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Dolo, Dicembre 2013
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www.ulss13mirano.ven.it
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All’interno...
SCREENING…
SE LO CONOSCI, LO FAI!
dott.ssa Adriana Montaguti - UOS Organizzazione Screening Oncologici Dolo
Gli Screening sono interventi di sanità pubblica, in quanto compresi nei Livelli Essenziali di
Assistenza (L.E.A.), complessi e impegnativi, basati su prove di efficacia e offerti a grandi
numeri di persone sane, o per lo meno che si credono tali. Questa caratteristica è il più
grande discriminante tra gli interventi di screening e la consueta attività clinica. Da questo
derivano alcune necessità e peculiarità: i test devono essere accettabili per le persone che
vi si sottopongono e devono essere in grado di non etichettare come malato un soggetto
sano (specificità dello screening), e quindi sottoporlo a inutili approfondimenti, ma anche
di identificare tutti gli ammalati (sensibilità dello screening).
I Programmi di Screening offrono un percorso fatto di varie
fasi, che avvengono nell’ambito del programma secondo regole e protocolli validati, condivisi e approvati e in cui la valutazione è parte integrante di ogni fase.
Tutto questo viene realizzato in modo da pesare il meno possibile (come esami, ansia, trattamenti) sulle persone che non
sono affette dalla patologia indagata dallo screening. L’utilizzo corretto delle risorse permette, inoltre, la sostenibilità nel
tempo dei Programmi e il rispetto degli altri bisogni di una
collettività. Vengono, così, introdotte altre caratteristiche
fondamentali degli Screening: l’universalità e l’equità.
Studi controllati hanno dimostrato, infatti, che quando il Programma di Screening riesce a
raggiungere effettivamente la maggioranza della popolazione, le differenze nella sopravvivenza al tumore tra gruppi con status sociale diverso tendono a scomparire, perché a tutti
vengono garantite le stesse opportunità di salute e la stessa alta qualità di trattamento.
Inoltre, gli Screening, attraverso gli organismi regionali e nazionali, documentano e rendono pubblici i risultati e gli indicatori di qualità dell’attività e della strumentazione impiegata. Molta importanza viene data, infatti, alla comunicazione che cerca di dare tutte le
informazioni perché la scelta di fare lo screening da parte delle persone sia il più consapevole possibile.
Gli screening organizzati sono interventi efficaci
di sanità pubblica offerti alla popolazione, con rigorosi controlli
di qualità e in grado di incidere sulle diseguaglianze nella salute.
Tre buone ragioni per sostenerli.
Pagina 6 - Prevenzione incidenti domestici età infantile
pagina 6 - Giornata Mondiale di Lotta All’AIDS
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Per evitare le false rassicurazioni deve essere tenuto ben presente che gli screening mettono le persone
in condizioni di rischio minore, ma non le preservano dal tumore e non le salvano. Inoltre, come per la
clinica anche per gli screening esistono delle criticità: la sovradiagnosi e la possibilità che la neoplasia
si evidenzi nell’intervallo tra i test. Anche questi eventi, noti, studiati ma purtroppo inevitabili, vengono controllati e misurati e devono rispettare dei valori di riferimento per la garanzia della qualità dei
programmi.
Il Tumore della Mammella (TM)
Il tumore della mammella è la neoplasia femminile più
frequente, con circa 3.800 nuovi casi all’anno (31% di
tutti i tumori femminili); è anche il tumore più frequente in ogni classe di età ed è la principale causa di
morte oncologica in ogni fascia di età, con una crescita
graduale all’aumentare dell’età: rischio cumulativo del
3%.
E’ molto raro nelle prime due decadi, ma nella terza si
misura in ordine di decine di casi per 100.000 donneanno, nelle 40enni 100-200 casi/100.000-anno, nelle
50enni 200-250 casi, con un picco di incidenza nelle
60enni di circa 300 casi per mantenersi stabile anche
nelle età successive.
Rischio cumulativo da 0 a 84 anni: 1 caso di tumore nel
ASL 13 – Periodo 1999-2003
corso della vita di 8 donne.
