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FreeZone arte cinema internet design musica mode tempo libero Mondo Blog Tra diari di bordo e pagine fai da te il web si fa da capo a pag. 60 QUENTIN TARANTINO IS BACKING! Satyri.com Dopo Agnelli, Berlusconi vuole morire anche lui! a pag. 62 Operazione Kung Fiction Le black tie annodate strette dei killer de Le iene? Roba del passato. Come gli intrecci esilaranti di femme fatale e sicari pasticcioni, sangue e ketchup del mito Pulp Fiction. Il regista più irriverente di Hollywood, dopo la Blaxpoitation, ora punta tutto sul Gongfupian. Citando Bruce Lee. E le scenografie degli show televisivi di un certo Elvis Presley... Tutto questo è Kill Bill, il film evento del prossimo autunno. Preparate le spade Dal cine con furore: Uma Thurman in una scena di Kill Bill 58-59 cinema KILL BILL L’ANTEPRIMA Febbre gialla Il count-down è scattato. Ad ottobre, nelle sale americane, il nuovo film di Quentin si annuncia come l’appuntamento clou della prossima stagione Rosario Gallone P Lama o non lama? Sopra, la spada della “sposa”, l’arma con cui la splendida Uma Thurman (in alto e nella foto grande), protagoni sta di Kill Bill, ha deciso di farla pagare al marito infedele. A destra, David Carradine, indimentic ato protagoni sta della serie Tv Kung Fu 58 robabilmente sarà l’evento di Cannes 2003, ma per il momento ci si deve accontentare del succulento trailer su Internet (lo trovate al sito www.kill-bill.com). Kill Bill, il quarto lungometraggio di Quentin Tarantino (l’episodio di Four Rooms è a parte), è stato girato a Pechino (negli studi di Mao) e, stando a quanto si vede nel promo, trasuda passione quasi feticistica per le arti marziali e soprattutto per Bruce Lee. Quasi feticistica perché la protagonista indossa una tuta gialla come quella vista in L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente e L’ultimo combattimento di Chen, i cattivi hanno una mascherina sul viso che richiama quella di Kato (l’autista-assistente di Green Hornet, primo ruolo ottenuto da Lee in America), in una sequenza appare David Carradine (che fu Kwai Chang Caine al posto di Bruce nel serial seventies Kung Fu), per non parlare del monaco Shaolin dai lunghi baffi e capelli bianchi, figura ricorrente dei wuxiapian e dei gongfupian. Uma Thurman è “la sposa” (così verrà chiamata durante l'intero film) che, dopo un coma di cinque anni, decide di vendicarsi di chi l’ha ridotta in fin di vita (scontrandosi proprio con il gruppo di cui ha fatto parte in passato: un po’ le Volpi forza cinque del pilot girato da Mia Wallace – il personaggio della Thurman in Pulp Fiction – prima di sposare il boss Marcelus), mentre, tra gli altri, si riconoscono Lucy Liu e Michael Madsen. Potrebbe sembrare che il pulp director, in affanno creativo, abbia deciso di adeguarsi alla moda del kung-film che, di recente, dopo aver contaminato il blockbuster hollywoodiano (Matrix, Charlie’s Angels, Arma letale 4, Romeo deve morire, The One) e no (Il patto dei lupi, Taxxi 2), ha metastasizzato gli auteurs (l’Ang Lee de La tigre e il dragone – che ora ha terminato L’incredibile Hulk!