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www.temponews.it
tempo.carpi
Settimanale di
@Tempo_di_Carpi
a soli € 0,50 in edicola venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
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Paola Guaitoli
Francesca
Zanotti
francesca zanotti è tra i protagonisti
della web serie girata a Venezia
torna il villaggio dello sport e del
gioco in piazza martiri
Matteo
Nocera
Acqua per il cane?
NO, grazie!
Rugby: matteo nocera selezionato
Verso parigi e oltre...
La carpigiana Paola Guaitoli, titolare di canichepassione, critica il posizionamento di ciotole d’acqua fuori dagli esercizi
pubblici e dalle case private. “Chi ha a cuore il proprio cane non deve farlo bere in ciotole comuni”.
Michele
Bonicelli
tra le righe:
Cominciamo bene...
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di Sara Gelli
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2 venerdì 25 settembre 2015
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Tra le righe...
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L
’ultima segnalazione in ordine di tempo (lunedì 21 settembre) arriva dalla
corriera che da Cavezzo è diretta a Carpi: ha percorso l’intero tratto a singhiozzo perché ogni dieci minuti si spegneva il motore. Per il ritardo accumulato gli
studenti sono entrati in classe con un’ora di ritardo.
Sulla pagina Facebook di Tempo un’altra segnalazione, relativa all’autobus che
percorre il tragitto da Novi a Correggio: si è fermato a 600 metri dalla stazione e
non è più ripartito, i ragazzi sono stati fatti scendere e hanno percorso il tratto a
piedi. Non si tratta di una novità perché già lo scorso anno i genitori degli studenti carpigiani che frequentano le scuole superiori di Correggio si erano mobilitati
dopo una serie di episodi: il più grave a marzo quando a Fabbrico un autobus era
andato a fuoco. Un nuovo anno scolastico è iniziato ma i problemi del trasporto
pubblico sono sempre gli stessi: l’unica novità da segnalare è la nomina di un nuovo
presidente ai vertici di Seta, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico nelle province di Modena, Reggio e Piacenza. Basterà per determinare un cambio di rotta
tangibile? A Vanni Bulgarelli ha subito scritto una lettera l’assessore alla Mobilità
del Comune di Carpi Cesare Galantini, formulando “i migliori auguri di buon lavoro, fiduciosi che le politiche di Seta saranno all’altezza delle sfide rappresentate
da una tematica così importante come quella del Trasporto Pubblico Locale”: non
sufficiente per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini.
E, come se non bastasse, alla vigilia della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile (sono previste iniziative a Carpi fino a domenica 27 settembre) si sono verificati
disagi anche nel trasporto scolastico: sulla linea da Cortile alla Scuola Don Milani,
l’autista ha sbagliato strada ed è arrivato con trenta minuti di ritardo.
Sul fronte della mobilità sostenibile c’è ancora tanta strada da fare… per ora a
piedi.
Sara Gelli
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DIRETTORE RESPONSABILE
Gianni Prandi
CAPOREDATTORE
Sara Gelli
REDAZIONE
Jessica Bianchi, Federica Boccaletti, Francesca Desiderio,
Dario Po, Enrico Gualtieri, Marcello Marchesini, Clarissa
Martinelli, Chiara Sorrentino.
IMPAGINAZIONE e GRAFICA
Liliana Corradini
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Registrazione al Tribunale di Modena N. 1468 del 9 aprile 1999
Chiuso in redazione il 23 settembre 2015
venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35 3
La carpigiana Paola Guaitoli, titolare di canichepassione, critica il posizionamento di ciotole d’acqua fuori dagli
esercizi pubblici e dalle case private
“Chi ha a cuore il proprio cane non deve
farlo bere in ciotole comuni”
“
Meticolosamente
addestrato, l’uomo può
diventare il miglior
amico del cane”, recita il celebre aforisma dello sceneggiatore Corey Ford. Forse,
allora, non tutto è perduto e
certe cattive abitudini possono essere sradicate per la
salute dei nostri amici pelosi. A denunciare la pericolosità di un comportamento
diffuso anche nella nostra
città, ovvero il posizionamento di ciotole d’acqua
fuori da esercizi pubblici e
case private, è la carpigiana
Paola Guaitoli, titolare di
canichepassione. “Sgomberiamo immediatamente
il campo da ogni equivoco:
sono perfettamente consapevole che questa abitudine
è dettata dalla buona fede
delle persone ma può costituire un grave pericolo per i
cani”. Nel nostro Paese non
esistono divieti in tal senso
ma esistono “leggi precise
atte a tutelare la salute dei
cani”.
“Innanzitutto trasmissibili.
Ma quaChi ha a cuore
non si può
li rischi si
mai sapere se il proprio cane
annidano in
vi si sono abbeverati non deve farlo
quella ciotola? cani malati o, ancobere in ciotole
“Molti più di
ra, se topi o piccioni comuni dove,
quanti si possa
ne hanno fatto uso tra l’altro,
pensare”,
l’acqua,
rendendo l’acqua
spiega Paola.
insalubre e piena di solitamente
“Innanzitutto
rubinetto,
batteri trasmissibili”. del
non si può mai
non viene
sapere se vi si sono abbeve- cambiata ma semplicemente
rati cani malati o, ancora,
rabboccata in contenitori
se topi o piccioni ne hanno
pieni di calcare poiché non
fatto uso rendendo l’acqua
vengono mai lavati”.
insalubre e piena di batteri
Esche, polpette e bocconi
ovviamente non custodita,
qualche sostanza che potrebbe mettere a repentaglio
la vita dei nostri animali?”.
Vi è poi il tema della responsabilità personale per quanto riguarda i titolari di esercizi di somministrazione di
cibo e bevande: “Quando ci
sediamo in un bar e chiediamo un po’ d’acqua per
il nostro cane, gli scenari
che si possono delineare
sono numerosi. C’è chi si è
dotato di una ciotola di plastica, mentre altri utilizzano
coppette o contenitori usa
e getta… L’Azienda sanitaria è però molto chiara e
rigida quando stabilisce che
non deve essere utilizzato
nulla che per sbaglio possa
Paola Guaitoli
avvelenati sono un
problema sempre
più frequente anche
nella nostra città
ma, avverte Paola,
anche nei liquidi
possono essere
disciolte “sostanze
insapore, inodore e
incolore ma sicuramente deleterie.
Chi ci assicura che
un passante poco
tollerante non abbia
gettato volontariamente nella ciotola,
I lettori ci scrivono
Bici in contromano a Cibeno
Treni e corriere:
trasporto pubblico allo sbando
G
S
pettabile Redazione, da tempo molti ciclisti che percorrono la pista ciclabile di via Roosevelt a Cibeno Pile, giunti
all’altezza del vecchio mulino, invece di proseguire per la
deviazione della pista ciclabile, proseguono diritto percorrendo
un tratto di via Roosevelt contromano passando davanti allo
stabile transennato del mulino. Visto che la via è molto trafficata,
questo comportamento mette a forte rischio la loro incolumità
e quella degli automobilisti che si trovano delle biciclette contromano.
Quinto
Si moltiplicano i questuanti
davanti ai supermercati
S
pettabile Redazione, da mesi presso la Coop di via Magazzeno, all’uscita, sosta un extracomunitario che chiede l’elemosina o i soldi del carrello. E’ presente dall’ora di apertura
a quella di chiusura, segno che non ha un lavoro. Non sarebbe il
caso che la polizia municipale e le forze dell’ordine facessero un
controllo per vedere se questo signore è un clandestino?
Cordiali saluti
Dina
entilissima redazione, mi rivolgo a voi
dopo avere letto
la lettera sul Tempo n. 33
dell’11 settembre, “Treni: la
situazione è insostenibile”
in quanto mi sono assolutamente identificata e condivido al 100% lalettera scritta
dalla studentessa. Scrivo
per segnalare la medesima
situazione di disagio sulle
corriere che partono da Carpi
per Correggio e viceversa.
Dopo soli 2 giorni dall’inizio
dell’anno scolastico, ci troviamo con gli stessi problemi
lasciati alla fine dello scorso anno. Le corriere sono
affollate e puzzolenti già alle
7.30 del mattino e al secondo giorno ci siamo trovati
l’obliteratrice non funzionante (non erogava i biglietti).
Considerate le temperature
ancora alte, in corriera si fa la
sauna, poiché la maggioranza dei mezzi non è dotata di
finestrini e l’aria condizionata
non esiste. Di tale privilegio
possiamo godere soltanto
nel periodo delle vacanze
scolastiche quando mettono a disposizione corriere
a “misura d’uomo”, anziché i catorci obsoleti dove
viaggianmo come bestiame
quando inizia la scuola. In
alcune scuole le lezioni sono
terminate alle 12 anziché alle
13 e lo scorso 16 settembre la
corriera era talmente affollata
che l’autista è stato costretto
a far scendere parte dei ragazzi. Il problema è che non
ha chiamato un’altra corriera
per recuperare il gruppo e
portarlo a Carpi, si è limitato a lasciarli a terra: alcuni
studenti si sono arrangiati telefonando ai genitori mentre
altri hanno dovuto aspettato
un’ora la corriera successiva. Non penso sia il modo
di comportarsi e purtroppo
succede anno dopo anno e
non vengono presi provvedimenti da parte dell’azienda di
trasporti Seta.
Mar poi essere
e, allo stesso
“Chi ci assiimpiegato
tempo, offrire
cura che un
per somminiun servizio
passante
strare cibo o poco tollerante non ai proprietari
bevande agli abbia gettato vodi animali, è
esseri umani. lontariamente nella quello di ricorErgo, per i
ciotola, ovviamente rere a ciotoline
cani dev’esnon custodita, qual- monouso e
sere usato un
sbarazzarsi di
che
sostanza
che
contenitore
tutto il resto”.
potrebbe mettere
specifico e
Di certo però
la repentaglio la vita non rientra tra
riconoscibile. L’altra dei nostri animali?”.
i compiti del
nota dolente,
barista quello
a questo proposito, riguarda di dissetare i nostri animali:
la pulizia delle ciotole: in un “ogniqualvolta i proprietari
qualsiasi locale atto alla
di cani decidono di uscire di
somministrazione di cibi e
casa, devono essere attrezbevande non esiste un luogo zati. Oggi il mondo del Pet
consono nel quale poter
offre una vasta gamma di
lavare le ciotole. In poche
accessori anche per far bere
parole - prosegue Paola
il proprio animale: dotiaGuaitoli moci dunque di una ciotola
che dal
pieghevole, di una botticella
1996 si
o, ancora, di una borraccia
batte per per cani… assumiamoci
questa
insomma la responsabilità
causa e il del nostro peloso e tuteliabene del mone la salute anche fuori
nostro
casa”. Una battaglia, quella
Fido
di Paola, che nulla ha a che
- per
vedere con la tenacia e la
baristi & perseveranza dei volontari
company dell’Enpa, Ente nazionale
l’unico
protezione animali, i quali,
modo
da anni, si spendono, giorno
possidopo giorno, per portare
bile per
l’acqua ai cani randagi o
adempie- semi selvatici che popolare corret- no i luoghi più impervi del
tamente
Paese: “L’Enpa ha tutto il
alle
mio rispetto, Carpi però ha
regole
un bar ogni dieci passi. Non
igieniche facciamo quindi paragoni
richieste azzardati”.
dall’Ausl
Jessica Bianchi
A causa del cantiere lungo via Santa Chiara, i
pedoni e le biciclette sono costretti a percorrere
la carreggiata dove transitano le auto
I pedoni finiscono in strada
I
l cantiere lungo via S. Chiara è fermo già da parecchie settimane ma resta la recinzione a delimitare l’area in cui è vietato
l’accesso: si tratta di una porzione di marciapiede e di pista
ciclabile a oggi interdetta a pedoni e ciclisti costretti, in base alla
segnaletica, a passare sulla strada senza alcuna tutela. La pista
ciclabile e il marciapiede vengono interrotti all’improvviso là dove
inizia il cantiere ma non è stato previsto per chi è a piedi o in bici
un percorso in sicurezza per oltrepassare l’ostacolo. Le alternative? “Volare o andare contromano” suggeriscono i malcapitati.
Oltre ai pedoni e ai ciclisti, ci sono persone in carrozzina che percorrono via Santa Chiara e per loro diventa un’impresa impossibile. Se non sono maturi i tempi per eliminare quel cantiere allora
sarà inevitabile rinunciare ai tre parcheggi per far proseguire la
pista intorno alla recinzione.
4 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
T
re giorni con i maestri del pensiero per (re)imparare a trasmettere i saperi. Per tre giorni il tema Ereditare ha fatto riflettere Modena, Carpi e Sassuolo
e le loro piazze colorate di spettatori partecipi e interessati. Molto soddisfatti gli organizzatori, come sottolinea
Stefania Cargioli, presidente del Consiglio direttivo
del Consorzio per il festivalfilosofia e membro del
Consiglio d’amministrazione della Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena. “Il successo del festival è dovuto
a un pubblico attento e intelligente che è cresciuto con
noi in termini quantitativi e qualitativi. L’affluenza si
Il festivalfilosofia ci dà appuntamento al prossimo anno quando il tema
da sviluppare sarà: Agonismo
Arrivederci filosofia…
attesta intorno alle 200mila presenze”. Sarà Agonismo
il tema della prossima edizione. Un argomento complesso, come tutti quelli scelti sinora, come sottolinea
Michelina Borsari, direttore scientifico del festival:
“l’agone nell’antica Grecia era la gara regolata tra av-
Michela Marzano
“I conti con la vita non tornano mai”
“
Cos’è che ci viene
trasmesso da coloro che
ci danno la vita? Oltre il
cognome, la storia, la cultura,
i valori, gli affetti… cosa
riceviamo in eredità? E tale
eredità è conscia o ha invece
a che fare con l’irrazionale,
l’inconsapevolezza? Cosa
significa fare i conti col proprio passato e riconciliarsi con
esso?”. Sono questi gli interrogativi da cui prende il via la
lezione della filosofa Michela
Marzano. “Fare pace coi propri ricordi - spiega - è possibile
solo se si è disposti a trovare
un punto di equilibrio tra
fedeltà e tradimento”. La discriminante? “Distinguere ciò
che ci è stato trasmesso con
amore e ciò che, al contrario,
ci è stato imposto. Consapevoli però che i conti con la vita
non tornano mai”. Michela
Marzano fa sua la lezione
dello psicoanalista Massimo
Recalcati per poi andare oltre. “Il filo rosso del suo lavoro
è proprio il tema dell’ereditare, ovvero la trasmissione da
una generazione all’altra di
norme e desiderio: al padre è
affidato il compito di trasmettere la legge, mentre l’eredità
materna passa attraverso la
capacità della madre di essere
il primo soccorritore, colei
che fa sì che la vita non cada
S
equela: è stato questo
il tema della lezione di
Enzo Bianchi, priore
della Comunità monastica di
Bose. “Un termine recente nel
vocabolario cristiano, tra i più
evocativi e ispiranti per chi si
interessa di Cristo. Coniato dal
teologo Dietrich Bonhoeffer
per indicare l’andare dietro
Gesù, il seguirlo”. Un concetto
che torna continuamente nei
vangeli, dove non si parla mai
di imitazione del Cristo, bensì,
appunto, di sequela: “il discepolo doveva seguire il maestro
e, con creatività, rinnovare l’eredità ricevuta”. Emerso dopo
anni oscuri passati nel deserto,
Gesù non aveva mai frequentato scuole rabbiniche ma, grazie
al suo insegnamento sapiente e
carismatico, si guadagnò, tra la
gente, “il titolo di Rabbi e quello
di profeta, poiché parlava nel
nome di dio”. Gesù è l’uomo
della rottura, colui che spezza
le tradizioni del passato. “Cristo
non si faceva scegliere, era lui
nel vuoto di senso. La visione
di Recalcati però è quella di
un mondo perfetto. Ideale”.
Accade, al contrario, che nella
vita, qualcosa si spezzi e la
trasmissione si interrompa:
“qualora il padre imponga e
la madre non ci raccolga - ci
domanda la Marzano - come
facciamo a umanizzarci? A
strutturarci? Se alla legge ci
viene imposto l’imperativo del
dover essere, se non c’è uno
sguardo che ci riconosce, che
ci trattiene, se non abbiamo
risposte né chiavi di lettura,
come è possibile riallacciare le
fila della vita?”. Jacques Lacan scriveva: non c’è parola
senza risposta anche se
l’unica risposta è il silenzio.
“Nella psicoanalisi - prosegue
la filosofa - la parola trova
uno specchio davanti al quale
riannodare i fili del passato.
Ciò dovrebbe valere anche
per quanto riguarda i rapporti
interpersonali. Il problema
è l’incapacità di fare in se
stessi lo spazio necessario per
permettere alla porla altrui di
essere udibile e non immediatamente cancellata. La parola
dell’altro è sempre incomprensibile, ma ascoltarla,
seppure nel silenzio, significa
accettarla. Senza operare
alcuna negazione. Spesso la
dimensione dell’ascolto non
c’è, perché la parola altrui fa
paura. Disturba”. E l’inquietante di cui parlava Freud.
Nella sua Lettera al padre,
Kafka scriveva: questa
sensazione di nullità deriva
dalla tua influenza… tutto
quello che mi gridavi era
un ordine dal cielo, l’unico
strumento per giudicare il
mondo e me stesso. “Quando la figura genitoriale non è
in grado di trasmettere valori
con amore, allora la reazione
del figlio è quella di vivere la
parola come un’ingiunzione.
Un imperativo”. Ma oltre alle
parole ci sono anche sguardi
che pietrificano, come ci
insegna il mito di Medusa:
“sguardi che non accolgono,
che non si aprono al ricono-
Enzo Bianchi
Gesù: il lascito del maestro
a eleggere, in modo del tutto
inatteso e con grande autorevolezza, i propri seguaci, ai quali
chiedeva di abbandonare tutto
per stare con lui. Peccatori e
fedeli, i suoi discepoli vissero
accanto a lui in una sorta di comunità itinerante, tra i territori
della Galilea e della Giudea”.
Gesù scandalizzava, col suo
comportamento scardinava la
tradizione dei padri, si circondava di donne, laddove i rabbini,
prosegue Bianchi, “non dovevano nemmeno parlare con
loro”. Seguirlo rappresentava
una scelta radicale. Legarsi a
lui significava mutare completamente la propria mentalità.