Numero medio di nuovi casi di Tumore per anno
I trend di incidenza
mostrino una crescita significativa nella fascia di età più giovane, 0-49
anni, una riduzione nelle donne 50-69 e stabilità nelle più anziane.
Il TM ha livelli di sopravvivenza elevati (>85% a 5 anni dalla diagnosi).
Nel corso del tempo si è osservato un miglioramento della sopravvivenza in ogni fascia di età: nelle donne giovani (dal 71.7% nel 1985-87 al
87.2% nel 2000), nella fascia 50-59 anni (dal 76.4% all’89.7%) e soprattutto nella fascia 40-49 (91%, +9%).
ASL 13 - Distribuzione dei nuovi
casi di tumore della mammella
Mortalità per tumore maligno della mammella nella donna: tasso
standardizzato diretto
AULSS 13 - Veneto, 1980-2011
Tassi per 100.000 ab.
35
30
25
20
15
10
5
0
1980 -8 4
198 5-89
199 0-94
199 5-9 9
2 00 0-01
2 002 -0 3
2 00 4-05
2 00 6-07
2 00 8-09
20 10 -11
anni
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Programma di Screening mammografico nell’ULSS 13
Il Programma di Screening mammografico nell’ULSS 13 è rivolto alle donne dai 50 ai 74 anni di età . Le
donne vengono invitate ad eseguire la mammografia con cadenza biennale. Per l’esecuzione degli esami
si è scelto di impiegare una Unità Mammografica Mobile che può raggiungere tutti i Comuni del territorio in modo che per tutte le donne fare la mammografia sia semplice e familiare come altre attività
della vita quotidiana. La storia dello screening mammografico è iniziata nel 2001. Allora la fascia di età
interessata era 50-69 anni, ma dal 2007 la fascia è stata estesa fino ai 74 anni.
%
Ad.Corretta
Attualmente la popolazione femminile invitata dal
Programma conta 42.070 donne e tale numero cre2001
31.860
6.311
4.248
76
sce di anno in anno più rapidamente che in passato.
2002
31.860
12.318
9.030
82
La popolazione ha sempre dimostrato una grande
2003
32.336
15.140
11.839
91
sensibilità per la prevenzione e ha dimostrato di
2004
32.714
12.971
11.244
93
2005
31.751
15.521
13.052
91
gradire l’opportunità e il servizio svolto dal Pro2006
32.056
12.028
10.438
89
gramma di screening. Infatti, in media l’adesione
2007
32.474
16.852
13.827
88
all’invito è sempre stata superiore all’80%, raggiun2008
33.039
11.865
9.867
82
gendo il 94 % per le donne che già hanno risposto
2009
40.068
23.571
18.596
86
una volta all’invito. Questo a riprova che l’aver pro2010
40.892
14.135
10.752
82
2011
41.661
20.831
15.894
82
vato il percorso dello screening ha soddisfatto le
2012
42.070
15.086
14.109
85
donne.
Ricordiamo che per una donna in qualsiasi momento
142.896
è possibile entrare nel circuito dello screening perULSS 13 - Programma di screening 2001-2012 ché è un percorso sempre attivo, anche se si focalizza periodicamente in prevalenza in un territorio
dell’ULSS. Inoltre, se le donne che hanno eseguito la mammografia di screening nell’intervallo che precede il successivo invito hanno dei dubbi o sentono dei disturbi sanno che è sufficiente contattare la
segreteria del Programma per riprendere il percorso con una visita o un esame strumentale intermedio,
sempre gratuitamente e sempre senza doversi preoccupare di organizzare appuntamenti.
anno
Residenti
Invitate
Aderenti
Se hai dai 50 ai 74 anni e devi fare una mammografia,
prima di prenotare, chiamaci: eviterai perdite di tempo e spese inutili.
tel. 041-5101095 da lunedì a venerdì ore 9.30-13
Numero neoplasie per round (periodo 2001/2012 - tot.724)
172
200
150
96
100
107
112
I round
II round
III round
IV round
130
100
50
0
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V round
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VI round
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Per quanto riguarda i dati riportati vanno sottolineati due aspetti: i tumori in stadio avanzato sono stati diagnosticati solo
nei primi anni di attività del Programma; la scelta di estendere
lo screening fino ai 74 anni è stata lungimirante perché vengono
diagnosticate numerose neoplasie. Questo dato ha fornito al
Registro Tumori l’evidenza della necessità di allargare la fascia
di età di screening oltre i 69 anni.
