inistr - Antonio Ricciardi

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inistr - Antonio Ricciardi
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I
^B
n
ANNOXXV-Gennaio2010 n. 1
Direzione e redazione - Strada 1, Palazzo F6
20090 MILANOFIORI ASSAGO
00110566
' Moratoria sui debiti:
i riflessi nella
predisposizione
dei bilanci
Prima analisi sul nuovo
controllo contabile: l'Italia
si adegua alle norme UÈ
•Conversione
di obbligazioni o esercizio
di warrant?
"one
Il Decreto anticrisi
e l'opportunità
di un aumento
del capitale proprio
per «dialogare»
con le banche
'Lav
n.
1
gennaio 2010
Moratoria sui debiti
Amministrazione
La moratoria sui debiti e i riflessi nella predisposizione dei bilanci
II 3 agosto 2009 il Governo ha firmato con TABI l'accordo
relativo alla moratoria sui debiti bancari, la cui operatività
decorre dallo scorso 15 settembre e terminerà al 30 giugno
2010. Nel presente intervento, dopo aver brevemente delineato le caratteristiche principali della moratoria, si analizzano i
principali effetti bilancistici della sospensione e del prolungamento dei piani di rimborso dei debiti delle PMI.
&Finanza
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di Emanitele Pucci e Luigi Scappini
Operazioni straordinarie
La purchase price allocation nelle aggregazioni bancarie
II significativo impulso alla diffusione delle operazioni
straordinarie legato alla necessità da parte del sistema bancario di adeguarsi alle accresciute dimensioni rischieste dalla competizione internazionale pone l'accento sull'esigenza
di pianificare e di governare in maniera consapevole gli effetti che queste operazioni possono generare sui bilanci degli
intermediari. In tal senso si cercherà di analizzare le principali implicazioni sui bilanci bancari derivanti dal processo di
allocazione del prezzo delle acquisizioni fornendo alcuni
spunti di riflessione in merito alla valutazione e contabilizzazione di intangibiles ed avviamenti anche alla luce della
prossima applicazione della nuova versione dell'IFRS 3.
16
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REDAZIONE
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di Corrado Aprico e Biagio Cassese - PricewaterhouseCoopers SpA
AMMINISTRAZIONE
Revisione e contro lo
Prima analisi sul nuovo controllo contabile: l'Italia si
adegua alle norme UÈ
A fine anno dovrebbe essere approvato un provvedimento
che innova profondamente la materia del controllo contabile. In attesa dell'emanazione definitiva e sulla base della bozza a disposizione nel momento in cui è stato scritto l'articolo,
si forniscono i primi commenti «a caldo» sulle nuove norme.
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INFORMAZIONI
COMMERCIALI
di Riccardo Bauer - Università cattolica del Sacro Cuore Milano
D.Lgs. n. 231/2001
La lettera di attestazione garantisce l'organo di vigilanza
La lettera di attestazione è lo strumento in grado fornire
all'organo di vigilanza maggiore garanzia circa l'effettiva utilità del modello organizzativo ad evitare che vengano commessi reati, quindi che il modello stesso risponda effettivamente al carattere esimente che la norma richiede. Si pre1/2010
Amministrazione
.Finanza.
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32
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gennaio 2010
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sentano alcuni esempi di tali lettere di attestazione basati sui
diversi documenti ufficiali a disposizione.
di Alberto Pesenato - Revisore contabile, Dottore commercialista
in Verona
Capitaiizzazione delle imprese
II Decreto anticrisi 78/2009 e l'opportunità di un aumento del capitale proprio
Diversi imprenditori affrontano in questi tempi la crisi economica soppesando, tra le altre, la strada delTirrobustimento patrimoniale. Un aumento esterno di capitale può senza dubbio
fornire le risorse per superare le difficoltà che tendono ad irrobustire problematicamente il fabbisogno finanziario. Il Decreto
anticrisi ha fornito qualche stimolo in questa direzione, per accompagnare le opportune decisioni degli imprenditori. La valutazione dell'aumento di capitale deve essere qualificata nel caso
in cui vengano utilizzati capitali «scudati». Questo contributo
presenta una logica e un modello di valutazione delle operazioni
di aumento di capitale con applicazione delle norme citate. I
margini di convenienza sono talvolta sensibili, talvolta modesti.
