gioielli - Ondaradio

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Redazione: Via Messapia, 1 - Vieste (Fg) - Fax 0884/704191 Anno XIX n.17 (874) 9 maggio 2014
Paolo Rossi porta al “Teatro dell’Arte” di Milano la storia di Pier Luigi Torre,
l’ingegnere nato a Vieste che ideò la mitica Lambretta
IN TEATRO A MILANO LA STORIA DEL VIESTANO VISIONARIO
CHE INVENTO’ LA LAMBRETTA
Pier Luigi Torre nacque a Vieste il 1902 morì a Milano nel 1989, è
l'ingegnere che creò la Lambretta. Già autore di progetti pionieristici durante
la seconda guerra mondiale, nel 1946 venne chiamato dalla Innocenti per
realizzare uno scooter a costi contenuti che entrerà in produzione nel 1947.
PAOLO ROSSI, LA ROSA BLU
E QUEL TALENTO CHE INVENTO’
LA MITICA LAMBRETTA
Vespa o Lambretta? «Lambretta,
s'intende...». Nell'eterna sfida tra i
due mitici scooter, Paolo Rossi non
ha dubbi. «La Lambretta era fantastica. Grintosa, ma anche tranquilla. Un
cavallo docile da spingere al galoppo
per sentire il vento in faccia, o al
trotto per goderti il paesaggio. E poi
era disegnata meglio. Del resto chi
l'ha ideata, Pier Luigi
Torre, era un genio. Di
quelli veri». Ingegnere,
ma-tematico, botanico.
«E anche sognatore,
visionario, idealista.
Uno di quei talenti fuori
dalle righe che questo
Paese non riconosce
mai. Difatti se ne andò
in solitudine, dimenticato, rinchiuso in un
ospedale psichiatrico».
E proprio da
quest'ultima tappa,
Rossi inizierà a ripercorrere la folle storia di
una "beautiful mind"
sempre pronta a sfidare l'impossibile. Come inventare un sogno
su due ruote, progettare aerei per trasvolare l'Atlantico, creare la rosa che non
c'è. Invisibile in natura, ma non a lui.
Che tanto brigò Con innesti e alchimie vegetali da riuscire a far sbocciare quel fiore utopico nel giardino della
sua villa di Stresa. Perché, ripeteva
quel Piccolo Principe ossessionato
dalla bellezza dei numeri e della
natura: «Se l'Infinito racchiude ogni
colore, anche il blu ne farà parte.
Basta cercarlo e... voilà, ecco a voi
la rosa blu».
Per questa ragione lo spettacolo
di cui Paolo Rossi sarà protagonista
dal 13 maggio al Teatro dell'Arte di
Milano prodotto dal Crt in convergenza creativa con Triennale Design
Museum, si intitolerà “Il colore è una
variabile dell'infinito”. Un "varietà
teatrale e musicale" che nasce assieme a un libro dallo stesso titolo
(Baldini & Castoldi), entrambi firmati
da Roberta Torre, regista di cinema
e teatro, nonché nipote di Pier Luigi.
«Un nonno molto speciale. Dolce ma
anche distante. Geniale ma impreparato dal punto di vista affettivo»,
lo ricorda lei che ora gli rende omaggio rievocandolo tra storia e memoria
con quel suo stile pop, grottesco e
allucinato, già messo in pratica in film
come “Tano da morire” o “I baci mai
dati”. Così quel luogo di reclusione
dove il nonno Torre passò gli ultimi
anni si trasformerà sulla scena in
luogo della fantasia, dei miraggi, delle
allucinazioni. «Dove tutto prenderà il
volo, compreso me e la Lambretta
— anticipa Rossi —. Dentro
quell'universo surreale, un po' alla
Tim Burton, incontrerò l'ingegner
Torre. Ne indosserò i panni è li
getterò via, entrando e uscendo da
un personaggio davvero straordinario
e inafferrabile. Inventore di uno
scooter rivoluzionario, icona di
un'Italia alla vigilia del boom, oggetto
del desiderio di generazioni di giovani
e persino celebrato dal Quartetto
Cetra nella loro "Lambretta Twist".
Ma anche progettatore con Alessandro Marchetti dell'idrovolante simbolo
dell'aeronautica militare e della tecnologia nazionale durante il fascismo.
Lui stesso protagonista
della trasvolata Roma-New
York, quando 24 "macchine volanti" sorvolarono la
Statua della Libertà».
Era anche amico di
Balbo.
Che rapporti aveva
con il fascismo? «Ci dovette convivere ma non
era certo affine al regime.
Come altri artisti, per la
musica penso a Shostakovich durante lo stalinismo, mise in pratica le
(continua a pag.2)
A breve l'ufficializzazione
dell’accordo che eviterà
la demolizione dei chioschi
Il titolare della vicina pizzeria
rinuncerà al giudizio di ottemperanza
I DUE CHIOSCHI SONO SALVI
La vicenda dell’abbattimenrto dei
due chiosci in viale Marinai di Italia,
sui quali pende un'ordinanza di abbattimento in seguito alla lunga querelle
giudiziaria tra i loro titolari ed il
proprietario dell'adiacente pizzeria che
aveva fatto ricorso, ha trovato la
strada dell’accordo fra le parti.
Da parte del ricorrente si è, infatti,
manifestata negli giorni scorsi la
volontà di addivenire ad un accordo
che eviti la demolizione dei chioschi.
La "pace" raggiunta è stata sancita
da strette di mano ed abbracci
Contro la paventata demolizione,
tantissimi cittadini viestani avevano
preso posizione.
Dopo gli abbracci si attende ora
l'ufficializzazione dell'accordo, col
quale il titolare della pizzeria dovrebbe
accettare di rinunciare al giudizio di
ottemperanza.
L’intesa era sembrata in pericolo
dopo un gesto balordo ai danni della
pizzeria, la cui parete esterna è stata
imbrattata con della vernice.
La vicenda prese avvio nel 2008
quando i due chioschi, per adeguarsi
alle normative sanitarie e commerciali
hanno subito un intervento edilizio,
autorizzato da una procedura attivata
presso Io sportello unico del settore
attività produttive del Comune. Poi il
Consiglio comunale ha deliberato
l'approvazione di tale intervento con
una variazione dello strumento urbanistico, infine il rilascio del permesso
di costruire. A questo ha poi opposto
ricorso il titolare della vicina pizzeria.
FRANCESCO NOTARANGELO
RIDIVENTA ASSESSORE
Con proprio provvedimento, il
sindaco di Vieste, Ersilia Nobile, ha
nominato assessore il consigliere
comunale Francesco Notarangelo, in
sostituzione del dimissionario consigliere comunale Domenico Prudenza.
Col medesimo provvedimento, il
sindaco ha attribuito al neo assessore
le deleghe per il "verde pubblico" e le
"attività produttive".
