlamento; nella terza del 2 agosto 1698 lo stesso sovrano invitava lo Stamento a definire le questioni ancora aperte che ritardavano la chiusura dei lavori 293. Tra il materiale documentario strettamente legato al Parlamento ma presentato al di fuori dell'assemblea, nell'A rchivo de la Corona de Aragón, fondo Consejo de Aragón, Secretaria de Cerdelia, si trovano alcuni legajos (1116, 1117, 1118, 1215, 1261, 1362-1364., 1371) relativi a «los memoriales particulares presentados en este Real Generai Parlamento» e più genericamente indicati come «Papeles relativos a Cortes de Cerdetia.1698». Le carte facevano parte del pacchetto aggiuntivo ai verbali delle Corti e furono trasmesse, con molta probabilità in allegato ai verbali stessi, dal sindaco, oppure, con plichi a parte, dal viceré mediante altri ambasciatori. Nel primo caso si tratta delle richieste di grazie e privilegi avanzate dai singoli, accompagnate da lunghi memoriali nei quali venivano elencati i trascorsi e le "gesta" dei supplicanti meritevoli del favore regio, risalendo indietro negli anni, talvolta anche di secoli, quando si faceva riferimento ai propri avi. Sono senza dubbio carte interessanti per approfondire alcuni aspetti storico-sociali soprattutto in relazione alla piccola e media nobiltà isolana e per studi di carattere genealogico, ma poco rilevanti ai fini di un'edizione critica «istituzionale» degli atti parlamentari, di per sé alquanto ponderosi. Nel secondo caso, invece, si tratta di tutta la documentazione relativa a questioni ed affari trattati nelle riunioni del Parlamento, che veniva vagliata e sottoposta ad approfondimento da parte dei componenti del Consejo; nel caso, ad esempio, delle richieste stamentarie, determinava le decretazioni regie. Trattandosi quindi delle testimonianze prodotte nel corso dell'attività propria di un organo istituzionale specifico, il Consejo de Aragón, non si è ritenuto opportuno inserire gli atti nel processo dell'assemblea sarda, limitandosi a fare i debiti rinvii nel saggio introduttivo 294 . Cfr. L'Archivio Storico del Comune di Bosa cit., p. 28. Cfr. E. PUTZULU, Carte reali aragonesi e spagnole dell'Archivio Comunale di Cagliari (1358-1719), in «Archivio Storico Sardo», XXVI (1959), pp. 144-145. 294 La scelta è stata determinata soprattutto dalle considerazioni emerse nel dibattito sulla 292 293 124 Altro materiale archivistico pertinente all'attività parlamentare, anzi conseguente ad essa, è rappresentato dai registri delle esazioni della quota di donativo stabilito dagli Stamenti nel corso del Parlamento; esso costituisce una serie del fondo Antico Archivio Regio, appartenente all'Archivio di Stato di Cagliari, categoria Donativi, lettera B I, costituita in totale da 12 unità denominate «Llibre dels debits», per gli anni 1698-1717. Nell'Archivio di Stato di Torino esiste una Relazione di ciò che si è praticato nelle ultime Corti celebrate dal Conte di Montellano nel 1698; è in effetti un resoconto sintetico dei lavori parlamentari redatto nel 1751 da Antonio Ignazio Paliaccio, reggente del Supremo Consiglio di Sardegna, che doveva servire ad istruire la monarchia sabauda sull'«origine delle Corti e Parlamenti nel Regno di Sardegna, detti membri e Stamenti che gli compongono, ordine, luogo, forma e solennità di congregarsi, uffici che si creano, loro ispezione...grazie e privilegi che si domandano, regio donativo che ívi si stabilisce, statuti, leggi e municipi che dipendentemente dalla Regia approvazione si abrogano o si stabiliscono». La relazione venne redatta nell'ipotesi di convocare il Parlamento nel 1755295. Già Vittorio Amedeo II, nel 1728, aveva espresso la volontà di riprendere la celebrazione dell'assise, nel segno della continuità istituzionale prevista dal Trattato di Londra. Alla relazione (nella quale il Paliaccio faceva notare l'assenza del solio finale dagli atti originali delle Corti) sono allegate copie semplici, cioè trascrizioni senza la dichiarazione di conformità all'originale, di alcuni atti del Parlamento Montellano: 1, La carta reale (1696 febbraio 29) con la quale si conferiscono al viceré Montellano i poteri per la celebrazione del Parlamento; 2, Lettera dí Montellano (1697 novembre 26) ai rappresentanti dello Stamento ecclesiastico affinché direttamente o tramite procuratori partecipino al Parlamento il 26 gennaio 1698; 3, Riunione della seduta dell'il marzo 1698; 4, Ríuníone della seduta del 22 marzo 1698; 5, Offerta del donativo; 6, Lettera reale (1699 novembre 12) con la quale si decretano i capitoli presentati dal conte di Villasalto; 7, Tassazione fatta nelle Corti. Tra i manoscritti posseduti dalla Biblioteca annessa all'Archivio di Stato di Cagliari si trovano infine due esemplari del Resumen de las reales y generales Cortes celebradas en este Reyno por el excelentissimo seiior conde de Montellano, virrey, lugartheniente, y capitan generai en este Reyno de pubblicazione delle fonti parlamentari al Seminario di studi che ha dato avvio all'iniziativa dell'edizione critica. Cfr. i contributi di G. D'AGOSTINO, Istituzioni rappresentative e parlamenti nell'Ancien Régime. Questioni di storiografia e di euristica, e di G. OLLA REPUTO, Lo stato delle fonti cit., entrambi in Istituzioni rappresentative cit., rispettivamente alle pp. 181-186, 197-198. 295 Cfr. A. MATTONE, Istituzioni e riforme cit., pp. 346-348; M. A. BENEDETTO, Nota sulla mancata convocazione del Parlamento sardo nel secolo XVIII, in Liber memorialis Antonio Era, Studi presentati alla Commissiono internazionale per la storia delle Assemblee di Stato, XXVI, Bruxelles, 1963, pp. 115-168. 125 Sardena en el ano 1699, inseriti nel Resumen de las Cortes celebradas en Cerdena en los agos 1678, 1689, 1699, risalenti presumibilmente agli inizi del XVIII secolo, nei quali sono riportate le decretazioni regie e viceregie dei capitoli di Corte 296. Il primo ad effettuare un'edizione, sia pure parziale, degli atti del Parlamento fu Pasquale Tola nel Codex Diplomaticus Sardiniae, torno II, Torino 1868; lo studioso pubblicò le decretazioni dei capitoli presentati dagli Stamenti — che appaiono essere la trascrizione integrale del suddetto Resumen — (doc. n. LIX, pp. 373-402), ed inoltre una convocazione inviata ad un rappresentante dello Stamento militare (doc. n. LVIII), che faceva parte probabilmente della collezione dí materiale archivistico di sua proprietà. Una sintesi dei capitoli di corte è stata poi pubblicata da Vittorio Angius nell'Appendice alle Memorie de' Parlamenti generali o Corti del Regno di Sardegna, realizzata a sue spese e, proprio per questo, in pochi esemplari297. L'Archivio cagliaritano ne possiede due copie dattiloscritte nella collezione Francesco Loddo Canepa 298. Altra rassegna sull'ultimo Parlamento spagnolo celebrato in Sardegna si trova nell'opera La Sardegna dal 1478 al 1793 di Francesco Loddo Canepa, pubblicata postuma nel 1974 e curata da Giovanni Todde e Gabriella 011a Repetto299. Una tabella riepilogativa di tutta la documentazione esistente sulle Corti, con l'indicazione dei rispettivi istituti di conservazione, si può vedere all'inizio di questo paragrafo (pag. 112). 296 Si tratta in realtà di due esemplari redatti da mano diverse: cfr. C. FERRANTE, La biblioteca dell'Archivio di Stato di Cagliari. I manoscritti. in «Bollettino bibliografico della Sardegna e Rassegna archivistica e di studi storici per la Sardegna», VIII, n.s. (1991), n. 49, pp. 124-134. 297 V. ANGIUS, Memorie dei Parlamenti generali o Corti, in G. CASALIS, Dizionario geografico cit., vol. XVIII qua t er continuazione, Torino, 1856, pp. 796-1007; contiene i capitoli delle Corti degli anni 1677-78, 1688-89, 1697-99 e gli atti delle riunioni stamentaric degli anni 1793-96. 298 Su questa biblioteca cfr. C. FERRANTE, Due nuove acquisizioni per l'Archivio di Stato di Cagliari: le donazioni Francesco Loddo Canepa e Ovidio Addis, estratto da «Bollettino bibliografico e Rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna», XIII (1996), n. 21, pp. 5-11. 299 L'opera è divisa in 2 voll.; per il Parlamento del conte di Montellano cfr. il vol.l. Gli anni 1478-1720, a cura di G. Todde, pp. 530-547. 126 Tabella dei convocati La tabella presenta in ordine alfabetico sia i convocati ai quali risulta inviata la lettera di convocazione sia gli abilitati per i quali non è stata rinvenuta convocatoria formale. Dei primi sono stati riportati la data ed il luogo di consegna. Ad ogni convocato o abilitato corrisponde l'eventuale procuratore e suo sostituto insieme alla data dell'atto di delega. Nel campo note sono state segnalate le cause della mancata consegna (per. es., morte del destinario, o sua assenza dal Regno) e le abilitazioni senza diritto di voto; in altri casi si è evidenziato come di alcuni convocati non sia stata riscontrata l'abilitazione. I rappresentanti degli ordini sono stati ripartiti secondo lo Stamento di appartenenza: A, Stamento Ecclesiastico; B, Stamento Militare; C, Stamento Reale. 127 Tab. A. Stamento Ecclesiastico Procuratore Data procura Carnicer Tommaso, vescovo di Alghero Magio Francesco, decano della cattedrale di Alghero 1698 gen. 8, Alghero Decano e canonici del Capitolo di Alghero Magio Francesco, decano della cattedrale di Alghero 1698 gen. 5, Alghero Decano e canonici del Capitolo di Ampurias Mereu Giovanni 1698 gen. 8, Garrucho Giovanni Castellaragonese Battista, arcidiacono Maria, dottore in di Iglesias legge e arciprete della (1698 ago. 1, cattedrale di Ampurias Cagliari) Decano e canonici del Capitolo di Bosa Garrucho Francesco, 1698 geni °, Bosa dottore e arciprete della cattedrale di Bosa Decano e canonici del Capitolo di Iglesias Serra Mereu Giovanni 169% fcb. 1, Iglesias Battista, dottore in legge, arcidiacono della cattedrale di Iglesias e priore delle chiese di Santa Lucia e San Giuseppe. Decano e canonici del Capitolo di Oristano Paderi Aresu Carta Lorenzo Antonio, canonico arborense 1698 Paderi Aresu Carta Lorenzo Antonio, canonico arborense 1697 dic. 31, Oristano De Aquena Carta Gavino, canonico della cattedrale di Cagliari e giudice apostolico delle appellazioni e gravami (1698 set. 11 Oristano) Martinez Nuseo Giovanni Antonio, arciprete turritano 1698 gen. 15, Sassari Masones Manca Ignazio canonico (1698 mag. 21, Cagliari) Convocati Data consegna Arcivescovo di Cagliari 1697 nov. 26 Arcivescovo di Oristano 1697 dic. 11 Decano e canonici del Capitolo di Arborea Decano e canonici del Capitolo di Sassari 1697 dic. 7 II procuratore Note Masones Nin Ignazio, vicario generale sede vacante dell'arcivescovado di Cagliari (1698 apr. 25) segue segue Convocati Data consegna Decano e canonici del Capitolo di Ales Procuratore Data procura Masones Manca Antonio, canonico della cattedrale di Ales 1697dic. 24, Ales II procuratore Note In precedenza il Mereu aveva revocato la procura fatta a favore del Nuseo delegando al suo posto Serra Mereu Giov. Battista, arcidiacono di Iglesias. Ma la sostituzione non fu accolta (1698 set. 10, Cagliari) Inquisitori e abati di San Michele De Plano, Antonio de Aguilar Mandovil, Giovanni Garrido Lozado 1697 dic. 30 arcivescovo di Arborea 1698 gen. 18 Masones Nin Efisio, abate di San Nicola 1697 dic. 13 Masones Nin Francesco, vescovo di Ales e Terralba 1698 gen. 23, Cagliari Masones Nin Ignazio, 1697 dic. 16 vicario generale dell'arcivescovado di Cagliari, dottore in legge De Aquena Gavino, dottore in legge, canonico cagliaritano e giudice apostolico 1698 feb. 5, Cagliari Melis Efisio Diego, vicario del vescovado di Iglesias Martines Nuseo Giovanni Antonio, arciprete turritano 1698 gen. 21, Iglesias Sanna Gaspare reverendo (1698 set. 17, Cagliari) Morillo Velarde 1697 dic. 30 Giovanni arcivescovo di Sassari Martinez Nuseo Giovanni Antonio, arciprete turritano 1698 gen. 5, Sassari Masones Manca Ignazio canonico (1698 mag. 20) Rachis Giovanni Battista, abate di San Michele di Salvenor e canonico cagliaritano Masones Nin Francesco, vescovo di Ales e Terralba 1698 gen. 23, Cagliari Martinez Nuseo Giovanni Antonio, arcivescovo di Torres 1698 feb. 2, Sassari De Aquena Gavino, canonico della cattedrale 1698 gen. 13 1697dic. 13 Sogia Francesco Giorgio, vescovo di Bosa Vescovo di Ales, decano e canonici del Capitolo della cattedrale di Cagliari 1697 dic. 13 segue segue Convocati Data consegna Procuratore Data procura II procuratore Vescovo di Bosa 1697 dic. 30 Martines N LISCO Giovanni Antonio, arciprete turritano 1698 fcb. 3 Masones Ignazio, vicario e canonico (1698 set. 8, Sassari) Garrucho Giovanni Maria, dottore in legge e arciprete della cattedrale di Ampurias Sanna Gaspare, 1698 gen. 14, Castellaragonese canonico (1698 set. 6) Villa Michele, vescovo di Ampurias Note Tab. B. Stamento Militare Convocati Data consegna Luogo Procuratore Aceni Agostino 1697 clic. 13 Data procura II procuratore Note Aleman G. Battista 1697 dic. 13 Alivesi Carlo 1697 dic. 30 Alziator Carlo 1697 clic, 12 1698 gen. 15, Sassari Rogger Francesco, Sassari procuratore reale Cagliari) Grixoni Giuseppe (1698 gen. 29, Alziator G. Battista 1697 dic. 12 Cagliari Cugia Michele, di Sassari e domiciliato a Cagliari 1698 feb. 17, Cagliari Amat Gambella Pietro, barone di Sorso e signore dell'incontrarla di Romangia Sassari Nurra Gasino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 27, Sassari Amat Manca G. Battista, di Sassari Sassari Marongiu Gabriele di Bosa 1698 gen. 20, Sassari Amat Manca Salvagnolo Gasino, marchese di Villarios Vico Francesco Giuseppe, marchese di Soleminis 1698 gen. 16 Amai Petreto Ignazio Sassari Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 27, Sassari Alziator Gaspare Valerio, uditore della sala civile della Reale Udienza Amat nlli- .11a 1697 clic. 30 Pietro, governatore di Sassari e Logudoro Amat Sarvafiola Gasino 1697 dic. 30 Sassari Andra AUrame Cr. Battista 1697 dic. 26 Angiov Giovanni 1697 dic. 12 Angiov Michele, :avalicre Ji Orani 1698 gen. 22 Orani Angiov Pietro rancesco 1698 gen. 22 Orani Aymerich Manca 1698 gen. 2 l „Angioy Giovanni, di Orani Orani Ignazio, conte 11698 feb. 20, Cagliari) di Bonorva Aymerich Manca 1698 gen. 21, Orani Ignazio, conte di Bonorva Angiov Giovanni, di Orani (1698 feb. 20, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dalla baronia Ansaldo Francesco Aquenza Giovanni Diego, di Berchidda 1697 set. 2, Ploaghe Rodriguez Salvatore, Ozieri cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari Aquenza Pietro, di Ozieri Ozieri Rodriguez Salvatore, cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari 1697 set. 2, Ozieri 1697 set. 2, Rodriguez Ozieri Salvatore, cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari Aquenza Sebastino, Ozieri di Ozieri Rodriguez Giuseppe Felice Francesco, suo figlio (1698 feb. 19, Cagliari) Rodriguez Giuseppe Felice Francesco, suo figlio (1698 feb. 19, Cagliari) Oristano Aresu Antioco Aresu Antioco 1698 gen. 10 Ghilarza Aresu Antonio Angelo 1697 dic. 4 Oristano Pes Pilo Francesco, di Tempio 1698 gen. 17, Oristano Asquer Francesco 1697 dic. 12 Asquer Ignazio 1697 dic. 12 Asquer Ignazio 1697 dic. 13 Asquer Luigi 1697 dic. 12 Asquer Stefano 1697 dic. 12 Assor Giovanni Gavino 1697 dic. 26 Astraldo Salvatore 1697 dic. 12 Atzori G. Antioco 1697 dic. 24 Oristano Rogger 1698 gen. 12, Francesco, Oristano procuratore reale De Litala Antonio (1698 gen. 29, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note Atzori G. Antioco Sassari La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori città Atzori G. Antonio Sassari La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori città Atzori G. Antonio 1697 dic. 4 Oristano Rogger Francesco, procuratore reale Aymerich Demetrio 1697 clic. 12 Bacallar Ambrogio 1697dic. 26 Bacallar Santucho Vincenzo, dottore in legge Bacallar Sanna Vincenzo, di Cagliari Bacallar Vincenzo 1698 gen. 8 Barone di Capoterra 1697 dic. 12 Barone di Serdiana 1697 dic. 12 Barone di Sinis 1697 dic. 12 Barone di Suelli (Arcivescovo di Cagliari) 1697 nov. 26 1698 gen. 12, Oristano De Sena Agostino (1698 gen. 29, Cagliari) 1698 gen. 21, Oristano Barone di Teulada 1697 dic. 12 Alghero Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale Bertolotto Francesco, di Alghero Bologna Filippo 1697 dic. 30 Bologna Gavino 1697 dic. 27 1698 gen. 2. Alghero Brunengo Domenico (1698 feb. 18, Cagliari) Bologna Giovanni 1697 dic. 27 Battista segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note 1697 dic. 26 Bonfant Sanjust Michele Francesco Bonfill Angelo Alghero La convocazione non è stata consegnata perché assente Bonfill Diego Alghero La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Bonfill Giuseppe 1698 gen. 2 Alghero Carcassona Agostino Borras G. Battista 1697 dic. 26 Borras Giacomo 1697 dic. 26 Borro G. Battista 1697 dic. 13 Burro Giacomo 1697 dic. 13 Castellar (del) Giovanni, residente a Cagliari 1697 dic. 12 • Bon Giovanni, marchese di Villacidro e di Palmas insieme alla moglie, donna Maria Luisa Brondo 1697 dic. 30 1697 apr. 2, Valenza I due coniugi hanno diritto a due voti in parlamento, uno per Villacidro e l'altro per Palmas Sassari Cuglicri Brunengo Francesco Busquets Francesco 1698 gen. 2 Cadello Antioco 1697 dic. 26 Cadello Antonio 1698 gen. 4 Cadello Diego La convocazione non è stata consegnata perché sacerdote Alghero Bonfill Michele Brunengo France s co 1697 nov. 9, Alghero Alghero De l'Arca Francesco, di Alghero 1698 gen. 2, Alghero La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Setzu Frediani Ignazio, cavaliere di Cagliari 1698 fel). 26, Cagliari segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Cadello Emanuele Sosa Carlo Aymcrich 1697 dic. 22, Pozzomaggiore Manca Ignazio, Pozzomaggiore (1698 feb. 6, Cagliari) conte di Bonorva Cadello Francesco 1698 gen. 2 Tortolì Rogger 1698 gen. 14, Tortolì Francesco, procuratore reale Note Marti Stefano, (1698 gen. 29, Cagliari) Cadello Francesco 1697 dic. 26 Ignazio La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Pozzomaggiore Cadello G. Andrea Cadello G. Antioco 1698 gen. 5 Pozzomaggiore Cadde) Giuliano 1698 gen. 3 Tortolì La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Cadello Salvatore Pozzomaggiore Calcinatgio Gaspare, figlio di Pietro Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1697 dic. 16, Sassari Calcinatgio Gavino 1697 dic. 30 Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1697 dir. 16, Sassari Calcinatgio Pietro Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1697 dic. 15, Sassari 1697 dic. 30 Pattada Canas Giacinto La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Canellas Giovanni 1698 feb. Maria Canellas Giovanni 1697 dic. 28 Maria Cappai Antioco 1697 dic. 13 Carboni Piero 1697 dic. 13 Iglesias segue segue Convocati Data consegna Luogo Carcassona Antonio Giuseppe 1697 dic. 12 Carcassona Agostino 1697 dic. 12 Procuratore Data procura II procuratore Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 14, Tortolì Carta Martis Giuseppe, (1698 feb. 25) 1698 gen. 16, Tondi Carta Martis Giuseppe, (1698 feb. 19, Cagliari) Note Cardia G. Battista Tortolì Cardia G. Battista 1698 gen. 3 Tortolì Cardia Giuseppe 1698 gen. 2 Tortolì Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra Cardia Luigi 1698 gen. 2 Tortolì 1698 gen. 15, Rogger Tortolì Francesco, procuratore reale Valentino Antonio, (1698 gen. 29 Cagliari) Cardia Pietro Diego 1698 gen. 3 Tortoli 1698 gen. 15, Rogger Tonar' Francesco, procuratore reale Valentino Antonio (1698 gen. 29 Cagliari) Cardia Salvatore Angelo 1698 gen. 2 Tondi 1698 gen. 15, Rogger Tortoli Francesco, procuratore reale Valentino Antonio 11698 gen. 29 Cagliari) Cardia Sebastiano 1698 gen. 2 Tortoli La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 gen. 2 Tortolì La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Cardia Serafino Carnicer Berruesso 1697 dic. 12 Gaspare, maestro razionale Carnicer Giovanni Gavino Cagliari 1698 feb. 1, Marongiu Cagliari Diego, luogotenente del maestro razionale a Bosa Carniwr Felice, di Cagliari (1698 set. 12) 1697 dic. 27 segue segue Convocati Data consegna Luogo Carola Antonio 1698 gen. 2 Data procura II procuratore Note 1698 gen. 2, Alghero Carola Diego Bonfant, Aghcro presente a Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Alghero Carota Diego Carota Francesco Diego Procuratore Carola Diego 1698 gen. 2, Bonfant, Aghero presente a Cagliari 1697 dic. 12 1698 gen. 2, Alghero Carola Diego Bonfant, Alghero presente a Cagliari Carota Ignazio Antonio, di Alghero Carota Luigi 1697 dic. 12 Carota Matteo 1698 gen. 2 Alghero Carola Diego 1698 gen. 2, Bonfant, Aghero presente a Cagliari Carota Salvatore 1698 gen. 2 1698 gen. 2, Alghero Carota Diego Bonfant, Aghero presente a Cagliari Carquero Giorgio Bosa Carta Agostino 1697 dic. 27 Carta Cosimo Francesco 1697 dic. 27 Carta Demetrio 1697 dic. 26 Carta Francesco 1697 dic. 13 Carta G. Battista, dottore 1697 dic. 26 Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale 1698 gen. 25, Bosa Ploaghe Carta Gaya Francesco Nuoro La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Carta Giacomo Nuoro La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Carta Giuseppe 1697 dic. 26 segue segue Procuratore Data procura 11 procuratore Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 ott. 22, Ozieri Carta Salvatore, di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor), padre di Gavino Carta Ladu Ozieri Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 ott. 22, Ozieri Carta Salvatore, di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor), figlio di Antonio Carta Ladu Convocati Data consegna Luogo Carta Giuseppe 1697 dic. 24 Carta Gregorio Gaspare 1697 dic. 13 Carta Ladu Antonio Oristano Ozieri Carta Ladu Antonio 30 dic. 1697 Carta Ladu Gavino Ozieri Carta Mallo Francesco 1697 dic. 13 Carta Manca Cristoforo 1697 dic. 27 Carta Marcello G. Francesco 1698 gen. 20 Fonni Carta Marcello 1698. gen. 20, Pietro Giovanni Fonni dottore in legge Carta Marcello G. Paolo 1698 gen. 7 Fonni Carta Marcello 1698 gen. 20, Pietro Giovanni Fonni dottore in legge 1698 gen. 20 Carta Marcello G. Stefano Lussorio 1697 dic. 26 Carta Marcello Sebastiano Ignazio 1698 gen. 7 Fonni Carta Mcichiorrc 1698 gen. 5 Sorgono Carta Minutili Giuseppe 1698 gen. 5 La convocazione è stata consegnata a Cagliari Fonni Carta Marcello Pietro Giovanni, dottore 1698 gen. 7 Carta Melis Giovanni Francesco Note Carta Marcello 1698 gen. 19, Pietro Giovanni Manmiada dottore in legge Fonni Sorgono Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 28, Sorgono Marrocu Pietro, di Cagliari (1698 feb. 20) segue segue Convocati Data consegna Luogo Carta Paolo Ignazio, di Nuoro e domiciliato a Posada Carta Pietro Diego Sorgono Carta Pietro Diego 1698 gen. 5 Benetutti Carta Pirisi Sebastiano 1698 gen. 20 Formi Carta Saturno 1697 dic. 26 Procuratore Data procura II procuratore Masones Giuseppe, di Cagliari 1698 gen. 1, Posada Carta Salaris Nicola Antonio 1698 gen. 8 Bolotana Carta Salvatore 1698 gen. 5 Sorgono Carta Sanna Giovanni Battista 1698 gen. 20 Fonni Carta Sebastiano 1697 dic. 24 Oristano Carta Marcello 1698 gen. 21, Pietro Giovanni, Fonni dottore in legge, suo cugino, domiciliato a Cagliari Carta Gaya Cristoforo, suo tiglio Carta Soliveras Gaya Francesco, di Benetutti e domiciliato a Nuoro Carta Suzarcllo C. Battista 1698 gen. 8 Bortigali Carta Suzarello Pietro Paolo 1698 gen. 8 Bortigali Bacallar Ambrogio (1698 gen. 20, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Aidomag- Alagon Artale marchese di giore Villasor e conte di Montesanto Carta Salaris G. Gerolamo, di Macomer Note Carta Giovanni Stefano suo nipote, abitante a Cagliari (1698 feb. 15, Cagliari) Masones Giacomo, 1697 dic. 17, Aidomaggiore di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor), figlio di Nicola Antonio Carta Salaris di Bolotana, residente a Macomer, e di Margherita Carta Salaris Pala di Macomer 1698 gen. 18, Nuoro segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Benctutti Carta Tommaso Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Casalabria Antonio Sassari Castelvì Giovanni 1698 gen. 27 Laconi Castelvì Emanuele di Cagliari e domiciliato ad Ozieri Ozieri Castelvì Giuseppe Cuglieri La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castelvì (de) Tommaso, di Cagliari, suo fratello 1698 gen. 27, Ozieri La convocazione non è stata consegnata perché assente dal regno 1698 feb. 25, Castelvì Cagliari Giovanni Tommaso, figlio di donna Caterina Castelvì Manca Caterina, signora della baronia di Samassi, Serrenti, Nureci, Asuni Castelvì Tommaso 1697 dic. 13 Castelvì Tommaso, 1697 dic. 12 governatore di Cagliari e Gallura La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Buddusò Casu Antonio Catrillas G. Battista 1698 gen. 11 Cervellón (de) Bernardino 1697 dic. 12 Cuglicri Sanjust Gemiamo di Cagliari 1698 gen. 18, Cuglicri Manca Francesco, conte di San Giorgio segue segue Convocati Data consegna Luogo Cervella Martin Gerolama, curatrice del figlio minore Giovanni, signora delle baronie di Samatzai e Tuili Procuratore Cagliari Castelvì (de) Tommaso, di Cagliari Data procura Il procuratore Note 1698 gen. 17, Cagliari Clavaria Giovanni 1697 dic. 12 Concu Antioco Villamar La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Concu Francesco Villamar La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Concu Giuseppe Sardara Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra Coni Diana Sisinnio 1698 gen. 26 Masullas Coni Diana Sisinnio 1698 gen. 8 Simala Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 30, Sardara Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) 1698 gen. 21, Simala Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) Come di Bonorva 1697 dic. 12 Conte di San Giorgio 1697 dic. 12 Conte di San Lorenzo 1697 dic. 12 Conte di Torralba I697 dic. 30 Conte di Villamar 1697 dic. 12 Sassari La convocazione è stata consegnata, per la sua assenza, al reggidore Conte di Villasalto 1697 dic. 12 segue segue Convocati Data consegna Luogo Contena Diego 1697 dic. 13 Procuratore Data procura II procuratore La convocazione non è stata consegnata Conia G. Battista 1697 dic. 28 lglesias Conia Giuseppe 28 dic. 1697 lglesias Crucu Comina Salvatore Angelo, tenente del procuratore reale 1697 dic. 24 Oristano Rogger Francesco, procuratore reale 1698 gen. 15, Oristano De Sena Agostino (1698 gen. 29, Cagliari) Crucu Giuseppe 1697 dic. 24 Oristano Rogger Francesco, procuratore reale 1698 gen. 12, Oristano De Sena Antioco di Iglesias (1698 gen. 29, Cagliari) Cugia G. Battista, uditore della Reale Udienza 1697 dic. 30 Sassari Pii Giovanni Battista di Cagliari 1698 gcn. 21, Bosa Cugia Pietro 1697 dic. 30 Sassari Cugia Raimondo 1697 dic. 12 Sassari Cugurra Tommaso Cutgia Pietro 1697 dic. 30 Note La convocazione è stata consegnata al padre Salvatore Angelo perché Giuseppe si trova a Pozzomaggiore Nurra Cavino, 1698 gen. 27. dottore in legge Sassari di Sassari Sassari Cuttis G. Antonio 1697 dic. 12 Giuseppe Cuttis G. Tommaso 1697 dic. 12 De Doni G uiraldo 1698 gcn. 18 Gesturi De Doni Antioco, di Gergei 1697 dic. 31 Laconi La convocazione è stata onsegnata al padre, Pietro De Doni Santa Cruz Lucifero, 1698 gen. 5 domiciliato in Cagliari De Doni Antonio De Doni Concu Guido 1697 dic. 30 Gergei Villamar 1698 gcn. 6, Aymerich Manca Ignazio, Gergei conte di Bonorva Carta Francesco (1698 feb. 6, Cagliari) La convocazione risulta già consegnata con lo stesso nome .segue segue Procuratore Data procura II procuratore Note Convocati Data consegna Luogo De Doni Concu Salvatore 1697 dic. 29 1698 gen. 15, Villamar Aymerich Manca Ignazio, Villamar conte di Bonorva De Doni Contu Antioco 1697 dic. 29 Gestori La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Doni Contu Antioco 1698 gen.18 Gestori La convocazione è stata consegnata al padre, Eusebio De Doni, perché Antioco studia a Cagliari De Doni Contu Francesco 1698 gen. 3 Gergei De Doni Contu Giovanni 1687 dic. 29 Gestori Della Matta Giuseppe, di Cagliari 1698 feb. 12 Gestori De Doni Conto Pietro 1697 dic. 29 Gestori Della Matta Giuseppe, di Cagliari 1698 feb. 12, Gcsturi De Doni Contu Vincenzo 1697 dic. 29 Gestori Della Matta Giuseppe, di Cagliari 1698 feb. 12 Gesturi Clavaria Giovanni (1698 feb. 6, Cagliari) Sanjust Giovanni di Cagliari (1698 feb. 28) De Doni Diana Antonio Gesturi La convocazione è stata consegnata alla madre donna Speranza perché Antonio studia a Cagliari De Doni Diana Eusebio Gemuti La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Gcsturi La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Doni Diana Francesco 1697 dic. 29 De Doni Francesco 1697 dic. 27 De Doni Francesco 1697 dic. 30 Gergei De Doni Francesco 1697 gen. 18 Gestori 1698 gen. 16, Aymerich Manca Ignazio, Gergei conte di Bonorva Carta Francesco (1698 feb. 6, Cagliari) La convocazione è stata consegnata al padre, Eusebio De Doni segue segue Convocati Data consegna Luogo De Doni G. Battista 1698 gen. 19 De Doni G. Battista 1698 gen. 18 Gesturi De Doni G. Battista Procuratore Data procura II procuratore Villamar Aymerich 1698 gen. 15, Manca Ignazio, Villamar conte di Bonorva Clavaria Giovanni, (1698 feb. 6, Cagliari) La convocazione è stata consegnata al padre, Eusebio De Doni La convocazione è stata consegnata a Cuglieri Villamar Figlio di Pietro De Doni Contu De Doni Giraldo La convocazione è stata consegnata alla madre donna Caterina De Doni Partis De Doni Guido 1698 gen. 18 Gesturi De Doni Guido 1697 dic. 30 Gergei De Doni Guido 1697 dic. 29 Villamar Aymerich 1698 gen. 15, Manca Ignazio, Villamar conte di Bonorva De Doni Matta Francesco Gesturi De Doni Pisti Pietro 1697 dic. 29 Gesturi De Doni Princis Eusebio 1697 dic. 29 Gesturi 1698 gen. 16, Aymerich Manca Ignazio, Gergei conte di Bonorva Della Matta Giuseppe, di Cagliari Vico Francesco 1698 gen. 9, Giuseppe, Gesturi marchese di Soleminis Sassari De la Rocca Riba De Neira Adriano Castellaragonese 1698 gen. 2 1698 feb. 12, Gesturi Carta Francesco (1698 feb. 6, Cagliari) Clavaria Giovanni (1698 feb. 6, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De la Bronda 1697 dic. 30 Esgrecho G. Antonio De l'Arca Francesco Note La convocazione non è stata conse gnata perché deceduto La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno Alghero segue segue Data procura II procuratore Convocati Data consegna Luogo Procuratore De l'Arca Passamar Giovanni 1697 dic. 30 Sassari 1698 gen. 12, Rogger Sassari Francesco, procuratore reale Grixoni Giuseppe (1698 gen. 29, Cagliari) De Leon Alfonso 1697 dic. 27 De Leon Ignazio 1697 dic. 27 De Liperi Cavino 1697 dic. 30 Sassari De Liperi 1698 gen. 6, Zonza Felice, Sassari di Sassari, consigliere capo della città Giacarachio G. Battista (1698 gen. 30) De Liperi Antonio, figlio di Francesco di Sassari Sassari De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 6, Sassari Alziator Carlo di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) De Liperi Bronda Giuseppe Bonorva De Liperi Bronda Giuseppe 1697 dic. 30 Sassari De Liperi Felice 1697 dic. 30 Sassari Aymerich 1698 gen. 15, Manca Ignazio, Bonorva conte di Bonorva Pes G. Battista, dottore di Cagliari (1698 feb. 6) De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 6, Sassari Alziator Carlo di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) De Liperi Manunta Cavino, di Sassari Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale 1698 gen. 19, Sassari Brunengo Domenico (1698 feb. 18, Cagliari) De Liperi Suzarello Fernando di Sassari De Liperi 1698 gen. 6, Zonza Felice, Sassari di Sassari, consigliere capo della città Sassari De Liperi Francesco, padre di Antonio Sassari De Liperi Suzarello Gioacchino De Liperi Villino Gioacchino 1697 clic. 30 Note Quesada Carlo di Cagliari (1698 gen. 30) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note De Litala Agostino Angelo Nulvi La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Litala Agostino Angelo Bosa La convocazione non è stata consegnata perché ecclesiastico De Litala Angelo 1698 gen., Alghero Aymerich Manca Ignazio, Alghero conte di Bonorva Santucho Antioco (1698 feb. 6) 1698 gen. Aymerich Manca Ignazio, Alghero conte di Bonorva Santucho Antioco (1698 feb. 6) De Litala Antonio 1698 gen. 28 De Litala Cubeddu Francesco, di Nulvi Nulvi Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 12, Nubi Marongiu Diego cavaliere di Bosa (1698 feb. 1, Cagliari) De Litala Cubeddu G. Maria, di Nubi Nulvi Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 12, Nulvi Massa G. Battista (1698 feb. 1, Cagliari) De Litala Cubeddu Gavino, di Nulvi Nulvi Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 12, Nulvi Massa G. Battista (1698 feb. 1, Cagliari) De Litala Emilio, di Bosa Bosa 1698 gen. 9, Aymerich Manca Ignazio, Bosa conte di Bonorva De Litala Francesco, di Bosa 1698 feb. 20, Bonorva Aymerich Manca Ignazio, Cagliari come di Bonorva Cagliari De Litala Gerolamo Bosa De Litala Gerolamo Nulvi De Litala Giorgio De Litala Giovanni Antonio, di Nubi 1697 dic. 30 1697 dic. 10, Aymerich Manca Ignazio, Bonorva conte di Bonorva De Montis Giovanni Angelo di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Soler Francesco cavaliere di (1698 mar. 3) De Montis G. Angelo, di Cagliari (1698 feb. 6) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Nulvi Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 12, Nulvi Massa G. Battista (1698 feb. 1, Cagliari) Nubi Nurra Gavino, dottore in legge di Sassari 1698 gen. 12, Nulvi Montanacho Francesco di Cagliari (1698 feb.13, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo De Litala Giovanni Battista 1698 gen. 7 Chiaramonti Procuratore Data procura II procuratore Atzori Efisio, cavaliere di Cagliari 1698 gen. 17, Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Bosa De Litala Giovanni Battista De Litala Giuseppe 1698 gen. 28 De Litala Mannu Cavino 1697 dic. 30 Note Nulvi Nulvi La convocazione non è stata consegnata perché deceduto DeLitala Emanuele 1698 gen 23 Gcnuri La convocazione è stata consegnata a Sisinnio Maxia De Litala Michele. di Nulvi Nulvi De Litala Mannu Giovanni De Litala Emanuele 1697 dic. 12 De Litala Nieddu Giovanni 1697 dic. 30 1698 gen. 12, Nurra Cavino, dottore in legge, Nulvi di Sassari Marongiu Diego cavaliere di Bosa (1698 feb. 1, Cagliari) Nulvi De Litala Pim tis Francesco, di Nulvi Nulvi 1698 gen. 12, Nurra Cavino, dottore in legge, Nulvi di Sassari Montanacho Francesco di Cagliari (1698 feh.13, Cagliari) De Litala Pintus Giovanni, di Nulvi Nulvi 1698 gen. 12, Nurra Cavino, dottore in legge, Nulvi di Sassari Montanacho Francesco di Cagliari (1698 feb.13, Cagliari) De Litala Renuccio 1698 gen. 2 1698 gen. 8, Alghero Aymerich Manca Ignazio, Alghero conte di Bonorva De Litala Salvatore, familiare del Santo Uffizio 1698 gen. 7 Chiaramonti De Litala Satta G. Battista 1697 dic. 30 Nulvi Atzori Efisio, cavaliere di Cagliari Portugues Agostino ( 1698 feb. 6, Cagliari) 1698 gen. 17. Sassari segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore De Litala Solar G. Maria, di Nulvi Bosa Alagon Artale marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 1, Bosa De Litala Solar Gavino, di Thiesi Thiesi Bacallar Sanna Vincenzo, di Cagliari 1698 gen. 14, Thiesi Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 18, Nulvi De Litala Tedde Francesco, di Nulvi Madao Salvatore Diego di Villasor (1698 feb. 20, Villasor) Madao Salvatore Diego di Villasor ( 1698 feb. 20, Villasor) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari De Logu Castelvì Paolo Note De Logu Pietro 1697 dic. 30 Sassari De Loreto Gerolamo 1697 dic. 30 Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Martis Antonio Giave La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Martis Cavino Giave La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Martis Giacomo Filippo Giave La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Martis Quirico 1698 gen. 15 Giave De Minutili Antonio Nuoro De Moncada Giuseppe Antonio 1697 dic. 4 Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 13 Oristano Rogger 1697 dic. 31, Francesco, Oristano procuratore reale Salazar Agostino di Cagliari (1698 feb. 20) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Frediani Ottavio (1698 feb. 13, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo De Moncadas Giovanni 1697 dic. 24 De Montis Giovanni Angelo 1698 gen. 28 De Montis Sebastiano 1698 gen. 28 Procuratore Data procura 11 procuratore Oristano La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari De Nurqui G. Battista La convocazione non è stata consegnata perché deceduto De Nurra Pietro Oristano De Roma Antonio De Roma Giovanni 1698 gen. 2 Alghero Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale 1697 dic. 4 De Roma Comina Antonio Oristano De Roma Comina Giovanni Oristano De Roma Gavino, di Cuglieri 1697 dic. 4 Ripoll Pietro (1698 feb. 18, Cagliari) Marti Michele, (1698 feb. 17, Cagliari) Oristano Atzori Giovanni 1698 gen. 8, Gavino, di Oristano Oristano, abitante a Cagliari De Roma 1698 gen. 20 Padria Antonio Giuseppe De Roma Francesco 1698 feb. 18, Cagliari Atzori Giovanni 1698 gen. 18, Cuglieri Gavino, di Origano, abitante a Cagliari De Roma Agostino, di Cuglieri De Roma Antonio Diego Note Olives Giuseppe. avvocato fiscale e patrimoniale 1698 gen. 17, Alghero La convocazione non è stata consegnata perché si trova ad Alghero Alghero Atzori Giovanni 1698 gen. 18, Cuglieri Gavino, di Oristano, abitante a Cagliari segue segue Convocati Data consegna Luogo De Roma Giuseppe, di Cuglieri 1698 gen. 11 Procuratore Data procura II procuratore Cuglieri Atzori Giovanni 1698 gen. 18, Gavino, di Cuglieri Oristano, abitante a Cagliari Note Bonfant Michele di Cagliari (1698 feb. 17, Cagliari) Oristano De Roma Pietro De Roma Salvatore, giurato in capo della città 1697 dic. 4 Oristano Atzori Giovanni 1697 die. 1, Gavino, di Oristano Oristano, abitante a Cagliari De Roma Serra Giovanni Francesco 1697 dic. 4 Oristano Atzori Giovanni 1697 c- lic. 3, Gavino, di Busachi Oristano, abitante a Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché si trova a Busachi sino all'estate De Semi Agostino 1697 dic. 13 De Sena Agostino 1697 dic. 26 De Sena Antioco 1697 dic. 13 De Sena Antioco 1697 dic. 26 De Sena Giuseppe 1697 dic. 26 De Sena Piccolomini Diego 1698 gen. 2 Alghero Conte di Montellano 1698 gen. 7, Alghero Sana Antioco di Cagliari (1698 gen. 31, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto De Tori Angelo Alghero De Tori Antonio Pozzomag- Aymerich Manca 1697 dic. 22, Sosa Carlo Pozzomaggiore (1698 teb. 6, giore Ignazio, conte Cagliari) di Bonorva De Tori Francesco, di Pozzomaggiore Aymerich CervellOn Salvatore, conte di Villamar e barone di Pozzomaggiore 1698 gen. 14, Marrocu Giuseppe Pozzomaggiore (1698 feb. 6, Cagliari) De Tori Giacomo di Pozzomaggiore Aymerich Cervellem Salvatore, conte di Villamar 1698 gen. 14, Pozzomaggiore De Tori Giovanni PozzoAymerich maggiore Cervelkin Salvatore, conte di Villamar 1698 feb. 5, De Montis Pozzomaggiore Sebastiano di Cagliari (1698 mar. 4) Il convocato si trova a Cagliari segue segue Convocati Data consegna Luogo Data procura II procuratore Note La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Alghero De Tori Michele De Tori Mura Angelo Procuratore 1698 gen. 15, De Montis G. Aymerich 1698 gen. 20 Pozzomaggiore Manca Ignazio, Pozzomaggiore Angelo, di Cagliari conte di Bonorva (1698 feb. 6) De Tori Pietro 1697 clic. 22, Sosa Carlo Aymerich Pozzomaggiore Manca Ignazio, Pozzomaggiore (1698 feb. 6, Cagliari) conte di Bonorva Del Mestre Del Rio Giovanni Antioco Ozieri La convocazione è stata consegnata a Padria La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1697 ott. 20, Ozieri Del Mestre Francesco 1697 dic. 30 Ozieri Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Del Mestre Giovanni Antonio 1697 clic. 30 Ozieri 1697 clic. 15, Del Mestre Ozieri del Rio Diego, dottore in legge, di Cagliari Del Mestre Lorenzo, di Cagliari e presente a Selegas 1697 clic. 30 Ozieri Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Del Mestre Sanna Francesco 1697 clic. 30 Ozieri Dcl Mestre Del 1698 gen. 18, Ozieri Rio Diego, dottore in legge, di Cagliari Del Mestre Sanna Pietro 1697 clic. 30 Ozieri Del Mestre Sanna Pietro 1697 clic. 30 Ozieri Del Mestre y Del Rio Diego, dottore 1697 clic. 12 Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 25, Selegas 1697 nov. 7, Ozieri Del Sardo Antonio 1698 gen. Tempio Bologna Tempio Giovanni Battista, dottore Dcl Sardo Diego 1698 gen. Tempio Bologna Giovanni Tempio Battista, dottore Canellas Stefano, di Cagliari (1698 feh.20) Roig Giorgio (1698 feb. 20, Villasor) Borras Giacomo di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore 1698 gen. 30, Bologna Tempio Giovanni Battista, dottore Del Sardo Francesco Angelo Del Sardo Francesco, di Tempio 1698 feb. 24, Tempio Rogger Tempio Francesco, procuratore reale Del Sardo Giovanni 1698 feb. 24, Tempio Bologna Tempio Giovanni Battista, dottore Del Sardo Giuseppe Farina Giuseppe Bologna 1698 gen. 30, Tempio Giovanni Battista, dottore Del Sardo Stefano 1698 gen. Tempio Bologna Tempio Giovanni Battista, dottore Della Matta Giuseppe Carta Francesco Angelo, di Cagliari La procura viene concessa in sostituzione di Filippo Bologna, figlio di G. Battista, al quale per primo era stata data la delega (1698 settembre 17, Cagliari) 1697 dic. 13 1697 dic. 27 Della Matta Pietro Giovanni Battista, uditore della sala criminale della Reale Udienza Deplano Antonio Maria Note 1698 gen. 2 Portugues Agostino. di Cagliari 1698 feb. 17, Cagliari Villaputzu Dexart Raimondo 1698 feb. 1 Dexarte Sanna Amatore, di Cagliari Cagliari Bonfante Michele, di Cagliari 1698 feb. 5, Cagliari Dexarte Sanna Raimondo, di Cagliari Cagliari Bonfante Michele, di Cagliari 1698 feb. 5, Cagliari Simala Cienovés Portugues Antonio Francesco, barone di Portoscuso 1698 gen. 21, Simala Diana Felice 1698 gen. 9 Diana Francesco 1698 gen. 9 Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) Risiede ad Ales segue • segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Diana Ibba Sisinnio 1698 gen. 9 Simala Genovés Portugues Antonio Francesco, barone di Portoscuso 1698 gen. 21, Simala Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) Diana Michele 1698 gen. 7 Simala Genovés Portugues Antonio Francesco, barone di Portoscuso 1698 gen. 21, Simala Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) Diana Michelino 1698 gen. 7 Simala Diana Monserrato 1698 gen. 7 Simala Diaz De Litala Andrea 1697 clic. 27 Ploaghe Diaz de Litala Giovanni Battista, di Ploaghe e domiciliato a Padria Diaz De Litala Antonio 1697 dic. 27 Ploaghe Diaz De Litala 1697 dic. 27 Antonio Gerolamo Ploaghe Diaz De Litala Felice 1697 dic. 27 1698 feb. 18, Ploaghe Diaz de Litala Ploaghe Giovanni Battista, di Ploaghe e domiciliato Padria, suo fratello Diaz De Litala G. Battista 1698 gen. 20 Padria Diaz De Litala Gavino Note La convocazione non è stata consegnata perché stu dia a Cagliari Genovés Portugues Antonio Francesco, barone di Portoscuso Ploaghe Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 21, Simala Del Vecchio Antioco (1698 feb. 22, Cagliari) 1698 gen. 7, Ploaghe La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1697 nov. 5, Sorso Vacca Lussorio, dottore in legge di Cagliari (1698 feb. 20) La convocazione non è stata consegnata perché vive a Sorso segue segue Data consegna Luogo Diaz De Litala Giovanni 1697 dic. 27 Ploaghe Diaz De Litala Manco 1697 dic. 27 Ploaghe Diaz Francesco 1697 dic. 27 Ploaghe 1698 feb. 18, Diaz de Litala Ploaghe Giovanni Battista, di Ploaghe e domiciliato a Padria Codrongianus Satta Antioco, abitante a Cagliari Diaz G. Battista Diaz Giovanni Francesco 1697 dic. 27 1697 dic. 27 Ploaghe Diaz Michele 1697 dic. 27 Ploaghe Diaz Michele Note Solar Paolo (1698 mar. 5, Cagliari) 1698 gen. 19, Codrongianus Ploaghe Diaz Michele La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 gen. 7, Diaz de Litala Ploaghe Giovanni Battista, di Ploaghe e domiciliato a Padria La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Borore 1697 dic. 12 De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città Escarpa Leone Salvatore, di Nulvi Esgrecho Antonio Giuseppe 1697 dic. 26 Esgrecho Francesco 1697 dic. 26 Esgrecho Antonio Giovanni II procuratore Ploaghe Diaz Giovanni Tommaso Duca di Mandas Procuratore Data procura Convocati Sassari 1698 gen. 10, Sassari Alziator Carlo di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno segue segue Data procura Il procuratore Convocati Data consegna Luogo Procuratore Esgrecho G. Battista 1698 gen. 2 1698 gen. 15, Rogger Francesco, Tortolì procuratore reale Tortolì De Litala Giuseppe, (1698 gen. 29, Cagliari) Vico Francesco 1698 gen. 17, Cagliari Giuseppe, marchese di Soleminis Espiga Ponti atrillas, signora della villa di Gesturi Espinosa (de) Antioco 1697 dic. 28 Iglesias 1698 gen. 18, Rogger Francesco, Iglesias procuratore reale Espinosa (de) Ignazio 1697 dic. 28 Iglesias Alagon Arsale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Esquirro Giovanni Efisio, dottore 1697 dic. 13 Farina Giuseppe, capitano delle torri delFAsinara 1698 gen.14, Iglesias De Sena Antioco di Iglesias (1698 gen. 29, Cagliari) Galcerin G.Battista di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) Manca Zonza 1698 gen. 18 Giacomo, ricevitore dei diritti della Amministrazione del Reale, e tenente del tesoriere di Sassari Ferra Carlo, di Alghero Alghero Carola Diego Bonfant. presente a Cagliari 1698 gen. 2, Alghero Zapata Giuseppe di Cagliari 1698 feb. 20, (Cagliari) Ferra G. Battista, di Alghero Alghero Carola Diego Bonfant, presente a Cagliari 1698 gen. 2, Alghero Zapata Giuseppe di Cagliari (1698 feb. 20. Cagliari) Ferra Salvatore, di Alghero Alghero Carola Diego Bonfant. presente a Cagliari 1698 gen. 2, Alghero Zapata Giuseppe di Cagliari (1698 feb. 20, Cagliari) Figo Francesco, veghiere di Sassari e commissario della cavalleria Note Manca Zonza 1698 gen. 18 Giacomo, ricevitore dei diritti della Amministrazione del Reale e tenente del tesoriere di Sassari segue Convocati Data consegna Luogo 1697 dic. 30 Figus Simone Fois Antonio 1698 gen. 15 1698 gen. 8 Fois Barbaran Onofrio di Bortigali Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Bitti Figlio di Onofrio Fontana Tommaso donnicello di Cagliari (1698 fcb.20) 1698 gen. 4, Aymerich Manca Ignazio, Bortigali conte di Bonorva Deplano G. Maria di Villaputzu (1698 feb. 6) 1698 gen. 3, Bolotana Aymerich Manca Ignazio, Bolotana conte di Bonorva Fois Manca Antonio, domiciliato a Bitti 1698 gen. 14, Bolotana Rodriguez Bitti Salvatore, cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari Martis Gavino (1698 feb. 6, Cagliari) La convocazione non è stata conse gnata perché risiede a Bitti La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Macomer Fois Manca Demetrio, di Bolotana Martis Gavino (1698 feb. 6, Cagliari) 1698 feb.12, Bolotana Bolotana Alagon Arsale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Fois Demetrio Fois Manca Demetrio Note Sassari 1698 gen. 3, Aymerich Manca Ignazio, Bolotana conte dí Bonorva Fois Barbaran Francesco, di Bolotana Fois Barbaran Gavino Data procura II procuratore 1698 gen. 23 Manca Zonza Giacomo, ricevitore dei diritti della Amministrazione del Reale, e del tesoriere di Sassari Figo Pietro di Sassari Figus Francesco Procuratore 1698 gen. 16, Bottidda Aymerich Manca Ignazio, Bottidda conte di Bonorva Angioy Giovanni La convocazione non è stata consedi Orani gnata perché risie(1698 feb. 21, Cagliari) de a Bottidda Fontana Tommaso 1697 dic. 26 segue segue Convocati Data consegna Luogo Frasso Gavino Ittici Frasso Pietro Ittiri Frediani Ignazio Procuratore Data procura II procuratore La convocazione non è stata conse gnata perché deceduto Nurra Gavino, 1697 nov. 27, dottore in legge, Ittiri Cannedu di Sassari 1697 dic. 26 Frediani Nicola, assessore criminale del Capo di Sassari e Logudoro Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1698 gen. 2, Sassari Roig Antonio (1698 mar. 2) 1697 dic. 17, Sassari Malonda Francesco (1698 feb. 20, Cagliari) Frediani Ottavio 1697 dic. 26 Fundoni Gavino 1697 dic. 30 Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari Fundoni Giovanni 1697 dic. 30 Sassari Rogger 1698 gen. 8, Francesco, Sassari procuratore reale Fundoni Giovanni 1697 dic. 30 Antonio, ricevitore del Santo Uffizio Sassari Borro Giacomo, 1698 gen. 16, cavaliere, Sassari familiare del Santo Uffizio di Cagliari Fundoni Giuseppe, 1697 dic. 27 di Sassari Codron- Pilo Boil gianus Francesco, barone di Putifigari Fundoni Nicola Sassari Galcerin G. Battista Garrucho G. Agostino, di Tempio Note 1698 gen. 29, Sassari Grixoni Giuseppe (1698 gen. 29, Cagliari) Malonda Francesco ( [698 fcb. 20, Cagliari) La convocazione non è stata conse gnata perché si trova fuori dal regno 1697 dic. 12 Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 8, Bosa Ruxotto Francesco, dottore in legge. di Cagliari (1698 gen. 30) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Garrucho G. Antonio, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Pilo Giacomo, abitante in Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Garrucho G. Battista, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Carta Guglielmo, Cagliari di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 grn. 9, Tempio Acni Agostino cavaliere di Cagliari (1698 gen.30, Cagliari) Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 8, Bosa Ruxoto Francesco, dottore in legge, di Cagliari 11698 gen. 30) Tempio Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 13, Tempio Madao Salvatore Diego di Villasor 11698 feb. 20, Villasor) Bosa Passino Francesco, luogotenente del procuratore reale, sergente maggiore e capitano di guerra della città di Bosa 1698 gen. 7, Bosa Garrucho Giovanni 1697 dic. 30 Garrucho Giovanni Francesco Giuseppe, di Tempio Garrucho Giovanni Maria, di Tempio Gaya Agostino, di Bottidda Sassari 1697 dic. 27 Garrucho Valentino Francesco, di Tempio 1698 gen. 15 Note 1698 gen. 16 Avmerich Manca Ignazio, conte di Bonorva Gaya Carta Antonio, di Bottidda Bottidda Gaya Carta Francesco Gaya Costantino 1698 gen. 15 Bono Gaya Cavino 1697 dic. 30 Pattada La convocazione non è stata consegnata perché deceduto seghe segue Convocati Data consegna Luogo Gaya Gerolamo 1698 feb. 1 Procuratore Gaya Michele Pattada Gaya Michele, di Bono Bono Gaya Pietro Pattada Gaya Satta Demetrio 1698 gen. 22 Genovés Antonio Francesco 1697 dic. 13 Grixoni Antonio 1697 clic. 30 Ozieri Grixoni de La Bronda Giovanni 1 697 die. 30 Ozieri Grixoni Giacomo 1697 dic. 30 Ozieri Rodriguez 1698 gen. 14, Salvatore, Bono cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante di Cagliari Rodriguez Giuseppe Felice Francesco (1698 feb. 20, Cagliari) La convocazione non è stata conse gnata perché deceduto Orani Del Mestre 1698 gen. 23, Del Rio Diego, Ozieri dottore in legge, di Cagliari Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Sassari Grixoni Giovanni ()schifi Grixoni Giovanni, 1698 gen. 2 di Ozieri Alghero Alagon Artale marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 die. 30 Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Grixoni Giovanni Grixoni Pietro Data procura II procuratore 1697 nov. 22, Ozieri Vacca Lussorio, dottore in legge di Cagliari (1698 feb. 20) La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori città Rogger 1698 23 gen. Francesco, Oschiri procuratore reale 1697 nov. 29, Ozieri De Tori Giorgio (1698 mar.10) Vacca Lussorio, dottore in legge, di Cagliari (1698 feb. 20) Ozieri segue• segue Convocati Data consegna Luogo Grixoni Pietro Ozieri Grixoni Prosperi Pietro Oschiri Grixoni Sotgiu Paolo 1697 dic. 30 Procuratore Data procura II procuratore Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Rogger 1698 23 gen. Oschiri Francesco, procuratore reale De Tori Giorgio (1698 mari()) Ozieri Guillehno Matteo, di Tempio Nulvi Borro Giovanni 1698 gen. 18, Nulvi Battista, cavaliere di Cagliari Guillelmo Pes Luca, di Tempio Tempio Rogger 1698 gen. 27, Francesco, Tem Dio procuratore reale Frediani Ignazio (1698 feb. 13, Cagliari) Sassari Nurra Cavino dottore in legge, di Sassari Arquer Stefano (1698 mar. 6) Guion Giovanni, barone di Ossi 1697 dic. 30 Guiraldi Giovanni Francesco 1697 dic. 13 Guiraldi Nicola 1697 dic. 13 Guiso Biancu Bartolomeo 1698 gen. 20 Galtellì Guiso Demetrio 1698 gen. 20 Galtellì Rogger 1698 gen. 15, Francesco, Orosei procuratore reale Guiso Demetrio Angelo 1698 gen. 3 Tortoli Rogger 1698 gen. 14, Francesco, Tortoli procuratore reale Carta Salaris Nicola, (1698 gen. 29) Guiso Francesco Ignazio, di Galtellì 1698 gen. 22 Orani Rogger 1698 gen. 16, Orani Francesco, procuratore reale Carta Salaris Nicola, (1698 gen. 29) Orosei Rogger 1698 gen. 16, Francesco, Orosei procuratore reale Serra Tommaso Ignazio di Cagliari (1698 gen. 29, Cagliari) 1698 gen. 20 Orosei Rogger 1698 gen. 15, Francesco, Orosei procuratore reale Serra Antonio Efisio (1698 gen. 29, Cagliari) Guiso Manca Francesco. di Galtellì Guiso Pinna Giovanni segue segue Data procura II procuratore Note Convocati Data consegna Luogo Procuratore Guiso Pinna Pietro 1698 gen. 20 Orosci 1698 gen. 14, Rogger Francesco, Orosei procuratore reale Guisa Tolu Andrea 1698 gen. 16, 1698 gen. 20 Galtellì Rogger Orosei Francesco, procuratore reale Serra Tommaso Ignazio di Cagliari (1698 gen. 29, Cagliari) Guiso Tolu Andrea Lucifero 1698 gen. 16, 1698 gen. 20 Galtellì Rogger Francesco, Orosei procuratore reale Serra Tommaso Ignazio di Cagliari (1698 gen. 29, Cagliari) Guiso Tolu Francesco Ignazio Galtellì Guisa Tolu Leonardo Galtellì Guisa Tolu Pietro Monserrato 1698 gen. 20 Galtellì Jacaracho G. Battista 1697 dic. 13 Ladu Antonio 1697 dic. 30 Ozicri Ladu Antonio 1697 dic. 30 Ozicri Ladu Giovanni 1697 dic. 30 Ozieri Ladu Giovanni 1697 dic. 30 Ozieri Ladu Giovanni Gerolamo 1697 dic. 30 Ozieri Serra Tommaso Ignazio di Cagliari (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Rogger 1698 gen. 16, Orosei Francesco, procuratore reale Alghero De l'Arca Francesco, di Alghero Gutierrez Ignazio, di Alghero Ladu Giovanni Gerolamo, familiare del Santo Uffizio di Ozieri 1698 gen. 15, Rogger Francesco, Orosei procuratore reale De Montis Sebastiano (1698 feb. 13, Cagliari) Morteo Antonio, cavaliere e familiare di Cagliari Serra Tommaso Ignazio di Cagliari (1698 gen. 29, Cagliari) 1698 gen. 2, Alghero 1698 gen. 18, Ozieri segue segue Convocati Data consegna Luogo Data procura II procuratore Note Morteo Antonio, 1698 gen. 18, cavaliere e Ozieri familiare di Cagliari Ladu Nurra Giovanni, figlio di Gerolamo, familiare del Santo Uffizio Lecca Agostino Luigi Procuratore 1697 dic. 26 Bonorva Aymerich 1698 gen. 2 Manca Ignazio, conte di Bonorva Ledda Carrillo Gerolamo Deplano G. Maria di Villaputzu (1698 feb. 6) Il convocato risiede ad Illorai Ledda Francesco Ledda Giovanni 1698 gen. 15 Bono Ledda Giovanni 1697 dic. 30 Sassari Liperi Francesco 1697 dic. 30 Sassari Liperi Francesco 1697 dic. 30 Sassari Liperi Paliacho Francesco 1697 dic. 30 Sassari Liperi Suzarello Francesco 1697 dic. 30 Sassari Liperi Villino Francesco, marchese di 1697 dic. 30 Sassari Aymerich Cervellón Salvatore, conte di Villamar e barone di Pozzomaggiore 1698 gen. 2, Bono Deplano G. Maria di Villaputzu (1698 feb. 6) Villarios Liperi Villino Gavino Liperi Villino Gavino Liperi Zonza Cavino Sassari 1697 dic. 30 Loretto Gavino La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Machin Giuseppe 1698 feb. I segue segue Convocati Data consegna Luogo Machoco Giuliano, fratello di Pietro Pau Sorso Procuratore Data procura II procuratore Note Nurra Gavino, 1698 gen. 12 dottore in legge di Sassari Machin Giuseppe di Cagliari (1698 feb.1) 1697 dic. 16, Pilo Boil Francesco, barone Sassari di Putifigari Roig Antonio (1698 mar. 2) Sorso Nurra Gavino 1698 gen. 12 dottore in legge, di Sassari Machin Gerolamo di Cagliari (1698 fcb. 1) 1697 dic. 30 Sassari 1698 gen. 6, De Liperi Zonza Felice, Sassari di Sassari, consigliere capo della città Alziator G. Battista di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Machocu Quirico 1697 dic. 30 Sassari 1698 gen. 6, De Liperi Zonza Felice, Sassari di Sassari, consigliere capo della città Carta G. Battista dottore di Cagliari (1698 gen.30, Cagliari) Alagon Artale, marchese di Alagon e conte di Monte Santo 1697 ott. 29, Busachi De Doni Francesco, Esiste un'altra di Cagliari procura di sostituzione (20 febbraio) a favore di Morteo Gaspare di Cagliari, datata 17 febbraio 1698 Villasor (si tratta di errore? Erano forse troppe le sostituzioni, sicché di alcune si era persa memoria?) Machoco Ignazio, figlio di Quirico Machoco Liperi Machoco Paolo Pietro, fratello di Giuliano Machocu Gavino Madao Antioco Efisio 1698 gen. 10 Ghilarza Madao Antioco, di Ghilarza Madao Francesco 1698 gen. 10 Ghilarza Maria Madao Giovanni Battista 1698 gen. 30 Genoni Alagon Artale, marchese di Alagon e conte di Monte Santo 1698 fcb. 24, Villasor Del Sorribo Pietro (1698 feb. 25, Villasor) Madao Giovanni Stefano 1698 gen. 10 Ghilarza Alagon Artale, marchese di Alagon e conte di Monte Santo 1697 ott. 29, Busachi De Doni Francesco, Esiste un'altra procura di di Cagliari (1698 feb. 20) sostituzione a favore di Fontana Tommaso in data 17 febbraio 1698 Villasor (si tratta di errore? Erano forse troppe le sostituzioni, sicché di alcune si era persa memoria?) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note Madao Giuseppe 1698 gen. 10 Ghilarza Alagon Artale, 1698 gen. 24, Corda Demetrio Il convocato è domiciliato a Ula, (1698 feb. 20) Neoneli marchese di così risulta nella Alagon e conte procura di Monte Santo Madao Salvatore Diego 1698 gen. 30 Villasor Madao Salvatore Diego 1698 gen. 27 Villasor Madau Giovanni 1698 gen. 25 Battista Genoni Maggio Antonio Alghero Maiolo Amaldo Benedetto 1697 dic. 27 1697 dic. 20 Mallano Andrea Mallano Gavino, segretario del Tribunale della Santa Inquisizione La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellara- Rogger Francesco, 1698 gen. 12, gonese procuratore Castellarareale gonese De Sena Agostino (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno Castellaragonese Maiolo Francesco Maiolo Leonardo Vive in casa del marchese di Villasor 1697 dic. 30 Mallano Pietro 1698 gen. 12, Castellara- Rogger gonese Francesco, Castellaraprocuratore reale gonese De Sena Agostino (1698 gen. 29, Cagliari) Borore Alagon Artale. marchese di Villasor e conte di Monte Santo Roig Giorgio (1698 feb. 20, Villasor) Sassari Borro Giacomo 1698 gen. 16, cavaliere, Sassari familiare del Santo Uffizio di Cagliari Borore Mallano Pietro 1697 dic. 30 Mallas Giovanni Battista 1697 dic. 13 Malonda Francesco 1698 gen. 8 Manca Carlo 1698 feb. 1 1698 gen. 13, Giave La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari segu, segue Convocati Data consegna Luogo Manca Carlo 1698 gen. 28 Manca Camker Giovanni, figlio del marchese di Mores Procuratore Data procura II procuratore Berruesso 1698 gen. 5, Sassari Gaspare, maestro razionale Manca de l'Arca Antonio 1697 dic. 30 Manca de l'Arca Antonio, barone di Monti 1697 dic. 12 Manca Gaya Antonio, marchese di Mores, signore del castello di Ardara 1697 dic. 30 Giovanni Carniver, segretario regio (1698 feb. 17) Sassari De Tori Giorgio, 1698 feb. 20, Cagliari di Pozzomaggiore Sassari Berruesso 1698 gen. 5, Carnker Sassari Gaspare, maestro razionale La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari Manca Giovanni Manca Prosperi Antonio 1697 dic. 30 Ozieri Manca Prospery Gaspare 1698 gen. 2 Alghero Ozieri Manca Rosso Gaspare Note Manca Zonza Angelo 1697 dic. 30 Sassari Manca Zonza Giacomo 1697 dic. 30 Sassari Manca Zonza Giacomo 1697 dic. 30 Sassari Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Montesanto 1698 feb. 25, Villasor Sellent Gaspare (1698 marzo 3, Villasor) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Marchese di Albis 1697 dic. 12 Marchese di Laconi 1697 dic. 12 Marchese di Montemayor 1697 dic. 30 segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Il 12 marzo 1697 il marchese di Orani, Fadrique de Portugal Silva y Mendoza, conferisce tutti i poteri civili, giudiziari e militari a don Michele Ruiz. Marchese di Orani 1697 dic. 12 Marchese di Quirra 1697 dic. 12 Marchese di Soleminis 1697 dic. 12 Marchese di Villasor, Artale di Alagon 1697 nov. 26 Marongiu Diego 1698 gen. 5 Bosa Marongiu Frasso Gabriele 1697 dic. 30 Sassari I121 gennaio la madre scrive per comunicare la malattia del marchese. 1698 feb. 5, Carnicer Villasor Barbaran Giovanni Gavino 1698 gen. 6, De Liperi Sassari Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città Carta G. Battista di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sorso Marongiu Giovanni Battista Sorso 1698 gen. 4, Rogger Sorso Francesco, procuratore reale Rosso G. Antonio (1698 gen. 29, Cagliari) Marongiu Nicola, figlio di Giovanni Maria, di Sorso Sorso 1698 gen. 4, Rogger Sorso Francesco, procuratore reale Rosso G. Antonio (1698 gen. 29, Cagliari) Marongiu Pinna Antonio Sorso Marongiu Giovanni Maria Marongiu Prunas Ignazio 1698 gen. 2 1698 gen. 5 Note Bosa La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Berruesso Carnicer Gaspare, maestro razionale Marongiu Diego, Altra sostituzione a favore di di Bosa Carnicer Felice (1698 set. 12, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Marongiu Prunas 1698 gen. 5 Ignazio Bosa Data procura II procuratore Berruesso 1698 gen. 8, Bosa Camicer Gaspare, maestro razionale Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Marras Giuseppe, di Busachi Marrocu Perico Procuratore 1697 ott. 29, Busachi Note Marongiu Gabriele figlio di Ignazio (1698 feb. 7, Cagliari) De Doni Francesco, Esiste un'altra procura di di Cagliari (20 febbraio) sostituzione a favore di Fontana Tommaso in data 17 febbraio 1698 Villasor (si tratta di errore? Erano forse troppe le sostituzioni, sicché di alcune si era persa memoria?) 1697 dic. 26 Marrocu Antonio 1697 dic. 26 Marrocu Giuseppe 1697 dic. 26 La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Alghero Marti Carta Michele Marti Giovanni Matteo 1698 gen. 2 Alghero Atzori Giovanni 1698 gen. 5. Alghero Gavino, di Oristano, abitante a Cagliari Marti Michele (1698 feb. 26) Marti Giuseppe 1698 gen. 2 Alghero Olives Giuseppe, 1698 gen. 15, avvocato fiscale Alghero e patrimoniale Ripoll Emanuele (1698 feb.13, Cagliari) Marti Stefano 1698 gen. 8 Martinez Casatgia Antonio 1697 dic. 30 Sassari Martinez Casatgia Giovanni Antonio 1697 dic. 30 Sassari Martinez Gavino, figlio di Francesco, di Sassari Sassari Martinez Pilo Giovanni Antonio 1697 dic. 30 - Sassari Cugia Raimondo, di Cagliari 1697 dic. 20, Sassari Cugia Raimondo, di Cagliari 1698 gen. 3, Sassari Pilo Boil 1697 dic. 16, Sassari Francesco, barone di Putifigari Malonda Francesco (1698 feb. 20, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Martinez Zonza Francesco, signore di Montemuros 1697 dic. 30 Martis Gavino Antioco 1698 gen. 8 Sassari Procuratore Data procura II procuratore Cugia Raimondo, di Cagliari 1698 gen. 3, Sassari Note Marturell Gavino 1698 feb. 1 1698 gen. 15, Ittiri Carcassona Agostino (1698 feb. 27) Masones Giuseppe, di Cagliari, suo figlio 1698 gen. 1, Posada Carta Cristoforo della villa di Nuoro (1698 gen. 20) Carta Cristoforo, di Nuoro 1698 gen. 18, Cagliari Ittiri Pilo Boil Cannedu Francesco, barone di Putifigari Masala Agostino, di Alghero Masones Felice, conte di Montalvo 1697 dic. 12 Masones Francesco 1698 gen. 8 Masones G. Stefano 1697 dic. 13 Masones Giuseppe 1698 gen. 8 Cagliari Vico Francesco 1698 feb. 5, Cagliari Giuseppe, marchese di Soleminis Masones Manca Ignazio, vicario generale dell'arcivescovo di Cagliari, barone di San Pantaleo e Suellí Masones Michele Martino 1698 feb. 1 Masones Raimondo 1697 dic. 13 Masons Giacomo 1698 gen. 27 Villasor Massidda Cosimo, 1697 dic. 12 barone di Musei, rettore della Compagnia di Gesù Maxia Sisinnio 1698 gen. 23 Genuri 1698 gen. 24, Sanjust Cagliari Francesco, figlio di Dalmazio, conte di San Lorenzo Genovés Antonio 1698 feb. 1, Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra Riccio Antonio (1698 feb.19, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Meli Fortesa Agostino 1698 gen. 23 Mamoiada Mamoiada Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Meli Satta Agostino Meli Satta Ambrogio Nicola Procuratore Data procura II procuratore 1697 dic. 17, Mamoiada Note Canellas Giovanni Maria, di Cagliari (1698 feb. 20) 1698 gen. 20 Fonni Meli Satta Francesco Mamoiada La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Meli Satta G. Francesco Sisinnio Mamoiada La convocazione non è stata conse gnata perché sconosciuto Mclis Satta G. Francesco Sisinnio 1698 gen. 20 Fonni Mereu Baldassare 1698 gen. 29 Minutili Gavino, di Nuoro Minutili Giuseppe, di Benetutti 1698 gen. 15 Nuoro Come di Mon tellano 1698 gen. 24, Nuoro Pii G. Battista, dottore in legge. di Cagliari (1698 feb. 20, Cagliari) Bono 1698 gen. 16, Rogger Orosei Francesco, procuratore reale Frediani Ignazio (1698 feb. 13, Cagliari) Minutili Pivella Diego, figlio di Giovanni Antonio di Nuoro Contena Diego, 1698 feb. 26, Nuoro Nuoro suo zio, cavaliere di Cagliari Misorro Cavino, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 18, Tempio Asquer Stefano di Cagliari Misorro Ritzo Giacomo, di Tempio Misorro Gavino 1698 gen. 11, Castellaragonese Garrucho Sebastiano di Tempio (1698 gen.18. Tempio) Misorro Ritzo Martino, di Tempio Misorro Gavino 1698 gen. 10, Castellarasuo zio gonese Garrucho Sebastiano di Tempio (1698 gen.18, Tempio) Montanacho Francesco 1697 díc. 12 segue segue Convocati Data consegna Luogo Morteo Antonio 1698 feb. 1 Morteo Gaspare Angelo 1698 feb. 1 Muchiga Carlo, di Sassari - Muggiano Satta Giuseppe Sorso Procuratore Data procura II procuratore Alagon Artale marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 20, Sorso La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari Mugiano Antonio figlio del (mondata G. Antonio, di Sassari 1697 dic. 16, Sassari Canellas Stefano, di Cagliari (1698 feb.20) 1697 dic. 17, Mamoiada Borras Giacomo di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) Mugiano Giuseppe, cavaliere Mamoiada Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Mulas Marcello Antonio, di Bolotana 1698 gen. 12, Bolotana Manca de l'Arca, signore Bolotana della villa di Monti, nativo di Sassari e presente a Cagliari Mundula Antonio 1697 dic. 30 Pattada Murgia Francesco 1698 gen. 2 Sorso Murgia de 1698 gen. ZO, Liperi Martino, Sorso di Sassari Murgia Gavino Sorso 1698 gen. 20, Murgia de Liperi Martino, Sorso di Sassari 1698 gen. 2 Marongiu Gabriele (1698 feb. 20, Cagliari) Machin Giuseppe di Cagliari (1698 feb. 28) La convocazione non è stata consegnata perché assente dalla villa Sorso Murgia Giovanni Murgia Giuliano Mannu Francesco (1698 mar. 8) 1698 gen. 23 Mamoiada Mugiano Agostino Murgia Giovanni Maria Serafino Note 1698 gen. 2 Sorso 1698 gen. 19, Murgia de Liperi Martino, Nulvi di Sassari Sorso Murgia de 1698 gen. 20, Liperi Martino, Sorso di Sassari Machin Giuseppe di Cagliari (1698 feb.28) segue segue Convocati Data consegna Luogo Murgia Martino 1697 dic. 30 Procuratore Data procura II procuratore Sassari La convocazione non è stata consegnata perché risiede in un'altra villa Murgia Martino Sorso 1698 gen. 19, Murgia de Liperi Martino, Nulvi di Sassari Murgia Nicola, di Sassari Sorso Nurra Gavino, 1698 gen. 12, Machin Gerolamo, Sorso di Cagliari dottore (1698 feb. 1) in legge di Sassari Sorso Nurra Gavino, 1698 gen. 12, Machin Gerolamo, di Cagliari Sorso dottore (1698 feb. 1) in legge, di Sassari Murgia Paolo Antonio, di Sassari 1698 gen. 2 Muriga Diego La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari Natter Tedesche Francesco, di Bosa 1698 feb. 7, Berruesso Carnicer Bosa Gaspare, maestro razionale Ravaneda Pietro, dottore, di Thiesi 1698 gen. 1, Bosa Morteo Gaspare, di Cagliari (1698 feb. 20) 1698 gen. 11, Oristano Marrocu Giuseppe di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Natter Filippo Bosa Natter Francesco, di Bosa Oristano Alagon Artale, marchese di Villasor conte di Monte Santo Natter Giovanni Ambrogio 1698 gen. 5 Note Bosa 1698 feb. 7, Berruesso Carnicer Bosa Gaspare, maestro razionale don Ravaneda Marongiu Diego, Marongiu, avendo superato il numero di Bosa di procure, nomina al suo posto Pietro Gabriele di I'hiesi Natter Giovanni Gerolamo 1698 gen. 5 Bosa Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Montesanto 1698 gen. 11, Oristano Marrocu Giuseppe La convocazione è di Cagliari stata consegnata al padre Pietro per(1698 feb. 20, Villasor) ché gliela recapiti a Oristano segue segue Convocati Data consegna Luogo Natter Pietro 1698 gen. 5 Natter Torrella Antioco 1697 dic. 26 Natter Torrella Antonio 1697 dic. 26 Navarro Gaspare 1697 dic. 30 Bosa Procuratore Data procura II procuratore Note Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 1, Bosa Morteo Gaspare, di Cagliari (1698 feb.20) Padre di Filippo Natter Sassari La convocazione non è stata consegnata perché vive a Sassari Macomer Navarro Gaspare Navarro Gaspare 1697 dic. 30 Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1697 dic. 16, Sassari Navarro Gavino 1697 dic. 30 Sassari Sanjust Lorenzo, di Cagliari 1697 dic. 31, Sassari Chiede che gli venga concessa una proroga per presentare le credenziali di cavaliere Nieddu Guiso Sebastiano Nin Antioco 1698 feb. 1 Nin Antioco 1697 dic. 13 Nurra Efisio 1697 dic. 13 Nurra Giovanni Battista 1697 dic. 13 Cagliari Alagon Arsale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 22, Villasor La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellaragonese Oliver Salvino Rosso Giovanni Olives Antonio Michele 1697 dic. 26 Olives Giuseppe, avvocato fiscale patrimoniale "giubilato" 1697 dic. 26 Marrocu Pietro, di Cagliari (1698 feb. 20) Sifola Sebastiano, della Lapola 1698 feb. 20, Cagliari segue segue Convocati Data consegna Luogo Olives Simone 1698 gen. 2 Otger Francesco 1697 dic. 13 Otger Francesco, di Cagliari 1697 dic. 28 Otger Galceran Giovanni 1697 dic. 28 Procuratore Data procura D procuratore Alghero Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale 1698 gen. 15, Alghero Sanjust Giovanni di Cagliari (1698 feb. 4) Iglesias Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 27, Iglesias Nin Antioco di Cagliari (1698 feb. 20) Iglesias Otger Giuseppe, 1698 gen. 23, Iglesias di Cagliari Paderi Domenico 1697 dic. 4 Antonio, veghiere 1698 gen. 12, Oristano Rogger Oristano Francesco, procuratore reale De Sena Giuseppe (1698 gen.29, Cagliari) Paderi Giacomo 1697 dic. 4 1697 nov. 18, Oristano Rogger Oristano Francesco, procuratore reale Frediani Ottavio (1698 feb. 13, Cagliari) Paderi Sisinnio 1697 dic. 24 Oristano Paderi Trogu Baldassarre 1697 dic. 4 Oristano Paderi Trogu Giuseppe Antonio 1697 dic. 4 Oristano Paduano Francesco 1697 dic. 30 Sassari Paduano Francesco 1697 dic. 30 Sassari Pad u ano Giovanni Battista Paduano Giuseppe 1697 dic. 30 La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sassari 1698 gen. 5, Aymerich Manca Ignazio, Sassari conte di Bonorva Sassari De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città Paduano joya Francesco Ittiri 1697 dic. 30 Paliacho Gavino, avvocato fiscale della Reale Governazione Sassari Note 1698 gen. 6, Sassari Guiraldo G. Francesco di Cagliari Giacarachio G.Battista (1698 gen. 30) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Conte di Montellano 1697 dic. 7, Sassari Cugia Michele (1698 gen. 31, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Paliacho Sanatello 1697 dic. 30 Francesco Sassari De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 16, Sassari Pani Esquirro Giovanni Maria Torralba Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 feb. 13, Torralba Pani Martis Giovanni Maria Torralba Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 feb. 13, Torralba Passamar Diego Francesco 1697 dic. 30 Sassari Passino Angelo, di Bosa Bosa Passino Francesco 1698 gen. 5 Bosa Passino Giovanni Battista, di Bosa Bosa 1697 dic. 13 Peres Pietro Domenico 1697 dic. 13 Carta G.Battista di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Sassari Passamar Francesco Diego Peres Antonio Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Passino 1698 gen. 4, Bosa Francesco, luogotenente del procuratore reale, sergente maggiore e capitano di guerra della città di Bosa Passino Francesco, luogotenente del procuratore reale, sergente maggiore e capitano di guerra della città di Bosa 1698 gen. 4, Bosa segue segue Convocati Data consegna Luogo Perez Pilo Francesco 1697 dic. 27 Procuratore Data procura II procuratore La convocazione non è stata consegnata perché minore Pes Agostino Tempio Pes Giovanni Battista 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio Pes Pilo Domenico 1698 gen. 10 Tempio Rollero Orazio, 1698 gen. 29, cavaliere Tempio familiare del Santo Uffizio di Cagliari Pes Andrea Note 1698 gen. 17, Santus Giacomo Tempio cavaliere di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Tempio Rogger 1698 gen. 12, Rosso G. Antonio (1698 gen. 29, Francesco, CastellaraCagliari) procuratore reale gonese Pes Antonio 1698 gen. 10 Tempio Pes Diego 1698 gen. 10 Tempio Monco Antonio, 1698 gen. 25, Asquer Stefano, di Cagliari cavaliere e Tempio familiare di (1698 feb. 25) Cagliari Pes Francesco 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. Santus Giacomo, cavaliere di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Pes Gavino Agostino 1698 gen. IO Tempio Alagon Arsale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 8, Tempio Nin Antioco di Cagliari (1698 feb. 20) Pes Giacomo 1698 gen. 10 Tempio De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 9, Tempio Quesada Carlo di Cagliari (1698 gen.30) 1698 gen. 10, Tempio Alziator G.Battista di Cagliari (1698 gen.30, Cagliari) 1698 gen. 14, Tempio Santus Giacomo cavaliere di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Pes Misorro Antonio Pes Misorro Michele Tempio De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura 11 procuratore La convocazione non è stata consegnata perché sacerdote e fuori dal regno. Tempio Pes Pilo Felice Note Pes Pilo Giacomo 1698 gen. 10 Tempio Misorro Gavino, 1698 gen. 10, Castellarasuo zio gonese Pes Sana Agostino, di Tempio Tempio 1698 gen. 10, Tempio Alziator G.Battista di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 14, Tempio Tatti G.Battista, protomedico (1698 gen. 20, Cagliari) Pes Sana Giuseppe Pes Spensatello Gavino Garrucho Sebastiano di Tempio (1698 gen. 18, Tempio) Pes Valentino Giovanni Tempio Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 13, Tempio Marrocu Giuseppe La procura viene rifatta il 10 marzo di Cagliari dallo stesso (1698 feb.20) Alagon a favore di Giacomo Masons Pes Valentino Giovanni Agostino Tempio Alagon Artale. marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 13, Tempio Marrocu Giuseppe di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) 1698 feb. 11, Alghero Urtado de Monte Alvar Antonio Efisio (1698 mar. 10) Conte di Montellano Piccolomini de Sena Francesco 1698 gen. 10, Tempio De Liperi Tempio Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città Pilo Agostino Pilo Andrada Giovanni 1697 dic. 30 Sassari De Liperi 1698 gen. 6, Sassari Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città Rocca Matteo, ( l 698 gen. 30, Cagliari) Qucsada Carlo di Cagliari (1698 gen.30) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Pilo Aquena Giovanni Sassari Pilo Aquena Giovanni 1697 dic. 30 Sassari Pilo Aquena Giuseppe 1697 dic. 30 Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto segue segue Procuratore Data procura II procuratore Convocati Data consegna Luogo Pilo Filippo 1698 gen. 20, 1698 gen. 10 Tempio De Liperi Zonza Felice, Tempio di Sassari, consigliere capo della città Note Sanjust Lorenzo di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) 1697 dic. 30 Pilo Francesco, barone di Putifigari Sassari Pilo Garrucho Proto Tempio Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 10, Tempio Canellas Giovanni Maria, di Cagliari (1698 feb. 20) Pilo Giovanni Battista Tempio De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 10, Tempio Rocca Matteo, (1698 gen. 30, Cagliari) Figlio di Giovanni Pilo Giuseppe 1697 dic. 30 Sassari Pilo Manca Andrea, sergente maggiore della città di Sassari 1697 dic. 30 Sassari Rollero Orazio, 1698 feb. 7, Sassari cavaliere familiare del Santo Officio di Cagliari Pilo Manca Giuseppe 1697 dic. 30 Sassari Bacallar Salina Vincenzo. di Cagliari 1698 gen. 21, Oristano Pilo Passamar Giovanni 1697 dic. 30 Sassari Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari 1697 dic. 13, Sassari Pilo Pietro Michele 1697 clic. 30 Sassari Bacallar Sanna Vincenzo. di Cagliari 1698 feb. 17, Sassari Manca Carlo (1698 mar. 6) Pilo Salvatore Tempio De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 gen. 10, Tempio Rocca Matteo, (1698 gen. 30, Cagliari) Pilo Sardo Diego, di Sassari e abitante a Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Carta Guglielmo, Cagliari di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Pilo Satta Giovanni, di Aggius 1697 ott. 25, Alagon Artale. Castellaramarchese di Villasor e conte gonese di Monte Santo Salazar Agostino di Cagliari (1698 feb. 20) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Pilo Zampello Gavino De Liperi 1698 gen. 16, Machin Giuseppe Murgia Martino Sassari di Cagliari (1698 feb. 28) Pilo Zampello Nicola De Liperi 1698 gen. 16, Murgia Martino Sassari Note Bologna Filippo (1698 feb. 28, Cagliari) Pinna Pilo Tolu Francesco 1698 gen. 20 Oliena Aymerich Manca 1698 gen. 18, Santucho Antioco Ignazio, conte Oliena (1698 feb. 6) di Bonorva Pinna Antonio, di Nulvi 1698 gen. 6 Bologna 1698 gen. 10, Nulvi Giovanni Battista, dottore Sedda Antonio Ignazio di Samugheo (1698 feb. 26, Cagliari) Ulteriore sostituzione a favore di Della Rocca Domenico (1698 set. 17) Bologna 1698 gen. 10, Nulvi Giovanni Battista, dottore Sedda Antonio Ignazio di Samugheo (1698 feb. 26, Cagliari) Ulteriore sostituzione a favore di Della Rocca Domenico (1698 set. 17) Sedini Pinna Francesco, di Nulvi Pinna Gavino, di Nulvi 1698 gen. 6 Pinna Giovanni Pinna Giovanni Gavino, fratello di Pinna Angelo 1698 gen. 2 Sedini 1698 gen. 10, Esgrecho Francesco, Bologna segretario della Giovanni Nulvi Battista, dottore Vicaria di Cagliari Sorso Alagon Ariate marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 20, Sorso Mannu Francesco (1698 mar. 8) Sorso Nurra Gavino dottore in legge, di Sassari 1698 gen. 12, Sorso Machin Giuseppe di Cagliari (1698 feb.1) Pinna Giovanni, di Nulvi Pinna Guiso Bartolomeo 1698 gen. 20 Orosei Pinna Guiso Bartolomeo 1698 gen. 20 Galtellì Pinna Guiso G.Battista 1698 gen. 20 Galtellì Pinna Guiso G.Battista 1698 gen. 20 Orosci Bologna 1698 gen. 10, Giovanni Nulvi Battista, dottore Sedda Antonio Ignazio di Samugheo (1698 feb. 26, Cagliari) Rogger 1698 gen. 14, Francesco, Orosei procuratore reale Ripoll Emanuele La convocazione è (1698 feb.13, stata consegnata a Bitti Cagliari) Rogger 1698 gen. 14, Francesco, Orosei procuratore reale Ripoll Emanuele (1698 feb.13, Cagliari) Ulteriore sostitu zione a favore di Della Rocca Domenico (1698 set.17) segue segue Convocati Data consegna Luogo Pinna Guiso Giuseppe 1698 gen. 20 Galtellì Pinna Guiso Giuseppe 1698 gen. 20 Orosei Pinna Marguina Angelo, fratello di Pinna Giovanni Gavino 1698 gen. 2 Sorso Pinna Matteo 1698 gen. 2 Sorso Pinna Michele 1698 gen. 2 Sorso Procuratore Data procura II procuratore 1698 gen. 14, Rogger Orosei Francesco, procuratore reale Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 20, Sorso Sorso Pinna Nicola Sorso Pinna Pietro Sorso Alagon Artale marchese di Villasor e conte di Monte Santo Pinna Puliga Tommaso, di Orosei Orosei 1698 gen. 14, Rogger Orosei Francesco, procuratore reale Pinna Salvatore Sorso Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Orosei Pinna Sotgiu Tommaso, di Orosei Pinos G.Battista De Montis Sebastiano (1698 feb. 13, Cagliari) Nurra Gavino, 1698 gen. 12, Sorso dottore in legge, di Sassari Pinna Michele Giovanni Maria di Sorso Pinna Sebastiano, di Nulvi Note Diaz De Litala Gavino (8 febbraio) La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dalla baronia 1698 feb. 20, Sorso Mannu Francesco (1698 mar. 8) Ripoll Emanuele (1698 feb.13, Cagliari) 1698 feb. 20, Sorso Diaz de Litala Gavino (1698 feb.8) 1698 gen. 10, Bologna Nulvi Giovanni Battista, dottore Esgrecho Francesco, segretario della Vicaria di Cagliari 1698 gen. 14, Rogger Orosei Francesco, procuratore reale De Montis Sebastiano (1698 feb. 13, Cagliari) 1697 dic. 13 Pintus Cany Luigi 1697 dic. 28 lglesias La convocazione non è stata consegnata segue segue Note Procuratore Data procura II procuratore Iglesias Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 27, Iglesias Sanjust Gerolamo di Cagliari (1698 feb.17- 20) Iglesias Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 27, Iglesias Sanjust Gerolamo di Cagliari (1698 feb.17- 20) Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 14, Tortoti Riccio Antonio (1698 feb.19, Cagliari) Convocati Data consegna Luogo Pintus Demetrio 1697 dic. 28 Pintus Luigi 1697 dic. 28 Pirella Satta Gavino 1698 gen. 20 Nuoro Pisano Carlo 1698 gen. 2 Tortolì Pitzolo Gerolamo 1697 dic. 27 Portugucs Agostino 1697 dic. 13 Prosperi Antonio 1697 dic. 30 Puliga Giovanni 1698 feb. 1 Puliga Giovanni Domenico 1698 gen. 2 Tortoti Puliga Giovanni Tommaso 1698 gen. 2 Tortoti Puliga Tommaso 1698 gen. 2 Tortoti Quesada Carlo 1697 dic. 27 Quesada de Ribadenei ra Francesco 1697 dic. 30 Quesada Francesco, uditore della sala criminale della Reale Udienza Ozieri 1698 gen. 15, Rogger Tortolì Francesco, procuratore reale De Litala Giuseppe, (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 gen. 15, Rogger Tortoti Francesco, procuratore reale De Litala Giuseppe, (1698 gen. 29, Cagliari) Sassari Cagliari Manca Giacomo 1698 feb. 5, Sassari, presente Cagliari a Cagliari Cugia Michele di Sassari, presente a Cagliari (1698 feb. 20, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura 11 procuratore Note Quesada Passamar 1697 dic. 30 Antonio Sassari 1698 gen. 11 Quesada Francesco, cavaliere di Montesa, giudice di corte del Regio Consiglio di Sardegna, domiciliato a Cagliari Sanjust Lorenzo di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Quesada Pilo Cristoforo 1697 dic. 30 Sassari Rogger 1698 gen. 8, Francesco, Sassari procuratore reale De Litala Antonio (1698 gen. 29, Cagliari) Quigino Tommaso 1698 gen. 3 Tortolì Richiu Bernardino, di Tempio 1698 gen.6 Sedini Ripol G. Emanuele 1697 dic. 26 Ripol Pietro 1697 dic. 26 Ritzo Antonio 1698 feb. 1 Richiu Antonio suo fratello Ritzo Diego Sassari Ritzo Francesco