38
di Doriana Cucinelli e Giulio Tagliavini - Università di Parma
Crisi d'impresa
La ristrutturazione dei debiti: l'utilizzo dei nuovi strumenti della legge fallimentare
In periodi di forte crisi del mercato e del credito, come quelli
attuali, molte imprese si trovano nella necessità di ridefinire
e ristrutturare le loro esposizioni debitorie verso gli istituti
finanziari e verso i creditori. Oggi, la ristrutturazione dei
debiti è possibile grazie anche a nuove soluzioni offerte dalla
legge fallimentare riformata: una serie di strumenti di regolazione della crisi orientati alla conservazione ed al recupero
dell'impresa, attraverso la valorizzazione delle intese tra creditori e imprenditore, con un maggiore coinvolgimento dei
primi nella «gestione» della crisi d'impresa.
di Marcella Pallio - Pallio & Associati Law and Tax Adviser
Obbligazioni
Conversione di obbliga/ioni o esercizio di warrant?
L'emissione di obbligazioni convertibili o cum warrant risulta
particolarmente utile quando la società è alla ricerca di fonti
di finanziamento flessibili, che si collocano a metà strada tra i
titoli di debito e i conferimenti a patrimonio netto; le obbligazioni convertibili o cum warrant sono infatti formalmente titoli
di debito, che contengono però anche un'opzione che può essere
esercitata dal sottoscrittore (e pertanto un'opzione cali) per un
aumento di capitale differiti nel tempo.
53
di Roberto Moro Visconti - Università cattolica del Sacro Cuore
Milano
.Finanza
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gennaio 2010
Imprese familiari
II passaggio generazionale: rischi e opportunità
62
II ricambio di proprietà e management all'interno delle imprese familiari, specie se di lunga tradizione, comporta decisioni e problematiche (industriali, commerciali, finanziarie e
perfino etico-psicologiche) non facili da affrontare e risolvere, soprattutto in un periodo prolungato di crisi come quello
attuale. Il presente contributo cerca di analizzare la tematica
relativa con l'ausilio di cinque casi «virtuosi» di successo
aziendale.
di Franco Vittorio Pavesi - Consulente Finanziario
Rapporto banche e imprese
L'arbitro bancario: il nuovo strumento per «dialogare»
con le banche
68
I rapporti con le banche possono essere problematici, soprattutto in tempi di crisi. In questa ottica il nuovo sistema arbitrale, rapido e quasi gratuito, potrebbe aiutare i clienti delle
banche a trovare una soluzione, laddove questa sia dovuta in
considerazione di regole e prassi.
di Massimiliano Di Pace
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La valutazione del rischio di impresa mediante l'analisi di bilancio
Si propone una simulazione di analisi quantitativa attraverso
l'esame dei prospetti di stato patrimoniale e conto economico nonché di alcuni indici di bilancio di un'ipotetica azienda
Alfa. Si verificano il grado di patrimonializzazione, l'equilibrio tra fonti di finanziamento e impieghi, la redditività dell'azienda Alfa evidenziandone il profilo di rischio.
di Silvia Tommaso - Università della Calabria
Rapporto banche e imprese
L'importanza della comunicazione in periodi di tensione finanziaria
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Mai come nei momenti di difficoltà diventa importante comunicare con le controparti finanziarie in modo costruttivo.
In questo contributo si rifletterà sugli sviluppi della comunicazione verso l'esterno come strumento per dialogare con la
banca
di Fabrizio Masinelli - Group Treasurer - Panini SpA
90
1/2010
Amministrazione
.Finanza
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La valutazione del rischio
d’impresa mediante
l’analisi di bilancio
di Silvia Tommaso (*)
Banca&Impresa
Si propone una simulazione di analisi quantitativa attraverso l’esame dei prospetti di stato
patrimoniale e conto economico nonché di alcuni indici di bilancio di un’ipotetica azienda Alfa. Si
verificano il grado di patrimonializzazione, l’equilibrio tra fonti di finanziamento e impieghi, la
redditività dell’azienda Alfa evidenziandone il profilo di rischio.
L’analisi di bilancio
L’insieme delle informazioni che derivano
dall’analisi di bilancio costituisce uno degli
elementi valutativi presi in considerazione
dai modelli di rating nella valutazione del
profilo di rischio delle imprese in applicazione delle regole di Basilea 2 (1).
