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FreeZone
arte cinema internet design musica mode tempo libero
Mondo Blog
Tra diari di bordo
e pagine fai da te
il web si fa da capo
a pag. 60
QUENTIN TARANTINO IS BACKING!
Satyri.com
Dopo Agnelli,
Berlusconi vuole
morire anche lui!
a pag. 62
Operazione Kung Fiction
Le black tie annodate strette
dei killer de Le iene? Roba
del passato. Come gli
intrecci esilaranti di femme
fatale e sicari pasticcioni,
sangue e ketchup del mito
Pulp Fiction.
Il regista più irriverente di
Hollywood, dopo la
Blaxpoitation, ora punta
tutto sul Gongfupian.
Citando Bruce Lee.
E le scenografie degli show
televisivi di un certo
Elvis Presley...
Tutto questo è Kill Bill,
il film evento
del prossimo autunno.
Preparate le spade
Dal cine
con furore:
Uma Thurman
in una scena
di Kill Bill
58-59
cinema
KILL BILL L’ANTEPRIMA
Febbre gialla
Il count-down è scattato. Ad ottobre, nelle sale americane, il nuovo film
di Quentin si annuncia come l’appuntamento clou della prossima stagione
Rosario Gallone
P
Lama o
non lama?
Sopra, la
spada
della
“sposa”,
l’arma con
cui la
splendida
Uma
Thurman
(in alto e
nella foto
grande),
protagoni
sta di Kill
Bill, ha
deciso di
farla
pagare al
marito
infedele.
A destra,
David
Carradine,
indimentic
ato
protagoni
sta della
serie Tv
Kung Fu
58
robabilmente sarà l’evento di
Cannes 2003, ma per il momento
ci si deve accontentare del
succulento trailer su Internet (lo trovate al sito
www.kill-bill.com). Kill Bill, il quarto
lungometraggio di Quentin Tarantino
(l’episodio di Four Rooms è a parte), è stato
girato a Pechino (negli studi di Mao) e, stando
a quanto si vede
nel
promo,
trasuda passione
quasi feticistica
per le arti marziali
e soprattutto per
Bruce Lee. Quasi
feticistica perché
la protagonista
indossa una tuta gialla come quella vista in
L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente e
L’ultimo combattimento di Chen, i cattivi
hanno una mascherina sul viso che richiama
quella di Kato (l’autista-assistente di Green
Hornet, primo ruolo ottenuto da Lee in
America), in una sequenza appare David
Carradine (che fu Kwai Chang Caine al posto
di Bruce nel serial seventies Kung Fu), per
non parlare del monaco Shaolin dai lunghi
baffi e capelli bianchi, figura ricorrente dei
wuxiapian e dei gongfupian.
Uma Thurman è “la sposa” (così verrà
chiamata durante l'intero film) che, dopo un
coma di cinque anni, decide di vendicarsi di
chi l’ha ridotta in fin di vita (scontrandosi
proprio con il gruppo di cui ha fatto parte in
passato: un po’ le Volpi forza cinque del pilot
girato da Mia Wallace – il personaggio della
Thurman in Pulp Fiction – prima di sposare il
boss Marcelus), mentre, tra gli altri, si
riconoscono Lucy Liu e Michael Madsen.
Potrebbe sembrare che il pulp director, in
affanno creativo, abbia deciso di adeguarsi
alla moda del kung-film che, di recente, dopo
aver
contaminato
il
blockbuster
hollywoodiano (Matrix, Charlie’s Angels,
Arma letale 4, Romeo deve morire, The One)
e no (Il patto dei lupi, Taxxi 2), ha
metastasizzato gli auteurs (l’Ang Lee de La
tigre e il dragone – che ora ha terminato
L’incredibile Hulk!- e - da non credere! - quello
Zhang Yimou artefice dell’indimenticabile
Lanterne rosse, ora campione di incassi
cinese di tutti i tempi, battendo anche Titanic,
con Hero), ma c’è da ricordare che già nove
Rombi di moto e spade
sguainate. Colpi di Kung
Fu e l’adrenalina a mille
degli scontri mortali.
Kill Bill è la storia di una
sposa tradita. Con un solo
obiettivo. La vendetta
anni fa Butch (il pugile interpretato da Bruce
Willis nell’opera seconda di Quentin) nello
scegliere con quale arma liberarsi dei sadici
torturatori, optava per la spada del samurai.