- e - da non credere! - quello Zhang Yimou artefice dell’indimenticabile Lanterne rosse, ora campione di incassi cinese di tutti i tempi, battendo anche Titanic, con Hero), ma c’è da ricordare che già nove Rombi di moto e spade sguainate. Colpi di Kung Fu e l’adrenalina a mille degli scontri mortali. Kill Bill è la storia di una sposa tradita. Con un solo obiettivo. La vendetta anni fa Butch (il pugile interpretato da Bruce Willis nell’opera seconda di Quentin) nello scegliere con quale arma liberarsi dei sadici torturatori, optava per la spada del samurai. Nel frattempo, poi, una nuova infatuazione si sta facendo strada: Bollywood! LA SCHEDA LA CINA È VICINA Scritto e diretto dallo stesso Tarantino, Kill Bill uscirà, distribuito dalla Miramax, il 14 ottobre negli Stati Uniti e in Italia il prossimo Natale. Crime story classica, ma con chili di citazioni dai Kung Fu movies della Hong Kong degli anni Settanta, protagonista è la “sposa”, cui presta volto e fisico mozzafiato la conturbante Uma Thurman, aka Black Mamba. Accanto a lei - si fa per dire - il cattivissimo maritino Bill, un David Carradine in grande spolvero. Nel cast anche Daryl Hanna e Elle Driver. Il regista, non nuovo a cameo hitchcockiani, ha scelto per sé una particina... fonetica: presterà, infatti, corde vocali e timbro epico al narratore, tale Pai Mei. Da segnalare i costumi di Catherine Marie Thomas che propone tutine attillate come non ricordavamo dai tempi di Big Jim, e gli straordinari effetti speciali di Ben Rittenhouse. febbraio 2003 LO FAMO STRANO? Pulp anch’io Il club dei tarantinati fa proseliti (e disastri) A nche le mamme più belle del mondo possono partorire mostri. È stato sempre così nel cinema. La Nouvelle Vague diede il la ad una serie di esordi (molti in Italia) all’insegna del dilettantismo spacciato per autorialità (diciamo la verità: l’unico dilettante ad essere autore fu Pasolini); a Sergio Leone seguirono una serie di emuli - ad essere sinceri - non sempre all’altezza. E che dire del disastro causato dal manifesto danese “Dogma 95”, cui dobbiamo la convinzione di molti improvvisati registi che basti una telecamera digitale (e senza neanche uno straccio d’idea) per fare un film? Ed è così che anche il buon Tarantino ha avuto, subito dopo Pulp Fiction, un irritante esercito di cloni che ha abbracciato il suo presunto credo. Che vuole: 1) che ogni personaggio che si rispetti Gemelli diversi: Bruce Lee e la Thurman in azione. Tuta gialla e ampie bande nere sui profili, c’è da giurare che sarà questa la prossima tendenza delle passerelle internazionali febbraio 2003 Arma letale. Quentin ha deciso ancora una volta di far vittime Cattivo maestro... ma pur sempre maestro. Innumerevoli i tentativi d’imitazione del regista più cult del mondo. Risultati? Catastrofici. Anche in Italia debba triturare tra i denti una parlata in stretto slang che ogni due parole tiri dentro una bella parolaccia da guiness; 2) che la storia sia retta a suon di pupe mozzafiato e pallottole a go-go, tirate fuori pari pari da un qualsiasi fumettone hardboiled; 3) che ogni fotogramma sia occupato da scariche di cazzotti, sesso ed ettolitri di sangue, fino alla nausea. Al punto che a qualcuno è sembrato che bastassero i soliti due improbabili killer, impegnati in sgangherati dialoghi per poter, da soli, tenere in piedi un maledetto film... E non è finita. La velocità con cui la critica cinematografica ha coniato l'aggettivo “tarantiniano”, per indicare una inesistente scuola di neo-pulp (ma quanto avrà aspettato, invece, Hitchcock?), è, del resto, abbastanza indicativo del fast trend innescato dall'ex commesso di videoteca. In parte è responsabilità diretta di Tarantino che non ha lesinato (specie agli esordi) in cameo prestati a dimenticabili pellicole (Il tuo amico nel mio letto di Rory Kelly - dove si prodiga in un monologo sull’omosessualità quale sottotesto di Top Gun - e Mister Destiny di Jack Baran). Fatto sta che per un I soliti sospetti da Oscar (alla sceneggiatura per Bryan Singer e Christopher McQuarrie) ed un Amores Perros che riesce addirittura a trascendere il