n° 7 aprile 2011
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n° 7 aprile 2011
Aprile 2011 Il Bartolomeo Il giornale degli Zucchini Direttrice dixit: CI PENSA PAPÀ Ormai giunta, sudando e faticando, in II liceo (o 4, per voi Gelministi), come la maggior parte dei miei coetanei ho incominciato a guardarmi attorno in cerca di un futuro ripiego universitario, confidando (forse in maniera troppo ottimistica) di sopravvivere alla maturità ed evadere un bel dì dallo Zucchi. Ovviamente lo scontro con la realtà post liceo è sempre abbastanza intimidente: è in momenti come questi che mi faccio prendere dall’ansia e inizio a pensare che forse dovrei dar retta a mia nonna, rifarmi il seno, ossigenarmi i capelli e maritarmi un ricco petroliere novantenne, perché tanto non c’è luogo in cui riuscirei a passare un esame. Tuttavia mi conforta vedere che tanti personaggi insigni sono giunti a realizzare i propri obiettivi partendo dal nulla con l’unica spinta dell’ambizione e della determinazione: e uno in particolare mi ha dato prova del fatto che non sia necessario essere talentuosi o brillanti per aprire le porte del successo. Di chi sto parlando? Ma naturalmente di George W. Bush: l’ex presidente degli Stati Uniti, che ha un quoziente intellettivo pari a quello di un sedano, è riuscito a farsi eleggere non per uno ma per ben due mandati alla Casa Bianca! Credete stia esagerando? Pensate che sono state tanto ridicole, nel corso degli anni, le sue affermazioni che è stata addirittura coniata una parola per definire in modo specifico una boiata da lui pronunciata! Recita il Collins English Dictionary: “Bushism – qualsiasi affermazione stupida attribuita a George W. Bush” Siete curiosi? Ecco qualche esempio. presidente, il mio metro di successo sarà la C’è un vecchio detto in Tennessee – so che è in vittoria – e il successo. (riguardo all’Iraq, Texas, probabilmente in Tennessee – che dice Washington, D.C., 17 Aprile 2008) se mi illudi una volta, vergogna – vergognati. Se mi illudi – non puoi farti illudere di nuovo. "I know the human being and fish can coexist (Nashville, Tennessee, 17 Settembre 2002) peacefully." — So per certo che gli esseri N.d.r. Il detto è “fool me once shame on you, umani e i pesci possono coesistere fool me twice shame on me” mentre ciò che pacificamente. (Saginaw, Michigan, 29 George propone è molto simile alla canzone Settembre 2000) Won’t Get Fooled Again degli Who (la sigla "Too many good docs are getting out of the di CSI Miami, tanto per intenderci). business. Too many OB-GYNs aren't able to Risate a parte, è utile riflettere sulla storia di practice their love with women all across this George: io credo sia la prova più eclatante dei country." — Troppi bravi dottori stanno danni che la raccomandazione comporta. perdendo il lavoro. Troppi ginecologi non Pensate che W. sarebbe riuscito ad arrivare possono più esercitare il loro amore con le dov’è arrivato senza l’aiutino del W. senior? donne attraverso l’intero paese. ( Poplar Bluff, Se solo il papi non si fosse speso tanto per il Missouri, 6 Settembre 2004) piccolo Bush, l’America, l’Iraq e il mondo "Rarely is the questioned asked: Is our children learning?" — Raramente è posta questa domanda: i nostri bambini sta imparando? (Florence, Carolina del Sud, 11 Gennaio 2000) "I know what I believe. I will continue to articulate what I believe and what I believe -I believe what I believe is right." So in cosa credo. Continuerò ad affermare ciò in cui credo e ciò in cui credo - credo che ciò in cui credo sia giusto. (Roma, 22 Luglio 2001 ) "Our enemies are innovative and resourceful, and so are we. They never stop thinking about new ways to harm our country and our people, and neither do we." — I nostri nemici sono innovativi e pieni di risorse, e così anche noi. Non cessano mai di pensare a nuovi modi per ferire il nostro paese e la nostra nazione, e "Thank you, your Holiness. Awesome nemmeno noi. (Washington, D.C., 15 Agosto speech." Grazie sua Santità, figo il discorso! (a 2004) Papa Benedetto XXVI, Washington, D.C., 15 "There's an old saying in Tennessee — I know Aprile 2008) it's in Texas, probably in Tennessee — that So long as I'm the president, my measure of says, fool me once, shame on — shame on success is victory -- and success." Finchè sarò you. Fool me — you can't get fooled again." intero non avrebbero dovuto affrontare tanti pericoli e subire tante sofferenze. Bisogna dire però che, alla fine, gli americani si sono resi conto di aver affidato le sorti del paese ad un bambino tonto e viziato; ma il prezzo da pagare è stato caro. E noi? La raccomandazione è uno dei tumori che consuma l’Italia, da sempre, e ci è chiaro, a questo punto, che non siamo in grado di imparare dai nostri errori. Ma perché non impariamo nemmeno dagli errori commessi da chi ci piace tanto scimmiottare? Perchè gli Americani hanno scelto di cambiare, dopo soli 8 anni, e noi, dopo decenni nella stessa situazione di “letame”, mandiamo avanti gente immeritevole a discapito di chi è in gamba? È un po’ triste terminare così un articolo, ma devo confessare che la cecità e la disonestà diffusa di noi italiani mi disarmano, tanto che mi è difficile pensare ad un futuro migliore (e penso di non essere l’unica). Tuttavia spero ancora che qualcosa cambi e che finalmente ci attiveremo per noi stessi: e se non dovesse succedere, pazienza. Posso sempre fare la giocoliera per la Moira Orfei, dato che, grazie ai trascorsi di ginnastica, siamo degli artisti circensi a tutti gli effetti: sempre che non ci voglia la raccomandazione BARTOLOMEO / POLITICA CENTOCINQUANTA, LA GALLINA CANTA S pesse volte mi capita di parlare con mio nonno circa la sua giovinezza, come si comportavano i sedicenni degli anni trenta. Premesso che in quegli anni imperava un regime austero che privava i cittadini delle libertà barilari, sono sempre stato attratto, nella mia spontanea ingenuità, da quegli alzabandiera regolari, scanditi con rigorosità religiosa, da quelle pletoriche parate che riempivano la vita pubblica dei cittadini, da quei canti inneggianti ai fasti della nostra nazione, recitati come uffizi. Tutto questo era concepito, accantonando l’inculcamento fazioso e il severo predominio ideologico, per sponsorizzare la nazione necessariamente trionfante, composta in maggioranza da analfabeti abitanti rurali, e per permettere che quest’ultimi, sebbene ignoranti, portassero impresso nella mente quello stivale, per lo più montuoso, per il quale bisognava combattere e anche perire. Ovviamente, queste testimonianze, analizzate in chiave moderna, appaiono delle pure esasperazioni causate dal fanatismo. Oggi invece, per risollevare l’Italia, renderla risoluta e competitiva, occorre attingere in maniera consistente a quelle pratiche propagandistiche, non politiche. Il concetto di patriottismo si è assolutamente dissolto con l’avvento di una visione globale, dove due blocchi detengono l’egemonia su più livelli, e si appropriano, rivendicandone la legittimità con pratiche più o meno trasparenti, di tutti quei paesi satelliti, costretti all’assoggettamento ideologico e culturale. A causa di ciò lo stato oppresso è obbligato ad accogliere una moltitudine efferata di messaggi mirati a deformare tutte quelle tradizioni che connotano una nazione e che sono la sua parte cromosomica. In Italia queste “tradizioni”, dal folklore al …….., non sono andate perdute per una semplice educazione implicita di degli abitanti che sanno che sanno rievocarle e conservarle più o meno saggiamente. Nello stesso tempo però siamo stati invasi dal l’omo log az ion e, un feno meno immediatamente subordinato alla globalizzazione. Il nostro conquistato tricolore è stato sostituito con altre insegne, sicura men te non coin cidente e rappresentanti il nostro modo di vivere e pensare. L’emigrazione delle nostre menti più brillanti e di genti disperate è stata il deterrente per infliggere un pesante colpo al concetto patriottico. La piaga è stata la lenta, ma costante, politicizzazione di tutti gli ambiti democratici che costituiscono l’Italia, ovvero organizzare manifestazione non rivendicate da questo o quest’altro simbolo politico, ma dal quel tricolore. Questo fenomeno è emerso in maniera rimbombante durante quest’anno,il centocinquantenario dell’unità. sono stati messi in discussione figure come Garibaldi e tutta la sua impavida missione, come Mazzini e la sue epocali idee di libertà e costituzione, come Verdi, il grande rivoluzionario che ha saputo tramutare in musica quella vitalità e quei desideri di un popolo finalmente coalizzato per la cacciata degli oppressori, che ancora oggi si rivolta nella tomba al sentire la sue magistrali composizioni eseguite come inno di manipoli di rudi secessionisti, per loro beffa integralmente distanti dall’intrinseco significato di tali frasi e note. Il patriottismo si fonda sull’unità e sulla collaborazione. Si è festeggiato un anniversario amaro, connotato da fischi e imprecazioni, proprio perché si vuole, dopo centocinquantanni e dopo migliaia di vittime, nuovamente dividere, per conservare e ravvivare quelle “tradizione” di una minuta parte del paese che, secondo alcuni, non si possono condividere in maniera coesa, nazionale. Occorre scindere per saldare. Gente che non