Nel frattempo, poi, una nuova infatuazione si
sta facendo strada: Bollywood!
LA SCHEDA
LA CINA È VICINA
Scritto e diretto dallo stesso Tarantino, Kill Bill
uscirà, distribuito dalla Miramax, il 14 ottobre negli
Stati Uniti e in Italia il prossimo Natale.
Crime story classica, ma con chili di citazioni dai Kung Fu movies della Hong
Kong degli anni Settanta, protagonista è la “sposa”, cui presta volto e fisico
mozzafiato la conturbante Uma Thurman, aka Black Mamba. Accanto a lei - si fa
per dire - il cattivissimo maritino Bill, un David Carradine in grande spolvero.
Nel cast anche Daryl Hanna e Elle Driver. Il regista, non nuovo a cameo
hitchcockiani, ha scelto per sé una particina... fonetica: presterà, infatti, corde vocali
e timbro epico al narratore, tale Pai Mei. Da segnalare i
costumi di Catherine Marie Thomas che propone tutine
attillate come non ricordavamo dai tempi di Big Jim, e gli
straordinari effetti speciali di Ben Rittenhouse.
febbraio 2003
LO FAMO STRANO?
Pulp anch’io
Il club dei tarantinati
fa proseliti (e disastri)
A
nche
le
mamme più
belle
del
mondo possono partorire
mostri. È stato sempre
così nel cinema.
La Nouvelle Vague
diede il la ad una serie di
esordi (molti in Italia)
all’insegna
del
dilettantismo spacciato per
autorialità (diciamo la
verità: l’unico dilettante ad
essere autore fu Pasolini);
a Sergio Leone seguirono
una serie di emuli - ad
essere sinceri - non
sempre all’altezza. E che
dire del disastro causato
dal manifesto danese
“Dogma 95”, cui dobbiamo
la convinzione di molti
improvvisati registi che
basti una telecamera
digitale (e senza neanche
uno straccio d’idea) per
fare un film? Ed è così che
anche il buon Tarantino ha
avuto, subito dopo Pulp
Fiction, un irritante esercito
di cloni che ha abbracciato il suo presunto
credo. Che vuole:
1) che ogni personaggio che si rispetti
Gemelli diversi:
Bruce Lee
e la Thurman
in azione.
Tuta gialla e ampie
bande nere sui profili,
c’è da giurare che sarà
questa la prossima
tendenza delle
passerelle
internazionali
febbraio 2003
Arma letale. Quentin ha deciso
ancora una volta di far vittime
Cattivo maestro... ma
pur sempre maestro.
Innumerevoli i tentativi
d’imitazione del regista
più cult del mondo.
Risultati? Catastrofici.
Anche in Italia
debba triturare tra i denti una parlata in stretto
slang che ogni due parole tiri dentro una bella
parolaccia da guiness;
2) che la storia sia retta a suon di pupe
mozzafiato e pallottole a go-go, tirate fuori
pari pari da un qualsiasi fumettone hardboiled;
3) che ogni fotogramma sia occupato da
scariche di cazzotti, sesso ed ettolitri di
sangue, fino alla nausea. Al punto che a
qualcuno è sembrato che bastassero i soliti
due improbabili killer, impegnati in
sgangherati dialoghi per poter, da soli, tenere
in piedi un maledetto film...
E non è finita. La velocità con cui la critica
cinematografica ha coniato l'aggettivo
“tarantiniano”, per indicare una inesistente
scuola di neo-pulp (ma quanto avrà
aspettato, invece, Hitchcock?), è, del resto,
abbastanza indicativo del fast trend
innescato dall'ex commesso di videoteca. In
parte è responsabilità diretta di Tarantino che
non ha lesinato (specie agli esordi) in cameo
prestati a dimenticabili pellicole (Il tuo amico
nel mio letto di Rory Kelly - dove si prodiga in
un monologo sull’omosessualità quale
sottotesto di Top Gun - e Mister Destiny di
Jack Baran). Fatto sta che per un I soliti
sospetti da Oscar (alla sceneggiatura per
Bryan Singer e Christopher McQuarrie) ed
un Amores Perros che riesce addirittura a
trascendere il modello rivelandoci il talento di
Alejandro González Inárritu, sono approdati
sugli schermi decine di prodotti, alcuni orribili
altri di un certo spessore, ma tutti di
derivazione “quentiniana”: da Cosa fare a
Denver quando sei morto a Uomini spietati,
da Due giorni senza respiro a Omicidi
Un mito in 4 film
(e mezzo)
È
del 1992 l’esordio alla regia di
Quentin Tarantino: Le iene fa incetta
di premi e pone il regista di Knoxville,
Tennesee, classe 1963, al centro
dell’attenzione critica internazionale.
