Curcuma (Curcuma longa L.) e sistema epatobiliare La Curcuma è

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Curcuma (Curcuma longa L.) e sistema epatobiliare La Curcuma è
Curcuma (Curcuma longa L.) e sistema epatobiliare
La Curcuma è una pianta perenne dell’Asia appartenente alla famiglia delle
Zingiberaceae, utilizzata per le sue proprietà alimentari, cosmetiche e mediche. La
curcuma è dotata di un rizoma contenente tra i principi attivi, curcuminoidi
(curcumina, demetossicurcumina e bisdemetossicurcumina) e costituenti tipici quali,
amidi, proteine, zuccheri, fibre, resine e un olio essenziale. L’olio essenziale è un olio
volatile ricco di sequiterpeni monociclici o derivati ossigenati (turmerone,
zingiberone, atlantone) e flavonoidi. Tra i curcuminoidi, studi clinici hanno
dimostrato che la curcumina esercita sul sistema epatobiliare diversi effetti
fondamentali, ovvero, effetto epatoprotettivo, coleretico-cologago, anti-fibrotico,
antinfiammatorio, antiossidante e anticarcinogenetico.La sua azione epatoprotettiva è
dovuta all’attività antiossidante e alla capacità di inibire la formazione di citochine
pro-infiammatorie. La curcumina può essere utilizzata nelle intossicazioni da alcol,
dieta iperlipidica, ferro e veleni, azione svolta attraverso l’induzione di enzimi di fase
II (glutatione trasferasi, eme-ossigenasi). L’effetto coleretico-colacogo della curcuma
è dovuto ai prodotti di scissione della curcumina, gli acidi ferulico e idroferulico,
dotati di proprietà colecistocinetiche, che determinano la contrazione e lo
svuotamento della colecisti, e il para-tolilmetilcarbinolo ad attività coleretica.
Un’altra azione importante della curcumina è quella antifibrotica, essa infatti attenua
la fibrosi epatica, andando ad inibire il TGF-β (fattore beta di crescita neuronale). Il
pleiotropismo della curcumina, ovvero la capacità di interazione con numerosi
bersagli
molecolari,
risulta
essere
molto
importante
nella
sua
azione
antinfiammatoria. La curcumina sopprime l’azione del NF-kB, (fattore nucleare di
trascrizione ubiquitario), che promuove l’espressione dei geni per gli enzimi che
sintetizzano gli eicosanoidi e l’ossido nitrico: la ciclo-ossigenasi (COX-2), la
lipoossigenasi (LOX) e la sintasi inducibile dell’ossido nitrico (iNOS). L’attività di
NF-kB è inibita dalla chinasi I-kB, su cui agisce la curcumina. Inoltre, la curcumina
blocca l’espressione genica di numerose citochine infiammatorie, tra cui il TNF-α,
l’IL-1, l’IL-8 e le metalloproteinasi. Un altro effetto importante della curcumina è
quello antiossidante, che è stato paragonato in misura notevolmente superiore, a
quello della vitamina-C e della vitamina-E. L’azione antiossidante della curcumina lo
si ha soprattutto a livello degli epatociti e ciò è legato alla sua stessa struttura
chimica, dotata sia di due gruppi idrossifenolici sia di un gruppo dichetonico. Questa
duplice dotazione all’interno della molecola di curcumina determina la proprietà
tipica di interrompere la catena ossidante, azione svolta attraverso la perossidazione
lipidica a livello epatocellulare, l’ossidazione dell’emoglobina e il mantenimento
dell’attività di enzimi antiossidanti (glutatione perossidasi, catalasi e superossido
dismutasi). Della curcumina,infine, è anche noto l’effetto antitumorale che può essere
interpretato da un punto di vista antiinfiammatorio. Essa infatti agisce da
antitumorale attraverso l’inibizione di NF-kB, COX e LOX, la riduzione di
produzione di citochine attive sul tumore e la down-regulation di enzimi come la
proteina chinasi C, attiva nell’infiammazione e nei tumori. La curcumina agisce in
diversi stadi della cancerogenesi, infatti, negli stadi dell’iniziazione e della
promozione tumorale controlla le fasi I e II di detossificazione dei carcinogeni e dei
mutageni e down-regola i fattori di trascrizione attivati dai radicali liberi, mentre
negli stadi di promozione e progressione, riduce l’estensione e la frequenza dei
tumori, inducendo apoptosi tramite NF-kB ed altri fattori di trascrizione. Studi in
vitro e in vivo hanno dimostrato che la curcumina contrasta l’angiogenesi,
interferendo con lo sviluppo neoplastico. Ciò è stato dimostrato nel carcinoma
epatocellulare, in cui la curcumina ha ridotto significativamente la crescita tumorale.
