gioielli - Ondaradio
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www.hotelaranci.it www.hotelaranci.com e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] Redazione: Via Messapia, 1 - Vieste (Fg) - Fax 0884/704191 Anno XIX n.17 (874) 9 maggio 2014 Paolo Rossi porta al “Teatro dell’Arte” di Milano la storia di Pier Luigi Torre, l’ingegnere nato a Vieste che ideò la mitica Lambretta IN TEATRO A MILANO LA STORIA DEL VIESTANO VISIONARIO CHE INVENTO’ LA LAMBRETTA Pier Luigi Torre nacque a Vieste il 1902 morì a Milano nel 1989, è l'ingegnere che creò la Lambretta. Già autore di progetti pionieristici durante la seconda guerra mondiale, nel 1946 venne chiamato dalla Innocenti per realizzare uno scooter a costi contenuti che entrerà in produzione nel 1947. PAOLO ROSSI, LA ROSA BLU E QUEL TALENTO CHE INVENTO’ LA MITICA LAMBRETTA Vespa o Lambretta? «Lambretta, s'intende...». Nell'eterna sfida tra i due mitici scooter, Paolo Rossi non ha dubbi. «La Lambretta era fantastica. Grintosa, ma anche tranquilla. Un cavallo docile da spingere al galoppo per sentire il vento in faccia, o al trotto per goderti il paesaggio. E poi era disegnata meglio. Del resto chi l'ha ideata, Pier Luigi Torre, era un genio. Di quelli veri». Ingegnere, ma-tematico, botanico. «E anche sognatore, visionario, idealista. Uno di quei talenti fuori dalle righe che questo Paese non riconosce mai. Difatti se ne andò in solitudine, dimenticato, rinchiuso in un ospedale psichiatrico». E proprio da quest'ultima tappa, Rossi inizierà a ripercorrere la folle storia di una "beautiful mind" sempre pronta a sfidare l'impossibile. Come inventare un sogno su due ruote, progettare aerei per trasvolare l'Atlantico, creare la rosa che non c'è. Invisibile in natura, ma non a lui. Che tanto brigò Con innesti e alchimie vegetali da riuscire a far sbocciare quel fiore utopico nel giardino della sua villa di Stresa. Perché, ripeteva quel Piccolo Principe ossessionato dalla bellezza dei numeri e della natura: «Se l'Infinito racchiude ogni colore, anche il blu ne farà parte. Basta cercarlo e... voilà, ecco a voi la rosa blu». Per questa ragione lo spettacolo di cui Paolo Rossi sarà protagonista dal 13 maggio al Teatro dell'Arte di Milano prodotto dal Crt in convergenza creativa con Triennale Design Museum, si intitolerà “Il colore è una variabile dell'infinito”. Un "varietà teatrale e musicale" che nasce assieme a un libro dallo stesso titolo (Baldini & Castoldi), entrambi firmati da Roberta Torre, regista di cinema e teatro, nonché nipote di Pier Luigi. «Un nonno molto speciale. Dolce ma anche distante. Geniale ma impreparato dal punto di vista affettivo», lo ricorda lei che ora gli rende omaggio rievocandolo tra storia e memoria con quel suo stile pop, grottesco e allucinato, già messo in pratica in film come “Tano da morire” o “I baci mai dati”. Così quel luogo di reclusione dove il nonno Torre passò gli ultimi anni si trasformerà sulla scena in luogo della fantasia, dei miraggi, delle allucinazioni. «Dove tutto prenderà il volo, compreso me e la Lambretta — anticipa Rossi —. Dentro quell'universo surreale, un po' alla Tim Burton, incontrerò l'ingegner Torre. Ne indosserò i panni è li getterò via, entrando e uscendo da un personaggio davvero straordinario e inafferrabile. Inventore di uno scooter rivoluzionario, icona di un'Italia alla vigilia del boom, oggetto del desiderio di generazioni di giovani e persino celebrato dal Quartetto Cetra nella loro "Lambretta Twist". Ma anche progettatore con Alessandro Marchetti dell'idrovolante simbolo dell'aeronautica militare e della tecnologia nazionale durante il fascismo. Lui stesso protagonista della trasvolata Roma-New York, quando 24 "macchine volanti" sorvolarono la Statua della Libertà». Era anche amico di Balbo. Che rapporti aveva con il fascismo? «Ci dovette convivere ma non era certo affine al regime. Come altri artisti, per la musica penso a Shostakovich durante lo stalinismo, mise in pratica le (continua a pag.2) A breve l'ufficializzazione dell’accordo che eviterà la demolizione dei chioschi Il titolare della vicina pizzeria rinuncerà al giudizio di ottemperanza I DUE CHIOSCHI SONO SALVI La vicenda dell’abbattimenrto dei due chiosci in viale Marinai di Italia, sui quali pende un'ordinanza di abbattimento in seguito alla lunga querelle giudiziaria tra i loro titolari ed il proprietario dell'adiacente pizzeria che aveva fatto ricorso, ha trovato la strada dell’accordo fra le parti. Da parte del ricorrente si è, infatti, manifestata negli giorni scorsi la volontà di addivenire ad un accordo che eviti la demolizione dei chioschi. La "pace" raggiunta è stata sancita da strette di mano ed abbracci Contro la paventata demolizione, tantissimi cittadini viestani avevano preso posizione. Dopo gli abbracci si attende ora l'ufficializzazione dell'accordo, col quale il titolare della pizzeria dovrebbe accettare di rinunciare al giudizio di ottemperanza. L’intesa era sembrata in pericolo dopo un gesto balordo ai danni della pizzeria, la cui parete esterna è stata imbrattata con della vernice. La vicenda prese avvio nel 2008 quando i due chioschi, per adeguarsi alle normative sanitarie e commerciali hanno subito un intervento edilizio, autorizzato da una procedura attivata presso Io sportello unico del settore attività produttive del Comune. Poi il Consiglio comunale ha deliberato l'approvazione di tale intervento con una variazione dello strumento urbanistico, infine il rilascio del permesso di costruire. A questo ha poi opposto ricorso il titolare della vicina pizzeria. FRANCESCO NOTARANGELO RIDIVENTA ASSESSORE Con proprio provvedimento, il sindaco di Vieste, Ersilia Nobile, ha nominato assessore il consigliere comunale Francesco Notarangelo, in sostituzione del dimissionario consigliere comunale Domenico Prudenza. Col medesimo provvedimento, il sindaco ha attribuito al neo assessore le deleghe per il "verde pubblico" e le "attività produttive". Matteo Ciuffreda INFISSI IN ANTICORODAL, IN LEGNO/ALLUMINIO/PVC PORTE