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www.temponews.it tempo.carpi Settimanale di @Tempo_di_Carpi a soli € 0,50 in edicola venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 APERTURA SPACCIO AZIENDALE SABATO 7 SETTEMBRE APERTURA SPACCIO AZIENDALE SABATO 7 SETTEMBRE MAGLIERIA UOMO EAL DONNA IN CASHMERE FILATI PREGIATI DAL MARTEDÌ SABATO 9:30_12:30 /E15:00_19:00 DAL MARTEDÌ AL SABATO 9:30_12:30 / 15:00_19:00 APERTURA SPACCIO 5 SETTEMBRE A PARTIRE DA OTTOBRE APERTO ANCHE TUTTE LE DOMENICHE DAL MARTEDÌ AL SABATO 9:30_12:30 / 15:00_19:00 A PARTIRE DA OTTOBRE APERTO ANCHE TUTTE A PARTIRE DA OTTOBRE APERTO ANCHE TUTTE LE DOMENICHE attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti Spedizione in Abbonamento Postale Regime libero Modena tassa riscossa, Tax percue. Autorizzazione della Filiale di Modena Poste Italiane spa Paola Guaitoli Francesca Zanotti francesca zanotti è tra i protagonisti della web serie girata a Venezia torna il villaggio dello sport e del gioco in piazza martiri Matteo Nocera Acqua per il cane? NO, grazie! Rugby: matteo nocera selezionato Verso parigi e oltre... La carpigiana Paola Guaitoli, titolare di canichepassione, critica il posizionamento di ciotole d’acqua fuori dagli esercizi pubblici e dalle case private. “Chi ha a cuore il proprio cane non deve farlo bere in ciotole comuni”. Michele Bonicelli tra le righe: Cominciamo bene... salute di Sara Gelli residenza psichiatrica a Carpi ha aperto Stella scuola una folla oceanica ha assistito all’inaugurazione della nuova piscina paolo pergreffi è il nuovo dirigente del Da Vinci FOTOVOLTAICO energia pulita -50% per il 2015 * *fino al 31/12/2015 con detrazione fiscale Via Lucania 20/22 - Carpi - tel. 059 49030893 www.energetica.mo.it - [email protected] 2 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 Tra le righe... I PROFESSIONISTI DELLA CASA Cominciamo bene… PER OGNI TIPO DI INTERVENTO PRATICO, TECNICO E BUROCRATICO Risolviamo dal più PICCOLO al più GRANDE dei problemi AZIENDA CERTIFICATA SOA IL NOSTRO STAFF: FALEGNAME ELETTRICISTA CARPENTIERE IMBIANCHINO DEMOLITORE PROGETTISTA GEOMETRA ARCHITETTO INGEGNERE STRUTTURALE LATTONIERE PIASTRELLISTA IDRAULICO SPURGO TRASLOCO LEVIGATORE RESTAURO SCURI FINESTRE IN LEGNO, ALLUMINIO, PVC ZANZARIERE PORTE PER INTERNO ED ESTERNO PORTE BLINDATE LAVORI DI FALEGNAMERIA IN GENERALE MOBILI SU MISURA PREVENTIVI GRATUITI *valida fino a esaurimento scorte LAVORI PER OGNI ESIGENZA E PREZZO Car pi (Mo) Cell. 339.2298362 i n fo @ e d i l m o d e n a 1 . i t Foto della settimana... L ’ultima segnalazione in ordine di tempo (lunedì 21 settembre) arriva dalla corriera che da Cavezzo è diretta a Carpi: ha percorso l’intero tratto a singhiozzo perché ogni dieci minuti si spegneva il motore. Per il ritardo accumulato gli studenti sono entrati in classe con un’ora di ritardo. Sulla pagina Facebook di Tempo un’altra segnalazione, relativa all’autobus che percorre il tragitto da Novi a Correggio: si è fermato a 600 metri dalla stazione e non è più ripartito, i ragazzi sono stati fatti scendere e hanno percorso il tratto a piedi. Non si tratta di una novità perché già lo scorso anno i genitori degli studenti carpigiani che frequentano le scuole superiori di Correggio si erano mobilitati dopo una serie di episodi: il più grave a marzo quando a Fabbrico un autobus era andato a fuoco. Un nuovo anno scolastico è iniziato ma i problemi del trasporto pubblico sono sempre gli stessi: l’unica novità da segnalare è la nomina di un nuovo presidente ai vertici di Seta, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico nelle province di Modena, Reggio e Piacenza. Basterà per determinare un cambio di rotta tangibile? A Vanni Bulgarelli ha subito scritto una lettera l’assessore alla Mobilità del Comune di Carpi Cesare Galantini, formulando “i migliori auguri di buon lavoro, fiduciosi che le politiche di Seta saranno all’altezza delle sfide rappresentate da una tematica così importante come quella del Trasporto Pubblico Locale”: non sufficiente per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini. E, come se non bastasse, alla vigilia della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile (sono previste iniziative a Carpi fino a domenica 27 settembre) si sono verificati disagi anche nel trasporto scolastico: sulla linea da Cortile alla Scuola Don Milani, l’autista ha sbagliato strada ed è arrivato con trenta minuti di ritardo. Sul fronte della mobilità sostenibile c’è ancora tanta strada da fare… per ora a piedi. Sara Gelli Circolo N.P. Carpi dal 1993 ginnastica e cicloturismo organizza CORSI DI GINNASTICA DOLCE per restare in forma per prevenire e curare mal di schiena per ridurre il rischio di osteoporosi dal 1° 28ottobre settembre Informazioni: Angelo Lucchini tel. 333 2557980 CEDESI CEDESI ATTIVITA’ ATTIVITA’ DI DI LAVANDERIA LAVANDERIA per motivi familiari SELF SERVICE BENE AVVIATA CON IMPORTANTE CLIENTELA OTTIMO INVESTIMENTO PREZZO INTERESSANTE attualità, cultura, spettacolo, musica, sport e appuntamenti DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Prandi CAPOREDATTORE Sara Gelli REDAZIONE Jessica Bianchi, Federica Boccaletti, Francesca Desiderio, Dario Po, Enrico Gualtieri, Marcello Marchesini, Clarissa Martinelli, Chiara Sorrentino. IMPAGINAZIONE e GRAFICA Liliana Corradini PUBBLICITA’ Multiradio - 059.698555 STAMPA Centro stampa delle Venezie - 049-8700713 REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE TRATTATIVA TRATTATIVA RISERVATA RISERVATA Per Per info info 345.9471335 Via Nuova Ponente, 28 CARPI Tel. 059 642877 - Fax 059 642110 [email protected] RADIO BRUNO Soc. Coop. Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999 Chiuso in redazione il 23 settembre 2015 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 3 La carpigiana Paola Guaitoli, titolare di canichepassione, critica il posizionamento di ciotole d’acqua fuori dagli esercizi pubblici e dalle case private “Chi ha a cuore il proprio cane non deve farlo bere in ciotole comuni” “ Meticolosamente addestrato, l’uomo può diventare il miglior amico del cane”, recita il celebre aforisma dello sceneggiatore Corey Ford. Forse, allora, non tutto è perduto e certe cattive abitudini possono essere sradicate per la salute dei nostri amici pelosi. A denunciare la pericolosità di un comportamento diffuso anche nella nostra città, ovvero il posizionamento di ciotole d’acqua fuori da esercizi pubblici e case private, è la carpigiana Paola Guaitoli, titolare di canichepassione. “Sgomberiamo immediatamente il campo da ogni equivoco: sono perfettamente consapevole che questa abitudine è dettata dalla buona fede delle persone ma può costituire un grave pericolo per i cani”. Nel nostro Paese non esistono divieti in tal senso ma esistono “leggi precise atte a tutelare la salute dei cani”. “Innanzitutto trasmissibili. Ma quaChi ha a cuore non si può li rischi si mai sapere se il proprio cane annidano in vi si sono abbeverati non deve farlo quella ciotola? cani malati o, ancobere in ciotole “Molti più di ra, se topi o piccioni comuni dove, quanti si possa ne hanno fatto uso tra l’altro, pensare”, l’acqua, rendendo l’acqua spiega Paola. insalubre e piena di solitamente “Innanzitutto rubinetto, batteri trasmissibili”. del non si può mai non viene sapere se vi si sono abbeve- cambiata ma semplicemente rati cani malati o, ancora, rabboccata in contenitori se topi o piccioni ne hanno pieni di calcare poiché non fatto uso rendendo l’acqua vengono mai lavati”. insalubre e piena di batteri Esche, polpette e bocconi ovviamente non custodita, qualche sostanza che potrebbe mettere a repentaglio la vita dei nostri animali?”. Vi è poi il tema della responsabilità personale per quanto riguarda i titolari di esercizi di somministrazione di cibo e bevande: “Quando ci sediamo in un bar e chiediamo un po’ d’acqua per il nostro cane, gli scenari che si possono delineare sono numerosi. C’è chi si è dotato di una ciotola di plastica, mentre altri utilizzano coppette o contenitori usa e getta… L’Azienda sanitaria è però molto chiara e rigida quando stabilisce che non deve essere utilizzato nulla che per sbaglio possa Paola Guaitoli avvelenati sono un problema sempre più frequente anche nella nostra città ma, avverte Paola, anche nei liquidi possono essere disciolte “sostanze insapore, inodore e incolore ma sicuramente deleterie. Chi ci assicura che un passante poco tollerante non abbia gettato volontariamente nella ciotola, I lettori ci scrivono Bici in contromano a Cibeno Treni e corriere: trasporto pubblico allo sbando G S pettabile Redazione, da tempo molti ciclisti che percorrono la pista ciclabile di via Roosevelt a Cibeno Pile, giunti all’altezza del vecchio mulino, invece di proseguire per la deviazione della pista ciclabile, proseguono diritto percorrendo un tratto di via Roosevelt contromano passando davanti allo stabile transennato del mulino. Visto che la via è molto trafficata, questo comportamento mette a forte rischio la loro incolumità e quella degli automobilisti che si trovano delle biciclette contromano. Quinto Si moltiplicano i questuanti davanti ai supermercati S pettabile Redazione, da mesi presso la Coop di via Magazzeno, all’uscita, sosta un extracomunitario che chiede l’elemosina o i soldi del carrello. E’ presente dall’ora di apertura a quella di chiusura, segno che non ha un lavoro. Non sarebbe il caso che la polizia municipale e le forze dell’ordine facessero un controllo per vedere se questo signore è un clandestino? Cordiali saluti Dina entilissima redazione, mi rivolgo a voi dopo avere letto la lettera sul Tempo n. 33 dell’11 settembre, “Treni: la situazione è insostenibile” in quanto mi sono assolutamente identificata e condivido al 100% lalettera scritta dalla studentessa. Scrivo per segnalare la medesima situazione di disagio sulle corriere che partono da Carpi per Correggio e viceversa. Dopo soli 2 giorni dall’inizio dell’anno scolastico, ci troviamo con gli stessi problemi lasciati alla fine dello scorso anno. Le corriere sono affollate e puzzolenti già alle 7.30 del mattino e al secondo giorno ci siamo trovati l’obliteratrice non funzionante (non erogava i biglietti). Considerate le temperature ancora alte, in corriera si fa la sauna, poiché la maggioranza dei mezzi non è dotata di finestrini e l’aria condizionata non esiste. Di tale privilegio possiamo godere soltanto nel periodo delle vacanze scolastiche quando mettono a disposizione corriere a “misura d’uomo”, anziché i catorci obsoleti dove viaggianmo come bestiame quando inizia la scuola. In alcune scuole le lezioni sono terminate alle 12 anziché alle 13 e lo scorso 16 settembre la corriera era talmente affollata che l’autista è stato costretto a far scendere parte dei ragazzi. Il problema è che non ha chiamato un’altra corriera per recuperare il gruppo e portarlo a Carpi, si è limitato a lasciarli a terra: alcuni studenti si sono arrangiati telefonando ai genitori mentre altri hanno dovuto aspettato un’ora la corriera successiva. Non penso sia il modo di comportarsi e purtroppo succede anno dopo anno e non vengono presi provvedimenti da parte dell’azienda di trasporti Seta. Mar poi essere e, allo stesso “Chi ci assiimpiegato tempo, offrire cura che un per somminiun servizio passante strare cibo o poco tollerante non ai proprietari bevande agli abbia gettato vodi animali, è esseri umani. lontariamente nella quello di ricorErgo, per i ciotola, ovviamente rere a ciotoline cani dev’esnon custodita, qual- monouso e sere usato un sbarazzarsi di che sostanza che contenitore tutto il resto”. potrebbe mettere specifico e Di certo però la repentaglio la vita non rientra tra riconoscibile. L’altra dei nostri animali?”. i compiti del nota dolente, barista quello a questo proposito, riguarda di dissetare i nostri animali: la pulizia delle ciotole: in un “ogniqualvolta i proprietari qualsiasi locale atto alla di cani decidono di uscire di somministrazione di cibi e casa, devono essere attrezbevande non esiste un luogo zati. Oggi il mondo del Pet consono nel quale poter offre una vasta gamma di lavare le ciotole. In poche accessori anche per far bere parole - prosegue Paola il proprio animale: dotiaGuaitoli moci dunque di una ciotola che dal pieghevole, di una botticella 1996 si o, ancora, di una borraccia batte per per cani… assumiamoci questa insomma la responsabilità causa e il del nostro peloso e tuteliabene del mone la salute anche fuori nostro casa”. Una battaglia, quella Fido di Paola, che nulla ha a che - per vedere con la tenacia e la baristi & perseveranza dei volontari company dell’Enpa, Ente nazionale l’unico protezione animali, i quali, modo da anni, si spendono, giorno possidopo giorno, per portare bile per l’acqua ai cani randagi o adempie- semi selvatici che popolare corret- no i luoghi più impervi del tamente Paese: “L’Enpa ha tutto il alle mio rispetto, Carpi però ha regole un bar ogni dieci passi. Non igieniche facciamo quindi paragoni richieste azzardati”. dall’Ausl Jessica Bianchi A causa del cantiere lungo via Santa Chiara, i pedoni e le biciclette sono costretti a percorrere la carreggiata dove transitano le auto I pedoni finiscono in strada I l cantiere lungo via S. Chiara è fermo già da parecchie settimane ma resta la recinzione a delimitare l’area in cui è vietato l’accesso: si tratta di una porzione di marciapiede e di pista ciclabile a oggi interdetta a pedoni e ciclisti costretti, in base alla segnaletica, a passare sulla strada senza alcuna tutela. La pista ciclabile e il marciapiede vengono interrotti all’improvviso là dove inizia il cantiere ma non è stato previsto per chi è a piedi o in bici un percorso in sicurezza per oltrepassare l’ostacolo. Le alternative? “Volare o andare contromano” suggeriscono i malcapitati. Oltre ai pedoni e ai ciclisti, ci sono persone in carrozzina che percorrono via Santa Chiara e per loro diventa un’impresa impossibile. Se non sono maturi i tempi per eliminare quel cantiere allora sarà inevitabile rinunciare ai tre parcheggi per far proseguire la pista intorno alla recinzione. 4 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 T re giorni con i maestri del pensiero per (re)imparare a trasmettere i saperi. Per tre giorni il tema Ereditare ha fatto riflettere Modena, Carpi e Sassuolo e le loro piazze colorate di spettatori partecipi e interessati. Molto soddisfatti gli organizzatori, come sottolinea Stefania Cargioli, presidente del Consiglio direttivo del Consorzio per il festivalfilosofia e membro del Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. “Il successo del festival è dovuto a un pubblico attento e intelligente che è cresciuto con noi in termini quantitativi e qualitativi. L’affluenza si Il festivalfilosofia ci dà appuntamento al prossimo anno quando il tema da sviluppare sarà: Agonismo Arrivederci filosofia… attesta intorno alle 200mila presenze”. Sarà Agonismo il tema della prossima edizione. Un argomento complesso, come tutti quelli scelti sinora, come sottolinea Michelina Borsari, direttore scientifico del festival: “l’agone nell’antica Grecia era la gara regolata tra av- Michela Marzano “I conti con la vita non tornano mai” “ Cos’è che ci viene trasmesso da coloro che ci danno la vita? Oltre il cognome, la storia, la cultura, i valori, gli affetti… cosa riceviamo in eredità? E tale eredità è conscia o ha invece a che fare con l’irrazionale, l’inconsapevolezza? Cosa significa fare i conti col proprio passato e riconciliarsi con esso?”. Sono questi gli interrogativi da cui prende il via la lezione della filosofa Michela Marzano. “Fare pace coi propri ricordi - spiega - è possibile solo se si è disposti a trovare un punto di equilibrio tra fedeltà e tradimento”. La discriminante? “Distinguere ciò che ci è stato trasmesso con amore e ciò che, al contrario, ci è stato imposto. Consapevoli però che i conti con la vita non tornano mai”. Michela Marzano fa sua la lezione dello psicoanalista Massimo Recalcati per poi andare oltre. “Il filo rosso del suo lavoro è proprio il tema dell’ereditare, ovvero la trasmissione da una generazione all’altra di norme e desiderio: al padre è affidato il compito di trasmettere la legge, mentre l’eredità materna passa attraverso la capacità della madre di essere il primo soccorritore, colei che fa sì che la vita non cada S equela: è stato questo il tema della lezione di Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose. “Un termine recente nel vocabolario cristiano, tra i più evocativi e ispiranti per chi si interessa di Cristo. Coniato dal teologo Dietrich Bonhoeffer per indicare l’andare dietro Gesù, il seguirlo”. Un concetto che torna continuamente nei vangeli, dove non si parla mai di imitazione del Cristo, bensì, appunto, di sequela: “il discepolo doveva seguire il maestro e, con creatività, rinnovare l’eredità ricevuta”. Emerso dopo anni oscuri passati nel deserto, Gesù non aveva mai frequentato scuole rabbiniche ma, grazie al suo insegnamento sapiente e carismatico, si guadagnò, tra la gente, “il titolo di Rabbi e quello di profeta, poiché parlava nel nome di dio”. Gesù è l’uomo della rottura, colui che spezza le tradizioni del passato. “Cristo non si faceva scegliere, era lui nel vuoto di senso. La visione di Recalcati però è quella di un mondo perfetto. Ideale”. Accade, al contrario, che nella vita, qualcosa si spezzi e la trasmissione si interrompa: “qualora il padre imponga e la madre non ci raccolga - ci domanda la Marzano - come facciamo a umanizzarci? A strutturarci? Se alla legge ci viene imposto l’imperativo del dover essere, se non c’è uno sguardo che ci riconosce, che ci trattiene, se non abbiamo risposte né chiavi di lettura, come è possibile riallacciare le fila della vita?”