Le avventure degli italiani in Bielorussia

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Le avventure degli italiani in Bielorussia
Le avventure degli italiani in Bielorussia
Chiedete nel mondo degli italiani, vi risponderanno: pizza, caffè, mafia... Chiedete nel mondo dei
bielorussi, vi risponderanno: patate, vodka, freddo... Uniamo le due nazioni, ci escono fuori bulba-pizza
(si si, esiste), vodka nelle tazzine da caffè e mafia invitta combattuta dal freddo. Non mi credete?
Leggete un po’ le nostre avventure di quest’anno. Stavolta il diario l’ho fatto pure io!
Venerdì 13
Vengo a sapere che il permesso per lo sdoganamento non è ancora rilasciato. Bè... venerdì 13, cosa
vogliamo pretendere? Porta sfortuna...
Sabato 14
Il gruppo arriva, nell’aeroporto diamo la notizia, ma i nostri compagni ormai sono abituati agli equivoci
della realtà bielorussa, e si decide che a Minsk ad aspettare la miracolosa pergamena rimaniamo solo io
ed Ivan. Gli altri non vedono l’ora di arrivare a Gorodets a cucinare la pasta. La mancanza del cibo
paterno comincia a farsi sentire!
Domenica 15
Io aspetto, il gruppo di Gorodets elabora i progetti di presa del potere nel Dipartimento Aiuti Umanitari,
dell’assedio della dogana, della ripartizione degli sbocchi umanitari. Nel frattempo carica il primo
camion, pur sapendo che non potrebbe muoversi.
Lunedì 16
Mattina – io aspetto, il secondo camion ci comunica il ritardo, il gruppo di Gorodets, esaurite le riserve
di pasta, elabora i progetti di assedio del magazzino dell’istituto, pieno di cavoli e di cetrioli salati.
Ore 12 – io aspetto, il gruppo di Gorodets ha già assunto la Bielorussia nell’Unione Europea per facilitare
le pratiche doganali.
Ore 14 – io aspetto, il gruppo di Gorodets ha già escluso la Bielorussia dall’Unione Europea per
mancanza di pazienza.
Ore 14.10 – arriva la notizia dal Dipartimento, il permesso è arrivato, deve ancora essere firmato ma
possiamo muoverci. Altra mezzora di attesa nei corridoi del Dipartimento e..... E VIA!!!!!!!!
Ore 17 – arriviamo a Rogachev, con Larissa (mitica Larissa, grande Larissa, onnipotente Larissa!!!)
sbrighiamo i nostri affari loschi... Il secondo camion sta per arrivare al punto di ricarico.
Ore 18 – finalmente il camion è arrivato, insieme a noi! Il gruppo di Gorodets ormai allenato lo carica in
una mezzora. Intanto gli indigeni hanno imparato la lingua segreta della nostra riunione sediziosa – il
dialetto bergamasco. I due capi si uniscono a prendere le decisioni drastiche: Divisione Nord rimanda
tutto di un giorno, Divisione Sud cerca di ricuperare al massimo. Linguaggio segreto, parole di
riconoscimento, recapiti clandestini rimangono invariabili. (PC162266)
Ore 19 – tutti a cena. La parte ospitante, sempre accogliente Antonina, ci offre le solite prelibatezze
della cucina bielorussa. Pollo, purè, babka (variante di draniki), pomodori e cetrioli salati. Ho
dimenticato qualcosa? Ma certo che no! La vodka è immancabile! Il gruppo, una volta capito il
programma, si è rilassato. Ma ci aspettano chilometri di strada e decine di pacchi. (PC162267)
Ore 20 – bevuto l’ultimo caffettino e salutati i rimanenti partiamo per il primo carico.
Ore 22 – scarico a Bobruisk. Una vera mossa da mafiosi - garage buio in periferia della cittadina, con
strada ghiacciata e ruote che scivolano. A dire il vero, la responsabile è sempre megaaccogliente e ci
aspettano tè, caffè e panini, ma un altro centinaio di chilometri ci chiama a sbrigarci.
Martedì 17
Ore 00 – strada P82 fa svincolo, andiamo a destra.
Ore 01 – capiamo di aver sbagliato... Al primo villaggio capiamo dove ci troviamo e ritorniamo indietro.
Il giorno dopo verremo a sapere che l’autista del nostro camion aveva visto un orso lungo la strada.
Ore 03 – arrivati a Sosnovy Bor, per strada accogliamo le responsabili che ci portano nella casa di
accoglienza di una fabbrica dove poter pernottare. Visto che il pernottamento era programmato da
tutta un’altra parte, anche una stanzetta con bagni in comune nel corridoio ci va bene.
Ore 03.20 – le mie forze bastano appena per lavarmi i denti e sdraiarmi sul divano senza lenzuola.
Ore 06 – l’inno bielorusso partito a manetta dalla radio della mia stanza mi spinge a saltare dal letto
nello slancio patriottico ma con uno sforzo mentale rimango a letto.
Ore 07.30 – sveglia.
Ore 08 – scarichiamo nella scuola di Sosnovy Bor. Lo scarico di 161 pacchi si fa in un attimo grazie
all’aiuto dei ragazzini. Beviamo il caffè con le brioche solitamente squisite, invece le maestre sono
addolorate perché tutta la cena preparataci alla vigilia ormai non serve. Ma almeno ci regalano la vodka.
