Trillo 01
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Trillo 01
GENNAIO 2010 FOGLIO DELLA COMUNITÀ AUTOGESTITA DELLA NAZIONALITÀ ITALIANA COMUNITÀ DEGLI ITALIANI “GIUSEPPE TARTINI” DI PIRANO BOLLO PAGATO PRESSO L’UFFICIO POSTALE 6330 PIRANO S T A M P E Informiamo i gentili lettori che il nostro mensile Il TRILLO può venir letto in forma elettronica sul sito della Comunità, all’indirizzo: www.unione-italiana.org/pirano POŠTNINA PLAČANA PRI POŠTI 6330 PIRAN PLINIO TOMASIN, IN MEMORIAM di Bruno Fonda È con grande dolore e profondo cordoglio che abbiamo accolto la notizia della scomparsa del nostro Plinio Tomasin: figura importante, fondamentale, essenziale, integerrima, per la vita, lo sviluppo e la crescita di questo nostro gruppo nazionale, attraverso tutta la sua difficile storia, le peripezie che questa nostra comunità ha dovuto affrontare e superare e perché no, anche attraverso i suoi successi. Ho conosciuto Plinio, già come studente, allora, e ancora prima come membro del Circolo Italiano di Cultura: e quanto mi è rimasto impresso nella mia memoria è il suo zelo, la sua intraprendenza, la sua sagacia nell’ affrontare e risolvere tutti i problemi della nostra piccola comunità. Dove sembrava impossibile arrivare, Plinio Tomasin con grande arguzia e caparbietà riusciva nell’intento: risolveva….perché ha risolto tantissimi dilemmi che il nostro cammino di minoranza ha registrato ed ha dovuto affrontare. T I S K O V I N A Numero 1 - ANNO XX Ma quanto mi colpiva di lui era la sua fede negli ideali, i suoi fermi propositi nel perseguirli, la profonda tenacia nel realizzarli….. ma al di là da tutto ciò, quanto più ci piaceva ed affascinava di Plinio è stata la sua grande umanità, il suo essere semplice, il suo essere sempre accanto a tutti, trovando per tutti una parola giusta ed è forse questa sua qualità che lo ha fatto sentire vicinissimo a noi, uno di noi, nella nostra non facile lotta di essere minoranza. La tua dipartita caro Plinio significherà per questa minoranza un vuoto incolmabile, perché insostituibile è stato il tuo operato. Grazie Plinio, da parte di noi tutti. Presentazione del numero straordinario “LASSA PUR DIR” sul gemellaggio tra Aquileia e Pirano (24 IV 1983). Pag. 1 L’ULTIMO SALUTO A PLINIO TOMASIN di Alberto Manzin Permettetemi di pronunciare, a nome del Comune di Pirano ed a nome mio personale, l’ultimo saluto a Plinio Tomasin. Nato nel 1926 a Ronchi dei Legionari, Plinio ha partecipato alla Lotta popolare di liberazione ed è stato il primo sindaco di Pirano nel secondo dopoguerra. E dev’essere stata una sfida, fare il sindaco di una città che si stava rapidamente svuotando, dove bisognava riorganizzare la vita in tutti i suoi aspetti. Da rifondare la banda cittadina, i circoli culturali, i pompieri, i club sportivi, a risolvere problemi ben più importanti, esistenziali per la popolazione, quali casa e lavoro. Per più di un decennio è stato presidente della locale Comunità degli italiani, ha ricoperto cariche importanti in seno al consiglio comunale ed è stato deputato all’Assemblea repubblicana (l’odierno parlamento). Una lunga carriera politica per la quale è stato insignito di numerose decorazioni e onorificenze, ma durante la quale non ha mai dimenticato i diritti particolari della nazionalità autoctona di questo territorio. In tutte le piccole città le sorti delle persone si intrecciano, così anche per noi a Pirano. Dopo la mia parentesi infantile, durante la quale Lidia mi ha accudito all’asilo, mentre mia mamma insegnava a scuola ai suoi figli, ci siamo riavvicinati con Plinio una ventina d’anni dopo. Lavoravo già da un paio d’anni dopo aver finito l’università, Plinio era ormai in pensione, ma sempre attivo nella vita pubblica e pieno di idee, come decenni prima, quando aveva promosso il gemellaggio con Aquileia (molto ardito per i tempi che correvano) e la collaborazione sportiva con Ronchi, sua città natia. Pronto ad ascoltare, con rispetto e meditata attenzione, mai aggressivo, ma nemmeno accomodante, ha espresso sempre con chiarezza le sue idee ed i suoi sentimenti, confrontandosi serenamente con le opinioni altrui, in ogni situazione. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per il nostro comune e per i suoi abitanti. Grazie Plinio. A PLINIO di Mario Candotti A nome dell’ANPI Prov. di Gorizia unitamente alla sezione di Ronchi al quale Plinio è iscritto. Porgo le più sentite condoglianze alla sua compagna Lidia, ai figli Valda, Guglielmo e Ketty con i loro rispettivi coniugi, alla sorella Maria Pia e più in là ai nipoti e pronipoti del bisnonno Plinio. Plinio amici d’infanzia sempre gioviale e sorridente. Quando ho saputo del suo male, mi son detto No! È impossibile con quel carattere allegro stampato sul suo viso! Purtroppo era vero. Mi ricordo le marachelle da ragazzi, al gioco del calcio, suo gioco preferito, si comprava il pallone in comunale dopo la raccolta di residui bellici. 