Chiodi e martello Uno zoom su una delle parti più
Transcript
Chiodi e martello Uno zoom su una delle parti più
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Monoleva, l’amico silenzioso Chiodi e martello Uno zoom su una delle parti più trascurate e importanti della barca: il comando che innesta marcia avanti e indietro. Come funziona e come controllarlo. Alcuni accorgimenti di Mauro Melandri utte le barche a vela dotate di motore entrobordo ne hanno uno e il suo utilizzo è talmente intuitivo e immediato da farlo passare inosservato tanto che, il più delle volte, si finisce per dimenticarsi di lui, facendogli mancare la necessaria manutenzione. Si tratta, naturalmente, del monoleva. Le cronache portuali sono zeppe di incidenti provocati da un suo cattivo funzionamento. A volte, bloccandosi, impedisce di poter governare la barca in fase di manovra: ecco allora pontili galleggianti affondati da violente “musate” e poppe distrutte contro dure banchine di cemento. Addirittura si narra (tra storia e leggenda marinaresche) che a Chioggia ad avere la peggio sia stato un ciclista che transitava sulla palizzata mentre una barca, con il monoleva bloccato sulla marcia avanti, si spiaccicava T Aprile 2003 67 www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela contro la banchina, travolgendolo. Per poter governare la propria imbarcazione, quindi, dal punto di vista dinamico (e cioè: aumentare o diminuire la velocità, andare in avanti o indietro) è indispensabile che il monoleva sia sempre perfettamente efficiente e che risponda senza indugio anche al comando più repentino. FUNZIONAMENTO Per una barca a vela dotata di un motore entrobordo, il monoleva rappresenta quello che cambio e acceleratore rappresentano per un’automobile. Agendo su di esso, infatti, si controlla l’innesto della marcia avanti e della retromarcia e, in seconda battuta, la quantità di potenza erogata dal motore; potenza che si trasforma in velocità sull’acqua. Il monoleva, inoltre, permette di inserire e disinserire il folle a piacimento agendo sull’apposito comando. Il funzionamento di un monoleva moderno è facilmente spiegabile e si può riassumere in pochi passaggi. Quando, partendo dalla posizione neutra, spingiamo in avanti la leva fino a sentire uno scatto (angolo di circa 15 gradi), andiamo ad agire sul comando di innesto delle marce. Una volta inserita la marcia il meccanismo inizia a lavorare sul cavo di “leveraggio” dell’acceleratore. Cosa analoga capita nel momento in cui decidiamo di inserire la marcia indietro. Su barche più vecchie è facile trovare un comando composto da due differenti leve. Qui la leva nera (solitamente ha questo colore) aziona il comando innesto marce e la leva rossa agisce sul comando leveraggio acceleratore. Bisogna sottolineare che il sistema a leva unica, oltre ad essere molto più Leva in stand-by, a marcia pratico, salvaguarda maggiormente avanti e con gas in folle (il l’invertitore del motore. Infatti, anche pulsantino rosso è premuto) in caso di una manovra d’emergenza Chiodi e martello che richiede l’improvvisa inversione di spinta del propulsore (o più semplicemente durante una manovra d’ormeggio difficoltosa), l’inserimento della retro avviene tramite il passaggio obbligato attraverso il regime minimo di giri. In un sistema composto da due leve si potrebbe avere la tentazione di mantenere il motore accelerato, agendo solo sulla leva che controlla l’innesto delle marce, cosa quanto mai dannosa per l’intero blocco motore. Il sistema a pulsante prevede che, qualora si voglia accelerare il motore in folle, si debba premere un bottoncino mentre si spinge avanti la leva. Così facendo non sentiremo alcuno scatto, segno evidente che abbiamo saltato l’invertitore e agiamo direttamente sull’acceleratore. Il folle si disinserirà automaticamente quando riporteremo la leva in posizione verticale. Il sistema caratterizzato dal nottolino estraibile prevede che lo si debba tirare verso l’esterno prima di accelerare. Lo sganciamento del folle, inoltre, non è automatico e avverrà dopo che, avendo riportato la leva in posizione neutra, spingeremo il nottolino riportandolo nella posizione iniziale. Alcuni monoleva, per maggior sicurezza, hanno un pomello che viene tirato per inserire le marce e dare gas, oltre, naturalmente il nottolino per mettere il folle. SEGNALI INQUIETANTI Il non buon funzionamento del monoleva e dei cavi da questo controllati, possono avere, come abbiamo visto, conseguenze anche gravi. Spesso, fortunatamente, quando i guai si avvicinano, il monoleva ha la buona creanza di avvertirci. Se mettendo la marcia avanti o quella indietro, avvertiamo un piccolo scatto insolito, come se l’ingranaggio avesse dovuto superare uno scalino, significa che uno dei cavi si sta per rompere ed è bene intervenire subito. Il monoleva, come tutte le parti della barca è soggetto a usura. Se manovrandolo sentiamo che, via via, si indurisce sempre più oppure che ha gioco, è un segnale che gli ingranaggi si sono usurati e fan- no attrito tra di loro, o che i fori in cui passano i perni di sostegno delle parti meccaniche sono consumati. LA MANUTENZIONE Principalmente il monoleva ha bisogno di grasso, quindi, almeno una volta all’anno va controllato che tutte le sue parti siano ben ingrassate. La mancanza di grasso, oltre a rendere il monoleva più duro, favorirà l’usura e l’ossidazione. Altra parte fondamentale da sostituire periodicamente, circa ogni cinque anni, sono i cavi. Di tanto in tanto va controllato che questi non siano stati piegati da oggetti pesanti messi nel gavone dove questi corrono. INTERVENTI D’EMERGENZA Il monoleva una volta rotto difficilmente sarà riparabile, a meno che non si tratti della rottura del nottolino del folle che, la maggior parte delle volte, si sarà semplicemente sfilato dal suo alloggiamento. Tuttavia la rottura in mare di questo prezioso strumento, pur essendo una cosa grave, non ci deve mettere nella situazione di dover 68 Aprile 2003 A sinistra, in evidenza il tasto del folle. A destra, l’ingranaggio del monoleva chiedere aiuti esterni. Anche senza monoleva la barca è governabile. Per farlo bisogna mettere un membro dell’equipaggio in una posizione per cui riesca a raggiungere con facilità le due levette che sono sul motore, dove finiscono i cavi che arrivano dal monoleva. Una, quella che ha un lungo braccio dove scorre un’astina di metallo, è dell’acceleratore, l’altra, che è una semplice asta piatta che gira su di un perno, è quella dell’invertitore. Un altro membro dell’equipaggio si dovrà mettere al tambuccio in modo da passare gli ordini dello skipper a chi sta al motore. Con un martello, piccolo possibilmente, meglio con la testa di gomma, l’uomo al motore, ricevuta l’indicazione di inserire la marcia avanti darà un colpetto alla leva verso avanti, e ricevuto l’ordine di dare un po’ di gas, potrà tirare a mano l’asta del gas. In questo modo, anche se di fortuna, con un minimo di rischio si riesce anche a fare la manovra in porto e sicuramente si riesce a navigare in mare aperto. L’unica imprudenza da non compiere è met tere marcia avanti, dare gas e lasciare il motore a se stesso. Aprile 2003 69