Edizione 20 - Dicembre 2010 - Nobile Collegio Mondragone
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Edizione 20 - Dicembre 2010 - Nobile Collegio Mondragone
A Associazione ex Alunni Nobile Collegio Mondragone Fondata il 2 febbraio 1922 _______________________________________________________________________________________________________________________ N° 20 DICEMBRE 2010 _____________________________________________________________________________________________ Primo numero redatto il 14 luglio 1866 - Nuova edizione semestrale dal 2001 On-line, a colori, sul sito www.collegiomondragone.com Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Indice degli articoli PRESENTI A MONDRAGONE PER LA GIORNATA DEGLI EX – 13 giugno 2010……….………..pag.3 L’ATTIVITA’ EDITORIALE DEL COLLEGIO…………………………………………..………….....….pagg.4-6 GEORG SAND –Il suo libro “La DANIELLA”……………………………………………..………....…..pagg.7÷8 IL 2 FEBBRAIO 1865- Nasce il Collegio…..………………………………………………………..….…pag.9 UN COLLEGIO CHIUDE I BATTENTI…………………………………………………………….……....pagg.10-13 DISCORSO DELLE SIG.RA CELESTE PAVONCELLO….………………………………………..….…pag.14 . RICORDO DELLO STORICO DOMENICO SEGHETTI………………….…………………………..…pag.15-17 L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA………………………………………………….…………………..……….pagg18÷20 CARLO CUPINI……………………………………………………………..…………………………...…….pagg.20-21 IL MANOSCRITTO VOYNICH………………………………………………………..….………….………pagg.22÷23 RICORDI……………………………………………………………………………………………….………..pag. 24 RICORDI-Le Associazioni; le squadre di calcio……………………………..…………………………….pagg. 25-26 LORENZO GIGOTTI…………………………………………………………………………………………..pagg. 27-29 LA RETTA per l’anno scolastico 1946-1947………………………………..………………………………pag. 30 ELENCO NOMINATIVI che hanno pagato la quota per l’anno in corso………………………………pag. 31 ************** _____________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.2 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ PRESENTI A MONDRAGONE “GIORNATA DEGLI EX” 13 GIUGNO 2010 Padre Cristoforo Sironi S.J. Padre Tiziano Repetto S.J. Prof. Franco e Clara Giannini Giuliano e Paola Mauro Francesco Autuori Giorgio Barillari Paolo Binaco Pierantonio ed Elisabetta Bonnet Sandro Bontempi Antonio Burzacca Felice Cafiero Luigi Cafiero Luisa Pio di Savoia Canale Bartolomeo Capocchiani Francesco Casini Filippo Cippitelli Carlo e Maria Conforti Enrico ed Isabella Corsetti Antonini Ennio Cortese Luca Cortese Giovanna De Ghantuz Cubbe Franco e Roberta Cusmano Mario De Carli Giuseppe De Corato Luigi Devoti Domenico ed Annie di Paola Consolini Vincenzo Falzacappa Franco Farascioni Paolo e Marisela Federici Luigi ed Olga Filograsso Mario Garofoli Duccio e Maria Pia Gaslini Antonio e Franca Gnoni Mavarelli Carlo Maria e Chicchi Gregoretti Prof. Rodolfo Maria e Roberta Strollo Prof. Diego e Mimma Maestri Roberto ed Emma Buonasorte Luigi Imperato Agostino Ippoliti e consorte Luigi Lucangeli Sandro Lucci e consorte Enrico ed Antonella Luzi Franco ed Angela Mancinelli Scotti Piero ed Helene Marchetti Ugo Marchetti Ferdinando e Maresti Massimo Ugo Massari Ruggero Messere Giuseppe Moroni Fiori Giuseppe e Maria Gabriella Munno Masino e Nenè Pacifici Marco, Claudia, Celeste Pavoncello e Dora Piperno Luciana Pellicano Manfredi e Margaret Pio di Savoia Antonino ed Ada Rizzo Galimi Claudio Sabatini e figlio Alessio, Giovanna e Maria Pia Sabatini Sciarroni Carlo e Malì Sabatucci Frisciotti Stendardi Guido Salce Lidia ed Alessandro Sciolari Tommaso Sinibaldi Alberto e Letizia Solito Vittorio e Nilla Spadorcia Fabio Valerj Giuseppe Ventura Giuliano e Mimmi Zincone ________________________________________________________________________________________________ Edizione n° 19 – giugno 2010 pag.3 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ L’ATTIVITA’ EDITORIALE DEL COLLEGIO Il testo riguardante la storia delle pubblicazioni dei nostri giornali è stato tratto da: LA VILLA SPEDITA a cura di Diego Maestri e Rodolfo Strollo (2002) I componenti della Direzione e Redazione del “Mondragone” nell’anno 1906 Da sinistra a destra - 1ª fila a sedere – Francesco Gaetani di Bastiglia (Cyclops), P.Gennaro Pennacchio (Direttore), Guido Antici-Mattei (Guy), P. Carlo Ravel. 2ª fila in piedi – Giovanni Ciampa (John), Vincenzo Fani (Sphinx), P. Vittorio Bovini Negli Anni Trenta, in almeno due terzi dei collegi gestiti dai Gesuiti era presente un periodico locale. In Latium, n. 9, 1992, pp. 207-231. Gli esemplari pervenutici hanno come intestazione la scritta: Mondragone Giomale Storico Politico Letterario Pubblicazione settimanale, Anno 1, 1866, Luglio 14, N. 1 e Luglio 21, N. 2. ln un articolo dal titolo Giornali a Mondragone, apparso su Il Mondragone, A. XXXIV, maggio 1940, p. 22, riportante alcuni cenni storici sull’editoria interna del Collegio e a firma dell’allora redattore capo Luciano Salce, si parla anche di esemplari del 1869. Non si può escludere che si sia fatta confusione — per assonanza del titolo e uguaglianza del formato e ugualmente manoscritto — con un solo numero, da noi individuato ne1l’Archivio de Gesuiti, de l’Eco di Mondragone — Giornale Politico Letterario — pubblicazione settimanale, Anno 1° N. 1 Lunedi 4 gennaio 1869. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.4 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Cfr. Felice Grossi Gondi S.J, Le Ville Tuscolane ..., op. cit., p. ll Conforto, “giornale che esce quando gli pare”, esordì in marzo con cadenza quasi quotidiana (il n. 2 e del 23. 