Numero 89 - Lisdha News
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Numero 89 - Lisdha News
Trimestrale di informazione sul mondo dell’handicap e della solidarietà Auto: la mappa delle agevolazioni Servoscala o piattaforma elevatrice? Anno XXIV n. 89 aprile - giugno 2016 Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro: “P.I. spa - Spedizione in abbon. postale DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 2 DCB (Varese) - “Taxe perçue” Vedere con le mani Le sculture dell’artista non vedente Felice Tagliaferri SOMMARIO Detto fra noi Muri e il nome di Dio.........................3 Auto la mappa degli sconti fiscali .......22 Isee: ora si può contestare per togliere le indennità dal reddito ..24 Tra le righe Scontenti .........................................4 Assistenza e Previdenza pag 16 L’Avvocato risponde Licenziato perchè lavorava durante i permessi .......................................6 Anche un’assistenza “minima” può motivare il licenziamento ............7 L’Esperto risponde pag 18 pag 20 pag 28 In copertina: L’artista Felice Tagliaferri e Philip Rylands, direttore del museo Museo Guggenheim di Venezia. Seguici anche sul nostro sito internet www.lisdhanews.it Multato perchè sprovvisto del contrassegno blu ........................8 e sulla nostra Pagina Facebook www.facebook.com/lisdhanews Hai bisogno di assistenza? Chiama un supereroe.........................25 E a Brunico arrivano i “nonni in prestito” per aiutare le famiglie .........................25 Bonus assistenza anziani e disabili 2016........................27 Pensione di invalidità civile parametrata alle capacità di lavoro ....27 Mobilità Attualità Servoscala o piattaforma elevatrice....28 Per dare una marcia in più .................10 Lo sguardo di un professore con un’esperienza decennale ...........12 Questi fiori sono i vostri figlioli usciti dalle mani di Dio ......................15 Vedere con le mani ...........................16 Scivoli dipinti contro la sosta selvaggia .............................29 Wheeliz, in Francia il “Car-sharing” è senza barriere .......29 Segnalazioni Go4All, viaggi nel mondo per disabili motori...............................30 Esperienze La forza di ricominciare.......................18 Via libera ai viaggi Prove di vita indipendente ....................19 in aereo senza accompagnatore ........30 La vita da dentro Sport Un’idea diventata grande ...................20 LISDHA NEWS Direttore Editoriale Fabrizio Chianelli Direttore Responsabile Marcella Codini 2 Fisco Hanno collaborato a questo numero Chiara Ambrosioni Laura Belloni Bruno Biasci Roberto Bof Ennio Codini Dana Della Bosca Emanuela Giuliani Giuseppe Giuliani Olympia Obonyo Morena Restelli Fabio Simonelli Scelgo loro.........................................31 Anno XXIV - Numero 89 - Aprile-Giugno 2016 Redazione e amministrazione via Proserpio 13 - 21100 Varese tel. 0332/225543, 348/3679493 email: [email protected] www.lisdhanews.it. 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Autorizzazione Tribunale di Varese n. 624 del 19/2/1992 In ottemperanza alla Legge 675/96 La informiamo che il Suo nominativo compare nella banca dati dell'Associazione Il Girasole, editore di "Lisdha news" e viene utilizzato per l'invio del periodico e di eventuale altro materiale informativo. Ai sensi dell'art. 13 l. 675/96 potrà, in ogni momento, avere accesso ai dati, chiederne la modifica o la cancellazione scrivendo a: Il Girasole, via Proserpio 13, 21100 Varese. Grafica e impaginazione Emmevi Grafica (Va) Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Detto fra noi Stefano Giuliani di Laura Belloni Muri e il nome di Dio Dalla Croce e dai cuori puri rinasce la Speranza. uropa, ancora i muri si alzano alle frontiere, svanite le speranze dell'Ottantanove? Così commenta la scrittrice Laura M. Perassi volontaria nel reparto di oncologia pediatrica dell'ospedale Umberto I di Roma, che a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro, ha assistito alla morte di due bambini: un italiano cattolico e un iracheno mussulmano, legati da stretta amicizia. Da questa straziante esperienza è nata questa favola che voglio raccontarvi. E “Sei pronto, Vincenzino?”- chiese con voce dolcissima l'angelo che era entrato in quel momento nella stanza del bimbo, all'ospedale - "Sì" rispose il bambino e aggiunse: "Andiamo da Dio, vero? "L'angelo assentì col capo”. Vincenzino mise fiducioso la sua mano in quella dell'angelo. Insieme lasciarono l'ospedale.(...), si inoltrarono lungo le vie del cielo. Il bimbo saltellava al fianco dell'angelo, quando, all'improvviso, si sentì chiamare: "Vincenzino, dove vai? Aspettami!" Si voltò indietro e vide venire verso di lui il suo amichetto Mohamed, compagno di tanti giochi, là in ospedale. Anche Mohamed era accompagnato da un angelo che indossava una veste candida, stretta in vita da una fascia d'oro. Sapendo che Mohamed era venuto da lontano per curarsi e che era in ospedale solo con il papà, Vincenzino domandò: "L'hai detto al tuo papà?". "No, l'ho lasciato inginocchiato sul tappeto della preghiera. Mi sembrato il momento migliore per partire. Sono sicuro che Allah saprà consolarlo, dettargli le risposte giuste in fondo al cuore". "Allah", domandò Vincenzino con stupore. "E chi è Allah?". Mohamed scoppiò in una risata argentina (...) e che gli faceva brillare i grandi occhi scuri. "Allah è Dio!". "No, Dio si chiama Trinità ribatté Vincenzino - Ne sono sicuro perché me l'ha detto mio padre". "Anch'io sono sicuro che si chiama Allah, me l'ha detto mio padre", disse Mohamed. Poiché l'autorità di un papà non si mette in discussione, i due bambini dovettero concludere: "Ma allora il tuo Dio non è uguale al mio!". "Questo vuol dire che gli angeli non ci stanno portando dalla stessa parte!", realizzò in un istante Vincenzino e aggiunse: "Io non voglio vedere la Trinità senza di te!” “Neppure io voglio vedere Allah senza di te!". Per fortuna, gli angeli conversavano amichevolmente tra di loro. Un'occhiata d'intesa passò tra i due bambini che fecero dietrofront e si nascosero in mezzo ad un banco di nuvole. "Adesso dobbiamo cercare un posto dove stare insieme", disse Mohamed. Mano nella mano, il piccolo mussulmano e il piccolo cattolico si incamminarono su una strada lastricata di turchesi. Cammina cammina, arrivarono in vista di una città le cui porte erano di zaffiro e di smeraldo, le mura di pietre preziose e le torri di oro purissimo. "Quella è la casa di Dio! - esclamò Vincenzino - del mio Dio", precisò poi. "No, quella è la casa del mio Dio" disse convinto Mohamed. "Ma se è come quella del racconto della Bibbia che mi leggeva la nonna a casa, la sera!" disse Vincenzino, quasi Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 piagnucolando. "Non è possibile, guarda: ci sono due giardini con frutta, palme e melegrane. E anche due fonti zampillanti: è tutto proprio come è descritto nel Corano". "Scommetti che è la casa del mio Dio?", disse Vincenzino. "Scommetti che è la casa del mio Dio?", disse Mohamed. Così dicendo, i due bambini corsero verso l'ingresso principale davanti al quale stavano due angeli, in candide vesti. "Abita qui la Trinità?", domandò Vincenzino. "Sì" rispose uno dei due angeli, sorridendo. Per nulla convinto, Mohamed domandò: "Abita qui Allah?" "Sì" rispose l'altro angelo, con un identico sorriso. "Andiamo a vedere di persona", disse Mohamed, che era un tipo pratico. Forse il tuo Dio e il mio abitano nella stessa casa. Con grandissimo stupore, Vincenzino e Mohamed dovettero constatare che c'era un solo Dio, seduto sul suo trono sfavillante di luce. "Tu sei Trinità?", domandò il piccolo cattolico. "Sì, lo sono". "Tu sei Allah?", domandò il piccolo mussulmano. "Sì, lo sono". "Ma allora hai due nomi!", constatarono i bambini , stupefatti. "Non solo due, ne ho molti di più! disse Dio, divertito - Mi chiamano persino Caso, Natura, ma sono sempre io!". "Senti, - disse Mohamed, il tipo pratico - non si potrebbe chiamarti con un nome solo, visto che tu sei solo Uno? Così tanto per non fare confusione". "Chiamatemi Amore", disse Dio, stringendosi al petto il piccolo cattolico e il piccolo mussulmano” Dalla Croce e dai cuori puri rinasce la Speranza. 3 Tra le righe di Ennio Codini Scontenti Un po’ ovunque emergono leader politici e partiti alternativi. C’è chi li demonizza. Ma ricevono molti voti. Che cosa c’è dietro? egli ultimi anni, un po’ ovunque in Europa si sono affermati sulla scena politica nuovi protagonisti, come il Front National in Francia o il Movimento 5stelle in Italia. Questi nuovi partiti talora sono di sinistra – come Syriza o Podemos – ma in altri casi sono di destra, come il Front National, o quella Alternative für Deutchland – AfD che ha ottenuto un buon successo nelle ultime elezioni regionali in Germania. Talvolta poi sfuggono alla distinzione destra-sinistra, come i 5stelle in Italia. In ogni caso, queste nuove forze politiche si pongono come radicalmente alternative rispetto a tutte quelle preesistenti. Anche negli Stati Uniti le primarie per le elezioni presidenziali hanno visto emergere candidati alternativi rispetto alla tradizione del partito per il quale pure si sono presentati: è il caso di Sanders per i democratici e ancor più di Trump per i repubblicani. Moltissimi cittadini sono scontenti di come le forze che per decenni si sono alternate al governo delle democrazie hanno governato, e non hanno fiducia nel fatto che possano fare meglio. Questo vale soprattutto per quello che un tempo veniva chiamato il ceto medio. N 4 Le ragioni per cui molti appartenenti al ceto medio non hanno più fiducia nelle forze tradizionali sono più d’una. C’è la questione sicurezza, che si lega poi a quella dell’immigrazione. Non a caso, i partiti e i leader alternativi sono spesso fautori della linea dura contro il crimine e anti-immigrazione: è il caso di Trump; è il caso del Front National in Francia, così come dell’Ukip nel Regno Unito o della AfD in Germania. C’è poi, nei paesi dell’euro, uno specifico malcontento nei confronti della moneta unica. Non a caso, i partiti che lì si presentano come alternativi sono quasi tutti contro l’euro. Ma tale malcontento è solo il frutto di un altro, ben più profondo, importante, e diffuso. L’euro è qualche cosa di troppo tecnico per poter essere valutato dalle persone comuni: quante persone ad esempio capiscono davvero il senso del tentativo della Bce di accrescere l’inflazione? L’euro è attaccato perché a torto o a ragione è diventato un simbolo. Ma di che cosa? E arriviamo al punto. La vera ragione del malcontento diffuso nel vecchio ceto medio è il declino del benessere. L’euro è criticato in Europa perché si pensa ne Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 sia una delle cause. E anche i timori con riguardo alla sicurezza e all’immigrazione sono se non creati per lo meno esasperati dal declino del benessere. Non a caso tutti i leader e i partiti alternativi dicono in sostanza agli elettori, anzitutto a quelli del vecchi ceto medio: «La vostra situazione economica peggiora, quelli che da tempo vi governano sono i colpevoli di questo, le loro politiche non funzionano». Qualcuno non capisce. Ma come? Negli Stati Uniti il prodotto interno lordo cresce, non può essere che così tanta gente stia peggio. E anche in Italia o in Francia, in fondo, con qualche investimento in più… E non stiamo forse uscendo dalla crisi? E poi comunque si tratta di livelli appena sotto i massimi di sempre. Ma sono ragionamenti sbagliati. Per cominciare, anche dove il prodotto interno lordo cresce si parla di aumenti del duetre per cento al massimo. E poi giustamente per le persone non conta il prodotto interno lordo ma il loro reddito. E allora la distribuzione conta quanto la dimensione totale. E che cosa è successo in questi ultimi anni? Che non solo il prodotto interno lordo è cresciuto poco Tra le righe Scontenti o addirittura in certi periodi è diminuito, ma la ricchezza si è andata sempre più concentrando nelle fasce a reddito più elevato. Quindi, quello che un tempo si chiamava ceto medio si è andato in buona parte impoverendo. Certo, in generale non parliamo di un crollo ma solo di un calo limitato. Però, diversamente da quelle molto ricche, le famiglie del ceto medio se nell’arco di qualche anno perdono anche solo poniamo il dieci per cento del reddito “se ne accorgono”, perché si ritrovano a non poter più risparmiare o a dover tagliare le spese quotidiane. E poi per gli esseri umani conta molto la linea di tendenza: vedere anno dopo anno anche se di poco il proprio reddito reale diminuire è deprimente, e lo è ancor più se non ci sono prospettive di ripresa. A ciò si aggiunga che un po’ dappertutto sono in corso tagli nelle prestazioni dello Stato sociale, prestazioni che per i ricchi non sono state mai fondamentali, che i poveri purtroppo non sono mai riusciti a sfruttare fino in fondo, e che invece le famiglie del ceto medio hanno sfruttato ampiamente per avere salute, istruzione per i figli ecc. E allora il malcontento si spiega. Gli impoveriti del ceto medio hanno ragione ad essere insoddisfatti della politica. Il ceto medio, d’altra parte, è stato il nerbo dei partiti tradizionali. Per lungo tempo ha avuto fiducia in essi. Fino agli anni Settanta questa fiducia è parsa ben ripagata, crescendo il benessere. Poi le cose hanno incominciato ad andare meno bene. Ma nei primi anni come spesso capita la crisi non è stata così evidente, e tra l’altro c’erano in molti paesi i titoli del debito pubblico con i loro alti tassi d’interesse che garantivano a molte famiglie del ceto medio rendite non trascurabili. Ma adesso? Adesso i titoli del debito hanno rendimento zero. E che cosa si sono sentite dire in questi ultimi anni dai “loro” politici le famiglie del ceto medio? A seconda dei momenti, che la crisi non era poi così grave, o che dalla crisi si sarebbe usciti o addirittura si stava già uscendo. Ma che cosa hanno visto: che loro lentamente si impoverivano governo dopo governo. Il malcontento è perciò forte. Anche perché le persone stanno capendo che non sarà un 1% in più annuo del prodotto interno lordo, ammesso che si realizzi, a invertire di per sé la tendenza, perché la concentrazione della ricchezza continua implacabile, come la crisi dello Stato sociale. E d’altra parte è solo questo che promettono le forze tradizionali. Ecco che allora le persone impoverite spesso vedono quei politici “lontani”, legati sempre più a élite economiche a loro volta sempre più distanti dal ceto medio. E allora non vedono nessuna speranza per loro nelle forze tradizionali. Vedono avanzare un Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 mondo per pochi. Perciò quando vengono le elezioni non vanno a votare, oppure votano per forze politiche o candidati “contro”. C’è chi ridicolizza o demonizza le forze alternative. E probabilmente in misura non piccola sono costituite da mitomani, avventurieri, affabulatori, portatori di progetti irrealizzabili eccetera, eccetera, se non peggio; e sicuramente anche i loro programmi migliori sono assai carenti; ma non si può chiudere il discorso così. Il declino del ceto medio è un dramma che deve essere affrontato. Purtroppo, il fatto che le forze tradizionali facciano finta di nulla, e quelle alternative fatichino a proporre buone risposte, ci dice che paradossalmente forse il problema non sono i politici. Perché i nostri politici, quelli vecchi come quelli nuovi, non sono nel complesso tipi molto originali, creativi; pescano necessariamente le loro idee dalla società. Perciò, se nel complesso la politica offre poco, il sospetto è che la società offra poco. Può sembrare una chiusura troppo generica, però pare a questo punto inevitabile: è necessario anzitutto che nella società si sviluppino idee per un progetto di sviluppo che “tenga dentro” i più, dando loro e ai loro figli prospettive. 