Numero 89 - Lisdha News

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Numero 89 - Lisdha News
Trimestrale
di informazione
sul mondo
dell’handicap
e della solidarietà
Auto: la mappa
delle agevolazioni
Servoscala o piattaforma
elevatrice?
Anno XXIV n.
89
aprile - giugno
2016
Tariffa Associazioni Senza Fini di Lucro:
“P.I. spa - Spedizione in abbon. postale
DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1, comma 2
DCB (Varese) - “Taxe perçue”
Vedere con le mani
Le sculture dell’artista
non vedente Felice Tagliaferri
SOMMARIO
Detto fra noi
Muri e il nome di Dio.........................3
Auto la mappa degli sconti fiscali .......22
Isee: ora si può contestare
per togliere le indennità dal reddito ..24
Tra le righe
Scontenti .........................................4
Assistenza e Previdenza
pag 16
L’Avvocato risponde
Licenziato perchè lavorava durante
i permessi .......................................6
Anche un’assistenza “minima”
può motivare il licenziamento ............7
L’Esperto risponde
pag 18
pag 20
pag 28
In copertina:
L’artista Felice Tagliaferri e Philip Rylands,
direttore del museo Museo Guggenheim di Venezia.
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Multato perchè sprovvisto
del contrassegno blu ........................8
e sulla nostra Pagina Facebook
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Hai bisogno di assistenza?
Chiama un supereroe.........................25
E a Brunico arrivano i “nonni in prestito”
per aiutare le famiglie .........................25
Bonus assistenza
anziani e disabili 2016........................27
Pensione di invalidità civile
parametrata alle capacità di lavoro ....27
Mobilità
Attualità
Servoscala o piattaforma elevatrice....28
Per dare una marcia in più .................10
Lo sguardo di un professore
con un’esperienza decennale ...........12
Questi fiori sono i vostri figlioli
usciti dalle mani di Dio ......................15
Vedere con le mani ...........................16
Scivoli dipinti contro
la sosta selvaggia .............................29
Wheeliz, in Francia
il “Car-sharing” è senza barriere .......29
Segnalazioni
Go4All, viaggi nel mondo
per disabili motori...............................30
Esperienze
La forza di ricominciare.......................18
Via libera ai viaggi
Prove di vita indipendente ....................19
in aereo senza accompagnatore ........30
La vita da dentro
Sport
Un’idea diventata grande ...................20
LISDHA
NEWS
Direttore Editoriale
Fabrizio Chianelli
Direttore Responsabile
Marcella Codini
2
Fisco
Hanno collaborato
a questo numero
Chiara Ambrosioni
Laura Belloni
Bruno Biasci
Roberto Bof
Ennio Codini
Dana Della Bosca
Emanuela Giuliani
Giuseppe Giuliani
Olympia Obonyo
Morena Restelli
Fabio Simonelli
Scelgo loro.........................................31
Anno XXIV - Numero 89 - Aprile-Giugno 2016
Redazione e
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Grafica e impaginazione
Emmevi Grafica (Va)
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Detto fra noi
Stefano Giuliani
di Laura Belloni
Muri e il nome di Dio
Dalla Croce e dai cuori puri rinasce la Speranza.
uropa, ancora i muri si alzano alle
frontiere, svanite le speranze dell'Ottantanove? Così commenta la scrittrice Laura M. Perassi volontaria nel
reparto di oncologia pediatrica dell'ospedale Umberto I di Roma, che a distanza di
pochi giorni l'uno dall'altro, ha assistito alla
morte di due bambini: un italiano cattolico
e un iracheno mussulmano, legati da
stretta amicizia. Da questa straziante esperienza è nata questa favola che voglio raccontarvi.
E
“Sei pronto, Vincenzino?”- chiese con voce
dolcissima l'angelo che era entrato in quel
momento nella stanza del bimbo, all'ospedale - "Sì" rispose il bambino e aggiunse:
"Andiamo da Dio, vero? "L'angelo assentì
col capo”. Vincenzino mise fiducioso la sua
mano in quella dell'angelo. Insieme lasciarono l'ospedale.(...), si inoltrarono lungo le
vie del cielo.
Il bimbo saltellava al fianco dell'angelo,
quando, all'improvviso, si sentì chiamare:
"Vincenzino, dove vai? Aspettami!" Si voltò
indietro e vide venire verso di lui il suo amichetto Mohamed, compagno di tanti giochi,
là in ospedale. Anche Mohamed era accompagnato da un angelo che indossava
una veste candida, stretta in vita da una fascia d'oro. Sapendo che Mohamed era venuto da lontano per curarsi e che era in
ospedale solo con il papà, Vincenzino domandò: "L'hai detto al tuo papà?". "No, l'ho
lasciato inginocchiato sul tappeto della preghiera. Mi sembrato il momento migliore
per partire. Sono sicuro che Allah saprà
consolarlo, dettargli le risposte giuste in
fondo al cuore". "Allah", domandò Vincenzino con stupore. "E chi è Allah?". Mohamed scoppiò in una risata argentina (...) e
che gli faceva brillare i grandi occhi scuri.
"Allah è Dio!". "No, Dio si chiama Trinità ribatté Vincenzino - Ne sono sicuro perché
me l'ha detto mio padre". "Anch'io sono sicuro che si chiama Allah, me l'ha detto mio
padre", disse Mohamed. Poiché l'autorità
di un papà non si mette in discussione, i
due bambini dovettero concludere: "Ma allora il tuo Dio non è uguale al mio!". "Questo vuol dire che gli angeli non ci stanno
portando dalla stessa parte!", realizzò in
un istante Vincenzino e aggiunse: "Io non
voglio vedere la Trinità senza di te!” “Neppure io voglio vedere Allah senza di te!".
Per fortuna, gli angeli conversavano amichevolmente tra di loro. Un'occhiata d'intesa passò tra i due bambini che fecero
dietrofront e si nascosero in mezzo ad un
banco di nuvole. "Adesso dobbiamo cercare un posto dove stare insieme", disse
Mohamed.
Mano nella mano, il piccolo mussulmano e
il piccolo cattolico si incamminarono su
una strada lastricata di turchesi. Cammina
cammina, arrivarono in vista di una città le
cui porte erano di zaffiro e di smeraldo, le
mura di pietre preziose e le torri di oro purissimo. "Quella è la casa di Dio! - esclamò
Vincenzino - del mio Dio", precisò poi. "No,
quella è la casa del mio Dio" disse convinto
Mohamed. "Ma se è come quella del racconto della Bibbia che mi leggeva la nonna
a casa, la sera!" disse Vincenzino, quasi
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
piagnucolando. "Non è possibile, guarda:
ci sono due giardini con frutta, palme e melegrane. E anche due fonti zampillanti: è
tutto proprio come è descritto nel Corano".
"Scommetti che è la casa del mio Dio?",
disse Vincenzino. "Scommetti che è la
casa del mio Dio?", disse Mohamed.
Così dicendo, i due bambini corsero verso
l'ingresso principale davanti al quale stavano due angeli, in candide vesti. "Abita
qui la Trinità?", domandò Vincenzino. "Sì"
rispose uno dei due angeli, sorridendo. Per
nulla convinto, Mohamed domandò: "Abita
qui Allah?" "Sì" rispose l'altro angelo, con
un identico sorriso. "Andiamo a vedere di
persona", disse Mohamed, che era un tipo
pratico. Forse il tuo Dio e il mio abitano
nella stessa casa. Con grandissimo stupore, Vincenzino e Mohamed dovettero
constatare che c'era un solo Dio, seduto
sul suo trono sfavillante di luce. "Tu sei Trinità?", domandò il piccolo cattolico. "Sì, lo
sono". "Tu sei Allah?", domandò il piccolo
mussulmano. "Sì, lo sono". "Ma allora hai
due nomi!", constatarono i bambini , stupefatti. "Non solo due, ne ho molti di più! disse Dio, divertito - Mi chiamano persino
Caso, Natura, ma sono sempre io!". "Senti,
- disse Mohamed, il tipo pratico - non si potrebbe chiamarti con un nome solo, visto
che tu sei solo Uno? Così tanto per non
fare confusione". "Chiamatemi Amore",
disse Dio, stringendosi al petto il piccolo
cattolico e il piccolo mussulmano”
Dalla Croce e dai cuori puri rinasce la Speranza.
3
Tra le righe
di Ennio Codini
Scontenti
Un po’ ovunque emergono leader politici e partiti alternativi.
C’è chi li demonizza. Ma ricevono molti voti. Che cosa c’è dietro?
egli ultimi anni, un po’ ovunque in
Europa si sono affermati sulla
scena politica nuovi protagonisti,
come il Front National in Francia o il Movimento 5stelle in Italia.
Questi nuovi partiti talora sono di sinistra
– come Syriza o Podemos – ma in altri
casi sono di destra, come il Front National, o quella Alternative für Deutchland
– AfD che ha ottenuto un buon successo
nelle ultime elezioni regionali in Germania. Talvolta poi sfuggono alla distinzione
destra-sinistra, come i 5stelle in Italia.
In ogni caso, queste nuove forze politiche si pongono come radicalmente alternative rispetto a tutte quelle preesistenti.
Anche negli Stati Uniti le primarie per le
elezioni presidenziali hanno visto emergere candidati alternativi rispetto alla tradizione del partito per il quale pure si
sono presentati: è il caso di Sanders per
i democratici e ancor più di Trump per i
repubblicani.
Moltissimi cittadini sono scontenti di
come le forze che per decenni si sono alternate al governo delle democrazie
hanno governato, e non hanno fiducia
nel fatto che possano fare meglio. Questo vale soprattutto per quello che un
tempo veniva chiamato il ceto medio.
N
4
Le ragioni per cui molti appartenenti al
ceto medio non hanno più fiducia nelle
forze tradizionali sono più d’una. C’è la
questione sicurezza, che si lega poi a
quella dell’immigrazione. Non a caso, i
partiti e i leader alternativi sono spesso
fautori della linea dura contro il crimine
e anti-immigrazione: è il caso di Trump;
è il caso del Front National in Francia,
così come dell’Ukip nel Regno Unito o
della AfD in Germania.
C’è poi, nei paesi dell’euro, uno specifico
malcontento nei confronti della moneta
unica. Non a caso, i partiti che lì si presentano come alternativi sono quasi tutti
contro l’euro.
Ma tale malcontento è solo il frutto di un
altro, ben più profondo, importante, e diffuso. L’euro è qualche cosa di troppo tecnico per poter essere valutato dalle
persone comuni: quante persone ad
esempio capiscono davvero il senso del
tentativo della Bce di accrescere l’inflazione? L’euro è attaccato perché a torto
o a ragione è diventato un simbolo. Ma
di che cosa?
E arriviamo al punto. La vera ragione del
malcontento diffuso nel vecchio ceto
medio è il declino del benessere. L’euro
è criticato in Europa perché si pensa ne
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
sia una delle cause. E anche i timori con
riguardo alla sicurezza e all’immigrazione sono se non creati per lo meno
esasperati dal declino del benessere.
Non a caso tutti i leader e i partiti alternativi dicono in sostanza agli elettori, anzitutto a quelli del vecchi ceto medio: «La
vostra situazione economica peggiora,
quelli che da tempo vi governano sono i
colpevoli di questo, le loro politiche non
funzionano».
Qualcuno non capisce. Ma come? Negli
Stati Uniti il prodotto interno lordo cresce, non può essere che così tanta
gente stia peggio. E anche in Italia o in
Francia, in fondo, con qualche investimento in più… E non stiamo forse
uscendo dalla crisi? E poi comunque si
tratta di livelli appena sotto i massimi di
sempre.
Ma sono ragionamenti sbagliati. Per cominciare, anche dove il prodotto interno
lordo cresce si parla di aumenti del duetre per cento al massimo. E poi giustamente per le persone non conta il
prodotto interno lordo ma il loro reddito.
E allora la distribuzione conta quanto la
dimensione totale. E che cosa è successo in questi ultimi anni? Che non solo
il prodotto interno lordo è cresciuto poco
Tra le righe Scontenti
o addirittura in certi periodi è diminuito,
ma la ricchezza si è andata sempre più
concentrando nelle fasce a reddito più
elevato. Quindi, quello che un tempo si
chiamava ceto medio si è andato in
buona parte impoverendo.
Certo, in generale non parliamo di un
crollo ma solo di un calo limitato. Però,
diversamente da quelle molto ricche, le
famiglie del ceto medio se nell’arco di
qualche anno perdono anche solo poniamo il dieci per cento del reddito “se
ne accorgono”, perché si ritrovano a non
poter più risparmiare o a dover tagliare
le spese quotidiane. E poi per gli esseri
umani conta molto la linea di tendenza:
vedere anno dopo anno anche se di
poco il proprio reddito reale diminuire è
deprimente, e lo è ancor più se non ci
sono prospettive di ripresa.
A ciò si aggiunga che un po’ dappertutto
sono in corso tagli nelle prestazioni dello
Stato sociale, prestazioni che per i ricchi
non sono state mai fondamentali, che i
poveri purtroppo non sono mai riusciti a
sfruttare fino in fondo, e che invece le famiglie del ceto medio hanno sfruttato
ampiamente per avere salute, istruzione
per i figli ecc.
E allora il malcontento si spiega. Gli impoveriti del ceto medio hanno ragione ad
essere insoddisfatti della politica.
Il ceto medio, d’altra parte, è stato il
nerbo dei partiti tradizionali. Per lungo
tempo ha avuto fiducia in essi. Fino agli
anni Settanta questa fiducia è parsa ben
ripagata, crescendo il benessere. Poi le
cose hanno incominciato ad andare
meno bene. Ma nei primi anni come
spesso capita la crisi non è stata così
evidente, e tra l’altro c’erano in molti
paesi i titoli del debito pubblico con i loro
alti tassi d’interesse che garantivano a
molte famiglie del ceto medio rendite
non trascurabili. Ma adesso? Adesso i titoli del debito hanno rendimento zero.
E che cosa si sono sentite dire in questi
ultimi anni dai “loro” politici le famiglie del
ceto medio? A seconda dei momenti,
che la crisi non era poi così grave, o che
dalla crisi si sarebbe usciti o addirittura
si stava già uscendo. Ma che cosa
hanno visto: che loro lentamente si impoverivano governo dopo governo.
Il malcontento è perciò forte. Anche perché le persone stanno capendo che non
sarà un 1% in più annuo del prodotto interno lordo, ammesso che si realizzi, a
invertire di per sé la tendenza, perché la
concentrazione della ricchezza continua
implacabile, come la crisi dello Stato sociale.