. Jacques Lacan scriveva: non c’è parola senza risposta anche se l’unica risposta è il silenzio. “Nella psicoanalisi - prosegue la filosofa - la parola trova uno specchio davanti al quale riannodare i fili del passato. Ciò dovrebbe valere anche per quanto riguarda i rapporti interpersonali. Il problema è l’incapacità di fare in se stessi lo spazio necessario per permettere alla porla altrui di essere udibile e non immediatamente cancellata. La parola dell’altro è sempre incomprensibile, ma ascoltarla, seppure nel silenzio, significa accettarla. Senza operare alcuna negazione. Spesso la dimensione dell’ascolto non c’è, perché la parola altrui fa paura. Disturba”. E l’inquietante di cui parlava Freud. Nella sua Lettera al padre, Kafka scriveva: questa sensazione di nullità deriva dalla tua influenza… tutto quello che mi gridavi era un ordine dal cielo, l’unico strumento per giudicare il mondo e me stesso. “Quando la figura genitoriale non è in grado di trasmettere valori con amore, allora la reazione del figlio è quella di vivere la parola come un’ingiunzione. Un imperativo”. Ma oltre alle parole ci sono anche sguardi che pietrificano, come ci insegna il mito di Medusa: “sguardi che non accolgono, che non si aprono al ricono- Enzo Bianchi Gesù: il lascito del maestro a eleggere, in modo del tutto inatteso e con grande autorevolezza, i propri seguaci, ai quali chiedeva di abbandonare tutto per stare con lui. Peccatori e fedeli, i suoi discepoli vissero accanto a lui in una sorta di comunità itinerante, tra i territori della Galilea e della Giudea”. Gesù scandalizzava, col suo comportamento scardinava la tradizione dei padri, si circondava di donne, laddove i rabbini, prosegue Bianchi, “non dovevano nemmeno parlare con loro”. Seguirlo rappresentava una scelta radicale. Legarsi a lui significava mutare completamente la propria mentalità. “Nonostante per la sua famiglia fosse pazzo, per le autorità religiose un posseduto dal demonio, per i sacerdoti un bestemmiatore… l’autorevolezza di Cristo derivava dalla totale consonanza tra ciò che diceva e ciò che praticava. Lui non contestava il contenuto della Torah, voleva al contrario, liberare le scritture dalla tradizione”. Ciò che in Gesù era straordinario era la sua umanità umanissima, nulla di divino era mai apparso in lui, ma sapeva parlare alla gente e lo faceva con “parole ospitali, accoglienti. Le sue parabole attingevano dalla vita comune, tra padri, madri e pastori… stava tra la gente e la guardava negli occhi. Gesù donava speranza. Liberava gli ascoltatori da tutto ciò che li paralizzava. Trasformava il loro cuore di pietra in un cuore di carne. Umano. Perché dove c’è carne, c’è umanità”. Una morte maledetta la sua: crocefisso a mezz’aria, come un comune apostata, poiché indegno del cielo e della terra. “Con la cattu- ra e la morte del maestro, tutti i suoi discepoli fuggirono ma l’esperienza vissuta accanto a lui li aveva trasformati. Ci furono fughe, abbandoni, tradimenti, tuttavia, un piccolo nucleo di uomini e donne hanno avuto la capacità di raccogliere e custodire il lascito del loro Rabbi. Furono capaci di rigenerare l’eredità ricevuta. Gesù lasciò loro in dono lo spirito, un soffio che sarebbe partito dalla loro coscienza. Perché è nel cuore che vive la forza per ricercare il cristianesimo. Per ricordare ciò che ci è stato insegnato e con piena responsabilità rigenerarlo”. Secondo Enzo Bianchi sono versari. Nel corso del festival 2016 andremo a indagare le declinazioni dell’agonismo contemporaneo, le forme dell’atletica interiore e sociale, dalla ricerca del costante miglioramento del proprio corpo fino alla dimensione sportiva e di squadra. Ma punteremo anche l’attenzione scimento. Parole e sguardi che, come scriveva Sartre, ci colpiscono in pieno cuore. I genitori possono allora diventare pericolosi e il mondo, per i figli, diventa un inferno terrestre”. Per Michela Marzano quindi le eredità sono sostanzialmente due: la capacità di vivere nel mondo distinguendo la direzione verso cui voler andare o, al contrario, la mancanza di fiducia. “Affinché il mondo non diventi piccolo piccolo, occorre dare all’altro la possibilità di fare domande anche quando non ci sono risposte. Fare i conti col passato non significa uscire dalla propria invulnerabilità, condizione intrinseca alla nostra umanità, bensì di accettarla. Così come la fragilità o il vuoto che ci attraversa”. Michela Marzano parla poi dell’importanza di un percorso di narrazione di sé. “Occorre ricordare, tornare al cuore di une memoria che va ben oltre l’enumerazione dei meri fatti. Dare il giusto nome alle cose: ciò che ci è stato imposto, ciò che ci è stato negato, ciò che non abbiamo ricevuto. Dobbiamo mettere la parola fine alla fatica di stringere il mondo per aprirlo, esprimendo ciò che siamo”. Ma come si può, al contrario, trasmettere con amore? Il segreto sta nella dialogicità della relazione, “nell’amare con te e non te” e riconoscendo un assunto vitale: “il valore di ciò che si trasmette è subordinato al valore di chi abbiamo di fronte”. La riconciliazione col proprio passato è possibile se e solo se, spiega la Marzano, “capiamo che l’assenza che alberga in noi resterà. Che gli ordini imperativi ricevuti rimarranno con noi. Mettere un punto alla narrazione di sé significa smettere di recriminare. I bambini che siamo stati non otterranno mai alcuna riparazione per ciò che non hanno avuto. Uscire dall’atteggiamento vittimistico è il primo passo per riconciliarsi col passato, mettendo fine alla colpevolizzazione degli altri. Persone che, evidentemente, non ci potevano dare alcunché poiché alle spalle avevano a loro volta un’eredità bucata, Diventare aguzzini di se stessi è controproducente, Lacan lo chiamava godimento mortifero. E’ vero siamo stati vittime, dobbiamo ripercorrere il passato per riconoscerlo e poi mettervi un punto. E iniziare così a esprimerci”. Perché la vita possa riaprirsi al futuro, “dobbiamo smettere di accusare gli altri per ciò che non ci hanno dato e concederci cose anche se queste non potranno mai colmare quel vuoto che, lo ribadisco, è il tratto distintivo della condizione umana”. Jessica Bianchi state quattro le grandi rotture che il Cristo fece rispetto all’ebraismo. Quattro lezioni che non dovremmo sottovalutare ma accogliere. “Il Cristianesimo sigla il passaggio dal regime della legge a quello dell’amore, della misericordia; e, ancora, sancisce il salto dal tempio al corpo: il sacramento di dio è l’uomo stesso; Israele smette di essere la terra promessa, poiché è il mondo intero a essere promesso a tutti gli uomini. E, infine, il Cristo introduce il concetto di universalità, tutti sono fratelli”. E allora eccola la grande lezione. Il lascito del maestro: “non possono esistere né libertà né uguaglianza, se prima non vi è fraternità. Questa è l’eredita di Gesù. Plurale. Universale. Una brace sempre accesa nel nostro cuore. Ogni uomo, anche non cristiano, se si sente fratello, può dirsi discepolo di Cristo. Il suo è un umanesimo per tutti. Senza alcuna esclusione”. Jessica Bianchi venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 5 Simona Forti “Rivendichiamo il libero pensiero” C su come sia proprio la democrazia un agone che trasforma l’antagonista in avversario, integrandolo nel gioco politico”. Anche Tullio Gregory, membro del Comitato scientifico del Consorzio, sottolinea come il nuovo tema consenta di affrontare molteplici nodi di riflessione: “seguiremo tutta la parabola dell’agonismo: dall’antichità in cui venivano privilegiate la bellezza e la virtus fino al malato doping odierno. L’intera storia dell’uomo può essere letta in chiave agonistica, come una lotta continua contro grandi mali come la fame, la povertà e la guerra stessa”. C he c’azzecca la perseveranza con l’ereditare? A sviscerare la questione ci ha pensato Salvatore Natoli, professore di Filosofia teoretica all’Università di Milano Bicocca, nella sua lectio magistralis. Ma, prima che lui iniziasse a far riflettere i presenti, con un pizzico di timore reverenziale, Giuseppe Schena, presidente della Fondazione CR di Carpi, ha introdotto il professore confessando un dubbio che lo ha attanagliato per giorni. Colpa, si fa per dire, di una delle locandine rosse sparse nei locali della città a firma di Thomas Hobbes, su cui c’era scritto In natura esiste solo il presente. E, allora, se così è, ha fatto notare Schena, “non è lo ‘slogan ideale’ per questo Festival. La perseveranza ha bisogno di tempo. In questo Paese ci sono molti pazienti e pochi perseveranti. La perseveranza ha dell’opportunismo”. Il professor Natoli non ha battuto ciglio ed è partito dall’origine della parola che ha guidato i tre giorni filosofici emiliani, ereditare. “In tedesco si dice erbe ed è connesso con l’orbus latino, cioè privo, da cui deriva orfanos. Ha a che vedere con il ricevere e il far fruttare, come sosteneva Hegel”. L’erede, insomma, riceve qualcosa dopo aver perso qualcos’altro. “C’è dunque un rapporto di discontinuità e continuità allo stesso tempo. E di responsabilità”. In che senso? “L’eredità non è solo materiale, ma riguarda anche il nome o l’ambiente di provenienza. Se socialmente riconosciuti come di valore, o garanzia di affidabilità, allora, bisognerà continuare a esserne all’altezza o, viceversa, tentare di aggiustare il tiro. Ed è quello che stiamo facendo col debito pubblico, l’eredità che ci ha lasciato chi è venuto prima di noi, quelli che, ora, si vorrebbero rottamare”. E di quanto sia difficile separarsi da un’eredità “pesante”, morale o materiale che sia, collettiva o individuale, la storia di Salvatore Natoli Perseveranza, la virtù che regge nel tempo molti di noi ne è piena. “Nel mondo greco il destino non era la dimensione ineluttabile di ciò che sarebbe accaduto in futuro, ma era la trasmissione del futuro. Mentre nel libro di Giobbe, nella Bibbia, c’è scritto che le colpe dei padri ricadranno sui figli”. Per farla breve, nell’ereditare c’è una presa in carico di una situazione, che non può essere momentanea od occasionale, “per proseguirla, trasmetterla o prenderne le distanze”. E questo esige azione, nel tempo. “L’assumere un impegno nel tempo si fonda su una virtù peculiare, la perseveranza. La quale, anche nelle difficoltà, aiuta a non perdere di vista la meta”. Ma, ha proseguito Natoli, “la perseveranza differisce dalla speranza, l’ultima dea che si apre al passato per fuggire da un presente doloroso, perché guarda al futuro carica del peso di ciò che è stato, coltivando nel presente tutto il bene possibile”. Un esempio? Viene in aiuto un racconto ebraico, dove a un vecchio con pochi giorni davanti a sé si chiede perché si preoccupi di piantare un albero: Consegnerò la vita ad altri. “In questo racconto, c’è l’amore per i prossimi, per le persone vicine, e non per l’umanità tutta. Platone diceva che il bene non l’ha mai visto, il bene si prende dagli uomini buoni. Il perseverante è colui che è aperto al futuro, che sa ’è una scissione, nella storia della filosofia occidentale, che riguarda l’immensa figura di Socrate: l’insegnamento del filosofo ateniese che non ha fondato alcuna scuola, non ha lasciato testi scritti e non istruiva discepoli ma si confrontava con chiunque incontrasse, è stato fatto proprio e tramandato nella versione fornitaci dai dialoghi di Platone. Per secoli ha dunque predominato una versione ‘platonica’ di Socrate, un Socrate attento a interrogarsi sul mondo delle idee e poco invischiato nella vita dei mortali; un Socrate contento di dover bere la cicuta non tanto per rivendicare la propria autonomia, quanto perché in questo modo potrà liberarsi dal gravame delle proprie spoglie mortali. Ma è su un Socrate ‘socratico’ che Simona Forti, nel corso della sua lezione magistrale dal titolo Ereditare Socrate, o dell’anima anarchica, ha incentrato il suo intervento. Per farlo, la filosofa modenese che ha studiato a fondo i temi della filosofia politica e dell’etica ha ripercorso il pensiero di tre grandi autori del ‘900: Hannah Arendt, Michel Foucault e Jan Patocka. Tre pensatori accomunati dal confronto costante, nella propria opera, con la figura dell’ateniese: la Arendt, contrapponendo la morale socratica, capace di non aderire al pensiero della maggioranza o della propria epoca anche a costo della vita, a quella di Adolf Eichmann, il ‘perfetto’ funzionario nazista divenuto icona della banalità del male, totalmente incapace di opporsi agli ordini dei superiori, ligio al dovere al punto tale da eseguire quello che da lui ci si attende (anche se questo dovere implica la collaborazione allo sterminio di milioni di esseri umani), perché totalmente incapace di elaborare una morale personale; Foucault attraverso il concetto di parresia – dal greco, ‘parlare chiaro’, ‘dire ciò che si pensa’ – inteso come diritto di critica di cittadini liberi e uguali; per finire con il filosofo praghese, morto nel ‘77 a causa degli abusi della polizia politica cecoslovacca e per il suo impegno come portavoce del movimento Charta 77. “Questi filosofi – ha spiegato Forti – sono gli eredi di una corrente sotterranea e minoritaria che ha percorso tutta la filosofia e che, riscoprendo questo lato di Socrate, invita tutti noi a esigere l’autonomia individuale, il libero pensiero, la capacità di rivendicare la propria autonomia e il coraggio di decidere da soli. E’ questa l’eredità che dobbiamo conservare”. Marcello Marchesini Remo Bodei Le età della vita O portare il passato al presente, che può declinare al futuro il passato”. Ecco perché chi riceve l’eredità dev’essere perseverante, altrimenti il rischio è quello di perdere tutto e non trasmettere più nulla. Ma questa virtù si guadagna solo praticandola, senza cadere nella cieca ostinazione: “il perseverante si accorge di essere tale solo di fronte all’obiezione. Di fronte a un’eredità difficile si chiede come farla fruttare”. Il carattere della perseveranza, però, è sfaccettato: “la perseveranza apprende da quanto è accaduto. Rottamare è distruggere la tradizione o è vedere che l’esperienza fatta ha dei limiti? Il perseverante sa apportare cambiamenti, altrimenti è un cocciuto. Tommaso d’Aquino lo avrebbe definito pertinace, o perché non ha capito l’errore o per vanagloria”. Anche chi ha degli exploit non è perseverante, ha sostenuto Natoli: “questa virtù dura nel tempo”. Ma gli assi della temporalità hanno subito smottamenti: siamo passati da un’innaturale attesa del futuro a un presente ricco di possibilità che, da tante sono, possono renderci immobili. “Il presente possiamo non subirlo solo problematizzandolo: così facendo si apriranno le porte del passato e del futuro con una luce diversa”. Ed ecco che il presente “genera quello di cui qui ora c’è segno. L’attenzione al presente è la misura più alta per capire, per far transitare ciò che è passato. Non abbiamo più nulla da aspettare, tutto si gioca nel qui e ora”. Prima di salutare, il professore dà un ultimo spunto: “dobbiamo essere più che mai perseveranti, affinché il bene cresca e il male si cancelli sul tronco del passato”. Antonella De Minico gnuno di noi, secondo il professor Remo Bodei, è “un’ininterrotta sequenza di viventi. Un anello tra le generazioni passate e quelle che riuscirà a creare”. Può però capitare che vi sia una sorta di blocco nella trasmissione: “una frattura tra le generazioni. Un disorientamento”. Oggi la distanza tra le generazioni, in senso biologico, si è fortemente accorciata. Ma a cosa è imputabile l’interruzione del flusso generazionale? “Il passato non ha più il valore di un modello - prosegue Bodei - i vecchi non sono più depositari del sapere. La perdita progressiva di prestigio della figura paterna a partire dal dopoguerra, l’entrata nel mondo del lavoro da parte delle donne, l’avvento della radio e della Tv… tutti questi elementi hanno contribuito a superare la separazione tra polis e casa. Tra esterno e interno. Oggi le pareti domestiche sono diventate porose, la politica entra nelle case. Il declino della figura paterna che si accompagna a quello dell’autorità degli anziani è uno degli elementi che ha cambiato profondamente il panorama delle età della vita”. Ma quali sono tali età? “La più diffusa, coniata da Aristotele, è la divisione in tre fasi della vita: giovinezza, maturità e vecchiaia”. Una distinzione basata sul tempo: “i giovani sono coloro che hanno poco passato alle spalle e tanto futuro davanti, al contrario dei vecchi. L’età migliore sarebbe quella della maturità, che Aristotele fissa intorno ai 35 anni. I giovani, con tanto futuro di fronte a sé, sono impetuosi e caratterizzati dall’attesa, a differenza dei vecchi che, umiliati dalla vita, temono la fine. L’età preferibile è quindi quella capace di unire i pregi di giovinezza e vecchiaia senza averne i difetti”. Oggi secondo Bodei le età si riducono a due: “giovinezza e decrepitezza. I giovani restano tali, in casa con mamma e papà, sempre più a lungo, mentre gli anziani si rifiutano di invecchiare e, spesso, dopo il pensionamento vivono una specie di giovinezza bis”. Ma un sistema come il nostro (in cui per giovani il futuro è “desertificato” e privo di ogni “speranza” mentre i vecchi continuano a detenere il potere, plasmando il pensiero, la cultura e l’economia) non è sostenibile. “Per sanare la frattura esistente, occorre quindi sancire un patto generazionale”. Patto che secondo Bodei dovrebbe passare attraverso il concetto di “generosità intergenerazionale”. Una sorta di “dare, prendere e restituire”. Un circolo virtuoso e generoso di trasmissione. Un cambio epocale che non può certo essere affidato alla buona volontà ma che necessita di uno sforzo collettivo. Un’azione politica