“Nonostante per la sua famiglia fosse pazzo, per le autorità
religiose un posseduto dal demonio, per i sacerdoti un bestemmiatore… l’autorevolezza
di Cristo derivava dalla totale
consonanza tra ciò che diceva e
ciò che praticava. Lui non contestava il contenuto della Torah,
voleva al contrario, liberare le
scritture dalla tradizione”. Ciò
che in Gesù era straordinario
era la sua umanità umanissima, nulla di divino era mai
apparso in lui, ma sapeva parlare alla gente e lo faceva con
“parole ospitali, accoglienti. Le
sue parabole attingevano dalla
vita comune, tra padri, madri
e pastori… stava tra la gente e
la guardava negli occhi. Gesù
donava speranza. Liberava gli
ascoltatori da tutto ciò che li
paralizzava. Trasformava il loro
cuore di pietra in un cuore di
carne. Umano. Perché dove c’è
carne, c’è umanità”. Una morte
maledetta la sua: crocefisso a
mezz’aria, come un comune
apostata, poiché indegno del
cielo e della terra. “Con la cattu-
ra e la morte del maestro, tutti i
suoi discepoli fuggirono ma l’esperienza vissuta accanto a lui
li aveva trasformati. Ci furono
fughe, abbandoni, tradimenti,
tuttavia, un piccolo nucleo di
uomini e donne hanno avuto
la capacità di raccogliere e custodire il lascito del loro Rabbi. Furono capaci di rigenerare
l’eredità ricevuta. Gesù lasciò
loro in dono lo spirito, un soffio
che sarebbe partito dalla loro
coscienza. Perché è nel cuore
che vive la forza per ricercare
il cristianesimo. Per ricordare
ciò che ci è stato insegnato e
con piena responsabilità rigenerarlo”.
Secondo Enzo Bianchi sono
versari. Nel corso del festival 2016 andremo a indagare
le declinazioni dell’agonismo contemporaneo, le forme
dell’atletica interiore e sociale, dalla ricerca del costante miglioramento del proprio corpo fino alla dimensione
sportiva e di squadra. Ma punteremo anche l’attenzione
scimento. Parole e sguardi
che, come scriveva Sartre,
ci colpiscono in pieno
cuore. I genitori possono
allora diventare pericolosi e
il mondo, per i figli, diventa
un inferno terrestre”. Per
Michela Marzano quindi le
eredità sono sostanzialmente
due: la capacità di vivere nel
mondo distinguendo la direzione verso cui voler andare
o, al contrario, la mancanza
di fiducia. “Affinché il mondo
non diventi piccolo piccolo,
occorre dare all’altro la possibilità di fare domande anche
quando non ci sono risposte.
Fare i conti col passato non
significa uscire dalla propria
invulnerabilità, condizione
intrinseca alla nostra umanità,
bensì di accettarla. Così come
la fragilità o il vuoto che ci
attraversa”. Michela Marzano
parla poi dell’importanza di
un percorso di narrazione di
sé. “Occorre ricordare, tornare al cuore di une memoria
che va ben oltre l’enumerazione dei meri fatti. Dare il
giusto nome alle cose: ciò che
ci è stato imposto, ciò che ci
è stato negato, ciò che non
abbiamo ricevuto. Dobbiamo
mettere la parola fine alla
fatica di stringere il mondo
per aprirlo, esprimendo ciò
che siamo”. Ma come si può,
al contrario, trasmettere con
amore? Il segreto sta nella
dialogicità della relazione,
“nell’amare con te e non te”
e riconoscendo un assunto
vitale: “il valore di ciò che si
trasmette è subordinato al valore di chi abbiamo di fronte”.
La riconciliazione col proprio
passato è possibile se e solo
se, spiega la Marzano, “capiamo che l’assenza che alberga
in noi resterà. Che gli ordini
imperativi ricevuti rimarranno
con noi. Mettere un punto
alla narrazione di sé significa
smettere di recriminare. I
bambini che siamo stati non
otterranno mai alcuna riparazione per ciò che non hanno
avuto. Uscire dall’atteggiamento vittimistico è il primo
passo per riconciliarsi col
passato, mettendo fine alla
colpevolizzazione degli altri.
Persone che, evidentemente,
non ci potevano dare alcunché poiché alle spalle avevano
a loro volta un’eredità bucata,
Diventare aguzzini di se stessi
è controproducente, Lacan
lo chiamava godimento
mortifero. E’ vero siamo stati
vittime, dobbiamo ripercorrere il passato per riconoscerlo
e poi mettervi un punto. E
iniziare così a esprimerci”.
Perché la vita possa riaprirsi al
futuro, “dobbiamo smettere
di accusare gli altri per ciò che
non ci hanno dato e concederci cose anche se queste
non potranno mai colmare
quel vuoto che, lo ribadisco, è
il tratto distintivo della condizione umana”.
Jessica Bianchi
state quattro le grandi rotture
che il Cristo fece rispetto all’ebraismo. Quattro lezioni che
non dovremmo sottovalutare
ma accogliere. “Il Cristianesimo sigla il passaggio dal regime
della legge a quello dell’amore,
della misericordia; e, ancora,
sancisce il salto dal tempio al
corpo: il sacramento di dio è
l’uomo stesso; Israele smette di
essere la terra promessa, poiché è il mondo intero a essere
promesso a tutti gli uomini.
E, infine, il Cristo introduce il
concetto di universalità, tutti
sono fratelli”. E allora eccola
la grande lezione. Il lascito del
maestro: “non possono esistere
né libertà né uguaglianza, se
prima non vi è fraternità. Questa è l’eredita di Gesù. Plurale.
Universale. Una brace sempre
accesa nel nostro cuore. Ogni
uomo, anche non cristiano, se
si sente fratello, può dirsi discepolo di Cristo. Il suo è un
umanesimo per tutti. Senza
alcuna esclusione”.
Jessica Bianchi
venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35 5
Simona Forti
“Rivendichiamo il libero pensiero”
C
su come sia proprio la democrazia un agone che trasforma l’antagonista in avversario, integrandolo nel gioco
politico”. Anche Tullio Gregory, membro del Comitato
scientifico del Consorzio, sottolinea come il nuovo tema
consenta di affrontare molteplici nodi di riflessione:
“seguiremo tutta la parabola dell’agonismo: dall’antichità in cui venivano privilegiate la bellezza e la virtus
fino al malato doping odierno. L’intera storia dell’uomo
può essere letta in chiave agonistica, come una lotta
continua contro grandi mali come la fame, la povertà e
la guerra stessa”.
C
he c’azzecca la
perseveranza con
l’ereditare? A sviscerare la questione ci ha pensato
Salvatore Natoli, professore
di Filosofia teoretica all’Università di Milano Bicocca,
nella sua lectio magistralis.
Ma, prima che lui iniziasse a
far riflettere i presenti, con un
pizzico di timore reverenziale,
Giuseppe Schena, presidente della Fondazione CR di
Carpi, ha introdotto il professore confessando un dubbio
che lo ha attanagliato per
giorni. Colpa, si fa per dire,
di una delle locandine rosse
sparse nei locali della città a
firma di Thomas Hobbes, su
cui c’era
scritto In
natura
esiste
solo il
presente.
E, allora,
se così è,
ha fatto
notare
Schena, “non è lo ‘slogan
ideale’ per questo Festival.
La perseveranza ha bisogno
di tempo. In questo Paese ci
sono molti pazienti e pochi
perseveranti. La perseveranza ha dell’opportunismo”.
Il professor Natoli non ha
battuto ciglio ed è partito
dall’origine della parola
che ha guidato i tre giorni
filosofici emiliani, ereditare.
“In tedesco si dice erbe ed è
connesso con l’orbus latino,
cioè privo, da cui deriva
orfanos. Ha a che vedere
con il ricevere e il far fruttare,
come sosteneva Hegel”.
L’erede, insomma, riceve
qualcosa dopo aver perso
qualcos’altro. “C’è dunque
un rapporto di discontinuità e continuità allo stesso
tempo. E di responsabilità”.
In che senso? “L’eredità non
è solo materiale, ma riguarda
anche il nome o l’ambiente di
provenienza. Se socialmente
riconosciuti come di valore,
o garanzia di affidabilità,
allora, bisognerà continuare
a esserne all’altezza o, viceversa, tentare di aggiustare
il tiro. Ed è quello che stiamo
facendo col debito pubblico,
l’eredità che ci ha lasciato
chi è venuto prima di noi,
quelli che, ora, si vorrebbero
rottamare”. E di quanto sia
difficile separarsi da un’eredità “pesante”, morale o
materiale che sia, collettiva
o individuale, la storia di
Salvatore Natoli
Perseveranza, la virtù che regge nel tempo
molti di noi ne è piena. “Nel
mondo greco il destino non
era la dimensione ineluttabile
di ciò che sarebbe accaduto
in futuro, ma era la trasmissione del futuro. Mentre nel
libro di Giobbe, nella Bibbia,
c’è scritto che le colpe dei padri ricadranno sui figli”. Per
farla breve, nell’ereditare c’è
una presa in carico di una situazione, che non può essere
momentanea od occasionale, “per proseguirla, trasmetterla o prenderne le distanze”. E questo esige azione,
nel tempo.
“L’assumere un
impegno nel
tempo si fonda
su una virtù
peculiare, la
perseveranza.
La quale, anche
nelle difficoltà,
aiuta a non
perdere di vista la meta”.
Ma, ha proseguito Natoli, “la
perseveranza differisce dalla
speranza, l’ultima dea che si
apre al passato per fuggire
da un presente doloroso,
perché guarda al futuro
carica del peso di ciò che è
stato, coltivando nel presente
tutto il bene possibile”. Un
esempio? Viene in aiuto un
racconto ebraico, dove a
un vecchio con pochi giorni
davanti a sé si chiede perché
si preoccupi di piantare un
albero: Consegnerò la
vita ad altri. “In questo
racconto, c’è l’amore per
i prossimi, per le persone
vicine, e non per l’umanità
tutta. Platone diceva che il
bene non l’ha mai visto, il
bene si prende dagli uomini
buoni. Il perseverante è colui
che è aperto al futuro, che sa
’è una scissione, nella
storia della filosofia
occidentale, che riguarda
l’immensa figura di Socrate:
l’insegnamento del filosofo
ateniese che non ha fondato
alcuna scuola, non ha lasciato
testi scritti e non istruiva discepoli
ma si confrontava con chiunque
incontrasse, è stato fatto proprio
e tramandato nella versione fornitaci dai dialoghi di Platone. Per
secoli ha dunque predominato
una versione ‘platonica’ di Socrate, un Socrate attento a interrogarsi sul mondo delle idee e poco invischiato nella vita dei mortali;
un Socrate contento di dover bere la cicuta non tanto per rivendicare la propria autonomia, quanto perché in questo modo potrà
liberarsi dal gravame delle proprie spoglie mortali. Ma è su un
Socrate ‘socratico’ che Simona Forti, nel corso della sua lezione
magistrale dal titolo Ereditare Socrate, o dell’anima anarchica,
ha incentrato il suo intervento. Per farlo, la filosofa modenese
che ha studiato a fondo i temi della filosofia politica e dell’etica
ha ripercorso il pensiero di tre grandi autori del ‘900: Hannah
Arendt, Michel Foucault e Jan Patocka. Tre pensatori
accomunati dal confronto costante, nella propria opera, con la
figura dell’ateniese: la Arendt, contrapponendo la morale socratica, capace di non aderire al pensiero della maggioranza o della
propria epoca anche a costo della vita, a quella di Adolf Eichmann,
il ‘perfetto’ funzionario nazista divenuto icona della banalità del
male, totalmente incapace di opporsi agli ordini dei superiori, ligio
al dovere al punto tale da eseguire quello che da lui ci si attende
(anche se questo dovere implica la collaborazione allo sterminio di
milioni di esseri umani), perché totalmente incapace di elaborare
una morale personale; Foucault attraverso il concetto di parresia
– dal greco, ‘parlare chiaro’, ‘dire ciò che si pensa’ – inteso come
diritto di critica di cittadini liberi e uguali; per finire con il filosofo
praghese, morto nel ‘77 a causa degli abusi della polizia politica
cecoslovacca e per il suo impegno come portavoce del movimento
Charta 77. “Questi filosofi – ha spiegato Forti – sono gli eredi di
una corrente sotterranea e minoritaria che ha percorso tutta la
filosofia e che, riscoprendo questo lato di Socrate, invita tutti noi
a esigere l’autonomia individuale, il libero pensiero, la capacità di
rivendicare la propria autonomia e il coraggio di decidere da soli. E’
questa l’eredità che dobbiamo conservare”.
Marcello Marchesini
Remo Bodei
Le età della vita
O
portare il passato al presente,
che può declinare al futuro
il passato”. Ecco perché chi
riceve l’eredità dev’essere
perseverante, altrimenti il
rischio è quello di perdere
tutto e non trasmettere più
nulla. Ma questa virtù si
guadagna solo praticandola,
senza cadere nella cieca ostinazione: “il perseverante si
accorge di essere tale solo di
fronte all’obiezione. Di fronte
a un’eredità difficile si chiede
come farla fruttare”. Il carattere della perseveranza, però,
è sfaccettato: “la perseveranza apprende da quanto
è accaduto. Rottamare è
distruggere la tradizione o è
vedere che l’esperienza fatta
ha dei limiti? Il perseverante
sa apportare cambiamenti,
altrimenti è un cocciuto.
Tommaso d’Aquino lo
avrebbe definito pertinace, o
perché non ha capito l’errore
o per vanagloria”. Anche
chi ha degli exploit non è
perseverante, ha sostenuto
Natoli: “questa virtù dura
nel tempo”. Ma gli assi della
temporalità hanno subito
smottamenti: siamo passati
da un’innaturale attesa del
futuro a un presente ricco di
possibilità che, da tante sono,
possono renderci immobili.
“Il presente possiamo non
subirlo solo problematizzandolo: così facendo si apriranno le porte del passato e del
futuro con una luce diversa”.
Ed ecco che il presente “genera quello di cui qui ora c’è
segno. L’attenzione al presente è la misura più alta per
capire, per far transitare ciò
che è passato. Non abbiamo
più nulla da aspettare, tutto si
gioca nel qui e ora”. Prima di
salutare, il professore dà un
ultimo spunto: “dobbiamo
essere più che mai perseveranti, affinché il bene cresca
e il male si cancelli sul tronco
del passato”.
Antonella De Minico
gnuno di noi, secondo il professor Remo
Bodei, è “un’ininterrotta sequenza di viventi.
Un anello tra le generazioni
passate e quelle che riuscirà
a creare”. Può però capitare
che vi sia una sorta di blocco
nella trasmissione: “una frattura tra le generazioni. Un disorientamento”. Oggi la distanza
tra le generazioni, in senso biologico, si è fortemente accorciata.
Ma a cosa è imputabile l’interruzione del flusso generazionale?
“Il passato non ha più il valore di un modello - prosegue Bodei - i
vecchi non sono più depositari del sapere. La perdita progressiva
di prestigio della figura paterna a partire dal dopoguerra, l’entrata nel mondo del lavoro da parte delle donne, l’avvento della
radio e della Tv… tutti questi elementi hanno contribuito a superare la separazione tra polis e casa. Tra esterno e interno. Oggi le
pareti domestiche sono diventate porose, la politica entra nelle
case. Il declino della figura paterna che si accompagna a quello
dell’autorità degli anziani è uno degli elementi che ha cambiato
profondamente il panorama delle età della vita”. Ma quali sono
tali età? “La più diffusa, coniata da Aristotele, è la divisione in
tre fasi della vita: giovinezza, maturità e vecchiaia”. Una distinzione basata sul tempo: “i giovani sono coloro che hanno poco
passato alle spalle e tanto futuro davanti, al contrario dei vecchi.
L’età migliore sarebbe quella della maturità, che Aristotele fissa
intorno ai 35 anni. I giovani, con tanto futuro di fronte a sé, sono
impetuosi e caratterizzati dall’attesa, a differenza dei vecchi che,
umiliati dalla vita, temono la fine. L’età preferibile è quindi quella
capace di unire i pregi di giovinezza e vecchiaia senza averne i difetti”. Oggi secondo Bodei le età si riducono a due: “giovinezza e
decrepitezza. I giovani restano tali, in casa con mamma e papà,
sempre più a lungo, mentre gli anziani si rifiutano di invecchiare
e, spesso, dopo il pensionamento vivono una specie di giovinezza
bis”. Ma un sistema come il nostro (in cui per giovani il futuro
è “desertificato” e privo di ogni “speranza” mentre i vecchi
continuano a detenere il potere, plasmando il pensiero, la cultura
e l’economia) non è sostenibile. “Per sanare la frattura esistente,
occorre quindi sancire un patto generazionale”. Patto che secondo Bodei dovrebbe passare attraverso il concetto di “generosità
intergenerazionale”. Una sorta di “dare, prendere e restituire”.
Un circolo virtuoso e generoso di trasmissione. Un cambio epocale che non può certo essere affidato alla buona volontà ma che
necessita di uno sforzo collettivo. Un’azione politica precisa basata sulla “cooperazione di singoli individui e istituzioni nazionali
e sovranazionali”. Perché, ci ricorda, Seneca, la monarchia che
accumula cultura e denaro solo per sé è simile a un voragine che prende e non rende. “Chi può - conclude Bodei - ha il
dovere di restituire più di quanto ha ricevuto”.
Jessica Bianchi
6 venerdì 25 settembre 2015
“
Ho un debito di riconoscenza nei confronti
del Leonardo da Vinci,
il quale, nei miei anni di
docenza qui, mi ha dato
moltissimo, umanamente
e professionalmente. Un
istituto che ha fortemente
sofferto, dapprima a causa
del terremoto e poi per la
terribile scomparsa di Maria
Capone. Tornare tra queste
mura, a contatto con colleghi
che stimo, in un ambiente
dove la qualità didattica è
altissima, è per me un grande
piacere e un privilegio”.
Sono queste le prime parole
del nuovo dirigente dell’Istituto Tecnico Leonardo da
Vinci, Paolo Pergreffi, che
conserverà anche la reggenza di un istituto comprensivo
a Nonantola. Un doppio
e gravoso incarico causato dalla “mancanza di 35
presidi in tutta la Provincia di
Modena”. L’entusiasmo però
non gli manca, così come la
determinazione a raggiungere obiettivi sempre più
ambiziosi.
L’Itis è un istituto complesso la sua azione su
cosa si concentrerà?
Quali sono le priorità
che ha individuato?
“C’è molto da lavorare in
particolare sull’efficienza
delle procedure, con particolare riferimento allo sviluppo
dei progetti e agli acquisti.
Le norme ci impongono tanti
lacci che ci impediscono di
lavorare con rapidità soprattutto quando si ha a che
fare con progetti certamente
qualificanti ma complessi e
strutturati come, ad esempio,
Escorpio e quello di scambio culturale con scuole di
Inghilterra, Norvegia e Romania, Erasmus Plus, messo
a punto dai nostri docenti di
inglese e finanziato dall’U-
E
’ stato inaugurato lunedì 21 settembre, alla
presenza del Ministro
del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Giuliano Poletti e
del Presidente della Regione
Emilia Romagna, Stefano
Bonaccini, il nuovo edificio
in via Campi 103 a Modena:
ospiterà le attività dei Dipartimenti di Scienze Chimiche
e Geologiche e di Scienze
della Vita dell’Università
degli Studi di Modena e
Reggio Emilia.
“Questo edificio – ha detto il
ministro del Lavoro Poletti - è simbolo di solidità
e dinamismo, perchè qui i
giovani costruiranno il loro
futuro”.
Il complesso è stato realizzato dalla Cmb di Carpi
su progetto dello Studio
Rossiprodi Associati di
Firenze, in partnership
con Ingegneri Riuniti di
Modena e ospiterà una
popolazione accademica
permanente di circa 2.300
persone fra studenti, docenti, ricercatori, dottorandi,
borsisti ed assegnisti di
anno XVI - n. 35
E’ Paolo Pergreffi il nuovo dirigente dell’Istituto Tecnico Leonardo da Vinci
“Questa è la scuola del mio cuore”
Tra le idee in cantiere vi è quella di fondare un’associazione di ex allievi ed ex docenti, per raccogliere
fondi, attivare iniziative e, allo stesso tempo, per mantenere una sorta di spirito di corpo.