Giovanni Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio Ritzo Gatzu Bernardino, di Tempio, domiciliato a Sellini Tempio 1698 gen. 15, Sedini La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 gen. 9, Tempio Astraldo Salvatore, di Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno Ritzo Gatzu Gavino 1698 gen. 10 Tempio Rogger 1698 gen. 13, Francesco, Tempio procuratore reale Ritzo Gatzu Giacomo 1698 gen. 10 Tempio Ritzo Ludovico 1698 gen. 16, De Leon Alfonso, Giuseppe, Tempio domiciliato a suo figlio Cagliari (1698 feb. 20, Cagliari) Ritzo Ludovico Tempio Cuttis Giovanni Tommaso (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto segue segue Convocati Data consegna Luogo Tempio De Leon (Pardo?) Alfonso Ritzo Ludovico Giuseppe Ritzo Satta Gavino Procuratore Data procura 11 procuratore 1698 feb. 20, Cagliari 1698 gen. 10 Tempio Ritzo Guillelmo 1698 gen. 16, De Leon Alfonso di Cagliari Tempio Ludovico (20 febbraio) Giuseppe La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellaragonese Rocca de Ribadeneira Francesco Rocca Matteo 1697 dic. 12 Rodriguez Salvatore, segretario del Real Patrimonio 1697 dic. 27 1697 dic. 27 Rodriguez Giovanni Agostino 1698 feb. 1, Rodriguez Cagliari Salvatore, cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari Rogger Francesco, 1697 dic. 12 procuratore reale 1698 feb. 13, Sisternes de Oblites Placido, Cagliari capitano dei cavalleggeri Roig Antonio 1698 gen. 27 Villasor La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno Castellaragonese Roig Antonio Roig Francesco 1697 dic. 30 Ozieri Roig Giorgio 1698 gen. 27 Villasor 1698 gen. 23 Rogger Francesco, procuratore reale Castellaragonese Roig Giorgio Roig Giovanni. di Ozieri Note 1697 dic. 20 1698 gen. 23, Castellara- Rogger Ozieri Francesco, gonese procuratore reale Esgrecho Francesco di Cagliari (1698 mar. 6) La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori città Valentino Antonio Figlio di Francesco Roig di Cagliari (1698 mar. 6, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo 1697 dic. 30 Ozieri 1697 dic. 20 Rogger 1698 gen. 23, Oschiri Francesco, procuratore reale Salaris Felice di Cagliari (1698 mar. 6, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 gen. 20, Castellara- Rogger Francesco, Castellaragonese procuratore reale gonese De Litala Antonio (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellaragonese Roig Salvino G. Leonardo Roig Salvino Giovanni 1697 dic. 20 Castellaragonese Rosso Francesco 1697 dic. 30 Ozieri Rosso Gerolamo 1698 feb. 1 Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellaragonese Roig Salvino Andrea Roig Salvino Francesco Data procura II procuratore Castellaragonese Roig Jacumoni Giovanni Roig Salvatore Procuratore Ruxotto Francesco 1697 dic. 13 Sahona Francesco 1697 dic. 28 lglesias Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 24, Iglesias Galcerin G. Battista, (1698 feb.17- 20, Villasor) Sahona G. Maria 1697 dic. 28 Iglesias Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 24, lglesias Galcerin Giovanni Battista di Cagliari (1698 20 febbraio, Villasor) Salaris Felice 1697 dic. 4 Macomer Salaris Francesco 1697 dic. 4 1698 gen. 15, Oristano Rogger Oristano Francesco, procuratore reale Sisternes Placido (1698 gen. 29, Cagliari) Salaris Zaccaria 1697 dic. 4 1698 gen. 15, Oristano Rogger Francesco, Oristano procuratore reale Sisternes Placido (1698 gen. 29, Cagliari) Salazar Agostino 1697 dic. 28 lglesias Salazar Antonio 1697 dic. 28 Iglesias La convocazione non è stata consegnata segue segue Convocati Data consegna Luogo Salazar Gavino 1697 dic. 28 Iglesias Salazar Giuseppe 1697 dic. 28 Iglesias Salazar Ignazio 1697 dic. 28 Iglesias Procuratore Data procura II procuratore Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 27, Iglesias Note Sanjust Gerolamo di Cagliari (1698 feb.17- 20) La convocazione non è stata consegnata Salvino Francesco Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Salvino Giuseppe Castellaragonese La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Salvino Rosso Giuseppe 1697 dic. 20 Castellaragonese Sanatello Cau Giovanni Francesco, alguazile maggiore dell'Inquisizione 1697 dic. 30 Sassari Borro Giacomo 1698 gen. 18, Sassari cavaliere, familiare del Santo Uffizio di Cagliari Sanjust Francesco 1697 dic. 26 Sanjust Gerolamo 1698 gen. 8 Sanjust Giovanni 1697 dic. 26 Sanjust Lorenzo 1697 dic. 27 Sanna Bacallar Vincenzo 1698 gen. 8 Santa Cruz Lucifero 1697 dic. 13 Tuili Santa Cruz Antioco Santa Cruz Antioco, 1697 dic. 31 Laconi 1698 gen. 15, Santa Cruz Laconi Lucifero, domiciliato in Cagliari, fratello di Antioco Santa Cruz Castelvì Diego 1697 dic. 31 Laconi Santa Cruz Lucifero, domiciliato in Cagliari, zio di Diego 1698 gen. 15. Laconi segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Santa Cruz Salvatore Tuili Santucho Antioco 1697 clic. 30 Sassari Santucho Ledda Francesco 1697 dic. 30 Sassari Santucho Ledda Giuseppe 1697 dic. 30 Sassari Santus Coni Giovanni 1698 gen. 7 Masullas Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 30, Del Vecchio Demetrio, dottore Masullas (1698 feb. 22, Cagliari) Santus Giacomo 1697 dic. 12 Sardo Gavino Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 feb. 24, Tempio Soler Francesco cavaliere di Cagliari (1698 mar. 3) Sardo Giovanni Battista Tempio Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amininistratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 8, Tempio Carta Martis Giuseppe (1698 feb. 25) Sardo Salvatore Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 feb. 24, Tempio Soler Francesco di Cagliari (1698 mar. 3) Bitti Salta Appellu Giovanni Francesco, suo fratello 1698 gen. 15, Bitti Sappata Giuseppe 1697 dic. 13 Sappata Giuseppe 1698 feb. 1 Salta Appellu Francesco 1698 gen. 15 Sana Giacomo Sisinnio, di Anela 30 dicembre 1697 Rodriguez Ozieri Ozieri Salvatore, cavaliere, segretario del Rea! Patrimonio, abitante a Cagliari 1698 gen. 14, Diego di Cagliari (1698 mar. 10) Contena Perella segue segue Convocati Data consegna Luogo Satta Giuseppe 1698 gen. 15 Procuratore Data procura II procuratore Bitti 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sana Lissia Sebastiano, Giovanni Agostino di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Astraldo Salvatore di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) 1698 gen. 18, Sassari Serra Antonio Efisio (1698 gen. 29, Cagliari) Sana Agostino, dottore in leggi di Sassari 1697 dic. 30 Tempio Rogger Francesco, procuratore reale Satta Antonio 1698 gen. 15 Bitti Satta Appellu Felice 1698 gen. 15 Bitti Satta Appellu Giovanni Francesco, suo fratello 1698 gen. 15 Sana Appellu Giuseppe 1698 gen. 15 Bitti Satta Appellu Giovanni Francesco, suo fratello 1698 gen. 15, Bitti Satta de Appelu Antonio La convocazione non è stata consegnata perché deceduto; figlio di don Giorgio Bitti Sana Carlo 1698 gen. 15 Bitti La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Bitti Sarta de Appelu Francesco Giacomo Note Sana de Appelu G. Battista 1698 gen. 15 Bitti Satta de Appelu Gavino 1698 gen. 15 Bitti Sarta de Appelu Salvatore 1698 gen. 15 Bitti Sarta Filippo 1697 dic. 30 Ozieri Sana Francesco 1697 dic. 27 Ploaghe Sirvent Valeriano, di Cagliari Satta Appellu Giovanni Francesco, suo fratello 1698 gen. 16, Ritti 1698 gen. 20, Ploaghe Sana G. Battista (1698 feb. 17, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché è della villa di Cargeghe segue segue Convocati Data consegna Luogo Satta Francesco, di Mamoiada 1698 gen. 23 Mamoiada Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Data procura II procuratore 1697 clic. 17, Mamoiada Note Conia Demetrio di Cagliari (1698 feb. 20) Sennori Sana Frassu Giovanni Satta G. Battista Procuratore 1698 gen. 8 Satta G. Francesco 1698 gen. 8 Satta Gavino 1698 gen. 14, Rosso G. Antonio 1698 gen. 10 Tempio Rodriguez Ozieri (1698 mar. 10) Salvatore, cavaliere, segretario del Real Patrimonio, abitante a Cagliari Satta Gavino Anela Satta Gavino, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio Satta Giorgio Bitti Sana Giovanni Andrea Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Pilo Giacomo, abitante a Cagliari (1698 gen.13, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché assente 1698 gen. 9, Tempio /-1eni Agostino, Cagliari di Cagliari (30 gen.1698, Cagliari) Sana Giovanni Antonio, di Anela Rodriguez 1698 gen. 10, Salvatore, Benetutti cavaliere, segretario del Rcal Patrimonio, abitante a Cagliari Urtado de Monte Alvar Antonio Efisio (1698 mar. 10) Satta Giovanni, di Ozieri Aymerich 1698 gen. 6, Manca Ignazio, Bonorva conte di Bonorva Perez Pietro Domenico di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Sana Lissia Marco Antonio di Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio !).eni Agostino di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Satta Machocu Giacomo, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Carta Giovanni Stefano di Cagliari segue segue Note Data consegna Luogo Satta Machocu Giovanni 1698 gen. 10 Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Astraldo Salvatore di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Satta Machocu Giovanni Agostino, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Pilo Giacomo, abitante in Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) Sana Machocu Stefano, di Tempio Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio 1698 gen. 9, Tempio Carta Guglielmo, Cagliari di Cagliari (1698 gen. 30, Cagliari) 1698 gen. 15, Ozieri Sirvent Mira Valeriano di Cagliari (1698 feb.18) Satta Marco Antonio 1698 gen. 10 Tempio Satta Maria Giovanni 1697 dic. 30 Putzolu Gerolamo, di Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Mamoiada Satta Melis Giovanni Satta Pilurci Tommaso Ozieri Procuratore Data procura II procuratore Convocati 1698 gen. 23 Mamoiada Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 dic. 17, Mamoiada Canellas Stefano, di Cagliari (1698 feb. 20) Nuoro 1698 feb. 13, Rogger Francesco. Cagliari procuratore reale residente a Cagliari Frediani Ottavio La convocazione (1698 feb. 13, non è stata conceCagliari) gnata perché vive a Cagliari Ozieri Vico Francesco 1697 dic. 22, Ozieri Giuseppe, marchese di Soleminis Marrocu Pietro, di Cagliari (1698 feb. 26) Sana Salvatore, di Bitti Bitti Sana Appello Giovanni Francesco, suo fratello Satta Giovanni Battista Tempio Garrucho Sebastiano, di Tempio Satta Pirella Carlo, di Nuoro e Sana Salvatore 1697 dic. 30 1698 gen. 16, Bitti Sana G. Battista, suo fratello (1698 feb.17, Cagliari) 1698 gen. 9, Tempio Carta Giovanni Stefano, di Cagliari (1698 gen. 30 Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Scarpa Fois Pietro Paolo 1698 gen. 8 Procuratore Data procura II procuratore 1698 gen. 3, Bolotana Aymerich Manca Ignazio, Bolotana conte di Bonorva Note Sosa Carlo (1698 feb. 7, Cagliari) Sedda Antonio Mamoiada La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Sedda Gavino Pietro Francesco Nuoro La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Sedda Giovanni Antonio Nuoro La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Sedda Ignazio Mechiorre Nuoro La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Sedda Lucifero 1698 gen. 1, Mamoiada Sedda Sana Pietro Antonio, Gavoi fratello di Lucifero Sedda Marino 1698 gen. 23 Mamoiada Sedda Pietro Antonio Mamoiada La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Segui G. Battista Sassari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Serra Angelo Alghero La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Serra Urru Giuseppe 1698 gen. 5 1698 gen. 16, Rogger Atzara Francesco, procuratore reale Las PlassasVico Francesco 1698 gen. 9, Gestruri Giuseppe, marchese di Soleminis Serra Antioco Andrea Serra Antonio Efisio Atzara Aymerich Demetrio (1698 gen. 29, Cagliari) Sanjust Francesco (1698 feb. 26) 1697 dic. 12 segue segue Procuratore Data procura II procuratore Note Convocati Data consegna Luogo Serra Carta Marco Antonio 1698 feb. 1 Belvì 1698 gen. 14, Rogger Francesco, Belvì procuratore reale Cuttis Giovanni Tommaso (1698 gen. 29, Cagliari) Serra Casta G. Domenico 1698 feb. 1 Belvì Rogger 1698 gen. 14, Francesco, Belvì procuratore reale Aymerich Demetrio (1698 gen. 29, Cagliari) Serra Casta Giovanni Pietro 1698 feb. 1 Belvì Rogger 1698 gen. 14, Belvì Francesco, procuratore reale Carta Salaris Nicola (1698 gen. 29, Cagliari) Serra Casta Giuseppe 1698 feb. 1 Belvì 1698 feb. 24, Rogger Aritzo Francesco, procuratore reale Carta Francesco Angelo, di Cagliari (1698 mar. 3, Cagliari) Serra G. Battista 1698 gen. 5 Sorgono Serra G. Battista 1698 gen. 2 Alghero Serra Giovanni Battista Las Plassas Serra Lutzu G. Battista, di Cuglieri Cuglieri Serra Pietro 1698 gen. 5 Sorgono Serra Salvatore 1698 gen. 5 Atzara Serra Salvatore 1698 gen. 2 Alghero La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Atzori Efisio, cavaliere di Cagliari 1698 gen. 18. Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché domiciliato a Sorgono Las Plassas Serra Satta Antioco Serra Sarta Antioco 1698 gen. 5 Serra Satta Antioco Andrea 1698 gen. 20 1698 gen. 21, Sorgono Rogger Sorgono Francesco, procuratore reale Serra Satta Antonio Las Plassas Serra Satta De Doni G. B. Antioco, di Las Plassas Gesturi Cuttis Giovanni Tommaso (1698 gen. 29, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Vico Francesco 1698 gen. 9, Gesturi Giuseppe, marchese di Soleminis Sanjust Francesco (1698 feb. 26) segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore Note Serra Sana De Doni G. Battista Las Plassas La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Serra Satta G. Battista Antioco Gesturi La convocazione è stata consegnata al padre, perché G. Battista Antioco studia a Cagliari Serra Satta G. Biagio 1698 gen. 22, 1698 gen. 30 Sorgono Rogger Sorgono Francesco, procuratore reale Serra Sana G. Battista 1698 gen. 2 Gesturi Serra Satta Giacinto 1698 gen. 5 1698 gen. 22, Sorgono Rogger Sorgono Francesco. procuratore reale Aritzo Serra Sana Salvatore Angelo, di Belvì Rogger 1698 gen. 21, Aritzo Francesco, procuratore reale Serra Sebastiano 1698 gen. 5 Sorgono Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo Serra Tommaso 1698 gen. 5 Atzara Serra Tommaso 1697 dic. 26 Mani Stefano. (1698 gen. 29, Cagliari) Serra Antonio Efisio (1698 gen. 29, Cagliari) Fontana Tommaso, dormiceli°, di Cagliari (1698 feb. 20) Oristano Serra Tommaso Serra Urru Sebastiano 1698 gen. 5 Atzara Serra Urru Tommaso 1698 gen. 5 Atzara Setrillas Salvatore 1697 dic. 27 Sillent Gaspare 1698 gen. 27 Simon Steria G. Battista, di Bosa 1698 gen. 25, Sorgono Mani Stefano, (1698 gen. 29, Cagliari) 1698 gen. 14, Rogger Tetti Francesco, procuratore reale Avmcrich Demetrio (1698 gen. 29. Cagliari) 1698 fcb. 22, Rogger Francesco, Bosa procuratore reale Carta Francesco di Cagliari (1698 feb. 27 Cagliari) Villasor segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Sini Filippo, di Torralba Pattada Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra Sini G. Stefano Pattada Data procura H procuratore Note 1698 feb. 12, Torralba La convocazione non è stata consegrata perché deceduto La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sini Ledda Filippo 1698 gen. 23 Torralba 1698 gen. 3, Aymerich Manca Ignazio, Bolotana conte di Bonorva Sini Salvatore, di Bolotana Sinni Carta Michele 1697 dic. 30 Morteo Antonio, cavaliere e familiare di Cagliari Sisternes Manca y Guiso Marco Antonio 1697 dic. 12 Sisternes Placido 1697 dic. 12 Solar Francesco 1697 dic. 20 Solar Espiriola Gavino Castellara- Alagon Artale, gonese marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 23. Sassari 1697 dic. Castellaragonese Castellara- Alagon Artale, marchese di gonese Villasor e conte di Monte Santo Morreo Gaspare, di Cagliari (1698 feb. 20) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Castellaragonese 1697 dic. 20 Martis Gavino (1698 feb. 6, Cagliari) Nulvi Siny Antonio, di Mores Solar Giovanni Maria La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Pattada Sini Salvatore 1697 dic. Castellaragonese Borras Giacomo di Cagliari (1698 feb. 20, Villasor) segue segue Convocati Data consegna Luogo Solar Paolo 1698 gen. 27 Procuratore Data procura II procuratore Note Villasor La convocazione non è stata consegnata perché si trova fuori dal regno Solar Paolo Michele Castellaragonese Solar Satta Antonio Mamoiada Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 dic. 28, Mamoiada Canellas Giovanni Maria, di Cagliari (1698 feb. 20) Iglesias Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 24, Iglesias Nin Antioco di Cagliari (1698 feb. 20) Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 4, Villasor Perez Antonio, di Cagliari (1698 feb. 20) Soler Antioco, di Cagliari 1697 dic. 26 Soler Efisio, di Villasor 1697 dic. 26 Soler Francesco 1697 dic. 26 Solinas Andrea Ploaghe Putzolu Gerolamo, domiciliato a Cagliari 1698 gen. 20, Ploaghe Solinas Antonio Giuseppe, di Codrongianus Codron- Bacallar Ambrogio, gianus domiciliato a Cagliari 1698 gen. 19, Codrongianus Solinas Giuseppe Codron- Bacallar Ambrogio, gianus domiciliato a Cagliari 1698 gen. 19, Codrongianus Solinas Paolo Ploaghe Putzolu Gerolamo, domiciliato a Cagliari 1698 gen. 20, Ploaghe Solinas Salvatore Angelo, di Codrongianus Codron- Satta Antioco, abitante a gianus Cagliari 1698 gen. 19, Codrongianus Soliveras Antonio Ozieri La convocazione non è stata consegnata perché deceduto segue segue Convocati Data consegna Luogo Soliveras Ferrali Antonio 1698 gen. 7 Soliveras Cavino 1698 gen. 7 Mores Soliveras Tola Sebastiano 1697 dic. 30 Ozieri Sotgiu Salvatore 1697 dic. 30 Data procura II procuratore Nurra Gavino, 1698 gen. 12, dottore in legge, Sassari di Sassari Guiraldi G. Francesco di Cagliari (1698 feb. 22) Nurra Cavino, 1698 gen. 12 dottore in legge, di Sassari Guiraldi Francesco di Cagliari (1698 feb. 6) Cagliari Portugues Agostino, di Cagliari 1698 feb. 17, Cagliari Ozieri Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 nov. 7, Ozieri Sotgiu Francesco 1698 gen. 2 Sorgiti Cavino 1697 dic. 27 Sotgiu Cavino 1697 dic. 30 Alghero Risultava già fatta una sostituzione il 6 febbraio Canellas Stefano, di Cagliari (1698 feb.20) La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Bottidda Sotgiu Agostino Note La convocazione non è stata consegnata perché ecclesiastico Mores Soliveras Francesco Soro Simone, uditore della sala civile della Reale Udienza Procuratore Olives Giuseppe, avvocato fiscale e patrimoniale 1698 gen. 15, Alghero Brunengo Domenico (1698 feb. 18, Cagliari) •Sassari Sotgiu Gavino Buddusò La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sotgiu Gerolamo Alghero La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Sotgiu Guiso Francesco 1698 gen. 20 Calici]) Sotgiu Manca Giacomo 1698 gen. 20 Galtellì segue segare Data procura II procuratore Convocati Data consegna Luogo Procuratore Sotgiu Manca Giuseppe, consultore e avvocato del Santo Officio 1697 dic. 30 Sassari Borro Giacomo, 1698 gen. 18, cavaliere, Sassari familiare del Santo Uffizio di Cagliari Sotgiu Pietro Pasquale 1698 gen. 20 Galtellì Sotgiu Salvatore 1697 dic. 30 Sassari Sotgiu Sini Giacomo Pattada Sotgiu Tola Tommaso, naturale di Ozieri Bottida Sucharello G. Battista Bolotana Mallano Gavino, di Cagliari e segretario del Santo Uffizio 1698 gen. 4, Bitti Note Pilo Boil Francesco, barone di Putifigari (1698 feb. 24) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 6, Ozieri Sillent Gaspare di Cagliari (1698 mar. 3, Villasor) Solar Paolo sostituisce il Sillent (1698 mar. 8, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché sconosciuto Sulas Dionisio 1698 gen. 4 Tresnuraghes Rollero Orazio, 1698 :men. 18, Tresn uraghes cavaliere familiare del Santo Uffizio di Cagliari Sulis Francesco 1698 gen. 2 Muravera Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 feb. 5, Muravera Aymerich Gabriele Antonio 11698 feb. 25); Carta Giov. Battista 11698 mar. 20) Muravera Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 feb. 20, Cagliari Avmerich Gabriele Antonio (1698 feb. 25); Minutili Giuseppe (1698 mar. 20) Sulis Giovanni Angelo segue segue Procuratore Data procura II procuratore Ittiri Nurra Gavino, dottore in legge, di Sassari 1697 nov. 27, Ittiri Ittiri Nurra Gavino, 1697 nov. 27, Ittiri dottore in legge, di Sassari Suzarello Andrea Ozieri Putzolu Gerolamo, di Cagliari Suzarello Antonio Ozieri Convocati Data consegna Luogo Suzarello Agostino Angelo 1698 gen. 2 Suzarello Andrea 1698 gen. 2 1698 gen. 15, Ozieri Note Guiraldi Nicola di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Guiraldi G.Tommaso di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Sirvent Mira Valeriano di Cagliari (1698 feb. 18) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Villasor Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 4, Villasor Perez Antonio, di Cagliari (1698 feb. 20) Suzarello Biagio 1698 gen. 7 Suzarello Filippo 30 dicembre 1697 Ayrnerich Ozieri Manca Ignazio, Ozieri conte di Bonorva Cagliari 1697 dic. 14, Domenico di (1698 feb. 6, Cagliari) Suzarello Francesco 1698 gen. 2 Ittiri 1698 nov. 27, De Liperi Zonza Felice, Ittiri di Sassari, consigliere capo della città Rosso Gerolamo di Cagliari (1698 gen. 30) Suzarello Francesco Giovanni 1698 gen. 2 Ittiri De Liperi Zonza Felice, di Sassari, consigliere capo della città 1698 nov. 27, Ittiri Rosso Gerolamo di Cagliari (1698 gen. 30) Suzarello Gavino 1698 gen. 2 Ittiri Nurra Gavino, dottore in legge, di Sassari 1697 nov. 27, Ittiri Guiraldi G.Tommaso di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Suzarello Giovanni Antonio La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Ittiri Suzarello Gioacchino 1698 gen. 2 Ittiri Perez Pietro Nurra Gavino, dottore in legge, di Sassari 1697 nov. 27, Ittiri Guiraldi G.Tommaso di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) segue segue Convocati Data consegna Luogo Suzarello Giovanni Matteo, di Ozieri Procuratore Data procura II procuratore Aymerich 1697 dic. 14, Manca Ignazio, Ozieri conte di Bonorva Perez Pietro Domenico di Cagliari (1698 feb. 6, Cagliari) Suzarello Lorenzo 1698 gen. 2 Ittiri Suzarello Martino Ittiri Nurra Gavino, dottore in legge, di Sassari 1697 nov. 27, Ittiri Guiraldi Nicola di Cagliari, (1698 feb. 6, Cagliari) Note Suzarello Nicola 1698 gen. 2 Ittiri De Liperi 1698 nov. 27, Zonza Felice, Ittiri di Sassari, consigliere capo della città Rosso Gerolamo di Cagliari (1698 gen. 30) Suzarello Pietro Paolo 1698 gen. 2 Ittiri Nurra Gavino, dottore in legge, di Sassari Guiraldi Nicola di Cagliari, (1698 feb. 6, Cagliari) Suzarello Stefano Ittiri Suzarello Virdez Martino 1698 gen. 2 lttiri Tarrago Michele 1698 gen. 2 Alghero Tatti Francesco 1697 dic. 27 Tatti Giovanni Maria, protomedico 1697 dic. 27 La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Figlio di Tatti Giovanni Maria Tedde Andrea, di Nulvi, familiare del Santo Uffizio Nulvi Tibau Francesco Alghero Borro Giovanni 1698 feb. 17, Battista, Sassari cavaliere di Cagliari La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Conte di Montellano Tola Abellu Matteo, di Alghero Tola Angelo 1697 nov. 27, Ittiri 1697 dic. 30 1698 gen. 23, Alghero Urtado de Monte Alvar Antonio Efisio (1698 mar. 10) Ozieri segue segue Convocati Data consegna Luogo Tola Carta Giovanni 1697 dic. 30 Tola Cosimo 1697 dic. 13 Tola Francesco Data procura 11 procuratore 1697 dic. 30 Tola Gerolamo 1697 dic. 13 Tola Gerolamo 1697 dic. 31 Tola Giorgio Giuseppe Sassari Tola Giovanni La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Berruesso 1698 gen. 2, Carnicer Cagliari Gaspare, maestro razionale Marongiu Diego, Marongiu, avendo di Bosa (1698 superato il numefcb. 25) ro di procure, nomina al suo posto don Pietro Gabriele Ravaneda di Thiesi Figlio di Salvatore Oschiri 1697 clic. 30 Note Ozieri Bolotana Tola G. Battista Tola Giovanni Procuratore Rogger 1698 gen. 23, Francesco, ()schifi procuratore reale Salaris Felice di Cagliari (1698 mar. 6, Cagliari) Sassari Oschiri Tola Rocca Domenico La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Rogger 1698 23 gen. Francesco, Oschiri procuratore reale Salaris Felice di Cagliari (1698 mar. 6, Cagliari) Bosa Tela Salvatore 1697 dic. 31 Laconi Tola Sebastiano 1697 dic. 30 Ozieri Tola Solivera Diego, di Ozieri 1698 gen. 2 Tolu Giovanni Mauro Trogu Pietro La convocazione non è stata consegnata perché vive a Cagliari Della Matta Giuseppe, di Cagliari 1698 feb. 12, Gesturi Sanjust Giovanni di Cagliari 11698 feb. 28) Alghero Conte di Montcllano 1698 gen. 23, Alghero Conte di Villamar (1698 mar. 5) 20 genn.1698 Olicna Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 gen. 18. Olicna Roig Giorgio (1698 fcb. 20, Villasor) 1697 dic. 24 Oristano segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Data procura II procuratore La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Bortigali Ulbo Domenico Olives Giuseppe, 1698 feb. 18, avvocato fiscale Bosa e patrimoniale Sifola Sebastiano, (1698 feb. 26) Uras De Milia Antonio, figlio di Uras Pilo Francesco 1698 gen. 5 Bosa Urru Giovanni Tommaso 1698 gen. 5 Sorgono Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1697 dic. 1, Neoneli Fontana Tommaso di Cagliari (1698 feb. 20) Urru Melchiorre 1698 gen.30 Sorgono Alagon Anale, marchese di Alagon e conte di Monte Santo 1697 dic. 1, Neoneli Perez Antonio, di Cagliari (1698 feb. 20) Usai Antioco 1698 gen. 4 Villamatrona Usai Antonio Lunama- Alagon Artale marchese di trona Villasor e conte di Montesanto Usai Francesco 1698 gen. 4 Usai Francesco, di Cagliari 1697 dic. 13 Usai Pietro Vincenzo Note La convocazione non è stata consegnata perché deceduto 1698 feb. 26, Lunamatrona Sellent Gaspare (1698 marzo 2, Villasor) 1698 feb. 4, Lunama- Genovés Lunamatrona trona Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra Alagon Anale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 23. Villasor Del Sorribo Pietro (1698 feb. 25, Villasor) Villamar Genovés Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 26, Siddi La convocazione Del Vecchio Antioco (1698 feb. non è stata consegnata perché 22, Cagliari) Pietro Vincenzo è di Pauli Arbarei segue segue Convocati Data consegna Luogo Procuratore Usai Vincenzo, 1698 gen. 4 Genovés Pauli Arbarei Antonio Francesco, barone di Portoscuso e amministratore del marchesato di Quirra 1698 gen. 8, Siddi Aymerich Gabriele Antonio (1698 feb. 25); Frediani Ignazio (1698 mar. 20) Vacca Efisio, di Cagliari 1697 dic. 27 Sini 1698 feb. 8, Sini Sellent Gaspare (1698 feb. 20, Villasor) Vacca Lussorio 1697 dic. 27 Alagon Artale marchese di Villasor e conte di Montesanto Data procura II procuratore Note Valentino Antonio 1697 dic. 27 1698 gen. 20, Castellara- Alagon Artale, Castellaramarchese di gonese Villasor e conte gonese di Monte Santo Masones Giacomo di Cagliari (1698 feb. 26, Villasor) Valentino Andrea 1698 gen. 20, Tempio Alagon Artale, Castellaramarchese di Villasor e conte gonese di Monte Santo Masones Giacomo di Cagliari (1698 feb. 26, Villasor) Valentino Giovanni 1698 gen. 20, Tempio Alagon Artale, marchese di CastellaraVillasor e conte gonese di Monte Santo Roig Antonio (1698 feb. 26, Villasor) Valentino Matteo, di Tempio 1698 gen. 20, Tempio Alagon Artale, marchese di CastellaraVillasor e conte gonese di Monte Santo Roig Antonio (1698 feb. 26, Villasor) Valentino Nicola Tempio Valentino Stefano Tempio Valentino (Sana) Nicola Vila Agostino 1697 dic. 20 1698 gen. 5 Bosa Alagon Artale, marchese di Villasor e conte di Monte Santo 1698 feb. 1, Alghero Solar Paolo sostiMarrocu Pietro, di Cagliari (1698 tuiscc Marrocu feb. 20, Villasor) che ha già tre procure (1698 mar. 8, Cagliari) La convocazione non è stata consegnata perché deceduto Passino 1698 gen. 10, Francesco, Rosa luogotenente del procuratore reale, sergente maggiore e capitano di guerra della città di Bosa segue segue Convocati Data consegna Luogo Vivaldi Giuseppe Maria, abitante a Cagliari Procuratore Data procura II procuratore Cagliari Satta Giovanni, 1698 feb. 19, di Cagliari Cagliari Zapata Agostino 1697 dic. 12 Zapata Antonio 1697 dic. 12 Note Tab. C. Stamento Reale Procuratore Data procura II procuratore Note Convocati Data consegna Luogo Città di Alghero 1697 dic. 11 Alghero De l'Arca Francesco, consigliere in capo della città 1698 gen. 5, Alghero Farina Giuseppe Non viene ammessa la di Cagliari sostituzione per(1698 set. 6, ché il procuratore Alghero) non ha poteri di sostituzione Città di Bosa 1697 dic. 11 Bosa De Liperi Zonza Felice 1698 gen. 20, Boia Francesco Passino La procura rila(1698 set. 9, sciata a De Liperi non viene ammes Bosa) sa perché non è stata votata dal Consiglio generale della città Città di Cagliari 1697 dic. 11 Cagliari Esgrecho Francesco Città di Castellaragonese 1697 dic. 11 Solar Paolo 1698 feb. 21, Castellaragoncse Città di Iglesias 1697 dic. 11 Corria Natter Giuseppe 1698 gen. 3, Iglesias Città di Oristano 1697 dic. 11 Salaris Felice, di Oristano 1693 gen. 19, Oristano Città di Sassari 1697 dic. 11 De Liperi Zonza 1697 dic. 19 Felice, consigliere capo della città 11 Solar viene nominato su pronuncia della Reale Udienza in opposizione a Giovanni Maria Pinna Soler, consigliere in capo della città De la Matta Giuseppe di Cagliari (1698 set.10) Non viene ammessa la delega in quanto non possiede i requisiti previsti, non è cittadino insaccolato come prevede la normativa Atti del Parlamento La regestazione è opera di entrambe le autrici; i regesti dei documenti 1-515 sono di Carla Ferrante e 516-1031 sono di Giuseppina Catani. La trascrizione dei documenti è stata curata da Maria Eugenia Cadeddu e da Luciano Gallinari e revisionata da entrambe le curatrici. A Maria Eugenia Cadeddu è da attribuire la trascrizione dei documenti 258648, 855-1031; a Luciano Gallinari la trascrizione dei documenti 1-257 e 649854. 1. La convocazione 1696 febbraio 29, Madrid Carlo H, re di Spagna, al fine di provvedere al buon governo e al miglioramento del Regno di Sardegna, dà incarico a Giuseppe de Solís, conte di Montellano, in qualità di luogotenente e capitano generale del Regno, di convocare il Parlamento generale, conferendogli tutti i poteri necessari per avviare, prorogare, proseguire e concludere i lavori, ascoltando e decidendo sui gravami, modificando ed emendando i capitoli con il consenso dei Bracci del Parlamento. 1 B c. I In Dei nomine. Pateat cunctis quod nos Carolus, Dei gratia, rex Castellae, Aragonum, Legionis, utriusque Siciliae, Hierusalem, Ungariae, Dalmatiae, Croatiae, Navarrae, Granatae, Toleti, Valentiae, Galitiae, Maioricarum', Hispalis, Cordubae, Corsicae, Murtiae, Giennis, Algarbii, Algezirae, Gibraltaris, insularum Canariae, nec non Indiarum Oríentalium et Occidentalium insularum ac terrae firmae maris Oceani, archidux Austriae, dux Burgundiae, Rossilionis et Ceritaniae, marchio Oristanei et comes Goceani, cum pro rebus statum nostrum iustitiaeque publicumque bonum et augmentum praedicti nostri Sardiniae Regni concernentibus, tractandis et finiendis opporteat maximeque necessarium sit populos ipsius convocare et Parlamentum generale per capitula et actus Curiae et privilegia dicti Regni statutum indicere2 et celebrare; ad quae peragenda arduis horum Regnorum nostrorum Castellae impediti negotiis, personaliter adesse non possemus, sedulo cogitantes de persona aliqua in cuius fide animus noster digne requiescere possit et cuius prudentiam et intelligentiam ita approbatas haberemus, ut quae necessaria forent ac reperiri3 possint te egregium don Iosephum de Soliz comitem de Montellano qui ad munera nostri locumtenentis et capitanei generalis in praefato Sardiniae Regno inserviendo per nos provísus fuisti, merito quoque ad Parlamentum generale in eodem Regno celebrandum duximus eligendum; prout tenore presentis de nostra certa scientia regiaque authoritate deliberate et consulto motuque nostro proprio nostraque suprema potestate, te praedictum egregium don Iosephum de Solis comítem de Montellano, locumtenentem et capitaneum generalem ex latere nostro dextero sumptum, personamque nostram repraesentantem in dicto Sardiniae Regno, et cunctis illis partibus ad infra- i Nell'intitolazione manca Sardiniae. Nel testo indicare. 3 Nel testo aperiri. 2 205 scritta peragenda, spetialiter et expresse facimus, constituimus et creamus solemniterque ordinamus atque praeficimus, ita quod tu ex ipso latere nostro dexero sumptus, et alter nos personam nostram repraesentans possis et valeas in eodem Sardíniae Regno Parlamentum praedictum in aliis illius literatoriis (ut moris est) , in civitate, villa seu loco per capitula, ordinationes seu privilegia dicti Regni praemissis indicerel et convocare huiusmodi convocatio.nis causam detegere, proponere et explicare idemque Parlamentum prorogare et continuare, et de loco in locum mutare, concludere et finire in ipsoque Parlamento quaecunque gravamina audire, eaque discutere et discute facere, atque eis debitae denique provisionis sufragium impartiri processus etiam cum consensi Brachiorum ipsius. Parlamenti seu aliquorum ex eis aut B c.lv. sine ipsis facere et providere2 / factosque revocare et habilitare, mutare seu corrigere capitula et ordinationes cum consensu et interventione eorumdem Brachiorum seu maioris partis illorum more solito edere et publicare, seu edi et publicari facere, et mandare subventiones, dona, collecta, munera et subsidia, mutua et servitia quaevis ab ipso Parlamento, seu convocatis in eodem et a quibuscunque universitatibus et particularibus dicti Regni, pro nobis et nomine nostro facere et omnino adimplere et praemissis et eorum singulis pecunias, bona et iura nostra regia quaecunque nobis pertinentia et pertincntes quaecunque pertinebunt in futurum pro nobis et nomine nostro ac cura nostra specialiter et expresse obligare et hipothecare, eaque et eorum singula nos inviolabiliter observaturos in animam nostram iure iurando promittere cum clausulis et cautelis et aliis securitatibus solitis necessariis et opportunis et generaliter omnia alia et singula facere, gerere et exercere quaecunque ad praedicta et eorum singula necessaria fuerint et opportuna queque nos facere possumus si in praedicto Regno Sardiniae personaliter adessemus etiam si talia forent, quae de iure vel de facto maiestatis nostrae presentiam exigerent seu requirerent et sine quibus praemissa vel eorum aliqua ad dictum effectum deduci nequirent, quamvis maiora vel graviora fuerint aut aliis mandatum exigerent magis speciale quam praesentibus est expressum. Nos enim in praemissis et iura ea et super dependentibus et emergentibus ex eisdem ac eis adherentibus annexis et connexis quovis modo omnimodum potestatem, auctoritatem, et facultatem nostram tibi dicto nostro egregio don Iosepho de Soliz comiti de Montellano concedirnus, et plenarie elargimur cum libera et generali administratione et pienissima facilitate promittentes dicto nostro locumtenenti et capitaneo generali nostro, secretarioque nostro et notarlo infrascrito tanquam publicae et authenticae personae per te et aliis quorum intersit recipienti et legitime stipulanti. Nos ratum ac firmum semper habituros totum id et quidam et quantum per te dictum comitem de Montellano nomine nostro et pro nobis in praemissis et circa ea procuratum et actum fuerit sive gestum, et numquam revocatum sub bonorum et iurium nostrorum ubique habitatorum et habendorum omnium I Nel testo indicare. 11 termine providere è ripetuto alla c. 1v. 2 206 hypotheca et obligatione. Datum et actum est hoc in oppido nostro Matriti die vigesima nona mensis februarii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo sexto, Regnorumque nostrorum trigesimo secundo. Signum Caroli, Dei gratia, regis Castellae, Aragonum, Legionis, utriusque Siciliae, Hierusalem, Hungariae, Dalmatiae, Croatiae, Navarrae, Granatae, Toleti, Valentiae, Galitiae, Maioricarum, Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corsicae, Murtiae, Giennis, Algarbii, Algezirae, Gibraltaris, insularum Canariae, nec non Indiarum Orientalium et Occidentalium insularum ac terrae firmae maris Oceani, archiducis Austriae, ducis Burgundiae, / Brabantiae, Mediolani, Athenarum et B c. 2 Neopatriae, comitis Abspurgii, Flandriae, Tirolis, Barchinonae, Rossilionis et Ceritaniae, marchionis Oristanei et comitis Goceani qui praedicta concedimus et firmamus, eisdemque nostrum regium commune sigillum pendens iussimus apponendum. Yo el rey Testes qui praemissis interfuerunt sunt don Franciscus Pimentel comes de Benabente cubicularius maior, don Ioannes Claros de Gusman dux de Medina Sydonia, don Nicolaus Pipateli dux de Monteleón, don Franciscus de Toledo marchio del Carpio omnes a cubiculo suae Maiestatis. Signum don Ioseph Villanueva de Hyar, regiae maiestatis consiliarii in Sacro Supremo Regio Aragonum Consilio, ac prothonotarii Regnorum illius Coronae, eiusque auctoritate per totam terram et ditionem suam publici notarii, qui, praedictis una cum praenominatis testibus, interfuit eaque de eiusdem regiae maiestatis mandato scribi fecit et clausit. Ihesus. Dominus rex mandavit mihi don Ioseph de Villanueva de Hyar prothonotario, in cuius posse sua maiestas concessit et firmavit. Visa per Calo locumtenentem thesaurarii generalis, Rull, Comes et Forro, Ariza, Tamarit ac me pro conservatore generali. Vidit don Dominicus Calo locumtenens thesaurari. Vidit don Ioseph Rull regens. Vidit Marchio de Ariza. Vidit Villanueva pro conservatore generali. Vidit Comes, vidit Forro regens. Vídit Marchio de Tamarit. In Sardiniae XV, folio XXXVI. Poder que su magestad da a 1.egregio don Ioseph de Soliz tonde Montellani en quien vuestra magestad ha provehido los cargos de virrei y capitan general del Reyno de Sardetia para celebrar Parlamento generai en Curia. Garcia locumtenens in officio prothonotarii. / 207 2 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in ottemperanza all'ordine regio e su parere di Francesco Pastor, reggente la Real Cancelleria, ordina di inviare ai tre Stamenti, l'ecclesiastico, il militare e il reale, le lettere di convocazione per la celebrazione del regio e generale Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698. Al c. l Die vigesima sexta mensis novembris anno [a nativitate] Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo septimo, Calari. Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan, dominus villarum et locorum de Retortillo, Villar del Propheta, Peralejos de Soliz, Lagranja, Cempron et Bernoy, la Puebla, Salduefia et Sancta Cathalina, de Concilio Sacrae Catholicae Regiae Maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis presentis Sardiniae Regni, et praeses regii et generalis Parlamenti pro optemperatione supradictorum [mandat]orum suae regiae maiestatis, et vigore potestatis in supradictis mandatis regiis ei atributae ad celebrationem dicti regii et generalis Parlamenti in hoc dicto Regno, de consilio nobilis et magnifici utriusque iuris doctoris don Francisci Pastor, Regiam Cancellariam regentis ad convocanda tria istius Regni Brachia, seu Stamenta ecclesiasticum, videlicet militare et regale ad effectum regium et generalem Parlamentum celebrandi opportunas iu[ssit] expedire literas quatenus personaliter sive per [procuratorem] eiusdem tamen qualitatis omnes et singuli ex dictis Stamentis [com]parere teneantur in hac civitate die vigesima sexta mensis ianuarii anni primi venturi millesimi sexcentesimí nonagesimi octavi, sub comina[tio]ne quod dicto termino elapso, illarumque absentia non obstante procedetur ad ulteriora in dicto regio et generali Parlamento. [usque ad] sui debitam conclusionem, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 3 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca i componenti dello Stamento ecclesiastico perché partecipino al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che i convocati si possano far rappresentare da procuratori dotati dei sufficienti poteri. c. 4 El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera, virrey, llochtinent y 208 capita generai et cetera. Als amats de sa magestat los molt reverents en Christo pares venerables y amas de sa magestat, los de 1.Estament eclesiastic. Salut y dilectio. Per quant lo rey nostre senyor, ab ses oportunes provisions de la data en Madrit als 29 del mes de febrer del propassat any 1696 nós ordena, comet y mana que en sa real persona y nom celebrem y tingam generai Parlament, conuocant per dit effecte los tres Estaments del present Regne per tratar y determinar en aquell les coses concernents y esguardants al servey de Nostre Senyor Deu, bona administracio de la iusticia, conservacio de la real corona, benefici de la Republica, custodia y defensa del present Retie y pau y quietut de aquella. Per tant vos diem, citam y manam que per los vínt y sis del mes de gener primo venient del any venturo de 1698 siau y comparegau en esta ciutat de Caller, deuant nos, vos o vostre legitim procurador ben instruit y ab suficient potestat, ab que sia de la matexa calítat y estat per assistir, tractar y oferir, concloure y fer tot lo demes en aquell convindra. A tal que les coses que seran per nos proposades y tractades se pugan ab tota brevetat determinar y concloure, segons sa real magestat ab sa real lletra, que ab les presents se os remet, lo significa y mana, ab cominassio que dit termini passat vostra absencia en res obstant passarà avant en dit real y generai Parlament y conclusió de aquell. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1697. El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens Registrata et cetera. Liliu secretarius / 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca i componenti dello Stamento militare perché partecipino al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che i convocati si possano far rappresentare da procuratori dotati dei sufficienti poteri. 4 El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera, virrey, llochtinent y c. 5 capita generai et cetera. Als amats de sa magestat los illustres egregis y nobles de l.Estament militar. Salut y dilectio. Per quant lo rey nostre senyor, ah ses oportunes provisions de la data en Madrit als 29 del mes de febrer del propassat any 1696, nos ordena, comet y mana que en sa real persona y nom celebrem y tingam generai Parlament, convocant per dit effecte los tres Estaments del present Regne per tratar y determinar en aquell les coses concernents y esguardants al servey de Nostre Senyor Deu, bona admini209 stracio de la iusticia, conservació de la real corona, benefici de la Republica, custodia y defensa del present Rene, y pau y quietut de aquella. Per tant vos diem, citam y manam que per los vint y sis del mes de gener primo venient del any venturo de 1698 siau y comparegau en esta ciutat de Caller, devant nos, vos o vostre legitim procurador ben instruit y ab sufícient potestat, ab que sia de la matexa calitat y estat per assistir, tractar y oferir, concloure y fer tot lo demes en aquell convindrà. A tal que les coses que seràn per nos proposades y tractades se pugan ab tota brevetat determinar y concloure, segons sa real magestat ab sa real lletra, que ab les presents se os remet, lo significa y mana, ab cominassio que dit termini passat vostra absencia en res obstant se passarà avant en dit real y generai Parlament y conclusió de aquell. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1697. El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera. Liliu secretarius. / 5 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca i componenti dello Stamento reale perché partecipino al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che i convocati si possano far rappresentare da procuratori dotati dei sufficienti poteri. c. 6 EI conde de Montellano adelantado de jucatan et cetera, virrey, Ilochtinent y capita generai et cetera. Als amats i fiels de sa magestat los de I.Estament real del present Regne de Sardenya. Salut y dilectio. Per quant lo rey nostre senyor, al) ses oportunes provisions de la data en Madrit als 29 del mes de febrer del propassat any 1696, nos ordena, comet y mana que en sa real persona y nom celebrem y tingam generai Parlament, convocant per dit effecte los tres Estaments del present Regne per tratar y determinar en aquell les coses concernents y esguardants al servey de Nostre Senyor Deu, bona administracio de la iusticia, conservació de la real corona, benefici de la Republica, custodia y defensa del present rene, y pau y quietut de aquella. Per tant vos diem, citam y manam que per los vint y sis del mes de gener primo venient del any venturo de 1698 siau y comparegau en esta ciutat de Caller devant nos, vos o vostre legitim procurador ben instruit y ab suficient potestat, ab que sia de la matexa calitat y estat per assistir, tractar y oferir, concloure y fer tot lo demes en aquell convindrà. A tal que les coses que seràn per nos proposades y tractades se 210 pugan ab tota brevetat determinar y concloure, segons sa real magestat ab sa real ',tetra que ab les presents se os remet lo significa y mana, ab cominassio que dit termini passat vostra absencia en res obstant se passarà avant en dit real y generai Parlament y condusió de aquell. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1697. El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera. Liliu secretarius. / 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca l'arcivescovo di Cagliari perché partecipino al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che l'arcivescovo si possa far rappresentare da un procuratore dotato dei sufficienti poteri. 6 Lo conde de Montellano adelantat de Jucatan. Estament ecclesiastich. A I.amat de sa magestat lo molt reverent en Christo pare ar[chibis]be de Caller. Salut y dilecio. Per quant lo rey nostre senyor, [ab ses oportunes]' provisions de la data en Madrit als vynti nou del mes de febr[er] de Laiiy passat 1696, nos ordena, comet y mana que en sa real persona y nom celehrem y tingam general Parlament, con[vocant] per dit effecte los tres Estaments del present Regne per tratar y [deter]minar en aquell les coses convenients2 y esguardants al servey [de] Nostre Senyor Deu, bona administracio de justicia, conservacio de la real corona, benefissis de la Republica, custodia [y] defensa del present Regne, y pau y quíetut de aquella. [Per os diem, citam y manam que per tot lo die 26 del mes [de ge]ner primo venient de 1.afiy 1698 siau y comparegau en [esta] ciutat de Caller, devant nos, [vos] o vostre llegitim procurador bé ins[tru]hit y ab sufficient potestat, ab que sia de la matexa ca[litat] y estat per assistir, tratar, offerir, concloure y fer [tot] ademes en aquell convindra, a tal que les coses que seran per nos proposades y tratades se pugan ab tota brevetat [de]terminar y concloure, segons la real magestat ab sa real lletra, que ab les presents se os remet, lo significa y man[a], ab cominacio que dit termini passat vostra abscn[cia] en res obstant se passara avant en dit real y gen[erall Parlament y conclusio de aquell. Datum en [Caller als] 26 de nouembre de 1697. 2 Integrazione da B c. 3v. In B c. 3v. COliCCI77(9715. 211 El conde de Montellano adela[ntado de Jucatan et cetera]. Pastor regens. Registrata et cetera. [Liliu secretarius]. / 1697 dicembre 11, Cagliari Diego Lilliu, segretario del Parlamento, certifica di aver consegnato a don Francesco de Sobrecasas, arcivescovo di Cagliari, il dispaccio originale della lettera convocatoria unitamente alla carta reale e ad una lettera convocatoria stampata, entrambe a lui dirette; un'altra lettera stampata diretta ai componenti della Stamento ecclesiastico, nonché un'altra in qualità di barone di Suelli. 7 c. 7 v. Die 11 decembris 1697 Calari He entregat lo despacho originai de aquesta orde en degudol forma, despachat al molt reverent in Christo pare archibisbe de Caller don fray Francisco de Sobrecasas, juntament ab una lletra real y convocatoria estampada per al dit moli reverent in Christo pare archibisbe, y axi be altra convocatoria estampada ab una lletra real dirigida als molts reverents in Christo pares venerables y amats de sa magestat los de l.Estament eclesiastich, y axi be altra convocatoria estampada com a baro de Suelly, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius [1697 dicembre 11, Cagliari] Diego Lilliu certifica di aver inviato altre lettere convocatorie ai seguenti ecclesiastici: arcivescovo di Sassari, inquisitori in qualità di abati di San Michele di Platano, arcivescovo di Oristano, decani, canonici e Capitolo della chiesa di Arborea, vescovo di Bosa, vescovo di Ampurias, vescovo di Ales, decani, canonici e Capitolo della chiesa primaziale di Cagliari, decani, canonici e Capitolo della chiesa turritana, decani, canonici e Capitolo della chiesa di Alghero, decani, canonici e Capitolo della chiesa di Bosa, decani, canonici e Capitolo della chiesa di Ampurias, decani, canonici e Capitolo della chiesa di Iglesias, abate di San Nicola, abate di Salvenor, vescovo di Alghero. 8 Altras convocatorias estampadas y ab lletra real se han despachado per a las personas eclesiaticas que son las seguents: Al molt reverend in Christo pare arquebisbe de Sasser. Als venerables inquisidors com a abbats de Sant Miguel de Plano. Così nel testo, invece di deguda. 212 Al molt reverend in Christo pare arquebisbe de Oristan. Als venerables amats de sa magestat los daga canongies y Capito! de la santa iglesia de Arborea. Al reveverent in Christo pare bisbe de la santa iglesia de Bosa. Al reverent in Christo pare bisbe de Ampurias. Al reverent in Christo pare bisbe de Ales, y al daga, canongies y Capitol de la santa metropolitana primacial iglesia calaritana. Als venerables y amats de sa magestat los daga, canongies y Capitol de la santa iglesia turritana. Als venerables y amats de sa magestat los daga, canongies y Capitol de la santa iglesia de Alguer. Als venerables y amats de sa magestat los daga, canongies y Capitol de la santa iglesia de Bosa. Als venerables y amats de sa magestat los daga, canongies y Capito' de la santa iglesia'/ de Ampurias. Als venerables y amats de sa magestat los daga y canongies y Cap[itol de] la santa iglesia de Iglesias. Al reverent abbat de Sant Nicolas. Al reverent abbat de Sant Venero. Al reverent en Christo pare bisbe de Alguer. Didacus Liliu secretarius 1697 dicembre 13, Cagliari Giovanni Battista Pilo, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu segretario, certifica di aver consegnato le lettere convocatorie e le carte reali al vescovo di Ales, al decano e al Capitolo della chiesa metropolitana di Cagliati al decano e al Capitolo della chiesa di Ales, all'abate di Salvenor e all'abate di San Nicola. 9 Die 13 decembris 1697 Calari He entregado yo nottario bajo escrito las convocatorias y cartta[s] reales para la celebrasion de las Cortes de l.excelentissimo serior conde de Montellano ante los testigos que bajo van firmados al reverendo en Christo padre obispo de Ales, al dean y Cabildo de la santa metrapoli[tana] iglesia calaritana, al dean y Cavildo de la santa iglesia de Men al abad de Salvenero, al abad de San Nicolas, de quibus et cetera Joseph Antony Lay so testimoni. Francisco Antiogo Pinna testigo. Ioannes Baptista Pilo notarius pro Didaco Liliu secretario. ' I1 termine iglesia viene ripetuto all'inizio della c. 8. 213 10 1698 dicembre 16, Cagliari Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato una lettera convocatoria a don Ignazio Masones Nin, canonico d'ella chiesa primaziale di Cagliari, vicario generale della sede vacante dell'arcivescovado di Cagliari e sue Unioni. Die decima sexta mensis ianuarii 1698 Ca[lari]. He entregado yo secretario infrascrito una letra convocat[oria] de estampa al reverendo vicario generai, sede vacan[te], &este arzobispado de Caller y sus Uniones, don Ignasio Masones y Nin, canonigo d.esta santa pri[ma]cial iglesia calaritana, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. 11 1698 dicembre 16, Cagliari Diego Lilliu, segretario, certifica di aver inviato una lettera convocatoria al reverendo dottor Efisio Diego Melis, vicario generale della sede vacante del vescovado di Iglesias. c. 8 v. Dicto die Calari Se ha despachado otra letra convocatoria [estampada] para el reverendo doctor y archipreste Effis Diego Melis / vicario generai, sede vacante, de obispado de Iglesias, y este confiessa en el auto de procura, que firmo en dicho nombre, haver.se.le notificalo dichas letras convocatorias, segun paresce en dichos poderes que quedan en el processo de habilitaciones d.estas reales y generales Cortes, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 12 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca il marchese di Villasor perché pertecipi al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che il marchese si possa far rappresentare da un procuratore dotato dei sufficienti poteri. c. 9 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan et cetera. A l.amat de sa magestat lo illustre marques de Villa Sor salut y dilecio. [Per] quant lo rey nostre senyor, ab ses oportunes provisions de la data en Madrit als 29 del 214 mes de febrer de 1696, nos ordena, comet y mana que en la real persona y nom celebrem y tingam generai Parlament, co[n]vocant per dit effecte los tres Estaments del present Regne per tratar y det[er]minar en aquell les coses consernents y esguardants al servey de nostre senyor Deu, bona administracio de la justicia, conservacio de la real Corona, benefisi de la Republica, custodia y defensa del present Regne, y pau y quietut de aquella. Per 9::› vos diem, cítam e intimam que per lo die vint y sis de gener primo venient de Larii 1698 siau y comparegau en es[ta] ciutat de Caller, deuant nos, vos o vostre llegitim procurador bé inst[ru]hit y ab sufficient potestat, ab que sia de la matexa calitat y estat per assistir, tratar y offerir, concloure y fer tot lo demes en aquell convind[ra]. A tal que les coses que seran per nos proposades y tratades se pugan ab tota brevetat determinar y concloure, segons sa real magestat ab sa [real] lletra, que ab les presents se os remet, lo significa y mana, ab cominacio que dit termini passat vostra absencia en res obstant se passara avant en [dit] real y generai Parlament y conclusio de aquell. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1697. El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera. Liliu secretarius. Didacus Liliu secretarius pro Gabella. Orden dirigida a 1.illustre marques de Villa Sor, para que distribuiga y entregue a los del [muy] illustre Estamento militar las convocatorias que para ellos se han despachado. / 1697 dicembre 12, Cagliari Giovanni Battista Pilo, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato le lettere convocatorie e le carte reali ai seguenti militari: marchese di Laconi e per lui a don Tommaso di Castelvì come reggitore, marchese di Orani e per lui a don Michele Ruyz come reggitore, marchese di Soleminis, marchese di Villacidro e Palmas e per lui a Giovanni Castellar come reggitore, marchese di Albis, marchese di Quirra e per lui a don Antonio Francesco Genovés come reggitore, marchese di Montemayor don Bernardino di Cervellón, don Emanuele de Litala, don Tommaso di Castelvì, governatore del Capo di Cagliari e di Gallura, don Francesco Rogger, procuratore reale, don Gaspare Berruesso Carnícer, maestro razionale, duca di Mandas e per lui a don Valeriano Servent Mira, barone di Serdiana, barone di Senis, barone di Teulada, barone di Capoterra, barone di Musei, rettore della compagnia di Gesù, don Antonio Manca de l'Arca, barone di Monti, conte di Montalvo e per lui a don Giovanni Masones, suo figlio, 13 215 conte di Villamar, conte di San Lorenzo, conte di Bonorva, conte di San Giorgio e conte di Villasalto e per lui a Giuseppe Lebiu suo procuratore. c. 9 v. Die 12 decembris 1697 Callari Llista de las convocatorias ab lletras reals que se han entregat per mi notari infrascript vuy die present, en presentia dels infrascripts testimonis seguents. Et primo a 1.illustre marques de Lacony, y por aquel a don Thomas de Castelvì su regidor. A l.illustre marques de Orany, y por el a su regidor don Miguel Ruyz. A l.illustre marques de Soleminis. A 1.illustre marques de Villa Cidro y Palmas, y por el a su regidor Juan Castallar. A l.illustre marques de Albis. A I.illustre marques de Quirra, y por aquel a su regidor don Antonio Francisco Genoves. A 1.illustre marques de Montemajor don Bernardino de Cervellón. • Al noble y magnifich don Manuel de Litala. A l.expetable governador dels Caps de Caller y Gallura, lo noble don Thomas de Castelví. A 1.illustre don Francisco Rogger procurador real. Al noble y magnifich don Gaspar Berruesso y Carnicer mestre racional. A l.illustre duque de Mandas, y por el a su regidor don Valentino Servent y Mira. Al baron de Serdiani. Al baro de Sinis. Al baron de Teulada. Al baron de Caputerra. Al reverendo pare rector de la compah" ia de Jesus com a baro de Musei. Al noble don Antony Manca de l.Arca baro de Monti. A 1.egregio conde de Montalvo, y per aquell al noble don [Francisco Masones son] fili / c. io A 1.egregio conde de Villa Mar. A 1.egregio conde de San Llorens. A 1.egregio conde de Bonorva. A l.egregi' conde de San Jordi. A l.egregi conde de Villa Salto, y per aquell a Joseph Lebiu son procurador. Ignacio Cossu testigo. Francisco Antiogo Pinna testigo Ioannes Baptista Pilo nottarius pro Liliu secretario. Così nel testo. 216 14 1697 dicembre 13, Cagliari Giovanni Battista Pilo, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato le lettere convocatorie senza le carte reali ai seguenti militari: Don Agostino Portugues, don Antioco de Sena, don Agostino de Sena, don Antioco Cappai, don Antonio Francesco Genovés, Antonio Perez, Antíogo Nin, Agostino Azeni, Diego Contena, don Efisio Nurra, Francesco Carta Mallo, Francesco Otger, dottor Francesco Ruxotto, don Francesco Usai e per lui a don Francesco Montanacho, Francesco Carta, Gregorio Gaspare Carta, don Gerolamo Tola, don Cosimo Tola, dottor Giovanni Efisio Esquirro, don Giovanni Battista Nurra, dottor Giovanni Battista Pinos, don Ignazio Asquer, don Giovanni Stefano Masones e per lui a don Raimondo Masones, don Giacomo Borro, dottor Giovanni Battista Borro, don Tommaso di Castelvì, don Giovanni Battista Aleman, don Giuseppe Zapata, Giovanni Battista Jagaracho, Giovanni Battista Mallas, don Giovanni Francesco Guiraldi, don Giuseppe de la Matta, Lucifero Santa Cruz, don Nicola Guiraldi, Pietro Domenico Perez, segretario Piero Carboni e don Raimondo Masones. Die 13 decembris 1697 Callari. Semblants convocatorias sens lletras reals se ha entregat per mi nottari infrascrit, en presencia dels infrascrits testimonis als militars seguents. Et primo al noble don Agusti Portugues Al noble don Antiogo de Sena Al noble don Agustin de Sena Al noble don Antiogo Capai Al noble don Antonio Francisco Genovés A Antonio Perez A Antiogo Nin A Agustin Azeni A Diego Contena Al noble don Efis Nurra A Francisco Carta Mallo A Francisco Oger Al doctor Francisco Ruxotto Al noble don Francisco Usai, y per el al noble don Francisco Muntonacho A Francisco Cartta A Gregorio Gaspar Cartta A Guillermo Cartta Al noble don Geronimo Tola Al noble don Cosma Tola 217 Al doctor Juan Efis Esquirro / c.10 v. Al noble don Juan Baptista Nurra Al doctor Juan Baptista Pinos Al noble don Ignacio Asquer Al noble don Juan Estevan Masones, y por el al noble don Ramon Masones Al noble don Jaime Borro Al noble doctor don Juan Baptista Borro Al noble don Juan Thomas de Castelvi Al noble don Juan Baptista Aleman Al noble don Joseph Sapatta A juan Baptista Jagaracho A Juan Baptista Mallas Al noble don Juan Francisco Guiraldi Al noble don Juan Thomas Guiraldi Al noble don Joseph de la Matta A Lucifero Santa Crus Al noble don Nicolas Guiraldi A Pere Domingo Peres Al secretario Pere Carboni Al noble don Ramon Masones Ignacio Cossu testigo. Francisco Antiogo Pinna testigo. Ioannes Baptista Pilo nottarius pro Liliu secretario. / 1697 dicembre 12, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato le lettere convocatorie senza le carte reali ai seguenti militari: don Francesco Montanacho, don Giovanni Battista Alziator, Carlo Alziator, don Stefano Asquer, don Demetrio Aymerich, don Luigi Asquer, don Ignazio Asquer, don Agostino Carcassona, don Antonio Giuseppe Carcassona, don Diego Carola, don Luigi Carola, don Raimondo Cugia, dottor Diego del Mestre del Rio, don Giovanni Angioy, don Giovanni Claveria, don Giovanni Tommaso Cuttis, don Giovanni Antonio Giuseppe Cuttis e per sua assenza a don Giovanni Tommaso, suo padre, don Giovanni Battista Galcerin, don Francesco Asquer, Giacomo Santus, Antonio Efisio Serra, don Placido Sisternes, don Marco Antonio Sisternes Manca Guiso, don Matteo Rocca, don Antonio Zapata, don Agostino Zapata e don Salvatore Astraldo. 15 218 Llista de las personas militars a les quals se ha entregat convocatoria sens lletra c. ll real per mi nottari infrascript per al real y generai Parlament celebrador per lo excellentissim senyor don Joseph de Solís, virrey, llochtinent y capita generai en lo present Regne de Sarderia y president en aquell en nom de sa real magestat, que Deu guarde, convocantlos per al die 26 del mes de gener de Laiiy 1698, son las seguents. Die 12 decembris 1697 Calari. Primo se ha entregat convocatoria al noble don Francisco Montanachio. Semblant a don Juan Baptista Alciator A Carlos Alciator A don Estevan Asquer A don Demetrio Aymerich A don Luys Asquer A don Ignacio Asquer A don Agustin Carcassona A don Ignacio Asquer A don Antiogo Salvador Carcassona A don Antonio Joseph Carcassona A don Diego Carola A don Luys Carola A don Ramon Cutgia Al doctor Diego del Mestre y del Rio A don Juan Angioy A don Juan Claveria A don Juan Thomas Cutis A don Juan Antonio Joseph Cutis, y per sa ausen0a al dit don Juan Thomas son pare. A don Juan Baptista Galcerin A don Francisco Asquer A Jayme Santus A Antonio Ephis Serra A don Placito Sisternez A don Marco Antonio Sisternes Manca y Guiso A don Matheo Rocca A don Antonio Capatta A don Agustin Capatta A don Salvador Astraldo Testimonis a dit entrego de las sobreditas convocatorias son Antonio Sadorro Farris y Antonio Fadda, escrivents que ferman. 219 Antonio Gavino Fadda so testimoni Antonio Sadorro Farris so testimoni Demetrius Brazo Cavada notarius pro Liliu secretario. 1697 dicembre 26, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato lettere convocatorie senza le carte reali ai seguenti militari: don Ambrogio Bacallar, Ottavio Frediani, don Antioco Cadello, don Francesco Ignazio Cadello, dottor Antonio Natter Torrella, Antioco Natter Torrella, don Giuseppe Olives, don Antonio Michele Olives, don Giuseppe Carta, don Demetrio Carta, don Saturno Carta, don Giovanni Battista Andrea Aurame, Tommaso Serra, dottor Giovanni Battista Carta, don Giovanni Gavino Assor, Antonio Giuseppe Esgrecho, Francesco Esgrecho, don Antioco de Sena, don Giuseppe de Sena, don Agostino de Sena, don Pietro Ripol, don Giovanni Emanuele Ripol, dottor Pietro Giovanni Carta Marcello, don Michele Francesco Bonfant Sanjust, Ignazio Frediani, don Giovanni Sanjust, don Francesco Sanjust, Giuseppe Marroccu, Pietro Marroccu, Tommaso Fontana, Francesco Soler, Efisio Soler e per sua assenza a Francesco, suo fratello, Antonio Marroccu, Agostino Luigi Lecca, Giacomo Borras, Giovanni Battista Borras, dottor Antioco Soler e, per sua assenza, al fratello Francesco. 16 En lo die 26 de decembre 1697 en Caller se han entregat las convocatorias als militars seguents. Primo a don Ambrosio Bacallar A Otavio Frediani A don Antiogo Cadello A don Francisco Ignacio Cadello Al doctor Antonio Natter y Torrella A Antiogo Natter y Torrella Al noble y magnifich don Joseph Olives A don Antony Miquel Olives A don Joseph Carta / c. t i v. A don Demitri Carta A don Sadorro Carta A don Juan Baptista Andres Aurame A Thomas Serra Al doctor Juan Baptista Carta A don Juan Gavino Assor 220 A Antonio Joseph Esgrecho A Francisco Esgrecho A don Antiogo de Ssena A don Joseph de Ssena A don Agustin de Ssena A don Pedro Ripol A don Juan Emanuel Ripol Al doctor Pedro Juan Carta Marcello A don Miquel Francisco Bonfant y Santjust A Ignaci Frediani A don Juan Santjust A don Francisco Sanjust A Joseph Marroccu A Perico Marroccu A Thomas Fontana A Francisco Soler A Ephis Soler, y per sa ausenvia a dit Francisco son germa A Antony Marroccu A Agustin Luys Lecca A Jayme Borras A Juan Baptista Borras Al doctor Antiogo Soler, y per sa ausen0a a dit Francisco Soler son germa Testimonis a dit entrego son Francisco Antiogo Pinna y Crissanti Serra d.esta ciutat. Antiogo Pinna so testimoni [Crisanti] Serra so testimoni Brazo Cavada notarius pro Liliu secretario. 1697 dicembre 27, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Díego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato lettere convocatorie ai seguenti militari: don Lorenzo Sanjust, Salvatore Rodriguez, Giovanni Agostino Rodriguez, don Alfonso de León, don Ignazio de León, dottor Lussorio Vacca, Efisio Vacca e, per sua assenza, al fratello Lussorio, don Pietro Giovanni Battista de la Matta, dottor don Giovanni Battista Bologna, don Francesco de Doni, don Salvatore Zatrillas, don Gerolamo Pitzolo, Cosimo Francesco Carta, Cristoforo Carta Manca, don Giovanni Gavino Carnicer, Antonio Valentino, Giovanni Maria Tatti, Francesco Tatti suo figlio, don Giovanni Garrucho, don Francesco Perez Pilo, don Gavino Bologna, don Filippo Bologna e, per 17 221 sua assenza, al padre Giovanni Battista, don Carlo Quesada e don Gavino Sotgiu. En los 27 de dit mes de decembre dit any 1697 en Caller se son entregadas las convocatorías seguents: Primo a don Loreino Santjust Al secretario Salvador Rodriguez A Juan Agustin Rodriguez A don Alonco de Leon A don Igna0o de Leon Al doctor Luxori Vacca A Ephis Vacca, y per sa auseinia al dit doctor son germa A don Pedro Juan Baptista de la Matta Al doctor don Juan Baptista Boloria A don Francisco de Doni A don Salvador Setrillas A don Geronimo Pitzolo A Cosme Francisco Carta A Christoval Carta y Manca A don Juan Gavino Carnicer A Antonino Valentino Al prothomedico Juan Maria Tatti A Francisco Tatti son fill A don Juan Garrucho A don Francisco Peez y Pilo A don Gavino Bolofia A don Phelipe Bolofia, y por sa ausencia al dit doctor Bolofia son pare A don Carlos Quesada A don Cavino Sotgiu c. 12 Testimonis a dit entrego son / Francisco Antiogo Pinna y Crisanti Serra d.esta ciutat que ferman. Francisco Antiogo Pinna so testimoni Crisanti Serra so testimoni Brazo Cavada nottarius pro Liliu secretario. 18 1698 gennaio 8, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato lettere convocatorie ai seguenti militari: don Stefano Marti, dottor don Francesco Malonda, don Gavino Antioco Martis, don Giuseppe Masones, don Francesco Masones, don Giovanni Battista 222 Satta, don Giovanni Francesco Satta, don Vincenzo Bacallar, don Vincenzo Bacallar Sanna e, per sua assenza, a don Vincenzo Bacallar, don Gerolamo Sanjust e per sua assenza a Michele Angelo Talesi, suo procuratore. Die octava mensis ianuarii 1698 Calari. Se son entregadas las convocatorias all militars seguents. A don Esteve Marti Al doctor don Francisco Melonda A don Gavino Antiogo Martis A don Joseph Masones A don Francisco Masones A don Juan Baptista Satta A don Juan Francisco Satta A don Vincente Bacallar A don Vincente Bacallar y Sanna, y per sa ausencia al dit don Vincente Bacallar. A don Geronimo Sanjust, y per sa ausencia a Miquel Angel Talesi son procurador. Testimonis a dit entrego Francisco Antiogo Pinna y Crissanti Serra d.esta ciutat, que ferman. Francisco Antiogo Pinna so testimoni Crisant Serra so testimoni Brazo Cavada nottarius pro Liliu secretario. 19 1698 gennaio 28, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato lettere convocatorie ai seguenti militari: don Giuseppe de Litala, don Antonio de Litala, Sebastiano de Montis, Giovanni Angelo de Montis e don Carlo Manca. Die 28 ianuarii 1698 Calari. Se son entregadas las convocatorias seguents. Primo a don Joseph de Litala A don Antonio de Litala A Sebastian de Montis A Juan Angel de Montis A don Carlos Manca Testimonis al dit entrego son Francisco Antiogo Pinna y Crisanti Serra. Francisco Antiogo Pinna so testimoni Così nel testo, invece di als. 223 Crisanti Serra so testimoni Brazo Cavada nottarius pro Liliu secretario. 1698 gennaio 29, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu segretario, certifica di aver consegnato la lettera convocatoria di don Baldassare Mereu a Ignazio Frediani. 20 Die 29 ianuarii 1698 Calari. Se ha entregat la convocatoria de don Baltazar Mereu a Ignaci Frediani, per a que se le remitesca. Testimonis los dits Pinna y Serra Pinna so testimoni Crisanti Serra so testimoni Brazo Cavada notarius pro Liliu secretario. 1698 febbraio 1, Cagliari Demetrio Brazo Cavada, notaio, in sostituzione di Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato lettere convocatone ai seguenti militari: Antioco Nin, don Gerolamo Rosso, don Gavino Martorell, don Gerolamo Gaya, don Giovanni Puliga e, per sua assenza, al figlio, don Giuseppe Zapata, don Michele Marti Masones, don Carlo Manca, don Raimondo Dexart, don Amatore Dexart, Antonio Ritzo, Giovanni Maria Canellas, Antonio Morteo, Gaspare Angelo Morteo e don Giuseppe Machin. 21 c. 12 v. Die prima februarii 1698 Calari Se son entregadas las seguents: Antiogo Nin Don Geronimo Rosso Don Gavino Marturell Don Geronimo Gaya Don Juan Puliga, y per sa absencia a son fa] Don Joseph Sappata Don Miquel Marti y Masones / Don Carlos Manca Don Ramon Dexart Don Amador Dexart Antonio Ritsu Juan Maria Canellas 224 Antonio Murteo Gaspar Angel Murteo Don Joseph Machin Presents per testimonis Francisco Antiogo Pinna y Crisanti Serra que ferman. Francisco Antiogo Pinna so testimoni Crisanti Serra so testimoni Demetrius Brazo Cavada nottarius pro Didaco Liliu secretario. / 1698 gennaio 21, Villasor Donna Teresa Pimentel Bazan scrive al viceré, conte di Montellano, a nome del figlio Artale, informandolo della grave malattia che impedisce a don Artale di partecipare alle Corti e di servire il sovrano; comunica inoltre di rimettere la lettera convocatoria e la carta dello Stamento militare al marchese di Soleminis, per diritto prima voce dello Stamento, che opererà a favore del servizio conformemente alla sua buona coscienza e come fedele vassallo. 22 Excelentissimo serior c. 12 bis De todo gusto mio sera el que esta halli a vuestra excelencia con salud que yo dezeo y he menester. Y aunque siempre anhelo estas noticias no las solicito por medio de mis cartas, por no canzar a vuestra excelencia, lo que no escuso hazerlo aora en nombre de mi hijo, el qual se pone a la obediencia de vuestra excelencia, dandole quenta de corno el dezeo que tenia de assistir a las Cortes para solicitar lo que fuera servício de ambas magestades, y el de vuestra excelencia, se hizo defirir el embiar combocatoria y carta de (.illustre Estamento militar asta veer si el podia assistir a entregarla. Pero viendo que la tenacidad de su mal no le permíte el que exejute sus buenos dezeos, la remite al marques de Soleminis, que es el que ha de assistir por primera voz en el Estamento, y que solo el conzuelo que le queda es cl que el marques obrara en [el] servicio de ambas magestades muy conforme su buena conciencia y fino vassallo de su magestad, que Dios guarde. Con que el no bara fatta en este tratado, y que Artal quedara rogando esto a Nuestro Senor y el que meresca tener muchas ordenes de vuestra excelencia para poder manifestar quan servidor de vuestra excelencia es, a quien guarde Dios los muchos anos que dezeo y he menester. Villa Sor 21 de henero de 1698. Excelentissimo serior. Besa las manos de vuestra excelencia su mayor serbidora. Dona Theresa Pimentel y Bazan. 225 Concuerda con su origina! que queda en mi poder. Palacio de Caller y agosto 2 de 1698. Don Gabriel Alvarez de Toledo Pellicer. Excelentissimo setior conde de Montellano / 1697 novembre 26, Cagliari Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, viceré di Sardegna, in virtù del provvedimento regio del 29 febbraio 1696, convoca i consiglieri della città di Cagliari perché partecipino al Parlamento che si terrà a Cagliari il 26 gennaio 1698, nel quale verranno trattate e decise le questioni inerenti il servizio, la buona amministrazione della giustizia, la difesa e la pace del Regno. In caso di impedimento a partecipare, il viceré dispone che i convocati si possano far rappresentare da procuratori dotati dei sufficienti poteri. 23 c. 13 Lo conde de Montellano adelantat de Jucatan et cetera. Als amats de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Caller, salut y dilessio. Per quant lo rey nostre senyor ab ses opportunes provissions de la data en Madrit als 29 del mes de febrer del ariy 1696, nos ordena, comet y mana que en sa real percona y nom celebrem y tingam generai Parlament, convocant per dit effecte los tres Estamens del present Regne per tratar y determinar en aquell les coses concernents y exguardants al serveí de Nostre Senyor Deu, bona administrassío de la justicía, concervassio de la real corona, benefissí de la Republica, custodia y defenza del present Regne, y pau y quietut de aquella. Per 90 vos diem, citam e intimam que per lo die 26 de gemer primo venient del aiiy 1698 siau y comparegau en esta ciutat de Caller deuant nos vos o vostre llegitim procurador be instruhit y ab suficient potestat, ab que sia de la matexa calitat y estat per assistir, tractar y oferir, concloure y fer tot lo demes en aquell convindra, a tal que les coses que seran per nos proposades y tractades se pugan ab tota brevetat determinar y concloure, segons sa real magestat ab sa real lletra, que ab les presents se os remet lo significa y mana, ab cominassio que dit termini passat vostra absencia en res no obstant se passara avant en dit real y generai Parlament, y conclusio de aquell. Datum en Caller als 26 de noembre 1697. El conde de Montellano adelantado de jucatan et cetera. Vidit Pastor regens Registrata et cetera. Liliu secretarius Didacus Liliu secretarius pro Gabella. Orden dirigida a los concelleres de la magnifica ciudad de Caller, para que 226 d[istri]buygat y entregue2 a los de 1.Estamento real las convocatorias que para elfo [se han] despachado. / 1697 dicembre 11, Cagliari Diego Lilliu, segretario, certifica di aver consegnato il dispaccio originale a Giovanni Efisio Esquirro, dottore in leggi e consigliere in capo della città di Cagliari, unitamente a due lettere reali e a due lettere convocatorie dirette allo Stamento reale e alla città. 24 c. 13 v. Die 11 decembris 1697 Calari. He entregat lo despacho originai de aquesta orde, en deguda forma despachat al doctor en tots drets Juan Ephis Esquirro, donzell y conceller en cap d.esta magnifica ciutat de Caller, iuntament ab dos lletras reals: una dirigida a l.illustre Estament real, y la altra dirigida a dita magnifica ciutat; y dos convocatorias estampadas: la una dirigida axi bé al dit illustre Estament y la altra dirigida a dita magnifica ciutat, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. [1697 dicembre 11, Cagliari] Diego Lilliu, segretario, certifica di aver inviato le lettere convocatorie alle altre città del Regno: Sassari, Oristano, Alghero, Bosa, Iglesias e Castellaragonese. 25 Altras convocatorias estampadas y ab lletras reals se han despachat en la deguda forma per a les demes magnificas ciutats del present Regne, que son las seguents: La ciutat de Sasser La ciutat de Oristan La ciutat de Bosa La ciutat de Iglesias La ciutat de Castillo Aragonez Didacus Liliu secretaríus. / 26 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano invia al capitano di Iglesias le lettere convocatorie ' Così nel testo, invece di distribuygan. Così nel testo, invece di entreguen. 2 227 perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile alle persone indicate nella lista allegata; nel contempo chiede di segnalare i nomi dei militari della città che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. c. 14 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan, llochtinent y capita generai et cetera. Noble capita de la ciutat de Iglesias, amat de sa magestat. Per quant convé al servey de sa magestat que les lletres convocatories per al real y generai Parlament que nos mana celebrar en lo present Regne, axi las de la prefata real magestat com las nostras, las quals ab las presents se os remeten, se donen y entreguen a las personas a qui van dirigides que son las contengudas en la lista que fermada del secretari infrascrit axi be ab les presents se os remet a part. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals os diem, cometem y manam que encontinent aquelles rebreu, atgiau de fer donar y entregar dites lletres convocatories a dites persones en dita llista expressades, mediant un ministre y notari de exa ciutat ab dos testimonis, fentne continuar acte al peu de dita llista perque conste de dit entrego, la qual junt ab les presents nos tornareu a remetre ab lo cuydado y diligencía y brevetat que de vos se espera. [Y si] a cas se trobassen en exa dita ciutat alguns altres militars ultra] los contenguts en la predita llista, nos ne dareu avis perque lis [pu]gam enviar las convocatorias que per no tenirne notissia se de[xan] de enviar; e no fassau lo contrari si la grassia regia teniu cara y la pena de doscents ducats, que ab les presents os imposam, desitgiau evitar. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1697. El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera. Liliu secretarius pro Gabella. Orden para que el capitan de la ciudad de Iglesias distribuiga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares de la refferida ciudad./ 27 [1697 novembre 26, Cagliari] Elenco delle persone della città di Iglesias a cui vengono rimesse le convocazioni: decano, canonici e Capitolo, consiglieri civici, don Gavino Salazar, don Francesco Sahona, don Luigi Pintus Cani, don Antioco de Espinosa, don Giuseppe Corria, don Giovanni Battista Corria, Giovanni Galceran Otger, Francesco Otger, don Ignazio de Espinosa, Giovanni Maria Canellas, don Demetrio Pintus, don Luigi Pintus, don Giuseppe Salazar, don Antonio 228 Salazar, don Ignazio Salazar, don Agostino Salazar e don Giovanni Maria Sahona. Llista de las perconas de la ciutat de Iglesias a les quals se han remes convocatories per lo real y general Parlament, i son los seguentes: Primo als venerables daga y canongies y Capito] de Iglesias. Als amats y fiels de sa magestad los concellers de la magnifica ciutat de Iglesias. A don Gavino Salazar A don Francisco Sahona A don Luys Pintus Cani A don Antiogo de Espinosa A don Joseph Conia A don Juan Baptista Conia A don Juan Galzeran Otgier A Francisco Otgier A don Ignassi de Spinosa A Juan Maria Canellas A don Demitrio Pintus A don Luis Pintus A don Joseph Salazar A don Antonio Salazar A don Ignacio Salazar A don Agustin Salazar A don Juan Maria Sahona Liliu secretarius. c. 15 1697 dicembre 28, Iglesias Antonio Pisano, notaio pubblico, certifica di aver consegnato le lettere convocatone rimessegli da don Giuseppe Corna Natter, capitano di Iglesias, ad eccezione di quelle i cui destinatari sono nel frattempo deceduti. Diego Lilliu annota che le convocazioni restituite sono quelle di don Luigi Pintus Cani, di don Giovanni Battista Corna, dí don Giuseppe e di don Antonio Salazar. 28 Certifique y fee de veritat fas yo notari infrascrit de com inseguint la orde de sa excellencia sots la data en Caller als 26 de nouembre propassat present y corrent [ani], remesa al noble y magnifich don Joseph Conia y Natter, capita a guerra de la present ciutat de Iglesias, en que se li mana que mediant notari, ministre y testimoni se distribuis las convocatorias als / qui vingueren dirigidas, segons la present y retroescrita lista en cuya execucio las tinch dades y entregades en proprias mans de aqueills, 229 c. 15 v. mediant eo en presencia de Salvador Corona, rnisso d.esta Real Curia, Juan Gambula de Nicolau, y Juan Olarju de Joseph de dita ciutat, que serviren per testimonis, excepto las que se tornan a remetre ja per duplicat, com y per haver passat d.esta per a millor vida, en fee y testimoni de lo qual ne fas y ferme la present. Vuy en Iglesias y decembre als 28 de 1697. Antoni Pisano per autoritat apostolica y real notari publich de quibus et cetera. Las convocatorias que bolvio son las de don Luys Pintus Cany, la de don Juan Bautista Corna, la de don Joseph Salazar y la de don Anioni Salazar, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano invia al capitano del giudicato di Ogliastra le lettere convocatorie perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile ai militari che si trovano nelle ville di Thrtolì e di Oliena, indicati nelle liste allegate; nel contempo chiede di segnalare i nomi degli militari che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. 29 c. 16 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan virrey, llochtinent y capita generai. Capita del judicat de 011astre. Amat de sa magestat, salut y dilectio. Per quant conve al servei de sa magestat que les lettres convocatories per lo real y generai Parlament que nos mana celebrar en lo present Regne, axi las de la prefata real magestat com las nostras, les quals ab les presents os remetern, axi per als militars que se troban en la vi]a de Tortoli com en la de Oliena expressats en las llistas que respective van en lo plech a vos dirigit se entreguen ab tota puntualitat. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals diem, cometem y manam que, encontinent les presents os seran presentades, hatgiau y degau de fer donar y entregar dites lletres convocatories a dites percones en dites llístes expressades que van fermades del secretari infrascrit, mediant un notari de les viles en dites ilistes contengudes y ab dos testimonis, fentne continuar acte al peu de aquelles perque conste de dit entrego. Las quals, iunt ab les presents, nos tornareu a remetre ab lo cuydado, diligencia y brevetat que de vos se espera. Y si a cas se trobassen en dites viles alguns altros militars ultra los contenguts en las preditas llistas, nos ne dareu avis perque lis pugam enviar las convocatorias que, per no tenirne noticia, se dexan de remetre. E no fassau lo contrary si la grassia [regia]' teniu cara, y la pena de doscents ductas, que ab les presents os imposam, desitgiau evictar. Datum en Caller als 26 de nouembre de 1698. El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. ' In B c. 10. 