precisa basata sulla “cooperazione di singoli individui e istituzioni nazionali e sovranazionali”. Perché, ci ricorda, Seneca, la monarchia che accumula cultura e denaro solo per sé è simile a un voragine che prende e non rende. “Chi può - conclude Bodei - ha il dovere di restituire più di quanto ha ricevuto”. Jessica Bianchi 6 venerdì 25 settembre 2015 “ Ho un debito di riconoscenza nei confronti del Leonardo da Vinci, il quale, nei miei anni di docenza qui, mi ha dato moltissimo, umanamente e professionalmente. Un istituto che ha fortemente sofferto, dapprima a causa del terremoto e poi per la terribile scomparsa di Maria Capone. Tornare tra queste mura, a contatto con colleghi che stimo, in un ambiente dove la qualità didattica è altissima, è per me un grande piacere e un privilegio”. Sono queste le prime parole del nuovo dirigente dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci, Paolo Pergreffi, che conserverà anche la reggenza di un istituto comprensivo a Nonantola. Un doppio e gravoso incarico causato dalla “mancanza di 35 presidi in tutta la Provincia di Modena”. L’entusiasmo però non gli manca, così come la determinazione a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. L’Itis è un istituto complesso la sua azione su cosa si concentrerà? Quali sono le priorità che ha individuato? “C’è molto da lavorare in particolare sull’efficienza delle procedure, con particolare riferimento allo sviluppo dei progetti e agli acquisti. Le norme ci impongono tanti lacci che ci impediscono di lavorare con rapidità soprattutto quando si ha a che fare con progetti certamente qualificanti ma complessi e strutturati come, ad esempio, Escorpio e quello di scambio culturale con scuole di Inghilterra, Norvegia e Romania, Erasmus Plus, messo a punto dai nostri docenti di inglese e finanziato dall’U- E ’ stato inaugurato lunedì 21 settembre, alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti e del Presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, il nuovo edificio in via Campi 103 a Modena: ospiterà le attività dei Dipartimenti di Scienze Chimiche e Geologiche e di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. “Questo edificio – ha detto il ministro del Lavoro Poletti - è simbolo di solidità e dinamismo, perchè qui i giovani costruiranno il loro futuro”. Il complesso è stato realizzato dalla Cmb di Carpi su progetto dello Studio Rossiprodi Associati di Firenze, in partnership con Ingegneri Riuniti di Modena e ospiterà una popolazione accademica permanente di circa 2.300 persone fra studenti, docenti, ricercatori, dottorandi, borsisti ed assegnisti di anno XVI - n. 35 E’ Paolo Pergreffi il nuovo dirigente dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci “Questa è la scuola del mio cuore” Tra le idee in cantiere vi è quella di fondare un’associazione di ex allievi ed ex docenti, per raccogliere fondi, attivare iniziative e, allo stesso tempo, per mantenere una sorta di spirito di corpo. Paolo Pergreffi nione Europea. Entrambi presuppongono infatti viaggi all’estero, reperimento di fondi…”. Quanti sono gli iscritti in questo nuovo anno scolastico? “Abbiamo ben 11 classi prime con oltre 250 nuovi iscritti. La nostra scuola cresce, gli spazi, purtroppo, no. Abbiamo ottimizzato ogni angolo disponibile, persino l’aula consiliare è stata convertita per ospitare le lezioni. Dopo gli interventi calendarizzati quest’anno su Meucci e Liceo, la Provincia di Modena ci ha garantito che, nel prossimo futuro, prevederà un adeguamento anche del nostro istituto”. Da anni il Vinci si distingue per lo stretto rapporto di collaborazione che intrattiene con il tessuto imprenditoriale locale. Nonostante le risorse sempre più scarse proseguiranno gli stage in azienda? “Assolutamente sì e, grazie alla legge 107 del pacchetto Buona Scuola, le ore di stage da compiere nell’ultimo triennio dovranno salire a 400. Il Comitato tecnico scientifico (il quale annovera esponenti del tessuto imprenditoriale e associativo locale) che ci aiuta nella progettazione degli stage e nella collocazione dei ragazzi nelle varie aziende del territorio, unitamente ai nostri docenti, avrà davvero una considerevole mole di lavoro da sbrigare”. Numerosi i ragazzi stranieri che scelgono il Vinci. “Gli stranieri all’Itis sono presenti da anni, perfettamente integrati e appassionati alle materie di indirizzo. Uno di loro siede tra i rappresentanti degli studenti in Consiglio di Istituto: la sua è una voce preziosa per questa scuola”. A latitare sono le ragazze… “Le studentesse iscritte frequentano tutte il corso di informatica: vorrei che le ragazze comprendessero che anche meccanica ed elettronica possono offrire loro grandi opportunità lavorative. Oggi, infatti lavorare in quei settori significa soprattutto progettare e non più sporcarsi, per così dire, le mani, su torni e fresatrici. Anche le ragazze dovrebbero scegliere questo istituto perché qui si fanno attività S abato 26 settembre, a partire dalle 17, l’Istituto Superiore Antonio Meucci di Carpi, presenterà agli alunni e alle loro famiglie, a tutto il personale scolastico e alla cittadinanza, progetti ed esperienze di un anno di scuola. In caso di maltempo l’evento, che si terrà in giardino, verrà rimandato al appassionanti. La passione è tangibile, soprattutto nel triennio. Si sente. Si respira”. Quanto è importante oggi, per un futuro collocamento nel mercato del lavoro, una formazione tecnica? “E’ essenziale. Basti pensare che, alla base della potenza economica di un paese come la Germania, sta una formazione professionale e tecnica tra le migliori al mondo. Anche la forza del distretto di Modena in parte è riconducibile ai grandi e storici istituti tecnici della provincia, dal Corni al Fermi. Nell’area carpigiana il Leonardo da Vinci fa la sua parte”. Infine una riflessione sulla riforma della scuola. Quali, a suo parere, i pro e i contro? “Nonostante le numerose contestazioni, il mio è un giudizio positivo sia per quanto riguarda gli aspetti legati all’assunzione del personale che su quelli inerenti il ruolo dei dirigenti, il cui lavoro sarà valutato. Sono profondamente convinto che l’istituzione scolastica per evolversi e migliorare avesse bisogno dell’introduzione di due valori fondamentali ovvero merito e valutazione. Con la riforma un primo passo in questa direzione è stato fatto. Per noi aumentano gli oneri poiché, dovendo approntare un Piano triennale di sviluppo e offerta formativa, siamo costretti a proiettarci nel futuro e a fare sin da ora i conti con la richiesta di personale aggiuntivo per potenziare l’organico interno (il quale sarà assunto entro la fine di novembre) ma siamo positivi. Il tempo è galantuomo e sarà lui a dirci, sul medio e lungo periodo, se questa riforma sarà efficace e qualificante”. E tra le idee del nuovo dirigente ve ne è una che, certamente, piacerà a molti ex studenti del Vinci: “sull’esempio di altre scuole, mi piacerebbe fondare un’associazione di ex allievi ed ex docenti dell’istituto, per raccogliere fondi, attivare iniziative e, allo stesso tempo, per mantenere una sorta di spirito di corpo. Un modo per riunire tutti gli amici della nostra scuola e mantenere vivo un legame. Un’identità”. Jessica Bianchi Sabato 26 settembre, a partire dalle 17, appuntamento all’Istituto Meucci La nostra scuola 29 settembre. Dalle 17 stand espositivi con gli alunni e i loro docenti, alle 19 è previsto un piccolo rinfresco mentre, alle 20, prenderà il via uno spettacolo di letture, musica, presentazione di progetti e del film La nostra scuola, realizzato dai ragazzi di Ted Tv dell’Istituto. L’evento ha il patrocinio del Comune di Carpi e la collaborazione dell’Assessorato alle Politiche Scolastiche. L’ingresso è libero. Il nuovo complesso è stato realizzato dalla CMB di Carpi e ospiterà le attività dei Dipartimenti di Scienze Chimiche e Geologiche e di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. A Modena per l’inaugurazione era presente il ministro del Lavoro Poletti Una nuova sede per le Scienze per analisi che devono essere eseguite in un ambiente privo di contaminazioni per assicurare uno standard di altissima qualità e precisione. L’intervento, del valore complessivo di ricerca, oltre al personale tecnico-amministrativo. L’edificio si articola in quattro corpi (con altezza massima di 4 piani fuori terra), che definiscono due ampie corti aperte, orientate verso la città storica, e due corti verdi chiuse, sulle quali si affacciano gli spazi dedicati alla didattica. Nei primi tre piani fuori terra trovano ospitalità 56 laboratori di ricerca, 9 laboratori didattici e 5 laboratori di appoggio, 7 aule per lezioni frontali, 6 aule specialistiche e 280 postazioni di lavoro per personale docente, ricercatore e tecnico, amministrativo. La struttura ospita inoltre una Clean room “metal free”, laboratorio, unico in Italia, realizzato senza alcuna parte in metallo visibile, circa 35 milioni di euro, è stato realizzato grazie alle risorse rese disponibili da Inps attraverso Aristotele, fondo immobiliare di social responsibility gestito da Fabrica SGR. “Per la nostra cooperativa – ha evidenziato in occasione del taglio del nastro Carlo Zini, presidente di Cmb - abituata ad operare Da sinistra Bonaccini, Andrisano, Poletti, Muzzarelli e Zini su tutto il territorio nazionale e all’estero, rappresenta motivo di particolare orgoglio aver partecipato alla realizzazione di un’opera tanto prestigiosa, rivolta ai giovani e quindi al futuro sul nostro territorio. Nel processo costruttivo sono state utilizzate le tecnologie più avanzate del settore, le stesse che Cmb impiega con ottimi risultati nella realizzazione dei grattacieli più alti del Paese e dei moderni complessi ospedalieri. Un particolare ringraziamento agli ingegneri ed agli operai che sono stati parti attive di quel progetto Sicuri per mestiere, che ha consentito di portare a termine la realizzazione dell’opera senza il minimo infortunio sul lavoro”. S.G. venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 7 apre la struttura privata ricavata all’interno dell’ex camiceria stella. Segesta, più di un anno fa, si era resa disponibile per convenzionare i posti letto secondo le necessità dell’Ausl ma non se ne fece nulla A Carpi la Residenza psichiatrica c’è già A Carpi la Residenza psichiatrica c’è: la struttura privata ricavata all’interno dell’immobile ex camiceria Stella di via Tre Febbraio, è pronta per accogliere i pazienti. Si chiama Rsp Stella (www. stellacarpi.it) per ricordarci che è possibile restituire alla città angoli da tempo abbandonati: un bell’esempio di riqualificazione dell’esistente. “E’ inevitabile che le ristrutturazioni costino un po’ di più rispetto a strutture progettate e costruite ex novo – afferma Dorio Silingardi, presidente di Segesta di Carpi, società specializzata in realizzazioni e ristrutturazioni di strutture socio - sanitarie e assistenziali – ma è una scelta di campo: evitare di costruire consumando ancora il territorio e avere il valore aggiunto di una struttura situata in un contesto urbano che gode della vicinanza dei servizi, dell’ospedale, del Centro di Salute Mentale e di tutto quello che offre il nostro meraviglioso centro storico”. Nella nostra provincia, nel 2008, Segesta in collaborazione con altri partners del settore ha inaugurato l’RSA Residenza I l cerchio sta per chiudersi. Dopo dieci anni dall’avvio dell’introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta in quasi tutta la città (correva l’anno 2006) anche il centro storico vedrà finalmente scomparire i cassonetti grigi. Dal 30 novembre, infatti, circa 3mila utenze, tra famiglie e attività, saranno tenute a fare la propria parte per il bene della città, differenziando al meglio i propri rifiuti. L’obiettivo? Migliorare ulteriormente la quantità e la qualità della raccolta differenziata, consentendo di smaltire meno rifiuti in discarica, avviare al recupero una maggiore quantità di materiali riciclabili e, di conseguenza, salvaguardare l’ambiente e il decoro cittadino. Nell’area delimitata da viale De Amicis, viale Ariosto, viale Nicolò Biondo, via Volturno, viale Garagnani, p.le Ramazzini, viale dei Cipressi, viale Guido Fassi, p.le Marconi e via Galilei il salto sarà doppio: “i cittadini non solo dovranno conferire in modo diverso i propri rifiuti ma si dovranno confrontare con la tariffazione puntuale, la quale scatterà a partire dal Formigine Srl per anziani ricavata negli spazi dell’ex ospedale di Formigine e, più di recente, nel 2013, a Castelfranco Emilia, la struttura residenziale educativa integrata dedicata ai minori affetti da disagio e vittime di abusi denominata Torre dei Cappi. Nella nuova struttura a Carpi sono stati realizzati venti posti letto di Residenza Sanitaria Psichiatrica in camere singole o doppie ed è possibile ospitare fino a venti persone nel Centro Diurno Psichiatrico. Gli spazi ampi e luminosi completamente ristrutturati accolgono, al piano rialzato, il Centro Diurno mentre al primo e al secondo piano i posti letto della Residenza Psichiatrica. I colori pastello dall’arancione al giallo, dall’azzurro al verde caratterizzano le pareti dei diversi piani dove sono stati ricavati spazi comuni come la sala mensa e la sala fumatori, ma anche l’ambulatorio medico, una sala e una tisaneria a ogni piano. “La Residenza – prosegue Silingardi - si propone come un presidio “La Residenza abbia soltanresidenziale e to funzioni si propone semiresidenziacome un pre- di contenile specializzato sidio residenziale mento e di per soggetti e semiresidenziale assistenza con patologie ma sopratspecializzato per psichiatriche, soggetti con pato- tutto finalità che abbiano logie psichiatriche, terapeutiche superato la riabilitache abbiano supera- etive, fase acuta della con to la fase acuta della malattia ma l’obiettivo malattia ma che non di recupero che, non avendo recuperato suf- avendo recuperato ottimale delficienti capacità sufficienti capacità le capacità di autogestione, di autogestione, residue”. Il necessitano di necessitano di Centro Diurinserimento in inserimento in una no Psichiacomunità protetta”. trico accouna comunità protetta. La Reglie invece sidenza vuole configurarsi persone con disturbi come una struttura che non mentali, per le quali siano A partire dal 30 novembre verrà introdotto il sistema di raccolta differenziata porta a porta anche in centro storico Cassonetti grigi, addio… Da sinistra Paolo Ganassi, Mirco Arletti e Simone Tosi 1° gennaio 2016 e, lo ricordiamo, si basa sul principio chi più inquina, più paga. Nel 2014 - spiega l’assessore Simone Tosi - a Carpi, ciascuno di noi produceva 400 chili di rifiuti annui, di cui 198 andavano a smaltimento in discarica. A partire dal prossimo anno, grazie alla tariffazione puntuale, puntiamo a superare l’80% di raccolta differenziata e a produrre solo 60 chili di frazione indifferenziata annua procapite. Nel porci tali obiettivi abbiamo preso a modello i migliori in Italia, ovvero la Provincia di Treviso: là, questi numeri sono una realtà consolidata”. Carpi, che può già vantare oltre il 70% di raccolta differenziata può aspirare a ben altro, basti guardare Novi, Soliera e Medolla, dove la tariffazione puntuale è già stata introdotta: “questi tre comuni - prosegue Paolo Ganassi, dirigente dei servizi ambientali di Aimag Spa - sono ai primi posti in Emilia Romagna per la minor produzione di indifferenziato annuo, ovvero 70 chili procapite, i quali includono anche la quota relativa agli abbandoni”. Considerate le difficoltà legate alle peculiari caratteristiche urbanistiche del centro, continua Ganassi, “abbiamo deciso di avere un approccio diverso coi cittadini, coinvolgendoli in modo più diretto e som- Aimag - Manifestazioni di interesse Prorogato il termine per la presentazione el luglio scorso il Comune di Mirandola, su delega di tutti i Comuni soci di Aimag Spa, ha pubblicato un avviso per raccogliere manifestazioni d’interesse, da parte di soggetti imprenditoriali, a dar vita a operazioni di partnership con Aimag, da sottoporre poi alla valutazione dei comuni soci. Il termine per la presentazione di tali manifestazioni, inizialmente fissato al prossimo 30 settembre, è stato posticipato al 30 ottobre, accogliendo così una precisa richiesta pervenuta in tal senso. Ciò garantirà a tutti gli interessati, i tempi necessari per approfondire le complesse tematiche e formulare al meglio la domanda da presentare. N ministrando loro un questionario per conoscerne il pensiero. In centro verranno raccolti, con la modalità door to door, indifferenziato, carta e organico, mentre sfalci e potature saranno ritirati gratuitamente previa richiesta. I cassonetti grigi, azzurri e marroni saranno quindi eliminati e, al loro posto, verranno consegnati appositi contenitori dotati di microchip da esporre in giorni e a orari prestabiliti. Starà al cittadino scegliere se optare per bidoni da 40 o 120 chilogrammi (per carta e indifferenziato) ma resta fermo il principio di esporlo solo quando è pieno (la frequenza di raccolta sarà settimanale in centro) e il meno possibile. A giorni indicate attività finalizzate al recupero dell’autonomia personale e all’ abilitazione delle capacità relazionali e occupazionali. A Carpi, il dibattito sulla necessità di una Residenza psichiatrica va avanti dal 2009 a colpi di parole spese e promesse non mantenute, progetti annunciati e poi abortiti: l’ultima ipotesi formulata da Comune di Carpi e Ausl di Modena è quella di realizzare la Residenza Psichiatrica negli spazi oggi utilizzati dal Reparto del Dipartimento di Salute Mentale (convertendo i 9 posti letto del Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura in 15 di