Nulla al confronto dello sfacelo che farà
due anni più tardi Pulp Fiction: Oscar
alla miglior sceneggiatura originale,
Palma d’oro a Cannes e tanti premi
quanti basterebbero a riempire lo
scaffale di un regista di valore in
un’intera carriera.
Dopo il non esaltante episodio L'uomo
di Hollywood nel film Four Rooms
(1995) è d'obbligo la pausa di riflessione.
Tarantino torna nel 1997 con il
sottovalutato Jackie Brown, film che
delude i fan, ma che consacra il regista
anche come autore intimista. Ora, dopo
una lavorazione piena di intoppi, tra cui
due gravidanze di Uma Thurman, ecco
Kill Bill, mentre è già in preparazione
The Vega Brothers che recupererà la
giovinezza del personaggio interpretato
da John Travolta in Pulp Fiction. (g.f.)
occasionali, da L’ultimo contratto a Insoliti
criminali, da Juda’s Kiss a Pistole sporche,
da Cose molto cattive a Underworld fino a
Cattive compagnie.
L’Italia, dopo il tentativo sfortunato di Marco
Risi e Niccolò Ammaniti ne L'ultimo
capodanno (con Giorgio Tirabassi e Ricky
Memphis, due gangster che si dilungano, in
una sequenza, in una delirante digressione
sulle olive ascolane), ha avuto i suoi bravi
pulpettoni: Rose e pistole di Carla Apuzzo,
R.D.F. di Claudio Camarca, Terra bruciata di
Fabio Segatori e Blek Giek di Enrico Caria.
Il migliore? Resta sempre il primo episodio
di Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni
e Giacomo. (r. g.)
59
online
WEB TENDENZE
Blog notes
Blogbuster
Diari personali invadono la Rete. Dove tutti
parlano di tutto. Il futuro di Internet o l’ennesima bufala?
Giacomo Fabbrocino
T
he next
b i g
thing.
Da quando esiste
la Rete ogni tanto
ne spunta fuori
una
nuova,
sempre “next”,
quasi mai “big”. Il
nuovo
ente
patogeno
e
multiforme
di
internet si chiama
b l o g ,
abbreviazione di
weblog, termine
composto dal
sostantivo “web” (sapete cos’è, vero?) e dal
verbo “to log” (tenere il diario di bordo).
Il lemma sarebbe stato coniato nel 1997 da
Jorn Barger il cui sito, www.robotwisdom.com,
presentava, e presenta tuttora, quasi
esclusivamente una lista, aggiornata
regolarmente, di link a luoghi interessanti del
web: un diario di navigazione ad uso e
consumo chi è troppo pigro per cercarsi da
solo qualcosa di divertente online. Dal 1997 ad
oggi il concetto di blog si è evoluto ed è arrivato
ad indicare qualsiasi sito che presenti
aggiornamenti costanti sotto forma di “post”,
ovvero di blocchi di testo pubblicati tramite
un'interfaccia web sulla homepage.
I diari di navigazione composti
solo da link oggi sono pochissimi e
Nuove tentazioni in Rete
la gran parte dei blog presenta contenuti
articolati: ci sono i diari personali online
(www.iolanda.bbk.org) nei quali le persone
confidano i loro segreti e le loro riflessioni ai
milioni di potenziali visitatori, ma anche luoghi di
aggregazione dove pubblicare racconti ed
esercizi letterari (www.medusina.com). Una
fetta considerevole di blog presenta invece
un'impostazione giornalistica: molto conosciuti
sono, in Italia, i blog di Claudio Sabelli Fioretti
(www.sabellifioretti.blogspot.com) e di Luca
Sofri, accanto ai quali si fanno notare, anche
senza tesserino Ong, siti di dilettanti del
giornalismo.
