Giardini di carta - Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia

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Giardini di carta - Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia
Giardini di carta
Il VERDE PUBBLICO MONFALCONESE NEI DOCUMENTI DELL’ ARCHIVIO STORICO COMUNALE
23 novembre 2015 - 15 gennaio 2016
Testi e allestimento a cura del
Servizio Attività Culturali
U.O. Archivio Storico, Museo e Biblioteca
Comune di Monfalcone
Assessorato alla Cultura
il verde pubblico monfalconese nei documenti dell’archivio conumale
Testi e allestimento a cura del Servizio Attività Culturali
U.O. Archivio Storico, Museo e Biblioteca
Con la gentile collaborazione
dell’Arch. Paola Tomasella
Impaginazione e stampa
Stamperia Comunale
Si ringrazia la sig.ra Franca Cecot
per aver messo a disposizione dell’Archivio Storico
la propria collezione di cartoline
Comune di Monfalcone
Assessorato alla Cultura
Servizio
Civile
Nazionale
U
n giardino in città significa bellezza, svago, gioia di ritrovarsi
per stare assieme, dialogo tra generazioni e provenienze diverse…
Per questo i giardini urbani costituiscono un importante momento di
crescita culturale della Comunità.
E’ un discorso generale che vale anche per Monfalcone: città industriale “solo” da cento anni, da quando, cioè, i Cosulich assieme all’ingegner Dante Fornasir hanno ideato a Panzano la company town chiamata “città giardino”, appunto!
Abbiamo voluto aggiungere il presente catalogo alla rassegna di
conferenze sulla valorizzazione dell’Archivio storico comunale, intitolata “A ridosso della storia – Monfalcone e il Novecento”, perché ci
sembra doveroso lasciare una testimonianza concreta e duratura dell’interesse sempre crescente, del coinvolgimento e della collaborazione che
gravitano attorno agli argomenti affrontati nei singoli appuntamenti in
Biblioteca: al lavoro dei Professionisti (architetti, ingegneri, archivisti,
storici, ricercatori) si affianca la spontanea disponibilità di Cittadini che
desiderano mettere a disposizione di altri Cittadini le loro raccolte di
immagini o di documenti, i risultati delle loro indagini e del loro entusiasmo di “raccoglitori di memorie”!
Tutto ciò è molto positivo: significa che l’Archivio storico cittadino,
“cuore di carta” di Monfalcone, restituisce ALLA Città tutto quanto
conserva e custodisce al suo interno, diventando, da “Archivio DELLA
Città” , “Archivio PER la Città”.
Da parte dell’Amministrazione Comunale, quindi, i più sentiti ringraziamenti al Personale della Biblioteca, dell’Archivio Storico, ai
Volontari del Servizio Civile, agli Utenti dell’Archivio che con loro
collaborano fattivamente, e, non ultimi, a tutti quei Cittadini che contribuiscono alla ricostruzione e alla trasmissione futura della nostra storia
comune e della nostra memoria.
Con gratitudine
Paola Benes
Assessore alla Cultura
del Comune di Monfalcone
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IL VERDE PUBBLICO A MONFALCONE
Questa ricerca prende le mosse dall’analisi delle fonti archivistiche
relative ad alcuni spazi verdi nella Monfalcone del secolo scorso: il
giardino di piazza Unità, oggi Giardino Unicef, di fianco al duomo, ideato già nei primi anni Venti e realizzato tra il 1934 e il 1938 e le alberature e altre sistemazioni a verde, non tutte realizzate, pensate subito dopo
la seconda guerra per l’area del porto-canale.
Come spesso accade quando si parla di giardini storici e urbani, destinati
all’abbellimento di aree cittadine e allo svago e ricreazione della popolazione che le abita, i documenti si prestano a diverse chiavi di lettura e
invitano a considerazioni e riflessioni di diverso carattere.
Si tratta in primo luogo di giardini, che, in quanto tali, rivestono un notevole interesse in ambito botanico. La documentazione che l’archivio
storico ha conservato testimonia , sicuramente ben aldilà di quanto la
realtà attuale del verde pubblico più datato possa suggerire, una grande
attenzione per la qualità delle aree che si intendeva progettare. I contatti che la municipalità intraprende per farsi consigliare e per acquistare le piante dei suoi giardini non si limitano allo stretto ambito locale,
ma spaziano in molte regioni d’Italia, portando a Monfalcone tracce e
tesminonianze di vivai ancora oggi molto noti e apprezzati in ambito
nazionale (e anche oltre). La scelta ricade sempre sulle specie più alla
moda, diffuse un po’ dovunque in quegli anni, con largo ricorso a alberi
e arbusti sempreverdi, quelli che garantiscono un aspetto costante al trascorrere delle stagioni e che sono più adatti alle concezioni spaziali che
devono disegnare, ma anche a una insospettabile quantità di piante da
fiore, in particolare rosai. La costruzione architettonica dello spazio interno del giardino è quella tipica del tempo, basata in genere su impianti
viari regolari, e aiuole geometriche, assi visivi unitari e disposizioni botaniche simmetriche, come si può vedere in moltissimi giardini pubblici
di quegli stessi anni in giro per l’Italia e per l’Europa.