Paolo Pergreffi
nione Europea. Entrambi
presuppongono infatti viaggi
all’estero, reperimento di
fondi…”.
Quanti sono gli iscritti
in questo nuovo anno
scolastico?
“Abbiamo ben 11 classi
prime con oltre 250 nuovi
iscritti. La nostra scuola cresce, gli spazi, purtroppo, no.
Abbiamo ottimizzato ogni
angolo disponibile, persino l’aula consiliare è stata
convertita per ospitare le
lezioni. Dopo gli interventi
calendarizzati quest’anno su
Meucci e Liceo, la Provincia
di Modena ci ha garantito
che, nel prossimo futuro,
prevederà un adeguamento
anche del nostro istituto”.
Da anni il Vinci si distingue per lo stretto rapporto di collaborazione
che intrattiene con il
tessuto imprenditoriale
locale. Nonostante le risorse sempre più scarse
proseguiranno gli stage
in azienda?
“Assolutamente sì e, grazie
alla legge 107 del pacchetto
Buona Scuola, le ore di stage
da compiere nell’ultimo
triennio dovranno salire a
400. Il Comitato tecnico
scientifico (il quale annovera esponenti del tessuto
imprenditoriale e associativo
locale) che ci aiuta nella
progettazione degli stage
e nella collocazione dei
ragazzi nelle varie aziende
del territorio, unitamente ai
nostri docenti, avrà davvero
una considerevole mole di
lavoro da sbrigare”.
Numerosi i ragazzi
stranieri che scelgono il
Vinci.
“Gli stranieri all’Itis sono
presenti da anni, perfettamente integrati e appassionati alle materie di indirizzo.
Uno di loro siede tra i rappresentanti degli studenti in
Consiglio di Istituto: la sua è
una voce preziosa per questa
scuola”.
A latitare sono le ragazze…
“Le studentesse iscritte
frequentano tutte il corso di
informatica: vorrei che le
ragazze comprendessero che
anche meccanica ed elettronica possono offrire loro
grandi opportunità lavorative. Oggi, infatti lavorare
in quei settori significa
soprattutto progettare e non
più sporcarsi, per così dire,
le mani, su torni e fresatrici.
Anche le ragazze dovrebbero scegliere questo istituto
perché qui si fanno attività
S
abato 26 settembre, a
partire dalle 17, l’Istituto Superiore Antonio
Meucci di Carpi, presenterà
agli alunni e alle loro famiglie,
a tutto il personale scolastico
e alla cittadinanza, progetti
ed esperienze di un anno di
scuola. In caso di maltempo l’evento, che si terrà in
giardino, verrà rimandato al
appassionanti. La passione
è tangibile, soprattutto nel
triennio. Si sente. Si respira”.
Quanto è importante
oggi, per un futuro collocamento nel mercato
del lavoro, una formazione tecnica?
“E’ essenziale. Basti pensare
che, alla base della potenza
economica di un paese come
la Germania, sta una formazione professionale e tecnica
tra le migliori al mondo. Anche la forza del distretto di
Modena in parte è riconducibile ai grandi e storici istituti
tecnici della provincia, dal
Corni al Fermi. Nell’area
carpigiana il Leonardo da
Vinci fa la sua parte”.
Infine una riflessione
sulla riforma della scuola. Quali, a suo parere, i
pro e i contro?
“Nonostante le numerose
contestazioni, il mio è un
giudizio positivo sia per
quanto riguarda gli aspetti
legati all’assunzione del personale che su quelli inerenti
il ruolo dei dirigenti, il cui
lavoro sarà valutato. Sono
profondamente convinto che
l’istituzione scolastica per
evolversi e migliorare avesse bisogno dell’introduzione
di due valori fondamentali
ovvero merito e valutazione.
Con la riforma un primo passo in questa direzione è stato
fatto. Per noi aumentano gli
oneri poiché, dovendo approntare un Piano triennale
di sviluppo e offerta formativa, siamo costretti a proiettarci nel futuro e a fare sin
da ora i conti con la richiesta
di personale aggiuntivo per
potenziare l’organico interno
(il quale sarà assunto entro la
fine di novembre) ma siamo
positivi. Il tempo è galantuomo e sarà lui a dirci, sul
medio e lungo periodo, se
questa riforma sarà efficace
e qualificante”.
E tra le idee del nuovo
dirigente ve ne è una che,
certamente, piacerà a
molti ex studenti del Vinci:
“sull’esempio di altre scuole, mi piacerebbe fondare
un’associazione di ex allievi
ed ex docenti dell’istituto, per raccogliere fondi,
attivare iniziative e, allo
stesso tempo, per mantenere
una sorta di spirito di corpo.
Un modo per riunire tutti gli
amici della nostra scuola e
mantenere vivo un legame.
Un’identità”.
Jessica Bianchi
Sabato 26 settembre, a partire dalle 17,
appuntamento all’Istituto Meucci
La nostra scuola
29 settembre. Dalle 17 stand
espositivi con gli alunni e i loro
docenti, alle 19 è previsto un
piccolo rinfresco mentre, alle
20, prenderà il via uno spettacolo di letture, musica, presentazione di progetti e del film
La nostra scuola, realizzato
dai ragazzi di Ted Tv dell’Istituto. L’evento ha il patrocinio
del Comune di Carpi e la collaborazione dell’Assessorato
alle Politiche Scolastiche.
L’ingresso è libero.
Il nuovo complesso è stato realizzato dalla CMB di Carpi e ospiterà le attività dei Dipartimenti di
Scienze Chimiche e Geologiche e di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Modena e Reggio
Emilia. A Modena per l’inaugurazione era presente il ministro del Lavoro Poletti
Una nuova sede per le Scienze
per analisi che
devono essere
eseguite in un
ambiente privo
di contaminazioni per assicurare
uno standard di
altissima qualità
e precisione.
L’intervento, del valore
complessivo di
ricerca, oltre al personale
tecnico-amministrativo.
L’edificio si articola in
quattro corpi (con altezza
massima di 4 piani fuori
terra), che definiscono due
ampie corti aperte, orientate verso la città storica, e
due corti verdi chiuse, sulle
quali si affacciano gli spazi
dedicati alla didattica.
Nei primi tre piani fuori
terra trovano ospitalità 56
laboratori di ricerca, 9 laboratori didattici e 5 laboratori
di appoggio, 7 aule per lezioni frontali, 6 aule specialistiche e 280 postazioni di
lavoro per personale docente, ricercatore e tecnico,
amministrativo.
La struttura ospita inoltre
una Clean room “metal
free”, laboratorio, unico in
Italia, realizzato senza alcuna parte in metallo visibile,
circa 35 milioni di euro, è
stato realizzato grazie alle
risorse rese disponibili da
Inps attraverso Aristotele,
fondo immobiliare di social
responsibility gestito da
Fabrica SGR.
“Per la nostra cooperativa
– ha evidenziato in occasione del taglio del nastro
Carlo Zini, presidente di
Cmb - abituata ad operare
Da sinistra Bonaccini, Andrisano, Poletti, Muzzarelli e Zini
su tutto il territorio nazionale e all’estero, rappresenta motivo di particolare
orgoglio aver partecipato
alla realizzazione di un’opera tanto prestigiosa, rivolta
ai giovani e quindi al futuro
sul nostro territorio. Nel
processo costruttivo sono
state utilizzate le tecnologie
più avanzate del settore, le
stesse che Cmb impiega con
ottimi risultati nella realizzazione dei grattacieli più
alti del Paese e dei moderni
complessi ospedalieri. Un
particolare ringraziamento
agli ingegneri ed agli operai
che sono stati parti attive
di quel progetto Sicuri per
mestiere, che ha consentito di portare a termine la
realizzazione dell’opera
senza il minimo infortunio
sul lavoro”.
S.G.
venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35 7
apre la struttura privata ricavata all’interno dell’ex camiceria stella. Segesta, più di un anno fa, si era resa disponibile per
convenzionare i posti letto secondo le necessità dell’Ausl ma non se ne fece nulla
A Carpi la Residenza psichiatrica c’è già
A
Carpi la Residenza
psichiatrica c’è: la
struttura privata
ricavata all’interno dell’immobile ex camiceria Stella
di via Tre Febbraio, è pronta
per accogliere i pazienti. Si
chiama Rsp Stella (www.
stellacarpi.it) per ricordarci
che è possibile restituire
alla città angoli da tempo
abbandonati: un bell’esempio di riqualificazione
dell’esistente. “E’
inevitabile che le ristrutturazioni costino
un po’ di più rispetto
a strutture progettate
e costruite ex novo
– afferma Dorio
Silingardi, presidente
di Segesta di Carpi,
società specializzata
in realizzazioni e
ristrutturazioni di
strutture socio - sanitarie e assistenziali
– ma è una scelta di
campo: evitare di costruire consumando ancora
il territorio e avere il valore
aggiunto di una struttura
situata in un contesto urbano
che gode della vicinanza dei
servizi, dell’ospedale, del
Centro di Salute Mentale e
di tutto quello che offre il
nostro meraviglioso centro storico”. Nella nostra
provincia, nel 2008, Segesta
in collaborazione con altri
partners del settore ha inaugurato l’RSA Residenza
I
l cerchio sta per chiudersi. Dopo dieci anni
dall’avvio dell’introduzione del sistema di raccolta
differenziata porta a porta in
quasi tutta la città (correva
l’anno 2006) anche il centro
storico vedrà finalmente
scomparire i cassonetti
grigi. Dal 30 novembre, infatti, circa 3mila utenze, tra
famiglie e attività, saranno
tenute a fare la propria parte
per il bene della città, differenziando al meglio i propri
rifiuti. L’obiettivo? Migliorare ulteriormente la quantità e la qualità della raccolta
differenziata, consentendo
di smaltire meno rifiuti in
discarica, avviare al recupero una maggiore quantità
di materiali riciclabili e, di
conseguenza, salvaguardare l’ambiente e il decoro
cittadino. Nell’area delimitata da viale De Amicis,
viale Ariosto, viale Nicolò
Biondo, via Volturno, viale
Garagnani, p.le Ramazzini,
viale dei Cipressi, viale
Guido Fassi, p.le Marconi
e via Galilei il salto sarà
doppio: “i cittadini non solo
dovranno conferire in modo
diverso i propri rifiuti ma si
dovranno confrontare con
la tariffazione puntuale, la
quale scatterà a partire dal
Formigine Srl per anziani
ricavata negli spazi dell’ex
ospedale di Formigine e, più
di recente, nel 2013, a Castelfranco Emilia, la struttura residenziale educativa
integrata dedicata ai minori
affetti da disagio e vittime
di abusi denominata Torre
dei Cappi. Nella nuova
struttura a Carpi sono stati
realizzati venti posti letto di
Residenza Sanitaria Psichiatrica in camere singole
o doppie ed è possibile ospitare fino a venti persone nel
Centro Diurno Psichiatrico.
Gli spazi ampi e luminosi
completamente ristrutturati
accolgono, al piano rialzato,
il Centro Diurno mentre al
primo e al secondo piano
i posti letto della Residenza Psichiatrica. I colori
pastello dall’arancione al
giallo, dall’azzurro al verde
caratterizzano le pareti dei
diversi piani dove sono
stati ricavati spazi comuni
come la sala mensa e la sala
fumatori, ma anche l’ambulatorio medico, una sala e
una tisaneria a ogni piano.
“La Residenza – prosegue
Silingardi - si propone come
un presidio
“La Residenza abbia soltanresidenziale e
to funzioni
si propone
semiresidenziacome un pre- di contenile specializzato sidio residenziale
mento e di
per soggetti
e semiresidenziale assistenza
con patologie
ma sopratspecializzato per
psichiatriche,
soggetti con pato- tutto finalità
che abbiano
logie psichiatriche, terapeutiche
superato la
riabilitache abbiano supera- etive,
fase acuta della
con
to
la
fase
acuta
della
malattia ma
l’obiettivo
malattia ma che non di recupero
che, non avendo
recuperato suf- avendo recuperato
ottimale delficienti capacità sufficienti capacità
le capacità
di
autogestione,
di autogestione,
residue”. Il
necessitano di
necessitano di
Centro Diurinserimento in inserimento in una
no Psichiacomunità protetta”. trico accouna comunità
protetta. La Reglie invece
sidenza vuole configurarsi
persone con disturbi
come una struttura che non
mentali, per le quali siano
A partire dal 30 novembre verrà introdotto il sistema di raccolta differenziata
porta a porta anche in centro storico
Cassonetti grigi, addio…
Da sinistra Paolo Ganassi, Mirco Arletti e Simone Tosi
1° gennaio 2016 e, lo ricordiamo, si basa sul principio
chi più inquina, più paga.
Nel 2014 - spiega l’assessore Simone Tosi - a Carpi,
ciascuno di noi produceva
400 chili di rifiuti annui, di
cui 198 andavano a smaltimento in discarica. A partire
dal prossimo anno, grazie
alla tariffazione puntuale,
puntiamo a superare l’80%
di raccolta differenziata e
a produrre solo 60 chili di
frazione indifferenziata annua procapite. Nel porci tali
obiettivi abbiamo preso a
modello i migliori in Italia,
ovvero la Provincia di Treviso: là, questi numeri sono
una realtà consolidata”.
Carpi, che può già vantare
oltre il 70% di raccolta
differenziata può aspirare
a ben altro, basti guardare
Novi, Soliera e Medolla,
dove la tariffazione puntuale è già stata introdotta:
“questi tre comuni - prosegue Paolo Ganassi, dirigente dei servizi ambientali
di Aimag Spa - sono ai primi
posti in Emilia Romagna
per la minor produzione
di indifferenziato annuo,
ovvero 70 chili procapite,
i quali includono anche la
quota relativa agli abbandoni”. Considerate le difficoltà legate alle peculiari
caratteristiche urbanistiche
del centro, continua Ganassi, “abbiamo deciso di avere
un approccio diverso coi
cittadini, coinvolgendoli in
modo più diretto e som-
Aimag - Manifestazioni di interesse
Prorogato il termine per
la presentazione
el luglio scorso il Comune di Mirandola, su delega di tutti
i Comuni soci di Aimag Spa, ha pubblicato un avviso per
raccogliere manifestazioni d’interesse, da parte di soggetti
imprenditoriali, a dar vita a operazioni di partnership con Aimag,
da sottoporre poi alla valutazione dei comuni soci. Il termine per la
presentazione di tali manifestazioni, inizialmente fissato al prossimo
30 settembre, è stato posticipato al 30 ottobre, accogliendo così
una precisa richiesta pervenuta in tal senso. Ciò garantirà a tutti gli
interessati, i tempi necessari per approfondire le complesse tematiche
e formulare al meglio la domanda da presentare.
N
ministrando loro un questionario per conoscerne il
pensiero. In centro verranno
raccolti, con la modalità
door to door, indifferenziato, carta e organico, mentre
sfalci e potature saranno
ritirati gratuitamente previa
richiesta. I cassonetti grigi,
azzurri e marroni saranno
quindi eliminati e, al loro
posto, verranno consegnati
appositi contenitori dotati
di microchip da esporre in
giorni e a orari prestabiliti.
Starà al cittadino scegliere
se optare per bidoni da 40
o 120 chilogrammi (per
carta e indifferenziato) ma
resta fermo il principio di
esporlo solo quando è pieno
(la frequenza di raccolta
sarà settimanale in centro)
e il meno possibile. A giorni
indicate attività finalizzate
al recupero dell’autonomia
personale e all’ abilitazione
delle capacità relazionali e
occupazionali. A Carpi, il
dibattito sulla necessità di
una Residenza psichiatrica
va avanti dal 2009 a colpi
di parole spese e promesse
non mantenute, progetti
annunciati e poi abortiti:
l’ultima ipotesi formulata da
Comune di Carpi e Ausl di
Modena è quella di realizzare la Residenza Psichiatrica
negli spazi oggi utilizzati dal
Reparto del Dipartimento di
Salute Mentale (convertendo i 9 posti letto del Servizio
psichiatrico di Diagnosi e
Cura in 15 di Residenza)
sacrificando il Centro di
Diagnosi e Cura. Che senso
ha realizzare una Residenza
all’interno di un ospedale,
quando i pazienti dovrebbero proprio uscirne attraverso
un graduale reinserimento
nella società? Decisione,
quest’ultima che ha scatenato l’immediata reazione
dei volontari dell’associazione carpigiana Al di là del
Muro che tutela i diritti dei
malati psichiatrici e delle
loro famiglie. Ormai pare
oggi superfluo ricordare che
Segesta e Punto Service, più
di un anno fa, si erano resi
disponibili per convenzionare i posti letto secondo le
necessità dell’Ausl.
Sara Gelli
definiremo svuotamenti
minimi e costi”.
Con la sparizione dei
cassonetti grigi i vari
“furbetti” non potranno più migrare verso
il centro con tanto di
sacco dell’immondizia
al seguito: ciò comporterà un ulteriore incremento nel numero degli
abbandoni?
“Io sono positivo. Chi si
ostina a migrare per depositare la propria spazzatura,
d’ora in poi dovrà andare
sempre più lontano. Questo,
probabilmente, li obbligherà ad adattarsi”, risponde
prontamente l’assessore
Tosi. Per tentare di arginare
l’incivile fenomeno comunque, Aimag ha avviato
una collaborazione con le
Guardie ecologiche volontarie per monitorare argini
e fossi, mentre, assicurano
i nostri amministratori,
“gli agenti in borghese
continueranno a stangare i
trasgressori colti in flagrante e verranno installate altre
tre telecamere”. Linea dura
quindi contro l’inciviltà di
coloro che, impunemente,
continuano bellamente a
gettare la spazzatura in ogni
cantone.
Jessica Bianchi
8 venerdì 25 settembre 2015
U
n’altra avventura in
sella alla fida Giant
si è conclusa per il
carpigiano Michele Bonicelli. Un’estate, la sua, a
dir poco illuminante, che
sigla, sorride Michele, “il
definitivo passaggio dalla
passione per le randonnèe a
quella cicloturistica”, anche
se, si affretta ad aggiungere,
“mai dire mai”. Armato di
borse, bagagli e creativo
(affettuoso nomignolo con
cui ha ribattezzato il navigatore, “capace di farmi
scoprire strade dimenticate
dall’umanità in generale e
dai ciclisti in particolare”),
Michele ha pedalato per due
settimane alla volta di Parigi, per poi cimentarsi nella
storica Paris-Brest-Paris,
ovvero il più antico brevetto
ciclistico al mondo, basti
pensare che la prima edizione risale al lontano 1891.