Fase propedeutica all’analisi di bilancio è la
riclassificazione dei prospetti di stato patrimoniale e conto economico.
In particolare, al fine di valutare la situazione patrimoniale e finanziaria di un’azienda,
le voci dello stato patrimoniale vengono riclassificate secondo il criterio finanziario.
Sulla base di questo criterio:
– gli investimenti sono distinti in attivo circolante e attivo immobilizzato a seconda del
loro grado di liquidità (2). Concretamente,
l’attivo circolante è costituito dagli impeghi
realizzabili entro un periodo di tempo breve,
convenzionalmente entro 12 mesi (durata
dell’esercizio); l’attivo immobilizzato è costituito da impieghi pluriennali destinati a trasformarsi in denaro in un periodo di tempo
superiore all’anno. Nell’ambito di questi due
aggregati (attivo circolante e attivo immobilizzato) si possono fare ulteriori distinzioni.
L’attivo circolanteè distinto in liquidità immediate, liquidità differite e disponibilità;
l’attivo immobilizzato è suddiviso in immobilizzazioni tecniche e immobilizzazioni finanziarie (Tavola 1);
– le fonti di finanziamento, che possono essere acquisite a titolo di capitale di rischio o
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di capitale di credito, sono distinte a seconda
del loro grado di esigibilità. In particolare,
nell’ambito del capitale di cedito (fonti di finanziamento esterne) si distingue tra passivo
corrente e passivo consolidato. Il primo comprende le fonti di finanziamento che l’azienda deve rimborsare entro i 12 mesi; il secondo comprende le fonti di finanziamento a
medio-lungo termine che devono essere rimborsate oltre il periodo corrispondente all’esercizio. Il capitale di rischio (patrimonio
netto), rappresentato dai conferimenti del/i
proprietario/i dell’impresa e dagli utili reinNote:
(*) Università della Calabria
(1) La valutazione del merito di credito di un’impresa non
si esaurisce nell’analisi dei dati di bilancio ma tiene conto
anche di informazioni qualitative e andamentali.
Mediante l’analisi qualitativa, si valuta la capacità dell’impresa di adottare scelte strategiche coerenti con l’evoluzione dell’ambiente esterno e del settore di riferimento. In particolare, si vanno ad esaminare: la struttura e
l’evoluzione dell’ambiente in cui l’impresa opera: normative, aperture geografiche dei mercati; le caratteristiche
del settore di appartenenza e il posizionamento dell’impresa al suo interno; l’assetto proprietario e il tipo di governance; le qualità dell’imprenditore e del management; la struttura dell’organizzazione aziendale.
L’analisi andamentale si basa sui dati di comportamento
dell’impresa nei confronti della specifica banca e del sistema bancario. Si vanno a considerare, ad esempio,
sconfinamenti, numero e ammontare delle rate di mutuo
scadute, giorni medi di ritardo nel pagamento delle rate,
assegni ed effetti insoluti, ecc.
(2) Per liquidità si intende l’attitudine di un determinato
elemento patrimoniale a trasformarsi in denaro.
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vestiti, è una fonte di finanziamento che può
considerarsi a scadenza indeterminata, è la
fonte di finanziamento a più elevato grado
di stabilità (Tavola 2).
Per quanto riguarda il conto economico, costi e ricavi sono riepilogati a seconda dell’area di gestione (caratteristica, extra-carattei-
stica, finanziaria, straordinaria) alla quale
fanno riferimento. In tal modo, il conto economico permette di evidenziare i risultati
parziali della gestione e le responsabilità di
ciascun dirigente/responsabile di funzione
(Tavola 3).
Una volta riclassificati i prospeti di stato pa-
Banca&Impresa
Tavola 1 - Riclassificazione dello Stato patrimoniale - Attivo
Tavola 2 - Riclassificazione dello Stato patrimoniale - Passivo e Patrimonio Netto
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75
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Tavola 3 - Riclassificazione del Conto economico
Banca&Impresa
trimoniale e conto economico, è possibile
procedere al calcolo degli indicatori che consentono di verificare se l’azienda è equilibrata sotto il profilo economco, finanziario e
patrimoniale e, nel caso di scostamenti con
i valori di riferimento degli indicatori, di individuare gli interventi adeguati a riequilibrare l’impresa.