Residenza) sacrificando il Centro di Diagnosi e Cura. Che senso ha realizzare una Residenza all’interno di un ospedale, quando i pazienti dovrebbero proprio uscirne attraverso un graduale reinserimento nella società? Decisione, quest’ultima che ha scatenato l’immediata reazione dei volontari dell’associazione carpigiana Al di là del Muro che tutela i diritti dei malati psichiatrici e delle loro famiglie. Ormai pare oggi superfluo ricordare che Segesta e Punto Service, più di un anno fa, si erano resi disponibili per convenzionare i posti letto secondo le necessità dell’Ausl. Sara Gelli definiremo svuotamenti minimi e costi”. Con la sparizione dei cassonetti grigi i vari “furbetti” non potranno più migrare verso il centro con tanto di sacco dell’immondizia al seguito: ciò comporterà un ulteriore incremento nel numero degli abbandoni? “Io sono positivo. Chi si ostina a migrare per depositare la propria spazzatura, d’ora in poi dovrà andare sempre più lontano. Questo, probabilmente, li obbligherà ad adattarsi”, risponde prontamente l’assessore Tosi. Per tentare di arginare l’incivile fenomeno comunque, Aimag ha avviato una collaborazione con le Guardie ecologiche volontarie per monitorare argini e fossi, mentre, assicurano i nostri amministratori, “gli agenti in borghese continueranno a stangare i trasgressori colti in flagrante e verranno installate altre tre telecamere”. Linea dura quindi contro l’inciviltà di coloro che, impunemente, continuano bellamente a gettare la spazzatura in ogni cantone. Jessica Bianchi 8 venerdì 25 settembre 2015 U n’altra avventura in sella alla fida Giant si è conclusa per il carpigiano Michele Bonicelli. Un’estate, la sua, a dir poco illuminante, che sigla, sorride Michele, “il definitivo passaggio dalla passione per le randonnèe a quella cicloturistica”, anche se, si affretta ad aggiungere, “mai dire mai”. Armato di borse, bagagli e creativo (affettuoso nomignolo con cui ha ribattezzato il navigatore, “capace di farmi scoprire strade dimenticate dall’umanità in generale e dai ciclisti in particolare”), Michele ha pedalato per due settimane alla volta di Parigi, per poi cimentarsi nella storica Paris-Brest-Paris, ovvero il più antico brevetto ciclistico al mondo, basti pensare che la prima edizione risale al lontano 1891. Da Carpi a Cremona e poi via sino a Pavia col suo bellissimo ponte di legno sul Ticino dove la tentazione di fare un bagno, considerate le temperature canicolari, è forte ma, “mi ero ripromesso che in questo tour non ci sarebbero stati bagni fluviali, lacustri o marini e non ho ceduto”. E dopo una tappa ristoratrice a Lomello, tra verdi e ameni campi di riso, ospite di Ausilia, ad aspettare Michele sono gli oltre 200 chilometri che lo separano dal Moncenisio. anno XVI - n. 35 Quest’estate il carpigiano Michele Bonicelli, in sella alla sua fida Giant, ha attraversato le Alpi per raggiungere Parigi dove ha corso la storica randonnèe Paris-Brest-Paris Pedalando verso Parigi e oltre… E’ Susa a “Ho percorso di Annibale, poi riservare la distanza tra quello dei cala prima e Carpi a Parigi, valieri del Menon pro1.100 chilometri, in dioevo e, infine, prio gradita sei giorni, ammiran- quello dei ciclisti sorpresa: do posti bellissimi e moderni. In un sol un acquaz- conoscendo perso- colpo ho dimenzone che ticato le imprene interessanti”. lo accomcazioni rivolte ai pagnerà sino alla sommità tornanti e alla pioggia e mi del Còl Cenis. “Malgrado sono sentito fiero di appartel’escursione termica di nere alla Storia”. Dopo una almeno 30°, sul colle non ho fredda e umida discesa tra potuto non immortalare le le pinete fino a Lansleburg tre istallazioni che rappree il sonno ristoratore a casa sentano simbolicamente la di un’accogliente famiglia, storia del passo e fors’anche Michele attraversa Chemdell’umanità. Si vede prima bery e la pianura dell’Ain, il passaggio degli elefanti per giungere a Bourg en HAIRSTYLIST sceglie Via Delle Magliaie, 41/43 - 41012 Carpi Aperitivo e spettacolo di luci venerdì 25 settembre 2015 Michele Bonicelli M antova diventa capitale delle due ruote per la seconda edizione del Mantova Bike Festival, in programma sabato 26 e domenica 27 settembre. Dal ciclismo sportivo ai percorsi cicloturistici, dalla mobilità ecosostenibile ai laboratori per bambini, dalle innovazioni tecnologiche al vintage e ai convegni tematici. Numerosi eventi con un unico comune denominatore. Mantova è una città a misura d’uomo, in cui la bicicletta consente di muoversi ammirando e scoprendo luoghi altrimenti inaccessibili. Il Mantova Bike Festival è l’occasione per diffondere la cultura di questo mezzo di trasporto ecologico legandolo alle molteplici possibilità del suo utilizzo e allo stesso tempo valorizza la città di Mantova, il suo centro storico, perfetta cornice dell’evento, e i suoi percorsi ciclabili, con indubbie ricadute positive sul turismo. La bici risulta essere il miglior mezzo per apprezzare i tesori ambientali, architettonici, storico-artistici disseminati nel territorio e il mezzo ideale per muoversi in modo ecologico e attivo. Grazie alla bicicletta è possibile apprezzare pienamente i dettagli, le atmosfere, Bresse a circa 500 chilometri da Parigi. Complice una serata ospite di Laetitia, studiosa di esperanto, o la consapevolezza che “la parte più dura del viaggio attraverso le Alpi fosse terminata, sono arrivato all’illuminazione dell’11 agosto: dall’anno prossimo mi sarei dato solo al cicloturismo”. Altro che San Paolo sulla via di Damasco… E dopo aver brindato alla nuova consapevolezza acquisita con un calice di champagne a Chatillon sur Seine, è tempo di proseguire verso Fontanebleau, alle porte di Parigi. “Ho percorso la distanza tra Carpi e Parigi, 1.100 chilometri, in sei giorni, ammirando posti bellissimi e conoscendo persone interessanti. Ora mi aspettava la randonnèe Paris-Brest-Paris. L’ultima alla quale avrei partecipato…”. Insieme a ben 6.000 ciclisti provenienti da 65 nazioni e 13 modenesi, col numero A046, il 16 agosto, l’impresa di Michele ha avuto inizio: tra ciclisti che zigzagano pericolosamente, compagni di ventura senza luci o giubbotti rifrangenti e, per un vegetariano, decisamente troppa carne nei bag-drop… arriva al primo controllo di Villaines dopo 220 chilometri in poco più di 7 ore ai 30 km/h di media. “Dopo una notte insonne Bjorn Lenhard che termie le ginocchia doloranti nerà il brevetto a Parigi staho attraversato pittoreschi bilendo il nuovo record di paesini della Bretagna. 42 ore e 26 minuti. Un altro Ogni tanto lungo il percormondo”. Dopo aver pedaso ci sono famigliole che lato incessantemente per vendono o regalano acqua, oltre 26 ore, all’orizzonte succhi, caffè e paste: una si staglia il famoso ponte di panacea. Inoltre nei vari borghi le persone applaudo- Brest. “Ero in anticipo sulle mie previsioni no e incitano “Ho finito la e tutto stava col classico Parigi Brestallez, allez Parigi in poco andando bene oppure bon più di 65 ore, senza ma l’esperienza ha insegnato courage e incidenti, forature o mi a non rilassarsi soprattutto pioggia. Non posso con prematuri nei momenti lamentarmi”. entusiasmi: di crisi sono per tornare a Parigi mancaveramente utili. A Carhaix vano altri 600 chilometri, incrocio l’uomo solo al nettamente più duri dei comando della randonnèe: precedenti”. Con un po’ di una specie di mastino tedesco che risponde al nome di riposo e qualche aspirina Torna, sabato 26 e domenica 27 settembre, il Mantova Bike Festival: due giorni di appuntamenti per celebrare l’universo delle due ruote La capitale della bicicletta circostante. Numerosi i percorsi cicloturistici in programma. In sella verso il Parco Giardino Sigurtà - Suggestivo percorso in bici lungo il fiume Mincio su una delle ciclabili più conosciute d’Italia. Visita guidata a Borghetto e al Castello di Valeggio sul Mincio. Dopo una gustosa sosta alla Speck Stube, si entra nella magia del Parco Giardino Sigurtà e si percorrono in bici gli splendidi viali ombreggiati circondati da una natura lussureggiante. Rientro a Mantova in pullman con i giochi di luce e gli odori della terra. La manifestazione si rivolge a un pubblico eterogeneo e trasversale, in quanto le iniziative proposte sono mirate a raggiungere diverse tipologie di persone: dai dilettanti ai professionisti, dalle famiglie ai bambini e a tutti gli appassionati di turismo slow e ciclismo. L’appuntamento per gli appassionati di ciclismo vintage è domenica 27 settembre con La Locomotiva Umana, cicloturistica d’epoca (bici e accessori ante 1984) non competitiva a circuito dedicata a Learco Guerra. Il percorso è prevalentemente su strade a bassa percorrenza di automobili e su alcuni tratti di strada sterrata. La Granfondo cicloturistica Strada del riso e dei risotti mantovani, che si snoda nel territorio della provincia di Mantova noto per la produzione di riso, prevede due percorsi a marcia libera. La partenza alla francese, in ordine sparso, e la non competitività permettono ai partecipanti di muoversi in piccoli gruppi senza eccedere nell’andatura, così da poter anche godere e apprezzare il paesaggio carrello porta bici nel tardo pomeriggio. Lungo il Mincio tra bici e battello - Itinerario all’interno del Parco del Mincio fino anno XVI - n. 35 9 per cercare di arginare l’infiammazione alle ginocchia, ecco sfilare Villaines (“coi suoi abitanti bragheri”) e poi Mortagne che sigla “il mio tuffo nell’ultima notte del brevetto e anche della mia carriera randagia” e dove Michele, per la prima volta trova nei ristori della verdura cruda: 2 euro e 60 per un pomodoro affettato. “Pressoché un furto”. Conscio di essere sotto le 70 ore che si era prefissato per portare a termine la randonnèe ed essersi quindi concesso il meritato “sonno dei giusti”, Michele si rimette in bicicletta alla volta di Parigi, tra bellissime foreste. “Ho finito la Parigi Brest-Parigi in poco più di 65 ore, senza incidenti, forature o pioggia. Non posso davvero lamentarmi”, sorride Bonicelli. A conseguire il brevetto anche altri due carpigiani: William Salvioli e Raffaele Bertolucci. Nel cuore rimane, sepolta in un angolo, la Trans Russia, la più lunga randonnèe del mondo. Un sogno lungo 10.400 chilometri e quaranta giorni per andare da Vladivostok a Odessa. Tour naturalmente cancellato dopo l’illuminazione dell’11 agosto. Each man kills the thing he loves (Ogni uomo uccide ciò che ama). Staremo a vedere. Jessica Bianchi a Corte Bell’Acqua a Goito. Si prosegue per Rivalta per la visita al Museo degli Antichi Mestieri del Fiume e si ritorna a Mantova al tramonto a bordo del battello Insolito Mincio. Le terre dell’alto mantovano - Ciclotour sulle Colline Moreniche del Garda tra dolci paesaggi ricchi di storia e sapori da scoprire: dal Capunsel di Solferino al Tortello amaro di Castel Goffredo. Ritorno in pullman con carrello porta bici. Alla scoperta del Parco Oglio Sud - Partenza da Mantova per Canneto sull’Oglio in pullman con carrello porta bici. Dopo la visita al Museo Civico di Canneto, si percorre in bici il fiume alla scoperta del Parco Oglio Sud, si visita la maestosa Corte Castiglioni di Marcaria e, dopo il pranzo presso Osteria Due Platani, si rientra a Mantova. Il fiume e il suo museo diffuso - Biciclettata lungo il Fiume Mincio verso il Basso Mantovano per ammirare tutte le eccellenze del territorio: il Forte di Pietole, il Parco Archeologico del Forcello, il Museo Diffuso del Fiume e l’ex Conca di navigazione del Bertazzolo. Dopo una gustosa sosta all’Ostello dei Concari, rientro a Mantova a bordo della Motonave Andes Negrini. 10 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 E ’ una vera e propria comunità quella che ruota intorno al pane Primus e che si ritrova sui social e sul portale dedicato allo speciale pane che viene realizzato a Carpi. La testimonianza più recente postata su Facebook (www.facebook.com/primuspane) è quella di una giovane ragazza dal viso sorridente. “Da 5 anni soffro – scrive Daria - di sindrome di colon irritabile che mi ha portata a soffrire di stipsi e meteorismo doloroso. Faccio una dieta vegetariana non mangio cibi raffinati o industriali, raramente latticini e uova. Ho provato di tutto e di più. I problemi all’intestino mi hanno portata a un abbassamento di vista improvviso, disturbi mestruali, una fragilità ai denti, depressione e costante astenia. Finché mia madre non ha scoperto il pane Primus di Sandro Santolin, l’unico alimento che il mio intestino accetta senza fare capricci, una vera manna dal cielo. Ovviamente il passo successivo doveva essere sfiammare l’intestino. Ormai non credevo più a niente, al contrario di mia madre che non si è arresa e ha contattato il professor Paolo Mainardi per avere informazioni su Serplus. Per farla breve ho iniziato la cura e sono rinata. Questo per dirvi che non avete nulla da perdere a provare, ma solo da guadagnarci”. Mattia, un ciclista professionista, scrive sul portale ( www.primuspane. venerdì 25 settembre 2015 Hanno a cuore la propria salute e vogliono mantenersi in linea, i consumatori di Primus sono sempre di più e si ritrovano on line per condividere la scelta di responsabilità nella protezione della propria salute e, indirettamente, del pianeta intero Primus, il pane per “salutariani” it): “da qualche giorno utilizzo il vostro Primus. Ho fatto un primo ordine per provarlo inserendo anche una pagnotta con uvetta oltre a 3 fantastici Primus 100. Volevo semplicemente complimentarvi con voi perché dopo nemmeno una settimana di utilizzo inizio a sentire gli enormi benefici dei vostri prodotti e farvi sapere che da oggi avrete un altro affezionato cliente che vi supporta e cercherà Santolin del Pane del Fornaio – non è un filosofo e non si ispira ad alcuna religione. Mentre vegani e vegetariani adottano uno stile di vita particolare, oppure chi si nutre di alimenti biologici supporta certamente un’agricoltura meno impattante sull’ambiente, il salutariano fa scelte alimentari mirate a migliorare concretamente la propria salute. Infatti, si può essere vegani, vegetariani, consumatori di prodotti biologici, non fumatori e non riuscire a proteggere sufficientemente, come un salutariano fa, la propria salute. Ad esempio, mangiando tutti i giorni cibi raffinati (zuccheri, margarine, pasta e pane non integrali) o consumando cibo biologico ma di origine animale ad allevamento intensivo. La particolare saggezza che di diffondere i vo“Il Salutariamotiva il salutariano stri fenomenali no fa scelte lo rende responsabile prodotti durante alimentari nella protezione della ogni competizio- mirate a migliorare propria salute e, indine”. Non si tratta concretamente la rettamente, di quella esclusivamente propria salute”. del pianeta intero”. di persone che si Da queste ispirazioni è nato Priritrovano un problema di salute mus, il pane a base di leguminose ma perlopiù di “salutariani” che caratterizzato da un bassissimo hanno a cuore la propria salute indice glicemico, da una riccheze vogliono mantenersi in linea. za di valori nutrizionali nono“Il salutariano – spiega Sandro Sandro Santolin stante la scarsa densità calorica, dalla riduzione drastica della presenza di glutine degradato con la fermentazione naturale, dalla sopravvivenza degli enzimi e della flora batterica che conferisce al pane una migliore digeribilità. Primus è disponibile presso i punti vendita de Il Pane del Fornaio a Carpi e online all’indirizzo www. primuspane.it/shop. Carpifood: non c’è amore più sincero di quello per il cibo “Era finita l’estate nell’umida Emilia. Era quel periodo dell’anno in cui le foglie scendevano dagli alberi con aria sonnolenta, passando dal verde acceso a tutti quei colori straordinariamente brillanti dell’autunno. Dalla veranda di casa si vedevano i campi spogliati del raccolto e un velo di nebbia accarezzava dolcemente la terra. Nella grande cucina il fuoco della stufa temperava le mura e, su di essa, trovava spazio un capiente paiolo di rame. Nei miei ricordi di bambina ritrovo il silenzio che aleggiava intorno a noi. Un senso di ricercata tranquillità che definiva le condizioni perfette per mettersi al lavoro. Nonno Bruno si accingeva a preparare una delle sue pietanze migliori: il savor di barbabietola”. di Chiara Papotti Savor d’uva? No, di barbabietola G ià dal 1700 a Carpi e nella Bassa si preparava il Sapore, meglio conosciuto come Savor. Questo prodotto era molto importante nell’alimentazione delle famiglie contadine, in quanto sano e nutriente, ideale per superare i rigidi inverni. Il Savor si preparava in autunno, generalmente con il mosto cotto della vendemmia e altre qualità di frutta di stagione. In alcune zone, però, specialmente quelle in cui si trovavano le coltivazioni di barbabietola, era diffusa l’usanza di preparare il Sapore con il mosto di barbabietola. In Italia la coltivazione della barbabietola prese piede alla fine del XVII secolo, specialmente nelle zone della anno XVI - n. 35 11 Pianura Padana, Ferrara e Rovigo. All’epoca, però, non si conosceva ancora il sistema per estrarre lo zucchero da questa pianta. Bisognava attendere l’arrivo di Napoleone. Nei primi anni dell’Ottocento lo zucchero di canna era molto diffuso. Ma con le guerre napoleoniche si diede avvio al blocco delle importazioni. Nel 1811 alcuni scienziati francesi mostrarono a Napoleone dei panetti di zucchero estratto dalla barbabietola. L’imperatore rimase talmente colpito da quel sapore dolciastro che ordinò la coltivazione im- mediata della pianta. Fu così che nel giro di pochi anni sorsero più di 300 fabbriche di zucchero da barbabietola in tutta Europa. La scoperta stimolò l’ingegno dei contadini della bassa Pianura Padana e, di lì a poco, cominciò a diffondersi l’usanza di preparare il Savor partendo dal mosto di barbabietola. Alcune testimonianze e racconti orali di chi ha vissuto il periodo della cucina povera sono state fondamentali per il recupero di questo patrimonio gastronomico. Bruno mi racconta che quando era giovane raccoglieva le bar- babietole, le puliva con cura e le portava a San Giacomo Roncole. Qui lo attendeva una donna molto nota in paese, la quale lavorava le barbabietole sino a ottenerne il mosto. “File lunghissime di persone si formavano davanti allo stabilimento – spiega Bruno – ognuno custodiva gelosamente il raccolto in attesa della sua trasformazione. Il succo che se ne ricavava era la base di partenza per il Savor di barbabietola”. Con lo stesso principio del Savor d’uva, il mosto di barbabietola veniva portato a ebollizio- ne in un paiolo di rame. Si aggiungevano poi pezzi di frutta di stagione, come le pere, le mele campanine, la zucca e scorze di arancia. Si faceva bollire il tutto molto lentamente, anche per un giorno intero, fino a quando il Sapore raggiungeva una consistenza piuttosto densa e una tonalità molto scura, quasi nera. Lo si lasciava raffreddare, quindi lo si adagiava in un recipiente di terracotta e lo si metteva nel forno ancora tiepido, dove precedentemente si era cotto il pane. Arrivati a questo punto, si attendeva il tempo necessario per la formazione di una crosta superficiale, necessaria per la conservazione del prodotto durante l’inverno. Il Savor di barbabietola lo si consumava sul pane, nei dolci come i tortelli fritti, ma sopratutto si mangiava sulla polenta fresca o arrostita. 