Da Carpi a Cremona e poi
via sino a Pavia col suo bellissimo ponte di legno sul
Ticino dove la tentazione di
fare un bagno, considerate
le temperature canicolari,
è forte ma, “mi ero ripromesso che in questo tour
non ci sarebbero stati bagni
fluviali, lacustri o marini e
non ho ceduto”. E dopo una
tappa ristoratrice a Lomello,
tra verdi e ameni campi di
riso, ospite di Ausilia, ad
aspettare Michele sono gli
oltre 200 chilometri che lo
separano dal Moncenisio.
anno XVI - n. 35
Quest’estate il carpigiano Michele Bonicelli, in sella alla sua fida Giant, ha attraversato le Alpi per
raggiungere Parigi dove ha corso la storica randonnèe Paris-Brest-Paris
Pedalando verso Parigi e oltre…
E’ Susa a
“Ho percorso di Annibale, poi
riservare
la distanza tra quello dei cala prima e
Carpi a Parigi, valieri del Menon pro1.100 chilometri, in dioevo e, infine,
prio gradita sei giorni, ammiran- quello dei ciclisti
sorpresa:
do posti bellissimi e moderni. In un sol
un acquaz- conoscendo perso- colpo ho dimenzone che
ticato le imprene interessanti”.
lo accomcazioni rivolte ai
pagnerà sino alla sommità
tornanti e alla pioggia e mi
del Còl Cenis. “Malgrado
sono sentito fiero di appartel’escursione termica di
nere alla Storia”. Dopo una
almeno 30°, sul colle non ho fredda e umida discesa tra
potuto non immortalare le
le pinete fino a Lansleburg
tre istallazioni che rappree il sonno ristoratore a casa
sentano simbolicamente la
di un’accogliente famiglia,
storia del passo e fors’anche Michele attraversa Chemdell’umanità. Si vede prima bery e la pianura dell’Ain,
il passaggio degli elefanti
per giungere a Bourg en
HAIRSTYLIST
sceglie
Via Delle Magliaie, 41/43 - 41012 Carpi
Aperitivo e spettacolo di luci
venerdì 25 settembre 2015
Michele Bonicelli
M
antova diventa
capitale delle
due ruote per
la seconda edizione del
Mantova Bike Festival,
in programma sabato 26
e domenica 27 settembre.
Dal ciclismo sportivo ai
percorsi cicloturistici, dalla
mobilità ecosostenibile
ai laboratori per bambini,
dalle innovazioni tecnologiche al vintage e ai convegni tematici. Numerosi
eventi con un unico comune
denominatore. Mantova è
una città a misura d’uomo,
in cui la bicicletta consente
di muoversi ammirando e
scoprendo luoghi altrimenti
inaccessibili.
Il Mantova Bike Festival è
l’occasione per diffondere
la cultura di questo mezzo di trasporto ecologico
legandolo alle molteplici
possibilità del suo utilizzo
e allo stesso tempo valorizza la città di Mantova, il
suo centro storico, perfetta
cornice dell’evento, e i
suoi percorsi ciclabili, con
indubbie ricadute positive
sul turismo.
La bici risulta essere il miglior mezzo per apprezzare
i tesori ambientali, architettonici, storico-artistici
disseminati nel territorio e il
mezzo ideale per muoversi
in modo ecologico e attivo.
Grazie alla bicicletta è possibile apprezzare pienamente i dettagli, le atmosfere,
Bresse a circa 500 chilometri da Parigi. Complice una
serata ospite di Laetitia,
studiosa di esperanto, o la
consapevolezza che “la
parte più dura del viaggio
attraverso le Alpi fosse
terminata, sono arrivato
all’illuminazione dell’11
agosto: dall’anno prossimo
mi sarei dato solo al cicloturismo”. Altro che San
Paolo sulla via di Damasco… E dopo aver brindato
alla nuova consapevolezza
acquisita con un calice di
champagne a Chatillon sur
Seine, è tempo di proseguire
verso Fontanebleau, alle
porte di Parigi. “Ho percorso la distanza tra Carpi e
Parigi, 1.100 chilometri, in
sei giorni, ammirando posti
bellissimi e conoscendo
persone interessanti. Ora
mi aspettava la randonnèe
Paris-Brest-Paris. L’ultima
alla quale avrei partecipato…”. Insieme a ben 6.000
ciclisti provenienti da 65
nazioni e 13 modenesi, col
numero A046, il 16 agosto,
l’impresa di Michele ha
avuto inizio: tra ciclisti che
zigzagano pericolosamente,
compagni di ventura senza
luci o giubbotti rifrangenti
e, per un vegetariano, decisamente troppa carne nei
bag-drop… arriva al primo
controllo di Villaines dopo
220 chilometri in poco più
di 7 ore ai 30 km/h di media.
“Dopo una notte insonne
Bjorn Lenhard che termie le ginocchia doloranti
nerà il brevetto a Parigi staho attraversato pittoreschi
bilendo il nuovo record di
paesini della Bretagna.
42 ore e 26 minuti. Un altro
Ogni tanto lungo il percormondo”. Dopo aver pedaso ci sono famigliole che
lato incessantemente per
vendono o regalano acqua,
oltre 26 ore, all’orizzonte
succhi, caffè e paste: una
si staglia il famoso ponte di
panacea. Inoltre nei vari
borghi le persone applaudo- Brest. “Ero in anticipo sulle
mie previsioni
no e incitano
“Ho finito la
e tutto stava
col classico
Parigi Brestallez, allez
Parigi in poco andando bene
oppure bon
più di 65 ore, senza ma l’esperienza
ha insegnato
courage e
incidenti, forature o mi
a non rilassarsi
soprattutto
pioggia. Non posso con prematuri
nei momenti
lamentarmi”.
entusiasmi:
di crisi sono
per tornare a Parigi mancaveramente utili. A Carhaix
vano altri 600 chilometri,
incrocio l’uomo solo al
nettamente più duri dei
comando della randonnèe:
precedenti”. Con un po’ di
una specie di mastino tedesco che risponde al nome di riposo e qualche aspirina
Torna, sabato 26 e domenica 27 settembre, il Mantova Bike Festival: due giorni di
appuntamenti per celebrare l’universo delle due ruote
La capitale della bicicletta
circostante.
Numerosi i percorsi cicloturistici in programma.
In sella verso il Parco
Giardino Sigurtà - Suggestivo percorso in bici lungo
il fiume Mincio su una delle
ciclabili più conosciute
d’Italia. Visita guidata a
Borghetto e al Castello di
Valeggio sul Mincio. Dopo
una gustosa sosta alla Speck
Stube, si entra nella magia
del Parco Giardino Sigurtà
e si percorrono in bici gli
splendidi viali ombreggiati
circondati da una natura
lussureggiante. Rientro a
Mantova in pullman con
i giochi di luce e gli odori
della terra.
La manifestazione si rivolge a un pubblico eterogeneo
e trasversale, in quanto le
iniziative proposte sono
mirate a raggiungere diverse tipologie di persone: dai
dilettanti ai professionisti,
dalle famiglie ai bambini
e a tutti gli appassionati di
turismo slow e ciclismo.
L’appuntamento per gli appassionati di ciclismo vintage è domenica 27 settembre
con La Locomotiva Umana,
cicloturistica d’epoca (bici
e accessori ante 1984)
non competitiva a circuito
dedicata a Learco Guerra. Il
percorso è prevalentemente
su strade a bassa percorrenza di automobili e su alcuni
tratti di strada sterrata.
La Granfondo cicloturistica
Strada del riso e dei risotti
mantovani, che si snoda nel
territorio della provincia di
Mantova noto per la produzione di riso, prevede due
percorsi a marcia libera.
La partenza alla francese,
in ordine sparso, e la non
competitività permettono
ai partecipanti di muoversi in piccoli gruppi senza
eccedere nell’andatura,
così da poter anche godere
e apprezzare il paesaggio
carrello porta bici nel tardo
pomeriggio.
Lungo il Mincio tra bici e
battello - Itinerario all’interno del Parco del Mincio fino
anno XVI - n. 35 9
per cercare di arginare l’infiammazione alle ginocchia,
ecco sfilare Villaines (“coi
suoi abitanti bragheri”) e
poi Mortagne che sigla “il
mio tuffo nell’ultima notte
del brevetto e anche della
mia carriera randagia” e
dove Michele, per la prima
volta trova nei ristori della
verdura cruda: 2 euro e 60
per un pomodoro affettato.
“Pressoché un furto”. Conscio di essere sotto le 70 ore
che si era prefissato per portare a termine la randonnèe
ed essersi quindi concesso il
meritato “sonno dei giusti”,
Michele si rimette in bicicletta alla volta di Parigi,
tra bellissime foreste. “Ho
finito la Parigi Brest-Parigi
in poco più di 65 ore, senza
incidenti, forature o pioggia. Non posso davvero lamentarmi”, sorride Bonicelli. A conseguire il brevetto
anche altri due carpigiani:
William Salvioli e Raffaele
Bertolucci.
Nel cuore rimane, sepolta in
un angolo, la Trans Russia,
la più lunga randonnèe del
mondo. Un sogno lungo
10.400 chilometri e quaranta giorni per andare
da Vladivostok a Odessa.
Tour naturalmente cancellato dopo l’illuminazione
dell’11 agosto. Each man
kills the thing he loves
(Ogni uomo uccide ciò che
ama). Staremo a vedere.
Jessica Bianchi
a Corte Bell’Acqua a Goito.
Si prosegue per Rivalta
per la visita al Museo degli
Antichi Mestieri del Fiume
e si ritorna a Mantova al tramonto a bordo del battello
Insolito Mincio.
Le terre dell’alto mantovano - Ciclotour sulle Colline
Moreniche del Garda tra
dolci paesaggi ricchi di
storia e sapori da scoprire:
dal Capunsel di Solferino
al Tortello amaro di Castel
Goffredo. Ritorno in pullman con carrello porta bici.
Alla scoperta del Parco
Oglio Sud - Partenza da
Mantova per Canneto
sull’Oglio in pullman con
carrello porta bici. Dopo la
visita al Museo Civico di
Canneto, si percorre in bici
il fiume alla scoperta del
Parco Oglio Sud, si visita la
maestosa Corte Castiglioni
di Marcaria e, dopo il pranzo presso Osteria Due Platani, si rientra a Mantova.
Il fiume e il suo museo diffuso - Biciclettata lungo il
Fiume Mincio verso il Basso Mantovano per ammirare tutte le eccellenze del
territorio: il Forte di Pietole,
il Parco Archeologico del
Forcello, il Museo Diffuso
del Fiume e l’ex Conca di
navigazione del Bertazzolo. Dopo una gustosa sosta
all’Ostello dei Concari,
rientro a Mantova a bordo
della Motonave Andes
Negrini.
10 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
E
’ una vera e propria comunità quella che ruota intorno al
pane Primus e che si ritrova
sui social e sul portale dedicato
allo speciale pane che viene realizzato a Carpi. La testimonianza
più recente postata su Facebook
(www.facebook.com/primuspane) è quella di una giovane
ragazza dal viso sorridente. “Da
5 anni soffro – scrive Daria - di
sindrome di colon irritabile che
mi ha portata a soffrire di stipsi
e meteorismo doloroso. Faccio
una dieta vegetariana non mangio cibi raffinati o industriali,
raramente latticini e uova. Ho
provato di tutto e di più. I problemi all’intestino mi hanno
portata a un abbassamento di vista
improvviso, disturbi mestruali,
una fragilità ai denti, depressione
e costante astenia. Finché mia
madre non ha scoperto il pane
Primus di Sandro Santolin, l’unico alimento che il mio intestino
accetta senza fare capricci, una
vera manna dal cielo. Ovviamente
il passo successivo doveva essere
sfiammare l’intestino. Ormai non
credevo più a niente, al contrario
di mia madre che non si è arresa
e ha contattato il professor Paolo
Mainardi per avere informazioni su Serplus. Per farla breve
ho iniziato la cura e sono rinata.
Questo per dirvi che non avete
nulla da perdere a provare, ma
solo da guadagnarci”. Mattia,
un ciclista professionista, scrive
sul portale ( www.primuspane.
venerdì 25 settembre 2015
Hanno a cuore la propria salute e vogliono mantenersi in linea, i consumatori di Primus sono
sempre di più e si ritrovano on line per condividere la scelta di responsabilità nella protezione
della propria salute e, indirettamente, del pianeta intero
Primus, il pane per “salutariani”
it): “da qualche giorno utilizzo il
vostro Primus. Ho fatto un primo
ordine per provarlo inserendo anche una pagnotta con uvetta oltre
a 3 fantastici Primus 100. Volevo
semplicemente complimentarvi
con voi perché dopo nemmeno
una settimana di utilizzo inizio
a sentire gli enormi benefici dei
vostri prodotti e farvi sapere che
da oggi avrete un altro affezionato
cliente che vi supporta e cercherà
Santolin del Pane del Fornaio –
non è un filosofo e non si ispira ad
alcuna religione. Mentre vegani
e vegetariani adottano uno stile
di vita particolare, oppure chi si
nutre di alimenti biologici supporta certamente un’agricoltura
meno impattante sull’ambiente,
il salutariano fa scelte alimentari
mirate a migliorare concretamente la propria salute. Infatti, si
può essere vegani, vegetariani,
consumatori di prodotti biologici, non fumatori e non riuscire
a proteggere sufficientemente,
come un salutariano fa, la propria
salute. Ad esempio, mangiando
tutti i giorni cibi raffinati (zuccheri, margarine, pasta e pane
non integrali) o consumando cibo
biologico ma di origine animale
ad allevamento intensivo. La particolare saggezza che
di diffondere i vo“Il Salutariamotiva il salutariano
stri fenomenali
no fa scelte
lo rende responsabile
prodotti durante
alimentari
nella protezione della
ogni competizio- mirate a migliorare
propria salute e, indine”. Non si tratta
concretamente la
rettamente, di quella
esclusivamente
propria salute”.
del pianeta intero”.
di persone che si
Da queste ispirazioni è nato Priritrovano un problema di salute
mus, il pane a base di leguminose
ma perlopiù di “salutariani” che
caratterizzato da un bassissimo
hanno a cuore la propria salute
indice glicemico, da una riccheze vogliono mantenersi in linea.
za di valori nutrizionali nono“Il salutariano – spiega Sandro
Sandro Santolin
stante la scarsa densità calorica,
dalla riduzione drastica della
presenza di glutine degradato con
la fermentazione naturale, dalla
sopravvivenza degli enzimi e della flora batterica che conferisce
al pane una migliore digeribilità.
Primus è disponibile presso i punti vendita de Il Pane del Fornaio a
Carpi e online all’indirizzo www.
primuspane.it/shop.
Carpifood: non c’è amore più sincero di quello per il cibo
“Era finita l’estate nell’umida Emilia. Era quel periodo
dell’anno in cui le foglie
scendevano dagli alberi con
aria sonnolenta, passando
dal verde acceso a tutti quei
colori straordinariamente
brillanti dell’autunno. Dalla
veranda di casa si vedevano
i campi spogliati del raccolto
e un velo di nebbia accarezzava dolcemente la terra.
Nella grande cucina il fuoco
della stufa temperava le
mura e, su di essa, trovava
spazio un capiente paiolo
di rame. Nei miei ricordi di
bambina ritrovo il silenzio
che aleggiava intorno a
noi. Un senso di ricercata
tranquillità che definiva le
condizioni perfette per mettersi al lavoro. Nonno Bruno
si accingeva a preparare una
delle sue pietanze migliori:
il savor di barbabietola”.
di Chiara Papotti
Savor d’uva? No,
di barbabietola
G
ià dal 1700 a Carpi e
nella Bassa si preparava il Sapore, meglio
conosciuto come Savor. Questo prodotto era molto importante nell’alimentazione
delle famiglie contadine,
in quanto sano e nutriente,
ideale per superare i rigidi
inverni. Il Savor si preparava
in autunno, generalmente con il mosto cotto della
vendemmia e altre qualità di
frutta di stagione. In alcune
zone, però, specialmente
quelle in cui si trovavano
le coltivazioni di barbabietola, era diffusa l’usanza di
preparare il Sapore con il
mosto di barbabietola. In
Italia la coltivazione della
barbabietola prese piede
alla fine del XVII secolo, specialmente nelle zone della
anno XVI - n. 35 11
Pianura Padana, Ferrara e
Rovigo. All’epoca, però, non
si conosceva ancora il sistema per estrarre lo zucchero
da questa pianta. Bisognava
attendere l’arrivo di Napoleone. Nei primi anni dell’Ottocento lo zucchero di canna
era molto diffuso. Ma con
le guerre napoleoniche si
diede avvio al blocco delle
importazioni. Nel 1811 alcuni scienziati francesi mostrarono a Napoleone dei panetti di zucchero estratto dalla
barbabietola. L’imperatore
rimase talmente colpito da
quel sapore dolciastro che
ordinò la coltivazione im-
mediata della pianta. Fu così
che nel giro di pochi anni
sorsero più di 300 fabbriche
di zucchero da barbabietola
in tutta Europa. La scoperta
stimolò l’ingegno dei contadini della bassa Pianura Padana e, di lì a poco, cominciò
a diffondersi l’usanza di
preparare il Savor partendo
dal mosto di barbabietola.
Alcune testimonianze e racconti orali di chi ha vissuto il
periodo della cucina povera
sono state fondamentali per
il recupero di questo patrimonio gastronomico. Bruno
mi racconta che quando era
giovane raccoglieva le bar-
babietole, le puliva con cura
e le portava a San Giacomo
Roncole. Qui lo attendeva
una donna molto nota in
paese, la quale lavorava le
barbabietole sino a ottenerne il mosto. “File lunghissime di persone si formavano
davanti allo stabilimento
– spiega Bruno – ognuno
custodiva gelosamente il
raccolto in attesa della sua
trasformazione. Il succo che
se ne ricavava era la base
di partenza per il Savor di
barbabietola”. Con lo stesso
principio del Savor d’uva,
il mosto di barbabietola
veniva portato a ebollizio-
ne in un paiolo di rame. Si
aggiungevano poi pezzi di
frutta di stagione, come le
pere, le mele campanine, la
zucca e scorze di arancia. Si
faceva bollire il tutto molto
lentamente, anche per un
giorno intero, fino a quando
il Sapore raggiungeva una
consistenza piuttosto densa
e una tonalità molto scura,
quasi nera. Lo si lasciava
raffreddare, quindi lo si
adagiava in un recipiente
di terracotta e lo si metteva
nel forno ancora tiepido,
dove precedentemente si
era cotto il pane. Arrivati a
questo punto, si attendeva
il tempo necessario per la
formazione di una crosta superficiale, necessaria per la
conservazione del prodotto
durante l’inverno. Il Savor di
barbabietola lo si consumava sul pane, nei dolci come i
tortelli fritti, ma sopratutto
si mangiava sulla polenta
fresca o arrostita.
12 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
Grandi e piccini hanno risposto presente all’invito dell
sono accorsi numerosi per assistere all’attesissimo tagli
nuova Piscina e ammirare coi propri occhi l’interno dell
E piscina sia!
A
battezzare le acque ancora inviolate della nuova
Piscina Comunale di Carpi
il campione del mondo nei 1.500
metri stile libero Gregorio Paltrinieri e il primo cittadino Alberto
Bellelli: una gara giocosa e divertita la loro, che, ovviamente, non
ha lasciato scampo al… sindaco!