E d’altra parte è solo questo che promettono le forze tradizionali. Ecco che allora
le persone impoverite spesso vedono
quei politici “lontani”, legati sempre più a
élite economiche a loro volta sempre più
distanti dal ceto medio. E allora non vedono nessuna speranza per loro nelle
forze tradizionali. Vedono avanzare un
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
mondo per pochi. Perciò quando vengono le elezioni non vanno a votare, oppure votano per forze politiche o
candidati “contro”.
C’è chi ridicolizza o demonizza le forze
alternative. E probabilmente in misura
non piccola sono costituite da mitomani,
avventurieri, affabulatori, portatori di progetti irrealizzabili eccetera, eccetera, se
non peggio; e sicuramente anche i loro
programmi migliori sono assai carenti;
ma non si può chiudere il discorso così.
Il declino del ceto medio è un dramma
che deve essere affrontato.
Purtroppo, il fatto che le forze tradizionali
facciano finta di nulla, e quelle alternative fatichino a proporre buone risposte,
ci dice che paradossalmente forse il problema non sono i politici. Perché i nostri
politici, quelli vecchi come quelli nuovi,
non sono nel complesso tipi molto originali, creativi; pescano necessariamente
le loro idee dalla società. Perciò, se nel
complesso la politica offre poco, il sospetto è che la società offra poco.
Può sembrare una chiusura troppo generica, però pare a questo punto inevitabile: è necessario anzitutto che nella
società si sviluppino idee per un progetto
di sviluppo che “tenga dentro” i più,
dando loro e ai loro figli prospettive.
5
L’Avvocato
risponde
di Fabrizio Chia
nelli
Licenziato perché
lavorava durante i permessi
La Cassazione ha chiarito che usare i permessi previsti dalla Legge 104 per
svolgere attività diverse dall'assistenza può portare al licenziamento.
sufruisco dei permessi della 104
per assistere mio padre disabile
grave non autosufficiente. Purtroppo, durante un permesso, sono
stato scoperto dal datore di lavoro ad
effettuare attività di giardinaggio
presso un privato e sono stato licenziato per giusta causa. Assicuro comunque che l’evento è stato
eccezionale e che io svolgo realmente
assistenza per mio padre. Mi sembra
troppo grave il licenziamento in
tronco.
R.O. (Mo)
U
La situazione è stata trattata dalla Cassazione in modo molto rigoroso. Vista l’importanza del quesito trascrivo per esteso
la massima della sentenza della Cassazione n. 8784/2015: “In tema di permessi
per l'assistenza a persone portatrici di
handicap grave, il comportamento del prestatore di lavoro subordinato che si avvalga del permesso ex art. 33, 3° comma,
L. n. 104/1992 non per l'assistenza al familiare ma per attendere, anche solo in
parte, ad altra attività configura un abuso
per sviamento dalla funzione del diritto,
che rileva ai fini della sussistenza di una
giusta causa di licenziamento, ripercuotendosi tale comportamento sull'elemento
fiduciario con riguardo alla futura correttezza dell'adempimento da parte del lavoratore rispetto agli obblighi assunti”.
Ferie e tredicesima con
legge 104
Come genitore di un figlio disabile
grave usufruisco dei permessi lavorativi della legge 104/92 e il mio datore di
lavoro mi ha decurtato le ferie in proporzione ai permessi goduti e intende
anche decurtare la tredicesima mensilità. Non mi sembra una cosa corretta,
potete darmi un parere in proposito?
L.M. (Mb)
La questione sollevata dal nostro lettore
è stata ampiamente risolta grazie ad un
parere del Ministero del Lavoro del 5
maggio 2004, un altro del Dipartimento
della Funzione Pubblica e del Consiglio di
È possibile inviare i propri quesiti a Lisdha news,
“L’Avvocato risponde” via Proserpio, 13 - 21100 Varese, e-mail: [email protected]
6
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Stato del 2005. Infine la circolare Inps del
6 marzo 2006, n. 7014, ha definitivamente
accolto la direttiva europea 2000/78/CE
che vietava ogni discriminazione tra lavoratori e che quindi impediva la decurta-
I VOSTRI
QUESITI
SU INTERNET
Potete trovare tutti
i precedenti quesiti
della rubrica
“L’Avvocato risponde”
suddivisi per materie
sul nostro sito internet
all’indirizzo:
www.lisdhanews.it
rubrica “L’Avvocato risponde”
L’avvocato risponde Licenziato perchè lavorava durante i permessi
Anche un’assistenza “minima” può motivare il licenziamento
Nuova sentenza della Cassazione.
In una recente sentenza (la n. 5574/16
del 22 marzo) la Corte di Cassazione si
è nuovamente occupata di un caso di licenziamento dovuto ad utilizzo improprio
dei permessi per l’assistenza previsti
dalla L. 104/92.
In questo caso il lavoratore era stato licenziato dall'impresa in cui era impiegato
perché si era recato nell'abitazione del
parente assistito soltanto per 4 ore, pari
al 17,5% del tempo totale concesso in
base alla 104/92. Sia il Tribunale sia la
Corte d’Appello hanno ritenuto quindi legittimo il recesso datoriale per giusta
causa essendo proporzionato all'evidente intenzionalità della condotta tenuta
dal lavoratore, che provava un totale disinteresse del lavoratore dai principi generali di correttezza e buona fede del
contratto di lavoro. La Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo il licenziazione della tredicesima mensilità e delle
ferie nel caso di godimento dei permessi
lavorativi della legge 104. In conclusione
il suo datore di lavoro deve ricalcolare la
tredicesima mensilità per intero e così
pure le ferie che le spettano.
Installare un ascensore
negli spazi privati
A causa della sclerosi multipla sono
diventato invalido costretto su una
mento per giusta causa del dipendente
che fruendo dei permessi retribuiti previsti dalla legge 104/92 aveva usufruito
solo parzialmente del tempo concesso
per l'assistenza al familiare. Secondo la
Cassazione sulla giusta causa di recesso
datoriale non incide il fatto che il dipendente si sia regolarmente recato dal fa-
migliare disabile, non essendosi allontanato dalla propria abitazione per andare
a svolgere altre attività lavorativa. Quello
che rileva è l’accertamento di un incontestata ed evidente irregolarità sia sulla
durata della permanenza e sia in termini
di fascia oraria.
carrozzina e non posso più fare le
scale per accedere la mio appartamento nel condominio dove abito. Le
scale inoltre sono troppo strette per
installare un servoscala, l’unica possibilità di superare la barriera architettonica è quella di installare un
ascensore che andrebbe ad occupare
una parte di cortile privato. È possibile accedere a qualche tutela legale
per obbligare il privato ad accettare la
costruzione dell’ascensore anche
contro la sua volontà?
S.C. (Pg)
può essere imposto al proprietario anche
contro la sua volontà purché venga adeguatamente indennizzato. Pertanto la risposta al quesito del lettore è positiva
anche se, in caso di disaccordo con il
proprietario esclusivo del cortile, dovrà
chiedere l’intervento del Giudice affrontando il rischio della sentenza, visto che
non c’è l’obbligo di allineamento con le
tesi della Cassazione da parte del Giudice di Merito.
Il problema posto riguarda l’uso della
proprietà privata e la cosiddetta “Giustizia distributiva”. In sintesi la destinazione
sociale della proprietà privata e, per il
caso che qui ci interessa, la possibilità
per il condomino di utilizzare spazi privati
in caso di necessità. Recentemente la
Corte
di
Cassazione
(sentenza
25292/15) ha stabilito che, in caso di necessità, il condominio possa utilizzare, in
via non temporanea, spazi privati salvo
indennizzo. Il principio è stato derivato
dall’articolo 42 della Costituzione in tema
di tutela della proprietà oltre che dall’articolo 1 della Convenzione a salvaguardia dei diritti dell’uomo e dall’articolo
2041 del Codice Civile, secondo il quale
l’arricchimento a favore di una persona
non può tradursi in un danno per un altro.
Da questo principio, facendo riferimento
agli articoli 843 e 1127 del Codice Civile,
è stato disposto che l’uso di spazi privati
Assemblea annuale
dell'Associazione
Il Girasole
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Informiamo i lettori che l'Assemblea
dei soci dell'Associazione Il Girasole,
editore del periodico Lisdha news, si
svolgerà sabato 14 maggio alle ore
16 presso lo studio dell'avvocato Fabrizio Chianelli in via Cairoli 5 a Varese.
All'ordine del giorno il rinnovo delle
cariche sociali: presidente, consiglio
direttivo, collegio revisori dei conti,
l'approvazione del bilancio consuntivo e preventivo e un approfondimento dell'attività svolta e delle
prospettive dell'Associazione.
7
L’Esperto
risponde
di Bruno Biasci
Multato perché sprovvisto
del contrassegno blu
Non essersi adeguato al nuovo contrassegno europeo
è costato due multe al nostro lettore.
o ricevuto due multe per presunte violazioni agli artt. 157 e
158 del Codice della Strada per
aver sostato dopo il 15/9/2015 in area
riservata ai disabili col contrassegno
di colore arancione anziché quello
europeo di colore blu. Ho presentato
richiesta di riesame in autotutela amministrativa al Comando di Polizia Locale e il 12/11/2015 anche un'interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti dall'On. Arianna Spessoto, sull'applicabilità del Dpr
151/2012.
Vorrei sapere se siete a conoscenza
dell'esito di eventuali ricorsi presentati in Prefettura od al Giudice di Pace
e se ritenete, valide e giustificabili le
motivazioni e riflessioni indicate nella
succitata istanza di riesame.
Martino Pirone - Varese
H
Per chi ci legge e che può trovarsi nella
stessa condizione segnalata dal signor
Pirone, si tratta di un ricorso a seguito di
due multe per aver parcheggiato regolarmente nello spazio riservato ai disabili
ma con l'esposizione del contrassegno
arancione anziché quello blu europeo e
8
che pertanto aveva superato la scadenza della sostituzione stabilita arbitrariamente dal Comune il 15/09/15.
Se si pensa che, a distanza di mesi dalla
citata scadenza, in città sono visibili ancora oggi molti cartelli di sosta con il logo
arancione, il Comune si dovrebbe "automultare".
Le rispondo come collaboratore della rivista Lisdha News ove tratto l'argomento
delle barriere architettoniche: in questa
veste sono riuscito ad ottenere la liberalizzazione del parcheggio sulle strisce
blu da parte del disabile con contrassegno, sia arancione che blu.
Mi sono consultato con l'avvocato Fabrizio Chianelli, direttore editoriale della rivista, oltre che collaboratore per gli
aspetti legali e condividiamo appieno
quanto da lei dettagliatamente esposto
e sosteniamo certamente il suo esposto
fatto al Comando dei Vigili di Varese; per
la sosta sulle strisce blu c'è voluta un'ordinanza del sindaco, penso che anche in
questo caso ci sarà voluto qualcosa di
simile, non fosse altro che per annullare
l'eventuale delibera a cui i vigili abbiano
dovuto adeguarsi.
Ci dispiace che, come per le strisce blu,
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Varese rispetto a tanti altri comuni si sia
comportato verso i disabili sempre in
senso restrittivo.
Nel momento in cui andiamo in
stampa apprendiamo che, che il Giudice di pace, ha annullato le due contravvenzioni dando così ragione alla
protesta del nostro lettore, da noi pienamente condivisa. Questa decisione
potrà servire a qualche altro cittadino
che dovesse incorrere in un problema analogo.
Parcheggio scomodo
Di fronte alla scuola elementare De
Amicis del mio paese è stato da poco
ultimato un edificio che prevede circa
una ventina di parcheggi. Come evidente dalla foto il parcheggio riservato ai disabili è quello più scomodo
e di difficile accesso.
Il parcheggio è infatti il più piccolo di
tutti e il palo della luce ne rende difficile l’accesso.
Il Sindaco mi dice di non poter far
nulla in quanto il parcheggio secondo
lui è a norma. Mi manda una sorta di
regolamento ma nel disegno allegato
non vi è un palo della luce!
L’esperto risponde Multato perchè sprovvisto del contrassegno blu
Assurdo! Con più di 20 parcheggi disponibili il più scomodo è quello riservato ai disabili!!!
Che cosa possiamo fare?
Luca Edoardo Trama
Casorate Sempione (Va)
Signor Trama, ho visto con quale tatto il
suo Comune ha scelto la porzione di
suolo pubblico per delimitare l'area di
parcheggio riservata ai disabili. Certo
che le misure (non rilevabili dalla foto)
saranno quelle prescritte nel Codice
della Strada, ma è evidente che nello
spirito delle leggi sulle barriere architettoniche, tendente a consentire la massima facilità di movimento del disabile,
la presenza del palo avrebbe dovuto
consigliare un più corretto posizionamento del parcheggio disabili. Visto che
il Sindaco si è premurato di farle avere
un estratto del Codice della Strada riguardante lo schema del parcheggio bisognerebbe fargli sapere che la figura
sul suolo è modificata solo per adeguare
la parte visibile del simbolo del disabile
che prima era arancione con validità nazionale è ora è blu con validità internazionale. Assieme però a questa variante,
che direi è abbastanza marginale,
avrebbe dovuto farle avere copia del
testo relativo alla variante all'art.381,
comma 5, del CdS introdotta dallo
stesso Dpr -151/2012 citato dal Sindaco.
Con tale variante è possibile utilizzare
come alternativa un parcheggio con le
strisce blu, nei casi in cui il parcheggio
riservato fosse occupato oppure poco
praticabile, come è questo il caso. A Va-
rese questo fatto è confermato da una
delibera con cui si stabilisce che il possessore del contrassegno ha la possibilità di parcheggiare sulle strisce blu alle
stesse condizioni, cioè gratuitamente e
a tempo illimitato.
Problema wc
Avrei bisogno di un'informazione: mi
sono documentata per quanto riguarda la normativa per il bagno disabili e, per quanto riguarda il wc, trovo
solo indicazioni delle misure in altezza, dimensioni, ecc... ma non su
come deve essere realizzato nello
specifico (con apertura davanti, doccetta o altro). Potete gentilmente
darmi delucidazioni?
Giovanna Nones
punto condividiamo quanto a suo tempo
pubblicato dalla rivista “Mobilità” e cioè
che essendo ormai trascorsi 25 anni
dalla pubblicazione del Dm-236 nel frattempo sono maturate nella cultura progettuale altre convinzioni e l’adozione
del principio della progettazione universale cioè quella non limitata alle persone
con disabilità motoria ma attenta alle esigenze di una più ampia platea di utenti.