230 Registrata et cetera. Liliu secretarius pro Gabella Orden para que el capitan del judicado de 011astre distribuyga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares del referido judicado. / [1697 novembre 26, Cagliari] Elenco delle persone a cui sono state inviate le convocazioni. Villa di Tortolì: Giovanni Battista Esgrecho, don Serafino Cardia, don Giuseppe Cardia, Carlo Pisano, don Luigi Cardia, don Salvatore Angelo Cardia, Giovanni Domenico Puliga, Giovanni Tommaso Puliga, don Sebastiano Cardia, Tommaso Puliga e Francesco Cadello. Villaputzu: don Antonio Maria de Plano. Muravera: don Francesco Sulis. 30 Llista de las personas de la vila de Tortoli a qui se ha remes convocatorias per al c. 18 rea] y generai Parlament. Son las seguents. E primo a don Juan Baptista Esgrecho A don Seraphín Cardia A don Joseph Cardia A Carlos Pisano A don Luis Cardia A don Salvador Angel Cardia A Juan Domingo Pulíga A Juan Thomas Puliga A don Sebastian Cardia A Thomas Puliga A Francisco Cadello Liliu secretarius. Villa Putzo A don Antonio Maria de Piano Muravera A don Francisco Sulis Liliu secretarius. 31 1698 gennaio 2, [Tortolì] Nicola Gaetano Airaldo, notaio pubblico, come da mandato di Antioco 231 Leon Celis, capitano del giudicato di Ogliastra, certifica di aver consegnato le lettere dí convocazione ai cavalieri della villa di Tortoli, ad eccezione di quelle destinate a don Serafino e don Sebastiano Cardia e a Giovanni Tommaso Puliga, perché deceduti. c. 16 v. Certifique de veritat yo nottari publich infrascrit que vuy die present que contam dos, dicese dos, del corrent mes de gener 1698, lo magnifich Antiogo Leon Celis, capitta y jutge ordinari en lo present judicat de Ullastre, me ha entregat lo numero de vostras lletras convocatorias per entregar.las als cavallers de la present vila de Tortoli, eo a.qui ivan dirigidas aquellas, segons lista fermada del secrettary de la Real Audiencia. Y en execucio del manarnent de dit magnifich capitta, y en conformitat de la present orde de sa excellencia, me so transferit personalment en compania de Antoni Salis major, Sebastia Dessi minor, Luxori Crobu y Elias Lai, jurat, tots de la present vila, en las casas y abitassions dels nobles don Francisco Cadello, don Joseph Cardia, don Silvestro Angel Cardia, Thomas Puliga donzeill, Juan Baptista Esgrecho, donzeill, y Juan Domingo Puliga, axi bé donzeill, tots de esta dita y present vila, y en presencia de aquells lis tinch entregat las ditas convocatorias, segons ivan dirigidas ab los noms y cognoms a cada respective de dits nobles cavallers. Y tocant a la que íva al noble don Luis Cardia, aquella se la te entregada en proprias mans lo sobredit major presents los matexus testimonis, segons lo dit major en presencia de aquells matexus me te dat c. 17 relassio a mi infrascrit notari de haver.la axi entregada a dit don Luis Cardia; / y a Carlos Pisano, cavaller, se la tinch entregada en presencia de dit major y de Luciano Birrachy, official de la present vila, y [al]tras tres lletras convocatorias no se son entregadas per quant Juan Thomas Puliga, donzeill, don Sebastia Cardia y [Sera]fhi Cardia aquells molts anys han passat de aquesta per a millor vida, y ditas convocatorias reposan en poder de [dit magnifici)] capitta per restituhir.las a dita sa excellencía. De totes dites coses yo Nicolas 'Gaietano Arialdo, notari publich de la present vila, fas fee y testimoni de veritat. Luciano Birrachi so testimoni. / 1698 gennaio 2, Tortolì Antioco Leon Celis, capitano e giudice ordinario del giudicato di Ogliastra, riferisce di aver consegnato le convocazioni a Nicola Gaetano Airaldo, notaio pubblico, perché le distribuisca ai militari della villa di Tortolì, come da mandato viceregio; al termine delle operazioni di consegna risulta che occorrono ancora le lettere di convocazione per don Giovanni Tommaso Quigino, don Giovanni Battista Cardia, don Giuliano Cadello, don Pietro 32 In B c. 10 v. 232 Diego Cardia ed il donnicello Demetrio Angelo Guiso, tutti di Tortoli, ed anche per don Francesco Pinna Tolu e Mauro Tolu della villa di Oliena. Die a 2 de jener 1698 Tortoli La present orde de sa excellencia es estada presentala a mi Antiogo Leon capita y jutge ordinary en lo present judicat de Ullastre, rebuda la qual onere debito fas de resposta prontus paratus obeir lo que se me mana, y en execucio de la qual tinch entregat las convocatorias que ab la present se me a entregat a Nicolas Gaiettano Airaldo, nottari publich, per a que, mediant testimonis, las dega distribuhir als militars que son en la present vila, y ne fassia acte de dit entrego del modo resa en dita y present orde a mí comisa y ordenat per dita sa excellencia, y ditas convocatorias a mi presentadas, segons consta en dita nista, son estadas treze: dos a la de Sarrabus, una para lo noble Antoni Maria de Plano y la altra al noble don Francisco Sulis, las quales tinch remes ab correo a posta; y de las onze se ne a entregat vuit; y las 3 que son restadas, que son la del noble don Serafhin Cardia, la de don Sebastian Cardia y la de Juan Thomas Puliga no se han entregat per aver passat d.esta a minor vida, que per co se restituhexen en poder de dita sa excellencia. En quant es per a la de Oliena, ni he rebut ni se me a entregat y a lo que me consta ya dos: los noble don Francisco Pinna Tolu, y Mauro Tolu, donzeill; y en la present vila consta aver ames de las convocatorias que se a entregat y a altres, sino que son don Juan Thomas Quigino, don Juan Baptista Cardia, don Julian Cadello, don Pere Diego Cardia y Deometrio Angel Guiso, donzeill, als quals no se lis a entregat per no aver enviat, y acó fas de resposta y ferme. Antiogo Leon Celis c. 16 v. [1698 gennaio ..., Cagliari] Elenco delle lettere di convocazione che Diego Lilliu trasmette al capitano del giudicato di Ogliastra, in seguito alla richiesta del 3 gennaio, per i seguenti militari: don Giovanni Battista Cardia, don Giuliano Cadello, don Pietro Diego Cardia, don Giovanni Tommaso Quigino e Demetrio Angelo Guiso della villa di Tortolì ed anche don Francesco Pinna Tolu e Giovanni Mauro Tolu della villa di Oliena. 33 Convocatorias que se remeten per als militars de que avisa lo capita del judicat de 011astre ab sa lletra dels 3 de gener del corrent any 1698 son los seguents: Tortoli Primo al noble don Juan Bautista Cardia Al noble don Julia Cadello / Al noble don Pere Diego Cardia 233 c. 18 c. 18 v. Al noble don Juan Thomas Quigino A Demetrio Angel Guiso Oliena Al noble don Francisco Pinna Tolu A Juan Mauro Tholu Liliu secretarius. / 1698 gennaio 20, Tortoli Antioco Leon Celis, capitano di Ogliastra, assicura il viceré di aver consegnato, in aggiunta a quelle precedenti, le ultime lettere di convocazione. 34 c. 19 Excelentíssimo sefior Haviendo resebido la carta de vuestra excelencia con las convocatorias, me ordena entregar a los cavalleros que quedaron sin entregarles de las convocatorias que vuestra excelencia me embió la primera ves, las quales se an entregado con el mismo nottario y dos testigos, segun se hiso a los primeros, y la orden que vuestra excelencia me remitió y agora me lo ordena en la dicha cartta, y juntamente tengo despachado correo a la de Oliena empoder' del maior, para que entregasse con un nottario y dos testigos las dos convocatorias que vuestra excelencia me ordena remitir a don Francisco Tolu Pinna y Mauro Tolu, cavallero hidalgo de dicha villa de Oliena. Y assy lo tengo puesto en execussion el mismo dia que reseby la cartta de vuestra excelencia, junto con dichas convocatorias segun vuestra excelencia me lo tiene ordenado. Y para que vuestra excelencia tenga notissia de aver.lo assy executado, segun me lo manda, y es de my precisa obligassion, me a paressido con esta avisarlo a vuestra excelencia por my descargo, y en lo demas quedo tomo siempre rendido a los pies de vuestra excelencia, a cuia excelentissima persona el cielo guarde muchos arios con los dilactados anos que su magestad y este Reyno le desea. Tortoli y henero a 20 de 1698. Excelentissimo sefior. Criado de vuestra excelencia, que sus pies y manos besa. Antiogo León Celis. / 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che don Francesco Pinna Tolu e Giovanni Mauro Tolu di Oliena hanno inviato i certificati comprovanti il loro diritto di voto nelle Corti e che sono stati abilitati, come risulta dal processo delle Corti. 35 i Così nel testo, invece di en poder. 234 c. 19 v. Die decimo mensis martii 1698 Calari. Haviendo despachado las convocatorias para don Francisco Pinna Tolu y Juan Mauro Tolu de la villa de Oliena, estos embiaron sus poderes para votar en las Cortes y fueron habilitados con voto; consta por los auctos de habilitaciones y por las listar de habilitados que estan en este processo, de quibus et cetera. Didacus Liliu. / 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano, viceré di Sardegna, invia agli ufficiali delle incontrade di Parte Montis e di Marmilla le lettere convocatorie perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile alle persone indicate nella lista allegata; nel contempo chiede che vengano segnalati i nomi dei militari delle ville che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. 36 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan , virrey, llochtinent y capita generai et cetera. c. 20 Oficials de las encontrades de Partemontis y Marmilla, amats de sa magestat, salut et cetera. Per quant conve al servey de sa magestat que les lletres convocatories per lo real y generai Parlament que nos mana celebrar en lo present Regne, axi las de la prefata real magestat com las nostras, les quals ab les presents vos remetem, per a que se donen y entreguen a les persones a qui van dirigides, que son les contingudes en la llista que fermada del secretari infrascrit, axí be ab les presents, vos remetem a part. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals os dihem y manam a vosaltres sobredits oficials per a que, encontinent les presents rebreu, hagiau de fer donar y entregar dites lletres convocatories a dites persones en dita llista expressades, cascú eri vostra respective jurisdicio, mediant un notari de les viles en dita llista contengudes y ab dos testimonia; fentne continuar cadahu de vosaltres en sa jurisdicio acte al peu de dita llista perque conste de dit entrego. La qual, iunt ab les presents, nos tornareu a remetre ab lo cuydado, diligencia y brevetat que de vosaltres se espera. Y si a cas se trobassen en dites viles de dites respective encontrades alguns altres militars, ultra los contenguts en la present llista, nos ne dareu avis perque lis pugam embiar les convocatories, que per no tenirne noticia se dexan de remetre. Y no fassau lo contrari si la gratia regia teneu cara, y la pena de doscents ducats, que ab les presents a cadahu de vosaltres imposam, desigiau evitar. Datum en Caller als 26 de noembre 1697. El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. Pastor regens. Registrata et cetera. Liliu secretarius pro Gabella. 235 Orden para que los officiales de las encontradas de Parte Montis y Marmilla distribuigan y entreguen las convocatorias despachadas para los militares de las referidas encontradas. / Convocati dell'incontrarla di Parte Montis. Villa di Simala: don Sisinnio, don Francesco, don Michele, don Sisinnio, don Monserrato, don Felice e don Michelino Diana. Villasor: Biagio Sucharello. Lunamatrona: don Francesco Usai. Convocati dell' Mcontrada di Marmilla. Don Antonio Cadello di Setzu, don Vincenzo Usai di Pauli Arbarei, don Antioco Usai di Villamatrona. Masullas: Giovanni Santus Coni. Convocati di Formi. Giovanni Francesco Carta Meli s, Sebastiano Ignazio Carta Marcello, Giovanni Paolo Carta Marcello, Giovanni Francesco Carta Marcello, don Giovanni Francesco Sisinnio Melis Satta, don Ambrogio Nicola Melis Satta, Giovanni Stefano Lussorio Carta Marcello e Sebastiano Carta Pirisi. Genuri: convocazione consegnata a don Sisinnio Maxia perché la rimetta a don Emanuele de c. 22 Llista de las personas de la encontrada de Partemontis a qui se ha remes convocatorias per al real y generai Parlament; son las seguents: Simala A don Sisinnio Diana A don Francisco Diana A don Miguel Diana A don Sísinnio Diana A don Moncerrate Diana A don Felix Diana A don Miguelillo Diana Liliu secretarius Villa Sor A Blas Sucharello Liliu secretarius Lunamatrona A don Francisco Usai 236 Liliu secretarius Llista de las convocatorias remesas als militars de la encontrada de Marmilla. A don Antonio Cadello de Setzo A don Vincent Usai de Pauliarbarey A don Antiogo Usai de Villamatrona Liliu secretarius Masulas A don Juan Santus Coni Pilo nottarius pro Liliu secretario Convocatorias remesas als militars de la villa de Fonni. Fonni A Juan Francisco Carta Melis A Sebastia Ignassi Carta Marcello A Juan Pau Carta Marcello A Juan Francisco Carta Marcello A don Juan Francisco Sisinio Melis Satta A don Ambrosio Nicolas Melis Satta A J uan Estevan Luxorio Carta Marcello A Sebastia Carta Pirisi Liliu secretarius. Genuri A don Sissinio Maxia, que se ha entregado para remitirsela al noble y magnifico don Manuel de Litala. / 1698 gennaio 4, Genuri Giovanni Francesco Puddu, notaio e ufficiale dell'incontrada di Marmilla, dichiara che l'ordine del viceré gli è stato consegnato dal maggiore della villa di Siddi. 37 A quatre del mes de gener 1698, Genuri. La present y trasescripta orde de sa excellencia es estada entregada per lo major de la vila de Siddi a mi official de la encontrada de Marmilla infrascrit, y vist lo que se me mana fas de resposta prontus et paratus. Juan Francisco Puddu notari y official. / 237 c. 20 v. 38 1698 gennaio 4, Lunamatrona Giovanni Francesco Sechi, notaio pubblico, come da mandato di Giovanni Francesco Puddu, ufficiale dell'incontrada di Marmilla, certifica di aver consegnato a don Francesco Usai della villa di Lunamatrona le lettere di convocazione per i militari. c. 22 v. A quatre dies del mes de gener ai-1y de 1698, Luna Matrona. De orde y manament del magnifich Juan Francisco Puddu, official y jutge ordinary de la present encontrada de Marmilla, COM a executor de las ordens de sa excellencia dels 26 del mes de noembre proxim passat de 1697, he notificat, dat y entregat en proprias mans del noble don Francisco Usai de la present via las Iletras convocatorias de mílitars per al real y generai Parlament del present Regne, de la matexa e prekalendada data especialment dirigidas al dit noble Usai, essent testimonis Juan Medda, comorant en la vila de Genuri, y Miquel Hetzi massaio, de la present vila, que no saben escriure y per cc, no ferman, y axi lo ferme yo infrascrit notari de llur part. Ioannes Franciscus Sechi publicus Luna Matronensis nottarius. 39 1698 gennaio 4, Pauli Arbarei Nicola Villa, notaio, dichiara di aver ricevuto la convocazione viceregia per il Parlamento'. A 4 de gener 1698, Pauli. He rebut ab lo degut acapte la convocatoria de sa excellencia per lo real generai Parlament faedor lo present any. Nicolau Villa nottari. 40 1698 gennaio 6, Masullas Sisinnio Saiu, luogotenente e giudice ordinario dell'incontrada, dichiara di aver ricevuto l'ordine del viceré e assicura pronta esecuzione. c. 30 A sis dies del mes de jener 1698 a la una de la nit, Masullas et cetera. La present y retro escripta orde de sa excellencia es estada presentada a.mi infrascrit llochtinent y jutge ordinari de la present encontrada, y rebuda ab lo acapte fas de resposta promptus et paratus, y aco per ausencia de l.official y lo ferma de ma mia. Sisini Saiu secretari. Si tratta con molta probabilità della convocazione per don Vincenzo Usai, unico militare di Pauli Arbarei, come si ricava dal doc. n. 36. 238 1698 gennaio 7, Masullas Michele Porcella, notaio pubblico di Mogoro, certifica di aver consegnato su mandato di Sisinnio Saiu, notaio e giudice ordinario dell'incontrada, la convocazione a don Giovanni Santus Coni. 41 c. 22 v. A set dies del mes de jener 1698, Masullas. De manament a mi verbo dat per lo magnifích Sisinni Saiu, nottari y jutge ordinari de la present encontrada, com a mero executor de las ordens de sa excellencia dadas en Caller als 26 de noembre 1697, he notificat, dat y entregat en proprias mans del noble don Joan Sanctus Coni, de la present vila, las lletras convocatorias per a dit noble Coni dirigides per al real y generai Parlament del present Regne com a militar, de la matexa y refferida datta, a les quals coses foren presents per testimonis Diego Cadoni y Joan Domingo Cabra de la present vila, que per no saber escriure ferma per ells lo nottari infrascrit. Michael Porcela publicus Mogoro nottarius. 42 1698 gennaio 7, Simala Michele Porcella, notaio pubblico di Mogoro, certifica di aver consegnato le convocazioni ai nobili Michele e Monserrato Diana. Dicto die, Simala et cetera. c. 22 v. Semblant entrego se ha fet als nobles don Miquel Deana, y don Montserrat Deana a casu de las suas lletras convocatorias per a dit real y generai Parlament del present Regne, de la matexa datta de los 26 de noembre 1697, essent presents per testimonis Antoni Cara y Joan Domingo Cabra de Masullas, presents, que no saben escriure, y se ferma per ells lo notari infrascrit, de quibus et cetera. Portela notari. 43 1698 gennaio 8, Masullas Michele Porcella, notaio pubblico di Mogoro, certifica di aver consegnato la convocazione a don Sisinnio Diana Coni di Simala. A 8 de dit mes y ani, Masullas et cetera. Semblant entrego se ha fet al noble don Sisinni Deana Coni de Simala de las lletras convocatorias a eli dirigidas, per lo que acudint &l, o qui per eli, en lo refferit die dels 26 del corrent per lo real y generai Parlament; presents per testimonis Antoni Angel' / Casu y Juan Georgi Pinna, escrivents, de esta vila, y se ferman et ' l nomi Antoni Angel sono ripetuti nella c. 23. 239 c. 23 cetera. Juan Jordi Pinna testimoni Antoni Angel Casu so testimoni Porcela notari. 1698 gennaio 9, Ales Michele Porcella, notaio pubblico di Mogoro, certifica di aver consegnato la convocazione a don Francesco Diana di Simala, domiciliato in Ales. 44 A 9 de jener 1698, Ales Semblant entrego y notificassio se ha fet al noble don Francisco Deana de Simala y domiciliat en esta terra de Ales de les letras convocatorias a eli dirigides, per a que acuda personalment, o per son procurador, per lo die refferit de los 26 del present per lo real y generai Parlament; y lo ferma de sa ma, de quibus et cetera. Don Francisco Diana Idem Porcela nottari. 1698 gennaio 9, Simala Michele Porcella, notaio pubblico di Mogoro, certifica di aver consegnato le convocazioni ai nobili Sisinnio e Felice Diana di Simala. 45 Dicto die, Simala et cetera. Semblant notificassio y entrego se ha fet de ditas Iietras convocatorias als nobles don Sisinnio y don Felix Diana desta vila, y en fe se ferman de sas mans, de quibus et cetera. Don Sisini Diana Don Felix Diana Idem Porcela notari. / 1698 gennaio 10, MasullasSivinnio Saiu [notaio e giudice ordinario dell'incontrarla] riferisce di aver dato esecuzione all'ordine del viceré circa la consegna delle convocazioni; nello stesso tempo restituisce la convocazione indirizzata a don Michele Diana che si trova a Cagliari per motivi di studio e informa che ne occorrono delle altre per i nobili Sisinnio, Antonio, Pietro e Ignazio, quest'ultimo dimorante a Cagliari per motivi di studio, tutti figli del fu don Nicola Coni; ed anche per don Pietro Diana Alivesi che si trova a Simala. Il Saiu infine restituisce tutte le lettere riguardanti i militari di Villasor e di Fonni in quanto non pertinenti all'incontrada di Parte Montzs. 46 240 Excelentissimo sefior. c. 21 Obedeciendo tomo devo las ordenes de vuestra excelencia que recevi en los 6 d.este con la reverenda devida a su excelentissima persona, se han entregado las convocatorias venian adjuntas a los militares d.esta encontrada, para que acudan el dia aplazado para el real y generai Parlamento, de cuyo entrego se ha continuado aucto ante notario al pie de la lista en que expressa los nombres de dichos militares, con advertencia que a don Miguelillo Deana no se ha entregado por estar en essa ciudad entretenido en los estudíos, y assi la buelvo a remitir. Mandarne vuestra excelencia que haviendo en esta encontrada otros militares amas de los contenidos en la Mista, le de aviso. Prevengo a vuestra excelencia que en.esta de Masullas estan don Sisinnio, don Antonio, don Ignacio y don Pedro Coni, hijos del quondam don Nicolas Coni, de los quales don Ignacio esta tambíen entretenido en los estudios de essa ciudad; y en dicha de Simala esta don Pedro Deana y Alivesi. Con la refferida orden recevi tambien las para los militares de Villa or y Foni, y aunque los nombres d.ellos van expressados en la dicha lista, la orden no se extiende amas de los desta encontrada, y por no exceder las rema° a vuestra excelencia para que disponga lo que fuere servido. Guarde Díos a vuestra excelencia largos aftos de vida corno meree y este su rendilo criado le dezea. Masullas y henero 10 dias de 1698. Excelentissimo sefior Besa a vuestra excelencia las manos su menor criado Sisini Saiu. / 47 1698 gennaio 26, Masullas Demetrio Pinna, notaio e scrivano pubblico, certifica che Sisinnio Saiu, luogotenente di Partemontis, ha consegnato la lettera di convocazione a don Sisinnio Coni Diana di Masullas. A 26 de gener 1698, Masulas et cetera. c. 29 Lo magnifich Sisini Saiu, llochtinent de Parte Montis, te entregat vuy die present, en presentia de Lescriva y testimonia infrascrits, al noble don Sisini Coni Diana de Masulas las lletras citatorias y convocatorias del real Parlament, que al dit llochtinent se li es estada renesa per Diego Liliu secretari de la Real Audientia, dirigida al dit noble don Sisini. Y perque de ditas cosas conste mana a mi, escriva y notari de causas infrascrit, continuarne lo present acte perque se puga remetre coppia de dit entrego al dit Liliu, segons en sa lletra misiva se li ordena al dit magnifich llochtinent, die y ani sus dit et cetera. Testimonis son Salvador Solinas y Salvador Cauli, tots de la present vila, presents trobats al dit entrego fet per dit llochtinent al dit noble don Sisini, y no ferman et cetera. 241 Demetry Pinna nottari de causas y escriva publich. / c. 29 v. La qual coppia concorda ab son originai taliter quod. Demetry Pinna escriva publich. / 1698 gennaio 23, Genuri Giovanni Francesco Puddu [notaio e ufficiale dell'incontrada di Marmilla] restituisce al viceré le convocazioni indirizzate a don Antonio Cadello e a don Antioco Usai dí Setzu e di Villamatrona, perché deceduti, e comunica che occorre una convocazione per don Sisinnio Maxia di Genuri. 48 c. 24 Muy illustre regente mi sefior. Remitto a vuestra sefioria las cartas que me han remitido: una es del noble quondam don Antonio Cadello de la villa, y la otra del noble quondam don Antiogo Usai de Sezu y Villamatrona, y todos los dos estan en la otra vida. Y assi se las remito y prevengo que en esta encontrada no hay a.quien intimar que a don Sisinio Maxia de Genuri se lo aviso para que vuestra sefioria enbie la carta convocatoria. Dios guarde a vuestra sefioria muchos anos. Genuri a 23 de henero 1698. Criado y servidor de vuestra senoria que sus pies besa. Juan Francisco Puddu. / 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che don Sisinnio Maxia di Genuri ha inviato i certificati comprovanti il suo diritto al voto nelle Corti e che è stato abilitato, come risulta dal verbale degli atti delle abilitazioni. 49 c. 24 v. Die decima mensis martii 1698, Calari et cetera. Haviendose despachado convocatoria para el retroscripto don Sisinio Maxia de la villa de Genuri, aquel embió poderes y fue habilitado en estas reales y generales Cortes, segun consta de los auctos en el propeso de habilitaciones d.este real y generai Parlamento, y en la lista de los militares habilitados que van en este processo a.que me refiero, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. [1698 gennaio, Cagliari] Diego Lilliu certifica che le convocazioni per i militari di Fonni sono state consegnate a Pietro Giovanni Carta Marcello, dottore in leggi, che si trova nella città di Cagliari 50 242 Las de Fonni que restituiex ab esta se han entregat al doctor en drets Pere Juan c. 21 v. Carta Marcello per a remitir.las als dits militars de Fonni, menos la de Juan Estevan Carta Marcello a qui se es entregada per trobar.se en esta present ciutat de Caller, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. [1698 gennaio, Cagliari] Diego Lilliu certifica che le convocazioni per i militari di Villasor sono state consegnate a Michele Angelo Talerio. 51 Las dels militars de Villa Sor se es entregada a Miguel Angel Talerio' per remetre.las ad aqueill, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius 1698 gennaio 20, Fonni Sebastiano Carta Serra, notaio pubblico, certifica di aver consegnato le convocazioni a Giovanni Francesco e Giovanni Paolo Carta Marcello, a Sebastiano Carta Pirisi e Giovanni Battista Ignazio Carta Sanna, tutti donnicelli di Fonni. 52 Certifique y fas fe de veritat yo nottari publich de com Juan Francisco Carta c. 27 Marcello, Juan Pau Carta Marcello, Sebastia Carta Pirisy y Juan Baptista Ignasy Carta Sanna, jermans casigermans y fili respective, donzeills, tots de la present vila de Fonny, en los devuit del present y corrent mes de gener del present ayn 1698 han rebut en presensia de mi dit notari y testimonis infrascrits, de mans de Juan Esteva Marrocu de esta vila, las convocatorias de sa excellencia per acudir per si o per llegitim procurador per al real y general Parlament, que se ha de fer lo present ayn en la ciutat de Caller per dita sa excellencia com a president de aqueill, despachadas ditas convocatorias en los 26 del propassat mes de noembre del ain axibe2 / passat 1697. En fe y testimoni de lo qual fas y ferme la present certificatoria, la c. 27 v. qual per major corroborassio va fermada de los dits testimonis, que son Antoni Todde y Juan Angel Martello Tronchi, tots de la predita vila de Fonni, que per saber escriure se ferman. Fonni y gener a 20 de 1698. Juan Francisco Carta Marcello Sebastian Cartta Pirisi 2 Nel testo compare Taleso. La parola axibe è ripetuta a c. 27 v. 243 Juan Pablo Cartta Marello Juan Bauptista Carta Sanna Antonio Todde soi testigo Ita est Sebastianus Carta Serra publicus nottarius. / 53 1698 gennaio 20, Fonni Don Giovanni Francesco Sisinnio Melis Satta dichiara di aver ricevuto la convocazione al Parlamento per mano di Sebastiano Ignazio Carta Marcello, cavaliere di Fonni. c. 28 He resebido la conbocatoria para las Cortes que comenzaran a 26 d.este mes, qual me entrega Sebastian Iriatio Cartta Marcello, cavallero de Fonny. A los 20 de henero de 1698. Don Juan Francisco Sisinio Melis Satta 1698 gennaio 20, Fonni Don Agostino Ambrogio Melis Satta dichiara di aver ricevuto la convocazione per mano di Sebastiano Ignazio Carta Marcello. 54 Y axi mesmo tengo recevido yo, don Agustin Ambrosio Melis Sata, la convocatoria de su excelencia para las Cortes por manos de dicho Carta Marcello, segun la firmo de mi mano. En Fonny y henero 20 de 1698. Don Agustin Ambrosio Melis Satta. / 1698 gennaio 27, Villasor Francesco Matta, notaio pubblico, certifica che Giovanni Molino, notaio pubblico e commissario del marchesato di Villasor, ha consegnato le lettere di convocazione ai militari elencati nella lista compilata da Diego Lilliu: don Gaspare Sillent, don Paolo Solar, don Giorgio Roig, don Antonio Roig, Giacomo Masons e don Salvatore Diego Madao. 55 c. 26 Lista de las convocatorias dels militars que se enten son en la villa de Villa Sor, que se remeten al capita de aquella villa per a distribuir.las y entregarias als que se expressan en esta, als quals tambe algunas scmanas ja se lis remeté per vias de Iglesias, y ancara no se ha tingut raho del entrego, y son los seguents: Primo don Gaspar Sillent Don Pablo Solar 244 Don Jorge Roig Don Antonio Roig Jayme Masons Don Salvador Diego Madao Liliu secretarius. Die 27 de henero 1698, Villa Sor. Relata el magnifico Juan Molino, nottario publico y comissario de este presente Marquesado de Villa Sor, en mi poder nottario y escrivano publico de este dicho Marquesado, haver entregado las sobredichas seis convocatorias a los sobredichos seis militares en presentia de las peNonas de Blas Vacca y Antiogo Pisu, nottario de esta misma villa, y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Juan Molino nottario Francisco Matta publico nottario. / 1698 gennaio 29, Villasor Giovanni Molino (notaio pubblico e commissario del marchesato di Villasorl comunica a Diego Lilliu di aver consegnato le sei convocazioni, ricevute per mano della marchesa di Villasor 56 Muy setior mio. ObedesOendo lo que vuestra merced me manda en su carta de la e. 25 fecha 23 del corriente, he entregado las seis convocatorias a.los seis seriores militares contenidos en la inclusa lista, que adjunta vuestra merced me embió en su carta, que todo rescebi por manos de mi seriora la marquesa de Villa Sor, y Dios que me le guarde muchos anos conio deseo. Villa Sor y henero 29 de 1698. Besa las manos de vuestra merce] su mayor servidor. Juan Molino Serior Diego Liliu. / 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che Biagio Sucharello di Villasor ha inviato i certificati comprovanti il suo diritto di voto e che è stato abilitato, come risulta dal verbale degli atti relativi alle abilitazioni. 57 e. 21 v. Die decima martii 1698 Calari et cetera. Haviendose imbiado la convocatoria a Blas Sucharello de Villa Sor, embió poderes y fue habilitado segun consta de los auctos de las habilitaciones d.estas Cortes generales, y de la lista que va en este proceso a que me refiero. Didacus Liliu secretarius pro Gabella. / 245 58 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano invia all'ufficiale della villa di Laconi le lettere di convocazione al Parlamento perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile ai militari delle ville di Laconi, Gesturi, Las Plassas, Villamar e Gergei, indicati nelle liste allegate; nel contempo chiede di segnalare i nomi dei militari che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. Laconi: don Giovanni di Castelvi, don Salvatore Tola, Antioco Santa Cruz, Diego Santa Cruz Castelvì. Gesturi: don Francesco de Doni Matta, don Pietro, don Anticico, don Vincenzo, don Giovanni de Doni Contu, don Pietro de Doni Pisti, don Francesco de Doni Diana, don Eusebio de Doni Princis, don Francesco de Doni Contu, don Eusebio e don Antonio de Doni Diana. Tuili: Antioco e Salvatore Santa Cruz. Las Plassas: Antioco Serra Satta, Giovanni Battista Serra, Antonio Serra Satta, Giovanni Battista Serra Satta e Giovanni Battista Serra Satta. Villamar: don Giovanni Battista de Doni, don Salvatore de Doni Concu, don Francesco Concu, don Guido de Doni Concu, don Antioco Concu, don Pietro Vincenzo Usai e don Guido de Doni. Gergei: don Antonio, don Guido, don Antioco e don Francesco de Doni. c. 31 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan, virrrey, llochtinent y capita gene- rai. Offissial de la vila de Lacony, amat de sa magestat. Per quant convé al servei de sa magestat que les lletres convocatories per al real y generai Parlament que nos mana sa magestat celebrar en lo present Regne, lei quals ab les presents se os remeten axi per als militars que se troban en exa vila de Lacony, com en les viles de Gesturi, Las Plassas, Mara Arbarey y Gergey expressats en les llistes que respective van en Io plech a vos diriga se entreguen ab tota puntualitat. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals vos diem, cometem y manam que, encontinent aquelles rebreu, atgiau de dar y entregar als sobredits militars dites convocatories en exa vila de Lacony mediant un notaci ab dos testimonis, fentne continuar acte al peu de dita Nista perque conste, la qual nos tornareu a remetre, y lo matex ordenareu als offissials de dites viles de Gesturi, Las Plassas, Mara Arbarei, Gergei remitentlis les convocatories de dites viles que van dins de vostre dit plech, exequtando ab lo cuidado y diligencía que de vos se esperi. Y si a cas se trobassen en exa dita vila de Laconi y demes dalt expressades alguns altres militars, ultra los contenguts eri ditas llistas, nos ne dareu avis perque lis pugam enviar las convocatories que per no tenir.ne notissía se dexan de enviar, Così nel testo, invece di les. 246 e no fassau lo contrari si la grassia regia teniu cara y la pena de doscents ducats, que ab les presents os imposam, desitgiau evictar. Datum en Caller als 26 de noembre 1697. El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera Liliu secretarius. Liliu secretarius pro Gabella. Orden para que el official de la villa de Laconi distribuiga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares de dicha villa. / Llista de las convocatorias remesas als militars de la vila de Laconi. Laconi A don Juan de Castelví A don Salvador Tola A Antiogo de Santa Cruz A Diego Santa Cruz y Castelví Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas als militars de la vila de Gesturi. Gesturi A don Francisco de Doni Matta A don Pedro de Doni Contu A don Antiogo de Doni Contu A don Vincent de Doni Contu A don Juan de Doni Contu A don Pere de Doni Pisti A don Francisco de Doni Diana A don Euseby de Doni Princis A don Francisco de Doni Contu A don Eusebio de Doni Diana A don Antoni de Doni' Diana Liliu secretarius. Tuili A Antiogo Santa Cruz A Salvador Santa Cruz Liliu secretarius. Convocatorias remesas per als militars de Las Plassas. Nel testo de Dedoni. 247 c. 32 Las Plassas A Antiogo Serra Satta A Juan Baptista Serra A Antonio Serra Satta A Juan Baptista Serra Satta A Juan Baptista Serra Satta Liliu secretarius. Convocatorias remesas per als militars de la vila de Mararbarei. Mararbarei A don Juan Baptista de Doni (la recivio en Culler) A don Salvador de Doni Concu A don Francisco Concu A don Guido de Doni Concu A don Antiogo Concu A don Pedro Vicent Usai A don Guido de Doni Liliu secretarius. Convocatorias remesas per als militars de la vila de Gergei. Gergei A don Antony de Doni A don Guido de Doni A don Antiogo de Doni A don Francisco de Doni Liliu secretarius. / 1697 dicembre 28, Laconi Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, comunica agli ufficiali delle ville di Gesturi, Las Plassas, Villamar, Tuili e Gergei, di aver ricevuto l'ordine del viceré relativo alle convocazioni da consegnare ai militari. 59 c. 35 Lo official del Marquesat de Laconi. Als officials de las vilas de Gesturi, Les Plasses, Mara Arbarei, Tuyli, Gergey. Per quant he rebut una orde de sa excellencia y Real Audiencía, de la data en Caller als 26 de noembre del corrent any 1697, ab la qual me ordena y mana que les Iletres convocatories per al real y generai Parlament que se ha de fer y celebrar en lo present Regne, que junt ab dita orde ha remes en mon poder, las hagia de dar y entregar mediant notari ab dos testirnonis als militars que se troban en esta vila de 248 Lacony, y per les demes viles dalt mencionades, lo hagia de ordenar als officiala de aquellas. Per tant, inseguint dita orde, lis ordene y mane que, encontinent rebran aquesta, hagian de entregar y entreguen las lletras convocatorias que junt ab les presents lis remet, cascu en sa jurisdicio als respective militars de exa dita vila, mediant un notari ab dos testimonia que de lo entrego de dites lletres deuhen continuar atte al peu de la lista que axi.be lis remet, la qual tornaran a remetre en mon poder per a poder.la yo restituhir a dita sa excellencia segons se me mana. Lo que executaran ab tot lo cuidado y diligencia possible, sots la pena de dos cents ducats que ab dit orde se imposa. Y juntament, si en alguna de exas vilas hi haura altras personas militars, ultra los contenguts en ditas llistas, ne daran avis a sa excellencia o a mi per poder.se.la yo dar. Dattum en Laconi als 28 de decembre 1697. Pere Lucifero Serra offficial del marquesat de Laconi ./ 1697 dicembre 29, Gesturi Oriente Pisti, notaio pubblico, comunica di aver consegnato,' dietro mandato di Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, le convocazioni ai nobili Pietro, Vincenzo e Giovanni de Doni Contu e a don Eusebio de Doni Diana mentre quella per don Antonio de Doni Diana è stata consegnata alla madre, donna Speranza, essendo egli a Cagliari per gli studi; restituisce invece le lettere per Francesco de Doni Contu che si trova nella villa di Gergei e quelle per don Eusebio de Doni Diana, don Eusebio de Doni Princis, don Francesco de Doni Diana, don Francesco de Doni Matta, don Antioco de Doni Contu e don Pietro de Doni Pisti, perchè deceduti; comunica infine che occorrono altre convocazioni per Giovanni Battista Serra Satta, donnicello di Las Plassas, per suo figlio Giovanni Battista Serra Satta de Doni, per i fratelli don Antioco, don Francesco e don Giovanni Battista de Doni, figli di don Eusebio de Doni, per don Guido de Doni figlio di don Francesco de Doni Matta e per don Giraldo de Doni, figlio di don Pietro de Doni Contu. 60 A 29 del mes de decembre 1697, Gesturi. En conformitat del mandato del conceller Pere Lucifero Serra, offícial del Marquesat de Laconi, a.mi notari infrascrit notificat, me so transferit en las casas y habitasions dels nobles don Pere de Doni Contu, don Vincente de Doni Contu y don Juan de Doni Contu, don Eusebi de Doni Diana, als quals respetivament tinch entregat las lletras convocatorias per lo real y generai Parlament. Y en quant a las dirigidas al noble don Antoni de Doni Díana, per ser aquell en los estudis de la Qiutat de Caller, la tinch entregada a sa mara, la noble dona Sperancia de Doni. Y las dirigidas als nobles don Francisco de Doni Matta, don Francisco de Doni 249 c. 32 v. Diana, don Francisco de Doni Contu, don Pedro de Doni Pisti, don Eusebio de Doni, don Antiogo de Doni Contu las tinch restituidas a Salvador Lai Sedda, portador de aquellas, per ser dit don Francisco de Doni Contu en la vila de Gergei; don Eusebi de Doni Diana, lo matex de Doni Princis, y dits don Francisco de Doni Diana, de Doni Matta, y don Antiogo de Doni Contu y don Pere de Doni Pisti morts. Y en quant als demes militars que se troban en esta vila, son Juan Baptista Serra Satta, donzel, de la vila de Las Plassas; son fil Juan Baptista Antiogo Serra Satta de Doni, don Antiogo de Doni, don Francisco de Doni, don Juan Baptista de Doni fils del dit don Eusebi de Doni, don Guido de Doni, fil de don Francisco de Doni Matta y don Giraldo de Doni, fil de don Pere de Doni Contu. En fe de lo qual ne continue lo present acte, y dits entregos los tinch fet ab asistencia de Domini Usai major actual y Pere Baquer Ferrer, tots dos d.esta vila de Gesturi. Die y ain susdits et cetera. Orienti Pisti, nottari publich, fas fe de ditas cosas. 1697 dicembre 29, Tuili 61 Sebastiano Olives, ufficiale di Tuili, dichiara di non aver potuto consegnare la convocazione a Salvatore Santa Cruz perché deceduto, e che nella villa non vi sono altri militari. A 29 de decembre 1697, Tuili. La tras escricta orde del comisary de sa excellencia es estada presentada a mi official infrascrit; y rebuda aquella ab lo degut acapte que se deu, y en oservassio de lo que en aquella se conte, fas resposta que lo dit Salvador Santa Crus de esta vila es passat de esta per a millor vida, y asi no se pot entregar dita Iletra convocatoria per no aver degu altre militar. Die y ain susdits et cetera. Sebastian Olives official./ 1697 dicembre 29, Villamar Efisio Murgia, notaio pubblico, certifica dí aver consegnato le convocazioni a don Salvatore e don Guido de Doni e riferisce di non aver potuto dare la lettera a don Giovanni Battista de Doni perché l'ha rifiutata; restituisce inoltre le convocazioni di don Francesco e don Antioco Concu perché deceduti, quella di don Pietro Vincenzo Usai perché dí Pauli Arbarei ed infine un'altra di don Guido de Doni Concu perché erroneamente presente per due volte nella lista. 62 c. 33 A 29 de decembre 1697, Mara Arbarei. La tras escripta orden del seiior comissary delegat de sa excellencia, despachat per 250 las lletras convocatorias del real y generai Parlament d.este present Regne es estat entregada a mi notari infrascrit. Y haunt rebut aqueill ab lo decoro que se.deu, luego per posar en total execucio lo dispost y ordenat en aqueill, y mediant la llista de los cavallers d.esta villa, me so tranferit en las casas y abitassions dels nobles don Salvador y don Guido de Doni, quales se lis son estades entregades les lletres convocatories, y en presencia de Miali Corrocai y Bartolomes Concu. Y haventme axi.be tranferit en casa del noble don Juan Baptista de Doni no 1.a volguda amitir per no hi ser lo seu nom en diguna de las convocatorias, si be.hi.es lo sobrenom aco non obstant ha dit y respost que seria de illustre cavaller. Y per lo presents don Francisco y don Antiogo Concu son pasats d.esta per a millor vida; y la altra lletra convocatoria que hi es lo nom del noble don Pere Vicent Usai no es d.esta de Mara, sols de la villa de Pauli Arbari, y eill lo te enbarcat lo Rial Conceill; y la altra lletra convocatoria que diu don Guido de Doni Concu, se.la te axi.be restituida per hi aver dos lletras convocatorias totas las dos de hun nom, puix al portador que se diu Salvador Lai Sedda se.lis son tornadas a restituir de las que donara compte. Y en fe de les dites coses se ne continua lo present acte, y los entregos los tinch fetts ab asistencia de las perconas de Salvador Lai, major actual de la present villa, y Sidoro Desi, jurat de lloch, axi.be de la present villa. Die y ain susdit et cetera. Efis Murja, nottari publich, fas fe de les sobredites coses et cetera. 63 1697 dicembre 30, Villanovafranca Pietro Antioco Cabra, notaio e scrivano della baronia di Las Plassas, certifica di non aver consegnato le cinque convocazioni ai militari della villa di Las Plassas in quanto Antonio Serra Satta è deceduto, Antioco Serra Satta è domiciliato in Sorgono e Giovanni Battista Serra Satta in Gesturi, mentre risultano sconosciuti Giovanni Battista Serra e Giovanni Battista Serra Satta; chiede infine una lettera per Antioco Andrea Serra Satta, unico militare presente nella villa. En 30 de decembre 1697 Villa Nova Franca, et cetera. Lo tras escrit orde del comisary de sa excellencia y Real Audientia fonch presentada a mi, escriva de esta bilia de Las Plassas infrascrit, per la absentia del delegat de aquella; y rebut ab la atentio deguda y en con[ci]derasio de lo que en aquel se mana respecte a entregar les letres convocatories del real y generai Parlament del present Regne als militars de la [bilia de Las] Plassas, que en numero son sinch [no] / se entrega ad aqueils diguna, per causa que hu de aqueils, que es Antoni Serra Satta, ha passat de esta per a millor vida alguns ains; altre de aqueills, que es Antiogo Serra Satta, vivex y es son domicily en la villa de Sorgano; altre dels quals, que es Juan Baptista Serra Satta, axi.be vivex y the son domicily en la villa de 251 c. 33 v. Gestury, a &las las manara remetre, y las altras dos, que la una diu Juan Baptista Serra, y la altra axi.be Juan Baptista Serra Satta, no hi ha en dita villa tals militarts, ni a quant me consta mai hi hagut, excepto el sobredit que vivex en la dita de Gesturi. Y en la dita de Las Plassas de present hi es militar Antiogo Andreu Serra Satta, y per al aquel no hi ha lectra convocatoria, del qual lo alegat de sa excellencia podra donar avis. Cuias sinch lletras convocatorias se han restituhit al portador, que se diu Salvador Lai Sedda de la dita de Laconi, en presentia de Sisini Saba Dessi y Salvador Capai de esta Villa Nova Franca y Sinia respective, y dit Capai se ferma de sa ma, y per que et cetera, in quorum fidem et cetera. Juan Salvador Cappay testigo. Pere Antiogo Cabra nottarius et scriba. / 1697 dicembre 30, Gergei Francesco Abis, notaio pubblico, certifica che, come da mandato di Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, Antioco Vacca, maggiore della villa di Gergei, in sostituzione di Antioco Serra, ufficiale della stessa villa, ha consegnato le convocazioni ai fratelli don Guido e don Antonio de Doni e a don Francesco de Doni. 64 c. 36 Die 30 mentis decembris 1697, Gergeii. El retro escript mandato del comissari Pere Lucifero Serra, official del Marquesat de Lacuni, es estat presentat a Antiogo Vacca, major lo present ali)/ de la present vila de Gergei, en hausentia del magnifich Antiogo Serra, official de la dita vila de Gergei, per no ser present en la dita present vila; rebut lo qual ab lo degut acapte que se deu, y en execussio de lo que se conte en dit mandato, se es transferit en compagnia dels nottarí y testimonis infrascrits en las casas y abitassio dels nobles don Guido, don Antoni de Doni, jermans, y don Francisco de Doni, a los quals dit major te entregat a cada hu respetive huna ]tetra citatoria, despachadas per sa excellencia en los 26 de noembre pasat del present y corrent ai-1y 1697. Qual entrego se lis a fet tot just y conforme la seria y tenor del dit mandat, y perque conste se continua lo present acte; die et any susdit, et cetera. Presents per testimonis son Joseph Muriscu y Salvador Podda, tots de dita vila de Gergei, que no ferman, que ferma lo nottari infrascrit. Itta est. Franciscus Abis publicus notarius. 1697 dicembre 31, Laconi Sebastiano de Sanai, notaio pubblico di Laconi, certifica che, su mandato di Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, sono state conse- 65 252 gnate le convocazioni a don Salvatore Tola, ad Antíoco e Diego Santa Cruz e a don Antioco de Doni domiciliato in Laconi e non nella villa di Gergei, come indicato nella lista. Certifica ancora di non aver potuto consegnare la convocazione a don Giovanni di Castelvì, perché deceduto e che nella villa è anche presente don Gerolamo Tola, figlio di don Salvatore, dell'età di 17 anni. c. 34 Laconi y desiembre a los treinta y uno de 1697. Fueron presentadas y entregadas las convocatorias de los militares que se hallan en esta dicha villa, que son don Salvador Tola, Antiogo y Diego Santa Cruz en el modo y forma que manda su excelencia, siendo presentes por testigos Pedro Sana Casu, notario, y Juan Bauptista Marrocu Cossu, massaio, en cuia presencia se ha entregado la de don Antiogo de Doni por ser domiciliado en esta villa y no en la villa de Gergei, segun expressa la retro scripta lista. Y la convocatoria que biene en nombre de don Juan de Castelvì no se ha entregado por haber passado ya algunos arios de esta por mejor vida. Y otro cavallero no hai en esta dicha villa sino don Geronimo Tola, hijo de dicho don Salvador, de edad dies y siete arios. De todo lo qual hase fe el notario infrascrito, en conformidad de la orden de su excelencia que se le ha presentado por el official de este Marquesado Pedro Lucifero Serra. Dia y ano susodichos. Y dicho Pedro Sana firma de su mano, y por Juan Bauptista Marrocu Cossu firma el dicho y bajo scripto notario. Pedro Sanna Casu notarlo Sebastian de Sanai notario publico de Laconi. / 1698 gennaio 2, Gesturi Oriente Pisti, notaio, certifica di aver consegnato, su mandato di Pietro Lucifero [Serra, ufficiale del marchesato di Laconi], la convocazione a Giovanni Battista Serra Satta, donnicello della villa di Las Plassas. 66 c. 36 A dos de jener 1698, Gesturi. Per mi nottari infrascrit y de orde del comissari Pere Lucifero resta entregada la Iletra convocatoria per lo real generai Parlament a Juan Baptista Serra Satta, donzeil y natural de la vila de Les Plassas, y domiciliat en esta dita vila. En fe de lo qual ne continue lo present acte. Presents per testimonis a dit entrego Julian Medda y Antiogo Matta, d.esta vila de Gesturi. Orienti Pisti nottarí 67 1698 gennaio 3, Gergei Francesco Abis, notaio pubblico, certifica di aver consegnato, su mandato 253 di Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi la convocazione a don Francesco de Doni Contu di Gesturi e residente a Gergei. Die 3 mentis ianuarii 1698, Gergeii. Insiguint lo orde y mandato del comissari Pere Lucifero Serra, officiai del Marquesat de Lacony, yo nottari infrascrit tinch dat y entregat una lletra convocatoría al noble don Francisco de Dony Contu de la vila de Gesturi, y comorant en la present vila de Gergei per lo real y generai Parlament. Juntament certifique que altra perona militar no hi.a en la present vila, de hedat perfetta per dit effecte. / c. 36 v. Y perque conste se continua lo present acte y certificatoria. Presents per testimonis a dit entrego mestre Juan Conia, sastre, y Antony Virdis, mestre, tots de dita presents vila, que no ferman. Francisco Abis nottari publich. / 1698 gennaio 2, Laconi Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, ordina all'ufficiale della villa di Sorgono di consegnare a don Antioco Serra Satta, della villa di Las Plassas e domiciliato in Sorgono, la convocazione a partecipare al Parlamento. 68 c. 37 Lo official del Marquesat de Laconi et cetera. Al official o altre qualsevol ministre de justicia en la vila de Sorgono, exercint et cetera. Per quant he rebut una orde de sa excellencia y Real Audiencía, de la datta en Caller als 26 de noembre del propassat afii 1697, ab la qual me ordena y mana que les Iletres convocatories per al real y generai Parlament que se ha de fer y celebrar en lo present Regne, que junt ab dita orde ha remes en mon goder, las haja de dar y entregar mediant notari y dos testimonis als militars que se troban en la vila de Laconi, y per las demes las tinch despachadas a las vilas contengudas en la 'lista que ab dita orde he rebut. Y com en la vila de Las Plassas tocan que Antiogo Serra Satta es domiciliat en dita vila de Sorgono. Per tant, inseguint en dita orde, lis ordene y mane que, encontinent lo present rebran, hagian de entregar y entreguen al dit Antiogo Serra Satta la lletra convocatoria que, junt ab lo present, lis remet mediant un notari ab dos testimonis, que de lo entrego de dita lletra deuhen continuar acte al peu del present per poder.lo yo remetre a dita sa excellencia segons se me ordena, lo qual executaran ab tota puntualitat y cuidado sots la pena de doscents ducats que en dita orde se imposa. Dattum en Laconi als 2 de gener 1698. Pere Lucifero Serra Satta, official del Marquesat de Laconi. 254 1698 gennaio 5, Sorgono Marco Antonio Tanda [ufficiale della villa di Sorgono] dichiara di aver consegnato la convocazione ad Antioco Serra Satta. 69 Die quinta mensis iannuarii 1698, Sorgono. Lo present mandacto de vostra merced resta presentat al magnifich official de aquest real partit; y rebut lo present ab lo degut acapte que se deu, se fa de resposta de haver fet entrego de las convocatorias que se me exolta a dit Antiogo Serra Satta, natural de la vila de Les Plases / y comorant en la present vila, y al dit entre- c. 37 v. go foren presents mestre Nicolas Pinto y Juan Loddo, major de la present vila, de que fa y ferma la present tocada. Marcho Antony Tanda. / 1698 gennaio 7, Laconi Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, dichiara di aver ricevuto l'ordine del viceré e di aver consegnato le convocazioni agli ufficiali delle rispettive ville. 70 La present orde de sa excellencia es estada entregada a mi official infrascrit, y c. 31 v. rebuda aquesta ab lo degut acapte, fas de resposta ser pronte obeir lo que en aquell se conte; y en effetuacio de aquell tínch fet entregar les lletres convocatories per lo real y generai Parlament als militars d.esta vila de Laconi, segons en la present orde se me roana, y per lo matex tinch despachat mandato per los officials de las respetives vilas, segons es de veure ab les tocadas de cascu de aquells fet dels entregues de ditas letras als militars, cascu en sa jurisdissio. Laconi y jener als 7 de 1698. Pere Linifero Serra, official del Marqucsado de Laconi. / 1698 gennaio 16, Cagliari Lista delle convocazioni, compilata da Diego Lilliu, inviate a Pietro Lucifero Serra per i militari non compresi nel precedente elenco del 26 novembre 1697. Gesturi: Giovanni Battista Antioco Serra Satta de Doni, don Antioco de Doni, don Francesco de Doni, don Giovanni Battista de Doni, don Guido de Doni, figlio di don Francesco de Doni Matta, don Guiraldo de Doni, figlio di don Pietro de Doni Contu. Villamar: don Giovanni Battista de Doni. Las Plassas: Antioco Andrea Serra Satta. 71 255 c. 37 v. Die 16 ianuarii 1698, Calari et cetera. Convocatorias que faltan per als militars de las villas infrascritas, segons la noticia que dona lo comissari nomenat per distribuhir las convocatorias per als militars de Laconi, y demes enviades al dit comissari. Pere Lucifero Serra. Gesturi Juan Baptista Antiogo Serra Satta de Doni Don Antiogo de Doni Don Francisco de Doni Don Juan Baptista de Doni Don Guido de Doni, fili de don Francisco de Doni Matta Don Guiraldo de Doni, fili de don Pere de Doni Contu Mara Arbarei don Juan Baptista de Doni Las Plazas Antiogo Andres Serra Satta Liliu secretarius. /' 1698 gennaio 17, Genoni Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, ordina agli ufficiali delle ville di Gesturi, Las Plassas, Villamar, Tuili e Gergei, di consegnare le convocazioni ai militari presenti nelle dette ville. 72 c. 40 Lo official del Marquesat de Laconi Officials de les respetives viles de Gesturi, Les Places y Mara Arbare, salud. Inseguint la orde que sa excellencia y Real Sacre Conceill hos remetre les letres convocatorias per el real y generai Parlament, las que mediant hu notari y dos testimonis fareu entregar als militars d.exas vilas, cascu en sa jurisdisio, segons la llista firmada del secretari Liliu; y de lo entrego que a.dits militars se fara ne fareu continuar acte al peu de dita lista, restuentla al presentant. Y uns altres no fassan lo contrari si la pena de 200 ducats, que ne la referida orde se me imposa, desigian evitar. Datum en Genoni als 17 de jener 1698. Pere Lucifero Serra, officiai del Marquesat de Laconi. / ' A questo documento segue alla c. 39 una copia dello stesso e pertanto se ne omette la trascrizione. 256 1698 gennaio 18, Gesturi Oriente Pisti, notaio pubblico, certifica di aver consegnato, su mandato di Giovanni Maria Lai, ufficiale della villa di Gesturi, le convocazioni a don Eusebio de Doni per i suoi tre figli, don Antioco, che si trova a Cagliari per gli studi, don Francesco e don Giovanni Battista ancora sotto la sua tutela; certifica inoltre di aver consegnato al donnicello Giovanni Battista Serra Satta la convocazione per il figlio Giovanni Battista Antioco, ugualmente a Cagliari per gli studi, a donna Caterina de Doni Partis per il figlio don Guido, minore, ed infine a don Pietro de Doni Contu per il figlio minore don Giraldo. 73 c. 40 v. A 18 de jener 1698, Gesturi. En conformitat de la protestassio a.mi nottari infrascrit fetta per lo magnifich Juan Maria Lai, official d.esta vila, me so transferit en las casas infrascritas; a.saber, en la de lo noble don Eusebi de Doni, al qual tinch entregat las tres lletras convocatorias per lo generai y real Parlament dirigidas als nobles don Antiogo de Doni, don Francisco de Doni y don Juan Baptista de Doni, fils del dit don Eusebi, per ser dit don Antiogo en los estudis de Caller, y los demes baix sa protectio. Y de alli a.la.casa de Juan Baptista Serra Satta donzel, al qual tinch axi be entregat la lletra convocatoria dirigida a Juan Baptista Antiogo Serra Satta de Doni, son fil, per ser aquel en los estudis de dita siutat de Caller. Y de alli a casa de dona Catalina de Doni Partis, a la qual tinch entregat la lletra convocatoria dirigida a don Guido de Doni, fil de don Francisco de Doni Matta y de dita noble, per ser aquel menor. Y de alli a casa del noble don Pere de Doni Contu, al qual tinch entregat la lletra convocatoria dirigida a don Giraldo de Doni, son fil, per ser aquel menor. En fe de lo qual ne continue lo present acte. Presents per testimonis a dits entregos las pergonas de Domini Usai, major actual, y Margelino / Mulas tots dos c. 41 massaios de la present vila de Gesturi. Orienti Pisti notari publich. 1698 gennaio 19,Villamar Don Giovanni Battista de Doni dichiara di aver ricevuto la convocazione al Parlamento per mano di Nicola Piseddu della villa di Genoni. 74 c. 39 Hoy en Villa Mar a los 29 de henero de 1698. Queda entregada la convocatoria del present y real Parlamento del present ano a mi baxo escripto por manos de Nicolas Piseddu de la vila de Genoni. Y porque conste hago y firmo la present, día y ano susodichos. Don Juan Baptista de Doni 257 1698 gennaio 19, Villamar 75 Salvatore Muscas, notaio, certifica che, in conformità all'ordine impartito da Diego Lilliu, Lucifero Porcella, ufficiale della villa, ha consegnato la convocazione a don Giovanni Battista de Doni. c. 41 A 19 de jener 1698, Vila Mar. En confformidad del dispost y ordenat en lo trascript orde fermat per Io sacretari Liliu, lo infrascrit officiai ab intervengio nottari y testimonis Juan Masala y Juani Caboni de Vila Mar, me so trasferit en casa del noble don Juan Baptista de Doni a fi y effette de possar en total execussio tot Io referit en dit orde; y essent axi present, dit noble don Juan Baptista ha fet de resposta segons es de veure al peu de la lista fermada per dit secretari Liliu y conste. Lucifero Porcella official Salvador Muscas nottari. 1698 gennaio 20, Las Plassas Antioco Andrea Serra Satta, cavaliere della villa di Las Plassas, dichiara di aver ricevuto la convocazione al Parlamento per mano di Antonio Porru, maggiore della stessa villa. 76 c. 39 La present convocatoria de sa exselencia y Rial Audiensia del rial y jeneral Parlamento queda entregado a mi Antiogo Andres Serra y Satta, cavallero de Las Plasas, per manos del maior d.esta vila Antonio Porru, en husengia' del jues ordinario y la firmo de mi mano. Hoy en Las Plasas henero en 20 de 1698. Antiogo Andres Serra y Satta cavallero. / 77 1698 gennaio 20, Las Plassas Antonio Porru, maggiore della villa di Las Plassas, dichiara di aver consegnato la convocazione al dormiceli° Antioco Andrea Serra Satta. c. 41 A 20 de jener 1698, Las Plasas. Inseguint en lo dispost y hordenat en lo present per lo magnifich comissari, resta per my major infrascrit, Antoni Porru, en ausensia del magnifich delegat d.esta bila, presentada y entregada las lletras convocatorias del real Parlament a 1.honorable Antiogo Andres Serra Satta, donzeill d.esta dita vila. Presents per testimonis Antoni Pili y Francisco Conju de dita vila, die et anno ut supra. Lo dit major per ma de altri. / ' Così nel testo, invece di hausencia. 258 78 1698 gennaio 24, Laconi Pietro Lucifero Serra, ufficiale del marchesato di Laconi, essendo occupato nell'amministrazióne della giustizia, ordina al maggiore della villa di Genoni di consegnare la convocazione a don Giovanni Battista Madao, sotto pena di 25 lire. Lo official del Marquesat de Laconi et cetera. c. 38 Major de la vila de Genoni. Per quant se me ha remes la convocatoria para el noble don Juan Baptista Madao, para acudir a las Cortes que se han de celebrar. Per tant attes yo me trobe en esta vila de Laconi ab altres negocis de la administracio de justicia, os ordene y mane que sins diguna dilacio degau de entregar al dit noble la dita convocatoria en cara y en presencia de dos testimonia; y no trobantlo en cara la entregareu en sa casa, fent.ne continuar acre de dit entrego al dorso del present, el que restituireu en mon poder bax la pena de 25 lliures, que per thenor de aquell se os imposa. Datum en Laconi a 24 de jener 1698. Pere Lucifero Serra official. / 79 1698 gennaio 25, Genoni Giovanni Antioco Atzori, maggiore della villa di Genoni, dichiara di aver consegnato la convocazione per don Giovanni Battista Madao alla moglie donna Margherita. Die 25 ianuarii ano 1698, Genonii. c. 38 v. El presente mandato de vuestra merced ha sido presentado a mi major infrascrito, y resibido aquel con el devido acapto, ago de respuesta haver entregado a la honesta dona Margarida, mujer del noble don Juan Bauptista Madao, la convocatoria en cara y presencia de Sebastian Atzori, Constantino Atzori y Isidoro Carta, todos de dicha villa, y para que en todo tiempo conste se haze la presente tocada, de quibus et cetera. Juan Antiogo Atzory, mayor actual, por mano aliena. / 1698 gennaio 24, Cagliari Il conte di Montellano, viceré di Sardegna, proroga l'apertura del Parlamento, prevista per il 26 gennaio, che cade di domenica, al 4 febbraio; in caso di festività, rúzvia.al giorno successivo. 80 Et adveniente die veneris, intitulata vigesima quarta mensis ianuarii praesentis c. 42 anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi Calari. Excellentissimus dominus don Ioseph de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, 259 Giron et Enríques, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio Sacrae Catholicae et Regiae Maiestatis, et eius locumtenens et capitaneus generalis praesentís Sardiniae Regni, et praeses generalis Parlamenti. Cum ad celebrationem eiusdem extiterit assignata dies dominica, computata vigesima sexta praesentis mensis et anni, et quia feriata est et aliís causis et rationibus suae excellentiae bene visis, expediat prorogari ad aliam diem, ideo prorogat dictum Parlamentum et omnes actus illius ad diem martis intitulatam quartam mensis februarii proxime venturi praesentis anni si feriata non fuerit; et si feriata fuerit, ad diem immediate sequentem non feriatam, mandans mihi, secretario infrascripto, de his praesens conficere instrumentum, de quibus et cetera. Didacus Liliu Locumtenentiae Generalis ac Regiae Audientiae secretarius. / 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano, viceré di Sardegna, invia al veghiere della città di Oristano le lettere convocatorie perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile ai militari indicati nella lista allegata; nel contempo chiede di segnalare i nomi dei militari della città che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. 81 Lista delle convocazioni: Arcivescovo di Oristano, decano, canonici e Capitolo della chiesa di Arborea, consiglieri della città, don Tommaso Serra, don Felice Salaris di Macomer, dottor Giovanni de Roma Comina, Antonio de Roma Comina, Salvatore de Roma, Pietro de Roma, Antonio Diego de Roma, don Giacomo Paderi, Giovanni Francesco de Roma Serra, don Giuseppe de Moncadas, don Giovanni Antonio Atzori, Antonio de Roma, Giovanni de Roma, don Antonio Angelo Aresu, don Antioco Aresu, don Francesco Salaris, don Zaccaria Salaris, don Domenico Antonio Paderi, don Giuseppe Antonio Paderi Trogu, don Baldassarre Paderi Trogu, don Salvatore Angelo Crucu Comina, don Giuseppe Crucu, don Giovanni de Moncadas, Sebastiano Carta, Giuseppe Carta, don Pietro Trogu, don Giovanni Antonio Atzori e don Sisinnio Paderi. c. 44 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan, virrey, llochtinent y capita generai et cetera. Noble veguer real de la ciutat de Oristan, amat de sa magestat. Ab correo a posta se hos remeten las convocatorias per al real y generai Parlament que nos mana sa magestat celebrar en Io present Regne, axi las de dita sa magestat com las nostras, per a que se donen y entreguen a las personas a.qui van dirigidas, que son las contengudas en la llista que va fermada del secretari infrascrit, que axi.be ab les pre260 sents vos remetem a part. Y perque conve al servei de sa magestat, que ab tota diligencia axi se efectue, per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals vos dihem, cometem y manam que, encontinent aquelles vos seran presentades, fassau dar y entregar ditas lletras convocatories a dites persones en dita llista expressades, mediant un ministre y notari de dit Real Viguerio ab dos testimonis, fentne tocar atte al peu de dita llista, la qual iunt ab les presents nos tornareu a remetre ab lo cuydado y brevetat que de vos confiam. Y si a cas se trobassen en exa ciutat alguns altres militars ultra los contenguts en la predita llista, nos ne dareu avis perque lis pugam enviar les convocatories, que per no tenir.ne noticia se dexan de enviar las convocatorias, e no fassau lo contrari si la gracia regia teneu cara y la pena de doscents ducats, que ab les presents vos imposam, desigiau evitar. Datum en Caller als vynt y sis del mes de noembre de l.ani mil y siscents noranta y set. El tonde de Montellano. Vidit Pastor regens. Registrata et cetera, Liliu secretarius pro gabella. Didacus Liliu secretarius pro gabella. Orden para que el noble veguer real de la ciudad de Oristan distribuyga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares y demas de la dicha ciudad y sus partidos. / Llista de las personas de la ciutat de Oristain a les quals se han remes convocato- c. 45 rias per lo real y generai Parlament, e son las sequents: Primo al molt reverent en Christo pare lo archibisbe de Oristan Als venerables dagà, canongies y Capitol de la santa iglesia Arborea Als amats de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Oristan (Muerto) A don Thomas Serra A don Feliz Salaris de Macomer Al doctor Juan de Roma y Comina (Muerto) A Antoni de Roma y Comina A Salvador de Roma (Fraile) A Pere de Roma A Antonio Diego de Roma A don Jayme Padery A Juan Francisco de Roma Serra A don Joseph de Moncades A don Juan Antonio Atzory (Muerto) A Antonio de Roma 261 (Esta fuera del Reirio) A Juan de Roma Al noble don Antonio Angel Aresu (Muerto) A don Antiogo Aresu A don Francisco Salaris A don Zacarias Salaris A don Domingo Antonio Paderi A don Joseph Antonio Paderi y Trogu A don Baltazar Paderi y Trogu A don Salvador Angel Crucu y Comina A don Joseph Crucu A don Juan de Moncadas a Sebastian Carta A Joseph Carta A don Pedro Trogu A don Juan Antonio Azori A don Sisinnio Paderi Didacus Liliu secretarius pro Gabella. / 82 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaiofecclesiasticol, certifica di aver consegnato, su mandato di don Domenico Antonio Paderi, veghiere della città di Oristano, le convocazioni a don Salvatore de Roma, giurato in capo della città di Oristano, e ai consiglieri. c. 45 v. A 4 de deciembre 1697, Oristan. Haviendome entregado el noble y magnifico don Domingo Antonio Paderi, veguer real el presente ari() d.esta ciudad de Oristan, a.mi nottario y escrivano infrascrito de la curia del Real Veguerio d.esta dicha ciudad las convocatorias de su excelencia para las Cortes y real Parlamento, para entregar.las a esta illustre y magnifica ciudad y a los cavalleros y peNonas militares de aquella, segun la atras escripta lista que para dicho effecto se le ha remitido, fermada del secretario de la Real Audiencia en execussión de la orden de su excelencia. En cuia conformidad me he trasferido en compafíia del ministro d.esta curia del real Veguerio, Sebastian Dessi, y de los infrascritos testigos en la casa de universidad d.esta dicha illustre y magnifica ciudad, y en la qual tengo entregado a los magnificos conselleres de aquella, eo al magnifico Salvador de Roma, jurado en cabo el presente ano de dicha illustre y magnifica ciudad, las convocatorias que van dirigidas a dichos magnificos conselleres. Y para que conste se continua el presente aucto, presentes por testigos Sisinnio Olianas, nottario publico, y Sisinnio Antonio Obinu, nottario de causas y escrivano d.esta curia del Real Veguerio, y se firman et cetera. 262 Sisinnio Antonio Obino nottario y testigo. Sisinnio Olianas nottario y testigo. Antoninus Trogu nottarius et scriba. 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato, su mandato di don Domenico Antonio Paderi, veghiere della città di Oristano, la convocazione a don Salvatore de Roma, giurato in capo della città di Oristano, e di dovere ancora recapitare le lettere a Giovanni Francesco de Roma e al dottor Francesco de Roma, cavalieri della stessa città, che si trovano rispettivamente a Busachi e ad Alghero. 83 Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al dicho magnifico Salvador de Roma, jurado en cabo, de las convocatorias que van dirigidas a dicho magnifico de Roma, como tambien le tengo entregado de orden del sobredicho noble y magnifico veguer real las convocatorias que van dirigidas a Juan Francisco de Roma y al doctor Juan de Roma, cavalleros d.esta ciudad, por hallar.se aquellos ausentes fuera d.esta ciudad: dicho Juan Francisco de Roma en la villa de Busaqui para haser verano, y el dicho doctor de Roma en la ciudad de Alguer para que se las haya de remitir / como a.pergona propria de aquellos, en presencia de los sobredichos ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, y se firman. Sisinnio Antonio Obino nottario y testigo. Sisinnio Oliana nottario y testigo. Antoninus Trogu nottarius ecclesiasticus. 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione a don Domenico Antonio Paderi, veghiere della città. 84 Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al.dicho noble y magnifico don Domingo Antonio Paderi, veguer real, de las convocatorias que van dirigidas al.dicho noble y magnifico veguer real en presensia del sobredicho ministro, y por testigos las pergonas de mestre Juan Agustin Quessa albanil y Jorgi Salis, massaio, d.esta ciudad y burgo de aquella respective. Y para que conste, se continua el presente aucto, et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 263 c. 46 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato le convocazioni a don Francesco e a don Zaccaria Salaris. 85 Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho a los nobles don Francisco Salaris y don Jacarias Salaris d.esta ciudad, de las convocatorias que van dirigidas a dichos nobles Salaris, en presencia de dicho ministro y testigos mestre Juan Agustin Quessa y Jorgi Salis. Y porque conste se continua el presente aucto, et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 86 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione a don Felice Salaris. Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Felix Salaris d.esta ciudad, de las dichas convocatorias que van dirigidas al dicho noble Salaris en presencia de dicho ministro y testigos. Y para que conste, se continua el presente aucto, et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 87 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione a don Giovanni Antonio Atzori. Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Juan Antoni Atzor, d.esta ciudad, de las dichas convocatorias que van dírigidas al.dicho noble Atzor, en presensia de dicho ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus./ 88 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione a don Antonio Angelo Aresu. c. 46 v. Dicho die Oristan Semejante entrego tengo hecho al noble don Antonio Angeli Aresu, d.esta ciudad, 264 de dichas convocatorias que van dirigidas a dicho noble Aresu, en presensia de dicho ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 89 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato le convocazioni a don Giuseppe Antonio e a don Baldassarre Paderi. Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho a los nobles don Joseph Antonio Paderi y don Baldassar Paderi d.esta ciudad, que van dirigidas a dichos nobles Paderi en presensia de dichos ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 90 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione a don Giacomo Paderi. Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Jaime Paderi, d.esta ciudad, de las dichas convocatorias que van dirigidas a.dicho noble Paderi, en presensia de dichos ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione al dottor Giuseppe Antonio de Moncada 91 Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble doctor don Joseph Antonio de Moncada d.esta ciudad, de las dichas convocatorias que van dirigidas al dicho noble de Moncada, en presensia de dicho ministro y por testigos las pemnas de Joseph Mereu y Juan Domingo Pinna, massaios d.esta Qiudad y burgo de aquella respective. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 265 1697 dicembre 4, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione al cavaliere Antonio Diego de Roma. 92 c. 46 bis Dicho die, Oristan. Semejante entrego tengo hecho a Antonio Diego de Roma, cavallero d.esta ciudad, de las dichas convocatorias que van dirigidas / a.dicho de Roma, en presensia de dicho ministro y de los sobredichos testigos Joseph Mereu y Juan Domingo Pinna. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 1697 dicembre 7, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato la convocazione al reverendo Pietro Pitzolu, canonico della cattedrale della città e presidente del Capitolo della stessa. 93 A 7 de deciembre 1697, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al mui reverendo canonigo Pedro Pitzolu, canonigo de la seo catredal d.esta ciudad y presidente de l.illustre y mui reverendo Cabildo de aquella, de las dichas convocatorias que van dirigidas al.dicho y muy reverendo Cabildo, en.presensia de dichos ministro y testigos. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Antoninus Trogu nottarius eclesiasticus. 1698 gennaio 11, Oristano Antonino Trogu, notaio ecclesiastico, certifica di aver consegnato, su mandato di Domenico Antonio Padert, veghiere della città di Oristano, la convocazione e la carta reale a don Giuseppe de Acorrà Figo, arcivescovo di Oristano. 94 A 11 de henero 1698, Oristan. Haviendome transferido yo nottario y escrivano infrascrito, de orden del noble y magnifico don Domingo Antonio Padery, veguer real d.esta ciudad de Oristan, en el palassio de su senoria illustrissima don Joseph de Acorti y Figo, argobispo de Oristan, a effecto de entregar a dicho su senoria illustrissima las convocatorias de su excelencia y la carta de su magestad, que Dios guarde, que van dirigidas a.dicho' su senoria illustrissima para las Cortes y real Parlamento segun en effecto tengo entregado a dicho su senoria illustrissima las dichas convocatorias y carta de I Così nel testo, invece di a.dicha. 266 su magestad. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Presentes por testigos mestre Juan Cabiddu, mestre Joseph Cabiddu, mestre Deometrio Nurri de los burgos d.esta ciudad. Antoninus Trogu nottarius ecclesiasticus./ 95 1697 dicembre 24, Oristano Sisinnio Antonio Obino, notaio e scrivano della curia del veghiere della città di Oristano, certifica di aver consegnato, su mandato di Domenico Antonio Paderi, veghiere della stessa città, le convocazioni a don Salvatore Crucu Comina, tenente del procuratore reale, per lui e per il figlio don Giuseppe che attualmente si trova nella villa di Pozzomaggiore. A 24 de deziembre 1697, Oristan. Haviendome entregado el noble y magnifico don Domingo Antonio Paderi, veguer real el presente ano d.esta giudad de Oristan, a mi, nottario y escribano infraescrito de la curia del Real Viguerio d.esta dicha giudad, las convocatorias de su excelencia que ultimamente se le ha remitido para entregar.las a los cavalleros y perconas militares d.esta dicha giudad, en ejecugion de la orden que tiene de dicha su excelencia, en cuya conformidad me he trasferido en compagnia del ministro d.esta curia del Real Viguerio Sebastian Dessi y de los infrascritos testigos en casa del noble y magnifico don Salvador Crucu y Comina, thiniente de pmcurador real d.esta dicha giudad, a effecto de entregar.le dichas convocatorias que van dirigidas a dicho noble y magnifico thiniente y al noble don Joseph Crucu su hijo, segun de facto tengo entregado aquellas al dicho noble y magnifico thiniente, tanto las que van dirigidas a el, como al dicho noble don Joseph su hijo por hallar.se ausente de esta dicha giudad por ser en la villa de Putzo Major. Y para que conste se continua el presente aucto. Presentes por testigos mestre Silvestre Arixi y Juanni Obino del Burgo d.esta Qiudad. Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba. 1697 dicembre 24, Oristano 96 Sisinnio Antonio Obino, notaio e scrivano, certifica di aver consegnato la convocazione a don Giovanni de Moncada. Dicho dia, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Juan de Moncada d.esta giudad de las convocatorias que van dirigidas a dicho noble de Moncada, en presengia de los dichos ministro y testigos. Y porque conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba / 267 c. 47 1697 dicembre 24, Oristano Sisinnio Obino, notaio e scrivano, certifica di aver consegnato le convocazioni a Sebastiano e Giuseppe Carta, cavalieri di Oristano. 97. c. 47 v. Dicho dia, Oristan. Semejante entrego tengo hecho a Sebastian Carta y Joseph Carta, cavalleros d.esta giudad, de las convocatorias que van dirigidas a dichos Carta en presengia de los sobredichos ministro y testigos. Y porque conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba. 1697 dicembre 24, Oristano Sisinnio Obino, notaio e scrivano, certifica di aver consegnato la convocazione a don Pietro Trogu. 98 Dicho dia, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Pedro Trogu de las convocatorias que van dirigidas a dicho noble en presen0a de los sobredichos ministro y testigo. Y porque conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba. 1697 dicembre 24, Oristano Sisinnio Obino, notaio e scrivano, certifica di aver consegnato la convocazione a don Giovanni Antioco Atzori di Oristano. 99 Dicho dia, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don J uan Antiogo Atzory d.esta giudad de las convocatorias que van dirigidas al dicho noble, en presengia de los sobredíchos ministro y testigos. Y porque conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba. 1697 dicembre 24, Oristano 100 Sisinnio Antonio Obino, notaio e scrivano, certifica di aver consegnato la convocazione a don Sisinnio Paderi dí Oristano. Dicho dia, Oristan. Semejante entrego tengo hecho al noble don Sisinio Padery d.esta giudad de las 268 convocatorias que van dirigidas al dicho noble Padery, en presen0a de los sobredichos ministro y testigos. Y porque conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Sisinnius Antonius Obino nottarius et scriba] 101 1698 gennaio 20, Oristano Don Domenico Antonio Paderi, veghiere della città di Oristano, comunica al viceré che sono state consegnate le carte reali e le relative convocazioni all'arcivescovo, al Capitolo e alla municipalità, nonché ai nobili e ai cavalieri. Excelentissimo senor. Sefior, remito a vuestra excelencia adjunto a esta el despacho con las continuaciones de l.entrego se han hecho de las cartas reales al senor ambispo, Cabildo y ciudad; y assi bien va continuado las convocatorias que se han entregado a la noblesa y cavalleros de esta Y quedo como devo esperando los preceptos de vuestra excelencia, cuya excelentissima persona guarde Dios Nuestro Senor muchos anos en la mayor grandesa de estado, que los criados de vuestra excelencia desseamos y hemos menester. Oristan y henero a 20 de 1698. Excelentissimo senor a los pies de vuestra excelencia, este su mas rendido criado don Domingo Antonio Paderi. / 102 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano, viceré di Sardegna, invia all'ufficiale dell'incontrada reale del Mandrolisai le lettere convocatorie, perché vengano consegnate nel più breve tempo possibile ai militari che si trovano nelle ville di Sorgono e di Atzara e che sono indicati nelle liste allegate; nel contempo chiede di segnalare i nomi dei militari delle ville che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. Lista delle convocazioni. Sorgono: Antioco Serra Satta, don Salvatore Carta, don Giuseppe Carta Minutili, don Melchiorre Carta, Sebastiano Serra, Giacinto Serra Satta, Pietro Serra, Giovanni Tommaso Urru, don Pietro Diego Carta e Giovanni Battista Serra. Atzara: Giuseppe Serra Urru, Tommaso Serra Urru, Sebastiano Serra Urru, Tommaso Serra e Salvatore Serra. 269 c. 43 c. 48 Lo conde de Montellano, adelantat de Jucatan, virrei, llochtinent y capita generai et cetera. Officia] de la encontrada real de Mandrolisai. Atnat de sa magestat, salut y dilecio. Per quant convé al servei de sa magestat que les lletres convocatories per lo real y generai Parlament que nos mana celebrar en lo present Regne, axi los de la prefata real magestat com las nostras, les quals ab les presents os remetem axi per als militars que se troban en la vila de Sorgono com en la de Atzara, expressats en las llistas que fermadas del secretary infrascrit van en lo plech a vos dirigit, se entreguen ab tota puntualitat. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals vos diem, cometem y manam que encontinent aquelles os seran presentades atgiau y degau de dar y entregar dites lletres convocatories a dites peNones en ditas llistas expressades, mediant un nottari de les viles en ditas llistas contingudes y ab dos testimonis, fentne continuar acte al peu de dites llistes perque conste de dit entrego, las quals junt ab les presents nos tomareu a remetre ab Io cuidado, diligencia y brevetat que de vos se espera. Y si acas se trobassen en dites viles alguns altres militars, ultra los contenguts en las preditas llistas, nos ne dareu avis perque lis pugam enviar las convocatorias, que per no tenir.ne notissia se dexan de remetre. E no fassau lo contrari si la gracia regia teneu cara y la pena de 200 ducats, que ab les presents os imposam, desigiau evitar. Dattum en Caller als 26 de noembre de 1698. EI conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. (SI) Vidit Pastor regens. Registrata et cetera, Liliu secretarius. Liliu secretarius pro Gabella. Orden para que el official de la encontrada real de Mandrolisai distribuiga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares de la referida encontrada. / c. 49 Llista de las convocatorias remesas als militars de la vila de Sorgono. Sorgono A Antiogo Serra Satta A don Salvador Carta A don Joseph Carta Minutili A don Melchior Carta A Sebastian Serra A Jacinto Serra Satta A Pedro Serra A Juan Thomas Urru A don Pedro Diego Carta 270 A Juan Baptista Serra Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas als militars de la vila de Atzara. Atzara A Joseph Serra Urru A Thomas Serra Urru A Sebastian Serra Urru A Thomas Serra A Salvador Serra Liliu secretarius 103 1698 gennaio 4, Desulo Marco Antonio Tanda, ufficiale (dell'incontrada del Mandrolisai], dichiara di aver ricevuto le lettere con la lista dei militari e che darà pronta esecuzione all'ordine impartitogli. A 4 de jener 1698, Desulo. c. 48 v. Las presents lletras son estadas presentadas a I.official infrascrit ab la lista inclussa dels mílitars de aquest partit ab las convocatorias en ella mensionadas; rebudas las quals ab lo acapte se deu, fas de resposta prontus et paratus. March Antoni Tanda / 1698 gennaio 5, Sorgono 104 Demetrio Machis Musu, notaio pubblico, certifica di aver consegnato le convocazioni a don Giuseppe Carta Minutili, ad Antioco Serra Salta, a Giacinto Serra Salta, a Sebastiano Serra Salta e a Giovanni Tommaso Urru, tutti della villa di Sorgono. A 5 de gener 1698, Sorgono et cetera. c. 49 En execucio de lo que se me ha manat en la horde de sa excellencia, de la dacta en Caller als 26 de noembre del propasat ain 1697, he distribuhit les convocatorias contesas y expressadas en la present nista, que son en la vila de Sorgono al noble don Joseph Cartta Minuttili, a Antiogo Serra Sana, donzeill; a Juansinto Serra Satta, donzeill, y a Sebastia Serra Satta, axi be donzeill. Y foren presents per testimonis a l.entrego se lis ha fet de les predites convocatories Juan lessar Illonzo, escrivent que se ferma, y Ignassio Lai, massaio, tots de dita vila. Y per lo matex se ha entregat la de Juan Thomas Urru, axi.be donzeill de Sorgono, en presensia dels predits testimonis. 