Riguardo agli indici di bilancio, occorre fare
alcune precisazioni. Gli indici sono solo valori segnaletici e, quindi, la loro interpretazione richiede sempre l’adattamento alle situazioni delle singole fattispecie aziendali.
Nessun indice può essere interpretato in maniera disgiunta dagli altri, ma va sempre valutato congiuntamente ad altri indici. Gli indici dovrebbero essere calcolati sui bilanci di
due o più esercizi e confrontati tra loro, per
poter rilevare e valutare le tendenze delle situazioni esaminate.
na, India e Russia). In considerazione delle
potenzialità di sviluppo dell’export destinato
a questi ultimi paesi, l’azienda vorrebbe avviare, nelle maggiori città cinesi, indiane e
russe, alcuni negozi monomarca, già presenti in Italia e negli Stati Uniti. Per realizzare
l’investimento, l’azienda si rivolge ad un istituto di credito per la concessione di un finanziamento sotto forma di mutuo.
Per valutare la solidità dell’azienda, la banca
alla quale l’impresa ha richiesto il prestito,
richiede di analizzare i bilanci degli ultimi
due anni (3).
Nella Tavola 4 e Tavola 5 sono riportati lo
Stato patrimoniale e il Conto economico riclassificati dell’azienda Alfa con riferimento
all’anno t e t-1.
Una volta riclassificati lo stato patrimoniale
e il conto economico, è possibile analizzare
lo stato di salute dell’impresa mediante il calcolo di alcuni fondamentali indici. In parti-
Il caso dell’azienda Alfa
In questo articolo si propone una simulazione di analisi di bilancio con riferimento ad
un’ipotetica azienda Alfa. Si supponga che
l’azienda operi nel settore dell’abbigliamento
di lusso e che la sua produzione sia, per il
70% esportata: in prevalenza negli Stati Uniti
e, da qualche anno, nei Paesi emergenti (Ci-
76
Nota:
(3) Inoltre, la banca valuterà il posizionamento competitivo dei prodotti offerti nonché la puntualità del cliente
nell’adempiere alle obbligazioni in precedenza contratte
con la banca e prenderà informazioni sul rapporto dell’azienda con il sistema bancario, su eventuali pregiudizievoli in capo alla società, ai soci o agli altri esponenti
aziendali.
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Tavola 4
STATO PATRIMONIALE - ATTIVITÀ
Anno t
Anno t-1
Attivo Circolante
Cassa
119.024
143.382
Depositi bancari e postali
60.587.248
81.775.583
Totale Liquidità immediate
60.706.272
81.918.965
Liquidità differite
Crediti v/clienti
47.406.536
53.996.216
Crediti v/controllate
62.595.336
76.641.900
Crediti v/altri
1.561.410
2.063.829
Ratei attivi
2.392.813
3.532.975
Crediti tributari
-
-
113.956.095
136.234.920
Scorte di materie prime
24.729.167
29.412.354
Scorte di semilavorati
13.693.448
10.850.212
Scorte di prodotti finiti
53.447.486
60.833.217
Totale Disponibilità
91.870.101
101.095.783
266.532.468
319.249.668
Avviamento
54.127.640
54.127.640
Marchi
21.135.560
23.444.562
Brevetti
10.780.654
8.567.453
Altre immobilizzazioni immateriali
15.670.980
16.002.321
Totale immobilizzazioni immateriali
101.714.834
102.141.976
Totale Liquidità differite
Disponibilità
Totale attivo circolante
Attivo immobilizzato
Immobilizzazioni immateriali
Immobilizzazioni materiali
Immobili
43.731.592
42.318.862
Impianti e macchinari
32.234.569
33.580.321
456.782
468.900
Automezzi
Altre immobilizzazioni materiali
Totale Immobilizzazioni materiali
5.218.650
5.108.002
81.641.593
81.476.085
Immobilizzazioni finanziarie
Partecipazioni in controllate
68.636.720
63.942.175
Partecipazioni in collegate