La misura migliore per valutare l’efficacia di uno screening non
è la sopravvivenza dopo la diagnosi o il numero di tumori identificati, bensì la mortalità della popolazione per la malattia indagata. Solo la riduzione del valore di questo indicatore, visibile
dopo molti anni di attività, consente di accertare se lo
screening è stato in grado di intervenire sulla patologia in un
stadio sufficientemente precoce per guarirla.
Per le donne che seguono il protocollo di screening, la riduzione della mortalità negli studi è stata
stimata del 45% in 10 anni, cioè 4 decessi evitati ogni 1000 donne sottoposte a screening. In assenza di
screening sarebbero decedute, invece, 10 donne.
Il Centro Screening inizia a prendersi carico delle
donne anche prima del compimento dei 50 anni.
Infatti, pur non effettuando una chiamata attiva
- La mortalità per TM nelle residenti in quell'area si riduce
delle persone mediante invito, organizza l’accesso
del 25% (beneficio di comunità).
- Nelle donne che hanno effettuato almeno una mammogra- alla mammografia biennale di prevenzione per le
fia di screening la riduzione è nell'ordine del 45% (beneficio donne dai 45 ai 49 anni che la richiedono con impeindividuale).
gnativa del curante e per la quale è prevista l’ e- Riduzione dei tumori in stadio avanzato.
- Miglioramento dei tassi di appropriatezza del trattamento senzione dal ticket (L. 388/2000).
dei tumori in situ e di piccole dimensioni e riduzione delle E’ sufficiente telefonare o recarsi alla segreteria
mastectomie.
dello Screening e in pochi giorni sarà possibile ef- Equità nell’accesso e della cura.
fettuare la mammografia presso le radiologie ospedaliere. Anche in questo caso, non viene offerto semplicemente un test ma il percorso necessario per
ciascuna donna, in base ai protocolli validati e con i criteri di qualità dello screening.
Come per lo screening il percorso è gratuito grazie alla possibilità di esenzione dal contributo ticket e la
donna non dovrà preoccuparsi di prendere appuntamenti se oltre alla mammografia sono necessari altri
accertamenti.„
BENEFICI DELLO SCREENING
Dal 2013 Il Programma di screening mammografico dell’ULSS 13 partecipa ad un progetto di studio multicentrico rivolto alle donne di 45 anni (ovvero nate nel 1968) chiamato “Tailored Breast Screening”
che si propone di creare un percorso di screening “su misura” per le donne più giovani in base a fattori
di rischio individuali, tra cui il principale è la densità mammaria misurata alla mammografia, riservando controlli più ravvicinati (mammografia annuale) a chi ha rischio maggiore di sviluppare il tumore.
Per ricevere informazioni ed eventualmente aderire allo studio
si può telefonare al centro Screening dal lunedì al venerdì dalle
9.30 alle 13 e il lunedì e giovedì dalle 14.30 alle 15.30.
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Affy Fiutapericolo
Progetto di prevenzione degli incidenti domestici
Il Progetto è rivolto ai bambini delle scuole materne ed ha l’obiettivo di
aumentare la consapevolezza dei bambini nei confronti dei potenziali pericoli presenti nelle abitazioni
Gli infortuni accidentali sono un problema di sanità pubblica molto rilevante, in quanto rappresentano la prima causa di morte dei bambini e
adolescenti e sono fonte di disabilità gravi. Il 20% dei ricoveri in età pediatrica è dovuto ad un incidente domestico. In particolare i bambini di
età compresa tra 0 e 4 anni rappresentano una fascia di popolazione ad
alto rischio per gli incidenti domestici e la maggior parte di questi è prevedibile ed evitabile mediante l’adozione di comportamenti adeguati e di
misure di sicurezza da parte delle persone che si prendono cura dei bambini: genitori, famigliari, educatori.