modello rivelandoci il talento di Alejandro González Inárritu, sono approdati sugli schermi decine di prodotti, alcuni orribili altri di un certo spessore, ma tutti di derivazione “quentiniana”: da Cosa fare a Denver quando sei morto a Uomini spietati, da Due giorni senza respiro a Omicidi Un mito in 4 film (e mezzo) È del 1992 l’esordio alla regia di Quentin Tarantino: Le iene fa incetta di premi e pone il regista di Knoxville, Tennesee, classe 1963, al centro dell’attenzione critica internazionale. Nulla al confronto dello sfacelo che farà due anni più tardi Pulp Fiction: Oscar alla miglior sceneggiatura originale, Palma d’oro a Cannes e tanti premi quanti basterebbero a riempire lo scaffale di un regista di valore in un’intera carriera. Dopo il non esaltante episodio L'uomo di Hollywood nel film Four Rooms (1995) è d'obbligo la pausa di riflessione. Tarantino torna nel 1997 con il sottovalutato Jackie Brown, film che delude i fan, ma che consacra il regista anche come autore intimista. Ora, dopo una lavorazione piena di intoppi, tra cui due gravidanze di Uma Thurman, ecco Kill Bill, mentre è già in preparazione The Vega Brothers che recupererà la giovinezza del personaggio interpretato da John Travolta in Pulp Fiction. (g.f.) occasionali, da L’ultimo contratto a Insoliti criminali, da Juda’s Kiss a Pistole sporche, da Cose molto cattive a Underworld fino a Cattive compagnie. L’Italia, dopo il tentativo sfortunato di Marco Risi e Niccolò Ammaniti ne L'ultimo capodanno (con Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis, due gangster che si dilungano, in una sequenza, in una delirante digressione sulle olive ascolane), ha avuto i suoi bravi pulpettoni: Rose e pistole di Carla Apuzzo, R.D.F. di Claudio Camarca, Terra bruciata di Fabio Segatori e Blek Giek di Enrico Caria. Il migliore? Resta sempre il primo episodio di Tre uomini e una gamba di Aldo, Giovanni e Giacomo. (r. g.) 59 online WEB TENDENZE Blog notes Blogbuster Diari personali invadono la Rete. Dove tutti parlano di tutto. Il futuro di Internet o l’ennesima bufala? Giacomo Fabbrocino T he next b i g thing. Da quando esiste la Rete ogni tanto ne spunta fuori una nuova, sempre “next”, quasi mai “big”. Il nuovo ente patogeno e multiforme di internet si chiama b l o g , abbreviazione di weblog, termine composto dal sostantivo “web” (sapete cos’è, vero?) e dal verbo “to log” (tenere il diario di bordo). Il lemma sarebbe stato coniato nel 1997 da Jorn Barger il cui sito, www.robotwisdom.com, presentava, e presenta tuttora, quasi esclusivamente una lista, aggiornata regolarmente, di link a luoghi interessanti del web: un diario di navigazione ad uso e consumo chi è troppo pigro per cercarsi da solo qualcosa di divertente online. Dal 1997 ad oggi il concetto di blog si è evoluto ed è arrivato ad indicare qualsiasi sito che presenti aggiornamenti costanti sotto forma di “post”, ovvero di blocchi di testo pubblicati tramite un'interfaccia web sulla homepage. I diari di navigazione composti solo da link oggi sono pochissimi e Nuove tentazioni in Rete la gran parte dei blog presenta contenuti articolati: ci sono i diari personali online (www.iolanda.bbk.org) nei quali le persone confidano i loro segreti e le loro riflessioni ai milioni di potenziali visitatori, ma anche luoghi di aggregazione dove pubblicare racconti ed esercizi letterari (www.medusina.com). Una fetta considerevole di blog presenta invece un'impostazione giornalistica: molto conosciuti sono, in Italia, i blog di Claudio Sabelli Fioretti (www.sabellifioretti.blogspot.com) e di Luca Sofri, accanto ai quali si fanno notare, anche