Esploratori italiani nella regione artica - Ambasciata d`Italia

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Esploratori italiani nella regione artica - Ambasciata d`Italia
Giacomo Bove (Maranzana 23 Aprile 1852-Verona 1887) è stato uno dei
primi esploratori italiani ad essersi spinto nelle terre artiche.
Il 24 settembre 1877 mentre Giacomo Bove tornava sulla Washington da
Capo Scaletta (stretto di Messina) dove si trovava per lo studio delle correnti
marine, ricevette la notizia di essere stato scelto per partecipare alla
spedizione scandinava di Adolf Erik Nordenskiold. Il 24 giugno 1878 la
spedizione partì da Carlskroma e costeggiando tutta la Norvegia, il 16 luglio
entrò nel Mar Glaciale Artico. La nave "Vega" (ex baleniera) era
accompagnata dai piccoli vapori "Lena", "Express" e "Fraser". Nel Mar di
Kara primo incontro con il popolo dei SAMOIEDI. Ad agosto incominciarono
a trovare il mare ghiacciato. Mentre esploravano la zona intorno l'arcipelago
di Dixon, Giacomo Bove scoprì un arcipelago nuovo che battezzò "VEGA" e
ad alcune delle isole, con il permesso di Nordenskiold, diede nomi italiani: isola "Re Umberto" (in onore di
S.M. il Re); isolotto "Brin" (ministro della Marina); isola "Negri" (commendatore della Società Geografica
Italiana); isola "Bucchia" (ammiraglio); isola "Correnti" (presidente della Società Geografica Italiana); isola
"Accinni" (comandante) ecc. La punta "Correnti" fu poi ribattezzata Capo BOVE in omaggio a colui che
l'aveva rilevata. Salutate le navi "Express" e "Fraser" partite per il Jenissei ove avrebbero trovato grano
continuarono il loro percorso. Il 17 agosto fecero esplorazioni nello stretto di TAIMIR.
Sempre ad agosto doppiarono per la prima volta nella storia "Capo Celiuskin". L'ufficiale russo di bordo, in
quell'occasione, si vestì in alta uniforme e fece gli onori di casa a nome dell'Imperatore di tutte le Russie.
Alle bocche della Lena la nave "Lena"si separò dalla "Vega" e si diresse a sud. La spedizione proseguì verso
est trovando ghiaccio sempre più compatto e pack sino a quando il mare gelò totalmente e li obbligò a
fermarsi nella terra dei CIUKCI il 28 settembre 1878. Ancorarono ad un ghiacciane e svernarono presso
PITLEKAI fino al luglio 1879. In quel periodo studiarono a fondo il popolo dei Ciukci e la loro civiltà e fecero
osservazioni idrografiche (Giacomo Bove era l'idrografo di bordo), meteorologiche, zoologiche e botaniche.
Ripartirono il 18 luglio 1879 e finalmente il 20 luglio attraversarono lo Stretto di Bering; con le bandiere di
gala issate salutarono il passaggio con cinque colpi di cannone. Fecero escursioni in Alaska e all'isola di San
Lorenzo poi, il 2 settembre, arrivarono a Yokohama dove ricevettero grandissimi festeggiamenti.
Umberto Cagni (Asti, 24 febbraio 1863-Genova, 22 aprile 1932) è stato un
ammiraglio ed esploratore italiano. Nel 1897 partì con l'amico Luigi Amedeo
di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi (Madrid, 29 gennaio 1873-Villaggio Duca
degli Abruzzi, 18 marzo 1933) per l'Alaska alla conquista della vetta del
monte Sant'Elia, che avvenne il 2 agosto dello stesso anno.
Nel 1899 partecipò alla spedizione al Polo Nord con la "Stella Polare",
organizzata da Luigi Amedeo di Savoia. Riuscì tra la fine di marzo ed il 25
aprile dello stesso anno, a raggiungere la più alta latitudine mai prima
toccata dall'uomo sino a quel momento: 86° 34'.
Con Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, il 12 giugno 1899 l'ammiraglio salpò da
Christiania (oggi Oslo) sulla baleniera di legno di 350 tonnellate Jason,
(ribattezzata Stella Polare) per tentare di raggiungere il Polo Nord per via “di
superficie”, cioè su quel mare di ghiaccio e raggiunse la baia di Teplitz.[5]
Erano imbarcati, oltre a Cagni e a Luigi Amedeo, dodici italiani, tra cui gli
amici (Querini, Cavalli, Molinelli), otto norvegesi (che costituivano
l'equipaggio), un centinaio di cani da slitta, provviste alimentari e
attrezzature varie. Per prepararsi alla spedizione vera e propria, si fermarono
a Teplitz nell'inverno, ma la nave, imprigionata dai ghiacci, si squarciò su un
lato e venne allestito un campo base di fortuna sulla banchisa; il Duca degli
Abruzzi subì l'amputazione di due falangi, a causa di congelamenti e dovette rinunciare al tentativo di
raggiungere il Polo.[6]
La spedizione iniziò in primavera, l'11 marzo 1900. I membri si divisero in tre gruppi, con slitte e cani, viveri
e materiali: i primi due gruppi, di sostegno al terzo, dopo alcuni giorni di difficoltà, tornarono al campo base
contando la perdita di tre uomini. Il terzo gruppo, formato dal comandante Cagni, il marinaio Canepa e le
guide valdostane Petigax e Fenoillet, con viveri per tre mesi, il 25 aprile, tra mille difficoltà, raggiunsero gli
86° e 34' di latitudine nord, superando il record di Fridtjof Nansen di 21', a 381 km dal Polo Nord. Nel
freddo dell'Artico, con strumenti ricognitivi rudimentali e amputazioni
per congelamento, decisero però di tornare indietro: dopo dieci giorni
di marcia abbandonarono quasi tutto sui lastroni di ghiaccio, alla
deriva. Con una sola tenda, dodici cani e le provviste strettamente
necessarie sulle slitte rimaste, i quattro uomini riuscirono finalmente a
raggiungere la baia di Teplitz, era il 23 giugno 1900. Cagni e i suoi
avevano percorso 1400 chilometri in 104 giorni: un'impresa storica,
divenuta leggenda.