BLINDATE — ZANZARIERE LAVORAZIONI IN FERRO Tel./Fax 0884.701454 — Cell. 329.5322545 — Vieste GUARDIA COSTIERA, PARTE IL MONITORAGGIO DELLE COSTE GARGANICH La Capitaneria di Porto di Manfredonia ha messo a disposizione una propria motovedetta d’altura per verificare situazioni di pericolo connesse a dissesti idrogeologici e instabilità della costa dei Comuni costieri, attraverso un piano di monitoraggio. Dalla navigazione sottocosta è stato possibile monitorare gli effetti dei fenomeni erosivi, dei venti e delle mareggiate invernali e la pericolosità derivante dai costoni di Vieste, per poi proseguire per le cspiagge di Mattinata e quindi verso le coste del comune di Monte Sant’Angelo. L’organo tecnico istituzionale (Autorità di Bacino della Puglia) ha evidenziato le criticità più importanti riportate nel P.A.I. (Piano di Bacino per l’assesto idrogeologico) e ha altresì qualificato aree in precedenza non classificate. “Belle e impossibili” sono state confermate le grotte a mare in quanto qualificate dall’Autorità di Bacino come PG3 (pericolosità geomorfologica molto elevata). Come è noto lungo le coste garganiche sono già in vigore le Ordinanza della Capitaneria di Porto di Manfredonia e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, che vietano nelle zone interessate la navigazione e la balneazione sottocosta. Non tutti i Comuni hanno adottato i Piani di protezione Civile e le Ordinanze di Interdizione delle aree a valle dei costoni. Nell’ambito di “Mare nostrum Project”, un viaggio scientifico per monitorare il Mediterraneo AL PORTO TURISTICO DI VIESTE SONO APPRODATI DUE GIOVANI RICERCATORI FRANCESI IN KAYAC Negli scorsi giorni il porto turistico di Vieste in collaborazione con l’associazione giovanile per la promozione della cultura del mare “Il Tempio di Vesta” (da tempo impegnata in progetti di scambio europei sulla promozione e tutela delle coste) ha ospitto due giovanissimi ricercatori francesi, Louis Wilmotte (24 anni, laureando in Ingegneria presso l’Universitè de Technologie de Compiegne en Engenierie) e Douglas Couet (23 anni, laureando in biologia marina presso l’Universitè Pierre et Marie Curie). “Mare Nostrum” è un progetto scientifico, educativo e culturale, oltre che un’avventura umana, sportiva e scientifica dedicata al Mediterraneo ed ai suoi abitanti. I due coraggiosi avventurieri sono partiti nel luglio 2013 con due kayak da Gibilterra, con l'obiettivo di attraversare i 10.000 km tra quello stretto ed il Bosforo. Il viaggio durerà tra i 12 ed i 14 mesi, durante i quali verranno effettuati studi per conoscere la relazione tra le alghe e la qualità dell’acqua. Inoltre saranno effettuate analisi acustiche sottomarine per conoscere l’impatto del rumore umano sulla migrazione di balene e delfini nel Mediterraneo. «Vogliamo concentrarci sul nostro futuro e su quello delle generazioni future. Vogliamo incontrare i ragazzi nelle scuole, al fine di aumentare la loro consapevolezza della ricchezza del Mar Mediterraneo, sperando di ispirare nuove vocazioni», questa è la visione che lega i ragazzi francesi con i ragazzi viestani de ”Il Tempio di Vesta”. Douglas e Louis, al termine del loro viaggio (previsto tra circa sette mesi ad Istanbul) realizzeranno con le Università francesi pubblicazioni scientifiche, dibattiti, mostre fotografiche ed un film-documentario al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle differenze culturali e le similitudini tra le aree costiere del Mediterraneo, per fornire potenzialmente una soluzione su come meglio interpretare e gestire le incomprensioni interculturali. “Mare Nostrum” è un progetto finanziato dall’Universitè di Sorbone, dall’Universitè de Technologie de Capiegne, dall’Universitè Pierre et Marie Curie, dalla città di Feucherolles (Paris) e da un’impresa di costruzioni navali (DCNS). Si tratta di un esempio significativo di partecipazione attiva giovanile alle tematiche ambientali e di sostegno concreto da parte degli attori sociali francesi verso la crescita, la mobilità e la valorizzazione delle competenze giovanili. Si aprono nuovi orizzonti per il Porto Turistico di Vieste. La partecipazione a progetti e programmi di cooperazione europea permetteranno all’intero sistema portuale di aprirsi al confronto e alla collaborazione con il resto d’Europa, nell’ottica di un futuro sviluppo costiero. Un grande in bocca al lupo a Douglas e Louis! (www.marenostrum-project.com) Mariapina Mastrorocco (società “Aurora Porto Turistico di Vieste SpA”) GIOIELLI Francesco Giardino Via S.Maria di Merino, 4 Tel./Fax 0884.701090 pag.2 BASKET SERIE D Martina Franca 76 Bisanum Viaggi Vieste 88 Parziali: 13-19/22-12/19-21/24-36. Bisanum Viaggi Vieste: Neal 35, Mosley 30, Devita 10, Castriotta 7, Ciccone 4, Monacis 2, Roia, Vecera, Vescera, Pietrafesa — all. Desantis. Martina Franca: Masciulli 20, Agrusta 17, Schiavone 13, Fumarola 11, Palazzo A. 9, Rinaldi 3, Mastrovito 2, Palazzo C.1, Santoro, Di Giulio — all. Palazzo F. Note: usciti per falli Fumarola (Martina Franca); per fallo tecnico Neal e Monacis; il coach Desantis per proteste; fallo antisportivo Mastrovito per fallo intenzionale (M.Franca) La Bisanum Viaggi Vieste ha chiuso il campionato con un'altra vittoria contro l'ostica Martina Franca che ha venduto cara la pelle fino alla fine delle ostilità. Ora ci si prepara alla semifinale play off prevista per domenica 11 maggio all'Omnisport di Vieste, dopo più di un mese di lontananza dal palazzetto viestano. L'orario è ancora da decidere con l'ausilio della federazione ma dovrebbe disputarsi tra le 18,00 ed al massimo le 19,00. La formazione tarantina, che sarà inclusa negli scontri play out per contendersi la permanenza in serie D, si è presentata al “palaDaVinci” con la determinazione giusta di chi vuole fare bene dando non poco fastidio alla Bisanum ,orfana di Manfredi e Lauriola fermi per infortunio. Il primo quarto se lo aggiudicavano i garganici con un leggero vantaggio di 6 punti, anche se i locali non sembrano affatto dimessi. Nel secondo quarto le sensazioni