L’altezza del wc (50 cm) che il citato Dm
prescrive rappresenta una misura eccessivamente alta che comporta più disagio che aiuto per le persone in
carrozzina. Comunque la norma lascia
aperta la possibilità di derogare dalle
specifiche tecniche quando i risultati ottenibili sono pari o migliori di quelli richiesti da criteri progettuali. Il progettista può
quindi prevedere l’installazione di una
tazza wc di altezza normale (40-42 cm)
sostenendo senza timori, in sede di dichiarazione di conformità, che tale soluzione risponde meglio alle esigenze di
un’utenza di disabili e non. La dimostrazione più evidente è che più è alta la
tazza e più difficoltoso è il trasferimento
dalla carrozzina. Il ricorso a eventuali
rialzi in plastica può completare la diversificazione delle soluzioni.
Per quanto riguarda l’apertura frontale
sul bordo della tazza (probabilmente
pensata per l’uso di una doccetta separata) è altamente sconsigliabile come
segnalato da diversi soggetti del mondo
della disabilità in quanto nella fase di
trasferimento dalla carrozzina alla tazza
la gamba può incastrarsi e subire persino una frattura del femore. A ciò va aggiunto il fatto che se per l’altezza
eccessiva della tazza non vi l’appoggio
dei piedi per terra può risultare un precario controllo del tronco e quindi una
perdita di equilibrio.
Da quanto lei ha descritto dobbiamo
supporre che il testo consultato sia
quello del Dm-236/89, agli articoli 4.1.6
e 8.1.6, e che quindi le sono note tutte
le misure (altezze e distanze) da rispettare nel servizio igienico utilizzabile
anche da persona disabile. Diciamo
“anche” in quanto il concetto odierno di
inclusione prevede che non vi debba essere un bagno specifico per il disabile,
magari chiuso a chiave, costringendo
l’interessato a ricerche dell’autorizzato,
e quasi sempre collocato nella zona destinata all’utenza femminile; il servizio
igienico deve essere realizzato in modo
da essere utilizzato da tutti.
Vi è un dato della legge in riferimento
che risulta però quanto meno discutibile
ed è l’altezza della tazza. Su questo
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
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Attualità
Maria Teresa Ceriani, psicopedagogista e coordinatrice della sede della Nostra Famiglia di Castiglione.
Per dare
una marcia in più
Realizzare delle case accoglienti dove le persone con disabilità abbiano
un percorso di crescita rivolto alla globalità della persona: è l'ambizioso
progetto dell'associazione La Nostra Famiglia che conta 29 sedi in Italia,
di cui una a Castiglione Olona.
'Associazione La Nostra Famiglia si
dedica alla cura e alla riabilitazione
delle persone con disabilità, soprattutto in età evolutiva. Opera spinta da una
motivazione caritativa e di solidarietà so-
L
ciale, seguendo l'ispirazione del Fondatore, il beato Luigi Monza, che ha sempre
sottolineato come scienza e tecnica debbano essere al servizio della carità. Ogni
anno l’Associazione assiste nelle sue ven-
tinove sedi dislocate in sei regioni italiane
oltre venticinquemila pazienti e si caratterizza per una vasta rete di strutture di riabilitazione.
Collabora
inoltre
con
l’Organizzazione di volontariato per la cooperazione internazionale (Ovci) in cinque
paesi del mondo. Ne abbiamo parlato con
Daniela Clerici responsabile del Distretto
Varesino che comprende Castiglione, Vedano e Cislago, con Maria Teresa Ceriani
psicopedagogista e coordinatrice della
sede di Castiglione e con Marco Airoldi,
professore di Cultura scientifica e informatica.
La Nostra Famiglia, nel suo statuto,
fissa come primo obiettivo la “riabilitazione delle persone con disabilità, con
una particolare attenzione alla loro educazione, istruzione e formazione professionale”. In cosa consiste questa
attività?
Maria Teresa Ceriani: L’attività di riabilitazione si pone come obiettivo quello di ridurre gli esiti delle disabilità in modo che
non siano più un ostacolo alla crescita
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Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Attualità Per dare una marcia in più
delle persone che ne sono portatrici. Lo
scopo ultimo è quello di permettere a ciascuno di esprimere le potenzialità di cui dispone e di sviluppare un benessere tale
per cui ogni persona possa dire ‘io sto
bene con me stessa e sto bene con gli
altri’. Questo comporta una qualità di vita
buona, soddisfacente, che è quello a cui
noi tendiamo. La qualità di vita è una condizione in cui ciascuno, all’interno e grazie
alle abilità che ha raggiunto, può esercitare
la massima autonomia possibile. Le persone con disabilità/difficoltà faticano nel
raggiungimento delle autonomie; noi proviamo a sviluppare queste autonomie nel
modo migliore possibile affinché ciascuno
di loro possa avere una vita qualitativamente buona. La riabilitazione si attua attraverso una serie di interventi che vanno
dal lavoro fisiochinesiterapico a quello logopedico e di rieducazione acustica; da interventi di terapia occupazionale, a
interventi di psicoterapia e di supporto psicologico, fino agli interventi di riabilitazione
neuro-psicologica dei disturbi della memoria e dell’attenzione. E’ un percorso ricco e
legato alle esigenze del singolo utente,
perché a ciascuno va dato quello di cui ha
bisogno.
Tra le attività de La Nostra famiglia si
parla di “ricerca scientifica e studio
delle problematiche mediche, psicologiche e psico-educative delle varie disabilità”. In che modo vengono
effettuati questi studi?
Ceriani: La ricerca viene effettuata all’interno del nostro istituto scientifico Eugenio
Medea, che ha sede a Bosisio Parini, in
provincia di Lecco. Per realizzare questi
studi i professionisti si servono dei dati che
vengono registrati all’interno delle varie
sedi dell’associazione.
La Nostra Famiglia, “accoglie bambini
con grave disagio familiare in attesa di
affido o adozione, bambini e adolescenti soli o con disagio socio-ambientale in piccole comunità o in nuclei di
tipo familiare”. Si tratta di un’altra competenza, che richiede anche educatori
con “formazione professionale”…
Ceriani: E’ un settore particolare. All’interno di tutti i centri de La Nostra Famiglia
vengono accolti bambini e ragazzi in situazioni di disagio familiare e sociale; ci sono
poi, soprattutto nelle sedi del Sud, dei percorsi e dei gruppi specifici che si occupano
proprio di questa problematica. Quanto
alla formazione, gli operatori vengono
istruiti nei servizi alla persona in ambito sanitario, sociale ed educativo . Si gestiscono
corsi di laurea in convenzione con l’Università, ci si occupa di formazione superiore
e professionale, si indirizzano corsi specifici agli operatori de La Nostra Famiglia e
di altri Enti e si organizzano corsi e convegni in collaborazione con i maggiori istituti
di ricerca italiani e stranieri.
A questo proposito è bello citare una
frase molto intensa del Beato Luigi
Monza: “il bene va fatto bene”.
Ceriani: E’ davvero bella, come quella che
dice: “a nessuno di noi viene chiesto di fare
delle cose straordinarie, ma dobbiamo provare a fare straordinariamente bene le
cose ordinarie, di tutti i giorni”. E’ un messaggio, un invito importante, io stessa
cerco di fare nel modo migliore quel poco
che faccio.
Offrite anche dei “percorsi di sensibilizzazione e promozione della cultura
dell’inclusione sociale”, contemplati tra
i vostri obiettivi…
Ceriani: Anche questo aspetto è molto interessante. Grazie all’apporto e alla collaborazione che ci offrono ragazzi e giovani
che vengono presso di noi per tirocini informativi o per esperienze di volontariato
noi offriamo ai nostri ospiti – che sono tutti
adolescenti – la possibilità di vivere alcuni
momenti ed esperienze a fianco di questi
ragazzi che a volte hanno la loro età, a
volte sono un po’ più grandi, ma portano
sempre una ventata di freschezza all’interno del nostro centro.
L’aspetto del volontariato è molto importante: se una persona volesse impegnarsi all’interno delle vostre strutture,
a chi deve rivolgersi?
Ceriani: Deve semplicemente chiamarci
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
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Lo sguardo di un professore con un’esperienza decennale
Alle attività scolastiche classiche si affiancano iniziative creative,
come ad esempio la web radio o lo spettacolo di fine anno che ha visto i ragazzi
portare in scena nientemeno che la Divina Commedia
Marco Airoldi insegna da ventidue
anni Cultura scientifica e informatica
nel centro de La Nostra Famiglia di
Castiglione. Gli abbiamo chiesto che
aria si respira nelle aule.
“Si respira una bella aria - ha risposto il 98% dei nostri ragazzi ci lascia con dispiacere al termine della propria esperienza. Il percorso formativo-professionale dura infatti tre, quattro anni, al
termine dei quali c’è la dimissione dal
servizio. Dimissione che è sempre
frutto di un accordo con i servizi territoriali, assieme ai quali si progetta la prosecuzione di un percorso formativo o
professionale. Quasi quotidianamente
riceviamo visite di ex-alunni che tornano a trovarci con gioia perché hanno
lasciato da noi un pezzetto del loro
cuore. E sono cresciuti. All’inizio del loro
cammino arrivano da noi un po’ preoccupati: non capiscono bene dove sono
capitati e, soprattutto, non sono abituati
a stare assieme agli altri. Alcuni di loro,
infatti, vengono da esperienze di sostegno scolastico che li hanno certo portati
ad apprendere delle competenze, delle
abilità pratiche di letto-scrittura, disimparando però a stare con gli altri perché
esclusi, perché “difficili” o problematici.
Da noi sperimentano un’altra dimensione, perché i percorsi sono fortemente personalizzati e legati alle
esigenze di ciascuno, ma vengono poi
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Marco Airoldi
vissuti all’interno di piccoli gruppi di tresei ragazzi. Questo permette di concentrarsi sulle esigenze personali e, allo
stesso tempo, creare un ambiente che
favorisca la crescita e li aiuti a socializzare.
Tra i primi obiettivi che ci prefiggiamo
c’è quello di imparare ad aspettare il
proprio turno per parlare, o quello di
chiedere le cose nel modo corretto. A
questo si aggiungono tutte le competenze che vengono dai vari laboratori:
che siano pratici o di cultura, laboratori
per lo sviluppo delle competenze di
base, o per la letto-scrittura – insegnata
a ciascuno in base alle personali capacità di apprendimento. Si cerca anche
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
di offrire alternative. Io, ad esempio, insegno matematica. Quando arrivano gli
studenti non amano molto la materia:
allora, prima di tutto, cerco di metterli a
proprio agio, scherzando sul fatto che
non devono preoccuparsi, che anche a
me non piace la matematica! Gli faccio
capire che devono sentirsi liberi di dire
‘non lo so’, ‘non lo so fare’. ‘Impareremo
a farlo e se proprio non lo sapete fare,
vi insegno un trucco: si può usare la
calcolatrice’. Loro sono subito divertiti
ed entusiasti.
Nel lavoro quotidiano in classe io e i
miei colleghi cerchiamo di passare dei
contenuti, trasmettere degli apprendimenti e delle competenze ed educarli.
Facciamo un lavoro didattico-educativo:
c’è la didattica, c’è l’apprendimento.
Facciamo insieme, leggiamo insieme,
sempre cercando di crescere. E infatti,
quando finiscono il loro percorso gli allievi sono davvero cresciuti nelle loro
abilità. Possono vederlo loro stessi confrontando il primo lavoro realizzato, ancora molto insicuro, con l’ultimo, quello
finale, che chiamiamo “il capolavoro”,
che è una sorta di riassunto di tutte le
competenze acquisite.
C’è sempre un momento di valutazione
finale, di qualifica o di attestato di frequenza. E’ un esame che vivono in
modo molto intenso e sentito, nel quale
mostrano con piacere quello che hanno
fatto alla commissione d’esame e
anche al presidente della commissione
esterna, a seconda della modalità
Attualità Per dare una marcia in più
d’esame. Una delle prove più importanti
è il colloquio finale, sul tema “il mio percorso formativo” nel quale devono raccontare come sono arrivati, cos’hanno
imparato, chi hanno conosciuto e frequentato. Cerchiamo di trasmettere loro
la consapevolezza sulla differenza che
c’è tra quando sono arrivati, quello che
hanno imparato e cosa andranno a fare.
Noi li accompagniamo per un pezzo importante della loro vita, in cui si gettano
le basi per il loro futuro di persone
adulte. Alcuni di loro riusciranno a essere autonomi; siamo sempre in contatto
con ex-alunni che lavorano, che hanno
formato famiglie, che hanno figli, che vivono bene la loro vita, pur con le difficoltà che restano, che hanno imparato a
gestire, o hanno trovato le strategie per
ovviare. Poi ci sono anche persone che
avranno bisogno di un accompagnamento costante … anche loro tornano da
noi, magari accompagnati dai genitori, e
ricordano con piacere il percorso condiviso, sia per quanto riguarda il luogo, la
struttura, che per il rapporto personale
con gli insegnanti e l’aspetto affettivo.
Quali sono le attività quotidiane che
si svolgono presso La Nostra Famiglia di Castiglione?
Le attività che facciamo sono davvero
tante: ci sono quelle curricolari, quelle
nate dalla creatività degli insegnanti e
degli operatori che coinvolgono i ragazzi
in esperienze che li stimolano da vari
punti di vista, oltreché i laboratori. Ci
sono gruppi dedicati per i ragazzi dei diversi anni: quelli del terzo anno sono “i
girasoli”, quelli del quarto sono “il gruppo
adolescenti”. In questi gruppi hanno l’opportunità di vivere insieme una giornata
intera o anche più giornate, fuori dal centro. Si gestiscono la giornata da soli, preparano da mangiare, fanno attività
diverse da quelle prettamente scolastiche, si sperimentano in cose che non
fanno parte della quotidianità presso La
Nostra Famiglia, il tutto insieme con i
compagni. All’interno di questi gruppi riflettono su se stessi, sul cammino fatto,
sulla propria crescita. Un’altra importante
attività è la web-radio messa in piedi da
alcuni insegnanti: si chiama Turbo Radio
Cfp. Trasmette una puntata ogni uno/due
mesi, i ragazzi stessi sono i dj che fanno
proprio la radio – lanciando i dischi e andando a intervistare - con la coordinazione degli insegnanti: i ragazzi fanno la
riunione di redazione e poi partono per il
centro del paese microfono o smart-
phone alla mano per intervistare. Un’altra
attività importante è lo spettacolo di fine
anno. I ragazzi vengono coinvolti nella
preparazione di questo momento che,
per loro, è importantissimo. Ci mettono
anima, corpo e cuore perché è un modo
per esprimersi. Magari non attraverso la
parola, ma con il ballo, con il gesto, le coreografie. E sono bravissimi! Abbiamo
iniziato a realizzare questa grande festa
quindici anni fa con una decina di ragazzi: oggi sono circa 60, sui 90 presenti
nella struttura e tutti lavorano con grande
passione ed entusiasmo, commuovendo
fino alle lacrime il pubblico stupito! L’anno
scorso li abbiamo addirittura portati in
tournée, facendo due repliche fuori dal
centro. Portare in giro la nostra “Divina
Commedia” è stato il raggiungimento di
un traguardo per loro e per noi.
