Intervento del PDG Giorgio Boni al RC Modena in occasione del

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Intervento del PDG Giorgio Boni al RC Modena in occasione del
Intervento del PDG Giorgio Boni al RC Modena
in occasione del 109° anniversario della Fondazione
del Rotary International
Cari Amici,
dietro suggerimento, o meglio, richiesta del nostro Presidente, prendo la parola per ricordare la
data del 23 febbraio: data molto importante per tutti i rotariani: i più giovani è bene che la
ricordino una volta per tutte, mentre i più anziani la dovrebbero già avere ben presente: e se non
l’hanno, possono essere giustificati solo se la loro memoria presenta dei vuoti incontrollabili!!
Detto questo, immaginate ora di trovarvi a Chicago all’inizio del XX secolo: è una città che sta
crescendo di giorno in giorno, è caotica, ricca di impulsi innovativi; d’altra parte è ancora una città
di frontiera, dove diversi pionieri vanno e vengono dal mitico Ovest, spesso con una raccolta di
pepite d’oro, e pensano di poter comperare il mondo (ricordate anche il modenese Felix Pedro, la
cui avventura ci ha raccontato Giorgio Comaschi in una conviviale di alcuni anni fa). E’ una città
con un enorme divario sociale tra ricchi e poveri, in cui dilaga la corruzione, in cui bande di giovani
senza scrupoli la fanno da padroni, e in cui le regole del vivere civile non sono rispettate. Ma è una
città dove esistono anche persone rispettose della Legge, tranquille, che mal sopportano i soprusi,
le angherie e l’eccessivo divario sociale.
Bene, in questa città, la sera del 23 febbraio 1905, si riuniscono per la prima volta quattro
uomini per pensare a cosa potesse essere fatto per ridare ad ogni cittadino la propria dignità, per
correggere le carenze della città, per agire nella propria professione con onestà.
Queste quattro persone, un avvocato, un commerciante di carbone, un ingegnere minerario ed un
sarto pensavano ad un’associazione con poche regole ma condivisibili da molti. Tra i quattro
fondatori l’avvocato era Paul Harris, che sarebbe poi diventato l’animatore del Rotary per tutta la
sua vita.
Fin dall'inizio sono visibili alcuni principi basilari del Rotary: i quattro provenivano da diverse
nazioni, appartenevano a diverse confessioni religiose e rappresentavano diverse professioni.
Viene deciso il nome Rotary Club in riferimento alle riunioni settimanali, tenute a rotazione nelle
relative sedi di lavoro; viene deciso altresì il logo rotariano, una ruota dentata come simbolo
dell'attività professionale. Entro la fine del 1905 i soci del primo Rotary Club erano diventati 30.
Nello stesso anno l'aiuto alle persone meno fortunate venne dichiarato un'importante finalità della
vita rotariana; curiosa è la prima attività benefica intrapresa: la costruzione di servizi igienici
pubblici sulla piazza del municipio di Chicago.
Il secondo Rotary Club venne fondato nel 1908 a San Francisco; nel 1910 nacque il primo Rotary
Club fuori dai confini degli Stati Uniti, in Canada. Questo fu seguito dal primo club al di fuori del
Nord America, nel 1911 a Dublino in Irlanda. L'idea si estese poi rapidamente a molte nazioni. Nel
1922 il nome fu cambiato in Rotary International, in quanto si erano insediati club in tutti e
cinque i continenti. Con il passare del tempo e a seguito del grande sviluppo che ebbe
l’Associazione, le sue regole furono ampliate e migliorate: la ruota divenne anche simbolo della
rotazione delle cariche, si formò un’etica morale riconosciuta e accettata da tutti gli aderenti. Si può
osservare che le regole fissate non elidevano con le regole del cristianesimo.
In Italia il primo Rotary Club venne fondato a Milano il 20 dicembre 1923, con una chiara matrice
anglosassone: infatti tra i soci fondatori vi erano un industriale scozzese, primo presidente del
nuovo club, un ingegnere irlandese, primo segretario, un giornalista inglese e un avvocato italiano.
I Club si svilupparono rapidamente in tutte le città italiane che avevano contatti con gli inglesi.
Alla sua nascita il Rotary fu immediatamente boicottato dalle Autorità Cattoliche, che temevano
che la nuova filosofia, incentrata su una morale laica e indipendente, potesse sostituirsi a quella
cristiana, e vedevano nel Rotary una sorta di potenziale concorrente in settori filantropici e
umanitari che fino ad allora erano stati di esclusiva competenza della Chiesa. La dura avversione
cessò quando, nel 1957, il cardinal Montini, allora arcivescovo di Milano, partecipando ad una
conviviale del Rotary, superate le riserve che Egli stesso chiamò “frutto di ignoranza e di errore”,
ebbe parole di sincera stima e di simpatia per il Rotary, e per le finalità del Sodalizio che definì
“vero servizio della causa della pace”. Oggi, Papa Franceso è socio onorario del R.C. di Buenos
Aires!!
Il Fascismo invece incoraggiò lo sviluppo del Rotary fino al 1936, per poi cambiare radicalmente
opinione con l’avvento delle leggi razziali, tanto che nel 1938 tutte le sedi furono chiuse.
Il Rotary, fondato nel 1905 in un mondo nel quale le professioni erano quasi esclusivamente
riservate agli uomini, nel 1989 ha aperto le porte alle donne. Attualmente ci sono 188.000
Rotariane nel mondo; un 20% dei Rotary Club, in molti casi quelli più antichi, è però rimasto
ancora esclusivamente maschile (tra cui il nostro).
Chiudo questa mia breve carrellata ricordandovi che il 2 ottobre 2012 è stato fondato l' eClub
2050 , formalmente appartenente al Distretto 2050, ma di fatto composto da soci residenti in
tutte le parti del mondo. Si tratta del primo esempio in assoluto di Rotary Club italiano, e uno dei
primissimi esempi a livello globale, in cui le riunioni avvengono prevalentemente online o
attraverso videoconferenza.