diventavano realtà e la formazione martinese approfittava della fretta di concludere della Bisanum e, sfrut- settimanale tando la fisicità dei suoi e le pessime scelte arbitrali (che addirittura per proteste più che giustificate di Neal e Monacis infliggevano due tecnici ai giocatori viestani) invertivano il punteggio a loro favore per 31-35. Dopo l'intervallo lungo la storia non cambiava, gli arbitri concedono troppi contatti, alcuni anche pericolosi sui viestani, tanto da spingere il coach viestano a protestare, fino a ricevere un altro fallo tecnico, il terzo per la sua squadra. Nonostante l'arbitraggio la Bisanum ritrovava la pazienza nell'attaccare andando a bersaglio in maniera continua con il suo lungo americano, arrivando ad impattare i locali con il punteggio di 52 pari a dieci minuti dal termine della partita. Quegli ultimi dieci minuti vedevano la Bisanum alzare il ritmo riuscendo ad allungare con la sua strapotenza fisica e atletica, segnando 36 punti ad un Martina ormai a corto di energia riuscendo così a fare propria la gara per 76-88 . Buona prestazione dei garganici in vista dei play off. Sono sembrati tutti in salute dal punto di vista atletico. Ora sarà importante recuperare gli infortunati per avere maggior rotazioni in vista dei play off. PLAY OFF L'avversario nella semifinale play off della Bisanum sarà l'Action Now Monopoli che nell'ultima di campionato ha ceduto il passo all'Altamura che ha approfittato dell'assenza del loro top player (Rollo) . Vittoria sul campo a mani basse per Altamura che ha fermato la serie di vittorie consecutive del Monopoli a 13 sulle 15 totali del girone di ritorno. L'Action Now Monopoli, che è arrivata quinta con un girone di ritorno da prima della classe, ha mutato il proprio aspetto da squadra giovane a squadra d'esperienza nel corso del campionato, con il tesseramento di tre giocatori di assoluto valore: Calabretto, Di Mola e Il best player Rollo, che ha calcato i parquet di serie B ed è ora fermo a Monopoli, per lavoro ed impegni personali, dove ha fatto registare i 30 punti a partita. Il confronto sarà al meglio delle tre partite. La prima delle due squadre a vincere due partite approderà OLMO Vieste Quello che vuoi tu, e un po’ di più OFFERTE VALIDE DAL 6 AL 19 MAGGIO 2014 alla finale. La prima gara sarà a Vieste domenica 11 maggio, la seconda gara si disputerà a Monopoli il successivo mercoledi 14 o giovedi 15 e l’eventuale terza gara (in caso di una vittoria per squadra nelle prime due partite) si svolgerà a Vieste domenica 18 maggio. L'altra semifinale sarà tra Mesagne ed AP Monopoli con Il Mesagne che avrà il vantaggio della prima gara ed eventuale terza gara tra le mura amiche. Le due vincenti delle semifinali play off inizieranno la serie finale domenica 25 maggio. Adesso si entra, dunque, nella parte calda del campionato in cui sarà fondamentale far sentire tutto il calore del pubblico per sfruttare il vantaggio di giocare in casa la prima di campionato. Tutti gli sportivi viestani sono perciò invitati a riempire l'Omnisport per sostenere la squadra nella difficilissima corsa dei play off. CALCIO MATTEO AZZARONE SI E’ DIMESSO DA DIRETTORE SPORTIVO DELL’ATLETICO VIESTE «In qualità di direttore sportivo della società Gruppo Sportivo Atletico Vieste, con la presente, rassegno le mie irrevocabili dimissioni dall’incarico ricoperto». Inizia così il comunicato con il quale Matteo Azzarone ha annunciato agli sportivi viestani l’abbandono dell’incarico dirigenziale nell’Atletico Vieste. «Colgo l’occasione — prosegue il comunicato — per ringraziare tutti coloro i quali (giocatori, in primis, ma sarebbe lunghissimo l’elenco dei nomi e per non correre il rischio di dimenticarne qualcuno, includo tutti di ogni ordine e grado) mi hanno accompagnato in questa indimenticabile esperienza.Un’esperienza che, ispirata dai sani e genuini valori dello sport, mi ha arricchito umanamente e professionalmente in modo indelebile e mi ha spinto ad un impegno e ad una partecipazione genuina ed instancabile al servizio della squadra e di ogni sua esigenza morale, agonistica e materiale». «Auguro al team ed a coloro che saranno chiamati ad interpretarne vocazioni ed ambizioni, — auspica Azzarone — ogni successo, con la speranza che il calcio a Vieste vissuto nella dimensione non solo di disciplina sportiva ma anche come di scuola di vita qual’ è nella sua accezione più ispirata, sia portatore di valori sani e di spirito di crescita nei quali si riconosca la nostra intera comunità viestana. L’auspicio è che quei colori bianco-celesti, quei tifosi, quella partecipazione, quel sentimento di appartenenza così come proficuamente maturato in questi anni di duro lavoro e totale abnegazione mia e del management, sia ora più che mai, patrimonio di tutti e non di pochi o di qualcuno, e resti immune da appropriazioni indebite, o di parte, o di smodati iperprotagonismi di facciata. Fino a ieri come dirigente, da oggi come semplice tifoso, nel mio cuore sarò sempre tifoso dell’Atletico Vieste. Patrimonio di tutti e del cuore grande di quel popolo speciale che è il popolo viestano. Grazie infinite». KICKBOXING, AI CAMPIONATI NAZIONALI DI NETTUNO OTTIMI PIAZZAMENTI PER GLI ATLETI DEL TEAM VIESTANO Si è giunti alla fine del campionato nazionale di questa stagione quando lo scorso 27 aprile il team viestano “Dojo kickboxing and k1 style” era a Nettuno, nei pressi di Roma. Qui il team Manzari ha partecipato all'ultima fase del campionato e, come per le altri fasi nazionali, ha riportato a casa un ottimo risultato. Le giovani speranze continuano a combattere fase dopo fase aumentando il loro livello tecnico. Stiamo parlando della piccola Elisa Urbano [vedi foto] che anche questa volta si è distinta per coraggio e costanza in tutte e quattro le fasi nazionali ed anche questa volta è salita sul podio. Altre due speranze al loro esordio in questa disciplina, Daniele Ecclesiastico e Francesco Vescera Francesco [vedi foto], che, nonostante fosse la loro prima esperienza, non hanno lesinato tecnica