Prima di cimentarsi nell’impresa
natatoria però, a Bellelli è spettato
il compito di fare gli onori di casa
in occasione dell’inaugurazione
dell’impianto alla presenza della
folla delle grandi occasioni. Grandi e piccini, infatti, hanno risposto
presente all’invito dell’Amministrazione e sono accorsi numerosi
per assistere all’attesissimo taglio
del nastro e ammirare, finalmente,
l’interno della struttura (realizzata
in 18 mesi dal raggruppamento
temporaneo di imprese costituito
da Cmb e dalla società di servizi
Coopernuoto di Correggio, la
quale detiene il 25% delle quote
di Aquanova srl che si è aggiudicata l’appalto dell’impianto e
lo gestirà per i prossimi 30 anni)
costata oltre 9 milioni di euro.
“Questa piscina - ha sottolineato il
sindaco - rappresenta qualcosa di
unico e straordinario. Frutto di un
percorso faticoso, di sinergia tra
pubblico e soggetti privati. Dubito di riuscire a trasmettervi tutta
la mia emozione. Il mio augurio
è che questa, diventi la piscina di
tutti voi. Che riusciate a sentirla
vostra. Già oltre 2mila ragazzi vi
si sono iscritti: chissà se tra loro vi
sarà un altro Gregorio… Finalmente Carpi ha la piscina che si
merita e tutto questo è stato possibile grazie agli sforzi di chi mi ha
preceduto. Oggi siamo riusciti a
costruire un sogno, l’obbligo ora
è quello di vivere e amare questi
spazi”. Una piscina da Serie A,
l’ha invece definita il presidente
della Regione Emilia Romagna
Stefano Bonaccini: “dopo la
promozione del Carpi e la medaglia d’oro di Paltrinieri, ora
arriva anche un impianto natatorio
degno della massima serie: uno
straordinario contributo non solo
alla pratica del nuoto agonistico,
ma anche alla pratica natatoria
di base. Come Regione, infatti,
stiamo lavorando a una nuova
legge sullo sport, che dedicherà
particolare attenzione all’impiantistica, così come alla diretta
correlazione tra sani stili di vita e
salute, perché il nostro obiettivo
primario è quello di poter continuare a vantare, nella nostra terra,
una qualità della vita da Serie A.
Quel che più mi ha colpito nel
conoscere Greg, campione capace
di conquistare la vetta del mondo,
è stato il suo sorriso onnipresente.
Ecco io credo che quel sorriso
racconti, nonostante l’impegno, il
coraggio e i sacrifici, un desiderio
di divertimento che prescinde
dalla vittoria e dal risultato.
Ed è proprio quello, lo spirito che
più di ogni altro deve caratterizzare chi si avvicina alla pratica
sportiva”. E se di campioni come
Greg “non ne nascono certo tutti i
giorni - ha ammesso il presidente
del comitato regionale della Federazione Italiana Nuoto, Pietro
Speziali - non bisogna mai dimenticare, né sottovalutare, l’importanza dello sport nella formazione
e nella crescita dei ragazzi”.
Ed è sui ragazzi che Coopernuoto
continuerà a puntare, “come ha
venerdì 25 settembre 2015
ll’Amministrazione e
lio del nastro della
lla struttura
Bellelli e Paltrinieri
fatto da 25 anni a questa
parte”, ha proseguito il
presidente della società correggese, Gianluca Gualdi,
il quale ha ringraziato Cmb
e il suo presidente Carlo
Zini, così come il Comune
di Carpi, per “la fiducia
accordata”. Sollecitato
da Pierluigi Senatore di
Radio Bruno, il campione
Da sinistra Zini, Cavina, Paltrinieri,
Bellelli, Bonaccini e Gualdi
S
ono state l’azienda
Blumarine e la nuova
Piscina Comunale
dove ha incontrato il neo
campione del mondo di
nuoto nei 1500 s.l., Gregorio Paltrinieri, i due
appuntamenti carpigiani
del premier Matteo Renzi
giunto in Emilia giovedì 17
settembre per una giornata
particolarmente intensa
che lo ha visto prima nel
piacentino, dove ha incontrato i sindaci dei Comuni
alluvionati e poi in serata
a Modena con il bilaterale
con il presidente francese
Francoise Hollande e a
seguire il saluto ai volontari
della Festa del Pd a Ponte
Alto.
Alla Blumarine, accolto da
Anna Molinari, direttore
creativo dei marchi Blumarine e Blugirl e Gianguido
Tarabini, amministratore
unico del Gruppo Blufin, il
premier ha ribadito l’apprezzamento per il marchio
che rientra tra quelli dell’eccellenza italiana, congratulandosi con una delle realtà
più significative del settore
moda, capace di valorizzare il Made in Italy anche
all’estero.
Dopo la Blumarine è stato il
momento della Piscina dove
Renzi ha fatto un rapido
giro accompagnato da Greg.
“Bella la piscina, è una
anno XVI - n. 35 13
Sono state l’azienda Blumarine e la nuova Piscina, i due appuntamenti carpigiani
del presidente del consiglio Matteo Renzi giunto in Emilia lo scorso 17 settembre
Il premier Renzi a Carpi
come fattore di crescita.
Poi una volta ogni tot anni
ti nasce anche un campione
del mondo con l’intelligenza, la dedizione e la tenacia
di Greg Paltrinieri: allora
di casa, Greg, dopo infiniti
sorrisi e altrettanti abbracci
e strette di mano, ha infine,
ricordato i suoi prossimi
impegni: “dai campionati
europei in vasca corta alle
Olimpiadi di Rio del 2016”,
dopo le quali, il sindaco
pare abbia già prenotato
Piazza Martiri…
Jessica Bianchi
uno è anche più contento”.
Greg ha dimostrato di aver
gradito l’incontro e, visibilmente emozionato, ha
confidato ai microfoni di
Radio Bruno: “è stato un
onore conoscerlo, che sia
venuto qui e abbia detto che
occorre puntare sullo sport
e costruire impianti così
all’avanguardia, belli. Che
facciano venir voglia di fare
grande occasione per valorizzare lo sport. Credo che
sia un messaggio per tutti,
cioè la bellezza dello sport
sport, che fa bene all’Italia
e, in questo caso, a Carpi”.
Nelle due tappe carpigiane
massiccia la presenza delle
Forze dell’Ordine che temevano contestazioni, limitatesi a un paio di cartelli della Lega Nord, mentre alcuni
simpatizzanti del Pd hanno
sventolato le loro bandiere.
Nessun bagno di folla per il
premier, i cittadini - pochi
- venuti per vederlo sono
infatti stati tenuti a debita distanza (forse anche
troppa).
Pierluigi Senatore
14 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
Si chiama Rugagiuffa ed è ambientata a Venezia la web serie di successo realizzata da sette studenti universitari e che ha
per protagonista anche la carpigiana Francesca Zanotti
Da Carpi alla web serie girata a Venezia
S
ono sempre più numerose le web serie
caricate su YouTube
e i ragazzi che scelgono di
utilizzare la piattaforma
video non solo come fruitori
dei contenuti ma anche come
produttori. Basta avere una
web cam, un po’ di talento e
tanta fantasia per realizzare
la propria fiction online disponibile a tutti con un click
e, spesso, il risultato è degno
di un lavoro da professionisti. Rugagiuffa è il nome
della web serie che racconta
le avventure di quattro studenti che abitano nel sestiere
di Castello chiamato Ruga
Giuffa, e in cui recitano
oltre alla carpigiana Francesca Zanotti, trasferitasi a
Venezia per studiare lingua
ebraica all’università Ca’
Foscari, tre ragazzi: Marco
Paladini, Nicolò Vianello e
Lorenzo Pagan.
Dietro alla telecamera c’è un
team molto affiatato: Silvio
Franceschet (autore e regista laureato in Arti Visive),
Alberto Valentini (autore)
e Alessandra Quattrini
(autrice e acting coach).
Francesca ci ha spiegato le
ragioni del successo che sta
riscuotendo la serie, giunta
alla sua seconda stagione
e che conta oltre 100mila
visualizzazioni a puntata.
“Credo che Rugagiuffa
piaccia per la freschezza e
l’immediatezza dei contenuti. Infatti, vengono trattate
P
remio speciale della
Giuria al film turco
Abluka di Emin Alper.
Ritratto non troppo metaforico della Turchia odierna,
percorsa da tensioni politiche e sociali che sfociano
nel sospetto e nella violenza.
Il detenuto Kadir ottiene la
libertà vigilata in cambio di
una collaborazione col regime per individuare terroristi
e oppositori. Viene così addetto alla raccolta e all’analisi dei rifiuti nelle baraccopoli
per individuare materiali che
possano portare alla costruzione di ordigni esplosivi.
Contemporaneamente cerca
il fratello, addetto all’abbattimento dei cani randagi.
Due “professioni” complementari, ma i due non riescono a stabilire un rapporto.
Il regista costruisce la sua
storia per mostrare come
il potere trasformi uomini
semplici in ingranaggi del
sistema politico.
Dei film italiani in Mostra
due sono già nelle sale: Non
essere cattivo di Claudio
Caligari (fuori concorso) e
Sangue del mio sangue (in
concorso) di Marco Bellocchio. Il primo è ambientato
nel 1995 a Ostia. Paesaggio
dall’ecologia devastata e
il pubblico: si può interagire
con i propri fan direttamente
su You Tube e scambiarsi
opinioni tramite i social network. Tuttavia, nonostante
l’ascesa della Web Tv e dei
suoi prodotti, pensiamo che
il web rimarrà ancora a lungo solo un trampolino di lancio. I tempi non sono maturi
perché il cinema e la televisione vengano soppiantati
definitivamente dalla rete, e
forse non lo saranno mai. Per
fortuna aggiungerei”.
Dopo il successo di Rugagiuffa avete deciso di
iscrivervi al Roma Web
Fest, il primo festival
Francesca
Zanotti
le tematiche che contraddistinguono i giovani di oggi:
problemi nello studio, d’amore, difficoltà nel lavoro e
ad arrivare a fine mese. Poi,
ovviamente, grande protagonista è la città di Venezia,
per cui largo spazio viene
dato anche a ciò che sta più
a cuore ai veneziani del nostro sestiere: il desiderio di
indipendenza, le tradizioni e
il dialetto”.
Quanto c’è di voi nei
personaggi che interpretate?
“La fortuna di Rugagiuffa
sta anche nell’intuizione
del regista: farci recitare
con spontaneità incarnando
semplicemente noi stessi.
“Mala” (Nicolò Vianello)
e “Pala” (Marco Paladini)
al di fuori della scena si
comportano realmente così:
sempre a battibeccarsi, pur
volendosi bene”.
Le Web-Serie sono un
fenomeno in crescita.
Bassi costi, meno vincoli
e grande rapidità di condivisione. Cosa rappresentano per voi e che
futuro avranno nelle
vostre previsioni?
“Indubbiamente il genere
della web serie si è molto
sviluppato negli ultimi anni:
non ci sono vincoli e si può
raccontare ciò che si vuole
in un tempo relativamente breve. Credo che gran
parte della popolarità si
deve al contatto diretto con
italiano di web series.
Cosa vi aspettate?
“Stiamo aspettando di
conoscere il risultato delle
selezioni. Ci sono tante web
serie di qualità in concorso
per cui l’esito non è scontato. Se dovessimo essere
scelti sarebbe un grande
onore, e avremmo l’opportunità di conoscere dei veri
professionisti del settore e di
farci consigliare da loro”.
Progetti per il futuro?
Ci sarà anche una terza
edizione di “Rugagiuffa”, o magari una nuova
web-serie?
“La terza stagione non è
ancora nei nostri pensieri
ma se il pubblico che ci
segue la richiederà potrebbe
essere realizzata, anche se
ciò comporterebbe la ricerca
di finanziatori per avere
attrezzature più adeguate.
Inoltre, alcuni di noi si stanno dedicando a un progetto
parallelo per alcuni committenti che unisce l’esperienza
maturata nel video e nei
social”.
Vi piacerebbe che questo hobby diventasse il
vostro vero lavoro?
“Per quasi tutti noi la web
fiction resterà solo un bellissimo hobby. Abbiamo infatti
altri interessi e aspirazioni.
Solo a Silvio, che è laureato
in Arti Visive, auguriamo
che Rugagiuffa rappresenti
una vetrina per intraprendere una meravigliosa carriera
artistica”.
Chiara Sorrentino
Dei film italiani in Mostra a venezia due sono già nelle sale: Non essere cattivo di Claudio Caligari
(fuori concorso) e Sangue del mio sangue (in concorso) di Marco Bellocchio - parte 2
Il Bellocchio più intimo
con un umanità giovanile
senza speranza. Due ragazzi Vittorio e Cesare, amici
da sempre e fratelli di vita,
attraversano la loro giovane
esistenza tra notti in discoteca, alcol e spaccio di droga.
Una vita di eccessi che
entrambi vorrebbero abbandonare. L’amore e il lavoro
potrebbero fare da catalizzatore per una nuova vita,
ma il richiamo della strada
rimane irresistibile. Caligari,
recentemente scomparso,
chiude la sua trilogia iniziata
con Amore tossico (1983) e
L’odore della notte (1998)
restituendo un quadro della
situazione estremamente
realistico su un Accattone
odierno, non più sottoproletario ma ancora ai margini
dell’esistenza e in continua
lotta con se stesso. Bellocchio invece realizza il suo
film forse più personale,
chiamando a raccolta nel
suo universo attoriale,
Roberto Herlitzka, Toni
Bertorelli, Alba Rohrwacher, i figli Pier Giorgio ed
Il Vasco
pensiero in
Mostra
a Venezia
C
Marco Bellocchio e
Alba Rohrwacher
Elena e il fratello Alberto.
Poteva benissimo intitolarlo
Cinema del mio cinema,
ma il sangue è certamente
più efficace. La ripetizione
richiama la gemellarità che
nel film è presente non solo
perché il protagonista ha
un gemello, ma per diverse
situazioni di specularità in
un racconto diviso a metà tra
passato e presente. Al centro
Bobbio, il suo paese natale,
dove un vecchio convento
poi divenuto carcere ospita i
due tempi della narrazione.
Nella prima parte Federico
Mai è un soldato deciso a far
seppellire il fratello suicida
in terra consacrata. Per questo torna al convento dove
il fratello era un sacerdote
caduto nel peccato perché
sedotto da suor Benedetta
ora sottoposta a torture varie
tese a dimostrare il suo patto
col demonio. Sovrasta il
tutto un potere che attraversa
hiusura musicale per
la 72° Mostra di
Venezia, chiusura in
bellezza con la vera grande
rock-star italiana: Vasco
Rossi. Escursione incuriosita
nella creatività del nostro a
bordo di una macchina dove
due sconosciuti trasportano
la sagoma life-size del rocker
di Zocca. Dieci piccoli capitoli che scrutano in profondità
il modo di comporre, di scrivere una canzone. Non un
percorso biografico quindi,
ma un sentiero nell’anima,
un piccolo viaggio su come
vivere e sopravvivere, in riva
al mare o su un palco. Ci
sono più parole che musica,
pillole di saggezza e azzardi
di semplicità per poi epilogare con l’anteprima del
videoclip Quante volte,
tratto dall’album Sono
innocente. Obbligatorio per
i fans. Da non perdere, su
Raitre, sabato 26 settembre,
alle 22,35.
I.A.
i secoli e giunge fino a noi
simboleggiato da un personaggio vampiresco interpretato da Roberto Herlitzka,
che da solo vale il film. Il suo
colloquio dal dentista (Toni
Bertorelli) è di una comicità
travolgente e richiama alla
memoria quello nella sauna
di Bella addormentata. Li
accomuna l’analisi spietata
di un potere che sopravvive
ai mutamenti sociali, politici
e religiosi, vero vampiro che
cavalca i secoli e la quotidianità grazie a una costante
corruzione che tutto coinvolge. Assolutamente non
casuali i nomi dei personaggi: il Conte si chiama Basta,
il cavaliere si chiama Mai!
Bellocchio è partito da due
cortometraggi (il presente
e il passato) realizzati nella
sua scuola di cinema estiva e
li amalgama con rara maestria, intrecciando situazioni
e personaggi sullo sfondo
di un paesaggio che oltre
che geografico è soprattutto
interiore.
Ivan Andreoli
N
el 70esimo anniversario della seconda
guerra mondiale
resta un testimone prezioso di quei terribili anni.
Qualcuno lo ha definito
il don Bosco carpigiano.
Qualcun altro si è spinto
oltre accostandolo alla
figura di Bernanos, l’autore del Diario di un curato
di campagna. E tutti questi
paragoni calzano a pennello
conoscendo da vicino don
Ivo Silingardi, la sua vita
e le sue opere a favore del
prossimo, dei giovani, dei
bisognosi, la sua umanità e
la grande fedeltà agli ideali
cristiani cui mai è venuto
meno. E l’accostamento
a Bernanos pensiamo lo
soddisfi perché egli ricorda
sempre di essere figlio di
contadini, nato in campagna. Don Ivo parla volentieri del suo passato e delle
vicende drammatiche che
hanno contraddistinto gli
anni della guerra. Nonostante i suoi 95 anni, don
Ivo rammenta perfettamente gli anni bui e difficili
quando, partigiano della
Brigata cattolica Italia,
fu stretto collaboratore
dell’allora vescovo di
Carpi monsignor Virgilio
Dalla Zuanna, il presuleeroe che seppe salvare la
vita di 60 antifascisti che
erano già stati addossati al
muro di cinta della chiesa
parrocchiale di Limidi per
I
l Comitato Chernobyl
di Carpi, Novi e Soliera ha inaugurato nella
saletta della Fondazione
Cassa di Risparmio di corso
Cabassi la mostra fotografica che resterà aperta sino
al 27 settembre Dare luce al
silenzio, con scatti di Luigi
Ottani e testi di Pierluigi
Senatore, sulla tragedia
nucleare di Chernobyl. Si
tratta di una serie di immagini sconvolgenti e drammatiche sull’esplosione della
centrale atomica Lenin in
Bielorussia, allora Unione
Sovietica, del 25 aprile
del 1986: portò alla morte
istantanea settemila persone
e, ancora oggi, continua a
mietere vittime tra quanti
allora vivevano in quella
località. Come hanno ricor-
venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35 15
L’Angolo di Cesare Pradella
Il vescovo Dalla Zuanna e i fatti di Villa Emma nei ricordi di don Ivo
Don Ivo
essere fucilati dai militari
delle SS.
“Furono giorni terribili e
drammatici quelli del novembre del 1944 – racconta
don Ivo – contrassegnati
da una lunga e laboriosa
trattativa tra il vescovo
Dalla Zuanna e il comando
tedesco, grazie alla sua
perfetta conoscenza della
lingua tedesca, (oltre che di
quella francese e della sua
vasta cultura umanistica
che gli donava carisma,
autorevolezza, personalità).
Trattativa che si concluse
positivamente (mentre gli
ostaggi erano già allineati
al muro e un drappello di
militari tedeschi aveva già
le armi in pugno), con la
liberazione degli ostaggi in
cambio del rilascio di sei
miltari tedeschi catturati
nei giorni precedenti. Ci
fu ugualmente un morto
perché in quei momenti
così carichi di tensione,
uno degli ostaggi riuscì
a liberarsi e a fuggire ma
venne freddato dai soldati”.