Lo strumento si presta tuttavia anche ad
Anche Bill Gates sedotto dal pinguino?
L’azienda americana Microsoft, svelerà una
parte consistente del sorgente di Windows a
partner commerciali, Università e a governi
nazionali e istituzioni internazionali. Lo scopo
ufficiale? Favorire la creazione di software
compatibile con il proprio sistema operativo.
Eppure c’è chi giura si tratti di una mossa per
mettere a tacere le voci sulla presenza nei
programmi Microsoft di funzioni che
violerebbero la privacy degli utenti. Apertura al
free software o pura tattica? Intanto, se non
volete correre il rischio di essere spiati, correte a
scaricarvi Linux, l’ormai noto sistema operativo
del pinguino, al sito www.linux.org. È gratis!
60
Tante le pagine di
personaggi noti che affollano
la Rete. Ecco le più calde del
momento.
William Gibson, padre del
cyberpunk, lo trovate al sito:
www.williamgibsonbooks.co
m/blog/blog.asp (e vale la
pena, davvero).
Sonia Cassiani (!!), per
anni vergine di professione nel
salotto Tv di Costanzo, scrive
e risponde a: www.insonia.it
Francesca Mazzuccato,
scrittrice ed esperta di linee
erotiche, dirà tutto a:
http://francescamazzucato.spli
nder.it
Luca Sofri, figlio d’arte, e
bloggatore di professione per Il
Foglio di Ferrara (non la città),
è all’indirizzo:
www.wittgenstein.it (alla
faccia della modestia).
utilizzi
più
fantasiosi:
Audiblog
(http://audiblog.blogspot.com), si propone
come alternativa democratizzata all'auditel ed il
famoso Indymedia altro non è che un
gigantesco blog. Il numero di blog si è espanso
con progressione esponenziale soprattutto
grazie ai servizi gratuiti che dal 1999
permettono anche a chi non ha competenze
di programmazione web di gestirne uno. Il più
famoso è www.blogger.com, mentre in Italia da
poco è attivo l’ottimo www.splinder.it.
Inutile dire che il fenomeno si sta
proponendo come la nuova miniera d’oro della
Rete e, mentre gli imprenditori cercano di
spremerlo per fare soldi, le community dei
blogger riflettono sull’essenza del
nuovo mezzo di comunicazione
che sembra stare alla carta
stampata come il video digitale
sta al cinema.
Non è un caso che, anche
in Italia, i blog più seguiti siano
dei “metablog”, ovvero blog
che parlano di blog. Tra
questi quello di Gianluca
Neri, fondatore di
Clarence, The Gnu
E c o n o m y
(www.gnueconomy.net),
e Blog.it (www.blog-it.net)
che segnala gli articoli più
interessanti pubblicati in
Rete. Il blog di Neri è una
lettura sempre interessante
consigliata a coloro che
volessero capire meglio il
mondo del web.
febbraio 2003
EROI AI TEMPI DELLE SUPERIORI
offline
Superyouth in Tv
Clark Kent è uno studente tutto casa, scuola
e missioni impossibili. Il mercoledì su Italia 1
Rosario Gallone
S
upergiovane. Non è certo la
versione televisiva delle avventure
del protagonista di una canzona di
Elio e le storie tese, ma solo l’inevitabile
approdo catodico di un trend partito dai
comics (Ultimate Spidermandi Brian Bendis e
Mark Begley azzera il passato noto per
riambientare le origini dell’Uomo Ragno nel
presente) e passato per il grande schermo
(sempre con l’adattamento di Spider-man ad
opera di Sam Raimi). Mentre il copione del
Superman di Tim Burton giace in qualche
cassetto (forse il suo), ecco giungere dagli
Usa, prodotta dalla Warner, la serie Smallville
che ci narra particolari su cui i creatori Jeremy
MITI
Siegel e Joe Shuster
hanno
sorvolato:
l’adolescenza di Clark
Kent.
Prima del costume,
prima
delle
cabine
telefoniche, prima di
Metropolis, prima del “Daily
Planet” e di Lois Lane.