C. A.
usando i numeri telefonici che si trovano
sul nostro sito www.lanostrafamiglia.it, poi,
insieme, si decidono i tempi e i modi di
questo servizio. Noi siamo molto aperti.
La Nostra Famiglia gestisce anche dei
centri diurni e residenziali per persone
adulte con disabilità...
Daniela Clerici: Abbiamo due centri. Il
primo è una sede residenziale a Como, gestito da una famiglia in collaborazione con
l’associazione. A latere abbiamo un centro
diurno dove durante la giornata si impegnano i ragazzi in età lavorativa, pur nella
loro disabilità. La seconda struttura è a Endine, in provincia di Bergamo. Anche qui
abbiamo una residenzialità e ci sono dei
ragazzi, ormai in età adulta; annesso alla
struttura c’è un centro di lavoro guidato.
Cosa succede nella sede di Castiglione
de La Nostra Famiglia?
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
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Ceriani: A Castiglione sono attivi due settori di intervento. Il primo è quello che noi
chiamiamo di “attività ambulatoriale” a cui
possono accedere persone di tutte le età
e si rivolge ai portatori di disturbi di carattere motorio, logopedico, psicologico, neuropsicologico. All'interno del servizio, il
primo febbraio scorso, è partito il progetto
di riabilitazione dei disturbi dello spettro
autistico Noha (acronimo di New Organisation for Autism Healthcare). Si tratta di
un servizio rivolto a bambini piccoli, dai tre
ai sei anni, in quanto gli studi in materia rivelano che, dal punto di vista rieducativo,
proprio in quei anni bisogna intervenire per
offrire delle migliori possibilità di sviluppo
ai piccoli portatori di autismo. Il progetto è
partito a Castiglione e in altre sedi della
Lombardia al termine di una ricerca effettuata presso l’istituto Eugenio Medea.
Come funziona l’attività ambulatoriale a
Castiglione?
Ceriani: Un paziente che vive la propria
vita regolare a scuola, a casa, o in famiglia,
accede al centro due, tre volte la settimana
o quanto necessario per le sue attività riabilitative, quindi continua il suo percorso
personale. All’interno dell’ambulatorio c'è
un servizio di diagnostica e riabilitazione
dei disturbi specifici dell’apprendimento,
ovvero dislessia, discalculia, disgafia e disortografia, che oggi sono difficoltà sempre più diffuse. Accanto all’ambulatorio è
attivo il nostro secondo settore di intervento che è il Servizio di diurnato - detto “a
ciclo diurno continuo” - rivolto a ragazzi e
ragazze che abbiano compiuto il quattordicesimo anno di età, che siano in possesso di diagnosi clinico-funzionale e per i
quali sia stata accertata una disabilità. Le
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disabilità di cui ci occupiamo e per le quali
è previsto l’inserimento nel ciclo diurno
continuo sono di tipo cognitivo di grado
lieve, medio e medio-grave, di tipo neuromotorio, sensoriale o disabilità legate alla
sfera emotivo–relazionale, familiare, sociale. Il Servizio di ciclo diurno continuo
opera sia attraverso gli interventi riabilitativi
che attraverso un servizio di formazione
professionale.
aiutarlo a crescere in maniera armonica e
completa. Oltre che con i necessari interventi riabilitativi e con l’approccio educativo, i ragazzi vengono formati nella
direzione di un percorso socio-occupazionale o socio-lavorativo - a seconda delle
possibilità. La Nostra Famiglia sa quanto
sia importante che le persone possano
stare bene con se stesse e con gli altri, vivere bene insieme, stare bene all’interno
di un ambito sociale. Queste sono le dimensioni che cerchiamo di curare. Vogliamo anche rivolgere un appello ai
genitori: non abbiate paura a contattarci e
a pensare un percorso presso il nostro
Centro per il vostro figlio o la vostra figlia
con difficoltà. Presso La Nostra Famiglia i
vostri ragazzi adolescenti potranno vivere
“alla pari” delle importanti esperienze relazionali e sociali, perché ragazzi e ragazze
possono relazionarsi in modo paritario con
altri coetanei che hanno qualche difficoltà
come loro, ma - allo stesso tempo – hanno
delle capacità e delle competenze simili
alle loro. In questo modo possono davvero
vivere tra loro dei rapporti di amicizia e di
affetto.
Clerici: E’ proprio questo lo spirito che
Perché un centro di formazione professionale all’interno di un centro di riabilitazione?
Ceriani: I ragazzi di 14, 15, 16 anni sono
ancora in un’età in cui è previsto l’obbligo
scolastico o formativo; inoltre, dal punto di
vista dei loro bisogni, anche per questi ragazzi - pur con disabilità - c’è la necessità
di un lavoro formativo ed educativo, oltre
che riabilitativo, che li porti a un inserimento sociale. Questo è il nostro obiettivo
finale: offrire a ciascuno un percorso che
garantisca uno status sociale. Questo percorso formativo-professionale si svolge
grazie alla collaborazione di un gruppo di
circa 30 educatori/insegnanti.
Dottoressa Ceriani, qual è, a suo parere
il punto di forza de La Nostra famiglia?
Ceriani: Il nostro punto di forza è che proponiamo ai ragazzi un’offerta integrata: riabilitativa, formativa (socio-occupazionale e
socio-lavorativa) ed educativa. Il professor
Giorgio Moretti - uno dei più grandi maestri
nel campo della riabilitazione per tanti di
noi - diceva che al ragazzo con disabilità
bisogna rivolgersi in modo globale, avendo
ben presente tutta la sua persona, tutti
quelli che sono i suoi bisogni riabilitativi,
educativi e formativi. Solo così possiamo
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Daniela Clerici, responsabile del
Distretto Varesino della Nostra Famiglia
Attualità Per dare una marcia in più
anima le nostre famiglie – di Vedano e Cislago –; il pensiero di costituire il coordinamento del distretto varesino è nato per
creare la filiera della presa in cura dei bambini in età evolutiva. Se, infatti, a Castiglione ospitiamo ragazzi grandi, a Vedano
troviamo bambini: scuola materna e scuola
elementare con riabilitazione all’interno. A
Cislago abbiamo solo l’attività ambulatoriale, ma si respira la stessa aria di coinvolgimento e impegno. Don Luigi ha voluto
quest’opera insieme alla signorina Zaira
Spreafico, che ha guidato l’Associazione
fin dai primi anni insieme al Fondatore ed
è mancata nel 2004, ma l’ha voluto soprattutto il Signore, che è più grande di tutti noi.
Anche quando abbiamo avuto dei momenti
di difficoltà come Piccole Apostole e la signorina Zaira si chiedeva come avremmo
potuto continuare a lavorare, abbiamo
sempre ricordato le parole di Don Luigi in
tempo di morte: “vedrai, vedrai, vedrai…”.
La missione dell’Opera quindi continua, attraverso le Piccole Apostole e la loro semplice testimonianza, ma soprattutto nello
spirito dei nostri educatori. Così tanti bam-
bini in difficoltà potranno trovare un casa
accogliente guadagnando in professionalità e in capacità, per vivere integrati in un
mondo che cambia velocemente e che ha
sempre fretta e vuole grandi prestazioni. I
bambini ospiti de la Nostra famiglia potranno dare la loro prestazione, secondo la
loro natura. Questo è davvero lo spirito che
il beato don Luigi Monza voleva.
Chiara Ambrosioni
“Questi fiori sono i vostri figlioli usciti dalle mani di Dio”
(beato Luigi Monza)
I centri de La Nostra Famiglia sono parte
di un’Associazione nata dal cuore e dall’intelligenza di un sacerdote che fissava
costantemente il suo sguardo nel Cristo
umile, povero e crocefisso. Era il beato
Luigi Monza, un pastore di anime che non
si dedicava tanto allo studio, ma piuttosto
alla predicazione, cercando di proporre
un modello di vita tanto affascinante
quanto imitabile da chiunque volesse
farlo proprio. don Luigi nacque a Cislago,
in provincia di Varese, il 22 giugno 1898.
La sua era una famiglia semplice ma
molto unita. Ordinato sacerdote nel 1925,
concepì nel tempo l’idea di fondare
un’Opera che incarnasse la spiritualità
del primo cristianesimo. Don Luigi sentì in
modo irresistibile il bisogno di “plasmare”
anime desiderose di testimoniare una carità senza limiti: carità per dio e carità fraterna. Ed ecco sorgere “La Nostra
famiglia”, Opera gestita dall’istituto secolare delle Piccole Apostole della Carità,
con l’obiettivo di promuovere il benessere
spirituale e corporale delle persone che
vi accedono. Alla morte di don Luigi, che
risale al 29 settembre 1954, le Piccole
Apostole si assunsero il compito di dar
vita al sogno e alle speranze del loro fondatore. Così, piano piano, l’Opera è cresciuta, raggiungendo tante regioni d’Italia
e superandone anche i confini fino ad arrivare in Brasile, Sudan, Ecuador, Cina…
Nel 2006 don Luigi viene proclamato
“beato” dal Santo Padre Benedetto XXVI.
La sua testimonianza di vita e le sue parole continuano a fare del bene a tante
persone; il suo messaggio d’Amore tocca
nel profondo, infonde fiducia, invita a
quella comunione fraterna di cui ogni persona è profondamente assetata nell’intimo del suo cuore. Tante sono le
riflessioni e le esortazioni raccolte nel
testo “Don Luigi ci parla”. Eccone alcune
particolarmente toccanti: “La parola
BASTA non si trova nel vocabolario della
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
carità”/ “Questi fiori sono i vostri figlioli
usciti dalle mani di Dio e consegnati a voi
genitori per essere cresciuti, allevati, educati nel Santo Timor di Dio”/ “Vedete: questa terra è un giardino per il Signore. Voi
siete i giardinieri. Nel giardino ci sono tenere pianticelle che voi dovete coltivare,
innaffiare, far crescere. Queste piante saranno trapiantate lassù nel cielo. Siete voi
dei buoni giardinieri?” A ciascuna di noi
Piccole Apostole,
a ogni operatore,
don Luigi chiede
di far crescere
bene i ragazzi e
le persone che
sono nel nostro
giardino.
Piccole Apostole
della Carità
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Attualità
L’artista Felice Tagliaferri e Philip Rylands, direttore del museo Museo Guggenheim di Venezia.
Vedere con le mani
L’esperienza artistica di Felice Tagliaferri e l’impegno del Museo Guggenheim di Venezia.
n museo per tutti? È successo a Venezia, dove le porte di Palazzo Venier dei Leoni si sono aperte per far
sì che il suo patrimonio artistico fosse
sempre più accessibile. Le opere d’arte
non si possono toccare, è una regola di
base, ma alla Collezione Peggy Guggenheim esiste l’eccezione, grazie al progetto
“Doppio senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim”: un percorso di
accessibilità dedicato al pubblico con disabilità visive che attraverso il senso del tatto
ha portato alla conoscenza di alcuni capolavori collezionati dalla mecenate americana, riprodotti in rilievo su tavolette in
resina. In occasione di quattro appuntamenti, terminati nella prima parte del 2016,
visitatori non vedenti e ipovedenti, ma
anche vedenti, sono stati invitati a prendere parte a percorsi tattili guidati che
hanno permesso loro di fruire sia di alcune
opere della collezione permanente (“Ritratto di Frau P. nel Sud” di Paul Klee,
“Verso l'alto (Empor)” di Vasily Kandinsky)
che di due capolavori della mostra temporanea “V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita”.
Gli incontri si sono articolati in due momenti: alla prima parte, una visita tattile
con Valeria Bottalico, ideatrice e curatrice
del progetto, è seguito un laboratorio condotto dall’artista non vedente Felice Tagliaferri, che ha guidato i partecipanti alla
scoperta della scultura. Proprio con l’artista, cieco da quando aveva 14 anni, abbiamo scelto di fare una chiacchierata.
U
16
Felice Tagliaferri. Cosa possiamo dire di
te? Artista…
Artista, scultore, ho girato tre film, e insegnante. Insegnante per piacere e, in qualche
misura, per necessità. Fino a qualche anno
fa si riusciva tranquillamente a vivere d’arte,
se eri un buon artista, ovviamente, ma oggi
non è più così. Oggi l’arte è diventata soprattutto un fatto commerciale, di marketing.
Certo, ci sono tantissime persone valide. Ma
anche molti che senza la comunicazione
delle grandi gallerie e delle aste non sarebbero nessuno. Per quanto mi riguarda questa
è stata un’ottima occasione per andare in
giro per il mondo a tenere lezioni.
Quando hai scoperto questa passione
per la scultura?
Quando avevo venticinque anni il maestro
Nicola Zamboni, ex insegnante dell’Accademia di Brera di Milano, ha chiamato tre
non vedenti nel suo laboratorio di scultore.
Il suo scopo era quello di vedere come un
non vedente potesse ricreare delle forme
conosciute, quali fossero le sue abilità e
quale apporto innovativo – se mai ce ne
fosse uno – potesse dare la disabilità visiva a questa arte. Dopo tre incontri, la sua
curiosità era stata soddisfatta. Lui era a
posto, ma io no.
Paul Klee, l'opera e la trasposizione tattile.
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
Attualità Vedere con le mani
Tre volte erano poche. Perché non
sono bastate?
Perché durante quegli incontri mi si è
aperto un mondo. Ho scoperto che con la
scultura potevo dar forma alle immagini
che avevo dentro. Da quel momento sono
stato due anni a bottega da Zamboni per
imparare i segreti della scultura. Ovviamente non li ho imparati tutti, ma una
parte, e da lì è cominciato il mio percorso.
Un’altra buona parte la sto scoprendo
lungo la strada. Il modo migliore per imparare è quello di praticare, metterci mano,
e frequentare l’arte degli altri.