senza tesserino Ong, siti di dilettanti del giornalismo. Lo strumento si presta tuttavia anche ad Anche Bill Gates sedotto dal pinguino? L’azienda americana Microsoft, svelerà una parte consistente del sorgente di Windows a partner commerciali, Università e a governi nazionali e istituzioni internazionali. Lo scopo ufficiale? Favorire la creazione di software compatibile con il proprio sistema operativo. Eppure c’è chi giura si tratti di una mossa per mettere a tacere le voci sulla presenza nei programmi Microsoft di funzioni che violerebbero la privacy degli utenti. Apertura al free software o pura tattica? Intanto, se non volete correre il rischio di essere spiati, correte a scaricarvi Linux, l’ormai noto sistema operativo del pinguino, al sito www.linux.org. È gratis! 60 Tante le pagine di personaggi noti che affollano la Rete. Ecco le più calde del momento. William Gibson, padre del cyberpunk, lo trovate al sito: www.williamgibsonbooks.co m/blog/blog.asp (e vale la pena, davvero). Sonia Cassiani (!!), per anni vergine di professione nel salotto Tv di Costanzo, scrive e risponde a: www.insonia.it Francesca Mazzuccato, scrittrice ed esperta di linee erotiche, dirà tutto a: http://francescamazzucato.spli nder.it Luca Sofri, figlio d’arte, e bloggatore di professione per Il Foglio di Ferrara (non la città), è all’indirizzo: www.wittgenstein.it (alla faccia della modestia). utilizzi più fantasiosi: Audiblog (http://audiblog.blogspot.com), si propone come alternativa democratizzata all'auditel ed il famoso Indymedia altro non è che un gigantesco blog. Il numero di blog si è espanso con progressione esponenziale soprattutto grazie ai servizi gratuiti che dal 1999 permettono anche a chi non ha competenze di programmazione web di gestirne uno. Il più famoso è www.blogger.com, mentre in Italia da poco è attivo l’ottimo www.splinder.it. Inutile dire che il fenomeno si sta proponendo come la nuova miniera d’oro della Rete e, mentre gli imprenditori cercano di spremerlo per fare soldi, le community dei blogger riflettono sull’essenza del nuovo mezzo di comunicazione che sembra stare alla carta stampata come il video digitale sta al cinema. Non è un caso che, anche in Italia, i blog più seguiti siano dei “metablog”, ovvero blog che parlano di blog. Tra questi quello di Gianluca Neri, fondatore di Clarence, The Gnu E c o n o m y (www.gnueconomy.net), e Blog.it (www.blog-it.net) che segnala gli articoli più interessanti pubblicati in Rete. Il blog di Neri è una lettura sempre interessante consigliata a coloro che volessero capire meglio il mondo del web. febbraio 2003 EROI AI TEMPI DELLE SUPERIORI offline Superyouth in Tv Clark Kent è uno studente tutto casa, scuola e missioni impossibili. Il mercoledì su Italia 1 Rosario Gallone S upergiovane. Non è certo la versione televisiva delle avventure del protagonista di una canzona di Elio e le storie tese, ma solo l’inevitabile approdo catodico di un trend partito dai comics (Ultimate Spidermandi Brian Bendis e Mark Begley azzera il passato noto per riambientare le origini dell’Uomo Ragno nel presente) e passato per il grande schermo (sempre con l’adattamento di Spider-man ad opera di Sam Raimi). Mentre il copione del Superman di Tim Burton giace in qualche cassetto (forse il suo), ecco giungere dagli Usa, prodotta dalla Warner, la serie Smallville che ci narra particolari su cui i creatori Jeremy MITI Siegel e Joe Shuster hanno sorvolato: l’adolescenza di Clark Kent. Prima del costume, prima delle cabine telefoniche, prima di Metropolis, prima del “Daily Planet” e di Lois Lane. Inevitabile approdo, non significa che