Inevitabile approdo, non
significa che Smallville sia
un prodotto derivativo e
nato vecchio. Al contrario, a
dispetto delle innumerevoli trasposizioni delle
avventure di Superman, questa, creata da
Alfred Gough e Michael Watkins,
si segnala per più di un motivo: il
meteorite con cui Kal’el giunge
CLONAZIONE
DA TIFFANY
Il mondo? Meno elegante da quando, in un
rigido gennaio svizzero, Audrey Hepburn se ne
andava a 63 anni, dieci anni fa. Un’assenza
pesante a giudicare da come l’inimitabile classe
dell’attrice americana sia ancor oggi punto di
riferimento dello stile internazionale. Prova ne è
Julian MacDonald, osannato stilista di Givenchy,
che a Parigi ha presentato una collezionefotocopia dello stile “Sabrina”. Ma lei, Raeliani
permettendo, resta unica. Per sempre.
problemi di ogni adolescente, anche con
avversari contro cui, essendo questi
trasformati a causa della kriptonite, si troverà
sempre in difficoltà; con un amore irrisolto per
Lana cui non riesce ad avvicinarsi più di tanto
Prima della mitica tutina blu. Prima di Metropolis.
E dell’amore con Lois Lane. Ma la storia è
già quella di un superman alle prese
coi mali del mondo
sulla Terra causa una serie di mutazioni
a Smallville, nonché la calvizie precoce
di Lex Luthor e la morte dei genitori di
Lana Lang. Ragion per cui il giovane
Clark dovrà vedersela, oltre che con i
sia per timidezza sia perché lei porta al collo un
kriptociondolo in memoria del padre e della
madre; e con un’amicizia sofferta con Lex
Luthor, figlio del più grosso speculatore del
paese, ancora indeciso tra il bene ed il male.
IL LIBRO
ZIGGY STORY
Finalmente in italiano, il libro definitivo per
ogni fan di David Bowie che si rispetti. Il
volume di Nicholas Pegg (David Bowie:
l'enciclopedia, Arcana) ripercorre l’intera
carriera del Duca bianco, dagli esordi ai lustri
(e ai lustrini) dell’era glam di Ziggy Stardust,
non tralasciando nemmeno le rade esperienze
brechtiane, nei teatri londinesi, o l’ormai nutrita
filmografia. Aggiornatissimo, il testo dà conto
anche dell’ultimo disco della “Dama”, lo
struggente Heathen. Libro da comodino.
febbraio 2003
Smallville
racconta
gli anni
scolastici
di un
giovane
Superman.
Già
indifeso
agli effetti
della
kriptonite,
ma ancor
più ai
pericoli
letali della
prima
cotta...
David Bowie. Il glam ha il suo libro di testo. A destra:
Audrey Hepburn. L’eleganza di “Holly Golightly” non
ammette imitazioni
Satyri.com
Il sito della cattiveria
BERLUSCONI: “VOGLIO SEGUIRE L’ESEMPIO DELL’AVVOCATO”
L’ora di scendere in campo (santo)
100mila per l’estremo saluto a Gianni Agnelli. Un bagno di folla che oggi il Cavaliere si sogna
Ma, prima che sia l’invidia a portarcelo via, Silvio ha deciso: “Adesso muoio anch’io”
a cura di Corrado Morra
C
osì non si fa! Con una caduta di
stile che non si addice affatto al
suo proverbiale aplomb, Gianni
Agnelli se ne è andato, attirando su di sé
l’attenzione di una nazione intera. “Avere
successo in questo modo, toccando le
corde più basse del sentimentalismo, e
speculando sulla morte, come nemmeno
più la fascia pomeridiana di Rete4 fa, è
fin troppo facile”, ha dichiarato Silvio
Berlusconi, appena raggiunto dalla
notizia. E ha ragione. Innanzitutto, non è
così che un uomo serio si leva dagli
impicci. Lo sanno tutti, insomma: prima
che fiat Fiat (nel senso di “prima che la
Fiat tiri le cuoia...”), i mercati aspettavano
da tempo uno scossone. Per riprendere
fiducia nel titolo sabaudo, e per vedere
che cifra si riuscisse mai a spillare dalla
rottamazione dell’azienda in quel di
Detroit. “Ma sarebbe bastata una ricapitolazione dell’accomandita di famiglia sbotta il premier - non questa ignobile
sceneggiata”. Sempre all’inseguimento
del fascino, del potere (e del successo
con le donne) dell’Avvocato -, il
Cavaliere, già prostrato dal fatto che,
anche nell’ora estrema, il
Sotto: La Morte, la grande “livella”, che
il premier, alla scomparsa
dell’Avvocato, ha giustamente accusato
di bolscevismo.