Si tratta inoltre di giardini urbani, che in quanto tali definiscono spazi pubblici, ne disegnano l’immagine, stabiliscono relazioni con il contesto in cui si collocano e con la sua evoluzione. Tanto il giardino del
Duomo, quanto le proposte verdi per l’area del porto-canale interessano
aree cruciali nella trasformazione del nucleo centrale cittadino e nel
suo rapporto con i poli industriali periferici in continua espansione. Il
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progetto per l’area del Duomo viene concepito nel periodo in cui la città
deve risorgere dalle macerie e dai traumi della Prima Guerra Mondiale,
trovare il volto adatto a una nuova indentità, venir incontro alle esigenze di una popolazione in costante e repentino incremento. Le idee
per il porto-canale sono messe a punto quando oramai il vecchio centro
storico monfalconese ha un suo “doppio” urbanistico e demografico nel
quartiere cantierino di Panzano. In entrambi i casi, ripercorrere attraverso i documenti le tappe che hanno portato alla formulazione dei diversi interventi, indipendentemente dalla effettiva concretizzazione dei
progetti, aiuta a comprendere le scelte intraprese per inseguire il cambiamento, con tutti i contrasti e le responsabilità che esso comporta.
In quanto giardini pubblici, questi spazi sono destinati non solo all’ornamento e al decoro della città, ma anche allo svago, alla ricreazione,
in generale alla libera fruizione da parte dei cittadini. E’ probabilmente
questo il punto dolente del capitolo riguardante la storia del verde pubblico novecentesco monfalconese. Se per l’abbellimento la municipalità
si impegna per creare un patrimonio botanico di una certa qualità, molto
meno attenta sembra, in fase di programmazione, alla quantità di verde
da destinare alla popolazione e all’individuazione di luoghi e forme
più adatti alla frequentazione e all’incontro tra le persone. La lettura
dei documenti fa emergere altre priorità, più strettamente materiali (le
abitazioni, edifici scolastici, viabilità, acquedotti e fognature,le solite
difficoltà finanziarie), che fanno rinviare ogni nuova proposta anche di
fronte a pressioni da parte di organi amministrativi superiori.
In quanto giardini storici, anche qualora si tratti di “giardini di carta”,
essi sono testimonianza dell’epoca che li ha prodotti. La documentazione conservata in archivio offre una notevole quantità di informazioni di
diverso tipo, su procedure e modalità progettuali, su dati economici e
tecnici, sulle figure professionali coinvolte. La fortuna di aver conservato i disegni originari e le altre fonti (cosa non proprio così frequente
negli archivi comunali) ci permette di avanzare diversi tipi di considerazioni utili a inquadrare correttamente criteri e questioni propri della
progettazione del verde, così come ogni riflessione che può nascere dal
confronto tra le idee originarie, la loro realizzazione e le trasformazioni
avvenute nel tempo.
Paola Tomasella
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IL PRIMO DOPOGUERRA A MONFALCONE
La fondazione del Cantiere Navale Triestino (1908), seguita a tre
anni di distanza da quella dell’Adriawerke, determina un notevole
incremento della popolazione di Monfalcone. Per dare un’idea delle
dimensioni del fenomeno, ricordiamo che nel 1907 Monfalcone conta
circa 5000 abitanti e che nel 1913 il loro numero sale a 14000. In questi
anni nasce il quartiere operaio di Panzano, ma nuove abitazioni sorgono
anche nell’area prossima alla città murata, un tempo aperta campagna.
Di fronte a questa crescita urbana l’amministrazione comunale non può
rimanere immobile. Deve dotarsi al più presto di un piano regolatore
in modo da disciplinare l’attività edificatoria su tutto il suo territorio.
Per questo motivo, nel biennio 1912-1913, Dante Fornasir1, direttore
dell’Ufficio Tecnico del Comune di Monfalcone, avvia un lavoro propedeutico di rilevamento del territorio in scala 1:1000. Nel 1914 però
scoppia la guerra e tutto si interrompe.
Alla fine del conflitto la situazione che gli amministratori devono
fronteggiare è drasticamente mutata. Il centro storico è in buona parte
distrutto. Il Duomo è ridotto ad un cumulo di macerie. Nel 1915 infatti
una granata austriaca colpisce il campanile e lo fa crollare sopra le navate. Le rogge, intasate, rischiano di straripare. Molti profughi, rientrati
a Monfalcone alla fine del conflitto, non avendo più una casa, trovano
ospitalità in baracche di legno e muratura. Il piano regolatore approvato
dalla Giunta comunale nel settembre del 1920 deve giocoforza confrontarsi con le problematiche della ricostruzione postbellica.
