Vela [Gli Sport - Vela] - La Gazzetta dello Sport

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[Gli Sport - Vela]
Vela
Le origini
La vela nasce nell’antichità come mezzo
di trasporto, mentre la sua dimensione
sportiva moderna ha origine in
Olanda (la parola yachting proviene
dall’olandese “jaght” o “jaght schip”,
termine che indicava probabilmente
un’imbarcazione leggera e veloce).
Se l’International Yacht Racing Union
(IYRU) è stata fondata nel 1907,
ben più antica è la tradizione legata
all’America’s Cup nata nel 1851. Una
tradizione iniziata con la vittoria
dell’Hundred Guineas Cup da parte
del New York Yacht Club: la gara si
svolge nel 1851 nel periplo dell’Isola
di Wight (Gran Bretagna) e gli
statunitensi se la aggiudicano a bordo
di America. Da qui nasce la sfida tra
sindacati e, successivamente, il nome
della Coppa che resta per 132 anni in
mani americane. Il monopolio viene
interrotto da Australia II nel 1983. Solo
altri due sindacati riusciranno a fare
altrettanto: Black Magic (NZL, 1995 e
2000) e Alinghi (SUI, 2003 e 2007).
In Italia
La nascita dei primi club velici in Italia
risale alla seconda metà del XIX secolo
e le aree in cui operano sono Napoli,
Trieste, la Liguria, i laghi del nord, le
coste tirreniche e le principali isole. Se
inizialmente le regole di regata vengono
importate da Inghilterra e Francia,
con il passare degli anni vengono
create strutture con competenze di
coordinamento nazionale. Nasce così
nel 1913 a Genova l’Unione Nazionale
della Marina da Diporto, cui fa seguito
il 13 aprile 1927 la fondazione della
Reale
Federazione Italiana della
Vela, con Luigi Amedeo di Savoia a
ricoprire il ruolo del presidente. L’ente
ha successivi cambi di denominazione,
sino a diventare nel 1964 Federazione
Italiana Vela (FIV). La prima medaglia
azzurra è stata vinta a Berlino 1936
dall’Italia, un 8 m con al timone
Giovanni Leone Reggio. Sedici anni
dopo, a Helsinki l’oro nella classe
Star va a Agostino Straulino e Nico
Rode. Per rivincere un oro bisogna poi
attendere sino a Sydney 2000, quando
Alessandra Sensini (Mistral) diventa
la prima azzurra della vela a vincere
ai Giochi. Proprio l’atleta toscana nel
windsurf ha conquistato tre delle ultime
quattro medaglie italiane ai Giochi (la
quarta è l’argento di Luca Devoti, Finn,
Sydney 2000) ed è l’azzurra della vela
che ha raggiunto il maggior numero di
podi.
Alla popolarità della vela nel nostro
Paese in questi anni hanno contribuito
le sfide in Coppa America. Il primo
sindacato tricolore è Azzurra, nel 1983
(e nel 1987), seguito da Italia (1987),
il Moro di Venezia (vincitore della
Louis Vuitton Cup, la competizione
degli sfidanti, nel 1992), Luna Rossa
(vincitrice della Louis Vitton Cup
nel 2000 e presente nel 2003 e 2007),
Mascalzone Latino (2003 e 2007) e +39
(2007).
Primi campionati nazionali:
1931 (classe Dinghy)
Prima presenza ai Giochi Olimpici:
1924
Prima medaglia ai Giochi Olimpici:
1936 (Bruno Bianchi, Luigi De
Manincor, Domenico Mordini, Enrico
Massimo Poggi, Luigi Mino Poggi,
Giovanni Leone Reggio - oro - classe
8 m).
All’Olimpiade
La vela è uno dei tre sport olimpici
(insieme a equitazione e badminton)
in cui uomini e donne gareggiano
insieme, fin dall’edizione di Parigi
1900 dove la contessa de Pourtalès è
la prima olimpionica. Una gara di vela
è inserita nel programma di Atene
1896, ma viene cancellata a causa dalle
cattive condizioni meteorologiche, così
l’esordio a cinque cerchi si ha a Parigi
1900 con le prove che si svolgono
lungo la Senna (salvo quelle riservate
alle imbarcazioni da 10-20 tonnellate
che regatano a Le Havre). Assente
a St. Louis 1904 e Atene 1906, la vela
torna a disputarsi a Londra 1908 e da
allora è presente a tutte le successive
edizioni dei Giochi, anche se mutando
notevolmente la tipologia delle prove
e il tipo di imbarcazioni utilizzate.
Se a inizio secolo si arrivava ad
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equipaggi anche di 10-12 persone, ora
si privilegiano le gare in singolo e con
squadre ridotte. Sin dal 1900 alle donne
è stato permesso gareggiare nella vela,
mentre l’introduzione di prove a loro
riservate risale a Los Angeles 1984.
