Chiodi e martello Uno zoom su una delle parti più

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Chiodi e martello Uno zoom su una delle parti più
www.solovela.net
Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Monoleva,
l’amico
silenzioso
Chiodi e martello
Uno zoom su una
delle parti più
trascurate e importanti della
barca: il comando che innesta
marcia avanti e indietro. Come
funziona e come controllarlo.
Alcuni accorgimenti
di Mauro Melandri
utte le barche a vela dotate di motore entrobordo ne hanno
uno e il suo utilizzo è talmente intuitivo e immediato da farlo
passare inosservato tanto che, il più delle volte, si finisce per
dimenticarsi di lui, facendogli mancare la necessaria manutenzione.
Si tratta, naturalmente, del monoleva.
Le cronache portuali sono zeppe di incidenti provocati da un suo
cattivo funzionamento. A volte, bloccandosi, impedisce di poter governare la barca in fase di manovra: ecco allora pontili galleggianti
affondati da violente “musate” e poppe distrutte contro dure banchine di cemento. Addirittura si narra (tra storia e leggenda marinaresche) che a Chioggia ad avere la peggio sia stato un ciclista che
transitava sulla palizzata mentre una
barca, con il monoleva bloccato sulla
marcia avanti, si spiaccicava T
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contro la banchina, travolgendolo.
Per poter governare la propria imbarcazione, quindi, dal punto di vista dinamico (e cioè: aumentare o diminuire la velocità, andare in
avanti o indietro) è indispensabile che il monoleva sia sempre perfettamente efficiente e che risponda senza indugio anche al comando più repentino.
FUNZIONAMENTO
Per una barca a vela dotata di un motore entrobordo, il monoleva
rappresenta quello che cambio e acceleratore rappresentano per
un’automobile. Agendo su di esso, infatti, si controlla l’innesto della marcia avanti e della retromarcia e, in seconda battuta, la quantità di potenza erogata dal motore; potenza che si trasforma in velocità sull’acqua. Il monoleva, inoltre, permette di inserire e disinserire il folle a piacimento agendo sull’apposito comando.
Il funzionamento di un monoleva moderno è facilmente spiegabile
e si può riassumere in pochi passaggi.
Quando, partendo dalla posizione neutra, spingiamo in avanti la leva fino a sentire uno scatto (angolo di circa 15 gradi), andiamo ad
agire sul comando di innesto delle marce. Una volta inserita la marcia il meccanismo inizia a lavorare sul cavo di “leveraggio” dell’acceleratore. Cosa analoga capita nel momento in cui decidiamo di inserire la marcia indietro.
Su barche più vecchie è facile trovare un comando composto da due
differenti leve. Qui la leva nera (solitamente ha questo colore) aziona il comando innesto marce e la leva rossa agisce sul comando leveraggio acceleratore.
Bisogna sottolineare che il sistema a
leva unica, oltre ad essere molto più
Leva in stand-by, a marcia
pratico, salvaguarda maggiormente
avanti e con gas in folle (il
l’invertitore del motore. Infatti, anche
pulsantino rosso è
premuto)
in caso di una manovra d’emergenza
Chiodi e martello
che richiede l’improvvisa inversione di spinta del propulsore (o più
semplicemente durante una manovra d’ormeggio difficoltosa), l’inserimento della retro avviene tramite il passaggio obbligato attraverso il regime minimo di giri. In un sistema composto da due leve
si potrebbe avere la tentazione di mantenere il motore accelerato,
agendo solo sulla leva che controlla l’innesto delle marce, cosa
quanto mai dannosa per l’intero blocco motore.
Il sistema a pulsante prevede che, qualora si voglia accelerare il motore in folle, si debba premere un bottoncino mentre si spinge avanti la leva. Così facendo non sentiremo alcuno scatto, segno evidente che abbiamo saltato l’invertitore e agiamo direttamente sull’acceleratore. Il folle si disinserirà automaticamente quando riporteremo la leva in posizione verticale. Il sistema caratterizzato dal nottolino estraibile prevede che lo si debba tirare verso l’esterno prima
di accelerare. Lo sganciamento del folle, inoltre, non è automatico
e avverrà dopo che, avendo riportato la leva in posizione neutra,
spingeremo il nottolino riportandolo nella posizione iniziale.
Alcuni monoleva, per maggior sicurezza, hanno un pomello che viene tirato per inserire le marce e dare gas, oltre, naturalmente il nottolino per mettere il folle.
SEGNALI INQUIETANTI
Il non buon funzionamento del monoleva e dei cavi da questo controllati, possono avere, come abbiamo visto, conseguenze anche
gravi. Spesso, fortunatamente, quando i guai si avvicinano, il monoleva ha la buona creanza di avvertirci. Se mettendo la marcia
avanti o quella indietro, avvertiamo un piccolo scatto insolito, come se l’ingranaggio avesse dovuto superare uno scalino, significa
che uno dei cavi si sta per rompere ed è bene intervenire subito.
Il monoleva, come tutte le parti della barca è soggetto a usura. Se
manovrandolo sentiamo che, via via, si indurisce sempre più oppure
che ha gioco, è un segnale che gli ingranaggi si sono usurati e fan-
no attrito tra di loro, o che i fori in cui passano i perni di sostegno
delle parti meccaniche sono consumati.
LA MANUTENZIONE
Principalmente il monoleva ha bisogno di grasso, quindi, almeno
una volta all’anno va controllato che tutte le sue parti siano ben ingrassate. La mancanza di grasso, oltre a rendere il monoleva più duro, favorirà l’usura e l’ossidazione. Altra parte fondamentale da sostituire periodicamente, circa ogni cinque anni, sono i cavi. Di tanto in tanto va controllato che questi non siano stati piegati da oggetti pesanti messi nel gavone dove questi corrono.
INTERVENTI D’EMERGENZA
Il monoleva una volta rotto difficilmente sarà riparabile, a meno che
non si tratti della rottura del nottolino del folle che, la maggior parte delle volte, si sarà semplicemente sfilato dal suo alloggiamento.
Tuttavia la rottura in mare di questo prezioso strumento, pur essendo una cosa grave, non ci deve mettere nella situazione di dover
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A sinistra, in evidenza il
tasto del folle. A destra,
l’ingranaggio del monoleva
chiedere aiuti esterni. Anche
senza monoleva la barca è
governabile. Per farlo bisogna mettere un membro dell’equipaggio in una posizione per cui riesca a raggiungere con facilità le due levette che sono sul motore,
dove finiscono i cavi che arrivano dal monoleva. Una, quella che ha
un lungo braccio dove scorre un’astina di metallo, è dell’acceleratore, l’altra, che è una semplice asta piatta che gira su di un perno, è
quella dell’invertitore. Un altro membro dell’equipaggio si dovrà
mettere al tambuccio in modo da passare gli ordini dello skipper a
chi sta al motore. Con un martello, piccolo possibilmente, meglio
con la testa di gomma, l’uomo al motore, ricevuta l’indicazione di
inserire la marcia avanti darà un colpetto alla leva verso avanti, e
ricevuto l’ordine di dare un po’ di gas, potrà tirare a mano l’asta del
gas. In questo modo, anche se di fortuna, con un minimo di rischio
si riesce anche a fare la manovra in porto e sicuramente si riesce a
navigare in mare aperto. L’unica imprudenza da non compiere è met
tere marcia avanti, dare gas e lasciare il motore a se stesso.
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