Scarica - BigMat

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Scarica - BigMat
N. 2 - SETTEMBRE 2011
SAN PELLEGRINO
RITORNA
ALLA BELLE ÉPOQUE
POSTE ITALIANE SPA - SPED. A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, CM. 1, DCB MI
EDIFICI PUBBLICI
SEMPRE PIÙ GREEN
FACTORING IDEA
LA NUOVA
SOLUZIONE
PER I RITARDI
DEI PAGAMENTI
GLI UOMINI DELL’EDILIZIA
ITALIANA SONO COME
LE FORMICHE, SIMBOLO
DI LABORIOSITÀ, PRUDENZA,
PREVIDENZA E DI CAPACITÀ
DI TOGLIERSI SEMPRE
DALLE DIFFICOLTÀ.
BIGITALY
PER IL CREDITO
IN ARRIVO
VENTI NUOVI
consigliano up!
BigMat è il gruppo di distributori indipendenti
di materiali per l’edilizia leader in Europa.
Anno 1 - Numero 2 - Settembre 2011
Direzione, Redazione, Abbonamenti,
Amministrazione e Pubblici
BigMat Pro.Ma.Italia S.c.p.a.
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Direttore responsabile
Lina Mazzullo
In redazione
Marta Casiraghi
Hanno collaborato a questo numero
Michelangelo Cecchetto, Stefano Guolo,
Alessandra Guzzi, Zoe Laefleur, Enrico Nicoli,
Nicola Pisano, Rosa Santavite, Cristina Serra,
Carlo Vacca, Bibi Velluzzo
Grafica e Impaginazione
C&G
Registrazione
N° 240 del 03/05/2011 Tribunale civile e penale di Milano
Come abbonarsi
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rivista, nonché la loro riproduzione, è riservata e non può
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assume responsabilità per il caso che si tratti di esemplari
unici. L’Editore non si assume responsabilità per i casi di
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cui fosse incorsa nella loro riproduzione sulla rivista.
Tiratura del presente numero: n. 20.000 copie
Periodicità: trimestrale
Poste Italiane Spa - Sped In a.p.
D.L. 353/2003 conv.
in L. 46/2004, art. 1, c. 1 - DCB Milano
Ai sensi del D. Lgs 196/2003, informiamo che i dati
personali vengono utilizzati esclusivamente per l’invio delle pubblicazioni edite da BigMat Pro.Ma. Telefonando o
scrivendo alla redazione è possibile esercitare tutti i diritti
previsti dall’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003.
2
editoriale
C
ari Lettori,
la dice lunga l’immagine in copertina, splendida interpretazione del noto illustratore
Fabio Vettori di ciò che anima ognuno di noi, simbolicamente rappresentati con le sue
famose formichine: noi, italiani da sempre, abituati a “costruire” il nostro futuro e quello
dei nostri figli. Lo abbiamo fatto per anni, indaffarati ad adeguarci a un mercato che
brulicava di opportunità tanto – a volte, o spesso – da trascurare l’evoluzione gestionale
della nostra azienda, grande o piccola che fosse. Erano tempi in cui si entrava in banca
e si trovava un direttore che conosceva vita, morte e miracoli dei suoi clienti, e a cui
potevamo confidare aspirazioni e necessità in cambio di comprensione e attenzione.
Questo “direttore”, oggi, è diventato un estraneo: non ci guarda più negli occhi ma
semplicemente aspetta che il suo computer emetta il fatidico responso su di noi e sulla
nostra azienda. Non gli interessa sapere chi siamo o cosa facciamo. E noi restiamo lì,
in attesa di un giudizio, a volte senza il coraggio di fare richieste che in passato erano
un diritto.
Questo è un aspetto psicologico da non sottovalutare. Oggi più che mai occorre impadronirsi della propria identità imprenditoriale, analizzare tutte le informazioni che riguardano la propria azienda, individuarne i punti di forza e di debolezza e lavorare per migliorarli e se serve bussare anche e ancora alla porta degli istituti bancari pretendendo
risposte, sostegno e credito, che è ciò che hanno il dovere di darci.
Dagli architetti alle imprese, dai rivenditori di materiali edili alle famiglie, dall’edilizia a
qualsiasi altro settore a cui possiate pensare, la congiuntura economica si è fatta
sentire perché globalmente trasversale. Nessuno ne è stato o ne è indenne e bisogna
guardare avanti, i dati Cresme parlano di un +0,9% in edilizia previsto per il 2012 e
gli strumenti per risalire la china sono diversi. All’interno di questo numero troverete
alcuni spunti e tante informazioni utili: dal factoring, modalità di cessione del credito in
continuo aumento, al ruolo degli interventi di risanamento in chiave green degli edifici
pubblici, che potrebbero essere numerosi e che creerebbero tanto business buono, per
il presente e per il futuro.
Finite le vacanze estive, ora inizia una nuova stagione, e come le “ formiche” saremo
laboriosi, prudenti e animati da “spirito costruttivo” per affrontare ancora una volta ciò
che ci riserverà il futuro. BigMat, in questo, sarà come sempre al vostro fianco.
■
Lina Mazzullo
3
sommario
6
8
VOGLIAMO ESSERE
UN GIORNALE GREEN
Da questo numero up!
sarà stampato su carta certificata FSC
8
PER IL CREDITO
in arrivo venti nuovi
Ecco tutti i dati della ricerca
European Payment Index
12
FACTORING idea
Una soluzione per risolvere
i ritardi dei pagamenti
14
14
GREEN ON THE PUBLIC ROAD
22
L’ABRUZZO IN
UN’ARCHITETTURA
Edifici pubblici sempre più verdi
Il nuovo concept Ekk
26 tutti pazzi
per i prodotti bigmat
Oltre mille interviste rivelano l’alto
gradimento della gamma BigMat
28 RITORNO ALLA
22
BELLE éPOQUE
San Pellegrino Terme
torna agli antichi splendori
34
SOTTO IL SOLE DELLA LIGURIA
Particolare ristrutturazione
di una villa Liberty
4
34
sommario
40 NESSUNO SPETTATORE,
TUTTI PROTAGONISTI
A Castellaneta Marina l’assemblea
annuale del Gruppo BigMat
44
EMOZIONE ESCLUSIVA
AL MUGELLO
Posto in prima fila al MotoGp
per venti fortunati clienti BigMat
46 Da casa a laboratorio
Átika diventa VELUXlaB
Convenzione con il Politecnico
di Milano per Velux Italia
52 VADEMECUM
44
chiusini E CADITOIE
La guida di Montini, con tutti gli errori
da non commettere e i consigli
per una posa a regola d’arte
57 IL LASER TUTTOFARE
È la risposta di Spektra a chi vuole un
prodotto semplice, preciso e tutto in uno
46
58 PRESA RAPIDA GRIFFATA
La linea a marchio BigMat
firmata Kerakoll
rubriche
62 formedil informa
63 federcostruzioni informa
64 il consulente d’azienda
65 il consulente legale
66 news dal mondo bigmat
71
bigmat international
74
in viaggio
77
appunti di gusto
il benessere delle tradizioni
79
UN VINO D’HAUTE COUTURe
78 in auto
asq e Hydron by Audi
79 tecnologia
Zafirro Iridium
5
VOGLIAMO
ESSERE
UN GIORNALE
GREEN
Da questo numero up! sarà
stampato su carta certificata FSC
e le emissioni di CO2 generate
dalla stampa saranno compensate
contribuedo alla creazione e tutela
di nuove foreste grazie al progetto
Impatto Zero® di LifeGate
di Enrico Nicoli
È
stato calcolato che ogni italiano consuma in
media 200 chili di carta all'anno e che quindi
una classe di 30 alunni consuma in un anno
scolastico una quantità di carta pari al peso di
un elefante adulto.
In tutto il mondo il consumo di carta ammonta a circa
300 milioni di tonnellate ogni anno. Questa quantità espressa in carta da fotocopiatrice costituirebbe una
pila enorme, alta quanto la distanza dalla terra alla luna
moltiplicata per 16. L'Italia partecipa in misura considerevole alla costruzione di questa torre gigante: nel
2000 abbiamo consumato quasi 11 milioni di tonnellate
(fonte: Assocarta).
Il problema legato a questo utilizzo smodato di carta
– cioè l’abuso di foreste – è noto ormai da tempo, così
come il fatto che la carta più amica delle foreste è quella
6
riciclata, prodotta con la carta da macero. Purtroppo,
però, l'Italia in questo non è virtuosa. Secondo Assocarta, ogni anno vengono avviate alle discariche italiane
oltre 800mila tonnellate di quotidiani e periodici e circa
100mila tonnellate di stampati la cui raccolta fornirebbe
altrettanta materia prima di qualità alle cartiere italiane.
Ma il tasso di raccolta differenziata è uno dei più bassi
in Europa: 35,2% contro 58% in Germania.
La carta riciclata non va bene per tutti i prodotti. Ecco
quindi arrivare in aiuto la certificazione. Il marchio FSC
(Forest Stewardship Council) identifica i prodotti contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera
corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. FSC è una Ong internazionale, indipendente e senza scopo di lucro. Il simbolo
FSC, per esempio, vuole indicare una “carta ecologica”
anche se non è riciclata e garantisce che la materia prima
all’origine del prodotto stampato proviene da una foresta
correttamente gestita nel rispetto del nostro delicato
ecosistema.
BigMat, nel rispetto dell’ambiente e di tutto l’ecosistema,
consapevole della necessità di portare avanti anche nel
proprio settore azioni di responsabilità sociale, ha deciso
di aderire a questo progetto e da questo numero le 20mila
copie di UP! saranno stampate su carta certificata FSC ovvero carta ecologica anche se non riciclata, proveniente
da foreste gestite in modo sostenibile e tutelata dalla
Ong – e Impatto Zero®, il progetto del “network di
comunicazione” LifeGate che calcola, riduce e compensa
le emissioni di CO2 generate dalle attività di persone,
eventi, prodotti e aziende contribuendo alla creazione e
alla tutela di foreste in crescita. ■
7
8
PER IL CREDITO
in arrivo
venti nuovi
Ecco tutti i dati della ricerca
European Payment Index
e uno spiraglio europeo:
quello della direttiva 2011/7/ue,
che dovrà essere recepita
entro il 16 marzo 2013
di Carlo Vacca
T
recento miliardi di euro. A tanto ammonta il
totale dei ritardi di pagamento che le aziende
europee stanno affrontando o, meglio, subendo. Praticamente «lo stesso valore del deficit
pubblico della Grecia». Questo è quanto riportato dalla
ricerca European Payment Index 2010 i cui dati sono stati
analizzati e approfonditi da uno studio di Intrum Justitia,
che sottolinea anche come la recessione, iniziata oltre 24
mesi fa, non sia ancora finita. Oltre un miliardo di fatture
sono andate insolute nel 2009 per un valore di oltre 300
miliardi di euro con un aumento di 30 miliardi.
9
L’indagine rivela anche differenze significative in Europa.
Nei Paesi scandinavi, dove vige una legislazione severa, i
comportamenti di pagamento sono relativamente buoni.
D’altra parte, il quadro in Paesi come Portogallo, Spagna
e alcuni Paesi dell’Est europeo è molto diverso. La media
paneuropea di periodo di pagamento si attesta a 55 giorni,
con la Finlandia che si conferma il Paese con il ritardo
più breve (5,3 giorni) e la Grecia con il ritardo più lungo
(45 giorni).
La recessione ha impatto anche sulla priorità che le aziende
danno ai pagamenti verso fornitori. Quasi tutte le nazioni
oggetto dell’indagine hanno dato la stessa risposta. In caso
di liquidità ridotta le aziende pagano prima la pubblica
amministrazione (tasse e tributi) seguita dalle banche e
dai contributi previdenziali verso i dipendenti.
Sika R-I-Z
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Rinzaffo, Intonaco e Zoccolatura:
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NHL 3.5, secondo EN 459-1,
marcato CE secondo EN 998-1,
prodotto per il risanamento (R)
...cogli l’occasione!
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L’indagine Epi sottolinea che in Europa non si è fatto
abbastanza per limitare il danno causato dai ritardi di
pagamento. Se tutti avessero pagato puntualmente non
solo si sarebbero risparmiati 300 miliardi di euro, ma
anche ulteriori 25 miliardi di costi spesi per sollecitare i
clienti morosi.
RITARDI IN MIGLIORAMENTO
Oltre al ritardo di pagamento, un altro ostacolo è la perdita
sui crediti che in Europa è aumentata dal 2,4% al 2,6%.
Prendendo in esame il settore dell’edilizia in Europa, la
percentuale di perdita sui crediti è del 3,4% ma il dato è
in miglioramento rispetto al 3,8% registrato nei due anni
precedenti. Questo settore soffre anche di tempi di ritardo
molto lunghi nei confronti della pubblica amministrazione
e delle altre imprese. Solo il 47% dei crediti è pagato entro
i primi 30 giorni. Lo studio evidenzia anche come il 30%
delle aziende edili non si rivolga mai a un partner esterno
per la gestione e il recupero crediti e il rimanente 70%
aspetti in media 70 giorni (86 nel 2009).
Nel settore dei servizi immobiliari il trend invece è negativo. La percentuale di perdita sui crediti che nel 2009
era del 2,2% è cresciuta al 4%. Le case rimangono più a
lungo sul mercato e i prezzi sono in diminuzione, mentre
gli affitti sono stabili.
Secondo una ricerca del Cresme presentata lo scorso maggio
per l’Ordine degli Architetti, nel 2010 per un quarto degli
architetti l’insoluto ha superato il 20% del giro d’affari
complessivo (nel 2008 solo l’11,4% del campione affermava
che superava il 20%). Non solo, i tempi di pagamento si
allungano: gli enti pubblici passano da una media di 100
giorni del 2008 a 140 del 2010; le imprese da 63 giorni a
119; le famiglie da 46 a 81 giorni, gli altri professionisti
da 39 a 68.
IN ARRIVO LA DIRETTIVA SALVA PAGAMENTI
In tutto questo, uno spiraglio sembra aprirsi con la Direttiva 2011/7/UE adottata dal Parlamento Europeo a partire
dal 16 febbraio 2011. La direttiva rafforza le tutele delle
imprese contro i ritardi di pagamento nelle transazioni
commerciali. Tra le novità, si segnala l’obbligo da parte
delle pubbliche amministrazioni all’interno dell’Ue di
provvedere ai pagamenti nei confronti delle imprese entro
un termine massimo uniforme di 60 giorni. La direttiva
dovrà essere recepita entro il 16 marzo 2013.
norme specifiche che prevedono, in particolare, periodi
di pagamento di regola non superiori a trenta giorni di
calendario, se non diversamente concordato espressamente
nel contratto e purché ciò sia obiettivamente giustificato
alla luce della particolare natura o delle caratteristiche del
contratto e, in ogni caso, non superiori a sessanta giorni
di calendario. I pagamenti tra imprese private dovranno
invece essere effettuati entro sessanta giorni.
Le imprese avranno inoltre il diritto di esigere il pagamento
degli interessi di mora e di ottenere altresì un importo
fisso minimo di 40 euro a titolo d’indennizzo dei costi di
recupero del credito, ma potranno esigere anche il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Il tasso di
legge applicabile agli interessi di mora viene aumentato
e portato ad almeno otto punti percentuali al di sopra di
quello di riferimento della Banca centrale europea; non sarà
consentito agli enti pubblici fissare tassi inferiori per gli
interessi di mora. Le disposizioni contenute nella direttiva
sono da considerarsi come previsioni “minime” di favore
per i creditori, con la conseguenza che gli Stati membri
potranno, in sede di recepimento, adottarne di più favorevoli. Gli Stati membri hanno due anni per recepirla nei
propri ordinamenti, ma limitatamente alle disposizioni che
rappresentano “modificazioni sostanziali” della precedente
direttiva 2000/35/CE, altrimenti l’obbligo di recepimento
deriva direttamente dalla direttiva del 2000. ■
È una riforma sostanziale che introduce trasparenza e certezza di diritto nei tempi di
pagamento, in conformità a prassi acquisite
in seno all’Unione europea. Finalità della
direttiva è infatti regolamentare i termini
di pagamento nelle transazioni commerciali, sostenendo in questo modo
la competitività delle piccole e medie
imprese. Per le transazioni commerciali
relative alla fornitura di merci o servizi da parte di imprese alle pubbliche amministrazioni la direttiva introduce
11
FACTORING
idea
Il factoring, ovvero la cessione dei crediti
a società specializzate, è l'idea emergente
del momento per risolvere i ritardi dei
pagamenti. Infatti, il mercato mondiale
del factoring nel 2010 ha superato i 1.600
miliardi di euro di volume d'affari e in Italia
ha sfiorato i 137 miliardi
di Rosa Santavite
D
a un lato la crisi che non sembra voler dare
tregua alle imprese, mettendo alla prova l’economia con il segno meno; dall’altro un settore
che – sarà brutto dirlo, ma tant’è – proprio
grazie agli orizzonti plumbei e tempestosi di una ripresa
che arranca può portare a casa un sostanzioso segno più.