100 ballini di piombo 1 lira, un tanto per il pallone 60 cent. Cine il resto, castagne secche e giochi tal castel della fabrica a Vermean. Balon, pendul, sčinche e quant’altro improvvisato. A 14 anni apprendisti in cantiere, è l’inizio della guerra, i giochi da Pag. 2 ragazzi sono messi a parte, siamo giovincelli, ed eravamo un bel gruppo de muli. Io, Millo, Melio, Ugo, Silvano, Bepi, Piero, Mario, Arturo, Renzo, Valdi e Plinio. Altri svaghi altre vedute, la guerra incombe, si comincia a ragionare e capire. Caduta del fascismo 8 settembre. Inizia la Resistenza, una buona parte del gruppo va in montagna. Ecco adesso, con il seguito degli avvenimenti che citerò, il legame tra la sua e la mia famiglia. Alla battaglia di Gorizia, sul ponte del Vipacco a Merna mio fratello muore combattendo. Plinio è con lui. 24 maggio ’44 rastrellamento, 70 Ronchesi sono deportati: donne ad Auschwitz, uomini a Dachau fra i quali io e mio padre, padre e fratello Valdi di Plinio. Con Valdi divido i giorni tragici della deportazione, fame, freddo freddo e fame, angherie immani. A poco tempo della liberazione Valdi subisce un brutale pestaggio, che già minato fisicamente non ce la fa. Non ce la fanno neanche i nostri genitori. Al rientro a Ronchi ho l’ingrato compito di riferire a sua madre Giuditta. E Plinio mi racconta come è morto mio fratello Renzo. Erano assieme combattendo contro i cetnici. E Plinio apprende anche che l’altro fratello, Giuseppe è caduto a Salerno con il C.I.L. Ecco! Che oltre l’amicizia che mi univa a Plinio è un qualcosa in più che ci ha legato. Posso essere indifferente questo? Posso dimenticare? Ciao Plinio a L’ULTIMO SALUTO A PLINIO TOMASIN 27-VIII-1926 / 10 –I- 2010 di Rosi Kandus e Luisella Ravalico La nostra Comunità nazionale è di nuovo in lutto: il nostro amato PLINIO TOMASIN ci ha lasciato. La data del trapasso è il 10 gennaio. Caro Plinio, dopo lungo periodo d’infermità ti sei addormentato per sempre. La morte che mai si accetta, ha spezzato il filo della tua vita e ci ha colpito nel più profondo del cuore. È con vero dolore che siamo qui riuniti per rivolgerti l’estremo ma il più affettuoso saluto degli appartenenti alla Comunità degli Italiani »Giuseppe Tartini« di Pirano, degli amici e della cittadinanza tutta. Nel tuo vivere deciso ma affabile hai trascorso la tua esistenza confortato dall’amore di Lidia, la tua cara consorte, e dai tuoi diletti figli Valda, Guglielmo e Ketty e da tutti gli altri tuoi familiari e parenti ai quali esprimiamo il nostro cordoglio più profondo. Caro Plinio, se ne va con te un altro testimone del nostro tempo, una colonna che ha saputo sfidare le vicissitudini della storia. Noi faremo tesoro della tua esperienza, ricordando e tramandando ai posteri i valori storico-sociali della nostra generazione. Sempre corretto, dispensatore di positività, affrontavi sicuro le sfide che si presentavano e che risolvevi con quel solito modo di porti – semplice ma determinato. Eri un uomo felice di vivere, buon padre e lodevole capofamiglia. Presidente della C.I. di Pirano dal 1960 al 1968 e dal 1982 al 1986 ne curavi l’esistenza e la continuità nell’ impegno di salvaguardare i valori della nostra italianità. Sempre propositivo, alla gioventù che ti attorniava – infondevi il rispetto per le conquiste della Lotta Popolare di Liberazione. Nascevi a Ronchi dei Legionari il 27 agosto 1926 – 84 anni fa. Crescevi in una famiglia di Pag. 3 lavoratori assieme ai fratelli Giuseppe, Valdi e Maria Pia. Tuo fratello Valdi insieme a tuo padre Guglielmo non faranno mai più ritorno da Dachau . In giovanissima età, quando oramai infuriava la guerra, hai voluto dare il tuo contributo di combattente e sei diventato un audace e fiero giovane partigiano. Cominciava così per te un nuovo capitolo di storia. E da giovane spensierato ti trasformavi in un giovane impegnato, pronto anche a sacrificarti per gli ideali di libertà, giustizia e fratellanza. Stringevi forte forte la bandiera che con il tricolore italiano con la stella rossa simboleggiava la nuova volontà di libertà e giustizia. Entravi risoluto e fiero nel Battaglione d’assalto GaribaldiTrieste che più tardi diventò Brigata. I giovani partigiani, sempre più numerosi, entravano nel Fronte Popolare di Liberazione gridando e cantando forte la loro fede, abbracciavano la causa per la liberazione dall’invasore nazifascista. Ben presto diventavi vicecomandante del Battaglione della GAP (Gruppo d’azione popolare) con compiti particolari che esigevano molto coraggio, prodezza e fede nella vittoria. Le azioni del GAP ebbero molta risonanza nella popolazione della regione Friuli Venezia Giulia e gli atti di eroismo dei giovani partigiani assicuravano la popolazione e la confortavano nelle difficoltà della guerra. Plinio grazie al tuo valore eroico sei diventato una personalità di primo piano nei testi storici della Resistenza. Nel dopoguerra Plinio si stabiliva con la giovane famiglia a Pirano. Questa diventò ben presto la sua città natale. Infatti dedicò tutta la sua opera di valente cittadino al benessere e alla prosperità della città. Amato e rispettato fu subito nominato a cariche di responsabilità nel campo dell’economia e dello sviluppo – non solo in ambito comunale , ma anche costiero e repubblicano. Dal 1950 in poi svolse per ben due mandati la carica di Presidente dell’Assemblea comunale di Pirano che oggi trova il suo omologo nel sindaco. Nonostante i numerosi impegni molto care gli erano le attività sportive, dove era impegnato personalmente, e soprattutto dove promuoveva nei giovani l’entusiasmo e l’amore per lo sport. Contemporaneamente offriva la sua esperienza politica di valoroso ex combattente nell’ Associazione dei Combattenti della LPL (lotta popolare di liberazione) del Comune di Pirano. Per il suo operato è stato insignito di numerose onoreficenze. Tra le tante: ¤ quella dell’ Ordine al valore (1946), ¤ per meriti verso il popolo con stella d’argento (1946), ¤ della fratellanza e dell’unità con serto d’argento (1949), ¤ per meriti verso il popolo con serto d’argento (1954), ¤ Ordine della repubblica con serto d’argento (1964), ¤ Ordine del lavoro con serto d’oro (1970), ¤ nonchè la targa dell’Associazione dei combattenti della Slovenia. Ti ricorderemo per il rispetto e l’amore per la nostra Pirano che come spesso ripetevi, non avresti mai abbandonato per nessuna cosa al mondo. Oggi ci lasci nella mestizia e nel dolore. Ci mancherà la tua presenza di persona cara e bonaria. Caro Plinio, non ti dimenticheremo. (Testo del discorso ridotto) PLINIO NEI