Smallville sia un prodotto derivativo e nato vecchio. Al contrario, a dispetto delle innumerevoli trasposizioni delle avventure di Superman, questa, creata da Alfred Gough e Michael Watkins, si segnala per più di un motivo: il meteorite con cui Kal’el giunge CLONAZIONE DA TIFFANY Il mondo? Meno elegante da quando, in un rigido gennaio svizzero, Audrey Hepburn se ne andava a 63 anni, dieci anni fa. Un’assenza pesante a giudicare da come l’inimitabile classe dell’attrice americana sia ancor oggi punto di riferimento dello stile internazionale. Prova ne è Julian MacDonald, osannato stilista di Givenchy, che a Parigi ha presentato una collezionefotocopia dello stile “Sabrina”. Ma lei, Raeliani permettendo, resta unica. Per sempre. problemi di ogni adolescente, anche con avversari contro cui, essendo questi trasformati a causa della kriptonite, si troverà sempre in difficoltà; con un amore irrisolto per Lana cui non riesce ad avvicinarsi più di tanto Prima della mitica tutina blu. Prima di Metropolis. E dell’amore con Lois Lane. Ma la storia è già quella di un superman alle prese coi mali del mondo sulla Terra causa una serie di mutazioni a Smallville, nonché la calvizie precoce di Lex Luthor e la morte dei genitori di Lana Lang. Ragion per cui il giovane Clark dovrà vedersela, oltre che con i sia per timidezza sia perché lei porta al collo un kriptociondolo in memoria del padre e della madre; e con un’amicizia sofferta con Lex Luthor, figlio del più grosso speculatore del paese, ancora indeciso tra il bene ed il male. IL LIBRO ZIGGY STORY Finalmente in italiano, il libro definitivo per ogni fan di David Bowie che si rispetti. Il volume di Nicholas Pegg (David Bowie: l'enciclopedia, Arcana) ripercorre l’intera carriera del Duca bianco, dagli esordi ai lustri (e ai lustrini) dell’era glam di Ziggy Stardust, non tralasciando nemmeno le rade esperienze brechtiane, nei teatri londinesi, o l’ormai nutrita filmografia. Aggiornatissimo, il testo dà conto anche dell’ultimo disco della “Dama”, lo struggente Heathen. Libro da comodino. febbraio 2003 Smallville racconta gli anni scolastici di un giovane Superman. Già indifeso agli effetti della kriptonite, ma ancor più ai pericoli letali della prima cotta... David Bowie. Il glam ha il suo libro di testo. A destra: Audrey Hepburn. L’eleganza di “Holly Golightly” non ammette imitazioni Satyri.com Il sito della cattiveria BERLUSCONI: “VOGLIO SEGUIRE L’ESEMPIO DELL’AVVOCATO” L’ora di scendere in campo (santo) 100mila per l’estremo saluto a Gianni Agnelli. Un bagno di folla che oggi il Cavaliere si sogna Ma, prima che sia l’invidia a portarcelo via, Silvio ha deciso: “Adesso muoio anch’io” a cura di Corrado Morra C osì non si fa! Con una caduta di stile che non si addice affatto al suo proverbiale aplomb, Gianni Agnelli se ne è andato, attirando su di sé l’attenzione di una nazione intera. “Avere successo in questo modo, toccando le corde più basse del sentimentalismo, e speculando sulla morte, come nemmeno più la fascia pomeridiana di Rete4 fa, è fin troppo facile”, ha dichiarato Silvio Berlusconi, appena raggiunto dalla notizia. E ha ragione. Innanzitutto, non è così che un uomo serio si leva dagli impicci. Lo sanno tutti, insomma: prima che fiat Fiat (nel senso di “prima che la Fiat tiri le cuoia...”), i mercati aspettavano da tempo uno scossone. Per riprendere fiducia nel titolo sabaudo, e per vedere che cifra si riuscisse mai a spillare dalla rottamazione dell’azienda in quel di Detroit. “Ma sarebbe bastata una ricapitolazione dell’accomandita di famiglia sbotta il premier - non questa ignobile sceneggiata”. Sempre