e grinta, combattendo sul ring di contatto leggero. Per gli adulti, Francesco Anacleria ha ottenuto un meritatissimo primo posto sconfiggendo ben sei atleti di fila. Anche Jacopo Impagnatiello ha ottenuto un primo posto confermando le sue doti da combattente. Adamo Roda si è fatto notare per la sua ottima capacita pugilistica ottenendo un secondo posto affiancato da Antonio di Candia, anche lui al secondo posto. Infine, per completare il podio, da segnalare Thomas Innangi e Francesco Tomaiuolo che, come gli altri, hanno combattuto con atleti forti rispondendo colpo su colpo, dimostrando che gli sforzi in questo, come in altri sport, premiano sempre. Il maestro Michele Manzari è così tornato a casa contento dei risultati di questi ragazzi che, nonostante i pochi mesi di preparazione, hanno dimostrato che le ore passate in palestra ad allenarli sono servite pienamente. Un ringraziamento a Mauro Campaniello che, sempre presente nelle manifestazioni, sostiene moralmente e fisicamente il team. PAOLO ROSSI, LA ROSA BLU E QUEL TALENTO CHE INVENTO’ LA MITICA LAMBRETTA (segue da pag.1) settimanale Direttore responsabile: Ninì delli Santi "Il FARO" settimanale sarà in edicola venerdì 16 maggio 2014 Reg. Tribunale Foggia n.6 dell’11 giugno 1996 Stampa: Grafiche Iaconeta Giornale stampato su carta riciclata Lungomare E. Mattei, 5 Tel.0884.708251-Fax 708252 www.gtfalcone.it [email protected] RISTORANTE — BAR — PISCINA TENNIS — AMPIA TERRAZZA PANORAMICA SUL MARE sue idee nel momento storico in cui viveva». E le idee erano davvero tante. Scomparso nel 1989 a 87 anni, Pier L u i g i To r r e è s t a t o a n c h e l'anticipatore della "scatola nera" degli aerei, stu-dioso di fotografia tridimensionale, innamorato della musica, ossessionato dai numeri... «Difatti i fili di un abaco innescheranno in scena una serie di calcoli e logaritmi sempre più intricati e astrusi... Ma forse la sua impresa più assurda e poetica è stata proprio quella rosa blu. Il se-gno di una delicatezza interiore e di una solitudine lacerante. La magnifica conclusione di una favola triste». Alla fine che effetto le fa salire su quella Lambretta? «Da brivido. Con le due ruote ho una storia molto complicata. Adoravo andare in moto finché, era il maggio del '73, Renzo Pasolini morì nell'incidente di Monza dove perse la vita anche Saarinen. Per me fu uno choc terribile. Da quel giorno ho sempre avuto una paura pazzesca delle moto. Solo il teatro mi poteva spingere, pur se per finta, a riprovare a salire in sella. La conferma che il mestiere dell'attore è terapeutico. Non è retorica dire che il teatro salva la vita. Senza il teatro mi avrebbero arrestato vent'anni fa». settimanale VIESTE, VIAGGIO NEGLI ANNI DAL 1943 AL 2013 ATTIVITA’ ECONOMICHE ED EVOLUZIONE DEI MESTIERI L’AGRICOLTURA Dal dopoguerra sino ai primi Anni Sessanta l’economia della città si basa ancora, in massima parte, sull’agricoltura. Principalmente sulla coltura dell’ulivo, estesa su oltre 1500 ettari, che, a sua volta, dà vita ad attività complementari, quali il lavoro degli oleifici, la fabbricazione dei fiscoli impiegati negli oleifici, l’impianto industriale che estrae l’olio dalla sansa e altre. Numerose sono le donne impiegate nella raccolta delle olive. Le prelevano una ad una dal terreno dove i battitori le hanno fatte cadere e riempiono i canestri. A partire dagli Anni Settanta si diffonde l’usanza di stendere sotto gli alberi delle grandi tele (rach-n), sicché basta riunire i vertici d’ogni tela per prendere tutte le olive cadute, vuotarle nei sacchi e portarle al frantoio per la molitura. Pertanto, le raccoglitrici escono di scena. Intorno al Duemila ne escono anche i battitori. Al loro posto subentra un attrezzo chiamato Paparella. E’ un lungo braccio meccanico, dotato sulla punta di una specie di becco di papera che s’infila tra i rami e tira giù le olive. I frantoi che prima si trovavano nell’abitato vengono chiusi. I nuovi vengono costruiti, in campagna. Sono sei in tutto, grandi come cattedrali. Ne sono titolari: Latorre Marco in località Coppitella, Di Lella a Mandrione, Mafrolla Carlo a Focareto, i fratelli Troya di Sante al Piano Piccolo, Vieste Giuseppe e sorelle a S. Luca e i fratelli Vieste Pasquale e Giacomo al Piano Grande. Fino agli Anni Quaranta un peso notevole hanno anche la viticoltura e la coltura del grano: nel Piano Grande, nel Piano Piccolo e nelle radure del bosco dove sopravvive la pastorizia, sebbene in misura ridotta rispetto al passato. Nei due decenni successivi il Piano Grande e il Piano Piccolo sono gradualmente trasformati in vigneti e uliveti. Negli orti primeggia Raccolta olive con paparella la produzione del pomodoro nostrano. La maggior parte del quale è assorbita dal locale conservificio, che lo trasforma in ottimo pelato, richiesto anche fuori d’Italia. Ma per pochi anni ancora, perché la superficie coltivata ad ortaggi (quasi tutta la Scialara e un bel po’ della Padula), è diminuita, occupata in buona parte da costruzioni turistiche, per cui è diminuita anche la produzione, sufficiente più o meno ormai a rifornire di pomodoro nostrano le famiglie residenti che fanno ancora la salsa per tutto l’anno. Neppure la viticoltura alla grande dura a lungo. Negli anni Ottanta, la Comunità Europea, visto che da alcuni anni una parte del vino prodotto nell’ambito comunitario resta invenduto, decide di corrispondere un contributo cospicuo per ogni ettaro di vigneto estirpato. A Vieste se ne estirpano alcune decine e vi s’impiantano ulivi. Nelle campagne avanza la meccanizzazione. All’aratro tirato dal mulo subentra quello meccanico ovunque il terreno permette il suo impiego. A mietere il grano non c’è più l’uomo con la falce in pugno, ma la macchina mietitrice, e la trebbiatura non è più eseguita battendo le messi sull’aia, ma scuotendole con la trebbiatrice. L’ARTIGIANATO Fiorente nella prima metà del secolo, dal dopoguerra in poi è in declino. Ho nella mente alcune botteghe e i titolari di esse, chiamati maestri. Di fatto erano delle scuole dove i giovani