MIEI RICORDI di Ondina Lusa Ricordo Plinio Tomasin sempre intento a portare avanti tantissime attività legate soprattutto alla nostra comunità. Una delle azioni da lui promosse è stato il gemellaggio di Pirano con Aquileia. Il gemellaggio con Aquileia è stato uno degli anelli che ci ha visti partecipi con le nostre attività (coro, filodrammatica, incontri degli alunni sia a Pirano che ad Aquileia); tali contatti hanno fatto sì che si instaurassero rapporti e vincoli di amicizia che si protraggono tutt’ora. Meritevole dunque di tutti i contatti Pag. 4 e attività che si sono sviluppate a seguito di tale iniziativa. In occasione del quinto anniversario del gemellaggio, Plinio si è prodigato per la realizzazione della pubblicazione “Ponti di amicizia” affinché uscisse in versione trilingue con il coinvolgimento delle autorità comunali di entrambe le cittadine. Desidero ricordare questa particolarità dell’attività di Plinio che mi aveva coinvolta quale redattore responsabile del Lasa Pur Dir pubblicazione della Comunità degli italiani di Pirano. STUDENTI AMERICANI IN COMUNITÀ di Alberto Manzin All’inizio di gennaio ci ha fatto nuovamente visita una delegazione di studenti americani del Minnesota. Affascinati dai racconti dei loro compagni venuti in visita l’anno scorso hanno voluto ripetere la piacevole l’esperienza. Gli studenti stanno approfondendo il tema dell’identità nazionale ed in special modo nelle aree di confine. Tema questo alquanto arduo da comprendere per chi proviene da uno stato vastissimo e multietnico quale gli Stati Uniti d’America. Gli ospiti sono stati ricevuti a Casa Tartini dal vice-sindaco, Alberto Manzin che ha illustrato loro l’organizzazione e le attività della CNI in Slovenia e Croazia. La relazione è stata incentrata sulle particolarità della nostra minoranza autoctona, sulla tutela legislativa di cui godiamo e sulla sua altalenante applicazione pratica. È stata toccata anche la divisione della Comunità nazionale italiana in due stati e gli sforzi profusi per mantenerne l’unitarietà. Sono state presentate le organizzazioni e le attività sia politiche che culturali sul territorio, come pure le nostre istituzioni (asili, scuole, radio e TV). Le domande degli studenti si sono polarizzate su tre temi fondamentali: gli eventi storici che hanno determinato la presenza del nostro gruppo nazionale al di fuori dei confini statali italiani, la tutela costituzionale delle minoranze in Slovenia e l’inclusione degli appartenenti alla CNI nella vita sociale e politica del paese. Ne è seguito un interessante dibattito al fine di comprendere meglio la convivenza / tolleranza tra le minoranze ed il popolo di maggioranza in Slovenia. Dopo aver visitato Casa Tartini e palazzo comunale, la delegazione studentesca si è recata a Trieste per un incontro simile presso le istituzioni slovene in Italia. SAGGIO DI PIANOFORTE IN CASA TARTINI di Milly Monica Iniziato l’anno in Casa Tartini con il saggio degli allievi di pianoforte guidato da Milly Monica. Al numeroso pubblico si sono presentati i ragazzi del corso: Nastja Levanič, Maria Monica Mariotti, Eva Amanda Pocecco, Aurora Lovrečič, Mari Ana Mezek, Serena Protič. Hanno eseguito brani di: Suchon, Goedicke, Mozart, Chopin, Bach, Bastien, Turk, Karamanov, Schmitt, Brimhall. Dopo le vacanze di Natale e di Capodanno, periodo di spensierato svago, i pianisti si sono esibiti per festeggiare insieme a parenti e conoscenti il »Didodeso«, l’Epifania che tutte le feste porta via. Ospiti gli allievi del corso di pianoforte della CI di Momiano, Gabiele Circota, Donatella Krastič e Virginia Prodi. A concludere in bellezza la serata è stato Davide Circota, allievo della scuola di musica di Zagabria con un impegnatissimo brano Hačaturjan. Augurando un sereno anno nuovo a tutti i partecipanti è stata consegnata una »calza della befana« (la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte...) dalla graziosa valletta d’occasione Anna Klarica. Per l’improvvisa scomparsa di ANDREJ ROJEC la Comunità degli italiani esprime le più sentite condoglianze alla famiglia. Noi ex allievi del Liceo scientifico di Pirano ricordiamo con simpatia ANDREJ ROJEC che è stato nostro insegnante di lingua inglese e ci doliamo della sua scomparsa. RINGRAZIAMENTO Ringrazio, assieme ai miei figli ed alle loro famiglie, tutti coloro che ci sono stati vicini in questo triste momento. Infinitamente grati agli Amici di pesca, alla Comunità degli Italiani di Pirano, alla Scuola Vincenzo e Diego de Castro, all’asilo la Coccinella di S. Lucia, al Collettivo del Casinò di Portorose, alla Comunità locale di Portorose, ai nostri parenti, ai nostri amici, agli alunni di tempi lontani ed ai conoscenti tutti. Jolanda Ravalico Rojec Pag. 5 L’ ANGOLINO DELLE NOSTRE SCUOLE DICEMBRE IN PRIMA CLASSE creeremo delle maschere guidati dalla mamma di Anna e presenteremo la nostra scuola. L’otto dicembre per noi della prima classe è stata una Se non siamo in ritardo, vorremmo cogliere giornata davvero particolare. Al mattino è venuta a l’occasione per augurare a tutti un sereno 2010. trovarci a scuola la mamma di Aurora. Assieme a lei abbiamo preparato dei biscotti alle mandorle e dei GLI ANIMALI FORTUNATI pasticcini al cioccolato. Dopo aver impastato tutti gli APPRODANO AL LABORATORIO ingredienti sotto l’occhio vigile della nostra ospite, L’INVENTASTORIE abbiamo infornato le nostre squisitezze e in pochi minuti il profumo si è diffuso per tutta la scuola. L’anno nuovo ha già portato una nuova storia al Sembrava davvero di stare in una pasticceria. Al pomeriggio siamo ritornati a scuola assieme laboratorio L’Inventastorie, nata l’11 gennaio 2010, ai nostri genitori e ad alcuni bambini, genitori ed intitolata Gli animali fortunati i cui