111, il n. 4 del 30.111, il n. 5 del 31.111, il n. 6 del 1°.1V, i nn. 7,8,9 del 3,4,5.IV rispettivamente ...) ed era ricco di Vignette illustrate riferite, per la maggior parte, alla vita dei malati. Altri esemplari rintracciati sono del 1880, anno in cui terminò la stampa, come risulta segnalato dalla Gazzetta di Mondragone, n. 3, giovedi 19 febbraio, 1880, p. 1. I1 Draco, quindicinale ("Periodico bimensile") dai contenuti meno graffianti de ll Pavone ma sempre carico d’umorismo e goliardia, visse la stagione scolastica del 1902. Anche Il Pavone Canta ogni Lunedì, durò soltanto un anno scolastico (il 1897). forse anche per il continuo intervento censorio dei Religiosi causato dall’eccessiva salacità del Testasecca. La storia di questa avventura editoriale fu poi riassunta in un libretto dello stesso Vincenzo Testasecca Ricordi del Pavone – Giornaletto del Convitto di Mondragone, Roma 1898, nel quale si dà giustificazione anche del nome, scelto in onore dei numerosi pavoni che fin da quel tempo vagavano Il maschio sotto le finestre della stamperia ci fa di continuo sentire la sua flebile voce come per ringraziarci e annunciarci la prole” (cfr. Il Mondragone, A. I, n. 8, 28 maggio 1905, p. 2) e quindi la notizia dei cinque nati con dettagli sul comportamento dell’intera famigliola (cfr. La La Ricreazione, “foglio” di quattro pagine domenicale che uscì per la prima volta la domenica 4 aprile del 1880, conteneva esclusivamente argomenti a carattere “ricreativo”, con giochi e brevi racconti; terminò le sue pubblicazioni con il n. 31 di domenica 31 ottobre “... dovendosi ora dai nostri giovani a cui e principalmente dedicato, attendere ai loro studi” (ivi). La Gazzctta di Mondragone, settimanale, sorse nel febbraio del 1880 ad opera di alcuni PP; usciva ogni giovedì; dal numero 3 fu litografato. liberi nel parco della Villa. Anche su questa colonia di volatili venivano spesso date notizie sui periodici del Collegio, poiché erano, evidentemente, molto amati. Ad esempio nella Cronaca del Drago del 9 aprile 1902, A.1, n. 5, p. 2, si legge: “25 (marzo) – La morte di un pavone. Questa notte fu ucciso dai cani uno dei pochi pavoni rimasti nella villa. Speriamo che si provvedano presto dei compagni al misero superstite»; quindi fin dai primi numeri de Il Mondragone del 1905 e 1906 le vicende dei pavoni trovano posto: “Un felice annunzio .. [i pavoni] si sono acconti al paziente lavoro di una cova. famiglia dei pavoni, ne Il Mondragone, A, 1, n.11, 18 luglio 1905, p. 4), comprese le aggressioni subite dai piccoli (cfr. I pavoni, ne Il Mondragone, A. I, n. 14, 30 settembre 1905, p. 3), o la sorte dei grandi “…il P Ministro ci annunciava Ia improvvisa morte di una pavonessa. A _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.5 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ compensare questa perdita sono giunti opportuni quattro giovani pavoni che il duca di Gallese gentilmente inviava in dono al nostro Collegio. Cosi la schiera di questi poetici animali è cresciuta di numero con nostro piacere” cfr. la Cronaca, A. 11, 24 maggio 1906, n. 10, p.,5) o ancora: “Di vecchiaia è morto il bel pavone bianco. Ammiratissimo da tutti i visitatori di Mondragone. Il pavone, con la sua consorte fu regalato, quindici anni addietro, al P.Pasqualini dal Barone Maiorana, di Catania. La.femmina.morì dopo tre anni… Il rarissimo esemplare, da tutti ammirato, è stato con cura imbalsamato dal P. Cannella” (cfr. le Notizie in fascio ne Il Mondragone, A. XVI, n. 3, marzo 1923, p. 20) fino a giungere ad un lungo articolo di “difesa” dei volatili, irr cui si sottolinea che arrivarono in Villa con i primi cinque convittori (cfr. Su e giù per Mondragone… e i pavoni?!, ne Il Mondragone, A. X, n. 6, 1 aprile 1919, p.4). Unico brano controcorrente lo si legge nell’articolo di Giulio Bilancioni I pavoni, ne Il Mondragone, A. XXXIV, marzo 1940, p. 8, in cui si biasima l’usanza di tenere in un “habitat” a loro estraneo i pavoni che quando “…Un automobile sale sferragliando per la gola nera del viale, spandendo lancinante la luce dei suoi fari. Tra gli elci scuri si alza un coro di grida roche e stride: ti sembrano singhiozzi”. In realtà la vita nella Villa dei pennuti non doveva essere così tragica, tanto che essi erano spesso fotografati in tranquilla libertà e infatti risultano immortalati anche in piu cartoline (non solo da vivi, ma anche imbalsamati). Strumenti che possono essere considerati antesignani del ciclostile. Del poligrafo, dà una sommaria descrizione il Testasecca Ricordi del…,op.cit., p. 15: “…invenzione meschina, perché sudicietto anzi che no, alquanto faticoso, capace di riprodurre solo poche copie, per l’ordinario sbiadite. Consiste esso in una latta rettangolare contornata da piccoli ripari, dove: si contiene una specie di gelatina o pasta mucillaginosa, detta comunemente colla ...». Queste caratteristiche emergono, oltre che dall'analisi delle raccolte, anche dalla lettura dell’articolo di Sphinx [Vincenzo Fani]} Sul giornale di collegio, ne Il Mondragone, A. ll, n. 21, 8 dicembre 1906, p. 2. Un taglio maggiormente culturale era presente in altre "testate"., non locali, ad esempio ne Il Collegiale periodico redatto nel Collegio di Strada, nel Casentino (Arezzo), sempre gestito dai Gesuiti, così come per l’Omnibus, durato quattro anni al principio del secolo, redatto dall’ Istituto Massimiliano Massimo di Roma. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.6 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ George Sand Nel 1858 la scrittrice George Sand fu ospite di villa Mondragone, (il collegio fu aperto nel 1865) trovandovi una speciale ambientazione che riportò nel suo romanzo La Daniella. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera: . Auguste Charpentier: George Sand nel 1964 George Sand, pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin, scrittrice francese, nacque il primo luglio 1804 a Parigi, ossia il 6 messidoro dell’anno XII della Repubblica, e morì, dopo una vita avventurosa e anticonformista, l’otto giugno 1876 nel suo castello di Nohant. La nonna, Marie-Aurore de Saxe (17481821), sposò in seconde nozze il sessantunenne Luois-Claude Dupin, ricchissimo ricevitore generale delle finanze di Metz e di Alsazia. Nel 1793 Marie-Aurore, comprò la tenuta di Nohant, comprendente un castello, un bosco e una grande estensione di terra. Il padre di George Sand, Maurice Dupin (1778-1808), seguì la carriera militare, come semplice soldato durante il Direttorio e come ufficiale durante la campagna d’Italia di Napoleone. È autrice di romanzi, di novelle, di opere teatrali, di un'autobiografia, di critiche letterarie e di testi politici. Femminista molto moderata, fu attiva nel dibattito politico e partecipò, senza assumere una posizione di primo piano, al governo provvisorio del 1848, esprimendo posizioni vicine al socialismo, che abbandonò alla fine della sua vita per un moderato repubblicanesimo. George Sand, bambina _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.7 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ La sua opposizione alla politica temporalistica e illiberale del papato le costò la messa all'Indice di tutti i suoi scritti nel dicembre del 1863. È ricordata anche per i suoi comportamenti anticonformistici e per le relazioni sentimentali avute con lo scrittore Alfred de Musset e con il musicista Frederyk Chopin. Di impronta fortemente anticlericale, l'opera fu pubblicata nel 1856 provocando scandalo in patria e una dura polemica tra Francia e Italia. Ne è protagonista il giovane pittore Jean Valreg, il quale spera di trarre ispirazione viaggiando attraverso l'Italia. Ma quello che trova lo delude profondamente e, giunto a Roma, rimane disgustato per le condizioni in cui versa la città, afflitta da pestilenze e sporcizia. Durante una gita in compagnia di una coppia inglese e della loro giovane figlia, Jean sbaraglia una banda di briganti che tenta di rapinarli, suscitando l'amore appassionato della ragazza. Ma Jean non ricambia e si innamora della cameriera, Daniella. Un amore ostacolato che sfocerà nel matrimonio e nell'arrivo di un figlio. “La Daniella” un libro di George Sand APPELLO AGLI EX La Associazione ha in animo di ampliare la videoteca riguardante la vita del Nobile Collegio. Gli Ex Alunni che hanno conservato filmati riguardanti gite, partite di calcio, feste di camerata, viaggi all’estero ed altro ( 8mm., super8, videocassette, cd o dvd ), sono cortesemente invitati ad inviarli, in originale od in copia, alla nostra sede di Via del Corso 160 - 00186 Roma o direttamente al segretario Vittorio Spadorcia Via Michele Mercati 22 – 00197 Roma. (Assicuriamo che i filmati originali, dopo averne fatto copia, Vi verranno restituiti) _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.8 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ IL 2 FEBBRAIO 1865 : NASCE IL COLLEGIO Testo di Padre Vito Bondani S.J.A Mondragone dal 1947 al 1953 L’idea prima della fondazione di Mondragone fu tutta del Principe Don Marcantonio Borghese, per suggerimento, si dice, sia della Marcantonio Borghese Teresa della Rocheiocault prima che della seconda consorte, Donna Guandalina Talbot e Donna Teresa della Rocheiocault. Fu lui che nella sua splendida generosità di vero signore romano e cristiano, nell`estate del 1864, presentatosi al P. Alessandro Ponza di S.Martino, Provinciale dei Gesuiti in Roma, “Allo scopo di riuuire un numero di giovani in luogo ameno e salubre per essere educati dai padri della Compagnia di Gesù...”, metteva a disposizione il suo “castello di Mondragone” presso Frascati. Padre Alessandro Ponza S.J. La proposta fu accolta ben volentieri dal P. Ponza, che forse nutriva in sé qualche disegno del genere, ed approvata in pieno dal Generale P. Pietro Beckx, e sopra tutto da Pio IX. In tal modo, eseguiti celermente i necessari lavori di restauro e di adattamento, il 2 febbraio 1865, festa della candelora, il progetto del munifico Principe poté esser attuato coll’inizio del funzionamento del Collegio, con un gruppetto di cinque alunni, tre dei quali figli dello stesso Fondatore, Don Marcantonio Borghese. E la data del 2 febbraio e rimasta poi sempre cara nella storia di mondragone, considerata come il vero natale del Collegio. Ed era bello, in quella ricorrenza, vedere gli antichi alunni accorrere numerosi, anche di lontano, per ritrovarsi insieme in Cappella, nel refettorio, nel piazzale, per rivivere nostalgicamente, in dolce compagnia, almeno per poche ore, la serena vita degli anni migliori. Immancabili in questa circostanza, con molti e molti altri, l’avvocato Carlo Rocchi, da Roma, uno dei primi cinque del 2 febbraio 1865, il Sig. Nicola Santovetti, dalla vicina Grottaferrata, il Conte Augusto Cattaneo di S. Nicandro ed i fratelli Marchesi Augusto e Giuseppe Sanfelice di Monteforte da Napoli, il P. Domenico Palermo Lazzarini, dell’Università Gregoriana, il Principe Don Francesco Massimo, il primo presidente della Associazione degli Ex, quando fu costituita il 2 febbraio del 1922. “La fondazione di questo Convitto incontrò l’aggradimento di tante famiglie facoltose, non solo di Roma, ma di tutta quasi l’Italia”, e l’Istituto, aperto con una convenzione della durata di due anni, rinnovabile però, e difatti rinnovata nel 1868, vide i suoi alunni aumentare notevolmente di anno in anno. I cinque del 2 febbraio 1865 nel 1866 erano gia 31; nel 1867 essi salirono a 50, nel 1868 a circa 80, fino a raggiungere assai presto il centinaio; il qual numero poi si manterme costante per un certo tempo, salvo le piccole oscillaziorii solite verificarsi da un anno all’altro. Un balzo notevole si ebbe nell’immediato primo dopoguerra, intorno al 1920, quando la famiglia mondragoniana salì ad oltre 150 alunni, numero che poté sembrare eccessivo per le reali capacità della fondazione. Questo aumento pero dimostrava la stima che circondava il Collegio e la fiducia delle famiglie nell`opera educativa della istituzione. