Funerali di Lea Garogalo, Don Ciotti: “La verità va cercata”

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Funerali di Lea Garogalo, Don Ciotti: “La verità va cercata”
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newsletter di approfondimento dell’associazione Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
n.117 - 25 ottobre 2013
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Funerali di Lea Garogalo,
Don Ciotti: “La verità va cercata”
Milano, 19 ott. - (Adnkronos) - “Oggi non basta parlare di verita’, dobbiamo
cercarla. La verita’ e’ la giustizia di cui abbiamo bisogno”. Lo ha detto don Luigi
Ciotti, presidente di Libera, parlando dal palco allestito questa mattina in piazza Beccaria, nel cuore del capoluogo lombardo, dove si sono celebrati i funerali
pubblici di Lea Garofalo, la giovane donna uccisa dalla ‘ndrangheta nel novembre del 2009 a Milano. Don Ciotti si e’ quindi rivolto “ai tanti giovani inghiottiti
dalle organizzazioni mafiose affinche’ cerchino la verita’. Noi -ha sottolineatonon vi lasceremo soli. Lea -ha aggiunto- ha deciso di rompere il silenzio e l’ingiustizia. Il tuo cuore e la tua coscienza -ha proseguito don Ciotti rivolgendosi
al feretro di Lea Garofalo- sono sorgenti di liberta’”. Parlando sempre della
testimone uccisa, il presidente di Libera ha ricordato come la donna si sia ribellata “ad una vita che non sentiva sua. Lea -ha aggiunto- hai seguito la tua
coscienza per rompere un codice di odio, di mafiosita’. Hai condotte con le tue
piccole, grandi forze la tua scelta di liberta’. Lea, hai visto, sentito e testimoniato”. Quindi, rivolgendosi ancora alla piazza, don Ciotti ha sottolineato come
Lea Garofalo sia diventata ormai “un martire della verita’, un testimone della
verita’”. Infine rivolgendosi alla figlia di Lea, Denise Cosco, la ragazza che vive
ancora sotto protezione e che ha assistito alle esequie pubbliche ‘nascosta’ in
un palazzo comunale che dava sulla piazza Beccaria, don Ciotti ha detto: “La
tua mamma e’ ancora viva, non e’ morta”. Quindi, dopo aver promesso a Lea
Garofalo che “non lasceremo mai e poi mai sola Denise, don Ciotti si e’ definito
“un povero prete innamorato di Dio e della giustizia, un prete capace di vivere
saldando il Vangelo con la Costituzione”.
Una bandiera per
Lea Garofalo
2 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Con Lea.
‘Ndrangheta, la lotta delle donne
E’ seduta per terra, Ilaria. Le gambe
raccolte con le braccia intorno, le
mani che tirano giù le maniche della
felpa scura, quasi a trovarci un impossibile riparo. Sotto i capelli neri,
lunghi e ricci i due occhi grandissimi
continuano a bagnarsi. La bellezza giovanile e disadorna appare
stupefatta dalla commozione. Tiene
lo sguardo al palco su cui è deposta
la bara, che lei stessa ha portato lì a
spalle insieme ad Andrea, un giovane torinese, e ad altre quattro ragazze: Martina, Silvia, Jessica, Marta,
dalla provincia di Pavia a quella di
Bergamo. Cinque giovani donne per
portare con la prima solennità della
vita i resti leggerissimi di una donna
che oggi non arriverebbe ai quaranta. Ilaria guarda don Ciotti, tra rose,
girasoli e margherite, un’infinità di
margherite, mandate in regalo da
un floricoltore di Vittoria. Ascolta
le brevi parole in diretta di Denise
e piange, lo fanno in tanti, anche
gli adulti, nella piazza intitolata a
Cesare Beccaria, il giurista che mise
al bando la pena di morte. Lavora
a Coop-Lombardia, Ilaria, politiche
sociali. Conquista le scolaresche
quando parla dell’impegno del movimento cooperativo per fare arrivare
sulle tavole i prodotti dei beni confiscati alle mafie. Ma l’incontro anche
fisico con la storia di Lea sembra
averla restituita per un giorno agli
sgomenti dell’adolescenza.