autori sono Anna, insegnanti del gruppo degli Aquiloni dell’asilo. Lana Maria, Thomas e Lorenzo. I piccoli Inventastorie Guidati dalle insegnanti Liliana, Daniela e Doriana hanno conosciuto alcuni animali particolari quali il abbiamo creato tanti biglietti d’auguri usando colori, fenicottero, il cuculo, il pellicano, lo struzzo, la donnola foglie e rametti essiccati, pizzi e … chi più ne ha, più e l’upupa che si sono ritrovati nel bosco in una giornata invernale molto fredda. Cosa potevano fare in una ne metta. Al termine abbiamo naturalmente offerto a tutti i situazione simile? dolcetti preparati al mattino e dobbiamo dire che Ecco la storia: Gli animali fortunati sono stati molto graditi. Quasi tutti i biglietti creati In una fredda giornata invernale il fenicottero Paolo, sono invece stati venduti nel corso della festa di il cuculo femmina Lisa, il pellicano Luce, lo struzzo Santa Lucia. Vi inviamo alcune foto con noi al Formica, la donnola Gondola e l’upupa Cristiana si lavoro al mattino, mentre prepariamo i dolci e al incontrano casualmente nel bosco. Gli animali hanno pomeriggio mentre creiamo i bigliettini assieme ai bisogno di una tana dove passare la notte, di una nostri genitori. L’ultima foto è una panoramica con pelliccia e di una coperta per coprirsi, e anche di cibo i nostri dolci… sperando di farvi venire l’acquolina perché hanno fame. Il pellicano Luce invita gli altri animali a casa sua per passare la notte. Lui ha una in bocca. Un’altra giornata davvero speciale è stata il 23 grande casa nel bosco con la piscina e, vicino ad essa, dicembre. In quell’occasione è venuta a trovarci la c’è anche il ruscello. Accanto alla casa inoltre si trova mamma di Laureen. Assieme a lei abbiamo creato una torre in cui gli animali possono dormire. Nella dei bellissimi alberelli di Natale usando una rete torre ci sono molti letti. metallica, dei rami di abete norvegese, piccole Quando gli animali arrivano a casa sua, si sistemano. pigne, semi e altre piccole decorazioni. Abbiamo Tutti hanno fame e il pellicano Luce, che ha un grande lavorato intensamente per ben due ore. Alla fine becco in cui può portare tanti pesci, va a pescare nel però eravamo molto soddisfatti del risultato ottenuto. ruscello vicino. Lo struzzo Formica cucina molto bene. Dunque, lui farà il cuoco e la donnola Gondola farà la cameriera: servirà la cena ai tavoli agli altri ospiti. Anche l’upupa Cristiana avrà un compito importante: lei dovrà riordinare tutto, anche le stanze da letto. Quando finiscono di cenare, tutti insieme vanno a guardare la televisione e guardano i cartoni animati su Rai Gulp. Il giorno seguente il tempo non migliora. Piove e fa molto freddo. Il pellicano Paolo è molto gentile e non manda via gli animali perché sono bravi e sono suoi I classe amici. Decidono di rimanere lì per sempre. Insieme SE«Vincenzo e Diego de Castro«, Lucia potranno giocare, lavorare e divertirsi… ed essere per sempre felici e contenti. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore le Cari bambini, vi attendiamo lunedì 15 febbraio 2010 due mamme che si sono rese disponibili e ci hanno alle ore 17.00 presso la Scuola dell’Infanzia »La fatto trascorrere due giornate veramente speciali. Coccinella« di Sicciole per il nostro Laboratorio. Ricordiamo infine che per il mese di gennaio stiamo Venite numerosi per creare, giocare, scherzare … preparando un altro incontro al quale saranno invitati ti aspettiamo impazientemente! Le maestre Elena e Mariella pure i bambini “grandi” dell’asilo. In quell’occasione Pag. 6 I SQUERI A PIRANO di Nini Rossi Pirano, città cresciuta su una penisola circondata dal mare, per potersi sviluppare, ha dovuto possedere una sua flotta marittima, già nei tempi passati, costituita di varie imbarcazioni in legno, bragozi, batane, chiate, trabacoli, bastimenti, i quali erano fonte di vita per i piranesi. Il commercio si svolgeva prevalentemente per via mare ed era molto sviluppato già ai tempi del dominio veneto, per il trasporto di legname e pietra per la stessa costruzione di Venezia, per non parlare della pesca, del trasporto del sale, la cui produzione era una delle più importati fonti di guadagno. I marinai piranesi erano molto conosciuti, nell`area mediterranea, per la loro capacità di naviganti. Pirano, grazie al suo sale, che fu fonte di ricchezza, ha potuto progredire, costruendo la cittadina, con le sue mura, chiese, palazzi, abitazioni ed infrastrutture pubbliche che per quei tempi erano all`avanguardia... Per costruire le imbarcazioni esistevano i cantieri, chiamati squeri, in cui venivano prodotti e riparati vari tipi di barche. Questi erano dapprima localizzati nella stessa città, poi trasferiti un po` fuori, verso Portorose. Anche a quei tempi, per costruire le imbarcazioni esistevano maestranze di grande esperienza e capacità anche se le varie strutture non erano a livello odierno, sviluppate grazie al progresso... Nei cantieri o squeri, dello scorso secolo, ed anche prima, quando erano in voga imbarcazioni in legno e non in ferro, venivano praticati dei mestieri che ora non esistono più o vanno scomparendo. Nelle seguenti righe cercherò di illustrarli. I più importanti erano i Maestri d`ascia, i quali trasformavano i tronchi di legno dandone le svariate forme necessarie, come alberi per la velatura, corbe e fasciame per gli scafi, remi, timoni ecc...Il loro attrezzo principale era l`ascia. Un detto: L`ascia, chi no la sa doperar, che la lascia.... Poi, i Calafati, un mestiere speciale, senza il loro contributo, i bastimenti non potrebbero galleggiare e non erano impegnati solo negli squeri, ma anche sulle navi come marinai. Il loro lavoro consisteva nell`immettere nelle fessure fra i madieri dello scafo, con l`aiuto della