si presenta, durante una cerimonia nazionale, in Aula parlamentare o lo fa indossando coccarde o fazzoletti di un’altra “patria”, che non canta sprezzantemente il nostro inno, scritto per enfatizzare l’unità e coagularla in una marcia potente, e che non applaude alle inviolabili parole dell’unico unomo polittico, ovvero il Presidente della Repubblica, significa che è in atto un processo di demonizzazione della repubblica stessa. Ogni giorno assistiamo basiti alle uscite di rozzi individui, con idee forse accettabili nel Medioevo, che, per tutelare e difendere il loro popolo stanziato al di sopra del Po, sparano caterve di aberrazione, non capendo che da soli non si va da nessuna parte. L’anniversario è stata la materializzazione di quei singoli desideri, spinti a consolidare, in un momento di crisi morale e politica, la compattezza nazione, diffidando da alcuni politici che pensano esclusivamente alle proprie beghe e ai propri introiti. Quel concetto di educazione al patriottismo deve giungerci dalle massime cariche dello stato unite ai loro colleghi, e non durante partite di calcio disputate a livello internazionale. L’altra amarezza che emerge dai festeggiamenti è il massiccio coinvolgimento di tv e stampa circa queste tematiche. Personalmente, a mia memoria, Andrea Merola IID n* VIII 2010/2011 2 BARTOLOMEO / POLITICA COLAZIONE ALLO ZUCCHI E simio Professor Marino, ben conoscendo la Sua disponibilità ad ascoltare anche l’opinione degli altri, e soprattutto spesso la mia stessa polemica opinione; pur sapendo ben troppo bene che gli idioti scambieranno ciò che ho appena scritto per una sonora leccata di deretano, mi permetto qui di rispondere alla Sua lettera, pubblicata sull’ultimo numero del Bartolomeo, e nella quale ha esposto alcune opinioni che mi permetto, abusando della mia posizione di studente, per altro già alquanto compromessa, di contestare. Innanzitutto, Le assicuro non polemicamente, La invito ad esplicitare le Sue fonti, che, pur nella mia indubbia ignoranza, credo essere sempre la base su cui poggia il lavoro di un giornalista. Difatti, e qui si colga invece la vena leggermente polemica, se le fonti che Lei adduce a testimoni sono quelle che immagino, mi scusi ma proprio non posso valutarle attendibili, come Lei non riterrebbe tali altre mie ben note fonti; senza togliere che già di per sé Travaglio, del quale inoltre non apprezzo la facile ironia e lo stile oltremodo aggressivo e roboante senza motivo e soprattutto la viltà (è lui che si rifiutò di continuare una puntata di AnnoZero quando vide smentite le proprie parole da La Russa), non mi pare una fonte attendibile. Sono poi assolutamente d’accordo con Lei nel constatare i numerosi e gravi problemi che affliggono il nostro Paese, ben espressi dal testo della canzone che Lei stesso ha citato, ma per favore, non riduciamo tutto ciò sempre e solo costantemente alla figura del Presidente Berlusconi, è cosa ormai trita e banale. Non voglio certo affermare che il Cavaliere sia un santo, ma nemmeno posso accettare che lo si dipinga come il male assoluto, come un novello Duce. Piuttosto, concentriamoci davvero a risolverli, questi problemi, invece di criticare ogni parola senza proporre nulla, e questo è un dato di fatto: volendo generalizzare (perché di generalizzazione si tratta), la Destra italiana ha certamente commesso i suoi errori, certamente non di poco conto, ma almeno qualcosa di concreto l’ha realizzato, anche e soprattutto sul piano economico, e ciò è innegabile, al contrario della Sinistra che si è solo limitata a ciarlare. E ora, dopo queste righe certamente retoricamente scarne e scevre di appropriate figure ad effetto, mi si permetta di concludere facendo un po’ il verso (sono cattivo, lo so) alla retorica tanto cara ad un certo redattore del nostro giornale del quale Lei sembra aver preso le difese, non essendo forse egli in grado di difendersi da solo: “ rimanga altresì inteso, e ci si sforzi dunque di comprendere come l’efferato accanimento che si coagula incessantemente contro la figura dell’Esimo Presidente del Consiglio, che ci giunge ripetitiva fino all’ossessione, come un orrendo e terribile rimbombo, per solamente azzannare una figura politica che facilmente si presta a semplici ironie, non faccia altro che aggirare efficacemente i reali problemi della nostra amata Patria, in un costante turpiloquio di volgarità che forviano l’attenzione dei media, sempre tesa a lambire solo aspetti sensazionalistici senza occuparsi dei grandi interrogativi alla base della decadenza del nostro antico Mos”. RingraziandoLa per l’attenzione, e sperando che non si vendichi su di me, non ammettendomi agli esami, Le porgo Cordiali Saluti. Marco Colombo VG P.S: ma perché vi ha poi tanto fatto arrabbiare l’affermazione del Cav sulla politicizzazione della scuolae dei docenti? Non si insegna proprio in questo augusto edificio a lasciar parlare gli “stolti” senza dar loro troppo peso? n* VIII 2010/2011 3 BARTOLOMEO / ATTUALITÀ BELLA ROBA ( NON MI VIENE IN MENTE NESSUN ALTRO TITOLO) C hiunque viva in o nei pressi del quartiere San Gerardo conosce sicuramente, e con molta probabilità vi sarà stato almeno una decina volte, la struttura civica del NEI ( Nucleo Educativo Integrato). Creato negli anni Settanta, a grande richiesta dei comitati di quartiere, il NEI è un centro che raccoglie in sé un'aula studio, un bar, e vari impianti sportivi ( palestra, piscina, parete da arrampicata, campo da basket). E' insomma un punto di raccolta, di incontro, di riferimento per la gente del quartiere: mamme che accompagnano i bimbi a fare sport dopo scuola, anziani che portano a spasso il cane nei relativi giardini pubblici, adolescenti e studenti universitari. Il NEI tutti i pomeriggi della settimana è popolatissimo e assai vitale.Dotato di ottimi corsi di sport, struttura sicura per i bambini e ben sorvegliata, offre una serie di servizi a b a s s o prezzo o a costo zero per persone di tutte le età che n o n hanno la voglia o la possibilità di rivolgersi a centri sportivi privati. Qual è la notizia che ha allietato le nostre orecchie nelle ultime settimane? Il NEI verrà privatizzato. Ma come? Una delle poche iniziative educativo - culturali ancora finanziate dal comune… in mano ai privati? In fondo i soldi pubblici non ci sono, e io non sono tra coloro che aspirano alla statalizzazione di ogni servizio, ben venga la libera concorrenza, ben vengano i privati, ma la domanda è: e i cittadini? Sto parlando di coloro che facevano affidamento su una serie di comodità offerte dal centro civico, ad esempio la possibilità di far praticare sport ai propri figli a un prezzo sostenibile, la possibilità di poter avere un posto vicino casa dove trovarsi con i propri amici per studiare. Una privatizzazione comporterà nella migliore delle ipotesi un mantenimento delle attività del NEI, ma a prezzi decisamente più alti, cosa che automaticamente escluderebbe dalla fruizione una buona fetta di utenti, in primis gli stranieri. Nella peggiore delle ipotesi il NEI non continuerà ad essere un centro civico. Potremo farlo diventare casinò, perché no? Sicuramente farebbe guadagnare più soldi al comune di qualunque attività per bambini. Ma non voglio sfociare nel sarcasmo. Vanno bene il risparmio e il taglio di fondi inutili, passi l'aiuto di privati, ma se continuiamo così Monza è sulla buona strada per diventare una città vivibile solo da chi possiede un portafoglio a fisarmonica. Da qui potrebbero partire una serie di discorsi sulla buona politica, sul rapporto dell'amministrazione con la cittadinanza, sull'importanza del servizio pubblico in quanto tale, sulla creazione e sul mantenimento di una realtà cittadina solidale ed equa. Ma magari è meglio evitarli, se non si vuole essere tacciati Bon Voyage CHE FINE HANNO FATTO I SOUVENIR? G li italiani, al ritorno dalle proprie vacanze, amano portare con sé dei piccoli oggetti da regalare ad amici e parenti o semplicemente da tenere come ricordo. Questi souvenir di minuscole dimensioni o di leggerissimo peso (l’importante è che occupino il minor spazio possibile nelle nostre giganti valigie!) ci costano un vero patrimonio: è stata infatti eseguita un’analisi interessante a proposito del denaro speso in acquisti di souvenir. L’estate scorsa, è stato calcolato che gli italiani hanno speso complessivamente ben 5 miliardi in oggetti vari. E al rientro che fine faranno questi poveri souvenir? La maggior parte vengono rivenduti on-line e solamente un italiano su due è sicuro di riutilizzarli, o meglio, di riciclarli per un regalo last minute! Oppure finiranno direttamente nella spazzatura. Non è poi così facile tornare a casa con un regalino azzeccato! Gli intervistati hanno dichiarato che i peggiori souvenir provengono dai suoceri (poveretti, non ne fanno mai una giusta), ma anche dagli amici che, prima di consegnartelo, pronunciano l’immancabile frase “è il pensiero che conta no? “ NO! Risponderemmo, se ci trovassimo tra le mani il più kitsch degli accessori o il più inutile dei portafortuna. Chi non conosce i nostri gusti o chi si sente in obbligo di non tornare a mani vuote, finisce per acquistare la prima cosa che capita al dutyfree dell’aeroporto (convinto che costi molto meno!). Prodotti gastronomici, 4 statuette, amuleti, manufatti