Don Ivo prosegue il suo
racconto aggiungendo che
“quell’episodio fu il fatto
più eclatante tra tanti altri
che si verificarono durante
i suoi undici anni difficili
e tribolati di permanenza
del presule nella Diocesi
carpigiana, contrassegnati
prima da cinque anni di
guerra e, successivamente,
dalla presenza ‘scomoda’ di
don Zeno Saltini con la sua
Comunità Nomadelfia. Un
uomo di grande spessore
umano e di grande determinazione protagonista del
periodo della Resistenza
quando Carpi divenne
luogo dell’opposizione
cattolica alla Repubblica
Sociale e all’invasione tedesca, ma anche della dura
e aspra contrapposizione tra
cattolici e comunisti, ben
descritta da Ermanno Gorrieri nel suo famoso libro
La Repubblica di Montefiorino: si arrivò all’uccisione
di molti sacerdoti del modenese, come don Talè a Guiglia, don Preci a Montese,
don Guicciardi a Lama
Mocogno, don Lenzini a
Pavullo e il giovane seminarista Rolando Rivi alle
Piane di Mocogno. Per finire con l’assassinio, rimasto
sinora impunito, dell’allora
parroco di Fossoli don
Francesco Venturelli
avvenuto a guerra finita e a
Liberazione fatta, nell’inverno del 1946. Per questa
sua azione pastorale e di
impegno civile, morale e
religioso, monsignor Virgilio Federico Dalla Zuanna
è stato insignito nel 2004,
alla memoria, della Medaglia d’Oro al Merito civile
dal presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi”. Don Ivo ricorda anche
le vicende che coinvolsero
Villa Emma di Nonantola e
le figure di altri coraggiosi
sacerdoti come don Arrigo
Beccari, l’allora parroco di
Nonantola e il medico del
paese, Giuseppe Moreali
(a cui Modena ha intitolato
un viale del parco) che, tra
il 1943 e il 1944, riuscirono
a salvare la vita a 73 ragazzi
ebrei che erano giunti a Nonantola da diverse località
perché ricercati dalle SS.
“Quei ragazzi – narra don
Ivo – vennero ospitati e
nascosti oltre che in parrocchia anche in abitazioni private e in case di campagna e
don Beccari, con l’aiuto del
dottor Moreali, riuscì a farli
fuggire in Svizzera facendoli viaggiare di notte sui
treni, abilmente camuffati e
con documenti falsi. Erano
ebrei tedeschi che fuggivano dal regime nazista ed
erano diretti in Palestina,
l’attuale Israele, ma l’occupazione tedesca dell’Italia
e della Jugoslavia impedì
loro di proseguire la fuga
verso Est. Quasi tutti riuscirono successivamente a
raggiungere Israele, come
testimoniarono loro stessi
dandoci in seguito notizia
del loro sbarco sulle coste
di Israele. Ma dopo l’8
settembre altri ragazzi in
fuga vennero fatti uscire
da Villa Emma, divenuto
nascondiglio troppo esposto e trovarono rifugio chi
nella Abbazia benedettina,
allora diretta da don Mucci
e don Pelati e chi in case di
contadini, che rischiarono
la vita per salvare e proteggere i giovani ebrei. Per
questa loro opera umanitaria e religiosa, don Arrigo
Beccari e il medico dottor
Giuseppe Moreali sono
stati insigniti dallo Stato di
Israele dell’onorificenza
di Giusto tra le genti, i loro
nomi incisi all’interno dello
Yad Vashem, il sacrario
della Shoah di Gerusalemme e su due alberi nel Viale
dei Giusti”.
Davvero un uomo e un prete straordinario questo don
Ivo per ciò che ha realizzato
a Carpi e per Carpi e per il
suo passato eroico a favore
dei giusti e dei più deboli.
Sempre all’insegna della
Croce.
Il Comitato Chernobyl di Carpi, Novi e Soliera ha inaugurato nella saletta della Fondazione Cassa di
Risparmio di corso Cabassi la mostra fotografica Dare luce al silenzio
Per non dimenticare Chernobyl
dato Ottani e Senatore, che
andarono sul posto qualche
tempo dopo insieme a Roberto Rebecchi, dando poi
alle stampe un libro fotografico edito da Artestampa,
il senso delle iniziative del
Comitato Chernobyl di
Carpi, Novi e Soliera “è dar
voce alle popolazioni contaminate e, più in generale,
a un disastro che determinò
settemila vittime e altrettanti malati, evento diversamente destinato all’oblio
per il tentativo delle autorità
russe, oggi come allora, di
minimizzare la tragedia, uti-
lizzando
la cinica e
burocratica frase,
che dette
anche il
titolo al
libro di
Senatore
e Ottani,
‘Niet
problema’
ovvero
‘Nessun
problema’. E
impedendo
contemporaneamente l’ingresso
in Bielorussia di medici
internazionali e dell’Organizzazione mondiale della
sanità, così come di osservatori dell’Onu”. Presente
al vernissage anche l’attrice
Roberta Biagiarelli che
ha letto alcune pagine di un
toccante libro su quella tragedia scritto da una ragazza
del luogo che riuscì a salvarsi, Svetlana Alexievich,
dal titolo Una preghiera per
Chernobyl. Nel libro Niet
problema. Chernobyl 19862006 di Ottani e Senatore,
ancora in vendita nelle librerie, vennero raccolti sul
posto racconti e aneddoti
della gente e testimonianze
significative come quella
dell’ex calciatore del Milan
Scevcenko, proveniente da
quella zona e del cantautore carpigiano Paolo Belli
che ospitò per molti anni
un bimbo di Chernobyl per
favorire la decontaminazione da Cesio. E proprio Belli
nel libro racconta la tragica
realtà toccata con mano
quando si recò in Bielorussia “contrassegnata da un
grigiore generale che tutto
copriva, dai palazzi anonimi
e tutti uguali in stile sovietico, dagli abiti della gente e
dalle facce cupe e serie delle
persone. Un’immagine di
tristezza e di disperazione
difficilmente immaginabili
e che non dimenticherò mai.
E dovunque ritratti di Lenin
e carri armati sovietici”.
Ma ancora oggi, come è stato ricordato, resta il reattore
nucleare numero 4 della
centrale atomica di Chernobyl, come vera e propria
mina vagante, perchè il
sarcofago di cemento che lo
ricopre sta cedendo e altre
radiazioni atomiche mortali
potrebbero uscire a danno
della popolazione.
Cesare Pradella
16 venerdì 25 settembre 2015
L
e buone idee a volte
nascono dopo lunghi
e laboriosi processi
creativi; altre volte basta
una semplice battuta per
mettere in moto un meccanismo che porti a un risultato brillante. E’ il caso
dei portachiavi realizzati
da Marcello Gadda per
il Comitatissimo della
Balorda.
Uno dei balordi, Luiz,
non aveva ancora scoperto il simbolo # (per i
profani cancelletto): si
legge hashtag a la sua
popolarità è legata alla
nascita di Twitter, che ha
usato gli #hashtag come
simbolo per contrassegnare le parole chiave e
indicizzare i contenuti in
modo semplice. Facebook
li ha introdotti nel 2013,
ma chi non mastica social
network, tag e affini ancora
non ha ben chiaro di cosa
si tratti. Quando alcuni balordi hanno spiegato a Luiz
come leggerlo, il collegamento con il dialetto carpigiano è stato automatico:
“Hasthtag dadio!” (“sto
da Dio”). Dopo la risata
collettiva, l’idea di stampare alcuni portachiavi e di
venderli a due euro: tolte
le spese di realizzazione, il
ricavato viene devoluto ai
clown di corsia dell’associazione Vip (Viviamo in
anno XVI - n. 35
Tolte le spese di realizzazione, il ricavato dei portachiavi ideati da Marcello Gadda per il Comitatissimo
della Balorda viene devoluto ai clown di corsia dell’associazione Vip che allietano le giornate dei
piccoli ricoverati in pediatria al Policlinico di Modena
Più che balordi, generosisssimi!
ne, ufficializzata e messa in
albo, conta oggi 42 iscritti
tra Carpi, Novi e comuni
limitrofi e vanta anche un
presidentissimo onorario,
Daniele Verrini.
Ecco alcuni punti vendita
dei portachiavi #Dadio
del Comitatissimo della
Balorda: il Madera, il Bar
Nero, il Bar Roma, l’Ottica
Lugli, Blond a Carpi, la
Polisportiva Sanmarinese,
il Poldo Cafè a Soliera,
l’Ostello Filippo Neri di
Modena e il locale Botte di
vita a Guiglia.
Clarissa Martinelli
Positivo Onlus) che allietano le giornate dei piccoli
ricoverati in pediatria al
Policlinico di Modena. Ad
oggi sono già 1.500 i pezzi
venduti e altri 500 sono
in stampa. “Cerchiamo di
unire un linguaggio datato
a uno più moderno – spiega Alberto Gasparini,
presidente della Balorda –
hashtag e dialetto. Mettia-
mo in moto un messaggio
positivo e facciamo qualcosa di buono per gli altri”.
La Balorda, nata una ventina d’anni fa come “manifestazione antisportiva con
veicoli su due-tre-quattrosei ruote con travestimenti”, si svolge l’ultima
domenica di maggio e ha
finalità benefiche. Il Comitatissimo (“Da noi è tutto
issimo - spiega ridendo
Gasparini –
perché siamo
gasatissimi,
bellissimi e
divertentissimi”) è nato
nel 2010 con
l’affiliazione all’Arci.
L’associazio-
venerdì 25 settembre 2015
Al mè
dialètt...
di Massimo Loschi
di Massimo Loschi
Diventare milionari ora sembra facile, basta
un cartoncino del gratta e vinci, una moneta
e il gioco è fatto, ma…
Al Grata e Vins
Il Gratta e Vinci
A m’éra gnu vója ed pruvêr
anch’a mè
anch perchè ho vist che adês il fan
in tant,
mè a n’sò, mô era cunvint chisà
perchè
d’èsèr bôun ed vinsêr,
mô d’vinsêr tant.
Era venuto il desiderio di provare
anche a me
perché ho visto che ora lo fanno in
tanti,
io non so, ma ero convinto chissà
perché
di essere capace di vincere, ma
vincere molto.
Dôp, avrèv psu cumprêr quêši mêš
mònd
achsè, cùmà s’prèv cumprêr... ‘na
sàraca,
avrèv tachèe a viašêr in lêrgh e in
tònd
e in ogni fêsta... sê, avrèv fat baraca.
In seguito, avrei acquistato quasi
mezzo mondo
cosi, come si potrebbe acquistare…
un gnint,
avrei iniziato a viaggiare in largo e in
tondo e in ogni festa …
si, avrei fatto faville.
Ho cuminciè dènd man al pôrtafój
per chi bigliètt chi ciamèn “grata e
sfréga”
cun la šmania ed cavêrèm tùtì al vój
sól sfèrghènd ó gratènd cun ‘na
munéda.
Hò iniziato mettendo mano al portafoglio per quei biglietti che chiamano “gratta e sfrega”
con il desiderio di levarmi tutti i
desideri solo fregando o grattando
con una moneta.
Mè a v’dìgh... ch’ho pruvèe mansêin
e drìtt,
con i díi incrùšèe per scànšlêr la caja
mô ch’éra facil vinsèr... chi l’ha dìtt?
Ch’l’éra péš ed cla gùcià trà la paja.
Mà vi dico… ho provato mancino
e destro con le dita incrociate per
cancellare il malocchio ma che era
facile vincere… chi l’ha detto? Che
era peggio di quell’ago tra la paglia.
Di numèr ed chi bôun? Mô gnanch
l’insègnà!
Sól ‘na quêlch brišlêina ed prémi...
môdêsta
ch’a baratêva ed cólp, anch per fêr
prìmà
cun di nóv biglìètt, pinsèe sól che
têsta.
Dei numeri buoni? Nemmeno il
segno!
Solo qualche briciolina di premio…
modesta
che cambiavo svelto, anche per
sollecitare
con nuovi biglietti, pensate che
testa.
Achsè, barata e pêga, grata e sfrèga
cun ‘na šmanja, ‘na specie ed févra
adôs
ch’a mè rêstèe in man sól l’ultma
munéda
e al pôrtafój scùnìi, ridòtt a l’ôs.
Così, cambia e paga, gratta e sfrèga
con desiderio, una febbre addosso
che mi è rimasta in mano solo l’ultima moneta
e il portafogli inaridito, ridotto
all’osso.
Esordisce il 26 settembre al Circolo Mattatoyo la prima
edizione del festival GoodMYe: dalle 17 alle 24, si alterneranno spazi di musica, arte e autoproduzioni, reading letterari,
cibo e birra artigianale locale
L’estate non finisce mai al Mattatoyo…
E
sordisce il 26 settembre al
Circolo Mattatoyo la prima
edizione del festival GoodMYe, puntata zero di un evento
che si propone di diventare appuntamento costante di anno in anno, per
addolcire la fatidica frase “l’estate
sta finendo” festeggiando insieme
e accogliendo le novità e la varietà
culturale che la stagione l’autunnale
porta con sé. GoodMYe, pensato
e organizzato interamente dall’Arci
Mattatoyo, sarà infatti l’occasione
per inaugurare la stagione 2015/16
del circolo, attraverso un momento
di socialità e condivisione che coinvolga tutta la cittadinanza attraverso
vari linguaggi espressivi: dalle 17 alle
24, si alterneranno spazi di musica,
arte e autoproduzioni, reading letterari, cibo e birra artigianale locale.
Per favorire il clima di aggregazione è stato creato un programma
diversificato, al fine di raggiungere
un pubblico il più ampio possibile e
dare spazio ad artisti di qualità che
sono presenti nel nostro territorio. Si
partirà dalle 17 con un angolo cre-
ativo legato al fumetto e all’illustrazione. Grande spazio verrà dato alla
musica, grazie alla partecipazione di
5 band, tra cui gli headliners Minnie’s con il loro punk rock milanese
e nomi quali Altre di B da Bologna e
i carpigiani BePolaroids. “Durante
la serata - spiegano gli organizzatori - verrà anche ricordata la morte
di Federico Aldrovandi, avvenuta
proprio il 26 settembre, attraverso
una lettura, per legarci idealmente
alla tre giorni di eventi che si terrà
contemporaneamente a Ferrara in
memoria del ragazzo. Questa scelta
è legata alla volontà di affrontare
temi sociali e civili che riteniamo
fondamentali e che da oltre un anno
stiamo cercando di portare avanti
come Circolo Mattatoyo”. Anche
nella scelta culinaria e delle bevande
GoodMYe festival punta alla qualità
grazie a una varietà di birre artigianali alla spina prodotte dal Birrificio
Artigianale Dada di Correggio.
Sarà presente un punto ristoro attivo
dal pomeriggio con panini, patatine,
piatti vegan e dolci.
anno XVI - n. 35 17
“Aiutate il commercio
della vostra città”
di Clarissa Martinelli
[email protected]
Ciao Clarissa, ho un
negozio non molto
distante dal centro
storico di Carpi e vorrei
lanciare un appello: entrate a comprare. Comprate una cosa in meno,
ma non alimentate le
mafie che realizzano
capi contraffatti o a
prezzi ridicoli su bancarelle abusive facendo
lavorare in nero nuovi
schiavi, non fate altro
che impoverire la società. E anche gli acquisti
su Internet sono accattivanti, ma vale la pena
per risparmiare 5 euro
immaginare tra qualche anno tutti i centri storici
deserti notte e giorno? Chi
compra da me fa lavorare il
fornitore, il rappresentante
e il trasportatore tra gli altri.
Tutti posti di lavoro che vacillano se basta il clic sul web
nel sito cinese. Noi commercianti teniamo pulita la zona
antistante i negozi, abbiamo
vetrine illuminate e colorate, incentiviamo le persone
a passeggiare e vivere il
centro, paghiamo affitti ed
evitiamo che palazzi storici
diventino decadenti topaie,
ma è difficile immaginare
che possa durare ancora a
lungo se entra poca gente a
comprare e i prezzi di gestione degli esercizi salgono di
giorno in giorno. Speravo
venissero aboliti almeno gli
N
elle opere dell’artista veneziano Tobia Ravà una trama
cabalistica stende su ogni
soggetto raffigurato una fitta rete
di sequenze numerologiche, ispirate
alla tecnica della ghematrià, ovvero
il sistema ebraico di permutazione
tra parole e numeri impiegato per
decrittare il significato celato e
mistico dei testi. Nella loro inesauribile combinazione, le sequenze
sembrano indicare la costituzione
invisibile degli oggetti, l’ermetica
rete di immanenza con la quale essi
attraversano il tempo: sia quando
sono apparentemente non più in
uso (come una vecchia macchina da
cucire o un macinino da caffè), sia
quando invece sono patrimoni da
custodire per le generazioni future,
come i paesaggi cari all’artista per le
loro implicazioni etiche ed ecologiche. Con la mostra allestita nei locali
della carpigiana Darkroom SilmarArtGallery l’artista, che discende
da un garibaldino emiliano, torna
anche alle sue radici biografiche.
studi di settore che mi costringono a pagare tasse per
importi che non guadagno
da anni, ma quella forma di
“pizzo” resta. Gli scontrini
li batto tutti e i conti non
tornano. Per far vivere la
città bisogna credere anche
in chi investe per tenerla in
ordine o chiudiamo, arrivano
26 e 27 settembre
Il giorno del dono
I
l nuovo consiglio di Amica Associazione amici delle case
di residenza e centri diurni ha
deciso, unitamente alla Direzione
dell’Asp Terre d’Argine, di promuovere un’attività volta a incoraggiare i
volontari a proseguire nella loro indispensabile collaborazione cercando
altresì uno sviluppo dell’associazione.
A tal proposito, il 26 e 27 settembre,
ha organizzato l’iniziativa Giorno del
dono - Riconoscersi l’uno dono
solo catene straniere (spesso
con cose fatte da bambini in
Bangladesh) e negozi etnici
finché conviene e poi andranno altrove anche quelli.
Lettera firmata
P
ubblico volentieri questa
lettera che offre un interessante spunto su cui riflettere.
per l’altro. L’evento si compone di
due momenti: sabato 26, a partire
dalle 9, si terrà una conferenza presso
la Sala Congressi di viale Peruzzi.
L’incontro, introdotto dall’onorevole
Edoardo Patriarca, prevede gli
interventi del professor Giannino
Piana, insegnante di Etica presso
l’Università di Urbino e l’Università di
Torino, del presidente di Amica Claudio Bertani e delle autorità presenti.
Domenica 27, a partire dalle 15,30,
appuntamento con una festa presso
la Casa di Residenza per anziani
Tenente Marchi di via Catellani 9/a.
Alla Darkroom SilmarArtGallery esposizione delle opere
dell’artista Tobia Ravà, a cura di Chiara Iemmi
Codici trascendentali
L’esposizione Codici trascendentali - Eternità e temporalità delle
cose proseguirà fino al 18 ottobre.
Orari di apertura: dal lunedì al
sabato 9.30 -12.30 e 16 - 19. Chiuso
giovedì pomeriggio e domenica.