5 L’Avvocato risponde di Fabrizio Chia nelli Licenziato perché lavorava durante i permessi La Cassazione ha chiarito che usare i permessi previsti dalla Legge 104 per svolgere attività diverse dall'assistenza può portare al licenziamento. sufruisco dei permessi della 104 per assistere mio padre disabile grave non autosufficiente. Purtroppo, durante un permesso, sono stato scoperto dal datore di lavoro ad effettuare attività di giardinaggio presso un privato e sono stato licenziato per giusta causa. Assicuro comunque che l’evento è stato eccezionale e che io svolgo realmente assistenza per mio padre. Mi sembra troppo grave il licenziamento in tronco. R.O. (Mo) U La situazione è stata trattata dalla Cassazione in modo molto rigoroso. Vista l’importanza del quesito trascrivo per esteso la massima della sentenza della Cassazione n. 8784/2015: “In tema di permessi per l'assistenza a persone portatrici di handicap grave, il comportamento del prestatore di lavoro subordinato che si avvalga del permesso ex art. 33, 3° comma, L. n. 104/1992 non per l'assistenza al familiare ma per attendere, anche solo in parte, ad altra attività configura un abuso per sviamento dalla funzione del diritto, che rileva ai fini della sussistenza di una giusta causa di licenziamento, ripercuotendosi tale comportamento sull'elemento fiduciario con riguardo alla futura correttezza dell'adempimento da parte del lavoratore rispetto agli obblighi assunti”. Ferie e tredicesima con legge 104 Come genitore di un figlio disabile grave usufruisco dei permessi lavorativi della legge 104/92 e il mio datore di lavoro mi ha decurtato le ferie in proporzione ai permessi goduti e intende anche decurtare la tredicesima mensilità. Non mi sembra una cosa corretta, potete darmi un parere in proposito? L.M. (Mb) La questione sollevata dal nostro lettore è stata ampiamente risolta grazie ad un parere del Ministero del Lavoro del 5 maggio 2004, un altro del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Consiglio di È possibile inviare i propri quesiti a Lisdha news, “L’Avvocato risponde” via Proserpio, 13 - 21100 Varese, e-mail: [email protected] 6 Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Stato del 2005. Infine la circolare Inps del 6 marzo 2006, n. 7014, ha definitivamente accolto la direttiva europea 2000/78/CE che vietava ogni discriminazione tra lavoratori e che quindi impediva la decurta- I VOSTRI QUESITI SU INTERNET Potete trovare tutti i precedenti quesiti della rubrica “L’Avvocato risponde” suddivisi per materie sul nostro sito internet all’indirizzo: www.lisdhanews.it rubrica “L’Avvocato risponde” L’avvocato risponde Licenziato perchè lavorava durante i permessi Anche un’assistenza “minima” può motivare il licenziamento Nuova sentenza della Cassazione. In una recente sentenza (la n. 5574/16 del 22 marzo) la Corte di Cassazione si è nuovamente occupata di un caso di licenziamento dovuto ad utilizzo improprio dei permessi per l’assistenza previsti dalla L. 104/92. In questo caso il lavoratore era stato licenziato dall'impresa in cui era impiegato perché si era recato nell'abitazione del parente assistito soltanto per 4 ore, pari al 17,5% del tempo totale concesso in base alla 104/92. Sia il Tribunale sia la Corte d’Appello hanno ritenuto quindi legittimo il recesso datoriale per giusta causa essendo proporzionato all'evidente intenzionalità della condotta tenuta dal lavoratore, che provava un totale disinteresse del lavoratore dai principi generali di correttezza e buona fede del contratto di lavoro. La Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziazione della tredicesima mensilità e delle ferie nel caso di godimento dei permessi lavorativi della legge 104. In conclusione il suo datore di lavoro deve ricalcolare la tredicesima mensilità per intero e così pure le ferie che le spettano. Installare un ascensore negli spazi privati A causa della sclerosi multipla sono diventato invalido costretto su una mento per giusta causa del dipendente che fruendo dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104/92 aveva usufruito solo parzialmente del tempo concesso per l'assistenza al familiare. Secondo la Cassazione sulla giusta causa di recesso datoriale non incide il fatto che il dipendente si sia regolarmente recato dal fa- migliare disabile, non essendosi allontanato dalla propria abitazione per andare a svolgere altre attività lavorativa. Quello che rileva è l’accertamento di un incontestata ed evidente irregolarità sia sulla durata della permanenza e sia in termini di fascia oraria. carrozzina e non posso più fare le scale per accedere la mio appartamento nel condominio dove abito. Le scale inoltre sono troppo strette per installare un servoscala, l’unica possibilità di superare la barriera architettonica è quella di installare un ascensore che andrebbe ad occupare una parte di cortile privato. È possibile accedere a qualche tutela legale per obbligare il privato ad accettare la costruzione dell’ascensore anche contro la sua volontà? S.C. (Pg) può essere imposto al proprietario anche contro la sua volontà purché venga adeguatamente indennizzato. Pertanto la risposta al quesito del lettore è positiva anche se, in caso di disaccordo con il proprietario esclusivo del cortile, dovrà chiedere l’intervento del Giudice affrontando il rischio della sentenza, visto che non c’è l’obbligo di allineamento con le tesi della Cassazione da parte del Giudice di Merito. Il problema posto riguarda l’uso della proprietà privata e la cosiddetta “Giustizia distributiva”. In sintesi la destinazione sociale della proprietà privata e, per il caso che qui ci interessa, la possibilità per il condomino di utilizzare spazi privati in caso di necessità. Recentemente la Corte di Cassazione (sentenza 25292/15) ha stabilito che, in caso di necessità, il condominio possa utilizzare, in via non temporanea, spazi privati salvo indennizzo. Il principio è stato derivato dall’articolo 42 della Costituzione in tema di tutela della proprietà oltre che dall’articolo 1 della Convenzione a salvaguardia dei diritti dell’uomo e dall’articolo 2041 del Codice Civile, secondo il quale l’arricchimento a favore di una persona non può tradursi in un danno per un altro. Da questo principio, facendo riferimento agli articoli 843 e 1127 del Codice Civile, è stato disposto che l’uso di spazi privati Assemblea annuale dell'Associazione Il Girasole Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Informiamo i lettori che l'Assemblea dei soci dell'Associazione Il Girasole, editore del periodico Lisdha news, si svolgerà sabato 14 maggio alle ore 16 presso lo studio dell'avvocato Fabrizio Chianelli in via Cairoli 5 a Varese. All'ordine del giorno il rinnovo delle cariche sociali: presidente, consiglio direttivo, collegio revisori dei conti, l'approvazione del bilancio consuntivo e preventivo e un approfondimento dell'attività svolta e delle prospettive dell'Associazione. 7 L’Esperto risponde di Bruno Biasci Multato perché sprovvisto del contrassegno blu Non essersi adeguato al nuovo contrassegno europeo è costato due multe al nostro lettore. o ricevuto due multe per presunte violazioni agli artt. 157 e 158 del Codice della Strada per aver sostato dopo il 15/9/2015 in area riservata ai disabili col contrassegno di colore arancione anziché quello europeo di colore blu. Ho presentato richiesta di riesame in autotutela amministrativa al Comando di Polizia Locale e il 12/11/2015 anche un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti dall'On. Arianna Spessoto, sull'applicabilità del Dpr 151/2012. Vorrei sapere se siete a conoscenza dell'esito di eventuali ricorsi presentati in Prefettura od al Giudice di Pace e se ritenete, valide e giustificabili le motivazioni e riflessioni indicate nella succitata istanza di riesame. Martino Pirone - Varese H Per chi ci legge e che può trovarsi nella stessa condizione segnalata dal signor Pirone, si tratta di un ricorso a seguito di due multe per aver parcheggiato regolarmente nello spazio riservato ai disabili ma con l'esposizione del contrassegno arancione anziché quello blu europeo e 8 che pertanto aveva superato la scadenza della sostituzione stabilita arbitrariamente dal Comune il 15/09/15. Se si pensa che, a distanza di mesi dalla citata scadenza, in città sono visibili ancora oggi molti cartelli di sosta con il logo arancione, il Comune si dovrebbe "automultare". Le rispondo come collaboratore della rivista Lisdha News ove tratto l'argomento delle barriere architettoniche: in questa veste sono riuscito ad ottenere la liberalizzazione del parcheggio sulle strisce blu da parte del disabile con contrassegno, sia arancione che blu. Mi sono consultato con l'avvocato Fabrizio Chianelli, direttore editoriale della rivista, oltre che collaboratore per gli aspetti legali e condividiamo appieno quanto da lei dettagliatamente esposto e sosteniamo certamente il suo esposto fatto al Comando dei Vigili di Varese; per la sosta sulle strisce blu c'è voluta un'ordinanza del sindaco, penso che anche in questo caso ci sarà voluto qualcosa di simile, non fosse altro che per annullare l'eventuale delibera a cui i vigili abbiano dovuto adeguarsi. Ci dispiace che, come per le strisce blu, Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Varese rispetto a tanti altri comuni si sia comportato verso i disabili sempre in senso restrittivo. Nel momento in cui andiamo in stampa apprendiamo che, che il Giudice di pace, ha annullato le due contravvenzioni dando così ragione alla protesta del nostro lettore, da noi pienamente condivisa. Questa decisione potrà servire a qualche altro cittadino che dovesse incorrere in un problema analogo. Parcheggio scomodo Di fronte alla scuola elementare De Amicis del mio paese è stato da poco ultimato un edificio che prevede circa una ventina di parcheggi. Come evidente dalla foto il parcheggio riservato ai disabili è quello più scomodo e di difficile accesso. Il parcheggio è infatti il più piccolo di tutti e il palo della luce ne rende difficile l’accesso. Il Sindaco mi dice di non poter far nulla in quanto il parcheggio secondo lui è a norma. Mi manda una sorta di regolamento ma nel disegno allegato non vi è un palo della luce! L’esperto risponde Multato perchè sprovvisto del contrassegno blu Assurdo! Con più di 20 parcheggi disponibili il più scomodo è quello riservato ai disabili!!! Che cosa possiamo fare? Luca Edoardo Trama Casorate Sempione (Va) Signor Trama, ho visto con quale tatto il suo Comune ha scelto la porzione di suolo pubblico per delimitare l'area di parcheggio riservata ai disabili. Certo che le misure (non rilevabili dalla foto) saranno quelle prescritte nel Codice della Strada, ma è evidente che nello spirito delle leggi sulle barriere architettoniche, tendente a consentire la massima facilità di movimento del disabile, la presenza del palo avrebbe dovuto consigliare un più corretto posizionamento del parcheggio disabili. Visto che il Sindaco si è premurato di farle avere un estratto del Codice della Strada riguardante lo schema del parcheggio bisognerebbe fargli sapere che la figura sul suolo è modificata solo per adeguare la parte visibile del simbolo del disabile che prima era arancione con validità nazionale è ora è blu con validità internazionale. Assieme però a questa variante, che direi è abbastanza marginale, avrebbe dovuto farle avere copia del testo relativo alla variante all'art.381, comma 5, del CdS introdotta dallo stesso Dpr -151/2012 citato dal Sindaco. Con tale variante è possibile utilizzare come alternativa un parcheggio con le strisce blu, nei casi in cui il parcheggio riservato fosse occupato oppure poco praticabile, come è questo il caso. A Va- rese questo fatto è confermato da una delibera con cui si stabilisce che il possessore del contrassegno ha la possibilità di parcheggiare sulle strisce blu alle stesse condizioni, cioè gratuitamente e a tempo illimitato. Problema wc Avrei bisogno di un'informazione: mi sono documentata per quanto riguarda la normativa per il bagno disabili e, per quanto riguarda il wc, trovo solo indicazioni delle misure in altezza, dimensioni, ecc... ma non