"On My Own" e i video-tutorial del progetto europeo OMO

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"On My Own" e i video-tutorial del progetto europeo OMO
COMUNICATO STAMPA
LA TECNOLOGIA A SERVIZIO DELLA DISABILITA’ INTELLETTIVA: IL PROGETTO EUROPEO “ON MY
OWN…AT WORK (OMO)” METTE IN CAMPO UNA APP E DEI VIDEO TUTORIAL PER SUPPORTARE
LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI IN CAMPO ALBERGHIERO
Associazione Italiana Persone Down (AIPD), Fondazione Adecco, Down España, Associacao
Portuguesa de Portadores de Trissomia 21 (APPT 21), Università di Bologna, Università di
Roma TRE, Hotel Roma Aurelia Antica e Axis Hoteis presentano i primi risultati del progetto
“On my own… at work (OMO)” dedicato all’inserimento lavorativo delle persone con
sindrome Down.
Roma, 29 settembre 2016 – Quattordici video tutorial e una APP ideati per supportare la
formazione dei lavoratori con disabilità intellettiva nel settore dell’ospitalità (alberghiero e
ristorazione). Sono questi i prodotti, realizzati nell’ambito del progetto europeo “On my own…at
work - OMO” presentati contemporaneamente questa mattina a Roma, Milano, Porto e Madrid
dai partner del progetto finanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma Erasmus
+ di cui è capofila l’Associazione italiana Persone Down. La APP è già disponibile gratuitamente su
smart phone o tablet (su Play Store per i sistemi Android e su Apple Store per la versione Ios) con
la funzione di ricordare compiti, strumenti e modalità di azione relativi alla mansione da svolgere.
I video hanno invece l’obiettivo di illustrare esempi di corretta relazione tra il tirocinante e i
colleghi di lavoro e il modo migliore per svolgere le proprie mansioni. La finalità è quella di rendere
maggiormente indipendente il lavoratore con disabilità intellettiva e guidare anche i formatori nel
settore alberghiero verso il modo migliore per instaurare un corretto rapporto professionale. Nel
corso della prima fase del progetto OMO sono stati realizzati questi prodotti con l’aiuto di
tirocinanti con disabilità intellettiva che a Porto, Lisbona, Milano, Roma e Cagliari hanno lavorato
nel settore alberghiero e della ristorazione.
Obiettivo finale del progetto, nel 2017, è quello di ampliare l’offerta di posti di lavoro con la
creazione di una rete europea di alberghi e ristoranti che promuovano l’inclusione lavorativa di
persone con disabilità intellettive tramite tirocini e assunzioni. Per questa ragione, l’iniziativa è
partita in contemporanea in Italia, Spagna e Portogallo.
“Questa è una giornata importante per noi – ha esordito questa mattina Paola Vulterini, ideatrice
e responsabile del progetto per AIPD - presentiamo infatti i primi prodotti di questo progetto
europeo. Vediamo la realizzazione di un’unità di forze tra diversi paesi, in termini pratici e
condivisibili. Questo progetto è un sogno: avere un rete di aziende nel settore dell’ospitalità che
assumano e permettano di fare tirocini a persone con disabilità intellettiva è un obiettivo che
rende l’Europa un’ Europa che garantisce a tutti i lavoratori una reale mobilità, anche alle persone
con sindrome Down. Ad oggi sono 8 le agenzie formative coinvolte, 20 gli hotel e 32 i tirocinanti
con disabilità intellettiva tra Italia e Portogallo, ma il numero è destinato a crescere”.
Presenti a Roma il presidente dell’Associazione italiana Persone Down Paolo Virgilio Grillo, i tre
tirocinanti con sindrome Down che stanno partecipando al progetto Matteo Leporelli, Flavia
Peruzzini e Andrea Corradi; Gilda Schiavoni, coordinatrice della sperimentazione per AIPD sia in
Italia che Spagna e Portogallo; Enrico Palladino, tutor AIPD; il manager dell’Hotel Roma Aurelia
Antica Giorgio Tocchi e il tutor in cucina Cristiano Sarro.
“Per noi questo progetto è molto importante – ha spiegato il presidente Grillo - per aver coinvolto
tre nazioni e per aver approcciato il mondo del settore alberghiero in maniera organica e
strutturata. OMO ci dà speranza di trovare posti di lavoro per un maggior numero di persone con
sindrome Down e questo apporto tecnologico ci aiuterà senz’altro a incrementare questo
processo”. Andrea ha raccontato la sua esperienza come tirocinante del progetto: “Ho lavorato
all’Hotel Roma Aurelia antica come aiuto cuoco – ha spiegato - tagliavo verdura, formaggi e frutta
e preparavo gli ingredienti per cucinare. Avevo tanti colleghi ed era divertente mangiare con loro,
assaggiare le cose preparate per vedere se erano buone. I colleghi sono importanti perché mi
aiutano a capire quali sono le cose importanti da fare. In cucina usavo il tablet che mi diceva cosa
dovevo fare per lavorare: per fare la pasta alla carbonara mi ricordava quali ingredienti dovevo
usare, quando andavo a cercare in frigo basilico, rosmarino o prezzemolo, mi aiutava a distinguerli
grazie a delle fotografie sulla APP”. L’uso della tecnologia ha permesso secondo Enrico Palladino,
tutor AIPD “un miglior rapporto tra tutor e tirocinante, il primo non più percepito come
‘controllore’ e ‘carceriere’ ma come formatore e riscontro positivo sul proprio lavoro”.
Ma come funziona concretamente la APP? Gilda Schiavoni, coordinatrice della sperimentazione sia
in Italia che Spagna e Portogallo ha spiegato: “La APP si basa su tre canali comunicativi, testo
scritto in alta comprensibilità, immagini e video. Personalizzabile, il supporto tecnologico organizza
il lavoro tagliandolo sul profilo del lavoratore, con una sezione lavoro settimanale, contenuti,
azioni da svolgere e strumenti che si utilizzano nella propria mansione. Attualmente sono presenti
otto ruoli lavorativi, tra cui aiuto cuoco, cameriere ai piani, di sala, colazione, servizio spiaggia”.
Per i rappresentanti dell’Hotel Roma Aurelia Antica l’esperienza è stata molto positiva: “Abbiamo
avuto quattro tirocinanti nella nostra struttura, per tutti è stata un’esperienza di crescita
importante sia umana che lavorativa”. Il tutor di Andrea Corradi Cristiano Sarro ha concluso:
“All’inizio è stato difficile impostare il rapporto professionale perché Andrea è molto simpatico e
abbiamo mescolato amicizia e lavoro. Poi abbiamo imparato: lui è veramente una risorsa, ha
sempre voglia di fare e ha dimostrato di saper fare, mi ha aiutato a crescere”. Nel corso
dell’evento c’è stato un collegamento con gli altri convegni a Milano, Madrid e Porto.
Marta Rovagna e Mara Fiorelli
Ufficio Stampa Associazione Italiana Persone Down
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