Matteo Ciuffreda
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GUARDIA COSTIERA, PARTE IL MONITORAGGIO DELLE COSTE GARGANICH
La Capitaneria di Porto di Manfredonia ha messo a disposizione
una propria motovedetta d’altura per
verificare situazioni di pericolo connesse a dissesti idrogeologici e instabilità
della costa dei Comuni
costieri, attraverso un
piano di monitoraggio.
Dalla navigazione
sottocosta è stato possibile monitorare gli
effetti dei fenomeni
erosivi, dei venti e delle mareggiate invernali
e la pericolosità derivante dai costoni di
Vieste, per poi proseguire per le
cspiagge di Mattinata e quindi verso
le coste del comune di Monte Sant’Angelo. L’organo tecnico istituzionale
(Autorità di Bacino della Puglia) ha
evidenziato le criticità più importanti
riportate nel P.A.I. (Piano di Bacino
per l’assesto idrogeologico) e ha
altresì qualificato aree in precedenza
non classificate.
“Belle e impossibili” sono state
confermate le grotte a mare in quanto qualificate dall’Autorità di Bacino
come PG3 (pericolosità geomorfologica molto elevata).
Come è noto lungo le coste
garganiche sono già in vigore le
Ordinanza della Capitaneria di Porto
di Manfredonia e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Vieste, che vietano nelle zone interessate la navigazione e la balneazione sottocosta.
Non tutti i Comuni hanno adottato i
Piani di protezione Civile e le Ordinanze di Interdizione delle aree a
valle dei costoni.
Nell’ambito di “Mare nostrum Project”,
un viaggio scientifico per monitorare il Mediterraneo
AL PORTO TURISTICO DI VIESTE SONO APPRODATI
DUE GIOVANI RICERCATORI FRANCESI IN KAYAC
Negli scorsi giorni il porto turistico
di Vieste in collaborazione con l’associazione giovanile per la promozione
della cultura del mare “Il Tempio di
Vesta” (da tempo impegnata in progetti di scambio europei sulla promozione e tutela delle coste) ha ospitto
due giovanissimi ricercatori francesi,
Louis Wilmotte (24 anni, laureando in
Ingegneria presso l’Universitè de
Technologie de Compiegne en Engenierie) e Douglas Couet (23 anni,
laureando in biologia marina presso
l’Universitè Pierre et Marie Curie).
“Mare Nostrum” è un progetto
scientifico, educativo e culturale, oltre
che un’avventura umana, sportiva e
scientifica dedicata al Mediterraneo
ed ai suoi abitanti. I due coraggiosi
avventurieri sono partiti nel luglio
2013 con due kayak da Gibilterra,
con l'obiettivo di attraversare i 10.000
km tra quello stretto ed il Bosforo. Il
viaggio durerà tra i 12 ed i 14 mesi,
durante i quali verranno effettuati
studi per conoscere la relazione tra
le alghe e la qualità dell’acqua. Inoltre
saranno effettuate analisi acustiche
sottomarine per conoscere l’impatto
del rumore umano sulla migrazione
di balene e delfini nel Mediterraneo.
«Vogliamo concentrarci sul nostro
futuro e su quello delle generazioni
future. Vogliamo incontrare i ragazzi
nelle scuole, al fine di aumentare la
loro consapevolezza della ricchezza
del Mar Mediterraneo, sperando di
ispirare nuove vocazioni», questa è
la visione che lega i ragazzi francesi
con i ragazzi viestani de ”Il Tempio di
Vesta”. Douglas e Louis, al termine
del loro viaggio (previsto tra circa
sette mesi ad Istanbul) realizzeranno
con le Università francesi pubblicazioni scientifiche, dibattiti, mostre fotografiche ed un film-documentario al
fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle differenze culturali e le
similitudini tra le aree costiere del
Mediterraneo, per fornire potenzialmente una soluzione su come meglio
interpretare e gestire le incomprensioni interculturali. “Mare Nostrum” è un
progetto finanziato dall’Universitè di
Sorbone, dall’Universitè de Technologie de Capiegne, dall’Universitè
Pierre et Marie Curie, dalla città di
Feucherolles (Paris) e da un’impresa
di costruzioni navali (DCNS). Si tratta
di un esempio significativo di partecipazione attiva giovanile alle tematiche
ambientali e di sostegno concreto da
parte degli attori sociali francesi verso
la crescita, la mobilità e la valorizzazione delle competenze giovanili. Si
aprono nuovi orizzonti per il Porto
Turistico di Vieste. La partecipazione
a progetti e programmi di cooperazione europea permetteranno all’intero
sistema portuale di aprirsi al confronto e alla collaborazione con il resto
d’Europa, nell’ottica di un futuro
sviluppo costiero. Un grande in bocca
al lupo a Douglas e Louis!
(www.marenostrum-project.com)
Mariapina Mastrorocco
(società “Aurora Porto Turistico
di Vieste SpA”)
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Francesco
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pag.2
BASKET SERIE D
Martina Franca
76
Bisanum Viaggi Vieste
88
Parziali: 13-19/22-12/19-21/24-36.
Bisanum Viaggi Vieste: Neal 35,
Mosley 30, Devita 10, Castriotta 7,
Ciccone 4, Monacis 2, Roia, Vecera,
Vescera, Pietrafesa — all. Desantis.
Martina Franca: Masciulli 20,
Agrusta 17, Schiavone 13, Fumarola
11, Palazzo A. 9, Rinaldi 3, Mastrovito 2, Palazzo C.1, Santoro, Di Giulio
— all. Palazzo F.
Note: usciti per falli Fumarola
(Martina Franca); per fallo tecnico
Neal e Monacis; il coach Desantis
per proteste; fallo antisportivo Mastrovito per fallo intenzionale (M.Franca)
La Bisanum Viaggi Vieste ha
chiuso il campionato con un'altra
vittoria contro l'ostica Martina Franca
che ha venduto cara la pelle fino alla
fine delle ostilità.
Ora ci si prepara alla semifinale
play off prevista per domenica 11
maggio all'Omnisport di Vieste, dopo
più di un mese di lontananza dal
palazzetto viestano. L'orario è ancora
da decidere con l'ausilio della federazione ma dovrebbe disputarsi tra le
18,00 ed al massimo le 19,00.
La formazione tarantina, che sarà
inclusa negli scontri play out per
contendersi la permanenza in serie
D, si è presentata al “palaDaVinci”
con la determinazione giusta di chi
vuole fare bene dando non poco
fastidio alla Bisanum ,orfana di Manfredi e Lauriola fermi per infortunio.
Il primo quarto se lo aggiudicavano i
garganici con un leggero vantaggio
di 6 punti, anche se i locali non
sembrano affatto dimessi.
Nel secondo quarto le sensazioni
diventavano realtà e la formazione
martinese approfittava della fretta di
concludere della Bisanum e, sfrut-
settimanale
tando la fisicità dei suoi e le pessime
scelte arbitrali (che addirittura per
proteste più che giustificate di Neal
e Monacis infliggevano due tecnici ai
giocatori viestani) invertivano il punteggio a loro favore per 31-35.