Un bel +32% in soli 4 mesi che dice tutto sul successo del
factoring e sulle sue prospettive di sviluppo.
L’esigenza di liquidità da un lato e la stretta sui prestiti
dall’altro hanno portato le imprese a utilizzare questa
forma di finanziamento alternativo, che consiste nella cessione dei crediti già esistenti o futuri vantati nei
confronti dei clienti a una società specializzata. Due le
opzioni per la cessione del credito: pro soluto, in cui il
rischio d’insolvenza del debitore è trasferito alla società
di factoring – che resta secondo Assifact l’opzione più
gettonata (57% del turnover) – e quella pro solvendo, in
cui l’azienda rimane coinvolta in caso di mancato pagamento dell’incasso.
La crescita del factoring è legata sia all’ingresso di nuovi clienti sia ai tassi di interesse spesso più convenienti
rispetto al sistema bancario. Nel 2010 il turnover del
mercato italiano del factoring ha sfiorato i 137 miliardi di
euro (+15,69%) collocando l’Italia sul quarto gradino del
ranking mondiale. I dati sono stati presentati da Assifact,
l’associazione che raggruppa gli operatori del settore. Dal
marzo 2010 al marzo 2011, spiega Assifact, i tassi d’interesse applicati dalle banche sulle nuove operazioni di
prestito alle imprese sono passati dall’1,94% al 2,88%.
«È probabile che questo trend di crescita proseguirà nei
12
COME CI VEDONO GLI ISTITUTI BANCARI
Quando una banca o un istituto di credito ricevono una
richiesta di finanziamento, viene effettuato un controllo
in una centrale rischi finanziari, un database gestito dalla
Banca d’Italia oppure da enti privati, per indagare sulla
storia finanziaria del cliente. Le informazioni importanti
sono quelle sulle richieste di finanziamento rifiutate, sui
finanziamenti già avuti, e soprattutto sui ritardi nei pagamenti rateali o impegni di garanzia. Con la centrale rischi,
la banca può rifiutare una pratica sulla base di una classificazione del richiedente come “cattivo pagatore”, basandosi
sull’idea che sia rischioso concedere finanziamenti a chi
ha già dimostrato di non pagare regolarmente. Questa
banca dati quindi archivia le informazioni sulla solvenza
QUALI INFORMAZIONI SI OTTENGONO
DALLA CENTRALE RISCHI
•Aggiornamento FIDI decorrenza da 50 giorni prima
della richiesta
•Analisi dei 12/24 mesi precedenti la richiesta
•Affidamenti concessi dalle singole banche e utilizzi
•Garanzie rilasciate dai soci alle banche (personali,
consorzi, pegni, ipoteche, etc.)
•Segnalazioni di sconfinamento
•Anomalie bancarie con specifiche
prossimi mesi – ha spiegato Alessandro Carretta, professore
di Economia degli intermediari finanziari all’Università
Tor Vergata di Roma e segretario generale di Assifact –
anche in conseguenza del recente innalzamento dei tassi
d’interesse di riferimento da parte della Bce di 0,25 punti
percentuali».
dei clienti degli istituti creditizi. Da qui l’importanza
per ogni azienda di conoscere periodicamente la propria
posizione nei confronti di tutti gli istituti di credito
con i quali si collabora. Posizione che si può conoscere
facendone richiesta alla Centrale rischi. La richiesta della
Centrale rischi è veloce e non costosa, e si può richiedere
alla Banca d’Italia con due modalità: o tramite invio di
fax, con ritiro manuale con delega, o tramite invio di
e-mail, attraverso un indirizzo che deve necessariamente
essere di posta certificata. Nel primo caso è fondamentale
individuare la sede della Banca d’Italia di competenza per
la richiesta, nel secondo caso invece si riceve via e-mail il
flusso di ritorno nel giro di pochi giorni.
Come procedere
per la richiesta della Centrale Rischi
•Collegarsi al sito www.bancaditalia.it
•Andare sul SERVIZI AL PUBBLICO
•Cercare SERVIZI RESI DALLE FILIALI
•Scorrere fino a: INFORMAZIONI SUI DATI DELLA
CENTRALE RISCHI
•Poi andare su ACCESSO AI DATI DA PARTE DEGLI
INTERESSATI
•Scorrere fino a: ISTANZA PERSONA GIURIDICA
o PERSONA FISICA
•Stampare il modulo e compilare
•Allegare il documento d’identità del legale
rappresentante
•Allegare la visura camerale
Un’operazione di questo tipo offre alle imprese che ne fanno
uso il vantaggio di non intaccare le linee comunemente
messe a disposizione dal sistema bancario (vedi castelletti),
e di essere allineata ai costi di cliente cedente, quanto di
quello ceduto. È importante inoltre sapere che il factoring
non scarica i crediti ceduti dopo 180 giorni, applicando
una piccola commissione aggiuntiva, e sostiene l’azienda
non costringendola a sostituzione di crediti scaduti con
nuovi crediti generati sul cliente ceduto.
A fine 2010 la quota di sofferenze sui finanziamenti nel
factoring era di circa l’1,7% rispetto al 4% del sistema
bancario. Per Assifact, grazie al nuovo sistema di calcolo
del tasso di usura, introdotto con il decreto sviluppo, «non
ci sarà alcun aumento dei tassi effettivi praticati. Il tasso
soglia salirà da 1 a 3 punti percentuali circa permettendo
al sistema creditizio e finanziario di recuperare un’ampia
area oggi esclusa, costituita da imprese con minor merito
di credito». L’effetto sulle imprese sarà dunque positivo,
con un incremento della quantità di credito a disposizione. Assifact ha inoltre misurato i tempi di incasso dei
crediti commerciali delle imprese, evidenziando nel 2010
un sensibile allungamento (96 giorni di media), ma che
arrivano a 186 giorni quando i crediti riguardano la pubblica amministrazione, il livello più alto fra i maggiori
Paesi europei.
I tassi d’interesse praticati dalle società di factoring alla
clientela sono in linea, se non addirittura più bassi, rispetto
agli altri strumenti finanziari. Ciò dipende dal fatto che nel
rapporto di factoring, contrariamente a quanto accade nel
credito, il factor valuta non solo l’impresa che cede i crediti,
ma anche la qualità dei crediti stessi e, quindi, dei debitori.
Il mercato mondiale del factoring nel 2010 ha superato
i 1.600 miliardi di euro di volume d’affari (turnover), in
crescita del 28% rispetto al 2009. Da segnalare il balzo
della Cina, che con 154,5 miliardi rappresenta il secondo
mercato mondiale. Solo cinque anni fa non era nemmeno
fra i primi dieci Paesi. ■
13
E
difici pubblici e risparmio energetico in una
nuova prospettiva gestionale. Un rapporto di
Cresme Consulting Srl analizza la situazione italiana e internazionale presentando linee
guida e modalità di intervento nell’ambito del Servizio
“Analisi e confronto tra le procedure di affidamento più
innovative, anche a livello internazionale, di servizi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica per
alcune tipologie di edifici”, svolto per l’Autorità di Ge-
stione del Programma operativo interregionale energie
rinnovabili e risparmio energetico Fesr 2007‐2013.
Muovendosi nell’ambito del quadro energetico europeo
e nazionale, lo studio prende in esame il problema del
Miglioramento dell’efficienza energetica (Mee) degli edifici pubblici con particolare riferimento alle regioni della
Zona Convergenza (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia).
L’orizzonte temporale di riferimento è quello europeo del
cosiddetto “Pacchetto Clima Energia”, pertanto si estende
Adeguare energeticamente
il patrimonio immobiliare pubblico
non è solo un obbligo etico,
ma anche un business per l’edilizia
GREE
di Nicola Pisano
14
fino all’anno 2020 e oltre. Il tema di fondo è quello di
trarre elementi su come organizzare e investire in futuro
le risorse di programma destinate al miglioramento della
Efficienza energetica (Ee) degli edifici per conseguire i
migliori risultati possibili e per rispettare gli obiettivi
strategici nazionali di medio e lungo termine.
Alle pubbliche amministrazioni viene proposto un Modello procedurale di affidamento (Mpa) il cui obiettivo è
quello di superare il concetto di finanziamento della sola
EN
realizzazione di opere orientate all’efficienza energetica
individuando una modalità attuativa di più lungo periodo, dotata della capacità di autosostentarsi nel tempo in
termini economici e finanziari.
Lo studio ha permesso di delineare un possibile meccanismo basato sulla realizzazione di una serie di Programmi
di Mee, riguardanti ciascuno un compendio selezionato
di edifici pubblici, in grado di realizzare interventi monitorandone l’efficacia nel corso degli anni.
on the
public
road
15
À
T
I
V
I
T
T
DU
O
R
P
A
IM EGORIA
S
S
A
M
LA SUA CAT
NELLA
MAGGIOR
ROBUSTEZZA
Minor numero di
interventi di
manutenzione richiesti
MASSIMO
CONFORT
Le più basse vibrazioni
consentono minor fatica per
l’utilizzatore e la possibilità
di lavorare per più tempo
PRESTAZIONI
ECCEZIONALI
Bilanciamento ottimale che
garantisce un utilizzo
prolungato dell’utensile
À
NOVIT
• Meccanismo di percussione
sovradimensionato che garantisce
efficacia della percussione per
risultati eccellenti
• Motore da 2100 Watt per garantire
la massima potenza ed efficienza
• Sistema attivo antivibrazioni -AVC-in
grado di ridurre drasticamente
le vibrazioni triassiali mano/braccio
PRESTAZIONI
ELEVATE
Il Pmee è condotto da un responsabile con profilo di
“energy manager” che ne risponde dei risultati tecnici ed
economici. Per ciascun Pmee formato e attivato, la Pubblica amministrazione proprietaria seleziona, mediante
procedura di evidenza pubblica, una ESCo - Energy Service Company - in grado di realizzare in modo integrato
gli interventi previsti dal programma stesso e di gestire
gli edifici per una buona parte della loro vita tecnica.
Una ESCo è una persona fisica o giuridica che fornisce
servizi energetici ovvero altre misure di miglioramento
dell’efficienza energetica nelle installazioni o nei locali
dell’utente e, ciò facendo, accetta un certo margine di
rischio finanziario. Il pagamento dei servizi forniti si basa,
totalmente o parzialmente, sul miglioramento dell’efficienza energetica conseguito e sul raggiungimento degli
altri criteri di rendimento stabiliti.
pmee: un investimento che si ripaga
MARTELLO
DEMOLITORE
16 Kg
D25961K - 16Kg
Energia del colpo
35J (EPTA 05/2009)
Percussioni al minuto
1,450
Lunghezza
760mm
Vibrazioni mano/braccio
6.8m/s2
Peso
16.9Kg
Attacco
esagonale 30mm
1087,00 €
+ IVA
MARTELLO
DEMOLITORE
30 Kg
D25980K - 30Kg
Energia del colpo
52J (EPTA 05/2009)
Vibrazioni mano/braccio
4.8m/s2
Percussioni al minuto
900
Attacco
16
Gli Enti pubblici, nel loro complesso, utilizzano e controllano patrimoni immobiliari di natura e dimensioni
tali da poter impostare e svolgere efficaci Pmee in grado
di ridurre i fabbisogni degli edifici e quindi anche dei
livelli di emissioni nocive in atmosfera. I Pmee per gli
edifici pubblici permetterebbero anche di sperimentare
e affermare modelli e buone pratiche di comportamento atti a stimolare e migliorare la qualità e l’efficienza
dell’intero settore immobiliare, con utili ricadute anche
in quello privato.
esagonale 28mm
1717,00 €
+ IVA
Le spese di funzionamento del Pmee trovano una loro
fonte di finanziamento nei risparmi futuri attesi dagli
interventi effettuati sugli edifici del programma. Perché
ciò sia possibile occorre esaminare tecnicamente un’ampia rosa di edifici candidati selezionandone solo alcuni,
in modo da costituire un portafoglio di investimenti
finanziabile almeno in parte da soggetti terzi. Una delle
caratteristiche qualificanti del Pmee è quella di essere
concepito fin dall’inizio come un portafoglio di investimenti, il cui profilo di rischio è oggetto di progressiva
verifica e confronto con le unità specializzate delle banche
interessate al finanziamento. In questa prospettiva, assume rilievo il ruolo dell’efficienza del modello gestionale,
in modo da mitigare il rischio complessivo e da rendere
possibile un finanziamento che possa essere garantito dai
risparmi attesi conseguenti agli interventi.
Secondo lo studio Cresme, l’intera durata di un Programma di miglioramento dell’efficienza energetica è stata
articolata in tre fasi temporalmente conseguenti: fase di
fattibilità, fase di avvio, fase di gestione.
Nella realizzazione dei Pmee il momento strategico è
incentrato nella fase di fattibilità, in quanto punto di
analisi e progettazione del programma per l’intera sua
durata. La fase di avvio coincide sostanzialmente con
le attività connesse alla selezione della ESCo deputata
all’esecuzione dei contratti tramite l’esperimento della
procedura di gara. La fase di gestione si sostanzia nella
realizzazione delle misure di miglioramento dell’efficienza
energetica e nella successiva gestione degli edifici, con
erogazione dei servizi atti a garantire gli obiettivi di
risparmio energetico prefissati per il periodo di tempo
necessario al rientro dell’investimento.
Ogni immobile presenta caratteristiche strutturali e funzionali sue proprie in virtù del territorio in cui si trova,
dei suoi materiali caratteristici, dell’epoca di edificazione
e così via. Le soluzioni tecnologiche e il loro grado di dosaggio dipendono pertanto in larga parte dalle particolari
caratteristiche del fabbricato e del suo contesto, senza
17
poter fare ampio ricorso a soluzioni progettuali standard
o tipizzate. I caratteri e i costi di una data tipologia di
misure di miglioramento possono variare anche notevolmente da caso a caso. Agli aspetti puramente costruttivi
e tecnologici spesso possono aggiungersi ulteriori vincoli
legati alla normativa di carattere urbanistico.
Per gli edifici ad uso non residenziale localizzati nei climi
temperati l’energia termica destinata al riscaldamento
assume minore importanza, mentre si registra negli ultimi
anni una crescente diffusione di apparati autonomi per il
raffrescamento che hanno causato un tendenziale aumento
nei consumi di energia elettrica durante il periodo estivo.
La riduzione dei consumi elettrici per il raffrescamento
estivo è un problema molto importante e di grande impatto sul futuro energetico delle regioni meridionali. In
tale contesto si fa riferimento alle tecniche di controllo
energetico passivo degli edifici. Quando la temperatura
interna di un edificio è pari a quella desiderata (di progetto), essa si mantiene costante se i flussi di energia
termica uscenti dall’involucro bilanciano quelli entranti.
In inverno, si presenta un eccesso di dispersione di calore verso l’esterno che l’impianto di riscaldamento deve
compensare mediante la generazione di calore all’interno.
Una situazione analoga ma opposta svolge l’impianto di
raffrescamento nei confronti dell’irraggiamento solare in
estate. Infissi, pareti ventilate, schermi solari protettivi,
impianti di ventilazione sono esempi di dispositivi di
manovra mediante i quali è possibile controllare e modulare l’intensità e il verso dei flussi di energia termica
da e verso l’interno dell’involucro.
Ma un approccio progettuale integrato non può limitarsi
alle sole tecniche di controllo energetico passivo, anche
perché queste non sempre sono applicabili in caso di
interventi sull’edilizia esistente. In tal senso tra le tecnologie più promettenti c’è da menzionare il solar cooling,
ossia lo sfruttamento del calore del Sole per produrre
freddo attraverso collettori solari e pompe di calore ad
assorbimento.
il ruolo del soggetto attuatore
Un altro aspetto fndamentale da tenere presente nella
realizzazione del Pmee è il ruolo decisivo del soggetto
attuatore. Come in altri settori del comparto energetico
le ESCo sono individuate come le figure più idonee a tale
scopo, caratterizzate da tre connotati peculiari:
• la ESCo opera per il miglioramento dell’efficienza energetica direttamente presso l’utente (nelle installazioni o
nei locali), quindi opera su infrastrutture, attrezzature
e impianti di proprietà di questi;
• la ESCo non si limita a fornire un servizio, ma partecipa
direttamente all’operazione assumendosi un margine
di rischio finanziario;
• la remunerazione della ESCo è legata totalmente o
18
Tra le tecnologie più promettenti c’è il solar cooling, ossia lo sfruttamento del calore del Sole per produrre freddo attraverso collettori solari
e pompe di calore ad assorbimento. Lo stretto connubio operativo tra miglioramento dell’efficienza energetica e gestione immobiliare indica
come l’efficienza energetica dell’edificio possa essere realmente perseguita solo nel contesto di un modello integrato di erogazione dei servizi
secondo l’approccio del “facility management”
parzialmente ai risparmi energetici conseguiti e quindi,
in generale, ai benefici conseguiti con l’operazione.
