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«La cravatta. uomo moda potere»
19.09.14-18.01.15
Percorso espositivo
1. La cravatta. uomo moda potere
Sin dalla sua diffusione in Europa nel XVII secolo, la cravatta è il simbolo
dell’eleganza maschile. Il suo aspetto e i vari modi di annodarla non hanno cessato
di evolvere fino al XX secolo. La cravatta rimanda a norme sociali e a codici di
abbigliamento. Il fatto d’indossarla, oltre a sottolineare il proprio stile personale e i
propri gusti in fatto di moda, segnala anche l’appartenenza a un determinato ceto
sociale.
A metà del XX secolo, Como, Krefeld e Zurigo sono i principali centri di produzione
di tessuti per cravatte di alta qualità, esportati in tutto il mondo. La collezione del
Museo nazionale svizzero racchiude oggi gli archivi dei principali produttori svizzeri
di tessuti per cravatte, che documentano l’importanza che questa attività ebbe per
l’economia svizzera.
Negli ultimi decenni, la moda maschile ha riscoperto questo accessorio. Oggi i
giovani dimostrano di apprezzare la cravatta, un accessorio ormai libero dalle
convenzioni e dai rigidi codici dell’abbigliamento del passato.
2. FORME
Nel XVII secolo, i nobili francesi si ispirano alla sciarpa grossolana dei cavalieri
croati e modificano la forma di questo accessorio dell’abbigliamento militare per
introdurlo nel guardaroba maschile. A partire da quel momento la cravatta,
realizzata con stoffe pregiate ed eleganti, diventa parte integrante
dell’abbigliamento degli uomini facoltosi. La forma e lo stile delle cravatte seguono
gli sviluppi della moda e questo accessorio finisce col diffondersi in tutta l’Europa.
Nel XIX secolo l’abbigliamento dell’uomo borghese diventa più funzionale e
uniforme. Le cravatte presentano invece un’inedita ricchezza di forme e varianti.
La forma lunga e sottile in uso al giorno d’oggi appare solo nella seconda metà del
XIX secolo, quando inizia ad imporsi la giacca corta e dritta.
3. CENTRI DI PRODUZIONE ZURIGHESI
Gli schizzi, i disegni tecnici, detti messe in carta, i campionari e le stoffe
provenienti dagli archivi di importanti aziende zurighesi documentano la
produzione di tessuti per cravatte in Svizzera sin dalla fine del XIX secolo. Il telaio
Jacquard, in uso all’epoca, consente di tessere velocemente motivi piccolissimi,
complessi e variegati in una gamma di variazioni e tinte pressoché infinita.
Negli anni 1970, l’industria svizzera dei tessuti per cravatte vive il suo momento di
massimo splendore: gli Stati Uniti sono un nuovo, importante mercato e la cravatta
extra larga, di moda in quegli anni, richiede più stoffa. Negli anni 1990, le nuove
tendenze della moda e la pressione sui costi a livello internazionale provocano
perdite consistenti per l’industria della seta zurighese e la sua produzione di
cravatte. Oggi la maggior parte dei tessuti per cravatte proviene dall’Asia.
4. NODI
I tre nodi più diffusi al giorno d’oggi sono il «four in hand», il «Windsor» e il «mezzo
Windsor». Pochi a fronte delle oltre quaranta varianti in uso nel XIX° secolo, quando
numerosi manuali spiegavano come annodare correttamente una cravatta e come
scegliere il nodo più adatto alla propria personalità e statura.
Nel XX secolo il tema delle varianti di nodi viene analizzato sotto il profilo
scientifico: i fisici studiano il nodo e definiscono 85 modi per annodare una
cravatta. La questione suscita ancora un certo interesse ai giorni nostri: un gruppo
di scienziati ispiratosi al film di fantascienza «The Matrix» ha presentato, nel 2013,
una sorprendente serie di 177’147 nodi possibili.
5. GERARCHIA
L’abito e la cravatta indicano la posizione sociale dell’uomo che li indossa. Nella
seconda metà del XIX secolo, la cravatta diventa in Inghilterra il simbolo di
appartenenza a circoli sportivi e di caccia, a divisioni e compagnie militari o ancora
a scuole e università. Le combinazioni cromatiche, i motivi e gli emblemi di queste
cravatte non sono mai casuali.