all’inseguimento del fascino, del potere (e del successo con le donne) dell’Avvocato -, il Cavaliere, già prostrato dal fatto che, anche nell’ora estrema, il Sotto: La Morte, la grande “livella”, che il premier, alla scomparsa dell’Avvocato, ha giustamente accusato di bolscevismo. Accanto: Gianni Agnelli, (sempre in anticipo sui tempi), scopre la sua lapide e, nel dipinto accanto, Napoleone, altro potente, e grande scomparso del passato, che ha acuito la voglia di Berlusconi di fare anche lui l’estremo viaggio presidente della Fiat sia arrivato prima di lui, non gliele ha mandate a dire. Dopo le esequie, che hanno visto una nazione intera rendere omaggio alla salma del grande torinese, riservando a Silvio una bordata di fischi come nemmeno il Milan ha mai beccato, e dopo che la sua agenzia di sondaggi lo informava che morire era, secondo il 70 per cento degli intervistati, un’attività estremamente ben vista, Berlusconi ha convocato una conferenza stampa. L’incontro con i giornalisti, messo a punto presso la propria residenza lombarda, ribattezzata tosto Villarcore Perosa, ha visto un clima infuocato, al punto che un osservatore attento ha commentato: “Più che una sala stampa, questa è una camera ardente”. Ma il presidente del Consiglio ha avuto parole dure anche nei confronti del cardinal Poletto che, durante l’omelia al Duomo, dal pulpito, ha praticamente citato e ringraziato tutti i potenti nel parterre, dimenticandosi proprio di lui... “Dovremo rivedere molte cose - ha giurato il Cavaliere. - Con il cardinale, il cardine della questione resta che, fino a prova contraria questo prelato si chiama Poletto, non certo Ulivetto. Con questo calo di popolarità, non possiamo più ammettere franchi tiratori...”. Ma le parole più forti, Berlusconi le ha avute per la stessa Morte: “Dobbiamo finirla di remare contro - ha sbottato. - E smetterla con queste manie comuniste di livellare gli uomini. Ci sono le differenze? E allora perché accomunare i destini di tutti? Quando mai si è visto morire chi è ricco e potente?” Ma quando, letta la perplessità generale, Gianni Letta, suo consigliere e portaparrucche personale, ha informato il presidente come sembri provato che sia destino anche dei grandi di abbracciare prima o poi la Dama con la falce, buttando giù gli esempi dell’esiziale 5 maggio napoleonico e di quel 15 marzo mica da ridere che pure toccò in sorte al potente Cesare, Berlusconi non ha avuto più perplessità e, con piglio finalmente scaltro ha annunciato: “Allora, voglio morire anch’io”. E visto che lui quando decide una cosa la fa sempre in grande stile, ha aggiunto: “Anzi faccio di più. Muoio in diretta Tv. E a reti unificate”. Saputa la cosa, Ciampi c’è rimasto male: “Le reti u n i f i c a t e toccherebbero a me”, ha fatto sapere. Un solo dubbio: chi presenterà l’evento? In pole position, il fedele Vespa, mentre Fede ha giurato che, se Silvio muore, muore anche lui. febbraio 2003 CRONACHE DELLO STRIZZACERVIP - TERZO EPISODIO Giro, girotondi DOVE ERAVAMO Il dottor X, noto psicanalista freudiano, si imbatte nel giornalista Sigismondo Gioia. Il medico, che ha in cura decine di personaggi potenti e famosi, rivela di avere clamorosi debiti da gioco. Il cronista, con la promessa di appianarli, gli propone un patto scellerato: soldi in cambio dei taccuini delle sue sedute terapeutiche. Il luminare accetta. Ed è così che il nostro giornale è riuscito a pubblicare le sconvolgenti cronache dal lettino di psicoterapia più bollente d’Italia. Siamo partiti con le rivelazioni mozzafiato di un noto imprenditore di Arcore e poi con quelle di un rampante ex sindacalista