Che materiali usi per le tue opere?
Creta, legno, marmo e pietra. E poi il
bronzo. Ovviamente per il bronzo devi
prima usare la creta, la cera e poi la fonderia fa il pezzo.
Quali sono i tuoi soggetti preferiti, e
perché.
I miei soggetti preferiti sono corpi. Avendo
fatto per trent’anni judo ho una grossa sintonia col corpo. Con il mio e con quello
degli altri. Un’arte marziale ti insegna la disciplina della definizione dello spazio, la
precisione. Conosco il corpo in tutte le sue
posizioni e le sue forme e mi piace usarlo
come soggetto.
Cosa ci puoi dire dei laboratori organizzati dal museo Peggy Guggenheim di
Venezia, qual è stato il percorso che ti
ha portato a tenere lezioni in uno dei
più importanti musei di arte contemporanea in Italia? Quale valore ha, secondo te, questa operazione?
Il Guggenheim ha fatto una gran cosa.
Tieni presente che in Italia esistono il
museo Omero e il museo Anteros che
sono i numeri uno e i fari a livello europeo
per quello che riguarda l’arte e l’accessibilità, però entrambi, con i quali io collaboro da diversi anni, trattano solo l’arte
classica, l’arte figurativa. Il Guggenheim
ha fatto un passaggio fondamentale portando l’accessibilità dal figurativo all’astratto. Ha dato quindi una possibilità
ulteriore alle persone che hanno difficoltà
visive. Secondo me è una cosa meravigliosa: io stesso mi sono avvicinato all’arte
astratta grazie al Guggenheim e alla sensibilità del suo direttore Philip Rylands. Per
completezza devo dire che anche un altro
muso sta lavorando in questa direzione: il
Museo di Arte Contemporanea di Roma.
Insieme a loro siamo riusciti a rendere accessibili i lavori di Toti Scialoja, pittore e
poeta che non ha bisogno di presentazioni.
Come è riuscito il Guggenheim a far
percepire l’astratto, come concetto ar-
Max_Ernst opera riprodotta nel laboratorio.
tistico, come forma espressiva, a un
non vedente?
Un progetto per l’arte astratta accessibile
deve comunque passare dal figurativo,
perché per un non vedente, che percepisce l’insieme partendo dal dettaglio, diventa difficile capire un’arte astratta.
Be', in realtà è difficile per tutti…
Sì, tieni però presente che chi non ha problemi visivi percepisce le cose nel loro insieme, ha quindi meno problemi di,
diciamo così, orientamento nella percezione. Chi non vede parte dal dettaglio e
cerca sempre, per abitudine consolidata,
qualcosa che conosce, che lo possa far
orientare. E nell’arte astratta non si trova.
È un problema che si risolve appunto con
il passaggio graduale dal figurativo all’astratto, in una sorta di “apprendimento
artistico” tattile, se così si può definire. Si
entra in un altro schema mentale, si cambia un po’ il modo di pensare, si impara ad
apprezzare questo tipo di arte.
Chi saresti oggi, senza la scultura?
Non riesco a pensarmi senza la scultura.
L’arte non è solo un modo più completo di
esprimersi, è anche un’esperienza che ti
arricchisce ogni giorno di più. E la scultura
è, tra le arti, la più fisica che esista. Come
paragone mi viene solo in mente il rapporto che ci può essere tra due amanti, ed
io non voglio assolutamente rinunciare
all’altra mia metà.
Fabio Simonelli
Indirizzi internet utili
Museo Peggy Guggenheim Venezia
http://www.guggenheim-venice.it/
La chiesa dell’arte
http://www.chiesadellarte.it/
Museo Tattile Statale Omero
http://www.museoomero.it/
Museo Tattile Anteros di Bologna
http://www.cavazza.it/drupal/?q=it/node/315
Museo Tattile Varese
http://www.museotattilevarese.it/
Museo di Arte Contemporanea di Roma
http://www.museomacro.org/
Il Cristo Rivelato: vietato non toccare
Felice Tagliaferri è uno scultore non vedente noto a livello internazionale e fondatore
della Chiesa dell’Arte, scuola di arti plastiche. Le sue creazioni sono sculture “non
viste”, che prima nascono nella sua mente e poi prendono forma attraverso l'uso sapiente delle mani, guidate da incredibili capacità tattili. Lavora con materiali diversi:
creta, marmo, legno o pietra, ed è anche insegnante. La sua arte è stata definita da diversi esperti del settore "arte sociale" per l'impegno che caratterizza le sue mostre. Nel
2008 Tagliaferri, durante un suo soggiorno a Napoli, colse l’occasione per visitare la
Cappella Sansevero, dove tuttora è custodita la preziosa scultura settecentesca di Giuseppe Sanmartino, il Cristo Velato. Però all’artista, cieco dall’età di 14 anni, fu
impedito di vedere l’opera a suo modo,
cioè con le mani. Fu questo evento ad ispirare Tagliaferri nella creazione della sua
opera più famosa, il “Cristo Rivelato”: una
scultura tattile che si rifà all’opera di Sanmartino ma, diversamente da quella, può
essere toccata e apprezzata da tutti, in
particolare dai non vedenti, che possono
leggere il marmo toccandolo con le mani.
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
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Esperienze
La forza
di ricominciare
Ritrovarsi in una sedia a rotelle dopo un incidente in moto:
Sergio ci racconta la sua nuova vita dove ha ricevuto anche tanto aiuto dagli altri.
Ma confessa "Il futuro? Non lo vedo!"
mare uno sport come il motocross
e trovarsi la vita completamente rivoluzionata a causa sua: uno
scherzo crudele che ha dovuto accettare
Sergio Bergonzini, quarantaduenne di Arcisate (Varese).
Una vita assolutamente normale: ragazzino, ha la passione per la moto, condivisa
con suo fratello; i suoi genitori, però, pongono il veto. Se vuole davvero una moto,
deve guadagnarsela. Comincia a lavorare
prestissimo, e comincia a mettere da parte
i soldi, i “suoi” soldi, per poter finalmente
realizzare il suo desiderio: una moto tutta
e davvero sua.
Gli è sempre piaciuto anche il motocross,
uno sport decisamente non adatto a tutti:
“Non ero professionista, solo qualche garetta così, niente di che. Il motocross mi
serviva soprattutto come valvola di sfogo,
ecco.” Sergio fa una pausa, poi aggiunge:
“In strada è pericoloso, andavo sempre
tranquillo.”
In quel salto andato male Sergio si rompe
11 costole e lo sterno, lede tre arterie polmonari e ha un danno spinale grave. “Mi
hanno detto che è arrivato l’elicottero per
portarmi in ospedale: io non me lo ricordo.”
Passa sette giorni in Rianimazione, per le
lesioni che ha riportato, ma saranno solo i
primi di una lunga serie di giorni passati in
ospedale, all’inizio a Varese, poi a Milano.
Viene operato alla schiena e ai polmoni a
Varese, deve restare a letto da giugno a
ottobre: quattro mesi sono lunghi, soprattutto se come compagno costante hai il
dolore: “Questo c’era sempre. Tanto, tantissimo dolore.”
La prima reazione alla notizia che non
avrebbe più camminato è stata di incredulità: “Non è vero, non è vero, pensavo…
però era vero”.
Il 15 giugno 2013, proprio durante una
sessione in una pista a Cairate, in provincia di Varese, succede qualcosa: “Non mi
ricordo come mai, in realtà. Non mi ricordo se è stato un errore mio, se è stata
la moto, se era il terreno… dopo un salto,
All’inizio l’obbiettivo era arrivare ad alzarsi,
arrivare alla sedia a rotelle, al resto
avrebbe pensato dopo, e quel dopo arriva
quando entra all’Unità Spinale dell’ospedale Niguarda di Milano. Qui comincia a
fare i conti con quella che sarà la sua
A
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sono caduto. Sono caduto male. Mi ricordo il dolore. Gridavo per il dolore e continuavo a gridare “Le gambe, le gambe!””.
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
nuova vita, comincia a destreggiarsi con
la carrozzina. “Ti insegnano come fare
tutto, come vestirti, come alzarti dal letto,
come muoverti con la carrozzina… Ti in-
Esperienze La forza di ricominciare
segnano anche come fare per i tuoi bisogni, come evitare di sporcarti… Ti insegnano a vivere con la carrozzina” racconta Sergio - “Quando sei in ospedale, vedi tante persone che sono lì come
te per imparare di nuovo a fare le cose…
ti guardi intorno e vedi tanti che sono tetraplegici, per dire, che stanno comunque
peggio di te e un po’ ti consoli, ecco, perché poteva andarti peggio di così.”
L’ospedale, però, è comunque un ambiente protetto, diverso dal mondo “vero”,
e di questo ci si rende conto quando si
esce e comincia davvero la vita “con” la
carrozzina: “In ospedale, sai, c’è sempre
qualcuno: se cadi, ti tirano su, se ti sporchi, ti puliscono… è un ambiente ovattato
e il mondo fuori non mi preoccupava più
di tanto”. Poi però arriva il momento di tornare nel mondo, di tornare a casa. Accanto alla felicità di essere comunque a
casa propria, arrivano le difficoltà della vita
di tutti i giorni: Sergio vive in una casa al
terzo piano senza ascensore, e deve
anche essere operato nuovamente. “Arrivato a casa, c’è ancora il dolore. Ancora
molto dolore. Mi hanno operato di nuovo,
ma stavolta il risultato non è stato perfetto.
Dopo sei mesi, però, ho potuto almeno ricominciare a lavorare.”
Sergio ha avuto problemi economici da
quando si è fatto male, a cominciare dal
fatto che, essendo il suo palazzo senza
ascensore, ha dovuto provvedere da solo
all’installazione di un servoscala per poter
uscire. L’altro grosso problema è stata la
macchina: adattare la sua ad essere usata
nelle sue nuove condizioni sarebbe stato
molto costoso, ma qui gli viene in aiuto, a
sorpresa, la sua azienda. “Lavoro alla
SFK. Dopo l’incidente la mia azienda mi
Prove di vita indipendente
A Bologna una “casa di transizione”
che fa sperimentare a giovani
con handicap cosa significa vivere da soli.
Il momento di spiccare il volo dal nido familiare arriva per tutti, anche per i ragazzi disabili. Ecco perché a Bologna, l’onlus Aias ha creato “Le Palme”, uno speciale appartamento che ai giovani con handicap consente di sperimentare cosa significa vivere
da soli lontani da mamma e papà. L’abitazione è provvista di 2 camere con letti motorizzati, armadi ad ante scorrevoli, bagni accessibili attrezzati con lavasciugatrice. Il soggiorno è in comune per favorire la socializzazione e all’esterno c’è un giardino recintato,
anch’esso senza barriere architettoniche, con parcheggio.
“Le Palme” accoglie per un weekend o
per periodi più lunghi, fino a un massimo
di 24 mesi, tutti i disabili con parziale autosufficienza che vogliono vivere
un’esperienza esistenziale di autonomia
nel rispetto della propria dignità e riservatezza.
“Vita indipendente non significa che le
persone con disabilità desiderano fare
tutto da sole e che non hanno bisogno di
nessuno o che amino vivere in isolamento – dicono da Aias commentando il
progetto –. Vita indipendente significa vivere come, dove e con chi si vuole, frequentare le stesse scuole del quartiere,
usare gli stessi autobus che usano i vicini
di casa, fare lavori che sono in linea con
la formazione acquisita e con i propri interessi. Le persone disabili vogliono essere protagoniste della propria vita”.
aveva garantito che mi avrebbe conservato il posto di lavoro, e già questo era
molto. Poi, loro fanno sempre, a Natale,
qualcosa per beneficenza, a volte una donazione per un’associazione, cose così.
Quell’anno, hanno deciso di aiutare me e
mi hanno regalato la macchina andare a
lavorare. E’ stata una cosa bella, da parte
loro e un grosso aiuto per me”.
Quando ha avuto bisogno, è stato aiutato:
lo dice, Sergio, anche quando racconta
che ha una nuova mansione nella sua
vecchia ditta, che non gli piace molto ma
va bene lo stesso, e pensando anche all’aiuto che le persone della sua famiglia e
della famiglia di sua moglie gli danno tutti
i giorni: “Forse è anche per ringraziare loro
che tiro avanti. Sai, se assisti un malato
che si lascia andare… dopo ti passa
anche la voglia di farlo. Se invece vedi che
si tira su, che va avanti… vai avanti anche
tu.”
Andare avanti, già. Come si fa ad andare
avanti, dopo un cambiamento di vita così
drastico? “Mia figlia Claudia è la chiave di
tutto. E mia moglie Elena, che mi aiuta
molto”.
E come vede il futuro, adesso?
Sergio fa una pausa: “Non lo vedo. Per
adesso, non lo vedo”.
Dana Della Bosca
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
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Sport
Un’idea
diventata grande
Nato nel 2009 grazie ad un volontario del Sindacato Pensionati della Cgil di Besozzo,
il progetto “Coesione Sociale, che vede protagonisti anziani e persone con disabilità,
è diventato un modello esportato in altre province lombarde.
ntico, popolare e non da adesso
anche inclusivo. E’ il vecchio e caro
gioco delle bocce. Nell’immaginario
collettivo uno sport per anziani, forse perché il camminare su e giù per un campo
lungo poche decine di metri non viene considerato “motorio”, ma allora, perché il tiro
con l’arco o con la pistola sono a tutti gli ef-
A
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fetti sport olimpici? Premessa e domanda
che alla locomotiva del progetto “Coesione
Sociale” del Sindacato Pensionati Cgil di
Besozzo non sono neanche passati per la
mente.
La locomotiva in questione è Severino Bonandin ex dirigente sindacale oggi “pensionato attivo” impegnato senza risparmio nel
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
coordinare un progetto diventato punto di riferimento in Lombardia e anche fuori.
“L’idea iniziale rivolta agli anziani e tutt’ora
linea guida era quella di creare una rete di
attività ludico/culturale/sportiva per ottimizzare e potenziare la socializzazione spiega Bonandin - ridare valore al proprio
tempo, essere protagonisti e positivi all’interno della società in continua evoluzione,
sia come pensionati che come soggetti ancora attivi nel mondo del lavoro. Strada facendo l’idea si è rivelata talmente buona e
apprezzata da arrivare ad allargare la partecipazione eliminando alla base possibili
elementi di preclusione, comprendendo anziani residenti in strutture e a casa propria
insieme a persone con disabilità, consentendo a tutti di interagire. Oggi come Spi
Cgil possiamo dire di essere addirittura in
difficoltà per rispondere alla domanda crescente di partecipazione e collaborazione e
quindi siamo orgogliosi di poter essere utili
anche solo come un modello per altre realtà
e addirittura altre province, come accadrà
nella prossima estate con le finali della manifestazione “Giochi Liberetà”, arrivata alla
sua ventiduesima edizione, che si svolgeranno a Brescia”.