A differenza dei paesi anglosassoni, questa tradizione stenta ad affermarsi sul
continente, dove il fatto di indossare una cravatta, salvo nelle uniformi, è molto
meno codificato. Ciononostante, anche qui la cravatta è d’obbligo nelle funzioni di
rappresentanza e nelle occasioni ufficiali.
6. MODA FEMMINILE
Così come avviene per la moda maschile, le prime cravatte per donna appaiono nel
XVII secolo nell’ambito di occasioni ben precise. A corte, le nobildonne annodano
intorno al loro collo nastri di seta. La cravatta femminile è inoltre parte integrante
del guardaroba da caccia e da equitazione.
Sulla scia dei primi moti emancipatori del XIX secolo, l’uso dell’accessorio indugia
tra convenzione e ribellione: le donne indossano sia cravatte femminili riccamente
decorate, sia cravatte di foggia maschile - lunghe o a farfallino - quale simbolo di
emancipazione e di uguaglianza tra i sessi. Nel XX° secolo il margine
d’interpretazione si fa più ampio e la cravatta esordisce nelle sfilate di moda come
accessorio versatile.
7. MUSICA PUNK E ROCK
Grazie al rock, la cravatta attira molti nuovi accoliti annullando in tal modo ogni
frontiera sociale. I primi fan del rock’n’roll, i «Teddy Boys», la adottano negli anni
1950 e anche i «Mods», appassionati di soul e rhythm’n’blues, ne fanno un
elemento essenziale del proprio look. Negli anni 1960 i Beatles impongono
l’immagine del musicista in giacca e cravatta. Negli anni 1970 e 1980 i musicisti
punk integrano la cravatta nel loro stile ribelle. Star come Bryan Ferry o Patti Smith
trasformano questo accessorio in un contrassegno della propria singolarità.
Oggi molti gruppi di successo tornano a puntare sul look in cravatta. Una scelta che,
oltre a conferire loro un tocco di originalità, associa la cravatta a un’immagine
«cool» anche al di fuori della scena musicale.
8. COLLEZIONI
Le cravatte e le spille da cravatta sono anche ambiti oggetti da collezione. In linea
di massima si distinguono due tipi di raccolta: da un lato quelle costituite dalle
cravatte acquisite nel corso degli anni per essere indossate, che rispecchiano la
personalità di chi le ha scelte; dall’altro quelle più sistematiche, allestite in base a
criteri tematici, artistici o tecnici.
Come i gemelli o l’orologio, la spilla da cravatta fa parte dei gioielli destinati
all’uomo. Apparsa alla fine del XVIII secolo, si declina in materiali pregiati e in una
grande varietà di forme e dettagli.
9. OPERE D’ARTE E CRAVATTE D‘ARTISTA
Se nei ritratti del 18° e 19° secolo la cravatta svela soprattutto lo status sociale di
chi la indossa, in quelli del 20° secolo essa non da più informazioni così univoche
sui soggetti. All’interno del quadro, la cravatta sottolinea individualità e
personalità e viene impiegata come elemento di composizione.
Nel 20° secolo la cravatta diventa terreno di espressione degli artisti che la
utilizzano per rafforzare il legame tra arte e vita. In Italia, i futuristi inventano
persino cravatte dalle forme inedite.
Nella seconda metà del 20° secolo, gli artisti si occupano della funzione sociale
della cravatta e delle condizioni per indossarla, tematizzando la sua perdita
d’importanza e di significato. Dagli anni ’60 questo accessorio viene generalmente
recepito quale simbolo dello stile di vita borghese e della definizione di genere.
10. ATTUALITÀ
Se alla fine del XX secolo la cravatta non fa più tendenza, essa torna alla ribalta
all’inizio del XXI secolo. Ormai libera da connotazioni quali il rango sociale o
gerarchico, il conformismo e il codice di abbigliamento, la cravatta diventa un
elemento di stile ludico, le cui possibilità interpretative sembrano illimitate.
Più che i motivi eccentrici, sono oggi le forme, i materiali e i nodi a spingere verso
nuove sperimentazioni. I giovani in particolare adottano la cravatta non per obbligo,
ma con disinvoltura e nonchalance. La cravatta torna così a essere l’accessorio
versatile e poliedrico che era all’inizio della sua storia.