Accanto: Gianni Agnelli, (sempre in
anticipo sui tempi), scopre la sua lapide
e, nel dipinto accanto, Napoleone, altro
potente, e grande scomparso del
passato, che ha acuito la voglia di
Berlusconi di fare anche lui l’estremo
viaggio
presidente della Fiat sia arrivato prima di
lui, non gliele ha mandate a dire. Dopo le
esequie, che hanno visto una nazione
intera rendere omaggio alla salma del
grande torinese, riservando a Silvio una
bordata di fischi come nemmeno il Milan
ha mai beccato, e dopo che la sua
agenzia di sondaggi lo informava che
morire era, secondo il 70 per cento degli
intervistati, un’attività estremamente ben
vista, Berlusconi ha convocato una
conferenza stampa. L’incontro con i
giornalisti, messo a punto presso la
propria residenza lombarda, ribattezzata
tosto Villarcore Perosa, ha visto un clima
infuocato, al punto che un osservatore
attento ha commentato: “Più che una
sala stampa, questa è una camera
ardente”. Ma il presidente del Consiglio
ha avuto parole dure anche nei confronti
del cardinal Poletto che, durante l’omelia
al Duomo, dal pulpito, ha praticamente
citato e ringraziato tutti i potenti nel
parterre, dimenticandosi proprio di lui...
“Dovremo rivedere molte cose - ha
giurato il Cavaliere. - Con il cardinale, il
cardine della questione resta che, fino a
prova contraria questo
prelato si chiama Poletto, non certo
Ulivetto. Con questo calo di popolarità,
non possiamo più ammettere franchi
tiratori...”. Ma le parole più forti,
Berlusconi le ha avute per la stessa
Morte: “Dobbiamo finirla di remare contro
- ha sbottato. - E smetterla con queste
manie comuniste di livellare gli uomini. Ci
sono le differenze? E allora perché
accomunare i destini di tutti? Quando
mai si è visto morire chi è ricco e
potente?” Ma quando, letta la perplessità
generale, Gianni Letta, suo consigliere e
portaparrucche personale, ha informato il
presidente come sembri provato che sia
destino anche dei grandi di abbracciare
prima o poi la Dama con la falce,
buttando giù gli esempi dell’esiziale 5
maggio napoleonico e di quel 15 marzo
mica da ridere che pure toccò in sorte al
potente Cesare, Berlusconi non ha avuto
più perplessità e, con piglio finalmente
scaltro ha annunciato: “Allora, voglio
morire anch’io”. E visto che lui quando
decide una cosa la fa sempre in grande
stile, ha aggiunto: “Anzi faccio di più.
Muoio in diretta Tv.
E a reti unificate”.
Saputa la cosa,
Ciampi c’è rimasto
male:
“Le
reti
u n i f i c a t e
toccherebbero
a
me”,
ha
fatto
sapere. Un solo
dubbio:
chi
presenterà l’evento?
In pole position, il
fedele
Vespa,
mentre Fede ha
giurato che, se Silvio
muore,
muore
anche lui.
febbraio 2003
CRONACHE DELLO STRIZZACERVIP - TERZO EPISODIO
Giro, girotondi
DOVE ERAVAMO
Il dottor X, noto psicanalista freudiano, si imbatte nel giornalista Sigismondo Gioia.
Il medico, che ha in cura decine di personaggi potenti e famosi, rivela di avere
clamorosi debiti da gioco. Il cronista, con la promessa di appianarli, gli propone un
patto scellerato: soldi in cambio dei taccuini delle sue sedute terapeutiche. Il
luminare accetta.
Ed è così che il nostro giornale è riuscito a pubblicare le sconvolgenti cronache
dal lettino di psicoterapia più bollente d’Italia. Siamo partiti con le rivelazioni
mozzafiato di un noto imprenditore di Arcore e poi con quelle di un rampante ex
sindacalista orientale, dei quali, come da accordi, abbiamo omesso i nomi.