A partire dalla distinzione tra fornitura di energia e
fornitura di risparmio energetico si delineano due tipologie di contratto, o meglio, due modelli di business
adottabili dalle ESCo, così come inquadrati anche dal
D.Lgs. 115/2008;
• il contratto di Servizio energia, relativo all’efficiente
fornitura di energia utile, quale quella che può essere
prodotta da pompe di calore, impianti di cogenerazione, impianti di teleriscaldamento di quartiere, impianti
solari e fotovoltaici o quella che può essere acquistata
alle migliori condizioni all’esterno come il gasolio, il
gas naturale, l’elettricità, ecc. Il parametro di misurazione di tale contratto è il MWh;
• il contratto di Rendimento energetico, avente come
scopo la riduzione finale dei consumi energetici attraverso azioni, strumenti e comportamenti che pro-
vengono dalla domanda, dal proprietario/conduttore
dell’immobile, ossia attraverso l’utilizzo di impianti a
basso consumo, opere di isolamento termico dell’immobile, comportamenti mirati degli utilizzatori finali.
La principale caratteristica di questi contratti è che il
fornitore è remunerato sulla base del risparmio energetico che riesce a conseguire a seguito degli interventi
realizzati, ossia il corrispettivo riconosciuto al fornitore
si configura come un canone parametrato al risparmio energetico ottenuto. La norma impone, per tali
tipologie di contratto, il raggiungimento del 10% di
risparmio energetico conseguito sulla climatizzazione
invernale entro il primo anno di vigenza contrattuale.
La nuova frontiera per le ESCo, secondo l’International Energy Agency (IEA)16, sta nella combinazione
e integrazione, all’interno di uno schema di rinnovo
complessivo degli edifici, delle attività riconducibili
ai contratti di rendimento energetico (che fornirebbe-
19
20
ro un 25 ‐ 30% di risparmi) e ai contratti di servizio
energetico, con produzione e fornitura di energia anche
da fonti rinnovabili (con risparmi nell’ordine del 15 ‐
20%). Infatti, secondo le stime fornite, sia in termini
di efficienza energetica sia di riduzione delle emissioni
di CO2, tale combinazione avrebbe potenziali superiori
al 50%.
la figura chiave del facility manager
Lo stretto connubio operativo tra miglioramento dell’efficienza energetica e della gestione immobiliare indica come
l’efficienza energetica dell’edificio possa essere realmente
perseguita solo nel contesto di un modello integrato di
erogazione dei servizi secondo l’approccio del “facility
management”. Inserite in un tale ambito le misure di Mee
trovano un loro naturale ambiente di carattere tecnico e
organizzativo.
Per quegli edifici pubblici ove il modello facility management non è ancora vigente, l’introduzione di misure
di miglioramento dell’efficienza energetica può costituire
per la Pubblica amministrazione un’utile occasione per
rivedere la situazione e le convenienze.
Da quanto fin qui descritto risulta evidente che il modello
contrattuale da sviluppare per l’affidamento di servizi
energetici si articola secondo un sistema integrato di
servizi, lavori e forniture da realizzare in un periodo di
tempo di lunghezza utile a far dispiegare pienamente gli
effetti benefici (tecnici ed economici) degli interventi di
efficientamento eseguiti, combinando misure di efficienza
energetica, fornitura di energia (da fonti primarie e da
fonti rinnovabili) e specifici strumenti di assicurazione
della qualità. I servizi affidati dovranno altresì prevedere preferibilmente una gestione di tutti gli aspetti
energetici legati all’edificio; in tal senso, il tradizionale
servizio energia applicato agli impianti termici dovrà
essere trasformato in un servizio integrato applicato agli
“impianti di climatizzazione”, comprendenti il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo (comunque
realizzati), e dovrà essere affiancato almeno dalla gestione
delle utenze elettriche e di quelle idriche (acqua calda e
acqua fredda).
La prestazione energetica deve cioè comprendere, oltre
alle caratteristiche termiche, altri fattori che svolgono un
ruolo di crescente importanza, come il tipo di impianto di
riscaldamento e condizionamento, l’impiego di energia da
fonti rinnovabili, gli elementi passivi di riscaldamento e
rinfrescamento, i sistemi di ombreggiamento, la qualità
dell’aria interna, un’adeguata illuminazione naturale e le
caratteristiche architettoniche dell’edificio. ■
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L’ABRUZZO IN
UN’ARCHITETTURA
Ekk è un innovativo concept che racchiude
un hotel, un ristorante, una cantina, un caffè,
un negozio enogastronomico, un sontuoso giardino.
Tutto in 25mila metri quadri di sostenibilità
di Stefano Guolo
Umberto, Enzo e Antonella Febo, deus ex machina del progetto Ekk
22
S
i chiama Ekk, ma non è un acronimo misterioso
a celare il significato del termine. Perché “ekk” è
semplicemente “qui” in dialetto abruzzese. Certo,
le due kappa danno quel tocco di modernità in
più, ma tant’è. Ekk è qui ed è ora. Sulle colline di Città
Sant’Angelo, dove l’aria del mare si mescola ai profumi
della campagna, deciso a svelare e raccontare tutto il bello
dell’Abruzzo.
Ekk è hotel ma è anche vetrina enogastronomica; è ristorazione di altissima qualità come pure spazio privilegiato per
lo shopping “verde”; è idee, eventi, incontri, convegni...
insomma, la migliore espressione della fantasia made in
Abruzzo. In 25mila metri quadri “Ekk - Abruzzo in sintesi” espone e riassume le caratteristiche principali della
regione: il verde della sua natura (Febo Garden), l’accoglienza della sua gente (Ekk Hotel), la goliardia delle sue
tradizioni culinarie (Ekk Ristorante Cantina Santangelo),
la leggerezza dei suoi incontri (Ekk Cafè), l’importanza del
suo patrimonio enogastronomico (Ekk Tipico d’Abruzzo).
Inaugurato il 10 marzo, Ekk ha sede nella ex Cantina
Sociale Santangelo, ai piedi di Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara, Città Slow e socio del club “I Borghi
più belli d’Italia”. Grazie alla volontà della famiglia Febo,
florovivaista da tre generazioni, insieme alla consulenza
marketing di Claudio Ucci, questa struttura abbandonata
da anni è stata oggetto di una delicata e lunga operazione
di recupero per divenire un vero e proprio centro delle
eccellenze d’Abruzzo.
È il 2008 quando i tre fratelli Umberto, Enzo e Antonella, del Gruppo Febo, decidono di trasferire il loro vivaio
(Febo Garden, praticamente un’istituzione in Abruzzo)
in un luogo più grande, arioso, versatile. La destinazione
prescelta è Cantina Santangelo, una ex Cantina sociale di
15mila metri quadri, fondata negli anni ’70 ai piedi di
Città Sant’Angelo e abbandonata da almeno dieci.
I tre fratelli Febo non si limitano a ingrandire la loro attività: decidono che la struttura ha tutte le carte in regola
per farsi strumento di promozione territoriale. Anzi, per
diventarne un fulcro. Studiano una realtà in grado di riassumere le caratteristiche dell’Abruzzo e la battezzano in
modo spontaneo e deciso, dicendo semplicemente: «Ecch».
Ecco qua, il sogno comincia a prendere forma.
Le cisterne in cemento un tempo destinate a ospitare
le cantine diventano camere in cui il lusso si coniuga
all’imperativo dell’ecosostenibilità, per un risultato di
eleganza essenziale. Grazie ai materiali e alle tecniche di
realizzazione, infatti, la struttura rientra tra gli alberghi
ecocompatibili affiliati ad Ecoworld Hotel. La particolare
accortezza verso il risparmio energetico, la raccolta diffe-
23
più produttività
in cantiere
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renziata, il risparmio idrico, l’uso dei detersivi e l’utilizzo
dei materiali ecologici – sia nella gestione alberghiera sia
nella scelta di prodotti e servizi riservati all’ospite – lo
rendono amico dell’ambiente e della natura.
Trentatrè camere con muri non intonacati, con il cemento
armato a vista. Una scelta ben precisa a sottolineare la natura del luogo, la torre dell’ex Cantina Santangelo. Create
le finestre ed effettuate le necessarie operazioni di rinforzo,
le camere oggi sono disposte a cerchio intorno all’ascensore,
sulla traccia indicata dalla vecchia bottaia. In ricordo dei
bei tempi andati, tra i pochi colori ammessi, oltre quello
del legno c’è quello del vino. E sempre in tema di recupero, si contestualizzano bene alle pareti e nei corridoi le
opere dell’artista tedesco Jörg Cristoph Grünert, da venti
anni residente a Spoltore, comune in provincia di Pescara.
Ma il vino, da Ekk, non è solo memoria. Come la fantasmagorica varietà delle tipicità abruzzesi, il vino è protagonista
in Ekk Tipico d’Abruzzo e naturalmente a tavola, da Ekk
Ristorante Cantina Santangelo.
Ekk Tipico d’Abruzzo è un mercato permanente del prodotto tipico, forte di una selezione di 130 produttori fra i 700
che in regione si occupano di tipicità, per un totale di circa
1200 prodotti. Mette in rilievo le identità delle produzioni
distinguendo i territori provinciali con colori diversi: il
giallo zafferano per L’Aquila, il verde per Chieti, il rosso
Montepulciano per Teramo e l’azzurro per Pescara. Il personale viene “formato” direttamente anche dai produttori,
affinché diventi un vero e proprio consulente nell’orientamento all’acquisto. Sono presenti inoltre spazi dedicati
all’editoria e al piccolo artigianato locali. Tutto quello
che si trova sugli scaffali di Tipico viene poi abilmente
interpretato da Gabriele Marrangoni, chef del ristorante
Cantina Santangelo, per una cucina davvero a chilometro
zero. Maestro nella valorizzazione del patrimonio culinario
abruzzese, Marrangoni utilizza prevalentemente i prodotti
di Ekk Tipico d’Abruzzo.
Infine, se Ekk è “Abruzzo in sintesi” e l’Abruzzo è “Regione verde d’Europa”, “ecco” che a farci ricordare di essere
nella terra dei parchi è l’immenso Garden, cinquemila
metri quadrati coperti e tremila esterni dedicati a piante
da frutta, fiori, piante autoctone, frutti antichi e perfino
piante esotiche, con un ampio settore dedicato agli accessori per la casa. ■
25
tutti pazzi
per i prodotti
bigmat
Oltre mille interviste a clienti professionali
rivelano l’alto gradimento della gamma
griffata BigMat
di Cristiana Serra
C
he si tratti di massetti, guaine, siliconi o altro, i prodotti a marchio BigMat raccolgono
il cento per cento dei consensi. Le oltre mille
interviste raccolte tramite questionario nel
mese di marzo hanno dato un responso inequivocabile sulla
qualità dei prodotti: buona per il 58% (671), ottima per il
37% (423), discreta per il 4% (49). In 12 non rispondono
(1%) e solo per 2 degli intervistati i prodotti risultano
mediocri. Fra tutte le interviste del sondaggio, 1.055
appartengono a persone che già utilizzano dei prodotti
BigMat, 102 non ancora.
Un risultato che conforta la strategia di marketing e
commerciale del gruppo BigMat, il cui approccio è sempre stato quello di creare, in Italia, il maggior numero di
referenze, oltre ottanta, e la più ampia varietà di gamma.
26
L’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze del cliente
professionale offrendo prodotti dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.
L’attenzione al cliente è alla base della definizione dei
prodotti a marchio, il cui inserimento segue delle linee
ben precise, da una prima introduzione in quantitativi limitati a un successivo ampliamento in funzione del
tasso di richiesta. Il tutto, va da sé, supportato da tutti
gli strumenti promozionali del Gruppo. Solo una volta
consolidati mercato e richiesta di un prodotto, si procede
con la successiva introduzione di un’ulteriore referenza: un
percorso progressivo, quindi, e che nel tempo ha consentito
a BigMat di proporre una gamma d’offerta ampia e ben
calibrata, estesa alle famiglie merceologiche e ai segmenti
applicativi più strategici sia dal punto di vista tecnologico
che sotto il profilo commerciale.
Una strategia che non può prescindere da un rapporto di
partnership e di fiducia con i produttori leader di mercato,
perché da qui parte la definizione di un nuovo prodotto
a marchio.
Molteplici, come accennato, i prodotti “firmati” BigMat
premiati dal gradimento della clientela. Tutti contraddistinti da un altissimo livello di qualità e destinati a
soddisfare ogni esigenza. Il comparto dedicato all'edilizia
tecnica offre un'ampia scelta fra chimica per l'edilizia,
isolanti e impermeabilizzanti, prodotti per lavaggio e
protezione, prodotti per massetti tecnici, reti in fibra di
vetro. Leganti, malte e inerti appartengono al settore dei
materiali edili di base, mentre una vasta gamma di pitture
completa. Non mancano nemmeno casseforti, prodotti per
la ferramenta, utensili e strutture per il cantiere.
Ma non si tratta solo di fornire prodotti. Nell’ottica di non
dimenticare mai l’importanza dei “consigli professionali”,
come recita il payoff del marchio, grande importanza viene
data al supporto tecnico.
Ogni prodotto a marchio, infatti, è corredato dalla sua
scheda tecnica, scaricabile dal sito www.bigmat.it, alla
pagina dedicata ai prodotti, con dati specifici sul prodotto
e campi di applicazione. Presso i punti vendita poi sono
disponibili anche le schede di sicurezza di tutti i prodotti
a marchio. ■
Progettazione
e realizzazione
componenti
interamente
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Soluzioni
per il basso impatto
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Come valuti la qualità dei prodotti a marchio?
Mediocre
Discreta
Buona
Oma
Non risponde
Certificata da un
laboratorio di prove
esterno all’azienda,
un organismo notificato
di CERTIFICAZIONE
EUROPEA e riconosciuta
dal Ministero dello
Sviluppo.
0%
1%
37%
Certificata
per un interasse
massimo di 25 m tra le
colonnine.
4%
58%
671
423
49
12
2
Totale risposte: 1157
RITORNO ALLA
BELLE éPOQUE
28
Torna agli antichi splendori
San Pellegrino Terme, da dove sgorga
anche l’acqua più famosa d’Italia
di Enrico Nicoli
L’
acqua italiana più famosa del mondo è senza
dubbio la San Pellegrino, a cui San Pellegrino Terme deve gran parte della sua popolarità
dell’epoca moderna. Ma la cittadina termale era
balzata d’impeto, all’inizio del 1900, alla celebrità, in
concorrenza con le più rinomate stazioni di soggiorno e
di cura d’Europa.
29
sistemi
ETICS 2011
La qualità della vita all’interno di un ambiente costruito, a qualunque attività esso
sia destinato, è un requisito irrinunciabile e deve essere il motore principale della
progettazione e della costruzione degli edifici.
I sistemi ETICS di isolamento termico esterno a cappotto regolano il flusso di
calore degli edifici: dall’interno all’esterno nel periodo invernale e dall’esterno
all’interno nel periodo estivo. Una protezione globale dal freddo, dal caldo, dal
rumore e dal fuoco, tutti i giorni dell’anno. Ed inoltre una riduzione delle spese
di riscaldamento e raffrescamento, una superiore qualità di vita all’interno delle
abitazioni ed una maggiore salvaguardia dell’ambiente.
Per ogni esigenza di isolamento il giusto pannello: EPS, EPS grafitato, XPS, lana
di vetro, lana di roccia, sughero o resine fenoliche.