271 Juan Cezar Ilongo Deometrio Machis Musu publich nottari. 105 1698 gennaio 5, Atzara Demetrio Machis Musu, notaio pubblico, certifica che l'ufficiale dell'incontrada ha consegnato le convocazioni ai fratelli Giuseppe e Sebastiano Serra, donnicelli della villa di Atzara. Dicto et eodem die, Atzara et cetera. Y essent pasat lo infrascrít official a la present vila per lo sobredit effecte, axi.be te c. 49 v. distribuhit les convocatorias dirigidas a Joseph y Sebastia' / Serra, jermans y donzeills de la present vila. Y foren presents per testimonia al dit entrego Juan Diego Mura, nottari, y Agustin Manca, escrivents, que se ferman de Ilur mans et cetera. Juan Diego Mura. Agustin Manca testimoni. Deometrio Machis Musu publich notari. 1698 gennaio 5, Atzara 106 Demetrio Machis MIMI, notaio pubblico, certifica che Marco Antonio Tanda, ufficiale [dell'incontrada del Mandrolisai], ha consegnato il plico, contenente le convocazioni, indirizzato all'ufficiale dell'incontrada di Parte Qier Reale. Dicto et eodem die Atzara et cetera. Yo antedit e infrascrit official, ynssiguint en lo contengut en la dita horde, he remes lo plech dirigit al official de la encontrada de Parti Hossier Real; y de I.entrego consta ab Iletra missiva de aqueill, la qual yunt ah la present se remet a.dita sa excellencia. Demetrio Machis Musu publich notari. March Antony Tanda. 107 [1698 gennaio 5, Atzara] Demetrio Machis Musu, notaio pubblico, certifica che Marco Antonio Tanda, ufficiale Idell'incontrada del Mandrolisail, ha restituito le convocazioni dei militari deceduti, che la lettera per Salvatore Serra, nativo di Belvì e residente ad Aritzo, è stata consegnata tramite Giuseppe Serra di Atzara, ed infine '11 nome Sebastia è ripetuto nella c. 49 v. 272 che servono altre lettere di convocazione per Melchiorre Urru e Giovanni Biagio Serra Satta di Sorgono, per i cavalieri Giuseppe, Marco Antonio, Giovanni Domenico e Giovanni Pietro Serra Casta, della villa di Belvi. Segue la lista delle convocazioni, compilata da Diego Lilliu, dei suddetti militari. Tots los demes mentionats en dita llista per ser morts se restituhexen les matexas convocatorias, ecepto la de Salvador Serra, que se ha entes ser lo de Belvì y comorant en la vila de Arizo, que se li es estada entregada mediant Joseph Serra donzeill de la vila de Atzara, fent axi.bo mensio que en la dita de Sorgono hi es Melchior Urru donzeill a.qui no ha vingut convocatoria, y Juan Blas Serra Satta, axi.bo donzeill, per lo matex; y en la vila de Belvi Joseph Serra Casta, March Antony Serra Casta, Juan Domingo Serra Casta, y Juan Pere Serra Casta, tots cavallers als quals no se ha remes convocatoria. Y en execucio de lo que se mana en dita orde, ne done conte a dita sa excellencia. March Antony Tanda. Deometrio Machis Musu publich nottari / Lista de las convocatorias que se remeten per als militars de la vila de Sorgono y c. 50 Belvy, en virtut de la lletra dels 16 del present mes de jener del corrent afiy 1698, remesa per March Antoni Tanda, officiai de la encontrada de Mandrolisay, que son los seguents. Sorgono Melchior Urru Juan Blas Serra Satta Belvi Joseph Serra Casta March Antony Serra Casta Juan Domingo Serra Casta Juan Pere Serra Casta Liliu secretarius./ 1081 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano invia all'ufficiale dell'incontrada di Parte Ckier Reale le lettere convocatorie, perché vengano consegnate nel più breve tempo Di questo documento si trova una copia semplice alle cc. 52-52 v. 273 possibile ai militari indicati nelle liste allegate; nel contempo chiede di segnalare i nomi dei militari che eventualmente non fossero presenti nel detto elenco, sotto pena di 200 ducati. Lista delle convocazioni, compilata da Diego Lilliu, per i militari della villa di Ghilarza: don Giovanni Stefano, don Giuseppe, Giovanni Battista, don Antioco, don Antioco Elisio, don Francesco Maria e don Salvatore Diego Madao. c. 56 Lo conde de Montellano adelantat de Jucatan, virrey, llochtinent y capita generai et cetera. Official de la encontrada de Parte Ocier Real, amats de sa magestat salut y dilectio. Per quant convé al servey de sa magestat que les lletres convocatories per lo real y generai Parlament que nos mana celebrar en lo present Regne, axi las de la prefata real magestat com las nostras, les quals ab les presents os remetem, se donen y entreguen a les persones a qui van dirigides, que son las contengudes en la llista que fermada del secretari infrascrit, axi.be ab les presents os remetem a.part. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals os diem y manam a vos sobredit offissial, per a que, encontinent les presents rebreu, hatgiau de fer donar y entregar dites lletres convocatories a dites persones en dita lista expressades, mediant un notary de les viles en dita 'lista contengudes y ab dos testimonis; fentne continuar acte al peu de dita 'lista perque conste de dit entrego, la qual junt ab les presents nos tornareu a remetre ab lo cuydado, diligencia y brevetat que de vos se espera. Y si a.cas se trobassen en dita vila alguns altres militars ultra los contenguts en la predita lista, nos ne dareu avis perque lis pugam emviar las convocatories, que per no tenirne notissia se dexan de remetre. E no fassau lo contrari si la grassia regia teniu cara y la pena de doscents ducats, que ab les present os imposam, desitgiau evictar. Datum en Caller als 26 de noembre de 1697. El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. (SI) Vidit Pastor regens Registrata et cetera Liliu secretarius Didacus Liliu secretarius pro Gabella. Orden dirigida al official de la encontrada de Parte Ocier Real, para que distribuiga y entregue las convocatorias que se han despachado para los militares de dicha encontrada./ c. 54 Llista de las personas militars de la vila de Guilarsa a qui se ha remes convocato- rias per al real y generai Parlament, e son las seguents. Guilarsa 274 A don Juan Esteve Medao A don Joseph Medao A Juan Bautista Medao A don Antiogo Medao A Antiogo Ephis Madao A don Francisco Maria Madao A don Salvador Diego Madao Liliu secretarius. / 109 1698 gennaio 2, Ghilarza Serafino Sanna Pisano [ufficiale dell'incontrada di Parte Ckier] dichiara di aver ricevuto da Marco Antonio Tanda, della villa di Desulo, le convocazioni da consegnare ed assicura che darà pronta esecuzione all'ordine. Die 2 de henero 1698, GuilaNa. c. 56 v. Se.me.a entregado la presente por Marcantonio Tanda de la vila de Desulo, y resebida en la devida reverensia ago de respuesta prontus et paratus. Seraphin Sanna Pisano. / 110 1698 gennaio 16, Tonara Marco Antonio Tanda [ufficiale dell'incontrada del Mandrolisai] comunica al segretario Diego Lilliu di aver adempiuto agli ordini del viceré circa la consegna delle convocazioni ai cavalieri del suo territorio e di aver inviato il plico con le altre lettere all'ufficiale di Parte Rier Real; restituisce le convocazioni dei cavalieri deceduti della villa di Sorgono e di Atzara e fa sapere, infine, che servono ancora due convocazioni per Melchiorre Urru e Giovanni Biagio Serra Satta di Sorgono e quattro per altri cavalieri di Belvì. Muy seiior mio, en conformidad de lo que su excelencia me ha mandado en las c. 48 inclussas ordenes para distribuhir las convocatorias de los cavalleros d.este partido, lo tengo executado segun vuestra merced vera al pie de la lista de los setiores militares. Y por lo mismo tengo enbiado el pliego inclusso vino para el official de Parte Ocier Real segun su carta que remitto de haver.los reebido dicho official. Y assimismo retorno todas las convocatorias de los cavalleros muertos de Sorgono y Atzara, y le prevengo que en la villa de Sorgono hay dos cavalleros sin convocatoria que llaman Melchior Urru y Juan Blas Serra Satta. Y por lo mismo hay en la villa de Belvi quatro cavalleros sin convocatoria, y los nombres estan espressados al pie y tocada de la lista. (Me remitto a lo que de verbo dira el Ilevador que es seiior Effis Casula.) 275 Sefior mio, vuestra merced las entregue a.quien se deven de entregar, y no las he podido dar antes que no los podia hallar presentes. Y vuestra merced vea lo que yo le puedo servir por aqui que lo hare con la voluntad y puntualidad esperimentara; y Dios me.le guarde largos y felises afíos segun puede y dezea. Tonara y henero en 16 de 1698. Besa la mano de vuestra merced su servidor Marco Antonio Tanda Sei-1°r Diego Lilio./ 1698 gennaio 30, Sorgono Marco Antonio Tanda, ufficiale dell'incontrada del Mandrolisai, comunica di aver consegnato le convocazioni a Melchiorre Urru e Giovanni Biagio Serra Satta di Sorgono, mentre Giovanni Antioco Salis, notaio di Atzara, provvederà per la villa di Belvì. 111 c. 51 Certifique yo March Antoni Tanda, jutgie ordinari y official actual d.esta real encontrada de Mandralusai, haver entregat las convocatorias del militar a Melchior Urru y Juan Blas Serra Satta, donzeills d.esta present vila de Sorgono, sent presents per testimonis a.dit entrego Juan Loddo, major actual, y mestre Nicolas Pintus d.esta present vila de Sorgono. Y las convocatorias que van als militars de la vila de Belvi las tinch entrega' em.presencia dels sobredits testimonis a Juan Antiogo Salis notari de la vila de Atzara, per a que axi.be las entregué a Joseph Serra Casta, March Antoni Serra Casta, Juan Domingo Serra Casta y Juan Pere Serra Casta de dita de Belvi, segons resttan expressats en la sobredita lista y notanda, del que fas fe vui en Sorgono y 30 de gener 1698 de la que fas fe. March Antony Tanda. / 1698 febbraio 1, Belvì Marco Antonio Tanda, ufficiale dell'incontrada del Mandrolisat, comunica di aver consegnato le convocazioni a Giuseppe, Marco Antonio, Giovanni Domenico e Giovanni Pietro Serra Casta, tutti donnicelli della villa di Belvì. 112 c. 51 v. Certifique yo March Antoni Tanda, jutgie ordinary y official actual de la present real encontrada de Mandralusai, de haver entregat las convocatorias del millitar a Josseph Serra Casta, March Antoni Serra Casta, Juan Domingo Serra Casta, Juan Pere Serra Casta, donzeills de la vila de Belvy. Essent presents per testimonis al dit entrego Marinny Porcu y Juan Cocco, tots de la vila de Desulo, si e segons y del ' Così nel testo, invece di entregadas. 276 matex modo restan expressats los noms y cognoms dels dits milítars en la ternna y tras escripto notando, del que fas fe vui en primo de febrero de 1698 Belvi. March Antony Tanda./ 113 1698 gennaio 10, Busachi Giovanni de Layas, notaio pubblico, certifica di aver consegnato le convocazioni a don Giovanni Stefano, don Antioco Efisio, don Giuseppe e don Francesco Maria Madao. Busaqui y jener a 10 de 1698. c. 54 Per mi nottari infrascrit es estada leida y publicada las convocatorias a las pergonas de don Juan Estevan Madao, a don Antiogo Effis Madao, a don Josep Madao, a don Francisco María Madao, las quals convocatorias se les ha entregado en presencia de mestre Bernardi Zedda y Juan Masia de la present vila per testimonis, del que fas fe jo dit e infrascrit notari y lo ferme de ma mia. Joannes de Layas publicus notarius./ 114 1698 gennaio 16, Ghilarza Serafino Sanna Pisano [ufficiale dell'incontrada di Parte Oder Reali comunica al viceré di aver consegnato le convocazioni ai militari di Ghilarza ad eccezione di quelle per don Giovanni Battista e don Salvatore Diego Madao in quanto il primo vive a Genoni e l'altro in casa del marchese di Villasor; comunica inoltre di aver restituito la convocazione diretta ad Antioco Efisio Madao perché già consegnata sotto il nome di don Antioco. Excelentissimo seiior. c. 53 Vuestra excelencia me a remetido hunas letras convocatorias para entregar a los cavalleros de esta encontrada; y se an entregado las que hivan a los que tienenen' crus en la lista que se me a remitido del secretario Liliu, menos a don Juan Baptista Madao y a don Salvador Diego Madao por bivir don Juan Baptista en Genoni y don Salvador Diego en casa del marques de Villa Sor; y restituigo la de Antiogo Efis Madao, por aver.se entregado la que desia don Antiogo Madao que.s todo hun sujeto. Y tanbien remito ajunta la referida lista y convocatorias, suplicando me mande muchas ordenes del servicio de vuestra excelencia que las executare, segun debo. Guarde Dios a vuestra excelencia muchos aflos como dezeo y he menester. Guilarza y 16 de enero. Così nel testo, invece di tienen. 277 Excelentissimo sefior Besa los pies de vuestra excelencia su menor servidor. Seraphin Serra Pisano. / 1698 gennaio 24, Ghilarza Serafino Sanna Pisano, [ufficiale dell'incontrada di Parte O'ier Reali, comunica al segretario Diego Lilliu che consegnerà la convocazione diretta a don Antioco Efisio Madao, erroneamente restituita in precedenza, non appena sarà possibile attraversare il fiume ingrossato a causa delle abbondanti piogge. 115 Sefior mio, resíbo la de vuestra merced de los 26 d.este ajunta la convocatoria de don Antiogo Efis Madao, que remiti a.su excelencia porque la entregue a dicho don Antiogo Efis Madao, otra que dezia a don Antiogo Madao, que.s lo mismo que don Antiogo Efis y es todo hun sujeto. Pero ya que vuestra merced me lo manda, le enbiare luego esta otra como se pasa el rio, que por las tantas lluvias no se a podido vadear ya quatro dias, y dare aviso a vuestra merced de lo que fuere no obstante entiendo que bastara la convocatoría que le entregue, que desia a don Antiogo Madao. Tanbien remito la orden que se me remitio, que por mandar.me restituir.la la dije. c. 55 v. Y tanto en esso como en / qualquiera cosa que vuestra merced fuere servido mandar.me, conosera con la execusion lo que dezeo servir.le. Guarde Dios a vuestra merced muchos afios como dezeo y he menestet. Guilarca y 24 de henero 1698. Besa las manos de vuestra merced su seguro amigo y servidor Seraphin Sanna Pisano Sefior Diego Liliu. / c. 55 1698 gennaio 30, Cagliari Diego Lillíu certifica che la convocazione a don Giovanni Battista Madao è stata consegnata da Giovanni Antioco Azori, maggiore della villa di Genoni, e quella a don Salvatore Diego Madao da Giovanni Molino, notaio, a Villasor. 116 c. 54 v. Die trigesima ianuarii 1698. Calari. A don Juan Baptista Madao se.le entregó la convocatoria segun pareze por la fe dada por el mayor de la villa de Genoni Juan Antiogo Azori, de la data al 25 de los dichos mes y ano. Y a don Salvador Diego Madao se le entregó la convocatoria como consta por fe de Juan Molino notario, dada en Villa Sor en 27 de los dichos e presentes mes y ano, y entre ambas fe quedan en este proceso, a las quales me refiero, de quibus et cetera Didacus Liliu secretarius. / 278 1697 dicembre 22, [Cagliari] Antonio Alvarez [Pellicer, segretario del viceré], comunica che il governatore di Sassari con una carta del 19 dicembre ha dichiarato di aver ricevuto 50 convocazioni in bianco da compilare con i nomi dei cavalieri di Orani, Ittiri, Galtellì, Orosei e Mamoiada. 117 El governador de Sager en un capitulo de carta de 19 de este mismo mes avisa el c. 57 recivo de las convocatorias que se le embiaron en bianco, para que las llenasse con los nombres de los cavalleros que faltavan; dize assi: «he recevido las cinquenta convocatorias que en bianco se ha servido vuestra excelencia mandar remitir.me, para que las Ilenase de los nombres de los cavalleros de Orani, Ittiri, Galtelly, Orosey y Mamoyada, remittiendo a vuestra excelencia certificatoria de los subjetos a quien se han dado lo que executaré, y las remetiré con los attestados de todos los notarios hauran entregado estas y las demas en las ciudades y villas que vuestra excelencia me ha mandado». Cuya carta queda originai en esta Secretaria de Estado y Guerra, y no se entrega para continuar en el processo de Cortes por contener otros puntos, para cuyo effecto se da la presente nota en ella a 22 deziembre de 1697. Antonio Alvarez [Pellicer]. / 1697 novembre 26, Cagliari Il conte di Montellano invia a don Pietro Amat Gambella, governatore e riformatore del Capo di Sassari e Logudoro, le convocazioni, perchè vengano consegnate nel più breve tempo possibile ai residenti in città, nel capo di Sassari e Logudoro e nell'incontrada di Gallura; nel contempo, chiede di segnalare i nomi dei militari della città che eventualmente non fossero presenti negli elenchi. 118 Elenco delle convocazioni. Arcivescovo di Sassari, priore di Bonarcado, decano, canonici e Capitolo della Chiesa turritana, inquisitori in qualità di abati di San Michele de Plaiano, consiglieri di Sassari, conte di Torralba e per sua assenza al reggitore, Pietro Amat Gambella, governatore del Capo di Sassari e Logudoro, dottor don Giovanni Battista Cugia, don Francesco Liperi Villino, marchese di Villarios, marchese di Mores, marchese di Montemayor, barone di Ossi, don Francesco Martinez Zonza, signore di Muros, don Francesco Pilo, barone di Putifigari, don Antonio Martinez Casatgia, don Giovanni Pilo Passamar, don Giuseppe Pilo Aquena, don Giuseppe Pilo Manca, don Andrea Pilo Manca, don Gerolamo de Loreto, don Gavino Mallano, don Giovanni Tola, don Giovanni Battista Tola, don Carlo Alivesi, don Giovanni Antonio Fundoni, 279 don Giovanni Fundoni, don Giuseppe Fundoni, don Antonio Casalabria, don Francesco Liperi Paliacho, don Francesco Quesada de Riba de Neira, Francesco Paduano, Francesco Paduano figlio di Gavino, don Giovanni de l'Arca Passamar, don Giovanni Pilo Andrada, don Giuseppe Pilo, figlio di don Giovanni, don Pietro Cugia, don Giovanni Francesco Sanatello, don Francesco Sanatello Paliacho, don Gavino Navarro, don Giovanni Antonio Martinez Pilo, don Giovanni Battista Segui, Paolo de Logu Castelvì, Pietro de Logu, don Gioacchino de Liperi Sucharello, don Giovanni Antonio de la Bronda Esgrecho, don Giovanni Ledda, don Gioacchino de Liperi Villino, Quirico Machocu, don Giovanni Pilo Aquena, don Giovanni Antonio Esgrecho, don Diego Muriga, figlio di don Ignazio, don Giacomo Manca Zonza, don Simone Figus, Gavino Calcinatgio, Pietro Calcinatgio, don Francesco Figus, don Martino Murgia, don Giovanni Grixont, don Francesco Diego Passamar, don Gavino Loretto, don Giovanni Battista de Nurqui, don Diego Ritzo, don Giovanni Garrucho, don Francesco Salvino, don Gavino Manca Zonza, Agostino Mugiano, don Felice de Liperi, don Giuseppe Sotgiu, don Gavino Sotgiu, don Salvatore Sotgiu, don Gaspare Navarro, don Antonio Manca de l'Arca, don Antioco Santucho, don Giovanni Antonio Martinez, don Francesco Ledda, don Francesco Liperi, don Gavino Liperi, don Francesco Liperi, don Giuseppe de Liperi, Giuseppe Paduano, don Giovanni Antonio Atzori, don Giovanni Antioco Atzori, don Gavino Fundoni, don Nicola Fundoni, don Pietro Michele Pilo, don Diego Francesco Passamar, don Giovanni Pilo Aquena, don Gavino Liperi Villino, don Angelo Manca Zonza, don Giuseppe Santucho Ledda, don Francesco Santucho Ledda, don Giovanni Manca, dottor Gabriele Marongiu, don Gavino Amat Sarvafiola, don Gavino Liperi Zonza, don Francesco Liperi Sucharello, don Gavino Liperi Villino, don Pietro Cutgia, don Antonio Quesada Passamar, Gavino Machocu, don Pietro Mallano, don Cristoforo Quesada Pílo, don Gaspare Navarro. Bonorva: don Giuseppe de Liperi Brondo, don Gerolamo Ledda Carrillo. Nulvi: don Giorgio de Litala, don Giovanni de Litala Mannu, don Gavino de Litala Mannu, don Gerolamo de Litala, don Giovanni de Litala Nieddu, Michele Sinni Carta, don Giovanni Battista de Litala Satta, don Agostino Angelo de Litala. Ittiri: Martino Sucharello, Stefano Sucharello, Gavino Sucharello, Pietro Paolo Sucharello, Nicola Sucharello, Gioacchino Sucharello, don Giovanni Francesco Frasso, Martino Sucharello Virdez, Francesco Paduano Soya, don Gavino Frasso, Giovanni Antonio Sucharello, Francesco Sucharello, Agostino Angelo Sucharello, Lorenzo Sucharello. 280 Pozzomaggiore: don Giorgio de Tori Mura, don Giovanni de Tori, don Giovanni Antioco Cadello, don Giuseppe de Roma, don Salvatore Cadello, don Giovanni Andrea Cadello. Sorso: Nicola Pinna, Giovanni Pinna, don Gavino Murgia, don Martino Murgia, Michele Pinna, Angelo Pinna, don Francesco Ansaldo, Giovanni Maria Marongiu, Francesco Murgia, Giovanni Murgia, Matteo Pinna, Giovanni Battista Marongiu, Antonio Marongiu Pinna, Antonio Murgia, Giovanni Maria Murgia. Castellaragonese: vescovo di Ampurias, decano, canonici, Capitolo della Chiesa di Ampurias, consiglieri della città, Giovanni Roig Jacumont, Francesco Rocca de Riba de Neira, don Giovanni Roig Salvino, don Giovanni Leandro Roig Salvino, don Giorgio Roig, Leandro Maiolo, don Antonio Roig, Francesco Maiolo, Paolo Michele Solar, Gavino Solar Espiliola, don Francesco Solar, don Giovanni Maria Solar, Leandro Benito Maiolo, Francesco Roig Salvino, Andrea Roig Salvino, don Giovanni Roig, Giuseppe Salvino, Giovanni Oliver Salvino Rosso, Giuseppe Salvino Rosso, Adriano de la Rocca Riba de Neria. Macomer: don Demetrio Fois, don Gaspare Navarro. Bolotana: don Gavino Fois, Giovanni Battista Sucharello, Pietro Paolo Scarpa Fois, don Demetrio Fois, Nicola Antonio Carta Salaris, Francesco Tola, don Antonio Fois. Borore: don Pietro Mallano, don Michele Dias. Bono: Costantino Gaya, don Giovanni Ledda. Benetutti: don Pietro Diego Carta, Tommaso Carta. Bottidda: Francesco Gaya Carta, Agostino Gaya, don Tommaso Sotgiu Tola, don Agostino Sotgiu. Bortigali: Giovanni Bachisio Sucharello, Domenico Ulbo, Pietro Paolo Carta, Giovanni Bachisio Carta, Giovanni Battista Carta. Ozieri: don Antonio Manca Prosperi, don Antonio Manca Prosperi, Filippo Sucharello, don Gerolamo Ladu, don Paolo Grixoni Sotgiu, Giovanni Antonio del Mestre, don Giovanni Grixoni de la Bronda, don Antonio Ladu, don Giacomo Tola Carta, don Francesco Roig, Filippo Satta, don Antonio 281 Soliveras, don Salvatore Sotgiu, Francesco Satta, Angelo Tola, Francesco del Mestre, Salvatore Roig, Sebastiano Tola, Pietro Grixoni, Francesco del Mestre Sanna, Giacomo Satta di Anela, Lorenzo del Mestre, Antonio Sucharello, don Antonio Carta Ladu, Sebastiano Soliveras Tola, Gaspare Manca Rosso, Pietro Grixoni, Giovanni Maria Satta, Salvatore Satta, Pietro del Mestre Sanna, don Antonio Grixoni, don Giacomo Grixoni, don Giovanni Gerolamo Ladu, don Giovanni Ladu, don Antonio Ladu, Giovanni Antioco del Mestre del Rio, Pietro del Mestre, Francesco Manca Rosso. Oschiri: Pietro Grixoni Prosperi; don Giovanni Tola, Giovanni Grixoni. Pattada: Giacinto Canas, Pietro Gaya, Gavino Gaya, Michele Gaya, don Filippo Sinni, don Giovanni Stefano Sinni, Salvatore Sinni, Antonio Mundula, don Giacomo Sotgiu Sinni. Buddusò: don Antonio Casu, don Gavino Sotgiu. Orani: Pietro Francesco Angioy, Demetrio Gaya, Michele Angioy, Francesco Ignazio Guiso. Gallura: Giovanni Michele Pes Misorro, don Gavino Pes Spensatello, don Antonio Pes, don Agostino Pes, don Giacomo Pes Pilo, don Domenico Pes, don Gavino Agostino Pes, Gavino Satta, Giovanni Agostino Satta, Marco Antonio Satta, don Diego Pes, don Gavino Ritzo Satta, Bernardino Ritzo Gatzu, Giacomo Ritzo Gatzu, don Francesco Pes, don Giovanni Battista Pes, don Nicola Valentino, don Stefano Valentino, don Agostino Sana, Filippo Pilo, Gavino Ritzo Gatzu, Giovanni Battista Sana, Ludovico Ritzu, don Andrea Pes, don Felice Pes Pilo, Giovanni Satta, don Giacomo Pes. Tresnuraghes: don Dionisio Sulas. Nuoro:* don Giacomo Carta, don Carlo Satta Pirella, don Francesco Gaya, don Antonio de Minutilz, don Gavino Pirella, Giovanni Antonio Sedda, Ignazio Melchiorre Sedda, Gavino Pietro Francesco Sedda. Bitti: don Antonio Satta, don Felice Satta, don Giuseppe Satta, don Giovanni Battista Satta de Appellu, don Antonio Fois figlio di don Onofrio Fois di Bolotana, don Giorgio Satta, don Carlo Satta figlio di don Giorgio, don Giovanni Francesco Satta, don Giuseppe Satta de Appellu, don Francesco Giacomo Satta de Appellu, don Gavino Satta de Appellu, don Antonio Satta de Appellu, don Salvatore Satta de Appellu. 282 Galtellì: Ignazio Guiso Tolti, Leonardo Guiso Tolti, Pietro Monserrato Guiso Tolti, Andrea Guiso Tolti, don Giovanni Battista Pinna Guiso, don Giacomo Sotgiu Manca, don Giuseppe Pinna Guiso, don Bartolomeo Pinna Guiso, don Giuseppe Minuta!, don Francesco Sotgiu Guiso, Andrea Lucifero Guiso Tolu, Bartolomeo Guiso Biancu, Demetrio Guiso, Pietro Pasquale Sotgiu. Bosa: vescovo della chiesa di Bosa, decano, canonici e Capitolo della Chiesa di Bosa, consiglieri della città, don Giovanni Battista de Litala, don Francesco Passino, don Antonio Uras de Milia, Diego Marongiu, don Pietro Natter, don Agostino Angelo de Litala, Ignazio Marongiu Prunas, don Agostino Vila, don Giovanni Ambrogio Natter, Ignazio Marongiu, don Renuccio de Litala, don Giovanni Gerolamo Natter, Domenico Tola Rocca. Alghero: vescovo di Alghero, decano, canonici e Capitolo della Chiesa di Alghero, consiglieri della città, don Francesco Tibau, don Matteo Carola, don Gerolamo Sotgiu, don Diego de Sena Piccolomini, don Gaspare Manca Prosperi, don Francesco de l'Arca, Michele Martino Carta, dottore Diego Bonfill, don Salvatore Carola, don Antonio Maggio, don Francesco Sotgiu, don Giovanni Battista Ferra, don Giovanni Matteo Martin, don Francesco Busquets, Diego Tola di Ozieri, don Simone Olives, Michele Farrago, Angelo Bonfill, Giuseppe Bonfill, don Salvatore Ferra, don Angelo Ferra, don Diego Carola, don Antonio Carola, don Michele de Tori, don Angelo de Tori, don Michele Bonfill, don Giuseppe Marti, don Giovanni Grixoni Mamoiada: Giovanni Satta Meli, don Agostino Meli Forteza, Giuseppe Muggiano Satta, don Giovanni Francesco Sisinnio Meli Satta, Francesco Meli Satta, Francesco Satta, Tommaso Satta, Lucifero Sedda, Antonio Sedda, Pietro Antonio Sedda, Marino Sedda. Anela: Gavino Satta. Torralba: don Filippo Sinni Ledda. Padria: Antonio Giuseppe de Roma. Ploaghe: don Felice Diaz de Litala, don Michele Diaz, don Francesco Diaz, don Andrea Diaz de Litala, don Giovanni Francesco Diaz, don Antonio Diaz de Litala, Giovanni Tomaso Diaz, don Gavino Diaz de Litala, Michele Diaz, don Giovanni Battista Diaz de Litala, don Matteo Diaz de Litala, Giovanni Diaz de Litala, Antonio Gerolamo Diaz de Litala, don Agostino Carta. 283 Sennori: Giovanni Satta Frassu. Giave: don Gavino de Martis, don Quirigo de Martis, don Giacomo Filippo de Martis, don Antonio de Martis. Orosei: don Giuseppe Pinna Guiso, don Giovanni Guiso, don Pietro Guiso, don Bartolomeo Pinna Guiso, don Giovanni Battista Pinna Guiso. Thiesi: Pietro de Nurra. Mores: don Gavino Soliveras, don Antonio Soliveras Ferreli. Cuglieri: don Giuseppe di Castelvì, don Francesco Brunengo, don Giovanni Battista Zatrillas. c. 58 Lo tonde de Montellano, adelantat de Jucatan, virrei, llochtinent y capita generai et cetera. Espectable don Pere Amat y Gambella governador y reformador dels Caps de Sacer y Logudor, amat conseller de sa magestat. Ab correo a posta hos remetem ab las presents las lletres convocatories per al real y generai Parlament que nos mana sa magestat celebrar en lo present Regne, axi las de dita sa magestat com las nostras, per.a.que se donen y entreguen aquellas a les persones de exa ciutat y Cap de Sacer y Logudor y de la encontrada de Gallura a.qui van dirigidas, que son les contengudas en las llistas que, fermadas del secretari infrascrit axi.be se hos remetem a pan, y perque conve al servey de la prefatta magestat que ab tota diligencia axi se efectue. Per tant havem manat expedir les presents, per tenor de les quals vos dihem, cometem y manam que, encontinent aquelles vos seran presentades, fassau dar y entregar dites lletres convocatories a dites persones en dita llista es a los de exa ciutat mediant un ministre y notary de exa expressades, Governació ab dos testimonis; fent.ne continuar acte al peu de la dita llista perque conste de dit entrego, y les demés de la ciutat de dit Cap de Sacer y Logudor y de dita encontrada de Gallura las embiaren encontinent ab correo a posta per als veguers, potestats, regidors y oficials, per.a.que cascú en sa jurisdiccio las degan de entregar de la matexa manera per un ministre, notari y testimonis, continuant acte de tot al peu de las ditas llistas, les quals iunt ab les presents nos tornareu a embiar c. 58 v. ab lo cuidado y brevetat que de vos con fiam. / Y si a cas se trobassen en exa dita ciutat, cap y encontrada alguns altres militars ultra los contenguts en las preditas llistas, nos ne dareu avis per.a.que lis pugam embiar las convocatorias, que per no tenir.ne noticia se dexan de embiar, y no fassau lo contrari si la gracia regia teniu cara. Datum en Caller als vint y sis del mes de noembre de mil y sis cents noranta y set. 284 El conde de Montellano, adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. (SI) Registrata et cetera. Liliu secretarius. Didacus Liliu secretarius pro Gabella. Orden para que el expetable governador de los Cavos de Sacer y Logudor distribuiga y entregue las convocatorias, que se han despachado para los militares y demas de los referidos Cabos. / Llista dels militars dels Caps de Sacer y Logudor als quals se han remes convoca- c. 59 tories per lo real y generai Parlament celebrara en lo present lo excellentissim conde de Montellano, virrei, llochtinent y capita en lo present Regne de Cerdefia, e son los seguents: Primo al moli reverent en Christo pare archibisbe de Sacer Al venerable amat de sa magestat lo prior de Bonarcado (no fue habilitado) Als venerables y amats de sa magestat lo dagà, canongies y Capitol de la santa iglesia turritana Als venerables ínquisidors, com a abbats de San Miquel de Plano Als amats y fiels de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Sasser A l.egregi conde de Toralba, y per sa ausencia a son reggidor A 1.expetable don Pere Amat y Gambella, governador dels caps de Sasser y Logudor Al noble y magnifich doctor don Juan Baptista Cugia A don Francisco Liperi Villino A l.illustre marques de Villa Rios A l.illustre marques de Moras A l.illustre marques de Montemayor Al baro de Ossi A don Francisco Martinez Zonza, senor de Muros A don Francisco Pilo, baro de Putifigari A don Antonio Martinez Casatgia A don Juan Pilo Passamar A don Joseph Pilo Aquena A don Joseph Pilo y Manca A don Andres Pilo y Manca A don Geronimo de Loreto A don Gavino Mallano A don Juan Tola A don Juan Baptista Tola 285 A don Carlos Alivesi A don Juan Antonio Fundoni A don Juan Fundoni A don Joseph Fundoni A don Antonio Casalabria A don Francisco Liperi Paliacho A don Francisco Quesada de Riba de Neria A Francisco Paduano A Francisco Paduano, fili de Gavi A don Juan de I.Arca y Passamar A don Juan Pilo Andrada A don Joseph Pilo, fili de don Juan A don Pere Cugia A don Juan Francisco Sanatello A don Francisco Sanatello Paliacho A don Gavino Navarro A don Juan Antonio Martinez Pilo A don Juan Baptista Segui A Pau de Logu y Castelvì A Pere de Logu A don Juachim de Liperi y Sucharello/ c. 59 v. A don Juan Antonio de la Bronda y Esgrecho A don Juan Ledda A don Juachim de Liperi Villino A Quirigo Machocu A don Juan Pilo Aquena A don Juan Antonio Esgrecho A don Diego Muriga, fili de don Ignagi A don Jayme Manca Zonza A don Simon Figus A Gavy Calcinatgio A Pere Calcinagio A don Francisco Figus A don Martin Murgia A don Juan Grixoni A don Francisco Diego Passamar A don Gavino Loretto A don Juan Bautista de Nurqui A don Diego Ritzo A don Juan Garrucho A don Francisco Salvino 286 A don Gavino Manca y Zonza A Agustin Mugiano A don Felis de Liperi A don Joseph Sogiu A don Gravino Sogiu A don Salvador Sogiu A don Gaspar Navarro A don Antonio Manca de l.Arca A don Antiogo Santucho A don Juan Antonio Martinez A don Francisco Ledda A don Francisco Liperi A don Gavino Liperi A don Francisco Liperi A don Joseph de Liperi A Joseph Paduano A don Juan Antonio Atzori A don Juan Antiogo Atzori A don Gavino Fundoni A don Nicolas Fundoni A don Pedro Miguel Pilo A don Diego Francisco Passamar A don Juan Pilo Aquena A don Gavino Liperi Villino A don Angel Manca y Zonza A don Joseph Santucho y Ledda A don Francisco Santucho y Ledda A don Juan Manca Al doctor Gabriel Marongiu A don Gavino Amat y Sarvatiola A don Gavino Liperi Zonza A don Francisco Liperi Sucharello A don Gavino Liperi Villino A don Pedro Cutgia A don Antonio Quesada y Passamar A Gavino Machocu A don Pedro Mallano A don Christoval Quesada y Pilo A don Gaspar Navarro Didacus Liliu secretarius. / 287 c. 60 Llista de las convocatorias remesas per als militars de la vila de Bonorva. Bonorva A don Joseph de Liperi Brondo A don Geronimo Ledda Canino Didacus Liliu secretarius Llista de las convocatorias remesas per als militars de la vila de Nulvi Nulvi Primo a don Jordi de Litala A don Juan de Litala Mannu A don Gavino de Litala Mannu A don Geronimo de Litala A don Juan de Litala Nieddu A Miguel Sinni Carta A don Juan Baptista de Litala Satta A don Agustin Angel de Litala Didacus Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas per als militars de la vila de Itiri. Itiri Primo a Martin Sucharello A Esteve Sucharello A Gavino Sucharello A Pere Pau Sucharello A Nicolas Sucharello A Juachim Sucharello A don Juan Francisco Frasso A Martin Sucharello y Virdez A Francisco Paduano y Soya A don Gavino Frasso A Juan Antonio Sucharello A Francisco Sucharello A Agustin Angel Sucharello A Lorenso Sucharello Didacus Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas per als militars de la via de Puzumaior A don Jorge de Tori Mura A don Juan de Tori A don Juan Antiogo Cadello A Joseph de Roma 288 A don Salvador Cadello A don Juan Andres Cadello Didacus Liliu secretarius. / c. 60 v. Llista de las convocatorias que se han remes per als militars de la vila de Sorso Primo Nicolas Pinna A Juan Pinna maior A don Gavino Murgia A don Martin Murgia A Miguel Pinna A Angel Pinna A don Francisco Ansaldo A Juan Maria Marongiu A don Francisco Murgia A don Juan Murgia A Matheo Pinna A Juan Baptista Marongiu A Antonio Marongiu Pinna A don Antonio Murgia A don Juan Maria Murgia Didacus Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas per als militars de Castillo Aragones. Castillo Aragonez Et primo al reverent en Christo pare bisbe de Ampurias Als venerables dagà, canongies y Capitol de la santa iglesia ampurien1 Als amats y fiels de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Castillo Aragones A don Juan Roig Jacumoni A Francisco Rocca de Riba de Neria A don Juan Roig Salvino A don Juan Leandro Roig Salvino A don Jorge Roig A Leandro Maiolo A don Antonio Roig A Francisco Maiolo A don Pablo Miguel Solar A don Gavino Solar Espinola A don Francisco Solar Così nel testo, invece di ampuriense. 289 A don Juan Maria Solar A Leandro Benito Maiolo A don Francisco Roig y Salvino A don Juan Leandro Roig y Salvino A don Andres Roig y Salvino A don Juan Roig A Joseph Salvino A Juan Oliver Salvino y Rosso A Joseph Salvino y Rosso A Adriano de la Rocca y Riba de Neria Didacus Liliu secretarius. / c. 61 Llista de las convocatorias remesas per als militars de la vila de Macomer A don Demetrio Fois A don Gaspar Navarro Didacus Liliu secretarius. Llista de las convocatorias remesas per als militars de la vila de Bolotana Primo a don Gavino Fois A Juan Baptista Carta Sucharello A Pedro Pablo Scarpa Fois A don Demetrio Fois A Nicolas Antonio Carta Salaris A Francisco Tola A don Antonio Fois Didacus Liliu secretarius. Llista de las convocatorias que se han remes per als militars de la vila de Borole Et primo a don Pere Mallano A don Miquel Dias Didacus Liliu secretarius. Bono A Constantino Gaya A don Juan Ledda Didacus Liliu secretarus. Benetuti A don Pedro Diego Carta A Thomas Carta Didacus Liliu secretarius. 290 Bottidda A Francisco Gaya Carta A Agustin Gaya A don Thomas Sotgiu y Tola A don Agustin Sotgiu Didacus Liliu secretarius. / Bortigale A Juan Baquis Sucharello A Domingo Ulbo A Pedro Pablo Carta A Juan Baquis Carta A Juan Baptista Carta Didacus Liliu secretarius. c. 61 v. Ocier A don Antonio Manca Prosperi A don Antonio Manca Prosperi A Phelipe Sucharello A don Geronimo Ladu A don Pablo Grixoni Sotgiu A Juan Antonio del Mestre A don Juan Grixoni de la Bronda A don Antonio Ladu A don Jayme Tola Carta A don Francisco Roig A Phelipe Satta A don Antonio Soliveras A don Salvador Sotgiu A Francisco Satta A Angel Tola A Francisco del Mestre A Salvador Roig A Sebastian Tola A Pedro Grixoni A Francisco del Mestre y Sanna A Jayme Satta de Anela A Llorens del Mestre A Antonio Sucharello A don Antonio Carta Ladu A Sebastian Soliveras Tola 291 A don Gaspar Manca Rosso A Pedro Grixoni A Juan Maria Satta A Salvador Satta A Pedro del Mestre y Sanna A don Antonio Grixoni A don Jayme Grixoni A don Juan Geronimo Ladu A don Juan Ladu A don Antonio Ladu A Juan Antiogo del Mestre y del Rio A Pedro del Mestre A Francisco Manca Rosso Osquiri A Pedro Grixoni Prosperi A don Juan Tola A Juan Grixoni Didacus Liliu secretarius. Patada A Jacinto Canas / c. 62 A Pedro Gaya A Gavino Gaya A Miguel Gaya A don Phelipe Sinni A don Juan Esteban Sínni A Salvador Sinni A Antonio Mundula A don Jayme Sotgiu Sinni Didacus Liliu secretarius. Budduzó A don Antonio Casu A don Gavino Sotgíu Didacus Liliu secretarius. Orani A Pere Francisco Anjoy A Demitrio Gaya A Miguel Anjoy 292 Francisco Ignacio Guiso Didacus Liliu secretarius. Galura A Juan Miguel Pez Misorro A don Gavino Pes Spensatello A don Antonio Pes A don Agustín Pes A don Jayme Pez Pilo A don Domingo Pes A don Gavino Agustin Pes A Gavino Satta A Juan Agustin Satta A Marco Antonio Satta A don Diego Pes A don Gavino Ritzo Satta A Bernardino Ritzo Gatzu A Jayme Ritzo Gatzu A don Francisco Pes A don Juan Baptista Pez A don Nicolas Valentino A don Estevan Valentino A dorAt Agustin Satta A Phelipe Pilo A Gavino Ritzo Gatzu A Juan Baptista Satta A Ludovico Ritzu A don Andres Pes A don Feliz Pes y Pilo A Juan Satta A don Jayme Pes Didacus Liliu secretarius. Tresnuragues A don Dionisio Sulas Didacus Liliu secretarius. / Nuoro A don Jayme Carta A don Carlos Satta Pirela A don Francisco Gaya c. 62 v. 293 A don Antonio de Minutili A don Gavino Pirella A Juan Antonio Sedda A Ignacio Melchior Sedda A Gavino Pedro Francisco Sedda Didacus Liliu secretarius. Bitti A don Antoni Satta A don Felis Satta A don Joseph Satta A don Juan Baptista Satta de Apelu A don Antonio Foys, fill de don Honofre Fois de Bolotana A don Jorje Satta A don Carlos Satta, fill de don Jordi A don Juan Francisco Satta A don Joseph Satta de Apelu A don Francisco Jayme Satta de Apelu A don Gavino Satta de Apelu A don Antonio Satta de Apelu A don Salvador Satta de Apelu Didacus Liliu secretarius. Galtelli A Ignacio Guiso Tolu A Leonardo Guiso Tolu A Pedro Moncerrate Guiso Tolu A Andres Guiso Tolu A don Juan Baptista Pinna Guiso A don Jayme Sotgiu Manca A don Joseph Pinna Guiso A don Bartholome Pinna Guiso A don Joseph Minutili A don Francisco Sotgiu y Guiso A Andres Lucifero Guiso Tolu A Bartolome Guiso Biancu A Deometrio Guiso A Pedro Pasqual Sotgiu Didacus Liliu secretarius. 294 Bosa Al reverent en Christo pare bisbe de la santa iglesia de Bosa / als venerables dagà, canonges y Capito] de la sancta yglesia de Bosa. Als amats y fiels de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Bosa. A don Juan Baptista de Litala A don Francisco Passin A don Antonio Uras de Milia A Diego Maronju A don Pere Natter A don Agustin Angel de Litala A Ignacio Maronju y Prunas A don Agustin Vila A don Juan Ambrosio Natter A Ignacio Maronju A don Renuncio de Litala A don Juan Geronimo Natter A Domingo Tola Rocca Didacus Liliu secretarius. c. 63 Alguer Al reverent en Christo pare lo bisbe de l.Alguer. Als venerables dagà, canonjes y Capitol de la sancta iglesia de Alguer. Als amats y fiels de sa magestat los concellers de la magnifica ciutat de Alguer A don Francisco Tibau A don Matheo Carola A don Geronimo Sotgiu A don Diego de Senna Picolomini A don Gaspar Manca Prosperi A don Francisco de l.Arca A Miguel Marti y Carta Al doctor Diego Bonfill A don Salvador Carola A don Anton Maggio A don Francisco Sotgiu A don Juan Baptista Ferrà A don Juan Matheo Martin A don Francisco Busquets A Diego Tola de 00er A don Simon Olives A Miguel Farragó A Angel Bonfill 295 A Joseph Bonfill A don Salvador Ferra A don Angel Ferra A don Diego Carola A don Antonio Carola A don Miquel de Tory A don Angel de Tory A don Miguel Bonfill A don Joseph Marti A don Juan Grixoni Didacus Liliu secretarius. Mamoiada A Juan Satta Meli A don Agustin Meli Forteza A Joseph Muggiano Satta / c. 63 v. A don Juan Francisco Sisinnio Meli Satta A Francisco Meli Satta A Francisco Satta A Thomas Satta A Lucifero Sedda A Antonio Sedda A Pedro Antonio Sedda A Marini Sedda Didacus Liliu secretarius. Anela A Gavino Satta Didacus Liliu secretarius. Toralba A don Phelipe Sinni Ledda Didacus Liliu secretarius. Padria A Antonio Joseph de Roma Pluague A don Feliz Diaz de Litala A don Miguel Dias 296 A don Francisco Dias A don Andres Diaz de Litala A don Juan Francisco Diaz A don Antonio Diaz de Litala A Juan Thomas Dias A don Gavino Diaz de Litala A Miguel Diaz A don Juan Baptista Dias de Litala A don Matheo Diaz de Litala A Juan Diaz de Litala A Antonio Geronimo Dias de Litala A don Agustin Carta Didacus Liliu secretarius. Seneri A Juan Satta Frassu Didacus Liliu secretarius. Chave A don Gavino de Martis A don Quirigo de Martis A don Jayme Phelipe de Martis A don Antonio de Martis Didacus Liliu secretarius. / Orosei A don Joseph Pinna Guiso A don Juan Guiso A don Pedro Guiso A don Bartolome Pinna Guiso A don Juan Baptista Pinna Guiso Didacus Liliu secretarius. Thiesi A Pedro de Nurra Didacus Liliu secretarius. Moras A don Gavino Soliveras A don Antonio Soliveras y Ferrali Didacus Liliu secretarius. 297 Culler A don Joseph de Castelví A don Francisco Brunengo A don Juan Baptista Didacus Liliu secretarius. 119 1697 dicembre 30, Sassari Bachisio Venturoni Scano, notaio pubblico apostolico e regio, segretario della Reale Governazione dei Capi di Sassari e Logudoro, certifica che Gianuario Duranti, alguazile della Reale Governazione, ha consegnato le convocazioni munite di carta reale al decano turritano, all'arcivescovo turritano, alla città, al conte di Torralba, e per lui al reggitore, al marchese di Mores, a don Francesco Martines, al barone di Ossi, al marchese di Villarios, al barone di Putifigari e all'inquisitore don Antonio de Aquilar Mandovil, quale abate di San Michele de Plaiano; certifica inoltre che sono state anche consegnate le seguenti convocazioni, senza carta reale: don Martino Murgia, Quirico Machoco, don Giuseppe Santucho Ledda, dottor Gabriele Marongiu, don Cristoforo Quesada Pilo, don Felice de Liperi, don Andrea Pilo Manca, don Pietro Michele Pilo, don Gavino Paliacho, don Giovanni Battista Cugia, don Francesco Brunengo, don Antioco Santucho, don Gaspare Navarro, don Giuseppe Sotgiu, don Giovanni Antonio Martines Cassagia, don Pietro Calcinagio, don Gavino Liperi Zonza, don Giovanni Pilo Passamar, don Pietro Cugia, don Giovanni Antonio Fundoni, don Francesco Liperi Suzarello, don Giuseppe Pilo Manca, don Francesco Sanatello Paliacho, don Giovanni Pilo Andrada, don Giovanni de l'Arca Passamar, don Giovanni Fundoni, don Carlo Alivesi, don Giovanni Battista Tola, don Francesco Liperi, Giuseppe Paduano, Gavino Machoco, don Giacomo Manca Zonza, don Gavino Mallano, don Gavino Calcinagio, don Giovanni Francesco Sanatello Paliacho, tutti della città di Sassari c. 64 Certifico y doi fe de verdad yo Baquis Venturony Scano, por ambas authoridades appostolica y real nottario publico d.esta ciudad y en todo este Reyno de Sardena, y secrettario d.esta Real Governacion y sus Cabos, como Januario Duranti, otro de los alguaziles d.esta Real Governacion, ha entregado en mi presencia y de Pedro Santo y de Juan Pedro Pachinita por testigos en proprias manos primeramente al dean turritano, al seflor arzobispo turritano, a la magnifica ciudad, al tonde de Toralva, y por el a su regidor, a l.illustre marques de Moras, al noble don Francisco Martines, al baron de Ossy, a l.illustre marques de Villa Rios; al baron de Putifigary, al setior inquisidor don Antonio de Aguilar y Mondovil como abad de San Miguel de Plano, a todos estos con sus despachos reales; don Martin 298 Murgia, Quirigo Machoco, don Joseph Santucho y Ledda, el doctor Grabiel Maronjo, don Cristhofal Quesada y Pilo, don Felix de Liperi, don Andres Pilo y Manca, don Pedro Miguel y Pilo, don Gavino Paliacho, don Juan Baptista Cutgia, el senor don Francisco Brunengo, don Antiogo Santucho, don Gaspar Navarro, don Joseph Sotgiu, don Juan Antonio Martines Cassagia, don Pedro Calcinagio, don Gavino Liperi Zonza, don Juan Pilo Passamar, don Pedro Cutgia, don Juan Antonio Fundoni, don Francisco Liperi Suzarello, don Joseph Pilo y Manca, don Francisco Sanatello Paliacho, / don Juan Pilo Andrada, don Juan de (.Arca y c. 64 v. Passamar, don Juan Fundoni, don Carlos Alivesi, don Juan Bauptista Tola, don Francisco Liperi, Joseph Paduano, Gavino Machocu, don Jayme Manca y Zonza, don Gavino Mallano, don Gavino Calcinagio, don Juan Francisco Sanatello Paliacho; todos d.esta ciudad de Sasser respective, las letras convocatorias, despachadas de su excelencia de la data en Caller a los 26 de noviembre d.este presente ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los arriba expressados que hayan de parecer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de henero primero venidero 1698, que es el dia que se ha de celebrar el rea( y genera( Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, adelantado de Jucatan, virrey y capitan generai en este Reyno, en la dicha ciudad de Caller. En fee de Io qual, insiguiendo la orden del muy spectable senor governador y refformador de los Cabos de Sasser y Logudoro, doi el presente testimonio firmado de mi mano. En Sasser a 30 de deciembre de 1697 anos. Baquis Venturoni Scano Regiae Gubernacionis secretarius. 120 1697 dicembre 30, Sassari Bachisio Venturoni Scano, notaio pubblico apostolico e regio, segretario della Reale Governazione del Capo di Sassari e Logudoro, certifica che Antonio Serra, alguazile della Reale Governazione, ha consegnato le convocazioni al vescovo di Bosa e ai seguenti militari: don Ignazio Amat, don Gavino Navarro, don Pietro Figo, don Tommaso Paliacho, don Giuseppe Farina, don Gavino de Liperi Manunta, don Agostino Satta, don Michele Cugia, don Diego Cugia, don Gavino Nurra, don Matteo Martines, don Gavino Martines, don Antonio Liperi Manunta, don Gaspare Calcinagio, Giovanni Battista Paduano, Ignazio Machoco, don Francesco Soliveras, don Antonio Farina, don Giacomo Manca Carniqer, don Francesco Santucho, don Pietro Frasso, Francesco Nurra, Filippo Fredriani, Tommaso Cugurra, dottor Nicola Fredriani, don Giovanni Battista Amat Manca, don Filippo Bologna, don Antonio de Tori di Villanova Monteleone, don Tommaso Tedde, don Giovanni Maria Panis di Torralba, don Michele de Litala Cubeddu e don Antonio Quesada Passamar, tutti della città di Sassari. 299 Certifico y doy fe de verdad yo Baquis Venturoni Scano, por ambas authoridades appostolica y real nottario publico d.esta ciudad y en todo este Reyno de Carddia, y secrettario d.esta Real Governacion y sus Cabos, como Antonio de Serra otro de los alguaziles d.esta dicha Real Governacion ha entregado, en mi presencia y de Pedro Santo y de Pedro Nuvoli por testigos, en proprias manos primeramente del setior obispo de Bosa, don Ignacio Amat, don Gavino Navarro, don Pedro Figo, don Thomas Paliacho, don Joseph Farina, don Gavino de Liperi y Manunta, don Agustin Satta, don Miguel Cutgia, don Diego Cugia, don Gavino Nurra, don Matheo Martines, don Gavino Martines, don Antonio Liperi Manunta, don Gaspar Calcinagio, Juan Bauptista Paduano, Ignacio Machoco, don Francisco Soliveras, don Antonio Farina, don Jaime Manca y Carnizer, don Francisco Santucho, don Pedro Frasso, Francisco Nurra, Felipe Fredriani, Thomas Cugurra, el magnifico doctor Nicolas Fredriani, don Juan Bauptista Amat y Manca, don Felipe Boloiia, don Antonio de Tori de Villa Nueva de Montaleon e don Thomas Tedde, don Juan Maria Panis de Toralva, don Miguel de Litala Cubeddu, y don Antonio Quesada Passamar todos d.esta ciudad de Sasser respective, las letras convocatorias, despachadas de su excelencia de la datta en Caller a los 26 de noviembre d.este presente ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los c. 65 arriba expressados que hayan de paresser en la ciudad de Caller por sy o / por sus procuradores de la mesma calídad en los 26 de henero venidero 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo seiior conde de Montellano, adelantado de Jucatan, virrei y capitan generai en este Reyno, en la dicha ciudad de Caller. En fee de lo qual, insiguiendo la orden del mui spectable selior governador y refformador de los Cabos de Sasser y Logudoro, doy el presente testimonio firmado de mí mano. En Sasser a los treinta dias del mes de deciembre de 1697 aiios. Baquis Venturoni Scano, Regiae Gubernacionis secretarius / 1697 dicembre 30, Sassari 121 Bachisio Venturoni Scano, notaio pubblico apostolico e regio, segretario della Reale Governazione del Capo di Sassari e Logudoro, certifica che sono state consegnate le convocazioni, indicate ai docc. 119 e 120 ad eccezione di quelle indirizzate a: don Giuseppe Pilo Aquena, don Gerolamo de Loreto, don Giovanni Tola, don Antonio Casalabria, don Giuseppe Pilo, Francesco Paduano, Giovanni Battista Segui, Paolo de Logu Castelvì, don Gioacchino de Liperi Suzarello, don Giovanni Pilo Aquena, don Diego Muxiga, don Simone Figo, don Diego Francesco Passamar, don Gavino de Loreto, don Giovanni Battista de Nurquis, don Diego Ritzo, Francesco Salvino, Agostino Mugiano, don Gavino Liperi Villino, don Michele Manca e don Giovanni Manca, perché deceduti; don Giovanni Ledda perché religioso, Pietro Delogu 300 e don Gavino Fundoni perché sacerdoti, don Giovanni Battista Manca de l'Arca perché rifiugiato in convento; don Giovanni Antonio Esgrecho e don Nicola Fundoni perché assenti dal Regno; don Giovanni Grixoni, don Gavino Sotgiu, don Salvatore Sotgiu, don Giovanni Garrucho, don Giovanni Antonio Martines Pilo, don Giovanni Antonio Atzori e don Giovanni Antioco Atzori perché non presenti nella città di Sassari. Certifico y ago fee de verdad yo Baquis Venturoni Scano, por ambas authoridades c. 66 appostolica y real nottario publico d.esta ciudad y en todo este Reino de Sardegna, y secrettario d.esta Real Governacion y sus Cabos, como Januario Duranti, otro de los alguaziles d.esta Real Governacion, ha entregado en mi presencia y de Pedro Santo y de Juan Pedro Pachonitta por testigos en proprias manos primeramente al sefior arzobispo turritano, a l.illustre Cabildo turritano, a la magnifica ciudad, al conde de Torralba, y por el a su regidor, a illustre marques de Moras, al noble don Francisco Martines seiior de Monte Muros, al baron de Ossi, a l.illustre marques de Villa Rios, al baron de Putifigari, al sefior inquisidor don Antonio de Aguilar y Mendivil como abad de San Miguel de Plano, a todos estos con sus despachos reales, Quirigo Machocu, don Joseph Santucho y Ledda, don Gavino Paliacho, don Juan Bauptista Cugia, al seiior don Francisco Brunengo, don Antiogo Santucho, don Gaspar Navarro, don Josepe Sotgiu, don Juan Antonio Martines Casagia, don Pedro Calcinagio, don Gavino Liperi Zonza, don Juan Pilo Passamar, don Pedro Cugia, don Juan Antonio Fundoni, don Francisco Liperi Suzarello, don Joseph Pilo y Manca, don Francisco Sanatello Paliacho, don Juan Pilo Andrada, don Juan de 1.Arca Passamar, don Juan Fundoni, don Carlos Alivesi, don Juan Bauptista Tola, don Francisco Liperi, Joseph Paduano, Gavino Machocu, don Jaime Manca y Zonza, don Gavino Mallano, don Gavino Calcinagio, don Juan Francisco Sanatello Paliacho, el sefior obispo de Bosa, el selior baron de Sorso, don Ignacio Amat, don Gavino Navarro, don Pedro Figo, don Thomas Paliacho, don Joseph Farina, don Gavino Liperi Manunta, don Agustin Satta, don Miguel Cugia, don Diego Cugia, don Gavino Nurra / don Matheo Martines, don Gavino Martines, don Antonio Liperi c.66 v. Manunta, don Gaspar Calcinagio, Juan Bauptista Paduano, Ignacio Machoco, don Francisco Soliveras, don Antonio Farina, don Jaime Manca Carnisser, don Francisco Santucho, don Pedro Frasso, Francisco Nurra, Felipe Frediani, Thomas Cugurra, don Nicolas Frediani, don Juan Bauptista Amat y Manca, don Felipe Bologna, don Antonio de Tori de Villa Nueva de Monteleon, don Gabriel Marongiu, don Cristofal Quesada y Pilo, don Gavino Murgia de Sorso, don Thomas Tedde de Nulvi, don Antonio Quesada y Passamar, don Miguel de Litala Cubeddu de Nulvi, don Juan Maria de Pani Martis de Torralba todos d.esta dicha ciudad de Sasser respetive, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la datta en Caller a los 26 de novíembre d.este presente ano de 1697, en las 301 quales ordena y manda a todos los arriba espressados que haian de parecer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad, en los 26 de henero primer venidero de 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo seiior tonde de Montellano, adelantado de Jucatan, virrey, y capitan generai en este Reino, en la dicha ciudad de Caller et cetera. Y assi bien certifico que don Joseph Pilo y Aquena, don Jeronimo de Loreto, don Juan Tola, don Antonio Casalabria, don Joseph Pilo, Francisco Paduano, Juan Bauptista Segui, Pablo de Logu y Castelvi, don Juachin de Liperi Suzarello, don Juan Pilo Aquena, don Diego Muriga, don Simon Figo, don Diego Francisco Passamar, don Gavino de Loretto, don Juan Bauptista de Nurquis, don Diego Richio, Francisco c. 67 Salvino, Agustin Mugiano, don Gavino de Liperi / Villino, don Miguel Manca y don Juan Manca todos estos difuntos. Don Juan Ledda este religioso. Pedro de Logu y don Gavino Fundoni, estos sacerdotes. Don Juan Bauptista Manca de 1.Arca, este retrahido. Don Juan Antonio Esgrechiu y don Nicolas Fundoni, estos ausentes del Reino. Don Juan Grixoni, don Gavino Sotgiu. Don Salvador Sotgiu, don Juan Garrucho, don Juan Antonio Martines Pilo, don Juan Antonio Atzorí, y don Juan Antiogo Atzori, estos ausentes d.esta ciudad. Las convocatorias de las' quales no se han dado, y se han restituhido al muy spectable seflor gobernador. En fee de lo qual, insiguiendo la orden del muy spectable serior gobernador y reformador de los Cabos de Sasser y Logudoro, doi el presente testimonio firmado de mi mano. En Sasser a los 30 dias del mes de deciembre de 1697. Baquis Venturoni Scano nottarius et Regiae Gubernationis secretarius. (SI) 122 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che nelle Corti sono stati abilitati i seguenti militari: don Giuseppe Liperi, don Giuseppe Fundoni, don Francesco Figus, don Antonio Manca de l'Arca, tutti della città di Sassari. Díe decima mensis martii 1698 Calari. Haviendo.se despachado convocatorias para don Josef Liperi, don Josef Fundoni, don Francisco Figus y don Antonio Manca de l.A.rca, todos de la ciudad de Sacer, imbiaron poderes y fueron habilitados en estas reales y generales Cortes, segun consta de los c. 67 v. auctos de las habilitaciones y listas de los militares habilitados / que va en este processo, de que doy fe yo secretario infrascrito, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / ' Così nel testo, invece di los. 302 123 1698 gennaio 2, Sorso Pietro Cossuchio Murgia, notaio pubblico, certifica che Pietro Meloni, giurato in capo della curia di Sorso, ha consegnato le convocazioni a don Francesco Murgia, don Giuliano Murgia, Matteo Pinna, Michele Pinna, Angelo Pinna Marguina, Giovanni Gavino Pinna Marguina, Pietro Paolo Machoco, Giuliano Machoco, Giovanni Maria Marongiu, Nicola Marongiu, Nicola Muxiga, Paolo Antonio Muxiga, don Giovanni Maria Serafino e don Gavino Murgia; certifica altresì che non sono state consegnate a Giovanni Pinna, Giovanni Battista Marongiu e ad Antonio Marongiu Pinna perché deceduti; a don Martino Murgia, a don Giovanni Maria Murgia e Giovanni Sarta Frasso perché residenti in altre ville; a don Giovanni Murgia perché assente dalla villa; a Giovanni Pinna, minore, a Giovanni Maria Pinna e a Salvatore Pinna perché religiosi; a don Baingio Dies perché si trova a Cagliari; a Nicola Pinna e a don Francesco Ansaldo perché si trovano fuori dalla baronia. Certifico y hago fee de verdad yo Pedro Cossuchio Murgia nottario publico, de c. 68 como Pedro Meloni cabo jurado de la Curia desta villa, ha entregado, en my presentia y de Pedro Calqinajio y Quirigo Porquell por testigos, en proprias manos de don Francisco Murgia, don Julian Murgia, Matheo Pinna, Miguel Pinna, Angel Pinna Marguina, Joan Gavino Pinna Marguina, Pedro Pablo Machoco, Julian Machoco, Joan Maria Maronjo, Nicolas Maronjo, Nicolas Muxiga, Pablo Antonio Muxiga, y don Joan Maria Serafino, y a don Gavino Murgia las letras convocatorias, despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre d.este presente anno 1697, en las quales hordena y manda a todos los sobredichos que hayan de paresser en la ciudad de Caller, por si o por sus procuradores en la mesma calidad en los 26 de henero primer venidero del anno 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrey, lugarthiniente y capitan generai en este rehino. Y tambien certifico que a Joan Pinna, major, Joan Baptista Maronjo y Antonio Maronjo Pinna no se.les ha dado convocatorias por haver muerto, ny se han dado a don Martin Murgia, don Joan Maria Murgia y Joan Sana Frasso por hallarse ausentes d.esta encontrada y vivir en otros lugares y villas del rehino, don Joan Murgia se halla fuera d.el. A Joan Pinna Mereu, Joan Maria Pinna, y Salvador Pinna tanpoco se les dio por hallarse retrahidos en la iglesia; a don Baingio Dies no se le dió, por hallarse en la ciudad de Caller; Nicolas Pinna y don Francisco Anssaldo no estan en esta baronia. Todas las quales convocatorias de los sobredichos ausentes y difuntos se han remitido en poder del muy spectable seiior governador por sobradas. En fee de lo qual, insiguiendo el horden de su muy spectable serioria, doy el presente testimonio firmado de mi mano, segellado con el sello d.esta Curia. En Sorso y henero en 2 de 1698. 303 (SI) Petrus Cossuchio Murgia publicus nottarius. / 124 1697 dicembre 20, Castellaragonese Simone Fadda, notaio pubblico della città e scrivano della Podesteria, certifica che Giovanni Maria Pinna Solar, podestà e consigliere capo di Castellaragonese, ha consegnato le convocazioni a don Michele Villa, vescovo di Ampurias e di Civita, al dottor Giovanni Maria Garrucho, arciprete del Capitolo di Ampurias, ai consiglieri della città, a don Francesco Roig Salvino, a don Nicola Valentino Satta, a don Andrea Valentino Satta, a don Francesco Solar, a don Giovanni Maria Solar, a Leonardo Maiolo e ad Anardo Benedetto Maiolo; certifica altresì che non sono state consegnate a don Gavino Solar, don Giovanni Leonardo Roig, don Giovanni Roig Jacumonio, don Andrea Roig, Giuseppe Salvino, Giovanni Oliver Salvino Rosso, Domenico Salvino Rosso e a Francesco Roca de Rivadeneira perché deceduti,a don Giorgio Roig, don Antonio Roig, don Paolo Solar, Francesco Maiolo e ad Andriano Roca de Rivadeneira perché assenti dalla città o dal Regno. c. 69 Doy fee y testimonio de verdad yo Simon Fadda, nottario publico de esta cíudad y escrivano de su Real Potestaria, de como hoy dia presente el magnifico Juan Maria Pinna Solar, potestad real y conseller en cabo de esta ciudad de Castillo Aragonez en mi presencia y de Francisco Pinna Estara y Francisco Crespo que intervinieron como testigos, a entregado al illustrissimo seiior don Miguel Villa, obispo de Ampurias y Civita, al doctor Juan Maria Garrucho, archipreste, primera dignidad del Cabildo de Ampurias, a los magnificos conselleres de esta dicha ciudad, y a don Francisco Roig y Salvino, don Nicolas Valentino y Satta, don Andres Valentino y Satta, don Francisco Solar, don Juan Maria Solar, Leonardo Mayolo, Anardo Benedecto Mayolo, en sus proprias manos las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre de este corriente ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que ayan de pareger en la giudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del mes de henero primer venidero del ano 1698, que es el dia que se ha de gelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor tonde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifico que a don Gavino Solar, don Juan Leonardo Roig, don Juan Roig Jacumonio, don Andres Roig, Joseph Salvino, Juan Oliver Salvino y Rosso, Domingo Salvino y Rosso, y Francisco Roca de Rivadeneyra no se le ha dado convocatorias por haver muerto; ni mens se han dado a don Jorge Roig, don Antonio Roig, dori Pablo Solar, Francisco Mayolo y Andriano Roca de Riva de Neyra por ausentes algunos de esta ciudad y otros del 304 Reyno. Las convocatorias de todos los quales se han restituido al muy espectable governador de Sacer. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy espectable sefioria, doy el presente testimonio firmado de mi mano y sellado con el sello de esta Real Potestaria. En Castillo Aragonez a 20 dias del mes de deziembre de 1697. (SI) Simon Fadda publicus notarius et scriba. / 125 1698 gennaio 15, Bonorva Giovanni Maria Arru Camboni, notaio pubblico e scrivano del contado di Bonorva, certifica che Filippo Sinis, luogotenente della villa di Bonorva, ha consegnato le convocazioni ai nobili don Francesco de Litala, don Giuseppe de Liperi, don Carlo de Tori e al donnicello Giovanni Satta; certifica inoltre che nella villa non vi sono altri cavalieri ad eccezione del nobile don Gerolamo Ledda Carrillo, residente in librai, e di don Antonio Francesco de Tori, esiliato dal Regno per ordine del viceré conte di Altamira. Certiffico y ago fe de verdad Joan Maria Arru Canboni, nottario publico y escrivano d.este condado de Bonorba, de como Felipe Sinis, lugartiniente d.esta dicha villa y condado, ha entregado en mi presenssia y de las perssonas de Leonardo Nuvoli Segue y Pedro Faedda d.esta dicha villa en proprias manos de los nobles don Francisco de Litala, y don Josep de Liperi, y del noble don Carllos de Tori, y a la perssona de Joan Satta donzell las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que ajan de paresser en la siudad de Caller por si o por sus procuradores en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se a de celebrar el real y generai Parllamento en nombre de.su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reino. Y tambien certiffico que a esta villa no a benido otras convocatorias, ni hai otros cavalleros, escetuado el noble don Geronimo Ledda y Carrillo quien reside en la villa de librai, y el noble don Antonio Francisco de Tori quien se alla fuera d.este Reino desterrado por orden de 1.excelentissimo sehor conde de Altamira, virrei y capitan generai era d.este Reino. En fe lo qual, y insiguiendo la orden del mui espectable seflor governador y refformador de los presentes cabos de Sasser y Logudoro, doi el presente testimonio firmado de mi mano, sellado con el sello y armas d.esta Curia hoi en Bonorba a 15 de henero 1698. (SI) Ioannes Maria Arru Camboni publicus nottarius et presens comitatus scriba, de quibus fidem faciat. / 305 c. 70 126 1697 dicembre 30, Nulvi Francesco Esgrecho, notaio pubblico, certifica che Matteo Guillelmo, delegato del reggitore dell'Anglona e giudice della villa di Nulvi, ha consegnato le convocazioni ai nobili don Giovanni de Litala Satta, don Gavino de Litala Manno, don Giorgio de Litala, don Gavino de Litala Cubeddu, don Francesco de Litala Cubeddu, don Giovanni Maria de Litala Cubeddu, don Francesco de Litala Manno, don Francesco de Litala Tedde, don Francesco de Litala Pintus, don Giovanni de Litala Pintus, don Michele de Litala Cubeddu, don Giovanni Antonio de Litala Cubeddu, don Andrea Tedde, don Tommaso Tedde, don Paolo Solinas, Sebastiano Francesco Pinna, Gavino Pinna, Giovanni Pinna; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Salvatore e a don Giovanni Battista de Litala che si trovano attualmente a Nulvi ma che risiedono nella villa di Chiaramonti e ai nobili don Gerolamo de Litala, don Giovanni de Litala Manno e don Agostino Angelo de Litala Satta perchè deceduti. c. 71 Certifico y doy testimonio de verdad jo nottario baxo scripto, como el magnifico Matheo Guillelmo, delegado del regidor de este partido de Anglona y jues ordinario de esta villa de Nulvi, ha entregado en mi presensia y de Gavino Satta Carcasona y Julian Amoga por testigos en proprias manos de los nobles y cavalleros siguientes: don Juan de Litala Satta, don Gavino de Litala Manno, don Jorge de Litala, don Gavino de Litala Cubeddu, don Francisco de Litala Cubeddu, don Juan Maria de Litala Cubeddu, don Francisco de Litala Manno, don Francisco de Litala Tedde, don Francisco de Litala Pintus, don Juan de Litala Pintus, don Miguel de Litala Cubeddu, don Juan Antonio de Litala Cubeddu, don Andres Tedde, don Thomas Tedde, don Pablo Solinas, Sebastian Pinna, Francisco Pinna, Gavino Pinna y Juan Pinna todos de esta villa de Nulvi. Y assi mismo a don Salvador de Litala y a don Juan de Litala Baptista de la villa de Claramonti, que se allaron personalmente en esta dicha villa de Nulvi moradores; todos los arriba dichos en esta mesma villa, excepto los dos don Salvador y don Juan de Litala Baptista que residen en la dicha villa de Claramonti, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la data 26 de noviembre de Lafio1697, en las quales ordena y manda a todos los arriba spressados que hayan de pareger en la siudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad el dia 26 de henero del ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el Parlamento real en dicha ciudad de Caller. Y tambien certifico que a los nobles don Geronimo de Litala, don Juan de Litala Manno y a don Agustin Angel de Litala Satta no se les ha dado convocatorias por ser aquellos muertos; las convocatorias de los quales se han restituido al muy spectable sefior govemador de Sager. En fe y testimonio de lo qual, insiguiendo la orden de su muy spectable seiioria, doy el presente testimonio fírmado de mi mano y sellado con el sello de esta Curia, en la villa de Nulvi a 30 de deciembre de 1697. 306 (SI) Passó ante mi Francisco Sgrecho nottario publico, de quibus et cetera. 127 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che nelle Corti sono stati abilitati don Gavino Sotgiu di Ozieri e Matteo Guglielmo della villa di Tempio. Die decima mensis martii 1698, Calari. c. 71 Haviendose despachado convocatorias para don Gavino Sogiu de Ocier y Matheo Guillelmo de la villa de Tempio, fueron habilitados en estas generales Cortes segun consta de los auctos de habilitaciones / y listas de habilitados, que va en este pro- c. 71 v. cesso a que me refiero, de quibus et cetera./ 128 1698 gennaio 2, Ittiri Cannedu Nicola Uras Niola, notaio pubblico, certifica che Antonio Pala, luogotenente della Baronia, ha consegnato le convocazioni a Martino Sucharello Virde, Francesco Sucharello, Agostino Angelo Sucharello, Nicola Sucharello, Andrea Sucharello, Giovanni Antonio Sucharello, Gavino Sucharello, Pietro Paolo Sucharello, Giovanni Sucharello e don Giovanni Battista Serra; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a Martino Sucharello, Stefano Sucharello, Gioacchino Sucharello, don Giovanni Francesco Frasso, Francesco Paduano Joia e don Gavino Frasso perché deceduti. Certifico y ago.fe de verdad yo Nicolas Uras Níola nottario publico, de como c. 72 Antonio Pala, lugarteniente de esta baronia, ha entregado en presengia de Juan Pais y Jorje Fadda por testigos, en proprias manos de Martin Sucharello Virde, Francisco Sucharello, Agustin Angel Sucharello, Nicolas Sucharello, Andres Sucharello, Juan Antonio Sucharello, Gavino Sucharello, Pedro Pablo Sucharello, Juan Sucharello y don Juan Baptista Serra las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre de i.ano passado 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de pareger en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo serior conde de Montellano, virreí, lugartiniente y capitan generai en este Reino. Y tanbien certifico que a Martin Sucharello, Estevan Sucharello, Joachin Sucharello, don Juan Francisco Frasso, Francisco Paduano y Joia, y don Gavino Frasso no se les ha dado convocatorias por haver muerto. Las convocatorias de los quales se 307 han restituhido al muy expectable setior governador de Sager. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy expectable setioria, doi d presente testimonio firmado de mi mano con el sello de esta Curia, en Itiri Cannedo a 2 de henero de 1698. (SI) Nicolas Uras Niola nottario y escrivano. / 1698 gennaio 5, Pozzomaggiore 129 Giovanni Sanna, notaio pubblico, certifica che Tommaso de Roma, ufficiale della villa di Pozzomaggiore, ha consegnato le convocazioni a don Antonio de Tori, don Giorgio de Tori Mura, don Pietro de Tori, don Francesco de Tori, don Giacomo de Tori, don Giovanni Antioco Cadello e a don Emanuele Cadello; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Giorgio de Tori perché agli arresti nella città di Sassari, a Giuseppe de Roma perché residente in Cugliert, a don Giovanni de Tori perché si trova a Cagliari e ai fratelli don Giovanni Andrea e don Salvatore Cadello perché deceduti. c. 73 Certifico y ago fé de verdad yo Juan Sanna nottario y escrivano de esta presente villa, de como el magnifico Thomas de Roma, official de esta villa de Puzo Mayor, ha entregado en mi pressencia y de Jorge Carboni y Antonio Soro por testigos, y ambos de esta villa, en proprias manos de don Antonio de Tori, don Jorge de Tori Mura, don Pedro de Tori, don Francisco de Tori, don Jaime de Tori, don Juan Antiogo Cadello, don Manuel Cadello, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de parezer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y general Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo seiior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan general en este Reyno. Y tambien certifico que a don Jorge de Tori no se.lo entregó por allarse en la ciudad de Sager, restado de orden de su excelencia; a Joseph de Roma por no morar en esta villa, sino en la de Culler; a don Juan de Tori por allarse en Caller; a don Juan Andres y don Salvador Cadello, hermanos, no se les entregó por ser ja difuntos; las convocatorias de los quales se han restituido al mui expectable sehor governador de Sacer. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su expectable sdioria, doy el presente testimonio firmado de mi mano y sellado con el sello de esta Curia, en Puzo Maior a 4 de henero del ano 1698. (SI) 308 Ioannes Sanna nottarius et scriba, de quibus fidem facit. / 1698 gennaio 8, Macomer 130 Palmerio Trai, notaio pubblico dell'incontrada del Marghine e di Macomer, certifica che Francesco Angelo Tanquis del Rio, ufficiale della stessa incontrada, ha consegnato nella villa di Borore la convocazione a don Andrea Mallano, mentre non è stato possibile consegnarla a don Pietro Mallano, perché deceduto, e a don Michele Dies perché sconosciuto; certifica inoltre che nella villa di Bortigali sono state consegnate le convocazioni a don Onofrio Fois Barbaran, a Giovanni Battista Carta Suzarello, a Pietro Paolo Carta Suzarello, mentre non sono state consegnate a Giovanni Bachisio Suzarello, Domenico Ulbo e Giovanni Bachisio Carta perché deceduti; certifica ancora che altre convocazioni sono state consegnate nella villa di Silanus a don Giuseppe Fois Barbaran, nella villa di Bolotana a don Gavino Fois Barbaran, don Francesco Fois Barbaran, don Antonio Mulas Marcello, don Salvatore Sin:, don Gavino Fois Laconi e a Pietro Paolo Escarpa mentre non sono state recapitate a Giovanni Battista Suzarello, perché sconosciuto, a Francesco Tola perché deceduto, a don Demetrio Fois perché residente nella villa di Bottida, a don Antonio Fois perché residente nella villa di Bitti, a don Gaspare Navarro perché vive nella città di Sassari e a don Demetrio Fois di Macomer perché deceduto. Certifico y hago fee de verdad yo Palmerio Trai, notario y escrivano publico infrascrito de la presente encontrada de Marguine y Macomer, de como el magnifico Francisco Angel Tanquis del Rio, official de la misma encontrada, ha entregado en mi presengia, es a.saber en la villa de Borore, en proprias manos en presengia de Andres Cau y de Juan Cadeddu, al noble don Andres Mallano de dicha villa las letras convocatorias despachadas de su excelencia; al noble don Pedro Mallano no se entrega por ser muerto, ni menos al noble don Miguel Dias, por no hallarse en dicha villa, ni se sabe qui.en.es. En la de Bortigali se han entregado al noble don Honofrio Foix Barbaran, a Juan Baptista Carta Suzarello, y Pedro Pablo Carta Suzarello, en presengia de Juan Francisco Marras, y Juan Andres Madeddu de dicha villa a Juan Baquis Sutzarello, Domingo Ulbo, y Juan Baquis Carta no se les ha entregado por ser muertos. En la de Silanos se ha entregado al noble don Joseph Foix Barbaran en presengia de Juan Andres Runquina y de Juan Maria Leddy de dicha villa. En la villa de Bolotana se han entregado a los nobles don Gavino Foix Barbaran, don Francisco Foix Barbaran, don Antonio Mulas Marcello, don Salvador Sini, y a don Gavino Foix Lacony en presentia de Gavino Pireddu y Juan Antonio Madao de dicha villa, a Juan Baptista Carta Sutzarello no se ha entregado por no haver tal nombre en dicha villa. Y assi bien se ha entrega309 c. 74 do a Pedro Pablo Escarpa en proprias manos en presentia de los sobredichos, a Francisco Tola no se ha entregado por haver muerto, y assi mismo no se ha entregado a los nobles don Diometrio Foix y don Antonio Foix por hallar.se aquellos ausentes de dicha villa, por residir el uno, que es don Diometrio, en la villa de Botidda y dicho don Antonio en la de Bitti. A los nobles don Gaspar Navarro y don Diometrio Foix assi bien no.se entregó por vivir dicho noble Navarro en la giudad de Sasser, y dicho noble Foix de la de Macomer ha muerto. Quales convocatorias son despachadas de los 26 de noviembre del ano passado de 1697, en los c. 74 v. quales ordena y manda a todos / los sobredichos hayan de pareger en la giudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano de 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo setior tonde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reyno, y a los arriba espressados, muertos y ausentes, no se les ha entregado convocatorias, y los que se les podia entregar se han restituhido al noble y espectable governador de Sasser. En fee de lo qual, insiguiendo la orden de su muy espectable seiioria, doy el presente testimonio firmado del dicho official y de mi infrascrito y sellado con el sello de esta Curia, en Macomer henero 8 de 1698. (SI) Francisco Angel Tanquis del Rio official Palmerius Trai notarius et scriba publicus. / 1698 gennaio 15, Bono 131 Pietro Sanna, notaio del contado del Goceano, certifica che Antonio Satta, luogotenente del contado del Goceano, ha consegnato le convocazioni a don Giuseppe, don Giovanni Antonio e don Giovanni Battista Minutili e a Giuseppe Laconi Gaya della villa di Benetutti; a don Demetrio Fois, don Tommaso Sotgiu, Antonio Gaya Carta della villa di Bottidda; a don Giovanni Ledda, Costantino Gaya, Nicola Gaya Satta, Michele Gaya Carta della villa di Bono e a don Gerolamo Ledda Carrillo della villa di Illorai; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Pietro Diego Carta e a Tommaso Carta della villa di Benetutti, nonché a Francesco Gaya Carta della villa di Bottidda perché deceduti, ed ancora ad Agostino Gaya perché domiciliato nella città di Bosa, a don Agostino Sotgiu perché sconosciuto e a Gavino Satta di Anela perché domiciliato nella villa di Ozieri. c. 75 Certifico y hago fee de verdad yo infrascritto scrivano, de como Antonio Satta, logartiniente de este presente condado de Gociano, ha entregado en my presenssia y de las personas de Francisco Buvedo, Nicolas Mameli Era, Pedro de Diana, 310 Joseph Fenu y Nicolas Virdi por testigos, todos de esta villa de Bono, en proprias manos de don Joseph Minutuli, don Juan Antonio Minutuli, don Juan Batistta Minutuli y Joseph Laconi Gaya de la villa de Benetuti, don Deometrio Fois, don Thomas Sotgio, Antonio Gaya Carta de la villa de Botidda; don Juan Ledda, Constantino Gaya, Nicolas Gaya Satta, Miguel Gaya Carta de la villa de Bono; don Geronimo Ledda y Carrillo de la villa de Illorai las letras convocatorias, despachadas de su excelencia de la fecha 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredíchos que haian de paresser en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano, que es el dia que se ha de zelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrey, lugartheniente y capitan general en este Reino. Y tanbien certifico que a don Pedro Diego Carta, a Thomas Carta de la villa de Benetuty, y a Francisco Gaya Carta de la villa de Botidda no se les h dado convocatorias por haver muertos; a Agustin Gaia por allarse domiciliado la ciudad de Bosa, don Agustin Sotgio no es cosa de Gociano ni se sabe quien es; Gavino Satta de Anela se alla domiciliado en la villa de Osier. Las convocatorias de los quales se han restituido al muy spectable senor governador de Sazer. En fee de lo qual, insiguiendo la orden de su mui spectable sefioría, doy el presente testimonio firmado de my mano y sellado con el sello de esta Curia y tribuna] del dicho condado de Gociano, dado en esta villa de Bono a los 15 de henero de 1698. (SI) Pedro Sanna nottarius de causas et scriba. / 132 1697 dicembre 30, Ozieri Antonio Giuseppe Madao, notaio, certifica che don Geronimo Sotgiu Sini, ufficiale della villa di Ozieri e del Monte Acuto, ha consegnato le convocazioni a don Giovanni Gerolamo Ladu, don Antonio Manca Prosperi, Filippo Sucharello, don Gerolamo Sotgiu, Angelo Tola, don Francesco e don Giovanni Roig, Francesco del Mestre Sanna, don Antonio Ladu, don Salvatore Sotgiu, Giovanni Matteo e Andrea Sucharello, Giovanni Maria, Giacomo e Filippo Satta, Giovanni Antonio del Mestre, don Antonio Grixoni, Salvatore Satta, don Giacomo e don Paolo Grixoni, don Paolo Pietro del Mestre Sanna, don Giovanni Ladu, don Giacomo Tola, don Emanuele Castelvì, don Gavino Ladu, Francesco e Giovanni Salvatore del Mestre, tutti della villa di Ozieri; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Antonio Soliveras, Pietro Grixoni, Antonio Sucharello, don Gaspare Manca Rosso e Giovanni Antioco del Mestre Rio perché deceduti; a Gerolamo Ladu e Pietro 311 Grixoni, perché stilate erroneamente in duplice copia; a don Giovanni Grixoni, Sebastiano Tola e Francesco Satta perché si trovano rispettivamente, i primi due ad Alghero e l'altro a Cargeghe; a Sebastiano Tola perché assente dal Regno; a Lorenzo del Mestre perché assente dalla villa; e infine a don Francesco Manca Rosso che si trova a Napoli. Certifico y ago fe de verdad yo Antonio Joseph Madao, nottario, de tomo el noble don Geronimo Sotgiu y Sini, official d.esta villa y partido de Monti Agudo, ha entregado en mi presen0a y de Juan Manca y Juan Apeddu alguazires por testigos, en proprias manos de don Juan Geronimo Ladu, don Antonio Manca Prosperi, Phelipe Sucharello, don Geronimo Sotgiu, Angel Tola, don Francisco Roig, don Juan Roig, Francisco del Mestre Sanna, don Antonio Ladu, don Salvador Sotgiu, Juan Matheo Sucharello, Andres Sucharello, Juan Maria Satta, Jayme Satta, Phelipe Satta, Juan Antonio del Mestre, don Antonio Grixoni, Salvador Satta, Don Jaime Grixoni, don Pablo Pedro del Mestre Sanna, don Juan Ladu, don Jaime Tola, don Manuel Castellvi, don Gavino Ladu, Francisco del Mestre y Juan Salvador del Mestre, todos de la villa de Ossier, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre d.este presente ano de 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de paresser en la g.iudad de Caller por sy o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de henero primero venidero de 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y general Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifico que a don Antonio Soliveras, Pedro Grixoni, Antonio Sucharello, don Gaspar Manca Rosso y Juan Antiogo del Mestre y Rio d.esta villa por estar muertos no se les ha dado convocatorias, don Geronimo Ladu y Pedro Grixoni por equivocassión y duplicados; a don Juan Grixoni no se le ha dado por estar en Alguer, Francisco Satta por estar en Galzegue, Sebastian Tola ausente del Reyno; Lorerno del Mestre hausente d.esta villa, Sebastian Tola por estar en Alguer, y don Francisco Manca Rosso en Napoles. c. 76 v. Cuyas convocatorias / se han restituhido al muy expetable seiior governador de Sasser. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su mui expetable sefioria, doi el presente testimonio firmado de mi mano y sellado con el sello la Curia de la illustre casa de Oliva, en Ossier y deciembre 30 de 1698. (SI) Geronimo Sogiu Sini Antonius Iosephus Madao nottarius. c. 76 312 133 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che sono stati abilitati Pietro Grixoni Prosperi, don Giovanni Tola e Giovanni Grixoni della villa di Oschiri. Die decima mensis martii 1698, Calari. Haviendose despachado convocatorias para Pedro Grixoni Prosperi, don Juan Tola y Juan Grixoni de la villa de Osquiri, fueron habilitados en estas Cortes generales, segun consta de los auctos de las habilitaciones y listas de los cavalleros habilitados que va en este processo, de.que doy fe et cetera. Didacus Liliu secretarius./ 134 1697 dicembre 30, Pattada Giuseppe Arrica de Sena, notaio pubblico, certifica che Gerolamo Sotgiu Sini, ufficiale del Monte Acuto, ha consegnato le convocazioni a don Gavino Gaya e ad Antonio Mundula; certifica inoltre che non sono state consegnate a Giacinto Cannas, Pietro e Michele Gaya, don Filippo, don Giovanni Stefano e Salvatore Sini e a don Giacomo Sotgiu Sini perché deceduti. Certificada fee y testimonio de verdad en mi poder, nottario publico infrascrito, el noble y magnifico don Geronimo Sotgiu, offissial del presente partido de Montagudo, de como ha entregado en presencia de Juan Antonio Sanna y Pedro de Sotgiu, de la villa de Pattada por testigos, en proprias manos de Gavino Gaya y Antonio Mundula de la mesma villa, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda a los dichos de Gaya y Mundula que hayan de parecer en la dicha ciudad de Caller por si o por su procurador de la mesma calidad en los 26 de henero primer venidero de 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifica que a Jaiinto Cannas, Pedro Gaya, Miguel Gaya, don Phelipe Siny, don Juan estevan Siny, Salvador Siny y a don Jayme Sotgiu Siny no se les ha dado convocatorias por haver muerto. Las convocatorias de los quales se han restituydo al muy espetable sefior governador de Sasser. En fee de lo qual, insiguiendo la orden de su muy espetable sefioria, da el presente testimonio firmada del dicho noble offissial y sellada con el sello y armas de la illustrissima casa de Oliva, y referendada del nottario infrascrito. Pattada y deciembre 30 de 1697. (SI) Geronimo Sogiu Sini Joseph Arrica de Sena publico nottario. / 313 c. 77 1697 dicembre 30, Buddusò Antonio Maltesi, notaio pubblico, certifica che Gerolamo Sotgiu Sini, ciale del Monte Acuto, ha consegnato la convocazione a don Gabriele Sotgiu mentre non sono state consegnate a don Giovanni Puliga e a suo figlio perché si trovano a Cagliari, a don Antonio Casu e a don Gavino Sotgiu perché deceduti. 135 c. 78 Certifica da fe y testimonio de verdad en mi poder, nottario publico infrascrip- to, el magnifico don Gieronimo Sotgiu Sini, officiai del partido de Monteagudo, de como ha entregado en preseinia de Pedro Lopes y Deometrio Basoli ambos de la villa de Budduso por testigos, en proprias manos de don Grabiel Sotgiu de la dicha villa de Budduso las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda al dicho noble don Grabiel Sotgiu que haya de paresser en la dicha ciudad de Caller por si o por su procurador de la mesma calidad en los 26 de benero' primer venidero de 1698, que es el dia que se ha de selebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor compte de Montellano, virrei, lugarteniente y capitan generai en este reino. Y tanbien certifica que a don Juan Puliga y a su hijo no se.les ha dado convocatorias, por haverse hallado a esse tiempo en la dicha ciudad de Caller; y don Antonio Casu y don Gavino Sotgiu de la dicha villa de Budduso no se les ha dado convocatorias por haver muerto en arios passados. Las convocatorias de los quales se han restituhido al muy spetable sefior governador de Sasser. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy spetable setioria, da el presente testimonio firmada2 del dicho noble officiai, y sellada con el sello y armar de la illustre casa de Oliva y referendada3 del notario infrascrito. Budduso y deciembre 30 de 1697. (SI) Geronimo Sogiu Sini Antonius Maltesi publicus notarius. / 1698 gennaio 22, Orani Ignazio Ayoni Carta, ufficiale e notaio pubblico della villa di Orani, certifica di aver consegnato le convocazioni ai cavalieri Pietro Francesco e Michele Angioy ed a Francesco Ignazio Guiso e che occorre un'altra convocazione per il cavaliere Demetrio Gaya Satta. 136 Due volte di seguito nel testo. Così nel testo, invece di firmado. 3 Così nel testo, invece di referendado. 2 314 Certifico y hago fee de verdad yo Ignacio Ayoni Cartta, officiai de este partido y nottario publico de esta villa de Orani, de que he entregado en presen0a de Francisco de Yana Pendregío y Juan Francisco Zonquello Anjoy por testigos, en manos de Pedro Francisco Anjoy, Miguel Anjoy y Francisco Igna0o Guiso, cavalleros de esta villa, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado de 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de pareer en la ciudad de Caller por si o sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y aiio, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifico que a Deometrio Gaya Satta que al presente se balla domíciliado en esta villa, que dize ser cavallero, no se le dio convocatoria por no haverseme remitido otra para el. En fee de lo qual, insiguiendo la orden del muy spectable sefior governador de estos Cabos de Sasser y Logudoro, doy el presente testimonio escripto y firmado de mi mano, y sellado con el sello d.esta Curia, hoy en Orani a 22 de henero de 1698. (SI) Igna0o Ayony Cartta nottario y 137 1698 gennaio 10, Tempio Giuseppe Ba latta, notaio pubblico della villa di Tempio, certifica che Nicola Piga, tenente dell'ufficiale dell'incontrada di Gallura, ha consegnato le convocazioni a don Michele Pes Misorro, don Gavino e don Salvatore Pes Spensatello, don Domenico, don Antonio, don Giuseppe, don Giacomo, don Gavino Agostino, don Francesco, don Diego e don Giovanni Battista Pes, don Diego Pilo Sardo, don Giovanni Battista Sardo, don Gavino Misorro, don Giovanni Valentino Pes, don Sebastiano, don Giovanni Battista, don Giuseppe e don Antonio Garrucho, don Gavino e don Martino Rizio, don Giacomo Rizio Misorro, don Stefano, don Andrea e don Carlo Serafino, Gavino Satta, Francesco del Sardo, Stefano e Giovanni del Sardo Valentino, Antonio e Diego del Sardo, Stefano del Sardo Canado, Francesco Angelo e Giuseppe del Sardo, Giacomo Rizio, Gavino Rizio Guillelmo, Matteo, Luca e Salvatore Antonio Guillelmo, Filippo Pilo, Proto Pilo Garrucho, Salvatore, Giovanni Battista e Agostino Pilo, Giovanni Agostino e Filippo Carta, Giovanni Agostino Satta Lixia, Marco Antonio e Giovanni Andrea Satta, Giovanni Agostino Satta Musetu, Stefano, Giovanni e Giacomo Satta, Giovanni Pilo Salta; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Stefano Valentino, Giovanni Antonio e Giovanni Battista Satta, Ludovico Rizio e don Andrea Pes perché deceduti, a Giovanni 315 c. 79 Michele Pes Misorro perché sconosciuto, a don Agostino Pes, don Agostino Sana, don Andrea Pes, minore, don Nicola Valentino e Bernardino Rizio Gazu perché assenti dalla villa e infine a don Felice Pes perché sacerdote e assente dal Regno. c. 80 Certifico y hago testimonio de verdad yo Joseph Balatta, nottario publico de esta villa de Tempio, de como Nicolas Piga, thiniente de official de esta encontrada de Gallura, ha entregado en mi presencia y de Nicolas Arca y Francisco Carta, ambos de esta dicha villa, por testigos, en propias manos de don Miguel Pes Misorro, don Gavino Pes Spensatello, don Salvador Pes Spensatello, don Domingo Pes, don Antonio Pes, don Joseph Pes, don Jayme Pes, don Gavino Agustin Pes, don Francisco Pes, don Diego Pes, don Juan Baptista Pes, don Diego Pilo Sardo, don Juan Baptista Sardo, don Gavino Misorro, don Juan Valentino Pes, don Sebastian Garrucho, don Juan Baptista Garrucho, don Joseph Garrucho, don Antonio Garrucho, don Gavino Rizio, don Martin Rizio, don Jayme Rizio Misorro, don Estevan Serafino, don Andres Serafino, don Carlos Serafino, Gavino Satta, Francisco del Sardo, Estevan del Sardo Valentino, Juan del Sardo Valentino, Antonio del Sardo, Diego del Sardo, Estevan del Sardo Canado, Francisco Angel del Sardo, Joseph del Sardo, Jayme Rizio, Gavino Rizio Guillelmo, Matheo Guillelmo, Lucas Guillelmo, Salvador Antonio Guillelmo, Felipe Pilo, Propto Pilo Garrucho, Salvador Pilo, Juan Baptista Pilo, Agustin Pilo, Juan Agustin Carta, Felipe Carta, Juan Agustin Satta Lixia, Marco Antonio Satta, Juan Andres Satta, Juan Agustin Satta Muceto, Estevan Satta, Juan Satta, Jayme Sana y Juan Pilo Satta las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del passado ano de 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de pareger en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y general Parlamento' / en nombre de su magec. 80 v. stad, que Dios guarde, por el excelentissimo seiior conde de Montellano, virrey, lugartiniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifico que a don Estevan Valentino, Juan Antonio Satta, Juan Baptista Satta, Ludovico Rizio y don Andres Pes no se.les ha dado certificatorias por haver muerto, y a Juan Miguel Pes Misorro por no haver en esta villa ni en todo su partido quien se llame de este nombre; ni a don Agustin Pes, don Agustin Satta, don Andres Pes menor, don Nicolas Valentino y Bernardino Rizio Gazu por estar ausentes d.esta villa; a don Feliz Pes por ser sacerdote y ausente d.este Reyno. las convocatorias de los quales se han restituydo al muy espetable sehor governador de Sacer. En fee de lo qual, insiguiendo la orden de su muy espetable senoria, doy i Il termine Parlamento è ripetuto nella c. 80 v. 316 el presente testimonio firmado de my mano con el sello d.esta Curia, en Tempio a 10 de henero de 1698. (SI) Joseph Balatta publico nottario. / 138 1698 gennaio 20, Nuoro Giovanni Battista Floris, notaio pubblico, certifica che Pietro Maria Pirella, delegato della curia di Nuoro, ha consegnato le convocazioni a don Gavino Pirella Satta, don Sebastiano Nieddu Guiso, Francesco Carta Soliveras, don Giovanni; don Gavino e don Diego Minutili Nieddu e don Giovanni Stefano Nieddu Guiso; certifica inoltre che non sono state consegnate a don Carlo Pirella Satta perché abitante a Cagliati a don Giacomo Carta e don Antonio Minutili perché deceduti e a Francesco Carta Gaya, Giovanni Antonio, Ignazio Melchiorre e Gavino Pietro Francesco Sedda perché sconosciuti. Ihesus. Sertifico y hago fee de verdad yo Juan Bauptista Floris, nottario publico, c. 81 de como Pedro Maria Pirella, delegado de esta Curia de la villa de Nuoro, ha entregado en mi presencia y de Juan Baquis Marcello y Francisco Guiso Flores por testigos, en propias manos de don Gavino Pirella Satta, don Sebastian Nieddu Guiso, Francisco Carta Soliveras, don Juan Antonio Nieddu Minutuli, don Gavino de Minutuly Nieddu, don Diego de Minutuly Nieddu, don Juan Estevan Nieddu Guiso las lletras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del passado ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que haian de pareer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, y por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrey, lugartiniente y capitan generai en este Reino. Y tambien certifico que a don Carlos Pirella Satta no se.le ha entregado convocatoria por ser morador en la dicha ciudad de Caller; y assi bien certifico que don Jaime Carta y a don Antonio de Minutuly no se.les ha entregado convocatorias por estar difuntos. Tambien no.se han entregado convocatorias a Francisco Carta Gaya, Juan Antonio Sedda, Ignacio Melchior Sedda, Gavino Pedro Francisco Sedda por no ser de.dicha villa, y no saber quien son ni donde estan. Las convocatorias de los quales se han restituhido al muy espetable sefior governador de Saser. En feé de lo qual, insiguiendo / la horden de su muy espetable sefioria, doy el presente testi- c. 81 v. monio firmado de mi mano y sellado con el sello d.esta Curia, a 20 de henero en Nuoro 1698. Pedro Juan Pirella delegado (SI) • 317 Juan Bauptista Floris nottario publico, de lo qual hago fee et cetera. / 1698 gennaio 15, Bitti 139 Giovanni Francesco Carta Pala, notaio pubblico, certifica che Francesco Maria Pirella, ufficiale della curia dell'incontrada di Bitti, ha consegnato le convocazioni a don Salvatore Sotgiu, don Bartolomeo Pinna Guiso, don Felice e don Giuseppe Satta, don Antonio Fois Manca, don Francesco Fois Satta, don Francesco, don Gavino e don Salvatore Satta Appellu; certifica inoltre che non sono state consegnate a don Giorgio Satta perché assente, a don Alfonso Satta perché gesuita, a don Francesco Giacomo Satta Appellu perché sconosciuto, né a don Carlo Satta perché deceduto. c. 82 Certifico y ago fee de verdad yo Juan Francisco Carta Pala, nottario publico y escrivano d.este partido, de conio Francisco Diego Pirella, officiai de la Curia d.esta encontrada de Bitti, ha entregado en mi presentia y de Antonio de Palmas y Francisco Turtas Gasole, d.esta villa, por testigos, en propias manos de los nobles don Salvador Sotgiu, don Bartholomes Pinna Guiso, don Felix Satta, don Joseph Satta, don Antonio Foix y Manca, don Francisco Foix Satta, don Francisco Satta Appellu, don Gavino Satta Appellu y don Salvador Satta Appellu, d.esta villa, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales hordena y manda a todos los sobredichos que hayan de paresser en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 dias del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo c. 82 v. sefior conde de' / Montellano, vírrey, lugartiniente y capitan generai en este Reyno de Serdefia. Y assi.bien certifico que al noble don Jorge Satta no.se.le ha dado convocatorias por ser hausente, ny al noble don Alongo Satta, por ballarse al presente religioso en la Compagnia de Jesus; ni al noble don Francisco Jayme Satta Appellu por no haver en esta villa cavallero d.este nombre ni appellido; ni tampoco al noble quondam don Carlos Satta, por haver aquel passado d.esta a meyor vida; de los quales quatro ultimos se restituhieron sus convocatorias en poder del muy spetable sefior governador de Sasser. En fe de lo qual, insiguiendo la horden de su muy spetable sefioria, doy el presente testimonio firmado de my mano con el sello y armas d.esta Curia sellada. Bitty y henero a 15 de 1698. (SI) La particella de è ripetuta alla c. 82v. 318 Franciscus Carta Pala publicus notarius et scriba. / 140 1698 gennaio 20, Galtellì Ignazio Monni, notaio pubblico della villa di Galtellì, certifica che Francesco Tolti, ufficiale del marchesato e baronia di Galtellì, ha consegnato le convocazioni a don Giacomo Sotgiu Manca, don Francesco e don Pietro Pasquale Sotgiu, Pietro Monserrato e Andrea Lucifero Guiso Tolti, Bartolomeo Guiso Biancu, Francesco Guiso Maxia; certifica inoltre che non sono state consegnate a Ignazio e Leonardo Guiso Tolu perché deceduti. Certifico y hago fe de verdad yo Ignasio Monni, nottario publico de la presente c. 83 villa, de como el magnifico Francisco Tolu official del presente marquesado y baronia de Galtelli, ha entregado en my presensia y de las pergonas de Francisco Succu, Juan Basily por testigos, en propias manos de los nobles don Jaime Sotgiu Manca, don Francisco Sotgiu, don Pedro Pasqua! Sotgiu, Pedro Monserratte Guiso Tolo, Andres Lugifero Guiso Tolo, Bartolome Guiso Biancu y Francisco Guiso Manca las letras convocatorias despachadas de su excelencia, de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del passado ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que ajan de pareser en la dicha ciudad de Caller por sy o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de henero del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de gelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su majestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan jeneral en este Reyno. Y tambien certifico que a las pergonas de Ignasio Guiso Tolo y de Leonardo Guiso Tolo no.se.les ha dado convocatorias por ser muertos. Las convocatorias de los quales se.an restituhido al muy espetable senor governador de Saser. En.fe de lo qual, insiguiendo la horden de su muy espetable segnoria, doy el presente testimonio firmado de mi mano con el sello d.esta Curia, en esta villa de Galtelli a 20 de henero 1698. (Si) Ignasio Monni publico nottario. / 141 1698 marzo 10, Cagliari Diego Lilliu certifica che è stato abilitato Demetrio Angelo Guiso di Die decima mensis martii 1698, Calarí. c. 83 v. Habiendose despachado convocatoria para Demetrio Angel [Guiso] de Galtelli fue habilitado en.estas Cortes generales segun consta [en los] auctos de las habili319 taciones y listas de los militares habilit[ados] que va en este processo, a.que me refiero, de que doy fe et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 1698 gennaio 20, Orosei 142 Bonifacio Pinna, notaio pubblico della villa di Orosei, certifica che Francesco Tolu, ufficiale del marchesato di Albis, ha consegnato le convocazioni a don Giovanni Battista e don Giuseppe Pinna Guiso, don Tommaso Pinna Puliga, don Tommaso Pinna Sotgiu, don Giovanni e don Pietro Guiso. cm Certifico y ago fe de verdad yo Bonifassio, Pinna nottario publico de la presente villa, de como el magnifico Francisco Tolti, official del presente marquesado de Albis, ha entregado en my presen0a y de las per9Dnas de Antiogo Loque Corda y Melchior Corda por testigos en proprias manos de los nobles don Juan Baptista Pinna Guiso, don Joseph Pinna Guiso, don Thomas Pinna Puliga, don Thomas Pinna Sogíu, don Joan Guiso y don Pedro Guiso, las lletras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del passado ano 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que ajan de pareser en la diha ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de henero del presente mes y ano 1698, que.es el dia que se.ha decelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo serior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reino. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy espetable seiior governador de Saser, doy el presente testimonio firmado de mi mano con el sello d.esta Curia, en Orosei a 20 de henero de 1698. (SI) Bonifassio Pinna nottario publico scriba./ 1698 gennaio 5, Bosa 143 Giuseppe Liperi, notaio pubblico e segretario della Regia Vicaria di Bosa, certifica che Giovanni Maria Efisio Serrau, sostituto del procuratore fiscale della stessa Vicaria, ha consegnato le convocazioni a Diego Marongiu, don Pietro e don Filippo Natter, don Fernando e don Antonio Uras, don Francesco, don Angelo e don Giovanni Battista Passino, Agostino Gaya, don Giovanni Ambrogio Natter, don Francesco Natter Tedeschi, don Giovanni Battista e don Antonio Simon, don Giorgio Carquero, don Gerolamo de Litala Sicardo, Emilio de Litala, Ignazio e Gabriele Marongiu, don Giovanni Maria Garrucho, don Agostino Villa, Giuseppe Casalabria, nonché al 320 Capitolo e ai magnifici consiglieri della città; certifica ancora che non sono state consegnate le convocazioni a don Giovanni Battista de Litala, perché deceduto, ad Agostino Angelo de Litala perché ecclesiastico, al vescovo perché si trova a Sassari, a don Francesco e don Giovanni Gerolamo Natter perché assenti e che la convocazione per don Gerolamo Natter è stata consegnata al padre don Pietro perché gliela recapitasse ad Oristano, mentre non sono state consegnate le lettere a don Gaspare Natter perché ricercato dalla giustizia, a don Gaspare Carquero e don Giuseppe di Castelvì perché assenti dal Regno, a Giovanni Maria Solar de Litala e don Antonio de Martis perché esiliati dalla città, a Renuccio de Litala perché vive ad Alghero e infine a Domenico Rocca che si trova a Cagliari. Certifico y hago fe de verdad yo Joseph Liperí, notarlo publico y de causas en c. 85 este presente Reyno de Serdefia y secretario d.este Rea] Viguerio, de corno Juan Maria Effis Serrau, substitudo de procurador fiscal de dicho Real Viguerio ha entregado en mi presensia y de Deometrio Capai, Juan Maria Masala y Clemente Senesu por testigos en proprias manos de Diego Maronjo, don Pedro Natter, don Felipe Natter, don Fernando Uras, don Antonio Uras, don Francisco Passino, don Angel Passino, don Juan Baptista Passino, Agustin Gaya, don Juan Ambros Natter, don Francisco Natter y Tedeschi, don Juan Baptista Simon, don Antonio Simon, don Jorge Carpuero, don Geronimo de Litala Sicardo, Emilio de Litala, Ignassio Maronjo, Gabriel Maronjo, don Juan Maria Garrucho, don Agustin Villa, Joseph Casalabria, al venerable Cavildo, y a los magnifico conselleres las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano mas serca passado de 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de paresser en la tiudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de henero primer venidero del corriente ano 1698, que es el dia que se ha de gelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por e1 excelentissimo senor conde de Montellano, virrey, lugartiniente y capitan generai d.este Reyno. Y tanbien certifico que a don Juan Baptista de Litala no se.le ha dado convocatoria por haver muerto; a Agustin Angel de Litala por ser eclesiastico, al illustrissimo senor obispo por hallar.se en la giudad de Sasser, a don Francisco Natter, y don Juan Geronimo Natter por ausentes, si bien la de don Geronimo le dio a su padre don Pedro Natter para remitír.la a Oristan; a don Gaspar Natter por retrahydo y rezeloso de la justissia; a don Francisco Carpuero y don Joseph de Castellvi por ausentes / del Reyno, a don Juan Maria Solar de Litala por desterra- c. 85 v. do a esta siudad; a don Antonio de Martis por ausente y desterrado; a don Renu[n]sio de Litala por ausente y vivir en Alguer, a Domingo Rocca por ausente y hallar.se en Caller. Las convocatorias de los quales se han restituido al muy expetable senor governador de Sasser. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de 321 su muy expetable setioria, doi el presente testimonio firmado de mi mano con el sello d.esta Curia. Bosa [y he]nero 5 de 1698. (SI) Joseph Liperi secretario. / 1698 gennaio 2, Alghero 144 Michele Angelo Spano, notaio pubblico di Alghero, certifica che Francesco Saillas, giurato quinto della città e sottoveghiere, ha consegnato le convocazioni al vescovo, al Capitolo, alla città ed inoltre a don Renuccio e don Angelo de Litala, don Diego de Sena Piccolomini, don Giovanni Matteo Marti, don Cosimo e don Enrico de Sena, don Ignazio Gutierres, don Simone Olives, don Diego Tola, don Pietro Casaleras, don Francesco Sotgiu, don Giovanni de Roma, don Giuseppe e don Michele Marti, don Matteo e don Antonio Carola, Pietro Nieddu, don Francesco Busquets, don Salvatore Carola, don Francesco Bertulotto, don Francesco de l'Arca, don Salvatore Serra, don Giuseppe e Francesco Bonfill e don Giovanni Grifoni; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Francesco Tibao, don Gerolamo Sotgiu, don Diego Bonfill, don Antonio Magiu, Michele Tarragó e don Diego Cavala perché deceduti; a Michele Marti Carta, don Angelo Serra, don Michele e a don Angelo de Tori perché sconosciuti, a don Giovanni Battista Serra e ad Angelo Bonfill perché assenti ed infine a Michele Bonfill perché sacerdote. c. 86 Certifico y ago fee de verdad yo Miguel Angel Spano, por authoridad real nottario publico de esta ciudad de Alguer, corno el magnifico Francisco Saillas, el presente ano jurado quinto de esta dicha ciudad y regiendo el ofigio de sotveguer, ha entregado en mi presengía y de Antonio Phelipe Corbia y Juan Maria Masia por testigos en proprias manos al illustrissimo y reverendissimo seiior obispo de esta dicha ciudad, a l.illustre Cabildo, a la illustre y magnifica ciudad con sus despachos reales, a don Renuncio de Litala, don Angel de Litala, don Diego de Sena Piccolomini, don Juan Matheo Marti, don C:osme de Sena, don Enrique de Sena, don Ignassio Gutierres, don Simon Olives, don Diego Tola, don Pedro Casaleras, don Francisco Sotgiu, don Juan de Roma, don Joseph Marti, don Miguel Marti, don Matheo Carola, don Antonio Carola, Pedro Nieddu, don Francisco Busquets, don Salvador Carola, don Antonio Carola, don Francisco Bertulotto, don Francisco de I.Arca, don Salvador Serra, doctor Joseph Bonfill, Francisco Bonfill, y don Juan Grixoni las lletras convocatorias despachadas de su excelencia de la data en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda a todos los arriba expressados que hayan de pareger en la dicha ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 de 322 este presente mes de henero del corriente dio de 1698, que es el dia que se ha de gelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo serior conde de Montellano, adelantado de Jucatan, virrei y capitan generai en este Reino en la dicha ciudad de Caller. Y agi.bien certifico que don Francisco Tibao, don Geronimo Sotgiu, don Diego Bonfill, don Antonio Magiu, Miguel Tarragó y don Diego Carola estan difuntos. Miguel Marti y Carta, don Angel Serra, don Miguel de Tori y don Angel de Tori no han bivido y ni habitado en esta ciudad, ni tal notigia tengo. Don Juan Baptista Serra y Angel Bonfill estan hausentes; y Miguel Bonfill es sagerdote a los quales no se les ha dado convocatorias. En fe de lo qual, y de orden del muy spetable serior governador y reformador de los cabos de Sager y Logudoro, doi el presente testimonio firmado de mi' / [mano]. Alguer a 2 de henero de 1698. c. 86 v. (SI) Itta est Michael Angelus Spano publicus notarius. / 1698 gennaio 23, Mamoiada Giuseppe Melis Pirella, scrivano maggiore dell'incontrada della Barbagia di 011olai, certifica che Giuseppe Galisai, ufficiale e delegato della stessa Barbagia, ha consegnato le convocazioni a don Agostino Meli Fortesa, Francesco Satta, Tommaso Satta Pilurci, Giuseppe Mugianu, don Antonio Sedda Satta, Giovanni Francesco Satta e a don Marino Sedda Satta; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a Giovanni Satta Melis, perché deceduto, e a don Giovanni Francesco Sisinnio e Francesco Melis Saila, Lucifero, Antonio, Pietro Antonio, e Marino Sedda perché sconosciuti. 145 Ihesus, Maria, Ioseph Zertifico y ago fee de verdad jo Joseph Milis Pirella, escrivano mayor de esta encontrada Barbargia Olollay, de como Joseph Galisay, official y delegado de esta dicha encontrada, presentes las pergonas de Nicolas Pinna y Juan Maria Morrocu Conia de esta villa de Mamoyada por testigos, tiene entregado y en my presensia a don Agustin Meli Fortesa, Francisco Satta, Thomas Satta Pilurgy, Joseph Mugianu, don Antonio Sedda Satta, Juan Francisco Satta y don Marini Sedda Satta de esta villa las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de parezer en la siudad de Caller por sy ' Il termine mi è ripetuto nella c. 86 v. 323 87 o sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia en que se ha de zelebrar el reall y generali Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrei y lugartheniente y capitan generali en' / este Reyno. Y tambien zertifico que no en se ha dado convocatorias a Juan Satta Melis, don Juan Francisco Sisinio Melis Satta, Francisco Melis Satta, Lugifero Sedda, Antonio Sedda, Pedro Antonio Sedda, ni a Marini Sedda por razon que de ellos no se halla ny he conogido a.ninguno, exeptuado al quondam Juan Satta Melis que le conogy y ha muerto muchos anos ha. Y esta certificatoria se haze en execucion de la orden del muy expetable senor governador de los cabos de Sazer y Logudor, del Consejo de su magestad, firmado de mi mano y de dicho official y delegado y sellado con el sello de esta Curia. Mamoyada a 23 de hener de 1698. (SI) Joseph Galisay official y delegado Iosephus Melis Pirella publicus scriba Mamoyadae. / 146 1698 gennaio 15, Gavoi Francesco Lucifero Sedda, notaio, certifica che Francesco Meloni, maggiore e giudice ordinario della villa di Gavoi, ha consegnato la convocazione a don Lucifero Sedda Salta, abitante nella stessa villa. e. 88 Die 13 de henero 1698 Gavoi Certifico y doy fe de verdad yo nottario baxo escrito tomo Francisco Meloni, mayor y jues ordinario d.esta dicha villa, ha entregado en mi presentia y de los testigos baxo escriptos en propias manos del noble don Lucifero Sedda Satta, morador d.esta, las lletras convocatorias despachadas de su excelencia de la datta 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda acuda que ayan de pareger en la siudad de Caller por si o por su procurador el dia 26 de henero 1698, que es el dia que se.a de celebrar el Parlamento de dicha siudad de Caller. En fee de lo qual, y insiguiendo la orden del muy espetable senor governador de c. 88 v. los Cabos de Caller y Logudoro, doy2 / el presente testimonio firmado de mi mano, die y ano susodicho. Antonio Manca Antonio Maria Manca testigo Francisco Luciffero Sedda nottario. / ' Il termine en è ripetuto nella c. 87 v. il termine doy è ripetuto a c. 88 v. 2 324 1697 dicembre 27, Ploaghe 147 Giovanni Sole Quessa, notaio pubblico, certifica che Michele de Rieca, luogotenente della villa di Ploaghe, ha consegnato le convocazioni a don Michele Dies e a suo figlio Michele, a don Felice, don Andrea e Francesco Dies e ai figli di quest'ultimo Giovanni ed Antonio Gerolamo, a don Michele Dies figlio di don Matteo e don Agostino Carta, tutti della villa di Ploaghe, a Francesco Satta della villa di Cargeghe, a don Giuseppe, don Antonio Giuseppe e don Salvatore Solinas, a don Giuseppe Fundoni e a don Giovanni Dies Pinna, tutti della villa di Codrongianus; certifica inoltre che non sono state consegnate le convocazioni a don Giovanni Francesco, Antonio Gerolamo e Giovanni Tommaso Dies perché deceduti, a don Giovanni Battista Dies perché vive a Padria e a don Gavino Dies de Litala perché vive a Sorso. Certifico y ago fe de verdad yo Juan Sole Quessa, nottario publico comorante en c. 89 esta villa de Ploague, de como Miguel de Rieca, lugartiniente d.esta baronia de dicha villa, ha entregado en mi presensia y de las personas de Juan Gambone y Elies Masala de dicha villa en propias manos, del noble don Miguel Dies, don Felis Dies, don Andres Dies, don Miguel Dies hijo de don Miguel Francisco Dies; Juan Dies y Antonio Jeronimo Dies, hijos de dicho Francisco Dies; don Miguel Dies, hijo de don Matheo Dies, y don Agustin Carta todos d.esta villa de Ploague. Francisco Satta, comorante en la villa de Cargiegue se.le ha entregado la convocatoria en presensia de Juan y Julian Carta de dicha villa de dicha villa' de Cargiegue; don Joseph Solinas, don Antonio Joseph Solinas, don Salvador Solinas, don Joseph Fundoni, don Juan Dies y Pinna de la villa de Codrongianos se.les ha entregado en presensia de Diego Sanna y Juan Gavino Manconi de dicha villa de Codrongianos, las lletras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre d.este presente ano 1697, en las quales ordena y manda a todos lo sobredichos que hayan de pareser en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores de la misma calidad en los 26 de henero primer venidero del ano 1698, que es el dia que se ha celebrar el real y general Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guardo, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrey, lugartiniente y cappitan generai en este Reino. Y tambien certifico que don Juan Francisco Dies, d.esta villa de Ploague, ha muerto muchos afios; Antonio Jeronimo Dies ha muerto assi bien muchos afios, y Juan Tomas Dies ha muerto assi bien algunos afios, y assi no se.les ha dado convocatorias; y assi bien no se ha dado convocatoria a don Juan Bauptista Dies por ser ausente y vivir en la villa de Padria, a don Gavino Dies de Littala por ser ausente y vivír en la villa de Sorso, las convocatorias de los quales se han restituido al muy expetable ' Così nel testo. 325 senor governador de Sasser. En fe de lo qual., insiguiendo la orden de su muy expetable senoria, doy el presente testimonio firmado de mi mano, sellado con el sello d.esta Curia, en Ploague a 27 de deciembre 1697. (SI) Juan Sole Quessa nottario publico. / 148 1698 gennaio 15, Giave Giovanni Francesco Escudino, notaio e scrivano dell'incontrada di Giave, certifica che Giuseppe Espina, maggiore della stessa, ha consegnato le convocazioni a don Quirico de Martis de Tori, don Andrea Mallano, don Giovanni Martis Mura e Giovanni Pilurci Satta; certifica inoltre che non sono state consegnate a don Gavino e don Giacomo Filippo de Martis perché deceduti e a don Antonio de Martis perché assente dalla villa. c. 90 Certifico y ago fee de verdad yo Juan Frangisco Escudino, nottario de causas y escrivano de esta encontrada de Jave, de como Joseph Espina, mayor y ministro ordinario de esta villa, ha entregado en my presengia y de Gavino Vidile y Matheo Arru por testigos en proprias manos de don Quirigo de Martis de Tori, don Andres Mallano, don Juan Martis Mura, Juan Pilurci Satta las lettras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado de 1697, en las quales ordena y manda a todos los sobredichos que hayan de paresser en la ciudad de Caller por sy o sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, visrey, lugarthiniente y capitan generai en este Reino. Y tambien certifico que a.don Gavino de Martis y don Jaime Phelipe de Martis no seles ha dado convocatorias por haver muerto, nya don Antonio de Martis por hausente de esta villa; las convocatorias de los quales se.han restituhido al muy espetable senor governador de Sasser. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy spectable serioria, doy el presente testimonia firmado de my mano con el sello de esta Curia, hoy en Jave a 15 de henero de 1698. Juan Frangisco Escudino, nottario de causas y escrivano de esta Curia. / 149 1698 gennaio 1, Thiesi Andrea Flores Mura, notaio pubblico, certifica che Francesco Sanna, maggiore della villa di Thiesi, ha consegnato la convocazione a don Gavino de Litala Solar mentre non é stato possibile darla al donnicello Pietro Paolo de Nurra perché deceduto. 326 Certifico y hago fee de verdad yo Andres Flores Mura d.esta villa de Tiesi, nottario c. 91 publico, de como Francisco Sanna, mayor atual d.esta dicha villa, ha entregado en my presencia y de Panthaleo Iddocu y Salvador Fiori por testigos en proprias manos del noble don Gavino de Litala Solar d.esta dicha villa, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los beinte y seis de noviembre del afio passado 1697, en las quales ordena y manda a dicho noble Solar que haya de paresser en la siuddad de Caller por sy o por su procurador de la mesma siuddad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y cappitan generai en este Reino. Y tambien certifico que ha Pedro Pablo de Nurra, donzel d.esta villa, non se le ha dado convocatoria por haver muerto; la convocatoria del qual se ha remittido al muy expetable sefior govemador de Sasser. En fee de lo qual, ensiguiendo la orden de su muy expectable sefioria, doi el presente testimonio firmado de my mano con el sello d.esta Curia, en Tiesi a primo de henero de 1698. (SI) Andreas Flores Mura publicus nottarius fídem facit. / 1698 gennaio 7, Mores Giuseppe Salis, notaio e scrivano, certifica che Giovanni Quigine, luogotenente del marchesato di Mores, ha consegnato le convocazioni a don Gavino Soliveras e a don Antonio de Sini, mentre non è stato possibile darla a don Antonio Soliveras Ferrali perché ecclesiastico ed assente dalla villa. 150 Certifico y hago fee de verdad jo Joseph Salis, nottario y escrivano infrascrito, de c. 92 como Juan Quigine, lugartiniente de este marquesado de Moras, ha entregado en mi presentia, de Elias Quessa y Pedro Pinna Casu por testigos, en proprias manos de los nobles don Gavino Soliveras y don Antonio de Sini de esta villa las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del afio passado 1697, en las quales ordena y manda a todosl los sobredichos que hayan de paresser en la ciudad de Caller por sy o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y afio 1698, que es el dia que se ha de gelebrar el real y generai Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrey, lugarteniente y capitan generai en este Reyno. Y tambien certifico que la convocatoria del noble don Antonio Soliveras Ferrali de esta villa no se.le entregó por estar ausente y ser i Due volte nel testo. 11 termine lo è ripetuto nella c. 92 v. 2 327 eclesiastico, qual convocatoria se ha restituido al muy expetable setior governador c. 92 v. de Sasser. En fee de lo 2/ qual, insiguiendo el orden de su muy expectable senoria, doy el presente testimonio, firmado de my mano y sellado con el sello de esta Curia, hoy en Moras a 7 de henero ano 1698. (SI) Iosephus Salis nottarius scriba, de quibus fidem facit et cetera. / 1698 gennaio 11, Cuglieri 151 Giuseppe Sias, notaio pubblico della villa di Cuglieri, certifica che Sebastiano Falqui Pira, commissario e giudice ordinario della stessa villa, ha consegnato le convocazioni a don Giovanni Battista Cetrillas, don Giovanni Battista de Lutzu e ai donnicelli Giuseppe, Agostino e Gavino de Roma; certifica inoltre che non è stata consegnata la convocazione a don Giuseppe de Castelvì perché assente dal Regno. c.93 Certifico y hago fee de verdad jo Joseph Sias, nottario publico de la villa de Culler, de como el magnifico Sebastian Falqui Pira, comissario y jues hordinario de esta villa de Culler, ha entregado en mi presencia y de Francisco Idda y Juan Maria Latte por testigos, en proprias manos de don Juan Baptista etrillas, don Juan Baptista de Lutzu, Joseph de Roma, Agustin de Roma y Gavino de Roma donzeles las lettras convocatorias despachadas dessu excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales hordena y manda a todos los sobredichos que haian de paresser en la iudad de Caller por sy o por sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y anno 1698, que es e1 dia que se ha de celebrar el real y generai Parlamento en nombre de.ssu magestat, que Dios guarde, por el excelentissimo seflor conde de Montellano, virrei, lugartiniente y capitan generai en este Reino. Y tambien certifico que al noble don Joseph de Castelvi no se.le dio convocatoria por no haver remitido para dicho de Castelvi, y estar hausente fuera de este ReMo. En fee de lo qual, insiguiendo la horden de.ssu mui expetable Sennoria, doi el presente testimonio, firmada de mi mano y sellada con el sello y armas de esta Curia. Datum en Culler a los 11 de henero de 1698. (SI) Iosephus Sias publicus nottarius et scriba. / 1698 gennaio 20, Padria 152 Michele Carta, ufficiale e giudice ordinario della baronia di Padria, certifica di aver consegnato le convocazioni ai cavalieri don Angelo de Tori, don Giovanni Dies e Antonio Giuseppe de Roma. 328 Certifico y hago fee de verdad yo Miguel Carta, official y jues ordinario de la c. 94 baronia de Padria, de como he entregado en presencia de Antonio de Serra y Salvador Pinna en proprias manos de don Angel de Tori, don Juan Dies y Antonio Joseph de Roma, cavalleros, las lettras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda a los sobredichos que hayan de paresser en la siudad de Caller por si o sus procuradores de la misma calidad en los 26 del presente mes y ano 1698, que es el dia que se ha de zelebrar el real general Parlamentto en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrei, lugarthiniente y capitan general en este Reino. En fee de lo qual, insiguiendo la orden del muy espetable sefior governador de estos cavos, doy el presente testimonio por no allarse al presente en esta villa el notano y escrivano d.ella, el qual la firmo de mi mano, y la sello con el sello y armas de esta Curia. Datum en Padria a los' 10 henero de 1698. (SI) Miguel Carta official. / 1698 gennaio 12, Torralba 153 Giovanni Soro, notaio pubblico della villa di Bonnanaro, certifica che Gavino Sanna Cossu, ufficiale e giudice ordinario della stessa villa, ha consegnato le convocazioni a don Filippo de Sini e a don Giovanni Maria de Pani. Certifico y hago fe de verdad yo Juan Soro, nottario publico de la villa de c.95 Bonanaro, que el magnifico Gavino Sanna Cossu, official y jues ordinario de esta villa, ha entregado en presencia de Juan Nicolas Esquirra y Joseph Pinna por testigos, en proprias manos de don Phelipe de Sini y don Juan Maria de Pani las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la fecha en Caller a los 26 de noviembre del ano passado de 1697, en las quales ordena y manda a los sobredichos que hayan de parisser en la ciudad de Caller por si o sus procuradores de la mesma calidad en los 26 del presente mes y ano, que es e1 dia que se ha de celebrar el real y general Parlamento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrei, lugartiniente y cappitan generai en este Reino. En fe de lo qual, insiguiendo la orden de su muy expetable sefioria, doy el presente testimonio firmado de my mano y sellado con el sello y armas de esta Curia. En Torralba a los 12 de henero de 1698. ' Due volte nel testo. 329 (SI) Itta est Ioannes Soro publicus nottarius. / 154 1698 gennaio 8, Berchidda Tommaso Vargiu, su ordine di Alvaro de Siri, maggiore della villa di Berchidda e giudice ordinario della stessa, certifica che è stata consegnata la convocazione a don Domenico Pes. c. 96 Certifico y hago fee y testimonio de verdad yo Thomas Vargiu, por mandamiento de Alvaro de Siri mayor d.esta villa y jues ordinario, por no aver notati() ni scrivano approvado en esta villa, hoy dia baxo escritta entrego en presencia de Miguel Pinna y de Juan Soddu, Antonyo Sanna d.esta villa por testigos, en proppias manos del noble don Domingo Pes las lletras convocattorias [de]spachadas de su excelencia de la fecha en Caller a 26 de noviembre del ano passado 1697, en las quales ordena y manda al sobredicho que aiia de pareser en la ciudad de Caller por si o por su procurador de la misma calidad en los 26 del presente mes del presente ano 1698, que es el dia que se a (le zelebrar el real y general Parlamiento en nombre de su magestad, que Dios guarde, por el excelentissimo sefior conde de Montellano, virrey, lugarteniente y cappitan generai en este Reino. En fee de lo qual, insiguiendo el orden de su muy spetable serioria, doy el presente testimonio firmado de mi mano, por no saber escrivir dicho mayor, y sellada con el sello d.esta Curia. En Berquidda a 8 de enero de 1698. (SI) Thomas Vargiu, por mandamiento del mayor por no saber escrivir, de quibus et cetera. / 155 1698 gennaio 4, Tresnuraghes Martino Pilo, notaio pubblico, certifica che Giovanni Battista Sanna, ufficiale della Planargia di Bosa, ha consegnato la convocazione a don Dionisio Sulas della villa di Tresnuraghes. c. 97 Certifico y doy fe de verdad jo nottario baxo escrito como Juan Bautista Sanna, officiai de la encontrada de Planargia de Bosa, de como ha entregado en my presencia y de Pedro Satta y Agustin Meleta en rnanos del noble don Dionisio Sulas de la villa de Tres Nuragues las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la data 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda al dicho noble Sulas que haia de paresser en la ciudad de Caller por si o por su procurador el dia 26 del presente y corriente mes y aiio, que es el dia que se celebrara el 330 Parlamento. En fe de lo qual, ensiguiendo la horden del muy espetable serior governador de los cabos de Sager y Logudor, doy el presente firmada de mi mano. Tres Nuragues y henero en 4 de 1698. Ita est allena manu fidem facio ego Martinus Pilo publicus nottarius rogatus. / 156 1698 gennaio 6, Sedini Pancrazio de Rosas, notaio pubblico, certifica che Giovanni de Rosas, luogotenente della villa di Nulvi, ha consegnato le convocazioni a Bernardino Ricciu, Gavino Pinna e Antonio Pinna abitanti di Sedini. Dia 6 de henero 1698 Sedini. Certifico y doy fe de verdad jo nottario publico c. 98 baxo escrito, como la persona de Juannico de Rosas, otro de los lugares tinientes de la villa de Nulvi, ha entregado en mi presencia y de Sebastian de Nule y Pedro Spano por testigos, en proprias manos de Bernardino Richiu, Gavino Pinna y Antonio Pinna, moradores de la presente villa, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la data veinte y seis de noviembre del ano 1697, en.las quales ordena y manda a los arriba expressados que hajan de parescer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores el dia veinte y seis de henero del presente ano, que es el dia que se ha de celebrar el Parlamento en dicha ciudad de Caller. En.fe.de.lo qual, insiguiendo la orden del muy expetable serior governador de los Cabos de Saser y Logudoro, doy el presente testimonio firmado de mi mano, dia y ano ut supra et cetera Pancracio de Rosas nottario publico. / 157 1698 gennaio 7, Chiaramonti Francesco Esgrecho, notaio pubblico, certifica che Pietro Tedde, luogotenente della villa di Chiaramonti, ha consegnato le convocazioni a don Salvatore de Litala Battista e a don Giovanni de Litala Battista della stessa villa. Certifico y doy fee de verdad jo baxo scripto nottario publico, de como Pedro c. 99 Tedde, lugartiniente de esta villa de Claramonti, ha entregado en mi presencia y de Juan Baingio Cossu y Pedro Fois por testigos, en propias manos del noble don Salvador de Litala Baptista, y de don Juan de Litala Baptista, natural y vecinos de dicha villa de Claramonti, las letras convocatorias despachadas de su excelencia de la data de 26 de noviembre del ano 1697, en las quales ordena y manda a los arriba spressados que hayan.de parecer en la ciudad de Caller por si o por sus procuradores el dia 26 de henero del ano 1698, que es el dia que se H de celebrar el real Parlamento en la dicha ciudad de Caller. En fee y testimonio de lo 331 qual, insiguiendo la orden del muy spetable setior governador de los Cavos de Sager y Logudoro, doy la presente certificatoria firmada de mi mano. Hoy en la villa de Claramonti a los 7 del mes de henero de 1698. Itta est Franciscus Sgrecho notarius publicus, de predictis fidem facit. / 332 2. L'apertura del Parlamento 1698 febbraio 4, Cagliari 158 Don Giuseppe de Solís, conte di Montellano, in nome del sovrano Carlo II e in qualità di presidente delle Corti, inaugura solennemente la prima seduta del Parlamento nella cattedrale di Cagliari, alla presenza degli Stamenti, ecclesiastico, militare e reale, dei ministri e dei consiglieri regi. Data lettura della carta reale (vedi doc. 1) con la quale il re gli conferiva i poteri per convocare e celebrare le Corti, il conte di Montellano fa presente nel suo discorso l'infelice stato in cui versano i domini della Corona e tra questi, in particolare, il Regno di Sardegna, soprattutto a causa delle spese militari. Tuttavia il viceré auspica che nel corso dei lavori parlamentari si possa attuare un riordino della legislazione attraverso l'abolizione delle norme ormai ín disuso e la conferma di quelle in vigore e che, inoltre, vengano presi i necessari provvedimenti per una ripresa dell'agricoltura e del commercio nell'isola. Si augura quindi che gli Stamenti vogliano confermare la loro fedeltà e dedizione alla monarchia contribuendo a risollevare le finanze regie con la concessione del donativo cui corrisponderanno, da parte del sovrano, le dovute grazie. A conclusione del discorso viceregio, le prime voci degli Stamenti, Giuseppe Acorrà Figo, arcivescovo di Arborea per l'ecclesiastico, don Francesco Vico marchese di Soleminis per il militare, in sostituzione di don Artale di Alagon, marchese di Villasor, perché ammalato, e Giovanni Elisio Esquirro, dottore in utroque e giurato in capo della città di Cagliari, per il reale, si consultano e, attraverso l'arcivescovo arborense, assicurano fedeltà e adempimento al reale servizio. Filiberto Espin de Cobacho, avvocato fiscale e patrimoniale e Giorgio Cavassa, avvocato del regio fisco, accusano la prima contumacia contro coloro che non si sono presentati alla seduta inaugurale del Parlamento e chiedono che, una volta ammessa, si proceda nei lavori. Il viceré, ascoltata la richiesta degli avvocati fiscali, ammette la prima contumacia, concede una dilazione di sei giorni e proroga il Parlamento al giorno 12; dispone che nel frattempo vengano nominati gli abilitatori. c. 100 Solium Et adveniente die martis, intitulata quarta februarii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo octavo, ad celebrationem huiusmodi regii et generalis Parlamenti assignata, accesserunt ad regium palatium praesentis civitatis et castri Calari hora quarta post meridiem nobiles et magnifici regii consiliarii iustitiae et partimonii, et ex tribus Estamentis infra nominandi ad effectum comi- 333 tandi illustrem et excellentissimum dominum don Iosephum de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comitem de Montellano et antelatum de lucatan, dominum villarum et locorum de Retortillo, Villar del Propheta, Peralejos, de Soliz, La Granja, Cempron et Bemoi, La Puebla, Salduefia et Sancta Cathalina, de Concilio Sacrae Catholicae et Regiae Maiestatis eius proregem, locumtenentem et capitaneum generalem praesentis Sardiniae regni et praesidem regii et generalis Parlamenti usque ad sanctam primatialem et metropolitanam ecclesiam calaritanam, ad celebrandum solium pro parte sacrae catholicae et regiae maiestatis domini nostri regis Caroli secundi feliciter regnantis, prout eum comitati fuerunt modo et forma seguenti. Stamentum videlicet militare ordine turbato, et sine massa; Stamentum vero ecclesiasticum praetendebat locum inter regios ministros alternative, et mota controversia inter eos, dictus excellentissimus praeses audita praetensione dicti illustrissimi Statuenti ecclesiastici et contradictione regiorum ministrorum declaravit quod observaretur ordo praescriptus in ultimo Parlamento anni millesimi sexcentesimi octuagesimi octavi, et hac declaratione c.100 v. intelecti, / praefatum illustrissimum Stamentum ecclesiasticum omni festinatione properavit dictam ecclesiam primatialem metropolitanam cum sua massa ordine turbato, et ante omnes praedicti comitatus in ea intravit, sua prima voce manente in dicto comitatu. Deinde sequebantur satelites sive stípatores, alas duas construentes usque ad dictum illustrissimum et excellentissimum praesidem. Deinde sequebantur in medio dictorum satelitum massae huius magnificae civitatis Calaris. Deinde veniebat Iosephus Lascano, locumtenens capitanei custodiae suae excellentiae. Deinde sequebantur Didacus Liliu, publicus notarius et Locumtenentiae Generalis ac Regiae Audientiae praesentis Sardiniae regni secretarius, ad dexteram, et Ioannes Thoma Carboni, publicus notarius et Regii Consilii Criminalis secretarius, ad sinistram; absente Salvatore Rodriguez, domicello, Regii Patrimonii secretario. Deinde nobilis don Antiochus Satta et ad eius dexteram nobilis don Sebastianus Sifola, procurator fiscalis Regiae Curiae; et ad sinistram Ludovicus de Medina, procurator fiscalis patrimonialis. Et tandem sequebantur regii ministri Iustitiae et Patrimonii: ad dexteram, vídelicet, don Franciscus Quesada, miles ordinis equestris Sanctae Mariae de Montesa et Sancti Georgii de Alfama, don Martinus Vila, don Ioannes Baptista de la Matta, don Gaspar Valerius Alciator, don Martinus Valonga, don Iosephus Fernandez de Moros, don Georgius Cavaza, et don Simeon Soro; et ad sinistram videlicet don Filibertus Espin de Cobacho, regii Fisci Patrimoni advocatus; deinde sequebantur don Emanuel de Lítala, Regiam Thesaurariam regens, deinde don Gaspar Carnizer, miles ordinis divi Iacobo et magister rationalis. Et post eum sequebatur don Franciscus Rogger, regius procurator, deinde spectabilis don Thomas de Litala, miles ordinis alcantarensis et gubernator capitum Calaris et Galurae, et omnes dicti nobiles et magnifici regii ministri Iustitiae et Patrimonii ibant in suo loco, prout ordo scripturae demonstrat, et post illos illustrissimus et excellentissi334 mus praeses quem associabant ad dexteram utriusque iuris doctor Ioannes Ephisius Esquirro, domicellus in capite, consiliarius magnificae civitatis Calaris, et ad sinistram admodum reverendus in Christo pater don' / Iosephus de Acorra et c. 101 Figo, archiepiscopus alborensis propter obitum admodum reverendi in Christo patris don Francisci de Sobrecasas, archiepiscopi calaritani, et propter absentiam admodum reverendi in Christo patris don Ioannis Murillo et Velarde archiepiscopi turritani, et ad latus praefati archiepiscopi alborensis cooperiebat reverendus doctor don Ioannes Antonius Martinez, archipresbiter sanctae metropolitanae ecclesiae turritanae, uti procurator praefati archiespiscopi turritani remanente in praedicta sancta primatiali et metropolitana ecclesia calaritana reverendo in Christo patre don Francisco Masones et Nin, alensi episcopo; et a tergo dicti excellentissimi praesidis veniebat admodum nobilis et lectissimus don Iosephus de Soliz et Game, nepos dicti excellentissimi praesidis et capitaneus custodiae illius, et post suam excellentiam sequebatur nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens, cum Francisco Esgrecho, militi, dictae magnificae civitatis Calaris sindico, ad dexteram, et cum iuris utriusque doctore Ignatio Carta, consiliario secundo praefatae civitatis, ad sinistram, cuius latus cooperiebat don Felis de Liperi, sindicus magnificae civitatis Sasseris, deinde sequebatur utriusque iuris doctor Ioannes Augustinus Camedda, tertius consiliarius, cum nobili don Francisco de 1.Arca, sindico magnificae civitatis Alguerii, ad dexteram, et cum nobili don Felice Salaris, sindico magnificae civitatis Oristanei, ad sinistram; deinde Franciscus Antonius de la Rubera, publicus notarius, quintus consiliarius praefatae civitatis Calaris propter obitum loannis Baptistae Mariae de Sancta Maria consiliarii quarti, cum nobili don Iosepho Conia et Natter, sindico magnificae civitatis Ecclesiarum, ad dexteram, et cum nobili don Paulo Solar, sindico magnificae civitatis Castri Aragonensis, ad sinístram. Deinde sequebatur Luciferus Morvillo, claviger dictae magnificae civitatis Calarís, ad dexteram, et Iosephus Serra, sindicus eiusdem, ad sinistram; deinde sequebatur utriusque iuris doctor Ioannes Maria Pinna, assessor dictae civitatis Calaris, ad dexteram; et utriusque iuris doctor Franciscus Ruxotto, uti antiquior advocatus illius, ad sinistram. Et sic euntibus usque ad portam huius iam dictae sanctae primatialis ecclesiae calaritanae, quae erecta est prope palatium archiepiscopale, nemine exeunte oviam suam excellentiae ex capitularibus dictae primatlis ecclesiae calaritanae dictus admodum [reverendus] in Christo pater archiepiscopus alborensis, aquam benedi[ctam] / obtulit ascendensque sua excellentia cum praefato comitatu in presbiterium, et c. 101 v. effusis precibus cum genuflexione in altare maiori ad dominum Deum nostrum Iesum Christum, decantatoque hymno «veni Creator spiritus» ac perata oratione per dictum admodum reverendum in Christo patrem archiepiscopum alboren2, ' Il termine don è ripetuto nella c. 101. nel testo, invece di alhorensern. 2 Così 335 venerunt ad solium magno cum apparatu in eadem ecclesia constructum, seditque sua excellentia in cathedra, quae erat supra dictum solium cum peristromate, vulgo dozel et pulvinare, sederuntque in medio primi gradus praedicti solii praedictus nobilis et magnificus regiam Cancellariam regens, et ad eius dexteram omnes alii ministri Iustitiae in civilibus et criminalibus, et ad sinistram praefatus spectabilis gubernator Calaris et ministri Regii Patrimoni supra relati ordine praescripto, in medio secundi gradus don Iosephus Bechu, comissarius generalis formentorum, et ad eius dexteram don Augustinus Hortu, comissarius generalis equitatus capitum Calaris et Galurae, don Ioannes Antonius Claveria, praefectus vigilum, peditatus capitum Calaris et Galurae, absente don Ambrosio Bacallar, gubernatore turritanenl, don Franciscus Montonachio, praefectus instrumentorum belicorum, et ad sinistram Iosephus Ferrari, primus coadiutor et locumtenens magistri rationalis, Antoninus Valentino, m iles, secundus coadiutor, Nicolaus Trella, tertius coadiutor absente Iosepho Mateo Arcario, et tandem in ultimo gradu don Sebastianus Sifola, regii Fisci procurator, et Ludovicus de Medina, Regii Patrimonii procurator, stantibus in dicto solio et a tergo suae excellentiae, iuxta peristroma, admodum iam dicto nobili et lectissimo don Iosepho de Soliz et Gante, eius nepote, a dextris suae excellentiae nobili don Gabriele Albarez de Toledo Pellicers secretario status et belli praesentis regni, et me Diego Liliu, secretario Locumtenentiae Generalis et Regiae Audientiae in civilibus, et a sinistris dicto don Antiocho Sarta, alguazirio maiori, elevata virga, tria vero Stamenta sedebant in plano dictae primatialis ecclesiae, extra solium, in subsellis, vulgo bancas, nempe illustrissimum Estamentum ecclesiasticum in parte dextera, militare in sinistra et regale coram solio modo et forma seguenti. c. 102 Pro Stamento ecclesiastico Admodum reverendus in Christo pater don Iosephus de Acorra et Figo, archiepiscopus alborensi; reverendus in Christo pater don Franciscus Massones et Nin, episcopus alensis; reverendus doctor don Ioannes Antonius Martines, archipresbiter venerabilis Capituli turritani ac sindicus / admodum reverendi in Christo patris archiepiscopi turritani; reverendus doctor don Franciscus Magio, deccanus venerabilis Capituli alguerensis et sindicus illius et procurator reverendi in Christo patris episcopi sanctae ecclesiae alguerensis; nobilis et reverendus doctor don Gavinus de Atquena, sindicus venerabilis Capituli calaritani; nobilis et reverendus don Antonius Masones, sindicus venerabilis Capituli alensis; nobilis et reverendus don Laurentius Padery, sindicus venerabilis Capituli alborensis; reverendus doctor Ioannes Maria Garrucho, archipresbiter, procurator reverendi in Christo patris episcopi ampurien2 et sindicus venerabilis Capituli ampuriensis; reverendus doctor don Franciscus 2 336 Così nel testo, invece di lurritanense. Così nel testo, invece di ampuriensis. Garruchio, archipresbiter, sindicus venerabilís capitoli ecclesiae bosanen'. Pro Stamento militari Illustris don Franciscus Vico, marchio de Soleminis; egregius don Salvator Aymerich, comes de Villa Mar; egregius don Iosephus Zatrillas, comes de Villa Salto; egregius don Dalmaus Santjust, comes de San Lorenzo; nobilis don Franciscus Santjust. Pro Stamento regali Utriusque iuris doctor Ioannes Ephisius Esquirro, domicellus in capite, consiliarius dictae magnificae civitatis Calaris in medio scamni, vulgo banco; ad eius dexteram sedebat Franciscus Esgrecho, domicellus, sindicus dictae civitatis, ad dexteram istius sedebat utriusque iuris doctor Ignatius Carta secundus consiliarius dictae civitatis, ad eius latus sedebat nobilis don Franciscus de 1.Arca, sindicus magnificae civitatis alguerensis, ad latus istius sedebat Franciscus Antonius de la Rubera, publicus notarius, quintus consiliarius díctae civitatis Calaris ob mortem Ioannis Baptista de Santa Maria, publici notarii quarti consiliarii eiusdem; et ad latus dicci de la Rubera, nobilis don Iosephus Conia et Natter, sindicus magnificae civitatis Ecclesiarum. Ad sinistram vero dicti consiliarii in capite huius magnificae civitatis Calaris, sedebat immediate nobilis don Felis de Liperi Zonza, sindicus magnificae civitatis Sasseris, et ad latus istius sedebat utriusque iuris doctor Ioannes Augustinus Camedda, tertius consiliarius dictae civitatis Calaris; ad latus [istius] sedebat nobilis don Felis [S]alaris, sindicus magnificae [civitatis] / Oristanei, et ad latus istius nobilis don Paulus Solar, sindicus magnificae civitatis Castri Aragonensis, et ad eius latus sedebat Luciferus Morvillo, claviger ordinarius huius dictae magnificae civitatis Calaris. Quibus peractis praedictus excellentissimus praeses mandavit mihi Didaco Liliu, publico notarlo et Locumtenentiae Generalis ac Regiae Audientiae secretario, ut corani omnibus alta et inteligibili voce legerem comissionem seu potestaem regiam pro celebratione huius regii et generalis Parlamenti expeditam. Eaque perlecta, mandavit quoque dicto nobili don Gabrieli Albarez de Toledo Pellizer, secretario status et beli praesentis Sardiniae regni, ut legeret propositionem et epistolam regiam ad celebrationem parlamenti spectantes. / EI rey nuestro sefior, a qui.en Dios guarde, como desean y nezesitan los leales animos de este regno, haviendo.se dignado poner a mi cuidado la celebracion del generai Parlamento, que en execuOon de sus reales ordenes se balla a.qui convocado, fue servilo de expresar.me las razones que han movido para erta determi- Così nel testo, invece di bosanensiv. 337 c. 102 v. c. 103 nasión el real animo de su magestad en.esta carta (A.qui se lee la del rey) Bien se.mira dibujado en.estas lineas el apresio justo con que atiende su magestad / c. 103 v. a este reyno, piedra jamas desengastada del prezioso circulo de su Corona, y bien se corresponden en.ellas el paternal afecto con que le ama, y la regia solizittud con que vela sobre su conservazion. Y constituiendo su magestad en el caracter de mi ministerio el nombre y las obligaziones de padre, sei ozioso dilatar.me en manifestar al reyno el indefeso estudio con que desco el arduo desempefio de la augusta confianza de su magestad. Y para conseguir.le, espero que.este politico cuerpo, que se balla decorosamente congregado en sus tres Estamentos, contribuirà los c. 104 esfuerzos de.sus gelosos y prudentes discursos ayudando.me / con ellos a especular los medios conduzentes al fin deseado de la mas lustrosa manutensión del reyno. Siendo, pues, la regular armonia de las leyes el resorde que mide los razionales movimientos de las reppublicas, seri bien que ante todo se atienda con madura inspecsion assi a la rigorosa observangia de las que utilmente se guardan, como al restablezimiento o derogagión de aquellas, en que el curso de los tiempos o la instabilidad de las cosas humanas huvieren introduzido alteragion digna de enmienda o inconvenientes, que hagan noziva su pratica. Y assimismo a la forc. 104 v. magion / de otras a que las nuevas experiengias ayan dado nuevos fundamentos. Y como la fertilidad y el comerzio sean llaves de la opulengia de los reynos, es muy digna de espezial cuidado en este la labranza de sus campos, cuia ferazedad previene, y aun acusa, las manos de sus cultores. Y atendida esta traherà por consequensia a la extracsion de sus granos los caudales y los frutos de las otras provincias, cultivando esta isla en sus terrenos los demas de la Europa, de cuias fecundidades la hani partizipe la girculasion con.que.el trafico de las gentes haze comunes c. 105 los generos que vinculó la naturaleza a distintas partes. / Y como todas estas atenziones tienen por unico objeto la conservasion del cuerpo de.este reyno, la misma serie de prinzipios nos lleva a conozer que siendo el real erario la region donde se rezive y actua el alimento para repartir despues el nutrimento y la vida a las partes, es nezessarío que aya en este massa que con azertada distribusion las vivifique y las nutra.Y siendo esta las contribugiones con que la lucrosa liberalidad de los vassallos exerzita la providengia de los prinzipes, desiziendo a tratar del servisio c. 105 v. con.que los soprefinos animos de.este reyno han obsequiado / a su magestad, y no hablaré en.el para exortar a su continuasión, pues ya confiessa que no supone lo que intenta, el que se esfuerza a persuadir.lo y fuera indebido agravio de tan leales corazones de tenerse en la duda de que seún aora los que fueron siempre, pudiendo jactar.se feliz Zerdefia de que en el anziano transcurso de mas de tres siglos no se ha visto interrumpida esta expression de su fe, y de que puede numerar los afios de.su durasion por las contribugiones de su fidelidad. Y sobre.este seguro gimiento podra" bien fundar.se la esperanza de mas crezidos conatos, pues 338 proporzionandose estos / con las nezesidades del remedio y no dudando.se el c. 106 deplorable estado a que los miembros de nuestra monarquia se han reduzido con.el teson de estas guerras. Assi como es mas eficaz la causa, debe ser mas intenso el efecto, y aun de la misma razon que en la apariengia dificulta los esfuerzos, puede sacar la prudente reflexion motivo para alentar.los; pues la estrecheza en.que, no sin quebranto, miro constituido al reyno esta ensetiando quan debilitadas se hallan sus defensas, y persuadiendo a que se atienda a ellas acosta de los ultimos alientos, pues cada instante que se dilate se bara mas difizil el reparo. Y si bien la escassez de las proximas cosechas / han melancolizado con la falta de c. 106 v. medios este reyno, no es dudable que no ay razon para llamarle infeliz si se compara con.otros del dominio del rey nuestro senor, a los quales el frenessi belicoso de la Europa ha hecho que de la mayor opulengia pasen al mas sangriento estrago, cuio respecto debe tener.nos no solo consolados sino prevenidos, pues, aunque la efectuada paz pueda prometer alguna respiragion, no sera bien dormir.se en los brazos de la seguridad para dispertar quiza en los del peligro. Establezido el reyno en el conogimiento d.estas verdades, puedo esperar que correspondan a ellas las nobles expressiones de / su generosa lealtad pudiendo la c. 107 menos perspicaz vista descubrir que.el sol de la magestad atrahe los vapores de este donativo, para que desatados en fecundas lluvias utilizen los mismos campos de donde los levanta, sin que pasen estas nuves a fertilizar otros terrenos que aquellos que le han prestado materia. Con.que, supuesta la sustancia de este servizio, y ]legando al modo de.su exacgión como deba ser mi obligagion, regia de mi solizitud, no omitiré alguna para que la igualdad de su contribugion y suavidad de su cobranza alivien con la equidad e1 peso, si la generosa lealtad de tales vasallos puede tener por peso lo que es obsequio de su magestad. / Y para que se logre c. 107 v. esta regulagion, espero que el reyno me propondra aquellos medios con que se asegure su azierto. Y paso a manifestar que como los reyes a imitagion de Dios piden aquello que nos conviene ofrezer.les, y se constituyen deudores de lo que son benefizios nuestros, assi su magestad, haziendo que el reyno utilizado en este dagio sea acrehedor de su real benefigiengia, correspondera a los fieles afectos del reyno con las mercedes proprias de su augusta liberalidad, pero sin.que la regia propensión a honrrar perturbe la retta distribugión de los premios, los proporzionara su real atenzion segun se individuaren en este Parlamento los meritos en su real servicio. / El rey Egregio conde de Montellano, pariente, mi lugarteniente y capitan generai. c. 108 Atendiendo a la gran fidelidad y amor con que en todas ocassiones me han servilo los naturales de esse reino, de que estoi tan satisfecho y con deseos de favorecer.les y honrrar.les segun sus meritos, he resuelto, para que lo experimenten assi que en dicho reino se celebre luego Parlamento con assistencia de 339 vuestra persona en mi real nombre, ya que personalmente no puedro assistir, como lo hiciera si la gravedad de los negocios que al pressente occurren dieron lugar, a ver y conocer essos vassallos que tanto estimo. En dicho Parlamento tratareis principalmente de lo que toca a la admínistracíon de la justicia que ha de tener siempre e1 primer lugar, y de lo demas concerniente a la conserbación, paz y quietud de esse reino y defensa, de que necessita para su custodia; y reformar, mudar y corregir las leies antiguas que no fueren utiles, resumar y renobar las passadas y derogar.las siendo necessario, y hacer otras nuebas concernientes a su buen govierno segun la variedad del tiempo, calidad y condicion de los pueblos ajustadas en todo a su maior conservación y aumento, de manera que conferidas con mi Consejo Supremo de Aragón pueda aprobar.las y confirmar.las haciendo.les en generai y particular las mercedes y honrras que confio mereceran por su grande amor y fidelidad, estando en la confianza que, c. 108 v. teniendo presente / lo exhausta que se halla mi Monarchia, a causa de los excessivos gastos que se han ofrecido con la continuación de las guerras, se animaran en estas Cortes, de manera que abentajen a las pasadas, como lo espero, mediando vuestro celo y atención a mi servicio. Datum en Madrid a 29 de febrero 1696. Yo e1 rey Don Franciscus Dalmao et Cassanate secretarius. Vidit don Iosephus Rull regens. Vidit marchio de Tamarit. Vidit Comes et Forro regens. Vidit marchio de Laconi. / leo v. Conde de [Montellan]o pariente, virrey y capitan generai [del] reyno de c. 110 [Serdefia] / de los quales assi en común como en particular sera mi amor al reyno un fiel espejo donde los vera copiados su magestad, esperando yo que me darti la fineza del reyno colores tan vivos que seran dignos del soberano agrado de su magestad, con.el qual desahogaré la obligacion y el carino con que anhelo al bien común de tan dignos vassallos. Quibus lectis et per tria Stamenta auditis, surrexerunt a subsellís, detectís capitibus, admodum reverendus in Christo pater don Iosephus Acorra et Figo, archiepiscopus alborensis, prima vox illustrissimi Stamenti ecclesiastici; illustris don Franciscus Vico, marchio de Soleminis, prima vox admodum illustris Stamenti militaris, absente illustri don Artale de Alagon marchione de Villa Sor, propter eius infirmitatem, et iuris utriusque doctor Ioannes Ephisius Esquirro, domicellus in capite, consiliarius huius magnificae civitatis Calaris, prima vox illustris Stamenti regalis; habitoque inter ipsos coloquio super responsione propositionis praefatae ad sua subsellia redierunt, et dictus admodum reverendus in Christo pater archiepiscopus alborensis, cui responsum fuit commissum per alias primas 340 voces, stans capite etiam detecto, vulgari sermone dixit: «Excelentissimo senor. / Por no canzar a vuestra excelencia este papel contiene la c. 110 v. respuesta de los tres Estamentos», tradiditque mihi infrascrito secretario quamdam schedulam, eamdem responsionem continentem, et excellentissimus dominus praeses mandavit mihi dicto secretario ut eam legerem alta et intellegibili voce. Et ea lecta, procuratores Regiae Curiae et Regii Patrimoni ascenderunt ad solium, et humili reverentia supplicem libelum per nobiles et magnificos advocatos fiscales firmatum suae excellentiae obtulerunt tenoris sequentis. Eoque lecto per me dictum secretarium alta et íntelegibili voce, iussu dictae suae excellentiae, praedictus nobilis et magnificus Regiam Cancellariam regens eius nomine fecit provisionem, quae apparet ad calcem praecitati libeli, cui sit relatio, et infra est videre, de quibus et cetera. Liliu secretarius. / c. 111 Excelentissimo senor Los tres Estamentos ecclesiastico, militar y real d.este reyno, haviendo oydo la propuesta que en nombre del rey nuestro senor, que Dios guarde, haze vuestra excelencia, presidiendo en este real y generai Parlamento, dizen a vuestra excelencia que estan tan reconocidos como obligados a la inapreciable merced de su magestad en noticialles el estado en que se halla su real patrimonio emperiado en ensalsar el nombre de Dios, defender la catholica religion, conservar la paz y quietud de sus provincias, manteniendo la guerra por mar y tierra con tan costosas armadas. Y que para el dia que vuestra excelencia fuere servido assignar esn promptos los Estamentos para manifestar su antigua e innata fidelidad en su real servicio. Sirvase vuestra excelencia poner en noticia de su magestad nuestros rendidos affectos, para que los premie sirviendose de nuestro corto caudal y vidas con la seguridad que todo lo dedicamos de nevo a sus reales pies. / Excellentissimus dominus locumtencns et capitaneus generalis et praesens in hoc c. 112 regio generali Parlamento. Regii Fisci et Patrimonii procuratores acusant primam contumatiam adversus et contra citatos qui non comparverunt ad celebrationem praesentis regii generalis Parlamenti, et supplicant quod illa admisa procedatur ad ulteriora in dicto regio generali Parlamento et cetera, omni meliori modo et cetera, iuribus eorum semper salvis et cetera. Espin de Cobacho regii Fisci et Patrimoni advocatus. Cavassa regii Fisci advocatus. Quae quidem supplicatio extitit per dictum excellentissimum dominum tradita mihi secretario infrascrito ad illam legendam; illaque recepta debita reverentia lecI Così nel testo, invece di /mem. 341 c. 112 v. taque alta et intelligibili voce, fuit facta provisio per magnificum utriusque iuris doctorem don Franciscum Pastor Regiam Cancellariam regentem in personam suae excellentiae tenoris sequentis. Ihesus oblata die quarta februarii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo octavo Calasi. Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez comes de Montellan o, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio Sacrae, Catholicae, Regiae Maiestatis, prorex et capitaneus generalis praesentís Sardiniae regni, et praeses in hoc regio generali Parlamento. Admissa prima contumatia, si et in quantum contra citatos qui non comparverunt, concedit pro prima dilatione dies sex, ac pariter prorogat Parlamentum huiusmodi et actus illius ad diem duodecimam praesentis mensis et anni si feriata non fuerit; si autem feriata, ad diem / imediate sequentem non feriatam, et providet etiam habilitando tempus prorogationis ad hoc, ut possint notninari habilitatores et fieri habilitationes personarum consuetae et aprobationes privilegiorum, mandans mihi infrascrito secretario de his praesens conficere instrumentum; praesentibus ibidem pro testibus Ioannes Baptista Ordiz, publico notatio, et Petro Francisco Lamberto, scriptore, Calari degentibus, ad praemissa vocatis et spectialiter assumptis, de quibus et cetera. Didacus Liliu Regiae Audienciae secretarius. / 159 1698 febbraio 5, Cagliari Il viceré nomina gli abilitatori di parte regia nelle persone di don Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, di don Simone Soro, decano della Reale Udienza e di don Giuseppe Fernandez de Moros e comunica la loro nomina agli Stamenti attraverso gli ambasciatori don Martino Valonga e don Giovanni Battista de la Matta che, compiuta l'ambasciata, riferiscono che ciascun Stamento comunicherà i nomi dei rispettivi abilitatori. Dopo circa mezz'ora si presentano gli ambasciatori dello Stamento ecclesiastico, don Giovanni Antonio Martinez e don Francesco Magio: questi, poiché viene fatto sedere accanto al governatore dei due capi, ritenendo lesi i diritti di precedenza dello Stamento ecclesiastico, presenta formale protesta da ritenersi ripetuta in tutte le ambasciate che seguiranno e chiede che venga allegata agli atti (all. A). Il viceré, attraverso il reggente la Reale Cancelleria, risponde che per tale questione si rimanda alle decisioni prese nel Parlamento del viceré di Monteleone a favore del governatore. Subito dopo il Martinez comunica con altra carta che lo Stamento ecclesiastico ha nominato come abilitatore l'arcivescovo di Oristano, sua prima voce (all. B). Dopo circa mezz'ora si presentano don Vincenzo Bacallar e don Francesco de Doni in qualità di ambasciatori dello Stamento militare i quali comunicano che lo Stamento ha nominato come abilitatore il marchese di Soleminis, 342 sua prima voce (all. C). Dopo circa un'ora si presentano Francesco Esgrecho e don Felice de Lffieri, in qualità di ambasciatori dello Stamento reale, i quali comunicano che è stato nominato come abilitatore don Giovanni Efisio Esquirro, giurato in capo della città di Cagliari e prima voce dello Stamento. Et adveniente die mercurii intitulata quinta praesentis mensis februarii labentis c. 113 anni millesimi sexcentesimi nonagesimi ottavi, assignada y diputada para el nombramiento de los illustrissimos habilitadores por parte de la regia Corte del illustrissimo Estamento eclesiastico, del muy illustre Estamento militar y del illustre Estamento real, su excelencia nombró por habilitadores por parte de la regia Corte los siguientes: el noble y magnifico doctor don Francisco Pastor, regente la Real Cancellaria; el noble y magnifico doctor don Simon Soro, decano en la Real Audiencia, y el noble y magnifico doctor don Joseph Fernandez de Moros. Y mandó su excelencia que con embaxada particular se dé noticia a los Estamentos de dicho nombramiento, y se les dé visura de la commissión y carta real y proposicíón de su excelencia. Y nombró para este effecto por embaxadores a los nobles y magnificos doctores don Martin Valonga y don Juan Baptista de la Matta para que diessen dicha embaxada y entregassen en poder del illustrissimo Estamento eclesiastico la comission real, la carta real y proposicion de su excelencia que mandó publicar el dia del solio; y que despues de haverios visto dicho illustrissimo Estamento ecclesiastico, los passe al muy illustre Estamento militar y a l.illustre Estamento real, a quienes dichos embaxadores dexen papel del nombramiento de dichos habilitadores regios, a saber uno en cada uno de dichos Estamentos. Y haviendo ydo dichos nobles y magnificos embaxadores regios acompariados por el secretario infrascrito, de don Antiogo Satta, alguazil mayor, y con las massas de los Concejos de Justicia y Patrimonio a dicho illustrissimo Estamento eclesiastico para el referido effecto, salieron a recevir.les un poco fuera de la puerta de la piezza en que estava congregado dicho illustrissimo Estamento en el palacio arzobispal calaritano, el noble y reverendo don Antonio Masones, canonigo de la santa iglesia de Ales, y el doctor Francisco Garrucho, archipreste de Bosa; entraron dichos nobles y magnificos embaxadores y a la salida que hizieron vinieron acompanando.los dichos reverendo canonigo y archipreste basta la puerta que da a la escalera de dicho palacio arzobispal. Y despues passaron dichos nobles y magnificos embaxadores con el mismo acompariamiento que salieron del real palacio al muy illustre Estamento militar que estava congregado en la yglesia de la Virgen de la Esperanza, a cuia puerta, por parte de adentro, salieron a recevir.les los nobles don Ignacio Asquer, don Juan Campus, / el doctor don Juan Baptista Carta, don Pedro Antiogo Zedda, c. 113 v. Diego Contena y el doctor Demetrio Emiliano del Vechio; y por medio de dicho noble y magnifico Valonga dieron dichos embaxadores la embaxada y entrega343 ron el papel del nombramiento de dichos nobles y magnificos habilitadores en manos de l.illustre don Francisco Vico marques de Soleminis, como a primera voz de dicho muy illustre Estamento militar. Y dada dicha embaxada y entregado el refferido papel se salieron dichos nobles y magnificos embaxadores, acompafiandolos los sobredichos basta la citada puerta. Y despues con el mismo acompafiamiento que del real palacio salieron dichos nobles y magnificos embaxadores, passaron a l.illustre Estamento real, y salieron a recivir.les a parte de fuera de la puerta del salon grande de esta magnifica ciudad de Caller, los nobles don Joseph Conia y Natter, sindico de la magnifica ciudad de Yglesias, y don Pablo Solar, sindico de la de Castillo Aragonéz. Y dichos embaxadores por medio de dicho noble y magnifico Valonga dieron dicha embaxada, y dexaron otro papel del dicho nombramiento de habilitadores por parte de la regia Corte en poder del doctor Juan Ephis Esquirro, cavallero, como a primera voz de dicho Estamento real. Despues se salieron dichos nobles y magnificos embaxadores, y dichos nobles de Conia y Solar los acompafiaron otra vez asta el citado lugar. Y bueltos a palacio, y a la pieza donde su excelencia da audiencia, en que se halla con los nobles, magnificos y reales ministros de Justicia y Patrimonio, dicho noble y magnifico Valonga dixo: «Excelentissimo sefior, hemos dado la embaxada que vuestra excelencia ha mandado a los tres Estamentos, y dexado los papeles del nombramiento de los habilitadores por parte de la regia Corte en cada uno de aquellos, y los papeles de la comissión real, carta real y proposición arriba referidas en poder del illustrissimo Estamento ecclesiastico, y don Juan Baptista de la Matta darà la respuesta». El qual dixo: «Excelentissimo sefior, hemos dado la embaxada y dexado los papeles que vuestra excelencia ha mandado en los tres Estamentos, y han respondido que dan gracias a vuestra excelencia de la honra que les haze con noticiar.les los habilitadores que por parte de la regia Corte vuestra excelencia se ha servido nombrar, y que con embaxada particular daran cuenta a vuestra excelencia de los habilitadores que cada uno de dichos Estamentos nombrani». Y a.cabo de media Flora, poco mas o menos, c. 114 vinieron por embaxadores de (.illustrissimo Estamento eclesiastico los nobles / y reverendos don Juan Antonio Martinez y don Francisco Magio, y salieron a recevir.les a parte de dentro de la puerta de la píezza refferida en que se halla su excelencia, los nobles y magnificos don Francisco Quesada y don Antonio Machin. Assentaron.se dichos embaxadores; a saber, dicho noble y reverendo Martinez al lado del noble y magnifico regente la Real Cancillería, y dicho Magio al lado de l.expetable governador. Y dixo dicho Magio que protestava que no entendia periudicar.se el illustrissimo Estamento eclesiastico en los derechos que le pertenezen por.la precedencia que toca al embaxador de l.illustrissimo Estamento eclesiastico, en respecto del expetable governador del estos cavos, y que le queden salvos para su tiempo y lugar, y que para no deferir.se el servicio de su magestad condeciende en que preceda dicho expetable governa344 dor. Y que de esta protesta se sirva su excelencia que el secretario Diego Liliu dé traslado autentico, incertando en sus auctos el origina] que es el papel que presenta y va con esta nota A. Y que esta protesta se entienda por repetida en.todas la embaxadas que se offrecieren en las presentes Cortes, y que dichas embaxadas todas fuessen por escrito. Y su excelencia por medio de dicho noble y magnifico regente mandó a mi, dicho infrascrito secretario, leer el papel que dicho Magio presentó. Y leydo aquel por mi dicho secretario, respondió su excelencia por medio de dicho noble y magnifico regente que en razón de la precedencia que dicho illustrissimo Estamento eclesiastico pretende, ya queda decidida en las Cortes antecedentes de 1.excellentissimo sefior duque de Monteleon, y que se.ha de estar a lo decidido que el expetable governador ha.de preceder. Despues presentó dicho Martínes otro papel que va con esta nota B, que contiene el nombramiento del habilitador nombrado por dicho illustrissimo eclesiastico en persona del muy reverendo en Christo padre arzobispo de Oristan su primera voz. Y su excelencia por medio de dicho noble y magnifico regente respondió que estimava mucho el nombramiento tan acertado que dicho illustrissimo Estamento ha hecho en su primera voz. Y despues se levantaron dichos embaxadores, y fueron acompanados por dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin basta la puerta y lugar arriba dicho. Y.a.cabo de una media hora, poco mas o menos, vinieron por embaxadores del muy illustre Estamento militar, los nobles don Viscente Bacallar y don Francisco de Doni, los quales fueron recevidos en la dicha puerta y lugar por los citados nobles y magnifícos de Quesada y Machin, y se assentaron: a saber, dicho noble Bacallar / imediato a dicho noble y magnifico regente la Real Cancillería, y dicho noble c. 114 v. de Doni imediato a dicho expetable governador, y dicho noble Bacallar dixo: «Excelentissimo serior. EI muy illustre Estamento militar ha visto y reconocido los papeles que vuestra excelencia ha sido servido =biada, y los balla todos muy cabales y da gracias a vuestra excelencia de la participacion le ha hecho del nombramiento de los habilitadores; y dicho muy illustre Estamento ha nombrado en habilitador al illustre marques de Soleminis, primera voz de dicho muy illustre Estamento». Y su excelencia respondió por medio de dicho noble y magnifico regente, que estimava mucho la acertada election que dicho muy illustre Estamento havía hecho de habilitador en el illustre marques de Soleminis, primera voz. Se levantaron dichos emabaxadores, y fueron acompanados por dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin basta la puerta y lugar refferidos. Y despues a cabo de una bora, poco mas o menos, vinieron por embaxadores de ].illustre Estamento real Francisco Esgrecho, cavallero, y don Felis de Liperi, a los quales recivieron dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin en la puerta y lugar ja dichos. Y se assentaron: a saber, dicho Esgrecho al lado del noble y magnifico regente, y dicho noble de Liperi al lado de dicho expetable governador, y dixo dicho Esgrecho: «Excelentissimo setior. El illustre 345 Estamento real ha reconocido la comission real, carta real y preposicion que vuestra excelencia ha sido servido embiar.le, y los halla todos muy cabales, y los restituie en poder de vuestra excelencia, y da a vuestra excelencia las devidas gracias de haver.le participado el nombramiento de habilitadores por parte de la regia Corte, que vuestra excelencia ha sido servido hacer en unos subjetos tan cavales, y.el dicho illustre Estamento real nombra por habilitador al doctor en derechos Juan Ephis Esquirro, cavallero y jurado en cabo de esta dicha magnifica ciudad de Caller, primera voz. Y su excelencia respondió por medio de dicho noble y magnifico regente la Real Cancilleria, que estimava mucho la acertada electión que dicho illustre Estamento ha hecho de habilitador en.su primera voz. Levantaron.se dichos embaxadores, y saliendo.se fueron acompanados por dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin, hasta la puerta y lugar arriba dichos. / Allegato A. Protesta dello Stamento ecclesiastico. c. 115 A El illustrissimo Estamento eclesiastico para que no se diffiera del servigio de su magestad, por la precedengia que a su enbajador le pertenege en respecto al expetable governador de estos cabos, condessiendo en que preveda dicho expetable governador, protestando expressamente que no entiende perjudicarse en los derechos que le conpeten, los quales le queden salvos para su tiempo y lugar, y d.esta protesta se servira vuestra excelencia que el secretario Diego Lilliu de traslado authentico, incertando en sus auctos el original y que esta protesta se entienda por repetida en todas las enbajadas que se offrecieren en las presentes Cortes. Alexius Ferreli illustrissimi Stamenti eclesiastici secretarius. / Allegato B. Nomina dell'arcivescovo di Oristano ad abilitatore dello Stamento ecclesiastico. c. 115 v. B El illustrissimo Estamento eclesiastico ha nombrado por su parte habilitador al illustrissimo seiior arzobispo de Oristan, primera voz de dicho illustrissimo Estamento. Alexius Ferreli illustrissimi Stamenti eclesiastici secretarius. / Allegato C. Nomina del marchese di Soleminis ad abilitatore dello Stamento militare. c. 117 El muy illustre Estamento militar ha nombrado en habilitador al illustre marques de Soleminis, primera voz de dicho muy illustre Estamento. 