In questo frangente vengono prese decisioni di fondamentale importanza come quella di ricostruire il Duomo non più vicino all’ex albergo
Roma, con la facciata su via Sant’Ambrogio, ma su un nuovo sito (quello attuale), con la facciata rivolta su via Rosselli, allora viale Principe
di Piemonte. Questo spostamento non è casuale. Sul finire degli anni
Venti, il traffico automobilistico raggiunge un livello tale da esigere
dei cambiamenti drastici nell’assetto viario della città. Nel 1935 viene
creata l’attuale via Matteotti che collega direttamente via Valentinis con
1 Dante Fornasir, nato a Cervignano l’11 maggio del 1882, dopo il diploma studia al Politecnico di Vienna dove
si laurea nel 1908 come ingegnere. Dirige l’Ufficio Tecnico del comune di Monfalcone dal 1910 al 1924. Allo
scoppio della guerra viene arruolato e combatte per l’esercito dell’Impero austroungarico. Dal 1919 coordina la
progettazione del quartiere operaio di Panzano (1912-1927) e nel 1928 è a capo dell’operazione di bonifica del
Lisert. Muore il 10 agosto del 1958.
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via Rosselli e via Duca d’Aosta. Le automobili quindi non devono più
incanalarsi lungo l’asse composto dalle attuali via Marzio Moro, via
Toti, Corso del Popolo e piazza della Repubblica. Quest’ultima, prima
attraversata in diagonale dalle automobili che si immettono in via Duca
d’Aosta (si veda il solco in diagonale creato dal passaggio dei carri e
delle prime automobili nella cartolina
diventa ora piazza a tutti gli effetti, riservata ai pedoni e al poco
traffico locale.
Via Rosselli viene invece a trovarsi lungo la direttrice principale
di attraversamento di Monfalcone e proprio verso di essa è rivolta la
facciata del Duomo. Quest’ultimo, inaugurato il 9 giugno 1929 alla presenza del Duca d’Aosta Emanuele Filiberto di Savoia, viene collegato
alla piazza principale mediante la creazione, nel 1935, del giardino di
piazza Unità. Sopra la roggia San Giusto, ormai interrata, viene ricavato un viale pedonale. Nel 1938 infine è realizzata la fontana circolare
nel giardino.
Piazza grande (poi Piazza Littorio), viaggiata il 6 maggio 1901.
Ed. Fratelli Ceriani di Monfalcone (collezione privata)
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vecchio percorso
nuovo percorso
Mappa con le direttrici di traffico prima e dopo la creazione di via Matteotti (Riproduzione a cura della Stamperia comunale) allo scadere degli anni Venti
Rivista Architettura e arti decorative, copertina e p. 40
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IL NUOVO DUOMO DI MONFALCONE
Al termine della Prima guerra Mondiale il Duomo di Monfalcone è
quindi ridotto ad un cumulo di macerie. Nel 1922 “L’opera di Soccorso
per le chiese rovinate dalla guerra” indice un concorso per ricostruirlo
nel sito attuale. La Commissione giudicatrice, di cui fanno parte anche
Giovanni Bonavia1, sindaco di Monfalcone e Max Fabiani2 come rappresentante della Curia Arcivescovile di Gorizia, si riunisce a Venezia e
sceglie come vincitore il progetto degli architetti romani Gino Benigni
e Francesco Leoni. Le motivazioni della decisione vengono rese note
nel numero di settembre 1923 della rivista Architettura e arti decorative
fondata dagli architetti Gustavo Giovannoni e Marcello Piacentini.
Negli anni seguenti, a causa della mancanza di fondi, il progetto
per la costruzione del nuovo Duomo subisce un notevole ridimensionamento. L’edificio viene però inaugurato diversi anni dopo, il 9 giugno
del 1929, alla presenza del Duca d’Aosta. L’evento viene programmato
nei minimi dettagli dagli organizzatori che utilizzano una planimetria
per definire in modo preciso la disposizione degli invitati: la banda, la
milizia e i rappresentanti del Fascio sono schierati davanti all’ingresso
del Duomo. Seguono le altre rappresentanze con, in testa, i mutilati
combattenti e le vedove e le madri dei caduti. A chiudere gli avanguardisti e i balilla.
1 L’avvocato Giovanni Bonavia, irredentista monfalconese, allo scoppio della Prima guerra
mondiale espatria e si arruola nell’esercito italiano. Fra il 1915 ed il 1916 viene nominato Regio
Commissario di Monfalcone. Al termine del conflitto presiede il Comitato cittadino incaricato di
promuovere la costituzione del Consorzio di Bonifica del Lisert, ente che viene fondato nel 1925.
Dal 1922 al 1927 ricopre la carica di sindaco di Monfalcone.