Sport Un’idea diventata grande
Quello di “Coesione Sociale”, parte integrante dei “Giochi di Liberetà”, è un calendario ricco che condividete con
l’Istituto Sacra Famiglia di Coquio Trevisago a sua volta portatore di collaborazione con la Polisportiva Vharese dedita
all’attività per persone più o meno giovani con disabilità intellettiva.
E’ stato lo sviluppo naturale di incontri e collaborazioni diventati in breve tempo autentica inclusione - conferma Bonandin L’esempio più bello è il torneo di bocce
“1+1=3” giocato da squadre composte da
anziani, volontari e intellettivi. Una formula
che con nostra grande soddisfazione si sta
allargando a macchia d’olio.
Non solo bocce.
Non solo bocce, molto di più. Nel calendario
di quest’anno, distribuito soprattutto nella
zona dei laghi, gli appuntamenti sono 31 e
riguardano il ballo, tornei di carte come burraco, scala 40 e briscola, ballo, tennis,
pesca e, grande novità di quest’anno, addirittura il golf che io per primo ho scoperto
come sport popolare e per niente esclusivo,
dove al nostro primo incontro mi è capitato
un qualcosa di inaspettato.
Dica..
Alla mia età non avevo mai preso in mano
una mazza da golf prima di allora. Mi presento al maestro con un po’ di soggezione
e la prima lezione fila via liscia con crescente confidenza e cordialità. Al termine
chiedo quanto devo e lui mi risponde
‘niente’. Ma come? - dico io - messo all’erta
da molti ero preoccupato per i costi e per le
caratteristiche dei nostri allievi pensavo di
chiedere una trattamento di favore. Adesso
mi sento dire addirittura ‘niente. A quel
punto il maestro mi spiega: “Sono io che
devo qualcosa di importante a voi perché
Severino Bonandin e Emidio Novali
con la vostra presenza contribuite a sdoganare il golf etichettato come sport per ricchi.
Ogni disciplina sportiva può essere popolare o esclusiva. Voi ne siete la prova lampante”.
Questa è solo l’ultima piacevole scoperta
che ho fatto vivendo questa fantastica
quanto impegnativa esperienza.
Dove c’è una realtà con un’attività che
funziona c’è prima di tutto una persona
che funziona. Per quanto riguarda “Coesione Sociale” mi sembra di capire che
le persone siano almeno tre.
A fare la differenza sono sempre le persone
- dice Bonandin - con la Sacra Famiglia di
Cocquio nella persona di Emidio Novali c’è
piena sintonia ma direi grande amicizia. Un
rapporto che ha favorito la conoscenza con
il Vharese nella persona di Anna Sculli.
Senza dimenticare quanti si impegnano
senza risparmio dal guidare un pulmino
all’occuparsi della burocrazia, dal partecipare alle iniziative a promuoverle. Tutti indispensabili,
tutti
protagonisti,
tutti
appassionati di attenzione per gli altri senza
preclusione.
Modello e progetto pilota. Tanta roba!
Orgoglio e merito di tanti. Il progetto di coesione sociale è partito da Besozzo nel 2009
in accordo con altri Comuni, i centri anziani,
le residenze socio sanitarie e i centri diurni
per persone con disabilità. Già nel 2010 i
Comuni aderenti al progetto erano raddoppiati e il progetto esteso nelle province di
Mantova, Lodi e Bergamo. L’idea diventata
grande va incontro a chi trovandosi dall’oggi
al domani a doversi riorganizzare una quotidianità senza l’impegno del lavoro ha la
sensazione di essere diventato inutile e
tende a chiudersi disdegnando la condivisione di una passione o un’attività qualsiasi.
A queste persone basta aprire una porta
qualsiasi e le nuvole nere spariscono nel
cielo azzurro della serenità che caratterizza
la socialità e l’inclusione.
Roberto Bof
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
21
Fisco
Auto la mappa degli
sconti fiscali
Iva agevolata, detrazioni Irpef, esenzione del bollo auto e dell'imposta di
trascrizione: tutte le agevolazioni per i veicoli destinati a disabili.
e spese sostenute per i veicoli destinati al trasporto di persone disabili possono fruire delle seguenti
agevolazioni:
- Iva agevolata del 4% (anziché del
22%);
- detrazione Irpef del 19%;
- esenzione dal pagamento del bollo
auto (in base alle specifiche leggi della
Regione di residenza);
- esenzione dalle imposte di trascrizione sui passaggi di proprietà.
L
Destinatari
I veicoli devono essere utilizzati a favore
di disabili appartenenti ad una delle seguenti categorie:
1. non vedenti e sordomuti (art.1 L.
68/99)
Sono ricompresi fra i non vedenti le persone colpite da cecità assoluta o con residuo visivo non superiore ad 1/10 in
entrambi gli occhi (anche con eventuale
correzione). Sono invece esclusi gli ipovedenti mediogravi e lievi
2. disabili psichici o mentali titolari
dell’indennità di accompagnamento,
3. disabili con grave limitazione della
capacità di deambulazione o affetti da
pluriamputazioni
22
4. disabili con ridotte o impedite capacità motorie, non affetti da grave limitazione permanente della capacità di
deambulazione. In questo caso però per
fruire delle agevolazioni è necessario
che il veicolo sia adattato per le esigenze del disabile.
Naturalmente le disabilità devono essere
certificate dalle apposite commissioni
mediche di accertamento dell’handicap
ai sensi della legge 104/92.
Su quali veicoli
I veicoli agevolabili sono:
* le autovetture, destinate al trasporto
esclusivo di persone;
* gli autoveicoli per trasporto promiscuo, cioè veicoli destinati al trasporto di
cose e persone (con massimo 9 posti e
massa complessiva a pieno carico non
superiore a 3,5 t);
* gli autoveicoli per trasporti specifici,
cioè muniti in modo permanente specifiche attrezzature finalizzate ad agevolare
il trasporto del disabile;
* gli autocaravan (aventi al massimo 7
posti): per questi veicoli è però previsto
solo la detrazione Irpef del 19%;
* le motocarrozzette, cioè veicoli a tre
ruote con carrozzeria (che consentano il
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
trasporto di quattro persone al massimo);
* i motoveicoli per trasporto promiscuo, cioè veicoli a tre ruote con carrozzeria destinati al trasporto di persone e
cose;
* i motoveicoli per trasporti specifici,
cioè veicoli a tre ruote muniti di speciali
attrezzature destinate al trasporto del disabile.
Fisco Auto la mappa degli sconti fiscali
Agevolazione Iva
Viene applicata l’Iva agevolata del 4%
(al posto di quella ordinaria del 22%) sul
costo di acquisto dei mezzi di trasporto
destinati ai disabili purché questi abbiano una cilindrata massima di 2000
cc se a benzina o di 2800 cc se diesel.
Sono esclusi da tale agevolazione i caravan.
L’Iva del 4% è applicabile anche:
- all’acquisto contestuale di optional per
il veicolo destinato ai disabili,
- alle spese sostenute per l’adattamento di veicoli già posseduti dal disabile (anche se di cilindrata superiore ai
limiti visti in precedenza),
- alle cessioni di strumenti ed accessori
utilizzati per gli adattamenti,
- ai costi di riparazione ed ai ricambi relativi agli adattamenti.
L’Iva agevolata spetta solo se il veicolo
risulta intestato al disabile cui è destinato o ad un familiare cui è fiscalmente
a carico e non invece se è acquistato da
società, enti o cooperative (anche se è
effettivamente utilizzato per il trasporto
di disabili). Tale agevolazione è fruibile
una sola volta ogni quattro anni (a
partire dalla data di acquisto). È però
possibile riottenere il beneficio anche
prima dello scadere dei quattro anni previsti se il precedente veicolo agevolato è
stato cancellato dal Pubblico registro automobilistico per demolizione.
L’agevolazione spetta anche nel caso di
acquisto dei veicoli in leasing, a condizione però che nel contratto sia previsto
che al termine del periodo di leasing l’utilizzatore effettui il riscatto del bene e ne
divenga proprietario.
L’Iva agevolata del 4% si applica sia sui
canoni che sul prezzo di riscatto finale
del bene.
Al momento dell’acquisto occorrerà presentare al rivenditore la certificazione relativa alla specifica condizione di
disabilità (certificato di invalidità, verbale
di accertamento della disabilità rilasciato
dalla commissione presso l’Asl, ecc.).
Il venditore dovrà indicare in fattura il riferimento normativo per l’applicazione
dell’aliquota agevolata e comunicherà all’Agenzia delle entrate gli estremi dell’operazione (e cioè la data della vendita,
la targa del veicolo, i dati anagrafici dell’acquirente).
Detrazione Irpef
Oltre all’applicazione dell’Iva agevolata,
è possibile fruire della detrazione Irpef
pari al 19% del costo sostenuto per l’acquisto del veicolo (sia esso nuovo che
usato) indicando l’importo pagato nella
dichiarazione dei redditi relativa all’anno
in cui è stato effettuato l’acquisto.
Il beneficio fiscale può essere goduto in
un’unica soluzione (il primo anno) o ripartito in quattro quote annuali di pari
importo. In caso di dichiarazione dei redditi presentata dall’erede per il disabile
deceduto le rate residue possono invece
essere detratte solo in un’unica soluzione.
Per l’agevolazione ai fini Irpef non sono
richiesti specifici limiti di cilindrata del
veicolo (come nel caso dell’Iva), ma è
previsto un tetto massimo di spesa pari
a 18.075,99 euro. La detrazione è fruibile
una sola volta entro i primi quattro anni
dall’acquisto, a meno che nel corso del
quadriennio il primo veicolo agevolato
non sia stato cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico (ad esempio per
demolizione o furto).
In particolare, nel caso di furto e di successivo riacquisto di un nuovo mezzo
entro il quadriennio, la detrazione del
19% si applica sulla differenza fra il
costo del nuovo veicolo (sempre nel limite di 18.075,99 euro) e il rimborso percepito dall’assicurazione.
La detrazione Irpef del 19% spetta
anche per le spese di manutenzione
straordinaria - inclusi quindi gli eventuali adattamenti specifici per far fronte
alle limitazioni dovute alla disabilità - ma
non per quelle di manutenzione ordinaria e di normale esercizio (assicurazione, carburante, lubrificanti, ecc.).
Perdita delle agevolazioni
In caso di cessione - a titolo oneroso o
gratuito - dell’autovettura agevolata entro
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
due anni dal suo acquisto si ha la decadenza delle agevolazioni e l’obbligo di
versare la differenza fra le imposte dovute in assenza di agevolazioni e quelle
pagate a seguito della loro applicazione.
La decadenza non ha luogo se la cessione nel corso del biennio derivi dalla
necessità di acquistare un nuovo veicolo
su cui realizzare nuovi e diversi adattamenti per le mutate condizioni di disabilità.
Gli eredi inoltre non perdono le agevolazioni anche se vendono il veicolo del disabile defunto prima dello scadere dei
due anni dall’acquisto.
Beneficiari delle agevolazioni
Le agevolazioni sui veicoli, condotti direttamente dai disabili o utilizzati da terzi
per trasportarli, spettano alla persona disabile o ai familiari che lo hanno fiscalmente a carico.
Si considera fiscalmente a carico
chiunque disponga di un reddito annuo
non superiore a 2.840,51 euro. In tale
importo non vanno inclusi i redditi
esenti (come ad es. le pensioni sociali),
le indennità (comprese quelle di accompagnamento), gli assegni e le pensioni
erogate ai ciechi civili, ai sordomuti e agli
invalidi civili.
In caso di disabile a carico, la fattura di
acquisto o di adattamento del veicolo
può essere indifferentemente intestata al
disabile o al familiare che sostiene le
spese.
In caso invece di soggetto non fiscalmente a carico, per poter fruire delle
23
Isee: ora si può contestare per togliere
le indennità dal reddito
Il ricalcolo dell'Inps recepisce quando stabilito dalle sentenze del Consiglio di Stato,
avvantaggiando le famiglie dove sono presenti persone disabili.
Sul sito dell’Inps, nella sezione Isee, ora
c’è la possibilità di “contestare” l’Isee.
È la strada per correggere l’Isee calcolato secondo le regole che invece a fine
febbraio il Consiglio di Stato ha dichiarato illecite. Il Consiglio di Stato aveva
infatti stabilito che non sono da considerare nell’Indicatore della Situazione
reddituale le provvidenze ed i benefici
economici erogati dallo Stato per “compensare” la condizione di disabilità. Ora
contestando l’Isee si possono inserire
pari a zero le indennità e chiedere l’applicazione delle franchigie massime nel
caso di adulti maggiorenni (per i minorenni erano previste dal nuovo Isee
franchigie più alte). Presentando la
contestazione non vengono inserite le
indennità di accompagnamento e sono
applicate correttamente le franchigie.
L’aspetto che occorre tener presente è
che il calcolo corretto non avviene in automatico: la premessa necessaria è
proprio presentare la contestazione.
Chi ha presentato l’Isee online può contestarlo online, chi l’ha fatto tramite Caf
deve farlo tramite Caf.
L’altro tema è quello delle famiglie che
nemmeno hanno presentato l’Isee, sapendo che con le regole in vigore e
quindi con il conteggio delle indennità
sarebbero stati comunque al di sopra
delle soglie stabilite dai Comuni per i
servizi. Il suggerimento che viene dato
da più parti è di farlo ora e nel caso in
cui le indennità venissero automaticamente inserite nel reddito, procedere
alla contestazione.
In questi giorni c'è anche una seconda
novità sul fronte Isee: per tutti i servizi
di natura sociale e sociosanitaria rivolti
alle persone con disabilità deve essere
agevolazioni fiscali, il documento attestate la spesa deve essere intestato necessariamente al disabile.
Per i disabili con ridotte o impedite capacità motorie (ma non affetti da grave limitazione
alla
capacità
di
deambulazione) la condizione necessaria per fruire delle agevolazioni è costituita dall’adattamento del veicolo in
base alle specifiche necessità derivanti
dalla patologia.
