Che sorpresa,le carte! - CeSMon – Centro di Studi Montessoriani

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Che sorpresa,le carte! - CeSMon – Centro di Studi Montessoriani
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Che sorpresa,le carte!
Maria Montessori e ilgioco: una premessa
to l'importanza del gioco e della fantasia nell'educazione.
Persino Giustino Broccolini (1968), che pure era riuscito a difenderla da molti attacchi con strategie e argomenti di tipo antropologico, su questo punto si
trovò in difficoltà.
Laconseguenzaèunadiffusacondizionediimpotenzacognitivaarecepir-
mass-mediale),
nel demonizzare
e nel relegare nella categoria
dell'irrazionale "le forme del mito" (Campbell) e le espressioni
del rito magico.
ne il valore comunicazionale pur vivo e presente, sia nei sistemi di pensiero
magico-rituali, sia nei frammenti che sono riusciti a 'Sopravvivere, soprattutto
attraverso i giochi.
Quelli tradizionali, infantili e sportivi, considerati di puro divertimento, sono
L'approccio
Frobe~iUis,
antropologico
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al fenomeno
del gioco ebbe
quali suoi promotori
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zione di sequenze
ludiche.
"la curiosità vagante" (Segreto dell'infanzia),contro "ilgioco insensato" (Educazione alla Libertà).Metteva in guardia contro l'iperattivitàpriva di regole e
di scopi, incoerente, che può facilmente degenerare in litigiper futilimotivio
per possesso di oggetti e, nella esca/ation del vociare confuso e assordante, portare a episodi di violenza gratuita, di recente culminati nel bu//ing, gioco sadico e snaturato, che forse non si sarebbe affermato, se i detrattori della Montessori fossero stati in grado di recepire la concezione antropologica
del gioco da lei vissuta e proposta.
A commento di questo testo riproduciamo cinque preziose Carte da Tarocco, provenienti dall'antonio
Cicognara.
Biblioteca Digitale Montessoriana (BDM) / Montessori Digital Library - Centre for Montessori Studies - University of Roma Tre
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antropologia del gioco
vato l'empatia
per il bambino e reciso ogni legame
con le categorie del pensiero magico, costoro non
avevano potuto cogliere la
particolare qualità del gioco infantile spontaneo,
consistente nella gioia di
cercare, costruire e celebrarecon la ripetizione,una
regola d'ordine. Questa attenzione all'azione infantile è invece propria della
Montessori che era riuscita
a mantenersi in contatto
empatico con il bambino e
che andava fiera delle tecniche "magiche" che metteva a punto con l'aiuto dei
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bambini
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(Educazio-
ne alla libertà).
con i bambini, aveva scoperto che il piacere del gioco non è nella sorpresa o
nell'imprevisto
o nel puro.
..
nella
ripetizione
esatta
del-
la situazione e nella ricostabilito
(Il Segreto
dell'in-
fanzia, Garzanti).
Lo Chàteau (1961) invano
riconobbe che solo la MonLa Luna
tessori aveva saputo sottolineare l'importanza dell'esigenza di ordine espressa nel gioco. È la percezione
di un "orientamento interno" che, producendo ordine nell'ambiente, consente al bambino che ritrova l'oggetto, di ritrovare se stesso.
L'assunto montessoriano, secondo il quale aiutare lo sviluppo dell'intelligenaccomunaletecnichesciamanicheequellepsicoanalitiche,quando
p. 73),
"colgono nel segno" e riescono a ripristinare le funzioni archetipe dell'effica-
ciasimbolicaeadisciplinarel'immaginariodell'individuoinmodocheegli
stesso possa gestire in modo autonomo questa capacità.
Non a caso la parola "gioco" deriva etimologicamente dalla radice indo-euBiblioteca Digitale Montessoriana (BDM) / Montessori Digital Library - Centre for Montessori Studies - University of Roma Tre
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Il punto è che non potevanofarlo. Resi ottusi da una
cultura che aveva disatti-
ropea yeug che contiene
le idee di "legare al gioco", "congiungere", "unire", "soggiogare" ed è la
medesima radice della parola Yoga, la nota tecnièa
di autodisciplina interiore.
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Lucidità del rito e regolarità del gioco
gioco è impossibile
in con-
testi culturali originario integri, dal momento che la
ludicità è intrinseca al rito
e la regola è insita nel gio-
co, tanto che Oska~ Eb~rle
(Cenalora 1966) concepIva i riti dei popoli nativi da
ti gi,uochi
mimici
del rituale",
e simboli-
o "regola
del
gioco" a fare della pratica
religiosa, per dirla con
Aranguren (1967) "un gioco che si svolge davanti alla Divinità".
Direi che il vero gioco è
quello serio, governato da
vertente, creativo e autenticamente
educativo.