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dri (13 milioni di euro l’investimento complessivo); ampliamento dell’Istituto scolastico alberghiero, prima di
proprietà comunale (1,5 milioni di euro a favore della
Provincia di Bergamo, che ne diventa proprietario); opere
di risanamento ambientale e adeguamento infrastrutturale
(5 milioni); recupero del Casinò municipale (4,650 milioni); ristrutturazione e ampliamento dell’Hotel Terme,
parco compreso (16,5 milioni); insediamento terziario
- commerciale - residenziale e nuovo pensionato per gli
studenti dell’istituto alberghiero (46,5 milioni); ristrutturazione e ampliamento dell’Hotel Vetta (2,4 milioni);
nuovo complesso residenziale in località Paradiso (16,5
Infatti, quella che Renato Simoni chiamò «la perla della
Valle Brembana», al tempo della “belle époque” fu meta
di ritrovo di case regnanti, di note personalità della politica, della finanza, dell’industria e dell’arte. Poi, come
è accaduto a molte altre località, seguirono decenni di
oblio, finché, nel 2007, in Regione Lombardia a Milano è
stato sottoscritto l’Accordo di Programma per il rilancio
turistico, economico e occupazionale delle storiche quanto
rinomate terme di San Pellegrino, attraverso la riqualificazione delle strutture termali e di alcuni immobili di
pregio come il Grand Hotel. L’accordo è stato siglato
dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, dal
presidente della Provincia di Bergamo, Valerio Bettoni
e dal sindaco di San Pellegrino Terme, Gianluigi Scanzi,
con l’adesione di Sviluppo San Pellegrino e di San Pellegrino Corporation, rappresentata da Antonio Percassi,
per la parte privata.
Complessivamente, gli investimenti necessari a realizzare
gli interventi ammontano a 132,720 milioni di euro, di cui
38,750 milioni di contributo pubblico e 93,950 milioni
a carico degli operatori privati.
Il Grand Hotel in fase di ristrutturazione,
dalle facciate al tetto ventilato grazie ai prodotti Dörken
Nel programma rientrano un lungo elenco di interventi:
acquisto del nuovo centro termale di 3.500 metri quaRendering della zona termale di San Pellegrino
31
milioni); rimessa in funzione dell’impianto di risalita e parco turistico della Vetta (4 milioni). Molti degli interventi
sono ancora in fase di ultimazione, mentre è concluso, tra
gli altri, quello di recupero dell’ex Grand Hotel (26,250
milioni dieuro, di cui 16,5 a carico dei privati): lo storico
edificio, precedentemente di proprietà della Grand Hotel
San Pellegrino, partecipata al 100% dalla Provincia di
Bergamo, è stato acquisito al 95% dal Comune di San
Pellegrino.
IL RECUPERO DEL GRAND HOTEL
Il progetto si è proposto di recuperare l’edificio monumentale dell’ex Grand Hotel attraverso interventi di restauro
e ridestinazione funzionale, a partire dal rifacimento delle
facciate fino ad arrivare al totale ripristino del tetto. A
realizzare tutti gli interventi di San Pellegrino è la Finser
della famiglia di costruttori bergamaschi Percassi, che per
riportare la cittadina termale ai fasti della Belle époque
utilizzerà materiali ecocompatibili ed ecosostenibili.
Dopo oltre cento anni dall’apertura e a 30 anni dalla chiusura è arrivato il momento del restauro e della messa in
sicurezza del Grand Hotel di San Pellegrino Terme. I lavori
di recupero sono stati affidati all’impresa Glg di Trivella
Lino & C., con sede a Cedrasco, in provincia di Sondrio,
e a fornire gran parte dei materiali è stata la rivendita di
materiali edili BigMat Bettinelli di Bergamo. ■
IL RUOLO DI BIGMAT
Il committente d’impresa che ha realizzato i lavori si è
affidato all’esperienza di BigMat Bettinelli Luciano per
la fornitura di gran parte dei materiali utilizzati negli
interventi del Grand Hotel. Sorta nel 1960 per volontà
di Luciano Bettinelli, attuale presidente, la Bettinelli
Luciano ha saputo conciliare i valori del management familiare con le certezze che scaturiscono dalle
più avanzate scelte imprenditoriali nel settore. Oggi
Bettinelli Luciano significa una realtà commerciale
e distributiva che si distingue per la professionalità
e dinamicità con le quali svolge il proprio ruolo di
anello strategico (selezione, consulenza, assistenza) fra
aziende produttrici e utilizzatori. Bettinelli Luciano
opera tramite tre punti di vendita che raggiungono una
superficie complessiva di ben 9.000 mq. Il centro di
via Crocefisso offre una gamma completa di materiali
e prodotti per l’edilizia. Il centro di via Vanoni oltre
alla gamma dei materiali edili propone pluri soluzioni di materiali bioedili. Inoltre offre una vastissima
scelta di finiture per la casa. Il punto vendita di via P.
Ruggeri è dedicato esclusivamente alla sala mostra di
svariati prodotti. L’azienda mette a disposizione ben
cinque esperti per la biodilizia e risparmio energetico
qualificati CasaClima.
33
SOTTO IL SOLE
DELLA LIGURIA
34
Grazie ad una vecchia cartolina
del 1930 una villa a Carcare, in
provincia di Savona, è tornata al
suo antico splendore. Lo studio
Marco Ciarlo Associati ha saputo
riportare ai fasti del passato un
classico esempio di architettura
ligure grazie ad un sapiente
progetto di recupero
di Bibi Velluzzo
C
i troviamo a Carcare in Val Bormida nell’entroterra savonese. Qui il clima è di quelli
decisi, senza troppi sconti, tanto mite e piacevolmente ventilato d’estate quanto freddo
d’inverno.
Per la sua particolare posizione geografica, compresa tra
la fascia costiera savonese e il basso Piemonte, Carcare e
l’intera Val Bormida hanno rivestito sin dal passato un’importante funzione strategica di collegamento, ancora oggi
testimoniata dai sentieri e dagli itinerari che dalla costa
raggiungevano l’entroterra per consentire lo sfruttamento
dei boschi ricchi di legname da opera, utilizzato per le
costruzioni e per i cantieri navali.
Ed è qui a Carcare che sorse alla fine dell’Ottocento la villa
che, grazie al progetto di recupero disegnato dall’architetto
Fabrizio Melano dello studio Marco Ciarlo Associati, è
tornata a farsi ammirare dai passanti per i suoi bugnati
affrescati tipici dell’architettura ligure.
Ed è da una vecchia cartolina del 1930, ritrovata per caso,
che i proprietari decisero di partire per il restauro dell’intero edificio. Un intervento che ha interessato tutta la parte
esterna dell’immobile con il rifacimento totale del manto
di copertura (eliminazione delle tegole, posa di un pannello isolante protetto idrorepellente, posa di nuove tegole,
restauro dei camini, posa di due finestre per tetto con posa
di nuovo serramento); il ripristino delle facciate con rinnovo dell’intonaco esterno previa demolizione parziale di
quello ammallorato e in fase di distacco e la tinteggiatura
delle facciate con caratteristiche architettoniche simili al
reperto fotografico del 1930.
35
Innovazione
SISTEMI COSTRUTTIVI
Correttezza commerciale
Cantieristica
Capillarità della rete tecnica
Qualità
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L’edificio prima dell’intervento
RECUPERO DELLE FACCIATE ESTERNE
Le superfici esterne dell’edificio si presentavano degradate a causa soprattutto del clima rigido invernale della
zona. Dopo i primi sopralluoghi da parte dei progettisti e
dell’impresa di costruzioni, si è deciso dunque di scrostare
completamente tutti gli intonaci e riportare in superficie
la muratura.
A questo punto si è proceduto alla posa della malta premiscelata pronta all’uso Drymix Spritz di Edilteco (composta da cemento Portland resistente ai solfati, sabbia e
additivi). «Abbiamo deciso, insieme alla committenza e
al nostro agente Gianluigi Pantaleo – spiega Elio Chiuminatti, responsabile commerciale Edilteco per Valle d’Aosta,
Piemonte, Liguria, Toscana, Nord Emilia – di posare il
Drymix Spritz su tutta l’intera superficie esterna in modo
da rendere omogenea tutta la muratura andando a riempire le fessurazioni che si sono create con la scrostatura
dell’intonaco».
Dopo i tempi di maturazione del Drymix Spritz (circa
2 mesi) si è proceduto alla posa in opera di Drymix Bio.
Si tratta di un intonaco deumidificante minerale premiscelato pronto all’uso a base di calce idraulica naturale e
pozzolana; un intonaco di fondo per uso interno ed esterno,
particolarmente adatto per interventi su fabbricati di valore
artistico e storico, come appunto nel caso di questa villa.
La posa è avvenuta in due differenti mani per un totale
di 3 cm di spessore su tutta la superficie esterna. Infine, è
stato posato il Drymix Fein come velo di finitura ad elevata traspirazione (composto da calce – cemento bianco e
sabbia – additivi).
La superficie così risanata è stata poi affrescata dall’artista
Edilteco Group di San Felice sul Panaro (MO) nasce nel
1981 sviluppando, da subito, prodotti e tecnologie destinate
al settore delle malte leggere termoisolanti a base di inerti
superleggeri, con particolare riferimento alle perle vergini
di polistirene espanso raggiungendo, negli anni, un ruolo di
leadership tecnologica, produttiva e di mercato.
37
Alberto Capelli, che ha realizzato un tipico affresco ligure che si presenta con una rispondenza tridimensionale
estremamente realistica e di impatto. I colori scelti per
l’affresco sono stati ricreati esattamente come quelli preesistenti, grazie alla presenza dei pigmenti sulle superfici
che hanno permesso la campionatura degli stessi. «Il ciclo
di risanamento di Edilteco Group – ha sottolineato l’architetto Fabrizio Melano – si è rivelato ottimo sia sotto
l’aspetto delle prestazioni tecnico-fisiche che della messa
in opera dei prodotti. L’impresa costruttrice, inizialmente
più propensa verso un ciclo di risanamento più tradizionale
su base cementizia, si è dichiarata molto soddisfatta dei
prodotti Edilteco, nonché dell’assistenza che è stata garantita costantemente dai tecnici dell’azienda produttrice. Lo
stesso discorso è valso per il decoratore che aveva mostrato
timori sulla “presa” dei suoi colori silicati sulla superficie
realizzata con il sistema Drymix. Timori fugati con l’inizio
delle decorazioni e la consapevolezza di lavorare su una
superficie di elevata qualità».
La rivendita BigMat Edilizia Due di Carcare ha fornito i
materiali per questo intervento, seguendo passo dopo passo
i lavori di restauro e fornendo una puntuale consulenza sui
prodotti impiegati. ■
IL RUOLO DI BIGMAT
BigMat Edilizia Due di Carcare è stata scelta come fornitore dei materiali utili a questo intervento per la sua
grande professionalità. Situata nell’entroterra savonese,
opera nel commercio di materiali e attrezzature edili da
circa vent’anni, distinguendosi per competitività e disponibilità. In tempi recenti, lo spostamento nella nuova sede
sita nella zona industriale di Carcare, grazie alla vicinanza
dell’uscita autostradale e degli ampi spazi disponibili sia
interni che esterni, ha migliorato l’attività espositiva e
di stoccaggio agevolando la competitività sul territorio
e affermandosi egregiamente a livello regionale. Nuova
e sostanziale energia è data, inoltre, dall’affiancamento
al gruppo BigMat che ha permesso di offrire una vasta
gamma di prodotti con marchi prestigiosi inserendo materiali per rifiniture con soluzioni personalizzate. Una
formazione accurata dei collaboratori ed un ampio parco
macchine fanno si che l’azienda sia in grado di risolvere
brillantemente qualsiasi problematica di consulenza e di
consegna sia per clienti privati che per complesse attività
di cantiere con criteri innovati che il mercato attuale offre.
39
NESSUNO
SPETTATORE,
TUTTI
PROTAGONISTI
Il Gruppo BigMat a Castellaneta Marina
si è riunito in assemblea e ha rinnovato
il suo cda all’insegna della continuità
di Zoe Lafleur
40
IL NUOVO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Presidente: Andrea Parretti
Amministratore: Giovanni De Tommasi
Consiglieri:
Alberto Grigolin di GI ELLE Srl di Padova
Andrea Parretti di PARRETTI RENATO EDILIZIA Srl di Sesto Fiorentino (FI)
Fabio De Mas di DE MAS ANNIBALE & C. di Belluno (BL)
Ferruccio Pagliarini di EDIL.COM Srl di San Benedetto del Tronto
Giancarlo Scarpelli di EDILIZIA COMMERCIALE Srl di Grosseto (GR)
Giovanni De Tommasi di DE TOMMASI BRUNO & C. Sas di Chieri (TO)
Paolo Donghi di GALDINI & DONGHI Spa di Rovato (BS)
Rocco Alfano di ALFANO Spa di Amantea (CS)
Rosamaria Guglieri di LAMBERTI Srl di Albenga (SV)
Gérard Pillaud, rappresentante di BigMat France
Claude Coutant, rappresentante di BigMat France
Il team BigMat Italia e, nelle foto piccole a sinistra a partire
dall’alto: il neo presidente Andrea Parretti; la folta platea di soci
in uno dei momenti del meeting; un momento della cena al
tavolo del presidente di BigMat International Dany Kroell (camicia
rosa) e del direttore di BigMat International Matteo Camillini;
intrattenimento con un gruppo folk pugliese.
L
o scorso 10 e 11 giugno nell’ormai estivo scenario
di Castellaneta Marina, in provincia di Taranto,
BigMat Italia si è riunita per la sua assemblea
annuale sotto la guida del neo direttore Lina
Mazzullo e alla presenza di Dany Kroell e Matteo Camillini, rispettivamente presidente e direttore di BigMat
International. All’ordine del giorno anche il rinnovo del
cda di BigMat Italia. Il nuovo consiglio di amministrazione
rimarrà in carica tre anni e il nuovo presidente BigMat
Italia è Andrea Parretti, che raccoglie il testimone del past
president Rocco Alfano. Nuovo amministratore, Giovanni
De Tommasi, che succede a Ferruccio Pagliarini. 41
I PREMIATI PER L’ECCELLENZA 2010
F.lli Paolini di Città di Castello (PG)
Edilcelle di Celle Ligure (SV)
Edil Novelli di Roma
Focardi e Cerbai di Sesto Fiorentino (FI)
Tecnicom di Donigala (OR)
Edilizia Commerciale di Marina di Grosseto (GR)
Un rinnovamento dei vertici che è un semplice passaggio
di consegne nell’ottica di una continuità di strategie e filosofie rivolte a perseguire lo spirito di squadra e a renderlo
sempre più vincente ed efficace sul mercato e all’interno
del Gruppo. E anche l’assemblea come ogni anno è stata
occasione per alimentare e rinnovare il rapporto tra gli
soci BigMat, accorsi numerosi al consueto appuntamento
che sceglie sempre location di grande fascino e arricchisce
l’incontro anche con importanti momenti di confronto, non solo tra i soci, ma anche grazie alla presenza di
esperti. Quest’anno, sotto il claim “Nessuno spettatore,
tutti protagonisti”, oltre alle dinamiche del Gruppo e alle
prospettive future nel segno di una sempre maggiore unità
contraddistinta dalla centralità dei soci, sono interventi
due consulenti d’eccezione: Franco
Canini della
Forward
MEZZA PAGINA UPHD1giugno2011BHD.pdf
1
04/07/2011
11.57.09
Consulting, che ha trattato il tema della “Negoziazione
con le banche”; Roberto Schiesari, dello Studio Schiesari &
Associati, che ha proposto un aggiornamento sulla situazione di mercato attraverso la lettura dei più attuali dati
dell’Osservatorio del Cresme ed è poi passato a trattare il
tema “Gestire il cambiamento ed i segnali di ripresa: il
ruolo della finanza aziendale”. Tutti temi estremamente
attuali, che hanno acceso un vivo interesse e dibattito tra
tutti i presenti.
A Castellaneta Marina è stato anche il momento dei riconoscimenti, con l’assegnazione dei “Premi per l’eccellenza
2010”. A riceverli ben sei soci BigMat, che si sono distinti
per virtuosismo e risultati, esempi per la capacità di interpretare la filosofia del Gruppo. ■
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EMOZIONE ESCLUSIVA AL
MUGELLO
Venti fortunati clienti BigMat hanno avuto
la possibilità di trascorrere un fine settimana al Mugello
per l’ottava tappa del MotoGp 2011, con un posto
in prima fila ed eventi da veri vip
di Bibi Velluzzo
44
Alcuni momenti dell’esclusiva esperienza vissuta al Mugello dai venti fortunati vincitori del concorso lanciato da BigMat “Vinci
Veloce”, che tra marzo e aprile ha messo in palio venti pass paddock nell'area del team San Carlo Honda Gresini.