Giovanni Pascoli condivise fortemente l'emozione che pervase
l'opinione pubblica italiana per la spedizione al Polo del Duca degli
Abruzzi. Ad essa dedicò due poesie, ora in "Odi e Inni": una fu dedicata
"A Umberto Cagni", secondo nella spedizione con la "Stella Polare",
l'altra espressamente "Al Duca degli Abruzzi e ai suoi compagni".
Luigi Amedeo di Savoia, Duca degli Abruzzi
Umberto Nobile (Lauro 21 gennaio 1885-Roma 30 luglio 1978) divenne
famoso al grande pubblico per aver pilotato l'aeroplano che eseguì il primo
avvistamento del Polo Nord e, soprattutto, per le sue due trasvolate in
dirigibile del Polo. Nel 1923 realizzò il dirigibile N1, modello impiegato nella
prima trasvolata al Polo Nord.
Il 10 maggio 1926, assieme all'esploratore norvegese Roald Amundsen e al
suo sponsor statunitense Lincoln Ellsworth, partì da Ciampino a bordo del
dirigibile Norge, N-1 da lui stesso progettato. Volando sopra il Polo
atterrarono in Alaska due giorni dopo, compiendo una traversata di oltre
5300 km di volo ininterrotto.
Nobile ritornò al Polo Nord come comandante del dirigibile Italia. Questa
nuova spedizione, dal carattere marcatamente scientifico, ebbe inizio il 15
aprile 1928, da Milano. Alla spedizione partecipò anche, con funzioni di
supporto, un gruppo di alpini al comando del capitano Gennaro Sora, che avrebbe poi preso parte alle
operazioni di soccorso conseguenti il disastro del dirigibile Italia. Dopo aver attraversato le Alpi, l'Austria, la
Cecoslovacchia, la Germania e la Svezia, l'Italia raggiunse Kingsbay, base norvegese nelle isole Svalbard.
Dopo aver effettuato un primo viaggio di esplorazione a oriente delle Svalbard l'Italia partì per il Polo Nord
il 23 maggio 1928. L'ambito limite geografico fu raggiunto alle 00:24 del 24 maggio 1928; dalla verticale del
punto furono lanciate una croce benedetta da Pio XI e una bandiera dell'Italia. Il dirigibile non poté
effettuare un atterraggio come previsto a causa delle avverse condizioni climatiche e dopo due ore sopra il
polo iniziò il viaggio di ritorno. Mentre aveva compiuto quasi tutto il tragitto e mentre spiccavano già
all'orizzonte le montagne delle isole Svalbard, l'Italia finì con uno schianto sul ghiaccio durante una violenta
tempesta. Dieci uomini (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani,
Pomella morto nell'impatto) e Titina, la cagnetta del Generale, vennero sbalzati dall'urto sul ghiaccio
mentre il dirigibile riprendeva quota portando con sé gli altri membri dell'equipaggio destinati a scomparire
per sempre (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti). I superstiti, fortunatamente, si
trovarono circondati di materiali caduti con l'impatto o gettati eroicamente da Arduino dall'aeronave tra i
quali cibo, una radio e la famosa Tenda Rossa (in realtà di color argento, colorata di rosso con dell'anilina,
sostanza usata per le rilevazioni altimetriche[1]) entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane.
Dall'incidente scaturì la prima spedizione internazionale di soccorso polare e un mese dopo Nobile venne
portato in salvo con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg.
Una nuova struttura scientifica italiana, la Amundsen-Nobile Climate Change Tower installata a Ny-Ålesund,
porta il suo nome, affiancato a quello di Roald Amundsen.