di conchiglie, ciondoli e oggetti portafortuna o scacciapensieri, miniature di monumenti…insomma tutto quello che ci sembra un’idea “carina”da regalare, risulta invece esser disprezzato. Tutto un altro discorso meritano invece le cartoline, data la passione di molti nel collezionarle, che sono sempre ben volute. Alla posizione numero uno dei souvenir più amati, tuttavia, sono calamitati i magneti (destinati ad abbellire il frigorifero) accompagnati dalle t-shirt del luogo (I love.. – University of..). Nonostante la triste fine di questi minimi oggetti (non dimenticate che fine abbia fatto la statuetta del duomo di Milano, ad esempio) come resistere quando ci si presentano colorati, piccoli, preziosi ed economici, esposti su bancarelle chilometriche? Non esitiamo ad acquistarne almeno un paio! Al massimo, poi, fingeremo di averli dimenticati in albergo, chi volete che si offenda eccetto il nostro portafogli? Carlotta De Luca IVB n* VIII 2010/2011 BARTOLOMEO / RIFLESSIONIZUCCHINE ENTROPIA S ai cosa? Mi sa che te l’ho detto troppe volte che volevo andarmene. Mi è sempre andata stretta questa situazione, e puntualmente tentavo di liberarmene inventando trame sempre più intricate, dicendoti che volevo cambiare vita, giro di amici, inventandomi che prima o poi mi sarei presa un anno sabbatico, sarei partita alla volta dell’Amazzonia e là avrei gettato passaporto e tutto nel Rio delle Amazzoni. Mai fatto. Queste, vedi, queste sono velleità, non progetti. Alla fine tutti cerchiamo la verità, ma ostentarlo, frugare nell’ignoto, dove non c’è nulla di nostro, dove non c’è nulla che ci aiuti a ritrovare la fede che abbiamo perso, non ci rende più nobili, semplicemente più miserabilmente umani. Le persone come me sono deboli, scavano gallerie nel baratro e le chiamano “sogni”, per non avere più paura e per smettere di guardarsi con troppo biasimo. Non se ne vanno perché sanno che la verità è altrove, se ne vanno perché non ci provano nemmeno a cercarla qui. Ti ammiro, perché tu invece non te ne sei ancora andato. Sei ancora qui, e hai l’aria di chi non sa più sbagliarsi. Eppure anche per te non ha senso niente, soprattutto tu avresti il diritto di sottrarti a questo cielo che ti ha tradito, strappandoti tutte le dolci bugie, le certezze instabili come un grandissimo castello di carte. Ho bisogno di te, perché mi insegni che la fede non cresce sulla cima di una montagna, non scorre sotto la sabbia rovente dei deserti, non illumina da distanze lunghe anni luce; non ha sete di piogge incessanti, non richiede documenti d’espatrio, non deve essere tradotta. Tu ce l’hai e sei ancora qui, e nessuno capisce perché non scappi, ti trattano con un rispetto che sconfina in una malcelata pietà, a cui tu rispondi con regale silenzio. È strano, sei tu che hai perso tutto e sei tu a non aver bisogno di nessuno, non solo a parole. Sei più sereno di chi, osservandoti, si sente in dovere di riconoscersi ingiustamente più fortunato di te. Sei un monumento di bellezza letale per chi, come me, ancora predilige la via della fuga. Sei la dimostrazione che la verità ci chiama a vincere, e se non si concede subito, almeno ci premia per essere riusciti ad avvicinarci. Mi fa male guardarti, perché so che non sono disposta a crescere, a meno che qualcosa di forte non mi costringa a farlo, come è successo a te. Eppure ti ammiro proprio perché sei diventato grande, hai rinunciato a voler rendere tutto più semplice, ma hai iniziato a credere. Ora accetti che la verità non sia una cosa così piccola da nascondersi in qualche luogo o nel corso di una sola vita, ora sai che ciò che veramente non ha senso è cercare un senso a tutto quello che accade. Sul ramo di un ciliegio, io sono il primo fiore che viene scucito da una folata di vento, tu sei l’ultimo, tenace, a scivolare nella pioggia luccicante. Vorrei capire fino in fondo cosa si prova a essere te, vorrei saper restare in un posto. Almeno per una volta vorrei che tu parlassi con una persona affascinata da te, non dai propri egoismi. Voglio andarmene certa che non troverò nulla, se non che mi mancherai. “LA MORSA DEL RAGNO” I l più potente tra i potenti è forse il più debole tra i viventi. Qualche tempo fa ho salvato una coccinella che era rimasta impigliata nella ragnatela di un ragno. Lo so. Sono andata contro le leggi della natura, ma proprio non ce l’avrei fatta ad assistere a quello scelus! In verità però, ripensandoci, non lo avevo fatto propriamente per salvare la coccinella, ma per un astio, per una terribile avversione nei confronti dei ragni. Lo avevo fatto per me, insomma, per sentirmi soddisfatta e una volta tanto vincente su quell’ essere tutto zampe e niente cervello. Otto zampe…ma vi rendete conto? Quel giorno la natura deve essersi distratta! Per non parlare poi di quella sua arzigogolata casetta che è perfetta, sì, ma al contempo diabolica. Riuscirei anche a rassegnarmi e a tollerare la sua esistenza se il ragno esistesse solo nel mondo animale...Ma è da un po’, in particolar modo in questo periodo, che tristemente mi sono accorta che, nella piramide evolutiva( se così si può definire) umana, vi è una cerchia assai vasta di homo ragnus. Al contrario di quanto si possa pensare l’homo ragnus non è una specie rara, anzi è molto diffusa, in particolare in Italia, e attraverso studi oculati ho potuto persino constatare che è “contagiosa” tra gli esseri umani! Banalmente: se uno è homo sapiens o sapiens sapiens( dipende dai singoli individui) e sta ripetutamente a contatto con un homo ragnus, senza le dovute precauzioni, può tranquillamente divenire un ragnus! Ma perché uno dovrebbe temere di divenire homo ragnus? Beh ecco, l’homo ragnus è siffatto: spregiudicato, potente e prepotente, vanaglorioso e incredibilmente fascinoso. E’su quest’ultimo aggettivo che dobbiamo porre la nostra attenzione etimologica: la parola da cui deriva è fascinum che in latino significa “amuleto”, “maleficio”…non è affatto una cosa positiva! Infatti questo ragnus ha grandi poteri adulatori che utilizza per un solo scopo: il potere. Potere, potere, potere….solo potere. Cosa significa des i de ra re il p ote re? Si g nif ic a a ve re un’incontenibile e ,ahimè, per certi versi incurabile voluttà di “contenere” tutti sotto il proprio comando, al proprio seguito: tutti nella ragnatela. Tutti nella morsa del ragno. Tuttavia posso affermare con certezza che questo fascinum attecchisce solo sulle coccinelle…o simili. Vi immaginate un elefante che viene intrappolato da un ragno? Caso mai sente un leggero solletico per effetto della ragnatela ...e poi lo schiaccia! Se fossimo tutti elefanti, state pur certi che l’homo ragnus si estinguerebbe! Ma attualmente ce ne sono troppi, di homo ragnus intendo. E io, vi dirò, sono un po’ sconfortata: che fare quando le coccinelle non si lasciano salvare? Che fare quando l’homo ragnus dall’alto o dal basso, dipende dai punti di vista, della sua prepotenza starnazza: “Voglio e compro tutto!” ? Questo concetto del comprare ogni cosa, a qualsiasi condizione, con chiunque e sempre…a me non è molto chiaro. In primis per comprare bisogna essere in due: ci deve essere quello che vende e quello che compra…e già qui l’homo ragnus, per sua struttura, cade amaramente perché lui non interloquisce col venditore, non chiede mai, fa razzie di anime e corpi e non si cura del pensiero altrui. E’ così infatti che 5 dimostra di essere debole: chi, se non colui che è privo di qualsiasi essenza, ha bisogno esclusivamente dell’anima o del corpo altrui per dare un senso a se stesso? Ed è d’uopo inoltre distinguere due termini che vengono resi erroneamente come sinonimi: comprare è ben diverso da acquistare. Se acquisto vuol dire che ho ponderato, ho chiesto e ho ricevuto,invece “comprare” , termine che deriva dal latino comparare, significa provvedere e perciò trovare una soluzione tempestiva che mi permetta di raggiungere il mio fine. Non c’è spazio per il dialogo. Ma la faccenda più triste è che questa specie di homo ragnus è spesso definita “la specie furba”.A me non piace molto l’aggettivo furbo, trovo che non abbia un gran senso…E se dovessi usarlo non lo utilizzerei per definire l’homo ragnus, il quale è tutto fuorché furbo: sapete quanti modi, esclusa l’avidità e il desiderio di dominio,esistono per sentirsi potente? Io per esempio mi sento potente quando amo…c’era un uomo, e spero vivamente, o lettore, che tu lo conosca, che diceva:“ L’amore è la potenza più grande al mondo”.Questo è uno di quei motivi per cui non mi venderò mai dicendo: “ L’ho fatto per sopravvivere” . Sarebbe un ossimoro. Perché se solo mi facessi comprare direi addio non alla vita, sarebbe troppo facile, ma a tutto quello che contiene la vita, cioè quello che ho vissuto. Direi addio all’anima, la mia anima, che è per il cinquanta per cento costituita d’amore, e di conseguenza morirei. Mi spiace, homo ragnus, ma io non mi vendo. Alice Pennino IID n* VIII 2010/2011 BARTOLOMEO / PIANETA ZUCCHI GLI ZUCCHINI SONO SNOB? N on c’è unanimità sul significato e sull’etimologia della parola snob. Alla voce ‘snob’, l’enciclopedia Treccani online recita: “snob ‹snòb› s. ingl. [parola che significava in origine «cittadino di basso ceto» e nell’ingl. dialettale «ciabattino», assunta nel gergo studentesco inglese