Un po’ più in là c’è Martina, anche
lei è arrivata presto per partecipare
da vicino. Anche lei un po’ più che
ventenne. Sta dall’altra parte delle
transenne, appoggiata alle sbarre
con i grandi occhiali che riescono
appena a nascondere l’emozione che
arriva a fiotti, tra le note di Battiato, Capossela, Vasco e De André,
quelle preferite da Lea. Fotografa
spesso, come a fissare immagini che
resteranno nella sua vita di giovane schierata da qualche anno dalla
parte dell’antimafia: una ricerca sul
campo sulla ‘ndrangheta in Germania destinata, dice con orgoglio, a
uscire in questi giorni su “Narcomafie”. Un po’ dietro c’è Sara, l’impegno civile fatto ragazza. Lei scatta
foto in ogni direzione. I capelli
ricci castani, la faccia splendida e
impunita, è ormai una habituè dei
campi confiscati, è stata in Calabria
a studiare lo sfruttamento dei migranti di Rosarno. Poi a Wrexham,
in Galles, in un centro di accoglienza per le ragazze nere vittime del
traffico di umani. Sta partendo per
un progetto di studio all’estero,
prima Tarragona poi Beirut. Non si
contiene, Sara, ci mette minuti ad
asciugarsi le guance, quando Enza
Rando, l’avvocato di Denise, legge il
testo di una lettera straziante scritta
da Lea Garofalo. Una lettera mai
spedita, indirizzata al presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano. Dignitosa, consapevole. Sono
una madre sola e disperata, dice, e
so solo quale sarà la mia fine: sarò
uccisa. Una richiesta di aiuto per sé
e per le persone nella sua condizione. Asciutta, breve, terribile. Sara
non resiste. Avvolta in una delle
bandiere arancioni con il volto di
Lea e la scritta “io vedo, io sento, io
parlo”, si fa fuscello, come atterrita
dal clima evocato da quelle parole,
scritte in chissà quale cucina, tinello
o sala d’aspetto.
Poi c’è un’altra Ilaria, che ai venti non
arriva. Che sta conducendo al liceo
Viriglio di Milano, avanguardia del
movimento antimafia nelle scuole
cittadine, un ciclo di lezioni proprio
sulla mafia. I capelli biondi raccolti
indietro, presenta programmi, tira
fuori i suoi libri, spiega, distribuisce
la parola agli ospiti, dà appuntamenti
per il momento del “fare”. C’è anche la
sua solarità nella folla, a organizzare la
piazza. E con lei Marilena, che invece
studia fisica ed è stata tra le decine di
giovani che per due anni si sono dati la
staffetta a Palazzo di giustizia per stare
idealmente accanto a Denise, la coetanea mai vista, perché anche quando ha
testimoniato era schermata da un paravento. Davvero una giornata di emozioni e di dignità civile, guidata da questa
“meraviglia di gioventù”, come ha detto
dal palco don Ciotti. Con tanti ragazzi,
naturalmente. Se qui si è parlato solo
di ragazze, è perché la loro rivolta civile
ha un senso particolare. Il potere più
maschilista e totalitario ha pensato che
uccidere e bruciare una donna fosse
un fatto privato, giustificato dalle leggi
dell’onore. Le ragazze invece dicono
che è un grande fatto pubblico. Nelle
loro speranze, la sconfitta della ‘ndrangheta in Lombardia partirà dalle donne. Destinate a ubbidire e invece ribelli.
Destinate a tacere e invece testimoni
collettive. L’antimafia con gli occhi
lucidi ha, ancora una volta, un orgoglio
femminile.
Nando Dalla Chiesa
su Il Fatto Quotidiano | 20/10/2013
ITALIA RINNOVABILE
3 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Sabato 26 ottobre Legambiente, Wwf, Greenpeace,
Kyoto Club promuovono
una manifestazione a favore dell’energia pulita.
Dalle ore 10.00 del mattino i Fori
Imperiali ospiteranno stand di associazioni e aziende italiane delle
rinnovabili, prodotti biologici e sostenibili, laboratori per bambini e
ragazzi, ciclofficine, piste per go-kart
a pedali e tanto altro ancora. Un’occasione per far conoscere le storie di
cittadini, aziende ed enti locali che
hanno scelto di investire nelle fonti
rinnovabili, in una mobilità nuova,
in un’agricoltura di qualità e libera
da ogm, in città vivibili dove innovazione, socialità e qualità culturale
fanno la differenza.
Tutti in piazza per reagire a un attacco portato alle fonti rinnovabili da
parte di chi vorrebbe fermarle per tenere in vita inquinanti centrali a carbone e a olio combustibile che, ennesima ingiustizia, beneficiano persino
di miliardi di Euro presi in bolletta o
dalla fiscalità generale.
E’ il momento di pretendere l’approvazione di una strategia energetica
nazionale di lungo respiro che chiuda l’era superata dei combustibili
fossili, liberi il Paese dagli interesse
delle lobby petrolifere consentedogli di posizionarsi all’avanguardia
nell’innovazione e diffusione delle
energie pulite. E’ il momento di chiedere con forza la semplificazione di
una burocrazia inutile che arresta la
diffusione delle rinnovabili nelle famiglie e sul territorio. Vogliamo dare
voce a tutti gli italiani che desiderano un cambiamento verso l’unica
prospettiva di sviluppo possibile per
fermare i cambiamenti climatici, ridurre la povertà e garantire la pace.