Dopo l'intervallo lungo la storia
non cambiava, gli arbitri concedono
troppi contatti, alcuni anche pericolosi
sui viestani, tanto da spingere il
coach viestano a protestare, fino a
ricevere un altro fallo tecnico, il terzo
per la sua squadra.
Nonostante l'arbitraggio la Bisanum ritrovava la pazienza
nell'attaccare andando a bersaglio in
maniera continua con il suo lungo
americano, arrivando
ad impattare i locali
con il punteggio di 52
pari a dieci minuti dal
termine della partita.
Quegli ultimi dieci minuti vedevano la Bisanum alzare il ritmo riuscendo ad allungare
con la sua strapotenza
fisica e atletica, segnando 36 punti ad un
Martina ormai a corto
di energia riuscendo
così a fare propria la
gara per 76-88 .
Buona prestazione
dei garganici in vista
dei play off. Sono sembrati tutti in
salute dal punto di vista atletico. Ora
sarà importante recuperare gli infortunati per avere maggior rotazioni in
vista dei play off.
PLAY OFF
L'avversario nella semifinale play
off della Bisanum sarà l'Action Now
Monopoli che nell'ultima di campionato ha ceduto il passo all'Altamura che
ha approfittato dell'assenza del loro
top player (Rollo) .
Vittoria sul campo a mani basse
per Altamura che ha fermato la serie
di vittorie consecutive del Monopoli a
13 sulle 15 totali del girone di ritorno.
L'Action Now Monopoli, che è arrivata quinta con un girone di ritorno da
prima della classe, ha mutato il
proprio aspetto da squadra giovane
a squadra d'esperienza nel corso del
campionato, con il tesseramento di
tre giocatori di assoluto valore: Calabretto, Di Mola e Il best player Rollo,
che ha calcato i parquet di serie B
ed è ora fermo a Monopoli, per
lavoro ed impegni personali, dove ha
fatto registare i 30 punti a partita.
Il confronto sarà al meglio delle
tre partite. La prima delle due squadre a vincere due partite approderà
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alla finale.
La prima gara sarà a Vieste
domenica 11 maggio, la seconda
gara si disputerà a Monopoli il
successivo mercoledi 14 o giovedi 15
e l’eventuale terza gara (in caso di
una vittoria per squadra nelle prime
due partite) si svolgerà a Vieste
domenica 18 maggio.
L'altra semifinale sarà tra Mesagne ed AP Monopoli con Il Mesagne
che avrà il vantaggio della prima gara
ed eventuale terza gara tra le mura
amiche.
Le due vincenti delle semifinali
play off inizieranno la serie finale
domenica 25 maggio.
Adesso si entra, dunque, nella
parte calda del campionato in cui
sarà fondamentale far sentire tutto il
calore del pubblico per sfruttare il
vantaggio di giocare in casa la prima
di campionato. Tutti gli sportivi viestani sono perciò invitati a riempire
l'Omnisport per sostenere la squadra
nella difficilissima corsa dei play off.
CALCIO
MATTEO AZZARONE SI E’ DIMESSO
DA DIRETTORE SPORTIVO
DELL’ATLETICO VIESTE
«In qualità di direttore sportivo
della società Gruppo Sportivo Atletico
Vieste, con la presente, rassegno le
mie irrevocabili dimissioni dall’incarico
ricoperto». Inizia così il comunicato
con il quale Matteo Azzarone ha
annunciato agli sportivi viestani l’abbandono dell’incarico dirigenziale
nell’Atletico Vieste.
«Colgo l’occasione — prosegue
il comunicato — per ringraziare tutti
coloro i quali (giocatori, in primis, ma
sarebbe lunghissimo l’elenco dei
nomi e per non correre il rischio di
dimenticarne qualcuno, includo tutti
di ogni ordine e grado) mi hanno
accompagnato in questa indimenticabile esperienza.Un’esperienza che,
ispirata dai sani e genuini valori dello
sport, mi ha arricchito umanamente
e professionalmente in modo indelebile e mi ha spinto ad un impegno e
ad una partecipazione genuina ed
instancabile al servizio della squadra
e di ogni sua esigenza morale,
agonistica e materiale».
«Auguro al team ed a coloro che
saranno chiamati ad interpretarne
vocazioni ed ambizioni, — auspica
Azzarone — ogni successo, con la
speranza che il calcio a Vieste vissuto nella dimensione non solo di
disciplina sportiva ma anche come di
scuola di vita qual’ è nella sua accezione più ispirata, sia portatore di
valori sani e di spirito di crescita nei
quali si riconosca la nostra intera
comunità viestana. L’auspicio è che
quei colori bianco-celesti, quei tifosi,
quella partecipazione, quel sentimento di appartenenza così come proficuamente maturato in questi anni di
duro lavoro e totale abnegazione mia
e del management, sia ora più che
mai, patrimonio di tutti e non di pochi
o di qualcuno, e resti immune da
appropriazioni indebite, o di parte, o
di smodati iperprotagonismi di facciata. Fino a ieri come dirigente, da oggi
come semplice tifoso, nel mio cuore
sarò sempre tifoso dell’Atletico Vieste.
Patrimonio di tutti e del cuore grande
di quel popolo speciale che è il
popolo viestano. Grazie infinite».
KICKBOXING, AI CAMPIONATI NAZIONALI DI NETTUNO
OTTIMI PIAZZAMENTI PER GLI ATLETI DEL TEAM VIESTANO
Si è giunti alla fine del campionato nazionale di questa stagione quando
lo scorso 27 aprile il team viestano “Dojo kickboxing and k1 style” era a
Nettuno, nei pressi di
Roma. Qui il team
Manzari ha partecipato
all'ultima fase del
campionato e, come
per le altri fasi nazionali, ha riportato a casa un ottimo risultato.
Le giovani speranze
continuano a combattere fase dopo fase
aumentando il loro livello tecnico. Stiamo
parlando della piccola
Elisa Urbano [vedi foto]
che anche questa volta
si è distinta per coraggio e costanza in tutte
e quattro le fasi nazionali ed anche questa
volta è salita sul podio.
Altre due speranze al
loro esordio in questa
disciplina, Daniele Ecclesiastico e Francesco
Vescera Francesco
[vedi foto], che, nonostante fosse la loro
prima esperienza, non
hanno lesinato tecnica
e grinta, combattendo
sul ring di contatto
leggero.
Per gli adulti,
Francesco Anacleria
ha ottenuto un meritatissimo primo posto sconfiggendo ben sei atleti di fila. Anche Jacopo
Impagnatiello ha ottenuto un primo posto confermando le sue doti da combattente. Adamo Roda
si è fatto notare per la sua ottima capacita
pugilistica ottenendo un secondo posto affiancato
da Antonio di Candia, anche lui al secondo posto.