I
n quello che si può certamente considerare il GP
più spettacolare visto in questa Classe nel 2011 e
andato in scena il 3 luglio nel sempre impegnativo
circuito del Mugello – per l’occasione inondato di
sole e con l’asfalto impeccabilmente rinnovato – ha trionfato un Lorenzo mai così determinato, seguito al secondo
posto da Stoner e al terzo da Dovizioso. Una gara piena
di emozioni, e non solo perché ha visto tra i protagonisti
anche un concreto Simoncelli, che corre sponsorizzato da
BigMat. Al Mugello, infatti, protagonisti indiscussi sono
stati anche ben venti clienti BigMat, che hanno avuto
l’occasione di vivere un’esperienza davvero unica grazie al
concorso “Vinci Veloce”, che tra marzo e aprile ha messo
in palio 20 pass paddock per il Gran Premio del Mugello
tra tutti i clienti che hanno acquistato prodotti a marchio
nei punti vendita BigMat. Dopo aver avuto la possibilità di
assistere alle prove del venerdì e del sabato, si sono potuti
godere l’avvincente sfida della domenica dalle speciali
tribune all’interno dei paddock, a stretto contatto con la
pista e con l’emozionante rombo dei motori nelle orecchie.
Oltre ad offrire un posto in prima fila da veri vip, BigMat
ha festeggiato offrendo ai suoi fortunati clienti un grande
aperitivo a loro riservato e organizzato nell’area del team
San Carlo Honda Gresini. Tanto divertimento a suon di
musica e Champagne, con omaggio finale di gadget griffati
BigMat e autografati – con tanto di dedica personalizzata
– da Simoncelli. Tre giornate che i venti “eletti” clienti
BigMat difficilmente dimenticheranno e per le quali non
hanno mancato di ringraziare il team del Gruppo presente
insieme a loro per tutta la durata dell’evento al Mugello. ■
45
Da casa a laboratorio
Átik a diventa
VELUXlab
46
Velux Italia ha stipulato una
convenzione con il Politecnico
di Milano per contribuire alla
formazione di studenti e laureati
attraverso la casa laboratorio átika
di Michelangelo Cecchetto
D
all’esperienza di Velux, maturata con la casa
dimostrativa átika (vedi box) nel corso degli
ultimi quattro anni è nato il nuovo progetto del VeluxLab che diventerà patrimonio
pubblico per la ricerca e la sperimentazione nel campo
dell’efficienza, della sostenibilità e del risparmio energetico.
Velux Italia ha infatti stipulato una convenzione con il
Politecnico di Milano con le finalità di contribuire alla
formazione di studenti e laureati particolarmente qualificati
e allo svolgimento di studi e ricerche volti all’innovazione tecnologica, nonché di mantenere un elevato livello
47
culturale dei propri operatori e favorire il loro aggiornamento professionale.
La convenzione avrà una durata nominale di dieci anni; al
termine dei lavori di riqualificazione e di installazione del
VeluxLab, Velux Italia donerà interamente la casa-laboratorio al Politecnico di Milano. Attraverso la convenzione
e un comitato misto di gestione, si attiveranno laboratori,
ricerche, seminari, eventi e visite atte a far conoscere il
rapporto di collaborazione tra Velux e l’università.
48
49
Il VeluxLab sarà dotato di attrezzature e materiali, e
coinvolgerà la ricerca di due dipartimenti, quello del
BEST e quello di ENERGIA, quest’ultimo attivo nel
campo della ricerca sul solar cooling. Grazie ad alcune
lievi modifiche apportate, il VeluxLab, a differenza di
átika, presenterà tutte le famiglie di prodotti Velux (tetto
a falda, tetto piano – finestre, cupolini, tunnel, collettori
solari). La vicinanza del campus Bovisa alla Triennale,
museo di design e arte contemporanea, e al distaccamento
Design sempre del Politecnico, rendono il progetto VeluxLab particolarmente visibile e di importante utilizzo
in collaborazione con ulteriori partner. Il VeluxLab sarà il
primo manufatto realizzato secondo i criteri dell’edilizia
sostenibile (progetto energetico, risparmio ed efficienza
energetica, benessere abitativo) inserito all’interno di un
campus universitario. Un segnale importante per tutti
gli attori delle filiera edile, ma anche per le autorità e
le istituzioni, e per una città, Milano, che si muove in
direzione Expo 2015.
I lavori al Politecnico di Milano sono iniziati nel luglio
2010, mentre l’inaugurazione ufficiale avrà luogo entro
la fine del 2011. ■
Progetto architettonico: project designer Javier Aja Cantalejo dello studio di progettazione spagnolo ACXT –IDOM
Direzione lavori: ing. Marco Imperadori e arch. Valentina Gallotti di Atelier2 di Milano
Impresa edile: B.A. di Bertolani Alessandro di Carbonara di Po (MN)
Partner tecnico per i serramenti verticali ad alta efficienza: Kaser srl di Varna (BZ)
Come è nato
il progetto VELUX átik a
Frutto di una ricerca con il Centro interuniversitario
A.B.I.T.A di Firenze, Velux átika nasce nel 2007 come
proposta costruttiva che fa tesoro delle antiche tecniche
costruttive del Mediterraneo avvalendosi delle più
moderne tecnologie. Installata in Spagna, poi a Roma
e infine per oltre 6 mesi a Milano, quale demo-house,
Velux átika, si è posta l’obiettivo di portare all’attenzione del mondo edile, ma anche delle istituzioni e
dei cittadini, le istanze dell’efficienza energetica per
l’edilizia residenziale, cercando il coinvolgimento e
l’aperto confronto tra tutti gli attori, dal progettista,
al rivenditore, ai committenti. Per secoli l’architettura italiana ha creato forme e sviluppato tecnologie
in grado di sfruttare al meglio gli elementi naturali,
ventilazione e luce solare. La ricerca A.B.I.T.A. ha a sua
volta dimostrato che materiali isolanti, ventilazione
naturale e posizionamento ottimale di finestre e schermi solari consentono condizioni abitative migliori,
oltre ad evidenziare alcune semplici strategie da seguire per risparmiare energia mantenendo un comfort
ottimale. In inverno, scegliere finestre con basso valore
di trasmittanza termica (U), realizzare involucri con
un’elevata tenuta all’aria, posizionare i corpi riscaldanti
sotto le finestre, ridurre l’umidità relativa attraverso
un costante ricambio dell’aria ottenuto grazie alla
ventilazione naturale. In estate, utilizzare schermi
solari esterni, sfruttare al massimo il raffrescamento
notturno, ventilare i locali quando la temperatura
esterna è inferiore a quella interna, sfruttare al massimo
la ventilazione naturale e l’effetto camino. Velux átika
ha fatto tesoro di tutte queste esperienze, ottimizzando
la forma dell’edificio, le diverse inclinazioni del tetto
e l’orientamento della stanze, l’uso della luce naturale,
delle schermature solari, della ventilazione naturale,
la funzione dinamica per l’apertura e la chiusura delle
finestre e la movimentazione degli schermi solari.
I plus di VELUX átika:
•buon isolamento dell’involucro ma senza estremi:
oltre un certo spessore il rapporto costi benefici non
è più conveniente
•forma dell’edificio elaborata (con un rapporto s/v) di
1,06 per ottenere un buon coefficiente di ombreggiamento (86,5%) e ottimizzare la ventilazione naturale
•utilizzo di schermi solari esterni per controllare l’effetto serra nei mesi estivi e limitare le dispersioni
durante la stagione invernale
•controllo dinamico dell’apertura delle finestre e degli
schermi solari per sfruttare al meglio la ventilazione
naturale anche in assenza di persone
•uso del solare termico per la produzione di acqua
calda sanitaria e integrazione
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Funzionamento
I cambiamenti climatici e le urbanizzazioni sempre
più concentrate portano spesso a problemi di
sovraccarico delle reti fognarie, con conseguenti
problemi di allagamento.
Il modo più semplice ed economico per prevenire il
problema è l’installazione di una Valvola antiriflusso.
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danni spesso gravi ed economicamente rilevanti, a cui
il proprietario della casa deve far fronte personalmente.
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chiusini E
CADITOIE
Ecco la guida di Montini, con tutti gli errori da non
commettere e i consigli per una posa a regola d’arte
di Cristina Serra
Q
uali norme per chiusini e caditoie? A livello
nazionale in Italia è stata pubblicata nel 2007
la “Guida all’installazione di dispositivi di
coronamento e di chiusura in zone di circolazione pedonale e/o veicolare (chiusini e caditoie) – UNI
TR 11256:2007”, mentre la norma EN124, che definisce
requisiti, impiego, marcatura, non fornisce indicazioni precise sull’installazione rimandando a codici di messa in opera
nazionale oppure alle raccomandazioni del fabbricante. A
completamento, quindi, il produttore Montini ha stilato
la guida “Manuale di posa responsabile dei dispositivi di
coronamento e di chiusura (chiusini e caditoie in GLP e
GS.)”, la cui parte tecnica è curata dall’ingegnere Marco
Veronesi, per richiamare l’attenzione di progettisti, installatori e manutentori sulle indicazioni e le condizioni
2.Modalità di scelta
di posa a regola d’arte, affinché un chiusino e/o una caPremesso
che il svolgano
progettista dovrebbe
cercare di posizionare,
possibile,
ditoia
correttamente
la loroquando
funzione
neli pozzetti
tempodi
coronamento e chiusura il più possibile nelle zone meno trafficate, il chiusino e/o caditoia deve
consentendo
sicurezza
e notevoli
essere della
classe di portata così
idonea efficienza,
alla zona di impiego
ed al tipo di traffico
presente e,risparmi
se possibile,
di quello futuro, quindi deve avere misura e forma adatte al pozzetto sul quale dovrà essere fissato.
economici. Vediamo i punti salienti della guida di Montini.
CLASSE
TRAFFICO
A15
basso
Zone esclusivamente pedonali e ciclistiche, superfici paragonabili quali spazi verdi
B125
ridotto
Marciapiedi, zone pedonali occasionalmente aperte al traffico, aree di parcheggio
e parcheggi a più piani per autoveicoli
C250
occasionale
Cunette ai bordi delle strade che si estendono al massimo fino a 0,5 m sulle
corsie di circolazione e fino a 0,2 m sui marciapiedi – banchine stradali e
parcheggi per autoveicoli pesanti.
Modalità di scelta
Premesso che il progettista dovrebbe cercare di posizionare,
quando possibile, i pozzetti di coronamento e chiusura il
più possibile nelle zone meno trafficate, il chiusino e/o
caditoia deve essere della classe di portata idonea alla zona
di impiego ed al tipo di traffico presente e, se possibile, di
quello futuro, quindi deve avere misura e forma adatte al
pozzetto sul quale dovrà essere fissato.
Pozzetto e telaio del chiusino/caditoia devono avere la
stessa dimensione interna, chiamata luce: nel dubbio, va
sempre scelto il prodotto con la luce superiore, assicurandosi però che le nervature inferiori del coperchio/griglia
non tocchino il pozzetto.
In particolare, non bisogna mai posizionare telai tondi su
pozzetti quadrati e viceversa: quest’ultimo caso è ammesso
solamente se il telaio quadro poggia con tutta la sua superficie sulla testa del pozzetto, e questo accade solamente
DESCRIZIONE
®
normale
D400
intenso
Vie di circolazione (strade provinciali e statali), banchine transitabili, aree di
parcheggio per tutti i tipi di veicoli
in presenza di piastre per camerette con foro circolare.
Modalità di installazione
molto intenso
E600
estremo
Aree soggette a forti carichi, ad esempio aree industriali e centri logistici
F900
estremo
Aree soggette a carichi particolarmente elevati, aree portuali e di servizio
aeroportuale
52
Pozzetto e telaio del chiusino/caditoia devono avere la stessa dimensione interna, chiamata luce: nel
dubbio scegliere il prodotto con la luce superiore per evitare che lavori a sbalzo, assicurandosi però
che le nervature inferiori del coperchio/griglia non tocchino il pozzetto, eventualmente realizzare uno
scasso nella zona corrispondente del pozzetto per evitare il contatto.
Assicurarsi che il pozzetto, prefabbricato o posato in opera, sia integro ed in grado di sostenere strutturalmente il
chiusino e/o la caditoia da posare. La testa del pozzetto deve
essere compatta, integra e pulita: se necessario, irruvidirla
per migliorare la presa della malta cementizia utilizzata
per il fissaggio. Lo spazio libero attorno al pozzetto deve
essere tale da permettere l’alloggiamento del dispositivo
in altezza, senza la necessità di ricorrere a materiale di
spessoramento, ed in larghezza per la realizzazione di un
cordolo uniforme di calcestruzzo (il vano dovrebbe essere
circa una volta e mezza la dimensione massima esterna
del telaio).
Non è mai ammesso posare il telaio direttamente sulla
testa del pozzetto: stendere uno strato di 4/5 centimetri di
malta cementizia tradizionale con resistenza a compressione
finale maggiore o uguale a Rck 50 N/mm2 e rispettare i
tempi di maturazione prescritti dal fabbricante.
Nel caso di condizioni climatiche e/o ambientali particolari, tenerne conto al momento della scelta del materiale
di posa da utilizzare, scegliendo ad esempio materiali
resistenti al gelo (secondo UNI9858 e ENV206) oppure
Tecnologie del fissaggio
MIT 300 SE
alla salsedine. Il materiale da utilizzare
perQUALITY
il lettoèdiunaposaMIT 400 SE
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meccanicamente e non manualmente,
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paesi omogenea.
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materiale di posa così ottenuto
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testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una
superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5
cm di resina a presa rapida. (foto 1)
Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/
caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce
Distribuire
il di
materiale
posadacosì
sulla a presa rapida (foto 1).
spessoredifinale
3 aparte
5ottenuto
cminterna
di resina
del uniforme
pozzetto, assicurandosi
che nessuna
del
testa
del pozzetto/cameretta
in modo da
ottenere
una
Posizionare
quindi
velocemente
il
telaio
del
chiusino/ caditoia sul letto di
Distribuire il materiale di posa così ottenuto sulla telaio risulti a sbalzo nel pozzetto. Sono ammesse eccezioni
superficie
liscia ed uniforme
di
spessore
finale
da 3 a del
5
1
posa
assicurandosi
che
nessuna
parte
interna
testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio telaio risulti a sbalzo nel
cmpozzetto
di resina a(foto
presa
rapida.
(foto
1)
telai quadri perché appositamente
superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5 circolare posati su2).
Distribuire il materiale di posa così ottenuto sulla dimensionati per tale applicazione. (foto 2)
cm di resina a presa rapida. (foto 1)
testa del pozzetto/cameretta in modo da ottenere una Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/
Spingere verso il basso il telaio fino al raggiungimento della quota corretta
superficie liscia ed uniforme di spessore finale da 3 a 5 caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce
Posizionare quindi velocemente il telaio del chiusino/
riferita
normalmente al suolo circostante ed assicurarsi che non siano rimasti
del pozzetto, assicurandosi che nessuna parte interna del
cm di resinaSpingere
a presa rapida.
(foto
1) il telaio fino al raggiungimento
verso
il basso
della quota corretta
riferita normalmente
caditoia sul letto di posa
centrando
il più possibile la luce
deirisulti
vuoti
sottostanti,
inoltre
verificare
planarità con il piano finito (foto 3).
telaio
a sbalzo
nel pozzetto.
Sono
ammesselaeccezioni
suolo
circostante
ed
assicurarsi
che
non
siano
rimasti
dei
vuoti
sottostanti,
inoltre verificare la
del pozzetto,alassicurandosi
che
nessuna
parte
interna
del
1
Posizionare planarità
quindi velocemente
ilfinito.
telaio
del3)chiusino/ quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio
il piano
(foto
telaio risulti a sbalzo nelcon
pozzetto.
Sono
ammesse
eccezioni
Coprire
adeguatamente
bordo appositamente
esterno del telaio, continuo oppure ad
posati
su telai quadriil perché
caditoia sul letto di posa centrando il più possibile la luce circolare
quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio
alette,
con
uno
spessore
minimo
di
del pozzetto, assicurandosi che nessuna parte interna del dimensionati per tale applicazione. (foto 2) 1 cm impiegando lo stesso materiale,
circolare posati su telai quadri perché appositamente
ottenendo così a fine presa un blocco unico che costituirà pertanto un valido
telaio risulti a sbalzo nel pozzetto. Sono ammesse eccezioni
dimensionati per tale applicazione. (foto 2)
ancoraggio (foto 4).
quali ad esempio i telai quadri con area di passaggio
Spingere
verso
il basso
il telaio
fino al raggiungimento della quota corretta riferita normalmente
circolare posati
su telai
quadri
perché
appositamente
suolo
circostante ed
assicurarsi
che non siano
rimasti
dei vuoti sottostanti,
inoltre verificare
la
dimensionatialper
tale applicazione.