22.134.678
20.230.278
partecipazioni in altre imprese
Crediti v/altri
220.000
120.000
1.250.000
321.070
(segue)
1/2010
77
Banca&Impresa
Liquidità immediate
Rating
(continua)
Titoli
2.175.610
1.976.434
94.417.008
86.589.957
Totale Attivo Immobilizzato
277.773.435
270.208.018
Totale Attivo
544.305.903
589.457.686
Anno t
Anno t-1
Totale Immobilizzazioni Finanziarie
STATO PATRIMONIALE - PASSIVITÀ E PATRIMONIO NETTO
Banca&Impresa
Passività correnti
Debiti verso banche a breve
31.341.119
41.270.822
Debiti v/fornitori
40.804.349
46.713.216
5.582.238
4.382.108
180.533
2.962.673
Debiti v/controllate
Debiti tributari
Debiti v/istituti di previdenza
1.200.000
-
Altri debiti
4.653.601
4.979.002
Rata TFR
1.012.000
1.260.000
Ratei passivi
44.975
331.040
Debiti v/soci per dividendi
12.705.000
15.850.000
Totale Passività correnti
97.523.815
117.748.861
13.658.881
12.514.263
532.119
1.960.577
Passività consolidate
Debiti verso banche
Debiti v/istituti di previdenza
Altri debiti
Fondo per imposte
Altri fondi
Fondo TFR
Totale Passività consolidate
Totale Passività
-
-
1.626.215
2.576.749
322.888
424.155
7.349.625
8.193.426
23.489.728
25.669.170
121.013.543
143.418.031
Patrimonio netto
Capitale sociale
60.500.000
60.500.000
Riserve di utili
362.792.360
385.539.655
Totale Patrimonio netto
423.292.360
446.039.655
Totale Passività e Patrimonio netto
544.305.903
589.457.686
Anno t
Anno t-1
343.415.992
399.603.124
Tavola 5
CONTO ECONOMICO
Gestione caratteristica
Valore della produzione
Ricavi di vendita
(segue)
78
1/2010
Rating
(continua)
Variazione delle rimanenze di prodotti finiti
15.229.737
5.038.279
Costi per materie prime
Costi per servizi
Costi per godimenti di beni di terzi
Costi per il personale
Variazione delle rimanenze di materie prime
Oneri diversi di gestione
Amm. Immobilizzazioni immateriali
Amm. Immobilizzazioni materiali
accantonamenti per rischi
Reddito operativo
(143.040.127)
(158.591.402)
(95.910.889)
(111.574.223)
(4.644.068)
(5.903.426)
(37.656.595)
(40.697.598)
2.820.300
4.746.280
(4.108.896)
(7.760.510)
(12.580.621)
(11.889.989)
(6.823.785)
(7.220.851)
-
(140.000)
56.701.048
65.609.684
Gestione extra-caratteristica
Ricavi della gestione extra-caratteristica
3.728.216
3.044.691
Costi della gestione extra-caratteristica
(3.128.760)
(2.890.788)
Reddito dopo la gestione extra-caratteristica
57.300.504
65.763.587
Gestione finanziaria
Proventi da partecipazioni
1.701.797
-
Altri proventi finanziari
1.173.454
1.721.162
(1.043.401)
(1.411.046)
462.564
(1.288.350)
Interessi e altri oneri finanziari
Utili e perdite su cambi
Svalutazioni di partecipazioni
(5.000)
Rivalutazioni di partecipazioni
Reddito dopo la gestione finanziaria
305.455
59.589.918
65.090.808
673
1.763.009
Gestione straordinaria
Proventi straordinari
Oneri straordinari
(2.364.027)
(21.405)
Utile lordo
57.226.564
66.832.412
(23.717.945)
(28.235.120)
33.508.619
38.597.292
Imposte
Utile netto
colare, per quanto riguarda la patrimonializzazione, essa è misurata dal rapporto:
Capitale investito/Capitale netto
Maggiore è il valore assunto da questo indice, minore è il grado di patrimonializzazione
dell’azienda. È opportuno sottolineare che
un adeguato grado di patrimonializzazione
dell’impresa costituisce un elemento imprescindibile per ottenere un rating positivo.
1/2010
L’equilibrio tra fonti di finanziamento e investimenti è evidenziato da tre indici:
– l’indice di struttura;
– l’indice di liquidità corrente;
– l’indice di liquidità immediata.