Infine, per completare il podio, da segnalare
Thomas Innangi e Francesco Tomaiuolo che,
come gli altri, hanno combattuto con atleti forti
rispondendo colpo su colpo, dimostrando che gli
sforzi in questo, come in altri sport, premiano
sempre. Il maestro Michele Manzari è così
tornato a casa contento dei risultati di questi
ragazzi che, nonostante i pochi mesi di preparazione, hanno dimostrato che le ore passate in
palestra ad allenarli sono servite pienamente.
Un ringraziamento a Mauro Campaniello che,
sempre presente nelle manifestazioni, sostiene
moralmente e fisicamente il team.
PAOLO ROSSI, LA ROSA BLU
E QUEL TALENTO CHE INVENTO’
LA MITICA LAMBRETTA
(segue da pag.1)
settimanale
Direttore responsabile:
Ninì delli Santi
"Il FARO" settimanale sarà in edicola
venerdì 16 maggio 2014
Reg. Tribunale Foggia n.6 dell’11 giugno 1996
Stampa: Grafiche Iaconeta
Giornale stampato su carta riciclata
Lungomare E. Mattei, 5
Tel.0884.708251-Fax 708252
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[email protected]
RISTORANTE — BAR — PISCINA
TENNIS — AMPIA TERRAZZA
PANORAMICA SUL MARE
sue idee nel momento storico in cui
viveva».
E le idee erano davvero tante.
Scomparso nel 1989 a 87 anni, Pier
L u i g i To r r e è s t a t o a n c h e
l'anticipatore della "scatola nera" degli
aerei, stu-dioso di fotografia tridimensionale, innamorato della musica,
ossessionato dai numeri... «Difatti i
fili di un abaco innescheranno in
scena una serie di calcoli e logaritmi
sempre più intricati e astrusi... Ma
forse la sua impresa più assurda e
poetica è stata proprio quella rosa
blu. Il se-gno di una delicatezza
interiore e di una solitudine lacerante.
La magnifica conclusione di una
favola triste».
Alla fine che effetto le fa salire su
quella Lambretta? «Da brivido. Con
le due ruote ho una storia molto
complicata. Adoravo andare in moto
finché, era il maggio del '73, Renzo
Pasolini morì nell'incidente di Monza
dove perse la vita anche Saarinen.
Per me fu uno choc terribile. Da quel
giorno ho sempre avuto una paura
pazzesca delle moto. Solo il teatro
mi poteva spingere, pur se per finta,
a riprovare a salire in sella. La
conferma che il mestiere dell'attore è
terapeutico. Non è retorica dire che
il teatro salva la vita. Senza il teatro
mi avrebbero arrestato vent'anni fa».
settimanale
VIESTE, VIAGGIO NEGLI ANNI DAL 1943 AL 2013
ATTIVITA’ ECONOMICHE ED EVOLUZIONE DEI MESTIERI
L’AGRICOLTURA
Dal dopoguerra sino ai primi Anni
Sessanta l’economia della città si
basa ancora, in massima parte,
sull’agricoltura. Principalmente sulla
coltura dell’ulivo, estesa su oltre 1500
ettari, che, a sua volta, dà vita ad
attività complementari, quali il lavoro
degli oleifici, la fabbricazione dei
fiscoli impiegati negli oleifici, l’impianto
industriale che estrae l’olio dalla
sansa e altre. Numerose sono le
donne impiegate nella raccolta delle
olive. Le prelevano una ad una dal
terreno dove i battitori le hanno fatte
cadere e riempiono i canestri.
A partire dagli Anni Settanta si
diffonde l’usanza di stendere sotto gli
alberi delle grandi tele (rach-n),
sicché basta riunire i vertici d’ogni
tela per prendere tutte le olive cadute, vuotarle nei sacchi e portarle al
frantoio per la molitura. Pertanto, le
raccoglitrici escono di scena. Intorno
al Duemila ne escono anche i battitori. Al loro posto subentra un attrezzo
chiamato Paparella. E’ un lungo
braccio meccanico, dotato sulla punta
di una specie di becco di papera che
s’infila tra i rami e tira giù le olive. I
frantoi che prima si trovavano nell’abitato vengono chiusi. I nuovi vengono
costruiti, in campagna. Sono sei in
tutto, grandi come cattedrali. Ne sono
titolari: Latorre Marco in località
Coppitella, Di Lella a Mandrione,
Mafrolla Carlo a Focareto, i fratelli
Troya di Sante al Piano Piccolo,
Vieste Giuseppe e sorelle a S. Luca
e i fratelli Vieste Pasquale e Giacomo
al Piano Grande.
Fino agli Anni Quaranta un peso
notevole hanno anche la viticoltura e
la coltura del grano: nel Piano Grande, nel Piano Piccolo e nelle radure
del bosco dove sopravvive la pastorizia, sebbene in misura ridotta rispetto
al passato. Nei due decenni successivi il Piano Grande e il Piano Piccolo
sono gradualmente trasformati in
vigneti e uliveti. Negli orti primeggia
Raccolta olive con paparella
la produzione del pomodoro nostrano. La maggior parte del quale è
assorbita dal locale conservificio, che
lo trasforma in ottimo pelato, richiesto
anche fuori d’Italia. Ma per pochi anni
ancora, perché la superficie coltivata
ad ortaggi (quasi tutta la Scialara e
un bel po’ della Padula), è diminuita,
occupata in buona parte da costruzioni turistiche, per cui è diminuita
anche la produzione, sufficiente più
o meno ormai a rifornire di pomodoro
nostrano le famiglie residenti che
fanno ancora la salsa per tutto l’anno.
Neppure la viticoltura alla grande
dura a lungo. Negli anni Ottanta, la
Comunità Europea, visto che da
alcuni anni una parte del vino prodotto nell’ambito comunitario resta invenduto, decide di corrispondere un
contributo cospicuo per ogni ettaro di
vigneto estirpato. A Vieste se ne
estirpano alcune decine e vi s’impiantano ulivi.
Nelle campagne avanza la meccanizzazione. All’aratro tirato dal mulo
subentra quello meccanico ovunque
il terreno permette il suo impiego.
A mietere il grano non c’è più
l’uomo con la falce in pugno, ma la
macchina mietitrice, e la trebbiatura
non è più eseguita battendo le messi
sull’aia, ma scuotendole con la trebbiatrice.
L’ARTIGIANATO
Fiorente nella prima metà del
secolo, dal dopoguerra in poi è in
declino. Ho nella mente alcune botteghe e i titolari di esse, chiamati
maestri. Di fatto erano delle scuole
dove i giovani entravano al termine
delle elementari e ne uscivano verso
i vent’anni che avevano appreso un
mestiere. Facilmente si autodefiniva-
no artisti. Ed in effetti un po’ lo erano,
stante la loro capacità di trasformare
materiale grezzo, legno, oro, ferro,
fibre tessili o altro in oggetti: mobili,
strumenti di lavoro, monili, abiti, ecc.