12 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 Grandi e piccini hanno risposto presente all’invito dell sono accorsi numerosi per assistere all’attesissimo tagli nuova Piscina e ammirare coi propri occhi l’interno dell E piscina sia! A battezzare le acque ancora inviolate della nuova Piscina Comunale di Carpi il campione del mondo nei 1.500 metri stile libero Gregorio Paltrinieri e il primo cittadino Alberto Bellelli: una gara giocosa e divertita la loro, che, ovviamente, non ha lasciato scampo al… sindaco! Prima di cimentarsi nell’impresa natatoria però, a Bellelli è spettato il compito di fare gli onori di casa in occasione dell’inaugurazione dell’impianto alla presenza della folla delle grandi occasioni. Grandi e piccini, infatti, hanno risposto presente all’invito dell’Amministrazione e sono accorsi numerosi per assistere all’attesissimo taglio del nastro e ammirare, finalmente, l’interno della struttura (realizzata in 18 mesi dal raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Cmb e dalla società di servizi Coopernuoto di Correggio, la quale detiene il 25% delle quote di Aquanova srl che si è aggiudicata l’appalto dell’impianto e lo gestirà per i prossimi 30 anni) costata oltre 9 milioni di euro. “Questa piscina - ha sottolineato il sindaco - rappresenta qualcosa di unico e straordinario. Frutto di un percorso faticoso, di sinergia tra pubblico e soggetti privati. Dubito di riuscire a trasmettervi tutta la mia emozione. Il mio augurio è che questa, diventi la piscina di tutti voi. Che riusciate a sentirla vostra. Già oltre 2mila ragazzi vi si sono iscritti: chissà se tra loro vi sarà un altro Gregorio… Finalmente Carpi ha la piscina che si merita e tutto questo è stato possibile grazie agli sforzi di chi mi ha preceduto. Oggi siamo riusciti a costruire un sogno, l’obbligo ora è quello di vivere e amare questi spazi”. Una piscina da Serie A, l’ha invece definita il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “dopo la promozione del Carpi e la medaglia d’oro di Paltrinieri, ora arriva anche un impianto natatorio degno della massima serie: uno straordinario contributo non solo alla pratica del nuoto agonistico, ma anche alla pratica natatoria di base. Come Regione, infatti, stiamo lavorando a una nuova legge sullo sport, che dedicherà particolare attenzione all’impiantistica, così come alla diretta correlazione tra sani stili di vita e salute, perché il nostro obiettivo primario è quello di poter continuare a vantare, nella nostra terra, una qualità della vita da Serie A. Quel che più mi ha colpito nel conoscere Greg, campione capace di conquistare la vetta del mondo, è stato il suo sorriso onnipresente. Ecco io credo che quel sorriso racconti, nonostante l’impegno, il coraggio e i sacrifici, un desiderio di divertimento che prescinde dalla vittoria e dal risultato. Ed è proprio quello, lo spirito che più di ogni altro deve caratterizzare chi si avvicina alla pratica sportiva”. E se di campioni come Greg “non ne nascono certo tutti i giorni - ha ammesso il presidente del comitato regionale della Federazione Italiana Nuoto, Pietro Speziali - non bisogna mai dimenticare, né sottovalutare, l’importanza dello sport nella formazione e nella crescita dei ragazzi”. Ed è sui ragazzi che Coopernuoto continuerà a puntare, “come ha venerdì 25 settembre 2015 ll’Amministrazione e lio del nastro della lla struttura Bellelli e Paltrinieri fatto da 25 anni a questa parte”, ha proseguito il presidente della società correggese, Gianluca Gualdi, il quale ha ringraziato Cmb e il suo presidente Carlo Zini, così come il Comune di Carpi, per “la fiducia accordata”. Sollecitato da Pierluigi Senatore di Radio Bruno, il campione Da sinistra Zini, Cavina, Paltrinieri, Bellelli, Bonaccini e Gualdi S ono state l’azienda Blumarine e la nuova Piscina Comunale dove ha incontrato il neo campione del mondo di nuoto nei 1500 s.l., Gregorio Paltrinieri, i due appuntamenti carpigiani del premier Matteo Renzi giunto in Emilia giovedì 17 settembre per una giornata particolarmente intensa che lo ha visto prima nel piacentino, dove ha incontrato i sindaci dei Comuni alluvionati e poi in serata a Modena con il bilaterale con il presidente francese Francoise Hollande e a seguire il saluto ai volontari della Festa del Pd a Ponte Alto. Alla Blumarine, accolto da Anna Molinari, direttore creativo dei marchi Blumarine e Blugirl e Gianguido Tarabini, amministratore unico del Gruppo Blufin, il premier ha ribadito l’apprezzamento per il marchio che rientra tra quelli dell’eccellenza italiana, congratulandosi con una delle realtà più significative del settore moda, capace di valorizzare il Made in Italy anche all’estero. Dopo la Blumarine è stato il momento della Piscina dove Renzi ha fatto un rapido giro accompagnato da Greg. “Bella la piscina, è una anno XVI - n. 35 13 Sono state l’azienda Blumarine e la nuova Piscina, i due appuntamenti carpigiani del presidente del consiglio Matteo Renzi giunto in Emilia lo scorso 17 settembre Il premier Renzi a Carpi come fattore di crescita. Poi una volta ogni tot anni ti nasce anche un campione del mondo con l’intelligenza, la dedizione e la tenacia di Greg Paltrinieri: allora di casa, Greg, dopo infiniti sorrisi e altrettanti abbracci e strette di mano, ha infine, ricordato i suoi prossimi impegni: “dai campionati europei in vasca corta alle Olimpiadi di Rio del 2016”, dopo le quali, il sindaco pare abbia già prenotato Piazza Martiri… Jessica Bianchi uno è anche più contento”. Greg ha dimostrato di aver gradito l’incontro e, visibilmente emozionato, ha confidato ai microfoni di Radio Bruno: “è stato un onore conoscerlo, che sia venuto qui e abbia detto che occorre puntare sullo sport e costruire impianti così all’avanguardia, belli. Che facciano venir voglia di fare grande occasione per valorizzare lo sport. Credo che sia un messaggio per tutti, cioè la bellezza dello sport sport, che fa bene all’Italia e, in questo caso, a Carpi”. Nelle due tappe carpigiane massiccia la presenza delle Forze dell’Ordine che temevano contestazioni, limitatesi a un paio di cartelli della Lega Nord, mentre alcuni simpatizzanti del Pd hanno sventolato le loro bandiere. Nessun bagno di folla per il premier, i cittadini - pochi - venuti per vederlo sono infatti stati tenuti a debita distanza (forse anche troppa). Pierluigi Senatore 14 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 Si chiama Rugagiuffa ed è ambientata a Venezia la web serie di successo realizzata da sette studenti universitari e che ha per protagonista anche la carpigiana Francesca Zanotti Da Carpi alla web serie girata a Venezia S ono sempre più numerose le web serie caricate su YouTube e i ragazzi che scelgono di utilizzare la piattaforma video non solo come fruitori dei contenuti ma anche come produttori. Basta avere una web cam, un po’ di talento e tanta fantasia per realizzare la propria fiction online disponibile a tutti con un click e, spesso, il risultato è degno di un lavoro da professionisti. Rugagiuffa è il nome della web serie che racconta le avventure di quattro studenti che abitano nel sestiere di Castello chiamato Ruga Giuffa, e in cui recitano oltre alla carpigiana Francesca Zanotti, trasferitasi a Venezia per studiare lingua ebraica all’università Ca’ Foscari, tre ragazzi: Marco Paladini, Nicolò Vianello e Lorenzo Pagan. Dietro alla telecamera c’è un team molto affiatato: Silvio Franceschet (autore e regista laureato in Arti Visive), Alberto Valentini (autore) e Alessandra Quattrini (autrice e acting coach). Francesca ci ha spiegato le ragioni del successo che sta riscuotendo la serie, giunta alla sua seconda stagione e che conta oltre 100mila visualizzazioni a puntata. “Credo che Rugagiuffa piaccia per la freschezza e l’immediatezza dei contenuti. Infatti, vengono trattate P remio speciale della Giuria al film turco Abluka di Emin Alper. Ritratto non troppo metaforico della Turchia odierna, percorsa da tensioni politiche e sociali che sfociano nel sospetto e nella violenza. Il detenuto Kadir ottiene la libertà vigilata in cambio di una collaborazione col regime per individuare terroristi e oppositori. Viene così addetto alla raccolta e all’analisi dei rifiuti nelle baraccopoli per individuare materiali che possano portare alla costruzione di ordigni esplosivi. Contemporaneamente cerca il fratello, addetto all’abbattimento dei cani randagi. Due “professioni” complementari, ma i due non riescono a stabilire un rapporto. Il regista costruisce la sua storia per mostrare come il potere trasformi uomini semplici in ingranaggi del sistema politico. Dei film italiani in Mostra due sono già nelle sale: Non essere cattivo di Claudio Caligari (fuori concorso) e Sangue del mio sangue (in concorso) di Marco Bellocchio. Il primo è ambientato nel 1995 a Ostia. Paesaggio dall’ecologia devastata e il pubblico: si può interagire con i propri fan direttamente su You Tube e scambiarsi opinioni tramite i social network. Tuttavia, nonostante l’ascesa della Web Tv e dei suoi prodotti, pensiamo che il web rimarrà ancora a lungo solo un trampolino di lancio. I tempi non sono maturi perché il cinema e la televisione vengano soppiantati definitivamente dalla rete, e forse non lo saranno mai. Per fortuna aggiungerei”. Dopo il successo di Rugagiuffa avete deciso di iscrivervi al Roma Web Fest, il primo festival Francesca Zanotti le tematiche che contraddistinguono i giovani di oggi: problemi nello studio, d’amore, difficoltà nel lavoro e ad arrivare a fine mese. Poi, ovviamente, grande protagonista è la città di Venezia, per cui largo spazio viene dato anche a ciò che sta più a cuore ai veneziani del nostro sestiere: il desiderio di indipendenza, le tradizioni e il dialetto”. Quanto c’è di voi nei personaggi che interpretate? “La fortuna di Rugagiuffa sta anche nell’intuizione del regista: farci recitare con spontaneità incarnando semplicemente noi stessi. “Mala” (Nicolò Vianello) e “Pala” (Marco Paladini) al di fuori della scena si comportano realmente così: sempre a battibeccarsi, pur volendosi bene”. Le Web-Serie sono un fenomeno in crescita. Bassi costi, meno vincoli e grande rapidità di condivisione. Cosa rappresentano per voi e che futuro avranno nelle vostre previsioni? “Indubbiamente il genere della web serie si è molto sviluppato negli ultimi anni: non ci sono vincoli e si può raccontare ciò che si vuole in un tempo relativamente breve. Credo che gran parte della popolarità si deve al contatto diretto con italiano di web series. Cosa vi aspettate? “Stiamo aspettando di conoscere il risultato delle selezioni. Ci sono tante web serie di qualità in concorso per cui l’esito non è scontato. Se dovessimo essere scelti sarebbe un grande onore, e avremmo l’opportunità di conoscere dei veri professionisti del settore e di farci consigliare da loro”. Progetti per il futuro? Ci sarà anche una terza edizione di “Rugagiuffa”, o magari una nuova web-serie? “La terza stagione non è ancora nei nostri pensieri ma se il pubblico che ci segue la richiederà potrebbe essere realizzata, anche se ciò comporterebbe la ricerca di finanziatori per avere attrezzature più adeguate. Inoltre, alcuni di noi si stanno dedicando a un progetto parallelo per alcuni committenti che unisce l’esperienza maturata nel video e nei social”. Vi piacerebbe che questo hobby diventasse il vostro vero lavoro? “Per quasi tutti noi la web fiction resterà solo un bellissimo hobby. Abbiamo infatti altri interessi e aspirazioni. Solo a Silvio, che è laureato in Arti Visive, auguriamo che Rugagiuffa rappresenti una vetrina per intraprendere una meravigliosa carriera artistica”. Chiara Sorrentino Dei film italiani in Mostra a venezia due sono già nelle sale: Non essere cattivo di Claudio Caligari (fuori concorso) e Sangue del mio sangue (in concorso) di Marco Bellocchio - parte 2 Il Bellocchio più intimo con un umanità giovanile senza speranza. Due ragazzi Vittorio e Cesare, amici da sempre e fratelli di vita, attraversano la loro giovane esistenza tra notti in discoteca, alcol e spaccio di droga. Una vita di eccessi che entrambi vorrebbero abbandonare. L’amore e il lavoro potrebbero fare da catalizzatore per una nuova vita, ma il richiamo della strada rimane irresistibile. Caligari, recentemente scomparso, chiude la sua trilogia iniziata con Amore tossico (1983) e L’odore della notte (1998) restituendo un quadro della situazione estremamente realistico su un Accattone odierno, non più sottoproletario ma ancora ai margini dell’esistenza e in continua lotta con se stesso. Bellocchio invece realizza il suo film forse più personale, chiamando a raccolta nel suo universo attoriale, Roberto Herlitzka, Toni Bertorelli, Alba Rohrwacher, i figli Pier Giorgio ed Il Vasco pensiero in Mostra a Venezia C Marco Bellocchio e Alba Rohrwacher Elena e il fratello Alberto. Poteva benissimo intitolarlo Cinema del mio cinema, ma il sangue è certamente più efficace. La ripetizione richiama la gemellarità che nel film è presente non solo perché il protagonista ha un gemello, ma per diverse situazioni di specularità in un racconto diviso a metà tra passato e presente. Al centro Bobbio, il suo paese natale, dove un vecchio convento poi divenuto carcere ospita i due tempi della narrazione. Nella prima parte Federico Mai è un soldato deciso a far seppellire il fratello suicida in terra consacrata. Per questo torna al convento dove il fratello era un sacerdote caduto nel peccato perché sedotto da suor Benedetta ora sottoposta a torture varie tese a dimostrare il suo patto col demonio. Sovrasta il tutto un potere che attraversa hiusura musicale per la 72° Mostra di Venezia, chiusura in bellezza con la vera grande rock-star italiana: Vasco Rossi. Escursione incuriosita nella creatività del nostro a bordo di una macchina dove due sconosciuti trasportano la sagoma life-size del rocker di Zocca. Dieci piccoli capitoli che scrutano in profondità il modo di comporre, di scrivere una canzone. Non un percorso biografico quindi, ma un sentiero nell’anima, un piccolo viaggio su come vivere e sopravvivere, in riva al mare o su un palco. Ci sono più parole che musica, pillole di saggezza e azzardi di semplicità per poi epilogare con l’anteprima del videoclip Quante volte, tratto dall’album Sono innocente. Obbligatorio per i fans. Da non perdere, su Raitre, sabato 26 settembre, alle 22,35. I.A. i secoli e giunge fino a noi simboleggiato da un personaggio vampiresco interpretato da Roberto Herlitzka, che da solo vale il film. Il suo colloquio dal dentista (Toni Bertorelli) è di una comicità travolgente e richiama alla memoria quello nella sauna di Bella addormentata. Li accomuna l’analisi spietata di un potere che sopravvive ai mutamenti sociali, politici e religiosi, vero vampiro che cavalca i secoli e la quotidianità grazie a una costante corruzione che tutto coinvolge. Assolutamente non casuali i nomi dei personaggi: il Conte si chiama Basta, il cavaliere si chiama Mai! Bellocchio è partito da due cortometraggi (il presente e il passato) realizzati nella sua scuola di cinema estiva e li amalgama con rara maestria, intrecciando situazioni e personaggi sullo sfondo di un paesaggio che oltre che geografico è soprattutto interiore. Ivan Andreoli N el 70esimo anniversario della seconda guerra mondiale resta un testimone prezioso di quei terribili anni. Qualcuno lo ha definito il don Bosco carpigiano. Qualcun altro si è spinto oltre accostandolo alla figura di Bernanos, l’autore del Diario di un curato di campagna. E tutti questi paragoni calzano a pennello conoscendo da vicino don Ivo Silingardi, la sua vita e le sue opere a favore del prossimo, dei giovani, dei bisognosi, la sua umanità e la grande fedeltà agli ideali cristiani cui mai è venuto meno. E l’accostamento a Bernanos pensiamo lo soddisfi perché egli ricorda sempre di essere figlio di contadini, nato in campagna. Don Ivo parla volentieri del suo passato e delle vicende drammatiche che hanno contraddistinto gli anni della guerra. Nonostante i suoi 95 anni, don Ivo rammenta perfettamente gli anni bui e difficili quando, partigiano della Brigata cattolica Italia, fu