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.9 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ UN COLLEGIO CHIUDE I BATTENTI Dal libro “Roma non basta una vita” di Silvio Negro (1897-1959) giornalista, saggista e vaticanista (Articolo pubblicato nel 1953 sulla chiusura di Mondragone inviatoci da Francesco Zerbi in collegio 1946/47) A Mondragone non sono rimasti, in questi giorni di vacanze pasquali, che i custodi e i pavoni, i quali sono perfettamente in carattere con le fastose mura di una residenza che fu papale e con le peculiarità di un collegio che permette al suo nome la qualifica di "nobile". Gli allievi sono tutti presso le famiglie, dove sono rientrati accompagnati da una lettera che comincia così: "Con vera angoscia debbo comunicarle la notizia, avuta ieri, che è stata decisa dai superiori maggiori la chiusura del collegio al termine del presente anno scolastico. Non mi poteva essere affidato incarico più doloroso...”. La sorpresa e il dolore devono essere stati grossi per il rettore, se si è lasciato andare a simili espressioni di personale rammarico, lui che, come gesuita, deve essere pronto ad eseguire lietamente l’ordine dei superiori, qualunque esso sia. La sorpresa è stata tanto più grossa in quanto niente poteva far presagire una simile misura. Contrariamente a quanto si può pensare al primo momento, il nobile collegio di Mondragone non è affatto in crisi, ha il solito numero di alunni che non dovevano mai arrivare alla cifra di duecento, provenienti tutti dalle famiglie del patriziato o della borghesia italiana, l’amministrazione è in pareggio, i risultati sempre eccellenti, quali si convengono a un istituto di qualità e di gran nome, retto per di più da una pattuglia scelta di gesuiti i quali hanno fama di severità in fatto di scuole. Anche a Roma la sorpresa è stata grande. Mondragone è una di quelle istituzioni sulle quali pochi possiedono cognizioni precise, ma di cui tutti hanno un altissimo concetto per quel pochissimo che ne hanno sentito dire, casualmente, una volta. Ad esempio che vi Padre Rocci insegnava il greco padre Rocci, autore di una grammatica sulla quale hanno studiato tutti gli italiani di una certa età; che la Regina Elena vi andava spesso a far visita a un figlioccio; che il giorno della premiazione il parco si riempiva di automobili di lusso, e il salone dei più bei nomi dell’aristocrazia italiana; che in quello stesso salone Papa Gregorio XIII ha firmato, quattro secoli addietro, la bolla per la riforma del calendario giuliano, per cui il modo di computare la durata dell’anno che oggi si pratica in tutto il mondo è partito da Mondragone. Se lo chiudono, si son detti i romani, vuol dire che ne vogliono aprire un altro, anche più bello e moderno, qui a Roma. E subito è corsa ed ha trovato credito la voce che il collegio si trasferiva nella villa Torlonia di via Nomentana, quella di Mussolini, che già erano in corso grandiosi lavori di _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.10 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ adattamento, che l’istituto che ne sarebbe venuto fuori non avrebbe conosciuto rivali. I gesuiti si mostrarono molto infastiditi di quella diceria e la smentirono seccamente. In “nobile collegio” finirà con quest’anno la sua vita, e non c’è nessuna intenzione di riaprirlo altrove. “Ella certamente troverà un’altra scuola o un altro collegio che saprà completare la formazione di suo figlio – è detto nella lettera con la quale è stata data la notizia ai genitori degli allievi – ed io mi auguro che voglia conservare il più caro ricordo di questo vecchio castello dove abbiamo dato, per i figli delle migliori famiglie d’Italia, la nostra intelligenza e il nostro cuore” conclude pateticamente il desolato rettore. mai il sole, nella prima metà del secolo scorso era ridotta a una rovina, a una cava di materiali. Nel 1828, i frascatani insorsero nel veder passare una fila di carri carichi di ferramenta e di infissi strappati agli edifici di Mondragone con il beneplacito dei proprietari, e dovette intervenire il cardinale Pacca a far cessare il sacrilegio. Mondragone in realtà non è un castello, ma una gigantesca villa patrizia dell’ultimo Cinquecento, quello che annuncia già i fasti del barocco. Papa Boncompagni che aveva la passione dei colli di Frascati, e vi andava spesso a villeggiare in residenze di fortuna, capitato un giorno su questo poggio, disse che il panorama che vi si godeva era il più bello che gli fosse occorso di vedere e che quello era il sito ideale per una villa. Tra coloro che l’accompagnavano vi era il vecchio cardinale Altemps, noto per strano carattere più che per pietà e coscienza, che si propose di far trovare, per le prossime vacanze, la villa che il Papa aveva auspicato già iniziata se non compiuta, e vi riuscì con l’aiuto di Giovanni Vasanzio e del Vignola. Quella superba residenza, cinta da distese di ulivi, ricca di giuochi d’acqua, di giardini pensili, di fontane e di ninfei, servita da viali dove i lecci sono tanto fitti che non vi penetra George Sand che soggiornò a Villa Mondragone e ne ambientò il romanzo epistolare “La Daniella”. Quarant’anni dopo, George Sand, raccontando la vita immaginaria a Mondragone dell’eroe di uno dei suoi romanzi, sciorina avventure e sorprese da città sepolta nella selva, cadente e dimenticata. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.11 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ In quelle condizioni era la grande villa cinquecentesca dalla quale era partita la Giovanbattista Borghese riforma del calendario, quando Marcantonio Borghese, nel 1865, la donò più che venderla ai gesuiti, perché vi creassero un collegio per i ragazzi di nobile famiglia, un collegio che il Felice Borghese Camillo Borghese primo anno ebbe cinque allievi, tre Borghese figli di Marcantonio, un Gallarati Scotti ed un altro nobile romano. Carlo Rocchi I gesuiti ripulirono, adattarono, restaurarono anche del nuovo per permettere agli allievi più grandi di avere ciascuno la sua stanza, ma _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.12 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ il gran collegio è pur sempre un edificio del Cinquecento, storico e monumentale anche troppo per essere la sede ideale di un istituto di cultura modernamente esemplare. La prima ragione per la quale lo chiudono è questa. Un collegio per signori, dove la vita ha il tono di una casa patrizia, dove tutti i libri di tutti gli allievi sono rilegati nella stessa maniera, dove per gli spettacoli di carnevale, nei quali gli allievi figurano come attori, vengono chiamati da Roma registi e professori d’orchestra, dev’essere in tutto al passo coi tempi, e a Mondragone un rinnovamento razionale ed adeguato sarebbe stato difficile e costosissimo. Questa è la prima ragione, ma quella determinante, quella decisiva è un’altra, ed è piuttosto inattesa. Anche il rettore vi accenna discretamente nella sua lettera alle famiglie, parlando di “esigenze presenti che richiamano ad altri campi di lavoro ritenuti più urgenti”. In altre parole, quando si aprì il collegio, i gesuiti potevano pensare ai figli dei nobili ed i figli del ceto borghese più potente che subito vi si affiancarono, e per i quali Mondragone era una specie di introduzione al gran mondo, avrebbero espresso la classe dirigente di domani, che valeva quindi la pena di dedicare l’opera di una loro pattuglia sceltissima alla formazione di quei ragazzi, la quale era rigorosa e liberare nello stesso tempo, impostata sulla formula di lasciar fare sorvegliando. Oggi i gesuiti sanno che la società si è spostata, che i suoi dirigenti vengono dai più diversi ceti, e ne prendono atto. Perciò quella pattuglia scelta trovano utile indirizzarla altrove. Bella cosa avere allineate nel salone detto degli Svizzeri le fotografie di tutti gli allievi di quasi un secolo, e vedere alternarsi negli elenchi dell’annuario tanti nomi sonanti: Lante della Rovere, del Drago, Pallavicini, Massimo, Ruspoli, poi Morosini, Leopardi, Borromeo, Amat di San Filippo, Pio di Savoia, e poi ancora Capece, Caracciolo e Paternò a non finire, e Del Balzo, Di Rudinì, Sanfelice, Maresca, e poi ancora Badoglio, Scalera, Cosulich, Matarazzo, sempre per stare ai nomi più noto delle famiglie nuove, ma oggi lavorare nel ceto indiscriminato delle Università è più utile, ai fini della Compagnia, che attendere all’educazione dei figli del libro d’oro della nobiltà, della finanza e delle professioni. Bella cosa avere sulla lapide dei caduti della prima guerra mondiale, tra molti altri prestigiosi, il nome di Decio Raggi, e quello del generale Ferrante Gonzaga ucciso dai tedeschi nella seconda (anche il figlio di Don Ferrante è qui a Mondragone), ma oggi l’anticlericalismo è passato di moda tra i nobili, ed è più attuale combatterlo altrove. Bella cosa avere tra i propri allievi i figli di buona parte del Corpo Diplomatico che sta a Roma, ma ci sono a Roma anche i tranvieri e gli spazzini, ed i gesuiti ci pensano. Perciò chiudono il nobile collegio, perché l’opera di quella pattuglia scelta che vi si dedica, se poteva sempre essere utilmente impiegata a Mondragone, oggi che le classi elevate non hanno più socialmente la importanza di un tempo, è ritenuta più urgente e fruttuosa altrove. “Ma chi si dedicherà ora all’importante funzione sociale di dirozzare gli arricchiti che qui imparavano a vivere come signori?” chiese un laicista di nome nazionale, che ci aveva accompagnato nella visita perché era stato allievo di Mondragone. “Ci sono altri collegi – replicò il gesuita col quale parlavamo – comunque questo che lei dice non è compito della Compagnia”. “Ma Mondragone rischia di tornare ad essere una rovina – dicemmo noi – se non ci mettete qualche altra istituzione”. Il gesuita non sapeva niente circa il futuro, si limitò ad osservare, quietamente, che neanche la conservazione delle ville monumentali è tra i compiti della Compagnia. (anno 1953) _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.13 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Discorso della Sig.ra Celeste, figlia di Marco Pavoncello (in collegio dal 1943 al 1948) cugino di Mario Sonnino, in occasione della Giornata degli Ex a Mondragone Mario Sonnino ci ha lasciato la sera del 12 luglio 2010 (in collegio dal 1943 al 1947) Gentili convenuti, ho chiesto di prendere la parola per un duplice motivo. Il primo, poichè sento di esprimere il mio ringraziamento a quei "giovani" del collegio Mondragone che condivisero con mio padre e con alcuni suoi famigliari la drammatica esperienza dell'occupazione nazista. Il secondo, riguarda il mio desiderio di ribadire, in un momento in cui il mondo sembra chiudersi al dialogo, l'importanza del confronto e della comunicazione pur nella consapevolezza delle reciproche diversità. Naturalmente, si tratta di due motivi strettamente connessi fra loro. E' in questo luogo che, sotto l'ala protettiva sopratutto di padre Raffaele Cubbe S.J., ed anche grazie alla lungimiranza di quegli alunni che capirono ma seppero tacere, che mio padre, Marco Pavoncello, e i suoi cugini, Mario e Graziano Sonnino (in collegio dal 1943 al 1948), sono sfuggiti alla cieca ottusità dell'olocausto. Che queste mie parole possano essere di augurio ad un mondo in cui non ci siano nè più vittime, nè più carnefici. Vi ringrazio per la cortese attenzione. In ultimo, un pensiero affettuoso va ai miei amici e sostenitori Vittorio Spadorcia ed Enrico Giacobazzi. Celeste Pavoncello Giornata degli Ex a Mondragone, 13 giugno 2010 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.14 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Un ricordo dell'illustre storico tuscolano Dottor Domenico Seghetti Dal BLOG di Achille Nobiloni su internet “Il Mondragone” è il periodico mensile