Il SISP ha aderito al progetto regionale di prevenzione degli incidenti domestici, proponendolo alle scuole dell’infanzia dislocate nel territorio di
competenza dell’ULSS 13: hanno partecipato al progetto gli insegnanti di
20 scuole materne, coinvolgendo complessivamente circa 1200 piccoli alunni, accompagnati da Affy, un simpatico cagnolino, che con il suo fiuto insegna ai bimbi a
riconoscere i pericoli presenti in casa e i rischi
dovuti ai loro comportamenti distratti .
Il progetto prevede “La valigia di Affy Fiutapericolo”, kit contenente: schede, scenari
ecc..
Per ogni fase del percorso educativo e per ogni argomento sono previsti diversi giochi e
attività da realizzare in aula o all’aperto.
Ogni scuola ha personalizzato e adeguato il progetto in base alle proprie esigenze; il
bilancio del progetto è sicuramente positivo, come ci hanno confermato i referenti
delle scuole, con un alto coinvolgimento dei piccoli e di conseguenza anche dei genitori.
Nato dalla collaborazione di due progetti “Genitoripiù e Attività motoria” si è voluto intrecciare uno
dei 7 punti di “genitoripiù” (sicurezza in strada) con l’importanza del movimento fin dall’infanzia per
aumentare la qualità di vita .
L’uso di misure di protezione durante il trasporto del bambino fa parte di quei comportamenti che sono
quasi generalmente accettati a livello razionale ma nella vita quotidiana possono essere messe in pratica in modo discontinuo. Situazioni occasionali , distrazione, fretta o percorsi brevi stanno alla base di
atteggiamenti mentali che si concretizzano con situazioni a rischio.
Misure semplici , come l’uso del caschetto fin da piccoli , i giubbottini ad alta visibilità , i led per la
visibilità sono misure semplici ma importanti che permettono di creare fin da piccoli delle buone abitudini.
A questo va sottolineata l’importanza dell’attività motoria meglio se fatta in compagnia. Il camminare,
l’uso della bici per recarsi a scuola o per spostamenti è un importante strumento per la salute.
Partendo da queste basi è stata fatto un progetto “Bimbi in movimento”; l’ iniziativa ha visto coinvolti
più attori,l’ amministrazione comunale di Camponogara ’Istituto comprensivo A. Gramsci di Camponogara, F.I.A.B. ( Federazione Italiana Amici della Bicicletta) Servizio Igiene Pubblica .
Il progetto ha visto nella giornata di sabato 18 maggio il suo momento conclusivo.
Coinvolti circa 100 bambini delle scuole primarie di Camponogara accompagnati dai loro genitori ed
insegnanti, con la supervisione della polizia municipale e dei volontari della F.I.A.B. I piccoli ciclisti
hanno potuto cimentarsi scegliendo tra un percorso preventivamente studiato ed attrezzato, oppure una bella
camminata tra le stradine del comune meno frequentate.
Ottimo risultato per una iniziativa che nasce piccola ma se coltivata con pazienza e costanza può portare frutti
duraturi.
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Giornata
“MONDIALE DI LOTTA ALL’AIDS 2013”
I dati più recenti
I dati epidemiologici del 2011 e 2012 del Veneto
confermano il trend decrescente del numero di nuove infe‐
zioni e dei relativi tassi di incidenza per l’HIV e l’Aids, ma
dimostrano che tale infezione è radicata profondamente nel
territorio. La mortalità si è ridotta a meno dell’ 1% (era del
95% nel 1996) grazie alle terapie antiretrovirali altamente
capaci di azzerare il virus HIV nel sangue. La terapia continua
ha permesso una vita normale alle persone HIV+, sia dal
punto lavorativo che affettivo permettendo anche la procre‐
azione attraverso la fecondazione in vitro.