Ora tocca a un grande regista. Perso. A girare nei labirinti della sua mente malata.
Sigmund Freud, il padre
(e la madre) della psicanalisi
1
5 settembre 2002. Il paziente è appena
entrato nello studio. So poco di lui. So
che è di sinistra, che fa il regista
impegnato e che, come tutti i registi impegnati,
è un comico. Ha una barba curata e mocassini
dello stesso tono, di un sobrio color nutella.
Sbanda paurosamente.
PRIMA SEDUTA
“Dottore, ho bisogno di aiuto. è da una vita
che il mondo gira, giustamente, intorno a me,
alle mie idee, ai miei film... Ma da qualche
tempo ho la sensazione che, a girarmi intorno,
sia un po’ troppa gente”.
“Un chiaro segno di labirintite”, lo rassicuro,
e lo invito a
raccontare.
“Ieri ero a
Roma, a Piazza
San Giovanni.
Eravamo io, io
ed io... No, c’era
anche qualcun
altro, sì, c’era
anche io, Paolo
Sylos Labini e
Paolo
Flores
d’Arcais...
Parlavamo delle
solite cose: di
quanto la sinistra
sia in crisi, e - cosa
FUORI CORSO
febbraio 2003
più importante - di quanto
questa cosa qui ci abbia
fornito il destro di dire
finalmente anche noi, di
nuovo, qualcosa più o
meno di sensato, quando,
all’improvviso ho avuto
come la sensazione che
almeno 200mila persone
prendessero a vorticarmi
intorno”.
Ho già capito tutto:
questo tipetto ha un ego
così anabolizzato da stare stretto perfino a
Piazza San Giovanni. Ma prima che a girare,
più che lui, siano le mie sfere, è meglio darci un
taglio: “Non si preoccupi. Ha avuto un semplice
attacco di panico...”
“Ma che cosa dice! Le parole sono
importanti - mi fa. - Ha mai visto un mio film?
Niente di ciò che mi riguarda può essere
semplice!”.
Già lo odio. (omissis)
QUINTA SEDUTA
“Dottore, stanotte ho sognato di essere
Berlusconi. E che, in un’arringa pubblica,
criticavo il gruppo dirigente dei Ds”.
“È evidente che, nel suo
inconscio, la figura del
Cavaliere rappresenti un forte
conflitto...” Non l’avessi mai
detto.. Mi ha attaccato un
bottone sulla “Cirami”, meno
noioso soltanto del terzo
episodio di Caro diario...
(omissis)
DIAGNOSI
Nevrotico, ho la legittima
suspicione che il paziente
abbia tendenze suicide. In
questo, figlio perfetto della
sinistra italiana. E con tale
mamma...
LO STATINO
DELLE COSE
Letizia Moratti
Il ministro l’aveva promesso:
“Cambierò il mondo dell’istruzione”.
Purtoppo è di parola. Crocifissi obbligatori
in aula, docenti universitari impiegati a
cronometro e l’età di scolarizzazione
abbassata fino alla terza settimana di
concepimento. Moralizzata la scuola, ora,
si raccomanda a San Patrignano,
protettore del (no) no-profit, per cambiare
anche il mondo del Terzo settore. Aveva
già morattizzato la Rai e l’abbiamo amata
per questo. Ma ora è leggenda.
L’esame: Istituzioni di diritto pubblico
Voto: 30/30
Sergio Cofferati
Sembra sempre il primo della classe,
l’ex leader della Cgil, ma questa volta non
si è preparato a dovere. Nella
trasmissione Ballarò, tiene le distanze dal
suo antico sodale D’Alema e non perde
un’occasione per bacchettare ora questo
ora quell’altro segretario di partito del
centrosinistra, come se fosse lui il capo
dell’opposizione e anche il capo del
Governo. Ammicca, poi, con empatia
confuciana ad ogni gruppo no global come
neanche uno studentello al suo primo
sciopero. Ma si arrampica sugli specchi
quando gli chiedi la differenza vera tra partiti
e movimenti. Perché non ha studiato
affatto come, nella storia dell’Occidente, gli
invisi partiti siano semplicemente
organizzazioni nate da movimenti di
uomini e di idee. Appunto.
L’esame: Storia dei partiti e dei
movimenti politici. Voto: 18/30
63