L’indice di struttura è dato dal rapporto:
(Patrimonio netto + Debiti a medio/lungo termine)/
Immobilizzazioni nette
e misura la capacità dell’impresa di fronteg-
79
Banca&Impresa
Costi della produzione
Rating
Banca&Impresa
giare finanziariamente gli investimenti in
immobilizzazioni. Se l’indice assume valori
maggiori di 1, significa che l’impresa sta finanziando i beni durevolmente legati all’attività aziendale mediante fonti di finanziamento stabili (patrimonio netto) o caratterizzate da scadenze di rimborso protratte nel
tempo (debiti a medio-lungo termine). Viceversa, valori inferiori a 1 indicano che l’impresa sta finanziando le immobilizzazioni
con risorse di terzi a breve termine. È evidente che una corretta gestione dell’azienda
presuppone il finanziamento degli investimenti ad utilizzazione pluriennale con risorse della stessa natura (patrimonio netto e debiti a media-lunga scadenza).
L’indice di liquidità corrente è dato dal rapporto:
Attivo corrente/Passivo corrente
ed esprime la capacità dell’azienda di far
fronte agli impegni di pagamento a breve
con i flussi di cassa generati entro lo stesso
periodo dalle attività correnti. Il giudizio sull’indice è positivo qualora il valore del rapporto sia ampiamente superiore ad 1. In particolare, poiché l’indice considera il valore
del magazzino come se fosse liquidità utile
a far fronte ai debiti a breve, per esprimere
un giudizio occorre valutare la consistenza e
il grado di smobilizzo effettivo delle scorte e
richiedere valori tanto più elevati quanto
maggiore è l’incidenza e la difficoltà di smobilizzo delle scorte.
L’indice di liquidità immediata è dato dal
rapporto:
(Attivo corrente - Disponibilità)/Passivo corrente
ed esprime la capacità potenziale dell’impresa di far fronte agli impegni finanziari di breve periodo mediante le disponibilità liquide
immediate (denaro in cassa e nei c/c bancari
e postali) e l’incasso dei crediti a breve e dei
titoli, denotando una condizione di equilibrio finanziario di breve termine. È positivo
il giudizio quando il valore del rapporto è
almeno pari a 1.
Per quanto riguarda la redditività, gli indici
che hanno maggiore peso sul giudizio delle
banche sono il Roe e il Roi.
Il Roe è misurato dal rapporto:
Utile netto/Patrimonio netto
ed esprime il rendimento del capitale di ri-
80
schio investito dai soci. Il Roe consente di
apprezzare la convenienza economica dell’impiego dei mezzi propri nell’attività dell’impresa. Il valore di questo indice è importante perché solo investitori sufficientemente
remunerati continueranno ad investire nell’azienda e solo aziende con un Roe soddisfacente potranno attrarre nuovi investitori disposti a fornire capitali di rischio.
Il Roi è misurato dal rapporto:
Reddito operativo/Capitale investito nella gestione
caratteristica
e indica il rendimento del capitale investito
dall’impresa nella gestione operativa a prescindere dalle modalità di finanziamento e
dalla presenza di eventi di natura straordinaria. Infatti, il numeratore è rappresentato dal
risultato operativo, cioè il reddito che deriva
dalla gestione tipica dell’impresa (Valore della produzione - Costi di produzione) senza
tener conto delle modalità di finanziamento,
degli oneri finanziari, dei dividendi, delle imposte e degli altri valori estranei alla gestione
caratteristica. Il denominatore è rappresentato dal totale delle Attività impiegate per lo
svolgimento dell’attività caratteristica.
Relativamente all’Azienda Alfa, i suddetti indici sono riepilogati nella Tavola 6.
Cosa emerge dai prospetti di bilancio
e dagli indici
Il valore dell’indice di struttura pari a 1,61
per l’anno t e a 1,75 per l’anno t-1 assume
valori positivi per entrambi gli anni considerati denotando un corretto finanziamento
dei beni ad utilizzazione pluriennale mediante fonti di finanziamento interne ed
esterne consolidate. Inoltre, si nota come il
patrimonio netto e i debiti a medio-lungo
termine coprono non solo le immobilizzazioni ma anche parte del capitale circolante. In
particolare, finanziano:
1) tutte le Disponibilità pari a 91.870.101 euro per l’anno t e a 101.095.783 euro per l’anno t-1,
2) una quota delle liquidità differite per l’anno t e tutte le liquidità differite per l’anno t-1.