(foto
2)
Pulire
accuratamente
la parte interna
del chiusino/
caditoia ed in particolare
aggiungimento della quota corretta riferita normalmente
planarità con il piano finito. (foto 3)
le sedi di appoggio del telaio e del coperchio/griglia, eventuali articolazioni,
on siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la
aggiungimento della quota corretta riferita normalmente
on siano rimasti dei vuoti sottostanti, inoltre verificare la
2
guarnizioni e sistemi di vincolo (foto 5).
3
Per non compromettere
la corretta posa in opera, il coperchio/griglia dovrebbe
essere inserito nel telaio solo dopo che il materiale di posa ha fatto sufficiente
presa ed usando se possibile un dispositivo di sollevamento meccanico.
Il riempimento di finitura attorno al chiusino/caditoia deve essere fatto dopo
Coprire adeguatamente il bordo esterno del telaio,
che il materiale utilizzato per la posa ha fatto sufficiente presa, si procede poi
continuo oppure ad alette, con uno spessore minimo di
al riempimento laterale del telaio avendo l’accortezza di arrivare fino al filo
1 cm impiegando lo stesso materiale, riempiendo bene
2
superiore3del telaio e prestare la massima attenzione ad evitare il contatto
gli eventuali fori e/o asole presenti, ottenendo così a fine
diretto
presa
un blocco unico che costituirà pertanto un
valido fra i dispositivi di compattazione ed il chiusino/caditoia per evitare
3
possibili danni al telaio, al coperchio/griglia ed allo strato del letto di posa
ancoraggio. (foto 4)
stesso (foto 6). Il chiusino/caditoia ha un limite di durata, di qualsiasi maCoprire
adeguatamente il bordo esterno del telaio,
3
teriale esso sia, che varia molto in funzione del tipo di traffico veicolare al
continuo oppure ad alette, con uno spessore minimo di
Pulire accuratamente la parte interna del chiusino/
quale viene sottoposto: è consigliabile pertanto tenere sotto controllo proprio
1 cm impiegando lo stesso materiale, riempiendo bene
caditoia ed in particolare le sedi di appoggio delquelli
telaio epiù esposti ad usura.
5
o del telaio,
ore minimo di
gli eventuali fori e/o asole presenti, ottenendo così a fine 4
piendo bene del coperchio/griglia, eventuali articolazioni, guarnizioni
presa un blocco unico che costituirà pertanto un valido
o del telaio, e
do così a fine sistemi di vincolo. (foto 5)
Posa
responsabile
ancoraggio.
4) devono essere lisciate e rese
così(foto
ottenute
il più possibile uniformi prima della presa per
ore minimoLe
di superfici
nto un valido
evitare infiltrazioni d’acqua.
piendo bene
molte le figure
coinvolte
nella
posa responsabile:
Per non compromettere la corretta posa in opera, Sono
il coperchio/griglia
dovrebbe
essere
inserito
nel
do così a fine
8
• il progettista,
chese
deve
scegliere
i prodotti in funzione alla corretta classe
Pulire
accuratamente
la parte
interna
chiusino/
telaio
solo dopo
che il materiale
di posa
ha fattodel
sufficiente
presa ed usando
possibile
un dispositivo
nto un valido
caditoia ed inmeccanico.
particolare le sedi di appoggio del telaio
e
di impiego
e della forma necessaria in base al pozzetto sul quale andrà
di sollevamento
del chiusino/
4
del coperchio/griglia, eventuali articolazioni, guarnizioni
posato;
o del telaio e
e4sistemi
di vincolo.
(foto 5) alzare il telaio con degli
Note:
nel caso
sia necessario
spessori al fine
di deve
arrivare
in quota,il usare
• l’installatore,
che
procurare
materiale corretto, certificato e rii, guarnizioni
sempre materiali resistenti alla compressione e duraturispondente
quali ghisa,aiferro,
cemento
o mattoni
pieni,
del chiusino/
requisiti indicati
dal progettista,
seguire in fase di messa
con i materiali di posa usati; non usare maiinmattonelle
e/o piastrellefornite
frantumate,
tubi di
o del telaiocompatibili
e
opera
le
indicazioni
dal
produttore
e
le
indicazioni contenute
4 e/o pezzi di legno.
plastica
i, guarnizioni
8
nella linea guida UNI/TR 11256;
• l’addetto alla manutenzione periodica dei pozzetti, che deve essere in
Il riempimento di finitura attorno al chiusino/caditoia deve essere fatto dopo che il materiale utilizzato
grado di valutare se il dispositivo è ancora efficiente nel suo complesso
per la posa ha fatto sufficiente presa, si procede poi al riempimento laterale del telaio avendo
oppure se è meglio sostituirlo e/o riposizionarlo.
l’accortezza di arrivare fino al filo superiore del telaio e prestare la massima attenzione ad evitare il
La
posa
responsabile
inoltre danni
nella alscelta del prodotto da utilizzare
contatto diretto fra i dispositivi di compattazione ed il chiusino/caditoia
perconsiste
evitare possibili
in considerazione
anche altri aspetti importanti.
telaio, al coperchio/griglia ed allo strato del letto di tenendo
posa stesso.
(foto 6)
Innanzitutto il rispetto degli standard europei in tema di qualità, normative
5
ambientali e di sicurezza delle norme comunitarie esistenti e vigenti.
Il prodotto
sì ottenute devono essere lisciate e rese il più possibile uniformi
prima delladeve
presaessere
per realizzato con materiale il più possibile riciclabile,
quindi in ghisa lamellare perlitica o sferoidale, e senza applicare vernici
oni d’acqua.
romettere la corretta posa in opera, il coperchio/griglia dovrebbe
essere
nel per l’uomo e per l’ambiente.
tossiche
e/o inserito
pericolose
o che il materiale di posa ha fatto sufficiente presa ed usando seEvitare
possibile
un dispositivo
prodotti
proposti a prezzi irragionevolmente bassi, perché probabilo meccanico.
mente realizzati con standard di qualità e sicurezza inadeguati, così facendo si
dà il proprio contributo al perseguimento degli obiettivi proposti dall’Italia
sia necessario6 alzare il telaio con degli spessori al fine di arrivare in quota, usare
e dalla Comunità Europea in termini7 di politica ambientale. ■
ali resistenti alla compressione e duraturi quali ghisa, ferro, cemento o mattoni pieni,
n i materiali di posa usati; non usare mai mattonelle e/o piastrelle frantumate, tubi di
Accertarsi sempre che non restino zone vuote fra telaio e pozzetto, in particolare attorno agli spessori
zzi di legno.
ove presenti: nel caso raffigurato in figura 7 potrebbero verificarsi nel tempo problemi di stabilità
del coperchio
nel telaio a deve
causaessere
della fatto
flessione
centrale
e delle maggiori vibrazioni al
di finitura attorno
al chiusino/caditoia
doponella
che ilparte
materiale
utilizzato
55
IL LASER
TUTTOFARE
Si chiama 5.2 Xl ed è la risposta
di Spektra a chi vuole un prodotto
semplice, preciso e tutto in uno
di Cristina Serra
U
no strumento completo, che sviluppa e sintetizza in un unico prodotto l’offerta dei laser
universali, portatili e tuttofare. L’”universale”
5.2 XL di Spektra, infatti, è un tracciatore e
puntatore “tuttofare”, piccolo e portatile che ha tra i suoi
plus ben due linee – orizzontale e verticale – per allineare e
livellare e cinque punti per squadrare, tracciare, piombare,
allineare. Dotato anche di una funzione “pendenza in manuale”, con linee inclinate (grazie alla funzione “blocco del
pendolo”, indispensabile anche per assicurare l’incolumità
del sistema di auto-livellamento durante il trasporto), può
avere in dotazione anche un cavalletto a base elevazione e/o
ricevitore che offre la possibilità di tracciare quote e allineamenti, anche in esterno, ad oltre 80 metri di distanza.
Il nuovo 5.2 XL è disponibile in diverse versioni: strumento, strumento con cavalletto 5.2 XL-CT, strumento
con ricevitore, e la versione “Top”, la più completa (5.2
XL-R-CT) che comprende strumento, ricevitore, cavalletto
e stadia. Il prodotto è provvisto di due anni di garanzia integrale Spektra, che copre anche cadute e danni accidentali.
Un prodotto perfetto? Quasi: 5.2 XL, infatti, in esterno
non è il “massimo”, visto che non ha la portata di un
laser rotativo Spektra, che invece copre da 200 metri di
diametro (la versione più “economica”) in avanti, e non
squadra (i punti non si “vedono” in esterno). Per questo
specifico motivo, se il prodotto che cercate è soprattutto
per esterni, l’ideale è allora 1.3 XL, dotato di funzione
linee (e non solo punti). ■
57
PRESA RAPIDA
GRIFFATA
È la linea a marchio BigMat studiata apposta
da Kerakoll, che racchiude prodotti ad alta
tecnologia e versatilità
di Nicola Pisano
L’
alta tecnologia dei prodotti Kerakoll ha
incontrato BigMat per dare vita a una linea
completa a marchio del Gruppo. La novità
si chiama Cemento rapido e si ottiene impastando 25 kg di polvere con circa 5,3 litri d’acqua pulita.
L’impasto si prepara versando l’acqua nel recipiente pulito e
aggiungendo la polvere in modo graduale. Si miscela velocemente a mano o con agitatore meccanico a basso numero di
giri fino ad ottenere una malta omogenea e priva di grumi.
Il Cemento Rapido BigMat sarà disponibile a partire dall‘autunno 2011. BigMat Adesivo
Universale e BigMat Adesivo Professionale sono disponibili anche nella versione grigio.
58
59
60
Nella linea, poi, sono compresi anche molti altri prodotti. C’è, ad esempio Massetto Pronto BigMat, il massetto
pronto ad alta resistenza e asciugamento rapido di classe
CT-C30-F6 secondo norma EN 13813, a ritiro compensato ed elevata conducibilità termica (ideale anche per
pavimenti riscaldanti), idoneo per la posa con adesivi di
ceramiche, monocotture e gres porcellanati, resilienti
e parquet, pietre naturali e marmi, mosaici vetrosi e in
ceramica, pvc, linoleum e moquette, di qualsiasi formato. Studiato sia per interni che esterni, ad uso civile,
commerciale, industriale e per l’arredo urbano, è stato
concepito anche per l’applicazione in zone soggette a
sbalzi termici e gelo, oppure su piastre riscaldanti.
Adesivo universale, nella versione bianca e grigia, è un
adesivo professionale al quarzo a scivolamento verticale
nullo e tempo aperto esteso di classe C2 TE secondo
norma EN 12004, idoneo per la posa ad alta resistenza
fino a 10 mm di spessore, a pavimento e parete, di
ceramiche, monocotture e gres porcellanati su fondi
cementizi tanto in interno quanto in esterno. Infine,
Adesivo professionale, anch’esso disponibile nei colori
bianco e grigio, è un adesivo al quarzo a elevata adesione
e tempo aperto esteso, di classe C1 E secondo norma
EN 12004, idoneo per la posa di piastrelle in bicottura
e monocottura fino a 10 mm di spessore, a pavimento
e parete, va utilizzato su intonaci di cemento e malta
bastarda, massetti cementizi, massetto pronto professionale Massetto Pronto BigMat e massetti realizzati
con leganti idraulici professionali. ■
Gestire l’impresa: Il contributo del Sistema Formedil
alla formazione in materia di gestione di impresa
Nel variegato panorama dell’offerta formativa garantita dalle
Scuole Edili che fanno parte del Sistema Formedil un ruolo preponderante
è giocato senza dubbio dalla formazione legata alle mansioni pratiche e
tecniche di quanti operano in cantiere.
Ciononostante, negli anni, sul territorio, interpretando in modo completo le
esigenze delle imprese e dei lavoratori
del settore edile, sono stati promossi
e sviluppati alcuni percorsi formativi
dedicati anche alla gestione economico
finanziaria delle imprese, nonché alla
gestione della progettazione e delle
attività produttive di cantiere.
In questo ambito sono stati sviluppati
progetti che hanno coinvolto direttamente le imprese nel processo di
qualificazione, anche con l’obiettivo di
individuare e limitare i fattori di spreco
nell’edilizia. Proprio su questo tema,
l’IIPLE, Istituto Istruzione Professionale
Lavoratori Edili di Bologna e provincia,
grazie anche ad un finanziamento di
Fondimpresa, ha dato vita ad un corso
di 20 ore dedicato alle imprese edili
con l’obiettivo di individuare e ridurre
i principali fattori di spreco nell’edilizia,
migliorando i processi delle singole im-
62
prese dalla progettazione alla costruzione, nel rispetto dei tempi di consegna,
del budget e della qualità concordati
con il cliente.
Secondo un’idea di formazione che
vede il coinvolgimento diretto e la
partecipazione attiva di chi apprende,
l’IIPLE ha pensato di dare vita anche
ad un vero e proprio laboratorio di
sperimentazione insieme alle aziende
con l’obiettivo di studiare un modello organizzativo che, mixando diverse tecniche e metodologie, consenta
di ottenere alcune linee guida per la
corretta gestione di un’azienda edile.
Ad oggi infatti, come sottolineano gli
ideatori del laboratorio, non esistono
veri e propri modelli organizzativi di
riferimento specifici per il settore delle
costruzioni.
La Scuola Edile bolognese non è però
la sola a proporre iniziative formative
di questo genere e la diffusione di corsi
dedicati alla gestione finanziaria dell’impresa edile si possono trovare trasversalmente in diverse regioni d’Italia. Ad
esempio l’ESEV, Ente Scuola Edile Veronese, organizza, in collaborazione con
l’ANCE provinciale, corsi di 160 ore
destinati a imprenditori, quadri e tec-
nici di impresa dedicati sia alla gestione
economico finanziaria dell’impresa sia
al cosiddetto Business plan. La trasformazione del settore delle costruzioni
e i cambiamenti della domanda e del
mercato, infatti, impongono alle imprese di avere sempre più una gestione che
sappia pianificare i fabbisogni finanziari
ed individuare le fonti di finanziamento
ottimali per garantire la sostenibilità del
proprio piano economico. L’obiettivo
dei corsi è dunque quello di insegnare ad impostare una programmazione
strategica per il miglioramento competitivo e lo sviluppo dell’organizzazione
che opera su commessa.
Il calendario dei corsi delle Scuole Edili
è consultabile sul sito del sistema formedil: www.formedil.it
L’ANDAMENTO DEL SETTORE SECONDO GLI ULTIMI DATI DEL CRESME
Si prospetta ancora in salita la
strada per la ripresa del mercato delle costruzioni. A trainarla sarà il
comparto delle ristrutturazioni, che è
aumentato nel 2010 e continua a crescere nel 2011. È il quadro del settore
dipinto da Paolo Buzzetti, presidente
di Federcostruzioni, la federazione di
Confindustria che riunisce le categorie
produttive più significative del mercato
edile e infrastrutturale.
L’ANDAMENTO DEL SETTORE
«La crisi attanaglia ancora il mercato e
l’industria italiana delle costruzioni. Lo
scenario economico che caratterizza
il nostro Paese è ancora sostanzialmente recessivo. In questo contesto
cresce solo chi riesce ad intercettare
la ripresa a livello internazionale; chi
vive di mercato interno rischia invece
di scomparire», ha dichiarato Buzzetti
in apertura dell’assemblea annuale della
Federazione che si è tenuta lo scorso
21 giugno.
Gli ha fatto eco la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, sottolineando il ruolo fondamentale delle infrastrutture per la crescita e chiedendo
“semplificazioni, per cui ci sono risposte
parziali nel Dl sviluppo; priorità alle piccole e grandi opere da eseguire; riforma
fiscale”.
FOCUS EDILIZIA RESIDENZIALE
Come già con la crisi del 1993-1994,
l’attività di manutenzione del patrimonio abitativo si rivela ancora una volta la
vera ancora di salvataggio del mercato
delle costruzioni. La ripresa per tutta
l’attività di rinnovo stimata già a partire
dal 2010 (+2,2%) trova immediato
riscontro nell’aumento del 10,3% registrato nel 2010 (gennaio-novembre)
dalle domande di agevolazione fiscale per spese di ristrutturazione, che
diventa un +28% rispetto al periodo corrispondente del 2008. E sarà
il ripensamento del prodotto edilizio
in termini di risparmio e produzione
energetica ad orientare il mercato nei
prossimi anni.
«A tenere in piedi il mercato delle costruzioni nel residenziale è l’attività di
riqualificazione, che crescerà ulteriormente del 2% nel 2011 – ha spiegato il
direttore del Cresme Lorenzo Bellicini.
Anche il non residenziale tornerà a valori positivi nel 2012 con una crescita
intorno all’1%».