24
applicato l'Isee ristretto. Molti Comuni e
anche Regione Lombardia avevano infatti interpretato il Dpcm 159/2013 in
modo da escludere alcuni servizi rivolti
alle persone con disabilità (tra cui Cse
e Sfa) da quelli per cui è possibile richiedere l'applicazione dell'Isee ristretto
per la compartecipazione alla spesa.
Ora invece l'Inps ha chiarito definitivamente la questione pubblicando sul proprio sito le Faq sull’Isee: tra i quesiti a
cui dà risposta ce n’è uno (V_27 del 26
gennaio 2016, a pagina 47) che riguarda proprio il campo di applicazione
dell'Isee sociosanitario. «Quale Isee richiedere per concedere prestazioni
agevolate (integrazioni rette) in ordine
alla frequenza di un Cse?», recita la domanda. «In estrema sintesi si afferma
che il Cse deve essere ricompreso tra i
servizi per cui chiedere l'Isee sociosanitario purché la persona abbia ottenuto
il riconoscimento formale del grado di
disabilità non autosufficienza», risponde l’Inps.
Esenzione dal pagamento del bollo
auto e dell’imposta di trascrizione
I veicoli destinati ai disabili – rientranti
nei limiti di cilindrata previsti per l’agevolazione Iva, (e cioè 2000 cc se a benzina
e 2800 cc se diesel) - possono fruire
anche dell’esenzione permanente dal
pagamento del bollo auto, in base ai
regolamenti della Regione di residenza.
L’auto deve essere però intestata al disabile o ad un familiare cui è a carico.
Sono esclusi i veicoli intestati ad enti,
cooperative e società.
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
«Conformemente a quanto già affermato dal nostro servizio legale, Inps ritiene che tutti i servizi, sia quelli di
natura sociale, sia quelli di natura sociosanitaria rivolti alle persone con disabilità siano da ricomprendere nella
nozione di prestazione agevolata di natura sociosanitaria e quindi debba essere applicato l'Isee ristretto»,
commenta Gaetano De Luca, avvocato
del Centro Antidiscriminazione Franco
Bomprezzi di Ledha, nel diffondere la
notizia. Per Alberto Fontana, presidente
di Ledha, «sulla base di quanto affermato dall'Inps in questa risposta, chiediamo che Regione Lombardia
intervenga sulle linee guida pubblicate
lo scorso marzo e le modifichi, applicando così un criterio che garantisca
un'equa compartecipazione alle spese
per le persone con disabilità».
Analogamente, i mezzi destinati alle categorie di disabili viste in precedenza (ad
eccezione di quelli utilizzati per il trasporto di non vedenti e sordomuti) sono
anche esentati dal pagamento dell’imposta di trascrizione al Pubblico registro automobilistico in occasione dei
passaggi di proprietà (sia di vetture
nuove che usate).
Francesco Gentile
Assistenza
e Previdenza
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Chiama un Supereroe
Un servizio innovativo presente in alcune città italiane,
tra cui Milano, Torino e Varese, che consente di far fronte ad emergenze
per servizi di colf, badante, baby sitter.
a piattaforma si chiama “Il mio Supereroe” (http://ilmiosupereroe.it) ed
è nata dal luglio 2015 con l’obiettivo
di rispondere alle esigenze delle sempre
più numerose persone che necessitano
di recuperare tempo per se stessi e i propri familiari e che non trovano nell’attuale offerta del mercato una risposta
sufficientemente evoluta e flessibile.
I servizi proposti finora, svolti con l’ausilio di personale qualificato, sono di colf,
badante, baby sitter, ma l’idea è di ampliare l’offerta, consentendo l’utilizzo
anche altre figure, tra cui fisioterapisti,
personal trainer, cuochi a domicilio ecc.
La formula è semplice: si prenota sulla
piattaforma il giorno e l’ora, indicando il
proprio indirizzo e si sceglie il “supereroe”, tra i profili proposti.
Le tariffe sono chiaramente indicate nel
sito e accessibili economicamente, soprattutto se si opta per dei pacchetti di
più ore, come avviene frequentemente
nel caso delle badanti, per le quali il carnet che prevede l’utilizzo per 160 ore in
3 mesi prevede un costo di 1360 euro
ossia 8,5 euro l’ora.
Molti i vantaggi offerti dalla piattaforma.
Innanzitutto la possibilità di avere per-
L
sonale in regola, senza accollarsi oneri
burocratici, pagando la prestazione rapidamente attraverso il sito. Inoltre l’assistente può essere scelto, valutandone il
profilo e leggendone le recensioni. Poi
l’immediatezza del servizio, molto utile
per far fronte alle emergenze o alle sostituzioni di personale: infatti è possibile
prenotare il “supereroe” anche poche ore
prima e non passano più di quattro ore
senza avere una risposta.
Il servizio è partito su Milano e provincia,
Monza/Brianza, Varese, Torino, per poi
essere esteso, nei prossimi mesi, ad altri
principali centri urbani (Roma, Bologna,
Firenze ecc.)
Per informazioni è possibile contattare i
responsabili della piattaforma al numero
02/86882279 dalle 8 alle 18 dal lunedì al
venerdì.
Marcella Codini
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
E a Brunico arrivano i
"nonni in prestito"
per aiutare le famiglie
È noto ormai che i nonni sono la prima
forma di welfare per le famiglie, alle
prese con il lavoro e i mille impegni quotidiani. Ecco perché a Brunico, in provincia di Bolzano, da oggi chi non può
contare su un nonno "anagrafico" ne
può trovare uno in prestito. L'idea è
della Caritas altoatesina, che ha attivato il progetto "Nonni in prestito" per
avvicinare giovani famiglie a anziani desiderosi di mettersi al servizio e di dare
un aiuto. I “nonni in prestito”, in sostanza, sono dei volontari che hanno
scelto di donare un po’ del loro tempo
libero alle famiglie, accompagnando ad
esempio i bambini in biblioteca, al
parco, giocando con loro. Il numero di
ore da mettere a disposizione sarà
completamente a discrezione dei
“nonni in prestito”, in accordo con le famiglie aderenti al progetto.
Per informazioni si può contattare:
Karmen Rienzner, tel. 0474 414 064,
[email protected].
25
Assistenza
e Previdenza
La pensione di inabilità
Ecco chi può ottenerla.
a pensione di inabilità è una prestazione assistenziale (Legge 30 marzo
197, n. 118), è concessa agli invalidi
civili totali, in stato di bisogno economico,
di età compresa tra i diciotto e i sessantacinque anni, a cui l’apposita Commissione sanitaria abbia riconosciuto a
causa di infermità, difetto fisico o mentale
un'inabilità lavorativa totale (100%) e permanente (invalidi totali).
L
I requisiti
Il primo requisito è quello di rientrare in
una di queste categorie: essere cittadino
italiano residente in Italia, cittadino straniero comunitario iscritto all’anagrafe del
Comune di residenza, cittadino straniero
extracomunitario legalmente soggiornante nel territorio dello Stato, in possesso del permesso di soggiorno CE per
soggiornanti di lungo periodo o con permesso di soggiorno di almeno un anno.
Età
E' necessario avere un'età compresa tra
i 18 e i 65 anni. Al compimento dei 65
anni e 3 mesi di età cessa la corresponsione dell'assegno mensile, e in sostituzione è concessa automaticamente
pensione sociale, da intendersi come assegno sociale sostitutivo (art. 19, Legge
118/71 - art. 3, Legge 335/95).
Grado di invalidità
In sede di visita medica presso la com26
missione sanitaria deve essere stata riconosciuta un'inabilità lavorativa totale e
permanente al 100%.
Condizione economica
I beneficiari si devono trovare in stato di
bisogno economico. Ogni anno viene fissata la soglia di reddito personale dell’invalido affinchè possa avere diritto alla
pensione. Per il 2016, coloro che presentano i requisiti di cui sopra non devono
avere un reddito annuo personale superiore ad Euro 16.532,10.
Come si calcola il reddito annuo per
averne diritto
Il reddito annuale che non deve essere
superato dall’invalido per avere diritto alla
pensione di inabilità, che per il 2016 è di
euro 16.532,10, viene fissato dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’Inps
con delle specifiche circolari emanate
anno per anno.
Recentemente è intervenuto il legislatore
che, nel Decreto Legge n. 76/2013, all'art.
10, comma 5, ha stabilito che ai fini del diritto a pensione non si fa riferimento ai
redditi percepiti da altri componenti del
nucleo familiare del richiedente, ma solo
a quello del richiedente.
Compatibilità con altre prestazioni
La pensione è compatibile con le prestazioni dirette concesse a titolo di invalidità
contratta per causa di guerra, di lavoro o
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
di servizio, nonché con gli altri trattamenti
pensionistici diretti concessi per invalidità.
È inoltre compatibile con l’indennità di accompagnamento.
Importo
L’importo della pensione di inabilità previsto per l’anno 2016 è di euro 279,47, pagati per 13 mensilità. La pensione di
inabilità non è soggetta ad Irpef. La misura della pensione, in condizioni particolari di reddito, può essere incrementata di
un importo mensile stabilito dalla legge
(maggiorazione). In caso di morte dell’invalido la pensione di inabilità non si trasmette agli eredi.
Attenzione
La pensione di inabilità per gli invalidi al
100% è una prestazione assistenziale diversa dalla pensione di inabilità lavorativa
erogata in favore dei lavoratori per i quali
viene accertata l'assoluta e permanente
impossibilità di svolgere qualsiasi attività
lavorativa. In questo caso si tratta di una
prestazione economica che si può richiedere solo se si hanno almeno almeno 260
contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre
anni di contribuzione e assicurazione) nel
quinquennio precedente la data di presentazione della domanda ed anche l'importo di questa pensione varia a seconda
dei contributi versati.
Morena Restelli
Assistenza e Previdenza La pensione di inabilità
Bonus assistenza
anziani e disabili 2016
Home Care Premium, il bonus erogato dall’Inps per assistere disabili ed anziani, è
stato prorogato fino a giugno 2016. Ecco come funziona e chi può richiederlo.
stata prorogata al 2016 l’iniziativa
Home Care Premium, il bonus erogato dall’INPS ai dipendenti e pensionati pubblici che sono in condizioni di
non autosufficienza o che assistono un
familiare anziano o disabile.
Ecco quali sono le principali informazioni
da tenere in considerazione: beneficiari,
tipologia del bonus, scadenza, documentazione e requisiti necessari per presentare la domanda.
E
L'Ammontare
Il bonus erogato a favore di chi assiste
anziani e disabili prevede un contributo
che oscilla tra un minimo di 400 euro al
mese ed un massimo di 1200 euro al
mese.
L’importo del contributo assistenziale
mensile può subire variazioni in base all’Isee del richiedente e ad un punteggio
che indica il grado di autosufficienza del
soggetto beneficiario.
La somma massima di 1200 euro è prevista per i casi in cui i redditi annuali siano
inferiori agli 8000 euro annui.
l bando dispone poi l’assegnazione di un
trattamento integrativo che può arrivare
fino a un massimo di 2400 euro, importo
che, in ogni caso viene concesso in base
allo specifico percorso assistenziale che
il beneficiario deve seguire.
I Beneficiari
Il progetto Home Care Premium è un
bonus destinato a dipendenti e pensionati
pubblici che sono in condizioni di non autosufficienza o che assistono in casa persone non autosufficienti o con disabilità
grave.
Il bonus può, quindi, essere richiesto dai
soli dipendenti e pensionati pubblici per
se stessi e per i familiari conviventi o di
primo grado non autosufficienti (anziani o
disabili che siano).
Sono interessati dal progetto anche i minori disabili, figli di dipendenti pubblici o
pensionati deceduti.
Come fare domanda
Il bando, inizialmente partito in via sperimentale solo per il 2015, è stato prorogato fino al 30 giugno 2016.
La presentazione della domanda dovrà
avvenire per via telematica sul sito ufficiale dell’Inps www.inps.it, previa richiesta, se il soggetto non ne è in possesso,
del Pin Inps necessario per accedere ai
“Servizi online”.
Inoltre, la persona non autosufficiente
(anziano o disabile) deve fare richiesta di
iscrizione alla banca dati dell’Inps come
dipendente pubblico o pensionato o familiare di dipendente pubblico (exInpdap).
Al momento della presentazione della domanda, il richiedente deve aver già presentato una Dichiarazione Unica
Sostitutiva per consentire l’acquisizione
dell’Isee sociosanitario del nucleo familiare di cui fa parte anche il beneficiario
del Bonus.
Pensione di invalidità civile
parametrata alle capacità di lavoro
L’invalidità va verificata alla luce delle capacità lavorativa del richiedente: non si tratta quindi
di un dato biologico, ma di valutare se le attitudini dell’assicurato possono essere espletate.
iù difficile ottenere l’assegno di invalidità: la verifica, infatti della malattia,
non va effettuata avendo a riferimento
un dato biologico quale la generica capacità
di guadagno, ma con riguardo alla capacità
di lavoro, intesa come diminuzione effettiva
di svolgere le attività in linea con le attitudini
dell’assicurato. Ne deriva, pertanto, che occorrerà valutare in concreto le condizioni di
quest’ultimo, tenendo conto della sua età,
della sua formazione e personalità professionale e se tali fattori possano concretamente incidere sulla capacità di compiere
tutte quelle attività svolte finora. È quanto
chiarito dalla Corte di Cassazione con una
P
recente sentenza (n.4710)
Ai fini della valutazione dell’invalidità, ciò
che conta davvero è dunque la personalità
professionale dell’assicurato che non è la
somma delle singole manifestazioni morbose che lo affliggono né delle percentuali
di invalidità relative a ciascuna infermità riscontrata.
A fare la differenza è il quadro morboso
complessivo del richiedente. Non si può
quindi valutare l’invalidità in base alle tabelle antinfortunistiche: ma occorre andare
oltre, e verificare la capacità lavorativa dell’assicurato con riferimento alle sue specifiche attitudini.
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
27
Mobilità
Servoscala
o piattaforma elevatrice?
Come trovare la soluzione giusta per superare i dislivelli.
uando ci sono dislivelli da superare
con carrozzina si consiglia sempre
come scelta prioritaria di realizzare
una rampa solida fissa; in seconda battuta
la piattaforma elevatrice, o minielevatore e,
quale ultima possibilità, il servoscala.
La prima, cioè la rampa, ha limitati costi di
manutenzione in quanto non ha organi elettromeccanici ma, nel privato, è difficile trovare spazi sufficienti nel rispetto delle
pendenze da adottare per la sua costruzione. La rampa è invece fortemente raccomandata per luoghi aperti al pubblico ove è
più facile vi siano gli spazi necessari e in
quanto resistente ai tipici vandalismi a cui
sono soggette le altre soluzioni.