Il giudizio positivo su questo indice è ulteriormente rafforzato dal tasso d’incidenza
del patrimonio netto sul totale delle fonti di
finanziamento consolidate: il patrimonio
netto rappresenta infatti per entrambi gli an1/2010
Rating
Anno t
Anno t-1
Indice di struttura
(Patrimonio netto + passività consolidate) / Immobilizzazioni nette
1,61
1,75
Indice di indebitamento
Capitale investito / capitale netto
1,29
1,32
Indice di liquidità corrente
Attivo corrente / passivo corrente
2,73
2,71
Indice di liquidità immediata
(Liquidità immediate + liquidità differite) / passività correnti
1,79
1,85
12,14%
12,88%
7,92%
8,65%
Roi
Reddito operativo/ capitale investito nella gestione caratteristica (*)
Roe
Utile netto / capitale proprio
(*) Per il calcolo del Roi, è stato considerato soltanto il capitale investito nella gestione caratteristica: non sono stati considerati gli
investimenti in titoli nonché in immobilizzazioni e attivo circolante che fanno riferimento alla gestione extra-caratteristica (pari a 75
milioni nell’anno t e a 78 milioni nell’anno t-1).
ni considerati il 95% delle fonti di finanziamento stabili. Inoltre, confrontando i valori
di patrimonio netto e immobilizzazioni nette, si nota come queste ultime siano in realtà
finanziate attraverso le sole fonti di finanziamento interne per cui l’azienda non avrà né
problemi di liquidità né problemi di rifinanziamento di nuovi investimenti.
L’indice di indebitamento (pari a 1,3) segnala
che il capitale investito è 1,3 volte il capitale
netto. In altri termini, indica che il 77% delle
Attività sono state finanziate con capitale
proprio denotando una straordinaria capacità di autofinanziamento e, conseguentemente, una modesta dipendenza da mezzi di terzi.
Anche per l’indice di liquidità corrente (pari
a 2,73 e 2,71) si può esprimere un giudizio
pienamente positivo confermato dal valore
dell’indice di liquidità immediata (pari a
1,79 e 1,85). L’esame di questi due indici
consente di verificare come gli impegni di
rimborso dei debiti a breve termine possano
essere onorati mediante le sole liquidità immediate e differite. In particolare, le sole liquidità immediate sono sufficienti a rimborsare il 62% (anno t) e il 68% (anno t-1) dei
debiti a breve.
Per concludere l’esame della solidità finanziaria dell’azienda Alfa, occorre fare alcune
considerazioni. In particolare:
– è necessario porre particolare attenzione
all’effettiva capacità di riscossione dei crediti
di cui sono essenzialmente composte le liquidità differite;
1/2010
– le scorte rappresentano oltre il 30% dell’attivo circolante e preoccupazioni potrebbe destare l’elevata incidenza dei prodotti finiti. (4)
Tuttavia, in questo caso, l’incidenza di crediti e scorte non modifica il giudizio positivo
sulla solidità dell’azienda considerato l’elevato livello di patrimonializzazione e la bassa
incidenza del passivo corrente che va di fatto
a finanziare solo il 36% dell’attivo circolante.
Infine, l’elevata incidenza, nell’ambito delle
immobilizzazioni tecniche (immobilizzazioni materiali e immateriali), delle immobilizzazioni immateriali indica la propensione
dell’azienda ad innovare e, quindi, il suo
orientamento verso uno sviluppo di lungo
periodo piuttosto che verso una redditività
di breve periodo.
L’analisi del conto economico consente di
individuare i risultati parziali di tutte le fasi
gestionali in maniera che la banca possa imputare i risultati conseguiti dall’azienda (utili
o perdite) alle varie aree gestionali oppure ad
eventi straordinari ed estranei al normale
Nota:
(4) Rispetto alle altre poste dell’attivo circolante il magazzino ha una rotazione più lenta per cui l’impresa potrebbe
non riuscire a vendere materie prime, semilavorati e prodotti finiti nel tempo sperato e adeguato a rimborsare e
remunerare i finanziatori. In particolare, specifica attenzione va posta sui prodotti finiti che, nell’ambito del magazzino, rappresentano i beni meno prontamente smobilizzabili. Cfr. Ricciardi (2009).