per indicare una persona estranea all’ambiente, passata quindi a significare «persona non fine, non adeguata a un ambiente colto e raffinato», e diffusa in Europa dal romanzo The book of snobs (1848) di W. Thackeray; è priva di fondamento l’opinione, molto diffusa, che sia un’abbreviazione della locuz. lat. s(ine) nob(ilitate) «senza nobiltà»] (pl. snobs ‹snòb∫›), usata in ital. come s. m. e f. e agg. – Chi ammira e imita ciò che è o crede sia caratteristico o distintivo di ambienti più elevati; chi ostenta modi aristocratici, raffinati, eccentrici, e talora di altezza, superiorità”. Perfetto. Ora la domanda è: gli zucchini sono snob? Io l’ho chiesto a loro, e quanto segue è ciò che ho raccolto dalle loro risposte. È bene innanzitutto riferire che qualcuno non si è mai posto questo problema. Altri invece mi hanno risposto fermamente che no, gli zucchini non sono snob. E , in prima persona, non credono di esserlo, perché, per esempio, “noi classicisti non possiamo dire di essere esperti nelle materie scientifiche”. C’è anche chi rifugge e detesta l’atteggiamento snob in assoluto e tantomeno può accettarlo in relazione alla scuola che si frequenta. Nondimeno la maggior parte di coloro che ho sentito mi hanno risposto che sì, gli zucchini sono snob. E non tutti mi hanno saputo ben motivare questa risposta. In generale sono emerse due tipologie di snobismo zucchino. Il primo è quello degli studenti più grandi (gli zucconi) verso i più piccoli. Da una parte alcuni studenti di quarta e quinta mi dicono che si sentono “moltissimo snob verso i più piccoli: si deve!”, e che “è giusto che sia così!”: insomma convinti sostenitori della discriminazione nei confronti di quelli che, nonostante la riforma, restano sempre dei ginnasiali – e tale termine assume qui una connotazione dispregiativa. D’altra parte alcune ragazze “ginnasiali” mi hanno chiesto di dare voce alla loro protesta: “basta snobbarci! Soprattutto nella rubrica Quorinfranti del Bartolomeo”, dove , secondo loro, non si fanno le dovute distinzioni tra zucchini educati e zucchini imbarbariti, mettendo in un unico calderone tutti i poveri primini. Aldilà di queste prese di posizioni più estreme, non mancano coloro che non percepiscono alcun atteggiamento di superiorità nei loro confronti da parte degli “zucconi”. La seconda tipologia di snobismo zucchino ci riguarda tutti – grandi e piccoli - ed è il modo in cui ci approcciamo agli studenti di altre scuole. Però tutti cercano in qualche modo di giustificare questo atteggiamento, che, sorridendo, ammettono di assumere quando c’è da confrontarsi con un loro amico del Frisi o del Porta. Dalle risposte che ho ricevuto pare che sia per lo più una reazione al pregiudizio o all’invidia di altri. Non dimentichiamoci che alcuni forestieri descrivono lo Zucchi come un lager, pur non avendoci mai messo piede (!), e che facilmente altri sembrano invidiosi di una classe studentesca modello (!) come quella dello Zucchi. Ampliando gli orizzonti della questione, un sagace studente di seconda ha affermato che lo snobismo è un atteggiamento che riguarda Monza in generale, l’ambito sociale da cui gli zucchini provengono. È secondo lui un fenomeno correlato al provincialismo, all’individualismo, alla necessità di distinguere la “gente di sostanza” da quella che invece non lo è. Se poi sia un atteggiamento giustificabile, lui mi dice: “ni”. Cosa mi sembra di aver concluso da queste brevi interviste? Molti, pur non frequentando questo liceo, sarebbero altrettanto snob, ma non è una faccenda che riguarda specificatamente questo mio articolo. Invece, quello che connota un po’ tutti gli zucchini (pur nella loro varietà), che lo ammettano oppure no, è un sentimento di orgoglio per la scuola che si frequenta, un fiero senso di appartenenza. In fondo, come dice la mia amica Irene Doda, “lo Zucchi dà una visione generale sul mondo. È proprio questa la risorsa della nostra scuola rispetto ad altre, più professionalizzanti. Abbiamo tutte le risorse per tenere sempre lo sguardo sull’’orizzonte’”. Se lo intendiamo così, questo nostro snobismo, allora sia pure. Irene Pronestì IVD n* VIII 2010/2011 6 BARTOLOMEO / PIANETA ZUCCHI COLONNE STORICHE DELLO ZUCCHI SI CONFRONTANO N uovo mese, nuova intervista. Questa volta sarà un “duello” tutto artistico: le prof. De Biase e Gualdoni, due veterane della nostra scuola, a confronto. Da quanti anni insegna? Da quanti allo Zucchi? D: Insegno da ben 38 anni, da 33 allo Zucchi. G: Insegno da prima della Laurea, quindi si perde nella notte dei tempi. Sono allo Zucchi dal 1988.. più o meno dal Paleolitico! Un pregio e un difetto della nostra scuola. D: Un pregio innegabile siete da sempre voi studenti: siete i più preparati ed educati. Il difetto è, invece, di noi professori, siamo abituati troppo bene e pretendiamo sempre di più! G: Senza dubbio la qualità degli alunni e il modo con il quale affrontano lo studio. Siete bravissimi, questo bisogna proprio dirlo, e studiate tanto e molto bene. A volte, però, studiate anche troppo! Siete eccessivamente preoccupati dei contenuti a scapito della libertà di espressione … dovreste buttarvi un po’ di più! Cosa ne pensa del monte ore molto limitato dedicato alla storia dell’arte nei licei classici? D: Questa è da sempre la “tragedia” della storia dell’arte , paradossalmente è sempre stata considerata una materia sperimentale e il poco tempo disponibile impedisce di fare un discorso globale e dettagliato. Per fortuna con la nuova riforma sono aumentate le ore … anche se non ho mai capito perché un ragioniere o un geometra non studia storia dell’arte: dovrebbe essere considerata una materia di cultura generale. G: In parte l’attuale riforma ha modificato il monte ore di storia dell’arte, infatti da quest’anno dal triennio ci saranno sei ore e quindi sarà possibile affrontare una buona parte degli argomenti e avere una consistente base di conoscenze. Artista che vorrebbe riportare in vita. D: Non so sceglierne solo uno: Leonardo e Michelangelo sicuramente i miei preferiti. G: E’ difficile sceglierne solo uno, comunque direi Rembrandt. Monumento o opera preferita. D: La sintesi dell’arte è nell’”Ultima Cena” di Leonardo, però mi piacerebbe che venisse ben conservato il Centre Pompidou, mi affascina. G: E’ una domanda difficile… beh, forse “La veduta di Delft” di Vermeer. Se dopo il liceo si volessero intraprendere studi in campo artistico, quale facoltà sarebbe la più adeguata? D: A mio parere per avere una formazione più completa bisognerebbe fare Lettere con indirizzo artistico, si possono fare interessantissimi parallelismi tra arte e letteratura. Io stessa ho frequentato questa facoltà. G: Ci sono moltissime alternative possibili: da Beni Culturali alle Accademie per la dimensione pratica; se si vuole dare un taglio più economico ai propri studi, è possibile frequentare Gestione dei beni Culturali. Ci sono anche i corsi di Architettura e Design al Politecnico. La scelta di una o l’altra alternativa dipende dai talenti personali. Se non fosse stata una professoressa cosa sarebbe diventata? D: Io credo che per insegnare servano delle particolari doti teatrali. Probabilmente sarei diventata un’attrice, quasi sicuramente di cabaret. Uno dei miei sogni sarebbe quello di aprire un bar culturale, purtroppo da noi non esistono. G: Al momento della scelta dell’Università sono stata seriamente tentata da matematica, poi ho scelto lettere moderne con indirizzo artistico alla Statale di Milano. La meta della sua gita ideale. D: Dovremmo andare un mese a Roma! G: penso che sarebbe bello andare a New York per aprirsi ad una nuova realtà non europea, ma comunque occidentale. Venezia o Firenze? D: Firenze G: Venezia Berlino o Parigi? D: Berlino G: Parigi New York o Londra? D: Beh, forse … Londra G: New York Roma o Atene? D: Roma G: Roma Claudia Pizzagalli e Beatrice Mosca IVC n* VIII 2010/2011 7 BARTOLOMEO / CUCINA & MODA WâÄv|á \Ç YâÇwÉ A CENA CON GLI ETRUSCHI C arissime e carissimi, eccoci di nuovo qui per parlarvi delle usanze culinarie di un altro popolo: gli Etruschi. Dalle raffigurazioni a noi giunte, sappiamo che il banchetto era un momento molto importante, come biasimarli, della vita di questo popolo. Al contrario di quanto è stato spesso sostenuto però, gli Etruschi non partecipavano ai convivi con eccessiva dedizione ai piaceri e alle mollezze. Grande importanza sulla tavola era data al vino e la parte più propriamente simposiale era la più importante di tutto il banchetto. Il vino veniva preparato dai servi in grandi contenitori e insaporito con spezie; veniva quindi filtrato e versato con dei mestoli, che spesso erano in numero di due e di diverse grandezze: essi costituivano anche delle unità di misura. Spesso i simposi si facevano anche in onore dei defunti, soprattutto per ricordare scene di vita vissute dal morto e caratterizzarlo in senso aristocratico come membro del nuovo ceto emergente al quale fanno richiamo le pitture funerarie del VI secolo. La tomba Golini I di Orvieto costituisce un documento molto interessante per quel che riguarda la preparazione dei cibi; sono qui rappresentate infatti le diverse fasi di allestimento del banchetto. Diversi servi vengono raffigurati intenti a compiere svariate funzioni: uno taglia la carne, uno porta