LE IMPRESE
Nel 2011 l’invenduto, l’insoluto, la liquidità, la capacità di gestire il credito a
monte e a valle, la capacità patrimoniale
delle aziende, il livello di efficienza, la
capacità strategico operativa di stare
sui mercati emergenti, rappresentano
tutti elementi chiave che, insieme alla
domanda, fisseranno i contenuti della
competizione.
LE PROPOSTE DELL’ASSOCIAZIONE
«Da tempo Federcostruzioni dimostra
forte senso di responsabilità, comprendendo il difficile momento che l’economia nazionale attraversa, la delicata
situazione finanziaria pubblica, la necessità di tenere con rigore sotto controllo
il debito pubblico», ha dichiarato Buzzetti. E ha poi chiesto che «altrettanto
facciano le amministrazioni e la legislazione per creare condizioni concrete
a favore della riqualificazione edilizia
ed urbana rendendo possibile e conveniente la demolizione e ricostruzione, collegandola agli obiettivi prioritari
dell’efficienza energetica e accelerando
sui programmi di housing sociale, che
dovrebbero costituire dei veri e propri
modelli in questo ambito».
63
il consulente d’azienda
FUORI DALLA CRISI
CON LA “COOPETITION”
Un anno fa la domanda ricorrente in tutti i settori era: “quando
finirà la crisi?”. Oggi si può affermare
che vi siano segnali di ripresa, anche
se “a macchia di leopardo”, con forti
differenze tra realtà territoriali e settori
merceologici, ma i recenti accadimenti a livello nazionale ed internazionale
confermano che l’incertezza e la volatilità sono elementi che caratterizzeranno anche il prossimo futuro.
Ma non possiamo “leggere” la ripresa
come mero ritorno verso precedenti condizioni ed equilibri. La crisi ha
accelerato processi di cambiamento
anche significativi e si sta diffondendo
la consapevolezza che nulla sarà più
come prima.
Il settore dell’edilizia non sembra sottrarsi a queste tendenze, che in alcuni
casi risultano addirittura amplificate: si
comincia a parlare di una lieve ripresa
ma le previsioni ed i dati recenti forniti
dal Cresme (un incremento del valore
della produzione del 2,1% previsto per
il 2012) confermano il forte calo nella
costruzione di nuove abitazioni, con
alcune prospettive di ripresa dal 2012,
ed il ruolo preponderante assunto dal
“rinnovo” e dalla manutenzione, con
implicazioni in termini di frammentazione della domanda. Ulteriori elementi
di non facile quantificazione sono l’impatto sulle differenti aree territoriali
del “Piano Casa” e dei recenti provvedimenti fiscali in termini di agevolazioni
e detrazioni.
Questo scenario, estremamente dinamico e difficilmente prevedibile, impone nuove “regole del gioco” al fine non
solo di rimanere “a galla”, ma anche e
soprattutto per poter sfruttare nuove
opportunità di crescita in termini sia di
volumi sia di marginalità. L’imperativo
in quest’ultimo anno è stato “resiste-
64
attori, può creare sinergie significative
non limitate ai costi ma che possono
anche permettere di incrementare la
credibilità e notorietà dei partecipanti
sul mercato, anche tramite operazioni
mirate di comarketing. È quindi indispensabile “scegliere” i propri partners
in coerenza con il posizionamento della
propria impresa.
re”. Ma a questo punto è importante
capire con quali “zavorre” le imprese
si affaccino alla ripresa, preparandosi a
concludere un anno ancora sostanzialmente “piatto”.
La domanda sta cambiando velocemente. Risparmio energetico, eco-compatibilità, innovazione, integrazione dell’offerta, sono tendenze emergenti che
stanno ulteriormente modificando caratteristiche e competitività dei diversi
attori della filiera. Questo “vento di
cambiamento” impone pertanto nuovi
modelli di offerta, per quanto riguarda
produttori, distributori, professionisti
ed imprese, al fine di intercettare la
“fiducia” della clientela, elemento differenziante su cui basare le strategie
future. In un’arena competitiva sempre
più complessa e caratterizzata dalla limitazione delle risorse, non è più sufficiente “lottare” da soli, ma diventano
necessarie “alleanze” strategiche per
affrontare proattivamente queste nuove sfide.
Il ruolo delle componenti immateriali
sta trasformando gli operatori in “infomediatori” con le connesse esigenze di
efficienza ed efficacia nella creazione e
diffusione di know-how differenzianti verso la clientela. Una strategia di
“rete”, pur nell’autonomia dei singoli
Queste nuove forme di strategia a metà
tra la competizione e la collaborazione
(la cosiddetta coopetition, cioè collaborazione competitiva) devono basarsi su obiettivi di lungo periodo: scelte
condivise di nuovi prodotti e servizi,
di forme di comunicazione più efficaci,
di politiche commerciali e distributive
differenzianti. Una competizione non
più solo tra imprese, ma tra reti di imprese, in cui l’informazione assume il
ruolo di fondamentale leva di vantaggio
competitivo per cogliere in maniera
strutturata, organizzata e tempestiva
anche i cosiddetti “segnali deboli” di
cambiamento e cogliere esigenze e domande emergenti. Lavorare in ottica di
rete significa ripensare funzioni e processi aziendali per valutare quali sono le
aree in cui sviluppare tali collaborazioni,
che necessitano non solo di adeguati ed
efficienti strumenti di comunicazione,
ma di un approccio alla collaborazione competitiva da parte degli addetti
aziendali, consci dell’importanza di un
approccio di “impresa allargata”.
Non sottovalutiamo le difficoltà di approcciare questo cambiamento, ma
non possiamo dimenticare che “bisognerà evitare di prepararsi alla guerra
con le armi dell’ultima battaglia vinta”.
di Roberto Schiesari
Schiesari & Associati
Consulenza direzionale,
economico-giuridica e tributaria
il consulente legale
L’ampliamento della responsabilità del costruttore
per gravi difetti degli edifici
L’esigenza di tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico fondano la ratio della norma di cui all’art.
1669 c.c., la quale prevede, tra le altre,
una responsabilità in capo al costruttore per gravi difetti di edifici o di altre
cose immobili destinate per loro natura a lunga durata. In quanto norma
finalizzata a tutelare diritti assoluti, i
quali prescindono da quanto pattuito
fra le parti nel contratto d’appalto di
riferimento, essa consente l’esperimento di tale azione per responsabilità
non solo da parte del committente,
bensì anche da parte di chi abbia eventualmente acquistato dal committente
medesimo, da qui la natura extracontrattuale del titolo risarcitorio.
La Suprema Corte ha approfondito negli anni il tema più interessante che la
norma pone all’attenzione degli operatori del settore, vale a dire la nozione
di “gravi difetti”. Preliminarmente si
rilevi che i fenomeni che influiscono
sulla stabilità dell’edificio non sono
compresi in tale nozione in quanto
assorbiti dalle altre previsioni dell’art.
1669 c.c. concernenti le ipotesi del
pericolo di rovina. Per “gravi difetti”,
dunque, devono intendersi non solo
quelli di costruzione incidenti in modo
apprezzabile sugli elementi strutturali
dell’opera, ovvero quelli necessari perché questa possa fornire la normale
utilità propria della sua destinazione,
ma anche quei vizi che determinano
una notevole menomazione della possibilità di normale godimento del bene.
Proprio all’interno di quest’ultima
accezione la giurisprudenza ha fatto
rientrare nuove ipotesi che hanno notevolmente ampliato la responsabilità
del costruttore, quali ad esempio:
crollo o disfacimento del rivestimento esterno dell’edificio, vizi del tetto e
del terrazzo di copertura di un edificio
tali da provocare infiltrazioni d’acqua
all’interno degli appartamenti sottostanti, infiltrazioni d’acqua determinate
da carenze dell’impermeabilizzazione,
caduta dell’intonaco per infiltrazioni
d’umidità et similia.
La più recente Sentenza sul tema ha
ulteriormente avvalorato la linea interpretativa volta a rafforzare la tutela di
committente e suoi eventuali aventi
causa, ai danni del costruttore, così
statuendo: “configurano gravi difetti dell’edificio a norma dell’art. 1669
c.c. le carenze costruttive dell’opera,
concernenti anche una singola unità
abitativa, che ne menomano in modo
grave il normale godimento, a causa
di realizzazione effettuata con materiali inidonei e/o non a regola d’arte
ed anche se incidenti su elementi secondari ed accessori dell’opera (quali
impermeabilizzazione, rivestimenti,
infissi, pavimentazione, impianti, etc.),
purché tali da compromettere la sua
funzionalità e l’abitabilità ed eliminabili solo con lavori di manutenzione,
ancorché ordinaria, e cioè mediante
opere di riparazione, rinnovamento
e sostituzione delle finiture” (Cass.,
n. 10857/08).
Avv. Pietro Carlo Ferrario
Studio Legale Associato
Lucarelli & Ferrario,
specializzato in problematiche immobiliari.
(www.lucarellieferrariostudiolegale.com)
65
news dal mondo bigmaT
SPORT, SOCIALE E TRADIZIONE
In bici nella
maremma
toscana
Si è svolta l’ultimo week end di maggio
la seconda edizione della gara ciclistica “Gran Fondo Sette Rocche” con
arrivo a Massa Marittima, tappa del
XII Giro del Granducato di Toscana.
Complice il favoloso paesaggio ma-
remmano e una splendida giornata di
sole, i ciclisti si sono cimentati nei tre
percorsi a disposizione: gran fondo di
145km, medio fondo di 111 chilometri
e cicloturistica di 55 chilometri, per un
totale di circa 850 partenti.
A dare la carica agli oltre ottocento
atleti presenti ci hanno pensato le rivendite BigMat Corti di Corti F. e C.
Snc e Edilpiù Srl. di Follonica, che hanno sponsorizzato questo importante
evento sportivo che ha richiamato in
66
Maremma molti appassionati di questo
sport.
Ma l’impegno di queste due rivendite nelle sponsorizzazioni locali non
termina qui. Risale a luglio la partecipazione a WASIC 2011 Stockdogs
Trials, l’evento organizzato dal Cow
Boy Ranch di Voghera, il primo ed
unico ranch in Italia affiliato Asca, nato per tutelare le caratteristiche
della razza secondo i programmi di
lavoro su bestiame e sportivi del club
madre americano. I vari Trials hanno
visto impegnati molti splendidi esemplari di Australian Shepherd, un pastore australiano riconosciuto come
un cane da lavoro intelligente con un
forte istinto per l’imbrancamento e la
guardia. L’evento ha richiamato molti
appassionati e curiosi che hanno potuto vivere due giornate in perfetto
stile country.
news dal mondo bigmaT
Spello si
veste di petali
grazie a
BigMat Edilizia
Ruffinelli
Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: l’Infiorata
di Spello è una manifestazione unica
nel suo genere che ogni anno raduna
migliaia di appassionati e curiosi.

legnotre industriale Spa
Gli infioratori di Spello raccolgono
in ogni stagione i fiori necessari per
creare opere floreali sempre più complesse e diverse, ma il colpo finale
viene dato nel corso della notte precedente la manifestazione, quando
queste vere e proprie opere d’arte
vengono completate con i fiori freschi.
E così anche quest’anno, il 25 e il
26 giugno, in occasione del Corpus
Domini, le strade di Spello si sono
animate grazie alla presenza di questi
splendidi quadri floreali a tema religioso.
Il merito di tanto successo va anche
alla rivendita BigMat Edilizia Ruffinelli
Srl, che ormai da anni supporta come
main sponsor questa importante manifestazione del territorio umbro.
«Il nostro legame con il territorio non
è fatto solo di business – commenta
Corrado Ruffinelli, uno dei soci della
rivendita. La scelta di essere sempre
al fianco dei nostri clienti si concretiz-
za anche nella volontà di stare vicino
alla nostra terra, mantenendo vive
quelle tradizioni che ci legano al passato e che ci permettono di tenere
accesi i riflettori sulla nostra splendida
regione».
Via della Tecnica, 29/31 - 36075 Montecchio Maggiore – VICENZA
Tel. +39 0444 499339
Fax +39 0444 490555
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67
news dal mondo bigmaT
A Brescia
edilizia fa
rima con
solidarietà
C’è un legame molto stretto tra la
sezione di Coccaglio (BS) dell’Aido e
il socio BigMat Galdini & Donghi Spa.
L’azienda bresciana, infatti, ha ricevuto un riconoscimento ufficiale
con tanto di medaglia per l’impegno
sociale dimostrato negli anni con il
sostegno e il supporto del lavoro
dell’associazione.
«Un’azienda così fortemente radicata nel proprio territorio
come la nostra – commenta
Paolo Donghi, titolare della Galdini & Donghi Spa –
non può prescindere dal
sostenerlo anche al di
fuori di iniziative strettamente professionali. Noi
abbiamo scelto il sociale e in
particolar modo l’Aido, ritenendo di
offrire il nostro appoggio per alcune
attività che l’associazione porta avanti
con coraggio, passione e spirito
di sacrificio». Il supporto, che
dura da anni, si è concretizzato negli ultimi mesi nella
donazione di un’ambulanza per il trasporto dei
disabili e nella fornitura
di materiale edile per la
costruzione della nuova
sede del Gruppo Comunale
Aido “Paolo Mombelli”.
L'IMPEGNO GREEN DI BIGMAT VA IN FIERA
L’Umbria al
completo
alla fiera
Klimahouse
Giunta quest’anno alla sua terza edizione, la fiera specializzata “Klimahouse Umbria” offre agli operatori
del settore del centro e sud Italia l’opportunità di informarsi sui sistemi, le
necessità e i vantaggi del risparmio
energetico in edilizia. Nata da una costola della omonima celebre fiera di
Bolzano, “Klimahouse Umbria” si sta
imponendo quale fiera di riferimento
per il mercato del centro-sud Italia.
I visitatori nel 2010 sono stati 6.310
(+40% rispetto al 2009), la maggior
parte provenienti dal Centro Italia. E
le previsioni per quest’anno sono decisamente buone: infatti, il 92% dei visitatori del 2010 ha dichiarato di voler
tornare alla prossima edizione. I temi
trattati dalla fiera sono più attuali che
mai e non poteva mancare la presenza
dei soci BigMat dell’Umbria, che già lo
scorso anno erano presenti con uno
stand. Quest’anno le rivendite Edilizia
Ruffinelli Srl, F.lli Paolini Srl, Pesciarelli
Edilizia Srl, Procacci Spa, Ce.M.E.S.
Lo stand BigMat alla passata edizione di Klimahouse Umbria
68
Srl e Ricci Manfredo Srl replicheranno
l’iniziativa e saranno presenti con uno
stand di 32mq all’interno del padiglione 9 (stand I/07). Il team BigMat presente darà supporto a tutti i visitatori
nella consulenza sui materiali e sulle
soluzioni più adatte per ottenere il
miglior comfort abitativo e un ottimale
risparmio energetico sia per le nuove
abitazioni che per le ristrutturazioni.
Lo stand è realizzato in collaborazione
con Kerakoll. Appuntamento, dunque,
a Bastia Umbra dal 21 al 23 ottobre.
news dal mondo bigmaT
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l’obiettivo di promuovere quel tanto
auspicato processo di riconversione
del panorama energetico nazionale
verso fonti di energie pulite, a basso
costo e alla portata di tutti.
La fiera si rivolge agli operatori del
settore edile ma anche agli utenti
privati, che possono rappresentare il
vero motore di un cambio di mentalità
a favore delle energie rinnovabili. Sul
territorio a rappresentare BigMat in
questa fiera, che si sta svolgendo mentre è in distribuzione la rivista (dall’8
all’11 settembre 2011), c’è la BigMat
Edilizia Due Srl di Carcare (SV), con
uno stand voluto per diffondere nel
territorio la conoscenza di tutte le modalità costruttive e dei relativi prodotti
che permettono di ottenere un notevole risparmio energetico. Per maggiori informazioni si possono consultare i siti www.ediliziadue.bigmat.it e
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vabili e dell’efficienza energetica”, che
si svolge ormai da quattro anni a Cairo
ngere la fiera
Montenotte, in provincia di Savona. Il
grande successo riscontrato nelle edizioni precedenti é stato per gli organizzatori uno stimolo a proseguire in
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news dal mondo bigmaT
Una torta con cinquanta candeline per BigMat Marzotto
Di solito è chi compie gli anni a
ricevere i regali. In questo caso
invece non sarà così: infatti per il suo
cinquantesimo compleanno la BigMat
Marzotto Spa di Cologno Monzese ha
deciso di riempire di regali e di preziose
opportunità commerciali tutti i suoi affezionati clienti. «Per noi il cinquantesimo
anno di attività è un traguardo importantissimo – dice Orazio Marchetto, socio
della rivendita – e vogliamo condividerlo
con tutti i nostri clienti, piccoli o grandi
che siano. Lo spirito con cui festeggiamo questo compleanno è quello di fare
che sia non solo un punto di arrivo ma
anche un nuovo punto di partenza, per
una rinnovata e ancora più stretta collaborazione con i nostri clienti e con le
aziende produttrici che lavorano con
noi». In effetti ne ha fatta di strada questa
azienda milanese, nata nel 1961 grazie
alla capacità imprenditoriale della Famiglia Marchetto, che inserì sul mercato
di Milano un “Magazzino di materiali
edili” incentrato soprattutto nel settore
degli intonaci. Oggi, adeguandosi alle
esigenze dei costruttori, Marzotto Spa
ha portato la propria efficienza direttamente in cantiere, luogo per eccellenza
nel mondo delle costruzioni anche con
la creazione di un'agenzia di vendita, la
EPM Srl. E proprio con i protagonisti del
mondo delle costruzioni il team di BigMat Marzotto vuole condividere i suoi
festeggiamenti, che si concentreranno a
settembre. Durante questo mese, all’interno della rivendita saranno presenti
ogni giorno gazebo di aziende leader del
settore con personale a disposizione di
tutti i clienti per una consulenza specia-
lizzata sui prodotti e per offrire nuove
soluzioni e opportunità commerciali.