Domenica 4 ottobre, alle 15, al Circolo Guerzoni
Una tombola per don Gallo
L
a coppia carpigiana formata da Maura Casali e Lauro Veroni
organizza al Circolo Loris Guerzoni, di via Genova, domenica 4
ottobre, a partire dalle 15, una tombola per raccogliere fondi da
destinare alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova, fondata dal rimpianto Don Andrea Gallo.
Un pomeriggio all’insegna della leggerezza e della spensieratezza ma,
soprattutto della solidarietà. Con soli 10 euro si potrà giocare a tombola, fare una merenda a base di dolci rigorosamente fatti in casa e, chi
vorrà, potrà acquistare anche alcuni biglietti della lotteria - 2 euro l’uno
- e, con un pizzico di fortuna, sperare di vincere i premi in palio, offerti
da varie ditte del nostro territorio. “Tutto il ricavato - conclude Maura andrà alla Comunità San Benedetto al Porto di Genova”.
Don Gallo
18 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
L’aforisma della settimana...
“Le case felici sono costruite con mattoni di pazienza”.
appuntamenti
Dal 24 al 27 settembre la poesia animerà otto comuni modenesi
Poesia protagonista nei
borghi antichi
Mostre
CARPI
Fino al 27 settembre
Dare luce al silenzio
Foto di Luigi Ottani
In occasione dei vent’anni del
Comitato Progetto Chernobyl
di Carpi, Novi e Soliera
Saletta Fondazione Cassa di
Risparmio
Fino al 30 settembre
L’umorismo ai tuoi piedi
Personale di Gianni Chiostri
O&A Centro Affari
Fino al 18 ottobre
Tobia Ravà
Codici trascendentali
Darkroom SilmarArtGallery
Fino al 1° novembre
Trame e Colori - Intrecci tra
Arte e Maglieria
Mostra a cura di Pierluigi
Sgarbi
Opere di
Carlotta Bertelli/Gianluca
Guaitoli
Luigi Bertogalli
Giamprimo Bertoni
Dario D’Incerti
Fabio Iemmi
Stefano Mariani
Claudia Marini
Mr Fijddor
Ketty Tagliatti
Elena Viappiani
Appartamento Inferiore di
Palazzo Pio
Fino al 22 novembre
La reinvenzione del
violoncello - Partiture
classiche tra musica
e immagini
Mattia Cipolli, violoncello
Giovanni Franzoi, video
Giulio Zanet, opere su tela
Spazio Meme
Fino al 6 gennaio
Costruire il Tempio
Alla ricerca del progetto di B.
Peruzzi per la Collegiata di
Carpi
Curatori: Andrea
Giordano, Manuela Rossi ed
Elena Svalduz
Musei di Palazzo dei Pio
Fino al 6 gennaio
Tutti invitati! Tavole povere,
tavole imbandite
Curatela e testi: Natascia
Arletti in collaborazione con
Manuela Rossi
Museo della Città
Eventi
CARPI
25 settembre - ore 21
Omaggio a Tullio Romano
Orchestra di Fiati, diretta dal
professor Massimo Bergamini
e il Coro, diretto da Orestina
Gibertoni dell’Istituto
Harold E. Kohn
Giovanni Lindo Ferretti, nel riquadro Michele Serra
P
oesia Festival presenta la
sua undicesima edizione
e dal 24 al 27 settembre la
provincia modenese che si adagia
ai piedi del primo Appennino sarà
lo scenario per l’ormai tradizionale rassegna di inizio autunno
dedicata alla poesia e ai poeti
dell’Unione Terre di Castelli (formata dai comuni di Castelnuovo
Rangone, Castelvetro di Modena,
Marano sul Panaro, Savignano
sul Panaro, Spilamberto e Vignola) e dei comuni di Castelfranco
Emilia e Maranello. Voci che
testimoniano quanto la poesia sia
uno strumento prezioso e malleabile, in grado di parlare alle donne e agli uomini del nostro tempo. Un festival che parla di poesie
e di un intero territorio ricco di
bellezza, gastronomia ed eccellenze produttive. I poeti Franco
Loi, Umberto Fiori, Aldo Nove,
Milo De Angelis e Livia Candiani e l’editore e traduttore Nicola
Crocetti saranno tra i principali
protagonisti dell’edizione 2015
di Poesia Festival; a confermare
una vocazione internazionale
contribuirà la presenza di Michael Krüger, poeta tedesco la cui
Franco Loi
opera in versi riflette sulle perdite
e lo spaesamento del cittadino
globale con raffinate e ironiche
analisi.
Inoltre il Giro d’Italia della
Poesia, una rassegna che punta
a utilizzare la poesia come lente
di ingrandimento per leggere le
città e i luoghi della Penisola,
presenterà al pubblico numerose
importanti voci del panorama
italiano. Ai poeti di oggi faranno
da controcanto le esibizioni dedicate a grandi maestri del passato
e spettacoli in bilico tra verso e
performance: saranno a Poesia
Festival Luis Bacalov e Cosimo
Damiano Damato con Poetry
Soundtrack, il cantautore Dente
nella doppia veste di scrittore e
musicista, i Têtes de Bois con un
omaggio a Leo Ferré, Paola Pitagora che darà voce al Leopardi
“privato” attraverso rari documenti e corrispondenze, Giovanni Lindo Ferretti narratore delle
sue storie d’Appennino e Michele Serra che insieme al gruppo
folk degli Enerbia ricorderà la
figura del poeta Giorgio Caproni, un protagonista della cultura
italiana del secondo Novecento.
Poesia Festival è un modello di
festival diffuso originale, che per
quattro giorni anima otto comuni, uniti nell’intento di offrire al
pubblico un momento di scoperta, apprendimento e un intrattenimento di qualità completamente
gratuito.
La terza edizione di Modena Motor Gallery, in programma sabato 26 e domenica 27 settembre a
ModenaFiere, mette in mostra anche le auto più piccole del mondo
Incredibili Bubblecars
L
a comodità di una macchina e l’economicità e praticità di uno scooter:
per avere queste caratteristiche in
contemporanea nascono negli Anni’50
le Bubblecars. Auto colorate, dalle forme
accattivanti, molto spesso frutto di impegnativi esercizi di design che danno luogo a
linee mai viste, in macchine che sembrano
giocattoli. Tutto questo per dar vita a un
perfetto mix tra la classica automobile e il
più pratico scooter. Questo nuovo concetto
di auto, ideato per soddisfare le esigenze di
un mercato in continua evoluzione, mise
alla prova la creatività di molti progettisti
- soprattutto italiani - che cercarono di dare una forma nuova ai tradizionali canoni estetici. Nascono così modelli come la Isetta, la più famosa
tra le microcar, o la Goggo Dart, molto rara in Italia: 400 cm3, 100 km
orari in due tempi, meccanica tedesca Goggomobil, costruita in Australia.
Entrambe le microcar, oltre ad altre vetture, per gentile concessione del
Museo A.M.E.S. di Sassuolo saranno esposte a ModenaFiere il 26 e 27
settembre nell’ambito della terza edizione di Modena Motor Gallery.
E ancora faranno bella mostra di sé al Salone modenese una Lolugrafo,
anno 1946, carrozzeria alluminio, motore monocilindrico, volugrafo
denominato Bimbo, CV 5, velocità 60 km all’ora, e una Messerschmitt K
R 200, nata dalla conversione dell’industria bellica tedesca, che si guida
come una moto uno dietro l’altro. E poi una Vespa 400 Acma, progettata
da Corradino d’Ascanio - vetturetta estremamente compatta di 2 metri e ottanta centimetri,
14 cv per 360 kg, capace di andare fino a 90 km
all’ora – che per un patto di non belligeranza
verso la Fiat che in quegli anni pensava alla
mitica 500, la Piaggio fece costruire in Francia
nello Stabilmento della ACMA di Faurchambault. Ma a Modena Motor Gallery sono anche
altre le esposizioni collaterali in programma: da
una grande mostra dedicata all’Aerautodromo
di Modena, che racconterà avventure di uomini, ingegno e motori legati a questo luogo a La
Tecno di Bologna: quando una piccola azienda
sfida il mondo delle competizioni, che consentirà di ammirare le splendide monoposto create dai Fratelli Pederzani,
ma anche di ripercorrere i momenti più importanti della loro singolare
avventura rievocati dalla viva voce dei protagonisti. E ancora: un’esposizione in ricordo di Juan Manuel Fangio e, per la prima volta in una
manifestazione di questo tipo, si terrà la prima edizione di Modena Motor
Gallery PhotoContest Gente e Motori. Promosso da AC Factory, si tratta
di un concorso fotografico aperto a tutti i visitatori del salone. La Strada
degli artigiani ospiterà invece 50 aziende tra le più affermate in Italia e
punterà l’attenzione sulla tutela e formazione di questo settore che rischia
di essere ridimensionato dalla mancanza di personale giovane qualificato.
Nella Piazza dei Privati, ci sarà la possibilità di scambiare o vendere la
propria auto o moto storica.
venerdì 25 settembre 2015
Il Palazzo del Governatore di Parma ospita fino al 25 ottobre la mostra del
National Geographic, Il futuro del cibo. A cura di Marco Cattaneo
Come l’aria, come
l’acqua, il cibo è vita
anno XVI - n. 35 19
appuntamenti
Superiore di Studi Musicali
Vecchi Tonelli di Modena e
Carpi in concerto
Una serata di musica e parole
dedicata al musicista fondatore del Marcello’s Ferial e alla
musica leggera italiana
Con Fio Zanotti, compositore
e direttore d’orchestra e Marco
Moser, giornalista musicale
Piazza Garibaldi
25 settembre - ore 21
A testa alta
Conduce Baldessarro,
direttore rivista Narcomafie
Intervengono
Gaetano Saffiotti, imprenditore,
testimone di giustizia
Cinzia Franchini, presidente
nazionale FITA/CNA
Auditorium San Rocco
Rassegna di concerti
aperitivo di musica
da camera con chitarra
AperiGuitar
Programma
26 settembre - ore 17.30
La sonata
Duo di violino e chitarra
Matteo Bertani, violino
Matteo Magnani, chitarra
Con interventi di M. di Nuzzo,
chitarra sola
Musiche di Margola, Giuliani,
Ponce
Auditorium Carlo Rustichelli
I
l cibo è connessione, il cibo è
celebrazione, sostentamento.
Ma soprattutto, nel XXI secolo,
il cibo è una sfida globale. Una
sfida che entro il 2050 riguarderà 9
miliardi di persone. Come nutrire
tutti in modo sostenibile per il pianeta? Di pari passo con l’aumento
della popolazione umana aumentano i nostri bisogni, e le aspettative. Oggi centinaia di milioni di
persone soffrono di malnutrizione
e di “insicurezza alimentare”,
mentre quasi 1 miliardo e mezzo
di persone sono obese o sovrappeso. National Geographic esplora
e analizza tutti gli aspetti di questa
grande, e immane, sfida con una
serie di articoli e con una grande
mostra, Food, Il futuro del cibo,
la quale farà tappa al Palazzo del
Governatore di Parma, fino al 25
ottobre. La mostra è composta
da oltre 90 fotografie scattate in
tutto il mondo dai migliori professionisti del magazine e da una
serie di grafici e testi che gettano
luce sulle diverse problematiche
legate al futuro del cibo: l’impatto
dell’agricoltura e dell’allevamento di bestiame sulle acque, sul
clima, sul territorio, sulle foreste, l’incremento esponenziale
dell’acquacoltura, ma anche lo
spreco alimentare e il nuovo volto
della fame, così come la prossima rivoluzione verde. I fotografi in mostra: Robert Clark,
Craig Cutler, David Doubilet,
T
re giorni dedicati all’arte
moderna e contemporanea,
spaziando dallo storicizzato alle
avanguardie, dalla street art alla pop
art, con grandi nomi e giovani emergenti. E’ ampio il panorama offerto da
Immagina – Arte in Fiera, la mostra
mercato organizzata in sinergia tra
S.G.P. e FieREmilia che si terrà presso
i padiglioni del quartiere fieristico di
Reggio Emilia dal 26 al 28 settembre.
Una fiera storica, che di anno in anno
si rinnova per andare incontro alle
esigenze degli appassionati d’arte.
Per questa edizione, la numero 17,
una quarantina di selezionate gallerie
provenienti da tutta Italia porteranno
il meglio delle loro collezioni, offrendo
un’ampia scelta tra diversi correnti
artistiche e tra autori di fama internazionale ed emergenti. Fitto anche
il calendario degli eventi collaterali,
in fiera e fuori fiera: da segnalare la
26 settembre - dalle 16.30
Goodmye - The very last
Summer Festival
Un festival per salutare
l’estate e abbracciare l’autunno
Concerti, giocoleria, letture e
punto ristoro
Circolo Arci Mattatoio
26 settembre - ore 21
Concerto per l’apertura
straordinaria Cattedrale
Duomo
Alessandro Gandolfi, Ashley
Gilbertson, Robin Hammond,
Kitra Cahana, Gerd Ludwig,
Alex Masi, Matthieu Paley, Antonio Politano, Jim Richardson,
Stephanie Sinclair, Brian Skerry, George Steinmetz, Paulette
Tavormina ed Amy Toensing.
La mostra comprende inoltre una
serie di scatti d’epoca intitolata
Come eravamo, con foto di William Albert Allard, Jonathan
Blair, Jules Gervais Courtelle-
mont, Willard Culver, Bruce
Dale, Gordon Gahan, Justin Locke, Luis Marden, B. Anthony
Stewart ed Edwin L. Wisherd.
Saranno esplorate le possibili
soluzioni e la centralità del cibo
nelle diverse comunità allo scopo
di promuovere consapevolezza
collettiva a tutti i livelli, dalle case
alle scuole, ai consigli di amministrazione e oltre. Perché ciascuno,
nel suo piccolo, può contribuire
e fare la differenza. Con questa
Dal 26 al 28 settembre presso
il quartiere fieristico di Reggio Emilia
L’arte contemporanea
in mostra
mostra prosegue l’impegno di
National Geographic per promuovere la consapevolezza globale sul
problema del futuro del cibo: un
impegno che ha già dato vita a una
serie speciale di articoli pubblicata sulla rivista e sul web nel
corso dello scorso anno, e che ha
visto anche un accordo di collaborazione concluso tra la Society
e la Fao, l’organizzazione delle
Nazioni Unite per l’alimentazione
e l’agricoltura.
singolare e spettacolare performance
di Angelo Brescianini (Galleria Il Minotauro), artista lombardo celebre per
le sue Espansioni, particolari opere
realizzate sparando contro supporti in
acciaio e ottenendo così estroflessioni
in grado di raccogliere la luce. Grande
interesse suscita anche l’originalissima
installazione Self service Art, il distributore automatico di arte contemporanea di Antonella Mazzoni (Galleria
Rezarte): una proposta di condivisione di pensieri e opere creative con
fruizione democratica e collettiva. Dal
programma fuori fiera si evidenzia The
Art o Food Valley, presso la Galleria
Rezarte, che coniuga arte, eccellenze gastronomiche e valorizzazione
del territorio. Infine, presso il centro
commerciale I Petali, durante i giorni
della manifestazione sarà presente
un’installazione proposta dalla Galleria
Bonioni.
26 settembre - ore 18/03
Silent Party
Festa di fine estate
Piazzale Re Astolfo
26 settembre - 10 alle 17
Festival della
Gastroenterologia
Auditorium Biblioteca Loria
27 settembre - ore 17
Chiamati ad accogliere
Incontro con Maria Angela
Bertelli, missionaria
in Thailanda
Sala Congressi
27 settembre
Il mondo delle Api
Con Mirco Pellacani
Oasi la Francesa
27 settembre - ore 16/19
La patente è qui - Educazione
stradale per i bambini
Borgogioioso
27 settembre - ore 10/13
Un viaggio tra i sapori del
Mondo
Giornata di promozione del
Mercato Equosolidale
Parco Giovanni Paolo II
20 venerdì 25 settembre 2015
C
he sarebbe stata dura lo
sapevano anche i tifosi più
ottimisti, ma che il Carpi potesse pagare uno scotto di
sfortuna di tali dimensioni non era
davvero preventivabile. Perché
se si esclude lo sciagurato primo
tempo dell’esordio a Genova,
al Carpi, amnesie e leggerezze
difensive a parte, si può rimproverare davvero ben poco. Una
squadra che si è costantemente
migliorata, trovando, anche grazie
agli inserimenti last minute dei
veterani della Serie A Cristian
Zaccardo e Marco Borriello, la
solidità necessaria nei momenti
di grave difficoltà. Purtroppo il
calcio non vive di piccoli passi ma,
alle innegabili migliorie, abbina la
necessità materiale di guadagnare
punti per arrivare il prima possibile
alla fatidica “quota 40”, da molti
considerata la soglia di tranquillità.
Con questi presupposti il Carpi, silenziosamente, senza proclami ma
con tanta motivazione e orgoglio,
scende nella Capitale per affrontare la fortissima Roma di mister
Rudi Garcia, lanciatissima in
classifica. Una squadra, quella capitolina, imbottita di grandi talenti
e costruita con l’investimento di
ingenti capitali e il solo obiettivo di
approfittare del momentaneo vuoto
di potere in Serie A, considerata
la parabola discendente intrapresa
dalla Juventus dopo gli addii dei
senatori Andrea Pirlo, Arturo
Vidal e Carlos Tevez ancora non
perfettamente assimilati.
Edin Dzeko, Mohamed Salah,
Francesco Totti (che contro il
Sassuolo ha segnato il gol numero
300 in Serie A), Juan Manuel
Iturbe e Gervinho compongono
la prepotente batteria di sfondamento di una squadra che sulla
grande capacità realizzativa basa
la propria forza. E se contenere un
attacco del genere non sarà facile,
per capitan Zaccardo e compagni, non sarà semplice nemmeno
superare il centrocampo guidato da
Daniele De Rossi e ricco più che
mai di qualità dato lo straordinario
stato di forma dei vari Pjanic e
Naingollan. Il punto debole arriva
dalla difesa dove, storicamente, i lupacchiotti giallorossi non
risultano ermetici dai tempi dello
scudetto di Fabio Capello quando
la retroguardia era guidata da un
certo Walter Samuel soprannominato poi The Wall. E’ sulle
ripartenze che il Carpi dovrà essere
bravo a colpire per sperare di strappare punti a una Roma fortissima
che però pecca di narcisismo. A tal
proposito potrebbe essere la partita
perfetta per due splendidi interpreti del contropiede: Antonio Di
Gaudio e Jerry Mbakogu.
Enrico Bonzanini
anno XVI - n. 35
Carpi Calcio - Difficile trasferta quella che aspetta i biancorossi,
domenica 27 settembre, contro la Roma
Trasferta Olimpica
Ph Fotostudio Silmar - Carpi FC
Tra i tanti volti nuovi del Carpi di questa stagione si sta distinguendo lo
svizzero di origini italiane Matteo Fedele
Voglia di riscatto
T
ra i tanti volti nuovi del
Carpi di questa stagione si
sta distinguendo lo svizzero di origini italiane Matteo
Fedele. Alto, biondo, tatuato e
di poche parole: così si presenta
il ragazzone, classe ’92 di Losanna, nato calcisticamente in
Francia, nel Lille, dove è stato
plasmato per il grande calcio
europeo. In molti hanno immaginato che il suo acquisto, in
prestito con diritto di riscatto
dal Sion, da parte del Ds Sean
Sogliano, fosse il classico colpo
di completamento di una rosa
che, in modo particolare a metà
campo, aveva già tanti interpreti.