Libera aderisce alla manifestazione
e sarà presente ai Fori Imperiali con
un suo stand. “Il settore delle energie rinnovabili, essendo un contesto
di grosso rilievo economico, non poteva non suscitare gli interessi della
mafia”. Bastano le parole del procuratore capo di Palermo, Francesco
Messineo, per spiegare il fenomeno
delle infiltrazioni criminali nel business delle energie pulite. Una frase
pronunciata a conclusione dell’operazione Mandamento, che nel dicembre del 2012 ha portato all’arresto di
sei persone accusate di lavorare per
la famiglia mafiosa della provincia di
Trapani e di favorire la latitanza del
super ricercato Matteo Messina Denaro.
Una verità scontata, specialmente in
una terra in cui la criminalità organizzata, dimostrando un fiuto eccezionale, ha sempre orientato i propri
affari verso i settori economici più
redditizi, fossero essi illegali o perfettamente legali. In piazza per sensibilizzare con la convinzione che si
debba sempre distinguere tra affari
sporchi e affari leciti, senza bieche
strumentalizzazioni da parte di chi
vorrebbe affossare le energie rinnovabili.
ITALY IN A DAY
4 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Italy in a Day è il primo
social movie italiano a cui
tutti siamo chiamati a partecipare.
Per prima cosa il 26 ottobre 2013
filma un pezzo delle tua vita.
Avrai 3 settimane per caricarlo
sul sito italyinaday.rai.it Gabriele Salvatores selezionerà i filmati
ricevuti e li monterà in un unico
grande film. Sarà il primo girato
da tutti noi.
Quando filmare
Italy in a Day avviene il 26 ottobre 2013. Potete filmare qualsiasi
cosa nelle 24 ore di quella giornata. Dalla mezzanotte di venerdì
alla mezzanotte di sabato.
Chi può partecipare
Tutti possono partecipare a Italy
in a Day. Non dovete essere dei
professionisti, dovete solo accendere la telecamera e il vostro
cuore. Se hai meno di 14 anni, i
tuoi genitori dovranno caricare
il video per te. Se hai dai 14 ai 18
anni, puoi caricare il video, l’importante è che i tuoi genitori ne
siano informati e siano d’accordo.
Cosa filmare
Avete presente i diari? Qui potete
raccontare qualcosa di importante direttamente alla telecamera.
Come fosse un video diario. Oppure filmare le persone che vi
stanno attorno, le persone della vostra vita, sempre con il loro
permesso. La tua famiglia, i tuoi
amici, qualcuno che ami.
Nella sezione Domande frequenti, troverete le liberatorie, non
dimenticatevi di firmarle e farle
firmare ai vostri protagonisti. Se
quel giorno lavori porta la camera con te, se sei a spasso accendi
il cellulare e filma, se sei ad un
matrimonio, se ti nasce un figlio,
se fai qualcosa di memorabile o
anche di normale, la vostra vita
quotidiana... c’è posto per tutti.
Insomma ovunque sarete riprendete!
Visita il sito:
www.italyinaday.rai.it
Salute | Più cultura
della rete
contro la corruzione
5 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
La salute è un bene fondamentale per la persona e
per la collettività.
Un bene prezioso tutelato dal Servizio Sanitario Nazionale che da oltre
30 anni ha il compito di garantire
prevenzione e assistenza a chi ne ha
bisogno, senza discriminazioni di
sorta, in tutto il territorio nazionale. Il servizio sanitario è un sistema
complesso, costituito da una fitta rete
di regole e relazioni, che deve essere
in grado di prendersi cura delle persone in modo ineccepibile, garantendo accoglienza, assistenza, sicurezza,
efficacia, appropriatezza, osservanza
delle norme giuridiche e dei principi etici. E’ un sistema che va dunque
preservato da ogni contaminazione
poco trasparente e da ogni forma di
illegalità. Su queste premesse è partita “Illuminiamo la salute”, un’iniziativa di Libera, Avviso Pubblico,
Coripe e Gruppo Abele, quattro organizzazioni che hanno deciso di
unire le rispettive esperienze e competenze per promuovere la cultura
della trasparenza e della legalità nel
sistema dei servizi sanitari e sociali,
consapevoli che opacità e illegalità
minano alla base la coesione sociale
e in quanto tali non sono tollerabili
all’interno di settori che, al contrario,
devono farsi carico di promuovere la
salute e il benessere delle persone.
Si tratta di un’iniziativa culturale rivolta ai cittadini, alle associazioni e
alle istituzioni che mira a sostenere
i tanti operatori quotidianamente
impegnati a contrastare le varie forme di discrezionalità e illegalità presenti nel settore (di cui sono spesso
vittime involontarie). Un percorso di
sensibilizzazione e approfondimento
per far sì che le norme recentemente
approvate in tema di trasparenza e di
prevenzione e contrasto all’illegalità
e alla corruzione (Legge 190/2012,
d.lgs 33/2013) non si trasformino
in mero adempimento burocratico.