2 Nato a Kobdil, nel comune di San Daniele del Carso, il 29 aprile 1865, Max Fabiani si laurea al
Politecnico di Vienna nel febbraio del 1892. Collabora con Otto Wagner alla stesura di due volumi:
Moderne Achitektur e Einige Skizzen und ausgeführte Arbeiten. Da ricordare la sua partecipazione
all’Esposizione universale di Parigi (1900) come relatore ufficiale della Neue Technische Kunst
(l’antenata dell’Industrial design) e la premiazione con la medaglia d’oro per la realizzazione del
Palazzo Palmers di Vienna (1912-1913). Muore a Gorizia il 14 agosto 1962. Fra le più importanti
realizzazioni si ricordano Villa Kellner a Vienna (1896), Hotel Balkan (1905) e Casa Bartoli a
Trieste (1906).
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ASCM, b. 348. f. 2, Planimetria del nuovo Duomo con la pianificazione
dello schieramento di autorità e gruppi, 9 giugno 1929
L’archivio conserva l’elenco
delle persone chiamate a presenziare all’inaugurazione. Si tratta per
lo più di autorità e personaggi noti,
come ad esempio il Duca d’ Aosta,
la cui partecipazione è documentata
da una lettera scritta dal suo primo
aiutante. Nella missiva viene richiesto al podestà di Monfalcone di
non tenere un discorso troppo lungo
all’interno della cripta della chiesa.
La bassa temperatura e l’umidità
avrebbero infatti potuto minare la
già cagionevole salute dell’illustre
ospite.
ASCM, b. 348. f. 2, Lettera del primo
aiutante del Duca d’Aosta al Podestà
di Monfalcone, 30 maggio 1929
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IL GIARDINO DEL DUOMO
Il giardino del Duomo occupa uno spazio da sempre aperto, sgombro
da edifici anche prima della demolizione delle vecchie mura cittadine e
parzialmente già abbellito da alcuni alberi nel periodo asburgico. Le prime proposte urbanistiche del dopoguerra ipotizzano in questo luogo la
costruzione di un teatro, che avrebbe delimitato lateralmente un piccolo
sagrato per la nuova chiesa. L’idea viene scartata quasi subito.
Tra i terreni che il Comune acquista per la creazione del giardino c’è
la particella 52/4, di proprietà del Fascio di Monfalcone. Come si può
notare nella mappa qui rappresentata la roggia di San Giusto nel 1929
non è ancora stata coperta. La particella ha una superficie di complessivi
775 metri quadrati e viene acquistata al prezzo di 23.250 lire che, stando
alle tabelle di rivalutazione, corrispondono a circa 31 milioni di lire del
2001. Numerosi florovivaisti della zona, e non solo,
presentano al Comune di
Monfalcone i loro progetti,
corredati di preventivi. Qui
vengono prese in esame le
proposte conservate presso
l’Archivio Storico.
La realizzazione materiale del giardino si inserirà nelle opere di costruzione della traversa interna
cittadina e di sistemazione
della piazza.
ASCM – U.T., b. 78. f. 1,
Piano di situazione, 14
agosto 1929, scala 1:1000
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Giardini a fianco del palazzo municipale visti da via San Rocco (oggi via
Duca d’Aosta). Cartolina non viaggiata (ca. 1905) (Collezione privata)
(ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Progetto di Sistemazione del Giardino Pubblico per il Comune di Monfalcone, 3 novembre 1934)
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Benedetto Sgaravatti
La prima proposta in ordine cronologico è quella presentata da Benedetto Sgaravatti, vivaista veneto particolarmente noto nel settore. I
vivai Sgaravatti sono un’istituzione riconosciuta nel campo del florovivaismo, essi vengono fondati a Saonara, in provincia di Padova, nel
1820 e si sviluppano a partire dal 1860, quando l’azienda espande il
suo raggio d’azione a tutto il territorio nazionale. Gli Sgaravatti sono
dei veri pionieri nel settore florovivaista nazionale e una delle più importanti dinastie di commercianti in questo campo, è quindi interessante
consultare la loro documentazione relativa ai progetti monfalconesi.
Nel 1934 Benedetto Sgaravatti, rappresentante dell’azienda di famiglia, viene contattato dal Comune di Monfalcone per il progetto di risistemazione del Giardino Pubblico, da realizzare di fronte al nuovo Duomo. Il suo progetto per il bando di gara indetto dal Comune, è composto
da una planimetria illustrata a colori, sulla quale sono evidenziati dei
numeri relativi alle diverse tipologie di piante elencate nel preventivo.
Piazza Littorio
con veduta del
Municipio. Cartolina
non viaggiata. La
foto è stata scattata
fra il 1929, anno in
cui viene inaugurato
il Duomo, ed il
1938, anno in cui
viene realizzata la
fontana circolare
(collezione privata).