Di ogni settore, ricorderò i nomi
dei protagonisti da me conosciuti
direttamente o attraverso informazioni, scusandomi con quanti involontariamente omessi.
I FABBRI E LE FORGE
Avevano le forge al corso L.
Fazzini, in via 24 Maggio e in via C.
Battisti. Talora lavoravano anche
all’aperto, davanti alla bottega. Tra la
fine degli Anni Quaranta e i Cinquanta, i più di loro spensero le fucine. La
ragione? In primo luogo la concorrenza dell’industria, poi perché una parte
degli oggetti di loro produzione stava
scomparendo dall’uso e, poi ancora,
per mancanza di continuatori. Ricor-
persiane e vetrate, altri di nuovo
impiego,
Appartengono alla nuova leva di
fabbri Ciuffreda Angelo e Ciuffreda
Leonardo, Fabrizio Pasquale, i fratelli
Troiano Michele e Luciano, Garofalo
Francesco, Troia Michelino. Però
adesso non lavorano soltanto con il
ferro, ma più ancora con l’anticorodal,
variante di alluminio.
I SARTI
Sono la categoria di artigiani più
numerosa di Vieste. Dopo la guerra
molti giovani e anche alcuni non
proprio giovani, come Pasquale Scattino, Santino Notarangelo, detto
Zambarrott, Vincenzo Rado emigrano
in Alta Italia. Alla fine degli anni ’50,
degli anziani con sartoria rimasti a
Vieste ricordo Ludovico Caizzi, mio
zio materno, dal quale ho preso il
nome, e il figlio Vincenzo; Simone
Caizzi, fratello del primo; Nicola Del
Piano detto Pavicchio, Carlantonio
Sartoria Carlantonio Florio
do Dell’Erba Giuseppe, detto Student.
Costruiva oggetti casalinghi, ringhiere
per balconi, cerchi di ferro per le
ruote dei carri agricoli e altre cose; il
figlio Antonio che ne continuò l’attività
per una ventina d’anni e poi smise.
Gli altri fabbri: i fratelli Prencipe, che
avevano bottega uno appresso all’altro, al Corso L. Fazzini, “Sopra la
Rena”. Erano quattro: Carmine, coadiuvato dai figli Giacinto, Antonio e
Luigi, seguiva Raffaele con il figlio
Tonino, e poi Giorgio e Giuseppe,
che non ebbero continuatori. Questi
fabbri, principalmente maniscalchi,
oltre che ferrare cavalli, muli e asini,
costruivano attrezzi di lavoro per la
campagna: aratri, zappe, accette e
ogni altro utensile occorrente. In via
24 Maggio aveva la fucina Dimauro
Michele detto u re, e teneva bottega
il mastro-carriero, così chiamato chi
costruiva carri agricoli, traìni nel
nostro dialetto. In via C. Battisti
v’erano ancora due fabbri: Giuseppe
Sicuro e poi Domenico Giuffreda. Un
altro fabbro, Michele Trotta, stava un
po’ fuori paese.
Era un mestiere che consentiva
di vivere dignitosamente e questo
valeva per tutti gli artigiani, purché
capaci di lavorare senza contare le
ore di lavoro e di essere sobri nelle
spese di famiglia. Poiché le difficoltà
non mancavano. Gigino Prencipe,
che da ragazzo e da adolescente ha
vissuto nel mestiere, mi fa un esempio, che è un quadretto della vita
d’anteguerra. Egli racconta che l’oggetto più costoso che facevano,
l’aratro, era loro commissionato
Florio, Michele Silvestri e qualche
altro. Pochi i giovani: Cecchino Del
Duca, Salvatore Laprocina, Giuseppe
Olivieri, Vincenzo Pecorelli, Vincenzo
Solitro, u Spal-tres.
I FALEGNAMI
Avevano fatto sempre mobili per
l’arredamento delle case. Adesso,
però, i mobili si comprano già belli e
fatti, visti nelle esposizioni o scelti sui
cataloghi, confezionati dall’industria.
Ciò nonostante il lavoro ce l’hanno
sempre. Anzi ne hanno di più. In
concomitanza con la forte espansione
dell’edilizia abitativa e turistica di
Vieste, hanno adeguato le attrezzature e la professionalità alla nuova
richiesta del mercato e costruiscono
porte, infissi, manufatti e accessori di
legno d’ogni sorta occorrenti per le
abitazioni.
I MURATORI
Mentre nella maggior parte delle
categorie artigianali il numero dei
praticanti è andato via via scemando
nei decenni in parola, in quella dei
muratori è cresciuto fino ai primi anni
del millennio, favorito dal miglioramento della condizione economica
della popolazione e dalle leggi a
favore dell’edilizia economica e popolare.
Negli anni 50 e 60 le piccole
imprese locali che io ricordo, sono
ancora le stesse di prima della guerra, articolate in alcune famiglie che
lavorano con serietà e onesto profitto:
gli Ascoli, i Del Giudice, i Rosiello, i
Fusco, i Palumbo, Masanotti u sndon.
Negli anni che seguono, tra i discendenti
ci sono quelli che continuano l’arte paterna,
e ora sono chiamati
costruttori, e quelli che
la lasciano per altre
attività, per lo più nel
settore turistico.
I costruttori vecchi
e nuovi, alcuni dei
quali non sono più fra
noi, diventano tanti.
Cito quelli che ho
Aratura con mulo
conosciuto e ricordo. I
fratelli e cugini Ascoli:
Antonio, Michele, Giuseppe e Sante,
solitamente in autunno, al tempo
Giorgio e Mario; Salvatore Vescera,
della semina, dai piccoli e medi
Giuseppe Cariglia, Raffaele Palumbo,
proprietari, i cosiddetti massari, che
Vincenzo Marinelli, Francesco Notapoi glielo pagavano a giugno, alla
rangelo, Biasino Scala di Antonio e
raccolta del grano. Spesso non in
Biasino Scala di Nicola, Peppino
denaro ma in grano.
Dimauro, Bartolomeo Azzarone, VeTra la fine dei Quaranta e i Cinscera Leonardo (Narduzz), Del Duca
quanta tutti i fabbri ricordati, ormai
Antonio, Sollecito, Mazzone Giacinto.
anziani, cessano l’attività. I giovani,
quali Tonino e Gigino Prencipe,
I CALZOLAI
cambiano lavoro, Domenico Giuffreda
Sono tra gli artigiani, quelli a cui
se ne va a Pistoia. Dopo di loro altri
i cambiamenti vanno proprio male.
aprono bottega. Ma ora non ferrano
Prima della guerra facevano le scarpiù gli animali da soma, quasi scompe. Da quando le scarpe si è cominparsi dalla campagna, scalzati dai
ciato a comprarle nei negozi, loro
motocarri. Tra i nuovi manufatti che
hanno da fare solo qualche risuolatuescono dalle loro botteghe vi sono
ra. Dagli Anni Sessanta in poi, non
alcuni che prima erano di legno, quali
fanno più neppure queste. A Vieste,
riusciranno a sopravvivere tre o
quattro anziani calzolai e qualche
giovane per le piccole riparazioni.