Non è facile stimare l’impatto dell’illegalità sulla spesa sanitaria, per la
natura stessa del fenomeno (in gran
parte sommerso) e per la diffusa pre-
senza di eventi indiretti difficili da
cogliere (ad esempio l’induzione di
consumi inutili o poco appropriati).
Negli Stati Uniti, una quota variabile
fra il 5% e il 10% della spesa sostenuta dai programmi pubblici è assorbita da frodi ed abusi. La Rete Europea
contro le Frodi e la Corruzione nel
settore sanitario nel 2012 ha stimato
che il 5,6% del budget per la sanità è
assorbito dalla corruzione. In Italia,
le stime fornite dalla Guardia di Finanza per il triennio 2010/2012 indicano 1,6 miliardi di euro di perdita
erariale solo per reati effettivamente
accertati. Tra le aree più a rischio, la
selezione del personale (fortemente esposta alle spinte clientelari), la
gestione degli accreditamenti e la
fornitura di prestazione (sovrafatturazioni, fatturazione di prestazioni
non necessarie, ecc.). Particolarmente esposto anche il settore farmaceutico (dal furto all’utilizzo improprio
dei medicinali). Illegalità anche nei
rapporti commerciali: nel 2013 l’autorità Antitrust ha multato (per 10
milioni di euro) un’impresa per aver
ostacolato l’ingresso sul mercato di
produttori di farmaci equivalenti.
Che fare allora? Per prevenire l’illegalità occorre agire sui fattori di rischio: si pensi ad esempio ai conflitti
di interesse che si verificano quando
l’interesse primario (la salute di un
paziente) è subordinato a un interesse secondario (il guadagno economico o un vantaggio personale).
Conflitti che si verificano nel mercato
delle prestazioni sanitarie, nell’informazione scientifica, nell’esercizio
della libera professione, nelle società scientifiche e persino nelle associazioni dei pazienti. In sanità esiste
infatti un “fisiologico” divario di informazioni e conoscenze che sta alla
base del patto di fiducia tra pazienti,
professionisti e gestori dei servizi e
che può essere sfruttato da chi vuole
adottare comportamenti sleali. Fondamentale è inoltre l’individuazione
precoce di segnali d’allarme che possono mettere in guardia gli operatori
da situazioni potenzialmente opache.
La normativa italiana ha recentemente introdotto o rafforzato alcuni
strumenti potenzialmente in grado
di produrre buoni risultati nel contrasto delle illegalità. In particolare
la trasparenza nelle procedure e nei
risultati potrebbe avere un impatto
positivo nel limitare il fenomeno negli appalti e nelle forniture, mentre
è probabile che controlli interni efficaci limitino il diffondersi degli abusi nel rimborso delle prestazioni ai
provider e nell’attività intramoenia.
La creazione di un sistema di tutele e
incentivi per chi denuncia eventuali
abusi può essere d’aiuto nella repressione di alcune fattispecie. Infine va
considerato che politiche una tantum difficilmente ottengono risultati
duraturi. Gli strumenti da adottare
devono pertanto essere sviluppati in
maniera sistematica e regolarmente
implementati. In particolare non va
dimenticato che essendo la corruzione mutevole nel tempo, a seconda
delle possibilità che il sistema offre,
il suo contrasto richiede un’attenzione continua alla nuove modalità con
cui il fenomeno potrà manifestarsi
in futuro. Il progetto “illuminiamo
la salute” scommette tutto sulle reti:
reti di operatori (sanitari, tecnici e
amministrativi) e di portatori di interessi (cittadini, associazioni, istituzioni) per aumentare la sensibilità, la
cultura e la percezione del problema
nei singoli territori e all’interno delle
aziende sanitarie; reti di esperienze
per diffondere le buone pratiche della legalità e dell’anticorruzione; reti
per vigilare sull’attuazione delle norme e per non lasciare solo chi le deve
applicare. Un’iniziativa per garantire
una sanità dalle mura di vetro (massima trasparenza) e dalle porte blindate (contro ogni forma di illegalità).
Vittorio Demicheli e Nerina Dirindin
su Il Sole 24 Ore | Salute 22-28 ottobre
Per maggiori informazioni
www.illuminiamolasalute.it
6 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Voto del Senato:
i promotori de “La via maestra” chiedono
un incontro urgente ai presidenti
del Senato e della Camera
Quattro soli voti hanno permesso l’approvazione al Senato del disegno di legge sulla modifica dell’articolo 138
della Costituzione con quella maggioranza dei due terzi che impedisce ai cittadini di chiedere il referendum.