"Il gioco dovrebbe essere
considerato l'attivjtà più seria dell'infanzia" Itla scritto
Regina di Spade
Montaigne e Friedrich Schiller ci insegna che
"l'uomo
è
veramente
tale solo
quando gioca".
siderati noiosi dai detrattori della Montessori, sono stati riprodotti in molteplici varianti dalle industrie dei giocattoli "didattici", spesso talmente, approssimativi che i bambini non riescono a usarli da soli. Questa è invece la caratteristica propria dei materiali m('.mtessoriani. In onore di lei e nella gioiosa me-
con "la
cazione alla libertà), propongo,
gioco,
quello
delle carte.
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Secondo
delle
Steward
Culin
(1895), le nostre moderne
carte da gioco derivano
dall'uso primitivodellefrecce a scopo magico-divinadon (1910)
che
per como-
dità le frecce vennero appiattite e alla fine furono rimpiazzate da lunghe e strette strisce di cartone. Su di
un Iato era dipinto un segno distintivo, e sull'altro
uno strano disegno che
rappresentava la cicatrice
lasciata dalle foglie cadute, che in origine si trovava
su//'asticciola della freccia
quando questa era effettiI cartoncini
furono
in se-
strecartedagioco.Una
guito accorciati e allargati
sino a trasformarsinelle no-
comeleastedilegnoda
prova sta appunto nel fatto
che esse recano sul dorso
motivisenza senso, proprio
cui ebbero
origine.
Infatti
le carte da gioco coreane
presentavano di fronte segni magici, mentre sul retro portavano ancora rappresentate le barbe delle
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frecce da cui derivavano.
Un'altra prova è di ordine linguisticoin quanto illavoro nome cinese si diversificasolo neltono da quello dellafreccia (tsìn).
IlCulinha calcolatoche dei novantasettegiuochicoreanida luidescritti,venTempo
di magia e di divi-
strumento
compreso
di maisir, è
il domino (che gli Europei hanno imparato dai Cinesi).
espressamente
condannatadalCorano(11,219eV,90-91).GliArabipre-islamiciconservavano,evidentemente,tratticulturalirisalenti
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divinatione,
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di essere
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impotente
nella percezione cognitiva
del significato esistenziale
della pratica divinatoria, co-
dizioni di rispondenza tra il
contingente
mutare
dell'umana opera e l'ordine
universale. Egli ignora ciò
che stiamo riscoprendo, e
cioè che la tecnica divinatoria codifica la ricerca di sicurezza tesa a proteggere
l'operare umano dalla precarietà, in modo da rendere
La Morte
sibilità
cartomantica.
Siritienecomunementecheitarocchisianounmazzodicarteinventatotra
/Imisterioso gioco dei tarocchi
divinatori in Francia solo alla fine del Settecento.
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come
riti analoghi dei Pigmei, hanno lo scopo di favorire, indovinandolo,
il
buon esito della caccia.
Si tratta di riti complessi,
danzati da esperti sciamani in pantomime nelle quali
è protagonista "lospirito della freccia" (Eberle 1966).
In seguito, in Cina, la divinazione (che si praticava
con gli steli dell'Achillea,
pianta dalle molte proprietà
medicinali) venne elaborata
sino a trasformarsi nel gioco
de I Ching, dove i bastoncini, diventati linee spezzate e intere,! vengono a par,.
tecipare del gioco cosmico
dello Yin e dello Ycang.
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...
Un'ampia ricerca sul loro
significato esoterico e divinatorio è stata stimolata
a partire da Court de Gébeli n 0773-1782)
che,
nell'ottavo volume di Monde primitif, in un articolo
dedicato ai tarocchi, per
primo affacciò l'ipotesi di
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un'origine egizia del gioco, da un perduto Libro di
Thot-Ermete. Libro che un
esoterista
suo contempo-
raneo, noto con lo pseudonimo
di Etteilla,
provò a
reirlVen,tare.
Nei tarocchi ogr;1,icarta rapulna IWigwraarqhe+
presen~a
tiipe Iche nQ)f1I cQln~id$ con
dli Alrcajni MagçJiod Gei çar+
tornanti!, r:nauna qualità si+
gn!ificativa li accomuna: il
fatto di annunciare significati positivi sul diritto e sfa-
alla loro origine magica: in quanto peculiare del pensiero
mitico è una sintesi allegorica capace di gettare un
ponte tra due realtà contraddittorie e apparenterinvia
chiaramente
mente inconciliabili(Ceci-
lia Gatto Trocchi, 1987). Il
lavoro magico, consiste in
un'opera di' integrazione
degli opposti e delle ambivalenze costitutive della
psiche, tale da far prevalere le istanze della vita su quelle della morte, la speranza e l'ottimismo sulla delusione e sullo sconforto che le prove della vita e la coscienza della morte
provocano In noI.
Illusione della fantasia?
diritto).
re caotico che può travolgere la psiche nella follia.
In una scrittura buddista si legge: "Bisognerebbe essere padroni della propria mente, piuttosto che lasciare che la mente diventi la nostra padrona".
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ginare"),cartecomeitassellideicaratterimobiliMontessori,eredidimagi-
che rune(1J, pronte ad esplodere
nella scrittura.
Antonia Bertocchi
(1) Segni di scrittura di antichi alfabeti nordeuropei.
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