Tutti i clienti che entreranno in rivendita riceveranno anche simpatici omaggi
pensati ad hoc per loro. Il clou a fine
mese, con un evento speciale dedicato
ai top client… ma questa è una sorpresa!
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due importanti iniziative per i 30 anni di bigmat
Una serata
sugli
Champs-Elysees
Chi non vorrebbe passare una serata
al Lido di Parigi? La “Ville Lumière”, da
sempre considerata una delle città simbolo del vecchio continente, è famosa
anche per essere la regina della festa
e del divertimento. Uno dei simboli
delle serate parigine è il Lido, celebre
locale situato sull’altrettanto celebre
viale degli Champs-Élysées, che con
i suoi spettacoli contribuisce dal 1946
alla fama della capitale francese.
Non poteva essere scelta sede migliore
per festeggiare i trent’anni di BigMat in
Europa! Almeno così la pensa il team di
BigMat France, che per festeggiare con
i suoi top client ha deciso di organizzare una serata proprio al Lido, con un
programma decisamente ricco: aperitivo alle 18, cena alle 19.30 e il clou alle
21.30, con lo spettacolo “Bonheur” e
l’esibizione delle Bluebell Girls, settanta
ballerine che daranno vita a coreografie mozzafiato. E dopo lo spettacolo
si apriranno le danze per tutti i clienti
e i soci presenti. La grande serata al
Lido è prevista per il 10 novembre,
e rientra nelle attività organizzate da
BigMat France in occasione del Batimat, la fiera di settore più importante
per il mercato francese.
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clienti del Gruppo, ma gli stessi punti vendita BigMat in Europa. Un concorso internazionale che mette in palio enormi
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ogni paese in cui BigMat è presente.
Il concorso premierà i punti vendita che sul loro territorio
hanno dato vita alle migliori azioni promozionali per festeggiare con i propri clienti i trent’anni del Gruppo in Europa.
Largo quindi a tutti i collaboratori delle rivendite,
che sono i veri protagonisti di questo grande concorso. A loro, infatti, spetta il compito di mettere in piedi nei punti vendita azioni per festeggiare i trent’anni, e di inviarne un reportage completo alla giuria di
BigMat International, composta dagli uffici comunicazione
dei vari Paesi membri. Saranno loro a valutare e decretare
i vincitori, secondo una serie di criteri stabiliti, che vanno
dalla visibilità delle azioni promozionali all’originalità delle
stesse, dall’intensità del lavoro di squadra alla cura per i
dettagli. ll responso della giuria avverrà il 31 ottobre 2011,
mentre la presentazione dei finalisti e l’annuncio dei vincitori si effettuerà durante la serata di gala del Congresso di
BigMat International di Praga (23-27 novembre 2011). E,
naturalmente, i team vincitori potranno godersi prelibatezze
internazionali insieme a tutti i colleghi della loro rivendita,
in un momento che farà onore alla grande famiglia BigMat.
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Assegnato il Premio per l’Architettura BigMat
È stato assegnato all’unanimità
il Premio per l’Architettura BigMat, iniziativa spagnola giunta ormai
alla quinta edizione. Ad aggiudicarselo il centro Culturale del Municipio
de Blanca, nella regione della Murcia,
rappresentato dall’architetto Martín
Lejárraga.
Il contenuto del progetto premiato riguardava la riqualificazione di una zona
urbana locale e la creazione di una serie
di strutture di servizio e intrattenimento per la popolazione realizzate intorno
al fiume Segura, uno dei più importanti
fiumi del sud della Stampa che di recente è stato oggetto di un lavoro di
depurazione delle acque.
La cerimonia di premiazione, alla presenza di oltre 200 invitati, si è svolta
il 17 giugno a Santiago di Compostela
all’interno delle strutture della Città
della Cultura. Il Premio per l’Architettura BigMat nasce con l’obiettivo
di promuovere e sostenere i progetti spagnoli più importanti nell’ambito
dell’architettura responsabile, promuovendo altresì il prestigio nazionale e
internazionale dei propri professionisti.
I progetti premiati negli anni si sono
sempre contraddistinti per aver tenuto conto della necessità di integrare il
tessuto urbana con le nuove esigenze
della società di oggi, sia negli interni che
negli esterni degli edifici.
Lorenzo de la Villa, presidente
di BigMat Promaespaña,
con il vincitore Martín Lejárraga
Cena di gala per la premiazione
in viaggio
il benessere
delle tradizioni
Terra di mille sapori squisiti, di paesaggi
struggenti e di un mare da ricordare,
la Puglia ha anche tre stabilimenti termali
famosi da secoli e tutti da scoprire
74
U
livi secolari, terre rosse, papaveri e il blu di un mare purissimo in cui riverbera, trasformandosi in mille diamanti, il sole.
I cavatelli con le cozze, le orecchiette
con le cime di rapa, le pettole e la farrata. Vi bastano come indizi per capire
dove siamo? Certo, nella magnifica Puglia. Tra monumenti barocchi, colorate ceramiche, trulli, masserie, spiagge
selvagge e campagne riposanti, questa
terra offre anche tre stabilimenti termali, famosi da secoli.
Le terme di Margherita di Savoia,
chiamate così per rendere omaggio
alla prima regina di Italia, si trovano
nel Comune di Margherita di Savoia,
in provincia di Foggia, località che si
affaccia sullo splendido panorama del
Golfo Di Manfredonia. La struttura termale si trova proprio di fronte al mare,
costeggiata da una spiaggia di sabbia
dorata e finissima, e si rifornisce dalle
acque termali provenienti dalle saline
della zona che oltre ad essere le più
grandi d’Europa e a donare acque ad
elevato tasso di salinità – di tipo salso
bromo iodico, con un’alta concentrazione di cloro –, costituiscono anche
fonti di attrazione per i visitatori della
località. La composizione chimico-fisica di queste acque (di colore rosso e
conosciute già dall’epoca di Annibale),
che registra anche un leggero tasso di
radioattività, le rende particolarmente
adeguate alla cura delle malattie della
pelle, disturbi del sistema otorinolaringoiatrico, disfunzioni del sistema
respiratorio, malattie dell’apparato
genitale femminile, reumatismi e problemi alle articolazioni. I trattamenti
termali utilizzano anche i fanghi che
hanno origine dal decennale contatto
con le acque termali e che sono utilizzati soprattutto per l’elaborazione di
trattamenti di bellezza (soprattutto
linfodrenaggio) e programmi anti age.
Spostandosi in provincia di Lecce, le
terme di Santa Cesarea, graziosissimo
paesino che si affaccia sull’incantevole
canale d’Otranto, sono legate a una
leggenda. Si narra che le acque ac-
DA FARE E DA VEDERE
SANTA CESAREA. Il Bagno degli Archi, particolarmente perchè
dalle acque emergono monoliti di origine tufacea che creano
un’atmosfera ricca di fascino. Tra le bellezze della natura presenti
sempre nelle vicinanze segnaliamo la grotta di Zinzulusa che si
caratterizza per la presenza di un’infinità di stalagmiti e stalattiti,
mentre la grotta Romanelli ospita incredibili graffiti e fossili di
animali, testimonianza che queste grotte erano frequentate già
nell’era del Paleolitico. Fate un salto anche a Lecce: le sue atmosfere barocche vi conquisteranno.
FASANO. Per i più piccoli c’è Zoo Safari con zebre, giraffe,
leoni, bisonti, orsi, scimmie e fenicotteri, e il parco giochi di Fasanolandia.
Per gli amanti della storia e della cultura, da vedere
l’incantevole Valle d’Itria ricca dei tipici trulli pugliesi, Egnazia,
Martina Franca, Ostuni, e le grotte di Castellana.
MARGHERITA DI SAVOIA, VICINANZE. I castelli di Bari,
Barletta e di Trani, le cattedrali di Bisceglie, Molfetta e Altamura
e i santuari di Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo.
75
quisirono le loro proprietà grazie alla
vergine Cisaria che, in fuga dal padre
che la molestava, trovò riparo nelle
grotte da cui oggi sgorgano le acque
che riforniscono il centro termale di
Santa Cesarea. Pur essendo sfruttate
fin dalle epoche più antiche, le terme
di Santa Cesarea cominciarono ad acquisire una certa importanza soltanto
alla fine di XIX secolo. La loro acqua
è classificata come acqua salsobromoiodica contenente tracce di zolfo
e cloro e sgorga, come dicevamo, da
quattro grotte naturali (Solfatara, Gattulla, Solfurea e Fetida) che comunicano direttamente con il mare e che
si estendono lungo il litorale costiero
che unisce Porto Badisco a Castro.
Qui si curano malattie artroreumatiche, dermatologiche, tonsilliti, sinusiti,
tracheiti, laringiti, bronchiti, faringiti
e carenza di udito. Il centro termale
attuale si compone dunque di tre strutture, tutte localizzate a poca distanza
dal mare: la sede amministrativa, la
struttura termale di Gattulla proprio a
strapiombo sul mare e l’Hotel Palazzo.
Tra gli altri trattamenti anche la cristalloterapia, il massaggio riflessogeno, il
reiki, lo shiatzu, ma anche fitoterapia,
omeopatia, bagni ai fiori di Bach, omotossicologia.
Infine, ecco le terme di Torre Canne, nell’omonima località marina frazione del Comune di Fasano, a circa
quaranta chilometri da Brindisi. Due
le fonti curative che qui sgorgano: la
fonte Antesana e la fonte Torricella,
dalle acque fredde (sotto i 20 gradi)
fortemente mineralizzate clorurosolfato-sodiche leggermente bromurate, utili per la cura delle disfunzioni
del sistema circolatorio, dei disturbi
di stomaco, fegato e intestino, delle
malattie di orecchio, naso e gola e
delle vie respiratore, delle patologie
dell’apparato urinario e dell’apparato
genitale femminile, dei problemi ad
ossa e articolazioni, ma anche a livello
di sistema nervoso. Notevole importanza rivestono anche i fanghi, il cui
lento processo di maturazione avviene
all’interno di un laghetto formato dalle
fonti stesse di acqua benefica e posto
proprio nel bel mezzo del parco di conifere che circonda il centro termale.
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appunti di gusto
UN VINO
D’HAUTE COUTURe
Daniela e Franz Kraler sono dei
guru dell’alta moda. Nelle loro
boutique di Cortina, vipposa località invernale incastonata nelle Dolomiti venete, e l’asburgica Dobbiaco,
in Alto Adige, vestono l’alta società
romana, le mogli degli emiri, principesse, nomi noti del jet set internazionale, ma anche chi, come noi, ama
il fashion d’haute couture e ogni tanto
si concede il lusso di averne qualche
pezzo nell’armadio, da indossare nelle
migliori occasioni. L’esperienza, nelle
loro boutique, è rara e forse in questo
sta il successo: sembra di stare a casa
propria, tra amici, mentre tra un pasticcino e un tè, tra una bollicina e un
finger food si fa avanti e indietro dal
camerino per provare, senza fretta,
qualsiasi cosa abbia catturato la nostra
attenzione tra gli oltre settanta marchi a disposizione. E c’è da impazzire,
perché Daniela, che sceglie personalmente le collezioni, non sbaglia mai un
colpo, facendovi trovare quelle Jimmy
Choo introvabili che avete desiderato
fin dal primo momento che le avete viste ai piedi di Sarah Jessica
Parker, oppure quel vestito di
Dolce e Gabbana che indossava
Madonna a Cannes paparazzata
con il suo ultimo toy boy.
Una sensibilità, quella di Daniela Kraler, che ora si può
trovare anche nel bicchiere.
Dalla loro tenuta vinicola in
Valpolicella, Daniela e Franz
Kraler hanno selezionato per-
sonalmente un rosso unico al mondo:
un vino emozionale dall’ armonioso
mix di gusti e sentori che, come immortalato sull’etichetta, racconta una
storia d’amore e di stile che porta la
firma degli enologi dell’azienda “Cà
del Monte”.
Un vino esclusivo, riservato solo ai
clienti dei Kraler, frutto di un sapiente blend di uve Corvina, Rondinella, Molinara. Il risultato è un
rosso carico e setoso al contempo, capace di sprigionare intense
emozioni e tutta la passionalità
che contraddistingue una delle
coppie più belle dell’alta moda
italiana. Come fare per averne una bottiglia? Scopritelo su
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in auto
è ora di andare
sott’acqua
Concept car asq e Hydron by Audi
L’auto di James Bond che diventa
realtà e un bolide di gran classe
privo di pedali. Tra sogno e realtà, la
scienza automobilistica corre velocissima verso il futuro. Fra una trentina d’anni potrebbe essere consuetudine ritrovarsi alla guida di una vettura
anfibia capace di muoversi sott’acqua
proprio come la mitica Lotus Esprit
dell’agente segreto più celebre della
storia. Non a pelo d’acqua, come in
alcuni casi è già possibile, ma proprio
sotto, secondo la promessa di un giovane designer coreano e di un ingegnere belga. Asq e Hydron, rispettivamente opera di Juyoung Kim e David
Cardoso, rappresentano due concept
futurisici pensati per un mondo in cui
il livello del mare sarà stato innalzato dai cambiamenti climatici. Audi ha
concesso ai due progettisti di utilizzare
il proprio marchio per gli studi di concept e design.
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La Hydron di David Cardoso
I due veicoli sono in grado di viaggiare
sia sulla terra che in mare. La Asq è
un’idea dello studente coreano di design Juyoung Kim, che prevede entro
il 2040 la nascita del suo veicolo: un
po’ automobile, un po’ barca e in parte sottomarino. La Asq passa ad una
propulsione water-jet quando viaggia sotto la superficie dell’acqua. Per
quanto riguarda Hydron, si tratta di
una tre posti con un motore elettrico
in ogni ruota: i pneumatici diventano i
propulsori del veicolo quando si trova
in acqua.
La ASQ di Juyoung Kim
tecnologia
Zafirro Iridium
UN RASOIO
è PER SEMPRE
«Hos tu otiosos vocas inter
pectinem speculumque occupatos». Ovvero «chiamali oziosi questi
tra il pettine e lo specchio affaccendati». Così scriveva Seneca irridendo
l’usanza di trascorrere intere giornate
dal barbiere, da quel “tonsor” che ben
presto divenne – grazie alla vanità dei
maschi romani – una delle figure più
rispettate dell’Impero.
Cosa penserebbe oggi il buon Seneca
trovandosi a leggere la notizia di un
rasoio da ben 100mila dollari? Centomila dollari, proprio così, per un gioiello
assolutamente hi-tech, prodotto in edizione ultra esclusiva e limitata. Sono infatti solo 99 gli esemplari dello Zafirro
Iridium, un rasoio per il taglio manuale
con le lame in zaffiro prodotto dalla
Bright Light Ventures impiegando le più
alte tecnologie della scienza missilistica
e le nuove nanotecnologie per ottenere
lame perfette per 10 anni. Insomma,
quasi per sempre. Tre anni e mezzo
di ricerche e centinaia di prototipi prima di arrivare a questo concentrato di
tecnologia e perfezione estetica. Finita
l’era dell’usa e getta, anche il rasoio
diventa così un accessorio di lusso.
Questa meraviglia, che incontrerebbe
di certo gli strali di Seneca, è in vendita
online sul sito del produttore http://
brightlightventures.com dove è possibile scoprire altre chicche niente male.
79