346 Ephisius Atzory et Cavaro illustrissimi Estamenti militaris secretarius./ 1698 febbraio 5, Cagliari 160 Il viceré ordina che gli abilitatori prestino giuramento il 13 del corrente mese ed il giorno seguente si riuniscano per dar corso alle abilitazioni; affinché si proceda nel modo più rapido possibile, stabilisce che si possano utilizzare anche i giorni festivi ad eccezione dei giorni dei santi Matteo e Giuseppe, dell' Annunziata, della domenica delle Palme, della Settimana Santa e della Pasqua. El excelentíssimo sefior presidente de las Cortes ha mandado senalar el dia del c. 118 jueves treze de este mes, para que los habilitadores juren en la iglesia mayor despues de los officios por la mariana, y el dia siguiente imediato para que se junten a effecto de hazer las habilitaciones; y para que se pueda hazer con brevedad habilita todos los dias feriados excepto los dias de San Mathias, San Joseph, Nuestra Seiiora de la Annunciada, Domingo de Ramos y Semana Santa, y los dias de Pasqua de Resurrectión. Y manda que el noble don Antiogo Sana, alguazil mayor de esta ciudad, lo notifique a los tres Estamentos, y dé relación de haver.lo executado. (E1 aucto de este juramento se halla en el processo de las habilitaciones. Liliu secretarius.) 1698 febbraio 5, Cagliari 161 Don Antioco Satta, alguazile maggiore della città, dichiara di aver notificato il precedente ordine alle prime voci degli Stamenti. Die quinta februarii 1698, Calari. Haze relación don Antiogo Satta alguazil mayor / de esta ciudad, haver notificado la restroscripta orden a los tres Estamentos, y de c. 118 v. haver dexado un tanto en manos de las primeras vozes de cada huno de aquelles. Presentes a dicha relación Juan Baptista Ordiz y Diometrio Brazo Cavada notarios, de quibus. Juan Baptista Ordiz nottario Demetrio Brazo Cavada so testimoni Didacus Liliu Regiae Audienciae secretarius./ 1-1698 febbraio 11, Cagliari] 162 Filiberto Espin de Cobacho, avvocato fiscale e patrimoniale, e Giorgio Cavassa, avvocato del regio fisco, dichiarano la seconda contumacia contro 347 coloro che non si sono presentati al Parlamento. c. 119 Excellentissimus dominus locumtenens et capitaneus generalis, et praesens' in hoc regio generali Parlamento. Regii Fisci et Patrimonii procuratores acusant secundam contumatiam adversus et contra citatos qui non comparverunt ad celebrationem praesentis regii generalis Parlamenti, et suplicant quod illa admisa procedatur ad ulteriora in dicto generali Parlamento et cetera, omni meliori modo et cetera, iuribus eorum semper salvis et cetera. Altissimus et cetera. Espin de Cobacho Regii Fisci et Patrimoni advocatus. Cavassa Regii Fisci advocatus. 1698 febbraio 11, Cagliari (Cattedrale) 163 Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré, ammette la seconda contumacia e concede una dilazione di cinque giorni senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento . Ihesus oblata die undecima mensis februarii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo octavo Calari. Constitutus personaliter nobilis et magnificus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens, in ecdesia primatiali metropolitana calaritana, et ante theatrum regii generalis Parlamenti in personam suae excellentiae fecit provisionem sequentem. Excellentissimus dominus don losephus de Soliz, Valdarabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano et antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio Sacrae Catholicae Regiae Maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis c. 119 v. praesentis Sardiniae / regni, et praeses in hoc regiio generali Parlamento, et in eius personam dictus nobilis et magnificus don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens. Admissa secunda contumatia si et in quantum contra citatos qui non comparverunt in dicto regio generali Parlamento concedit pro sedunda2 dilatione dies quinque sine praeiuditio habilitationum in dicto et praesenti regio generali Parlamento faciendorum. Mandans mihi secretario infrascripto de his praesens conficere instrumentum, praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Ordiz, publico notano, et Saturnino Bisoto et Lecca, etiam notarlo, Calari degentibus. Didacus Liliu secretarius. / Così nel testo, invece di praeses. nel testo, invece di seconda. 2 Così 348 1698 febbraio 13, Cagliari (Cattedrale) Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 25 febbraio, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento . 164 Et adveniente die iovis, intitulata decima tertia mensis februarii anno a nativitate c. 120 Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo ottavo, constitutus personaliter admodum magnificus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens, in ecclesia primatiali calaritana ante theatrum, ubi solitum est Parlamenturn celebrare, nomine et pro.parte suae excellentiae fecit prorogationem sequentem: «Excellentissimjs dominus don Iosef de Solís, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enrriques, comes de Montellano, antelatus de lucatan et cetera, prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni et praeses in hoc regio generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorrogat Parlamentuin huiusmodi et omnes actus illius ad diem vigesimam quintam currentis mensis februarii labentis anni si feriata non fuerit; si autem feriata, ad diem immediate sequentem non feriatam, et providet habilitando etiam tempus prorogationis, ad hoc ut possint accusari coeterae contumatiae contra citatos qui non comparverunt, et omnia alia addictas contumatias spectantia fieri et similiter, ut possint fieri habilitationes personarum consuetae et aprobationes privilegiorum regiorum». Mandans mihi secretario infrascripto de his omnibus, praesens conficere instrumentum, praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Pilo et Joanne Baptista Ordis, puhlicis notariis istius civitatis, in appendicis Lapolae et Villae Novae respective domiciliatis. Didacus Liliu Regiae Audienciae secretarius. / [1698 febbraio 17, Cagliari] Filiberto Espin de Cobacho, avvocato fiscale e patrimoniale, e Giorgio Cavassa, avvocato fiscale, dichiarano la terza contumacia contro coloro che non si sono presentati al Parlamento. 165 Excellentissimus dominus locumtenens et capitaneus generalis et cetera, et prae- c. 121 sens' in hoc regio generali Parlamento et cetera, regii Fisci et Patrimonii procuratores acusant tertiam contumatiam ad versus et contra citatos qui non comparverunt ad celebrationem praesentis regii generalis Parlamenti, et suplicant quod, ílla admisa, procedatur ad ulteriora in dicto regio generali Parlamento et cetera, omni meliori modo et cetera, iuribus eorum semper salvis et cetera. ' Così nel testo, invece di praeses. 349 Altissimus et cetera. Espin de Cobacho Regii Fisci et Patrimoni advocatus. Cavassa Regii Fisci advocatus. 1698 febbraio 17, Cagliari 166 Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré ammette la terza contumacia e concede una dilazione di otto giorni, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. c. 121 v. Ihesus oblata die decima septima mensis februarii labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, Calari. Constitutus personaliter nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens, in ecclesia primatiali calaritana, et ante theatrum regii generalis Parlamenti in ditta ecclesia constructum, in personam suae excellentiae fecit provisionem sequentem. Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardigniae regni, et praeses in hoc regio generali Parlamento et in eius personam dictus nobilis et magnificus Regiam Cancellariam regens providet quod admissa tertia contumacia si et in quantum contra citatos qui non' / comparverunt in dicto regio generali Parlamento, concedit eis pro tenia dilatione dies octo sine praeiudicio habilitationum in dicto praesenti regio generali Parlamento faciendarum. Mandans mihi, secretario infrascripto, de his omnibus praesens conficere instrumentum. Praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Ordiz et Ioannes Baptista Pilo publicis notariis, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 167 1698 febbraio 25, Cagliari Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 27 febbraio, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. c. 122 Et adveniente die martis intitulata vigesima quinta mensis februarii currentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, constitutus personaliter nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancellariam regens, in ecclesia primatiali calaritana, ante theatrum ubi solitum est Il termine non è ripetuto nella c. 121 v. 350 Parlamentum generale celebrare, nomine et pro.parte suae excellentiae fecit prorrogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Solís, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enrriques comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, prorrex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni et praeses in hoc regio generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorrogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem iovis intitulatam vigesimam septimam praesentis mensis februarii labentis anni si feriata non fuerit; si autem feriata, ad diem immediate sequentem non feriatam, sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum». Mandans mihi secretario infrascripto de hís omnibus praesens conficere instrumentum, praesentibus ibbidem pro testibus Ioanne Baptista Ordis, publico notarlo, et Dominico Cabula, notarlo, in suburbiis Stampacis et Leapolae respective domiciliatis, de quibus et cetera. Didacus Liliu Regiae Audienciae secretarius./ 168 1698 febbraio 27, Cagliari Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 5 marzo senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. Et adveniente die iovis, intitulata vigesima septima mensis februarii currentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, constitutus personaliter nobilis et c. 122 magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor, regiam Cancellariam regens, in ecclesia primatiali calaritana, ante theatrum ubi solitum est Parlamentum generale celebrare, nomine et pro parte suae excellentiae fecit prorrogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni et praeses in hoc regio generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illíus ad diem mercurii intitulatam quintam mensis martii primi venturi labentis anni, si feriata non fuerit; si autem feriata, ad diem immediate sequentem non feriatam, sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum». Mandans mihi secretario infrascrito de his omnibus praesens conficere instrumentum, praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Busu et Dominico Cabula, notariis in hac Calaris civitate domiciliatis, de quibus et cetera. Didacus Liliu Regiae Audienciae secretarius./ 351 1698 marzo 5, Cagliari Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 10 marzo senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. 169 c. 124 Et adveniente die mercurii intitulata quinta mensis martii currentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, constitutus personaliter nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor, regiam Cancellariam regens, in ecclesia primatiali calaritana, ante theatrum ubi solitum est Parlamentum generale celebrare, nomine et pro parte suae excellentiae fecit prorrogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez comes de Montellano, anteEatus de Iucatan et cetera, prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni et praeses in hoc regio generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem lunae intitulatam decimam mensis martii praedicti, volventis anni, si feriata non fuerit; si autem feriata, ad diem immediate sequentem non feriatam sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum». Mandans mihi secretario infrascrito de his omnibus praesens conficere instrumentum, praesentibus ibidem pro testibus Lucifero Usai, publico notarlo, et Dominico Cabula, notarlo, in suburbio Stampacis domiciliatis, de quibus et cetera. Didacus Liliu regiae Audienciae secretarius. / 1698 marzo 10, Cagliari Il viceré nomina come trattatori per la regia corte: don Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, don Tommaso de Litala, governatore del Capo di Cagliari e di Gallura, don Simone Soro, decano della Reale Udienza, e don Francesco Rogger, procuratore reale. Nomina inoltre come provisores de greuges: don Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, don Gaspare Berruesso Carnicer, maestro razionale, don Martino Valonga, uditore della sala civile della Reale Udienza, don Emanuele de Litala, reggente la Generale Tesoreria, don Gaspare Valerio Alciator, uditore della sala civile della Reale Udienza, e don Giovanni Battista de la Matta, uditore della sala criminale della Reale Udienza. Invia poi due ambasciatori presso gli Stamenti, riuniti nelle loro rispettive sedi, per comunicare le avvenute nomine e per chiedere copia della lista degli abilitati al voto. Lo Stamento ecclesiastico, per mezzo dei suoi ambasciatori, riferisce di aver nominato i trattatori e i provisores de greuges (all. A). Lo Stamento reale, per mezzo dei suoi ambasciatori, presenta un quesito (all. B). Il viceré risponde di attenersi a quanto stabilito nei Parlamenti precedenti e sollecita la nomina dei trattatori e degli esaminatori dei gravami. 170 352 Lo Stamento insiste però nella richiesta, chiedendo che vengano ascoltati i suoi avvocati; il viceré ribadisce ancora, per mezzo del reggente la Reale Cancelleria, che si osservi quanto disposto in materia nell' ultimo Parlamento senza alcuna novità. Lo Stamento militare, per mezzo dei suoi ambasciatori, comunica di aver nominato i trattatori e i provisores de greuges (all. C). Segue la nomina dei trattatori e degli esaminatori dei gravami (all. D). Il viceré, congratulandosi per le avvenute nomine, scioglie la giunta, aggiorna il Parlamento al giorno successivo e convoca per la stessa data gli esaminatori dei gravami perché prestino giuramento nella chiesa primaziale cagliaritana. En la ciudad y real castillo de Caller el lunes que se contava diez dias del mes de c. 125 marzo del ano mi11 seizientos nobenta y ocho, hallando.se el excelentissimo seiior tonde de Montellano virrei y capitan generai de este reyno, y presidente del generai Parlamento en un apposento del real palacio con los nobles y magnificos ministros de Justicia y Patrimonio contenidos y expressados en las Juntas antecedentes, y sentados con el orden que en ellas se refiere. Y los tres Estamentos eclesiastico, militar y real juntos y congregados en los lugares acostumbrados, su excelencia nombró por tractadores por parte de la regia Corte para.la celebracion del Parlamento generai al noble y magnifico doctor don Francisco Pastor, regente la Real Cancelleria; al expetable don Thomas de Litala, governador de los cabos de Caller y Galura; al noble y magnifico doctor don Simon Soro, decano de la Real Audiencia; y al noble y magnifico don Francisco Rogger, procurador real; y por provisores de greujes a dicho regente la real Cancelleria, al noble y magnifico don Gaspar Berruesso y Carnizer, maestro racional; al noble y magnifico don Martin Valonga, oidor de la Real Audiencia en lo civil; al noble y magnifico don Manuel de Litala, regente la General Thesoreria; al noble y magnifico don Gaspar Valerio Alciator, oidor civil de la Real Audiencia, y al noble y magnifico don Juan Baptista de la Matta, oidor criminal de la Real Audiencia. Y mandò que por medio de los nobles y magnificos don Gaspar Valerio y don Gaspar Berruesso, a los quales nombró por embaxadores, y del infrascrito secretario se puziesse en noticia de los tres Estamentos el dicho nombramiento, y se les diesse copia de la lista de los habilitados para votar en cada uno de ellos. Y assi lo executaron, dando la embaxada y respuesta de los dichos Estamentos en la forma acostumbrada; y el dicho secretario fee de haver.les entregado la dicha copia de la lista de los habilitados. Y la respuesta de los dichos Estamentos fue que responderian con.embaxada. Immediatamente el illustrissimo Estamento eclesiastico respondio por medio de don Juan Antonio Martinez, archipreste del Cavildo de Sacer, y don Juan Maria Garrucho, archipreste del Cavildo de Ampurias, sus embaxadores, que fueron recividos en la forma acostumbrada diziendo que havia nombrado por tractadores 353 y provisores de greujes a los contenidos en un papel que presentaron, y va scialado con la letra A. Despues se atravezó la duda contenida en el papel serialado con la letra B; de la qual dio noticia a su excelencia el illustre Estamento real por c. 125 v. medio del secretario Francisco Esgrechio y don Felis de Liperi Zonza / sus embaxadores que fueron recividos y tractados como se acostumbra, y su excelencia respondio por medio de los suyos, que fueron los nobles y magnificos don Juan Baptista de la Matta, y don Antonio Machin, que se observasse Io acostumbrado en las Cortes antecedentes sin periuhicio de los derechos de las partes y se hiziesse con brevedad el nombramiento de los dichos officios. Y el dicho Estamento real incistio en la duda por medio de los referidos embaxadores, y supplico:5 que se diesse audiencia a los abogados, y su excelencia mandó mediante el noble y magnifico regente la Real Cancelleria, que se hiziesse lo que se hizo en el ultimo Parlamento sin novedad alguna. Y despues el muy illustre Estamento militar, por medio de don Joseph Carta y Marti, y don Ignacio Asquer, y d illustre Estamento real, por medio de los dichos Francisco Esgrecho y don Felis de Liperi Zonza, sus embaxadores, que fueron recividos en la forma acostumbrada, respondieron a su excelencia uno en post de otro. Esto es, que el muy illustre Estamento militar havia nombrado por tractadores y provisores de greujes a los contenidos en el papel que presentaron sefialado con la letra C. Y el illustre Estamento real havia nombrado por tractadores y provisores de greujes a los contenidos en el papel que presentaron scialado con la letra D. Y su excelencia respondio por medio de dicho regente la real Cancelleria que estimava mucho la acertada election que havian hecho, y disolvió la junta y prorogó el Parlamento generai y todos sus actos para el dia siguiente, computado onze del presente mes de marzo, mandando a don Antiogo Satta, alguacil mayor, que lo puziesse en noticia de las primeras vozes y de dichos Estamentos, y diesse aviso a todos los provisores de greujes para que acudiessen dicho dia onze a las quatro horas de la tarde a la santa iglesia primacial calaritana para prestar el juramento acostumbrado, el qual dió relación al infrascritQ secretario que lo havia puesto en noticia de las primeras vozes y havia avisado a todos los provisores de greujes en la forma que su excelencia havia mandado, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 170/1 Allegato A. Lo Stamento ecclesiastico nomina come trattatori: Giuseppe Acorrà Figo, arcivescovo di Oristano, Francesco Masones Nin, vescovo di Ales, Giovanni Antonio Martines, arciprete di Sassari, e Francesco Magio, decano di Alghero,- come esaminatori dei gravami: Giovanni Maria Garrucho, arciprete di Ampurias, don Gavino de Aquena, sindaco del Capitolo di Cagliari, don Antonio Masones, sindaco del Capitolo di Ales, e Francesco Garrucho, arciprete di Bosa e sindaco dello stesso Capitolo. 354 El illustrissimo Estamento eclesiastico ha nombrado por tractadores por su parte a los illustrissimos arzobispo de Oristan, don Joseph de Acorrà y Figo, y obispo de Ales, don Francisco Masones y Nín, a los nobles y mui reverendos doctores don Juan Antonio Martines, archipreste de Sasser, y don Francisco Maggio, dean de Alguer. Y por provisores de greugies a los mui reverendos doctores Juan Maria Garrucho, archipreste de Ampurias, a don Gavino de Aquena, sindico del illustre Cabildo calaritano, don Antonio Masones, sindico del illustre Cabildo de Ales, y al doctor Francisco Garrucho archipreste de Bosa y sindico del illustre Cabildo de dicha ciudad. Nicolaus Charella notarius pro Alexio Ferrely illustrissimi Stamenti eclesiastici secretario./ c. 135 170/2 Allegato B. Lo Stamento reale presenta un quesito circa il diritto al voto del sindaco di Cagliari• si chiede se il sindaco abbia diritto di voto; in caso affermativo, se lo si debba considerare unico insieme a quello del giurato in capo di Cagliari o separatamente contando quindi due voti. Excelentissimo sefior El illustre Estamento real estando para votar el nombramiento de los officios de tratadores y provisores de greuges ha tenido la duda en dos puntos: el uno en si el sindico de la ciudad de Caller tiene voto, o no. Y el otro en si, caso pudiesse votar, si su voto con el del jurado en cabo de Caller se deve regular por un voto, o por dos. Y para que pueda ver los exemplares y razones de las partes, suplica a vuestra excelencia mande prorogar algunos dias esta session. / c. 136 170/3 Allegato C. Lo Stamento militare nomina come trattatori: il marchese di Soleminis, don Vincenzo Bacallar Sanna, il conte di Villamar, don Francesco Pilo Boyl, il barone di Putifigari; come esaminatori dei gravami: don Giuseppe Carta, don Lorenzo Santjust, don Giacomo Manca e don Giovanni Battista Bologna. El muy illustre Estamento militar ha nombrado en tratadores al illustre marques de Soleminis, a don Vicente Bacallar y Sanna, al egregio tonde de Villamar, y a don Francisco Pilo Boyll baron de Putifigari. Y en provisores de greuges ha nombrado a don Joseph Carta, a don Lorenso Santjust, a don Jayme Manca y a don Juan Baptista Bologna. Ephisius Atzori et Cavaro illustrissimi Estamenti militaris secretarius. / 355 c. 137 170/4 Allegato D. Lo Stamento reale nomina come trattatori: il dottor Giovanni Efisio Esquirro, giurato in capo della città di Cagliari e prima voce, Francesco Esgrecho, sindaco di Cagliari, Felice de Liperi, sindaco di .Sassari, Francesco de l'Arca, sindaco di Alghero; come esaminatori dei gravami: don Felice Salaris, sindaco di Oristano, don Paolo Solar, sindaco di Castellaragonese, don Giuseppe Corda, sindaco di Iglesias, e don Francesco Passino, sindaco di Bosa. c. 138 Nomina de los tractadores nombrados por el illustre Estamento real. El magnifico doctor Joan Efis Esquirro, jurado en cabo y primera boz El magnifico Francisco Esgrecho, sindico de la illustre iudad de Caller El noble y magnifico don Felis de Liperi, sindico de la illustre Oudad de Sasser El noble y magnifico don Francisco de 1.Arca, sindico de la illustre tiudad de Alguer Para jueses de greuges El noble y magnifico don Felis Salaris, sindico de la illustre ciudad de Oristan El noble y magnifico don Pablo Solar, sindico de la illustre ciudad de Castillo Aragonés El noble y magnifico don Joseph Conia, sindico de la illustre iudad de Iglesias El noble y magnifico don Francisco Passino, sindico de la illustre siudad de Bosa Anthiocus del Vechio secretarius illustris Stamenti regalis. / 356 3. La presentazione dei "greuges" 171 1698 marzo 11, Cagliari (Cattedrale) Don Giovanni Maria Garrucho, arciprete di Ampurias, davanti al Parlamento riunito nella cattedrale di Cagliari, presenta una supplica firmata dagli avvocati dei tre Stamenti con la quale si chiede al viceré di rispettare e confermare le prerogative degli esaminatori dei gravami affinché siano messi in condizione di esercitare il loro ufficio e di giudicare, entro i termini stabiliti, sui ricorsi che verranno loro presentati, senza alcuna interferenza da parte degli avvocati e dei procuratori fiscali. Il viceré accoglie le richieste degli Stamenti e invita al giuramento, ordinando nel contempo che della petizione si faccia atto di corte. Dopo il giuramento del viceré, la cerimonia viene interrotta dall'intervento del "licenziato" Sebastiano Zedda che, a nome di don Lorenzo Paderi, canonico della chiesa di Arborea e sindaco del Capitolo di Oristano, contesta l'elezione di don Antonio Masones a esaminatore dei gravami e lo invita a non giurare sotto pena di nullità (all. A). In risposta al memoriale presentato, il viceré dispone che si prosegua nella celebrazione del Parlamento senza pregiudizio dei diritti delle parti. Segue il giuramento dei ministri regi e quello di tutti glí esaminatore dei gravami. Il viceré proroga quindi il Parlamento al giorno 18 marzo. Diego Lilliu annota in calce al verbale che il 18 marzo è giorno festivo per la consacrazione della chiesa di Sant'Antioco martire e il giorno 19 per la festività di San Giuseppe. Et adveniente die martin, intitulata undecima mensis martii labentis anni millesimi c. 139 sexcentesimi nonagesimi octavi; hora vero quinta cum uno quadranti post meridiem, continuando ad praedictum regium generale Parlamentum, constitutus personaliter excellentissimus dominus don Iosephus de Solís, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enrriques, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Consilio Sacrae Catholicae Regiae maiestatis, eius prorrex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in dicto regio et generali Parlamento in ecclesia metropolitana prímatiali calaritana, simul cum nobilibus et magnificis regiis officialibus convocatisque ibbidem nominatis iudicibus per tria Stamenta accessit ante altare noviter erectum Sanctissimae Virginis Mariae Conceptionis, sedenteque sua excellentia in sua cathedra posita ante dictum altare cum suo sitiali; assistentibus et sedentibus in subsellio ad manum dexteram suae 357 excellentiae nobilibus et magnificis iuris utriusque doctore don Francisco Pastor, Regiam Cancellariam regente; don Simone Soro, don Georgio Cavazza, don Iosepho Fernandez de Moros, don Martino Valonga, don Gaspare Valerio Alciator, don Ioanne Baptista de la Matta, don Martino Vila et don Francisco Quesada, milite ordinis de Montesa; et in alio subselio ad sinistram dictae suae excellentiae nobilibus et magnificis regiis ministris patrimonialibus, spettabili don Thoma de Litala et Dexart, gubernatore capitum Calaris et Galurae; don Francisco Rogger, regio procuratore; don Gaspare Berruesso et Carnizer, magistro rationali; don Emanuele de Litala, Generalem Thesaurariam regente; don Pheliberto Espin de Cobacho, advocato fiscali patrimoniali, et don Antonio Machin, assessore ditti Regii Patrimonii, me secretario infrascrito stante ad dexteram dictae suae excellentiae, sedentibusque in aliis subselliis nominatis iudicibus illustrissimi Stamenti ecclesiastici scilícet: reverendo doctore don Ioanne Maria Garrucho, archipresbitero ampurien', don Gavino de Atquena, sindico venerabilis Capituli calaritani; don Antonio Masones, sindico venerabilis Capituli alen2, et doctore Francisco Garrucho, archipresbitero bosanen3, et sindico venerabilis Capituli sanctae ecclesiae eiusdem ad sinistram dictae suae excellentiae in alio c. 139 v. subselio nominatis a multu / illustri Stamento militari, nempe don Iosepho Carta de Marti, don Laurentio Santjust, don lacobo Manca et doctore don Ioanne Baptista Bolofia, et in alio subselio in eadem parte sinistra nominatis ab illustris Stamento regali; hoc est don Felice Salaris, sindico magnificae civitatis Oristaneí; don Paulo Solar, sindico magnificae civitatis Castri Aragonensis; don Iosepho Conia, sindico magnificae civitatis Ecclesien4. et don Francisco Passino, sindico magnificae civitatis Bosae; et habito silentio, omnibus elevatis detectis capitibus, illis quibus decet honore et reverentia, praedictus doctor et archipresbiter don Ioannes Maria Garrucho detulit et praesentavit suae excellentiae quandam scripturam in papirii foliis scriptam, quae illi ex parte trium Stamentorum tradita fuit ex illorum advocatis firmata, quam suae excellentiae trai secretario infrascripto tradidit ad eam legendam, sicuti alta et intelligibili voce coram omnibus legi, cuius quidem tenore est qui sequitur: / c.140 «Excellentissim setior virrey, llochtinent y capita generai, president en lo real y genera] Parlament. Havent vostra excellencia y los tres Estaments del present Regne fet electio en los 10 del corrent5 mes y ain de provisors de greugies, axi per part de la regia Cort com y tambe dels matexos Estaments, per a que entengan y asistescan en.la expedigio dels greuges eo discentiments que se poden ocurrir atenent al servissi de Così nel testo, invece di ampuriense. Così nel testo, invece di alensis. 3 Così nel testo, invece di bosanense. 4 Così nel testo, invece di ecclesiensis. 5 Nel testo corret. 2 358 ambas magestats, bona administragio de justicia, descarrich dels ministres reals, beneffissi y util dels renicols y desagravis dels que pretenen ser agraviats, fonch vostra excellencia servit aceptar la nomenagio de dits provisors, y en esta conformitat suplican dits tres Estaments se servesca vostra excellencia dar.lis pie y bastant poder per examinar y judicar tots y qualsevol greugies posadors per qualsevol Estament, giutat o subjectes que pretendran trobar.se perjudicats, conferent.lis per aquest effecte tot lo poder necessari en lo modo y forma continguda en los dits capitols. Primo. Que los dits provisors de greugies, que son a.saberes los nomenats per la regia Cort: lo illustre don Francisco Pastor, regent la Real Cancilleria; lo noble y magnifích don Gaspar Barruesso y Carnicer, mestre racional; lo noble y magnifich doctor don Martin Valonga y lo noble y magnifich don Manuel de Litala, regent la Real Tesoreria. Los del illustrissim y reverendissim Estament eclesiastich, lo molt reverent doctor don Juan Maria Garrucho, archipreste de Ampurias; lo noble y reverent doctor don Gavi de Aquena, sindich del illustre Capitol calaritano; lo noble y reverent don Antonio Masons, sindich del illustre Capitol de Ales, y lo reverent doctor Francisco Garrucho archipreste de Bosa y sindich del illustre Capitol de dita ciutat. Los del molt illustre Estament militar, los nobles don Joseph Carta, don Llorens Santjust, don Jaime Manca y don Juan Baptista Bolofia. Y los de 1.illustre Estament real, lo noble y magnifich don Feliz Salaris, sindich de la ciutat de Oristan, lo noble y magnifich don Pau Solar, sindich de la ciutat de Castelli Aragones; lo noble y magnifích don Joseph Corrila, sindich de la ciutat de Iglesias y lo noble y magnifich don Francisco Passino, sindich de la ciutat de Bosa hatgian y degan de observar y jurar los dits infrascrits capitols. / Secundo. Que los dits provisors de greugies, o la major part de aqueills ab pacte expresso que en la dita magior part hi hatgia hu de part de la regia Cort y altre de cada.hu de dits tres Estaments, pugan y degan conexer, determinar, definir y executar en temps concordant la magior part dels que seran juntats, en.la forma sobredíta, provehint simplement y de pia, sola facti veritate inspecta, tots e qualsevol greugies fets per la magestad catholica del rey nostre seflor, o qualsevol antecesor dels jnvictissims monarcas de gloriosa memoria de sos governadors de Espafia, o qualsevol altres que per sa magestad hatgian governat, y per lur excellentissims seliors virreys, veus de aqueills portants, y per qualsevol ministres ordinaris reals o delegats, tant de Justicia com del Real Patrimoni, o per qualsevol Estaments, universitats y particulars del present regne de erderia fins lo terme que sera asignat ad aqueills, los quals provisors y examinadors, o la magior part de eills en temps concordant fassian y hatgian de.fer y administrar sobre dits greugies, medis, indultes, incidente, dependents y emergents als proposats justigia prompta, dant.lis comissio, facultat y poder tant ampie y bastant com menester sera per tota seguretat y satisfagio dels que ad aqueills recorreran, servant.lis les constitucions generals, capitols de Cort y demés lleys del present Regne, y tots y sengles privilegis. 359 c. 140 v. Prometent sa excellencia de part de sa magestad y per son supremo y preheminent offissi per pacte expecial, mediant jurarnent, que esta comissio y poder no revocati, impedirà, ni contravenir permetú de qualsevol ministre, ni de altra via, modo ni manera en acte algu o fet que mire lo poder, comissio, decisio, determinacio o execussio de las declaracions y delliberacions dels dits provisors de greugies, ans be ad aqueills sia vostra excellencia tingut y obligat en virtud del predit expecial pacte, y solemne jurament; fent.lis donar tot auxili y favor que hauran menester y se pochi per la expedicio y cumplida decisio dels greugies y satisfagio de la administragio de la justicia del que recorreran, y en son lloch y temps sera administrada per aqueills, o magior part de eills en la forma sobredita. Tercio. Que per seguretat y mes breve expedigio de la justicia dels interesats, se sirviti vostra excellencia ordenar y manar que si dits provisors dins quatre mesus apres que seti presentada la comissio y potestat predicta, no hatgian ab effecte' / c. 141 determinat y per justicia a deguda execussio reduhit los greugies encontinent dins deu dies passats los dits quatre mesus se degan de enserrar en lo convent del glorios Sant Francesch dels reverents pares Observants, en los quals estigian per espai de tres mesus, y si dins de aquest termins tambe no los hauran determinats, y ab effecte executats ab tots los dependents y emergente de aqueills, encontinent fins altrus deu dies, en tal cas se hatgian de enserrar en lo convent de Bonayre, ab seguretat de penes mediant sacrament y homenajes per dit jutgies prestadors en la forma acostumada, pena que una hora al demaiti y altra hora al vespre cascun die no.ferial ab suma vigilancia, solicitut y cuidado conforme la disposigio de dret y justicia, raho, equitat, capitols de Cort, usos y costums tinguts y observats, hatgian y degan de conexer, terminar, definir y ab effecte executar tots y sengles greugies dins lo mes breu temps y espai que porran sumariament y de pia, tota passio postposada. Del qual lloch y convent de Bonayre los dit jutgies de greugies no pugan hixir sens incurriment de ditas penas y rompiment de sacrament y homanagies per eills ni per vostra excellencia en ninguna manera, ni per qualsevol color y pretexto, sino es per verdadera y urgent necessitat pergonalment coneguda de sim don Joseph de Acorra y Figo, archibisbe de Oristan, lo illustre don Francisco Vicco, marques de Soleminis e del magnifich doctor Juan Effis Esquirro, conceller en cap, primeras veus respective de dits Estaments, o de llur sucessors en dita representagio fins tant sian los dits greugies definits, y en deguda execussio posats, entenent.se y tenint.se ex nunch pro tunch dada y conferida la dita piena authoritat, poder y comissio, als que per vostra excellencia y Estaments respective se nomenaran per provisors de greugies, en cas de ausencia o de qualsevol altre impediment dels nomenats ab totes y sengles clausules necessaries y opportunes; y sempre y quant per algun asident de peste, lo que Deu no vulla, o per altra causa se venen precisats a coneguda de ditas primeras veus hixir del lloch ahont seran E termine effecte è ripetuto nella c. 141. 360 enserrats, y mudar altru lloch resten de la matexa manera reclusos en aqueill, ab las circunstancias y calitats sobremencionadas. Quarto. Que per la magior expedigio dels greugies que se podian offerir.se' / servesca vostra excellencia de provehir y manar que.los dits provisors quant mes presto sera posible degan de resoldre, determinar, degidir y executar aqueills, tant los comuns com los particulars, tota dilanio y escusa cessant, ab la sumarietat corresponent a la sola veritat del fet, sens que en lo conoximent, examen, decisio y execussio de greugies ugan ni degan intervenir algu dels nobles y magnifichs advocats y procuradors fiscals, si ja per los dits provisors o examinadors o magior part de aqueills no.fossen cridats o requestos, y en aquest cas degan prestar sacrament y homenagie que en qualsevol hora seran requerits hauran de intervenir, y no allegaran, deduhiran, posaran ni produhiran cauthelosament nec alias cosa alguna, raho o escriptura que puga dilatar, impedir ni pertur[bar] la expedicio de la justicia. Y finalment se sirvira vostra excellencia ordenar y manar al illustre y magnifich regent la Real Cancilleria y als nobles y magnifichs de Justicia y Patrimony presten sacrament y homenagie sots pena de dos mil florins de oro, aplicadors la tercera pan als pobres del ospitai del glorios Sant Antoni abat de la present giutat, la altra als agraviats, y [la altra al jutgie o Cort que fara la execussió que, encontinent lis seran transmeses lletras, provisions y sentencias de dits provisors de greugies, o de la magior part de ellus, los degan observar, expedir y executar, sens diguna dilacio, obstacle ni impediment. Prestant lo matex jurament los secretarys, escrivants y demes percones que lo han acostumat prestar en semblants actes, manant a estos que sots la pena de mil florins de oro de Arago, ut supra aplicadors, y privaci° de.11ur offissis sian tinguts de entregar y dar totes y sengles coppies de provisions, determinacions y sentencias fahedoras per dits provisors de greugies, sens estipendi ni salari algu, posant en total execucio tot lo que lis sera' ordenat per dits provisors; y lo matex degan obrar los demes ministres y officials reals que seran requirits, et haec et cetera, officium et cetera, salvis et cetera. Altissímus. Don loannes Bauptista Galcerin y Fortesa Stamenti militaris advocatus. Alfonsus del Vechio Stamenti eclesiastici advocatus. Doctor Thomas Pinna regalis Stamenti advocatus». / Et illico dictus nobilis et magníficus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancilleriam regens, in persona suae excellentiae fecit responsionem, quae etiam fuit per me lecta alta et intelligibili voce tenoris sequentis: «El excelentissimo setior don Josef de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron y Enriquez, conde de Montellano, adelantado de Jucatan, virrei, lugartiniente, y capitan general en este presente reyno de Cerdea, y presidente en.estas reales y generales Cortes se contenta condescender a las cosas suplicadas en la dicha supliIl riflessivo se è ripetuto nella c. 141 v. 361 c. 141 v. c. 142 cacion, y de presente da el poder que se pide a los provisores de greuges nombrados, y manda su excelencia se passe adelante en recebir y prestar los juramentos, mandando juntamente que de la presente peticion y de todas y qualesquiera cosas en ella contenidas de la presente provision, juramento y todo Io en el contendo se haga aucto de Corte». (juramento de su excelencia) c. 142 v. Y.a este tiempo salio el lizenciado Sebastian Zedda y presentó memorial en nombre de procurador del reverendo canonigo don Lorenzo Padery, y protestó que el reverendo canonigo don Antonio Masones no iurasse el oficio de provisor de greuges, vajo decreto de nullidad. Y su excelencia por medio de dicho noble y magnifico regente hizo el decreto que va al pie de dicho memorial. Et sic peractis praedicta continuando, volens sua excellentia per eum superius promissa adimplere et observare iuxta contenta in ditta supplicatíone iuravit ad dominum Deum, et eius quatuor sancta Evangelia fuit manibus tacta, genibus flexis supra librum missale in suo sitiali appertum tenere, observare ac oxiquifacere per omnes officiales praesentis regni ad quos spectet et praesitit sacramentum et homagium manibus et ore commendatum in posse spectabilis don Thomae de Litala et Dexart, gubernatoris Capitum Calaris et Gallurae, cuius vigore etiam promisit observare provisiones et sententias provisorum gravaminum iuxta earum tenoris, et eas debitae executioni deducere et deduci iubere, prout continetur, virtute responsionis factae supplicationi praedictae pro parte dictorum Stamentorum oblatae et, ut melius et efficatius adimpleantur, mandavit sua / excellentia primo omnibus regiis ministris supramemoratis et infrascriptis, et deinde provisoribus gravaminum, quatenus iuramenta infrascripta praestent. (Juramento de los ministros regios) Et incontinenti dictus nobilis et magnificus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor, Regiam Cancilleriam regens, et coeteri omnes nobiles et magnifici regii ministri hic praesentes, nempe dictus spectabilis don Thomas de Litala et Dexart, miles alcantarensis, Capitum Calaris et Gallurae gubernator, don Simon Soro, don Franciscus Rogger regius procurator; don Georgius Cavazza, don Gaspar Berruesso et Carnizer, miles ordinis Sancti Iacobi, magister rationalis; don Iosephus Ferna.ndez de Moros, don Emanuel de Litala, Generalem Thesaurariam regens; don Martinus Valonga, don Philibertus Espin de Cobacho Regii Patrimonii advocatus; don Gaspar Valerius Alciator, don Antonius Machin assessor Regii Patrimonii, don Ioannes Baptista de la Matta, don Martinus Vila et don Franciscus Quesada, miles ordinis Sanctae Mariae de Montesa, iurarunt ad dominum Deum et eius sancta quatuor Evangelia, genibus flexís, supra librum missale 362 appertum in dicto altari. Et postquam iurarunt praestiterunt, servato ordine suprascripto, sacramentum et homagium in posse excellentissimi domini commitis de Montellano, proregis et capitanei generalis et praesidis in dicto regio et generali Parlamento, manibus et ore commendatum, quorum iuramenti et homagii religione promiserunt attendere, exequi et adimplere contenta in dicta supplicatione prout ad officium unius cuiusque pertinet et spectat. Quae omnia et singula sua excellentia iussit in praesenti processu regii generalis Parlamenti continuari et describi et de his omnibus publicum hoc praesens conficere instrumentum. Praesentibus ibidem pro testibus loanne Thoma Carboni Regiae Audíentiae Criminalis secretario, et Lucifero Usay publico notario et aliis in multitudine copiosa existentibus. (Juratorio de los provisores de greuges) Quibus sic actis, et non divertendo se ad alios actus / sed eos continuando praefa- c. 143 tus nobilis et magnificus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor Regiam Cancilleriam regens, et antedicti nobiles et magnifici regii ministri et provisores gravaminum nominati, pro domini nostro rege, ac etiam nominati pro parte trium Stamentorum in dicta supplicatione expressi, suscipientes in se onus et officium provisorum gravaminum ad quod electi et deputati fuerunt, iurarunt ad dominum Deum, et eius sancta quatuor Evangelia, suis manibus corporaliter tacta supra librum missale appertum appositum in dicto altari, et similiter praestiterunt sacramentum et homagium unus quisque post eius iuramentum in manibus et posse dicti excellentissimi domini proregis et praesidis, quorum iuramenti et homagii vigore promiserunt dicti provisores gravaminum bene et legaliter se habituros in exercicio provisorum gravaminum iuxta [de]tenta et expressa in iam dicta supplicatione pro parte dictorum trium Stamentorum oblata die et hora presenti et omnia facere et tenere et compiere, ad quae similes provisores gravaminum de iure tenentur, et astricti sunt, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. Et pariter dicta die et hora, ego supradictus Didacus Liliu, secretarius praefatus, praestiti iuramentum supra dictum missale et sacramentum et homagium in posse dicti excellentissimi domini proregis et praesidis, et promisi omnia adimplere quae ad dictum officium meum spectabunt pro exequutione contentorum in suppradicta supplicatione. Praesentibus pro testibus supradictis secretario Ioanne Thoma Carboni et Lucifero Usay, de quibus omnibus, ut praemitur, gestis et sequutis, sua excellentia mandavit mihi dicto infrascripto secretario praesens conficere instrumentum. Didacus Liliu secretarius. 363 Et his peractis dictus nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus / c. 143 v. Pastor, Regiam Cancilleriam regens, in persona suae excellentiae fecit provisionem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Jucatan et cetera, de Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in regio et generali Parlamento, prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem martis intitulatam decimam octavam praesentis mensis martii labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi si feríata non fuerit; si autem feriata, ad diem ímediate sequentem non feriatam, sine praeiudicio habilitationum militum faciendanun». Mandans mihi secretario infrascripto de his praesens instrumentum conficere. Praesentibus ibidem pro testibus supranominatis secretario Ioanne Thoma Carboni et Lucifero Usai et aliis in multitudine copiosa, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. El dia diez y ocho de marco de 1698 fue feriado en honor de la consegración de la iglesia del glorioso San Antiogo martir sulcitano, y el dia diez y nueve del dicho mes de marco fue feriado en honor del glorioso patriarca San Joseph. Didacus Liliu secretarius. / 171/1 Allegato A. Il «licenziato» Sebastiano Zedda, a nome di don Lorenzo Paderi, sindaco del Capitolo di Oristano, contesta l'elezione di don Antonio Masones a esaminatore dei gravami. c. 144 c. 144 v. El doctor y canonigo don Lorenco Paderi, canonigo de la santa iglesia de Arborea, y sindico del illustre Cavildo de Oristan, da poder al illustre Sebastian Zedda para que por parte del dicho noble Paderi inste al secretario de la real Audiencia, o a.qualquier otro notano que continue aucto, de que por parte de dicho noble sindico se protesta que por mas jure en provisor de gregues el noble Antonio Masones, sindico del illustre Cavildo de Ales, no entiende pararle perjuisio alguno a.dicho noble Paderi, sindico del illustre Cavildo arboreni, en los derechoc le com / piten segun los tiene representados a su excelencia, y puesto.en su noticia en.orden de.ser el dicho noble Paderi el verdadero elegido en provisor de greuges, y que inste se continue con todas las clausulas que de derecho se requieren, y porque conste se le de copia de.dicho protesto. Caller y marzo 10 de 1698. El doctor don Lorenco Paderi Così nel testo, invece di arborense. 364 Que lo oya su excelencia, y que sin perjuhicio del derecho de las parte se passe adelante en la prestacion de juramento y homenajes. Provisa per suam excellentiam ex deliberatione sumpta in regio generali Parlamento, die undecima martii 1698 in primaciali ecclesia calaritana. Didacus Liliu secretarius. / Y al tiempo que estava para levantar.se el dicho reverendo canonigo don Antonio c. 145 Masones, sindico del Cavildo de Ales, para yr a jurar en el libro misal el officio de provisor de greujes y prestar los homenajes acostumbrados, insto y protestó otra vez el dicho venerable Zedda que dicho reverendo Masones no iurasse bajo protesto de nullidad, y que no le parasse perjuhicio a su principal. Liliu secretarius. / 1721 1698 marzo 11, Cagliari Il viceré invita tutti coloro che ritengono di essere stati danneggiati dai provvedimenti del sovrano o dei suoi ministri, a presentarsi davanti agli esaminatori dei gravami, entro trenta giorni dalla pubblicazione del presente bando, direttamente o attraverso i loro procuratori, con tutta la documentazione comprovante il torto subito. c. 146 Lo rey de Castella, de Aragó y Cerdeiia et cetera. Ara ogiats que os notifica, mana y fa a saber lo excellentissim sefior don Joseph de Solís, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron y Enriquez, conde de Montellano, adelantat de Jucatan et cetera, del Conceill de sa magestat, son virrei, llochtinent y capita generai en lo present regne de Sardena, y president en lo real y generai Parlament, a tot huome generalment de qualsevol grau, nacio, conditio, o Estament sia de com havent sa excellencia per comissio special de sa magestat, que Deu guarde, mediant las reals lletras convocat y congregat per al dit real generai Parlament als reiíicols del present regne, y se celebra aqueill ab los tres Estaments, y entre altres coses y actes ja fets en dit real generai Parlament, son estats nomenats, elegits y deputats provisors de greuges, y ad aqueills per sa excellencia se lis es estada dada y atribuida la potestat necesaria y acostumada, per.a.que pugan attendre y dar fi y conclusio a la examinacio de dits greuges per a total conclusio del present real generai Parlament. Per tant sa excellencia notifica y fa a saber a tots los de ditas condicions que pretendran esser estats agraviats, axi Esemplari dello stesso pregone insieme alle notifiche dei banditori si trovano alle cc. 148148 v., 150-150 v., 152-152 v., 154-154 v., 156-156 v., 158-158 v. 365 en generai com en particular, per la sacra catholica real magestat del rey nostre senyor, o per sos ministres, que dins termini de trenta dies, del die de la publicassio de les presents en avant contadors, comparegan per si o per sos llegitims procuradors be instruhits y ab suficient potestat ab tots y sengles actes, processus, documents y emuniments a llur pretesas faherits per a.proposar y deduhir de dits agravis devant sa excellencia en la present ciutat de Caller, o devant dits provisors de greuges perque se.lis puga fer justicia. Certificant que passat dit ter[mini] lo c. 146 v. qual pre[cisament] y peremptori eo per totes dilacions se lis concedex, asigna y prefigex, se procehira segons lo solit y acostumat, et alias, e si e segons se trobara esser de justicia fahedor a fi y effecte que lo present real generai Parlament, y condussio de aqueill tinga prompte expedissio, manant sa excellencia que la present crida sia publicada per tots los llochs publichs solits y acostumats no sols de la present ciutat y sos appendicis, pero ancara de les demes altres ciutats del present regne. Dattum en Caller als 11 del mes de mar; de 1698. El tonde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. Didacus Liliu secretarius pro Gabella. Registrata et cetera. Liliu secretarius. Pregon del real y generai Parlamento./ 1698 marzo 23, Cagliari 173 Alberto Ledda, banditore pubblico della città, certifica di aver reso pubblico il pregone viceregio, nei consueti luoghi della città e delle appendici. c. 147 Certifique y fas fe de veritat jo Albert Ledda, corredor publich y jurat de les Corts desta present ciutat, de com vui die present tino publicat lo retro escrit prego, eo per tots los llochs publichs y acostumats del present Castell de Caller y sos appendicis a.so de tronpeta, y ab alta e inteligible veti segons sa seria y tenor, en fe de lo qual fas la present fe y certificatoria fermada de ma mia propria. Caller y mars de 23 de 1698. Albert Ledda corredor publich./ 1698 marzo 17, Iglesias 174 Nicola Cadello, notaio pubblico, certifica che Antioco Maria Raspela, banditore pubblico, ha notificato il pregone viceregio nei consueti luoghi della città. 366 Die 17 martii 1698, Ecclesiis et cetera. Certifique y fas fé de veritat yo notari y c.149 escriva infrascrit de com Antiogo Maria Raspela, corredor publich de la present ciutat de Iglesias, me te dat relassio haver en virtut de son offici y manament del de' magnifich Francisco Gambula, conceller segon, regent de Capitania y alcait de la dita ciutat, haver publicat a so de trompeta y tambor y en alta e intelegible veu per tots los llochs publichs usats y acostumats de esta dita ciutat la retro escripta crida de sa excellencia y president en lo generai y real Parlament, que en nom de sa magestad, que Deu guarde, esta celebrant en lo present regne, de cuya relassio per no saber dit corredor escriure e inceguint manament de dit magnifich conceller segon, ne fas y ferme la present fé y certificatoria et cetera. Nicolas Cadello notarius publicus et scriba pro Salazar./ 175 1698 marzo 15, Oristano Antonino Trogu, notaio, certifica che Nicola Deidda, banditore pubblico, ha notificato il pregone viceregio nei consueti luoghi della città. A 15 de mars 1698 Oristan. Fa relassio mestre Nígola de Idda, corredor publich y c. 151 jurat de les Corts d.esta present ciutat de Oristan, en poder meu, nottari y escriva infrascrit d.esta Curia del Real Veguerio de la present ciutat de Oristan, haver publicat a.so de trompetta y a.veu alta, inteligible per tots los llochs publichs y acostumats d.esta dita y present ciutat y sos burgos, y a.so de tampor lo present prego de.sa excellencia de la primera linea fins la ultima, y perque conste ne fa y terna la present rellassio, y se continua lo present acte, de quibus et cetera. Presents per testimonis a dita publicassio mestre Juan Maria Sini, sabater, mestre Gimillanu Saba, sirurgia y mestre, Julian Mura Cenjelarja d.esta ciutat y burgo respective presents trohats. Antoninus Trogu nottarius et scriba. / 176 1698 marzo 17, Sassari Antonio Sanna, notaio, certifica che don Francesco Figo, commissario generale della cavalleria del Capo di Sassari e Logudoro, regio veghiere e giudice ordinario della città di Sassari, ricevuto il pregone viceregio, lo ha fatto pubblicare da Proto Manunta, banditore pubblico, nei consueti luoghi della città. Die 17 mensis martii 1698, Sasseri. Haviendo reebido el noble y magnifico don c. 153 Francisco Figo, comissario generai de la cavalleria de estos Cabos, veguer real y Così nel testo. 367 juez ordinario d.esta magnifica giudad de Sacer, el retroscripto pregon de su excelencia y en virtud de lo que le ordena con su carta missiva de los 11 del corriente, hà mandado a los ministros de la Curia de dicho real Viguerio para.que se effectue lo que su excelencia ordena y manda, de lo que yo infrascrito notario hago fe et cetera. Juan Antonio Sanna notario. Dicho dia Sasser Haze relagion a mí dicho nottario infrascrito Proto Manunta, corredor y pregonero publico, haver publicado hoy dia presente el retroscripto pregon de dicha su excelencia en todos los lugares publicos y ascostumbrados d.esta dicha giudad a toque de trompeta y atabales, leyendo aquesto Juan Baingio Comida d.esta dicha ciudad en voz alta y pregonera segun que assi lo relata, y de elio doy fe et cetera. Idem Sanna notario. / 1698 marzo 18, Castellaragonese 177 Simone Fadda, notaio pubblico, certifica che Gavino Solinas, banditore della Regia Podesteria, ha notificato il pregone viceregio nei consueti luoghi della città. c. 155 A los dies y ocho dias del mes de marzo 1698, Castillo Aragones. El detras escripto pregon dessu Excelencia ha sido publicado por todos los lugares publicos y acostumados de esta ciudad, a.vos alta y enteligible y a.son de trompeta mediante Gavinio Solinas pregonero publico de la Curia de la Real Potestaria d.esta dicha ciudad, leydo el dicho pregon por el notario y escrivano de dicho curia infrascrito, de lo qual doi testimonio et cetera. Simon Fadda publico notario y escrivano. / 1698 marzo 20, Bosa 178 Giuseppe Liperi, notaio e segretario, certifica che Stefano Arru e Angelo Galleri, banditori pubblici, hanno notificato il pregane viceregio nei consueti luoghi della città. c. 157 Die 20 mensis martii 1698, Bosae et cetera. La present y retro scrita crida de sa excellencia y president lo real y generai Parlament es estada llegida y publicada per lo infrascrit notari y secretari, mediant Esteve Arru, mísso trompeter, y Angel Galleri, atabaler, cascú respective ab son instrument en tots los llochs publichs y acostumats de esta ciutat a veu alta e intelligible, notificant a tots generalment lo tenor de dita crida, y ai 6 tinch effectuat en conformitat de la orde que me ha dat lo noble y magnifich veguer real de esta ciu368 tat, de lo que fas fe et cetera. Iosephus Liperi notarius et secretarius./ 179 1698 aprile 8, Alghero Antonio Salaris, notaio pubblico, certifica che Gerolamo Murro, banditore pubblico, ha notificato il pregone viceregio nei consueti luoghi della città. Die octava mensis aprilis 1698, Alguerii et cetera. Fa relassió Geroni Murro, nunti y trompeta publica de esta haver publicat lo retro script pregó de 1.excellentissim senyor virrei y capità generai en.tot lo present regne de Cerderia; y lleguit aquell per Juan Caria, sustitut de procurador del Real Fisch, ab alta e intelligible veu en tots los llochs publichs y acostomats de esta Qiutat, de quibus et cetera. Itta est. Antonius Salaris publicus nottarius. / 369 c. 159 4. L'offerta del donativo 1698 marzo 18, Cagliari 180 Il viceré, riunitosi in giunta con i ministri di giustizia e del patrimonio, ordina che abbia luogo la seduta dei trattatoti, sia di parte regia che nominati dai tre Stamenti. Raccoltisi essi nella sala appositamente destinata, secondo il cerimoniale dell'ultimo Parlamento celebrato dal viceré Monteleone, Giovanni Battista Galcerin Fortesa, avvocato dello Stamento militare, presenta, a nome degli Stamenti, alcune suppliche. Datane lettura, don Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in qualità di presidente della giunta dei trattatori, illustra la richiesta avanzata dal viceré di un donativo ventennale, sottolineandone gli indubbi vantaggi tra cui la riduzione delle spese per la gestione del Parlamento, equivalente ad una annualità del donativo, la diminuzione dei disagi per i parlamentari, costretti per tutta la durata dei lavori a lasciare le loro case e i loro affari, un minor numero di controversie relative alla nomina dei sindaci e di altri ufficiali ed una maggiore regolarità nella emanazione delle leggi. Ascoltata la richiesta viceregia e, dopo aver discusso a lungo, i trattatori regi rispondono che cercheranno di soddisfarla; quindi í trattatori degli Stamenti riferiscono che concederanno un donativo adeguato alle loro possibilità economiche. Il viceré, riunito in giunta con i ministri di giustizia e del patrimonio, udita la relazione del reggente la Reale Cancelleria, si dichiara compiaciuto per la disponibilità mostrata dai trattatori e promette, a sua volta, di tener conto delle loro richieste. c. 160 En la ciudad y real Castillo de Caller a 18 de marzo del ano 1698, a las cinco horas de la tarde, dia habilitado en caso que sea necessario por el excelentissimo senor conde de Montellano, virrei y capitan general y presidente del general Parlamento. Constituido personalmente el dicho senor presidente en un apposento del real palacio donde suele tener las Juntas con los nobles y magnifícos reales ministros de Justicia y Patrimonio, que son todos los nombrados en las Juntas antecedentes, mandó que se íuntassen los tractadores nombrados por dicho senor presidente, por parte de la regia Corte, y los nombrados por los tres Estamentos por parte del reyno, los quales con effecto se iuntaron en otro apposento destinalo para tener la Junta de tractadores, y se sentaron en la misma forma y con el mismo orden que tubieron los tractadores regíos y los de los Estamentos en las ultimar Cortes, celebradas por el excelentissimo senor duque de Monte Leon. Y estando assi sentados 370 entró el dottor don Juan Baptista Galcerin y Forteza abogado del muy illustre Estamento militar, y presentó unos papeles de supplicas hechas por los dichos tres Estamentos; y el noble y magnifico don Francisco Pastor, regente la Real Cancelleria, que presidia en dicha Junta y tenia el mexor lugar y la campanilla, como el primero de los tractadores regios, mandó al secretario infrascrito que las leyesse; y havíendolas leydo, propuzo que.el senor presidente dezeava que el reyno hiziesse un aventajado servicio por tiempo de veynte atios, y esperava que se havia de conseguir en.las juntas de los tres Estamentos con el fomento y auctoridad de sus tractadores, conciderando que dezde las primeras Cortes asta las ultimas nunca havia dexado de servir ni de augmentar el servicio, y en estas concurrian los sucessores de aquellos que siempre lo votaron con mayor obligacion por las mercedes recividas, y por ser su voto de inclinacion natural adiustada a la ley escrita en sus corazones, que no necessitava de aquellos recuerdos, aunque honrados, sin que la pobreza del'/ reyno pudiera ser bastante causa para derogar.la, porque siempre e. 160 v. havia sido pobre y nunca havia dexado de servir, y repartida la cantidad del servicio por los fuegos, lo que a cada uno tocava era una minima porcion de seis o siete reales en cada un ano. Y a esta computacion arimethica se reducia la geometrica, que dava a los fuegos partes desiguales por la diversidad de las haziendas, demas que nunca podria llegar a empobrecer.se mas por servir el donatibo para mantener al reyno en paz y en justicia. Y lo que su magestad recivia con una mano para dicho effecto se lo bolvia con otra con e] augmento de muchas meNedes y en alargar el tiempo a veinte atios se conciderava grande utilidad, porque escusaria la confussion del gran numero de leies y el gasto de un Parlamento que importaria como suele toda la cantidad del donatibo de un ano y las incomodidades de congregar.se el reyno, y dexar los moradores sus casas y haziendas y las dissenciones que suelen ofrecer.se sobre el nombramiento de sindico y otros officiales. Y haviendo oydo esta proposicion y las supplicas referidas, se discurrio largamente sobre todo, y los tractadores regios dixeron que por su parte ayudarian a que el.senor presidente de las Cortes attendiesse al reyno, decretando las supplicas a mayor combeniencia suya en todo lo possible. Y los tractadores de los Estamentos dixeron que por su parte tambien ayudarian a que el reyno sirviesse con la mayor cantidad que pudiesse, concideradas sus fuerzas. Y.por no tener facultad como tractadores para votar el servicio en la Junta de los Estamentos, se applicarian con gran cuidado a que se votasse y concluiesse. Y el dicho noble y magnifico regente passó al otro apposento, donde estava el senor presidente con los dichos nobles y magnificos ministros de Justicia y Patrimonio, y le dió noticia de todo lo que se havia tractado en la Junta. Y su excelencia le mandò que bolviesse a ella, y le dixesse que estimava mucho la manifestación del animo que tenían de fomentar el real servicio, y que en los decretos de las Il termine del è ripetuto nella c. 160 v. 371 c. 161 supplicas procurarla quanto fuesse possible favorecer al reyno attendiendo a lo mucho que merecia y que disolvía ambas Juntasi / de ministros y de tractadores. Didacus Liliu secretarius. / 1698 marzo 20, Cagliari 181 Il viceré, riunitosi con i ministri di giustizia e del patrimonio, ad eccezione di don Giorgio Cavassa e di don Filiberto Espin de Cobacho impegnati in altri affari, li informa che i sindaci dello Stamento ecclesiastico e dello Stamento militare hanno presentato due gravami, il primo su istanza del canonico don Lorenzo Paderi, sindaco del capitolo di Oristano, il secondo su istanza del procuratore delle cause del marchesato di Villasor. Vengono quindi inviati ambasciatori regi presso i tre Stamenti per conoscere le motivazioni dei ricorsi. Alle ore 19,30 gli ambasciatori ecclesiastici don Francesco Magio, decano della chiesa di Alghero, e Giovanni Battista Serra Mereu, arcidiacono e priore di quella di Iglesias, consegnano il testo del greuge che viene letto dal segretario Diego Lilliu (all. A). Poco dopo giungono gli ambasciatori dello Stamento militare, don Antonio Francesco Genovés e don Michele Cugia, che consegnano, a loro volta, la documentazione relativa al loro ricorso che viene ugualmente letto B). Alle ore 20,30 il viceré dichiara sciolta la seduta e proroga il Parlamento al giorno seguente, 21 marzo. c. 162 En la ciudad y real Castillo de Caller a veinte dias del mes de marzo del ano mil seizientos y nobenta y ocho, a las quatro horas y media de la tarde, dia senalado para la celebracion del Parlamento generai, hallando.se el excelentissimo sefior tonde de Montellano, virrei y capitan generai de este reyno, y presidente de las Cortes en un apposento del real palacio con los nobles y magnificos ministros de Justicia y Patrimonio contenidos y expressados en las Juntas antecedentes, excepto el noble y magnifico don Jorje Cavaza y el noble y magnifico don Pheliberto Espin de Cobacho, que no pudieron assistir por legitimo impedimento; y estando juntos los Estamentos, cada uno en el lugar acostumbrado, su excelencia participó a dichos reales ministros que el sindico de illustrissimo Estamento eclesiastico y el sindico del muy illustre Estamento militar le havían dado noticia que en dicho Estamento eclesiastico se havía puesto un greuje por el reverendo dottor y canonigo don Lorenso Antonio Paderi, sindico del venerable Cavildo de la santa metropolitana iglesia de Oristan, y otro greuje en dicho Estamento militar por el procurador de las causas del Marquesado de Villasor. Y su excelencia nombró por embaxadores a los nobles y magnificos don Juan Baptista de la Matta y don Gaspar Berruesso y i Il termine juntas è ripetuto nella c. 161. 372 Camizer, para que fuessen a dichos Estamentos y les dixessen que su excelencia dezeava saber las causas y motibos de dichos greujes. Y haviendo dado la embaxada en la forma acostumbrada, dicho noble y magnifico Camizer dixo que la havian dado, y daria la respuesta el dicho noble y magnifico de la Matta, el qual dixo: «Excelentissimo serior, los dos Estamentos eclesiastico y militar dizen que las causas y motibos porque se han propuesto dichos greujes los haran saber a vuestra excelencia con embaxada». Y a las siete y media de la tarde de dicho dia viníeron por embaxadores de dicho Estamento eclesiastico don Francisco Magio, dean de la santa yglesia de Alguer, y Juan Baptista Serra Mereu, archidiano y prior de la santa yglesia de Yglesias. Y haviendo.les dado el recivimiento y assiento acostumbrado, dicho don Francisco Magio dixo: «Excelentissimo serior, el illustrissimo Estamento eclesiastico remite a vuestra excelencia la peticion originai, con la producta presentada por don Lorenso Antonio Paderi sindico del venerable Cavildo, en que vani / c. 162 v. expressadas las causas del greuje». Y su excelencia respondio por medio del noble y magnifico regente don Francisco Pastor, que venia los papeles y.de.lo que resolvenia daria noticia a dicho Estamento eclesiastico con embaxada. Y haviendo.se ydo con el acompafiamiento acostumbrado, su excelencia me mando leer dicha petición, y demas papeles que venian con ella, que van senalados con la letra A. De alli a.media bora vinieron por embaxadores de dicho Estamento militar don Antonio Francisco Ginovez y don Miguel Cutgia, y haviendo.se recivido y sentado en la forma acostumbrada dixo dicho Ginovez: «Excelentissimo sefior, el muy illustre Estamento militar remite a vuestra excelencia la petición del greuje propuesto por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor con su poder, en que van expressadas las causas de dicho greuje». Y su excelencia respondio por medio de dicho noble y magnifico regente que venia los papeles, y responderia con embaxada. Y haviendo.se ydo acompafiados en la forma acostumbrada, su excelencia me mandó leer dichos papeles que van senalados con la letra B. Y a las ocho y media de la noche su excelencia mandó dissolver la Junta y prorogar el Parlamento y todos sus auctos para el dia siguiente; y dicho noble y magnifico regente hizo la provision que se sigue: «Excellentissimus dominus don Ioseph de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de lucatan et cetera, de Concilio Sacrae Catholicae Regiae Maiestatis, illius locumtenens et capitaneus generalis in praesenti regno, et praeses Parlamenti generalis, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorogat Parlamentum et omnes actus illius ad diem veneris intitulatam vigesimam primam praesentis mensis martii, et ad horam tertiam post meridiem sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum». Mandans mihi secretario infrascrito de his praesens conficere instrumentum, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / I 11 verbo van è ripetuto nella c. 162 v. 373 [1698 marzo 11, Cagliari] 181/1 Allegato A. Copia autentica del notaio Nicola Ciarella del ricorso presentato da don Lorenzo Paderi, sindaco del capitolo di Oristano; in esso il canonico fa presente come, nel corso delle votazioni avvenute il 10 marzo per eleggere gli esaminatori dei gravami dello Stamento ecclesiastico, egli abbia riportato sette voti, mentre al canonico don Antonio Masones, sindaco del capitolo di Ales, andarono sette voti di cui quattro però da ritenersi non validi — secondo quanto dichiarato recentemente dalla Reale Udienza in un caso simile — perché dati da persone a lui legate da stretti vincoli di parentela. Tuttavia anche nel caso in cui i voti riportati dai due li ponessero in condizione di assoluta parità, la precedenza spetterebbe al reverendo arborense perché, come sindaco del Capitolo di Oristano, vanta una più lunga tradizione nella carica di provisores de greuges, rispetto a quello del capitolo di Ales. Il Paderi aggiunge di aver protestato contro i risultati di questa elezione chiedendo che non venisse ufficializzata; lo Stamento invece, non considerando le ragioni della sua opposizione, ha convalidato l'elezione del Masones comunicandola al viceré. Don Lorenzo Paderi chiede quindi che si ponga rimedio al danno da lui subito e che, pendente il suo dissentirnent, si sospendano i lavori del Parlamento. El illustrissimo Estamento eclesiastico remite a 'vuestra excelencia la petkión originai con la producta que ha presentado el noble y muy reverendo doctor canonigo don Lorenzo Paderi sindico del illustre Cabildo de Oristan, en que van expressadas las causas del dissintimiento que aquel a propuesto en este illustrissimo Estamento eclesiastico. Nicolay Charella notarius pro Alexio Ferrely illustrissimi Stamenti eclestiastici secretario. / c. 164 Ihesus, Maria, Ioseph Excelentissimo senor virrei, lugartiniente y capitan generai, y presidente en este real y generai Parlamento. El doctor don Lorenzo Antonio Paderi canonigo de la santa iglesia metropolitana ar[borensel y sindico del illustre Cavildo de aquella en este real Parlamento, dize que [...] el illustrissimo Estamento eclesiastico en el dia 10 el co{rriente] y presente ano [...] provisores de greuges, tuvo el exponente siete votos neutrales. Y no obstante que el muy reverendo canonigo don Antonio Massones, sindico del illustre Cavildo de Ales tuvo siete votos, se componen estos de tres votos que llevava el illustrissimo setior obispo de Ales, tio carnal del dicho muy reverendo don Antonio, que son el proprio del dicho illustrissimo sei-10r obispo [...] don Efis Masones otro tio de dicho don Antonio, y el del muy reverendo abad Juan Baptista Rachis; y también concurrió el voto del muy reverendo doctor y canonigo don Gavino de Aquena, como a procurador del muy reverendo doctor y canonigo c. 163 374 don Ignacio Masones, vicario generai sede vacante d.este arzobispado de Caller, hermano carnal del dicho muy reverendo canonigo don Antonio, los quales quatros votos no pudian ser ... a favor del dicho muy reverendo canonigo don Antonio, ni los dichos reverendissimo senor obispo y muy reverendo doctor y canonigo don Gavino de Aquena en los referidos nombres pudieron votar a favor del dicho muy reverendo don Antonio siendo el dicho reverendissimo senor obispo tan estrecho consaguineo de aquél, y e1 dicho muy reverendo canonigo don Gavino de Aquena por la razon de haver v[ota]do en nombre de su principal el dicho muy reverendo doctor, canonigo y veguerio generai sede vacante don Ignacio Massones, hermano del dicho muy reverendo don Antonio, y assi estos quatro votos no se pueden computar en el numero de los votos abiles, antes bien deven excomputarse y no tenerse consideración alguna de ellos, segun assi lo ha declarado esta real Audiencia en dias passados sobre la elecion del sindico de la ciudad de Castillo Aragones / que pide e. 164 v. el muy reverendo exponente se tenga presente en este caso. Y aunque se pretendiera por abil el voto que dicho illustrissimo senor obispo dio en nombre del dicho muy reverendo abad Juan Bapitsta Rachis, por no ser aquel consanguineo del dicho muy reverendo don Antonio, aun en este caso estarian con el muy reverendo exponente en votos iguales, y deve ser preferido el dicho muy reverendo exponente como sindico del illustre Cavildo mas pre...lente al illustre Cavildo de Ales, y mas favoreciendole al dicho muy [reverendo] exponente la possession y costumbre demas continuados Parlamentos, en que los sindicos del dicho illustre Cabildo [metropolitano] arboren' ha sido nombrado en dicho officio de provisores de greuges, que solo se ha podido pervertirla el proprio interez y negociacion d.estos [restantes] consanguineos del dicho muy reverendo canonigo don Antonio. hecho en el acto de dicho nombramiento de pro[visores] de [greuges] de la regu[lacion de] los votos; protestó el dicho muy reverendo exponente que el era el verdadero elegido, y que no se embiara la embajada del dicho nombramiento a favor del dicho muy reverendo don Antonio, sin la concomitancia de la protesta del muy reverendo exponente y de la pretencion que tenia de ser el verdadero elegido. Y aunque dicho illustrissimo Estamento se resolvio que se embiara la embaxada a vuestra excelencia y a.los demas muy illustres Estamentos, participando la elecion de los que havian tenido mas votos, sin participacion de la protesta, aun en esto ha h[avido] inteligencia, passando.se a dar la embaxada de la elecion a favor del dicho muy reverendo don Antonio, contra lo que se resolvio en dicho illustrissimo Estamento, segun de todo lo referido pareze por la copia autentica ... continuacion de los votos, protesta del muy reverendo exponente y demas actos que passaron que se presentan en.esta peticion. ' Così nel testo, invece di arborense. 375 c. 165 c. 166 Y haviendo el muy reverendo exponente participado a vuestra excelencia el referido hecho, y la pretencion que tenia de ser verdadero elegido en dicho officio de provisor de greuges, havíendo sabido que el dicho muy reverendo don Antonio queria jurar y prestar los homenages acostumbrados, y que vuestra excelencia no queria suspenderlo en virtud de la embajada del dicho illustrissimo Estamento eclesiastico, en que se dio por assertada la elecion del dicho muy / reverendo don Antonio, non correspondiendo dicha ambaxada con lo resuelto en e[stel illustrissimo Estamento, passó el dicho muy reverendo exponente a protestar nuevamente en el acto de dicho juratorio, y vuestra excelencía fue servido admítir al dicho muy reverendo don Antonio, sin perjuhizio empero del derecho desta parte, segun pareze por la copia autentica de dicha protesta que assi bien presenta. Y porque del tenor de este hecho que resulta de los auctos presentados, es claro el derecho que assiste al dicho muy reverendo exponente en el referido nombre, para ser el verdadero elegido en dicho officio de provisor de greuges, y preferido al dicho muy reverendo don Antonio, aunque en caso de igualdad de votos abiles por las razones dichas. Y por consiguiente, es conozido el agravio que se ha hecho al dicho muy reverendo exponente en admitirse al dicho muy reverendo don Antonio a la prestacion del juramento y homenages, siendo todos los actos hechos por dicho muy reverendo don Antonio nullos y de ningun valor a vista de dichas protestas. Por tanto y por reparo d.este conozido agravio que.se.ha hecho al dicho muy reverendo exponente en el referido nombre, propone en el mexor modo que de derecho le es permitido discentimento de la pretendida elecion por dicho muy reverendo don Antonio, y del juramento y homenages que nullamente ha prestarlo en virtud de dicha pretendida elecion, y suplica se sirva vuestra excelencia con intervencion de los examinadores y juezes de greuges declarar que procede este discentimento, y que el verdadero elegido en dicho officio es el muy reverendo exponente en dicho nombre, da[ndo]se por nullos todos los actos hechos por dicho muy reverendo don Antonio, y que pendiente este discentimiento se sospenda en el progresso d.estas Cortes asta que se.haya declarado aquel, protestando de nullidad in secus ag[en]dis, dandose razon a los demas illustrissimos Estamentos en la forma acostumbrada para tener extendido este discentimiento et haec et cetera, officium et cetera, protestans et cetera. Altissimus. Doctor Sisinio Píras. / Nombramiento de provisores hecho en el illustrissimo Estamento eclesiastico. E primo el illustrissimo sefior don Joseph de Acorra y Figo arzobispo de Oristan, presidente en este illustrissimo Estamento ecclesiastico, tanto por su parte como de procurador de los illustrissimos sefiores inquisidores como abades de San Miguel de Plano, nombra por provisores de greugies al mui reverendo don Juan 376 Marfa Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de Ampurias, procurador de illustrissimo y reverendissimo sefior obispo ampurienl, y sindico de l.illustre Cabildo de Castillo Aragones; al noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de l.illustre Cabildo calaritano y procurador del noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Ignassio Masones y Manca, vicario generai sede vacante en todo el arzobispado de Caller; al noble y mui reverendo dotor don Lorenso Paderi, canonigo de la santa iglesia catredal de Oristan y sindico de 1.illustre Cabildo de dicha ciudad; y al mui reverendo dotor don Francisco Garrucho, archipreste de la santa iglesia catredal de la ciudad de Bosa y sindico de l.illustre Cabildo de aquella. El illustrissimo sefior don Francisco Masones y Nin obispo de Ales, procurador de l.abad de San Nicolas don Efis Masones, su hermano, y del mui reverendo abad y canonigo calaritano Juan Baptista Rachis, nombra por provisores de greugies al mui reverendo dotor Juan Maria Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de Ampurias, procurador del illustrissimo y reverendissimo sefior obispo ampurien2 y sindico del illustre cabildo de Castillo Aragones; al noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de (.illustre Cabildo calaritano y del noble y mui reverendo doctor don Ignassio Masones, vicario generai sede vacante en todo el arzobispado de Caller; al noble y mui / reverendo doctor y canonigo don Antonio Masones, sindico de l.illustre Cabildo c. 166 v. de Ales, al mui reverendo doctor don Francisco Garrucho, archipreste de la santa iglesia catredal de la ciudad de Bosa y sindico de l.illustre Cabildo de aquella. El noble y mui reverendo doctor don Juan Antonio Martines archipreste turritano, procurador de l.illustríssimo y reverendissimo sefior arzobispo de Sasser, procurador de 1.illustrissimo y reverendissimo senor obispo de Bosa, sindico de l.illustre Cabildo de Sasser, y procurador del mui reverendo doctor y archipreste de Iglesias Efis Diego Melis, vicario generai sede vacante del dicho obispado de Iglesias, nombra por provisores de greugíes al mui reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de Ampurias, procurador de (.illustrissimo y reverendissimo sefior obispo de Ampurias y Civita y sindico de l.illustre Cabildo de Castillo Aragones; al mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de l.illustre Cabildo calaritano y procurador del noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Ignassio Masones y Manca, vicario generai sede vacante; al mui reverendo doctor don Lorenso Paderi, canonigo de la santa iglesia catredal de Oristan y sindico de l.illustre Cabildo de aquella; y al mui reverendo doctor don Francisco Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de la ciudad de Bosa y sindico de l.illustre Cabildo de aquella. 2 Così nel testo, invece di ampuriense. Idem. 377 El noble y mui reverendo doctor don Francisco Maggio dean de la santa iglesia catredal de Alguer, procurador del illustrissimo y reverendissimo sefior obispo alguereni y sindico de I.illustre Cabildo de dicha ciudad, nombra por provisores de greugies al muí reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de Ampurias, procurador de Illustrissimo y reverendissimo setior obispo de Ampurias y sindico de l.illustre Cabildo de Castillo Aragones; al mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de l.illuc. 