Nel corso del 2011 sono stati 231 le nuove infezio‐
ne da HIV nella Regione Veneto e sono stati diagnosticati 37
nuovi casi di Aids. Nel 2012 i nuovi casi di HIV, secondo dati
non ancora definitivi, saranno poco meno di 200. Vi è quindi
una parziale riduzione, anche se aumenta il numero totale di
persone che vivono con l’ infezione da HIV e che necessitano
di cure: nel Veneto sono 11.700 , di cui 9217 vivono stabil‐
mente nella nostra Regione.
Per quanto riguarda l’età la maggior parte dei nuovi
casi si concentra nella fascia dei 35‐44 anni; è in aumento
quella tra i 45 e i 64 anni, mentre si riduce quella tra i 15 e
24.
La via di trasmissione eterosessuale è la più fre‐
quente 27%, omo‐bisessuale 25%, la via iniettiva (droga) è
solo del 2% (era del 61% nel 1999); è elevata la quota di co‐
loro che non danno indicazione sulla via di acquisizione dell’
infezione, che è probabilmente sempre sessuale. Vi è un
elevato numero di persone che non sanno di avere l’infezio‐
ne, rappresentando il reale problema poiché sono la causa
del 52% delle nuove infezioni. Infatti, effettuando corretta‐
mente la terapia anti HIV si è calcolato che la probabilità di
trasmissione sia dello 0.1%, mentre chi non la effettua ha un
alto livello di virus nel sangue e, avendo rapporti sessuali
non protetti, determina la maggior parte dei contagi.
La percentuale di stranieri è aumentata progressi‐
vamente dal 1996 ad oggi dal 13.3% al 30.3% del totale in
quanto vi è una prevalenza di persone HIV positive prove‐
nienti dall' Africa dell' ovest ( Nigeria,Ghana, Costa D' Avorio,
Camerun, Burkina, Senegal).
Venezia, Verona e Padova sono la provincie con il
maggior numero di persone HIV positive.
(si ringrazia per i dati e il materiale utilizzato il prof. E, Raise, presi‐
dente dell’ANLAIDS ‐ Associazione Nazionale Lotta AIDS ‐ del Vene‐
to)
La Giornata di lotta all’AIDS nell’ULSS 13
In occasione della “Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS”
promossa dall’OMS, lunedì 2 dicembre il SEPS dell’Azienda
ULSS 13 ha organizzato, per i PEER delle classi quarte e quin‐
te superiori di Dolo e Mirano, due eventi di sensibilizzazione
alla prevenzione dell’AIDS e di altre Malattie Trasmesse Ses‐
sualmente (MTS).
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presso l’Istituto Superiore “M. Lazzari” di Dolo
E’ stato organizzato un incontro con il dr. Massimo La Raja,
medico dell’organizzazione non governativa (ong) CUAMM di
Padova (che dal 1950 opera per il rispetto del diritto umano
fondamentale alla salute e per rendere disponibile a tutti
l’accesso ai servizi sanitari, anche ai gruppi di popolazione che
vivono nelle aree più isolate e marginali, in 7 paesi dell’Africa
a sud del Sahara: Angola, Etiopia, Mozambico, Sud Sudan,
Tanzania, Uganda e Sierra Leone).
Il dr. La Raja ha portato ai ragazzi la propria testimonianza
lavorativa ed umana in Angola e in altre nazioni africane, aiu‐
tandoli ad esplorare il delicato tema dell’AIDS da una pro‐
spettiva per loro insolita.
presso il Liceo Scientifico “Majorana‐Corner” di Mirano
Il sig. Corrado V., portando la propria testimonianza di siero‐
positivo da quasi 30 anni, ha incontrato un gruppo di circa
100 studenti peer educators, con cui ha affrontato le temati‐
che riguardanti l’AIDS e le questioni psicologiche e sociali ad
esso correlate, comprese le difficoltà, gli stereotipi e i pregiu‐
dizi ancora presenti nei confronti delle persone sieropositive.