entravano al termine delle elementari e ne uscivano verso i vent’anni che avevano appreso un mestiere. Facilmente si autodefiniva- no artisti. Ed in effetti un po’ lo erano, stante la loro capacità di trasformare materiale grezzo, legno, oro, ferro, fibre tessili o altro in oggetti: mobili, strumenti di lavoro, monili, abiti, ecc. Di ogni settore, ricorderò i nomi dei protagonisti da me conosciuti direttamente o attraverso informazioni, scusandomi con quanti involontariamente omessi. I FABBRI E LE FORGE Avevano le forge al corso L. Fazzini, in via 24 Maggio e in via C. Battisti. Talora lavoravano anche all’aperto, davanti alla bottega. Tra la fine degli Anni Quaranta e i Cinquanta, i più di loro spensero le fucine. La ragione? In primo luogo la concorrenza dell’industria, poi perché una parte degli oggetti di loro produzione stava scomparendo dall’uso e, poi ancora, per mancanza di continuatori. Ricor- persiane e vetrate, altri di nuovo impiego, Appartengono alla nuova leva di fabbri Ciuffreda Angelo e Ciuffreda Leonardo, Fabrizio Pasquale, i fratelli Troiano Michele e Luciano, Garofalo Francesco, Troia Michelino. Però adesso non lavorano soltanto con il ferro, ma più ancora con l’anticorodal, variante di alluminio. I SARTI Sono la categoria di artigiani più numerosa di Vieste. Dopo la guerra molti giovani e anche alcuni non proprio giovani, come Pasquale Scattino, Santino Notarangelo, detto Zambarrott, Vincenzo Rado emigrano in Alta Italia. Alla fine degli anni ’50, degli anziani con sartoria rimasti a Vieste ricordo Ludovico Caizzi, mio zio materno, dal quale ho preso il nome, e il figlio Vincenzo; Simone Caizzi, fratello del primo; Nicola Del Piano detto Pavicchio, Carlantonio Sartoria Carlantonio Florio do Dell’Erba Giuseppe, detto Student. Costruiva oggetti casalinghi, ringhiere per balconi, cerchi di ferro per le ruote dei carri agricoli e altre cose; il figlio Antonio che ne continuò l’attività per una ventina d’anni e poi smise. Gli altri fabbri: i fratelli Prencipe, che avevano bottega uno appresso all’altro, al Corso L. Fazzini, “Sopra la Rena”. Erano quattro: Carmine, coadiuvato dai figli Giacinto, Antonio e Luigi, seguiva Raffaele con il figlio Tonino, e poi Giorgio e Giuseppe, che non ebbero continuatori. Questi fabbri, principalmente maniscalchi, oltre che ferrare cavalli, muli e asini, costruivano attrezzi di lavoro per la campagna: aratri, zappe, accette e ogni altro utensile occorrente. In via 24 Maggio aveva la fucina Dimauro Michele detto u re, e teneva bottega il mastro-carriero, così chiamato chi costruiva carri agricoli, traìni nel nostro dialetto. In via C. Battisti v’erano ancora due fabbri: Giuseppe Sicuro e poi Domenico Giuffreda. Un altro fabbro, Michele Trotta, stava un po’ fuori paese. Era un mestiere che consentiva di vivere dignitosamente e questo valeva per tutti gli artigiani, purché capaci di lavorare senza contare le ore di lavoro e di essere sobri nelle spese di famiglia. Poiché le difficoltà non mancavano. Gigino Prencipe, che da ragazzo e da adolescente ha vissuto nel mestiere, mi fa un esempio, che è un quadretto della vita d’anteguerra. Egli racconta che l’oggetto più costoso che facevano, l’aratro, era loro commissionato Florio, Michele Silvestri e qualche altro. Pochi i giovani: Cecchino Del Duca, Salvatore Laprocina, Giuseppe Olivieri, Vincenzo Pecorelli, Vincenzo Solitro, u Spal-tres. I FALEGNAMI Avevano fatto sempre mobili per l’arredamento delle case. Adesso, però, i mobili si comprano già belli e fatti, visti nelle esposizioni o scelti sui cataloghi, confezionati dall’industria. Ciò nonostante il lavoro ce l’hanno sempre. Anzi ne hanno di più. In concomitanza con la forte espansione dell’edilizia abitativa e turistica di Vieste, hanno adeguato le attrezzature e la professionalità alla nuova richiesta del mercato e costruiscono porte, infissi, manufatti e accessori di legno d’ogni sorta occorrenti per le abitazioni. I MURATORI Mentre nella maggior parte delle categorie artigianali il numero dei praticanti è andato via via scemando nei decenni in parola, in quella dei muratori è cresciuto fino ai primi anni del millennio, favorito dal miglioramento della condizione economica della popolazione e dalle leggi a favore dell’edilizia economica e popolare. Negli anni 50 e 60 le piccole imprese locali che io ricordo, sono ancora le stesse di prima della guerra, articolate in alcune famiglie che lavorano con serietà e onesto profitto: gli Ascoli, i Del Giudice, i Rosiello, i Fusco, i Palumbo, Masanotti u sndon. Negli anni che seguono, tra i discendenti ci sono quelli che continuano l’arte paterna, e ora sono chiamati costruttori, e quelli che la lasciano per altre attività, per lo più nel settore turistico. I costruttori vecchi e nuovi, alcuni dei quali non sono più fra noi, diventano tanti. Cito quelli che ho Aratura con mulo conosciuto e ricordo. I fratelli e cugini Ascoli: Antonio, Michele, Giuseppe e Sante, solitamente in autunno, al tempo Giorgio e Mario; Salvatore Vescera, della semina, dai piccoli e medi Giuseppe Cariglia, Raffaele Palumbo, proprietari, i cosiddetti massari, che Vincenzo Marinelli, Francesco Notapoi glielo pagavano a giugno, alla rangelo, Biasino Scala di Antonio e raccolta del grano. Spesso non in Biasino Scala di Nicola, Peppino denaro ma in grano. Dimauro, Bartolomeo Azzarone, VeTra la fine dei Quaranta e i Cinscera Leonardo (Narduzz), Del Duca quanta tutti i fabbri ricordati, ormai Antonio, Sollecito, Mazzone Giacinto. anziani, cessano l’attività. I giovani, quali Tonino e Gigino Prencipe, I CALZOLAI cambiano lavoro, Domenico Giuffreda Sono tra gli artigiani, quelli a cui se ne va a Pistoia. Dopo di loro altri i cambiamenti vanno proprio male. aprono bottega. Ma ora non ferrano Prima della guerra facevano le scarpiù gli animali da soma, quasi scompe. Da quando le scarpe si è cominparsi dalla campagna, scalzati dai ciato a comprarle nei negozi, loro motocarri. Tra i nuovi manufatti che hanno da fare solo qualche risuolatuescono dalle loro botteghe