stretto collaboratore dell’allora vescovo di Carpi monsignor Virgilio Dalla Zuanna, il presuleeroe che seppe salvare la vita di 60 antifascisti che erano già stati addossati al muro di cinta della chiesa parrocchiale di Limidi per I l Comitato Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera ha inaugurato nella saletta della Fondazione Cassa di Risparmio di corso Cabassi la mostra fotografica che resterà aperta sino al 27 settembre Dare luce al silenzio, con scatti di Luigi Ottani e testi di Pierluigi Senatore, sulla tragedia nucleare di Chernobyl. Si tratta di una serie di immagini sconvolgenti e drammatiche sull’esplosione della centrale atomica Lenin in Bielorussia, allora Unione Sovietica, del 25 aprile del 1986: portò alla morte istantanea settemila persone e, ancora oggi, continua a mietere vittime tra quanti allora vivevano in quella località. Come hanno ricor- venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 15 L’Angolo di Cesare Pradella Il vescovo Dalla Zuanna e i fatti di Villa Emma nei ricordi di don Ivo Don Ivo essere fucilati dai militari delle SS. “Furono giorni terribili e drammatici quelli del novembre del 1944 – racconta don Ivo – contrassegnati da una lunga e laboriosa trattativa tra il vescovo Dalla Zuanna e il comando tedesco, grazie alla sua perfetta conoscenza della lingua tedesca, (oltre che di quella francese e della sua vasta cultura umanistica che gli donava carisma, autorevolezza, personalità). Trattativa che si concluse positivamente (mentre gli ostaggi erano già allineati al muro e un drappello di militari tedeschi aveva già le armi in pugno), con la liberazione degli ostaggi in cambio del rilascio di sei miltari tedeschi catturati nei giorni precedenti. Ci fu ugualmente un morto perché in quei momenti così carichi di tensione, uno degli ostaggi riuscì a liberarsi e a fuggire ma venne freddato dai soldati”. Don Ivo prosegue il suo racconto aggiungendo che “quell’episodio fu il fatto più eclatante tra tanti altri che si verificarono durante i suoi undici anni difficili e tribolati di permanenza del presule nella Diocesi carpigiana, contrassegnati prima da cinque anni di guerra e, successivamente, dalla presenza ‘scomoda’ di don Zeno Saltini con la sua Comunità Nomadelfia. Un uomo di grande spessore umano e di grande determinazione protagonista del periodo della Resistenza quando Carpi divenne luogo dell’opposizione cattolica alla Repubblica Sociale e all’invasione tedesca, ma anche della dura e aspra contrapposizione tra cattolici e comunisti, ben descritta da Ermanno Gorrieri nel suo famoso libro La Repubblica di Montefiorino: si arrivò all’uccisione di molti sacerdoti del modenese, come don Talè a Guiglia, don Preci a Montese, don Guicciardi a Lama Mocogno, don Lenzini a Pavullo e il giovane seminarista Rolando Rivi alle Piane di Mocogno. Per finire con l’assassinio, rimasto sinora impunito, dell’allora parroco di Fossoli don Francesco Venturelli avvenuto a guerra finita e a Liberazione fatta, nell’inverno del 1946. Per questa sua azione pastorale e di impegno civile, morale e religioso, monsignor Virgilio Federico Dalla Zuanna è stato insignito nel 2004, alla memoria, della Medaglia d’Oro al Merito civile dal presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi”. Don Ivo ricorda anche le vicende che coinvolsero Villa Emma di Nonantola e le figure di altri coraggiosi sacerdoti come don Arrigo Beccari, l’allora parroco di Nonantola e il medico del paese, Giuseppe Moreali (a cui Modena ha intitolato un viale del parco) che, tra il 1943 e il 1944, riuscirono a salvare la vita a 73 ragazzi ebrei che erano giunti a Nonantola da diverse località perché ricercati dalle SS. “Quei ragazzi – narra don Ivo – vennero ospitati e nascosti oltre che in parrocchia anche in abitazioni private e in case di campagna e don Beccari, con l’aiuto del dottor Moreali, riuscì a farli fuggire in Svizzera facendoli viaggiare di notte sui treni, abilmente camuffati e con documenti falsi. Erano ebrei tedeschi che fuggivano dal regime nazista ed erano diretti in Palestina, l’attuale Israele, ma l’occupazione tedesca dell’Italia e della Jugoslavia impedì loro di proseguire la fuga verso Est. Quasi tutti riuscirono successivamente a raggiungere Israele, come testimoniarono loro stessi dandoci in seguito notizia del loro sbarco sulle coste di Israele. Ma dopo l’8 settembre altri ragazzi in fuga vennero fatti uscire da Villa Emma, divenuto nascondiglio troppo esposto e trovarono rifugio chi nella Abbazia benedettina, allora diretta da don Mucci e don Pelati e chi in case di contadini, che rischiarono la vita per salvare e proteggere i giovani ebrei. Per questa loro opera umanitaria e religiosa, don Arrigo Beccari e il medico dottor Giuseppe Moreali sono stati insigniti dallo Stato di Israele dell’onorificenza di Giusto tra le genti, i loro nomi incisi all’interno dello Yad Vashem, il sacrario della Shoah di Gerusalemme e su due alberi nel Viale dei Giusti”. Davvero un uomo e un prete straordinario questo don Ivo per ciò che ha realizzato a Carpi e per Carpi e per il suo passato eroico a favore dei giusti e dei più deboli. Sempre all’insegna della Croce. Il Comitato Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera ha inaugurato nella saletta della Fondazione Cassa di Risparmio di corso Cabassi la mostra fotografica Dare luce al silenzio Per non dimenticare Chernobyl dato Ottani e Senatore, che andarono sul posto qualche tempo dopo insieme a Roberto Rebecchi, dando poi alle stampe un libro fotografico edito da Artestampa, il senso delle iniziative del Comitato Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera “è dar voce alle popolazioni contaminate e, più in generale, a un disastro che determinò settemila vittime e altrettanti malati, evento diversamente destinato all’oblio per il tentativo delle autorità russe, oggi come allora, di minimizzare la tragedia, uti- lizzando la cinica e burocratica frase, che dette anche il titolo al libro di Senatore e Ottani, ‘Niet problema’ ovvero ‘Nessun problema’. E impedendo contemporaneamente l’ingresso in Bielorussia di medici internazionali e dell’Organizzazione mondiale della sanità, così come di osservatori dell’Onu”. Presente al vernissage anche l’attrice Roberta Biagiarelli che ha letto alcune pagine di un toccante libro su quella tragedia scritto da una ragazza del luogo che riuscì a salvarsi, Svetlana Alexievich, dal titolo Una preghiera per Chernobyl. Nel libro Niet problema. Chernobyl 19862006 di Ottani e Senatore, ancora in vendita nelle librerie, vennero raccolti sul posto racconti e aneddoti della gente e testimonianze significative come quella dell’ex calciatore del Milan Scevcenko, proveniente da quella zona e del cantautore carpigiano Paolo Belli che ospitò per molti anni un bimbo di Chernobyl per favorire la decontaminazione da Cesio. E proprio Belli nel libro racconta la tragica realtà toccata con mano quando si recò in Bielorussia “contrassegnata da un grigiore generale che tutto copriva, dai palazzi anonimi e tutti uguali in stile sovietico, dagli abiti della gente e dalle facce cupe e serie delle persone. Un’immagine di tristezza e di disperazione difficilmente immaginabili e che non dimenticherò mai. E dovunque ritratti di Lenin e carri armati sovietici”. Ma ancora oggi, come è stato ricordato, resta il reattore nucleare numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, come vera e propria mina vagante, perchè il sarcofago di cemento che lo ricopre sta cedendo e altre radiazioni atomiche mortali potrebbero uscire a danno della popolazione. Cesare Pradella 16 venerdì 25 settembre 2015 L e buone idee a volte nascono dopo lunghi e laboriosi processi creativi; altre volte basta una semplice battuta per mettere in moto un meccanismo che porti a un risultato brillante. E’ il caso dei portachiavi realizzati da Marcello Gadda per il Comitatissimo della Balorda. Uno dei balordi, Luiz, non aveva ancora scoperto il simbolo # (per i profani cancelletto): si legge hashtag a la sua popolarità è legata alla nascita di Twitter, che ha usato gli #hashtag come simbolo per contrassegnare le parole chiave e indicizzare i contenuti in modo semplice. Facebook li ha introdotti nel 2013, ma chi non mastica social network, tag e affini ancora non ha ben chiaro di cosa si tratti. Quando alcuni balordi hanno spiegato a Luiz come leggerlo, il collegamento con il dialetto carpigiano è stato automatico: “Hasthtag dadio!” (“sto da Dio”). Dopo la risata collettiva, l’idea di stampare alcuni portachiavi e di venderli a due euro: tolte le spese di realizzazione, il ricavato viene devoluto ai clown di corsia dell’associazione Vip (Viviamo in anno XVI - n. 35 Tolte le spese di realizzazione, il ricavato dei portachiavi ideati da Marcello Gadda per il Comitatissimo della Balorda viene devoluto ai clown di corsia dell’associazione Vip che allietano le giornate dei piccoli ricoverati in pediatria al Policlinico di Modena Più che balordi, generosisssimi! ne, ufficializzata e messa in albo, conta oggi 42 iscritti tra Carpi, Novi e comuni limitrofi e vanta anche un presidentissimo onorario, Daniele Verrini. Ecco alcuni punti vendita dei portachiavi #Dadio del Comitatissimo della Balorda: il Madera, il Bar Nero, il Bar Roma, l’Ottica Lugli, Blond a Carpi, la Polisportiva Sanmarinese, il Poldo Cafè a Soliera, l’Ostello Filippo Neri di Modena e il locale Botte di vita a Guiglia. Clarissa Martinelli Positivo Onlus) che allietano le giornate dei piccoli ricoverati in pediatria al Policlinico di Modena. Ad oggi sono già 1.500 i pezzi venduti e altri 500 sono in stampa. “Cerchiamo di unire un linguaggio datato a uno più moderno – spiega Alberto Gasparini, presidente della Balorda – hashtag e dialetto. Mettia- mo in moto un messaggio positivo e facciamo qualcosa di buono per gli altri”. La Balorda, nata una ventina d’anni fa come “manifestazione antisportiva con veicoli su due-tre-quattrosei ruote con travestimenti”, si svolge l’ultima domenica di maggio e ha finalità benefiche. Il Comitatissimo (“Da noi è tutto issimo - spiega ridendo Gasparini – perché siamo gasatissimi, bellissimi e divertentissimi”) è nato nel 2010 con l’affiliazione all’Arci. L’associazio- venerdì 25 settembre 2015 Al mè dialètt... di Massimo Loschi di Massimo Loschi Diventare milionari ora sembra facile, basta un cartoncino del gratta e vinci, una moneta e il gioco è fatto, ma… Al Grata e Vins Il Gratta e Vinci A m’éra gnu vója ed pruvêr anch’a mè anch perchè ho vist che adês il fan in tant, mè a n’sò, mô era cunvint chisà perchè d’èsèr bôun ed vinsêr, mô d’vinsêr tant. Era venuto il desiderio di provare anche a me perché ho visto che ora lo fanno in tanti, io non so, ma ero convinto chissà perché di essere capace di vincere, ma vincere molto. Dôp, avrèv psu cumprêr quêši mêš mònd achsè, cùmà s’prèv cumprêr... ‘na sàraca, avrèv tachèe a viašêr in lêrgh e in tònd e in ogni fêsta... sê, avrèv fat baraca. In seguito, avrei acquistato quasi mezzo mondo cosi, come si potrebbe acquistare… un gnint, avrei iniziato a viaggiare in largo e in tondo e in ogni festa … si, avrei fatto faville. Ho cuminciè dènd man al pôrtafój per chi bigliètt chi ciamèn “grata e sfréga” cun la šmania ed cavêrèm tùtì al vój sól sfèrghènd ó gratènd cun ‘na munéda. Hò iniziato mettendo mano al portafoglio per quei biglietti che chiamano “gratta e sfrega” con il desiderio di levarmi tutti i desideri solo fregando o grattando con una moneta. Mè a v’dìgh... ch’ho pruvèe mansêin e drìtt, con i díi incrùšèe per scànšlêr la caja mô ch’éra facil vinsèr... chi l’ha dìtt? Ch’l’éra péš ed cla gùcià trà la paja. Mà vi dico… ho provato mancino e destro con le dita incrociate per cancellare il malocchio ma che era facile vincere… chi l’ha detto? Che era peggio di quell’ago tra la paglia. Di numèr ed chi bôun? Mô gnanch l’insègnà! Sól ‘na quêlch brišlêina ed prémi... môdêsta ch’a baratêva ed cólp, anch per fêr prìmà cun di nóv biglìètt, pinsèe sól che têsta. Dei numeri buoni? Nemmeno il segno! Solo qualche briciolina di premio… modesta che cambiavo svelto, anche per sollecitare con nuovi biglietti, pensate che testa. Achsè, barata e pêga, grata e sfrèga cun ‘na šmanja, ‘na specie ed févra adôs ch’a mè rêstèe in man sól l’ultma munéda e al pôrtafój scùnìi, ridòtt a l’ôs. Così, cambia e paga, gratta e sfrèga con desiderio, una febbre addosso che mi è rimasta in mano solo l’ultima moneta e il portafogli inaridito, ridotto all’osso. Esordisce il 26 settembre al Circolo Mattatoyo la prima edizione del festival GoodMYe: dalle 17 alle 24, si alterneranno spazi di musica, arte e autoproduzioni, reading letterari, cibo e birra artigianale locale L’estate non finisce mai al Mattatoyo… E sordisce il 26 settembre al Circolo Mattatoyo la prima edizione del festival GoodMYe, puntata zero di un evento che si propone di diventare appuntamento costante di anno in anno, per addolcire la fatidica frase “l’estate sta finendo” festeggiando insieme e accogliendo le novità e la varietà culturale che la stagione l’autunnale porta con sé. GoodMYe, pensato e organizzato interamente dall’Arci Mattatoyo, sarà infatti l’occasione per inaugurare la stagione 2015/16 del circolo, attraverso un momento di socialità e condivisione che coinvolga tutta la cittadinanza attraverso vari linguaggi espressivi: dalle 17 alle 24, si alterneranno spazi di musica, arte e autoproduzioni, reading letterari, cibo e birra artigianale locale. Per favorire il clima di aggregazione è stato creato un programma diversificato, al fine di raggiungere un pubblico il più ampio possibile e dare spazio ad artisti di qualità che sono presenti nel nostro territorio. Si partirà dalle 17 con un angolo cre- ativo legato al fumetto e all’illustrazione. Grande spazio verrà dato alla musica, grazie alla partecipazione di 5 band, tra cui gli headliners Minnie’s con il loro punk rock milanese e nomi quali Altre di B da Bologna e i carpigiani BePolaroids. “Durante la serata - spiegano gli organizzatori - verrà anche ricordata la morte di Federico Aldrovandi, avvenuta proprio il 26 settembre, attraverso una lettura, per legarci idealmente alla tre giorni di eventi che si terrà contemporaneamente a Ferrara in memoria del ragazzo. Questa scelta è legata alla volontà di affrontare temi sociali e civili che riteniamo fondamentali e che da oltre un anno stiamo cercando di portare avanti come Circolo Mattatoyo”. Anche nella scelta culinaria e delle bevande GoodMYe festival punta alla qualità grazie a una varietà di birre artigianali alla spina prodotte dal Birrificio Artigianale Dada di Correggio. Sarà presente un punto ristoro attivo dal pomeriggio con panini, patatine, piatti vegan e dolci. anno XVI - n. 35 17 “Aiutate il commercio della vostra città” di Clarissa Martinelli [email protected] Ciao Clarissa, ho un negozio non molto distante dal centro storico di Carpi e vorrei lanciare un appello: entrate a comprare. Comprate una cosa in meno, ma non alimentate le mafie che realizzano capi contraffatti o a prezzi ridicoli su bancarelle abusive facendo lavorare in nero nuovi schiavi, non fate altro che impoverire la società. E anche gli acquisti su Internet sono accattivanti, ma vale la pena per risparmiare 5 euro immaginare tra qualche anno tutti i centri storici deserti notte e giorno? Chi compra da me fa lavorare il fornitore, il rappresentante e il trasportatore tra gli altri. Tutti posti di lavoro che vacillano se basta il clic sul web nel sito cinese. Noi commercianti teniamo pulita la zona antistante i negozi, abbiamo vetrine illuminate e colorate, incentiviamo le persone a passeggiare e vivere il centro, paghiamo affitti ed evitiamo che palazzi storici diventino decadenti topaie, ma è difficile immaginare che possa durare ancora a lungo se entra poca gente a comprare e i prezzi di gestione degli esercizi salgono di giorno in giorno. Speravo venissero aboliti almeno gli N elle opere dell’artista veneziano Tobia Ravà una trama cabalistica stende su ogni soggetto raffigurato una fitta rete di sequenze numerologiche, ispirate alla tecnica della ghematrià, ovvero il sistema ebraico di permutazione tra parole e numeri impiegato per decrittare il significato celato e mistico dei testi. Nella loro inesauribile combinazione, le sequenze sembrano indicare la costituzione invisibile degli oggetti, l’ermetica rete di immanenza con la quale essi attraversano il tempo: sia quando sono apparentemente non più in uso (come una vecchia macchina da cucire o un macinino da caffè), sia quando invece sono patrimoni da custodire per le generazioni future, come i paesaggi cari all’artista per le loro implicazioni etiche ed ecologiche. Con la mostra allestita nei locali della carpigiana Darkroom SilmarArtGallery l’artista, che discende da un garibaldino emiliano, torna anche alle sue radici biografiche. studi di settore che mi costringono a pagare tasse per importi che non guadagno da anni, ma quella forma di “pizzo” resta. Gli scontrini li batto tutti e i conti non tornano. Per far vivere la città bisogna credere anche in chi investe per tenerla in ordine o chiudiamo, arrivano 26 e 27 settembre Il giorno del dono I l nuovo consiglio di Amica Associazione amici delle case di residenza e centri diurni ha deciso, unitamente alla Direzione dell’Asp Terre d’Argine, di promuovere un’attività volta a incoraggiare i volontari a proseguire nella loro indispensabile collaborazione cercando altresì uno sviluppo dell’associazione. A tal proposito, il 26 e 27 settembre, ha organizzato l’iniziativa Giorno del dono - Riconoscersi l’uno dono solo catene straniere (spesso con cose fatte da bambini in Bangladesh) e negozi etnici finché conviene e poi andranno altrove anche