GLI IDRAULICI
Tra i nuovi mestieri che si affermano, sono forse quelli che hanno
più fortuna. Capofila ne è Girolamo
Esposto, detto Mimì; Matteo Micelli,Vincenzo Olivieri, Michele Notarangelo, i fratelli Forte Sante e Francesco, i fratelli Pagano, Nicola Silvestri,
Carlo Dimauro, Pasquale Prencipe,
Antonio Nobiletti, Dies Natale, forse
altri.
Tra gli addetti ai mestieri già
esistenti, che ora si espandono,
primeggiano gli elettricisti e i meccanici, sempre più numerosi, e i giovani
diplomati dell’Istituto Alberghiero che
trovano lavoro nelle strutture turistiche.
TIPOGRAFI
Un’attività rimasta tuttora unica a
Vieste, è quella tipografica, iniziata
nel 1958 da Antonio Iaconeta, di
Monte Sant’Angelo.
E’ un giovane che ha lavorato in
un paio di buone aziende, acquisendo piena padronanza delle arti grafiche. A Vieste, operando con impegno, intelligenza e serietà, si fa buon
nome, sicché l’azienda cresce e si
afferma.
Lo gratifica il privilegio (speranza
di tutti i padri) di avere al suo fianco
due figli, Franco e Adriano, che lo
seguono nell’attività. E lo seguiranno
anche quando smetterà per limiti
d’età e poi non ci sarà più, continuando con altrettanta bravura e
serietà, a tenere alto il buon nome
delle Arti Grafiche Iaconeta di Vieste.
FOTOGRAFI
Non ho notizie di fotografi stabili
a Vieste prima della guerra. Nella
seconda metà degli Anni 40, apre
qui il primo studio fotografico Franco
Cappiello. Dal suo studio escono e
si affermano Lillino Masanotti e
Fiorenzo Piracci e figli. Per una
diecina di anni lavora da fotografo
anche Antonio Bario, che però, negli
Anni Settanta se ne andrà in America. Dopo gli anzidetti apre lo studio
fotografico Nando Luceri, che ora lo
ha passato alla figlia. Di ultima
generazione, opera nella fotografia il
giovane Marco De Leo.
ESTETISTE E PARRUCCHIERE
Entrate in campo nell’ultimo ventennio, costituiscono la nuova leva
del lavoro artigianale femminile.
JEAN ANNOT,
IL PITTORE DI VIESTE
Mi sembrerebbe di far torto alla
memoria di un uomo, un forestiero,
artista, innamorato di Vieste come
forse pochi viestani nati lo sono, se
tralasciassi di ricordarne la figura.
Si chiamava Jean Annot. Pittore,
di nazionalità belga, era giunto in
Italia nel 1966 nei giorni dell’alluvione
che colpì Firenze, insieme ad altri artisti, a
dare una mano per
salvare le opere d’arte
in pericolo nei locali al
pianterreno delle gallerie. Finito l’impegno
a Firenze, verso la fine
dell’anno si portò a
Foggia e non seppe
dirmi perché. E’ lui che
mi racconta questa vicenda. A Foggia non
ha più una lira in tasca. Chiede a un vigile
di indicargli qualche cosa di bello da
dipingere, farne un quadretto e
venderlo, perché allo stato non può
pagarsi neanche un pranzo.
Il vigile sa dirgli solo il duomo, e
lo dirotta verso una vicina trattoria
frequentata dagli artisti.
Al ristoratore ripete ciò che aveva
detto al vigile. E quello: “Bene,
adesso si sieda e si metta in pace
con il pranzo, offro io, poi le consiglierò cosa deve fare”. Lui nel sentire
che non deve pagare nulla si schermisce un po’, ma poi più che il
pudore potè la fame.
Finito il pasto, ancora una breve
chiacchierata e poi il consiglio: “A
Foggia c’è poco da dipingere, vada
a Vieste, là di luoghi e cose da
riprendere ne troverà tanti, le piacerà.” Ciò detto, gli porge cinquemila
lire e alla nuova rimostranza di Annot
aggiunge: “Lasci stare, si paghi il
biglietto dell’autobus e buona
fortuna”.
Ed è così che venne a Vieste,
pensando di starci un mese, due
mesi, forse un anno. Invece rimase
a lungo, attratto dalla bellezza del
luogo e dalla ricchezza di soggetti
da dipingere.
Difatti dipinse molto, ad acquerello e ad olio, esprimendo il suo estro
nella rappresentazione di scorci
suggestivi e di peculiarità notabili di
Vieste, così da diventare — sia detto
pag.3
magari con un po’ di retorica — il
cantore della nostra città col pennello.
Si può dire che non c’è aspetto
significativo, urbano ed extraurbano,
che non sia illustrato nei suoi quadri.
Che egli vende da guadagnarci
quanto gli basta per campare. E non
sempre basta.
Un giorno, appesi alle pareti del
“Ristorante del Mare”, ubicato di
fronte alla chiesa Santa Croce, dove
adesso ci sono il fotografo De Leo e
un’agenzia, vidi dei dipinti di Annot.
Chiesi a Tommasina Ranieri, la padrona, come mai avesse quei quadri
alle pareti, e lei, in poche parole mi
raccontò una storia simile a quella
della trattoria di Foggia. Annot era
entrato per mangiare, e non avendo
soldi voleva pagare con le sue pitture. Tommasina, commossa gli aveva
risposto che lei era ormai anziana e
di quadri non ne voleva, ma lui
poteva venire a mangiare lo stesso
ogni mezzogiorno senza nulla pagare. Se mai quando ne vendeva qualcuno poteva pagare il pasto di quel
giorno.
Annot le chiese allora il permesso
di esporre i suoi lavori nel ristorante,
offrendole la percentuale per ogni
dipinto venduto. Lei gli rispose: “Puoi
metterli, io non voglio niente, se
qualcuno mi chiede informazioni vi
fisso un appuntamento e ve la vedete tra voi”.
Il ristoratore di Foggia e la signora Tommasina sono personaggi d’altri
tempi? Io m’immagino che persone
siffatte siano attuali in tutti i tempi.
Solo che non fanno rumore.
Annot usufruì dell’offerta per una
mesata, e neppure andò tutti i giorni
al ristorante. Alla fine costrinse la
signora ad accettare il dono di un
quadro
Insieme all’amore per la pittura,
gli stavano a cuore la natura (da
vicino ai giovani del WWF, partecipò
con loro alle iniziative di pulizia di
tratti di spiagge e rive) e la difesa dei
valori ambientali-culturali. Una volta,
nei primi Anni Ottanta scrisse una
lettera al Comune per segnalare che
nel centro storico antico, Ad-Alt, da
una casa era crollato un comignolo
in muratura. E, richiamando l’attenzione sull’interesse storico dell’edilizia
d’epoca che quello rappresentava,
concludeva con la raccomandazione
di imporre a chi di dovere di rifare il
comignolo crollato così com’era, in
muratura, diffidandolo dal metterci al
suo posto un tubo di eternit, certamente meno costoso.