La curcumina è stata, inoltre considerata un agente con cui intervenire precocemente,
ovvero prima del periodo invasivo, attraverso la chemioprevenzione. Molto
interessante è l’effetto radio-protettivo della curcumina sui tessuti sani e radiosensibilizzante su quelli neoplastici. Un ruolo importante è rivestito dagli oli
essenziali di Curcuma presenti nella pianta possiedono tra i costituenti chimici
essenzialmente terpenoidi, che hanno basso peso molecolare. Questo permette il loro
facile trasporto attraverso le membrane cellulari per indurre differenti attività
biologiche. Essi, inoltre, stanno guadagnando interesse come antiossidanti naturali e
conservanti alimentari per la loro sicurezza rispetto agli additivi alimentari sintetici.
L’olio essenziale di Curcuma viene estratto dal rizoma della pianta per distillazione a
vapore. Studi clinici hanno dimostrato che il composto principale presente nell'olio
essenziale era l’ar-turmerone. E’ noto che i radicali liberi prodotti a causa della
sovrapproduzione di specie reattive dell'ossigeno indotto dall'esposizione a sostanze
ossidanti esterne o a causa di un problema dei meccanismi di difesa sono gli agenti
che causano malattie tra cui artrite, shock emorragico, malattie cardiache,
invecchiamento, morbo di Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, immunità alterata,
ulcera gastrica, infiammazione, cataratta, e cancro. A tal proposito è possibile quindi,
ridurre i rischi di malattie croniche e prevenire la progressione della malattia
migliorando la difesa antiossidante naturale del corpo o completando con
antiossidanti alimentari. L’olio di Curcuma mostra significative attività antiinfiammatorie nei modelli di infiammazione sia acuta che cronica. NO, superossido
(O2-) e il perossinitrito (ONOO-), loro prodotto di reazione sono generati in eccesso
durante la risposta dell'ospite contro infezioni e stati infiammatori. In modelli acuti, si
è visto come la carragenina e il destrano inducono edemi nella zampa di topo che poi
sono stati ridotti dalla somministrazione di olio di curcuma. In particolare la
carragenina è nota per il suo effetto bifasico, infatti, la prima fase è mediata dal
rilascio di istamina e di serotonina e il rilascio di chinine, mentre la seconda fase è
mediata dal rilascio di prostaglandine, proteasi, e radicale superossido, ciò quindi,
suggerisce la capacità di inibire i mediatori infiammatori e l’attività scavenger dei
radicali liberi dell’olio di Curcuma. Studi clinici hanno rilevato che l’esposizione a
lungo termine con un eccesso di alcol porta alla malattia epatica alcolica (ALD), un
problema di salute globale senza efficace approccio terapeutico. ALD è sempre più
considerata come un processo patologico complesso e sfaccettato, che coinvolge lo
stress ossidativo, l’infiammazione e l’eccessiva sintesi degli acidi grassi. Negli ultimi
dieci anni, i farmaci a base di erbe hanno attirato molta attenzione come potenziali
agenti terapeutici nella prevenzione e nel trattamento di ALD, grazie alla loro
capacità di colpire bersagli multipli e agli effetti collaterali meno tossici. Diverse
erbe, tra cui anche la Curcuma longa L. hanno dimostrato di essere molto efficaci e
vengono ampiamente utilizzati oggi in Cina per il trattamento di ALD quando usate
da sole o in combinazione. La sicurezza della curcuma è stata valutata sull’animale e
sull’uomo in numerosi studi anche con dosi molto elevate. La curcumina non provoca
grave tossicità anche con un dosaggio di 8 grammi per 3 mesi. In letteratura si
ritrovano rare segnalazioni e questa non tossicità ha consentito al fitocomplesso di
entrare nella classificazione del National Cancer Institute relativa alle sostanze
“sicure”. Presenta inoltre, una buona tollerabilità ed eventi avversi molto bassi (in
particolare a livello GI). Questo profilo di sicurezza positivo è uno dei motivi per
espandere l’uso tradizionale della curcuma.
Bibliografia
Testi
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Articoli scientifici
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