su come deve essere realizzato nello specifico (con apertura davanti, doccetta o altro). Potete gentilmente darmi delucidazioni? Giovanna Nones punto condividiamo quanto a suo tempo pubblicato dalla rivista “Mobilità” e cioè che essendo ormai trascorsi 25 anni dalla pubblicazione del Dm-236 nel frattempo sono maturate nella cultura progettuale altre convinzioni e l’adozione del principio della progettazione universale cioè quella non limitata alle persone con disabilità motoria ma attenta alle esigenze di una più ampia platea di utenti. L’altezza del wc (50 cm) che il citato Dm prescrive rappresenta una misura eccessivamente alta che comporta più disagio che aiuto per le persone in carrozzina. Comunque la norma lascia aperta la possibilità di derogare dalle specifiche tecniche quando i risultati ottenibili sono pari o migliori di quelli richiesti da criteri progettuali. Il progettista può quindi prevedere l’installazione di una tazza wc di altezza normale (40-42 cm) sostenendo senza timori, in sede di dichiarazione di conformità, che tale soluzione risponde meglio alle esigenze di un’utenza di disabili e non. La dimostrazione più evidente è che più è alta la tazza e più difficoltoso è il trasferimento dalla carrozzina. Il ricorso a eventuali rialzi in plastica può completare la diversificazione delle soluzioni. Per quanto riguarda l’apertura frontale sul bordo della tazza (probabilmente pensata per l’uso di una doccetta separata) è altamente sconsigliabile come segnalato da diversi soggetti del mondo della disabilità in quanto nella fase di trasferimento dalla carrozzina alla tazza la gamba può incastrarsi e subire persino una frattura del femore. A ciò va aggiunto il fatto che se per l’altezza eccessiva della tazza non vi l’appoggio dei piedi per terra può risultare un precario controllo del tronco e quindi una perdita di equilibrio. Da quanto lei ha descritto dobbiamo supporre che il testo consultato sia quello del Dm-236/89, agli articoli 4.1.6 e 8.1.6, e che quindi le sono note tutte le misure (altezze e distanze) da rispettare nel servizio igienico utilizzabile anche da persona disabile. Diciamo “anche” in quanto il concetto odierno di inclusione prevede che non vi debba essere un bagno specifico per il disabile, magari chiuso a chiave, costringendo l’interessato a ricerche dell’autorizzato, e quasi sempre collocato nella zona destinata all’utenza femminile; il servizio igienico deve essere realizzato in modo da essere utilizzato da tutti. Vi è un dato della legge in riferimento che risulta però quanto meno discutibile ed è l’altezza della tazza. Su questo Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 9 Attualità Maria Teresa Ceriani, psicopedagogista e coordinatrice della sede della Nostra Famiglia di Castiglione. Per dare una marcia in più Realizzare delle case accoglienti dove le persone con disabilità abbiano un percorso di crescita rivolto alla globalità della persona: è l'ambizioso progetto dell'associazione La Nostra Famiglia che conta 29 sedi in Italia, di cui una a Castiglione Olona. 'Associazione La Nostra Famiglia si dedica alla cura e alla riabilitazione delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva. Opera spinta da una motivazione caritativa e di solidarietà so- L ciale, seguendo l'ispirazione del Fondatore, il beato Luigi Monza, che ha sempre sottolineato come scienza e tecnica debbano essere al servizio della carità. Ogni anno l’Associazione assiste nelle sue ven- tinove sedi dislocate in sei regioni italiane oltre venticinquemila pazienti e si caratterizza per una vasta rete di strutture di riabilitazione. Collabora inoltre con l’Organizzazione di volontariato per la cooperazione internazionale (Ovci) in cinque paesi del mondo. Ne abbiamo parlato con Daniela Clerici responsabile del Distretto Varesino che comprende Castiglione, Vedano e Cislago, con Maria Teresa Ceriani psicopedagogista e coordinatrice della sede di Castiglione e con Marco Airoldi, professore di Cultura scientifica e informatica. La Nostra Famiglia, nel suo statuto, fissa come primo obiettivo la “riabilitazione delle persone con disabilità, con una particolare attenzione alla loro educazione, istruzione e formazione professionale”. In cosa consiste questa attività? Maria Teresa Ceriani: L’attività di riabilitazione si pone come obiettivo quello di ridurre gli esiti delle disabilità in modo che non siano più un ostacolo alla crescita 10 Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Attualità Per dare una marcia in più delle persone che ne sono portatrici. Lo scopo ultimo è quello di permettere a ciascuno di esprimere le potenzialità di cui dispone e di sviluppare un benessere tale per cui ogni persona possa dire ‘io sto bene con me stessa e sto bene con gli altri’. Questo comporta una qualità di vita buona, soddisfacente, che è quello a cui noi tendiamo. La qualità di vita è una condizione in cui ciascuno, all’interno e grazie alle abilità che ha raggiunto, può esercitare la massima autonomia possibile. Le persone con disabilità/difficoltà faticano nel raggiungimento delle autonomie; noi proviamo a sviluppare queste autonomie nel modo migliore possibile affinché ciascuno di loro possa avere una vita qualitativamente buona. La riabilitazione si attua attraverso una serie di interventi che vanno dal lavoro fisiochinesiterapico a quello logopedico e di rieducazione acustica; da interventi di terapia occupazionale, a interventi di psicoterapia e di supporto psicologico, fino agli interventi di riabilitazione neuro-psicologica dei disturbi della memoria e dell’attenzione. E’ un percorso ricco e legato alle esigenze del singolo utente, perché a ciascuno va dato quello di cui ha bisogno. Tra le attività de La Nostra famiglia si parla di “ricerca scientifica e studio delle problematiche mediche, psicologiche e psico-educative delle varie disabilità”. In che modo vengono effettuati questi studi? Ceriani: La ricerca viene effettuata all’interno del nostro istituto scientifico Eugenio Medea, che ha sede a Bosisio Parini, in provincia di Lecco. Per realizzare questi studi i professionisti si servono dei dati che vengono registrati all’interno delle varie sedi dell’associazione. La Nostra Famiglia, “accoglie bambini con grave disagio familiare in attesa di affido o adozione, bambini e adolescenti soli o con disagio socio-ambientale in piccole comunità o in nuclei di tipo familiare”. Si tratta di un’altra competenza, che richiede anche educatori con “formazione professionale”… Ceriani: E’ un settore particolare. All’interno di tutti i centri de La Nostra Famiglia vengono accolti bambini e ragazzi in situazioni di disagio familiare e sociale; ci sono poi, soprattutto nelle sedi del Sud, dei percorsi e dei gruppi specifici che si occupano proprio di questa problematica. Quanto alla formazione, gli operatori vengono istruiti nei servizi alla persona in ambito sanitario, sociale ed educativo . Si gestiscono corsi di laurea in convenzione con l’Università, ci si occupa di formazione superiore e professionale, si indirizzano corsi specifici agli operatori de La Nostra Famiglia e di altri Enti e si organizzano corsi e convegni in collaborazione con i maggiori istituti di ricerca italiani e stranieri. A questo proposito è bello citare una frase molto intensa del Beato Luigi Monza: “il bene va fatto bene”. Ceriani: E’ davvero bella, come quella che dice: “a nessuno di noi viene chiesto di fare delle cose straordinarie, ma dobbiamo provare a fare straordinariamente bene le cose ordinarie, di tutti i giorni”. E’ un messaggio, un invito importante, io stessa cerco di fare nel modo migliore quel poco che faccio. Offrite anche dei “percorsi di sensibilizzazione e promozione della cultura dell’inclusione sociale”, contemplati tra i vostri obiettivi… Ceriani: Anche questo aspetto è molto interessante. Grazie all’apporto e alla collaborazione che ci offrono ragazzi e giovani che vengono presso di noi per tirocini informativi o per esperienze di volontariato noi offriamo ai nostri ospiti – che sono tutti adolescenti – la possibilità di vivere alcuni momenti ed esperienze a fianco di questi ragazzi che a volte hanno la loro età, a volte sono un po’ più grandi, ma portano sempre una ventata di freschezza all’interno del nostro centro. L’aspetto del volontariato è molto importante: se una persona volesse impegnarsi all’interno delle vostre strutture, a chi deve rivolgersi? Ceriani: Deve semplicemente chiamarci Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 11 Lo sguardo di un professore con un’esperienza decennale Alle attività scolastiche classiche si affiancano iniziative creative, come ad esempio la web radio o lo spettacolo di fine anno che ha visto i ragazzi portare in scena nientemeno che la Divina Commedia Marco Airoldi insegna da ventidue anni Cultura scientifica e informatica nel centro de La Nostra Famiglia di Castiglione. Gli abbiamo chiesto che aria si respira nelle aule. “Si respira una bella aria - ha risposto il 98% dei nostri ragazzi ci lascia con dispiacere al termine della propria esperienza. Il percorso formativo-professionale dura infatti tre, quattro anni, al termine dei quali c’è la dimissione dal servizio. Dimissione che è sempre frutto di un accordo con i servizi territoriali, assieme ai quali si progetta la prosecuzione di un percorso formativo o professionale. Quasi quotidianamente riceviamo visite di ex-alunni che tornano a trovarci con gioia perché hanno lasciato da noi un pezzetto del loro cuore. E sono cresciuti. All’inizio del loro cammino arrivano da noi un po’ preoccupati: non capiscono bene dove sono capitati e, soprattutto, non sono abituati a stare assieme agli altri. Alcuni di loro, infatti, vengono da esperienze di sostegno scolastico che li hanno certo portati ad apprendere delle competenze, delle abilità pratiche di letto-scrittura, disimparando però a stare con gli altri perché esclusi, perché “difficili” o problematici. Da noi sperimentano un’altra dimensione, perché i percorsi sono fortemente personalizzati e legati alle esigenze di ciascuno, ma vengono poi 12 Marco Airoldi vissuti all’interno di piccoli gruppi di tresei ragazzi. Questo permette di concentrarsi sulle esigenze personali e, allo stesso tempo, creare un ambiente che favorisca la crescita e li aiuti a socializzare. Tra i primi obiettivi che ci prefiggiamo c’è quello di imparare ad aspettare il proprio turno per parlare, o quello di chiedere le cose nel modo corretto. A questo si aggiungono tutte le competenze che vengono dai vari laboratori: che siano pratici o di cultura, laboratori per lo sviluppo delle competenze di base, o per la letto-scrittura – insegnata a ciascuno in base alle personali capacità di apprendimento. Si cerca anche Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 di offrire alternative. Io, ad esempio, insegno matematica. Quando arrivano gli studenti non amano molto la materia: allora, prima di tutto, cerco di metterli a proprio agio, scherzando sul fatto che non devono preoccuparsi, che anche a me non piace la matematica! Gli faccio capire che devono sentirsi liberi di dire ‘non lo so’, ‘non lo so fare’. ‘Impareremo a farlo e se proprio non lo sapete fare, vi insegno un trucco: si può usare la calcolatrice’. Loro sono subito divertiti ed entusiasti. Nel lavoro quotidiano in classe io e i miei colleghi cerchiamo di passare dei contenuti, trasmettere degli apprendimenti e delle competenze ed educarli. Facciamo un lavoro didattico-educativo: c’è la didattica, c’è l’apprendimento. Facciamo insieme, leggiamo insieme, sempre cercando di crescere. E infatti, quando finiscono il loro percorso gli allievi sono davvero cresciuti nelle loro abilità. Possono vederlo loro stessi confrontando il primo lavoro realizzato, ancora molto insicuro, con l’ultimo, quello finale, che chiamiamo “il capolavoro”, che è una sorta di riassunto di tutte le competenze acquisite. C’è sempre un momento di valutazione finale, di qualifica o di attestato di frequenza. E’ un esame che vivono in modo molto intenso e sentito, nel quale mostrano con piacere quello che hanno fatto alla commissione d’esame e anche al presidente della commissione esterna, a seconda della modalità Attualità Per dare una marcia in più d’esame. Una delle prove più importanti è il colloquio finale, sul tema “il mio percorso formativo” nel quale devono raccontare come sono arrivati, cos’hanno imparato, chi hanno conosciuto e frequentato. Cerchiamo di trasmettere loro la consapevolezza sulla differenza che c’è tra quando sono arrivati, quello che hanno imparato e cosa andranno a fare. Noi li accompagniamo per un pezzo importante della loro vita, in cui si gettano le basi per il loro futuro di persone adulte. Alcuni di loro riusciranno a essere autonomi; siamo sempre in contatto con ex-alunni che lavorano, che hanno formato famiglie, che hanno figli, che vivono bene la loro vita, pur con le difficoltà che restano, che hanno imparato a gestire, o hanno trovato le strategie per ovviare. Poi ci sono anche persone che avranno bisogno di un accompagnamento costante … anche loro tornano da noi, magari accompagnati dai genitori, e ricordano con piacere il percorso condiviso, sia per quanto riguarda il luogo, la struttura, che per il rapporto personale con gli insegnanti e l’aspetto affettivo. Quali sono le attività quotidiane che si svolgono presso La Nostra Famiglia di Castiglione? Le attività che facciamo sono davvero tante: ci sono quelle curricolari, quelle nate dalla creatività degli insegnanti e degli operatori che coinvolgono i ragazzi in esperienze che li stimolano da vari punti di vista, oltreché i laboratori. Ci sono gruppi dedicati per i ragazzi dei diversi anni: quelli del terzo anno sono “i girasoli”, quelli del quarto sono “il gruppo adolescenti”. In questi gruppi hanno l’opportunità di vivere insieme una giornata intera o anche più giornate, fuori dal centro. Si gestiscono la giornata da soli, preparano da mangiare, fanno attività diverse da quelle prettamente scolastiche, si