Stette fra noi una quindicina
d’anni, discreto e dignitoso, stimato
da quanti con lui ebbero modo di
relazionarsi.
Quando pensò di non riuscire a
trovare più nel nostro luogo soggetti
nuovi da dipingere, materia prima
della sua ispirazione, — così mi
disse — spinto dalla sua costituzionale irrequietezza, cominciò ad allontanarsi da Vieste per periodi prima
brevi poi sempre più lunghi. Per
qualche anno un po’ qua, un po’ là
Annot, Comignoli
nei paesi del Gargano, poi sempre
più lontano e infine in Africa.
Dai suoi viaggi mandava sempre
qualche cartolina agli amici di Vieste
che gli erano stati più vicini. Tra
questi, più di tutti a Franco Ruggieri.
Il quale, quando le cartoline non gli
arrivarono più, prese a cercarlo. E
tanto si diede da fare che trovò
notizie: era deceduto in Africa. Si
recò sul luogo della sua sepoltura, la
fece sistemare dignitosamente e ne
informò la famiglia in Belgio.
Riposa nella savana dell’Alto
Ghana (Tamale) dove è morto il 10
marzo 1990.
Qualche anno dopo, per ricordarlo, Franco Ruggieri fece riprodurre
alcuni suoi quadri su cartolina, annotando sul retro le seguenti notizie
biografiche: Jean Annot è nato a
Forest (Brabante), Belgio, il 21 maggio 1928. Arriva in Italia nel 1966 per
l’alluvione di Firenze ove collaborò
nell’ambito del Servizio Civile Internazionale al restauro di libri, manoscritti
e mobili antichi. Dal 1968 elegge a
Vieste la sua dimora. E’ senza dubbio l’artista che maggiormente ha
saputo rappresentare il Gargano nella
sua autenticità.
Per il suo amore verso la natura
gli amici, del WWF di Vieste hanno
intitolato la sezione al suo nome.
(32 — continua)
Ludovico Ragno
la radio che serve
al Gargano
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notizie notizie notizie notizie notizie notizie
AVVISO PUBBLICO,
CONTRIBUTI PER STUDENTI
La Regione Puglia, con un recente decreto della Giunta regionale, ha
previsto un contributo di 4.000 euro
a favore del Comune di Vieste per
gli studenti che frequentano la Scuola
Secondaria di Primo e Secondo
grado per l’anno Scolastico 2013 —
2014.
I contributi sono concessi agli
studenti in possesso dei seguenti
requisiti: a) servizi di trasporto urbano
ed extraurbano finalizzato al raggiungimento della sede scolastica anche
con riferimento alle peculiari esigenze
degli studenti con disabilità; b) servizi
di assistenza specialistica, anche
attraverso pulmini attrezzati con
personale specializzato con riferimento alle peculiari esigenze degli studenti con disabilità (ai sensi
dell'articolo 3, comma 3, della legge
5 febbraio 1992, n.104).
Gli interessati dovranno compilare
apposita domanda ed inviarla al
Comune di Vieste, improrogabilmente, entro il 30 maggio 2014, con
allegata dichiarazione ISSE 2013,
relativa ai redditi 2012, eventuale
certificazione medica, ai sensi della
Legge 104/52 e documento di riconoscimento.
Lo schema di domanda nonché,
termini e modalità, procedure e
requisiti posso essere consultati sul
sito web del Comune di Vieste.
REPORTER DELLA TUA CITTA'
Diventa protagonista dell’informazione. Scrivi, scatta, riprendi e
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QUANDO UN CANALE D'ACQUA DIVENTA... VEGETALE
ALL’IPSSAR UN SEMINARIO SU "OLIO E VINO, SUCCHI VIVI DELLA TERRA"
Nell'ambito del progetto "ProPONiamo la Puglia 2013-2014" l'Ipssar
"Mattei" di Vieste ha ospitato una
rappresentanza di alunni del Istituto
di Istruzione Superiore
"Adriano Olivetti" di
Orta Nova, per partecipare al seminario
"Olio e vino, succhi vivi
della terra".
Alla presenza del
dirigente scolastico
dell'Ipssar Paolo Soldano, dell'assessore
comunale alla Pubblica
Istruzione, nonchè vicepresidente regionale
dell'Associazione "Città
dell’olio", Gaetano Zaffarano, si sono alternati
gli interventi dei vari relatori, con
moderatore il docente del "Mattei"
Francesco Clemente.
La prima relazione è stata tenuta
dalla docente dell'Istituto "Olivetti" di
Orta Nova, Margherita Pasquariello,
sul tema "Le unicità del territorio di
Capitanata". A seguire è intervenuto
Giulio Mario Cappelletti, docente del
Dipartimento di Economia
dell'Università di Foggia sul tema
"Olio DOP Dauno come risorsa del
Gargano".
Al termine c'è stata una presentazione con degustazione a base di
piatti con prodotti del Parco del
Gargano e l'esibizione del gruppo
folkloristico viestano "Pizz-ch e muzzch". Subito dopo gli alunni dell'Istituto
di Istruzione Superiore "Adriano
Olivetti" di Orta Nova hanno effettuato
una visita guidata al centro storico di
Via dell’Antico
Tel. 338.2132976
Porto Aviane
Tel. 338.2132976
Vieste. Il prossimo 29 maggio toccherà agli alunni dell'Ipssar di Vieste
recarsi presso l'Istituto Adriano Olivetti" di Orta Nova.
RODARI IN STAMPA
progetto di giornalismo
in collaborazione
con il Circolo Didattico "G.Rodari"
LA DEPRESSIONE,
IL MALE DEL SECOLO
Lo chiamano il male del secolo e
sempre più persone ne sono affette,
soprattutto adulte: è la depressione.
Ne abbiamo parlato con la psicologa
Jenny Di Carlo. La depressione può
essere definita un “buco nero”, poiché chi vi precipita ha la sensazione
di essere in un tunnel senza uscita.
Il mondo sembra cambiare colore ed
essere solo pieno di ostacoli, cose
brutte e non ci si sente amati né
capiti. Questo porta ad isolarsi e pian
piano si scivola dalla solitudine alla
depressione, senza neanche accorgersene. Il punto di partenza della
depressione è il non avere un ruolo
appagante, è la noia, che diventando
sempre più grande diventa apatia.
L’apatia nasce dalla mente e arriva
al corpo; si definisce una malattia
umorale. Quando dalla mente passa
al corpo la persona comincia a tra-
L'associazione "Palude Mezzane" di Vieste torna a ribadire la necessità
di attuare la pulitura del canale. Ora è completamente ricoperto dalla
vegetazione... in attesa della prossima alluvione.
