libri MdL 2014 per sito 3

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libri MdL 2014 per sito 3
Con i proventi della mostra del libro 2014
abbiamo acquistato questi libri:
Gianni Rodari
Filastrocche in cielo e in terra
Con Filastrocche in cielo e in terra Gianni Rodari ha portato nelle
case di milioni di bambini versi indimenticabili, capaci, a un tempo,
di far riflettere e divertire: personaggi bizzarri, sorridenti
filastrocche sulla punteggiatura, "favole a rovescio" capaci di
sorprendere per le straordinarie conclusioni, versi di serio, ma non
drammatico impegno sociale. Le filastrocche del libro aprono molte
strade alla fantasia dei lettori e invitano a non separare mai il
potere dell'immaginazione dalla voglia di conoscere il mondo per
cambiarlo e renderlo migliore.
Mario Lodi
Cipì
La storia di Cipì, il passero curioso e coraggioso che scopre il
mondo, diventa amico del sole e di un fiore, sopravvive agli
attacchi del gatto e dell'uomo e smaschera infine un pericoloso
incantatore, è una storia che accompagna da oltre cinquant'anni
intere generazioni di bambini. È nato, come altre opere di questo
maestro-autore, da un dialogo con gli alunni in un'aula di scuola,
osservando il mondo dalla finestra, senza buonismi ma senza
dimenticare che valori come l'amicizia, la speranza e la libertà si
possono trovare ovunque.
Gianni Rodari
La torta in cielo
E se un giorno comparisse nel cielo di una nostra città una specie
di misterioso disco volante? Gli adulti penserebbero subito a
un'invasione di extraterrestri, chiamerebbero l'esercito,
arruolerebbero schiere di scienziati e di ricercatori... È quello che
succede nella borgata romana del trullo sconvolta dal misterioso
oggetto spaziale... Due simpatici bambini, però, non credono alle
apparenze, e i fatti daranno loro ragione: insieme a tanti amici
gusteranno una meravigliosa torta scesa dal cielo.
Raccontata d Luisa Mattia
Iliade
Il racconto di Luisa Mattia, arricchito dalle illustrazioni di Alberto
Ruggieri, fa rivivere con emozione uno dei più grandi classici di
tutti i tempi.
Patrizia Rinaldi
Federico il pazzo
Angelo è appena arrivato in una nuova città e deve iniziare la terza
media. E che terza media! In classe sua, tra gli altri, c'è Capa
Gialla, pluriripetente e facile alle mazzate, c'è Giusy che è carina e
vorrebbe fare il meccanico da grande, ma c'è anche Federico il
pazzo, che poi si chiama Francesco, e ha un sacco di strane idee
per la testa. Se non fosse per Capa Gialla e la sua gang di bulli, ci
sarebbe quasi da divertirsi...
Assia Petricelli e Sergio Riccardi
Cattive ragazze
15 storie di donne audaci e creative
Premio Andersen 2014. Miglior libro a fumetti Per un libro che
coniuga perfettamente la struttura narrativa del fumetto con i
registri della biografia. Per una narrazione che, scegliendo di
raccontare un universo femminile, va oltre stereotipi e questioni di
genere e, con un approccio accattivante e incisivo, invita alla
riflessione, emozionando e coinvolgendo.
Vinicio Ongini e Chiara Carrer
Le altre cenerentole
Cenerentola è una delle fiabe più conosciute e amate, non solo in
Italia! La sua favola ha viaggiato nel mondo (più di 400 sono le
versione raccolte), mantenendo l'intreccio della storia e cambiando
nome del personaggio o lo sfondo o altri particolari dei paesi e
delle culture attraversate. Ma la più antica tra le versioni
conosciute della fiaba di Cenerentola, venne redatta da un dotto
funzionario cinese che l'aveva sentita raccontare da uno dei suoi
servi: raccogliendo le ossa di un pesce miracoloso, che è stato
ucciso dalla matrigna, la protagonista ottiene un paio di sandali
d'oro e un vestito di penne d'alcione, con cui si reca alla festa...
Carina Louart
Ragazze e ragazzi
La parità a piccoli passi
L'umanità è composta da uomini e donne. I primi non potrebbero
vivere senza le altre dal momento che, insieme, assicurano la
riproduzione della specie. Le disparità tra uomini e donne sono
ancora molto evidenti e il trattamento non è equo. Fin dalla
nascita, le aspettative dei genitori e della società verso i bambini e
le bambine sono molto diverse. L'educazione che viene loro
impartita li orienta verso attitudini e professioni
estremamente specifiche. In molti paesi, l'educazione privilegia i
ragazzi e trascura le ragazze. Nell'età adulta le differenze sono
ancora più lampanti; le tradizioni e le leggi escludono le donne dal
voto, dalla possibilità di ricevere un salario, a volte persino dalla
possibilità di guidare! Anche se la parità tra uomini e donne ha
conosciuto, dal XX secolo, importanti progressi in Europa, dove le
donne sono ormai considerate al pari degli uomini, c'è ancora
molto da fare perché ragazzi e ragazze abbiano davvero le stesse
possibilità.