È emerso così, con assoluta chiarezza, che la forzatura costituzionale non raccoglie neppure il pieno consenso
della maggioranza che vuole imporla. È un dato politico di cui tutti dovrebbero tener conto e che conferma la
necessità di seguire la “via maestra” del rispetto e della attuazione della Costituzione indicata dalle migliaia
di persone che hanno partecipato alla manifestazione del 12 ottobre. In seguito all’esito del voto in Senato e
come annunciato il 12 ottobre, la “Via maestra” chiede di incontrare al più presto i presidenti del Senato e della
Camera.
I promotori de “La via maestra”
5 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Un programma contro la povertà
«Laddove gli uomini sono condannati a vivere nella miseria, i diritti
dell’uomo sono violati. Unirsi per
farli rispettare è un dovere sacro».
Era il 17 ottobre del 1987 quando
a Parigi 100 mila persone, rispondendo alle parole di padre Joseph
Wresinski, si diedero appuntamento al Sagrato del Trocadero
nel luogo dove venne firmata la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e incisa una lapide che
afferma come i più poveri siano le
creature di un’umanità fraterna.
Grazie all’impegno del prete che
scelse di vivere al fianco dei poveri
e della sua associazione Atd Quarto
Mondo, le Nazioni Unite il 22
dicembre del 1992 istituirono il 17
ottobre come Giornata internazionale per l’eradicazione della povertà. Dopo venti anni la situazione è
più grave di prima, tanto nel sud
quanto nel nord del mondo.
La Croce Rossa Italiana denuncia come siano oltre 43 milioni le
persone che soffrono la fame nel
vecchio continente. L’Italia soffre
come e più degli altri paesi europei,
sebbene ci si ostini a nasconderlo o
si voglia parlare d’altro. Nel nostro
paese la povertà è la più grave delle
malattie. Ciononostante, la Giornata mondiale per l’eradicazione
della povertà cade nel massimo
del disinteresse possibile da parte
delle istituzioni.
Anche per questo il Gruppo Abele,
con il sostegno di Libera, promuove la campagna nazionale Miseria
Ladra per contrastare da subito la
povertà che colpisce pesantemente
un italiano su quattro e due famiglie su tre. Dieci proposte concrete
che rispondono alle emergenze e
alle necessità della maggioranza
degli italiani e che hanno già trovato
l’appoggio di oltre 200 associazioni.
La fotografia di partenza è quella del
rapporto Istat 2012, che racconta di
un paese fragile, in cui aumentano
diseguaglianze, povertà, precarietà
e disoccupazione.
Per comprendere l’importanza delle
proposte della campagna, vale la
pena accennare ad alcuni dei dati
più drammatici. In Italia sono 9
milioni e 563 mila le persone in
condizioni di povertà relativa, cioè
costrette a vivere con meno di 506
euro al mese. Rappresentano il
15,8% della popolazione, rispetto
al 13,8% del 2011. A questi dobbiamo sommare 4 milioni e 814 mila
persone che si trovano addirittura
in povertà assoluta, nell’indigenza.
Parliamo del 7,9% degli italiani,
rispetto al 5,2% dell’anno precedente. Andando avanti nel rapporto ci
accorgiamo come nel 2012 sono state 8 milioni e 600 mila le persone in
famiglia considerate in grave deprivazione. Significa non poter sostenere spese impreviste, avere arretrati
del mutuo, non potersi permettere
un pasto adeguato ogni due giorni,
non poter riscaldare sufficientemente la propria casa, non poter pagare
l’affitto, non potersi permettere un
telefono o un mezzo di trasporto.
Se guardiamo lo scorporo dei dati
ci accorgiamo come al sud la situazione sia ancor più grave, facendo
riemergere in tutta la sua virulenza
una nuova questione meridionale.
Nel Mezzogiorno la deprivazione
materiale colpisce il 40,1% della popolazione e quella grave una persona su quattro. Ma c’è un dato che fa
tremare i polsi: il 7% dei minorenni
italiani vive in condizione di povertà assoluta. Sono 723 mila ragazzi
le cui vite sono state ingiustamente
interrotte, per i quali le istituzioni non offrono speranze. Un dato
vergognoso che colloca l’Italia al
primo posto in Europa per ciò che
riguarda la povertà minorile. Nel
nostro paese il 32,3% di chi ha
meno di 18 anni è a rischio povertà,
a differenza della media europea
che vanta comunque di un ragguardevole 26%. Sei famiglie su dieci in
seguito alle difficoltà economiche
hanno ridotto la quantità e la qualità del carrello della spesa alimentare. Il picco lo registriamo ancora
una volta al sud, con quasi il 73%.
Fa riflettere il dato di centinaia di
denunce a persone colpevoli di aver
rubato da mangiare nei supermercati. Molti gli anziani sorpresi a
sottrarre dagli scaffali una bistecca
o un pezzo di formaggio del valore
di qualche euro, tanto al nord come
al sud. Sono affamati da pensioni bassissime che non tengono
conto dei rincari, costringendoli ad
umiliazioni insopportabili e ad un
livello elevatissimo di vulnerabilità.