mazzola di legno e delle paiele, la stoppa (sfilacci di canapa incatramata) acciocché l`acqua marina non penetri all`interno. Per sfruttare la forza del vento, la velatura doveva pure essere sistemata nel modo migliore. Di questo si occupavano i marineri, abilitati per comporre le vele, intrecciare i cordami necessari per la navigazione e gli ormeggi. Per la cucitura usavano grandi aghi e il salvaman o guardamano, di cuoio, con una piastrina di ferro, tenuto nella mano destra, con cui spingevano l`ago nella tela. Negli squeri, era molto diffusa anche la zincatura della ferramenta usata per tenere unite le varie parti in legno: chiodi, barre, bulloni, viti, braghe, tiranti ecc... Il ferro ha un nemico nel mare, la salsedine, che lo corrode in breve tempo, rendendolo inutile. La soluzione era di ricoprirlo con un sottile strato di zinco, il quale resiste bene alla corrosione. Quindi, tutta questa ferramenta, veniva immersa in vasche di piombo, contenenti un acido atto a ripulirla di eventuale ruggine, poi, il materiale ben asciugato, veniva immerso nello zinco fuso in appositi forni, e tutto quel materiale prendeva un bel colore argenteo, ricoperto dallo zinco che lo rendeva immune alla corrosione. Questo lavoro era malsano, essendo i vapori di zinco fuso, tossici, l`antidoto era bere molto latte... La bruciatura esterna degli scafi delle barche in legno: essendo il Pag. 7 legno a contatto con l`acqua marina, veniva attaccato dai parassiti, specialmente da un verme, il quale divorando il legno, creava delle cavità e fori che favorivano la penetrazione dell`acqua negli scafi, provocando non pochi disagi. Ogni imbarcazione, periodicamente, veniva tirata a secco nei cantieri e sottoposta ai lavori di manutenzione, verniciatura ecc. Sotto la chiglia veniva improvvisata una specie di griglia su cui si sparpagliava il materiale combustibile per la bruciatura che veniva eseguita ad intervalli e con prudenza, il fasciame doveva essere solo bruciacchiato, era pericolo che s`incendi anche l`imbarcazione. Per combustibile si usavano le canne secche che abbondavano nelle campagna di Pirano. Per esempio a Cherso si adoperava l`elicrisio, un arbusto che cresce su quell`isola ed arde emanando un forte calore...Con la bruciatura, il pericoloso verme moriva ed il legno era salvo per qualche anno. Poi seguiva la raschiatura e verniciatura con apposite pitture che non permettevano ai parassiti ed alghe di attaccarsi allo scafo. Nei tempi remoti, invece, si impregnava il fasciame con il bitume o la pece. Il carenaggio: per la manutenzione degli scafi di barche più piccole non era bisogno degli squeri, ma c`era un altro modo che ne riduceva anche le spese per i proprietari: l`imbarcazione, normalmente ormeggiata in porto, veniva fatta inclinare, prima su un fianco e poi sull`altro utilizzando dei paranchi, funi e carucole fissati alle sommità degli alberi ed in terra, alla banchina, in modo che metà scafo emergesse dall`acqua e in tal modo effettuare i lavori di pulizia e verniciatura antivegetativa. LETTERE IN REDAZIONE Rinnovo nuovamente il mio augurio: che l’anno che si è appena iniziato porti a tutti giorni sereni, colmi di Felice Anno Nuovo augurano salute, amicizia e prosperità. Giuseppina e Bruno Kozlovič. Cesarina Smrekar Auguro a tutti un Felice Anno Nuovo 2010. Cara Donna Luisa, ho dovuto strizzare il cervello per poter ricordarmi alcuni lemmi dialettali. Però sono contenta perché Vi auguro un inizio dell’Anno Nuovo che porti a ricordarsi ancora di questi “vecchi” lemmi del dialetto tutti pace e serenità. Cari saluti. piranese, significa non dimenticarsi la nostra origine Anita Dessardo e soprattutto non dimenticarsi della nostra madre lingua. Le prime parole che abbiamo pronunciato Auguro a tutti un erano proprio quelle nel nostro dialetto. L’italiano Felice Anno Nuovo 2010. l’abbiamo imparato un po’ più da grandi, in asilo e Antonia Pitacco poi a scuola. Un forte abbraccio a te, a babbo Natale e al salinaro Vittorio. Spett.le Comunità Italiana di Pirano Giorgina Rebol Io Giurco Maria Luisa e la mia amica Adelaide Spadoni, ringraziamo vivamente per la bella serata e la Presentazione del libro »Vent’anni della Festa del Cara Donna Luisa, innanzitutto le faccio i più vin 1989-2008« svoltasi a Santa Lucia di Pirano, di sentiti auguri per il suo compleanno. Con la presente cui vi inviamo molti Complimenti e Auguri a tutti gli la ringrazio per il lavoro di recupero delle nostre autori, gestori e a tutta la Comunità. tradizioni che ha fatto, sta facendo e mi auguro Auguri di un Buon Anno e Buon Proseguimento. continui anche in futuro. Codiali Saluti. Le feste sono passate, l’anno appena finito è stato Giurco Maria Luisa e Adelaide Spadoni per me un anno pieno di ricorrenze. Ho compiuto 70 anni il 26 dicembre e nel mese di novembre abbiamo festeggiato 50 anni di matrimonio. Per queste feste Cari amici! ringrazio in primo luogo i miei familiari, parenti e Siamo già nel nuovo anno 2010 e pur se in ritardo conoscenti che con i loro auguri e la loro presenza mi auguro agli amici, collaboratori e attivisti della nostra hanno fatto gioire dei traguardi raggiunti. Comunità i miei auguri più sinceri di successo, Auguro un sereno 2010 a tutti. soddisfazioni e riconoscimenti per tutto ciò che avete Saluti dalla signora Bianca Zudič programmato per quest’anno. Desidero scrivere alcune righe su cose che mi stanno Detti a cuore. Ho scoperto che avere 80 anni significa aver di Nella Nemec raggiunto un bel traguardo, fatto di tante tappe segnate nel corso della vita. Ti ritorna alla memoria ogni Ovunque l’ago va, il filo passerà. momento importante che hai vissuto e accompagnato * da tanti ricordi. E comunque le esperienze che hai Paglia e fuoco, assieme dura