vi sono ra. Dagli Anni Sessanta in poi, non alcuni che prima erano di legno, quali fanno più neppure queste. A Vieste, riusciranno a sopravvivere tre o quattro anziani calzolai e qualche giovane per le piccole riparazioni. GLI IDRAULICI Tra i nuovi mestieri che si affermano, sono forse quelli che hanno più fortuna. Capofila ne è Girolamo Esposto, detto Mimì; Matteo Micelli,Vincenzo Olivieri, Michele Notarangelo, i fratelli Forte Sante e Francesco, i fratelli Pagano, Nicola Silvestri, Carlo Dimauro, Pasquale Prencipe, Antonio Nobiletti, Dies Natale, forse altri. Tra gli addetti ai mestieri già esistenti, che ora si espandono, primeggiano gli elettricisti e i meccanici, sempre più numerosi, e i giovani diplomati dell’Istituto Alberghiero che trovano lavoro nelle strutture turistiche. TIPOGRAFI Un’attività rimasta tuttora unica a Vieste, è quella tipografica, iniziata nel 1958 da Antonio Iaconeta, di Monte Sant’Angelo. E’ un giovane che ha lavorato in un paio di buone aziende, acquisendo piena padronanza delle arti grafiche. A Vieste, operando con impegno, intelligenza e serietà, si fa buon nome, sicché l’azienda cresce e si afferma. Lo gratifica il privilegio (speranza di tutti i padri) di avere al suo fianco due figli, Franco e Adriano, che lo seguono nell’attività. E lo seguiranno anche quando smetterà per limiti d’età e poi non ci sarà più, continuando con altrettanta bravura e serietà, a tenere alto il buon nome delle Arti Grafiche Iaconeta di Vieste. FOTOGRAFI Non ho notizie di fotografi stabili a Vieste prima della guerra. Nella seconda metà degli Anni 40, apre qui il primo studio fotografico Franco Cappiello. Dal suo studio escono e si affermano Lillino Masanotti e Fiorenzo Piracci e figli. Per una diecina di anni lavora da fotografo anche Antonio Bario, che però, negli Anni Settanta se ne andrà in America. Dopo gli anzidetti apre lo studio fotografico Nando Luceri, che ora lo ha passato alla figlia. Di ultima generazione, opera nella fotografia il giovane Marco De Leo. ESTETISTE E PARRUCCHIERE Entrate in campo nell’ultimo ventennio, costituiscono la nuova leva del lavoro artigianale femminile. JEAN ANNOT, IL PITTORE DI VIESTE Mi sembrerebbe di far torto alla memoria di un uomo, un forestiero, artista, innamorato di Vieste come forse pochi viestani nati lo sono, se tralasciassi di ricordarne la figura. Si chiamava Jean Annot. Pittore, di nazionalità belga, era giunto in Italia nel 1966 nei giorni dell’alluvione che colpì Firenze, insieme ad altri artisti, a dare una mano per salvare le opere d’arte in pericolo nei locali al pianterreno delle gallerie. Finito l’impegno a Firenze, verso la fine dell’anno si portò a Foggia e non seppe dirmi perché. E’ lui che mi racconta questa vicenda. A Foggia non ha più una lira in tasca. Chiede a un vigile di indicargli qualche cosa di bello da dipingere, farne un quadretto e venderlo, perché allo stato non può pagarsi neanche un pranzo. Il vigile sa dirgli solo il duomo, e lo dirotta verso una vicina trattoria frequentata dagli artisti. Al ristoratore ripete ciò che aveva detto al vigile. E quello: “Bene, adesso si sieda e si metta in pace con il pranzo, offro io, poi le consiglierò cosa deve fare”. Lui nel sentire che non deve pagare nulla si schermisce un po’, ma poi più che il pudore potè la fame. Finito il pasto, ancora una breve chiacchierata e poi il consiglio: “A Foggia c’è poco da dipingere, vada a Vieste, là di luoghi e cose da riprendere ne troverà tanti, le piacerà.” Ciò detto, gli porge cinquemila lire e alla nuova rimostranza di Annot aggiunge: “Lasci stare, si paghi il biglietto dell’autobus e buona fortuna”. Ed è così che venne a Vieste, pensando di starci un mese, due mesi, forse un anno. Invece rimase a lungo, attratto dalla bellezza del luogo e dalla ricchezza di soggetti da dipingere. Difatti dipinse molto, ad acquerello e ad olio, esprimendo il suo estro nella rappresentazione di scorci suggestivi e di peculiarità notabili di Vieste, così da diventare — sia detto pag.3 magari con un po’ di retorica — il cantore della nostra città col pennello. Si può dire che non c’è aspetto significativo, urbano ed extraurbano, che non sia illustrato nei suoi quadri. Che egli vende da guadagnarci quanto gli basta per campare. E non sempre basta. Un giorno, appesi alle pareti del “Ristorante del Mare”, ubicato di fronte alla chiesa Santa Croce, dove adesso ci sono il fotografo De Leo e un’agenzia, vidi dei dipinti di Annot. Chiesi a Tommasina Ranieri, la padrona, come mai avesse quei quadri alle pareti, e lei, in poche parole mi raccontò una storia simile a quella della trattoria di Foggia. Annot era entrato per mangiare, e non avendo soldi voleva pagare con le sue pitture. Tommasina, commossa gli aveva risposto che lei era ormai anziana e di quadri non ne voleva, ma lui poteva venire a mangiare lo stesso ogni mezzogiorno senza nulla pagare. Se mai quando ne vendeva qualcuno poteva pagare il pasto di quel giorno. Annot le chiese allora il permesso di esporre i suoi lavori nel ristorante, offrendole la percentuale per ogni dipinto venduto. Lei gli rispose: “Puoi metterli, io non voglio niente, se qualcuno mi chiede informazioni vi fisso un appuntamento e ve la vedete tra voi”. Il ristoratore di Foggia e la signora Tommasina sono personaggi d’altri tempi? Io m’immagino che persone siffatte siano attuali in tutti i tempi. Solo che non fanno rumore. Annot usufruì dell’offerta per una mesata, e neppure andò tutti i giorni al ristorante. Alla fine costrinse la signora ad accettare il dono di un quadro Insieme all’amore per la pittura, gli stavano a cuore la natura (da vicino ai giovani del WWF, partecipò con loro alle iniziative di pulizia di tratti di spiagge e rive) e la difesa dei valori ambientali-culturali. Una volta, nei primi Anni Ottanta scrisse una lettera al Comune per segnalare che nel centro storico antico, Ad-Alt, da una casa era crollato un comignolo in muratura. E, richiamando l’attenzione sull’interesse storico dell’edilizia d’epoca che quello