Nel 2012 a Weymouth (Londra) le
classi olimpiche saranno ridotte a 10.
Incrociando la storia olimpica con
quella dell’America’s Cup, si scopre
come molto spesso i futuri protagonisti
del più famoso trofeo velico provengano
da esperienze a cinque cerchi. Tra
coloro che sono riusciti ad abbinare
un podio ai Giochi alla vittoria della
Coppa America, in veste di timoniere,
c’è Dennis Conner (USA), bronzo nel
1976 (classe Tempest) e protagonista in
Coppa nel 1980 con Freedom. Conner
diventa poi il primo americano dopo
132 anni a perdere il trofeo nel 1983,
battuto dagli australiani di Australia
II, guidati da John Bertrand, già
bronzo a Montreal 1976 (Finn). Lo
statunitense comunque trova il modo
di rifarsi, rivincendo la Coppa nel 1987
e 1988 con Stars & Stripes. Grazie
a 9 partecipazioni e 4 vittorie (nel
1974 era stato timoniere di partenza
e tattico di Courageous) Conner è
soprannominato Mr America’s Cup.
Compagno di Conner a Montreal 1976
è Conn Findlay, che all’attivo ha già tre
medaglie conquistate nel canottaggio
(1956-1964). Lo
stesso
Findlay
parteciperà all’America’s Cup nel 1977
con Courageous di Ted Turner. Dopo
Conner, Findlay e Bertrand l’accoppiata
Olimpiade-Coppa è riuscita ad Harry
“Buddy” Melges jr. (USA) e a Russell
Coutts (NZL). Melges, oro a Monaco
1972 (Soling), nel 1992 è co-skipper
3
di America , la barca che in finale
sconfigge il Moro di Venezia. Il bilancio
migliore però è quello di Coutts: per lui
oro olimpico (Los Angeles 1984 - Finn)
e tre Coppe America consecutive (1995
e 2000, entrambe le volte a bordo di
Black Magic e 2003 su Alinghi).
La vela è poi l’unico sport olimpico,
insieme all’equitazione, ad essersi
svolto in un Paese diverso da quello
ospitante: è accaduto nel 1920 quando,
a seguito di un reclamo, due gare si
sono svolte ad Amsterdam due mesi
dopo i Giochi di Anversa.
Il velista che ha collezionato il maggior
numero di successi è il danese Paul
Elvstrøm, con quattro ori consecutivi
(1948-1960) nella classe Finn. Lo stesso
Elvstrøm è stato presente in totale a otto
edizioni dei Giochi e nelle ultime due
(1984 e 1988) ha regatato nella classe
Tornado con la figlia Trine. Quello che
ha conquistato il maggior numero di
medaglie è il brasiliano Torben Grael
Schmidt (5 volte sul podio). Nel 2000
Grael ha contribuito alla vittoria nella
Louis Vitton Cup, in veste di tattico a
bordo di Luna Rossa.
Tra le presenze illustri ai Giochi, dopo
il principe Olav di Norvegia, futuro
re, oro ad Amsterdam 1928 (6 metri),
a Roma 1960 Costantino di Grecia è
primo nei Dragon. A Monaco 1972
si segnalano il 10° posto (Soling) del
principe Harald di Norvegia (figlio di
Olav) e il 15° (Dragon) di Juan Carlos
di Spagna. Meglio di lui farà il figlio
Felipe, 6° (Soling) a Barcellona 1992.
Nel windsurf Lee Lee Lai-Shan (ad
Atlanta 1996) e Gal Fridman (Atene
2004) regalano le prime medaglie d’oro
di sempre ai Giochi di Hong Kong e
Israele.
Le regate
Ai Giochi le imbarcazioni devono
completare un percorso segnato
attraverso boe. La gara si articola
in più prove e la classifica finale
viene stilata in base ai punteggi
ottenuti in ogni singola regata.
A Pechino 2008 la principale novità
è rappresentata dall’introduzione
della Medal Race di finale. La MR si
corre nel giorno finale del programma,
solo tra i primi 10 equipaggi della
classifica di ogni classe, e assegna un
punteggio doppio del normale (al
primo 2 punti anziché 1, al secondo
4 e non 2, al terzo 6 anziché 3, e così
via), in più non è scartabile. Lo scopo
della novità è introdurre maggiore
attesa, emozione e imprevedibilità
al finale, perché il punteggio doppio
rende possibili clamorosi ribaltoni in
classifica (tenendo presente che tra
il 1° e il 10° della MR ci sono ben 18
punti di differenza). Inoltre obbliga
anche il primo della classifica parziale a
regatare (sono esclusi gli scarti) anche
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se il concorrente ha un vantaggio tale,
che con il vecchio sistema e punteggio
gli consentirebbe di vincere con un
giorno di anticipo. Altro elemento della
MR è che è arbitrata in mare come nel
match race e, salvo casi eccezionali,
non prevede seguito di proteste a terra,
quindi è più facile per il pubblico capire
effettivamente chi vince e chi perde.