167 stre Cabildo calaritano y / procurador del dicho sefior vicario generai sede vacante; al noble y mui reverendo doctor y canonigo don Antonio Masones, sindico de I.illustre Cabildo de Ales, y al mui reverendo doctor don Francisco Garucho, archipreste de la santa iglesia catredal de Bosa y sindico de l.illustre Cabildo de aquella. El mui reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de la santa iglesia de Ampurias, procurador del illustrissimo y reverendissimo sefior obispo ampurien2 y sindico de illustre Cabildo de Castillo Aragones, nombra al noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de Illustre Cabildo calaritano y procurador del dicho sehor vicario generai sede vacante; al noble y mui reverendo doctor don Antonio Masones sindico de l.illustre Cabildo de Ales; al mui reverendo doctor don Francisco Garrucho, arcipreste de la catredal de Bosa y sindico de l.illustre Cabildo de a quella; al mui reverendo doctor y archidian Juan Baptista Serra Mereu, sindico de Illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias. EI noble y mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena y Carta, sindico de l.illustre Cabildo calaritano y procurador del noble y mui reverendo doctor y canonigo don Ignacio Masones vicario generai sede vacante en todo al arzobispado de Caller, nombra al mui reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de Ampurias, procurador de Illustrissimo sefior obispo ampurien3 y Civita y sindico de I.illustre Cabildo de aquella, al mui reverendo doctor y canonigo usselen4 don Antonio Masones sindico de l.illustre Cabildo de Ales, al mui reverendo doctor don Francisco Garrucho, archipreste de la santa iglesia catredal de Bosa y sindico de I.illustre Cabildo de aquella; y al mui reverendo dotor y archidian Juan Baptista Serra Mereu sindico de I.illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias. El noble y mui reverendo doctor y canonigo don Lorenso Paderi, sindico de Lilluc. 167 v. stre Cabildo de Oristan, nombra al mui reverendo / doctor Juan Maria Garrucho archipreste de Ampurias, procurador de 1.illustrissimo y reverendissimo sehor obiCosì nel testo, invece di alguerense. Così nel testo, invece di ampuriense. 3 Idem. Così nel testo, invece di usselense. 1 2 378 spo ampurienl y sindico de 1.illustre Cabildo de Ampurias; al noble y mui reverendo doctor y canonigo don Gavino de Aquena, sindico de dicho illustre Cabildo calaritano y procurador del dicho sei-1°r vicario generai sede vacante; al mui reverendo doctor don Francisco Garrucho, archipreste de la santa iglesia catredal de Bosa y sindico de illustre Cabildo de ella; y al mui reverendo doctor y archidian Juan Baptista Serra Mereu, sindico de l.illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias. El noble y mui reverendo canonigo usselen2 don Antonio Masones, sindico de 1.illustre Cabildo de Ales nombra al mui reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de Ampurias procurador de l.illustrissimo sefior obispo ampurien3 y sindico de 1.illustre Cabildo de Ampurias; al noble y mui reverendo doctor don Gavino de Aquena, sindico de l.illustre Cabildo de Caller y procurador de dicho serior vicario generai sede vacante; al noble y mui reverendo doctor don Francisco Garrucho archipreste de la santa iglesia catredal de Bosa y sindico de 1.illustre Cabildo de aquella; y al mui reverendo doctor y archidian Juan Baptista Serra Mereu, sindico de l.illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias. EI muy reverendo doctor don Francisco Garrucho, archipreste de la santa iglesia catredal de la ciudad de Bosa y sindico de 1.illustre Cabildo de aquella, nombra al mui reverendo dotor Juan Maria Garrucho archipreste de Ampurias, procurador del illustrissimo selior obispo de Ampurias y Civita y sindico de 1.illustre Cabildo de Ampurias; al mui noble y reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de l.illustre Cabildo calaritano y procurador de dicho selior vicario generai sede vacante; al mui reverendo doctor y canonigo don Antonio Masones sindico del illustre Cabildo usselen4; y al mui reverendo doctor y archidian Juan Baptista Serra Mereu, sindico de 1.illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias / el mui reverendo doctor y archidian de la santa iglesia catredal de c. 168 Iglesias Juan Baptista Serra Mereu, sindico de l.illustre Cabildo de aquella, nombra al mui reverendo doctor Juan Maria Garrucho archipreste de Ampurias, procurador de l.illustrissimo senor obispo de Ampurias y Civita y sindico de Illustre Cabildo de Ampurias; al mui reverendo doctor y canonigo calaritano don Gavino de Aquena, sindico de l.illustre Cabildo calaritano y procurador del setior vicario general sede vacante; al mui reverendo doctor y canonigo don Lorenso Paderi, sindico de I.illustre Cabildo de la ciudad de Oristan; y al mui reverendo doctor y archipreste de la santa iglesia catredal de la ciudad de Bosa don Francisco Garrucho, sindico de l.illustre Cabildo de dicha ciudad. Y imediatamente que se ha acabado de votar se ha levantado el noble y mui reverendo doctor y canonigo don Lorenso Antonio Paderi como a sindico de l.illustre Cabildo de la ciudad de Oristan, y ha presentado a este illustrissimo Estamento i Così nel testo, invece di ampuriense. Così nel testo, invece di usselense. 3 Così nel testo, invece di ampuriense. 4 Così nel testo, invece di usselense. 2 379 ecclesiastico dos papeles de protestas que son del tenor siguiente. El doctor don Lorenso Antonio Paderi, canonigo de la santa metropolitana iglesia cathedral arborenl, como a sindico de l.illustre Cabildo de Oristan protesta que el secretario de este illustrissimo Estamento continue con toda distinsion los votos dados sobre este nombramiento de jueses de greugies, para que regulados aquellos pueda alegar qualesquier derechos que le compitieren en dicho nombre, en los quales no entiende perjudicar.se y que hecha dicha continuassión se le lea. Haviendo.se leydo este papel, ha resuelto el illustrissimo Estamento ecclesiastico que se regulen los votos. El doctor don Lorenso Antonio Paderi, canonigo de la dicha santa metropolitana iglesia cathedral arboren2 en el referido nombre de sinc. 168 v. dico de l.illustre Cabildo de Oristan, haviendo hoido la continuassion / de dichos votos y regulassion de ellos representa que es el verdadero elejido por haver tenido mas votos neutrales, y que si.bien el sindico de l.illustre Cabildo de Ales, el mui reverendo canonigo don Antonio Masones, haya tenido dies votos, se deven descomputar los tres votos de l.illustrissimo selior obispo de Ales, por ser tio de dicho mui reverendo canonigo don Antonio Masones, y el voto que ha dado el muy reverendo doctor y canonigo don Gavino de Aquena, como a procurador del mui reverendo doctor y canonigo don Ignassio Masones vicario sede vacante de este arzobispado de Caller, hermano de dicho mui reverendo canonigo don Antonio Masones sindico de dicho illustre Cabildo de Ales, que no han podido votar a.favor de dicho mui reverendo canonigo don Antonio Masones, y escomputados estos quatro votos, como es de derecho y justkia, vienen a quedar solamente seis votos neutrales, con que vienen a superar los votos que ha tenido el dicho doctor y canonigo don Lorenso Antonio Paderi que son siete. Y por quanto este punto entiende dicho dotor don Lorenso en dicho nombre de sindico del illustre Cabildo alboren3 ver.lo por justicia, protesta que este illustrissimo Estamento suspenda la deliberassion de este nombramiento, y en embiar recado sobre elio en el caso que no quiera admitir.se por nombrado al dicho doctor don Lorenso, que es el verdadero elejido basta que se declare, lo que seri de justissia por el jues o juesses a qui.en.es pertenegiere, y protesta que se.le de copia authentica tanto de ella como de la continuassion de los votos, protestando de nullidad in secus agendis. El presente papel se ha leydo en este illustrissimo Estamento eclesiastico despues c. 169 de haver votado sobre el nombramiento / de provisores de greugies, y ha protestado dicho noble y mui reverendo don Lorenso Paderi que no se participe a su excelencia la elegion del setior don Antonio Masones sino es participando.le tambien erta protesta. Y el illustrissimo Estamento ha resuelto que salvos los derechos, tanto del dicho noble y mui reverendo don Lorenso Paderi como del noble i Così nel testo, invece di arborense. Idem. 3 Idem. 2 380 y mui reverendo don Antonio Masones como y del mui reverendo archidian de Iglesias, en su caso se participe a su excelencia y a los demas Estamentos la elegion de los que han tenido mas votos sin la protesta, y para embaxadores se han nombrado los muy reverendos archiprestes de Ampurias y Bosa. Y haviendo.se leido e1 tenor de dichas dos protestas, dicho illustrissimo Estamento ecclesiastico resolvió lo que va continuado al pié del primero y segundo papel de protesta, y porque de esto conste se continua el presente aucto de que doi fe. Concordat cum suo originali. Nicolas Charella notarius pro Alexio Ferreli illustrissimi Stamenti eclesiastici secretario. / 181/2 1698 marzo 11, Cagliari Don Lorenzo Paderi, canonico della chiesa metropolitana di Arborea e sindaco del Capitolo di Oristano, conferisce a Sebastiano Zedda i necessari poteri per rappresentarlo nel ricorso. Diego Lilliu certifica di aver riferito della protesta del Paderi al viceré che, a sua volta, ha ordinato di far proseguire la cerimonia del giuramento senza pregiudizio delle parti. El doctor y canonigo don Lorenzo Paderi, canonigo de la sancta iglesia metropolitana de Arborea y sindico de I.illustre Cavildo de Oristan, da poder al venerable c. 170 Sebastian Zedda para que por parte de dicho noble Paderi inste al secretario de la Real Audiencia o a qualquier otro notarlo que continue aucto, de que por parte de dicho noble sindico, que por mas jure en provisor de greuges el muy reverendo don Antonio Masones sindico de 1.illustre Cavildo de Ales, no entiende parar.le perjuhicio alguno a dicho noble Padery sindico del illustre Cavildo arboren' en los derechos le compiten, segun los tiene representado a su excelencia y puesto en su noticia, en orden a ser el dicho noble Padery el verdero2 elegido en provisor de greuges, y que inste se.contínue con todas las clausulas que de derecho se requieren. Y porque conste en todo tiempo inste, se.le dé copia. Caller y marzo a 11 de 1698. Que lo oye su excelencia, y que sin perjuhicio del derecho de las partes se passe adelante en la prestacion de juramento y homenajes. Provisa per Suam Excellentiam ex deliberatione sumpta in regio generali Parlamento die undecimo martii 1698 in primatiali ecclesia calaritana. Didacus Liliu secretarius. Concordat cum suo originali. ' Idem. 2 Così nel testo, invece di verdadero. 381 Didacus Liliu secretarius. 1698 marzo 13, Cagliari 181/3 Diego Lilliu certifica che al momento del giuramento di don Antonio Masones, sindaco del Capitolo di Ales, Sebastiano Zedda ha presentato formale protesta invitando il canonico a non giurare sotto pena di nullità. Certifico yo secretario infrascrito que al tiempo que estava para levantar.se el dicho reverendo canonigo don Antonio Masones, sindico del Cavildo de Ales, para ir a jurar en el libro missal el officio de provisor de greujes y prestar los homenajes acostumbrados, instó y protestó otra vez el dicho venerable Zedda que dicho reverendo Masones no iurasse vajo protesto de nullidad, y no le parasse perjuhicio a su principal. Caller y marzo a 13 de 1698. Didacus Liliu secretarius. / 181/4 I-1698 marzo 20, Cagliari] Allegato B. Efisio Atzori Cavaro, segretario dello Stamento militare, presenta al viceré la richiesta di dissentiment avanzata dal procuratore delle cause del marchesato di Villasor in merito al conflitto di competenza sorto tra amministrazione reale e baronale circa il procedimento a carico di un vassallo del marchesato. Il procuratore espone di aver inoltrato a suo tempo richiesta al Regio Consiglio perché Giovanni Domenico Meloni della villa di Sorradíle, detenuto nelle carceri regie, fosse trasferito alla curia del Marchesato essendo la causa di competenza baronale. Il procuratore fiscale regio si oppose alla richiesta tenendo presso di sé il prigioniero e gli atti. Ne seguì l'appello del procuratore del marchesato che fu respinto. In considerazione quindi del danno che tale sentenza reca alla giurisdizione non solo della curia del marchesato di Villasor ma di tutte le curie baronali del Regno, facendo venir meno le stesse prerogative connesse alla concessioni feudali, il procuratore chiede con il greuge che la detta sentenza venga revocata. c. 171 El muy illustre Estamento militar remitte a su excelencía la petission del dissentimiento que ha propuesto en este muy illustre Estamento el procurador de las causas del Marquesado de Villasor, juntamente con la patente de procurador de dicho estado que aquel ha entregado con dicha petission, en la qual van expressadas las causas en que se funda dicho dissentimíento, de quibus et cetera. Ephisius Atzory et Cavaro illustrissimi Estamenti militaris secretarius. / c. 172 Excelentissimo senor virrey, lugartiniente, capitan general y presidente de Cortes y 382 generai Parlamento El procurador de las causas del Marquesado de Villasor, dise que hallando.se Juan Domingo Meloni de la villa de Sorradili detenido en messes passados en estas reales cargeles, pidio el exposante en este Real Consejo se entregara dicho Meloni a la curia de dicho Marquesado con los procedimientos que contra de aquel se hallarian compilados, por tocar.le privative etiam quoad dominum regem el conosimiento de sus causas por ser vasallo de dicho Marquesado. Y aviendo.le hecho contradision el procurador fiscal de la regia Corte sin motivo justificado, por no estar en ninguno de los casos que exceptuan la real pramatica, aun faltando al Real Consejo pretesto legai, solo con el de ex causis bene visis, proferio sentensia negando.se a la demanda de l.exposante, y retiniendo.se preso y causa. Y aunque por el suplicante se haya interpuesto suplicasion de dicha sentencia, le fue negada con aver puesto la crus de Santa Eularia en la petision, quedando assi por dicha sentencia como por la denegasion de la suplicasion vulnerada no solamente la concession del feudo, en que por onerosa se abdico privative su magestad la primera instansia, sino / tanbien las leyes pagionadas de los capitulos de Cortes. Y aunque vuestra excelencia por su conosida rectitud quiso emendar este notorio perjuigio con exterminar del reyno a dicho Meloni, impidiendo con este medio su progresso a la referida sentensia, no obstante queda con ella y su exenplar agraviada la Curia de dicho Marquesado, y la de todos los barones del reyno, pues estaria en el albitrio de los setiores del real Consejo con un motivo tan extraviado, como es el de causis bene visis, privar.les la judicatura que su magestad privative se abdico. Por lo que y por reparo d.este conosido agravio y perjuigio de la jurisdision baronal, propone el exposante greuge y desentimiento de este real y generai Parralamentol, y prosecusion de aquel, asta que o por vuestra excelencia como presidente del se mande revocar y tractar la dicha sentencia, o por los examinadores de greuges se declare lo que sera de justisia, sirviendose vuestra excelencia en tal caso partigiparle a los demas Estamentos en la forma acostumbrada, protestando de nullidad in secus agendis, et haec et cetera, protestans et cetera. Altissimus. Manconi / c. 172 v. 1695 luglio 12, Cagliari 181/5 Don Artale di Alagon, marchese di Villasor, nomina Michele Angelo Talerio, abitante nel Castello di Cagliari, procuratore della cause civili e criminali del marchesato, in sostituzione di Michele Montixi, ritiratosi a vivere nella sua casa di Sardara. Excelentissimo sefior marques de Villa Sor, y conde de Monte Santo, et cetera. c. 173 i Così nel testo, invece di Parlamento. 383 Don Artal de Alagon, Bassan, Pimentell, Alborea, Besora y Cordova, marques de Villasor y conde de Monte Santo et cetera. Por quanto se me ha representado que Miguel Montixi, procurador de las causas de.mis estados, se ha retirado a.su casa y villa de Sardara para bivir en.ella, y con su ausencia todos mis estados se hallan sin procurador y sin percona que asista a.todas las ocurrencias que se pueden offresser en.dichos estados y Curia mayor de aquellos, es preciso nombrar percona que me asista en este empleo. Y haviendo.me propuesto que Miguel Talerio comorante en.el Castillo de Caller seria de toda satisfassion, he tenido a.bien en nombrar como nombro en birtud de la presente al dicho Talerio en procurador de causas de todos mis estados y Marquesado, para que de hoy en adelante y durante mi boluntad pueda y deva exercer dicho offissio de procurador de causas, asistiendo a todas ellas sivíles sean o criminales, y a los demas negossios que se ofressieren combenientes a mi estado y Marquesado asta sentencia definitiva y execucion d.ellas inclusive, prestando para este effetto el solito sacramento i homenages en poder de uno de los delegados de mi estado y Marquesado de haver.se bien y lealmente en el exercicio de dicho ofissio, conferiendo.le al dicho Miguel Angel Talerio todas las honras, preheminencias, imunidades, perrogativas, salarios y demas cosas que la real pragmatica dispone y sus antecessores han tenido y gozado con dies escudos de salario annual, que cobrara todos los anos de donde yo ordenare. Y mando a.todos y qualesquier pemnas, justissia exerciendo o no, que en c. 173 v. todol / mi estado y Marquesado tengan y reputen al dicho Miguel Angel Talerio por procurador de las causas de dicho estado y Marquesado, dando.le quando fuere menester todo el auxilio y favor necessario y que tuviere menester en dicho offissio, sin.que hagan lo contrario sos pena de doscientos ducados aplicadores a mi arbitrio. Por todo lo qual mande despachar la presente que va firmada da mi mano, sellada con el sello de mis armas y referendada de I.infrascrito secretario de mis estados. Datum en Caller a los 12 de julio de 1695. El marques de Villasor conde de Monte Santo et cetera. (S1) Registrata. Antonius Cara notarius et secretarius. Patente de procurador de causas del estado y Marquesado de Villa Sor, despachada en cabesa de Miguel Angel Talerio por mandado de 1.excelentissimo senor marques de Villa Sor. Cara notarius et secretarius. / 1695 luglio 28, Cagliari Michele Angelo Talerio presta giuramento nelle mani del dottore in leggi 181/6 Le parole en todo sono ripetute nella c. 173 v. 384 Giovanni Maria Pinna, promettendo che assolverà lealmente all'ufficio di procuratore della cause civili e criminali del marchesato di Villasor. Die 28 mensis iulii 1698, Callari. El retro scripto Miguel Angel Talerio nuevamente nombrado por procurador de las causas del marquesado de Villasor ha prestado en manos y poder del magnifico doctor en derechos Juan Maria Pinna, delegado de dicho Marquesado, el solito sacramento y homanages, en birtud del qual ha prometido que se llevara bien y lealmente en el exercissio de dicho offissio, y haziendo lo contrario incurriria en las penas de homanages segun y conforme las Constitussiones de Cataluiía y Fueros de Aragon, de quibus et cetera. Y lo firma de su mano, siendo presentes por testigos el doctor Francisco Antonio Alivesi y Salvador Pinna, de Stampaig y Llapola respective habitadors. El doctor Francisco Antonio Alivesi Salvador Pinna so testimoni. Antonius Cara notarius. / 182 1698 marzo 21, Cagliari Alle ore 15 il viceré, riunitosi con i ministri di giustizia e del patrimonio, nomina come ambasciatori don Giovanni Battista de la Matta e don Gaspare Berruesso Carnicer perché comunichino ai tre Stamenti i nomi dei giudici di parte regia che dovranno esaminare i greuges presentati da don Lorenzo Paderi e dal procuratore del marchesato di Villasor: don Francesco Pastor, don Tommaso de Litala, don Simone Soro, don Francesco Rogger, don Giuseppe Fernandez de Moros, don Gaspare Berruesso Carnicer (all. nn. 12). Datane comunicazione, gli ambasciatori riferiscono che gli Stamenti, soddisfatti delle nomine di parte regia, avrebbero mandato i loro ambasciatori per riferire sulle nomine dei loro giudici. Alle ore 17 giungono gli ambasciatori dello Stamento ecclesiastico don Francesco e don Giovanni Maria Garrucho e riferiscono che per il ricorso Paderi sono stati nominati Giovanni Antonio Martinez e don Francesco Magio e per quello del marchesato di Villasor don Gavino de Aquena e Giovanni Battista Mereu (all. C). Alle ore 19,45 si presentano don Paolo Solar e don Giuseppe Corria, ambasciatori dello Stamento reale i quali riferiscono che per il greuge Paderi sono stati nominati giudici don Felice de Liperi Zonza e don Francesco de l'Arca e per quello del marchesato di Villasor don Felice Salaris e don Francesco Passino (all. D). Verso le ore 23 si presentano infine don Agostino Portugues e don Giovanni Emanuele Ripol, ambasciatori dello Stamento militare, che comu385 c. 174 nicano di aver nominato come giudici, per entrambi i greuges, i dottori Francesco Ruxotto e Gavino Nurra (all. E) . Il viceré proroga quindi il Parlamento al 24 marzo ordinando nel contempo che si proseguano le abilitazioni dei militari. Ordina inoltre a don Antioco Satta, alguazile maggiore della città, che convochi per il giorno successivo, 22 marzo, i giudici appena nominati perché discutano sui gravami presentati. Il viceré intima ancora a don Sebastiano Sifola e a Luigi de Medina, procuratori fiscali, a don Antonio Masones e a don Lorenzo Paderi, nonché a Michele Angelo Talerio, procuratore delle cause del marchesato di Villasor, e alla prima voce dello Stamento ecclesiastico, che si presentino con i loro rispettivi avvocati all'ora stabilita per la discussione dei greuges. Convoca inoltre, in sostituzione di don Giorgio Cavaza e don Filiberto Espin de Cobacho, avvocati fiscali, don Giovanni Battista de la Matta come decano della sala criminale. c. 175 Et adveniente die veneris, intitulata vigesima prima currentis mensis martii labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, hora vero tertia post meridiem eiusdem die assignata et diputata ad celebrationem regii et generalis Parlamenti, habilitata feria quatenus opus sit per suam excellentiam praesidem in dicto regio et generali Parlamento, Calari. Hallando.se su excelencia en el apposento y pieza en que suele estar para la celebracion del presente real y generai Parlamento, assentado en su sitial en la forma en los auctos precedentes referida con los nobles y magnificos reales ministros de justicia y patrimonio assentados en la forma acostumbrada en que han concurrido don Francisco Pastor, regente la Real Cancilleria, don Simon Soro, don Joseph Fernandez de Moros, don Martin Valonga, don Gaspar Valerio Alciattor, don Juan Baptista de la Matta, don Martin Vila, y don Francisco Quesada, cavallero de la orden de Montesa, ausente don Jorje Cavaza. Y tambien concurrieron dichos reales ministros patrimoniales que son el expetable don Thomas de Litala, governador y reformador de los Cabos de Caller y Galura; don Francisco Rogger, procurador real; don Gaspar Berruesso y Carnizer, mestre racional; don Manuel de Litala, regente la General Thesoreria; don. Antonio Machin ausente, don Philiberto Espin de Cobacho, advogado fiscal patrimonial. (Embaxadores regios) Y haviendo tenido su excelencia algunos coloquios con dichos nobles y magnificos reales ministros, y assi que serian las quatro y medio, algo mas o menos, nombró por embaxadores a los nobles y magnificos don Juan Baptista de la Matta y don Gaspar Berruesso y Carnizer para que vayan a los tres Estamentos ecclesiastico, militar y real y les participen que su excelencia ha nombrado por juezes de greuges para el greuge que ha propuesto el reverendo dottor y canonigo don 386 Lorenzo Antonio Paderi sindico del venerable Cabildo de la santa metropolitana iglesia de Arborea, y para que el greuge que ha propuesto el procurador de las causas del Marquesado de Villasor al noble y magnifico doctor don Francisco Pastor, regente la Real Cancilleria, a 1.expetable don Thomas de Litala, governador y reformador de los cabos de Caller y Gallura; al noble y magnifico doctor don Simon Soro; al noble y magnifico don Francisco Roger procurador real; al noble y magnifico don Joseph Fernandez de Moroz; y al noble y magnifico don Gaspar Berruesso y Carnizer mestre racional; y que en cada Estamento / dexen un papel de dicho nombramiento. Fueron dichos embaxadores a dichos c. 175 v. Estamentos acompariando.les don Antiogo Satta aguazir mayor, Luis de Medina procurador fizcal patrimonial, y con las mazas de los Concejos de Justicia y Patrimonio. (Respuesta) Y a la buelta que hizieren dixo dicho noble y magnifico Berruesso y Carnizer: «Excelentissimo serior, hemos llevado la embaxada y los papeles del nombramiento de juezes de greuges que vuestra excelencia ha mandado hazer a los tres Estamentos, y el noble y magnifico doctor don Juan Baptista de la Matta darà la respuesta»; el qual dixo: «Excelentissimo sei-1(pr, los tres Estamentos responden que estiman mucho la acertada elecion que vuestra excelencia ha hecho de juezes de greuges en unos subjetos tan cabales, y que cada uno de ellos nombraii por su parte los suyos, y con embaxada particular daran cuenta a vuestra excelencia». (Embaxadores del illustrissimo Estamento eclesiastico) Y assi que serian las cinco de la tarde, poco mas o menos, del mesmo dia, vinieron por embaxadores de l.illustrissimo Estamento eclesiastico los reverendos doctor don Francisco Garrucho, canonigo y procurador del venerable Cabildo de Bosa, y el doctor y archipreste Juan Maria Garrucho sindico y procurador del venerable Cabildo de Ampurias, los quales fueron recibidos en.el lugar acostumbrado por los nobles y magnificos don Francisco Quesada y don Antonio Machin. Y se assentaron; a saber dicho reverendo doctor don Francisco al lado del dicho noble y magnifico regente la real Cancilleria; y dicho reverendo don Juan Maria al lado del expetable governador. (Embaxada) Y dicho noble y reverendo don Francisco dixo: «Excelentissimo senor, el ilustrissimo Estamento ecclesiastico ha nombrado por juezes de greuges para el greuge que ha propuesto el reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, sindico de la santa iglesia de Arborea, en el illustrissimo Estamento a los nobles y reverendos don Juan Antonio Martinez, archipreste de la santa metropolitana iglesia turritana, y a don Francisco Magio dean de la santa íglesia de Alguer; y por el 387 greuge que ha propuesto el procurador de las causas del marquesado de Villasor, c. 176 ha nombrado a los nobles y reverendos doctores el canonigo / don Gavino de Aquena, sindico de la santa primacial iglesia calaritana; y al archidian Juan Bautista Serra Mereu, sindico de la santa iglesia eclesien, que van expressados en estos papeles. (Respuesta) Y su excelencia respondió por medio de dicho noble y magnifico regente que estimava mucho tan acertada elecion, y que sefialaria el.dia para declarar los greuges y lo participati. Se levantaron y se salieron, y fueron acompatiados por dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin asta el lugar referido; y luego mandó su excelencia a mi secretario infrascrito leer en alta voz los dichos papeles de nombramiento de juezes de greuges, y los ley y son los que van notados con la letra (C). (Embaxadores del illustre Estamento real) Y assi que serian las ocho y un quarto de la dicha tarde, algo mas o menos, vinieron por embaxadores de 1.ílustre Estamento real don Pablo Solar, sindico de la magnifica ciudad de Castillo Aragones, y don Josef Conia, sindico de la magnifica ciudad de Iglesias, los quales fueron recibidos en el lugar ya dicho por los mismos nobles y magnificos de Quesada y Machin, é imediato a dicho noble y magnifico regente se sentó el referido Solar, y al lado de l.expetable governador dicho Conia. (Embaxada) Y dió la embaxada y dixo: «excelentissimo serior, el ilustre Estamento real ha nombrado por juezes de greuges para e1 dissentimiento que ha propuesto en el ilustrissimo Estamento eclesiastico el reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, sindico del Cabildo de la santa iglesia alboren', al noble doctor don Feliz de Liperi Zonza, sindico de la magnifica ciudad de Sacer, y al noble don Francisco de 1.Arca sindico de la magnifica ciudad de Alguer, y para juezes del greuge propuesto en el muy ilustre Estamento militar por e1 procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor ha nombrado a los nobles don Feliz Salaris sindico de la magnifica ciudad de Oristan y al noble don Francisco Passino sindico de la magnifica ciudad de Bosa, segun los papeles que presenta». c. 176 v. (Respuesta) Y su excelencia por medio de dicho noble y magnifico regente respondió que estimava el acierto de la elecion, y que seiialaría dia para / declarse2 los dichos 1 Così 2 Così 388 nel testo, invece di alborense. nel testo, invece di declararse. greuges y lo participaria. Se levantaron y se salieron, acompafiando.los dichos nobles y magnificos de Quesada y Machin asta el lugar ya referido. Y luego mandó su excelencia a mi secretario infrascrito leer los dichos papeles de nombramiento, y los ley en alta voz, y son los que van notados con la letra (D). (Embaxadores del muy illustre Estamento militar) Y assi que serian las onze horas, poco mas o menos, de la mesma tarde vinieron por embaxadores del muy illustre Estamento militar los nobles don Agustin Portugues, y don Juan Emmanuel Ripol, los quales fueron recibidos por los mismos nobles y magnificos de Quesada y Machin. Se assentó dicho Portugués immediato al noble y magnifico regente, y dicho Ripol al lado de 1.expetable governador; y dicho Portugués dio la embaxada siguiente. (Embaxada) «Excelentissimo seiior, el muy ilustre Estamento militar, obedecíendo lo que ha mandado vuestra excelencia, ha nombrado por juezes examinadores del greuge que ha propuesto el noble y reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, sindico del Cabildo de la santa metropolitana iglesia de Arborea, al doctor Francisco Ruxottu, y al doctor Gavino Nurra, y por juezes del greuge del que ha prepuesto el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, ha nombrado a los mismos doctores Ruxottu y Nurra, segun se expressa en estos papeles que presento». (Respuesta) Y su excelencia respondió por medio del noble y magnifico regente la Real Cancilleria que estimava mucho la acertada eleción y que sefialaria dia para la declaracion de aquellos, y lo participaría. Se levantaron y se fueron dichos embaxadores, acompatiandolos los referidos asta el citado lugar y puerta antedicha. Y luego mandó al secretario infrascrito leer en alta voz los dichos papeles que los referidos embaxadores presentaron. Los ley, y son los que van notados con la letra (E). Y a cabo de un quarto de hora, poco mas o menos, su excelencia prorogó e1 presente real y generai Parlamento y todos sus auctos para el dia lunes intitulada veynte y quatro del presente mes de marzo del corriente ano de 1698, sin perjuhicio de las habilitaciones se han de hazer losl / militares, habilitando el dicho dia de lunes c. 177 para el referido efeto. El dicho noble y magnifico regente en nombre de su excelencia hizo la provision siguiente: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez comes de Montellano, antelatus de lucatan et cetera, de ' L'articolo los è ripetuto nella c. 177. 389 c. 177 v. Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, illius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, ac praeses in praesenti regio et generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis, prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem lunae intitulatam vigesimam quartam praesentis mensis martii currentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi ottavi, sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum, et habilitando etiam praedictam diem lunae ad effectum supradictum; mandans mini secretario infrascripto de his omnibus praesens conficere instrumentum». Praesentibus ibidem pro testibus Demetrio Brazo Cavada, notano, et Francisco Antiocho Pinna, scriptore, praesentis civitatis de quibus et cetera. Y assi bien mandó luego su excelencia al noble don Antiogo Satta, aguazir mayor d.esta ciudad, que avise a los referidos juezes de greuges arriba nombrados, para que acudan al real palacio marana sabado, intitulado veinte y dos del presente mes de marzo d.este presente ano de 1698; a saber, los nombrados para el greuge puesto por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, que acudan a las tres horas de la tarde del dicho dia sabado; y los nombrados para la declaracion del greuge puesto por el noble y reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi para las seis de la mesma tarde del referido dia. Y assi bien que intime a don Sebastian Sifola, procurador fiscal de la regia corte, a Luis de Medina, procurador fiscal patrimonial, y a los nobles y reverendos canonigos don Antonio Masones y doctor don Lorenzo Antonio Paderi, y a Miguel Angel Taleri, procurador de las causas del dicho Marquesado de Villa Sor, y a la primera voz de illustrissimo Estamento ecclesiastico, para que respective acudan con sus abogados, si quizieren, a las horas referidas que su excelencia ha sefialado para la declaración de los dos dichos greuges propuestos por el dicho noble y reverendo doctor Paderi, y procurador de las causas del dicho Marquesado de Villa Sor. Y assi bien que avise al noble y magnifico don Juan Bautista de la Mata, que exerce el oficio de abogado real fiscal y patrimonial, como a mas antiguo en la sala criminal y por' / la indisposicion de los abogados fiscales de la Regia Corte y Real Patrimonio los nobles y magnificos don .Jorge Cavazza y don Filiberto Espin de Cobacho para que acudan todos para el dicho efecto al referido real palacio a las horas ya citadas. Y tambien que ponga en noticia de las primeras vozes de los tres Estamentos eclesiastico, militar y real que su excelencia proroga el presente real y generai Parlamento para el dia de lunes intitulado veinte y quatro del presente mes de marzo deste ano 1698, sin perjuizio de las habilitaciones, habilitando para dicho efecto el referido dia de lunes. Y haviendo ido dicho noble Satta a los dichos tres Estamentos, y buelto dixo que havia puesto en noticia de las primeras vozes de aquellos lo que su excelencia le havia mandado, significando.les la proroga de dicho real y generai Parlamento para el dia veinte y quatro de los presentes, i Il termine por è ripetuto nella c. 177 v. 390 y que ha intimado a los dichos procuradores fiscales, a los dichos nobles y reverendos Masones y Paderi, y a los juezes de greuges nombrados por dichos illustrissimo Estamento eclesiastico, e ilustre Estamento real, y a la primera voz de dicho illustrissimo Estamento eclesiastico, para que acudan el dicho dia sabado a las referidas horas para el efecto de las declaraciones ya dichas, segun assi lo referió; y para.que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Liliu secretarius. / 182/1 Allegato 1. Il viceré nomina quali giudici per il greuge Paderi: Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, Tommaso de Litala, governatore e riformatore dei Capi di Cagliari e Gallura, Simone Soro, Francesco Rogger, procuratore reale, Giuseppe Fernandes de Moros e Gaspare Berruesso Carnicer, maestro razionale. Su excelencia nombra por jueses de greuges para el greuge que ha propuesto el reverendo doctor don Lorerno Antonio Paderi, sindico de la santa iglesia arboren', al noble y magnifico doctor don Francisco Pastor, regente la Real Cancellaria; a l.expetable don Thomas de Litala, governador y reformador de los Cavos de Caller y Gallura; al noble y magnifico don Simon Soro, al noble y magnifico don Francisco Rogger, procurador real, y al noble y magnifico don Joseph Fernandes de Moros, y al noble y magnifico don Gaspar Berrueso y Carnicer maestro racional. Didacus Liliu secretarius. / c. 178 182/2 Allegato 2. Il viceré nomina quali giudici per il greuge Villasor: Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, Tommaso de Litala, governatore e riformatore dei Capi di Cagliari e Gallura, Simone Soro, Francesco Rogger, procuratore reale, Giuseppe Fernandes de Moros e Gaspare Berruesso Carnicer, maestro razionale. Su excelencia nombra por jueses de greujes para el grejue que ha propuesto el procurador de las causas del Marquesado de Villa sor, al noble y magnifico doctor don Francisco Pastor, regente la Real Cancellaria; a l.expetable don Thomas de Litala, governador y refformador de los Cabos de Caller y Gallura; al noble y magnifico doctor don Simon Soro, al noble y magnifico don Francisco Rogger, Così nel testo, invece di arborense. 391 c. 179 procurador real; al noble y magnifico don Joseph Fernandez de Moros, y al noble y magnifico don Gaspar Berruesso y Camizer mestre rational. Didacus Liliu secretarius / 182/3 Allegato C. Lo Stamento ecclesiastico nomina quali giudici per il greuge Paderi: Giovanni Antonio Martinez, arciprete della chiesa turritana, e Francesco Magio, decano della chiesa di Alghero. c. 180 El illustrissimo Estamento eclesiastico nombra por juezes de greuges para el greuge que ha propuesto el reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Paderi, sindico de la santa iglesia arboren', a los nobles y reverendos don Juan Antonio Martinez, archipreste de la santa iglesia turritana, y a don Francisco Maggio, dean de la santa iglesia de Alguer. Nicolaus Charella notarius pro Alexio Ferrely illustrissimi Stamenti ecclesiastici secretarius. / 182/4 Allegato C. Lo Stamento ecclesiastico nomina quali giudici per il greuge Gavino de Aquena, canonico e sindaco della cattedrale di Cagliari, e Giovanni Battista Serra Mereu, arcidiacono e sindaco della chiesa di Iglesias. c. 181 El illustrissimo Estamento eclesiastico nombra por jueses de greujes para el que ha propuesto el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, a los nobles y reverendos doctores el canonigo don Gavino de Aquena, sindico de la santa primacial calaritana, y el archidían Juan Baptista Serra Mereu, sindico de la sancta iglesia eclesien2. Nicolaus Charella notarius pro Alexio Ferrely illustrissimi Stamenti ecclesiastici secretarius. / 182/5 Allegato D. Lo Stamento reale nomina quali giudici per il greuge Paderi: don Felice de Liperi, sindaco della città di Sassari, e don Francesco de l'Arca, sindaco della città di Alghero. Idem. nel testo, invece di eclesiense. 2 Così 392 Excelentissimo ser5or. El illustre Estamento real ha nombrado por jueses del greuje propuesto en el illustrissimo Estamento ecclesiastico por el muy reverendo doctor y canonigo don Lorenso Antonio Paderi, sindico de la santa iglesia alborenl, a los magnificos doctor don Felix de Liperi, sindico de la ciudad de Saer, y don Francisco de 1.Arca, sindico de la de Alguer. / c. 182 182/6 Allegato. Lo Stamento reale nomina quali giudici per il greuge Villasor: don Felice Salaris, sindaco della città di Oristano, e don Francesco Passino, sindaco della città di Bosa. Excelentissimo setior EI illustre Estamento real ha nombrado por jueses del greuje propuesto en el muy illustre Estamento militar por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, a los magnificos don Felix Salaris, sindico de la ciudad de Oristan, y a don Francisco Passino, sindico de la de Bosa. / c. 183 182/7 Allegato. Lo Stamento militare nomina quali giudici per il greuge Paderi il dottor Francesco Ruxotto e il dottor Gavino Nurra. El muy illustre Estamento militar nombró por juezes examinadores del greuge c. 184 que ha propuesto el noble y magnifico reverendo doctor don Lorenso Paderi, sindico de la santa iglesia arboren2, al doctor Francisco Ruxotto y al doctor Gavino Nurra. Ephisius Atzori et Cavaro illustrissimi Estamenti militaris secretarius. / 182/8 Allegato. Lo Stamento militare nomina quali giudici per il greuge Villasor: il dottor Francesco Ruxotto e il dottor Gavino Nurra. El muy illustre Estamento militar nombró por juezes examinadores del greuge c. 185 propuesto por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, al doctor Francisco Ruxotto y al doctor Gavino Nurra. ' Così nel testo, invece di alborense. Idem. 2 393 Ephisius Atzori et Cavaro illustrissimi Estamenti militaris secretarius. / 1698 marzo 22, Cagliari 183 Diego Lilliu certifica che Antioco Satta, alguazile maggiore, ha intimato a Michele Angelo Talerio, procuratore delle cause del marchesato di Villasor, di presentarsi con il suo avvocato all'ora stabilita per la discussione del greuge. Certifica inoltre che Bachisio Malloni, alguazile della Reale Udienza, ha comunicato la convocazione ai giudici dei gravami. c. 177 v. Y el dia sabado veinte y dos del presente mes de marzo d.este dicho ano, y a las nueve horas de la marana, poco mas o menos, referió dicho noble Satta en poder del secretario ínfrascripto, y dixo que havia notificado, e intimado a Miguel Angel Taleri procurador de las causas del marquesado de Villa Sor la orden que tenia de su excelencia, para que acuda dicho procurador a la hora ya dicha con su abogado, si quiziere, para el efecto arriba declarado, de quibus et cetera. Y este mismo dia y hora, Baquis Manone aguazir real d.esta Real Audiencia referió que havia avisado a los nobles y magnificos juezes de greuges nombrados por parte de la regia corte arriba referidos, y a dicho noble y magnifico de la Mata, a los nombrados para el referido efecto por el muy illustre Estamento militar, que son el doctor Francisco Ruxottu, y el doctor Gavino Nurra segun assi lo referió, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 1698 marzo 22, Cagliari 184 Il viceré, riunitosi con i giudici nominati per esaminare il greuge proposto da Michele Angelo Talerio, procuratore alle cause del marchesato di Villasor, fa dare lettura al segretario Lilliu di una petizione presentata dal detto procuratore con la quale si contesta l'elezione ad esaminatori dei gravami di Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, e di don Giuseppe Fernandez de Moros, uditore della sala criminale della Reale Udienza. Il Talerio sottolinea infatti come si tratti degli stessi giudici del Regio Consiglio che, già a suo tempo, avevano respinto la supplica per ricondurre la causa di Domenico Meloni alla giurisdizione baronale. Il procuratore si oppone anche all'elezione a giudice del dottor Gavino Nurra del braccio militare in quanto, essendo stato accusato di vari delitti compiuti nella villa di Ittiri Cannedu, è indegno di tale carica. Chiede pertanto che si proceda alla nomina di altri tre giudici (all. A). Viene poi sentito Giovanni Battista de la Matta, procuratore fiscale regio, il quale sostiene che, essendo stata la causa contro Domenico Meloni già giudicata in via ordinaria dal Regio Consiglio e non essendo stata ammessa la 394 supplicazione alla sala civile, tale greuge debba essere respinto; inoltre ricorda che i ministri baronali non si sono mai curati di perseguire gli atroci delitti di cui il Meloni si era macchiato e, a riprova di ciò, produce la relazione di Giovanni Tommaso Carboni, segretario del Regio Consiglio. Chiede quindi che non si dia luogo al gravame e sí proceda nel lavoro delle Corti. Giovanni Tommaso Carboni certifica che nel libro delle Siziate, in cui vengono annotati i prigionieri detenuti nel carcere di San Pancrazio, si è riscontrato che il 25 giugno del 1694 Giovanni Domenico Meloni di Sorradile uscì dalle carceri e, su ordine del viceré di Altamira, fatto imbarcare lontano dal Regno. Risulta poi dagli atti della segreteria criminale della Reale Udienza che contro il detto Meloni era stata avviata una causa e che Giuseppe Ignazio Polla, ufficiale dell'incontrada di Parte Barigadu, aveva preso informazioni sui delinquenti della villa di Sorradile, tra cui il detto Meloni. Riferisce ancora il Carboni che, nel giro di un anno, il Meloni tornò nell'isola rifugiandosi nella chiesa della villa di Nughedu, dalla quale usciva di notte per compiere ogni genere di delitto (omicidi, furti di bestiame, spari, stupro), sino a quando fu arrestato il 13 marzo del 1697 da don Felice Salaris, su ordine del viceré. Solo allora il procuratore delle cause del marchesato di Villasor, che non aveva mai richiesto la remissione degli atti processuali alla sua curia, presentò in tal senso istanza al Regio Consiglio, a cui fece seguito una sentenza del Regio Fisco che respingeva definitivamente la richiesta del procuratore. Il viceré, udite le parti, dichiara sciolta la seduta ed ordina di far entrare i giudici nominati per il greuge presentato da don Antonio Lorenzo Paderi. Vengono prima ascoltate le argomentazioni dell'avvocato del Masones, dottor Melchiorre Pirella, il quale, a sostegno della validità dell'elezione avvenuta nello Stamento ecclesiastico, dichiara che, trattandosi di un atto facoltativo e non necessario, deve ritenersi eletto chi riporta più voti, al di là dei legami di parentela che possono esservi tra i votanti e i votati e che, in ogni caso, il Poderi dovrebbe rivolgere la sua querela al giudice ecclesiastico, non essendovi stata alcuna violazione dei capitoli di Corte e dei privilegi, per i quali è previsto il ricorso al greuge (all. 1). Interviene poi l'avvocato fiscale regio Giovanni Battista de la Matta, il quale fa presente che il dissentiment proposto da don Lorenzo Antonio Paderi, basandosi su una serie di deduzioni infondate come la pretesa superiorità della Chiesa di Arborea su quella di Ales, la nullità dei voti dati da persone legate all'eletto da vincoli di parentela ed altre ragioni che non hanno alcun presupposto nel diritto, non può avere corso (all. 2). Si dà quindi avvio alle votazioni con i seguenti risultati: don Francesco Pastor, reggente la Real Cancelleria, vota contro l'ammissione del greuge, argomentando che la nomina degli esaminatori impugnata dal Paderi è un atto elettivo e facoltativo dello Stamento ecclesiastico, appro395 vato dallo stesso viceré come presidente delle Corti e quindi atto di Corte a tutti gli effetti.; in secondo luogo l'avvocato fiscale ritiene che non si debba procedere col greuge essendo già stato provveduto nel Parlamento del viceré Gandia, in cui fu respinto un dissentiment sulla stessa materia presentato dal Capitolo di Arborea contro il procuratore del Capitolo di Ampurias; infine, secondo il Pastor, essendo la rappresentanza dei bracci composta prevalentemente da persone nobili che spesso sono imparentate tra loro, è quasi inevitabile che nella procedura parlamentare ci si dia il voto tra parenti e, se questo fosse considerato motivo di nullità, la maggior parte degli atti di Corte dovrebbe essere annullata; devono quindi accogliersi i greuges notorios e non quelli di così poco fondamento. Segue il voto di don Tommaso de Litala, governatore del Capo di Cagliari e di Gallura, che si associa a quello del reggente la Reale Cancelleria; così votano anche don Giovanni Antonio Martinez e don Francesco Magio; don Simone Soro, pur esprimendo lo stesso voto, si dichiara contrario alla motivazione della cosa juzgada; don Francesco Rogger si dichiara d'accordo con il voto del reggente la Reale Cancelleria; il dottor Francesco Ruxotto esprime lo stesso voto senza approvare però, se non in parte, la motivazione della cosa juzgada; infine don Gavino Nurra, don Giuseppe Fernandez de Moros, don Gaspare Berruesso y Carnicer, don Felipe de Liperi Zonza e don Francesco de l'Arca si associano al voto e al parere del reggente. Il viceré, valutate le ragioni di don Lorenzo Paderi e di don Antonio Masones, nonché le deduzioni dell'avvocato fiscale, don Giovanni Battista de la Matta, preso atto della votazione espressa dai giudici dei greuges, sentenzia che la richiesta del Paderi non possiede le qualità per essere considerata greuge da giudicarsi nelle Corti. Diego Lilliu attesta di aver dato lettura della sentenza e di averla pubblicata nell'aula magna del palazzo regio. Diego Lilliu attesta di aver fatto notificare la sentenza a don Antonio Masones per mezzo dí Bachisio Malloni, regio alguazile, e a don Lorenzo Antonio Paderi per mezzo di Giovanni Antonio Solinas, regio alguazile. c. 186 Et adveniente die sabati, intitulata vigesima secunda praesentis mensis martii, et hora tertia cum dimidia post meridiem, labentis et currentís anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, Calari; assignata et deputata ad declarationem dissentimenti positi per procuratorem causarum Status et Marchionatus de Villa Sor. Constitutus personaliter excellentissimus dominus don Ioseph De Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de lucatan et cetera, de Concilio Sacrae Catholicae Regiae Maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in praesenti regio et generali Parlamento in quadam aula regii palacii, ubi dictum genera396 le Parlamentum est assuetus celebrare, una.cum iudicibus examinatoribus, electis et nominatis, tam per regiam Curiam quam per tria Stamenta, sedentibus scilicet sua excellentia in sua cathedra sub peristromate, et in subsellio prope parietem; ad dexteram suae excellentiae dicto nobili et magnifico don Francisco Pastor, regente Regiam Cancellariam, et ad eius latus nobili et reverendo don Gavino de Aquena, et ad latus istius nobili et magnifico don Simone Soro et ad eíus latus, utriusque iuris doctore Francisco Ruxotto, et ad latus istius nobili et magnifico don Iosepho Fernandez de Moros, et ad eius latus nobili don Felice Salaris, et in alio subselio ad sinistram suae excellentiae spettabili don Thoma de Litala, reverendo arquipresbitero loanne Baptista Mereu, nobili et magnifico don Francisco Rogger, doctore Gavino Nurra, nobili et magnifico don Gaspare Berruesso et Carnizer, et nobili et magnifico don Francisco Passino sedentibus istis uno post alium forma relata, prosequentibus declarationem praelibati dissentimenti positi per procuratorem antedictum causarum status et Marchionatus de Villa Sor. Et habitis inter eos aliquibus coloquiis et sermonibus, accessit ad dictum regium palatium dictus procurator causarum cum quadam schedula, quam suae excellentiae praesentavit et iussit mihi secretario infrascrito illam legere, et eius tenore audito et habitis aliter aliis sermonibus super recusatione expressa in dicta schedula, quae est designata cum litera A. / Allegato A. Excelentissimo serior virrei, lugartiniente y capitan generai y presidente de Cortes c. 193 y generai Parlamento. El procurador de las causar del Marquesado de Villa Sor dize que se le a notificado la nomina de los examinadores elegidos por el regio, que han de asistir a la decisión del greuge y dizentimiento propuesto por el exposante en su antesedente, y porque entre elio halla al noble y magnifico don Francisco Pastor, regente la Real Cancilleria, y al noble y magnifico don Joseph Fernandez de Moros, otro de los oidores de la Aula del Crimen d.este reyno, y estos siendo.le al exposante sospechosos por aver propalado su animo, votado en la sentencia y negado la supplicacion que por el exposante fue interpuesta, que le dieron motivo para la proposicion del greuge y desentimiento no pueden asistir a la decision de aquel sin que le obste la regia de derecho que los ministros no pueden ser recusados, intuitu solius ofici, por dos razones principales: la primera, porque no estamos en el caso de dicha regia, porque aquella solo milita quando probisio seu sentencia ministrorum est inter partes, no quando est inter gravatum et regium Consilium, que por tratarse de propio interes de aquel como era la jurisdicion, benia a.ser dicho real Consejo parte forma en la causa. La segunda, que haun caso negado, pudiera entrar la dicha regia, haun militaria la proposada recusacion por estar en el caso 397 de la limitacion de dicha regia por ha[ver] e] exposante quejadose a Vuestra c. 193 v. Excelencia de dicha / sentencia y denegagión de.suplica que dió motibo a vuestra excelencia a l.exterminio del reo Juan Domingo Meloni fuera del reyno, y quedando los dos nobles y magnificos regente la Real C:ansilleria y oidor del crimen, sentidos desta queja la recusasion propuesta contra dichos nobles y magnificos, no es solamente intuitu solius ofici sino tambien por otra causa que es el sentimiento nasido de la queja del esposante a vuestra excelencia. Assi mesmo alla elegido por uno de los examinadores del presente greuge por el Brago militar al doctor Gavino Nurri, el qual en bia de derecho es incapaz de tal empleo por hallarse acusado a instangia de los principales de la villa de Yteri Canedu de diversos delitos criminosos delante de vuestra excelencia y Real Consejo, y a.rrelasion del noble y magnifico doctor don Juan Baptista de la Matta corno todo parese asi de la dicha sentencia y denegagion de suplicacion en poder de Juan Thomas Carboni, secretario de dicho Real Consejo, y de dicha acusasion contra dicho doctor Gavino Nurri en poder del atuario Fenuchu con sedula de la oblata 20 de marzo. Por ende suplica a vuestra excelencia se.sirva, amitida la recusasion de dichos nobles y magnificos y de dicho doctor Gavino Nurri, se.sirva mandar se nombren otros en su lugar no sospechosos a l.exponiente, y que en lo interpendente la desision de dichas recusasiones y nueba nominacion de examinadores no se mobe cosa alguna sub militari decreto officium et cetera, salvis et cetera pro testum et cetera. Altissimus Manconi. / Intervento dell'avvocato fiscale Giovanni Battista de la Matta. c. 194 Excelentissimo sefior virrei, lugartiniente y capitan generai y presidente en este real y general Parlamento. Los procuradores fiscales de la regia corte y real patrimonio dizen a vuestra excelencia que por lo mismo que allega Miguel Angel Taleri en nombre de procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, deve vuestra excelencia servir.se repulsar el voluntario dessentimiento que ha propuesto con motivo que en el Rea] Consejo se detuvo iustis ex causis la del reo Juan Domingo Meloni de Sorradili, que aquel quiso repetir denegando.se.le la suplicagion a la Sala Civil, pues se le impuso en la peticion de aquella la cruz de Santa Eulalia, porque haviendo.se propuesto la instancia en juhisio ordinario no se esta en terminos de gravamen reparable en Curia, ni puede aquel valer.se del remedio subsidiario, no constando de notoria injustigia, y aun dado caso que contasse lo que se tinga por razon de la dicha suplicagion tambien no tiene derecho para el dessentimiento segun inumerables decissiones que trahe en semejantes casos el sefior Dexart aun contra la 398 misma curia de Villa Sor, y negar esta que vuestra excelencia no pudo por justas causas retener.se el conosimiento de la del reo citado es lo mismo que no querer confessar la suprema jurisdision y regalia que a los senores reies les queda contra los barones y sus vasallos en muchos casos, la qual no es prescribible por ser la forma substangial de su real cetro y corona e inseparable de la persona. Y por estos motivos devia llamado procurador de causas agradeser el motivo en cuia farsa se le denegó la remision, que no tiene obligacion el principe de manifestar.los, y mucho mas quando vuestra excelencia, sin conoser.se en el consejo de los excessos y delictos atroces d.este reo que fue preso por un delegado de vuestra excelencia, se sirva mandar.Ie imbarcar. Pues havendo.lo hecho antecedentemente el excelentissimo conde de Altamira, antecessor de vuestra excelencia, sin permiso se restituhió al reino infettando varios / lugares con sus hurtos y enormes c. 194 v. excessos, no hallando en los ministros baronales el justo y devido cuidado que era menester para prender.le y castigar.le conforme sus meritos, passeando publicamente en los lugares y territorios baronales, de que resulta que esta Curia tiene mas que agradar que quejar.se del tenor de la sentencia y motivos d.ella. Por todo lo qual y demas que es hecho y derecho, suffraga presentando con esta una fehe dada por el secretario Juan Thomas Carboni por orden de vuestra excelencia, pedimos y suplicamos a vuestra excelencia se sirva declarar que no procede el citado dessentimiento sobre no haver.le propuesto persona legitima mandando se passe adelante en el progresso d.este real y generai Estamento, lo que suplicamos non solum modo dicto sed et alio quorum meliori modo, iuribus suis senper salvis et cetera. Altissimus. De la Matta Regii Fisci et Patrimonii advocatus. / Relazione di Giovanni Tommaso Carboni; segretario del Regio Consiglio. En ejecussion de la orden de su excelencia a mi dada, instando don Sebastian c. 195 Sifola, procurador fiscal de la regia corte, y Luis de Medina, procurador fiscal patrimonial, certifico y doi fe y testimonio de verdad yo nottario y secretario bajo escrito, de como haviendo regonocido el [lado] de la sitiada donde se assientan los presos que entran y salen de las reales carceles de San Pancrassio, que corre a mi cargo en la Secretaria del Crimen, hallo que en los 25 de junio del ano 1694 Juan Domingo Meloni de la villa de Sorradili que estava detenido en dichas carceles salió de ellas, y fué embarcado fuera de este reino de orden del excelentissimo sefior conde de Altamira, que entonzes era virrei y capitan generai de este dicho reino, de cuio orden estava assi detenido sin hallar.se en dicho libro expressado el tiempo por el qual fué embarcado. Y haviendo tambien reconossido los autos de los progessos que contra dicho Meloni se han fulrninado, y se encuentran en dicha 399 Secretaria Criminal, hallo que Joseph Ignagio Folla, official de la encontrada de Parte Barigadu, en virtud de lo que se le ordenó por dicho excelentissimo serior conde de Altamira, con su carta de los 30 del mes de noviembre de dicho dio 1694, passó a recivir informacion sobre varíos cavos que por el substituto de procurador fiscal de la regia Corte se presentaron contra Joseph Meloni, Pedro Perdígue, Pedro Meloni Garau, Salvador Meloni, Marco Meloni, Francisco Meloni menor y Juan Meloni de la dicha villa de Sorradili. Y contra el referido Juan Domingo Meloni, imputando.se a este varios delictos, y entre otros que con c. 195 v. otra gente de compaflia disparó dos arcabusassos a Miguell/ Podda, sobre el qual delitto se continuaron algunos autos en el ano 1683 por los ministros ordinarios de la sobredicha encontrada, que haviendo.los reconogido por hallar.se acumulados a los de dicha informagion no ballo en ellos sentencia absolutoria ni condemnatoria de los reos. Tambien se le imputa de que en aiios passados robó con otros la tienda de Juan Piras negogiante de Oristan en la fiesta del glorioso San Quirigo, un acto de ovejas de Juan Fadda de la villa de Boroneddu, un acto de cabras de Juan Deometrio Salis de la villa de Orgosolo, un acto de ovejas de Joseph Porcu Marcello de Fonni, ducientas ovejas de Juan Domingo, Salvador y Juan Baptista Melis maltratando a este de varios golpes, el cavallo de Juan Pinna de la villa de Ardauli; una vaca manza de Juan Miguel de Palmas; una hiegua y protranca de Salvador Marceddu; dos urcas y dos boeies del mesmo, vendiendo los boeies en la Qiudad de Sasser con bolletin falso, y una manada de hieguas de la villa de Arzana que les aprenciono el tunc official Antonio Benedetti quondam. Y despues de esta informacion no he incontrado ni en dicho processo ni en ningun libro de resoluciones de que al antedicho Juan Domingo Meloni se le baia permitido lissencia de restituir.se a este reino, antes bien balle que la noche de los 13 del mes de marzo del dio cercapassado 1697, el noble don Felis Salaris con poder de su excelencia prendió en la villa de Nuguedu al mismo Juan Domingo Meloni, y el sobredicho Joseph Igna0o Polla, obedeciendo lo que se le ordenava con la orden despachada del real Consejo por Cancilleria en los 6 del mes de abril del ano citado 1697; re0c. 196 vio2/ tambien la informacion sobre muchos cavos que por el substituto de procurador fiscal de la regia corte se presentaron contra el antedicho Juan Domingo Meloni, y contra Juan Antiogo Meloni de la dicha villa de Sorradili, en los quales no solo se le imputó los delictos arriva referidos de los robos de la tienda de Juan Piras, del hurto de las ovejas de Juan Fadda, de las ovejas de Joseph Porcu Marcello, de las cabras de Juan Deometrio Salis, de los boeies de Salvador Marceddu, y de las hieguas de la villa de Arzana, sino tambien el de haver sido siempre dicho Juan Domingo hombre de mala vida, fama, costumbres y operniones empleando.se en hurtar de todo genero de ganado, que siempre llevava cavalIl nome Miguel è ripetuto a c. 195 v. verbo reiivio è ripetuto a c. 196. 2 II 400 los, boeies, hieguas y pollinos hurtados y con diferentes marcas, y ha tenido en su casa y rebano bandeados principalmente los de Botidda, con los quales tenia mucho trato y amistad, que haviendo sido embarcado por orden de 1.antedicho excelentissimo serior conde de Altamira a Longon, se bolvió a este reino sin cumplir el ano biviendo en la villa de Nuguedu, y refugiado en la iglesia, de la qual salia de nocha para robar todo genero de ganado, que antes y despues de la embarcassion llevava pistolas, tergetas y caravinas, que haviendo ido al gerrado donde estava Domingo Cosseddu con sus vacas porque no permitio que.le quitasse el y su compaiiia una de aquellas le dispararon un escopetazo, y quedando muerto tomaron el cadaver y poniendo.le dentro de una casa que havía llena de paja en el mismo gerrado aplicaron fuego a ella. Que defloró a su prima Clara Contu, y haviendo sido preada al'/ tiempo que parió tomó dicho Juan Domingo Meloni la creatura y la hechó en el c. 196 v. rio, donde se halló hecha en pedacos. Que disparó un arcabuzazo si bien no prendió fuego a su padre Pedro Meloni Garau. Que hurto el cavallo de su tio Juan Garao, y otros muchos delictos principalmente de hurto. Y haviendo.se remitido dicha inforrnacion a esta giudad, el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor en los 26 de dicho mes de abril presento petigion en el Real Consejo instando se remitiessen a la Curia de dicho Marquesado las causas contra los antedichos Juan Domingo y Juan Antiogo Meloni. Y por haver.le hecho contradigión e1 Real Fisco en 8 de julio de dicho ano se declaró que iustis ex causis se devian de retener en el Real Consejo los processor contra dichos Meloni para conoger de sus meritos, y aunque en los once del mismo mes se dió peticion por el mismo procurador de causas en la que suplicava de la dicha declaragion, no se la admitió porque se puso en ella la cruz de Santa Eulalia. Y haviendo tambien reconocido el libro de la sitiada del dicho afio mas cercapassado halló que dicho Juan Domingo Meloni en el mes de agosto de dicho afio se embarcó fuera de este reino por orden de su excelencia sin hallar.se expressado por quanto tiempo, y sin haver.se passado a deposar al dicho Meloni sobre los cargos que se le pretendian; y todos los autos fulminados contra el mismo Juan Domingo Meloni, y todos los demas arriva referidos no he encontrado ninguna peticion del procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, en la qual baia instado la remission de dichos autos a.su curia, mas que la arriva he kalendado2,/ y otras dos que presentó antes de la referida c. 197 declarassion, segun de todo es de ver en los dichos autos y libros de sitiada a los quales siempre que fuesse menester me refiero. En fe y testimonio de lo qual doi la presente certificassion, hoi en Caller y marzo a 22 de 1698. Ita est et cetera. Ioannes Thomas Carboni Regii Concilii secretarius. / 1 2 I1 termine al è ripetuto a c. 196 v. II termine kalendato è ripetuto c. 197. 401 c. 186 Iussit denuo dictum conventum, sive iunctam dicti dissentimenti disolvi et mandavit congregari iudices nominatos per declarationem greugis, sive dissentimenti positi per reverendum utriusque iuris doctorem et canonicum don Antonium Laurentium Paderi, canonicum venerabilis Capituli arborenl, et sindicum eiuc.186 v. sdem in praesenti regio et generali / Parlamento qui paulo post accesserunt ad dictum regium palatium et aulam, et sederunt omnes forma seguenti, scilicet: dictus excellentissimus praeses in sua cathedra sub peristromate et in subsellio prope parietem, ad dexteram suae excellentiae nobilis et magnificus don Franciscus Pastor regiam Cancellariam regens, et ad eius latus nobilis et reverendus arquipresbiter don Ioannes Antonius Martínez, et ad latus istius nobilis et magnificus don Simon Soro, et ad eius latus iuris utriusque doctor Franciscus Ruxotto, et ad latus istius nobilis et magnificus don Iosephus Ferrndez de Moros, et ad eius latus nobilis don Félis de Liperi Zonza, sindicus magnificae civitatis Saceris; et in alio subsellio ad sinistram suae excellentiae spectabilis don Thomas de Litala, nobilis et reverendus canonicus et deccanus don Franciscus Magio, nobilis et magnificus don Franciscus Rogger, iuris utriusque doctor Gavinus Nurra, nobilis et magnificus don Gaspar Berruesso et Carnizer, nobilis don Franciscus de l.Arca sedentes isti unus post alium omnes iudices examinatores ad declarationem praelibati dissentimenti electi et nominati tam per Regiam Curiam quam per tria Stamenta, nempe dicti nobiles et magnifici regi consiliarii de Litala, Soro, Rogger, Fernúidez de Moros et Berruesso et Camizer pro parte Regiae Curiae. Dicti nobiles et reverendi Martínez et Magio proparte illustrisimi Stamenti eclesiastici. Dicti utriusque iuris doctores Ruxotto et Nurra pro parte multum illustris Stamenti militaris, et dicti nobiles de Liperi Zonza et de 1.Arca pro parte illustris Stamenti regalis, et prosecuentes declarationem antedicti dissentimenti per dictum nobilem et reverendum utriusque iuris doctorem don Laurentium Antonium Paderi positi cum sua schedula oblata in dicto regio et generali Parlamento, die vigesima praedictorum mensis et anni, respectu nominationis provisoris dissentimentorum factae in persona nobilis et reverendi don Antonii Massonez canonici sanctae ecclesiae alen causis et rationibus in ea expressis, auditoque advocato dicti reverendi nobilis de Paderi et rationibus per eum allegatis, tam de iure quam de facto. / Allegato 1. c. 190 Excelentissimo seiior virrei, lugartiniente y capitan generai y presidente en estas Cortes. Don Antonio Massones canonigo de la santa iglesia de Ales dize que por maior numero de votos ha sido elegido provisor de greuges por el illustrissimo i Così nel testo, invece di arborensis. 402 Estamento eclesiastico en este Parlamento generai, que su magestad, Dios le guarde, ha mandado celebrar. Deste nombramiento y elecion se ha quejado y puesto disentimento don Lorenso Paderi canonigo arborenl y sindico de aquel Cabildo, con motivo de que siendo su iglesia mas preheminente devia nombrar.se el y no el suplicante en este oficio, mayormente haviendo tenido paridad de votos como sea que si bien el supplicante supero a los de dicho Paderi en tres, no serian estos considerables respeto de ser de personas proprias que no mejoran ni aumentan el numero de vottos para la eleción, y concluie pidiendo se deva reparar su agravio / con mandar se suspenda la elecion del supplicante, y se de oxervacio a su persona en esta ocupacion que suppone ser.le tan devida. Y respondiendo el suplicante esta instancia, dize que en ninguna manera justifica don Lorenzo el agravio en que funda su queja, pues assentada su proposicion vendria por consiguiente a negar los effectos de la elecion que es acto facultativo y no necessario, como lo seria si el nombramiento se huviesse de hazer en su persona por sindico del Cavildo arboren2, que por necessidad seria a su favor, y pudo don Lorenzo dissuadir.se d.esta queja con facultad se huviera recurrido a lo que en semejante caso queda decidido y declarado. Sin que favoresca ni mejore su pretencion de que se hallaria en paridad de votos porque es assercion voluntaria, haviendo.le excedido el suplicante en tres a qui.en.es no excluia su calidad de parientes que oppone / don Lorenzo que es la oppinion mas seguida y apoyada y la que ha tenido inconcussa practica en semejantes eleciones hechas en Cortes donde sin disputa alguna ha corrido la elecion de quien ha tenido maiores votos sin reparar en la calidad de parentesco, que en este caso no es considerable. Ultra de que el supplicante haun valiendo essa razon sin periuicio de su justicia vendria a superar.le a don Lorenso en un voto, que fue el del doctor don Gavino de Aquena procurador de don Ignassio Massones a qui.en no puede escluir por pariente, porque haviendo dado su poder sin limitacion alguna a persona que no tiene parentesco con el supplicante no puede considerar.se voto inhabil y vendria por consiguiente a exceder.le en numero de votos. Esto solo se ha hecho para maior justificacion del supplicante y de la pocca que assiste a.don Lorenzo en su queja, como sea que el conocimiento de si sea o no valida la eleion hecha en el / illustrissimo Estamento eclesiastico considera el supplicante pertenece al jues eclesiastico, a qui.en deviera don Lorenzo acudir si jusgara estar agraviado. No siendo perculiar de vuestra excelencia mas que el conocimiento de si en este caso y nombramiento se ha contravenido a capitulo de Corte o privilegio, que favoresca a don Lorenso en el refferido nonbre. 1 Così nel testo, invece di arborense. Idem. 403 c. 190 v. c. 191 c. 191 v. Por todo lo qual y dema's que favorece a esta parte a don Antonio Massones, suplica se serva despreciar la instancia y queja de don Lorenzo, declarando si menester fuesse que su dissentimiento no ha lugar no procede et haec, officium, salvis. Altissimus. El doctor Melchior Pirella. / Et etiam audíto nobili et magnifico advocato fiscali Regiae Curiae, et Regii Patrimonii, et rationibus per eum deductis: Allegato 2. c. 192 Excelentissimo senor virrei, lugartiniente y capitan generai y presidente en este real y generai Estamentol. Los procuradores fiscales de la regia corte y real Patrimonio dizen a vuestra excelencia que no procede el dissentimiento propuesto por el noble y reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, corno a sindico del Cabildo de la santa iglesia Arborea, con motivo de no haver quedado eligido por el illustrissimo Estamento ecclesiastico por provisor de greuges, y que lo fue el reverendo canonigo don Antonio Massones sindico de la de Ales, iiglesia mens preheminente pues si tuvo maior numero de votos furon inhabiles, quedando protestada de nulla la election, y attendida essa inahabílidad quedarian los votos iguales y por consiguiente la election quedaria por parte del dicho reverendo Paderi por la maior preheminencia de la iglesia que representa. Porque sobre no quejar.se de gravamen reparable in Curia por operacion de su magestad, Dios le guarde, de vuestra excelencia, o de ministros superiores vulneratos de algun real privilegio y tener decission de Cortes contra si en terminos de sindico de su mesma iglesía por ser acto voluntario la election segun pratica de los Estamentos no le aprovechan su protesta ni la pretendida inhabilidad de suffragios por obstar.le la disposition de derecho, y las mismas razones y documentos de que se vale; por lo que y demàs que en hecho y derecho, suffragan a favor d.esta parte suplicante a vuestra excelencia se sirva repulsar el referido voluntario y nullo desentimiento, mandando se passe adelante en el progresso d.este real y genera] Parlamento que para elio pedimos justicia, omni meliori modo et cetera, officium et cetera, salvis et cetera, iuribus suis, semper salvis et cetera. Altissimus. De la Matta Regii Fisci et Patrimonii advocatus./ Così nel testo, invece di Parlamento. 404 Fuit conclusum per Suam Excellentiam et iudices examinatores modo et forma c. 186 v. seguenti. Y primeramente el noble y magnifico doctor don Francisco Pastor regente la Real Cancelleria, es de voto y parezer que no procede el greuje propuesto por el dicho reverendo doctor y canonigo don Lorenso Antonio Pader, sindico del venerable Cavildo de la santa yglesia de Arborea, porque no es greuge y por consiguiente no/ puede c. 187 ser reparable en las Cortes porque el nombramiento de provisor de greujes es acto electivo y facultativo del illustrissimo Estamento eclesiastico, el qual sin discrepancia de votos embio la embaxada su excelencia con el nombramiento de provisor de greujes hecho en persona de dicho noble y reverendo canonigo don Antonio Masones, y fue aprovado por su excelencia tomo presidente de Cortes, y por consiguiente fue acto de Cortes. Y porque el dicho reverendo canonigo don Antonio Masones tubo a su fabor la mayor parte, no obstante el partentesco de los tres que concurrieron con esta calidad, porque sus votos quedaron habilitados y aprobados para todos los actos de las Cortes en la Junta de h abilitadores. Y porque haviendo puesto el dicho noble y magnifico abogado fiscal la excepcion de cosa iuzgada que obstava al dicho reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, por razon de haver.se declarado en las Cortes del excelentissimo serior duque de Gandía, que no procedia el greuge que propuzo el procurador del venerable Cabildo de Alborea por haver nombrado el illustrissimo Estamento eclesiastico por provisor de greujes al procurador del venerable Cavildo de Ampurias, debiendo.se nombrar a el por la precedencia de sus Cavildo de Arborea, fundando.se la decision en ser acto voluntario el de dicho nombramiento; es claro que a dicho don Lorenzo obstava la excepcion de cosa iuzgada porque interpretativamente concurrían en el caso presente el mismo juez, las mismas partes, la misma acion y la misma cosa. Y porque siendo acto voluntario y electivo, aun quando hubiesse discrepancia de votos no se debian excluir los parientes pues la misma razon de ser acto facultativo excluia la precedencia y el parentesco. Y porque el agravio que pretende haver.le hecho el illustrissimo Estamento eclesiastico no se podía conozer sin conozer el derecho del tercero, esto es del dicho don Antonio Masones, que fue elegido y en este caso no puede ser reparable en las Cortes el greuge propuesto, contra el illustrissimo Estamento eclesiastico. Y porque componiendo.se los brazos que representan el reyno de personas selectas y nobles, no puede ser que dexen de ser parientes muchos de los votos por casar siempre los nobles con lo nobles, y recivirian si esto fuesse nullidad gran turbación los actos de las Cortes, y tratando.se en ellas de la causa publica del primer grado, no se debe dar lugar a greujes de tan poco fundamento que suspenden el progresso de las Cortes, y solo debieran admitir.se los greujes notorios. El expetable don Thomas de Litala, governador de los Cavos de Caller y Gallura fue del mesmo voto del dicho noble y magnifico regente la Real Cancelleria. / El reverendo don Juan Antonio Martinez fue del mismo voto de dicho noble y c. 187 v. 405 magnifico regente. El reverendo doctor don Francisco Magio fue del mismo voto. El noble y magnifico doctor don Simon Soro fue del mismo voto, aunque no aprovó el motibo de la cosa iuzgada. El noble y magnifico don Francisco Roger fue del mismo voto y parezer de dicho noble y magnifico regente. El doctor Francisco Ruxotto fue del mismo voto, y solo aprovó la cosa iuzgada en parte. El doctor Gavino Nurra fue del mismo voto y parezer de dicho noble y magnifico regente. El noble y magnifico don Joseph Fernandez de Moros fue del mismo voto y parezer de dicho noble y magnifico regente. El noble y magnifico don Gaspar Berruesso y Carnizer fue del mismo voto y parecer de dicho noble y magnifico regente. El noble don Feliz de Liperi Zonza fue del mismo voto y parecer de dicho noble y magnifico regente. El noble don Francisco de Larca fue del mismo voto y parecer del noble y magnifico regente. / c. 188 Iesus Christus El excelentissimo senor don Joseph de Sola, Valderabano, Davila, Pachecho, Giron y Enriquez, conde de Montellano, y adelantado de Jucatan et cetera, del Concejo de su magestad, virrei, lugartiniente y capitan generai del presente reyno de Cerdefia, y presidente en este real y genera! Parlamento, sobre el greuge puesto en el ilustrissimo Estamento ecclesiastico por el reverendo doctor y canonigo don Lorenzo Antonio Paderi, sindico de venerable Cabildo de la santa metropolitana iglesia de Arborea, por razon del nombramiento de provisor de greuges hecho por dicho ilustrissimo Estamento ecclesiastico en persona del reverendo canonigo don Antonio Masones, haviendo visto los motivos que slega en la peticion en que propuso el greuge, y oydo a su abogado y tambien lo que ha alegado contra dicho greuge el dicho reverendo canonigo don Antonio Masones y su abogado por escrito, y el noble y magnifico doctor don Juan Bautista de la Mata, haziendo oficio de fizcal, como a mas antiguo de la Sala Criminal por el impedimento de los otros in voce, teniendo a Dios nuestro senor ante sus ojos, de donde procede todo recto y verdadero juyzio, siguiendo los votos conformes de los juezes nombrados c. 188 v. por su excelencia, y por los tres Brazos / del remo para la declaracion d.este greuge, pronuncia, sentencia y declara que no es greuge y por consiguiente que no es reparable en las Cortes. Hanc et cetera, non obstantibus et cetera. El conde de Montellano adelantado de Jucatan et cetera. Vidit Pastor regens. 406 Lecta et promulgata fuit supradicta sententia sive declaratio per suam excellentiam et in eius personam per nobilem et magnificum iuris utriusque doctorem Franciscum Pastor Regiam Cancellariam regentem, de qua eius mandato, lecta et publicata fuit in aula magna regii palatii per me secretarium infrascriptum die vigesima secunda et bora octava cum uno quadrante praesentis mensi martii 1698 Calari, instantibus et requirentibus nobili don Sebastiano Sifola et Ludovico de Medina procuratoribus fiscalibus et Regiae Curiae et Regii Patrimonii, aliis partibus absentibus, praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Bautista Pilo publico notarlo et Demetrio Brazo Cavada Cavada' notai-io istius civitatis, nec non Constantino Pirella substituto portarii Regiae Camerae qui massam extulit, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / Publicatio vero praedictae sententiae fuit dicto et eodem die, horaque praesenti c. 189 intimata et notificata reverendo canonico don Antonio Masones per Bachisium Mallony regium alguazilem sic refferentem et cetera. Didacus Liliu secretarius. Et pariter dicto et eodem die et hora fuit publicatio praedictae sententiae, intimata et notificata nobili et reverendo doctori et canonico don Laurentio Antonio Paderi per Ioannem Antonium Solinas regium alguazilem sic referentem et cetera Didacus Liliu secretarius. / 1698 marzo 24, Cagliari 185 Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 5 aprile, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. Et adveniente die lunae intitulata vigesimo quarto praesentis mensis martii laben- c. 198 tis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi Calari; assignata et diputata ad celebrationem regii et generalis Parlamenti, constitutus personaliter nobilis et magnificus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor Regiam Cancellariam regens in ecclesia metropolitana primatiali calaritana, et ante theatrum ubi solitum est dictum regium et generale Parlamentum celebrare, nomine et pro parte suae excellentiae fecit prorogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, illius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in praesenti regio et generali Parlamento, i Così nel testo. 407 causis et rationibus suae excellentiae bene visis prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem sabati intitulata quintam mensis aprilis proximi venturi labentis anni, habilitando etiam praedictam diem sabati ad effectum celebrandi praefatum regium et generale Parlamentum et sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum»; mandans mihi secretario infrascrito de his omnibus praesens conficere instrumentum. Praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Ordiz publico notario et Demetrio Brazo Cavada notario, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. 