dei recipienti, uno si appresta a servire gli ospiti. Sulle tavole sono disposte vari pietanze, tra le quali si riconoscono mucchietti di focaccine, grappoli d’uva, uova e melagrane. Il tutto allietato dalla musica di un doppio flauto! Un altro servo è intento a pestare qualcosa in un mortaio, probabilmente dei cereali o comunque qualcosa di vegetale, operazione che costituiva il primo passo della preparazione di molte pietanze. Si può inoltre vedere un } servo intento a cuocere sul fuoco, in una casseruola, del cibo. Essi, essendo espressamente nominati, potrebbero anche non essere servi, ma semplici addetti alla preparazione del banchetto del princeps. Si possono infine notare due sovraintendenti, i quali hanno il compito di controllare il regolare svolgimento di tutta la preparazione. Non sappiamo darvi informazioni precise su quel che mangiassero, ma probabilmente seguivano una dieta simile a quella dei Romani e tipica dell’Italia; in ogni caso se volete saperne di più vi consigliamo di curiosare fra i vari affreschi a noi pervenuti e di fare in modo che la v o s t r a organizzazione si impeccabile! Anna Mottadelli e Federica Viaretti VG n* VIII 2010/2011 8 BARTOLOMEO / CUCINA & MODA Pretty Woman IL BIKINI M ancano ancora due mesi alla fine e questo caldo non fa altro c h e aumentare la nostra voglia di mare. Non è molto, ma per c o n s o l a r c i ripercorriamo la storia del nostro amato bikini. La prima bagnante della storia fu Maria Carolina di Berry,moglie di Carlo Ferdinando di Borbone. Era il 1825 quando indossò un abito di lana pesante, calze e scarpe di vernice, guanti e c a p p e l l o . Abbigliamento studiato per c a r n a g i o n e bianchissima, simbolo di regalità. Inoltre lei, la regal dame, non poteva certo rischiare di mostrare qualche centimetro di pelle agli umili pescatori! Già alla fine dell'800 il costume da bagno subisce una trasformazione: gonne e pantaloni si ritirano fino al ginocchio e le scarpe hanno la suola in cuoio forato. Nel 1904 arriva la “revolution Poiret”, il celebre sarto parigino decreta la fine di busti e corsetti, legittimando l'uso di costumi da bagno immorali e rendendo la spiaggia un luogo di trasgressione autorizzato. Da questo punto in avanti si tratta solo di accorciare, diminuire e scoprire. I costumi da bagno diventano tuniche in maglia e pantaloni attillati fino alla coscia. Troppo audace fu però la scelta di Annette Kellerman, nuotatrice australiana, che durante un'esibizione negli Stati Uniti si presenta con un costume intero che lasciava scoperte le cosce. Fu subito arrestata, multata e rimpatriata. Nel 1920 Coco Chanel fece scoprire a tutti che uomini e donne erano più belli con la pelle abbronzata. Si fece portavoce di un grande cambiamento nel quale la donna vestiva pantaloncini corti e dove mostrava una scollatura decisa con braccia nude. Sarà solo con la fine della Seconda guerra mondiale che arriverà il due pezzi. Bikini, tutto inizia con una bomba. Nel 1946 gli americani sganciano una bomba, chiamata Bikini, su un atollo della Micronesia. Pochi giorni dopo una sconosciuto sarto francese, Rèard, lanciò una nuova moda per l'estate: un due pezzi, battezzato Bikini, destinato ad avere l'effetto di una bomba sulle usanze dell'epoca, tanto che non permise mai a sua moglie di indossarlo. A portare il bikini in giro per il modo furono due vere bombe di fascino:Brigitte Bardot sulle spiagge di Saint-Tropez e Marilyn Monroe nel film Niagara. Alla fine di questo decennio in nome della libertà e della parità sessuale le donne impongono il rogo al reggiseno. Il BIkini diventa MONOkini. L'ultima rivoluzione si ha sulle spiagge di Rio de Janeiro, con l'introduzione del TANGA nel 1972. Ad inventarlo fu una signora italo-brasiliana, che per farsi notare durante una festa in spiaggia, modificò il suo c o s t u m e , riducendolo a tal punto da suscitare un enorme scalpore in tutto il m o n d o . Leggenda vuole che, sconvolta dallo scandalo che aveva provocato, si chiuse in convento. In realtà storicamente non fu una novità: l'avevano già inventato gli antichi romani nel IV sec. d.C., come dimostrano gli splendidi mosaici di Piazza Armerina eÉâzx n* VIII 2010/2011 9 BARTOLOMEO / MUSICA & CINEMA Le Locandine NON LASCIARMI Kathy, Tommy e Ruth frequentano il collegio inglese di Hailsham, che sembra apparentemente perfetto. Qui scoprono un segreto inquietante sul loro futuro. Quando lasciano la vita idilliaca del collegio iniziano ad affrontare i veri problemi della vita che li accompagneranno nella crescita. GIUDIZIO: Assolutamente Si. Trasmette l'ideale di vita vissuta, affrontando giorno per giorno i vari problemi. È un film istruttivo. È tratto dal libro omonimo di Kazuo Ishiguro, ma non si assomigliano troppo. Il film è davvero piacevole. MIA MOGLIE PER FINTA Danny è un rinomato chirurgo plastico che usa la sua fede nuziale come esca per attrarre le ragazze, senza impegnarsi seriamente. Quando però incontra Palmer, la ragazza dei suoi sogni, nasconde la fede nella tasca dei pantaloni e si finge divorziato. Lei desidera conoscere la ex moglie, così Denny cede alla richiesta e chiede aiuto ad una sua collega. GIUDIZIO: No. Jennifer Aniston e Adam Sandler sono i protagonisti. La commedia è carina, a tratti divertente, ma non significativa, sono presenti elementi di volgarità. In questo periodo al cinema sono presenti diversi film. Questo non lo consiglio. C’E’ CHI DICE NO Tre ex compagni di scuola si ritrovano dopo vent'anni e si rendono conto che un nemico comune li perseguita: i raccomandati. Max (Luca Argentero) è un giornalista di talento in un quotidiano locale che è costretto a scrivere sulle più improbabili riviste di settore; giunto a un passo dall’assunzione viene scalzato dalla figlia di un famoso scrittore. Irma (Paola Cortellesi) pur essendo uno dei dottori più stimati dell'ospedale, vive grazie alle borse di studio, e quando sta per ottenere il contratto viene favorita la nuova fidanzata del primario. Samuele (Paolo Ruffini) è una specie di genio del diritto penale, e dopo anni passati a fare l’assistente-schiavo ad un signore universitario star per vincere un concorso come ricercatore, ma il posto gli verrà soffiato dal genero del signore dal quale lui lavora. Di Lucrezia Stoppato, Chiara Biglieri e Benedetta Miceli, I B n*VIII 2010/2011 10 BARTOLOMEO / MUSICA & CINEMA Il passato che non passa, il futuro che non futa Sceriffi di polvere e afa - L’ estate immaginaria Monza, Aprile 1971 più a sud non si può: Bob ci racconta una delle storie delle sue con Like a rolling acciamo finta che sia già estate, stone estratto da Highway 61 Revisited. che la maturità sia arrivata e se ne “How does it feel How does it feel To be on sia anche andata. I vocabolari di your own With no direction home Like a greco e latino se ne staranno buoni complete unknown Like a rolling stone?” e silenziosi almeno per tre mesi buoni, Sembra addirittura di sentire il suono delle quello che ci interessa ora è andare in rotaie in sottofondo, mentre non si sa dove vacanza, che sia vera o finta. Quelli si stia andando. fortunati che scapperanno a gambe levate C'è chi per l'estate si reimpossessa della senza nemmeno disfare la cartella possono propria città, sceriffo di zanzare e polvere: anche fare a meno di questo articolo, agli altri consiglio una lettura veloce che si sa, si è semrpe in ritardo per il Rischiatutto. La lunga estate californiana dei Beach Boys non vuole finire mai: sembra di sentire la sabbia sotto ai piedi, il sale fra le dita e l'afa alla sera ascoltando Wouldn't It Be Nice, singolo di punta dell'LP di cinque anni fa Pet Sounds. Poco male, l'estate non invecchia mai. Ci si sposta immediatamente in un rovente Summer In the City dei Lovin' Spoonful farà vagone merci della selvaggia America che al caso loro. “Hot town, summer in the city F Back of my neck getting dirty and gritty Been down, isn't it a pity Doesn't seem to be a shadow in the city […] All around, people looking half dead Walking on the sidewalk, hotter than a match head ”. Citta deserta e sudore sul collo. E' un'estate pigra e opprimente quella dei The Kinks – Sunny Afternoon, tra mamme ciccione e fidanzate che fuggono in macchina. Una mosca ronza nell'orecchio, i cani abbaiano, il caldo sembra solo aumentare e c'è la biancheria da stendere, mentre noi vorremmo solo dormire in giardino. “Save me save me save me from this squeeze I've got a big fat mama tryin' to break me. And I love to live so pleasantly live this life of luxury: lazin' on a sunny afternoon in the Summertime in the summertime in the summertime.” Questo è quello che il Bartolomeo propone per quest'estate che ha ancora da venire; voi intanto finite quella versione, non è bello copiarle dal compagno di banco. Martina Fumagalli VF “E tu tornerai dall’estero…” (da “Quando Tornerai dall’Estero” Le Luci della Centrale Elettrica) Monza, Aprile 2011 lavoro degli Spread “C’è tutto il tempo per dormire sottoterra”, in pieno stile Verdena, egli States questo mese è stato molto pòta-rock, ottimo rappresentante reso depresso per il nuovo dei dell’alternative nostrano. Low “C’mon” e ha sorpreso per Tappa 2. CREMA. Encomiastico nei miei l’”Here Before” dei The confronti, il “Wanna Be Dino” degli Feelies. L’Aprile nello Yorkshire è invece