Malala Yousafzai
Io sono Malala
Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è
finita, e Malala è sul bus che la riporta a casa. All'improvviso un
uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e
lasciandola in fin di vita. Per i talebani Malala è colpevole di aver
gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e
studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua
guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla
remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle
Nazioni Unite.
h Malalai di Maiwand
Levati ancora per far capire ai pashtun il canto dell’onore,
Le tue parole poetiche fanno girare il mondo,
Ti prego levati ancora.
Sono le parole del famoso poeta Rahmat Shah Sayel, di Peshawar. Il padre di Malala si era
ispirato a questa canzone quando aveva scelto il suo nome. Un nome che significa
“oppresso dal dolore”. Nascere donna, in Pakistan, non è una gran cosa, di solito i genitori
prendono molto male la notizia e nessuno se ne congratula. Posta per molto tempo sotto il
protettorato inglese, la valle dello Swat era stata annessa al nascente stato del Pakistan nel
1969, uno Stato che sarebbe diventato negli anni sempre più assoggettato ai “veri principi
dell’Islam”. Fu sotto il comando del generale Zia, posto a capo dell’esercito dal primo
ministro Bhutto durante guerra fredda, che le popolazioni pashtun imposero il jihad, la
guerra santa, come sesto pilastro della religione.
Oltre a nascere in uno dei luoghi più belli e rigogliosi del mondo, Malala ebbe un’altra grande
fortuna durante la sua infanzia. Suo padre aveva avuto la possibilità di studiare e aveva
vissuto in prima persona quella magnifica stagione di grandi ideali liberali che era iniziata
nel 1988. Era stata l’elezione di Benazir Bhutto, prima donna eletta come Presidente del
parlamento e figlia del deposto primo ministro Zulfiqar Ali, a gettare un seme di progresso
e di coraggio nella mente di tanti uomini e donne del Pakistan.
La storia contenuta in queste pagine coinvolgenti e a tratti struggenti, è la storia di una
bambina, della sua famiglia, ma anche del suo travagliato Paese. Un lembo di terra
precipitato, dopo la destituzione di Benazir Bhutto da parte della Lega Musulmana, sotto il
dominio dei talebani. È la storia di un’epoca buia che ha interessato non solo il Pakistan ma
anche molte altre regioni mediorientali, dove le donne vengono costrette a vivere ai
margini della società. Per fortuna Malala cresce in una famiglia speciale: mentre sua madre
segue alla lettera il Corano, occupandosi da sola dei figli e della casa ed evitando di uscire
di casa e parlare con gli uomini, suo padre continua a ripeterle: “Tu, Malala, sarai libera”.
Dice Malala “i talebani ci portarono via prima la musica, poi i Buddha, e poi la nostra storia”
e poi ancora “era la scuola ad aiutarmi ad andare avanti in quei momenti difficili”. È in
quegli anni che inizia la storia eroica della bambina pakistana: un amico di suo padre, Abdul
Hai Kakar, corrispondente radiofonico della BBC con sede a Peshawar, sta cercando
un’insegnante o una studentessa che voglia scrivere un diario per raccontare la vita sotto i
talebani, per mostrare il lato umano della catastrofe che si sta compiendo nello Swat. È così
che, all’età di 11 anni, Malala inizia a denunciare la politica dei talebani attraverso il suo
blog.
Nel 2011, come riconoscimento per il suo impegno in favore delle donne, riceve il
Pakistan’s National Youth Prize. Il 9 ottobre 2012, alle ore dodici, mentre si trova
nell’autobus che la riporta a casa dopo la scuola, un uomo sale a bordo e le spara in faccia
lasciandola in fin di vita. Anche se ha appena undici anni, per i talebani è colpevole di aver
gridato al mondo il suo desiderio di leggere e di studiare. Nessuna denuncia, nessun filmato
volto a smascherare la brutalità del regime talebano è più efficace della miracolosa
guarigione di Malala. Il suo discorso alle Nazioni Unite e la candidatura al Premio Nobel per
la pace l’hanno resa il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla
cultura e al sapere