quelli. Lettera firmata P ubblico volentieri questa lettera che offre un interessante spunto su cui riflettere. per l’altro. L’evento si compone di due momenti: sabato 26, a partire dalle 9, si terrà una conferenza presso la Sala Congressi di viale Peruzzi. L’incontro, introdotto dall’onorevole Edoardo Patriarca, prevede gli interventi del professor Giannino Piana, insegnante di Etica presso l’Università di Urbino e l’Università di Torino, del presidente di Amica Claudio Bertani e delle autorità presenti. Domenica 27, a partire dalle 15,30, appuntamento con una festa presso la Casa di Residenza per anziani Tenente Marchi di via Catellani 9/a. Alla Darkroom SilmarArtGallery esposizione delle opere dell’artista Tobia Ravà, a cura di Chiara Iemmi Codici trascendentali L’esposizione Codici trascendentali - Eternità e temporalità delle cose proseguirà fino al 18 ottobre. Orari di apertura: dal lunedì al sabato 9.30 -12.30 e 16 - 19. Chiuso giovedì pomeriggio e domenica. Domenica 4 ottobre, alle 15, al Circolo Guerzoni Una tombola per don Gallo L a coppia carpigiana formata da Maura Casali e Lauro Veroni organizza al Circolo Loris Guerzoni, di via Genova, domenica 4 ottobre, a partire dalle 15, una tombola per raccogliere fondi da destinare alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova, fondata dal rimpianto Don Andrea Gallo. Un pomeriggio all’insegna della leggerezza e della spensieratezza ma, soprattutto della solidarietà. Con soli 10 euro si potrà giocare a tombola, fare una merenda a base di dolci rigorosamente fatti in casa e, chi vorrà, potrà acquistare anche alcuni biglietti della lotteria - 2 euro l’uno - e, con un pizzico di fortuna, sperare di vincere i premi in palio, offerti da varie ditte del nostro territorio. “Tutto il ricavato - conclude Maura andrà alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova”. Don Gallo 18 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 L’aforisma della settimana... “Le case felici sono costruite con mattoni di pazienza”. appuntamenti Dal 24 al 27 settembre la poesia animerà otto comuni modenesi Poesia protagonista nei borghi antichi Mostre CARPI Fino al 27 settembre Dare luce al silenzio Foto di Luigi Ottani In occasione dei vent’anni del Comitato Progetto Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera Saletta Fondazione Cassa di Risparmio Fino al 30 settembre L’umorismo ai tuoi piedi Personale di Gianni Chiostri O&A Centro Affari Fino al 18 ottobre Tobia Ravà Codici trascendentali Darkroom SilmarArtGallery Fino al 1° novembre Trame e Colori - Intrecci tra Arte e Maglieria Mostra a cura di Pierluigi Sgarbi Opere di Carlotta Bertelli/Gianluca Guaitoli Luigi Bertogalli Giamprimo Bertoni Dario D’Incerti Fabio Iemmi Stefano Mariani Claudia Marini Mr Fijddor Ketty Tagliatti Elena Viappiani Appartamento Inferiore di Palazzo Pio Fino al 22 novembre La reinvenzione del violoncello - Partiture classiche tra musica e immagini Mattia Cipolli, violoncello Giovanni Franzoi, video Giulio Zanet, opere su tela Spazio Meme Fino al 6 gennaio Costruire il Tempio Alla ricerca del progetto di B. Peruzzi per la Collegiata di Carpi Curatori: Andrea Giordano, Manuela Rossi ed Elena Svalduz Musei di Palazzo dei Pio Fino al 6 gennaio Tutti invitati! Tavole povere, tavole imbandite Curatela e testi: Natascia Arletti in collaborazione con Manuela Rossi Museo della Città Eventi CARPI 25 settembre - ore 21 Omaggio a Tullio Romano Orchestra di Fiati, diretta dal professor Massimo Bergamini e il Coro, diretto da Orestina Gibertoni dell’Istituto Harold E. Kohn Giovanni Lindo Ferretti, nel riquadro Michele Serra P oesia Festival presenta la sua undicesima edizione e dal 24 al 27 settembre la provincia modenese che si adagia ai piedi del primo Appennino sarà lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna di inizio autunno dedicata alla poesia e ai poeti dell’Unione Terre di Castelli (formata dai comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola) e dei comuni di Castelfranco Emilia e Maranello. Voci che testimoniano quanto la poesia sia uno strumento prezioso e malleabile, in grado di parlare alle donne e agli uomini del nostro tempo. Un festival che parla di poesie e di un intero territorio ricco di bellezza, gastronomia ed eccellenze produttive. I poeti Franco Loi, Umberto Fiori, Aldo Nove, Milo De Angelis e Livia Candiani e l’editore e traduttore Nicola Crocetti saranno tra i principali protagonisti dell’edizione 2015 di Poesia Festival; a confermare una vocazione internazionale contribuirà la presenza di Michael Krüger, poeta tedesco la cui Franco Loi opera in versi riflette sulle perdite e lo spaesamento del cittadino globale con raffinate e ironiche analisi. Inoltre il Giro d’Italia della Poesia, una rassegna che punta a utilizzare la poesia come lente di ingrandimento per leggere le città e i luoghi della Penisola, presenterà al pubblico numerose importanti voci del panorama italiano. Ai poeti di oggi faranno da controcanto le esibizioni dedicate a grandi maestri del passato e spettacoli in bilico tra verso e performance: saranno a Poesia Festival Luis Bacalov e Cosimo Damiano Damato con Poetry Soundtrack, il cantautore Dente nella doppia veste di scrittore e musicista, i Têtes de Bois con un omaggio a Leo Ferré, Paola Pitagora che darà voce al Leopardi “privato” attraverso rari documenti e corrispondenze, Giovanni Lindo Ferretti narratore delle sue storie d’Appennino e Michele Serra che insieme al gruppo folk degli Enerbia ricorderà la figura del poeta Giorgio Caproni, un protagonista della cultura italiana del secondo Novecento. Poesia Festival è un modello di festival diffuso originale, che per quattro giorni anima otto comuni, uniti nell’intento di offrire al pubblico un momento di scoperta, apprendimento e un intrattenimento di qualità completamente gratuito. La terza edizione di Modena Motor Gallery, in programma sabato 26 e domenica 27 settembre a ModenaFiere, mette in mostra anche le auto più piccole del mondo Incredibili Bubblecars L a comodità di una macchina e l’economicità e praticità di uno scooter: per avere queste caratteristiche in contemporanea nascono negli Anni’50 le Bubblecars. Auto colorate, dalle forme accattivanti, molto spesso frutto di impegnativi esercizi di design che danno luogo a linee mai viste, in macchine che sembrano giocattoli. Tutto questo per dar vita a un perfetto mix tra la classica automobile e il più pratico scooter. Questo nuovo concetto di auto, ideato per soddisfare le esigenze di un mercato in continua evoluzione, mise alla prova la creatività di molti progettisti - soprattutto italiani - che cercarono di dare una forma nuova ai tradizionali canoni estetici. Nascono così modelli come la Isetta, la più famosa tra le microcar, o la Goggo Dart, molto rara in Italia: 400 cm3, 100 km orari in due tempi, meccanica tedesca Goggomobil, costruita in Australia. Entrambe le microcar, oltre ad altre vetture, per gentile concessione del Museo A.M.E.S. di Sassuolo saranno esposte a ModenaFiere il 26 e 27 settembre nell’ambito della terza edizione di Modena Motor Gallery. E ancora faranno bella mostra di sé al Salone modenese una Lolugrafo, anno 1946, carrozzeria alluminio, motore monocilindrico, volugrafo denominato Bimbo, CV 5, velocità 60 km all’ora, e una Messerschmitt K R 200, nata dalla conversione dell’industria bellica tedesca, che si guida come una moto uno dietro l’altro. E poi una Vespa 400 Acma, progettata da Corradino d’Ascanio - vetturetta estremamente compatta di 2 metri e ottanta centimetri, 14 cv per 360 kg, capace di andare fino a 90 km all’ora – che per un patto di non belligeranza verso la Fiat che in quegli anni pensava alla mitica 500, la Piaggio fece costruire in Francia nello Stabilmento della ACMA di Faurchambault. Ma a Modena Motor Gallery sono anche altre le esposizioni collaterali in programma: da una grande mostra dedicata all’Aerautodromo di Modena, che racconterà avventure di uomini, ingegno e motori legati a questo luogo a La Tecno di Bologna: quando una piccola azienda sfida il mondo delle competizioni, che consentirà di ammirare le splendide monoposto create dai Fratelli Pederzani, ma anche di ripercorrere i momenti più importanti della loro singolare avventura rievocati dalla viva voce dei protagonisti. E ancora: un’esposizione in ricordo di Juan Manuel Fangio e, per la prima volta in una manifestazione di questo tipo, si terrà la prima edizione di Modena Motor Gallery PhotoContest Gente e Motori. Promosso da AC Factory, si tratta di un concorso fotografico aperto a tutti i visitatori del salone. La Strada degli artigiani ospiterà invece 50 aziende tra le più affermate in Italia e punterà l’attenzione sulla tutela e formazione di questo settore che rischia di essere ridimensionato dalla mancanza di personale giovane qualificato. Nella Piazza dei Privati, ci sarà la possibilità di scambiare o vendere la propria auto o moto storica. venerdì 25 settembre 2015 Il Palazzo del Governatore di Parma ospita fino al 25 ottobre la mostra del National Geographic, Il futuro del cibo. A cura di Marco Cattaneo Come l’aria, come l’acqua, il cibo è vita anno XVI - n. 35 19 appuntamenti Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli di Modena e Carpi in concerto Una serata di musica e parole dedicata al musicista fondatore del Marcello’s Ferial e alla musica leggera italiana Con Fio Zanotti, compositore e direttore d’orchestra e Marco Moser, giornalista musicale Piazza Garibaldi 25 settembre - ore 21 A testa alta Conduce Baldessarro, direttore rivista Narcomafie Intervengono Gaetano Saffiotti, imprenditore, testimone di giustizia Cinzia Franchini, presidente nazionale FITA/CNA Auditorium San Rocco Rassegna di concerti aperitivo di musica da camera con chitarra AperiGuitar Programma 26 settembre - ore 17.30 La sonata Duo di violino e chitarra Matteo Bertani, violino Matteo Magnani, chitarra Con interventi di M. di Nuzzo, chitarra sola Musiche di Margola, Giuliani, Ponce Auditorium Carlo Rustichelli I l cibo è connessione, il cibo è celebrazione, sostentamento. Ma soprattutto, nel XXI secolo, il cibo è una sfida globale. Una sfida che entro il 2050 riguarderà 9 miliardi di persone. Come nutrire tutti in modo sostenibile per il pianeta? Di pari passo con l’aumento della popolazione umana aumentano i nostri bisogni, e le aspettative. Oggi centinaia di milioni di persone soffrono di malnutrizione e di “insicurezza alimentare”, mentre quasi 1 miliardo e mezzo di persone sono obese o sovrappeso. National Geographic esplora e analizza tutti gli aspetti di questa grande, e immane, sfida con una serie di articoli e con una grande mostra, Food, Il futuro del cibo, la quale farà tappa al Palazzo del Governatore di Parma, fino al 25 ottobre. La mostra è composta da oltre 90 fotografie scattate in tutto il mondo dai migliori professionisti del magazine e da una serie di grafici e testi che gettano luce sulle diverse problematiche legate al futuro del cibo: l’impatto dell’agricoltura e dell’allevamento di bestiame sulle acque, sul clima, sul territorio, sulle foreste, l’incremento esponenziale dell’acquacoltura, ma anche lo spreco alimentare e il nuovo volto della fame, così come la prossima rivoluzione verde. I fotografi in mostra: Robert Clark, Craig Cutler, David Doubilet, T re giorni dedicati all’arte moderna e contemporanea, spaziando dallo storicizzato alle avanguardie, dalla street art alla pop art, con grandi nomi e giovani emergenti. E’ ampio il panorama offerto da Immagina – Arte in Fiera, la mostra mercato organizzata in sinergia tra S.G.P. e FieREmilia che si terrà presso i padiglioni del quartiere fieristico di Reggio Emilia dal 26 al 28 settembre. Una fiera storica, che di anno in anno si rinnova per andare incontro alle esigenze degli appassionati d’arte. Per questa edizione, la numero 17, una quarantina di selezionate gallerie provenienti da tutta Italia porteranno il meglio delle loro collezioni, offrendo un’ampia scelta tra diversi correnti artistiche e tra autori di fama internazionale ed emergenti. Fitto anche il calendario degli eventi collaterali, in fiera e fuori fiera: da segnalare la 26 settembre - dalle 16.30 Goodmye - The very last Summer Festival Un festival per salutare l’estate e abbracciare l’autunno Concerti, giocoleria, letture e punto ristoro Circolo Arci Mattatoio 26 settembre - ore 21 Concerto per l’apertura straordinaria Cattedrale Duomo Alessandro Gandolfi, Ashley Gilbertson, Robin Hammond, Kitra Cahana, Gerd Ludwig, Alex Masi, Matthieu Paley, Antonio Politano, Jim Richardson, Stephanie Sinclair, Brian Skerry, George Steinmetz, Paulette Tavormina ed Amy Toensing. La mostra comprende inoltre una serie di scatti d’epoca intitolata Come eravamo, con foto di William Albert Allard, Jonathan Blair, Jules Gervais Courtelle- mont, Willard Culver, Bruce Dale, Gordon Gahan, Justin Locke, Luis Marden, B. Anthony Stewart ed Edwin L. Wisherd. Saranno esplorate le possibili soluzioni e la centralità del cibo nelle diverse comunità allo scopo di promuovere consapevolezza collettiva a tutti i livelli, dalle case alle scuole, ai consigli di amministrazione e oltre. Perché ciascuno, nel suo piccolo, può contribuire e fare la differenza. Con questa Dal 26 al 28 settembre presso il quartiere fieristico di Reggio Emilia L’arte contemporanea in mostra mostra prosegue l’impegno di National Geographic per promuovere la consapevolezza globale sul problema del futuro del cibo: un impegno che ha già dato vita a una serie speciale di articoli pubblicata sulla rivista e sul web nel corso dello scorso anno, e che ha visto anche un accordo di collaborazione concluso tra la Society e la Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. singolare e spettacolare performance di Angelo Brescianini (Galleria Il Minotauro), artista lombardo celebre per le sue Espansioni, particolari opere realizzate sparando contro supporti in acciaio e ottenendo così estroflessioni in grado di raccogliere la luce. Grande interesse suscita anche l’originalissima installazione Self service Art, il distributore automatico di arte contemporanea di Antonella Mazzoni (Galleria Rezarte): una proposta di condivisione di pensieri e opere creative con fruizione democratica e collettiva. Dal programma fuori fiera si evidenzia The Art o Food Valley, presso la Galleria Rezarte, che coniuga arte, eccellenze gastronomiche e valorizzazione del territorio. Infine, presso il centro commerciale I Petali, durante i giorni della manifestazione sarà presente un’installazione proposta dalla Galleria Bonioni. 26 settembre - ore 18/03 Silent Party Festa di fine estate Piazzale Re Astolfo 26 settembre - 10 alle 17 Festival della Gastroenterologia Auditorium Biblioteca Loria 27 settembre - ore 17 Chiamati ad accogliere Incontro con Maria Angela Bertelli, missionaria in Thailanda Sala Congressi 27 settembre Il mondo delle Api Con Mirco Pellacani Oasi la Francesa 27 settembre - ore 16/19 La patente è qui - Educazione stradale per i bambini Borgogioioso 27 settembre - ore 10/13 Un viaggio tra i sapori del Mondo Giornata di promozione del Mercato Equosolidale Parco Giovanni Paolo II 20 venerdì 25 settembre 2015 C he sarebbe stata dura lo sapevano anche i tifosi più ottimisti, ma che il Carpi potesse pagare uno scotto di sfortuna di tali dimensioni non era davvero preventivabile. Perché se si esclude lo sciagurato primo tempo dell’esordio a Genova, al Carpi, amnesie e leggerezze difensive a parte, si può rimproverare davvero ben poco. Una squadra che si è costantemente migliorata, trovando, anche grazie agli inserimenti last minute dei veterani della Serie A Cristian Zaccardo e Marco Borriello, la solidità necessaria nei momenti di grave difficoltà. Purtroppo il calcio non vive di piccoli passi ma, alle innegabili migliorie, abbina la necessità materiale di guadagnare punti per arrivare il prima possibile alla fatidica “quota 40”, da molti considerata la soglia di tranquillità. Con questi presupposti il Carpi, silenziosamente, senza proclami ma con tanta motivazione e orgoglio, scende nella Capitale per affrontare la fortissima Roma di mister Rudi Garcia, lanciatissima in classifica. Una squadra, quella capitolina, imbottita di grandi talenti e costruita con l’investimento di ingenti capitali e il solo obiettivo di approfittare del momentaneo vuoto di potere in Serie A, considerata la parabola discendente intrapresa dalla Juventus dopo gli addii dei senatori Andrea Pirlo, Arturo Vidal e Carlos Tevez ancora non perfettamente assimilati. Edin Dzeko, Mohamed Salah, Francesco Totti (che contro il Sassuolo ha segnato il gol numero 300 in Serie A), Juan Manuel Iturbe e Gervinho compongono la prepotente batteria di sfondamento di una squadra che sulla grande capacità realizzativa basa la propria forza. E se contenere un attacco del genere non sarà facile, per capitan Zaccardo e compagni, non sarà semplice nemmeno superare il centrocampo guidato da Daniele De Rossi e ricco più che mai di qualità dato lo straordinario stato di forma dei vari Pjanic e Naingollan. Il punto debole arriva dalla difesa dove, storicamente, i lupacchiotti giallorossi non risultano ermetici dai tempi dello scudetto di Fabio Capello quando la retroguardia era guidata da un certo Walter Samuel soprannominato poi The Wall. E’ sulle ripartenze che il Carpi dovrà essere bravo a colpire per sperare di strappare punti a una Roma fortissima che però pecca di narcisismo. A tal proposito potrebbe essere la partita perfetta per due splendidi interpreti del contropiede: Antonio Di Gaudio e Jerry Mbakogu. Enrico Bonzanini anno XVI - n. 35 Carpi Calcio - Difficile trasferta quella che aspetta i biancorossi, domenica 27 