Hellekin Mascara, una band giovane nel allegro e sprizzante a causa dell’“Up, suono e nella testa, stilla un siero di rock Guards And At 'Em!” firmato The Pigeon per niente generalista. Un gruppo Detectives, ma anche graffiante come il strumentale da non sottovalutare nella “Reckless and Relentless” degli Asking crème-de-Crèma, come l’amico che me l’ha Alexandria. Tutto questo girare per terre consigliato! straniere mi ha un po’ nauseato e, come Tappa 3. LODI. Ancora in pianura, ma ogni bambino che in preda all’ansia pre- senza suoni piatti. The Great Saunites nevrotica urla un sonoro “CASAAAA!”, fanno risorgere l’hard rock e la psychedelia anch’io mi appresto a tornare sui mie passi con il loro “Jesus ‘68”. Non credete che lo calzando lo Stivale. Eccovi qui un mio sperimentalismo degli anni ’60 possa piccolo tour personale nell’It-Sound di rivivere in veste lodigiana? Ascoltateli e vi questo inizio anno 2011: ricrederete. Tappa 1. BERGAMO. Non spostiamoci di Tappa 4. GENOVA. L’indie-pop molto, non diamo sfogo a sentimentalismi scandinavo, e la capacità insita nordica di inutili. Nudo, crudo, onirico, l’ultimo renderlo “estivo”, permane con gioia N nell’attesissimo degli Ex-Otago “Mezze Stagioni”, che come sottolinea il titolo, fa del genere una questione non climatica, ma sonora. Il tutto condito da una sorta di frivolezza tirrenica e un’internazionalità un po’ naïf. Tappa 5. PALERMO. Sceso da un traghetto all’Arenella, ad ogni passo tutto attorno a me si trasforma: chitarre distorte, una batteria che fa molto garage, una voce da giovane ‘70s rocker. Sogno o son desto? No, solamente “Sto” coi Waines. Tappa 6. MILANO. Ultima tappa, a due passi da casa. Malinconie e grigiore indelebile nell’ultimo album dei judA “Malelieve”. Una grande varietà di sonorità dark, noise, e anche del progressive, tutti i toni che riescano a delineare le fredde e mutabili ombre del Domm. Un disco che da’ amarezza perché medicina dell’anima. n*VIII 2010/2011 11 BARTOLOMEO / MUSICA & CINEMA SO I RUB THAT GLITTER AND…THINK ABOUT IT! D ato che allo Zucchi c’è la Fama che siano tutti metallari, rockettari e punkettoni e si parla quasi sempre solo di questi generi musicali, mi sembra giusto che si cambi un po’ e che si parli di un’artista che puntualmente viene criticata negli articoli della sezione riguardante musica e cinema: LADY GAGA! Dopo questo nome, anzi forse già dal titolo, probabilmente molti non andranno avanti nella lettura e sputerebbero pure volentieri sul mio articolo brontolando qualche “che schifo!” o “ma per favore, Zeus, aiutaci tu!”, però confido vivamente nell’apertura mentale di voi classicisti zucchini e non mi do per vinta! Dunque, premetto che sì, sono fan sfegatata di Lady GaGa (e non me ne vergogno affatto), ma che, appunto perché mi piace moltissimo, pur non essendo esperta di musica ho cercato di giudicarla con orecchio critico e il più oggettivamente possibile. E’ vero, anche io quando ho visto il video di Just Dance, suo primo singolo, ho pensato “ma chi è questa qui?! Ci è o ci fa?!”, poi però, non ricordo come, mi è iniziato a piacere il suo sound e mi sono quindi documentata circa la sua carriera artistica e musicale. Ho così scoperto che a diciassette anni è stata una delle venti persone al mondo a ottenere l'ammissione anticipata alla Tisch School of the Arts presso la New York University, dove ha studiato musica, e inoltre possiede il diploma in pianoforte del conservatorio. Certo è vero, ha iniziato la gavetta come spogliarellista in locali malfamati, ma questo non c’entra con la sua pratica musicale. Inoltre, leggendo qua e la ho trovato delle parole della grande Yoko Ono, che rispondendo a una critica ricevuta da Lady GaGa dopo aver suonato il pianoforte dell’ex Beatle ha dichiarato che pensa che lei sia semplicemente meravigliosa, che John l’avrebbe sicuramente amata, perchè lei è un’artista, è senza paura, spinge se stessa oltre ogni limite e io e John abbiamo sempre adorato queste cose. Ha suonato il pianoforte bianco di John e credo sia stato meraviglioso. La vita continua e bisogna abbracciarla. E se lo dice la moglie musicista di un grande artista, non posso che darle credito. Pur avendo queste notizie, non ero comunque molto convinta che fosse un’artista completa e veramente capace, e di certo non l’ho mai paragonata agli artisti a cui si ispira, come il Duca Bianco David Bowie e i Queen (d’altronde imparagonabili a qualsiasi altro artista, nessuno escluso). Poi però, l’anno scorso, il 5 Dicembre, dopo ben 210 giorni di attesa e 80 € ca. di biglietto trovato con molte difficoltà e pagato con rate mensili dalla paghetta che hanno significato piccole costanti rinunce, ho assistito alla seconda data di Milano del suo Monster Ball Tour, che i critici hanno sempre descritto come uno spettacolo completo, non un semplice concerto, in cui Lady GaGa è la protagonista indiscussa in tutti i campi. Avevo anche paura di rimanere delusa, nonostante le critiche favorevoli, perché i cantanti di oggi dal vivo non sono tutti bravi come nelle tracce registrate in studio (anzi, la maggior parte non è proprio capace, a parer mio) e temevo addirittura che cantasse in playback. Invece, al Mediolanum Forum durante lo spettacolo mi sono dovuta ricredere e ho scoperto in GaGa qualità meravigliose che mai mi sarei aspettata. Non solo la sua voce era “da paura”, potentissima e ancora meglio che registrata, ma mentre cantava, ballava, suonava diversi strumenti e, cosa che ho particolarmente apprezzato, ha stabilito un contatto col suo pubblico, parlando, parlando e ancora parlando di sé stessa, dei suoi piccoli mostri (ovvero i suoi fan, fan di Mother Monster), dei suoi valori, primo fra tutti il senso di libertà che lei incita a vivere durante il concerto e anche nella vita quotidiana. 12 Un altro punto su cui mi sono trovata a riflettere è costituito proprio dai “valori” che lei vuole trasmettere, sia attraverso i testi (scritti da lei, così come le musiche, che spaziano tra i diversi generi, dal pop alla dance) sia attraverso i suoi discorsi. Quindi mi sono io stessa convinta che dietro ai suoi (s)vestiti stracciati, ai suoi body glitterati e alle sue apparizioni provocatorie, c’è tutto il suo pensiero, a volte contradditorio, non necessariamente condivisibile ma sicuramente non banale e innovativo. Favorevole all’omosessualità in quanto bisessuale, Lady GaGa non è solo un’icona gay, ma si professa anche credente, però contro la Chiesa e la discriminazione a cui questa porta assieme alla società odierna (come si deduce dal video, dall’esibizione live e dal discorso che la cantante tiene sulla canzone Alejandro, in cui dice God loves us all e dal testo del recente successo Born This Way, canzone che esorta gli ascoltatori, che siano omosessuali, di diverse nazionalità o che semplicemente non si piacciano, ad amare sé stessi per come si è perché si è speciali comunque si sia), cosa che assolutamente condivido e penso anche molti di voi (per lo meno spero). Infine trovo chei suoi testi non siano insensati, ma anzi trattino argomenti che denunciano anche con ironia la società odierna e tutti i suoi difetti, i vizi delle persone e le loro cattive abitudini. Insomma, Lady GaGa non è solo una semplice cantante da tre soldi come molti pensano, ma una vera propria show-woman; soprattutto è competente, e il fatto che non vi piaccia la sua immagine volgare (anch’essa una grande provocazione verso la società) non vi autorizza a criticare la sua musica, a maggior ragione se non ascoltata oggettivamente (o proprio non ascoltata) e con le orecchie di un critico imparziale. E, per favore, non chiamatela la nuova Madonna. Alice Lombardo IB n*VIII 2010/2011 BARTOLOMEO / MUSICA & CINEMA I LOVE RADIO ROCK. FUORI DAI CONFINI. FUORI CONTROLLO. Anni ’60. Mare del Nord. Navi pirata solcano le gelide onde del mare, non si tratta di pionieri alla ricerca di oro e tesori, né tantomeno di Jack Sparrow e la sua ciurma alla ricerca della Perla Nera. Lontani dalla legge e d a l l e imposizioni morali del Regno Unito trasmettono musica pop e rock 24 ore su 24, 7 giorni su 7: sono pirati dj. Infatti nell’era d’oro del rock inglese era illegale trasmettere sul suolo britannico questo genere musicale considerato pornografico, una sola eccezione: meno di 45 minuti al giorno la BBC Radio concedeva un po’ di sano rock ‘n’ roll ai suoi ascoltatori. Rockettari qualunque, appassionati intraprendenti, insofferenti alle restrizioni quindi si allontanavano nelle acque del mare per trasmettere sulla banda in onde medie Beatles e Rolling Stones, Who e Cream, Jimi Hendrix … e lontano, in terra inglese milioni di ascoltatori sognavano ribelli. L’avventura dei primi pirati ebbe inizio nel 1964 quando l’irlandese Conan O’Rahilly era venuto a conoscenza della radio Voice of America, che trasmetteva da una nave per una copertura più efficiente, e di altre piccole radio che nel nord Europa usavano lo stesso metodo per aggirare leggi e divieti, dopo alcune ricerche legali O’Rahilly, ebbe la soluzione. Comprò una motonave in disuso e con qualche riadattamento divenne R a d i o Caroline, in onore della figlia del presidente K e n n e d y morto l’anno precedente. Il giorno di Pasqua di quello stesso anno Radio Caroline iniziò a t r a s m e t t e r e : curiosamente, per la prima trasmissione, i pirati preferirono mandare in onda un annuncio registrato, seguito da un pezzo dei Rolling Stones. Il successo fu immediato: il suo stile all’americana con molta musica, jingle e voci coinvolgenti procurò a Radio Caroline, dopo il solo primo mese di attività, 7 milioni di ascoltatori, così molte altre emittenti gettarono l’ancora nel Mare del Nord. Perché lo facessero è solo un “fatto di libertà”, così racconta l’ex speaker Peter Moore, tuttavia la stessa vita a brodo non era affatto male: “… vieni svegliato da qualcuno che urla come un pazzo “Presto a nave sta affondando” e subito dopo ti lancia addosso un giubbotto salvagente. […]Volano nell’aria insulti indicibili, poi si mangia tutti insieme progettando il prossimo temibile scherzo. Trasmettendo la sera hai praticamente tutta la giornata per preparare i dischi, fumarti qualche spinello e chiacchierare con gli altri dj del senso della vita.