Per il windsurf è stata introdotto un
nuovo tipo di percorso che prevede
uno “slalom” nella parte finale che
precede l’arrivo della regata, anche in
questo caso per aumentare suspence e
spettacolarità.
Medagliere
Gran Bretagna
Stati Uniti
Norvegia
Francia
Danimarca
Spagna
Svezia
Nuova Zelanda
Brasile
Australia
Olanda
Unione Sovietica
Germania
Austria
Italia
Germania Occidentale
Grecia
Belgio
Germania Orientale
Finlandia
Francia/Gran Bretagna
Ucraina
Svizzera
Bahamas
Polonia
Israele
Hong Kong
Argentina
Canada
Portogallo
Cina
Russia
Giappone
Antille Olandesi
Cuba
ORO
ARGENTO
BRONZO
TOTALE
20
18
17
14
11
10
9
6
6
5
4
4
3
3
3
3
3
2
2
2
2
1
1
1
1
1
1
-
14
22
11
11
8
4
12
4
2
3
6
5
4
4
2
2
2
4
3
1
2
2
4
3
2
2
1
1
1
1
10
18
3
14
6
1
11
5
6
8
6
3
2
7
5
1
2
2
6
2
1
1
1
1
3
6
2
1
1
-
44
58
31
39
25
15
32
15
14
16
16
12
9
7
12
10
6
8
7
9
2
5
4
2
2
2
1
7
9
4
2
2
2
1
1
[Gli Sport - Vela]
Irlanda
Isole Vergini Americane
Repubblica Ceca
Estonia
Ungheria
Slovenia
Totale (153 gare)
153
1
1
1
146
2
1
1
139
1
1
1
2
1
1
438
- Nel 1900 ci sono state due gare nelle seguenti classi: 0-½ tonnellate, ½-1 tonnellate, 1-2 tonnellate, 2-3
tonnellate, e 3-10 tonnellate.
- Nel 1920 viene usualmente riportata la vittoria della squadra britannica nella classe dinghy 18 piedi.
La gara non si è svolta.
- Nessun secondo e terzo nel 1908 nella classe 7 metri; nessun terzo nel 1908 nella classe 12 metri;
nessun terzo nel 1920 nella classe dinghy 12 piedi; nessun secondo e terzo nel 1920 nella classe 30
2
2
metri ; nessun terzo nel 1920 nella classe 40 metri ; nessun terzo nel 1920 nella classe 6 metri; nessun
terzo nel 1920 nella classe 6.5 metri; nessun secondo e terzo nel 1920 nella classe 7 metri; nessun terzo
nel 1920 nella classe 8 metri, 1907 rating; nessun secondo e terzo nel 1920 nella classe 10 metri, 1907
rating; nessun secondo e terzo nel 1920 nella classe 10 metri, 1919 rating; nessun secondo e terzo nel
1920 nella classe 12 metri, 1907 rating; nessun secondo e terzo nel 1920 nella classe 12 metri, 1919
rating; nessun terzo nel 1932 nella classe 8 metri.
Record
Maggior numero di medaglie, uomini
5
Torben Grael Schmidt (BRA - 1984, 1988, 1996, 2000, 2004)
Maggior numero di medaglie d’oro, uomini
4
Paul Elvstrøm (DEN - 1948/1960)
Maggior numero di medaglie, donne
3
3
3
Barbara Anne Kendall (NZL - 1992, 2000)
Alessandra Sensini (ITA - 1996, 2004)
Ruslana Taran (UKR - 1996, 2004)
Maggior numero di medaglie d’oro, donne
2
2
Theresa Zabell (ESP - 1992, 1996)
Shirley Robertson (GBR - 2000, 2004)
Più giovane medagliato
14-219 Franciscus Hin (NED - dinghy 12 piedi, 1920)
Più giovane medagliato/oro
14-219 Franciscus Hin (NED - dinghy 12 piedi, 1920)
Più anziano medagliato
66-164 Louis Noverraz (SUI - 5.5 m, 1968)
Più anziano medagliato/oro
59-112 Everard Endt (USA - 6 m, 1952)
Più giovane medagliata
19-054
Natalia Vía Dufresne (ESP - Europe, 1992)
Più giovane medagliato/oro
21-141 Kristine Roug (DEN - Europe, 1996)
Più anziana medagliata
38-315 Pease Glaser (USA - 470, 2000)
Più anziana medagliata/oro
38-015 Virginie Hériot (FRA - 8 m, 1928)
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LE CLASSI OLIMPICHE
Maschili
470 - deriva doppio
Laser - deriva singolo
RS:X - windsurf
Star - doppio a chiglia
Femminili
470 - deriva doppio
Laser radial - deriva singolo
RS:X - windsurf
Yngling - triplo a chiglia
Miste (Open)
49er - deriva doppio acrobatico
Finn - deriva
Tornado - catamarano doppio
Classe 470
(deriva doppio femminile e maschile)
Lunghezza: 4.70 m
Larghezza: 1.70 m
Superficie velica: 12.7 m
Peso equipaggio: 110-145 kg
La prima deriva ammessa alle Olimpiadi, il 470
è una barca dotata di trapezio per il prodiere e
di spinnaker per le andature portanti, ha una
carena facilmente planante.