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(ASCM – U.T., b. 78. f.1 Elaborazione artistica relativa al progetto del
florovivaista Francesco Terzoni presentato al Comune di Monfalcone,
10 agosto 1937)
Piazza del Popolo e Duomo. Cartolina non viaggiata. La foto è stata
scattata dopo il 1938, anno in cui viene realizzata la fontana circolare
(collezione privata)
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Francesco Terzoni (Tercion)
Il secondo progetto per il giardino del Duomo è presentato nel 1937
da Francesco Terzoni (forma italianizzata di Tercion). Florovivaista
della zona, egli svolge la sua attività commerciale a Monfalcone tra
gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento. Dopo aver acquistato un
terreno in località San Polo da adibire a vivaio, il Terzoni apre il suo
primo negozio con licenza nel 1933 in Piazza Littorio 5 (attuale Piazza
della Repubblica 10, Ottica Peluchetti); nel 1935 chiede autorizzazione
agli uffici comunali per posizionare una tenda e un’insegna di esercizio
sulla facciata che dà su via Duca D’Aosta, al civico 51.
L’Archivio storico conserva un acquerello presentato dalla ditta Terzoni risalente al 1937 che illustra le idee del progettista riguardo alla
suddivisione spaziale del giardino: quattro vialetti convergenti in uno
spazio circolare centrale dividono il giardino in quattro parti. Sul lato
che guarda alla Piazza del Littorio (oggi piazza della Repubblica) è
visibile una rientranza semicircolare laddove dal 1938 sarà collocata la
fontana. Per quanto concerne la fontana, tra le carte dell’archivio storico del Comune di Monfalcone è conservato il volantino pubblicitario
d’epoca della ditta G.V.M. (Gallieni, Viganò e Marazza) S.A.- Milano,
produttrice di fontanelle e fontane ornamentali. Assieme ad esso è presente anche la risposta del Podestà all’interessato per la realizzazione di
una fontanella e della grande fontana decorativa.
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ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Progetto per la sistemazione delle piazze Littorio e Duomo, Monfalcone, 23 dicembre 1934
Giovanni Boscarol
Terzo e ultimo progetto qui illustrato è quello presentato autonomamente nel 1934 da Giovanni Boscarol, geometra civile autorizzato e perito giudiziale di Monfalcone. Il suo progetto Per la realizzazione della
sistemazione delle Piazze Littorio e Duomo, si differenzia notevolmente
da quelli dei suoi concorrenti Terzoni e Sgaravatti. Egli propone infatti,
la suddivisione del biscotto pedonale di Piazza del Littorio in due parti,
separate da un passaggio stradale che mette in comunicazione diretta
la nuova via Cesare Battisti con via Sant’Ambrogio. Altri elementi di
distinzione sono la rigorosa geometricità degli spazi prevista per il giardino e la collocazione in primo piano del monumento ai caduti.
La suddivisione del biscotto pedonale della piazza in due proposta
da Boscarol non verrà realizzata. Ad essa sarà preferita una pedonalizzazione centrale ininterrotta.
Risulta invece ben evidente la presenza del vialetto pedonale alberato ancora oggi esistente, realizzato sopra la roggia San Giusto, interrata
nel 1911. Questa soluzione trova riscontro sia nel progetto Boscarol
che in quello di Sgaravatti ed è molto probabilmente un elemento già
esistente all’epoca dell’indizione della gara.
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IL CANALE VALENTINIS E IL VERDE PUBBLICO
A seguito della realizzazione del ponte sul canale Valentinis (1943),
si decide di provvedere al riordino dei viali San Marco, Oscar Cosulich
e Verdi, ampliando le carreggiate e piantumando alberi.
Risale al 1947 il progetto elaborato dall’Ufficio Tecnico sotto la direzione di Luciano Cartagine, che si riferisce alla creazione di un giardino urbano tra via Oscar Cosulich e via Rossini. Affacciato alla riva
del porto-canale creato ai primi anni del secolo tra canale Dottori e
canale Valentinis, il giardino avrebbe dovuto occupare una superficie
abbastanza ampia, in parte già lottizzata ma priva di edifici, in parte un
fondo sterrato, tra il quartiere delle ville per impiegati e dirigenti e in
prossimità del ponte che da pochissimi anni univa i due tratti di viale
San Marco e di via Oscar Cosulich.
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Offerta primavera 1948 – piante per alberature viali e strade di Giovanni Marchetti di Bessica di Loira (TV)
Il disegno di progetto rappresenta un’area verde organizzata attorno
a una fontana con alcune ampie aiuole di forma regolare destinate a
piante da fiore e piante a basso fusto, con più rade alberature laterali.
Così concepito, lo spazio verde si sarebbe posto come elemento di me-
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diazione e al tempo stesso di congiunzione tra l’assetto urbano di qua
e di là del canale. Questa soluzione, tuttavia non sarà adottata. Anzi,
sarà immediatamente accantonata a favore di una seconda proposta
meno impegnativa, quasi contestuale, relativa ad alberature lungo le
due sponde del canale Dottori, sul nuovo ponte e nel primo tratto di via
Oscar Cosulich (in collegamento ai filari già presenti nel secondo tratto). Di questa proposta saranno realizzate le alberature in via Rossini
(una parte di quelle attualmente esistenti) e in via Cosulich, ricorrendo
ancora per l’acquisto delle specie prescelte alla consulenza di noti vivai
sparsi in diverse parti d’Italia.