BENESSERE IN TAVOLA
“KANGOUROU DELLA MATEMATICA",
OTTIMI RISULTATI PER GLI ALUNNI
DELLA "RODARI
Nelle scorse settimane si è tenuto contemporaneamente in tutta Italia
il "Kangourou della Matematica", una
gara che coinvolge studenti in tutto il
mondo dalla quarta elementare alla
quinta superiore divisi per categorie
di due anni.
Nella categoria Ecolier (quartaquinta elementare) hanno svolto
un’ottima prova i giovanissimi viestani
Andrea Zhu (quarta elementare) e
Damiano Ragni (quinta elementare),
classificatisi rispettivamente al secondo e quarto posto su 6.308 partecipanti, qualificandosi così insieme ad
altri 30 finalisti alla finale nazionale
che si terrà il 12 e 13 maggio all’interno del parco di "Mirabilandia" a
Savio (Ravenna).
E’ un risultato prestigioso per i
due giovanissimi studenti che hanno
bissato quello ottenuto di recente
alle "Olimpiadi della Matematica".
La competizione “Kangourou
della Matematica”, giunta alla sua XV
edizione italiana, è attiva in Australia
dal 1981 ed in Europa dal 1991. E’
organizzata dall’associazione internazionale senza fini di lucro “Kangourou
Sans Frontières”.
Si differenzia da altre analoghe
iniziative per la preponderanza dell’aspetto educativo e divulgativo su
quello competitivo, come esplicitamente dichiarato nello statuto costitutivo dell’associazione.
Si tratta della più grande verifica
internazionale delle abilità in matematica: nel 2013 ha interessato quasi
sette milioni di partecipanti distribuiti
in più di 50 Paesi. In Italia viene
svolta con il patrocinio e la collaborazione del Dipartimento di Matematica
dell'Università degli Studi di Milano.
Sono sempre di più le persone
che soffrono di intolleranze e allergie ad alcuni alimenti.
Sono tanti anche coloro che
scelgono un’alimentazione priva di
alimenti di origine animale. C’è,
inoltre, una crescente attenzione
verso i prodotti biologici.
Per soddisfare queste esigenze, apre a Vieste in Via Madonna
della Libera “SANI MA BUONI”, il
primo negozio specializzato in
alimenti bio, per intolleranze alimentari e per vegani. In questa
rubrica settimanale vi sveleremo i
segreti per una corretta alimentazione. Seguiteci!
FARMACIE
Reperibilità notturna:
- FARMACIA DEL PORTO
dal 10.054.2014 al 16.05.2014
DISTRIBUTORI CARBURANTI
Orari: 7.00—12.30 15.30—20.00
- API Falco — Via Manzoni
- Somarelli — L.Mattei
- ENI Latino — L.re Europa
- ESSO De Michele—L.re Mattei
- TAMOIL Soldano — Defensola
- REPSOL Pastorella
Loc. Piano Grande
Turno festivo
11 maggio 2014
ESSO De Michele—L.re Mattei
LE NOVENE DI SANTA MARIA,
ESPERIENZA DI POPOLO
Volete farla? Venite una di queste
sere alle novene della Patrona di
Vieste…. Vi troverete di fronte a un
fatto!! Un fatto irriducibile a nessuna
categoria, non catalogabile tra il
pittoresco e il bigotto: lì c’e’ un
popolo. Ricchi, poveri, donne, uomini,
bimbi, conviventi, sposati, amanti,
alcolisti, violenti, buonisti…
Viene da citare T.S. Eliot che in
“I Cori della rocca” parlando del
popolo cristiano dice «bestiali, carnali,
egoisti come sempre, ma pronti a
riaffermare la fede dei Padri».
Così siamo noi viestani davanti
alla Madonna: piccoli, poverini, molti
di noi anche lontani dalla santa legge
di Dio, iscritta nei cuori, ormai omologati alla mentalità comune che ci
vuole non liberi ma libertini, schiavi
delle mode, del potere che pretende
salvarci, dei sentimenti non giudicati
dalla ragione, grande dono di dio
all’uomo. Eppure siamo lì, tutti col
naso all’insù, vinti dallo sguardo fisso
a Lei che invece ha detto sì al
Mistero buono permettendoGli di
salvarci.
Ci vorrebbe solo una buona cura
di fosforo per non farci dimenticare
questi giorni in cui tutti noi abbiamo
con decisione riaffermato (basta
ascoltare i canti viestani) quello che
conta, l’essenziale, ciò che serve per
vivere, la speranza che ci fa buttare
nel reale, in tutto il reale: soldi,
politica, affettività, senza censurare e
obliterare niente, In questi giorni è
chiaro per i viestani che non ci
salviamo da soli!
E’ chiarissimo che non è un
progetto politico, non sono i soldi,
non è la carriera che ci salvano, uno
più grande di noi che la nostra
Madonna ha riconosciuto per prima,
salva noi, e noi, con questa certezza
possiamo affrontare tutto senza
paura: politica, soldi, amore, lavoro.
Ma ahimè! Dall’11 maggio tutto
questo è solo un devoto ricordo
quello che conta ridiventa il nostro
progetto borghese di manipolare la
realtà che invece non è nostra.
Cecilia Clemente
APERTI dal lunedì al sabato ORARIO CONTINUATO
dalle 8,00 alle 20,00 — domenica dalle 8,00 alle 13,00
VIA CARLO ALBERTO DALLA CHIESA, 20
scurarsi anche nel vestire e nell’igiene, non riuscendo a trovare più
stimoli in niente. Quando non si
riesce a curarla può portare anche a
gesti estremi come il suicidio.
Un ambiente familiare affettivo è
molto importante per aiutare un
depresso, ma all’occorrenza può
essere di grande supporto anche uno
psicologo per aiutare ad esprimere le
proprie emozioni e sentimenti, senza
paura né condizionamenti esterni.
Ci siamo chiesti come mai in
passato i nostri nonni non erano
depressi così come lo si è adesso.
La psicologa ci ha spiegato che a
quei tempi bisognava occuparsi di
così tante cose che di annoiarsi non
si aveva nemmeno il tempo. Nella
nostra società sempre più tecnologica
e che sostituisce il rapporto faccia a
faccia con un sms o con Facebook,
avremmo tutti bisogno di lavorare di
più sul coltivare relazioni. E, quando
ci si rende conto che si comincia a
vedere il mondo sempre più in bianco e nero, allora è il momento di
chiedere aiuto e farlo può salvare la
vita, cosa preziosissima e unica!
Francesca Ruggieri
Anna Pia Carmela Ricciardi
A VIESTE
STUDIO ODONTOIATRICO
CERCA ASSISTENTE
MASSIMO 25 ANNI.
SI RICHIEDE MASSIMA SERIETA’,
PROPENSIONE ALLO STUDIO,
VELOCITA’ DI APPRENDIMENTO.
PER INFORMAZIONI:
0884.707531
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