Classe Yngling
(triplo a chiglia femminile)
Lunghezza: 6.35 m
Larghezza: 1.73 m
Peso: 960 kg
Superficie velica: 35 mq (spinnaker)
L’Yngling mantiene alcune caratteristiche
dell’ex classe Soling, tra esse l’equipaggio
di 3 persone e la superficie velica ridotta
rispetto al peso dello scafo.
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Neil Pride RS:X
tavola a vela maschile e femminile
Lunghezza: 2.79 m
Larghezza: 0.93 m
Peso: 13 kg
Volume: 220 l
Superficie velica: 8.5-9.5 mq
La nuova tavola a vela presenta caratteristiche di grande
manovrabilità (ha una deriva di 60 cm) anche con vento
leggero (la sua vela è molto più grande del Mistral: da 6.6 mq
della vecchia tavola, agli 8.5-9.5 mq della RS-X, che variano tra
uomini e donne). Albero e boma sono in carbonio.
Laser Radial
deriva singolo femminile
Lunghezza: 4.23 m
Larghezza: 1.37 m
Superficie velica: 5.76 mq
Stesso scafo e caratteristiche del Laser standard
maschile, la differenza sta tutta nella vela più
piccola (5,76 anziché 7,06 mq), ottenuta grazie
all’uso di una diversa parte bassa dell’alberatura
e al taglio a ferzi radiali (da cui il nome) che le
conferisce notevole rendimento e un maggiore
controllo fisico anche da parte di timonieri di peso
inferiore.
Classe Laser
(deriva singolo maschile)
Lunghezza: 4.23 m
Larghezza: 1.37 m
Superficie velica: 7.06 mq
La deriva più popolare e diffusa al mondo, grazie
alla sua stretta monotipia, alla facilità di base e
alla comodità di trasporto. È caratterizzata da uno
scafo leggero e una vela di ampia superficie.
Classe Finn
(deriva open)
Lunghezza: 4.50 m
Larghezza: 1.50 m
Superficie velica: 10.2 mq
Il più antico (è stata disegnata nel 1949)
“singolo” olimpico ora adotta un albero in
carbonio e vele in mylar. Come tutti i singoli
non è velocissimo e ciò determina un approccio
alla regata prevalentemente tattico, nella scelta
dei bordi di vento favorevole.
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Classe 49er
(deriva doppio acrobatico open)
Lunghezza: 4.99 m
Larghezza: 2.90 m
Superficie velica: 59.2 mq
Peso dell’equipaggio: 145-165kg
Una barca derivata dagli skiff australiani, introdotta
per le regate olimpiche di Sydney. Leggerissima e
tecnologica (molte parti dell’attrezzatura sono in
carbonio), dotata di larghe terrazze sulle quali
i due velisti stanno quasi sempre in piedi e al
trapezio, il 49er sviluppa velocità notevoli con ogni
vento. È dotato di un gennaker (spi asimmetrico
con i colori nazionali) molto grande che lo spinge
in planate nelle andature con il vento in poppa.
Classe Tornado
(catamarano doppio open)
Lunghezza: 6.10 m
Larghezza: 3 m
Superficie velica: 20.7 mq
Unico multiscafo della vela olimpica, è stato modificato
dopo Sydney, con un doppio trapezio per i due velisti e
l’uso di un grande gennaker per le andature portanti.
Classe Star
(doppio a chiglia maschile)
Lunghezza: 6.90 m
Larghezza: 1.70 m
Superficie velica: 26.1 mq
La Star è la più antica delle classi olimpiche, dal 1932
rappresenta il primo monotipo della storia velica, sempre
presente alle Olimpiadi (con l’eccezione del 1976, sostituita
dal Tempest). È caratterizzata da uno scafo a spigolo molto
stretto e da una grande superficie velica.