[…] Quando ritorni a terra, dopo essere stato anche solo per un mese a bordo, ti sembra di atterrare su Marte.” Non ebbero vita lunga le radio stanziate nel Mare del Nord, infatti negli anni seguenti, grazie a nuovi provvedimenti del governo inglese, vennero fondate radio libere sul territorio nazionale. Nel 1972 finiva l’era delle radio pirata, ma per fortuna la musica ha continuato ad esistere. “Gli anni passeranno e i politici non faranno mai un c**** per rendere il mondo migliore, ma in tutto il mondo ragazzi e ragazze avranno sempre i loro sogni, e tradurranno quei sogni in canzoni.” – I love Radio Rock Elisa Tonussi IIID n*VIII 2010/2011 13 BARTOLOMEO / SPORT BAR SPORT A UN MESE DALLA FINE TRA POLEMICHE E SPERANZE M anca davvero poco ormai al traguardo di una stagione tirata e sofferta, forse una delle più belle degli ultimi 10 anni e certamente la più imprevedibile, mentre la Milano rossonera prova a scacciare la pressione cercando di spostare l’attenzione fuori dal rettangolo di gioco, quella neroazzurra prova a credere ancora nel miracolo: Era circa dodici mesi fa quando il gruppo da noi fondato, Milanisti Non Evoluti, entrava in gioco seriamente in quella che si concretizzò in una delle più forti polemiche non violente della storia del calcio italiano. Tutto partì da internet e dal malcontento generale dei tifosi milanisti sulla programmazione societaria dedicata alla squadra. Quello che ci contraddistinse fu la tenacia, la determinazione e il numero di utenti che cresceva di giorno in giorno, di o r a i n o r a . Ecco, oggi e’ tempo di tornare in campo. Tempo di stare accanto anche a quella società che Luglio scorso veniva da noi giustamente contestata. Tempo di comunicare a tutti gli organi di stampa che il tifoso milanista, da stadio e da divano, è stanco di tutto quello che sta accadendo alla nostra squadra. Sembra folle sentir dire che un milanista possa lamentarsi dell’atteggiamento del Palazzo e della Stampa nei confronti del Milan, vero? In fondo il luogo comune che Berlusconi abbia in mano tutti i mezzi di comunicazione e’ scontato come il capodanno dopo ogni 31 dicembre d e l l ’ a n n o . Berlusconi e’ il presidente del consiglio e di conseguenza domina il mondo, vero? E cosi ci troviamo in una paradossale situazione che sinceramente ha iniziato seriamente a stancare. Chi lavora per Berlusconi dimostra la sua indipendenza ed estremo coraggio professionale andando contro la squadra rossonera. Ogni riferimento a Controcampo e’ puramente voluto e per nulla casuale. Chi non ci lavora vuol dimostrare che ne può fare a meno cavalcando correnti opposte, inquinando il proprio lavoro di giornalista sportivo e dando un disgustoso retrogusto di politica che con il calcio non dovrebbe aver a che f a r e . Non parliamo di Leonardo poi, diventato eroe per essersi ribellato al "supremo" e per questo trasformato da "allenatore inesperto" a "mago della remuntada". Tracce di inquinamento politico anche qui. Intanto le domeniche passano, i punti rimangono quelli che sono e la bile degli avversari subisce danni irreversibili. I milanisti son brutti, cattivi, milanesi di serie B e puzzano pure, tanto che Ibra ormai non possa più dire neppure porca paletta senza poi ritrovarsi in galera, ma volenti o nolenti siamo i tifosi che han goduto di più in tutta la loro vita e questo nulla e nessuno ce lo potrà mai tirar via. I tifosi cantano Pazza Inter Amala. Ma pazza non vuol dire solo vincere in rimonta a due minuti dalla fine. Anche perdere 5 a 2 in casa con lo Schalke è una cosa da pazzi. l'Inter nella sua storia ci ha abituato ad essere così: mai banale, tanto che la chiamano Pazza. Chi si sarebbe aspettato il triplete l'anno scorso? Chi si sarebbe aspettato di perdere contro Milan e Schalke? In entrambi i casi, quasi nessuno. La prima volta ci è andata bene, la seconda male, ma questo è il calcio. I processi, dunque, sono iniziati però mi sembra un po' prematuro parlarne ora, a un mese e mezzo dalla fine della stagione. L'Inter può ancora rialzarsi o crollare, quindi lasciamo i processi a giugno, dove si potrà iniziare a programmare la prossima stagione. Per risorgere non c'è medicina migliore della vittoria. E così il una vittoria nelle prossime 3 gare servirebbe tantissimo, a tutti, giocatori e tifosi. Servirebbe per ridare tranquillità e per uscire dal periodo maledetto dopo la pausa. Un passo falso comunque non sarebbe un dramma, considerando che ormai lo scudetto è parzialmente compromesso. Però questo è davvero l'ultimo appello in campionato, perché anche l'ultimo treno-scudetto sta per partire. E di treni ne abbiamo persi molti, soprattutto verso novembredicembre. Vincere per sperare, dunque. Sperare in un passo falso del Milan nelle prossime giornate, ma anche in una vittoria del Napoli, a cui gli interisti, in caso di addio ai sogni-scudetto, darebbero il compito di rubarlo al Milan. Peccato invece per la champions e pensare chelo Schalke è davvero una squadra modesta, che ci ha infilato 2 volte con il famigerato Edu che è la quarta punta. Merita attenzione la questione Leonardo, accusato dai più di essere il maggiore responsabile della disfatta. In realtà il merito di Leonardo è quello di essere arrivato a giocarsi traguardi importanti, salvo poi crollare nel finale. Ha preso una squadra che tutti davano ormai per spacciata, facendo tornare speranze e sogni tra i tifosi interisti. Tutto è svanito in due partite, ma il lavoro fatto precedentemente resta Leonardo conferma una difficoltà nelle partite che contano, come si era già visto l'anno scorso al Milan e non può essere solo una coincidenza. Forse il suo calcio-allegria senza pressioni funziona solo contro avversari abbordabili, quando invece si dovrebbe avere un calo di motivazioni. Ma manca ancora un mese e questi dubbi saranno risolti a giugno, quando Moratti dovrà scegliere chi sarà il prossimo allenatore dell'Inter. Solo allora si potrà parlare di futuro, di progetti e magari anche di processi. Ma adesso aspettiamo e vediamo come finirà. Federico Sala VG n* VIII 2010/2011 14 BARTOLOMEO E / SPORT PADDOCK ZUCCHI SPORT E POLITICA d anche quest'anno è ricominciata la stagione dei motori. A Marzo si sono svolte le prime gare di quasi tutte le categorie, dal Rally al Motomondiale passando per la Superbike e la Formula 1. Sugli sterrati forse è arrivato il momento, per il cannibale Loeb, di cedere il trono dopo sette anni di tirannia assoluta ed anche nelle due ruote le cose potrebbero cambiare rispetto all'anno scorso. Nelle derivate di serie il “nonno” Biaggi è stato, per ora, spodestato dallo spagnolo Checa (che non è molto meno “nonno” del romano) e dal debuttante Melandri (un altro che comunque ormai di anni ne ha quasi 30), mentre nei prototipi Rossi, nonostante il parziale exploit di Jerez, sembra molto in difficoltà e probabilmente anche quest'anno dovrà lasciare spazio alle tre velocissime Honda di Simoncelli Pedrosa e Stoner e alla Yamaha dell'ex compagno e (tutt'ora) rivale Lorenzo. In Formula 1 infine si prospetta un altro anno di dominio dell'accoppiata Vettel-Red Bull, con l'altro bibitaro, Webber, a fare il ruolo di comparsarompiscatole e le due Mclaren a recitare il ruolo degli avversari. In difficoltà la Ferrari che avrà bisogno del supporto di tutti i suoi ingegneri e progettisti e soprattutto di entrambi i piloti per ottenere qualcosa. Massa quindi dovrà svegliarsi, anche perchè dietro di lui c'è il giovane messicano Perez, che appartiene proprio al vivaio di Maranello, che scalpita e se confermasse le belle cose fatte vedere a Melbourne potrebbe tranquillamente ambire al sedile del brasiliano. A proposito di Melbourne: quello in terra australiana è stato il primo Gp della stagione, ma non avrebbe dovuto esserlo. Il calendario stilato originariamente dalla FIA prevedeva infatti che la stagione iniziasse il 13 Marzo in Bahrain, ma la gara è stata rinviata, causa guerra. E verosimilmente non verrà recuperata. É la prima volta che un gran premio di un mondiale motoristico viene rinviato per cause politiche. Non era mai successo, anche se più di una volta sono state rinviate gare a causa di eventi naturali imprevisti: è il caso del Motomondiale, che nel 2009 ha dovuto posticipare di un giorno il Gp inaugurale in Qatar perchè al momento del via si era abbattuto sulla pista uno dei