Il progetto datato 30 settembre 1947 e redatto dall’ingegner Luciano
Cartagine, è riferibile a questa fase e prevede la piantumazione di alberi
lungo tutto il tratto finale del Canale De Dottori, sia lato Viale Verdi che
via Gioacchino Rossini, e lungo la parte iniziale del Canale Valentinis
(zona piazzale Nazario Sauro).
Nella stessa busta archivistica sono conservati anche due interessanti documenti. Il primo è il Preventivo per la fornitura di piante per
strade e viali della ditta Giovanni Marchetti, con sede in Bessica di Loria (TV), spedito in data 10 gennaio 1948 e protocollato dal comune di
Monfalcone in data 17 gennaio 1948; il secondo documento è una lettera, scritta su carta intestata della Fratelli Sgaravatti Piante e indirizzata
al sindaco del comune di Monfalcone, con cui la ditta si propone come
fornitore di piante per i lavori in programma per l’inverno 1948-1949.
Nella missiva si parla in maniera generica di «strade […] parchi e giardini in pubbliche piazze e […] terreni annessi a pubblici fabbricati». La
ditta, venuta evidentemente a conoscenza del programma dei lavori di
piantumazione, pur senza essere ancora al corrente delle aree coinvolte,
si candida comunque alla realizzazione dell’opera.
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ASCM – U.T., b. 78. f. 1, Progetto di sistemazione a giardino del
piazzale Rossini in Monfalcone, 13 giugno 1947
Foto aerea del canale Valentinis prima della costruzione del ponte
(1927). Fototeca CCM
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LUCIANO CARTAGINE
L’ing. Luciano Cartagine nacque a Trieste nel 1891. Completò
il ciclo di studi presso il Politecnico di Vienna dal 1910 al 1914,
anno in cui si arruolò nell’esercito austro-ungarico per combattere
sul fronte di Galizia e Bucovina con il grado di primo tenente comandante effettivo di compagnia del 97° Reggimento di Fanteria.
Si laureò a guerra conclusa presso l’Università di Padova e fu
subito assunto presso il Dipartimento Tecnico della Venezia Giulia,
dove si occupò della prima fase della ricostruzione postbellica di
Monfalcone. A Monfalcone trascorse quindi il resto della sua vita.
Qui svolse una lunghissima attività professionale, ricoprendo anche,
in alcuni periodi, incarichi di un certo rilievo in diversi ambiti della
vita cittadina.
Per quanto riguarda il suo ruolo di ingegnere fu direttore dell’Ufficio Tecnico Comunale dal 1926 ai primi anni Trenta e durante l’amministrazione del Governo Militare Alleato. Da libero professionista
eseguì lavori di progettazione pubblica e privata, direzioni di cantiere e, specie nell’ultima parte della sua vita, stime e opere di collaudo,
a contatto con importanti enti e personalità del territorio. Nel settore
pubblico si ricordano in particolare l’ampliamento della scuola Duca
d’Aosta, la sistemazione delle vie Toti, Randaccio, IX giugno, la realizzazione della traversa interna lungo l’asse via Matteotti-via Fratelli Rosselli, la sistemazione, in più fasi,
dei viali San Marco e Oscar Cosulich,
la copertura di alcuni tratti della Roggia
S.Giusto, la realizzazione di 13 grandi
edifici di carattere economico nel quartiere di via Romana, l’allargamento del
ponte dell’Anconetta, la sistemazione
della salita Granatieri, la direzione della Chiesa del Redentore e della scuola
elementare Brumat (Brumatti) di Vermegliano.
Morì a Monfalcone nel 1978.
L’Ing. Luciano Cartagine ca.1927
per gentile concessione della famiglia
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IL VIALE OSCAR COSULICH
Datato al 1 ottobre del 1947, solo un giorno dopo rispetto al progetto precedente, è il Progetto per le opere di giardinaggio lungo il viale
Oscar Cosulich. Si tratta di un’arteria molto importante, alla pari del
Viale degli Ippocastani (oggi Viale San Marco), di cui costituisce la
prosecuzione oltre il ponte realizzato nel 1943, nel punto più a nord del
Mediterraneo. L’area è apparentemente periferica, ma baricentrica rispetto ai due poli del vecchio nucleo abitativo cresciuto attorno alla città murata e della nuova Panzano cresciuta attorno ai Cantieri Navali.
I 65 platani indicati come prima voce nel preventivo sono quasi certamente quelli previsti dal progetto di Viale Cosulich. La ditta Van Den
Borre ha sede a Treviso ed è ancora oggi in attività.