81
Banca&Impresa
Tavola 6
Rating
Banca&Impresa
svolgimento dell’attività tipica dell’azienda.
Nel caso dell’azienda Alfa, il conto economico evidenzia come gli utili conseguiti derivino essenzialmente dalla gestione caratteristica dell’impresa. Emerge la capacità dell’azienda di svolgere in maniera efficace ed efficiente l’attività caratteristica. L’attività tipica d’impresa consente, infatti, di realizzare
un valore della produzione nettamente superiore ai costi sostenuti e di produrre un reddito operativo pari a 65 milioni nell’anno t-1
e a 56 milioni nell’anno t. L’andamento decrescente del reddito operativo, che da un
anno all’altro si riduce di circa 9 milioni di
euro, va valutato considerando l’andamento
congiunturale generale. In particolare, un
andamento decrescente deve essere considerato meno preoccupante in situazioni di fasi
congiunturali negative e/o di crisi strutturali
come quella attuale che, inevitabilmente, determinano un riduzione dei consumi e, conseguentemente, del fatturato delle imprese.
Diverso è se la riduzione del reddito operativo è da imputare ad una perdita di quote di
mercato da parte dell’impresa.
Il giudizio positivo sull’attività caratteristica
è confermato dall’indice ROI pari a circa il
12% per entrambi gli anni considerati e che
ad una prima analisi risulta soddisfacente.
Tuttavia, un giudizio più puntuale su questo
indice richiede il confronto con imprese dello stesso settore e che abbiano caratteristiche
strutturali e dimensionali analoghe.
Anche il Roe ad un primo esame sembra soddisfacente. Nonostante anche in questo caso
siano necessari confronti con aziende concorrenti, un giudizio può essere espresso
confrontando il valore del Roe con il rendimento di investimenti alternativi di capitale.
È evidente che il Roe sarà valutato positivamente quando assume un valore superiore al
rendimento di investimenti privi di rischio o
a rischio limitato come i titoli di Stato e in
linea rispetto a investimenti aventi un profilo
di rischio analogo a quello dell’impresa considerata.
In sintesi, l’azienda considerata appare solida dal punto di vista patrimoniale e finanziario. Particolarmente apprezzato dagli istituti
di credito sarebbe il suo grado di patrimonializzazione. Per quanto riguarda la redditività, Roi e Roe assumono valori soddisfacenti.
Il primo indica l’efficienza della gestione ca-
82
ratteristica; mentre dal secondo emerge la
capacità dell’azienda di remunerare gli azionisti e la capacità potenziale di attrarre nuovi
investitori. Desta preoccupazione la riduzione degli utili e del reddito operativo che, tuttavia, potrebbe essere fugata da ulteriori valutazioni circa le prospettive reddituali future dell’azienda.
In definitiva, l’azienda Alfa può definirsi
equilibrata sotto il profilo economico, patrimoniale e finanziario e non avrebbe difficoltà ad ottenere credito.
Bibliografia
Albareto G, Benvenuti M., Mocetti S., Pagnini M. e Rossi P., «L’organizzazione dell’attività creditizia e l’utilizzo di tecniche di scoring nel sistema bancario italiano: risultati di
un’indagine campionaria», in Banca d’Italia,
Questioni di Economia e Finanza, n. 12 - aprile 2008
Facchinetti I. (2007), Analisi di bilancio. Metodologie, procedure e casi di analisi per margini, indici e flussi, Il Sole 24 Ore, Milano.
Montrone A. (2005), Il sistema delle analisi di
bilancio per la valutazione del’impresa, Franco Angeli, Milano.
Ricciardi A. (2009), «La gestione finanziaria
delle Pmi: criticità e possibili soluzioni. Parte
Prima e Parte Seconda», in Amministrazione
& Finanza, nn.1 e 2
Ricciardi A. (2009), «L’impatto di Basilea 2
sulla gestione finanziaria delle imprese: rischi e opportunità», in Amministrazione&Finanza, n.4
Tommaso S. (2007), «Impatto di Basilea 2
sulla gestione finanziaria delle Pmi», in Ricciardi A. (a cura di), Basilea 2. Il ruolo dei
Confidi a sostegno delle Pmi. Il caso della Calabria, Centro Editoriale e Librario, Università della Calabria, Rende
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