Fedele si è messo a disposizione
di mister Castori e, settimana
dopo settimana, ha sbaragliato la
concorrenza rendendo la propria
presenza fondamentale nel bilanciamento tattico della squadra.
Titolare a grande sorpresa contro
l’Inter, lo svizzero di origini
napoletane non ha più abbandonato il suo ruolo di mezzo interno
sinistro risultando in tutte e tre le
ultime partite tra i più positivi.
Appassionato di rap francese, ragazzo riservato e grande amante
della Pizza, Fedele non ha il gol
nel suo Dna avendone segnato
soltanto uno in tutta la carriera
con la maglia del Sion, su calcio
di punizione. Si definisce un
giocatore cattivo ma, in realtà,
non eccede mai negli interventi fallosi e, soprattutto, risulta
tremendamente bravo nella fase
di interdizione e nel recuperare palloni senza colpire se non
in rare occasioni. In carriera
ha ricoperto anche il ruolo di
difensore centrale e tutte queste
peculiarità lo rendono una delle
più belle sorprese di questo Carpi
di inizio stagione.
Nella vita ha dichiarato di voler
incontrare un giorno - e poterlo
marcare - il capitano della Roma
Francesco Totti, del quale è
idolo sfegatato sin da quando era
bambino. Il destino, non sempre beffardo, sabato gliene darà
l’occasione.
Enrico Bonzanini
Via S. Giorgio 35/D - Rio Saliceto (RE) - Tel. 0522.699703
[email protected] - www.tessilgoal.it
venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35 21
Un grande villaggio dedicato ai più piccoli, dove riscoprire la dimensione del gioco e dello sport. Domenica 27 settembre,
Piazza Martiri, si colorerà di divertimento, movimento e fantasia, grazie all’impegno del Centro sportivo italiano,
Comitato di Carpi e Castello dei Ragazzi
Sport e gioco uniti per una buona crescita
U
n grande villaggio
dedicato ai più piccoli, dove riscoprire
la dimensione del gioco e
dello sport. Domenica 27
settembre, Piazza Martiri,
si colorerà di divertimento,
movimento e fantasia, grazie all’impegno del Centro
sportivo italiano - Comitato di Carpi e Castello
dei Ragazzi. Vispo - Villaggio dello sport e del gioco, nato in punta di piedi
dopo il sisma del 2012 per
animare e rivitalizzare il
centro storico, è giunto
quest’anno alla sua quarta
edizione e propone numerose novità, come spiega il
presidente del Csi di Carpi,
Guido Leporati: “riempiremo la piazza con una
serie di postazioni dedicate
alle attività
“Confidiamo amicizia che lo
sportive e,
permeano”.
di far apper la prima
A scendere in
passionare
volta, al gio- sempre più bambini piazza, dalle
co. Il nostro allo sport perché
10 alle 12,30 e
obiettivo è
dalle 15 alle 19,
ciò che ci anima è il
infatti quello desiderio di aiutarli
con la colonna
di accomsonora targata
a crescere in modo
pagnare i
sano e divertente, fa- Radio Bruno,
più giovani, cendo sperimentare saranno “badai 6 ai 14
seball, ginnaloro la bellezza di
anni, in un
quel senso di unione stica artistica e
percorso che
ritmica, basket,
e di amicizia che lo
dal gioco
golf, tiro con
permeano”.
conduce alla
l’arco, nordic
pratica sportiva. Confiwalking, ciclismo, danza,
diamo di far appassionare
arrampicata, pallavolo, calsempre più bambini allo
cio e badminton. Bambini
sport perché ciò che ci ani- e ragazzi potranno mettersi
ma è il desiderio di aiutarli in gioco e sperimentarsi
a crescere in modo sano e
sul campo ma - ribadisce
divertente, facendo speriSamantha Loschi, responmentare loro la bellezza di
sabile organizzativa - in un
quel senso di unione e di
clima ludico e non compe-
S
i è svolta mercoledì
scorso la cerimonia
ufficiale di inaugurazione del Centro Tennis
comunale di Carpi, affidato
alla nuova gestione Sport
per Tutti – Uisp Modena,
alla presenza delle più alte
cariche istituzionali, tra cui
il sindaco di Carpi Alberto
Bellelli e i presidenti UispModena Giorgio Baroni,
Sport per Tutti ssd Gino
Montecchi e della Consulta
dello Sport carpigiana Nilo
Diacci. In occasione del taglio del nastro - al quale hanno partecipato numerosissimi frequentatori del centro e
dei corsi tennis - sono stati illustrati i lavori svolti da parte
delle istituzioni comunali e
dalla società Sport per Tutti,
affidataria della gestione
dell’impianto. Entro la fine
del mese di ottobre l’impianto vedrà la sostituzione di
tutti i sei palloni pressostatici
con caldaie di ultima generazione, la creazione di una
palestra e la riqualificazione
della palazzina. Il tutto con
numerose attività al via,
Da sinistra Emilia Ficarelli, Simone Morelli, Guido Leporati, Samantha Loschi ed Eleonora Vescovini
titivo perché il messaggio
che vogliamo veicolare è
quello del rispetto delle
regole, degli spazi e dei
propri compagni di gioco”.
Ovvero i valori che dovrebbero costituire le colonne portanti dello sport,
perlomeno quello che si
rivolge a tutti, il cui imperativo non è vincere, bensì
partecipare, recuperando
così il suo significato più
vero. Quello più autentico:
lo sport come gioco educativo e socializzante. A
uscire dalle proprie mura e
portare il gioco in Piazza,
sarà anche il Castello dei
Ragazzi, come sottolinea
la responsabile Emilia
Ficarelli: “vorremmo
coinvolgere le famiglie, af-
finché anche i genitori non doppiato le presenze e del
siano meri spettatori bensì
grande afflusso registrato
attori protagonisti insieme in occasione dell’apertura
ai propri figli. L’obiettivo
della Biblioteca dei Ragazdell’Ammizi durante la
“Dalle trotnistrazione
tole si potrà manifestazioComunale
passare allo ne Carpi c’è”.
è quello di
Due le proSnug, grande
far vivere in
poste ludiche
gioco urbano che
modo diverso
consente ai ragazzi in campo: il
la piazza, di
campionato
di
saltare,
arrampirenderla ancor
trottole e
carsi, stare in equili- delle
più fruibile,
lo Snug. “Abbrio, rotolarsi,
soprattutto,
biamo scelto
per giovani e muoversi…
di affiancare
Un
gioco
bello,
di
famiglie. Una
un gioco della
design, in grado di
scommestradizione
arredare lo spazio
sa che pare
a una granvinta a fronte urbano che speria
de novità.
mo
possa
occupare
del successo
Da una lato
un angolo di
della Dama
i bambini
piazza in modo
della Torre
potranno lanpermanente”.
che ha radciarsi in gare
mozzafiato su una grande
pista per le trottole e, grazie alla presenza dell’Associazione Il Tarlo, un
artigiano tornitore realizzerà sul momento trottole
in legno tutte da decorare
e personalizzare. Non
mancheranno poi giochi
in legno della tradizione
popolare, realizzati a mano
con materiali naturali e di
recupero, con cui giocare
insieme ad amici e genitori.
Dalle trottole - prosegue
Ficarelli - si potrà passare
allo Snug, grande gioco
urbano (fatto di pezzi modulabili e implementabili)
che consente ai ragazzi
di saltare, arrampicarsi,
stare in equilibrio, rotolarsi, muoversi… Un gioco
bello, di design, in grado di
arredare lo spazio urbano
che speriamo possa occupare un angolo di piazza in
modo permanente”. Un sogno che, interviene prontamente l’assessore al centro
storico Simone Morelli,
“diventerà realtà. Poiché il
leit motiv che accompagna
la nostra azione politica è
quello della promozione
del centro. Una promozione che da commerciale
deve diventare sempre più
culturale. Gli spazi del centro devono essere abitati.
Vissuti. Fruiti. Per farlo
è necessario valorizzarli
mediante un’offerta capace
di richiamare la cittadinanza”. Partire dai giovani e
dalle famiglie è un ottimo
punto di partenza.
Jessica Bianchi
Centro Tennis Carpi - la presentazione delle attività di fronte al sindaco, al presidente Uisp Modena
Giorgio Baroni e al presidente della Consulta dello Sport Nilo Diacci
Il nuovo volto del Circolo tennis
Attualmente
sono solo tre
in tutta Emilia
Romagna le scuole
tennis riconosciute
comeTop School, su
un bacino regionale
di circa 200 scuole
tennis.
con le scuole tennis che per
numeri e qualità saranno certamente protagoniste: infatti
alla scuola Uisp di educazione al tennis si affiancherà la
Top School FIT agonistica.
I numeri parlano di oltre
220 iscritti complessivi con
il settore agonistico che ha
ottenuto questo riconoscimento di eccellenza: attualmente sono solo tre in tutta
Emilia Romagna le scuole
tennis riconosciute come
Top School, su un bacino
regionale di circa 200 scuole
tennis.
22 venerdì 25 settembre 2015
anno XVI - n. 35
Matteo Nocera, carpigiano, classe ’99, è stato scelto tra i 252 selezionati dalle accademie federali zonali ed è stato
destinato a Remedello. Il suo sogno è quello di “entrare nella Nazionale di Rugby oppure aprire un ristorante”.
Nocera accede all’Accademia
P
er amore del rugby è
finito a Remedello, un
comune di poco più di
tremila abitanti in provincia di Brescia. Un bel salto
rispetto alla realtà di Carpi
dove è nato e cresciuto e
dove ha lasciato la famiglia
e gli amici ma l’opportunità
era di quelle da non lasciarsi
scappare. Per questo Matteo
Nocera, sedici anni, ha detto
sì quando ha saputo di essere
stato scelto tra i 252 selezionati dalle accademie federali
zonali. Destinato a Remedello, lì frequenterà l’Accademia di rugby per i prossimi
due anni. Organizzato per
club, il rugby italiano si è
strutturato a livello federale
per garantire, attraverso le
accademie, numero e qualità
degli allenamenti sufficienti
alla crescita di giocatori di
alto livello. L’atleta rimane
a disposizione della sua
squadra e il club ne ricava
una crescita individuale importante. “Avevo otto anni
quando ho iniziato a giocare
a rugby con il Minirugby a
Carpi” ricorda Matteo che
poi ha proseguito la sua
esperienza a Modena nelle
varie categorie giovanili e
con il Modena Rugby tuttora gioca. A partire dalla fine
dello scorso mese di gennaio
è stato convocato ogni mese
a Calvisano per affrontare
un allenamento: “ogni volta
Matteo Nocera
verificavano aspetti tecnici
diversi e la presenza delle
caratteristiche fisiche necessarie e, progressivamente,
eravamo in numero sempre
minore”.
Quando ha saputo di essere
stato selezionato ha deciso di
non farsi scappare quell’opportunità, come esperienza
di vita, e per il suo fisico,
“perché ho bisogno di un
allenamento costante per
tenermi controllato”. A
Remedello la giornata inizia
alle 5.30 del mattino perché
dalle 6 alle 7 è prevista un’ora di palestra prima di entrare
in classe per le lezioni dalle
8 alle 13 (“le materie sono
le stesse del Convitto Corso
di Correggio”) e poi tornare
in palestra dalle 15 alle 16 e,
infine, trasferirsi a Calvisano
per gli allenamenti di rugby
fino alle 18.30. Alle 20.20
viene servita la cena e poi
tutti a letto. Una vita dura
per un ragazzo di sedici anni,
ma a Matteo le motivazioni non mancano: “i primi
giorni sono stati un po’ duri
e abbandonare la dolce casa
è stato il sacrificio maggiore
ma la mia famiglia è orgogliosa di me”.
Cosa ti piace di più del
rugby?
“Poter sfruttare il mio fisico,
il placcaggio, il coraggio e la
grinta”.
Il tuo campione di rugby
preferito?
“Richie Mc Caw, una terza
linea, come me”.
Il tuo sogno nel cassetto?
“Vorrei aprire un ristorante
oppure entrare nella Nazionale di Rugby”.
Sara Gelli
Dopo il successo della Zombitalian Run torna a Campogalliano la corsa più
Matta d’Italia: l’appuntamento è il 4 ottobre
La corsa più Matta d’Italia
R
U
G
B
Y
C
A
R
P
I
STAGIONE 2015-16
MINIRUGBY
U6-U12
Nati dal 2004 al 2011
MASCHILE
U14
Nati nel 2002-3
D
opo il successo della
Zombitalian Run
torna a Campogalliano la corsa più matta d’Italia:
il 4 ottobre, alle 11, presso i
Laghi Curiel si terrà la terza
edizione de La MattaCorsa,
l’ultima risale al 2012. Sono
passati tre anni dalla gara
che ha portato in Italia le
MudRun, le corse a incursione nel fango.
Questo lungo periodo di
stop è dipeso dalla realizzazione, nell’area interessata,
del Jonathan Ecocampus, il
campo avventura modenese
e dall’alluvione che lo scorso
anno ha
impedito
l’organizzazione
dell’evento.
La MattaCorsa
rientra nel
Campionato
FEMMINILE
U16
Nate nel 1999-2000-1
Italiano Mud Run di cui è la
tappa finale. Questo campionato è sorto per riunire le
corse nel fango italiane sotto
regolamenti comuni, con
tanto di classifica e premi.
Alla MattaCorsa
si può
partecipare nelle
categorie
Competitiva e Non
Competitiva:
gradito
un abbigliamento strano, insolito e goliardico. Quest’anno lo spettacolo sarà per chi
corre, ma anche per chi non
corre, per chi accompagna
un runner o, semplicemente,
vuole passare una domenica
all’insegna del divertimento. Inoltre il punto di forza
e differenza dalle altre run
italiane è che il sabato
precedente si terrà la MiniMattaCorsa, le versione per
ragazzi dagli 8 ai 14 anni, ai
quali è dedicata un’intera
giornata di intrattenimenti a
parte la corsa.
PRIMA
SQUADRA
OVER
18
Nati dal 1998 in avanti
DA QUEST’ANNO
NEL NUOVO CAMPO ALL’INTERNO
DELLA PISTA D’ATLETICA
RUGBYCARPI.IT
[email protected]
venerdì 25 settembre 2015
Pallamano Serie A
Terraquilia batte 33 a 20
la Nuova Era Casalgrande
Vittoria
biancorossa per
il primo derby
della stagione
anno XVI - n. 35 23
Una giornata importante per la storica palestra che ha aperto le porte alla città in occasione
del tradizionale Open Day e festeggiare il primo anniversario della nuova Area Depietri
Sport in festa alla Patria
T
erraquilia Carpi si aggiudica
agevolmente il primo derby
di questo inizio stagione. I
ragazzi di coach Ilic hanno tenuto
bene il campo non dando spazio
al gioco avversario, solo nel finale
di partita la compagine ospite ha
ridotto il divario. Questa gara può
essere definita il derby degli ex:
tanti infatti i giocatori in campo
che quest’anno hanno cambiato
casacca, mancava solo Gennaro
Di Matteo infortunatosi durante la
fase di preparazione, mentre Giannetta nelle fila reggiane ha cercato
di tenere in vita i suoi. Biancorossi
subito avanti (6-1 al 5’) con Cuzic in
evidenza con 3 reti, i carpigiani non
sfruttano le occasioni anche per
merito del portiere ospite Russo, e
la Nuova Era riduce lo svantaggio
(6-3 al 9’), ci pensano Vukojicic
e Ceso a togliere dall’impasse del
momento i loro, Giannetta ricuce
e il punteggio è sul 7-4 al 12’. Ma
il capitano biancorosso Basic dà
la scossa, due reti e Terraquilia è
avanti 9-4 al 15’. Ora però c’è solo
una squadra in campo, parziale di
5-0 per Terraquilia e partita virtualmente conclusa al 25’ sul 14-4.
Coach Ilic comincia a ruotare tutti
gli effettivi, i giovani Lamberti, Hristov, Nardo, Parisini e il carpigiano Beltrami danno il loro contributo e Terraquilia al riposo con un
confortante +12 (19-7). Secondo
parziale senza storia, per la cronaca
al 10’ 25-8, al 20’ 28-13, il portiere
De Giovanni e Giannetta cercano
di contenere il passivo.
L
’amatissimo ballerino di
Amici, Amilcar Moret
Gonzalez, accompagnato
dalla bellissima rivelazione di
quest’anno del talent show di
Maria De Filippi, Virginia
Tomarchio, scelta da Eleonora
Abbagnato come danzatrice del
Balletto dell’Opera di Roma, sono
stati i protagonisti, domenica 20
settembre alla palestra La Patria
1879. Una giornata importante per
la storica palestra che ha aperto le
porte alla città in occasione del tradizionale Open Day e festeggiare
il primo anniversario della nuova
Area Depietri, intitolata al giovane
ginnasta Andrea Depietri, prematuramente scomparso.
Gli stage di danza, classica e moderna, insieme ad Amilcar e Virginia - i quali non si sono risparmiati
nemmeno nel firmare autografi e
nel sottoporsi al consueto rito dei
selfie - sono stati un vero successo: numerose le giovani che non si
sono lasciate sfuggire la preziosa
opportunità. La festa dello sport è
poi proseguita con prove gratuite
per grandi e piccini delle numerose
discipline che la palestra offre, tra
cui il Cross training, grande novità
della stagione, come ha sottolineato la presidente della società,
Cristina Luppi, la quale ha voluto
ringraziare, a nome della dirigenza
della società, tutti i collaboratori
per la “disponibilità dimostrata e la
voglia di mettersi sempre a disposizione, senza risparmiarsi mai”.
Nel pomeriggio i festeggiamenti
si sono spostati nell’area Depietri:
numerosi i cittadini accorsi per
visitarla, mentre i clown di corsia
dell’associazione Vip Modena
Onlus hanno truccato bambini e
adulti e gli allievi della Patria si
sono esibiti in bellissime performance dall’hip hop alla ginnastica
ritmica, dall’autodifesa israeliana
al karate. Molto apprezzata anche
la sfilata di moda con gli abiti
gentilmente concessi da Daniela
Dallavalle e le modelle truccate
dall’estetista Alexia che ha poi
lasciato spazio a una gustosa
grigliata e al taglio della torta per
festeggiare il primo anno di attività
dell’area Depietri.
La serata è stata anche l’occasione
per la famiglia Depietri per ringraziare tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla fondazione della borsa di studio dedicata
al figlio Andrea: “uno strumento ha sottolineato la mamma Rossella Benetti - prezioso per l’acquisto
di materiali e attrezzature ma
sopratutto per favorire l’avvicinamento dei più giovani alla pratica
della ginnastica artistica. Anche
quest’anno, infatti, proseguirà
un’importante collaborazione col
mondo della scuola”.
DAL LUNEDI’ AL VENERDI’
IL SABATO APERTO
DALLE 10:00 -13:30 / 16:00-20:00