Il suo fondatore, il belga
Francesco Van Den Borre,
giunto in Italia nel 1854, è ricordato come “il padre del radicchio rosso”: sembra infatti
che sia stato il primo ad aver
introdotto nel nostro paese
l’operazione della forzatura
che consente di esaltare i pregi
organolettici del radicchio rosso di Treviso tardivo.
ASCM – U.T., b. 78. f. 3,
Lettera di accompagnamento a preventivo per
fornitura di piante della
Ditta Francesco Van den
Borre di Treviso
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LA CASA DELLA MADRE E DEL FANCIULLO
Sui terreni tra il porto- canale e le ville, quelli di cui si era ipotizzata la trasformazione in giardino, saranno costruiti di lì a poco l’asilo
nido, la “Casa del Mutilato”, un edificio residenziale e il palazzetto dello sport.
In particolare l’asilo nido “Casa della Madre e del Fanciullo” progettato nel 1951 per “dare un conforto assistenziale a chi altrimenti è
costretto ad affrontare oltre all’onere del lavoro, anche la preoccupazione affettiva più intensa, e per consentire alla società […] di soddisfare verso l’infanzia e la maternità, uno dei suoi primi doveri” viene
inaugurato nel maggio 1953.
Oltre all’asilo, situato al primo piano, l’edificio ospita al piano terra
un consultorio pediatrico, un consultorio ostetrico e un refettorio con le
relative cucine. Nel seminterrato è ricavato l’alloggio del custode e vi
si trovano la dispensa, l’essiccatoio e la stireria.
Motivi igienico-ambientali invitano, una quindicina di anni dopo
(1960-62), a interrare il porticciolo tra la centralina idroelettrica e il ponte, spostando l’idea del giardino sull’area risultante dalla copertura.
Canale Valentinis. Cartolina non viaggiata. Ed. Gius. Stokel &
Debarba, Trieste 1914 (collezione privata)
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ASCM – Album fotografico “Comune di Monfalcone. Amministrazione”,
p. 19. Inaugurazione della Casa della Madre e del Bambino, 9 maggio
1955 (riproduzione a cura della Stamperia comunale)
28
Giardini di carta
La mostra
Pannello 1
ASCM – U.T., b. 78. f. 1, Piano di situazione, 14 agosto 1929, scala
1:1000ASCM – U.T., b. 78. f. 1, Contratto di compravendita, 19 ottobre
1929
Pannello 2
•
•
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Cartolina postale raffigurante Piazza grande (poi Piazza Littorio) viaggiata il 6 maggio 1901 (Fratelli Cerioni, Monfalcone) (collezione privata)
Rivista Architettura e arti decorative (settembre 1923): riproduzione
della copertina e di pagina n. 40 (Riproduzione a cura della Stamperia
comunale)
Mappa con le direttrici di traffico prima e dopo la creazione di via Matteotti (Riproduzione a cura della Stamperia comunale)
Pannello 3
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•
Cartolina (circa 1930) con raffigurata la piazza senza l’isola centrale
e con sullo sfondo la rovina sulla quale sorgerà l’edificio della cassa
di Risparmio di Trieste, collezione Sgrazzutti. Tratta da: Monfalcone :
1890-1940 : la città in positivo / a cura di Gualtiero Pin. - Monfalcone :
Comune di Monfalcone, stampa 1992, p. 34. Riproduzione a cura della
Stamperia comunale.
Cartolina fine anni Trenta. Vista della piazza dall’edificio della Cassa
di Risparmio di Trieste, collezione Malutta. Tratta da: Monfalcone :
1890-1940 : la città in positivo / a cura di Gualtiero Pin. - Monfalcone :
Comune di Monfalcone, stampa 1992, p. 34. Riproduzione a cura della
Stamperia comunale.
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Planimetria delle piazze del Littorio e Duomo,
Monfalcone.