sperimentano in cose che non fanno parte della quotidianità presso La Nostra Famiglia, il tutto insieme con i compagni. All’interno di questi gruppi riflettono su se stessi, sul cammino fatto, sulla propria crescita. Un’altra importante attività è la web-radio messa in piedi da alcuni insegnanti: si chiama Turbo Radio Cfp. Trasmette una puntata ogni uno/due mesi, i ragazzi stessi sono i dj che fanno proprio la radio – lanciando i dischi e andando a intervistare - con la coordinazione degli insegnanti: i ragazzi fanno la riunione di redazione e poi partono per il centro del paese microfono o smart- phone alla mano per intervistare. Un’altra attività importante è lo spettacolo di fine anno. I ragazzi vengono coinvolti nella preparazione di questo momento che, per loro, è importantissimo. Ci mettono anima, corpo e cuore perché è un modo per esprimersi. Magari non attraverso la parola, ma con il ballo, con il gesto, le coreografie. E sono bravissimi! Abbiamo iniziato a realizzare questa grande festa quindici anni fa con una decina di ragazzi: oggi sono circa 60, sui 90 presenti nella struttura e tutti lavorano con grande passione ed entusiasmo, commuovendo fino alle lacrime il pubblico stupito! L’anno scorso li abbiamo addirittura portati in tournée, facendo due repliche fuori dal centro. Portare in giro la nostra “Divina Commedia” è stato il raggiungimento di un traguardo per loro e per noi. C. A. usando i numeri telefonici che si trovano sul nostro sito www.lanostrafamiglia.it, poi, insieme, si decidono i tempi e i modi di questo servizio. Noi siamo molto aperti. La Nostra Famiglia gestisce anche dei centri diurni e residenziali per persone adulte con disabilità... Daniela Clerici: Abbiamo due centri. Il primo è una sede residenziale a Como, gestito da una famiglia in collaborazione con l’associazione. A latere abbiamo un centro diurno dove durante la giornata si impegnano i ragazzi in età lavorativa, pur nella loro disabilità. La seconda struttura è a Endine, in provincia di Bergamo. Anche qui abbiamo una residenzialità e ci sono dei ragazzi, ormai in età adulta; annesso alla struttura c’è un centro di lavoro guidato. Cosa succede nella sede di Castiglione de La Nostra Famiglia? Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 13 Ceriani: A Castiglione sono attivi due settori di intervento. Il primo è quello che noi chiamiamo di “attività ambulatoriale” a cui possono accedere persone di tutte le età e si rivolge ai portatori di disturbi di carattere motorio, logopedico, psicologico, neuropsicologico. All'interno del servizio, il primo febbraio scorso, è partito il progetto di riabilitazione dei disturbi dello spettro autistico Noha (acronimo di New Organisation for Autism Healthcare). Si tratta di un servizio rivolto a bambini piccoli, dai tre ai sei anni, in quanto gli studi in materia rivelano che, dal punto di vista rieducativo, proprio in quei anni bisogna intervenire per offrire delle migliori possibilità di sviluppo ai piccoli portatori di autismo. Il progetto è partito a Castiglione e in altre sedi della Lombardia al termine di una ricerca effettuata presso l’istituto Eugenio Medea. Come funziona l’attività ambulatoriale a Castiglione? Ceriani: Un paziente che vive la propria vita regolare a scuola, a casa, o in famiglia, accede al centro due, tre volte la settimana o quanto necessario per le sue attività riabilitative, quindi continua il suo percorso personale. All’interno dell’ambulatorio c'è un servizio di diagnostica e riabilitazione dei disturbi specifici dell’apprendimento, ovvero dislessia, discalculia, disgafia e disortografia, che oggi sono difficoltà sempre più diffuse. Accanto all’ambulatorio è attivo il nostro secondo settore di intervento che è il Servizio di diurnato - detto “a ciclo diurno continuo” - rivolto a ragazzi e ragazze che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età, che siano in possesso di diagnosi clinico-funzionale e per i quali sia stata accertata una disabilità. Le 14 disabilità di cui ci occupiamo e per le quali è previsto l’inserimento nel ciclo diurno continuo sono di tipo cognitivo di grado lieve, medio e medio-grave, di tipo neuromotorio, sensoriale o disabilità legate alla sfera emotivo–relazionale, familiare, sociale. Il Servizio di ciclo diurno continuo opera sia attraverso gli interventi riabilitativi che attraverso un servizio di formazione professionale. aiutarlo a crescere in maniera armonica e completa. Oltre che con i necessari interventi riabilitativi e con l’approccio educativo, i ragazzi vengono formati nella direzione di un percorso socio-occupazionale o socio-lavorativo - a seconda delle possibilità. La Nostra Famiglia sa quanto sia importante che le persone possano stare bene con se stesse e con gli altri, vivere bene insieme, stare bene all’interno di un ambito sociale. Queste sono le dimensioni che cerchiamo di curare. Vogliamo anche rivolgere un appello ai genitori: non abbiate paura a contattarci e a pensare un percorso presso il nostro Centro per il vostro figlio o la vostra figlia con difficoltà. Presso La Nostra Famiglia i vostri ragazzi adolescenti potranno vivere “alla pari” delle importanti esperienze relazionali e sociali, perché ragazzi e ragazze possono relazionarsi in modo paritario con altri coetanei che hanno qualche difficoltà come loro, ma - allo stesso tempo – hanno delle capacità e delle competenze simili alle loro. In questo modo possono davvero vivere tra loro dei rapporti di amicizia e di affetto. Clerici: E’ proprio questo lo spirito che Perché un centro di formazione professionale all’interno di un centro di riabilitazione? Ceriani: I ragazzi di 14, 15, 16 anni sono ancora in un’età in cui è previsto l’obbligo scolastico o formativo; inoltre, dal punto di vista dei loro bisogni, anche per questi ragazzi - pur con disabilità - c’è la necessità di un lavoro formativo ed educativo, oltre che riabilitativo, che li porti a un inserimento sociale. Questo è il nostro obiettivo finale: offrire a ciascuno un percorso che garantisca uno status sociale. Questo percorso formativo-professionale si svolge grazie alla collaborazione di un gruppo di circa 30 educatori/insegnanti. Dottoressa Ceriani, qual è, a suo parere il punto di forza de La Nostra famiglia? Ceriani: Il nostro punto di forza è che proponiamo ai ragazzi un’offerta integrata: riabilitativa, formativa (socio-occupazionale e socio-lavorativa) ed educativa. Il professor Giorgio Moretti - uno dei più grandi maestri nel campo della riabilitazione per tanti di noi - diceva che al ragazzo con disabilità bisogna rivolgersi in modo globale, avendo ben presente tutta la sua persona, tutti quelli che sono i suoi bisogni riabilitativi, educativi e formativi. Solo così possiamo Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Daniela Clerici, responsabile del Distretto Varesino della Nostra Famiglia Attualità Per dare una marcia in più anima le nostre famiglie – di Vedano e Cislago –; il pensiero di costituire il coordinamento del distretto varesino è nato per creare la filiera della presa in cura dei bambini in età evolutiva. Se, infatti, a Castiglione ospitiamo ragazzi grandi, a Vedano troviamo bambini: scuola materna e scuola elementare con riabilitazione all’interno. A Cislago abbiamo solo l’attività ambulatoriale, ma si respira la stessa aria di coinvolgimento e impegno. Don Luigi ha voluto quest’opera insieme alla signorina Zaira Spreafico, che ha guidato l’Associazione fin dai primi anni insieme al Fondatore ed è mancata nel 2004, ma l’ha voluto soprattutto il Signore, che è più grande di tutti noi. Anche quando abbiamo avuto dei momenti di difficoltà come Piccole Apostole e la signorina Zaira si chiedeva come avremmo potuto continuare a lavorare, abbiamo sempre ricordato le parole di Don Luigi in tempo di morte: “vedrai, vedrai, vedrai…”. La missione dell’Opera quindi continua, attraverso le Piccole Apostole e la loro semplice testimonianza, ma soprattutto nello spirito dei nostri educatori. Così tanti bam- bini in difficoltà potranno trovare un casa accogliente guadagnando in professionalità e in capacità, per vivere integrati in un mondo che cambia velocemente e che ha sempre fretta e vuole grandi prestazioni. I bambini ospiti de la Nostra famiglia potranno dare la loro prestazione, secondo la loro natura. Questo è davvero lo spirito che il beato don Luigi Monza voleva. Chiara Ambrosioni “Questi fiori sono i vostri figlioli usciti dalle mani di Dio” (beato Luigi Monza) I centri de La Nostra Famiglia sono parte di un’Associazione nata dal cuore e dall’intelligenza di un sacerdote che fissava costantemente il suo sguardo nel Cristo umile, povero e crocefisso. Era il beato Luigi Monza, un pastore di anime che non si dedicava tanto allo studio, ma piuttosto alla predicazione, cercando di proporre un modello di vita tanto affascinante quanto imitabile da chiunque volesse farlo proprio. don Luigi nacque a Cislago, in provincia di Varese, il 22 giugno 1898. La sua era una famiglia semplice ma molto unita. Ordinato sacerdote nel 1925, concepì nel tempo l’idea di fondare un’Opera che incarnasse la spiritualità del primo cristianesimo. Don Luigi sentì in modo irresistibile il bisogno di “plasmare” anime desiderose di testimoniare una carità senza limiti: carità per dio e carità fraterna. Ed ecco sorgere “La Nostra famiglia”, Opera gestita dall’istituto secolare delle Piccole Apostole della Carità, con l’obiettivo di promuovere il benessere spirituale e corporale delle persone che vi accedono. Alla morte di don Luigi, che risale al 29 settembre 1954, le Piccole Apostole si assunsero il compito di dar vita al sogno e alle speranze del loro fondatore. Così, piano piano, l’Opera è cresciuta, raggiungendo tante regioni d’Italia e superandone anche i confini fino ad arrivare in Brasile, Sudan, Ecuador, Cina… Nel 2006 don Luigi viene proclamato “beato” dal Santo Padre Benedetto XXVI. La sua testimonianza di vita e le sue parole continuano a fare del bene a tante persone; il suo messaggio d’Amore tocca nel profondo, infonde fiducia, invita a quella comunione fraterna di cui ogni persona è profondamente assetata nell’intimo del suo cuore. Tante sono le riflessioni e le esortazioni raccolte nel testo “Don Luigi ci parla”. Eccone alcune particolarmente toccanti: “La parola BASTA non si trova nel vocabolario della Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 carità”/ “Questi fiori sono i vostri figlioli usciti dalle mani di Dio e consegnati a voi genitori per essere cresciuti, allevati, educati nel Santo Timor di Dio”/ “Vedete: questa terra è un giardino per il Signore. Voi siete i giardinieri. Nel giardino ci sono tenere pianticelle che voi dovete coltivare, innaffiare, far crescere. Queste piante saranno trapiantate lassù nel cielo. Siete voi dei buoni giardinieri?” A ciascuna di noi Piccole Apostole, a ogni operatore, don Luigi chiede di far crescere bene i ragazzi e le persone che sono nel nostro giardino. Piccole Apostole della Carità 15 Attualità L’artista Felice Tagliaferri e Philip Rylands, direttore del museo Museo Guggenheim di Venezia. Vedere con le mani L’esperienza artistica di Felice Tagliaferri e l’impegno del Museo Guggenheim di Venezia. n museo per tutti? È successo a Venezia, dove le porte di Palazzo Venier dei Leoni si sono aperte per far sì che il suo patrimonio artistico fosse sempre più accessibile. Le opere d’arte non si possono toccare, è una regola di base, ma alla Collezione Peggy Guggenheim esiste l’eccezione, grazie al progetto “Doppio senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim”: un percorso di accessibilità dedicato al pubblico con disabilità visive che attraverso il senso del tatto ha portato alla conoscenza di alcuni capolavori collezionati dalla mecenate americana, riprodotti in rilievo su tavolette in resina. In occasione di quattro appuntamenti, terminati nella prima parte del 2016, visitatori non vedenti e ipovedenti, ma anche vedenti, sono stati invitati a prendere parte a percorsi tattili guidati che hanno permesso loro di fruire sia di alcune opere della collezione permanente (“Ritratto di Frau P. nel Sud” di Paul Klee, “Verso l'alto (Empor)” di Vasily Kandinsky) che di due capolavori della mostra temporanea “V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita”. Gli incontri si sono articolati in due momenti: alla prima parte, una visita tattile con Valeria Bottalico, ideatrice e curatrice del progetto, è seguito un laboratorio condotto dall’artista non vedente Felice Tagliaferri, che ha guidato i partecipanti alla scoperta della scultura. Proprio con l’artista, cieco da quando aveva 14 anni, abbiamo scelto di fare una chiacchierata. U 16 Felice Tagliaferri. Cosa possiamo dire di te? Artista… Artista, scultore, ho girato tre film, e insegnante. Insegnante per piacere e, in qualche misura, per necessità. Fino a qualche anno fa si riusciva tranquillamente a vivere d’arte, se eri un buon artista, ovviamente, ma oggi non è più così. Oggi l’arte è diventata soprattutto un fatto commerciale, di marketing. Certo, ci sono tantissime persone valide. Ma anche molti che senza la comunicazione delle grandi gallerie e delle aste non sarebbero nessuno. Per quanto mi riguarda questa è stata un’ottima occasione per andare in giro per il mondo a tenere lezioni. Quando hai scoperto questa passione per la scultura? Quando avevo venticinque anni il maestro Nicola Zamboni, ex insegnante dell’Accademia di Brera di Milano, ha chiamato tre non vedenti nel suo laboratorio di scultore. Il suo scopo era quello di vedere come un non vedente potesse ricreare delle forme conosciute, quali fossero le sue abilità e quale apporto innovativo – se mai ce ne fosse uno – potesse dare la disabilità visiva a questa arte. Dopo tre incontri, la sua curiosità era stata soddisfatta. Lui era a posto, ma io no. Paul Klee, l'opera e la trasposizione tattile. Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 Attualità Vedere con le mani Tre volte erano poche. Perché non sono bastate? Perché durante quegli incontri mi si è aperto un mondo. Ho scoperto che con la scultura potevo dar forma alle immagini che avevo dentro. Da quel momento sono stato due anni a bottega da Zamboni per imparare i segreti della scultura. Ovviamente non li ho imparati tutti, ma una parte, e da lì è cominciato il mio percorso. Un’altra buona parte la sto scoprendo lungo la strada. Il modo migliore per imparare è quello di praticare, metterci mano, e frequentare l’arte degli altri. Che materiali usi per le tue opere? Creta, legno, marmo e pietra. E poi il bronzo. Ovviamente per il bronzo devi prima usare la creta, la cera e poi la fonderia fa il pezzo. Quali sono i tuoi soggetti preferiti, e perché. I miei soggetti preferiti sono corpi. Avendo fatto per trent’anni judo ho una grossa sintonia col corpo. Con il mio e con quello degli altri. Un’arte marziale ti insegna la disciplina della definizione dello spazio, la precisione. Conosco il corpo in tutte le sue posizioni e le sue forme e mi piace usarlo come soggetto. Cosa ci puoi dire dei laboratori organizzati dal museo Peggy Guggenheim di Venezia, qual è stato il percorso che ti ha portato a tenere lezioni in uno dei più importanti musei di arte contemporanea in Italia? Quale valore ha, secondo te, questa operazione? Il Guggenheim ha fatto una gran cosa. Tieni presente che in Italia esistono il museo Omero e il museo Anteros che sono i numeri uno e i fari a livello europeo per quello che riguarda l’arte e l’accessibilità, però entrambi, con i quali io collaboro da diversi anni, trattano solo l’arte classica, l’arte figurativa. Il Guggenheim ha fatto un passaggio fondamentale portando l’accessibilità dal figurativo all’astratto. Ha dato quindi una possibilità ulteriore alle persone che hanno difficoltà visive. Secondo me è una cosa meravigliosa: io stesso mi sono avvicinato all’arte astratta grazie al Guggenheim e alla sensibilità del suo direttore Philip Rylands. Per completezza devo dire che anche un altro muso sta lavorando in questa direzione: il Museo di Arte Contemporanea di Roma. Insieme a loro siamo riusciti a rendere accessibili i lavori di Toti Scialoja, pittore e poeta che non ha bisogno di presentazioni. Come è riuscito il Guggenheim a far percepire l’astratto, come concetto ar- Max_Ernst opera riprodotta nel laboratorio. tistico, come forma espressiva, a un non vedente? Un progetto per l’arte astratta accessibile deve comunque passare dal figurativo, perché per un non vedente, che percepisce l’insieme partendo dal dettaglio, diventa difficile capire un’arte astratta. Be', in realtà è difficile per tutti… Sì, tieni però presente che chi non ha problemi visivi percepisce le cose nel loro insieme, ha quindi meno problemi di, diciamo così, orientamento nella percezione. Chi non vede parte dal dettaglio e cerca sempre, per abitudine consolidata, qualcosa che conosce, che lo possa far orientare. E nell’arte astratta non si trova. È un problema che si risolve appunto con il passaggio graduale dal figurativo all’astratto, in una sorta di “apprendimento artistico” tattile, se così si può definire. Si entra in un altro schema mentale, si cambia un po’ il modo di pensare, si impara ad apprezzare questo tipo di arte. Chi saresti oggi, senza la scultura? Non riesco a pensarmi senza la scultura. L’arte non è solo un modo più completo di esprimersi, è anche un’esperienza che ti arricchisce ogni giorno di più. E la scultura è, tra le arti, la più fisica che esista. Come paragone mi viene solo in mente il rapporto che ci può essere tra due amanti, ed io non voglio assolutamente rinunciare all’altra mia metà. Fabio Simonelli Indirizzi internet utili Museo Peggy Guggenheim Venezia http://www.guggenheim-venice.it/ La chiesa dell’arte http://www.chiesadellarte.it/ Museo Tattile Statale Omero http://www.museoomero.it/ Museo Tattile Anteros di Bologna http://www.cavazza.it/drupal/?q=it/node/315 Museo Tattile Varese http://www.museotattilevarese.it/ Museo di Arte Contemporanea di Roma http://www.museomacro.org/ Il Cristo Rivelato: vietato non toccare Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente noto a livello internazionale e fondatore della Chiesa dell’Arte, scuola di arti plastiche. Le sue creazioni sono sculture “non viste”, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l'uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Lavora con materiali diversi: creta, marmo, legno o pietra, ed è anche insegnante. La sua arte è stata definita da diversi esperti del settore "arte sociale" per l'impegno che caratterizza le sue mostre. Nel 2008 Tagliaferri, durante un suo soggiorno a Napoli, colse l’occasione per visitare la Cappella Sansevero, dove tuttora è custodita la preziosa scultura settecentesca di Giuseppe Sanmartino, il Cristo Velato. Però all’artista, cieco dall’età di 14 anni, fu impedito di vedere l’opera a suo modo, cioè con le mani. Fu questo evento ad ispirare Tagliaferri nella creazione della sua opera più famosa, il “Cristo Rivelato”: una scultura tattile che si rifà all’opera di Sanmartino ma, diversamente da quella, può essere toccata e apprezzata da tutti, in particolare dai non vedenti, che possono leggere il marmo toccandolo con le mani. Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 17 Esperienze La forza di ricominciare Ritrovarsi in una sedia a rotelle dopo un incidente in moto: Sergio ci racconta la sua nuova vita dove ha ricevuto anche tanto aiuto dagli altri. Ma confessa "Il futuro? Non lo vedo!" mare uno sport come il motocross e trovarsi la vita completamente rivoluzionata a causa sua: uno scherzo crudele che ha dovuto accettare Sergio Bergonzini, quarantaduenne di Arcisate (Varese). Una vita assolutamente normale: ragazzino, ha la passione per la moto, condivisa con suo fratello; i suoi genitori, però, pongono il veto. Se vuole davvero una moto, deve guadagnarsela. Comincia a lavorare prestissimo, e comincia a mettere da parte i soldi, i “suoi” soldi, per poter finalmente realizzare il suo desiderio: una moto tutta e davvero sua. Gli è sempre piaciuto anche il motocross, uno sport decisamente non adatto a tutti: “Non ero professionista, solo qualche garetta così, niente di che. Il motocross mi serviva soprattutto come valvola di sfogo, ecco.” Sergio fa una pausa, poi aggiunge: “In strada è pericoloso, andavo sempre tranquillo.” In quel salto andato male Sergio si rompe 11 costole e lo sterno, lede tre arterie polmonari e ha un danno spinale grave. “Mi hanno detto che è arrivato l’elicottero per portarmi in ospedale: io non me lo ricordo.” Passa sette giorni in Rianimazione, per le lesioni che ha riportato, ma saranno solo i primi di una lunga serie di giorni passati in ospedale, all’inizio a Varese, poi a Milano. Viene operato alla schiena e ai polmoni a Varese, deve restare a letto da giugno a ottobre: quattro mesi sono lunghi, soprattutto se come compagno costante hai il dolore: “Questo c’era sempre. Tanto, tantissimo dolore.” La prima reazione alla notizia che non avrebbe più camminato è stata di incredulità: “Non è vero, non è vero, pensavo… però era vero”. Il 15 giugno 2013, proprio durante una sessione in una pista a Cairate, in provincia di Varese, succede qualcosa: “Non mi ricordo come mai, in realtà. Non mi ricordo se è stato un errore mio, se è stata la moto, se era il terreno… dopo un salto, All’inizio l’obbiettivo era arrivare ad alzarsi, arrivare alla sedia a rotelle, al resto avrebbe pensato dopo, e quel dopo arriva quando entra all’Unità Spinale dell’ospedale Niguarda di Milano. Qui comincia a fare i conti con quella che sarà la sua A 18 sono caduto. Sono caduto male. Mi ricordo il dolore. Gridavo per il dolore e continuavo a gridare “Le gambe, le gambe!””. Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 nuova vita, comincia a destreggiarsi con la carrozzina. “Ti insegnano come fare tutto, come vestirti, come alzarti dal letto, come muoverti con la carrozzina… Ti in- Esperienze La forza di ricominciare segnano anche come fare per i tuoi bisogni, come evitare di sporcarti… Ti insegnano a vivere con la carrozzina” racconta Sergio - “Quando sei in ospedale, vedi tante persone che sono lì come te per imparare di nuovo a fare le cose… ti guardi intorno e vedi tanti che sono tetraplegici, per dire, che stanno comunque peggio di te e un po’ ti consoli, ecco, perché poteva andarti peggio di così.” L’ospedale, però, è comunque un ambiente protetto, diverso dal mondo “vero”, e di questo ci si rende conto quando si esce e comincia davvero la vita “con” la carrozzina: “In ospedale, sai, c’è sempre qualcuno: se cadi, ti tirano su, se ti sporchi, ti puliscono… è un ambiente ovattato e il mondo fuori non mi preoccupava più di tanto”. Poi però arriva il momento di tornare nel mondo, di tornare a casa. Accanto alla felicità di essere comunque a casa propria, arrivano le difficoltà della vita di tutti i giorni: Sergio vive in una casa al terzo piano senza ascensore, e deve anche essere operato nuovamente. “Arrivato a casa, c’è ancora il dolore. Ancora molto dolore. Mi hanno operato di nuovo, ma stavolta il risultato non è stato perfetto. Dopo sei mesi, però, ho potuto almeno ricominciare a lavorare.” Sergio ha avuto problemi economici da quando si è fatto male, a cominciare dal fatto che, essendo il suo palazzo senza ascensore, ha dovuto provvedere da solo all’installazione di un servoscala per poter uscire. L’altro grosso problema è stata la macchina: adattare la sua ad essere usata nelle sue nuove condizioni sarebbe stato molto costoso, ma qui gli viene in aiuto, a sorpresa, la sua azienda. “Lavoro alla SFK. Dopo l’incidente la mia azienda mi Prove di vita indipendente A Bologna una “casa di transizione” che fa sperimentare a giovani con handicap cosa significa vivere da soli. Il momento di spiccare il volo dal nido familiare arriva per tutti, anche per i ragazzi disabili. Ecco perché a Bologna, l’onlus Aias ha creato “Le Palme”, uno speciale appartamento che ai giovani con handicap consente di sperimentare cosa significa vivere da soli lontani da mamma e papà. L’abitazione è provvista di 2 camere con letti motorizzati, armadi ad ante scorrevoli, bagni accessibili attrezzati con lavasciugatrice. Il soggiorno è in comune per favorire la socializzazione e all’esterno c’è un giardino recintato, anch’esso senza barriere architettoniche, con parcheggio. “Le Palme” accoglie per un weekend o per periodi più lunghi, fino a un massimo di 24 mesi, tutti i disabili con parziale autosufficienza che vogliono vivere un’esperienza esistenziale di autonomia nel rispetto della propria dignità e riservatezza. “Vita indipendente non significa che le persone con disabilità desiderano fare tutto da sole e che non hanno bisogno di nessuno o che amino vivere in isolamento – dicono da Aias commentando il progetto –. Vita indipendente significa vivere come, dove e con chi si vuole, frequentare le stesse scuole del quartiere, usare gli stessi autobus che usano i vicini di casa, fare lavori che sono in linea con la formazione acquisita e con i propri interessi. Le persone disabili vogliono essere protagoniste della propria vita”. aveva garantito che mi avrebbe conservato il posto di lavoro, e già questo era molto. Poi, loro fanno sempre, a Natale, qualcosa per beneficenza, a volte una donazione per un’associazione, cose così. Quell’anno, hanno deciso di aiutare me e mi hanno regalato la macchina andare a lavorare. E’ stata una cosa bella, da parte loro e un grosso aiuto per me”. Quando ha avuto bisogno, è stato aiutato: lo dice, Sergio, anche quando racconta che ha una nuova mansione nella sua vecchia ditta, che non gli piace molto ma va bene lo stesso, e pensando anche all’aiuto che le persone della sua famiglia e della famiglia di sua moglie gli danno tutti i giorni: “Forse è anche per ringraziare loro che tiro avanti. Sai, se assisti un malato che si lascia andare… dopo ti passa anche la voglia di farlo. Se invece vedi che si tira su, che va avanti… vai avanti anche tu.” Andare avanti, già. Come si fa ad andare avanti, dopo un cambiamento di vita così drastico? “Mia figlia Claudia è la chiave di tutto. E mia moglie Elena, che mi aiuta molto”. E come vede il futuro, adesso? Sergio fa una pausa: “Non lo vedo. Per adesso, non lo vedo”. Dana Della Bosca Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 19 Sport Un’idea diventata grande Nato nel 2009 grazie ad un volontario del Sindacato Pensionati della Cgil di Besozzo, il progetto “Coesione Sociale, che vede protagonisti anziani e persone con disabilità, è diventato un modello esportato in altre province lombarde. ntico, popolare e non da adesso anche inclusivo. E’ il vecchio e caro gioco delle bocce. Nell’immaginario collettivo uno sport per anziani, forse perché il camminare su e giù per un campo lungo poche decine di metri non viene considerato “motorio”, ma allora, perché il tiro con l’arco o con la pistola sono a tutti gli ef- A 20 fetti sport olimpici? Premessa e domanda che alla locomotiva del progetto “Coesione Sociale” del Sindacato Pensionati Cgil di Besozzo non sono neanche passati per la mente. La locomotiva in questione è Severino Bonandin ex dirigente sindacale oggi “pensionato attivo” impegnato senza risparmio nel Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 coordinare un progetto diventato punto di riferimento in Lombardia e anche fuori. “L’idea iniziale rivolta agli anziani e tutt’ora linea guida era quella di creare una rete di attività ludico/culturale/sportiva per ottimizzare e potenziare la socializzazione spiega Bonandin - ridare valore al proprio tempo, essere protagonisti e positivi all’interno della società in continua evoluzione, sia come pensionati che come soggetti ancora attivi nel mondo del lavoro. Strada facendo l’idea si è rivelata talmente buona e apprezzata da arrivare ad allargare la partecipazione eliminando alla base possibili elementi di preclusione, comprendendo anziani residenti in strutture e a casa propria insieme a persone con disabilità, consentendo a tutti di interagire. Oggi