Aumentano le persone costrette
a vivere in strada, gli homeless,
ormai oltre i 50 mila. Cresce la
pratica dello schiavismo, in voga
tanto al nord come al sud soprattutto nelle campagne, dove l’agricoltura invece di essere una leva
di rilancio sociale ed economico
è stata trasformata in strumento
di controllo feudale e mafioso. Più
grave è la miseria e più forti sono
infatti i poteri criminali, in crescita
costante, mentre pericolosamente
si lascia credere di aver sconfitto la
mafia.
Quando c’è la crisi e vengono
violati i principali diritti sanciti
dalla nostra Costituzione, in assenza di controlli e di una politica
che redistribuisca un minimo la
ricchezza, comanda chi controlla la
liquidità, e le mafie ne possiedono
tanta. Ecco perché oggi aumentano
e prolificano più di 54 clan impegnati nell’operazione di lavanderia
e riciclaggio del denaro sporco,
arrivando sino alla soglie dei nostri
quartieri, inquinando le coscienze
di molti, sostituendosi al potere
dello Stato in qualità di spacciatori
di finte speranze. Questo spiega
l’aumento del 176% negli ultimi tre
anni dei crimini contro l’ambiente,
che alimentano appunto il gigantesco business delle ecomafie.
Mafie che, insieme a scelte politiche sbagliate, stanno distruggendo
i nostri territori, la salute e i beni
comuni dai quali invece dovremmo
ripartire. Sono 93,5 i reati giornalieri contro l’ambiente. Una cifra
incredibile. Intere regioni del paese
rischiano di vedere distrutta la
vera ricchezza di cui dispongono,
il patrimonio indisponibile che
dovremo garantire alle prossime
generazioni affinché possa essere
soddisfatto il diritto allo sviluppo
della personalità umana come
prevede il nostro contratto sociale. Uno sviluppo possibile solo in
armonia con la natura, così da
poter garantire giustizia sociale e
ambientale.
Ingiustizie e illegalità diffuse incrementano e legittimano culturalmente la corruzione, facendo sprofondare l’Italia al 72° posto della
graduatoria dei paesi più corrotti
al mondo. Una miseria materiale e
culturale, in cui la crisi del lavoro
diventa un detonatore senza precedenti. Disoccupazione giovanile
oltre il 40%, 12% quella generale,
4 milioni di precari, 2 milioni di
giovani Neet, cioè fuori dal sistema
educativo, senza formazione e così
scoraggiati da aver persino smesso
di cercare lavoro. Sono le cifre di
una vera e propria guerra contro
il lavoro e i poveri, che abbiamo la
responsabilità di contrastare da
subito. Invece siamo costretti a denunciare il continuo taglio dei fondi
per le politiche sociali e per la non
autosufficienza, la cancellazione di
investimenti tesi a garantire i diritti
e la coesione, il mancato pagamento
da parte delle PA per chi fornisce
servizi basici e prestazioni, sino
allo svilimento politico del ruolo del
terzo settore, considerato un peso
invece che un vanto.
La povertà non è un destino ineludibile ma la conseguenza di scelte
sbagliate, come le privatizzazioni, le
delocalizzazioni, le riforme del sistema pensionistico, fiscale e del lavoro. Decisioni figlie di una politica
che assume come unica narrazione
quella delle compatibilità economiche, garantendo esclusivamente gli
interessi della finanza e di chi ha già
troppo e ancora di più vuole avere.
Quella del mercato sembra essere
diventata l’unica regola accettata,
ormai più importante di qualsiasi
diritto, come se le emergenze della
finanza fossero più importanti di
quelle di decine di milioni di italiani. Eppure la Costituzione ci ricorda
negli art. 2 e 3 come ad essere centrali siano i diritti. Essi incorporano
principi fondamentali e irrinunciabili, come l’eguaglianza e la dignità.
Attuarli significa rendere operativa
la nostra Carta, rispettando quei
principi che definiscono materialmente quella che molti costituzionalisti, tra i quali Stefano Rodotà,
definiscono «cittadinanza eguale».
Se non abbiamo un insieme di diritti
pienamente riconosciuti perdiamo
infatti pezzi di cittadinanza, separando il popolo dalla democrazia.
A partire dalla situazione reale del
paese, proponiamo dieci punti con-
creti sui quali unire gli sforzi per
rendere illegale la povertà:
1) ricostituzione del fondo sociale e
per la non autosufficienza, completamente azzerati;
2) moratoria dei crediti di Equitalia
e bancari per chi è in difficoltà;
3) subito i pagamenti per chi fornisce servizi, beni e prestazioni;
4) agricoltura sociale, riconversione ecologica delle attività produttive attraverso i tagli alle spese
militari, alle grandi inutili opere e
abolendo i Cie;
5) sospendere gli sfratti esecutivi;
6) destinare il patrimonio immobiliare sfitto e quello requisito
alla criminalità per usi sociali ed
abitativi;
7) riconoscere la residenza ai senza
fissa dimora per garantirgli l’accesso al servizio sociosanitario;
8) reddito minimo di cittadinanza;
9) difesa dei beni comuni e ripubblicizzazione dei servizi basici
essenziali;
10) rinegoziazione del debito. Sono
proposte che garantiscono dignità
ed eguaglianza.