poco. vissuto ti hanno fatto capire che anche il presente è * bello da vivere quando possiedi la fortuna di avere Chi non sa soffrire, non sa gioire. attorno a te affetto, amicizia e simpatia. * In tanti anni di appartenenza alla Comunità, una Dopo un bel gesto, non farci il manifesto. parte di questi sentimenti mi ha fatto comprendere * di farne veramente parte. E inevitabilmente ritorno Chi tarda dare, non sa donare. col pensiero alla già trascorsa giornata delle mie “ * 80 primavere”, che avete reso indimenticabile col L’amicizia cortese, non calcola le spese. calore della vostra amicizia. L’armonioso canto del * coro, le commoventi parole di benvenuto, la poesia Arrivato in cima, non scordar dov’eri prima. che mi è stata dedicata e gli abbracci augurali degli amici presenti, sono stati per me doni che rimarranno Tanti auguri per un Felice 2010 a lungo presenti nel mio cuore. Umberto Tamaro Pag. 8 AVE MARIA di Bortola Pitacco (Bortolina) Ave Maria. Quanti e poi strani ricordi ci vengono in testa quando si è anziani! Oggi ho pensato, non so perché, alla mia città e di quando ero piccola e della mia mamma. Mi ricordo il duomo con il suo bel campanile, che è uguale a quello che c’è, a Venezia, sul campanile oltre che l’ orologio c’è un angelo. Mio papà mi diceva che l’angelo si gira con il vento, come gira il vento così gira anche l’angelo, cosa veramente utile in una cittadina di gente di mare. Io mi chiedevo come poteva avere tanta forza il vento per far girare l’angelo, insomma più ci pensavo e meno ci credevo. Ma la cosa più importante era l’orologio che scandiva le ore e i quarti d’ora tutto il giorno e la notte. A Pirano c’era un orefice che credo si chiamasse Gastone, ma non sono proprio sicura del nome, lui aveva il compito di farlo funzionare, e lo ha fatto funzionare sempre almeno fino a che io sono rimasta a Pirano. Questo racconto è di quando ero piccola e la mia mamma era ancora viva. In linea d’aria abitavamo quasi sotto il campanile, quindi tanto le ore quanto le campane le sentivo da vicino... Io stavo sempre con la mamma ero piccola e non mi era concesso di scendere in strada a giocare come faceva mio fratello Nino che aveva tre anni più di me. Qualche volta alla sera la mamma usciva per fare la spesa o a prendere l’acqua con la mastela, perché a quei tempi quasi nessuno aveva l’acqua in casa, ma neanche la corrente elettrica se è per questo, neanche servizi igienici, insomma nessuna comodità. In casa avevamo uno sgabello dove ci si poteva sedere anche in due bambini. Infatti molto spesso ci sedevamo io e mio fratello assieme, ma era freddo e ci sedevamo davanti al focolare vicino al fuoco per stare più caldi, non mancavano mai i litigi come fanno tutti i fratelli. Allora un giorno, che eravamo vicino al focolare e che la mamma aveva appena tolto via dal fuoco la pentola della minestra, Nino mi diede uno spintone ed io cadendo misi una mano dentro la minestra e l’altra nella fornaseta, meno male che il fuoco era quasi spento. Però la mano era quasi cotta come la minestra, non so come raccontare quanto male mi faceva. La mamma mi avvolse in una coperta e mi mise a letto, poi corse a chiamare il dottore, che prescrisse degli unguenti, il dolore era insopportabile avevo la mano coperta di vesciche, mi ci vollero dei mesi prima di guarire perché mi vennero anche infezioni e dovevo stare sempre con la mano fasciata. Su quello sgabello molto spesso mi sedevo da sola per giocare con la bambola tanto Nino andava a giocare e la mamma andava via per qualche commissione, ma tante volte anche per fare due chiacchiere con le amiche, e io restavo la da sola. Se la mamma usciva verso sera io mi mettevo sotto la finestra e ascoltavo quello che succedeva fuori nella corte o nellE case vicine. Qualche miagolio dei gatti, qualche canto di donna, ma intanto scoccavano i quarti d’ora e la sera scendeva e piano piano si faceva buio, e la mia mamma qualche volta ritardava tanto che incominciava a suonare la campana dell’Ave Maria, ed io iniziavo ad essere triste. Poi mi veniva anche paura, mi sentivo troppo sola e mi sembrava di sentire dei rumori dappertutto. Se ancora ricordo quelle sere, mi vedo con la fantasia, là seduta ad ascoltare le campane, che mi facevano anche aumentare la tristezza. Io in quel periodo avevo una bambola che mi teneva compagnia, poi quando la mamma si ammalò, chissà come, è andata perduta. Da quella volta non ho mai più avuto bambole, è come se fosse finita la mia infanzia. Con la morte della mamma cambiò tutto per me, altro che restare da sola sotto la finestra ad ascoltare le campane, dovetti farmi forza perché in ogni caso per chi rimane in questo mondo la vita continua. Ora alla mia avanzata età, e a causa degli avvenimenti del dopoguerra, da tanti anni non sento più il suono delle campane del campanile di Pirano, però è strano come certi ricordi rimangano incisi nella coscienza e tornino in memoria quando uno meno se l’aspetta. I NOSTRI TOPONIMI: TRA OBLIO E “INTERPRETAZIONI” DI COMODO di Kristjan Knez Se parliamo dei nostri toponimi andiamo a toccare un punto delicato in quanto buona parte dei medesimi è stato sostituito nel corso degli ultimi sessant’anni, come conseguenza della volontà, da parte delle nuove autorità, d’imporre il proprio potere. E non è una questione esclusivamente “storica” cioè del passato, anche ai giorni nostri lo stravolgimento continua. Così il Campo alle Porte a Isola, ad esempio, è diventato “Lonka”, che, francamente, non saprei cosa significhi. Il corso d’acqua che sfocia non lungi da Capodistria, il Cornalunga, o Fiumisin come lo chiamava la popolazione locale (chi conosce ancora tale idronimo?), è ormai sostituito da quello di Badaševica. E la baia di Nambole a Strugnano, o