Poi arriva il direttore con il suo timbro magico, e possiamo ripartire al ricupero del programma.
Ore 09 – strada per Rechiza, niente di particolare se non la testimonianza del trasporto clandestino del
bestiame. (PC162268)
Ore 10 – l’ingresso all’istituto di Rechiza è bloccato, scarichiamo dal camion al camioncino, come nei
tempi di proibizionismo. (PC162272)
Ore 11 – a Gomel devo consegnare un pacco privato. Per mancanza di tempo lo facciamo in una fermata
di filobus, ci fermiamo e l’avventura assomiglia sempre di più una scappata mafiosa. Fischiare dei freni,
consegno il pacco, prendo il suo, la portiera del pulmino sbatte, si riparte. Contenuto dei pacchi,
sostanze stupefacenti: caffè italiano contro biscotti bielorussi.
Seguono gli scarichi di Ulukovie, Mozyr, Lelchitsy. Tutti veloci. Ancora al mattino, cercando il
pernottamento per la sera, scopriamo un albergo a Lelchitsy, decente ma costoso, e uno a Petrikov.
Oltre ad essere economico, sempre con i bagni fuori, ci fa guadagnare circa 150 km di strada. Scelta
chiara.
Ore 22 – nel “Grand Hotel di Petrikov” 5 stelle c’è il boom di ospiti, per 5 vagabondi non ci sono posti.
Mi aspettavo tutto ma non quel colpo basso. Ma le vie del Signore sono infinite, un’amica della
responsabile dello scarico abita da sola in un trilocale ed è pronta ad accoglierci al modesto prezzo
dell’albergo. Abbiamo scelta? Da scegliere ci sarà solo il partner per la notte. Ci sono solo tre lettoni con
i megacuscini, dote della nonna, perciò si dorme a coppie.
Mercoledì 18
Ore 7.30 – noi cominciamo a svegliarci, la padrona di casa ha già cucinato draniki e uova fritte ed ha
fatto bollire l’acqua. Quanto ci verrà comoda quest’acqua tra appena 20 minuti!!! Eh si, tè, caffè a luce
di una torcia e due biscotti da veri clandestini ci terranno le pance piene fino al pranzo di Telekhany!
L’avventura inizia con l’accendere la luce in una stanza – salta la corrente. Gli uomini cominciano a
correre, a cercare i fusibili. Stando fuori dall’appartamento, i fusibili riguardano tutto il palazzo. Perciò,
quando li staccano, escono tutti i vicini rimasti senza luce. Sta maturando uno scandalo internazionale.
In poche parole (non ne avete abbastanza?), lasciamo la padrona da sola nell’appartamento buio in
piena incertezza (come mi ha spiegato, alla vigilia del Capodanno tutti gli elettricisti sono impegnati a
preparare gli addobbi e lei poveretta potrebbe rimanere senza luce anche per più giorni).
Ore 12 – scarichiamo a Pinsk, dove il direttore sembra un pezzo duro ma alla fine confessa di essere
stato in Italia e ci canta “O sole mio”.
Ore 14 – a distanza di 20 km da Telekhany arriva la conferma che il nostro carico non è più
contrabbando. A Telekhany ci aspetta un pranzo caldo in compagnia della direttrice e delle sue vici, tutte
quante bellissime e bravissime. Ma neanche tutte le virtù del mondo riescono a fermarci. Ormai
accelerati dai ritmi pazzi di quel viaggio, decidiamo di fare l’ultimo scatto e di arrivare a Minsk. Invasa la
casa di Ivan, dopo la prima doccia decente di questi giorni, ci cuciniamo la pasta e finalmente ci godiamo
la vodka regalata a Sosnovy Bor.
Giovedì 19
Spacciatori, clandestini, invasori, dilapidatori di elettricità lasciano l’accogliente territorio bielorusso con
la notizia da parte di Aldo: tutti promossi per l’anno prossimo!
Spero di avervi divertito con la mia storia completamente vera e con tutti i personaggi realmente
esistenti. Ma se dovessimo pubblicarla per gli altri, vorrei ricordare anche i problemi che ci risultano ogni
anno, che complicano notevolmente lo sdoganamento e la distribuzione dei pacchi e che rendono la
nostra missione sempre un pò amara:
-
Destinatari dei pacchi persone adulte. Ancor peggio – direttori delle strutture. NO NO NO
Nomi dei destinatari scritti nel modo sbagliato, con delle correzioni “artistiche” dopo le quali
non si riesce a capire il nome vero
Indirizzi illeggibili, sbagliati, con numeri di telefono non corretti da non riuscire a rintracciare il
destinatario
Spedizione dei pacchi a persone con cui ormai si è perso il contatto, quelli sono pacchi mandati
nel vuoto
Destinatari non avvisati dell’arrivo del pacco, il quale dopo potrà aspettare il suo padrone per
mesi
Pesi e prezzi del contenuto con centesimi e millesimi che mi fanno sentire presa in giro.
Contenuti SOPRATTUTTO DI ALIMENTARI proibitivi e avvolte, scusate, assurdi. Credetemi, il sale,
lo zucchero e la farina in Bielorussia esistono e costano relativamente poco. Invece in frontiera
possono bloccare e addirittura far ritornare indietro l’intero carico!
Saluti e buon anno a tutti.
Sempre vostra,
Julia