I mezzi di allenamento a servizio della “continuità del gioco”

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I mezzi di allenamento a servizio della “continuità del gioco”
Il placcaggio
Corso di aggiornamento di I livello
stagione 2011/2012
Obiettivo della difesa
Placcare per bloccare l’avanzamento e
recuperare per contrattaccare e
segnare la meta
Se il recupero non è possibile ritardare
l’utilizzo per avere più tempo per
riorganizzarsi a difendere
Attacco
Avanzare con il possesso
Difesa
Punto
Continuità
Avanzare senza possesso
Continuare
ad avanzare
Recuperare per
avanzare
con il possesso
All’interno dei principi e delle regole fondamentali
del gioco del Rugby è sempre garantita alla
squadra non in possesso del pallone la
possibilità di recuperarlo per contrattaccare.
Il placcaggio è lo strumento che il regolamento
mette a disposizione della squadra senza il
possesso per esercitare il proprio diritto alla
difesa.
Una definizione di placcaggio:
“azione con cui il difensore, tramite un contatto
dinamico, cerca, sacrificando il proprio
equilibrio, una perdita di equilibrio del portatore
per obbligarlo, cadendo in terra, a lasciare il
pallone (nel rispetto della regola del tenuto)
permettendone il recupero”.
Ne consegue che la finalità del placcaggio è
quella di mettere a terra l’avversario e, in base
al regolamento, tentare il recupero del pallone.
Ed ecco perché dovremmo sempre parlare di
placcaggio-recupero come un’unica azione da
parte del difensore, considerando inoltre le
agevolazioni che il regolamento permette al
placcatore (no gate).
Il placcaggio è però solo la parte finale del
movimento difensivo;
ciò che avviene prima dello stesso:
la capacità di occupazione dello spazio;
la salita difensiva;
determinano in maniera significativa l’efficacia o
meno del placcaggio stesso.
Consideriamo i diversi fattori di riusciuta per un
placcaggio efficace:
TECNICO: la capacità di compiere il gesto tecnico
in maniera corretta (la sicurezza come esigenza
prioritaria)
TATTICO: la capacità di costringere il portatore ad
entrare nel proprio spazio d’intervento per un
placcaggio efficace, ritrovando poi
immediatamente la propria utilità:
Sul pallone: recupro diretto o indiretto (spinta)
Sullo spazio: ricostruzione della linea difensiva
Fattori chiave del placcaggio
Approccio: bassi piegando le gambe (non il busto),
schiena dritta tramite lo sguardo al bersaglio in modo da
evitare iperestensione del collo, braccia non troppo
aperte (placca la spalla), ampiezza dei passi non troppo
lunga (controllo per i cambi di direzione e per poter
accelerare sull’impatto).
Impatto: spalle e testa a stretto contatto con le cosce
dell’avversario (non deve passare nulla in mezzo) e dalla
parte opposta alla caduta (avversario “cuscino”) e
contemporanea spinta delle gambe (continuare a
correre) e chiusura delle braccia. Non tuffarsi mai.
Fattori chiave del placcaggio
Caduta: mantenere nella caduta la testa aderente al corpo
dell’avversario e le braccia strette (no mani per
attenuare la caduta), dominare nella caduta il corpo
dell’avversario, finiti in terra lasciare il placcato e
permettere di far vivere il pallone e rialzarsi prima
possibile per tentare il recupero (rispetto della regola).
Evidenziamo come sia necessario insegnare la tecnica del
placcaggio con la giusta progressione metodologica, a
prescindere dall’età anagrafica, ma sempre in
riferimento al vissuto dei giocatori;
considerando, inoltre, le problematiche relative alla:
Sfera affettiva: intesa come attitudine e determinazione
all’affrontamento fisico
ed alla
Capacità coordinativa relativa all’equilibro: intesa come
capacità di effettuare un contatto dinamico efficace
A livellio tecnico-tattico ciò che dobbiamo stimolare
nei giocatori è la capacità di gestione spazio
temporale: capacità di costringere il portatore ad
entrare nel proprio spazio d’intervento per un
placcaggio efficace.
A tale fine è necessario che il difensore mantenga una
posizione interna rispetto all’attaccante, all’interno del
suo canale d’intervento;
(la spalla esterna del difensore in linea con quella
interna dell’attaccante)
La velocità deve essere tale da permettere di portare il
placcaggio in accelerazione.
Canale d’intervento del placcatore
C1 C2
Attaccante
Difensore
C3
Una volta portato il placcaggio, il placcatore deve
immediatamente trovare, tatticamente, la propria utilità
(la decisione è spesso influenzata dal rapporto di forza tra
placcato/placcatore):
Recupero del pallone:
anticipo rispetto al sostegno di continutà
Ingaggio in spinta:
il sostegno di continuità è già presente
Ricostruzione della linea difensiva:
il possesso non è contestabile e l’utilizzo dell’attacco
imminente
Cosa allenare
Non appena acquisiti i fondamentali per la sicurezza dei
giocatori e nel rispetto dei principi metodologici
lavorare:
situazioni di 1vs1 :
capacità del placcatore di essere dominante
situazioni di 1vs1+1 :
esigenza di ritrovare gli appoggi prima dell’intervento del
sostegno
situazioni di salite difensive:
dove verificare la capacità di placcare all’interno di una
cooperazione tra difensori