29
Giardini di carta
Pannello 4
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Progetto di Sistemazione del Giardino Pubblico per
il Comune di Monfalcone, 3 novembre 1934
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Preventivo delle piante occorrenti per la sistemazione del Giardino Pubblico di Monfalcone (Trieste), 7 novembre 1934
Pannello 5
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Preventivo per lavori da giardiniere sulla Piazza
del Duomo e Municipio, 19 aprile 1937
ASCM – U.T., b. 78. f.1 Elaborazione artistica relativa al progetto del florovivaista Francesco Terzoni presentato al Comune di Monfalcone, 10 agosto
1937
Pannello 6
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Progetto per la sistemazione delle piazze Littorio
e Duomo, Monfalcone, 23 dicembre 1934
•
•
Cartolina postale raffigurante Piazza della Repubblica e i Giardini
viaggiata il 17 giugno 1949 (collezione privata)
Cartolina postale raffigurante Piazza della Repubblica e i Giardini
viaggiata il 15 giugno 1959 (collezione privata)
Pannello 7
ASCM – U.T., b. 78. f.1, Lettera del Podestà in risposta al preventivo, 21
febbraio 1938
ASCM – U.T., b. 78. f. 1 Volantino pubblicitario della ditta G.V.M., 1937
•
Foto ritraente l’ingegner Luciano Cartagine nel 1926 (Riproduzione a
cura della Stamperia comunale)
30
Giardini di carta
•
Foto ritraente l’ingegner Luciano Cartagine nel 1937 (Riproduzione a
cura della Stamperia comunale)
Pannello 8
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Progetto per le opere di giardinaggio lungo il
Canale Dottori, 30 settembre 1947, scala 1:500
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Offerta primavera 1948 – piante per alberature
viali e strade (Marchetti)
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Proposta di vendita piante (Fratelli Sgaravatti
Piante)
•
Cartolina raffigurante il porto Eugenio conte Valentinis (Riproduzione
a cura della Stamperia comunale)
Pannello 9
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Progetto per le opere di giardinaggio lungo il
viale Oscar Cosulich, 1 ottobre 1947, scala 1:500
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Lettera di accompagnamento a preventivo per
fornitura di piante (Van den Borre)
ASCM – U.T., b. 78. f. 3, Preventivo per fornitura di piante (Van den Borre)
•
Cartolina (circa 1920) con raffigurata la centrale idroelettrica sul canale de Dottori all’altezza dell’incrocio tra la strada statale per Trieste e
il viale San Marco, collezione Malutta. Tratta da: Monfalcone : 18901940 : la città in positivo / a cura di Gualtiero Pin. - Monfalcone :
Comune di Monfalcone, stampa 1992, p. 96. Riproduzione a cura della
Stamperia comunale.
31
Giardini di carta
Pannello 10
ASCM, b. 348. f. 2, Planimetria del nuovo Duomo con la pianificazione
dello schieramento di autorità e gruppi, 9 giugno 1929
ASCM, b. 348. f. 2, Elenco degli invitati all’inaugurazione, 9 giugno
1929
ASCM, b. 348. f. 2, Lettera del primo aiutante del Duca d’Aosta al Podestà
di Monfalcone, 30 maggio 1929
•
Il Duca d’Aosta entra in Chiesa. Foto tratta dal volume: Sant’Ambrogio e le sue chiese filiali / Luciana Ceriani Barbariol [et al.]. - [S.l. :
s.n.], stampa 1998 (Monfalcone : Stamperia comunale), p. 27. Riproduzione a cura della Stamperia comunale.
Pannello 11
ASCM – U.T., b. 78. f. 1, Progetto di sistemazione a giardino del piazzale
Rossini in Monfalcone, 13 giugno 1947, scala 1:500
Pannello 12
ASCM – U.T., b. 147. f. 1, Progetto di massima per l’asilonido da costruirsi
a Monfalcone, 5 dicembre 1950, scala 1:2500
ASCM – U.T., b. 147. f. 1, Lettera di accompagnamento al progetto di
massima per l’asilonido da costruirsi a Monfalcone, 9 aprile 1951
ASCM – Album fotografico “Comune di Monfalcone. Amministrazione”, p. 19. Inaugurazione della Casa della Madre e del Bambino, 9 maggio 1955 (riproduzione a cura della Stamperia comunale)
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Giardini di carta
Viale Ippocastani (oggi Viale San Marco). Cartolina non viaggiata.
Ed. Gius. Stokel & Debarba, Trieste ca. 1915 (collezione privata)
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Giardini di carta
Viale Ippocastani (oggi Viale San Marco). Cartolina viaggiata nel 1906.
Deposè: Stabile – Monfalcone (collezione privata)
Viale Valentinis. Cartolina viaggiata nel 1923 (collezione privata)
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Giardini di carta
Bibliografia:
Barbariol, L.C. Sant’Ambrogio e le sue chiese filiali. S.l.: s.n., stampa
1998 (Monfalcone: Stamperia del Comune)
Crismani, F. L’area storica dal primo dopoguerra alla fine del Novecento. In: PIN, G. (a cura di). La città murata di Monfalcone. Mariano
del Friuli: Edizioni della Laguna, 2011: p. 94-157.
Depetris, A. (a cura di). Monfalcone e la Bisiacaria: le immagini raccontano. Mariano del Friuli: Edizioni della Laguna, 2008
Feudale, S., Pavan, L., Santeusanio, I. Monfalcone ieri. Monfalcone:
Edizioni della Laguna, 1995: p. 185-257.
Fragiacomo, P. La grande fabbrica, la piccola città: Monfalcone e il
cantiere navale: la nascita di una company town: 1960-1940. Milano:
Franco Angeli, 1997.
Morgera, A. Un ponte sul Mediterraneo : studi e progetti sulla portualità della costa monfalconese. La panarie, 176 (2013), p. 55-62.
stampato nel dicembre 2015
dalla stamperia comunale di Monfalcone
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Giardini di carta