Silvio Zavatti (Forlì, 10 novembre 1917-Ancona, 13 maggio 1985) è stato un
esploratore e politico italiano fondatore nel 1944 dell'Istituto Geografico
Polare; divenuto proprietario della “Casa Editrice Zavatti”, stampò la rivista
“Il Polo” ancora oggi in pubblicazione. Come studioso ed esploratore
promosse spedizioni in Groenlandia e in Antartide e nel 1958 elaborò un
programma per la costruzione di una base scientifica italiana nel settore
antartico norvegese. Nel 1959 si recò sull’isola di Bouvet in area
periantartica. Nel 1961 ebbe il suo primo contatto con gli eschimesi Inuit a
Rankin Inlet nell'Artide canadese. Fece ricerche sugli usi e costumi di questo
popolo, sui canti e sulle danze e ne imparò la lingua. L’incontro con le
popolazioni artiche lo cambiò inesorabilmente, diventando il paladino di popoli semplici con un alto spirito
di fratellanza. Due anni dopo fu in Groenlandia ad Ammassalik e nel 1967 si recò di nuovo tra gli Inuit
nell’Artide canadese, a Repulse Bay. Pur essendo antropologo autodidatta, la sua esperienza e l’amore per
le genti del Nord, fecero si che riuscisse, tramite le sue numerose pubblicazioni, a far conoscere ed
apprezzare queste popolazioni. Terminata l'attività scientifica, Zavatti raccolse tutto il materiale raccolto ed
aprì nel 1969 a Civitanova Marche il Museo Polare Etnografico [1], organizzando il primo Congresso
Internazionale Polare nel 1971.
Guido Monzino (Milano, 12 marzo 1928-11 ottobre 1988) è stato un
alpinista ed esploratore italiano. Queste le sue esplorazioni nella regione
dell’Artico.
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1960: 66º parallelo: Groenlandia occidentale
 1961: 74º parallelo: Groenlandia occidentale
 1962: 72º parallelo con slitte: Groenlandia occidentale
 1962: 77º parallelo: Groenlandia occidentale
 1963: 1ª Spedizione alle Alpi Stauning: Groenlandia orientale
 1968: 2ª Spedizione nautica Groenlandia orientale
 1969: Jacobschavn-Wanaq con slitte: Groenlandia occidentale
 1969: 71ª Spedizione italiana al Polo Nord
1970: Spedizione nautica Groenlandia occidentale
1971: Capo Columbia - Polo Nord con slitte
Carlo Bondavalli (Reggio Emilia, 20 maggio 1960) è un esploratore,
fotografo e canoista italiano. Il suo nome è legato a numerose spedizioni,
discese in kayak, viaggi particolari, ma è noto per aver raggiunto nel 1984 il
Polo Nord Magnetico ed il Polo Nord Geomagnetico nel 1987. E stato
inoltre il primo ad aver disceso in kayak "sette fiumi in sette continenti".
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1982 Groenlandia: Esegue la prima esplorazione in solitaria,
vivendo a contatto con gli Eschimesi e procurandosi il cibo con loro;
1983 Norvegia: Spedizione polare solitaria. Durante il periodo invernale. La meta è costituita dalle
isole Svalbard, poste al 78 parallelo, situate a Nord della Norvegia;
1984 Canada Groenlandia: In aprile del 1984 inizia una delle più importanti spedizioni della sua vita,
in compagnia di Paolo Grisendi. Sulle orme del celebre esploratore Ernest Henry Shackleton. In
Canada trainando una slitta per 250 km, con temperature estreme, raggiungono il Polo Nord
Magnetico. In quell'occasione scrive con Grisendi il primo libro dal titolo North Magnetic Pole
Expedition. In agosto dello stesso anno deciderà di compiere un'altra spedizione in solitaria. In
kayak percorrerà 270 km nel mare di Baffin;
1986 Alaska, USA Groenlandia: Spedizione in Alaska con cani da slitta in solitaria, per enfatizzare la
simbiosi tra uomo e cane. Percorrerà 500 chilometri nel Parco Nazionale del McKinley;
1987 accompagnerà un gruppo di arcieri nel sud della Groenlandia, percorrendo 100 chilometri a
piedi, facendo trekking all'interno dei fiordi Groenlandesi;
1988 Assieme a Fulvio Mariani, cameraman della TV Svizzera, raggiungerà il Polo Nord
Geomagnetico a piedi, con sci e slitte. L'impresa viene compiuta camminando a piedi per 130
chilometri e per 530 su slitte trainate da cani. Nello stesso anno percorrerà con due amici il fiume
Yukon per 800 chilometri;
1989 Partecipa all'alpirod, la gara di Sleddog più lunga d'Europa. In agosto compie un reportage
fotografico sulle tribu eschimesi a cui è spiritualmente attratto, approfondendo il tema della caccia
in kayak nel Nord della Groenlandia;
1994 Est Groenlandia: Parte da Angmassalik con Paolo Trento e due Eschimesi, compiendo 300
chilometri in dieci giorni con cani nei fiordi islandesi. Realizza nell'occasione il filmato " Kaalait
Nunaat una vita dimenticata".
Fonti:
http://www.giacomobove.it/ita/index.shtml
http://www.anmi.taranto.it/filatelia/glaciale_artico/glaciale_artico.htm
http://www.aerostati.it/nobile.htm
http://90north.tripod.com/nobilenorthpole.htm
http://www.circolopolare.com/ita/espl_abruzzi_i.htm
http://www.circolopolare.com
http://www.adventurestours.com/multimedia.htm#
http://www.wikipedia.it