più comunemente “Sóto la Crose”? Ancora in pochi usano siffatto nome, da alcuni lustri è ormai Pag. 9 imperante quello di “Mesečev zaliv” cioè Golfo della luna, che sarà anche romantico ma non trova riscontri, perché è stato inventato di sana pianta da qualcuno a Lubiana. E pensare che su una carta dell’Armata jugoslava, del 1949, troviamo sia “Rt. Sv. Križ” sia “Rt Ronko” ossia Ronco, da tempo slovenizzato in Ronek. Lo scorso anno la Società turistica di Strugnano ha edito un interessante calendario con le cartoline d’epoca che ritraggono la località. L’ultima pagina propone un testo, in versione bilingue, del dr. Marko Vidnjevič, etnologo ed antropologo, con alcune informazioni di carattere generale, e tra queste alcune riguardano i toponomi. Purtroppo dobbiamo segnalare le inesattezze e al contempo siamo rammaricati che quel testo così compilato sia andato in stampa senza che nessuno segnalasse gli errori (anche grossolani). A proposito delle saline l’autore menziona Martin Krpan, uomo forzuto che su invito dell’imperatore combatté contro i Turchi a Vienna, ma anche contrabbandiere di sale. Si tratta però di un personaggio fantasioso creato dallo scrittore sloveno Fran Levstik e pertanto non ha nulla a che fare con la storia delle nostre contrade. Come assolutamente fuori luogo è la citazione di un altro intellettuale sloveno, ossia Jakob Kelemina (1882-1957, studioso di folklore e storico letterario), e la leggenda da lui raccolta (sarebbe interessante sapere dove e quando fu registrata) secondo la quale il toponimo Strugnano deriverebbe da “struna” cioè corda (di uno strumento musicale). Come ha già ricordato Daniela Paliaga nel suo intervento, bisogna stare “attenti a non scambiare la storia con le fiabe”. Qualcuno dirà che sono malizioso, ma tale spiegazione la vedo esclusivamente come un ripiego proposto da qualcuno – sarebbe interessante sapere da chi – per indicare una presunta origine slovena di questo luogo situato tra Isola, Portorose e Pirano. Anche se si tratta di una falsità essa attecchisce, e la prova evidente è il calendario in questione. Non si può prendere tutto per oro colato, pensiamo che alla fine dell’Ottocento qualcuno aveva asserito che Giuseppe Tartini fosse figlio di genitori croati! Nella raccolta di documenti medievali curati da Camillo de Franceschi (in “Atti e Memorie della Società Istriana di archeologia e storia patria”, vol. XXXVI, Parenzo 1924), leggiamo di “… vineam jacentem in Strugnano” (marzo 1276, p. 209) oppure di “salinas… in Strugnano” (20 novembre 1287, p. 258). Il toponimo deriva da Strunianum (nella versione italiana Sandro Kravanja non si limita a tradurre, infatti, indica tale dato di fatto). Non sappiamo quale sia la sua origine, certo è che lo riscontriamo nel corso dei secoli, e dopo l’apparizione della Madonna, nel 1512, sovente la località veniva indicata come “Santa Maria de Strugnan”. E la Stiusa? Quanti sanno effettivamente l’origine del nome di quello specchio d’acqua prospiciente la spiaggia? Essa era una peschiera ed il nome deriva da “chiusa” (e non “chiuza” come indica Vidnjevič), che in piranese, proprio grazie alla particolarità del nesso “sti”, diventa stiusa per l’appunto, così come la squama è la “stiàma” o il maschio è il “mastio”. Da più parti, purtroppo, leggiamo della laguna di “Stjuža” (anche in italiano) quasi fosse un tipico nome sloveno! Perché non accettiamo una possibile derivazione slovena? Non possiamo accoglierla in quanto essa è proposta o in mala fede oppure è il risultato di una forte ignoranza o di disinformazione e perciò si propongono tutt’al più improbabili “intuizioni”. Il tutto potrebbe anche passare in sordina se tali cose le scrivesse una persona poco istruita o un dilettante che si dà allo studio della toponomastica, non è tollerabile, invece, se affermazioni di quel tenore sono diffusi da persone che sono dottori di ricerca. Questo è inammissibile. Sino al XX secolo la stragrande maggioranza della popolazione del Comune di Pirano era concentrata nella città di Tartini, mentre le frazioni limitrofe erano relativamente poco popolate. Se escludiamo i tre paesi dell’entroterra – Padena, San Pietro dell’Amata e Villanova – storicamente a maggioranza slava (slovena), il resto della popolazione era nella quasi totalità dei casi romanza, cioè italiana. Di conseguenza i toponimi non possono avere un’altra origine. Dagli albori del XIX secolo in poi vi furono continui spostamenti di famiglie dall’interno verso la costa e così si trasformò la realtà etnica. Come ricorda Marino Bonifacio la prima famiglia slovena giunta a Strugnano risale al 1801 e proveniva da Corte d’Isola; si trattava dei Cerquenich (= Cerkvenik) (Cognomi triestini. Origine, storia, etimologia, Trieste 2004, p. 8). Tali arrivi però non alterarono per nulla la realtà sociale, linguistica e culturale del territorio, anzi, i nuovi sopraggiunti assorbirono le peculiarità amalgamandosi con la gente del luogo. I toponimi, lo ripetiamo, rimasero pertanto sempre gli stessi. Riportiamo queste brevi note perché riteniamo che la storia debba essere ricordata per quella che è stata e non manipolata con il fine di dimostrare l’impossibile. Solo in tempi più recenti, dopo il secondo conflitto mondiale, ma anche all’indomani dell’indipendenza della Slovenia, si tenterà – e possiamo dire che è stato raggiunto un discreto successo – di stravolgere i nomi geografici (gli odonimi furono, invece, sostituiti in toto nel corso degli anni Cinquanta del secolo scorso), per tramutare un territorio che aveva delle caratteristiche specifiche e così avvicinarlo a un’altra realtà – o a quella madrepatria – che artatamente si voleva dimostrare appartenesse. Pag.10 Conosciamo il nostro dialetto di Donna Luisa