come Spi Cgil possiamo dire di essere addirittura in difficoltà per rispondere alla domanda crescente di partecipazione e collaborazione e quindi siamo orgogliosi di poter essere utili anche solo come un modello per altre realtà e addirittura altre province, come accadrà nella prossima estate con le finali della manifestazione “Giochi Liberetà”, arrivata alla sua ventiduesima edizione, che si svolgeranno a Brescia”. Sport Un’idea diventata grande Quello di “Coesione Sociale”, parte integrante dei “Giochi di Liberetà”, è un calendario ricco che condividete con l’Istituto Sacra Famiglia di Coquio Trevisago a sua volta portatore di collaborazione con la Polisportiva Vharese dedita all’attività per persone più o meno giovani con disabilità intellettiva. E’ stato lo sviluppo naturale di incontri e collaborazioni diventati in breve tempo autentica inclusione - conferma Bonandin L’esempio più bello è il torneo di bocce “1+1=3” giocato da squadre composte da anziani, volontari e intellettivi. Una formula che con nostra grande soddisfazione si sta allargando a macchia d’olio. Non solo bocce. Non solo bocce, molto di più. Nel calendario di quest’anno, distribuito soprattutto nella zona dei laghi, gli appuntamenti sono 31 e riguardano il ballo, tornei di carte come burraco, scala 40 e briscola, ballo, tennis, pesca e, grande novità di quest’anno, addirittura il golf che io per primo ho scoperto come sport popolare e per niente esclusivo, dove al nostro primo incontro mi è capitato un qualcosa di inaspettato. Dica.. Alla mia età non avevo mai preso in mano una mazza da golf prima di allora. Mi presento al maestro con un po’ di soggezione e la prima lezione fila via liscia con crescente confidenza e cordialità. Al termine chiedo quanto devo e lui mi risponde ‘niente’. Ma come? - dico io - messo all’erta da molti ero preoccupato per i costi e per le caratteristiche dei nostri allievi pensavo di chiedere una trattamento di favore. Adesso mi sento dire addirittura ‘niente. A quel punto il maestro mi spiega: “Sono io che devo qualcosa di importante a voi perché Severino Bonandin e Emidio Novali con la vostra presenza contribuite a sdoganare il golf etichettato come sport per ricchi. Ogni disciplina sportiva può essere popolare o esclusiva. Voi ne siete la prova lampante”. Questa è solo l’ultima piacevole scoperta che ho fatto vivendo questa fantastica quanto impegnativa esperienza. Dove c’è una realtà con un’attività che funziona c’è prima di tutto una persona che funziona. Per quanto riguarda “Coesione Sociale” mi sembra di capire che le persone siano almeno tre. A fare la differenza sono sempre le persone - dice Bonandin - con la Sacra Famiglia di Cocquio nella persona di Emidio Novali c’è piena sintonia ma direi grande amicizia. Un rapporto che ha favorito la conoscenza con il Vharese nella persona di Anna Sculli. Senza dimenticare quanti si impegnano senza risparmio dal guidare un pulmino all’occuparsi della burocrazia, dal partecipare alle iniziative a promuoverle. Tutti indispensabili, tutti protagonisti, tutti appassionati di attenzione per gli altri senza preclusione. Modello e progetto pilota. Tanta roba! Orgoglio e merito di tanti. Il progetto di coesione sociale è partito da Besozzo nel 2009 in accordo con altri Comuni, i centri anziani, le residenze socio sanitarie e i centri diurni per persone con disabilità. Già nel 2010 i Comuni aderenti al progetto erano raddoppiati e il progetto esteso nelle province di Mantova, Lodi e Bergamo. L’idea diventata grande va incontro a chi trovandosi dall’oggi al domani a doversi riorganizzare una quotidianità senza l’impegno del lavoro ha la sensazione di essere diventato inutile e tende a chiudersi disdegnando la condivisione di una passione o un’attività qualsiasi. A queste persone basta aprire una porta qualsiasi e le nuvole nere spariscono nel cielo azzurro della serenità che caratterizza la socialità e l’inclusione. Roberto Bof Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 21 Fisco Auto la mappa degli sconti fiscali Iva agevolata, detrazioni Irpef, esenzione del bollo auto e dell'imposta di trascrizione: tutte le agevolazioni per i veicoli destinati a disabili. e spese sostenute per i veicoli destinati al trasporto di persone disabili possono fruire delle seguenti agevolazioni: - Iva agevolata del 4% (anziché del 22%); - detrazione Irpef del 19%; - esenzione dal pagamento del bollo auto (in base alle specifiche leggi della Regione di residenza); - esenzione dalle imposte di trascrizione sui passaggi di proprietà. L Destinatari I veicoli devono essere utilizzati a favore di disabili appartenenti ad una delle seguenti categorie: 1. non vedenti e sordomuti (art.1 L. 68/99) Sono ricompresi fra i non vedenti le persone colpite da cecità assoluta o con residuo visivo non superiore ad 1/10 in entrambi gli occhi (anche con eventuale correzione). Sono invece esclusi gli ipovedenti mediogravi e lievi 2. disabili psichici o mentali titolari dell’indennità di accompagnamento, 3. disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni 22 4. disabili con ridotte o impedite capacità motorie, non affetti da grave limitazione permanente della capacità di deambulazione. In questo caso però per fruire delle agevolazioni è necessario che il veicolo sia adattato per le esigenze del disabile. Naturalmente le disabilità devono essere certificate dalle apposite commissioni mediche di accertamento dell’handicap ai sensi della legge 104/92. Su quali veicoli I veicoli agevolabili sono: * le autovetture, destinate al trasporto esclusivo di persone; * gli autoveicoli per trasporto promiscuo, cioè veicoli destinati al trasporto di cose e persone (con massimo 9 posti e massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 t); * gli autoveicoli per trasporti specifici, cioè muniti in modo permanente specifiche attrezzature finalizzate ad agevolare il trasporto del disabile; * gli autocaravan (aventi al massimo 7 posti): per questi veicoli è però previsto solo la detrazione Irpef del 19%; * le motocarrozzette, cioè veicoli a tre ruote con carrozzeria (che consentano il Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 trasporto di quattro persone al massimo); * i motoveicoli per trasporto promiscuo, cioè veicoli a tre ruote con carrozzeria destinati al trasporto di persone e cose; * i motoveicoli per trasporti specifici, cioè veicoli a tre ruote muniti di speciali attrezzature destinate al trasporto del disabile. Fisco Auto la mappa degli sconti fiscali Agevolazione Iva Viene applicata l’Iva agevolata del 4% (al posto di quella ordinaria del 22%) sul costo di acquisto dei mezzi di trasporto destinati ai disabili purché questi abbiano una cilindrata massima di 2000 cc se a benzina o di 2800 cc se diesel. Sono esclusi da tale agevolazione i caravan. L’Iva del 4% è applicabile anche: - all’acquisto contestuale di optional per il veicolo destinato ai disabili, - alle spese sostenute per l’adattamento di veicoli già posseduti dal disabile (anche se di cilindrata superiore ai limiti visti in precedenza), - alle cessioni di strumenti ed accessori utilizzati per gli adattamenti, - ai costi di riparazione ed ai ricambi relativi agli adattamenti. L’Iva agevolata spetta solo se il veicolo risulta intestato al disabile cui è destinato o ad un familiare cui è fiscalmente a carico e non invece se è acquistato da società, enti o cooperative (anche se è effettivamente utilizzato per il trasporto di disabili). Tale agevolazione è fruibile una sola volta ogni quattro anni (a partire dalla data di acquisto). È però possibile riottenere il beneficio anche prima dello scadere dei quattro anni previsti se il precedente veicolo agevolato è stato cancellato dal Pubblico registro automobilistico per demolizione. L’agevolazione spetta anche nel caso di acquisto dei veicoli in leasing, a condizione però che nel contratto sia previsto che al termine del periodo di leasing l’utilizzatore effettui il riscatto del bene e ne divenga proprietario. L’Iva agevolata del 4% si applica sia sui canoni che sul prezzo di riscatto finale del bene. Al momento dell’acquisto occorrerà presentare al rivenditore la certificazione relativa alla specifica condizione di disabilità (certificato di invalidità, verbale di accertamento della disabilità rilasciato dalla commissione presso l’Asl, ecc.). Il venditore dovrà indicare in fattura il riferimento normativo per l’applicazione dell’aliquota agevolata e comunicherà all’Agenzia delle entrate gli estremi dell’operazione (e cioè la data della vendita, la targa del veicolo, i dati anagrafici dell’acquirente). Detrazione Irpef Oltre all’applicazione dell’Iva agevolata, è possibile fruire della detrazione Irpef pari al 19% del costo sostenuto per l’acquisto del veicolo (sia esso nuovo che usato) indicando l’importo pagato nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stato effettuato l’acquisto. Il beneficio fiscale può essere goduto in un’unica soluzione (il primo anno) o ripartito in quattro quote annuali di pari importo. In caso di dichiarazione dei redditi presentata dall’erede per il disabile deceduto le rate residue possono invece essere detratte solo in un’unica soluzione. Per l’agevolazione ai fini Irpef non sono richiesti specifici limiti di cilindrata del veicolo (come nel caso dell’Iva), ma è previsto un tetto massimo di spesa pari a 18.075,99 euro. La detrazione è fruibile una sola volta entro i primi quattro anni dall’acquisto, a meno che nel corso del quadriennio il primo veicolo agevolato non sia stato cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico (ad esempio per demolizione o furto). In particolare, nel caso di furto e di successivo riacquisto di un nuovo mezzo entro il quadriennio, la detrazione del 19% si applica sulla differenza fra il costo del nuovo veicolo (sempre nel limite di 18.075,99 euro) e il rimborso percepito dall’assicurazione. La detrazione Irpef del 19% spetta anche per le spese di manutenzione straordinaria - inclusi quindi gli eventuali adattamenti specifici per far fronte alle limitazioni dovute alla disabilità - ma non per quelle di manutenzione ordinaria e di normale esercizio (assicurazione, carburante, lubrificanti, ecc.). Perdita delle agevolazioni In caso di cessione - a titolo oneroso o gratuito - dell’autovettura agevolata entro Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 due anni dal suo acquisto si ha la decadenza delle agevolazioni e l’obbligo di versare la differenza fra le imposte dovute in assenza di agevolazioni e quelle pagate a seguito della loro applicazione. La decadenza non ha luogo se la cessione nel corso del biennio derivi dalla necessità di acquistare un nuovo veicolo su cui realizzare nuovi e diversi adattamenti per le mutate condizioni di disabilità. Gli eredi inoltre non perdono le agevolazioni anche se vendono il veicolo del disabile defunto prima dello scadere dei due anni dall’acquisto. Beneficiari delle agevolazioni Le agevolazioni sui veicoli, condotti direttamente dai disabili o utilizzati da terzi per trasportarli, spettano alla persona disabile o ai familiari che lo hanno fiscalmente a carico. Si considera fiscalmente a carico chiunque disponga di un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro. In tale importo non vanno inclusi i redditi esenti (come ad es. le pensioni sociali), le indennità (comprese quelle di accompagnamento), gli assegni e le pensioni erogate ai ciechi civili, ai sordomuti e agli invalidi civili. In caso di disabile a carico, la fattura di acquisto o di adattamento del veicolo può essere indifferentemente intestata al disabile o al familiare che sostiene le spese. In caso invece di soggetto non fiscalmente a carico, per poter fruire delle 23 Isee: ora si può contestare per togliere le indennità dal reddito Il ricalcolo dell'Inps recepisce quando stabilito dalle sentenze del Consiglio di Stato, avvantaggiando le famiglie dove sono presenti persone disabili. Sul sito dell’Inps, nella sezione Isee, ora c’è la possibilità di “contestare” l’Isee. È la strada per correggere l’Isee calcolato secondo le regole che invece a fine febbraio il Consiglio di Stato ha dichiarato illecite. Il Consiglio di Stato aveva infatti stabilito che non sono da considerare nell’Indicatore della Situazione reddituale le provvidenze ed i benefici economici erogati dallo Stato per “compensare” la condizione di disabilità. Ora contestando l’Isee si possono inserire pari a zero le indennità e chiedere l’applicazione delle franchigie massime nel caso di adulti maggiorenni (per i minorenni erano previste dal nuovo Isee franchigie più alte). Presentando la contestazione non vengono inserite le indennità di accompagnamento e sono applicate correttamente le franchigie. L’aspetto che occorre tener presente è che il calcolo corretto non avviene in automatico: la premessa necessaria è proprio presentare la contestazione. Chi ha presentato l’Isee online può contestarlo online, chi l’ha fatto tramite Caf deve farlo tramite Caf. L’altro tema è quello delle famiglie che nemmeno hanno presentato l’Isee, sapendo che con le regole in vigore e quindi con il conteggio delle indennità sarebbero stati comunque al di sopra delle soglie stabilite dai Comuni per i servizi. Il suggerimento che viene dato da più parti è di farlo ora e nel caso in cui le indennità venissero automaticamente inserite nel reddito, procedere alla contestazione. In questi giorni c'è anche una seconda novità sul fronte Isee: per tutti i servizi di natura sociale e sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità deve essere agevolazioni fiscali, il documento attestate la spesa deve essere intestato necessariamente al disabile. Per i disabili con ridotte o impedite capacità motorie (ma non affetti da grave limitazione alla capacità di deambulazione) la condizione necessaria per fruire delle agevolazioni è costituita dall’adattamento del veicolo in base alle specifiche necessità derivanti dalla patologia. 