settembre, contro la Roma Trasferta Olimpica Ph Fotostudio Silmar - Carpi FC Tra i tanti volti nuovi del Carpi di questa stagione si sta distinguendo lo svizzero di origini italiane Matteo Fedele Voglia di riscatto T ra i tanti volti nuovi del Carpi di questa stagione si sta distinguendo lo svizzero di origini italiane Matteo Fedele. Alto, biondo, tatuato e di poche parole: così si presenta il ragazzone, classe ’92 di Losanna, nato calcisticamente in Francia, nel Lille, dove è stato plasmato per il grande calcio europeo. In molti hanno immaginato che il suo acquisto, in prestito con diritto di riscatto dal Sion, da parte del Ds Sean Sogliano, fosse il classico colpo di completamento di una rosa che, in modo particolare a metà campo, aveva già tanti interpreti. Fedele si è messo a disposizione di mister Castori e, settimana dopo settimana, ha sbaragliato la concorrenza rendendo la propria presenza fondamentale nel bilanciamento tattico della squadra. Titolare a grande sorpresa contro l’Inter, lo svizzero di origini napoletane non ha più abbandonato il suo ruolo di mezzo interno sinistro risultando in tutte e tre le ultime partite tra i più positivi. Appassionato di rap francese, ragazzo riservato e grande amante della Pizza, Fedele non ha il gol nel suo Dna avendone segnato soltanto uno in tutta la carriera con la maglia del Sion, su calcio di punizione. Si definisce un giocatore cattivo ma, in realtà, non eccede mai negli interventi fallosi e, soprattutto, risulta tremendamente bravo nella fase di interdizione e nel recuperare palloni senza colpire se non in rare occasioni. In carriera ha ricoperto anche il ruolo di difensore centrale e tutte queste peculiarità lo rendono una delle più belle sorprese di questo Carpi di inizio stagione. Nella vita ha dichiarato di voler incontrare un giorno - e poterlo marcare - il capitano della Roma Francesco Totti, del quale è idolo sfegatato sin da quando era bambino. Il destino, non sempre beffardo, sabato gliene darà l’occasione. Enrico Bonzanini Via S. Giorgio 35/D - Rio Saliceto (RE) - Tel. 0522.699703 [email protected] - www.tessilgoal.it venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 21 Un grande villaggio dedicato ai più piccoli, dove riscoprire la dimensione del gioco e dello sport. Domenica 27 settembre, Piazza Martiri, si colorerà di divertimento, movimento e fantasia, grazie all’impegno del Centro sportivo italiano, Comitato di Carpi e Castello dei Ragazzi Sport e gioco uniti per una buona crescita U n grande villaggio dedicato ai più piccoli, dove riscoprire la dimensione del gioco e dello sport. Domenica 27 settembre, Piazza Martiri, si colorerà di divertimento, movimento e fantasia, grazie all’impegno del Centro sportivo italiano - Comitato di Carpi e Castello dei Ragazzi. Vispo - Villaggio dello sport e del gioco, nato in punta di piedi dopo il sisma del 2012 per animare e rivitalizzare il centro storico, è giunto quest’anno alla sua quarta edizione e propone numerose novità, come spiega il presidente del Csi di Carpi, Guido Leporati: “riempiremo la piazza con una serie di postazioni dedicate alle attività “Confidiamo amicizia che lo sportive e, permeano”. di far apper la prima A scendere in passionare volta, al gio- sempre più bambini piazza, dalle co. Il nostro allo sport perché 10 alle 12,30 e obiettivo è dalle 15 alle 19, ciò che ci anima è il infatti quello desiderio di aiutarli con la colonna di accomsonora targata a crescere in modo pagnare i sano e divertente, fa- Radio Bruno, più giovani, cendo sperimentare saranno “badai 6 ai 14 seball, ginnaloro la bellezza di anni, in un quel senso di unione stica artistica e percorso che ritmica, basket, e di amicizia che lo dal gioco golf, tiro con permeano”. conduce alla l’arco, nordic pratica sportiva. Confiwalking, ciclismo, danza, diamo di far appassionare arrampicata, pallavolo, calsempre più bambini allo cio e badminton. Bambini sport perché ciò che ci ani- e ragazzi potranno mettersi ma è il desiderio di aiutarli in gioco e sperimentarsi a crescere in modo sano e sul campo ma - ribadisce divertente, facendo speriSamantha Loschi, responmentare loro la bellezza di sabile organizzativa - in un quel senso di unione e di clima ludico e non compe- S i è svolta mercoledì scorso la cerimonia ufficiale di inaugurazione del Centro Tennis comunale di Carpi, affidato alla nuova gestione Sport per Tutti – Uisp Modena, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, tra cui il sindaco di Carpi Alberto Bellelli e i presidenti UispModena Giorgio Baroni, Sport per Tutti ssd Gino Montecchi e della Consulta dello Sport carpigiana Nilo Diacci. In occasione del taglio del nastro - al quale hanno partecipato numerosissimi frequentatori del centro e dei corsi tennis - sono stati illustrati i lavori svolti da parte delle istituzioni comunali e dalla società Sport per Tutti, affidataria della gestione dell’impianto. Entro la fine del mese di ottobre l’impianto vedrà la sostituzione di tutti i sei palloni pressostatici con caldaie di ultima generazione, la creazione di una palestra e la riqualificazione della palazzina. Il tutto con numerose attività al via, Da sinistra Emilia Ficarelli, Simone Morelli, Guido Leporati, Samantha Loschi ed Eleonora Vescovini titivo perché il messaggio che vogliamo veicolare è quello del rispetto delle regole, degli spazi e dei propri compagni di gioco”. Ovvero i valori che dovrebbero costituire le colonne portanti dello sport, perlomeno quello che si rivolge a tutti, il cui imperativo non è vincere, bensì partecipare, recuperando così il suo significato più vero. Quello più autentico: lo sport come gioco educativo e socializzante. A uscire dalle proprie mura e portare il gioco in Piazza, sarà anche il Castello dei Ragazzi, come sottolinea la responsabile Emilia Ficarelli: “vorremmo coinvolgere le famiglie, af- finché anche i genitori non doppiato le presenze e del siano meri spettatori bensì grande afflusso registrato attori protagonisti insieme in occasione dell’apertura ai propri figli. L’obiettivo della Biblioteca dei Ragazdell’Ammizi durante la “Dalle trotnistrazione tole si potrà manifestazioComunale passare allo ne Carpi c’è”. è quello di Due le proSnug, grande far vivere in poste ludiche gioco urbano che modo diverso consente ai ragazzi in campo: il la piazza, di campionato di saltare, arrampirenderla ancor trottole e carsi, stare in equili- delle più fruibile, lo Snug. “Abbrio, rotolarsi, soprattutto, biamo scelto per giovani e muoversi… di affiancare Un gioco bello, di famiglie. Una un gioco della design, in grado di scommestradizione arredare lo spazio sa che pare a una granvinta a fronte urbano che speria de novità. mo possa occupare del successo Da una lato un angolo di della Dama i bambini piazza in modo della Torre potranno lanpermanente”. che ha radciarsi in gare mozzafiato su una grande pista per le trottole e, grazie alla presenza dell’Associazione Il Tarlo, un artigiano tornitore realizzerà sul momento trottole in legno tutte da decorare e personalizzare. Non mancheranno poi giochi in legno della tradizione popolare, realizzati a mano con materiali naturali e di recupero, con cui giocare insieme ad amici e genitori. Dalle trottole - prosegue Ficarelli - si potrà passare allo Snug, grande gioco urbano (fatto di pezzi modulabili e implementabili) che consente ai ragazzi di saltare, arrampicarsi, stare in equilibrio, rotolarsi, muoversi… Un gioco bello, di design, in grado di arredare lo spazio urbano che speriamo possa occupare un angolo di piazza in modo permanente”. Un sogno che, interviene prontamente l’assessore al centro storico Simone Morelli, “diventerà realtà. Poiché il leit motiv che accompagna la nostra azione politica è quello della promozione del centro. Una promozione che da commerciale deve diventare sempre più culturale. Gli spazi del centro devono essere abitati. Vissuti. Fruiti. Per farlo è necessario valorizzarli mediante un’offerta capace di richiamare la cittadinanza”. Partire dai giovani e dalle famiglie è un ottimo punto di partenza. Jessica Bianchi Centro Tennis Carpi - la presentazione delle attività di fronte al sindaco, al presidente Uisp Modena Giorgio Baroni e al presidente della Consulta dello Sport Nilo Diacci Il nuovo volto del Circolo tennis Attualmente sono solo tre in tutta Emilia Romagna le scuole tennis riconosciute comeTop School, su un bacino regionale di circa 200 scuole tennis. con le scuole tennis che per numeri e qualità saranno certamente protagoniste: infatti alla scuola Uisp di educazione al tennis si affiancherà la Top School FIT agonistica. I numeri parlano di oltre 220 iscritti complessivi con il settore agonistico che ha ottenuto questo riconoscimento di eccellenza: attualmente sono solo tre in tutta Emilia Romagna le scuole tennis riconosciute come Top School, su un bacino regionale di circa 200 scuole tennis. 22 venerdì 25 settembre 2015 anno XVI - n. 35 Matteo Nocera, carpigiano, classe ’99, è stato scelto tra i 252 selezionati dalle accademie federali zonali ed è stato destinato a Remedello. Il suo sogno è quello di “entrare nella Nazionale di Rugby oppure aprire un ristorante”. Nocera accede all’Accademia P er amore del rugby è finito a Remedello, un comune di poco più di tremila abitanti in provincia di Brescia. Un bel salto rispetto alla realtà di Carpi dove è nato e cresciuto e dove ha lasciato la famiglia e gli amici ma l’opportunità era di quelle da non lasciarsi scappare. Per questo Matteo Nocera, sedici anni, ha detto sì quando ha saputo di essere stato scelto tra i 252 selezionati dalle accademie federali zonali. Destinato a Remedello, lì frequenterà l’Accademia di rugby per i prossimi due anni. Organizzato per club, il rugby italiano si è strutturato a livello federale per garantire, attraverso le accademie, numero e qualità degli allenamenti sufficienti alla crescita di giocatori di alto livello. L’atleta rimane a disposizione della sua squadra e il club ne ricava una crescita individuale importante. “Avevo otto anni quando ho iniziato a giocare a rugby con il Minirugby a Carpi” ricorda Matteo che poi ha proseguito la sua esperienza a Modena nelle varie categorie giovanili e con il Modena Rugby tuttora gioca. A partire dalla fine dello scorso mese di gennaio è stato convocato ogni mese a Calvisano per affrontare un allenamento: “ogni volta Matteo Nocera verificavano aspetti tecnici diversi e la presenza delle caratteristiche fisiche necessarie e, progressivamente, eravamo in numero sempre minore”. Quando ha saputo di essere stato selezionato ha deciso di non farsi scappare quell’opportunità, come esperienza di vita, e per il suo fisico, “perché ho bisogno di un allenamento costante per tenermi controllato”. A Remedello la giornata inizia alle 5.30 del mattino perché dalle 6 alle 7 è prevista un’ora di palestra prima di entrare in classe per le lezioni dalle 8 alle 13 (“le materie sono le stesse del Convitto Corso di Correggio”) e poi tornare in palestra dalle 15 alle 16 e, infine, trasferirsi a Calvisano per gli allenamenti di rugby fino alle 18.30. Alle 20.20 viene servita la cena e poi tutti a letto. Una vita dura per un ragazzo di sedici anni, ma a Matteo le motivazioni non mancano: “i primi giorni sono stati un po’ duri e abbandonare la dolce casa è stato il sacrificio maggiore ma la mia famiglia è orgogliosa di me”. Cosa ti piace di più del rugby? “Poter sfruttare il mio fisico, il placcaggio, il coraggio e la grinta”. Il tuo campione di rugby preferito? “Richie Mc Caw, una terza linea, come me”. Il tuo sogno nel cassetto? “Vorrei aprire un ristorante oppure entrare nella Nazionale di Rugby”. Sara Gelli Dopo il successo della Zombitalian Run torna a Campogalliano la corsa più Matta d’Italia: l’appuntamento è il 4 ottobre La corsa più Matta d’Italia R U G B Y C A R P I STAGIONE 2015-16 MINIRUGBY U6-U12 Nati dal 2004 al 2011 MASCHILE U14 Nati nel 2002-3 D opo il successo della Zombitalian Run torna a Campogalliano la corsa più matta d’Italia: il 4 ottobre, alle 11, presso i Laghi Curiel si terrà la terza edizione de La MattaCorsa, l’ultima risale al 2012. Sono passati tre anni dalla gara che ha portato in Italia le MudRun, le corse a incursione nel fango. Questo lungo periodo di stop è dipeso dalla realizzazione, nell’area interessata, del Jonathan Ecocampus, il campo avventura modenese e dall’alluvione che lo scorso anno ha impedito l’organizzazione dell’evento. La MattaCorsa rientra nel Campionato FEMMINILE U16 Nate nel 1999-2000-1 Italiano Mud Run di cui è la tappa finale. Questo campionato è sorto per riunire le corse nel fango italiane sotto regolamenti comuni, con tanto di classifica e premi. Alla MattaCorsa si può partecipare nelle categorie Competitiva e Non Competitiva: gradito un abbigliamento strano, insolito e goliardico. Quest’anno lo spettacolo sarà per chi corre, ma anche per chi non corre, per chi accompagna un runner o, semplicemente, vuole passare una domenica all’insegna del divertimento. Inoltre il punto di forza e differenza dalle altre run italiane è che il sabato precedente si terrà la MiniMattaCorsa, le versione per ragazzi dagli 8 ai 14 anni, ai quali è dedicata un’intera giornata di intrattenimenti a parte la corsa. PRIMA SQUADRA OVER 18 Nati dal 1998 in avanti DA QUEST’ANNO NEL NUOVO CAMPO ALL’INTERNO DELLA PISTA D’ATLETICA RUGBYCARPI.IT [email protected] venerdì 25 settembre 2015 Pallamano Serie A Terraquilia batte 33 a 20 la Nuova Era Casalgrande Vittoria biancorossa per il primo derby della stagione anno XVI - n. 35 23 Una giornata importante per la storica palestra che ha aperto le porte alla città in occasione del tradizionale Open Day e festeggiare il primo anniversario della nuova Area Depietri Sport in festa alla Patria T erraquilia Carpi si aggiudica agevolmente il primo derby di questo inizio stagione. I ragazzi di coach Ilic hanno tenuto bene il campo non dando spazio al gioco avversario, solo nel finale di partita la compagine ospite ha ridotto il divario. Questa gara può essere definita il derby degli ex: tanti infatti i giocatori in campo che quest’anno hanno cambiato casacca, mancava solo Gennaro Di Matteo infortunatosi durante la fase di preparazione, mentre Giannetta nelle fila reggiane ha cercato di tenere in vita i suoi. Biancorossi subito avanti (6-1 al 5’) con Cuzic in evidenza con 3 reti, i carpigiani non sfruttano le occasioni anche per merito del portiere ospite Russo, e la Nuova Era riduce lo svantaggio (6-3 al 9’), ci pensano Vukojicic e Ceso a togliere dall’impasse del momento i loro, Giannetta ricuce e il punteggio è sul 7-4 al 12’. Ma il capitano biancorosso Basic dà la scossa, due reti e Terraquilia è avanti 9-4 al 15’. Ora però c’è solo una squadra in campo, parziale di 5-0 per Terraquilia e partita virtualmente conclusa al 25’ sul 14-4. Coach Ilic comincia a ruotare tutti gli effettivi, i giovani Lamberti, Hristov, Nardo, Parisini e il carpigiano Beltrami danno il loro contributo e Terraquilia al riposo con un confortante +12 (19-7). Secondo parziale senza storia, per la cronaca al 10’ 25-8, al 20’ 28-13, il portiere De Giovanni e Giannetta cercano di contenere il passivo. L ’amatissimo ballerino di Amici, Amilcar Moret Gonzalez, accompagnato dalla bellissima rivelazione di quest’anno del talent show di Maria De Filippi, Virginia Tomarchio, scelta da Eleonora Abbagnato come danzatrice del Balletto dell’Opera di Roma, sono stati i protagonisti, domenica 20 settembre alla palestra La Patria 1879. Una giornata importante per la storica palestra che ha aperto le porte alla città in occasione del tradizionale Open Day e festeggiare il primo anniversario della nuova Area Depietri, intitolata al giovane ginnasta Andrea Depietri, prematuramente scomparso. Gli stage di danza, classica e moderna, insieme ad Amilcar e Virginia - i quali non si sono risparmiati nemmeno nel firmare autografi e nel sottoporsi al consueto rito dei selfie - sono stati un vero successo: numerose le giovani che non si sono lasciate sfuggire la preziosa opportunità. La festa dello sport è poi proseguita con prove gratuite per grandi e piccini delle numerose discipline che la palestra offre, tra cui il Cross training, grande novità della stagione, come ha sottolineato la presidente della società, Cristina Luppi, la quale ha voluto ringraziare, a nome della dirigenza della società, tutti i collaboratori per la “disponibilità dimostrata e la voglia di mettersi sempre a disposizione, senza risparmiarsi mai”. Nel pomeriggio i festeggiamenti si sono spostati nell’area Depietri: numerosi i cittadini accorsi per visitarla, mentre i clown di corsia dell’associazione Vip Modena Onlus hanno truccato bambini e adulti e gli allievi della Patria si sono esibiti in bellissime performance dall’hip hop alla ginnastica ritmica, dall’autodifesa israeliana al karate. Molto apprezzata anche la sfilata di moda con gli abiti gentilmente concessi da Daniela Dallavalle e le modelle truccate dall’estetista Alexia che ha poi lasciato spazio a una gustosa grigliata e al taglio della torta per festeggiare il primo anno di attività dell’area Depietri. La serata è stata anche l’occasione per la famiglia Depietri per ringraziare tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla fondazione della borsa di studio dedicata al figlio Andrea: “uno strumento ha sottolineato la mamma Rossella Benetti - prezioso per l’acquisto di materiali e attrezzature ma sopratutto per favorire l’avvicinamento dei più giovani alla pratica della ginnastica artistica. Anche quest’anno, infatti, proseguirà un’importante collaborazione col mondo della scuola”. DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ IL SABATO APERTO DALLE 10:00 -13:30 / 16:00-20:00