CORRADO RACCONTA LA SUA STORIA
E’ la testimonianza vissuta in prima persona di un uomo licenziato per la sua malattia nel 1996, in un periodo in cui il
virus dell’ HIV era il simbolo della paura.
Corrado ha raccontato come all’inizio la notizia del contagio
l’abbia distrutto e come la disperazione lo avesse colpito,
consumandolo giornalmente. Poi, nel 1996, la svolta in seguito al licenziamento immotivato. Corrado capisce che è ora di
lottare contro la paura, l’ignoranza, contro i pregiudizi sociali che più di tutto danneggiano un sieropositivo.
Intenta così la prima causa in Italia per licenziamento immotivato legato all’AIDS.
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Racconta di come la sua malattia abbia rivelato i
falsi amici e di come fu importante l'esperienza di
conoscere delle persone colpite dalla stessa piaga
con cui condividere e imparare a superare le avversità.
Nell’incontro i ragazzi hanno ascoltato con grande
partecipazione e coinvolgimento la storia di un uomo
nuovo che, pur consapevole del suo stato, non si abbatte e lavora per far conoscere e capire la sua malattia, senza tragedie ma anzi riuscendo a raccontarla addirittura con un po’ di ironia.
“L’AIDS era il mio Everest. Se volevo vivere dovevo scalarlo, ma a mani nude e con le scarpe da
ginnastica. Impossibile! Come tanti aspettai ai
piedi dell’Everest che l’AIDS facesse il suo corso,
ma ora sono ancora qui e l’Everest l’ho scalato a
mani nude e con le scarpe da ginnastica. Come?
Cambiai il mio modo di pensare e tra le migliaia di
passi fatti, feci il primo decisivo fondamentale.
Tutti abbiamo dei piccoli o grandi Everest nella
vita, ma i limiti sono solo e sempre nella nostra
mente”. (Corrado V.)
Solo chi non conosce il dolore può ridere di chi
soffre. (Jim Morrison)
Per la “Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS”
le scuole Superiori del
Territorio AULSS n. 13
hanno dato un grande
esempio di solidarietà,
partecipando all’iniziativa “Adotta un Bonsai”.
Il ricavato, raccolto
dagli stessi studenti, è
stato consegnato alla
sede regionale dell’ANLIDS che lo impiegherà
per il sostegno e la ricerca.
L’infezione da HIV è molto più diffusa di quanto si
immagini e quello che conosciamo è paragonabile alla
punta di un iceberg. Pensare di risolvere il problema
affrontando solo la punta di un iceberg vuol dire dimenticarsi che esiste un enorme sommerso di infezioni soprattutto fra le persone eterosessuali e in particolare le donne, che non viene alla luce in quanto le
persone non si sentono a rischio e non si sottopongono
al test HIV.
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NEWS
Pag. 8
La nostra Adele va in pensione dal
1° gennaio 2014!!!
Siamo già tutti in paranoia per sistemare la
sua scrivania?
Non preoccupatevi, chiameremo Ivano, marito
della Adele che non vede l’ora di allontanarsi da
casa ora che la dolce mogliettina lo controllerà
secondo per secondo !
TUTTO IL
DIPARTIMENTO
TI AUGURA DI
PASSARE ….
OGNI TANTO DA
NOI PER FARE
QUATTRO
CHIACCHIERE
AUGURI ADELE!
LOTTERIE di NATALE!!
ADOZIONE e SOSTEGNO A DISTANZA
Continua l’Adozione a distanza finalizzata al mantenimento scolastico di MAMADOU, (Senegal);
durante lo scorso anno scolastico Mamadou è stato promosso dalla 5^ alla 4^ (che corrisponde
alla nostra prima classe del liceo).
Al fine di raccogliere i fondi è stata organizzata una Lotteria di Natale!
Per dettagli sull’operazione, o per lasciare il proprio contributo, si prega rivolgersi presso la
Segreteria del Dipartimento.
Grazie a tutti coloro che contribuiranno al mantenimento di Mamadou.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti
Redazione: Dipartimento di Prevenzione
Supervisione : dott. Flavio Valentini
Impostazione e Grafica: Damiano Dalla Costa