L’adozione del servoscala è da scoraggiare
fortemente per i luoghi aperti al pubblico in
quanto, per le ragioni di cui sopra, è troppo
esposta alle manomissioni e richiede la presenza di un addetto. Nel privato invece può
essere una soluzione valida purché, se si
tratta di parti comuni dell'edificio, si disponga di una larghezza della scala non inferiore a m 1,20; in casa propria può essere
sufficiente una larghezza inferiore della
scala purché sia tale da accogliere un determinato tipo di servo scala che può essere
a sedile o a piattaforma ribaltabile. Quando
la scala è stretta, e quindi non è possibile
installare questo genere di meccanismo, è
necessario ricorrere alla soluzione della
piattaforma elevatrice che può essere di
Q
28
due tipi: aperta per piccoli dislivelli oppure
cabinata.
In tutti i casi quest’ultima soluzione rimane
la più valida: una cabina che si sposta con
sicurezza in verticale rappresenta certamente il mezzo più affidabile per spostarsi
da un piano all'altro: ha in più il vantaggio
che può essere installata anche in luoghi
aperti al pubblico con migliori garanzie di
operabilità rispetto ai servoscala.
La piattaforma elevatrice in sostanza è paragonabile ad un ascensore ma è molto più
semplice e non richiede le burocratiche e costose operazioni di collaudo; inoltre i costi di
manutenzione sono più contenuti. Questo
tipo di minielevatore può servire sino a quattro piani, coprendo un dislivello fino a 16
metri. Esso ha il grosso vantaggio di poter
essere installato anche in edificio già costruito, in un vano interno, se esiste, oppure
all'esterno mediante una semplice struttura
metallica in cui scorre la cabina. Quest'ultima
soluzione non richiede autorizzazioni legate
all'aumento del volume in quanto questa
sporgenza è considerata volume tecnico.
A Varese le aziende che hanno già affrontato
problemi di accessibilità anche modificando
l'esistente sono la Rainhard Riabilitazione,
l'Amca Ascensori e la Fabbri Ascensori.
Naturalmente se l'ascensore viene installato
in abitazione unifamiliare o bifamiliare senza
parti comuni le misure della cabina sono a
scelta del cliente, nel caso invece si tratti di
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
parti comuni di edificio plurifamiliare le misure minime non potranno che rispettare il
Dm 236/89 e cioè 1,20 m di profondità e 0,80
m di larghezza con porta sul lato più corto
avente una luce netta minima di 0,75 m.
La piattaforma elevatrice è allacciabile ad
un qualunque punto luce da 220 Volt e richiede una potenza di 1,2 Kw, quella normalmente disponibile in tutte le abitazioni.
Esso si può installare all'interno e all'esterno delle abitazioni senza grandi interventi strutturali.
Bruno Biasci
Mobilità Scivoli dipinti contro la sosta selvaggia
Scivoli dipinti
contro la sosta selvaggia
Troppe macchine occupano gli spazi di passaggio dei disabili. Milano vuole
sperimentare scivoli più evidenti su modello della Svizzera.
ipingere sugli scivoli di salita e discesa dei marciapiedi il simbolo di
accesso per persone disabili. E' questo il progetto promosso dal Consiglio di
Zona 1 di Milano per evitare che tali scivoli
siano utilizzati in modo indiscriminato da ciclisti e motociclisti impedendone l'uso alla
persona in carrozzina.
Il piano, che ha informalmente ottenuto l’apprezzamento di Palazzo Marino e attende
di essere finanziato, prevede un periodo di
sperimentazione in un'area ristretta e di partire dalle strade più centrali dove la sosta
selvaggia di moto, biciclette, scooter e auto
è massima.
Il progetto, che recentemente ha ottenuto
l'approvazione del Consiglio di Zona, è
preso a prestito dall'esperienza di alcune
città svizzere. Il fatto che gli scivoli siano visivamente legati alla disabilità dovrebbe
provocare un giusto senso di colpa in chi,
con leggerezza, sarebbe tentato di posteggiare in modo poco attento.
Nella delibera che approva il progetto si
legge: "Alcuni milanesi, distratti dalle bel-
D
lezze della città o da pressanti impegni, parcheggiano il proprio mezzo di trasporto
senza notare la presenza di scivoli, bloccandoli e rendendoli inutili senza cioè tenere
conto che gli scivoli sono costruiti per facilitare la salita e la discesa dal marciapiede di
persone con difficoltà motorie o dotate di
passeggino. Da qui, la decisione di intervenire.
Il nuovo esperimento è gradito da Ledha
(Lega delle associazioni lombarde per i diritti dei disabili) il cui Presidente, Marco Rasconi ha commentato "tutto quello che può
sensibilizzare è benvenuto, l’obiettivo è togliere un giorno tutti i simboli. Ma potremmo
farlo solo quando ci sarà una vera civiltà del
rispetto per promuoverla, i simboli sono importanti".
Nel caso in cui i fondi comunali non fossero
sufficienti, il consiglio di Zona potrebbe rivolgersi a sponsor privati.
Sarebbe bene che anche a Varese venisse
adottato questo progetto in quanto la problematica è la stessa: sarebbe inoltre utile
riconoscere il marciapiede dotato di scivolo
alle due estremità con il logo dei disabile per
essere sicuri della sua accessibilità completa e non dover scoprire che all'estremità
opposta non esiste lo scivolo per scendere
e che quindi occorre tornare indietro.
Bruno Biasci
Wheeliz, in Francia
il “Car-sharing” è senza barriere
Nasce in Francia il primo sito dedicato al noleggio tra privati
di veicoli attrezzati per le persone dalla mobilità ridotta.
Nato dalla constatazione che le soluzioni per spostarsi con una sedia a rotelle sono
troppo spesso care e restrittive, in Wheeliz si propone un nuovo modo di noleggiare
unicamente tra privati.
Su Wheeliz sono referenziati due tipi di veicoli:
- le auto equipaggiate di una rampa (TPMR)
- le auto con un posto guida attrezzato (es. acceleratore e freno al volante)
La piattaforma è sorta alcuni mesi fa grazie all’idea di Charlotte, una ragazza disabile
di 24 anni che aveva sperimentato che noleggiare per 10 giorni un veicolo adattato le
era costato 1.000 euro.
Così ha raccolto 20 mila euro con il crowdfunding e ha fatto nascere Wheeliz:
oggi sono quasi mille gli iscritti, 120 i veicoli.
E Charlotte pensa a diffonderlo in tutta la Francia.
https://www.wheeliz.com/it
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
29
Segnalazioni
Go4All, viaggi nel mondo
per disabili motori
Un nuovo tour operator specializzato in viaggi per chi ha problemi di mobilità.
all’esperienza personale di una viaggiatrice su sedia a ruote a un tour
operator di viaggi per persone con disabilità motoria: Go4All nasce dalla collaborazione tra Pamela Cazzaniga, paraplegica
della provincia di Lecco, e Ludovico Scortichini, fondatore e amministratore delegato
di due tour operator con sede ad Ancona,
GoAsia e GoAustralia, specializzati in viaggi
in oriente e in Oceania.
Go4All ha in catalogo tutti viaggi testati personalmente da Pamela Cazzaniga, accompagnati da informazioni, fotografie e video.
Tra le destinazioni, l’Australia (24 giorni da
Sydneu alla grande barriera corallina di
D
Cairns), gli Emirati Arabi, l’India con il triangolo d’oro e Calcutta, l’Indonesia, la Terra
santa e gli Usa con tanto di coast to coast.
Alberghi e attrazioni sono privi di barriere
architettoniche.
Pamela Cazzaniga ha anche un suo blog e
cura una rubrica di “viaggi senza barriere”
sul sito Agenda viaggi. “Dal 1997 sono su
una sedia a rotelle a causa di un incidente
stradale ma, dopo nove mesi dall’accaduto,
già risalivo su un aereo diretto a Santo Domingo – si racconta –. Spero di essere utile
e di riuscire a spronare anche persone
come me, o con difficoltà motorie, a girare
l’Europa e il mondo basandomi sulle espe-
rienze e sui viaggi fatti fino ad oggi. Superando qualche difficoltà dovute dalle barriere architettoniche, eliminandole con degli
aiuti, viaggiare risulta possibile a chiunque”.
Per informazioni su Go4all è possibile chiamare il numero 071 2089301 o inviare una
e-mail a [email protected].
Via libera ai viaggi
in aereo senza accompagnatore
Dal prossimo anno l’accompagnatore non sarà più un obbligo
per il disabile che prende l’aereo.
uova battaglia vinta dai disabili europei. Dal 2017, infatti, non saranno più
obbligati ad avere un accompagnatore personale se dovranno salire a bordo
di un aereo.
Si tratta di un grande esito positivo verso la
parità dei diritti delle persone con disabilità
che giunge alla conclusione di un lungo dibattito iniziato alla fine del 2015, anno in cui
l’European Disability Forum (Edf) spedì una
lettera all’European Aviation Security
Agency (Easa) per chiedere la revisione del
suo regolamento che concerneva speciali
categorie di passeggeri, tra cui appunto i
viaggiatori con disabilità, e l’eliminazione
della figura dell’assistente di sicurezza.
N
30
Ciò comportava non soltanto una limitazione alla libertà delle persone con handicap, ma anche un particolare che rischiava
di consentire alle compagnie aeree di rifiutare di imbarcare una persona disabile se
non accompagnata, come ad esempio il
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
caso della compagnia aerea low cost Easyjet che fu condannata dal tribunale francese
di Bobigny a pagare 70.000 euro di multa
per non aver fatto salire a bordo di un aereo
tre persone con disabilità senza accompagnatori.
La vita
da dentro
di Emanuela Giu
liani
Scelgo loro
Non scegliere i tuoi maestri solo dalle loro parole.
Chiediti che tipo di persona ti fanno diventare e se nutrono la tua speranza.
i sono persone che per il loro carisma ci attirano: sanno parlare,
sanno coinvolgere, sanno gestire
situazioni difficili. Di loro a volte parlano i
giornali o sono conosciuti in città per le
loro opere.
Diventano in alcuni casi i punti di riferimento di chi vuole impegnarsi per rendere un poco più abitabile e sereno
questo nostro mondo.
E poi ci sono persone di cui nessuno parlerà mai se non i parenti e gli amici più vicini, il cui funerale non riempirà grandi
chiese ma che hanno dato un contributo
fondamentale al nostro bene.
Penso a Paola, vedova, che vive con il figlio malato da anni e che ha un cuore generoso tanto da non lasciare mai a mani
vuote nessun povero che si rivolga a lei,
anche se lei di soldi non ne ha tanti e
deve preoccuparsi economicamente del
figlio.
Penso a Michelina che, anche se tutti le
dicevano di risparmiare sulla piccola pensione perché le sarebbe servita per pagare la casa di riposo in un futuro non
lontano, mandava alle associazioni benefiche più disparate un piccolo aiuto economico. E una volta trasferita nella casa
C
per anziani è stata chiamata da Dio
quando ancora i suoi risparmi non erano
del tutto consumati e il problema che tutti
le prospettavano non aveva avuto il
tempo di affacciarsi.
Penso a Mario il quale, con giusto orgoglio, dice che nella vita ha preferito essere
stato imbrogliato che imbrogliare e ha
mantenuto un cuore limpido, capace di fiducia nonostante le fregature prese.
Penso a Sandro che ora ha perso il senno
ma che quando stava bene si era sempre
impegnato a difendere i deboli.
Penso a Chiara che ha cresciuto le sue
tante sorelle come una mamma, che ha
lavorato senza riposo lottando per sopravvivere e che, anche nel dolore, ha
sempre avuto parole di benedizione per
tutti.
Penso a Guido con una vita un po' leggera alle spalle ma che, da quando ha incontrato il Signore, passa il suo tempo
occupandosi dei malati.
Penso a Luca che soffre di depressione
fin da giovane ma non si mai stancato di
fare il bene.
Devo dire che ho una grande fortuna: girando nelle parrocchie, entrando in tante
case, frequentando chi a vario titolo si im-
Lisdha News 89 - Aprile-Giugno 2016
pegna nel sociale, incontrando tante persone e ascoltando le loro storie, il mio
cuore si nutre. Vedo come alcune parole
del vangelo prendono vita, come tanti
hanno saputo e sanno sopportare con
pazienza sofferenze notevoli, come non
tutti si sono lasciati corrompere dai corrotti.
Quello che trovo in loro è l'umiltà di chi rimane al suo posto anche se gli costa e
non suona la tromba davanti a sé per
quello che fa. Sono uomini e donne che
hanno saputo accettare quello che
d'istinto avrebbero rifiutato, che hanno
detto i loro sì a quanto l'esistenza gli ha
chiesto. Fanno cose piccole con fedeltà
grande. Non hanno bisogno di appendere
i loro titoli di studio al muro, né di vantare
benemerenze. Non si fanno nemmeno
grandi domande né ragionano per massimi sistemi: con il cuore intuiscono ciò
che è giusto fare e lo fanno. Sanno resistere in situazioni limite da cui molti altri,
compresa me, sarebbero già scappati.
Se devo allora scegliere i miei maestri,
scelgo loro: perché mi insegnano cosa significa fidarsi di Dio, cosa significa prendersi cura di qualcuno e il valore di un
cuore puro. Perché sono “piccoli” e lasciano che sia Dio a dargli il loro posto.
Un po' come in un racconto del vangelo:
Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, Gesù disse loro una
parabola: «Quando sei invitato a nozze
da qualcuno, non metterti al primo posto,
perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te
e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora
dovrai con vergogna occupare l'ultimo
posto. Invece quando sei invitato, va' a
metterti all'ultimo posto, perché venendo
colui che ti ha invitato ti dica: Amico,
passa più avanti. Allora ne avrai onore
davanti a tutti i commensali. Perché
chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si
umilia sarà esaltato» ( Lc 14, 7-11).
31
Aiuta
chi difende i diritti dei disabili
Destina il tuo 5 x mille a Lisdha News!
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Il 5 per mille non sostituisce l’8 per mille (destinato alle confessioni religiose) e
non costa nulla per il cittadino contribuente.
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rinuncia per devolverlo alle associazioni
no profit per sostenere la loro attività.
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a favore dei diritti della persone con
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redditi (Unico, 730, CUD ecc.), troverai
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G. Giuliani
95036690121