tre nubifragi che avvengono ogni anno nell'emirato (una botta di fortuna stratosferica, direi!), mentre l'anno scorso e quest'anno è stato costretto a rimandare il Gp del Giappone. Lo scorso Ottobre si è recuperata la gara spostata a causa dell'eruzione del vulcano islandese che aveva impedito a team e piloti di partire, mentre il Gran premio di quest'anno, annullato per i danni causati dal terremoto all'autodromo, sarà recuperato, se lo sarà, nel prossimo Ottobre. Peraltro la stessa Formula 1 ha già rischiato di annullare un Gp di recente: la gara in Corea, corsa a fine Ottobre su un circuito ancora incompleto e omologato in fretta e furia una settimana prima della gara solo per salvare la faccia (e non solo) degli organizzatori. Ma se per il motorsport gli “scontri” con la politica internazionale sono una cosa assolutamente nuova, bisogna solo ringraziare il fatto che i mondiali dei motori sono nati solo dopo la fine della seconda guerra mondiale. Altri eventi sportivi dalla storia più antica sono stati invece influenzati dai grandi conflitti del XX secolo. Il caso più eclatante sono le Olimpiadi: queste, secondo il loro ideatore, De Coubertin, avrebbero dovuto essere, come nell'antica Grecia, un evento talmente importante da far addirittura sospendere le guerre, ma, alla fine, sono state proprio le guerre a far sospendere più di una volta i Giochi. I due conflitti mondiali fecero saltare ben tre edizioni e colpirono anche quasi tutti gli altri sport, dal calcio allo sci passando per l'atletica, che furono costretti ad annullare diversi campionati internazionali. Sempre le Olimpiadi sono state particolarmente martoriate dalla politica, anche quando di grandi guerre non ce n'erano. É il caso dei giochi del 1980 a Mosca, boicottati da quasi tutti gli stati dell'allora blocco americano (ma non dall'Italia) come forma di protesta contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan, e di quelli seguenti di Los Angeles '84 boicottati per ripicca dal blocco sovietico, ma anche di quelli del '76 a Montreal in cui quasi tutti gli stati africani abbandonarono l'evento a pochi giorni dall'inizio perchè la Nuova Zelanda aveva autorizzato la sua squadra di rugby a fare una tourneè nel Sudafrica dell'aparthaid. Che tra l'altro proprio per questo era stato espulso dal CIO e quindi non ammesso ai Giochi, come anche la Cina di Mao e le nazioni sconfitte nelle guerre mondiale nelle prime edizioni postbelliche. Purtroppo quindi la politica invade spesso lo sport creandogli danni e disagi di non poco conto. Ed ora anche il motorsport, visto che sta ampliando i suoi orizzonti verso nuove realtà non sempre stabili come l'Europa, dovrà iniziare a farci i conti Alessandro Mantovani IVD n* VIII 2010/2011 15 BARTOLOMEO / GIOCHI & OROSCOPO Lo Zucchi sotto le stelle ARIETE Se state aspettando che qualcuno venga da voi in BILANCIA Dovete darvi da fare e rimboccarvi le maniche, non c’è storia. In questi casi l’unione fa la forza e i vostri amici saranno un’ottima soluzione! Non pensate sempre che gli altri vogliano darvi contro… ginocchio a chiedere spiegazioni, scordatevelo! Il primo passo dovete farlo voi… Per voi, comunque, il mese parte bene e vi sentirete liberi di fare le vostre Le stelle aiutano chi si aiuta…e voi questo mese troverete il modo di portare la fortuna dalla vostra! Se qualcuno vi fa arrabbiare e non sapete come reagire, il modo migliore è lasciar correre…non fatene una tragedia! TORO SCORPIONE GEMELLI Pasqua è appena passata, ma le sorprese per voi sono appena cominciate, e se saprete portare dalla vostra la buona sorte, non saranno di certo spiacevoli! Non guardate gli altri e andate per la vostra strada. La fine della scuola è vicina (maturandi esclusi..) e tra greco, latino e filosofia non riuscite proprio a dedicare tempo al vostro/a ragazzo/a, però dovete trovare il momento anche per stare con il vostro lui/lei! SAGITTARIO Per realizzare gli obbiettivi di questo mese, non solo dovete concentrarvi al massimo su ciò che volete, ma dovete imparare ad accettare le cose così come vengono…non abbiate paura! CANCRO Questo mese farete girare la testa un po’ a tutti, non solo per il vostro indiscutibile fascino ma anche perché cambierete umore piuttosto facilmente! Cercate di essere sempre motivati in quello che fate. CAPRICORNO Se vi sentite soli e incompresi, ricordatevi che avete degli splendidi amici su cui fare affidamento (vero?)! Se siete disposti a capire i vostri errori e a migliorare, troverete la strada spianata in molti ambiti. LEONE Per questo mese i consigli sono due: aprite le orecchie e chiudete la bocca. Ascoltate di più ciò che vi dicono le persone che vi vogliono bene! Non sempre farsi da parte è segno di debolezza. ACQUARIO Inutile dirlo, le stelle tifano (quasi) sempre per voi! Quindi non fate le vittime…siete intelligenti e sapete cavarvela in ogni situazione, e poi quel pizzico di fattore C non vi abbandona mai! .VERGINE La scuola è un dramma di tutti, non solo vostro, quindi cercate di non diventare vittime dell’ansia inutilmente. Non vi fa bene preoccuparvi se non c’è una ragione… state tranquilli! PESCI Non sarà difficile per voi conquistare la stima di alcune persone, ma sarà più arduo mantenerla. Non fatevi influenzare dai pettegolezzi, voi sapete quanto valete (lo dice anche la pubblicità, più di così cosa volete?). Immagini a cura di Elisa Piazza VG n* VIII 2010/2011 16 Angolus Otiosus Sta nella pioggia e negli acquazzoni in temporali e precipitazioni è presente nell'arcobaleno ma non si vede nel sereno, cos’è? Qual è l'animale che cammina con i piedi sulla testa? Il pidocchio ; La lettera "a" n* VIII 2010/2011 17 Quorinfranti AVVISO: I LEGGINS CON SOPRA SOLO LA MAGLIETTA SONO ANTIESTETICI. SONO UN ABOMINIO. firmato THE-A Sull'isola di PONZA, in provincia di BRESCIANI, c'erano dei bellissimi GIARDINI, con POZZI e PAVONI. Un TASSONE di nome Nussi, parlava con una capra rara, detta CAPRARA: "SORRY ho bisogno di una MIGLIORE coperta, perchè la mia fa SCHIFONE, qui fa troppo FRIGERIO e sto TREMOLADA! Mille GRAZIANO!" TO' NUSSI, in cambio però aiutami a conquistare una bella DONZELLI" "Ti consiglio di regalarle un MAFFIn o di recitare per lei una poesia di Giosué GARDUCCI." "Grazie MILESI! Sarai fatto DE SANCTIS!" "Aspetta, perchè non le fai una statua di CERA?" "VOLO a costruirla! Ti saluto"Intanto il piccolo LAINO il daino chiede alla mamma: "Posso avere una CAMARDELLA?" "No piccolo, si dice caramella! Va' a rispondere, sta suonando il telefono. Ma mi raccomando, VA' LENTIN se no cadi!" Rin, RIN "ALDI è in casa?" "No, con chi parlo?" "Il tenente COLOMBO, devo fare un'indagine, C'É RAGNOLI?" "Si per la coppietta che si scambia effusioni davanti alla 1^F: compratevi un paravento. da: TUTTI p.s. Cri amo te e i tuoi appunti "Il futuro del passato mitico è il presente storico dell'autore"... Love Cappe" (L) Nonno di Panopoli forever 18 Quorinfranti Per Nicola Campione: Tu sei il vero Vampiro! Giro per la scuola a collo scoperto aspettando e sperando che tu mi morda e succhi tutto il mio sangue! Che le quartine (alias "primine") si tengano Edward Cullen; io voglio NICOLAAAAA! Per Marco Colombo: Esattamente "qui su queste olimpiche pagine" [cit.] porgo i miei più sinceri omaggi a Messer Marco Colombo, colui che NON MANGIA I VOCABOLARI! Topi umbratili <3 Prendi un millimetro, dividilo in mille parti......ciao Ligu Berta! C'è Gigi?? P.S. Ti ho mandato delle foto, guardale! Giomma sei sempre più grasso! Colo sei uno sporco borghese!! 19 Quorinfranti Ogni tempo ha il suo fascismo. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola. Primo Levi (profezia del ’74) Bonny sei sorda! By quelli dietro. Come tutti ti chiamano, Colombo: dai retta al tuo oroscopo , e aggiungici anche quello dei gemelli. IO quello dell’ariete l’ho già letto... Avviso ai naviganti: I leggins con la maglietta sono una grande comodità per non portarsi anche i pantaloni della tuta! Tu con la tua macchina bicolor. Si proprio TU. Grazie . ps e oramai non pretendo più che ritorni quel dì di festa estiva, ma grazie lo stesso... 20 BARTOLOMEO / REDAZIONE Direttore Clara Del Genio IVA Hanno partecipato a questo numero: Vicedirettore Federico Sala VG Eva Casini IVB Eleonora Bertanza VG Rouge Irene Doda IVD Chiara Biglieri IB Marco Colombo VG Irene Pronestì IVD Benedetta Miceli IB Lucrezia Stoppato IB Impaginazione e Grafica Alessandro Mantovani IVD Elena Mantovani IIIC Alice Lombardo IB Caporedattori Andrea Merola IID Yuri Galbiati VF Martina Fumagalli VF Alice Pennino IID Benedetta Ratti VG Federico Sala VG Matteo Monti IVB Matteo Monti IVB Elisa Tonussi IIID Marco Colombo VG Federica Viaretti VG Anna Mottadelli VG Carlotta De Luca IVB Beatrice Mosca IVC Claudia Pizzagalli IVC Ringraziamo inoltre tutti coloro che hanno collaborato all’uscita del Bartolomeo (collaboratori,insegnanti ed operatori scolastici). Ricordiamo che chiunque può partecipare alla redazione del Bartolomeo inviando un suo articolo all’indirizzo mail [email protected]; CHI DESIDERA INVIARE UN MESSAGGIO ALLA RUBRICA QUORINFRANTI PUO’ FARLO INVIANDO UNA MAIL ALLO STESSO INDIRIZZO I numeri del Bartolomeo sono disponibili anche on line sul sito www.liceozucchi.it. La scadenza per il prossimo e ultimo numero è il 9 maggio n* VIII 2010/2011 21