Le istituzioni locali possono impegnarsi sin da subito su alcuni
di questi punti. I soldi i ci sono,
si tratta di spostare l’ordine delle
priorità ripartendo dai diritti.
Abbiamo l’aspirazione di lottare
perché nessuno rimanga indietro.
Per maggiori informazioni
www.miserialadra.it
9 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Focus Marketing per la legalità,
contro le mafie e la corruzione
Focus Marketing è un Istituto di ricerche di mercato, studi sociali e di
opinione. Nel tempo, l’azienda, pur
mantenendo il suo core business nelle ricerche, ha sviluppato capacità e
competenze che hanno determinato lo sviluppo di altre due divisioni:
Consulenza e Formazione nel campo
del marketing. Focus Marketing è un
Istituto associato ESOMAR e possiede una certificazione di qualità UNI
EN ISO 9001: 2008. L’Istituto vanta
una vasta esperienza nella gestione
di progetti internazionali di ricerca.
Progetto:
Il Charity Program è un’iniziativa di
CSR ideata da Focus Marketing che
mira a sostenere Organizzazioni Non
Profit di rilievo nazionale impegnate in diversi ambiti di intervento,
rendendo protagonisti di questo gesto i propri clienti. La scelta di Focus Marketing, infatti, attraverso il
Charity Program, è quella di donare
alle Onlus aderenti al programma
il 5% di ciascuna commessa superiore a 5.000 euro, lasciando però
che sia l’azienda cliente a decidere,
al momento della sottoscrizione del
contratto, a quale progetto e a quale
Onlus destinare l’importo. Libera è
stata scelta come partner nel campo
del contrasto alle mafie e corruzione
e per l’affermazione della cultura della legalità.
I dati da cui nasce l’idea:
l’82% dei consumatori europei si dichiara propenso a favorire lo sviluppo di imprese impegnate, in qualche
modo e in qualche misura, nel sociale;
il 72% dei consumatori italiani ha dichiarato che pagherebbe un prezzo
più elevato per i beni e i servizi che
acquista se avesse certezza (e garanzie) che le imprese in gioco si sottopongono alla certificazione sociale
oppure si impegnano in iniziative socialmente rilevanti.
Questi dati, ed il fatto che Focus
Marketing da sempre viva il proprio
business anche con una dimensione
etica, hanno determinato la nascita
del Charity Program.
“Il processo di Responsabilità Sociale d’Impresa che ispira l’azione di Focus Marketing ha alla base l’interesse ad integrare le preoccupazioni di
natura etica e sociale all’interno della
visione strategica della nostra impresa. Non vogliamo - dichiara Roberto
Porciello, amministratore unico di
Focus Marketing - perciò fermarci
a semplici enunciazioni di principio o ad “operazioni di facciata” ma
dare forza e vigore a questo impegno
con la concretezza delle azioni che
mettiamo in campo. Abbiamo scelto
Libera, tra le associazioni da sostenere con il nostro Charity Program
perché, tra queste preoccupazioni,
riveste per noi un ruolo fondamentale quella legata al tema della legalità,
inteso come valore aggiunto posto a
fondamento dello sviluppo delle attività economiche e della crescita civile e sociale del nostro Paese. Siamo
quindi ben felici ed orgogliosi di sostenere l’azione e l’impegno di Libera
che è per noi sinonimo di impegno
costante per l’affermazione della cultura della legalità.”
Oltre a Libera, organizzazione scelta come partner nel campo del contrasto alle mafie e corruzione e per
l’affermazione della cultura della legalità, al momento sono già partner
del Charity Program anche Terre des
Hommes, Legambiente, e Telethon.
