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Cardiologia - Salute e Benessere - Corriere della Sera
10/23/15, 10:18 AM
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SI INNESCA UN CIRCOLO VIZIOSO CHE FA SALIRE ANCHE IL RISCHIO DI MALATTIE DEL CUORE E DEI
VASI
Malati di rumore: l’inquinamentoacustico ci fa davvero
stare male
L’esposizione continua al «baccano» incide sulla qualità del sonno e sulla capacitàdi
concentrazione. In Italia la città più rumorosa è Napoli
Elena Meli
Siamo circondati dal rumore: da
quello del traffico, allo strepito degli
elettrodomestici in casa, fino ai
decibel di troppo con cui ci riempiamo
le orecchie ascoltando musica in
cuffia. Ora un’indagine condotta da
GfK Eurisko intervistando 8.800
persone in 47 città di 11 Paesi, Italia
compresa, dimostra che il “mal di
rumore” è sempre più diffuso: nel
nostro Paese, per esempio, il 29%
della popolazione è esposto a livelli
medio-alti o elevati di frastuono, il che
significa dover tollerare il baccano delle strade o TV, radio e musica ad alto volume
per un considerevole numero di ore al giorno. L’inquinamento acustico di città come
Napoli è considerevole: il 15 % degli abitanti ogni giorno deve fronteggiare un caos
sonoro estremo, solo Los Angeles e New York sono più rumorose. Un fastidio da
poco? Tutt’altro, visto che i dati raccolti mostrano come l’esposizione al rumore
raddoppi la probabilità di avere insonnia, difficoltà di concentrazione, mal di testa,
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irritabilità, nervosismo, sbalzi d’umore.
«Il rumore viene vissuto come un’intrusione
disturbante - spiega Stephen A. Stansfeld, docente di psichiatria alla Queens Mary
PIÙ ORMONI DELLO STRESS
University di Londra -. Soprattutto se vi si è esposti di notte, provoca un
peggioramento della qualità del sonno e aumenta la produzione di ormoni dello
stress, innescando un circolo vizioso che oltre all’ansia fa salire anche il rischio di
ipertensione, infarto, ictus e altre malattie cardiovascolari per gli effetti della risposta
allo stress su cuore e vasi». Stando a uno studio appena pubblicato sull’American
Journal of Preventive Medicine, basterebbe ridurre il caos cittadino di appena 5
decibel per diminuire l’incidenza di ipertensione e infarti: in Italia è stato stimato che
questo si tradurrebbe in 200mila ipertesi in meno e almeno 2mila attacchi di cuore
“risparmiati”. Dati confermati da una recente indagine condotta a Londra, secondo
cui essere esposti quotidianamente a un rumore “da traffico” che oltrepassi i 60
decibel aumenta del 4-5% il pericolo di ictus e la mortalità complessiva.
«L’8-12% della popolazione è geneticamente
“ipersensibile” al baccano, ma a oggi non è possibile individuare questi soggetti ad
alto rischio - osserva Stansfeld -. Inoltre, il rumore in certe situazioni può rivelarsi
ancor più dannoso: nei bimbi, problemi di concentrazione e apprendimento sono più
probabili se la scuola è vicino a strade caotiche; i degenti di ospedali dove non si
presti attenzione al livello sonoro rischiano difficoltà di sonno e stress che incidono
sul recupero», osserva Stansfeld. Il frastuono, ovviamente dannoso anche e
soprattutto sull’orecchio, è ormai distintivo della vita contemporanea: difficile
immaginare metropoli silenziose e, come dimostrano, i risultati dell’indagine Eurisko
la maggior parte di noi in città è esposta spesso a rumori intensi: traffico, cantieri,
sirene a cui si aggiungono TV e radio, conversazioni, elettrodomestici. Un caos
PROBLEMI DI APPRENDIMENTO
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indistinto che, secondo le proiezioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in
Europa occidentale ogni anno fa perdere almeno un milione di anni di vita in salute.
BARRIERE SONORE VERDI
Come ci si può difendere? «Alcune contromisure
dovrebbero essere prese dalle amministrazioni cittadine, ma molto può essere fatto
anche a livello personale - interviene Brian C. J. Moore, docente di percezione
uditiva dell’Università di Cambridge -. Se si abita in una strada molto trafficata
meglio mettere i doppi vetri alle finestre e barriere sonore verdi, sistemando piante
su balconi e terrazzi per assorbire il rumore. Necessario anche limitare il volume di
televisione, radio e simili, soprattutto in cuffia. Chi ama la musica e la ascolta anche
in situazioni rumorose, ad esempio in metropolitana, dovrebbe acquistare cuffie in
grado di cancellare il rumore di fondo esterno o auricolari che si adattino
perfettamente al canale acustico, così da ridurre la necessità di alzare il volume;
ottime anche le cuffie professionali da musicisti. Se sappiamo di dover restare a
lungo in ambienti rumorosi possiamo usare i tappi per le orecchie; chi è esposto al
rumore a causa del suo impiego, deve indossare protezioni specifiche».
LE SOLUZIONI: PISTE CICLABILI, CAR SHARING
Le città sono la maggior fonte di
frastuono per le nostre orecchie. Così, al di là di ciò che ciascuno può fare per
proteggersi, tecnologie e amministrazioni dovrebbero impegnarsi per intervenire con
regole e soluzioni anti-rumore, come spiega Carlo Ratti del MIT Senseable City Lab:
«Aumentare le piste ciclabili, usare asfalto fonoassorbente, promuovere l’uso di
pneumatici con ridotte emissioni sonore, abbassare i limiti di velocità sono tutte
ottime iniziative, assieme a una sempre maggiore diffusione di veicoli elettrici e
all’ampliamento del car sharing. Un’idea non troppo futuribile, di cui già esistono
prototipi, è anche l’auto senza guidatore condivisa fra gruppi di residenti. È
auspicabile poi la promozione di aree “libere dal rumore” in scuole, uffici pubblici,
parchi e la revisione al ribasso delle soglie di rumorosità per bar, discoteche e eventi
come i concerti».
Elena Meli
13 ottobre 2015 | 15:20
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