Carissimi amici lettori! Le vostre lettere mi giungono sempre molto gradite, soprattutto perché mi invogliano a continuare la ricerca. Ringrazio Nella e Rina di Strugnano, Giulio di Parezzago, Rosanna di San Bortolo, Antonia di Sicciole, Marisa di Portorose e Ottavia di Pirano per avermi inviato i lemmi dialettali che inserirò mensilmente in questa rubrica. Avete certamente messo la calza sotto il caminetto per i vostri nipotini vero? Un’antica tradizione ci fa immaginare la Befana vestita di nero con un grande cappellaccio che volando sulla scopa ci porta i suoi regali. Se siamo stati buoni cose buone e belle, ma se siamo stati cattivi, carbone, cipolla e aglio e anche qualche vistia. Recita un antico proverbio: La Pifania dute le feste la scova via, quest’anno invece dopo l’Epifania ci siamo trovati a presentare il volume sulla Festa del vin, con tanti amici. Questo mese vi invito a risolvere i lemmi dialettali che mi sono stati proposti dall’amico Ugo Fonda di Santa Lucia. 1. Avaro A. Vaso per fiori 2. Balon B. Festa per il compimento di un lavoro 3. Baloner C. Salvadanaio 4. Bassilâ D. Ingozzarsi 5. Bidugola E.Ciottoli 6. Difalcâ F. Preoccuparsi 7. Disbratâ G. Piccola panca 8. Fastughi H.Guastato 9. Godoli I. Fischietto 10. Gramegna L.Vilucchio 11. Incoconâsse M. Pallone 12. Licofo N. Canale fra i campi 13. Magagnado O. Uomo obeso 14. Magnagna P. Punteruolo da calzolaio 15. Musina Q. Fischiare 16. Piter R. Torcere 17. Scagneto S. Gramigna 18. Scavassâ T. Fuscelli Un’antica immagine di Pirano quando non c’era ancora la 19. Subia U. Difetto Riva nova. La fotografia è della collezione del signor Sobota 20. Subiâ V. Sottrarre 21. Subioto Z. Riordinare La soluzione dovrà pervenire entro il 14 febbraio 2010. Il partecipante, la cui risposta esatta verrà estratta, riceverà il CD Calegaria 2, realizzato dall’omonimo gruppo musicale di Capodistria offerto all’ Unione Italiana. Soluzioni del concorso pubblicato sul n. 12 Bacolera-Nido di scarafaggi, Bagigi-Arachidi, Bagolina-Bastone da passeggio, Flocion-Bugiardo, Fondaci-Fondi di caffè, Indrioman-Continuamente, IstremîsseSpaventarsi, Negrisâ-Annerire, Nessa-Nipote femmina, Nevodo-Nipote maschio. Ontolâsse-Ungersi, Rispio-Mucido, RochetoleStelle filanti, Scabel-Comodino, Scaio-Ascella, Smarido-Sbiadito, Sofego-Afa, Solana-Insolazione, Strigaria-Incantesimo, Tribolâ-Penare, Tronbini-Stivaloni. Tra le risposte esatte è stata sorteggiata la signora Anita Dessardo di Santa Lucia che riceverà una cassetta di cachi offerta dalla Produzione agricola Franco Giassi di Strugnano. Proverbi de casa nostra * I parenti xe come i stivali: più che i xe streti più i te fa mal. * A oni uselo ‘l nido xe più belo. * Chi no magna ga za magnado. * Inverno suto, primavera bagnada sarà una bona anada. * Co canta el cuco de matina bagnado, de sera suto. * Chi xe busiaro xe anca ladro. * Bio bevi amaro e spudâ dolse. Pag.11 APPUNTAMENTI DI FEBBRAIO 2010 LABORATORIO DI MASCHERE guidato da Loredana Musizza dello studio »Lorymasks« di Parenzo, sabato 6 febbriaio 2010 Per ulteriori informazioni ed iscrizioni contattare la segreteria della CI. del programma culturale della CAN di Pirano, Isola e Capodistria. Patrocinatori della manifestazione il Ministero per la cultura della RS ed i Comuni di Pirano, Isola e Capodistria. Giovedì 4 febbraio 2010 alle ore 18.30 nella Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria, una serata dedicata alla connazionale ISABELLA FLEGO, nota per la sua attività di pedagoogo, per il suo impegno sociale, per i suoi scritti in prosa, poesia e per il suo lavoro di ricerca storiografica. La manifestazione viene organizzata dal settore italiano della Biblioteca centrale Srečko Vilhar di Capodistria. Sabato 6 febbraio 2010 alle ore 18.00 al Cafè central del Grand Hotel Portorož di Portorose apertura della mostra fotografica “ LA MAGIA DELLE MASCHERE PIRANESI” di Ubald Trnkoczy e presentazione dell’ “VIII GRAN BALLO DI CARNEVALE” al teatro Tartini di Pirano. Sabato 13 febbraio 2010 alle ore 20.30 al teatro Tartini di Pirano VIII GRAN BALLO DI CARNEVALE musica da ballo con i »BEST COMPANY« ed il dj »ADRIANO ROJ« esibizione dei ballerini delle scuole di ballo. Premiazione delle maschere. Organizzatori della serata:CI »Giuseppe Tartini« di Pirano, CI »Santorio Santorio« di Capodistria e la CAN di »Isola«. La manifestazione è cofinanziata nell’ambito Lunedì 15 febbraio 2010 dalle ore 17 alle ore 19 presso la scuola dell’infanzia “La coccinella” di Sicciole appuntamento con L’INVENTASTORIE sul tema delle maschere. Martedì 16 febbraio 2010 dalle ore 17 alle ore 19 presso la SE “Vincenzo e Diego de Castro” di Sicciole “CARNEVAL NO STA ANDAR VIA” Festa in maschera per bambini, organizzata dalla CI in collaborazione con la SE Vincenzo e Diego de Castro. Mercoledì 17 febbraio 2010 alle ore 18.00 presso la Biblioteca Civica di Pirano L’ORA DELLA FIABA “La Bella e la Bestia” in lingua italiana con Gloria frlič. Giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 18.00 nella sala delle vedute di Casa Tartini a Pirano SAGGIO degli allievi del corso di chitarra guidato da Vanja Pegan. Il programma può subire modifiche. Per informazioni potete contattare la segreteria allo 6733090. Pirano, 25 gennaio 2010 IL TRILLO, Foglio della comunità Italiana di Pirano. Redattore responsabile: Bruno Fonda. A questo numero de “Il Trillo” hanno collaborato: Fulvia Zudič, Marisa Zottich De Rosario, Alberto Manzin, Žiga Dolher, Nadia Zigante, Ondina Lusa. Pirano, 25 gennaio 2010 Pag.12 Fulvia Zudič Tel. segreteria: +386 (5) 673 30 90 Fax: +386 (5) 673 01 45 Contabilità: +386 (5) 673 30 91 Fulvia Zudič: +386 (5) 673 01 40 E-mail: [email protected] Stampa e impaginazione: PIGRAF s.r.l., Isola numero copie: 1100