Periodo: 2013-2014
Visita il sito di Focus Marketing
www.messicoxpace.it
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Libera e Upter insiemeessico
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Mercoledì 13 Novembre 2013
presso FANDANGO INCONTRO
Sala giardino d’inverno
Via dei Prefetti 22, Roma
Con la presenza di Tonio Dell’Olio
Responsabile di LIBERA International
Il contributo minimo richiesto
è di 50 euro*
Per partecipare dare conferma
entro Venerdì 8 Novembre 2013 a:
[email protected]
Per info: 06-69770333
Perché:
> i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata messicana
abbiano il diritto di tenere viva la memoria dei propri cari e accesso vero alla
giustizia;
> bisogna dare visibilità all’impegno dei difensori dei diritti umani messicani;
> all’espansione internazionale dei narcotrafficanti si risponda con un’azione
di antimafia sociale internazionale e una cooperazione giudiziaria e
investigativa efficace;
> siano note le violazioni o le omissioni delle istituzioni messicane nei
confronti delle attività illecite della criminalità organizzata e vi sia un serio
programma di lotta alla corruzione;
> i giornalisti messicani possano essere liberi di informare il loro Paese e la
comunità internazionale;
> le istituzioni italiane ed europee attivino tutti gli strumenti a loro
disposizione affinché si ponga fine alla spirale di morte e alla corruzione
dilagante;
> le realtà associative italiane ed europee si facciano portavoce di quanto
accade in Messico e promuovano azioni congiunte con le associazioni
messicane che lottano per il rispetto dei diritti umani e contro la criminalità
organizzata;
> ci sia consapevolezza che quello che succede in Messico ha ripercussioni in
Europa, e quello che succede in Europa ha ripercussioni in Messico.
www.messicoxpace.it
*le donazioni a Libera sono deducibili fiscalmente
8 Libera associazioni,
Ore 21:00nomi e numeri controlemafie
aNatale
vinceilnoi
Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare
11 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Libera
e Cooperativa
Clab di Bolzano
Prodotti realizzati dai ragazzi
della Cooperativa sociale di
tipo B “Clab” di Bolzano
Biglietti d’auguri
Edizione limitata Biglietti realizzati dai ragazzi della Cooperativa sociale B “Clab” di
Bolzano, con carta ricilata dagli stampati
di Libera e carta mela, prodotta dalla lavorazione degli scarti delle mele. I biglietti
possono essere personalizzati con il logo
dell’azienda. Biglietto di auguri cartaceo,
con busta, dimensioni 17x11,5 cm chiuso.
Donazione minima € 4
Segnalibri
Edizione limitata 6 Segnalibri origami, realizzati
con carta riciclata dagli
stampati di Libera
Donazione minima € 3
Libera
e Made
in carcere
Prodotti confezionati da
donne detenute, utilizzando tessuti di recupero, rielaborati per dare
loro una “seconda vita”.
Le donne detenute coinvolte hanno la possibilità
di imparare un lavoro
e mantenersi o mandare
i soldi a casa.
Libera
e e Coop.Soc.Pio
La Torre
Libera Terra
Borse e Shopper
Shopper donazione minima € 10
Borsa donazione minima € 15
Candela in cera d’api
Realizzata con 100% pura cera d’api
vergine dalla cooperativa sociale B “Pio La
Torre - Libera Terra”
nell’Alto Belice Corleonese,
in confezione regalo natalizia.
Donazione minima € 5
aNatale
vinceilnoi
Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare
11 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Libera Natale 2013
Calendario
Da tavolo o da appendere,
illustrato con le opere
dell’artista Debora Antonello
Da tavolo, dimensioni 22x16,5 cm
Donazione minima € 8
Per prenotare
i tuo regali
Scarica il modulo d’ordine dal sito
di Libera www.libera.it Richiedi il
catalogo completo.
Agenda
Agenda pocket
tascabile settimanale
Dimensioni 9x17 cm
Donazione minima € 8
Contattaci per avere maggiori informazioni:
• se sei un privato, telefona allo
06 69770320
oppure scrivi a [email protected]
• se sei un’azienda, telefona allo
06 69770334
oppure scrivi a [email protected]
Biglietti d’auguri
Biglietti di auguri in formato
cartaceo o elettronico. Disponibili anche in lingua inglese e con
grafiche diverse, scoprile
su www.libera.it
IL NATALE DI LIBERA 2013
SOSTIENE IL PROGETTO SOS
GIUSTIZIA
aNatale
vinceilnoi
Scegli i tuoi regali corresponsabili per augurare
12 Libera associazioni, nomi e numeri controlemafie
Libera Terra
È possibile scegliere le
confezioni regalo LiberaTerra,
contenenti le delizie alimentari
biologiche, gli oli e i vini di
qualità, marchio LiberaTerra,
prodotti sui terreni confiscati
alle mafie. Disponibili in diversi
formati, anche personalizzabili.
Per informazioni e richieste
contatta direttamente:
Consorzio Libera Terra
Mediterraneo
Cooperativa sociale ONLUS V
ia Porta Palermo 132
90048 San Giuseppe Jato (PA)
Tel 0039 0918577655
Fax 0039 0918579541
[email protected]
www.ilnataledilibera.it
Semi di Libertà a Trapani
• 4 prodotti € 14,50 (IVA inclusa)
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• Tris di oli
€ 29,00 (IVA inclusa)
• Tris di vini Centopassi
€ 22,00 (IVA inclusa)
• Tris di vini Hiso Telaray
€ 22,00 (IVA inclusa