24 applicato l'Isee ristretto. Molti Comuni e anche Regione Lombardia avevano infatti interpretato il Dpcm 159/2013 in modo da escludere alcuni servizi rivolti alle persone con disabilità (tra cui Cse e Sfa) da quelli per cui è possibile richiedere l'applicazione dell'Isee ristretto per la compartecipazione alla spesa. Ora invece l'Inps ha chiarito definitivamente la questione pubblicando sul proprio sito le Faq sull’Isee: tra i quesiti a cui dà risposta ce n’è uno (V_27 del 26 gennaio 2016, a pagina 47) che riguarda proprio il campo di applicazione dell'Isee sociosanitario. «Quale Isee richiedere per concedere prestazioni agevolate (integrazioni rette) in ordine alla frequenza di un Cse?», recita la domanda. «In estrema sintesi si afferma che il Cse deve essere ricompreso tra i servizi per cui chiedere l'Isee sociosanitario purché la persona abbia ottenuto il riconoscimento formale del grado di disabilità non autosufficienza», risponde l’Inps. Esenzione dal pagamento del bollo auto e dell’imposta di trascrizione I veicoli destinati ai disabili – rientranti nei limiti di cilindrata previsti per l’agevolazione Iva, (e cioè 2000 cc se a benzina e 2800 cc se diesel) - possono fruire anche dell’esenzione permanente dal pagamento del bollo auto, in base ai regolamenti della Regione di residenza. L’auto deve essere però intestata al disabile o ad un familiare cui è a carico. Sono esclusi i veicoli intestati ad enti, cooperative e società. Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 «Conformemente a quanto già affermato dal nostro servizio legale, Inps ritiene che tutti i servizi, sia quelli di natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità siano da ricomprendere nella nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria e quindi debba essere applicato l'Isee ristretto», commenta Gaetano De Luca, avvocato del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi di Ledha, nel diffondere la notizia. Per Alberto Fontana, presidente di Ledha, «sulla base di quanto affermato dall'Inps in questa risposta, chiediamo che Regione Lombardia intervenga sulle linee guida pubblicate lo scorso marzo e le modifichi, applicando così un criterio che garantisca un'equa compartecipazione alle spese per le persone con disabilità». Analogamente, i mezzi destinati alle categorie di disabili viste in precedenza (ad eccezione di quelli utilizzati per il trasporto di non vedenti e sordomuti) sono anche esentati dal pagamento dell’imposta di trascrizione al Pubblico registro automobilistico in occasione dei passaggi di proprietà (sia di vetture nuove che usate). Francesco Gentile Assistenza e Previdenza Hai bisogno di assistenza? Chiama un Supereroe Un servizio innovativo presente in alcune città italiane, tra cui Milano, Torino e Varese, che consente di far fronte ad emergenze per servizi di colf, badante, baby sitter. a piattaforma si chiama “Il mio Supereroe” (http://ilmiosupereroe.it) ed è nata dal luglio 2015 con l’obiettivo di rispondere alle esigenze delle sempre più numerose persone che necessitano di recuperare tempo per se stessi e i propri familiari e che non trovano nell’attuale offerta del mercato una risposta sufficientemente evoluta e flessibile. I servizi proposti finora, svolti con l’ausilio di personale qualificato, sono di colf, badante, baby sitter, ma l’idea è di ampliare l’offerta, consentendo l’utilizzo anche altre figure, tra cui fisioterapisti, personal trainer, cuochi a domicilio ecc. La formula è semplice: si prenota sulla piattaforma il giorno e l’ora, indicando il proprio indirizzo e si sceglie il “supereroe”, tra i profili proposti. Le tariffe sono chiaramente indicate nel sito e accessibili economicamente, soprattutto se si opta per dei pacchetti di più ore, come avviene frequentemente nel caso delle badanti, per le quali il carnet che prevede l’utilizzo per 160 ore in 3 mesi prevede un costo di 1360 euro ossia 8,5 euro l’ora. Molti i vantaggi offerti dalla piattaforma. Innanzitutto la possibilità di avere per- L sonale in regola, senza accollarsi oneri burocratici, pagando la prestazione rapidamente attraverso il sito. Inoltre l’assistente può essere scelto, valutandone il profilo e leggendone le recensioni. Poi l’immediatezza del servizio, molto utile per far fronte alle emergenze o alle sostituzioni di personale: infatti è possibile prenotare il “supereroe” anche poche ore prima e non passano più di quattro ore senza avere una risposta. Il servizio è partito su Milano e provincia, Monza/Brianza, Varese, Torino, per poi essere esteso, nei prossimi mesi, ad altri principali centri urbani (Roma, Bologna, Firenze ecc.) Per informazioni è possibile contattare i responsabili della piattaforma al numero 02/86882279 dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì. Marcella Codini Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 E a Brunico arrivano i "nonni in prestito" per aiutare le famiglie È noto ormai che i nonni sono la prima forma di welfare per le famiglie, alle prese con il lavoro e i mille impegni quotidiani. Ecco perché a Brunico, in provincia di Bolzano, da oggi chi non può contare su un nonno "anagrafico" ne può trovare uno in prestito. L'idea è della Caritas altoatesina, che ha attivato il progetto "Nonni in prestito" per avvicinare giovani famiglie a anziani desiderosi di mettersi al servizio e di dare un aiuto. I “nonni in prestito”, in sostanza, sono dei volontari che hanno scelto di donare un po’ del loro tempo libero alle famiglie, accompagnando ad esempio i bambini in biblioteca, al parco, giocando con loro. Il numero di ore da mettere a disposizione sarà completamente a discrezione dei “nonni in prestito”, in accordo con le famiglie aderenti al progetto. Per informazioni si può contattare: Karmen Rienzner, tel. 0474 414 064, [email protected]. 25 Assistenza e Previdenza La pensione di inabilità Ecco chi può ottenerla. a pensione di inabilità è una prestazione assistenziale (Legge 30 marzo 197, n. 118), è concessa agli invalidi civili totali, in stato di bisogno economico, di età compresa tra i diciotto e i sessantacinque anni, a cui l’apposita Commissione sanitaria abbia riconosciuto a causa di infermità, difetto fisico o mentale un'inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali). L I requisiti Il primo requisito è quello di rientrare in una di queste categorie: essere cittadino italiano residente in Italia, cittadino straniero comunitario iscritto all’anagrafe del Comune di residenza, cittadino straniero extracomunitario legalmente soggiornante nel territorio dello Stato, in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo o con permesso di soggiorno di almeno un anno. Età E' necessario avere un'età compresa tra i 18 e i 65 anni. Al compimento dei 65 anni e 3 mesi di età cessa la corresponsione dell'assegno mensile, e in sostituzione è concessa automaticamente pensione sociale, da intendersi come assegno sociale sostitutivo (art. 19, Legge 118/71 - art. 3, Legge 335/95). Grado di invalidità In sede di visita medica presso la com26 missione sanitaria deve essere stata riconosciuta un'inabilità lavorativa totale e permanente al 100%. Condizione economica I beneficiari si devono trovare in stato di bisogno economico. Ogni anno viene fissata la soglia di reddito personale dell’invalido affinchè possa avere diritto alla pensione. Per il 2016, coloro che presentano i requisiti di cui sopra non devono avere un reddito annuo personale superiore ad Euro 16.532,10. Come si calcola il reddito annuo per averne diritto Il reddito annuale che non deve essere superato dall’invalido per avere diritto alla pensione di inabilità, che per il 2016 è di euro 16.532,10, viene fissato dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’Inps con delle specifiche circolari emanate anno per anno. Recentemente è intervenuto il legislatore che, nel Decreto Legge n. 76/2013, all'art. 10, comma 5, ha stabilito che ai fini del diritto a pensione non si fa riferimento ai redditi percepiti da altri componenti del nucleo familiare del richiedente, ma solo a quello del richiedente. Compatibilità con altre prestazioni La pensione è compatibile con le prestazioni dirette concesse a titolo di invalidità contratta per causa di guerra, di lavoro o Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 di servizio, nonché con gli altri trattamenti pensionistici diretti concessi per invalidità. È inoltre compatibile con l’indennità di accompagnamento. Importo L’importo della pensione di inabilità previsto per l’anno 2016 è di euro 279,47, pagati per 13 mensilità. La pensione di inabilità non è soggetta ad Irpef. La misura della pensione, in condizioni particolari di reddito, può essere incrementata di un importo mensile stabilito dalla legge (maggiorazione). In caso di morte dell’invalido la pensione di inabilità non si trasmette agli eredi. Attenzione La pensione di inabilità per gli invalidi al 100% è una prestazione assistenziale diversa dalla pensione di inabilità lavorativa erogata in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. In questo caso si tratta di una prestazione economica che si può richiedere solo se si hanno almeno almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda ed anche l'importo di questa pensione varia a seconda dei contributi versati. Morena Restelli Assistenza e Previdenza La pensione di inabilità Bonus assistenza anziani e disabili 2016 Home Care Premium, il bonus erogato dall’Inps per assistere disabili ed anziani, è stato prorogato fino a giugno 2016. Ecco come funziona e chi può richiederlo. stata prorogata al 2016 l’iniziativa Home Care Premium, il bonus erogato dall’INPS ai dipendenti e pensionati pubblici che sono in condizioni di non autosufficienza o che assistono un familiare anziano o disabile. Ecco quali sono le principali informazioni da tenere in considerazione: beneficiari, tipologia del bonus, scadenza, documentazione e requisiti necessari per presentare la domanda. E L'Ammontare Il bonus erogato a favore di chi assiste anziani e disabili prevede un contributo che oscilla tra un minimo di 400 euro al mese ed un massimo di 1200 euro al mese. L’importo del contributo assistenziale mensile può subire variazioni in base all’Isee del richiedente e ad un punteggio che indica il grado di autosufficienza del soggetto beneficiario. La somma massima di 1200 euro è prevista per i casi in cui i redditi annuali siano inferiori agli 8000 euro annui. l bando dispone poi l’assegnazione di un trattamento integrativo che può arrivare fino a un massimo di 2400 euro, importo che, in ogni caso viene concesso in base allo specifico percorso assistenziale che il beneficiario deve seguire. I Beneficiari Il progetto Home Care Premium è un bonus destinato a dipendenti e pensionati pubblici che sono in condizioni di non autosufficienza o che assistono in casa persone non autosufficienti o con disabilità grave. Il bonus può, quindi, essere richiesto dai soli dipendenti e pensionati pubblici per se stessi e per i familiari conviventi o di primo grado non autosufficienti (anziani o disabili che siano). Sono interessati dal progetto anche i minori disabili, figli di dipendenti pubblici o pensionati deceduti. Come fare domanda Il bando, inizialmente partito in via sperimentale solo per il 2015, è stato prorogato fino al 30 giugno 2016. La presentazione della domanda dovrà avvenire per via telematica sul sito ufficiale dell’Inps www.inps.it, previa richiesta, se il soggetto non ne è in possesso, del Pin Inps necessario per accedere ai “Servizi online”. Inoltre, la persona non autosufficiente (anziano o disabile) deve fare richiesta di iscrizione alla banca dati dell’Inps come dipendente pubblico o pensionato o familiare di dipendente pubblico (exInpdap). Al momento della presentazione della domanda, il richiedente deve aver già presentato una Dichiarazione Unica Sostitutiva per consentire l’acquisizione dell’Isee sociosanitario del nucleo familiare di cui fa parte anche il beneficiario del Bonus. Pensione di invalidità civile parametrata alle capacità di lavoro L’invalidità va verificata alla luce delle capacità lavorativa del richiedente: non si tratta quindi di un dato biologico, ma di valutare se le attitudini dell’assicurato possono essere espletate. iù difficile ottenere l’assegno di invalidità: la verifica, infatti della malattia, non va effettuata avendo a riferimento un dato biologico quale la generica capacità di guadagno, ma con riguardo alla capacità di lavoro, intesa come diminuzione effettiva di svolgere le attività in linea con le attitudini dell’assicurato. Ne deriva, pertanto, che occorrerà valutare in concreto le condizioni di quest’ultimo, tenendo conto della sua età, della sua formazione e personalità professionale e se tali fattori possano concretamente incidere sulla capacità di compiere tutte quelle attività svolte finora. È quanto chiarito dalla Corte di Cassazione con una P recente sentenza (n.4710) Ai fini della valutazione dell’invalidità, ciò che conta davvero è dunque la personalità professionale dell’assicurato che non è la somma delle singole manifestazioni morbose che lo affliggono né delle percentuali di invalidità relative a ciascuna infermità riscontrata. A fare la differenza è il quadro morboso complessivo del richiedente. Non si può quindi valutare l’invalidità in base alle tabelle antinfortunistiche: ma occorre andare oltre, e verificare la capacità lavorativa dell’assicurato con riferimento alle sue specifiche attitudini. Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 27 Mobilità Servoscala o piattaforma elevatrice? Come trovare la soluzione giusta per superare i dislivelli. uando ci sono dislivelli da superare con carrozzina si consiglia sempre come scelta prioritaria di realizzare una rampa solida fissa; in seconda battuta la piattaforma elevatrice, o minielevatore e, quale ultima possibilità, il servoscala. La prima, cioè la rampa, ha limitati costi di manutenzione in quanto non ha organi elettromeccanici ma, nel privato, è difficile trovare spazi sufficienti nel rispetto delle pendenze da adottare per la sua costruzione. La rampa è invece fortemente raccomandata per luoghi aperti al pubblico ove è più facile vi siano gli spazi necessari e in quanto resistente ai tipici vandalismi a cui sono soggette le altre soluzioni. L’adozione del servoscala è da scoraggiare fortemente per i luoghi aperti al pubblico in quanto, per le ragioni di cui sopra, è troppo esposta alle manomissioni e richiede la presenza di un addetto. Nel privato invece può essere una soluzione valida purché, se si tratta di parti comuni dell'edificio, si disponga di una larghezza della scala non inferiore a m 1,20; in casa propria può essere sufficiente una larghezza inferiore della scala purché sia tale da accogliere un determinato tipo di servo scala che può essere a sedile o a piattaforma ribaltabile. Quando la scala è stretta, e quindi non è possibile installare questo genere di meccanismo, è necessario ricorrere alla soluzione della piattaforma elevatrice che può essere di Q 28 due tipi: aperta per piccoli dislivelli oppure cabinata. In tutti i casi quest’ultima soluzione rimane la più valida: una cabina che si sposta con sicurezza in verticale rappresenta certamente il mezzo più affidabile per spostarsi da un piano all'altro: ha in più il vantaggio che può essere installata anche in luoghi aperti al pubblico con migliori garanzie di operabilità rispetto ai servoscala. La piattaforma elevatrice in sostanza è paragonabile ad un ascensore ma è molto più semplice e non richiede le burocratiche e costose operazioni di collaudo; inoltre i costi di manutenzione sono più contenuti. Questo tipo di minielevatore può servire sino a quattro piani, coprendo un dislivello fino a 16 metri. Esso ha il grosso vantaggio di poter essere installato anche in edificio già costruito, in un vano interno, se esiste, oppure all'esterno mediante una semplice struttura metallica in cui scorre la cabina. Quest'ultima soluzione non richiede autorizzazioni legate all'aumento del volume in quanto questa sporgenza è considerata volume tecnico. A Varese le aziende che hanno già affrontato problemi di accessibilità anche modificando l'esistente sono la Rainhard Riabilitazione, l'Amca Ascensori e la Fabbri Ascensori. Naturalmente se l'ascensore viene installato in abitazione unifamiliare o bifamiliare senza parti comuni le misure della cabina sono a scelta del cliente, nel caso invece si tratti di Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 parti comuni di edificio plurifamiliare le misure minime non potranno che rispettare il Dm 236/89 e cioè 1,20 m di profondità e 0,80 m di larghezza con porta sul lato più corto avente una luce netta minima di 0,75 m. La piattaforma elevatrice è allacciabile ad un qualunque punto luce da 220 Volt e richiede una potenza di 1,2 Kw, quella normalmente disponibile in tutte le abitazioni. Esso si può installare all'interno e all'esterno delle abitazioni senza grandi interventi strutturali. Bruno Biasci Mobilità Scivoli dipinti contro la sosta selvaggia Scivoli dipinti contro la sosta selvaggia Troppe macchine occupano gli spazi di passaggio dei disabili. Milano vuole sperimentare scivoli più evidenti su modello della Svizzera. ipingere sugli scivoli di salita e discesa dei marciapiedi il simbolo di accesso per persone disabili. E' questo il progetto promosso dal Consiglio di Zona 1 di Milano per evitare che tali scivoli siano utilizzati in modo indiscriminato da ciclisti e motociclisti impedendone l'uso alla persona in carrozzina. Il piano, che ha informalmente ottenuto l’apprezzamento di Palazzo Marino e attende di essere finanziato, prevede un periodo di sperimentazione in un'area ristretta e di partire dalle strade più centrali dove la sosta selvaggia di moto, biciclette, scooter e auto è massima. Il progetto, che recentemente ha ottenuto l'approvazione del Consiglio di Zona, è preso a prestito dall'esperienza di alcune città svizzere. Il fatto che gli scivoli siano visivamente legati alla disabilità dovrebbe provocare un giusto senso di colpa in chi, con leggerezza, sarebbe tentato di posteggiare in modo poco attento. Nella delibera che approva il progetto si legge: "Alcuni milanesi, distratti dalle bel- D lezze della città o da pressanti impegni, parcheggiano il proprio mezzo di trasporto senza notare la presenza di scivoli, bloccandoli e rendendoli inutili senza cioè tenere conto che gli scivoli sono costruiti per facilitare la salita e la discesa dal marciapiede di persone con difficoltà motorie o dotate di passeggino. Da qui, la decisione di intervenire. Il nuovo esperimento è gradito da Ledha (Lega delle associazioni lombarde per i diritti dei disabili) il cui Presidente, Marco Rasconi ha commentato "tutto quello che può sensibilizzare è benvenuto, l’obiettivo è togliere un giorno tutti i simboli. Ma potremmo farlo solo quando ci sarà una vera civiltà del rispetto per promuoverla, i simboli sono importanti". Nel caso in cui i fondi comunali non fossero sufficienti, il consiglio di Zona potrebbe rivolgersi a sponsor privati. Sarebbe bene che anche a Varese venisse adottato questo progetto in quanto la problematica è la stessa: sarebbe inoltre utile riconoscere il marciapiede dotato di scivolo alle due estremità con il logo dei disabile per essere sicuri della sua accessibilità completa e non dover scoprire che all'estremità opposta non esiste lo scivolo per scendere e che quindi occorre tornare indietro. Bruno Biasci Wheeliz, in Francia il “Car-sharing” è senza barriere Nasce in Francia il primo sito dedicato al noleggio tra privati di veicoli attrezzati per le persone dalla mobilità ridotta. Nato dalla constatazione che le soluzioni per spostarsi con una sedia a rotelle sono troppo spesso care e restrittive, in Wheeliz si propone un nuovo modo di noleggiare unicamente tra privati. Su Wheeliz sono referenziati due tipi di veicoli: - le auto equipaggiate di una rampa (TPMR) - le auto con un posto guida attrezzato (es. acceleratore e freno al volante) La piattaforma è sorta alcuni mesi fa grazie all’idea di Charlotte, una ragazza disabile di 24 anni che aveva sperimentato che noleggiare per 10 giorni un veicolo adattato le era costato 1.000 euro. Così ha raccolto 20 mila euro con il crowdfunding e ha fatto nascere Wheeliz: oggi sono quasi mille gli iscritti, 120 i veicoli. E Charlotte pensa a diffonderlo in tutta la Francia. https://www.wheeliz.com/it Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 29 Segnalazioni Go4All, viaggi nel mondo per disabili motori Un nuovo tour operator specializzato in viaggi per chi ha problemi di mobilità. all’esperienza personale di una viaggiatrice su sedia a ruote a un tour operator di viaggi per persone con disabilità motoria: Go4All nasce dalla collaborazione tra Pamela Cazzaniga, paraplegica della provincia di Lecco, e Ludovico Scortichini, fondatore e amministratore delegato di due tour operator con sede ad Ancona, GoAsia e GoAustralia, specializzati in viaggi in oriente e in Oceania. Go4All ha in catalogo tutti viaggi testati personalmente da Pamela Cazzaniga, accompagnati da informazioni, fotografie e video. Tra le destinazioni, l’Australia (24 giorni da Sydneu alla grande barriera corallina di D Cairns), gli Emirati Arabi, l’India con il triangolo d’oro e Calcutta, l’Indonesia, la Terra santa e gli Usa con tanto di coast to coast. Alberghi e attrazioni sono privi di barriere architettoniche. Pamela Cazzaniga ha anche un suo blog e cura una rubrica di “viaggi senza barriere” sul sito Agenda viaggi. “Dal 1997 sono su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale ma, dopo nove mesi dall’accaduto, già risalivo su un aereo diretto a Santo Domingo – si racconta –. Spero di essere utile e di riuscire a spronare anche persone come me, o con difficoltà motorie, a girare l’Europa e il mondo basandomi sulle espe- rienze e sui viaggi fatti fino ad oggi. Superando qualche difficoltà dovute dalle barriere architettoniche, eliminandole con degli aiuti, viaggiare risulta possibile a chiunque”. Per informazioni su Go4all è possibile chiamare il numero 071 2089301 o inviare una e-mail a [email protected]. Via libera ai viaggi in aereo senza accompagnatore Dal prossimo anno l’accompagnatore non sarà più un obbligo per il disabile che prende l’aereo. uova battaglia vinta dai disabili europei. Dal 2017, infatti, non saranno più obbligati ad avere un accompagnatore personale se dovranno salire a bordo di un aereo. Si tratta di un grande esito positivo verso la parità dei diritti delle persone con disabilità che giunge alla conclusione di un lungo dibattito iniziato alla fine del 2015, anno in cui l’European Disability Forum (Edf) spedì una lettera all’European Aviation Security Agency (Easa) per chiedere la revisione del suo regolamento che concerneva speciali categorie di passeggeri, tra cui appunto i viaggiatori con disabilità, e l’eliminazione della figura dell’assistente di sicurezza. N 30 Ciò comportava non soltanto una limitazione alla libertà delle persone con handicap, ma anche un particolare che rischiava di consentire alle compagnie aeree di rifiutare di imbarcare una persona disabile se non accompagnata, come ad esempio il Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 caso della compagnia aerea low cost Easyjet che fu condannata dal tribunale francese di Bobigny a pagare 70.000 euro di multa per non aver fatto salire a bordo di un aereo tre persone con disabilità senza accompagnatori. La vita da dentro di Emanuela Giu liani Scelgo loro Non scegliere i tuoi maestri solo dalle loro parole. Chiediti che tipo di persona ti fanno diventare e se nutrono la tua speranza. i sono persone che per il loro carisma ci attirano: sanno parlare, sanno coinvolgere, sanno gestire situazioni difficili. Di loro a volte parlano i giornali o sono conosciuti in città per le loro opere. Diventano in alcuni casi i punti di riferimento di chi vuole impegnarsi per rendere un poco più abitabile e sereno questo nostro mondo. E poi ci sono persone di cui nessuno parlerà mai se non i parenti e gli amici più vicini, il cui funerale non riempirà grandi chiese ma che hanno dato un contributo fondamentale al nostro bene. Penso a Paola, vedova, che vive con il figlio malato da anni e che ha un cuore generoso tanto da non lasciare mai a mani vuote nessun povero che si rivolga a lei, anche se lei di soldi non ne ha tanti e deve preoccuparsi economicamente del figlio. Penso a Michelina che, anche se tutti le dicevano di risparmiare sulla piccola pensione perché le sarebbe servita per pagare la casa di riposo in un futuro non lontano, mandava alle associazioni benefiche più disparate un piccolo aiuto economico. E una volta trasferita nella casa C per anziani è stata chiamata da Dio quando ancora i suoi risparmi non erano del tutto consumati e il problema che tutti le prospettavano non aveva avuto il tempo di affacciarsi. Penso a Mario il quale, con giusto orgoglio, dice che nella vita ha preferito essere stato imbrogliato che imbrogliare e ha mantenuto un cuore limpido, capace di fiducia nonostante le fregature prese. Penso a Sandro che ora ha perso il senno ma che quando stava bene si era sempre impegnato a difendere i deboli. Penso a Chiara che ha cresciuto le sue tante sorelle come una mamma, che ha lavorato senza riposo lottando per sopravvivere e che, anche nel dolore, ha sempre avuto parole di benedizione per tutti. Penso a Guido con una vita un po' leggera alle spalle ma che, da quando ha incontrato il Signore, passa il suo tempo occupandosi dei malati. Penso a Luca che soffre di depressione fin da giovane ma non si mai stancato di fare il bene. Devo dire che ho una grande fortuna: girando nelle parrocchie, entrando in tante case, frequentando chi a vario titolo si im- Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016 pegna nel sociale, incontrando tante persone e ascoltando le loro storie, il mio cuore si nutre. Vedo come alcune parole del vangelo prendono vita, come tanti hanno saputo e sanno sopportare con pazienza sofferenze notevoli, come non tutti si sono lasciati corrompere dai corrotti. Quello che trovo in loro è l'umiltà di chi rimane al suo posto anche se gli costa e non suona la tromba davanti a sé per quello che fa. Sono uomini e donne che hanno saputo accettare quello che d'istinto avrebbero rifiutato, che hanno detto i loro sì a quanto l'esistenza gli ha chiesto. Fanno cose piccole con fedeltà grande. Non hanno bisogno di appendere i loro titoli di studio al muro, né di vantare benemerenze. Non si fanno nemmeno grandi domande né ragionano per massimi sistemi: con il cuore intuiscono ciò che è giusto fare e lo fanno. Sanno resistere in situazioni limite da cui molti altri, compresa me, sarebbero già scappati. Se devo allora scegliere i miei maestri, scelgo loro: perché mi insegnano cosa significa fidarsi di Dio, cosa significa prendersi cura di qualcuno e il valore di un cuore puro. Perché sono “piccoli” e lasciano che sia Dio a dargli il loro posto. Un po' come in un racconto del vangelo: Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, Gesù disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» ( Lc 14, 7-11). 31 Aiuta chi difende i diritti dei disabili Destina il tuo 5 x mille a Lisdha News! Anche quest’anno puoi destinare il 5 per mille dell’Irpef alla nostra Associazione. Il 5 per mille non sostituisce l’8 per mille (destinato alle confessioni religiose) e non costa nulla per il cittadino contribuente. E’ una quota delle imposte a cui lo Stato rinuncia per devolverlo alle associazioni no profit per sostenere la loro attività. Trasforma la tua dichiarazione dei redditi in un’occasione concreta di solidarietà. Ci aiuterai a continuare la nostra azione a favore dei diritti della persone con disabilità. Ecco come fare In tutti i modelli per la Dichiarazione dei redditi (Unico, 730, CUD ecc.), troverai un’apposita scheda per la destinazione del 5 per mille. Firma nel riquadro dedicato alle onlus e riporta il codice fiscale dell’Associazione il Girasole onlus: G. Giuliani 95036690121