1698 aprile 5, Cagliari 186 Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 7 aprile, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. c. 198 v. Et adveniente die sabati intitulata quinta praesentis mensis aprilis labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi ottavi Calari, assignata et diputata ad celebrationem regii et generalis Parlamenti, constitutus personaliter nobilis et magníficus utriusque iuris doctor don Franciscus Pastor regens Regiam Cancilleriam in ecclesia metropolitana primatiali calaritana, et theatrum ubi solitum est díctum regium et generale Parlamentum celebrare, nomine et pro parte suae excellentiae fecit prorogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, eius prorex locumtenens' / et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in hoc regio et generali Parlamento, causis et rationibus suae excellentiae bene visis prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem lunae intitulatam septimam dicti praesentis mensis aprilis, habilitando etiam praedictam diem lunae, quia feriata est, ad effectum celebrandi praedictum regium et generale Parlamentum et sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum»; mandans mihi secretario infrascripto de his omnibus praesens conficere instrumentum. Praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Pilo et Ioanne Baptista Ordiz publicis notariis istius civitatis Calaris et in suburbiis Leapolae et Villae Novae respective domiciliatis, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / Il termine locumtenens è ripetuto alla c.198 v. 408 1698 aprile 7, Cagliari 187 Francesco Pastor, reggente la Reale Cancelleria, in nome e per conto del viceré proroga il Parlamento al giorno 8 aprile, senza che siano interrotte le abilitazioni in corso di svolgimento. Et adveniente die lunae intitulata septima praesentis mensis aprilis labentis anni c. 199 millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi Calari, assignata et deputata ad celebrationem regii et generalis parlamenti, constitutus personaliter nobilis et magnificus iuris utriusque doctor don Franciscus Pastor Regiam Cancilleriam regens in ecclesia metropolitana primatiali calaritana, et ante theatrum ubi solitum est dictum regium et generalem Parlamentum celebrare, nomine et pro parte suae excellentiae fecit prorogationem sequentem: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio sacrae catholicae regiae maiestatis, illius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in praesenti regio et generali Parlamento; causis et rationibus suae excellentiae bene visis prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem martin intitulatam octavam praesentis mensis aprilis labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, sine praeiudicio habilitationum militum faciendarum»; mandans mihi secretario infrascripto de his omnibus praesens conficere instrumentum. Praesentibus ibidem pro testibus Ioanne Baptista Ordiz publico notario et Hieronymo Floris notario praesentis civitatis, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 1698 aprile 8, Cagliari 188 Il viceré conte di Montellano, riunito in giunta nel regio palazzo con i ministri di giustizia e del patrimonio, mentre í tre Stamenti si trovano convocati nelle loro rispettive sedi, riceve Michele Angelo Talerio, procuratore delle cause del marchesato di Villasor, con il quale concorda un atto di composizione del greuge. In base all'accordo il viceré si impegna ad inserire il greuge nel processo delle Corti e a trasmetterne copia al sovrano che deciderà in merito. In attesa della decretazione regia, la sentenza del Regio Consiglio non sarà di pregiudizio alla giurisdizione baronale e i lavori parlamentari proseguiranno regolarmente. Il viceré nomina come ambasciatori don Francesco Rogger e don Giuseppe Fernandez de Moros, perché comunichino agli Stamenti la composizione del gravame invitandoli quindi a votare il servizio. Eseguito quanto disposto dal conte di Montellano, gli ambasciatori riferiscono che gli Stamenti si sono congratulati per la composizione del greuge e 409 che passeranno subito a votare il servizio di cui daranno conto con proprie ambasciate. Subito dopo arrivano al palazzo regio, dove il viceré è riunito in giunta con i ministri di giustizia e del patrimonio, i dottori in diritto Filippo Antonio Aurame e Francesco Ruxotto, avvocati della città di Cagliari e, per voce dell'Aurame, fanno presente che il sindaco della città di Cagliari', in qualità di rappresentante della cittadinanza, deve avere nelle riunioni il suo voto distinto da quello del giurato in capo, che ne ha diritto come prima voce dello Stamento reale, e ciò in virtù dei privilegi di Barcellona, accordati a suo tempo alla città di Cagliari; e sempre rispettati nelle Corti precedenti. Il viceré convoca allora don Felice de Liperi Zonza e don Francesco de l'Arca, rispettivamente sindaci delle città di Sassari e di Alghero, che si esprimono a favore della distinzione dei due voti. Il viceré quindi, sentito quanto hanno riferito gli avvocati della città di Cagliari e i sindaci delle città di Sassari e di Alghero, col parere favorevole dei ministri di giustizia e del patrimonio, si dichiara favorevole al mantenimento dei diritti del giurato in capo della città di Cagliari e dispone che una copia della risoluzione venga consegnata allo Stamento reale. Subito dopo giungono gli ambasciatori dello Stamento militare, don Lorenzo Sanjust e don Giovanni Angioy che, per voce del primo, comunicano al viceré il loro gradimento per la composizione del gravame "Villasor" e si dichiarano disposti a votare il real donativo chiedendo nel contempo che il viceré voglia prendere in considerazione le loro richieste contenute nelle carte che presentano. Il viceré dichiara che prenderà visione delle carte e risponderà quindi con una apposita ambasciata. Dopo aver esaminato le richieste, il viceré invia Gaspare Berruesso Carnicer e don Giovanni Battista de la Matta presso lo Stamento militare perché consegnino la risposta. Al ritorno riferiscono che lo Stamento risponderà con apposita ambasciata. Verso le nove e mezzo della notte arrivano gli ambasciatori dello Stamento ecclesiastico nella persone di don Lorenzo Padert, canonico della chiesa di Arborea e sindaco dello stesso capitolo, e di don Giovanni Maria Garrucho, arciprete e sindaco della chiesa di Ampurias, che si dichiarano compiaciuti per la composizione del gravame "Villasor" e di essere disposti ad offrire, iniziando dal presente anno 1698, 7000 scudi ogni anno per 10 anni, di cui 4000 da pagarsi in contanti e 3000 compensati dalle franchigie sulle "sacche" di grano delle rendite ecclesiastiche. Lo Stamento supplica inoltre che gli venga condonato il donativo non ancora pagato e che gli vengano concesse le suppliche concordate con gli altri ordini, in particolare quelle relative alla concessione del cavalierato ad Alfonso del Vecchio e ad Alessio Ferreli, 410 rispettivamente avvocato e segretario dello Stamento, e quella riguardante la richiesta di grazia per Giovanni Angelo Sulis, essendo venuta meno l'accusa di parte. Il viceré dichiara di gradire l'offerta e promette di adoperarsi perché il sovrano accolga le suppliche; in particolare per quella relativa a Giovanni Angelo Sulis assicura che, dopo aver preso visione delle carte risponderà con un'apposita ambasciata (nota A). Subito dopo il viceré dispone che gli ambasciatori regi, Berruesso Carnicer e della Matta, si rechino presso lo Stamento ecclesiastico per comunicare la concessione della grazia al Sulis e il condono del donativo arretrato. Lo Stamento, attraverso i suoi ambasciatori, don Giovanni Antonio Martinez e don Francesco Magio, ringrazia il viceré per le grazie concesse e per aver accettato il "corto servizio". Il viceré invia quindi don Martino Vila e don Filiberto Espin de Cobacho come ambasciatori presso lo Stamento reale per recapitare la richiesta del donativo; lo Stamento risponde che voterà al più presto il servizio. Verso le undici della notte gli ambasciatori dello Stamento militare, don Francesco Sanjust e don Antioco Nin, a conferma della loro lealtà e fedeltà al sovrano, comunicano l'offerta votata, e chiedono nel contempo che, oltre alle suppliche concordate con gli altri Stamenti, il viceré tenga presente i meriti di don Giovanni Battista Galcerin Forteza, avvocato dello Stamento militare, in vista dell'assegnazione della plaza civil, vacante per la nomina di Simon Soro a reggente provinciale del Consiglio Supremo di Aragona; consegnano inoltre un memoriale di don Giovanni Battista Manca de l'Arca. Mezz'ora dopo arrivano come ambasciatori dello Stamento reale, don Francesco Esgrecho e don Felice de Liperi Zonza, rispettivamente sindaci delle città di Cagliari e di Sassari , i quali presentano l'offerta di 11.500 scudi annuali per un decennio (all. B). Chiedono inoltre che le spese per la celebrazione del Parlamento siano, come sempre, a carico del sovrano, che si faccia la numerazione dei fuochi e che vengano accolte le suppliche che presentano. Il viceré risponde di gradire l'offerta e promette che si adopererà per l'accoglimento delle suppliche presentate dallo Stamento. Verso la mezzanotte arrivano gli ambasciatori dello Stamento militare che ringraziano il viceré per l'accettazione del donativo e per aver perdonato il nobile don Giovanni Battista Manca de viceré esprime il suo compiacimento per le attenzioni rivoltegli dallo Stamento e promette che cercherà di favorirlo nella concessione delle suppliche. La giunta viene sciolta e il Parlamento viene prorogato al giorno successivo 9 aprile; si dà poi incarico a don Antioco Satta, alguazile maggiore, di comunicare la decisione viceregia agli Stamenti. 411 c. 200 c. 200 v Et adveniente die lunae intitulata octava praesentis mensis aprilis labentis anni millesimi sexcentesimi nonagesimi octavi, Calari; constitutus personaliter excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, de Concilio Sacrae Catholicae et Regiae Maiestatis, eius prorex, locumtenens et capitaneus generalis praesentis Sardiniae regni, et praeses in praesenti regio et generali Parlamento, in quadam aula regii palatii in qua audientia solet habere et existit pro celebratione dicti regii et generalis Parlamenti, una cum nobilibus regiis ministris Iustitiae et Patrimoni sedentibus, scilicet suae excellentiae in sua cathedra, et ad eius partem dexteram, in quodam subselío prope parietem, don Francisco Pastor Regiam Cancilleriam regente, don Georgeo Cavazza, decano Regii Concilii, assistente pro advocato fiscali Regiae Curiae, et ad latus istius don Iosepho Fernandez de Moros quem sequebatur don Martínus Valonga, et ad latus istius don Gaspare Valerio Alciattor, quem sequebatur don Ioannes Baptista de la Matta; et ad istius latus don Martino Vila, et ad latus istius don Francisco Quesada, et ad sinistram sedentibus in alio subselio don Thoma de Litala et Dexart, gubernatore Capitum Calaris et Galurae; don Francisco Rogger, regio procuratore; don Gaspare Berruesso et Carnizer, magistro rationali; don Emanuele de Litala Regiam Thesaurariam regente, et don Philiberto Espin de Cobacho advocato fiscali patrimoniali, ordine assueto in praecedentibus congressis descripto, praesente infrascripto secretario congregatisque tribus Stamentis ecclesiastico, militari et regali in suis locis et in praedictis congressibus ennarratis, ut moris est, ad sonum campanae, regium et generale Parlamentum repraesentibus habitisque nonnullis coloquiis per suam excellentiam et regios ministros fuit conclusum: que Miguel Angel Thalerio, procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, entrasse para representar lo que quiziere en la junta. Entró aquel y dixo que supplicava que el papel y aucto se havia de hazer por razon del ajuste del greuge por el propuesto, se inserte en el processo de las Cortes y se le dé copia. Y su excelencia mandó que aquel se.inserte en los auctos de dicho processo, y se le dé dicha copia, y el papel que se hizo es el que se sigue. Haviendo propuesto el procurador de las causas del marquesado de Villa Sor un greuge de la sentencia, con que la sala eliminai de esta Real Audiencia le negó / la restitucion de la persona de Juan Domingo Meloni su vassallo preso en las reales carceles, y de los procedimentos que hizo contra él deteniendo.se la causa ex causis bene visis, y de haver puesto la cruz de Santa Eulalia, en la peticion de la supplica de dicha sentencia se ha convenido y ajustado que se aparta de dicho greuge, para que no sirva de embarazo a la prosequción del generai Parlamento, tornando su excelencia a su cargo poner en la real noticia de su magestad, Dios le guarde, todo lo concerniente al dicho greuge, y que la sentencia y demas procedimientos de la Real Audiencia no sirvan de exemplar contra los barones del reino, ni les cause preiuhicio asta que su magestad resuelva lo que mas combenga, y que se 412 haya de insertar en el processo de las Cortes, y que se dé copia al procurador de las causas del dicho Marquesado. Y luego nombró su excelencia por embaxadores a los nobles y magnificos don Francisco Rogger procurador real, y don Joseph Fernandez de Moros para que vayan a los tres Estamentos a fin de que pongan en noticia de ellos el ajuste del greuge propuesto por dicho procurador de las causas de dicho Marquesado de Villa Sor, dexando en cada un de dichos Estamentos un traslado de dicho papel de l.ajuste, y que passasen a votar el servicio. Y haviendo ydo a los dichos Estamentos y buelto a donde estava su excelencia, dicho noble y magnifico Rogger dixo: «Excelentissimo sefior, hemos ydo a los tres Estamentos y dado la embaxada, y entregado el papel que vuestra excelencia ha mandado, y darà la respuesta el noble y magnifico don Joseph Femandez de Moros»; el qual dixo: «Excelentissimo sefior, hemos dado la embaxada y dexado los papeles segun vuestra excelencia lo ha mandado, y han respondido que se holgavan mucho de haverse compuesto dicho greuge, y que estt promptis obedezer a todo lo que vuestra excelencia manda, y que passarún con brevedad a votar el servicio, y que con embaxada particular daran cuenta a vuestra excelencia». Y a cabo de rato vinieron a dicho real palacio y pieza en donde estava su excelencia con dichos reales ministros de Justicia y Patrimonio los doctores en derechos Phelipe Antonio Aurame y Francisco Ruxotto, abogados de la magnifica ciudad de Caller, y dixeron mediante dicho doctor Aurame que el sindico de dicha magnifica ciudad de Caller debe de tener voto en las juntas, distinto del voto del jurado en cabo, porque el jurado en cabo tiene voto como a primera voz de todo el illustre Estamento real, y el sindico como voz del pueblo de esta ciudad, y que seria monstruosidad no tener voto el sindico de la ciudad de Caller en las juntas, y por consiguiente que vendria a ser nullo todo por quanto los demas sindicos de las otras ciudades tienen voto, y que el dicho sindico siempre ha votado a parte en todas las Cortes segun los exemplares que presenta, y en virtud d.el goze de los privilegios de Barzelona. Y su excelencia respondio mediante el noble y magnifico regente la Real Cancellarla' / que hubieren dexado los exemplares que se tomaria c. 201 resolucion, y luego mandò su excelencia que hubieren venido los sindicos de las magnificas ciudades de Sacer y Alguer, don Phelis de Liperi Zonza y don Francisco de 1.Arca. Y haviendo entrado estos en la junta y representado el convenio que contiene la resolucion siguiente, y que el jurado en cabo no queria passar por el; vistos los exemplares, su excelencia mandó continuar la resolucion que se sigue. Haviendo oydo su excelencia lo que han alligado los abogados de la magnifica ciudad de Caller y los sindicos de las magnificas ciudades de Saper y Alguer, attendiendo a que convienen los sindicos de todas las ciudades del reyno y la trezena i Il termine Cancellarla è ripetuto alla c. 201. 413 c. 201 v. de la magnifica ciudad de Caller, en que el jurado en cabo de la magnifica ciudad de Caller, y el sindico quando salen de la trezena a la junta de 1.Estamento real; diga el jurado de dicha magnifica ciudad de Caller que haviendo confabulado con la trezena, el voto de la ciudad es en la forma siguiente et cetera; y que el sindico immediatamente diga: «lo que ha dicho el jurado en cabo es el voto de la ciudad de Caller», y que esto se actue y reduzga en escrito, diziendo quando salen de la trezena lo siguiente: «dixeron que el voto de la ciudad de Caller es en la forma siguiente et cetera»; su excelencia manda con acuerdo y parezer de los nobles y magnificos ministros de Justicia y Patrimonio, que el jurado en cavo de la magnifica ciudad de Caller passe por el convenio referido, sin periuhicio de los derechos que le competieren, porque assi conviene al real servicio de su magestad, que Dios guarde, y que se dé copia a l.illustre Estamento real. Y a cabo de rato vinieron por embaxadores del muy illustre Estamento militar los nobles don Lorenzo Santjust y don Juan Anjoi, los quales furon recevidos en el lugar arriba referido por los nobles y magnificos don Francisco Quesada y don Philiberto Espin de Cobacho; y se assentaron; a saber, dicho Santjust al lado del noble y magnifico regente la real Cancillería, y dicho noble Anjoi al lado del expetable governador; y dicho Santjust dio la embaxada siguiente: «Excelentissimo sefior. El muy illustre Estamento militar da las devidas gracias a vuestra excelencia de la honra que le ha hecho de haver.le participado el ajuste del greuge propuesto en dicho muy illustre Estamento por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor. Y haviendo ponderado con toda attencion la proposicion de vuestra excelencia en orden a votar el real donatibo de su magestad, dezeando hazer las demonstraciones y continuar la fineza de sus passados, si fuere possible, acude a vuestra excelencia para que se sirva dar.le alguna luz y medio para que no falte al mayor servicio de su magestad; segun mas extensamente se contiene en los papeles que presenta». Y su excelencia respondio por medio de dicho noble y magnifico regente, que estimava mucho el zelo y la attencion / de dicho muy illustre Estamento, y que es muy conforme a la inata fidelidad de tan honrrados y leales vassallos, y que vistos los papeles su excelencia respondera con embaxada particular. Se levantaron y se salieron, y fueron acompariados por dichos nobles y magnificos de Quesada y Cobacho asta el referido lugar. Y a.cabo de poco rato nombró su excelencia por embaxadores regios a los nobles y magnificos don Gaspar Berruesso y Carnizer y don Juan Baptista de la Matta, para que fuessen al muy illustre Estamento militar y llevar.le un papel en respuesta del que presento. Y haviendo ydo y buelto dicho noble y magnifico Berruesso y Carnizer dixo: «Excelentissimo sefior, hemos llevado el papel que vuestra excelencia ha mandado al muy illustre Estamento militar, y el noble y magnifico don Juan Baptista de la Matta dara la respuesta»; e1 quel dixo: «Excelentissimo sefior, el muy illustre Estamento militar responde que estima mucho la honra que vuestra excelencia se sirve hazer.le, y que con embaxada particular respondera a vuestra 414 excelencia». (Offrecimiento del Estamento eclesià'stico) Y assi que serian las nuebe y medio de la noche vínieron por embaxadores de 1. illustrissimo Estamento eclesiastico los nobles y reverendos don Lorenzo Antonio Paderi, canonigo de la santa iglesia de Arborea y sindico del venerable cabildo de aquella, y don Juan Maria Garrucho, archipreste y sindico de la santa iglesia de Ampurias, y fueron recevidos por los dichos nobles y magnificos de Quesada y Cobacho en la puerta y lugar sobredicho, y se assentaron en lugar inferior: dicho noble Paderi al lado del noble y magnifico regente, y Garrucho al lado de dicho expetable governador. Y dicho Paderi dixo: «Excelentissimo serior, el illustrissimo Estamento eclesiastico da las gratias a vuestra excelencia de la honra le ha hecho en haver.le participado el ajuste del greuge propuesto por el procurador de las causas del marquesado de Villa Sor, y obedeciendo lo que vuestra excelencia le ha mandado, ha passado a votar el servicio, y offreze servir a su magestad, Dios le guarde, por espacio de diez arios, empezando del presente 1698 con siete mil escudos cada ano; a saber, quatro mil pagados de contado y tres mil compenzados en la franqueza de las sacas de trigos de las rentas eclesiasticas, sin que una diocesi esté obligada por otra en la porcion que cupiere en cada una de ellas, y espera que su magestad y vuestra excelencia en su real nombre se dara por bien servido con este offrecimiento. Y supplica quede servido perdonar.le lo atrassado, conceder.le las supplicas en que han concordado los tres Estamentos, que van expressadas en este papel que pongo en manos de vuestra excelencia, e interponer su grande autoridad con su magestad, para que por su real clemencia se sirva confirmar.las, y honrar por especial gracia de dicho illustrissimo Estamento a su abogado y secretario, que son el dottor Alphonzo del Vechio y Alexio Ferreli con la merzed de cavalleratos, y obtorgar las demas supplicas particulares' / que van en los papeles c. 202 que assi bien pongo en manos de vuestra excelencia, segun lo espera de la real magnificencia y de la grandeza de vuestra excelencia. Y assi bien suplica a vuestra excelencia dicho Estamento se sirva hazer gracia y conceder indulto y perdon a Juan Angel Sulis, attento el desistimiento de la parte y hallar.se en travaxo muchos arios». Y su excelencia respondió por medio de dicho noble y magnifico regente que estimava mucho la fineza y zelo de dicho illustrissimo Estamento eclesiastico en este offrezimiento y servicio, que era muy conforme a sus grandes obligaciones y a la justa confianza de su excelencia, y la puede tener el illustrissimo Estamento que le assistira y acompariara las supplicas y se interpondra con su magestad para favoreer.le, y que vistos los papeles attendera a la gracia de Juan Angel Sulis que dicho illustrissimo eclesiastico pide a qui.en dara noticia con embaxada particular. ' Il termine particulares è ripetuto alla c. 202. 415 c. 202 v. Y se levantaron dichos embaxadores y se fueron, siendo acompanados asta el referido lugar por dichos nobles y magnificos de Quesada y Cobacho. Y assi que salieron dichos embaxadores, su excelencia mando a mi secretario infrascrito leer los papeles de dicho offrezimiento del servigio y supplica de dicho Juan Angel Sulis, los quales lehí en alta voz. Y son los de la nota A. Y a. cabo de poco rato su excelencia nombró por embaxadores regios a los nobles y magnificos don Gaspar Berruesso y Carnizer mestre racional, y don Juan Baptista de la Matta para que vayan al illustrissimo Estamento eclesiastico, y le participe que su excelencia ha hecho la gracia a Juan Angel Sulis, attento el desestimiento de la parte y haver.la perdido dicho illustrissimo Estamento eclesiastico, a qui.en tambien ha hecho gracia de perdonarle todo lo atrazado. Y haviendo ydo y buelto dichos embaxadores, dixo dicho noble y magnifico Berruesso y Carnizer: «Excelentissimo seflor, hemos dado a 1.illustrissimo Estamento eclesiastico la embaxada que vuestra excelencia nos ha mandado dar, y el noble y magnifico don Juan Baptista de la Matta dara la respuesta»; el qual dixo: «Excelentissimo sei1- °r, el illustrissimo Estamento eclesiastico responde que celebra con sumo gusto la aceptacion del corto servicio que ha hecho a su magestad, Dios le guarde, y rinde infinitas gracias a vuestra excelencia por lo que se ha servido favorezer.le, assi en la libertad de Juan Angel Sulis, como tambien de haver.se servido condonar.le el donatibo atrazado, esperando que vuestra excelencia se sirvira fomentar con magestad el buen exito de las supplicar generales, que en su nombre se puzieron en manos de vuestra excelencia para el logro del buen exito que solicita. Y como eclesiasticos solo les queda supplicar todos a su divina magestad se digne constituir a vuestra excelencia en los puestos de mayor altura, de que es legitimo acrehedor para favorezer mas al illustrissimo Estamento eclesiastico. Y assi que serian las diez y media de la noche vienieron por embaxadores de dicho illustrissimo Estamento eclesiastico los reverendos doctores don Juan / Antonio Martinez y don Francisco Magio, los quales fueron recevidos en el lugar acostumbrado por los dichos nobles y magnificos de Quesada y Cobacho; y se assentaron en lugar inferior: dicho Martinez al lado de dicho noble y magnifico regente, y dicho Magio al lado del expetable governador; y dicho Martinez dio la embaxada siguiente: «Excelentissimo sefior, el illustrissimo Estamento eclesiastico da las gracias a vuestra excelencia por haver.le admitido el servicio que dicho illustrissimo Estamento ha hecho a su magestad, Dios le.guarde, que si bien es corto en quantidad y alentar.le dezeo para mayor demostracion, no lo puede por el corto caudal en que se balla dicho illustrissimo Estamento, el qual tambien rinde gracias a vuestra excelencia del perdon que le ha hecho, de lo que debe de atrazado, y tambien da gracias a vuestra excelencia del perdon y gracia que ha hecho a Juan Angel Sulis, y hallando.se dicho ilustri.ssimo Estamento con este reconocimiento, no dexaii de rogar a Dios nuestro seiior para que su magestad, Dios le guarde, tenga sucession y vuestra excelencia felizes afíos de vida con aciertos y 416 ascensos». Y su excelencia respondió por medio del dicho noble y magnifico regente que agradecia mucho la fineza de dicho illustrissimo Estamento, y que dezea con mayores demostraciones favorezer.le en quanto se le offreziere. Se levantaron y se salieron, acompatiados asta el lugar referido por los mesmos de Quesada y Cobacho. Y luego nombró su excelencia por embaxadores regios a los nobles y magnificos don Martin Vila y don Pheliberto Espin de Cobacho, para que vayan a ).illustre Estamento real y le entreguen el papel que su excelencia le embia. Y haviendo ydo y buelto, dicho noble y magnifico de Cobacho dixo: «Excelentissimo setior, haviendo ydo a ).illustre Estamento real con la embaxada, segun vuestra excelencia ha mandado, hemos entregado el papel en manos de la primera voz de aquel; y la respuesta la darà el noble y magnifico don Martin Vila». El qual dixo: «Excelentissimo sehor, el illustre Estamento real da las gracias a vuestra excelencia, agradeciendo mucho la honra que le ha hecho, de Io que le ha particípado en el papel, y que luego passarà a votar el real servicio». (Offrecimiento del Estamento militar) Y assi que serian las onze algo mas o menos de la dicha noche, vinieron por embaxadores del muy illustre Estamento militar el noble don Francisco Santjust y Antiogo Nin, los quales fueron recevidos por dichos nobles y magnificos en la forma referida, y se assentaron en lugar inferior; a saver, dicho Santjust al lado de dicho noble y magnifico regente y dicho Nin al lado de l.expetable governador, y dicho noble Sanjust dixo: «Excelentissimo setior, obedesiendo dicho muy illustre Estamento militar lo que vuestra excelencia le ha mandado, ha passado a votar el real servicio en la cantidad que se contiene en este papel, que presento a vuestra excelencia, y siente como a tan fieles vassallos no poder.se manifestar con mayor demostracion; supplicando a vuestra excelencia se sirva acceptar dicho servicio y juntamente favorezer.le con las gracias que suplica de / conceder y dispenzar las c. 203 suplicas en que se han concordado los Estamentos que van expressadas en el papel que se ha puesto en manos de vuestra excelencia por el illustrissimo Estamento eclesiastico, e interponer su auctoridad para que sea de la real clemencia de su magestad aprovar.las y confirmar.las. Tambien dicho muy illustre Estamento pone a los piez de vuestra excelencia el ajunto memoria) de don Juan Baptista Manca de Larca, para que por su grandeza y en contemplacion de este Parlamento se sirva agraciar.le en la forma que reza dicho memoria), como y tambien representan a su magestad los meritos que concurren en don Juan Baptista Galcerin y Forteza, abogado del muy illustre Estamento, sirviendo.se tener.le presente en esta vacante de la plaza civil por el ascenso de ).illustre don Simon Soro a la Regencia Provincia) del Concejo Supremo de Aragon, y quando su magestad se sirva hazer merced de ella, a alguno de los nobles y magnificos ministros togados, se sirva hazer.le con la resulta». Y su excelencia respondio por medio del noble y magnifico regente la real Cancilleria que estimava sumamente el zelo con que el 417 muy illustre Estamento militar ha hecho el servicio, que es muy conforme a la iusta confianza de su excelencia y a la inata fidelidad de tan honrados y fieles vassallos, y acompafiaa las supplicas con dezeo de que el muy illustre Estamento logre su mayor combeniencia; y que, vistos los papeles de las gracias que pide, attenderà a favorezer.le. Se levantaron y se fueron, acompatiandolos asta el referido lugar dichos nobles y magnificos de Quesada y de Espiri de Cobacho. (Offrecimiento del Estamento real) Y assi que serian las onze y media, poco mas o menos, de la referida noche vinieron por embaxadores de l.illustre Estamento real Francisco Esgrecho, sindíco de la magnifica ciudad de Caller, y el noble don Felis de Liperi Sonza, sindico de la magnifica ciudad de Sacer, los quales fueron recevidos en el referido lugar por dichos nobles y magnificos de Quesada y de Cobacho. Se assentaron en lugar inferior, dicho Esgrecho al lado del noble. y magnifico regente, y dicho de Liperi al lado de l.expetable governador; y dixo dicho Esgrecho: «Excelentissimo sefior, el illustre Estamento real, dando primeramente las gracias a vuestra excelencia por el dezuelo y cuidado que pone en el real servicio de su magestad, Dios le guarde, y continuando dicho illustre Estamento con las mismas demostraciones que son de su afecto e inata fidelidad, sirve a su magestad con onze mil y quinientos escudos cada afio por un decennio, empezando la primera paga dezde este afio de 1698, segun se expressa en este papel que presento, y que los gastos de este real y generai Parlamento corran por quenta de su magestad como siempre, y que se haga numeracion de fuegos; y juntamente me manda dicho illustre Estamento ponga en c. 203 v. manos / de vuestra excelencia estas supplicas, supplicando se sirva vuestra excelencia consolar el reyno y a las ciudades, en lo que en ellas piden». Y su excelencia respondió por medio de dicho noble y magnifico regente, que estimava mucho las demostraciones del zelo en el real servicio que manifiesta el illustre Estamento correspondientes a su innata fidelidad, y attenderà mucho lo que pide para favorezer.le. Se levantaron y se salieron, y fueron acompafiados asta el lugar referido por dichos nobles y magnificos de Quesada y de Cobacho; y luego mando su excelencia a mi secretario infrascrito leer el papel del dicho ofrecimiento del real donatibo, el qual lehí en alta voz, y es el de la letra B. Y assi que serian las doze de noche, vinieron por embaxadores del muy illustre Estamento militar el noble don Francisco Sanjust y Antiogo Nin, los quales fueron recevidos en el lugar referido, y se assentaron en lugar inferior; a saber dicho noble Sanjust al lado del noble y magnifico regente, y dicho Nin al lado de 1.expetable governador. Y dixo dicho Sanjust: «Excelentissimo sefior, el muy illustre Estamento militar da las gracias a vuestra excelencia por haver.se servido aceptar el real donatibo ofrezido por el dicho muy illustre Estamento, y juntamente me manda las devidas gracias a vuestra excelencia por la singular merzed le ha hecho de haver perdonado el noble don Juan Baptista Manca de l.Arca». Y su excelencia 418 respondio por medio de dicho noble y magnifico regente que estimava mucho la attension del dicho muy illustre Estamento militar, y que dezeava favorezer.le. Se levantaron y se fueron, siendo acompaiiados asta el referido lugar por los sobredichos nobles y magnificos de Quesada y de Cobacho, y luego mandò su excelencia disolver la junta y que se fuessen todos. Y para que conste se continua el presente aucto, de quibus et cetera. Y prorogò el presente real y general Parlamento para el dia de mariana nuebe del presente mes de abril del corriente ano 1698; y dicho noble y magnifico regente la real Cancelleria en persona de su excelencia hizo la proroga en la forma siguiente: «Excellentissimus dominus don Iosephus de Soliz, Valderabano, Davila, Pacheco, Giron et Enriquez, comes de Montellano, antelatus de Iucatan et cetera, prorex, locumtenens et capitaneus generalis in praesenti Sardiniae regno, et praeses in praesenti et generali Parlamento, et in eius personam nobilis et magnificus don Franciscus Pastor, regiam Cancellariam regens, prorogat Parlamentum huiusmodi et omnes actus illius ad diem crastinam mercurii, intitulatam nonam praesentis mensis aprilis currentis anni 1698». Mandans mihi secretario infrascrito de his omnibus praesens conficere instrumentum, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. Y luego mandò su excelencia al noble don Antiogo Satta, alguazil mayor de esta ciudad, ponga en noticia de los tres Estamentos la dicha proroga'/ para que conti- c. 204 nuen en la formacion de las supplicas, de quibus et cetera. Liliu secretarius. Y a.cabo de rato hizo relación en mi poder el dicho don Antiogo, y dixo que havia puesto en noticia de las primeras vozes de dichos tres Estamentos la prorogacion del presente real y generai Parlamento que su excelencia mandò hazer para el.dia de mariana nuebe de los referidos mes y ano, y que continuassen en la formacion de las supplicas, de quibus et cetera. Didacus Liliu secretarius. / 188/1 1698 aprile 8, Cagliari Atto di composizione del gravame proposto dal procuratore del marchesato di Villasor, allegato al processo delle Corti. Die octava aprilis 1698, Calari. Haviendo propuesto e1 procurador de las causas del marquesado de Villa Sor un c. 205 greuge de la sentencia con que la sala criminal de esta Real Audiencia le negò la restitussion de la.persona de Juan Domingo Meloni, su vassallo preso en las reales carceles, y de los procedimientos que hiso contra el, deteniendo.se la causa ex Il termine proroga è ripetuto alla c. 204. 419 causis bene visis, y de haver puesto la crus de Santa Eulalia en la peticion de la supplicacion de dicha sentencia, se ha convenido y aiustado que se aparta de dicho greuge para que no sirva de embarazo a la prosecusion del generai Parlamento, tornando su excelencia a su cargo poner el la real noticia de su magestad, Dios le guarde, todo lo concemiente al dicho greuge, y que la sentencia y demas procedimientos de la Real Audíencia no sirva de exemplar contra los barones del reyno ni les cause perjuhisio, asta que su magestad resuelva lo que mas convenga. Y que se haya de incertar en el processo de las Cortes, y que se dé copia al procurador de las causar del marquesado, de quibus et cetera. Ita est. Didacus Liliu secretarius. / 188/2 A. Allegato all'offerta dello Stamento ecclesiastico. Lo Stamento ecclesiastico, nonostante l'estrema povertà in cui versa la chiesa di questo Regno, in seguito al venir meno dei .benefici e in conseguenza delle cattive annate di carestia, offre al sovrano un servizio di 7000 scudi all'anno, di cui 4000 da pagarsi in contanti e gli altri 3000 compensati dalle franchigie sulle "sacche" di grano delle rendite ecclesiastiche. Lo Stamento si augura che il sovrano si accontenti di quanto gli viene offerto e che voglia concedere le suppliche richieste, in particolare quella relativa al cavalierato per don Alfonso del Vecchio e don Alessio Ferreli, rispettivamente avvocato e segretario dello stesso Stamento. c. 206 El illustrissimo Estamento eclesiastico, no obstante la suma pobresa que experimenta la derisia d.este reyno y lo que an deteriorado los benefisios, reconosiendo.se en la innata obligasion de fieles vassallos de su magestad, aun a vista.de las continuadas esterilidades que se han padesido procediendo Breve de su Santidad, sin el qual no puede obligarse a cosa alguna, offreze servir a su magestad por diez afios, impenzando del presente mils seis cientos noventa y ocho con siete mil escudos cada ano; es a saber, quatro mil pagados de contado, y tres mil compenzados en la franqueza de las sacas de trigos de la rentas ecclesiasticas, sin que una diogesi esté obligada por otra en la porsion que cupiere a cada una d.ellas. Y espera que su magestad, y vuestra excelencia en su real nombre, se dara por bien servido con este offresimiento que exsede a lo que alcanzan las fuerzas, aunque son mayores los dezeos de servir a su magestad, Dios le guarde, y supplica a vuestra excelencia quede servido conceder las supplicar en que han concordado los tres Estamentos, que van expressadas en el papei que pone en manos de vuestra excelencia, é interponer su grande authoridad con su magestad para que, por su real clemens'ia, se sirva confirmar.las y honrrar por espesial gragia de este illustrissimo Estamento a 420 su abogado y secretario, que son el dottor Alfonzo del Vechio y Alexio Ferreli con la merged de cavalleratos, y otorgar las demas supplicas particulares que van en los papeles que assi bien pone en manos de vuestra excelencia, segun lo espera de la real munifisengia de su magestad y de la grandeza de vuestra excelencia, y carino espegial que este reyno le a devido desde que a meresido la dicha de ser governado de vuestra excelencia. Alexio Ferreli secretario. / 188/3 Lo Stamento ecclesiastico supplica il viceré affinché condoni ad alcune chiese e cattedrali del regno il donativo non pagato nel decennio precedente, in considerazione anche dell'offerta appena presentata. Il viceré accoglie la supplica. Excelentissimo serior virrey, lugartiniente y capitan general y presidente de Cortes. c. 207 El illustrissimo Estamento eclesiastico representa a vuestra excelencia que algunas iglesias cathedrales y otras del reyno estan deviendo algunas cantidades de donativo atrassado, que no han podido pagar por la cortedad de los tiempos. Y porque, no obstante ello, ha servido este illustrissimo Estamento a su magestad, Dios le guarde, con la cantidad de siete mil escudos por otro decenio, que es lo que regularmente ha ofresido en las dernàs Cortes, y para que puedan cumplir con effetto con la paga puntual de este ofresimiento necessítan el alivio de remitir.se.les, y perdonar.se.les lo atrassado. Por tanto suplica a vuestra excelencia quede servido ordenar y mandar que por lo que se queda deviendo del decenio passado por los Cabildos y demU iglesias y clero, no se les aya de buscar cosa alguna, hasiendo.les perdón de elio, en considerassión de haver este illustrissimo Estamento renovado el real servicio por otro decenio, tomo lo espera de la grandesa de vuestra excelencia que Dios guarde. Caller i abril a 8 de 1698. Hagase conio se suplica. Don Gabriel Alvares de Toledo Pellicer. / 188/4 Giovanni Angelo Sulis della villa di Aritzo, alfiere della cavalleria dell'incontrada reale della Barbagia di Belvì, supplica il viceré perché gli venga rimessa la pena del carcere a vita a cui è stato condannato in contumacia, in seguito all'omicidio di Salvatore Corriga, ufficiale di detta incontrada, visto che la stessa parte querelante ha ritirato l'accusa, come dimostra l'atto firmato presso il notaio Giovanni Lussorio Pani e presentato al Regio Consiglio. 421 Il viceré accoglie la supplica del Sulis, in considerazione della richiesta pre- sentata dallo Stamento ecclesiastico e del ritiro dell'accusa da parte dei querelanti. c. 208 Excelentissimo sefior Juan Angel Sulis, de la villa de Aritzo y alféres de la cavalleria de la encontrada real de Barbagia Belvi, dize que ha sido condennado en ausencia en este Real Consejo criminal a pena de muerte natural y a pagar ducientos escudos a los reales coffres por el homicidio que se.le imputava, perpetrado en persona de Salvador Corriga, officiai era de dicha encontrada; y porque la mesma parte querelante con motivo de haver tenido noticia segura de la inculpabilidad del supplicante en dicho homicidio, ha desistido de la ínstancia que hizo mediante aucto firmado y jurado empoder del notario Juan Luzorio Pani, y lo ha presentado con sedula en el Concejo, y queda em.poder de Antonio Angel Carta, actuario de la causa en conciderassión de lo refferido, y que juntamente se halla ocho atios en este travajo ausente de su casa con desperdissio de quanto tenia, de calidad que se balla imposibilitado de poder hazer gastos para poder manifestar judissialmente su innosencia, aunque publica, mayormente por haver passado el ano de la sentencia contumassial en conformidad d.estos motibos, de haver vivido como sepultado en este tiempo, de no ser delicto exceptuado aunque suppuesto, de estar con cargo de mujer e hijos, de los meritos de.sus progenitores y suegro el secretario Cao y del feliz sucesso y dezeado crito que vuestra excelencia ha logrado en nombre de su magestad en estas reales Cortes, de ser tiempo de pazes y de gratias, c. 208 v. motivos / bastantes para perdonar al mayor delinquente. Acude con estas representassiones a vuestra excelencia y con todo rendimiento suplica sea servido conceder.le indulto, guiaje y perdón del refferido cargo y sentencia condennatoria, con el despacho acostumbrado de cancillería en amplissima forma segun lo espera de la grandeza y piedad de vuestra excelencia, que Dios guarde. Que su excelencia concede la gratia que pide Juan Angel Sulis, en attencion de haver desistido la parte, y de haver.la pedida el illustrissimo Estamento eclesiastico, pagando los gastos de los laborantes en la comision que se despacho para la averiguasión del delicto que cometio, y que acuda a la Secretaría Criminal por el despacho. Provisa per suam excellentiam ex deliberatione sumpta in regio et generali Parlamento die octava mensis aprilis 1698 Calari. Didacus Liliu secretarius. / 422 188/5 1694 maggio 9, Laconi Allegati uniti alla domanda di grazia di Giovanni Angelo Sulis. Sebastiano Berardo Tola, scrivano della villa di Laconi presenta al notaio Giovanni Lussorio Pani di Laconi gli atti riguardanti il procedimento intentato dagli eredi del defunto Salvatore Corriga nei confronti di Giovanni Angelo Sulis, riconosciuto poi innocente tanto che gli stessi querelanti hanno ritirato l'accusa, come documentato negli atti inseriti. Die nona mensis maii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesi- c. 209 mo quarto, Lacono. En nom de nostre senor Deu, sia a tots notori como Sebastia Tola Beraldo, escrivano de la present vila de Lacono, conegut al notati infrascrit, fent les infrascrites coses tant en nom propri y com a gendre y altre dels hereus del quondam Salvador Corriga, notari era, natural de la vila de Aritzo y domiciliat en la de Tonara, com y també de procurador de Sebastian Corriga, Maria Antonia Corriga y Pere Antoni de Arca, fills y gendre respetive del dit quondam Salvador Corriga, com es de veure del dit poder ab acte de procura per aquells fermat als tretze del mes de juliol del any proxim passat de mill sis cents noranta y tres, en poder del discret Domingo de Ligia notari publich de dita vila de Tonara, que és de la serie y tenor seguent. Die decimo tertio mensis iulii anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo tertio Tonara. Sebastià Corriga escrivent, Maria Antonia Corriga y son marit Pere Antoni de Arca, coniuges, altres dels hereus dels quondam Salvador Corriga y Maria Anna Hortu, coniuges, de la present vila de Tonara, tots per lo notari y testimonis infrascrits coneguts, perque a les infrascrites coses personalment assistir no poden ob loci distantiam aerisque intemperiam. Per go de llur grat y certa sciencia constituexen, crean y solenement ordenan llur llegítim procurador cert y especial, e per les infrascrites coses general, axí que la especialitat no derogue a la generalitat, ni per lo contrari a llur cunat Sebastià Tola, natural y escrivent de la vila de Laconi, altre de dits hereus en esta dita y present vila personalment trobat, a estes coses present y acceptant, per a que en nom y per part de dits hereus constituhents puga y li sia llicit fer, tratar, comensar, proseguir, y a degu[t] fi y efecte terminar totes y qualsevol causes civils y criminals actives y passive[, mogudes y movedoras entre dits constituents agents o defents de una part, ab altras qualsevol genero de persones axí be agents o defenents de part altra. Per y altrament puga en / los dits noms comparexer devant y qualsevol ministres de c. 209 v. la Real Audiencia del present rene de Sardefia, y devant de aquells puga insistir o desistir en y per los mais fators o delinquents que perpetrat hajan la mori e insolencia que se fiu contra la persona de dit quondam llur pare, Salvador Corriga, en la vila de Aritzo lo any 1691, segons ad aquell li serà ben visi. Y axí be en los dits noms puga y li sia llicit comparexer devant de qualsevol jugie o juges, axí eclesiastich com secular, y devant de aquells y en llur Curies y tribunals deduir, allegar y 423 ensefiar dels drets, parts y rahons de dits constituents, ara sia per los drets y emoluments que a dit quondam li pertoca al temps que exerci del ofigi de la oficialia de la encontrada de Barbaja de Belvi, los que en los dits noms puga apetir y posar aquells en cobro per profit de dits consituents, ara sia verbalment o per escrits de dret fermat de jugie acordat, quoslibet iudices ac notarios recusandum et eos suspectos dandum, ipsosque constituents dictis respective nominibus escusandum de calunnia, o altrament en anima de dits constituents jurar, de lites contestar, caucions tant juratorias com fideiussorias dar, amparas y sequestros fer fer, instar y obtenir y aquells cancellar y anular, crimens y altres defectos oposar, testimonis produir y presentar, y als produits o produidors ex adverso obixir, contradir e impufiar, més avant protestar et cetera, sentencias de qualsevol genero que sian demanar, ojr, publicar y declarar aquelles les favorables, lloar les agravatories apelar y suplicar una y tantas voltas quantas menestèr farà los apostols reverencials, impetrar llibells y altres qualsevol genero de escritures publiques y privades en juissi produir y presentar ab tots curts de plets, largo modo et cetera Per.go puga dit procurador ab lo present constituit posar hu o molts altres procuradors ab la matexa o limitada potestat, y aquells destituir y revocar y altres de nou substituir y y quant per dit procurador ab lo present posar quants ben vist li serà. Y tot constituit y substituidors per aquell serà fet, tratat, comengat y difinit en raho de dites coses lo tindran per ferm y no lo revocaran ni revocar faran per ell mater ni per altra interposada persona, sots obligacio los homes de llur personas, y dita dona de sos bens mobles e imobles, segons que axí en mà y poder del notari infrascrit ho ferman y juran llargament. Sebastian Corriga. Dominicus de Ligia publicus notarius. Testimonis son Pere de Chicu, fuster, y Francisco Porru massayo de esta present vila de Tonara, presents trobats. Idem de Ligia notarius. Praemissis proprio e formatis calamo indubiam fidem facio ego Dominicus de Ligia, auctoritate regia per omne praesens Sardiniae regnum publicus notarius, rogatus et requisitus et cetera. c. 210 Attès y considerat que en anys passats que ha en cerca tres anys, per dit Sebastia Corriga, son cufiat y principal, y per lo dit Tola constituit se hauria dat y / querela criminalment contra la persona de Juan Angel Sulis de la dita vila de Aritzo, en rahó de la mori perpetrada en persona del predit quondam Salvador Corriga, pare del dit Sebastia Corriga y sogre del dit Tola contraents, segons mes llargament apar y es de veure en lo prosses de la causa que resta en la secretaria del real criminal de la que es actuari Antoni Angel Carta. Y havent ell dit Sebastia Tola en dits respective noms posat primerament a nostre senyor Deu devant sos ulls, y mogut de algun escrupul en haver querelat contra dit Juan Angel Sulis per 424 la dita mort, no per constar.lis ab claretat y certitut que ell dit Sulis hauria comes dita mort o cooperat e influit en aquella, solo per lo indici tingut en que hauria influit en dita mort per rahó del litigi y controversia tingue ab dit quondam Salvador Corriga sobre la Oficialia de la real encontrada de Barbaja Belvy, en lo que se ocasionaren grans y escessivos gastos. Y havent procurat fer exactissimas diligencías, no han pogut averiguar ab certesa de llur consciencias que dit Sulis sia estat lo homicida, o participe en dita mort, imo essent.se majorment informats son vinguts en millor coilició de la veritat y inocencia de aquell, y restan desenganats totaiment que dit Juan Angel Sulis no se es trobat ni ha cooperat en perpetrar dita mort. Per go en descarrich de la sua consciencia y perque lo dit Sulis no patesca daiiy algu en persona ni azienda, ab tenor del present publich instrument tots temps valedor, y per valida y solene stipulacio lo dit Sebastia Tola en dits noms, de son grat y certa sciencia libera y espontanea voluntat no induit, pregat, forgat ni en alguna manera enganat per ell e per dits sos principals y hereus de aquells, desistes del dit clam y querela contra dit Juan Angel Sulis dada, y prosseyments en la predita causa fets anulant per go abolint y cancellant aquells de la primera linea fins la ultima, axí en tal manera que al dit Juan Angel Sulis ni als seus pugan noure ni danar, ni al dit Tola y sos principals, y sens aprofitar en temps algu, ab imposició de silenci sempiterno, y abdicacio de fer al contrari sots decret de nulitat. Prometent que en dit e present desistiment y totes y sengles coses en aquell contengudes y expressades les hauran / per fermes, rates y c. 210 v. valides, y no las revocarà, ni dits sos principals revocaran ni llur seus en digun temps per ninguna causa, dret, via o rahó; per quant la sua intenció en dits noms es desistir y apartarse de la instancia feta contra dit Sulis. Y vol que no sia mes impetit en dita causa per sa inocencia, sino que sia absolt y liberat segons per tal haver lo vol. Suplicant per go humilment a sa excellencia y nobles y magnifichs oydors y jugies del Real Concell, y essent menestèr de una y altra sala, que lo dit clam y prosseiments contra dit Sulis fets cassen y cancellen, anulen y tilden y manen absoldre y lliberar al dit Juan Angel Sulis del dit cas, segons de llur demencia se confia. Y perque de estas cosas conste, y lo dit Juan Angel Sulis en son temps sen puga valer, jura en dits respective noms a nostre senyor Deu y als seus sants quatre evangelis, per sas mans corporalment tocats, que les predites coses y sengles en elles contengudes les tendrà axi per fermas, validas y agradables y en digun temps les revocarà ni a ells contravindra per ninguna causa, dret, via o raho, segons que ho ferma y iura llargament, y ha fermat de sa mà et cetera. Actum ut supra et cetera. Sebastia Beraldo Tola. Testimonis son Juan Baptista Pistis y mestre Francisco Boy sastre de la present vila, y dit Pistis ferma de sa ma. Juan Baptista Pistis testimoni. (SN) 425 Signum mei Ioannis Luxorii Pani, laconens, appostolica ubique regia vero autorithatibus per omne praesens Sardiniae regnum publici notarii, qui praemissis una cum praenominatis testibus interfui, eaque proprio calamo exaravi rogatus et requisitus, cum emendato in prima pagina ubi legitur hereus, et supraposito inter lineas in hac quarta pagina ubi legitur valet, clausi ac subsignavi et cetera. / 188/6 • Altre suppliche presentate dallo Stamento ecclesiastico. 1. Don Pietro Sanna Malonda, canonico della chiesa primaziale di Cagliari e fratello del defunto Antioco Sanna Malonda, signore della baronia di Gesico e Goni, espone al viceré la situazione in cui è venuta a trovarsi la nipote, donna Beatrice Sanna, erede per testamento dei beni appartenuti al padre Antioco, la quale non è potuta entrare in possesso della baronia, in seguito all'opposizione del procuratore fiscale patrimoniale che ha considerato il feudo riguroso e quindi precluso alla discendenza femminile, mentre sono diversi i casi verificatisi nel regno di Sardegna e citati dal Vico, in cui questa è stata ammessa. Chiede pertanto al viceré, a nome dello Stamento ecclesiastico, e per l'impossibilità per donna Beatrice di sostenere una causa con il Regio Fisco, che venga decretato come atto di Corte che la nipote possa prendere possesso dei territori che le spettano e che, in caso muoia senza eredi, le succeda la sorella, donna Antonia; nel caso la supplica non venisse accolta, lo stesso Pietro Sanna Malonda chiede di essere immesso nel possesso del feudo e che, venendo egli a mancare, gli succeda il fratello don Gaspare Sanna Malonda. c. 211 Illustrissimo Estamento eclesiastico El canonigo don Pedro Sanna y Malonda, que.lo es de esta santa primasial iglesia calaritana, hermano del quondam don Antiogo Sanna y Malonda possessor y senor que fue de la baronia de Gesico y Goni, dize que por muerte de dicho quondam su hermano, en virtud de su ultimo testamento en el qual instituhió heredera a su hija primo genita dolia Beatriz Sanna, esta tomó possessión de las villas de dicha baronia, y hallando.se con ella el procurador fiscal patrimonial la espolió de la possessión queriendo y pretendiendo excluhir las hijas del dicho don Antiogo, de calidad que la ha privado no sfilo de la jurisdición que tiene en aquella, pero aun de.11os frutos y emolumentos que hubiera podido percibir, con el pretexto y suposissión de ser la baronia feudo riguroso; y se conoce que no es tal, pues la concession primera fue con las clausulas haeredibus et sucessoríbus vestris cui seu quibus volueritis in perpetuum ad faciendas omnes et omnimodas vostras voluntates; dando.le permisso para vender, alienar, empenar et alias, segun se ha visto esta baronia no solo vendida pero y aun en manos de embras, 426 dividida y ampliada' /, y en dicha ampliassión dispensó su magestad pudieran c. 211 v. susceder las mujeres en este feudo, segun consta todo por los privilegios y papeles a elfo fahentes, a m "s que en este reyno se ve praticada la sucessión de las mujeres en semejantes feudos segun son la baronia de Samassi y Serrenti, que es de la mesma concession e infeudassion de Gesico y Goni, los Marquesados de Villa Sidro y Palmas, que hoy possé la condensa de Suma Carsel, los estados de Toralba que hoy posse la marquesa de Val de Carsana, y otros muchos exemplares que trahe el sefior don Francisco Vico, regente que fue del Supremo y Real Concejo de Aragón, y assi no quedan en este reyno excluhidas las embras totalmente. Y por concideracion de lo referido y conoser que este feudo no es agnatissio, el supplicante permitió que.su sobrina dofia Beatriz tornasse la possession que otramente podia el supplicante entrar en ella corno varon y hermano de dicho don Antiogo, aunque persona eclesiastica, por no hallar.se expresamente esta calidad excluhida en la infeudassion, y mucho mas porque este mismo feudo lo ha possehido mientras vivió don Joseph Sanna, su abuelo que fue sacerdote, y hoy aun la naturalesa de este feudo no prohibe el posseher.le persona eclesiastica secular por haver.se redusido su servicio a paga en dinero y poder.le esplicar y cumplir la persona eclesiastica como y las mujeres, y por esto casi todos los feudos2 / de Sardefia son improprios. c. 212 Y poniendo todo esto en la consideracion de este illustrissimo Estamento, como tambien que el supplicante ni dicha dofia Beatriz su sobrina no tienen fuergas ni facultades para pleitear con el real Fisco, pues hallando.sse expoliados de dicha baronia y sus rentas por mas le hassista razon ni pueden ni entienden hazer.lo, sino que.lo dejan a la real clementia de su magestad, para que atendiendo a lo referido y a lo que los antipassados del supplicante han servido a.su magestad en guerras y donativos ordinarios y extraordinarios que han offrecido y pagado, se sirva dar.les el consuelo que necessitan, y para que pueda conseguir.lo de su real clementia supplica a este ilustrissimo Estamento que interponga su autoridad, pidiendo por auto de Corte a su magestad y en su real nombre a su excelencia se sirva conceder y decretar que se haya de dar la possession de dichas villas a dofia Beatriz Sanna, primogenita de don Antiogo, y en falta de ella sin hijos y dessendientes a dofia Antonia y a sus desQendientes utriusque sexus, por pertocarles de justicia y caso sea menester ampliarles la concessión de este feudo en mas ampla forma, y caso no pueda tener cabida en la real clementia / en respeto de las referi- c. 212 v. das hijas de don Antiogo y sus descendientes, se sirva su magestad, y su excelencia en su real nombre, decretar y dar provedentia para que al supplicante se.le haya de dar la possession de dichas villas sin pleito alguno, y en su falta a su hermano el canonigo don Gaspar Sanna y Malonda, haziendo este illustrissimo Estamento 2 Il termine ampliarla è ripetuto alla c. 211v. il termine feudos è ripetuto alla c. 212. 427 para este effetto las representaciones necessarías que espera de la atención y piedad de vuestras seflorias. / 188/7 2. Don Giovanni Battista Serra Mereu, arcidiacono e priore della chiesa cattedrale sulcitana, oggi iglesiente, e sindaco di quel Capitolo nell'attuale Parlamento, illustra al viceré la situazione in cui versa la diocesi che, sin dai tempi del re Carlo V, a causa dell'estrema povertà e quindi della mancanza di proprie rendite, era stata encomendada alla diocesi cagliaritana, dalla quale peraltro dipendeva, senza per questo perdere la propria autonomia, come è comprovato dai documenti che allega in copia autentica. La cattedrale di Iglesias, infatti; diversamente da altri vescovadi che furono uniti a quello di Cagliari, ha conservato la sua dignità mantenendo l'arciprete, l'arcidiacono, 18 canonici, di cui 12 prebendati uno dei quali è penitenziere maggiore, e un vicario generale che è stato sempre indipendente dall'arcivescovado di Cagliari. A ciò si aggiunga che attualmente la diocesi è in grado di mantenersi con i propri mezzi e gode di un ottimo clima che consentirebbe al vescovo di soggiornarvi per tutto l'anno; ciò gioverebbe a tutta la comunità dei fedeli che ricevono le visite del loro pastore soltanto ogni otto o nove anni con grave danno per i fanciulli che spesso muoiono senza essere stati confermati, dei poveri a cui non vengono distribuite le elemosine e dello stesso clero che, senza alcun controllo, si lascia andare a certe libertà. Il Mereu supplica quindi il viceré affinché interponga i suoi buoni uffici presso il sovrano perché, in occasione della prossima nomina dell'arcivescovo di Cagliari, ora vacante, sia nominato anche un vescovo per la diocesi iglesiente; e chiede che tale supplica sia inserita negli atti di Corte. c 213 Excelentissimo seiior virrey, lugartheniente, capitan generai y presidente de Cortes en este real y generai Parlamento. El doctor don Juan Bauptista Sera Mereu, archidian y prior de la santa iglesia catredal solcitanen', oy echelisien2, sindico en este real y generai Parlamento de 1.illustre Cabildo de aquella santa iglesia, dise que aquella giudad y Cabildo an tenido desde que erdegna a tenido prelados su obispo de por sí, intitulando.se al principio obispo de Sulgis todo el tiempo que estuvo en pie la giudad de Sulgis; y por su mina, d.ella se passo la cathredal en la dicha giudad de Iglesias, y se mudo de titulo de obispo solgitanen3, en lo que oy tiene de eclesien4, y siempre tuvo preCosì nel testo, invece di solcitanense. Così nel testo, invece di ecclesiense. 3 Così nel testo, invece di solcitanense. 4 Così nel testo, invece di ecclesiense. 2 428 lado a parte asta que susedió venir a mens la tenta por la injuria de los tiempos, que no teniendo como sustentar.se ecomendaron el obispado, su santidad y el setior rey Carlos V de gloriosa memoria, al argobispo de Caller, de quien era sufraganeo el obispo edesienl, asta que tuviese renta suficiente para poderse sustentar, y nunca a sido unido el obispado eclesien2 al arsobispado de Caller3 / como son c. 213 v. estos obispados que estan unidos a la mitra de Caller, segun que siempre que se ha provehido despues aca la dicha mitra de Caller, quando sacan las bulas en Roma son del dicho arsobispado y obispados unidos solamente y para gosar de las rentas del obispado eclesien4 saca breve aparte por tener.le encomiendada, y en prueva d.esta berdad asse demostrasión a vuestra excelencia, y exibe coppia autentica del poder que obtorgo el illustrissimo y reverendo don Bernardo de la Cabra, arsobispo fue de Caller, ante el nottario Diego Pichy secrettario que fue de la mensa calaritana, en seis del mes de henero del ano 1647 a favor del reverendo doctor Francisco Escarchioni, archidiano que fue de la misma santa iglesia eclesien5, por la notificagión de un Buleto apostolico para poder gosar de dichas rentas y tener por encomienda quel obispado en administrasion que le presentó al illustre Cabildo eclesien6, como es de ber de esso, y del traslado del Breve, o Buleto apostólico que otuvo dicho illustrissimo y reverendissimo arsobispo de la Cabra, de que assi bien exibí con este coppia autentica que asse prueva en que lera vuestra excelencia estas palabras: «predictam eclesiam sulcitanen7, sive ecclesien8, posse ad trienium concedii in administrasionem dicto archiepiscopo calaritano, y mas despues9 / : eiidem archiepiscopum diete ecclesiae sulcitanenl°, sive c. 214 ecclesien" in spiritualibus et temporalibus huiusmodi administratorem ad trienium proximum apostolica autoritate constituimus et deputamus». Y asi bien exibe la protesta se hiso por parte de dicho illustre Cabildo al mismo ilustrissimo y reverendissimo arsobispo, al tíempo passo y estuvo en aquella siudad en su santa visita en los 24 de henero de 1647, nombrado.se12 su magestad solamente administrador. Los obispados unidos a la mitra calaritana, las catredales quedaron destruidas con la estinsíón de dignidades, canonigos y rasioneros. La catredal de Iglesias siempre ' Idem. 2 Idem. 3 11 termine Caller è ripetuto alla c. 213 v. 4 Così nel testo, invece di ecclesiense. 5 Idem. 6 Idem. 7 Così nel testo, invece di sulcitanensem. 8 Così nel testo, invece di ecclesiensem. 9 11 termine despues è ripetuto alla c. 214. 1° Così nel testo, invece di sulcitanensis. n Così nel testo, invece di ecclesiensis. 12 Così nel testo, invece di nombrandose. 429 se a mantenido y mantiene hoy con su lustre de la primera dignidad que es lo archiprestre, y otra que es la de la archidAn, dies y ocho canonigos, de los quales oy dose prevendados, uno de los quales es penitenciero mayor y seis de silla, y mas ocho ragioneros, y siempre a tenido indipendentemente de 1.argobispado de Caller vicario generai de aquel obispado, y en caso de muerte o promogion de l.administrador de aquel obispado, arcobispado Caller a tenido y tiene el espolio, y actualmente tiene vicario sede vacante a imitagion de la catredal de Caller y demas del reyno, con que solamente le falta el tener obispo aparte y de por sí, y quando se selebran Cortes en este reyno se eligue en aquel Cabildo de dicha catredal eclesienl su sindico en virtud de las convocatorias se le embia por el senor prec. 214 v. sidente / de Cortes, como en esta ocasion vuestra excelencia en nombre de su magestad ha sitado a aquel Cabildo a que acudiese por su sindico con poderes bastantes, y lo mismo acostumbra aser su magestad, que Dios guarde, assi en tiempo de Cortes como en qualquier otra ocasion que escrive a los Cabildos de las demàs catredales del reyno. Hoy tiene renta competente para poder bivir, y tanto como la del obispado de Alguer que no avanga mas de dos mil escudos, y es ragón que supuesto no milita la causa de la tenuidad de la renta que havia dado tanta rebaja que paro en dosientos ducados tenga aquella giudad y pueblo y toda la diocesi el consuelo de ver.en dicha santa iglesia catredal obispo de por si, que a mas de tener dicha giudad buen aire muy sano de buenas aguas, y donde podra" el obispo residir todo el ano. Y por todas estas rasones y otra mas fuerte que es que conbiene al servissio de Dios y bien de las almas de aquel obispado, que tenga de por sí obispo aparte de aquella santa iglesia, siquiera para evitar lo que a dado a conoser la experiencia que por ser tan dilatado el argobispado de Caller con tantas mitras unidas se passan ocho, nuebe y mas anos sin que se vaia a visitar aquel obispado y administracion en el santo sacramento de la confirmacion que muchissimos c. 215 muchachos se han muerto sin el y por la2 / ausengia del prelado proprio caressen los pobres de las limosnas que se havian de repartir, y no se les reparte por bivir el argobispo en Caller y no ber por sí proprio las negesidades de los pobres, y los sacerdotes assi de aquella giudad como de toda la diocesis no usarían de las libertades que a dado a conoser la experiengia si tuvieren presente su prelado. Por todo lo qual pide y suplica a vuestra excelencia el dicho archidiano como a sindico de l.illustrissimo Cabildo, se sirba vuestra excelencia interponer su auctoridad para con su magestad, Dios le guarde, se digne buelva aquel obispado a tener obispo por él, pues no falta mas que su magestad aga el nombramiento, y en caso que este nombrado el argobispo de Caller, al tiempo llegado a la real villa de Madrid, corte de su magestad que Dios guarde, esta suplica que mandara a vueI Così nel testo, invece di ecclesiense. L'articolo /a è ripetuto a c. 215. 2 430 stra excelencia se inverte con su decretto y papeles que a exibido en el progesso de las Cortes que a de passar a Espagna, y su magestad, como se confía de su real grandeza, se sirva decretar que estando vacante el argobispado de Caller, que dende entonges tenga obispo aparte, y de por si la dicha catredai y iglegia eclesiense, para que pueda promover el obispo de aquel al que fuere del real agrado de su magestad. Y en el caso que no estuviere nombrado el argobispo, que se sirva de nombrar el obispo de Iglesias / que quedali aquel Cabildo y toda la siu- c. 215 v. dad junta rogando, como es de obligagión, por los augmentos y felicidades de nuestro gran monarca catholico, y tambien que los de la persona y casa de vuestra excelencia. / Sono allegati alla supplica due documenti in copia autentica relativi al periodo in cui la diocesi di Iglesias venne encomendada a qUella di Cagliari (1647, 1645). Die decimo secundo mensis ianuarii anno a nativitate Domini Millesimo sexcente- c. 217 situo quadragesimo septimo, in sacristia mayore sanctae cathedralis ecdesiae civitatis Ecclesien', seu Sulcitanen2 sub invocatíone Divae Clarae. Estando convocados y congregados el muy reverendo doctor Antonio Cadello archipreste del illustre Cabildo de la cathedral iglesia de la presente ciudad de Iglesias, el muy reverendo canonígo Juan Leoni, el muy reverendo canonigo Juan Cocody, el muy reverendo canonigo Juan Desi, el muy reverendo canonigo Juan Antiogo Escartelo, el muy reverendo canonigo Angel Pina, el muy reverendo canonigo Salvador Pinna, el muy reverendo canonigo Juan Antiogo Canavera, el muy reverendo canonigo Antiogo Orru, el muy reverendo canonigo Antiogo Balia, el muy reverendo canonigo Antiogo Furcas, el muy reverendo canonigo Pedro Murroni, y el muy reverendo canonigo Francisco Gambula, e1 reverendo Antonio Falchi, beneficiado, el reverendo Andres Cani, el reverendo Juan Pintus Canas, el reverendo Antiogo Figus, y el reverendo Antonio Soldano tambien beneficiados de dicha cathedral, en la sacristia mayor de aquella a son de campana, ut moris est, de orden y mandamiento del dicho muy reverendo archipreste Antonio Cadello, Capitulo y comunidad facientes y representantes, y estando assi convocados y congregados el reverendo doctor Francisco Escarchoni, arcediano de esta dicha santa iglesia, corno a procurador que es del illustrissimo y reverendissimo senor don Bernardo de la Cabra, argobispo de Caller y administrador generai de este obispado de Iglesias, llevando en sus manos el auto de su poder que fue recebido por mi, el nottario infrascrito, en la ciudad de Caller a los seis de los arriba dichos mes y ano, me histó y requirio que notificasse y presentasse el Così nel testo, invece di ecclesiensis. nel testo, invece di sulcúanensis. 2 Così 431 dicho poder al dicho illustre Cabildo, juntamente con un Breve de Su Santedad despachado a favor de dicho illustrissimo y reverendissimo seiior argobispo de Caller, su fecha en Roma y en Santa Maria Mayor sub annulo piscatoris a los 18 de octubre del ano proxime pasado mil seissientos quaranta y seis, en el qual se le concede la prorrogassion de la administrasión de dicho obispado por un biennio c. 217 v. contadero del fin del triennio que en dicho Breve se dizei / en la forma y modo que se.le concedio por la Santedad de Urbano papa VIII de feliz recordacion, segun consta de dicha concession por el breve que en este esta incertado, el qual en virtud de dicho requirimiento presenté y notifiqué al dicho illustre Cabildo y por el al dicho muy reverendo doctor Antonio Cadello, archipreste de ell, el qual recibio el dicho breve con todo el acatamiento y reverencia que a Su Santedad se deve, y luego me mandó que leyera tan el poder como el Breve arriba dichos; y oydos su tenor que es el siguiente: «Innocentius papa X, ad futuram rei memoriam alias a felicis recordationis Urbano papa VIII praedecessore nostro ad favorem venerabilis fratris hodierni archiepiscopi calaritani, emanarunt letterae thenori subsequentis cum venerabiles fratres nostri Sacri Reverendi Concili, cardinales rebus consistorialibus praepositi discussis, pluriis et mature tam rationibus deductis nomine venerabilis fratris nostri hodierni archiepiscopi calaritani, praetedentis quod sibi uti proviso de ecclesia calaritana deberetur etiam posessio ecclesiae sulcitanen2 sive ecclesien3, sicut aliquot eius antecessores dudum eadem possederunt quam causis denegatae dictae possessionis eidem archiepiscopo oppositis, aliisque pro parte dilectorum filiorum Capituli sulcitanen4 sive ecclesien5 proprium sibi episcopum dari postulantis censuerunt praedictam ecclesiam sulcitanen6 sive ecclesien7 posse ad triennium concedi in administrationem dicto archiepiscopo calaritano. Hinc est quod nos ne ob huiusmodi controvertiam eadem ecclesia sulcitanen8 seu ecclesien9 pastoris solatio destituta aliquod in spiritualibus et temporalibus detrimentum pateretur pro pastorali nostra solicitudine providere volentes dictumque archiepiscopum a quibusvis excomunicationis, suspentionis, interdicti, aliisque ecclesiasticis sententiis, censuris et penis a iure vel ab homine quavis ocasione vel causa latis c. 218 si quibus quomodolibetiV innodatus existet ad effectum praesentium dumtaxat concequendum harum serie absolventes, et absolutum fore censentes eidem ' Il verbo se dize è ripetuto alla c. 217 v. Così nel testo, invece dí sulcitanensis. 3 Così nel testo, invece di ecclesiensis. 4 Così nel testo, invece di sulcitanensis. Così nel testo, invece di ecclesiensis. 6 Così nel testo, invece di sulcitanensem. 7 Così nel testo, invece di ecclesiensem. 8 Così nel testo, invece di sulcitaensis. 9 Così nel testo, invece dí ecclesiensis. i° Il termine quomodolibet è ripetuto alla c. 218. 2 432 archiepiscopum dictae ecclesiae sulcitanen', sive ecclesien2, ín spiritualibus et temporalibus huiusmodi administratorem ad triennium proximum sine praeiuditio litis pendentiae, et quorumquonque iurium utrique partium quomodolibet competentiam apostolica authoritate tenore praesentium constituimus et deputamus. Mandantes protrea omnibus et singulis ad quos spectat, ut dicto archiepiscopo durante dicto triennio in his quae spectant ad officium administratoris huiusmodi spectant et pertinent prompte pareant, faveant et assistant alioquin sententiam sive poenam qua rite tulerit seu statuerit in rebeles ratam habebimus et favemus aiutore Domino usque ad satisfationem condignam inviolabíliter observari non obstantibus apostolicis et universalibus pronvicialibusque, et synodalibus conciliis, edictis generalibus vel specialibus constitutionibus vel ordinationibus ac ecclesiarum praedictarum etiam iuramento confirmatione apostolica, vel quavis firmitate alia roboratis, statutis et consuetudinibus privileglis quoque indultis et litteris apostolicis in contrarium quomodolibet concessis, confirmatis et innovatis. Quibus omnibus et singulis ilorum tenores praesentibus pro piene et suficienter expressiis, et ad verbum incertis habentes, illis alias in suo robore premansuris, ad praemissorum efectum specialiter et expresse derogamus, coeterisque contrariis quibuscumque. Datum Romae apud Sanctum Petrum, sub annulo piscatoris die 23 aprilis 1644 pontificatus nostro anno 21. Cum autem sicut dictus archiepiscopus nobis nuper exponi fecit, trienni praedictí finis instet, cupiatque illut ad aliut nobis bene verum tempus prorrogare nos illum amplioribus favoribus et gratiis prosegui voientes et a quibusvís excommunicationís, suspentionis et interdictis aliisque ecciesiasticis sententiis, censuris et poenis a iure, vel ab homine quavis occasione vel causa latis, si quibus quomodolibet innodatus existu ad effectum praesentium dum taxat concequendum harum serie absolventes et absoluptum fore cenientes, supplicationibus illius nomine3 / nobis super hoc humiliter pornetis c. 218 v. inclinati, triennium praedictum ad biennium a fine dicti trienni, computandum sine spe ulterioris prorrogationis, ac servata alias in omnibus et per omnia praeinceratum litterarum forma ac authoritate praedicta tenore praesentium extendimus et prorrogamus non obstantibus omnibus illis, que dictus Urbanus praedecessor praeincertis litteris praefatis voluit non obstare coeterisque contrariis quibuscumque. Datum Romae apud Sancta Mariam Maiorem, sub annulo piscatoris die decima ottava octobris 1646, pontificatus nostri anno tertio. Maraldus et eo viso, letto et premanibus exibit brevi sub datum Romae apud Sanctam Mariam Mayorem sub annulo piscatoris die decimo octavo octobris 1646, ad favorem dicti illustrissimi et reverendissimi domini archiepiscopi calaritani, ut praemittitur expeditio et cum debita reverentia Suae Sanctitatis ori amoto et capiti superposito per capitui Così nel testo, invece di sulcitanensis. Così nel testo, invece di ecclesiensis. 3 II termine nomine è ripetuto alla c. 218v. 2 433 lum sulcitanensem seu ecclesiensem, et illius nomine per admodum reverendum doctorem Antonium Cadello dicti capituli archipresbyterum, gratulantibus animis fecit responsum quod paret et separaturum breve praedicto ad formam eiusdem brevis et prorrogationis et in praeincerto, et non alias, nec alio modo cum protestationibus opportuniis et necessariis sine praeiudicio quorumcumque iurium dicti capituli suis tempore et loco praesentibus ibidem nobili don Ludovico Espinosa Hispano, Antiocho Machocu et Iuliano Pina huius ecdesienl sive sulcitanen2 civitatis civibus pro testibus ac praemissa vocatis, rogatis atque specialiter assumptis. Signum mei Didaci Pichi appostolica ubique regia vero authoritatibus per omne praesens Sardiniae regnum publici notari, nec non regentis Secretariam Curiae et Mense archiepíscopalis calaritanae qui praemissis una cum testibus praememoratis interfui, eaque proprio calamo scripsi, nec non rogatus clausi et subsiriavi. Copia huiusmodi sic prout iacet propria manu exarata ex altera copia authentica existente in archivio istius illustrissimi ac reverendissimi Capituli sulcitanen4 et ecclesien3, qua propter sic attestor et fidem facio ego Nicolaus Cadello regia authoritate per totum praesens Sardiniae regum5 publicus notarius, histante et requirente admodum reverendo canonico Dorninico Senis procuratore praefacti Capituli cum suprapositis ubi legitur in et et die 3 aprilis anno 1698. / c. 216 In Dei nomine amen. Sepan quantos esta carta de poder veieren, oieren o leieren como el illustrissimo y reverendissimo sei-1°r don Benardo de la Cabra por la gracia de Dios y de la Santa Sede appostolica argobispo de Caller, obispo de las Uniones, primado de Cerdería y Corcega et cetera, administrador generai de l.obispado de Iglesias, y del Concejo de su magestad. Hoy que contamos seis del mes de henero del aiio 1647 en su palacio argobispal de Caller pergonalmente constituihido ante mi el notario y testigos infrascritos en todo el mejor modo, via y forma que de derecho y alias ha lugar, de su buen grado y certa sciencia creó, constituhió y solemnamente ordenó su procurador cierto y especial y para las cosas infrascritas generai, assi que et cetera, es a saber al muy reverendo don Francisco Escarchoni, arcediano de l.illustre Cabildo de la ciudad de Iglesias, a estas cosas ausente como si fuera presente, para que en nombre y por parte de dicho illustrissimo y reverendissimo serior constituhiente en el dicho nombre de administrador de dicho obispado de Iglesias pueda y deva tornar la real, corporal y attuai possession de la administrassion de dicho obispado en la devida forma, por los dos arios que su Santedad ha sido servido porrogar dicha administrascion a favor de su illu' Così nel testo, invece di ecclesiensis. Così nel testo, invece di sulcitanensis. 2 3 4 5 434 Idem. Così nel testo, invece di ecclesiensis. Così nel testo, invece di regnum. stríssima con las letras appostolicas in forma assueta mandadas despachar su fecha en Roma y en Santa Maria Mayor sub annulo piscatoris a los 18 de octubre del ano proxime passado 1647, a que se haya relascion y de elio histar que se lliben los autos necessarios en la acostumbrada y devida forma y generalmente en quanto a las cosas arriba dichas con sus incidentes, dependentes y emergentes y a ellas anexas y conexas, pueda y deva hazer todo lo que dicha su illustrissima hiziera si a ello pergonalmente interviniera con libre y generai administrassion, y aunque fuessen cosas tales que necessitaran mas poder del que en el presente instrumento està espressado, y assi lo firmó con promesa de haver.lo firme y no revocallo et cetera, siendo a elio presentes por testigosl / don Lucas de Castro y don Pedro La Borda c. 216 v. gentiles hombres del palacio de dicho illustrissimo y reverendissimo sefior constituhiente y en el comorantes. Bernardo argobispo de Caller. La firma originai de dicha su illustrissima queda en el originai de este histrumento. Praemíssis proprio calamo exaratis fidem facit Didacus Pichi publicus notarius Calaris, et regens secretariam curiae et mence archipiscopalis calaritana haec proprio ibidem calamo subscribens. Copia huiusmodi sic prout iacet propria manu exarata ex altera copia autentica existente in archivio istius illustris ac reverendi Capituli sulcitanen2 et ecclesien3, qua propter sic attestor et fidem facio Nicolaus Cadello regia autoritate per totum presens Sardiniae regnum publicus notarius, instante et requirente admodum reverendo canonico Dominico Senes procuratore praefati illustris ac reverendi capituli pro suo pretereo et dixit interisse. Die tenia mensis aprilis anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesimo octavo. / Illustrissimo y reverendissimo sefior argobispo de Caller y degnissimo administra- c. 219 dor de la santa cathedral iglesia de Iglesias et cetera. Al tiempo que el arcedian d.esta santa cathredal iglesia al doctor Francisco Scarchony en nombre de Vuestra Sefioria Illustrissima inciguiendo sus poderes, presentó y notificó a aqueste muy illustre y reverendo Cavildo sulcitano y ecclesienge, el breve y letras apostolicas del muy Santo Padro Urbano VIII, de feliz recordascion, con que constava haver.se difiado encomendar a Vuestra Sefioria Illustrissima la administrassion de esta santa iglesia por un trienio, olgando.se como es justo de una honra tan singular de que una pergona de tantas partes como vuestra sefioria illustrissima fuesse su administrador, y obedeciendo como siempre a los mandados appostolicos en espedal al dicho breve, aquel se sirvió con la devida reverencia a su Santidad y Santa Sede Appostolica y con algunas protestassiones que este muy illustre y reverendo Cavildo hízo por su salvedad de I Il termine testigns è ripetuto alla c. 216 v. Così nel testo, invece di sulcitanensis. 3 Così nel testo, invece di ecclesiensis. 2 435 sus derechos, y mostrando.se promptissimo en obedecer y servir a vuestra sefioria illustrissima anelando y dezeando ocasiones en que poder verificar el afecto y volumptad mui grande que para elio tiene. Y haviendo.se offrecido la presente de su felicissima y dezeada Ilegada, el reverendo doctor y canonigo Juan Antonio Bruguitta, en conformidad del poder que para esto los muy reverendos y canonigos y venerables racioneros han servido dar.le como paree por instrumento y auto publico, en nombre de ellos y del muy illustre Cavildo sulcitano y ecclesiense junto, haze lo que deve en bezar a vuestra sefioria illustrissima la mano dando.le mil enorobuenas de su feliz venida que sea para mayor servicio de Dios, nuestro setior, y atendiendo al beneficio de esta santa cathedral iglesia por salvedad de sus derechos y de los que la compiten en la pretencion tiene con vuestra sefioria illustrissima en la Romana Curia. Ratifica en esta ocasion las mesmas protestassiones hizo a la presentacion del dicho Breve; y en generai protesta que no entiende hazer action que sea en periuizio de dicha pretencion, ni exceder en cosa alguna de la que Su Santedad con dicho Breve y letras appostolicas ha despuesto, ni menos confia que vuestra sefioria illustrissima en las funciones hara en esta santa visita se extenderà a mas de lo que es concerniente al oficio de administrador, haziendo autos perjudiciales a la pretencion de este muy illustre Cavildo, y en caso que algunos se hiziessen que lo sean en todo o parte, entiendasse que no conciente a ellos nec expresse nec tacite imo los contradize y dende agora protesta del perjuizio la, lo que los dichos reverendos canonigos, venerables racioneros y el illustre Cavildo entienden es recebir a vuestra sefioria illustrissima como a solo administrador, y como a tal servir.le y obedecer.le en todo segun la tenor y despoc.219 v. sission del dicho Breve y letras appostolicas, y no en otra formai. / Y porque es bien que de lo susodicho conste en lo provenir. Por ende se insta y protesta al notarlo infrascrito haya de notificar el presente a vuestra sefioria illustrissima, attuando la notificassion y respuesta que se sirviere hazer en forma publica, dando de ellas copia y traslado a la parte que se lo instare et haec et cetera, iterum requaeritur et prestatur et cetera. El doctor y canonigo Antiogo Bruguitta procurador de illustre Cavildo sulcitano y ecclesiense et cetera. Die 24 mensis ianuarii 1645 Ecclesiis et cetera. El presente papel es estado presentado a instancía de Illustre y reverendo Capítol de la presente ciudad a Illustrissimo y reverendissimo sefior don Benardo de la Cabra, argobispo de Caller et cetera, y appostolico administrador del presente obispado, el qual oydo la tenor de aquell haze de respuesta que el no entiende salir en esta santa visita y en las funciones haú de Io que Su Santedad manda en sus letras appostolicas et cetera, y protesta de copia de quibus et cetera. ' II termine forma è ripetuto alla c. 219 v. 436 Antiochus Cani Guiso publicus notarius. Die decima setima mensis februari 1645 fuit huiusmodi copia data sua illustrissima taliter quod et cetera. Idem Cany Guiso publicus notarius et cetera. Copia huiusmodi sic prout iacet propria manu exarata ex altera copia authentica existente in archivio istius illustris ac reverendi Capituli sulcitanen i et ecclesien2, qua proptea sic attestor et indubitatam fidem facio ego Nicolaus Cadello regia autoritate per totum praesens Sardiniae regnum publiéus notarius, instante et requirente admodum reverendo canonico Dominico Senes praefacti capituli procuratore. Die tercia mensis aprilis anno a nativitate Domini millesimo sexcentesimo nonagesímo octavo. / Allegati all'offerta presentata dallo Stamento militare Filippo Atzori Cavaro, segretario dello Stamento militare, presenta al viceré l'offerta del donativo. El mui illustre Estamento militar, habiendo visto el ajuste que vuestra excelencia c. 220 ha sido serbido tomar en el greuge propuesto en este muy illustre Estamento por el procurador de las causas del Marquesado de Villa Sor, rinde a vuestra excelencia las debidas grassias y habiendo ponderado con toda attencion la proposission de vuestra excelencia sobre que se vottasse el real donatibo de su magestad, deseando continuar la finesa de sus passados y adelantar.la con mayores demontrassiones si fuere possible, y hallando.se de otra pa