orientale, dei quali, come da accordi, abbiamo omesso i nomi. Ora tocca a un grande regista. Perso. A girare nei labirinti della sua mente malata. Sigmund Freud, il padre (e la madre) della psicanalisi 1 5 settembre 2002. Il paziente è appena entrato nello studio. So poco di lui. So che è di sinistra, che fa il regista impegnato e che, come tutti i registi impegnati, è un comico. Ha una barba curata e mocassini dello stesso tono, di un sobrio color nutella. Sbanda paurosamente. PRIMA SEDUTA “Dottore, ho bisogno di aiuto. è da una vita che il mondo gira, giustamente, intorno a me, alle mie idee, ai miei film... Ma da qualche tempo ho la sensazione che, a girarmi intorno, sia un po’ troppa gente”. “Un chiaro segno di labirintite”, lo rassicuro, e lo invito a raccontare. “Ieri ero a Roma, a Piazza San Giovanni. Eravamo io, io ed io... No, c’era anche qualcun altro, sì, c’era anche io, Paolo Sylos Labini e Paolo Flores d’Arcais... Parlavamo delle solite cose: di quanto la sinistra sia in crisi, e - cosa FUORI CORSO febbraio 2003 più importante - di quanto questa cosa qui ci abbia fornito il destro di dire finalmente anche noi, di nuovo, qualcosa più o meno di sensato, quando, all’improvviso ho avuto come la sensazione che almeno 200mila persone prendessero a vorticarmi intorno”. Ho già capito tutto: questo tipetto ha un ego così anabolizzato da stare stretto perfino a Piazza San Giovanni. Ma prima che a girare, più che lui, siano le mie sfere, è meglio darci un taglio: “Non si preoccupi. Ha avuto un semplice attacco di panico...” “Ma che cosa dice! Le parole sono importanti - mi fa. - Ha mai visto un mio film? Niente di ciò che mi riguarda può essere semplice!”. Già lo odio. (omissis) QUINTA SEDUTA “Dottore, stanotte ho sognato di essere Berlusconi. E che, in un’arringa pubblica, criticavo il gruppo dirigente dei Ds”. “È evidente che, nel suo inconscio, la figura del Cavaliere rappresenti un forte conflitto...” Non l’avessi mai detto.. Mi ha attaccato un bottone sulla “Cirami”, meno noioso soltanto del terzo episodio di Caro diario... (omissis) DIAGNOSI Nevrotico, ho la legittima suspicione che il paziente abbia tendenze suicide. In questo, figlio perfetto della sinistra italiana. E con tale mamma... LO STATINO DELLE COSE Letizia Moratti Il ministro l’aveva promesso: “Cambierò il mondo dell’istruzione”. Purtoppo è di parola. Crocifissi obbligatori in aula, docenti universitari impiegati a cronometro e l’età di scolarizzazione abbassata fino alla terza settimana di concepimento. Moralizzata la scuola, ora, si raccomanda a San Patrignano, protettore del (no) no-profit, per cambiare anche il mondo del Terzo settore. Aveva già morattizzato la Rai e l’abbiamo amata per questo. Ma ora è leggenda. L’esame: Istituzioni di diritto pubblico Voto: 30/30 Sergio Cofferati Sembra sempre il primo della classe, l’ex leader della Cgil, ma questa volta non si è preparato a dovere. Nella trasmissione Ballarò, tiene le distanze dal suo antico sodale D’Alema e non perde un’occasione per bacchettare ora questo ora quell’altro segretario di partito del centrosinistra, come se fosse lui il capo dell’opposizione e anche il capo del Governo. Ammicca, poi, con empatia confuciana ad ogni gruppo no global come neanche uno studentello al suo primo sciopero. Ma si arrampica sugli specchi quando gli chiedi la differenza vera tra partiti e movimenti. Perché non ha studiato affatto come, nella storia dell’Occidente, gli invisi partiti siano semplicemente organizzazioni nate da movimenti di uomini e di idee. Appunto. L’esame: Storia dei partiti e dei movimenti politici. Voto: 18/30 63