rappresentava, concludeva con la raccomandazione di imporre a chi di dovere di rifare il comignolo crollato così com’era, in muratura, diffidandolo dal metterci al suo posto un tubo di eternit, certamente meno costoso. Stette fra noi una quindicina d’anni, discreto e dignitoso, stimato da quanti con lui ebbero modo di relazionarsi. Quando pensò di non riuscire a trovare più nel nostro luogo soggetti nuovi da dipingere, materia prima della sua ispirazione, — così mi disse — spinto dalla sua costituzionale irrequietezza, cominciò ad allontanarsi da Vieste per periodi prima brevi poi sempre più lunghi. Per qualche anno un po’ qua, un po’ là Annot, Comignoli nei paesi del Gargano, poi sempre più lontano e infine in Africa. Dai suoi viaggi mandava sempre qualche cartolina agli amici di Vieste che gli erano stati più vicini. Tra questi, più di tutti a Franco Ruggieri. Il quale, quando le cartoline non gli arrivarono più, prese a cercarlo. E tanto si diede da fare che trovò notizie: era deceduto in Africa. Si recò sul luogo della sua sepoltura, la fece sistemare dignitosamente e ne informò la famiglia in Belgio. Riposa nella savana dell’Alto Ghana (Tamale) dove è morto il 10 marzo 1990. Qualche anno dopo, per ricordarlo, Franco Ruggieri fece riprodurre alcuni suoi quadri su cartolina, annotando sul retro le seguenti notizie biografiche: Jean Annot è nato a Forest (Brabante), Belgio, il 21 maggio 1928. Arriva in Italia nel 1966 per l’alluvione di Firenze ove collaborò nell’ambito del Servizio Civile Internazionale al restauro di libri, manoscritti e mobili antichi. Dal 1968 elegge a Vieste la sua dimora. E’ senza dubbio l’artista che maggiormente ha saputo rappresentare il Gargano nella sua autenticità. Per il suo amore verso la natura gli amici, del WWF di Vieste hanno intitolato la sezione al suo nome. (32 — continua) Ludovico Ragno la radio che serve al Gargano www.ondaradio.info Via Dalla Chiesa, 6 — 71019 Vieste (Fg) 0884.702346 — Fax 707611 e-mail: [email protected] notizie notizie notizie notizie notizie notizie AVVISO PUBBLICO, CONTRIBUTI PER STUDENTI La Regione Puglia, con un recente decreto della Giunta regionale, ha previsto un contributo di 4.000 euro a favore del Comune di Vieste per gli studenti che frequentano la Scuola Secondaria di Primo e Secondo grado per l’anno Scolastico 2013 — 2014. I contributi sono concessi agli studenti in possesso dei seguenti requisiti: a) servizi di trasporto urbano ed extraurbano finalizzato al raggiungimento della sede scolastica anche con riferimento alle peculiari esigenze degli studenti con disabilità; b) servizi di assistenza specialistica, anche attraverso pulmini attrezzati con personale specializzato con riferimento alle peculiari esigenze degli studenti con disabilità (ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n.104). Gli interessati dovranno compilare apposita domanda ed inviarla al Comune di Vieste, improrogabilmente, entro il 30 maggio 2014, con allegata dichiarazione ISSE 2013, relativa ai redditi 2012, eventuale certificazione medica, ai sensi della Legge 104/52 e documento di riconoscimento. Lo schema di domanda nonché, termini e modalità, procedure e requisiti posso essere consultati sul sito web del Comune di Vieste. REPORTER DELLA TUA CITTA' Diventa protagonista dell’informazione. Scrivi, scatta, riprendi e invia il tutto a [email protected] oppure a [email protected]. Diventa cronista del tuo Gargano invia una foto, una mail, un video. Ora puoi avere un ruolo attivo nell’informazione: la notizia della giorno la puoi dare tu… QUANDO UN CANALE D'ACQUA DIVENTA... VEGETALE ALL’IPSSAR UN SEMINARIO SU "OLIO E VINO, SUCCHI VIVI DELLA TERRA" Nell'ambito del progetto "ProPONiamo la Puglia 2013-2014" l'Ipssar "Mattei" di Vieste ha ospitato una rappresentanza di alunni del Istituto di Istruzione Superiore "Adriano Olivetti" di Orta Nova, per partecipare al seminario "Olio e vino, succhi vivi della terra". Alla presenza del dirigente scolastico dell'Ipssar Paolo Soldano, dell'assessore comunale alla Pubblica Istruzione, nonchè vicepresidente regionale dell'Associazione "Città dell’olio", Gaetano Zaffarano, si sono alternati gli interventi dei vari relatori, con moderatore il docente del "Mattei" Francesco Clemente. La prima relazione è stata tenuta dalla docente dell'Istituto "Olivetti" di Orta Nova, Margherita Pasquariello, sul tema "Le unicità del territorio di Capitanata". A seguire è intervenuto Giulio Mario Cappelletti, docente del Dipartimento di Economia dell'Università di Foggia sul tema "Olio DOP Dauno come risorsa del Gargano". Al termine c'è stata una presentazione con degustazione a base di piatti con prodotti del Parco del Gargano e l'esibizione del gruppo folkloristico viestano "Pizz-ch e muzzch". Subito dopo gli alunni dell'Istituto di Istruzione Superiore "Adriano Olivetti" di Orta Nova hanno effettuato una visita guidata al centro storico di Via dell’Antico Tel. 338.2132976 Porto Aviane Tel. 338.2132976 Vieste. Il prossimo 29 maggio toccherà agli alunni dell'Ipssar di Vieste recarsi presso l'Istituto Adriano Olivetti" di Orta Nova. RODARI IN STAMPA progetto di giornalismo in collaborazione con il Circolo Didattico "G.Rodari" LA DEPRESSIONE, IL MALE DEL SECOLO Lo chiamano il male del secolo e sempre più persone ne sono affette, soprattutto adulte: è la depressione. Ne abbiamo parlato con la psicologa Jenny Di Carlo. La depressione può essere definita un “buco nero”, poiché chi vi precipita ha la sensazione di essere in un tunnel senza uscita. Il mondo sembra cambiare colore ed essere solo pieno di ostacoli, cose brutte e non ci si sente amati né capiti. Questo porta ad isolarsi e pian piano si scivola dalla solitudine alla depressione, senza neanche accorgersene. Il punto di partenza della depressione è il non avere un ruolo appagante, è la noia, che diventando sempre più grande diventa apatia. L’apatia nasce dalla mente e arriva al corpo; si definisce una malattia umorale. Quando dalla mente passa al corpo la persona comincia a tra- L'associazione "Palude Mezzane" di Vieste torna a ribadire la necessità di attuare la pulitura del canale. Ora è completamente ricoperto dalla vegetazione... in attesa della prossima alluvione. BENESSERE IN TAVOLA “KANGOUROU DELLA MATEMATICA", OTTIMI RISULTATI PER GLI ALUNNI DELLA "RODARI Nelle scorse settimane si è tenuto contemporaneamente in tutta Italia il "Kangourou della Matematica", una gara che coinvolge studenti in tutto il mondo dalla quarta elementare alla quinta superiore divisi per categorie di due anni. Nella categoria Ecolier (quartaquinta elementare) hanno svolto un’ottima prova i giovanissimi viestani Andrea Zhu (quarta elementare) e Damiano Ragni (quinta elementare), classificatisi rispettivamente al secondo e quarto posto su 6.308 partecipanti, qualificandosi così insieme ad altri 30 finalisti alla finale nazionale che si terrà il 12 e 13 maggio all’interno del parco di "Mirabilandia" a Savio (Ravenna). E’ un risultato prestigioso per i due giovanissimi studenti che hanno bissato quello ottenuto di recente alle "Olimpiadi della Matematica". La competizione “Kangourou della Matematica”, giunta alla sua XV edizione italiana, è attiva in Australia dal 1981 ed in Europa dal 1991. E’ organizzata dall’associazione internazionale senza fini di lucro “Kangourou Sans Frontières”. Si differenzia da altre analoghe iniziative per la preponderanza dell’aspetto educativo e divulgativo su quello competitivo, come esplicitamente dichiarato nello statuto costitutivo dell’associazione. Si tratta della più grande verifica internazionale delle abilità in matematica: nel 2013 ha interessato quasi sette milioni di partecipanti distribuiti in più di 50 Paesi. In Italia viene svolta con il patrocinio e la collaborazione del Dipartimento di Matematica dell'Università degli Studi di Milano. Sono sempre di più le persone che soffrono di intolleranze e allergie ad alcuni alimenti. Sono tanti anche coloro che scelgono un’alimentazione priva di alimenti di origine animale. C’è, inoltre, una crescente attenzione verso i prodotti biologici. Per soddisfare queste esigenze, apre a Vieste in Via Madonna della Libera “SANI MA BUONI”, il primo negozio specializzato in alimenti bio, per intolleranze alimentari e per vegani. In questa rubrica settimanale vi sveleremo i segreti per una corretta alimentazione. Seguiteci! FARMACIE Reperibilità notturna: - FARMACIA DEL PORTO dal 10.054.2014 al 16.05.2014 DISTRIBUTORI CARBURANTI Orari: 7.00—12.30 15.30—20.00 - API Falco — Via Manzoni - Somarelli — L.Mattei - ENI Latino — L.re Europa - ESSO De Michele—L.re Mattei - TAMOIL Soldano — Defensola - REPSOL Pastorella Loc. Piano Grande Turno festivo 11 maggio 2014 ESSO De Michele—L.re Mattei LE NOVENE DI SANTA MARIA, ESPERIENZA DI POPOLO Volete farla? Venite una di queste sere alle novene della Patrona di Vieste…. Vi troverete di fronte a un fatto!! Un fatto irriducibile a nessuna categoria, non catalogabile tra il pittoresco e il bigotto: lì c’e’ un popolo. Ricchi, poveri, donne, uomini, bimbi, conviventi, sposati, amanti, alcolisti, violenti, buonisti… Viene da citare T.S. Eliot che in “I Cori della rocca” parlando del popolo cristiano dice «bestiali, carnali, egoisti come sempre, ma pronti a riaffermare la fede dei Padri». Così siamo noi viestani davanti alla Madonna: piccoli, poverini, molti di noi anche lontani dalla santa legge di Dio, iscritta nei cuori, ormai omologati alla mentalità comune che ci vuole non liberi ma libertini, schiavi delle mode, del potere che pretende salvarci, dei sentimenti non giudicati dalla ragione, grande dono di dio all’uomo. Eppure siamo lì, tutti col naso all’insù, vinti dallo sguardo fisso a Lei che invece ha detto sì al Mistero buono permettendoGli di salvarci. Ci vorrebbe solo una buona cura di fosforo per non farci dimenticare questi giorni in cui tutti noi abbiamo con decisione riaffermato (basta ascoltare i canti viestani) quello che conta, l’essenziale, ciò che serve per vivere, la speranza che ci fa buttare nel reale, in tutto il reale: soldi, politica, affettività, senza censurare e obliterare niente, In questi giorni è chiaro per i viestani che non ci salviamo da soli! E’ chiarissimo che non è un progetto politico, non sono i soldi, non è la carriera che ci salvano, uno più grande di noi che la nostra Madonna ha riconosciuto per prima, salva noi, e noi, con questa certezza possiamo affrontare tutto senza paura: politica, soldi, amore, lavoro. Ma ahimè! Dall’11 maggio tutto questo è solo un devoto ricordo quello che conta ridiventa il nostro progetto borghese di manipolare la realtà che invece non è nostra. Cecilia Clemente APERTI dal lunedì al sabato ORARIO CONTINUATO dalle 8,00 alle 20,00 — domenica dalle 8,00 alle 13,00 VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, 20 scurarsi anche nel vestire e nell’igiene, non riuscendo a trovare più stimoli in niente. Quando non si riesce a curarla può portare anche a gesti estremi come il suicidio. Un ambiente familiare affettivo è molto importante per aiutare un depresso, ma all’occorrenza può essere di grande supporto anche uno psicologo per aiutare ad esprimere le proprie emozioni e sentimenti, senza paura né condizionamenti esterni. Ci siamo chiesti come mai in passato i nostri nonni non erano depressi così come lo si è adesso. La psicologa ci ha spiegato che a quei tempi bisognava occuparsi di così tante cose che di annoiarsi non si aveva nemmeno il tempo. Nella nostra società sempre più tecnologica e che sostituisce il rapporto faccia a faccia con un sms o con Facebook, avremmo tutti bisogno di lavorare di più sul coltivare relazioni. E, quando ci si rende conto che si comincia a vedere il mondo sempre più in bianco e nero, allora è il momento di chiedere aiuto e farlo può salvare la vita, cosa preziosissima e unica! Francesca Ruggieri Anna Pia Carmela Ricciardi A VIESTE STUDIO ODONTOIATRICO CERCA ASSISTENTE MASSIMO 25 ANNI. SI RICHIEDE MASSIMA SERIETA’, PROPENSIONE ALLO STUDIO, VELOCITA’ DI APPRENDIMENTO. PER INFORMAZIONI: 0884.707531 [email protected]