illustrato pubblicato, a partire dal 1905 (non è esatto perché il I° numero è del luglio 1866 n.d.d), dal Nobile Collegio Mondragone allora tenuto dai Padri Gesuiti. Sul numero 4 giugno-agosto 1928, è pubblicato un ricordo dello illustre storico frascatano Dottor Domenico Seghetti, morto nel luglio di quell’anno: “Il giorno 3 luglio rendeva a Dio l’anima sua elettissima, in età di anni 85, il Dott. Prof. Domenico Gr. Uff. Seghetti, Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno Cavaliere Mauriziano, munito dei Sacramenti della Chiesa e di speciale Benedizione del S. Padre. La scomparsa del Dott. Seghetti si può dire un lutto della nostra Famiglia Mondragoniana per le lunghe relazioni da lui avute col Collegio, non solo nella qualità di medico curante, ma anche quella di professore di storia naturale: uffici che Egli disimpegnò sempre con quell’amore e passione che solo i suoi nobili ideali cristiani e l’anima sua grande potevano ispirargli: Della morte del Seghetti molto si sono occupati i giornali della Capitale tessendo elogi e narrando la vita dell’illustre scomparso. Tra gli altri stralciamo dal“Messaggero” del 5 luglio: “…. Colla morte del Dott. Seghetti scompare dalla nostra città uno dei migliori e apprezzati suoi figli. Era nato a Frascati il 26 settembre1842, aveva quindi 86 anni. Iniziò gli _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.15 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ studi nel Seminario Tuscolano ed a soli 23 anni fu laureato in medicina. Lavoratore indefesso seppe accoppiare lo studio severo della medicina a pro dell’umanità sofferente con quello geniale dell’archeologia e della storia patria. I primi anni della sua opera di medico li dedicò al volontario esercizio nel lazzaretto dei colerosi presso l’ospedale di S. Spirito in Roma e quindi a Subiaco, e furono tante e tali le benemerenze che egli seppe acquistarsi in quell’ultima cittadina, che gli abitanti e per essi il Consiglio comunale, derogando dalla formalità del concorso, ottennero che con un rescritto di Pio IX egli fosse nominato stabile in quel Comune, ove restò fino all’aprile 1878, fino a quando cioè, reclamato dai suoi concittadini, egli venne nominato medico condotto di Frascati. Egli non volle cercare nello studio e nella scienza solamente la soddisfazione dell’animo proprio, premio dovuto a chi compie con coscienza il suo dovere, ma volle ancore che nel profondere il tesoro delle sue vaste cognizioni a beneficio dei malati, si ammirasse in lui l’altezza dell’animo, l’abnegazione di se stesso, il più completo disinteresse e la scrupolosa esattezza nell’esercizio della professione. Egli, tutti possono testimoniarlo, non badò né a sale dorate né ad affumicate stamberghe, badò solo che nelle une e nelle altre v’erano dolori da lenire, lacrime da asciugare e volenteroso corse a portare l’aiuto della sua scienza al ricco ed al povero, senza pensare a soddisfazioni materiali o vane, ma soltanto vedendo nei sofferenti persone da beneficare e ritenendo massimo compenso la certezza di avere compiuta con scrupolo e sapienza un’opera buona. E ben disse il senatore Valenzani al Politeama Tuscolano, il 30 luglio 1922, tessendo l’elogio delle di lui virtù allorquando un comitato di cittadini volle onorare l’illustre vegliardo nell’80° anno di età: “Egli, disse allora il Valenzani, tutto ha dato ma nulla ha domandato”. Era la verità. Fu un apprezzatissimo storico e archeologo ed in questo campo consacrò quasi tutta la sua operosità al bene ed alla gloria della sua Frascati. Si ricordano con piacere le sue note pubblicate nel giornale “Il Messaggero del Lazio illustrato”, nonché le pubblicazioni: “Tuscolo e la Badia Sublacense” e le due ultime ed interessanti _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.16 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ nostre più vive condoglianze raccomandiamo ai nostri lettori di suffragarne l’anima benedetta”. pubblicazioni:“Memorie storiche di Tuscolo” e “Frascati nella Natura, nella Storia e nell’Arte”. Alieno da competizioni di parte, pure fu in più occasioni eletto consigliere comunale e per circa dieci anni fu pure assessore. Aveva fatto parte di numerosi comitati di beneficienza, quale fu presidente, e fu uno dei benemeriti fondatori dell’Asilo infantile Tuscolano, della quale filantropica istituzione, che egli aveva sempre prediletto, fu per molti anni presidente. Grande estimazione hanno avuto per il Seghetti uomini insigni ed illustri, come Terenzio Mamiani, G. Battista De Rossi, il principe dell’Archeologia cristiana, Giuseppe Ponzi, il Tomassetti, il Lanciani, Baccelli, Guidi, Monaci, Woss, Marucchi e molti altri. Egli era affezionatissimo a tutti i componenti la famiglia dai quali era contraccambiato con un affetto che aveva del culto. Molto ancora si potrebbe dire dell’uomo benefico scomparso, ma la sua opera si può compendiare nel grande, costante e profondo amore per l’umanità, per la Patria, per la famiglia, per il Tuscolo ed in special modo per la sua diletta Frascati”. I funerali celebrati il giorno 5 sono riusciti quanto mai solenni sia per il concorso di popolo come per l’intervento di tuttele autorità e Rappresentanze di Associazioni e Istituzioni locali. Del Collegio è intervenuto il R.P. Rettore, una buona rappresentanza del Corpo insegnante e di Convittori dei rimasti in collegio. Mentre porgiamo alla famiglia del caro estinto le Nelle foto qui sopra il Dottor Seghetti è ritratto con la moglie all'epoca del loro matrimonio, sempre con la moglie nel maggio del 1915, nel 1922 all'Hotel Tusculum di Frascati insieme ai membri del comitato cittadino che organizzò i festeggiamenti per il suo ottantesimo compleanno, in alcuni ritratti e istantanee occasionali e sono inoltre riprodotte le copertine di alcune sue pubblicazioni. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.17 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Da “ L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA” del 22 gennaio 1899 Dormitorio dei grandi: camerette separa Gabinetto di fisica (foto originali) IL COLLEGIO DI MONDRAGONE. Di questo famoso collegio dei Gesuiti presso Frascati, sul quale si è fatto e si fa tanto baccano allo scopo di pareggiarlo e vietare così che tra quelle mura si scordino di insegnare ai giovani la storia della liberta italiana, abbiamo parlato nel Corriere del numero scorso; cosi abbiamo parlato della questione che fu ingrossata fino al punto da farne quasi un affare di Stato! collegio. Ha l’aspetto d’una villa imperiale. Quel doppio loggiato dà alla facciata. un’imponenza lieta, che una volta non si riscontrava nei collegi dei Gesuiti, per esempio, a Novellara, dove tutto inspira raccoglimento severo e tenebroso. Camerata da studio Il Portico del “Vignola” (disegno di Dante Paolocci) Qui presentiamo il disegno del collegio: il corpo del delitto! Come si vede, é un bel Il palazzo (uno dei più vasti), con 374 finestre, è opera dell’architetto Marco Vasanzio detto il Fiammingo; forse, è il suo capolavoro. Un portico e una 1oggia sul giardino sono attribuiti al Vignola; e voi _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.18 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ vedete nel nostro disegno quel portico slanciato e maestoso, degno veramente di quel Jacopo Barozzi di Vignola., seppellito nel Pantheon come Raffaello; autore del palazzo di Caprarola (il suo capo d’opera) commessogli dal cardinale Alessandro Farnese in cima d’un colle precipite; successore di Michelangelo quale architetto di San Pietro; e autore dei disegni dell’Escuriale anteposti a tutti gli altri. Nei nostri disegni si vedono pure varie altra parti del collegio: il lungo, ben illuminato e ordinatissimo salone da studio, il cortile, il Convittori in tenuta di passeggio Il cortile terrazzo, dove i padri gesuiti vanno a leggere il breviario .... E si trovano anche i convittori, bei giovanotti, in tenuta di studio e in tenuta da passeggio nel1’estate e nell’inverno, ch’è laggiù sempre assai mite come adesso (caso miracoloso!) é a Milano. L’affare di Mondragone non è punto terminato con la revoca dal decreto di pareggiamento. Molti deputati che sottoscrissero la domanda giustificano il loro operato, dicendo che non potendo il collegio essere abolito, conviene sottoporlo alla vigilanza governativa. Il Crispi ha scritto una seconda lettera ribattendo i commenti fatti alla prima, e dicendo che, se mancavano le condizioni per il pareggiamento, il Baccelli doveva respingere subito la domanda; non accordare il pareggiamento per poi ritirarlo: aggiungendo che se vi si insegnano massime contrarie alla istituzioni nazionali, il collegio si deve chiudere. Sono state presentate alla Camera due domanda d’interpe1lanza dal Bovio a dal Riccio, per sapere quale é realmente la posizione giuridica dei Gesuiti in Italia e per proporre che tutti i loro istituti vangano soppressi, ad eccezione della casa generalizia. Convittori in tenuta di studio (Ricerca a cura di Vittorio Spadorcia) _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.19 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ CARLO CUPINI Figlio del Prof. Oscar Cupini è nato a Frascati, dove ha vissuto fino all’età di 20 anni, ha studiato presso il Nobile Collegio Mondragone ed attualmente residente a Roma. Pur dimostrando, fin da giovane, particolari doti per il disegno e la pittura, Carlo Cupini si laurea in medicina e si dedica alla professione con un impegno e una serietà non comuni. Solo verso la fine degli anni ’80 egli decide di dedicarsi alla pittura. (a Mondragone dal 1940 al 1951) Le più importanti mostre: 1990 - Galleria Spazio Visivo - Roma “Premio Ripetta” (premio speciale) - 1991 Galleria Studio del Canova - Roma personale - 1993- Palazzo dei Capitani Ascoli Piceno -personale (con patrocinio dell’Asses= sorato alla Cultura del Comune) - 1994 Galleria studio del Canova - Roma - personale - 1994 - Castello Aragonese - Taranto personale (con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia) - 1994 Presentato da Ferdinando Anselmetti tra gli artisti del libro “Quelli che contano” (Marsilio Editore) - Galleria Ca’ D’oro - Roma - 1995 – _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.20 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Dressage Ball-Saratoga Spring New York Collettiva - 1995 - Convitto Nazionale Teramo - personale (con il patrocinio del Comune e della Provincia - inserita nel programma del X Premio Tercas-Architettura della Fondazione Tetraktis) - 1996 – Galleria Miniaci - Positano - personale (con il patrocinio della Comunità Montana Amalfitana) - 1997 - Palazzo della Provincia Macerata – personale (con il patrocinio della Provincia) - 1998 - Rassegna Nazionale Arte Contemporanea Città di Ascoli Piceno Palazzo dei Capitani – Pescara - Museo Cascella - collettiva (organizzata da Fondazione Ignazio Silone - Comune di Ascoli Piceno - Comune di Pescara) - 1998 – Galleria Vialarga - Firenze - personale (con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze) - 1999 - Palazzo Comunale - Acquasanta Terme - personale (con patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e dell’Associazione Turistica Pro Acquasanta Terame) – 2000 - Palazzo dei Capitani Ascoli Piceno - personale (con patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune) 2000 - Sulmona – Conferito Premio Nazionale Ignazio Silone 2000 2001 - Art Gallery Banchi Nuovi - Roma - personale – 2002 - Palazzetto dei Nobili - L’Aquila personale (con patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune) - 2003 - Galleria Imperatori - Porto S. Giorgio - 2004 - Castello di Duino - Trieste - personale - 2005 l’Osservatorio Parlamentare in Roma gli conferisce il titolo “Accademico di Merito” 2005 - Osservatorio Parlamentare - Roma personale - 2007 - Esposizione Castello di Duino in occasione della presentazione dell’Accademia Torre & Tasso - 2010 Basilica di Santa Maria in Montesanto Chiesa degli Artisti - Roma personale. Hanno scritto di lui: F. Anselmetti - E. Bilardello - L. Bonini M.C. Calvaresi - R. Civello - A. Forlini - R. Gervaso - G. Iovine - G. Lago A. Lemma - F. Maroni - C. Melloni - S. Misiano - M. Nardi - P. Palanca - S. Papetti M. Rossi Spada - G. Selvaggi - S. Severi - V. Sgarbi. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.21 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Il manoscritto di Voynich; 500 anni di misteri. “Novembre 2009, io Richard Rogers, informatico ho decrittato il Manoscritto Voynich. Lo giuro!” Da: www.enricobaccarini.com 11 novembre 2009 – Richard Rogers. Esperto informatico. Lui giura di avere una soluzione. Fonte – Gialli.it, 27 novembre 2009 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.22 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Il manoscritto di Voynich sembra sia stato finalmente tradotto. Dopo 500 anni di misteri, di un linguaggio incomprensibile, di immagini mai ritrovate nella storia, Richard Rogers, informatico e specialista nella gestione dei dati al Fleet Readiness Center East at Cherry Point (Nord Carolina) sostiene di aver “craccato” il codice e ci tuffa in un mondo fantastico fatto di misteri, scacchiere, codici segreti, algoritmi e matematica. In cui gli italiani sembrano aver contribuito significativamente. di CLAUDIA MIGLIORE Fa mostra di sé alla Beinecke Rare Book and Manuscript Library dell’Università di Yale. 16x 22×4. 102 fogli, per un totale di 204 pagine. Un concentrato di mistero. Questo è il manoscritto di Voynich. L’enigma letterario più sorprendente di tutti i tempi. Il libro più misterioso della storia. Quello che nessuno è mai stato in grado di leggere. Fino ad oggi. Fino all’11 novembre. Quando un sito americano pubblica le dichiarazioni di un uomo che sostiene di esserci riuscito. La scoperta. Richard Rogers, 58 anni, di cui 37 dedicati al governo americano sostiene di aver tradotto le prime pagine del manoscritto. Assolutamente per caso. Stava lavorando ad un nuovo algoritmo per il Dipartimento di Stato americano e aveva utilizzato una parte casuale del testo del manoscritto per fare un test. Il software ha fallito per due volte prima di restituire i dati. Dati in codice macchina in cui Richard Rogers ha letto la incredibile scoperta. Il manoscritto non contiene lettere, parole. Per anni tutti gli studiosi hanno pensato si trattasse di un linguaggio misterioso. In realtà il testo rappresenterebbe il primo foglio di calcolo della storia. Si tratterebbe non di lettere ma di numeri. Algebra simbolica. Roger non poteva credere a questa possibilità. Ha passato 10.000 ore davanti al computer per tradurre le prime tre pagine del manoscritto. Ha persino utilizzato un software satellitare, creato per rilevare le crepe su Marte, per analizzare il vello su cui il manoscritto è stato redatto e le crepe nella carta. Rogers ha concluso che il manoscritto contiene un messaggio segreto nascosto nelle figure. Alla base del documento c’è una griglia 8×8. Come quella delle scacchiere. Simbolo massonico. La griglia ha numeri nella parte bassa e lettere nella parte alta. Il documento è algebra ma è anche un sistema per spiegare come navigare sulla scacchiera per leggere o scoprire i messaggi segreti, le immagini e i simboli. La prima pagina non rappresenta altro che le istruzioni su come leggere il manoscritto. Attraverso una serie di studi e ricerche Rogers ha concluso che il manoscritto è stato redatto a più mani dalla famiglia proprio in Italia. Martino Longhi (1534-1591), Onorio Longhi e Martino Longhi il giovane (16021660) sarebbero gli autori. Datato intorno al 1578 prendendo come riferimento l’anno di costruzione di Villa Mondragone a Frascati dove il libro era conservato dai gesuiti. Rogers sostiene che proprio il giardino della villa, sia la chiave. Che la griglia rappresentata nel giardino si integri con il documento che conterrebbe importanti segreti commerciali nascosti alla chiesa. Richard Rogers non ha terminato la sua ricerca. Ormai nella sua mente e nella sua vita non esiste altro. Scoprire quella chiave e svelare il segreto. Dopo 37 anni di attività sta per andare in pensione. E questo potrebbe essere il modo migliore per uscire di scena. Fonte - Gialli.it, 27 novembre 2009 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.23 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Estratto da: “La Villa Spedita”. Testi di Roberto Eroli e Rodolfo Maria Strollo …L’altro ambito di contatto con 1a popolazione e il territorio erano le occasioni sportive: principalmente per gli incontri di calcio con 1e squadre dei vicini paesi (Frascati, Monte Porzio Catone, Monte Compatri) ma anche in occasione di gare rnotoristiche sia ufficia1i, come que11a automobilistica “Vermicino-Rocca di Papa" che vedeva ogni anno 1a partecipazione di frotte di convittori tra g1i spettatori (e la puntuale cronaca ne Il Mondragone), sia "interne”, organizzate dai convittori, come 1a "VillaVecchia-Monteporzio", per Vespa 125. come avvenne per 1a Juventus. nel 1931, quando si trovava in ritiro nella stessa citta. Le gite di un giorno, 1e scampagnate, 1e “somarate”, 1e escursioni, insomma, che venivano effettuate in ogni periodo (anche inverna1e) dai convittori accompagnati dai Padri, possono essere considerate come segno di una vera e propria osmosi fra il Collegio e il territorio. Foto d’epoca: partenza di una “somarata” in calesse (Coll. Ass.ne Ex Alunni) La coppia Fortini-Franco nella grande curva prima di Giovannella. (Coll. Autuori) Visita in collegio di Amedeo Amadei (Coll. Moroni Fiori) L’amministrazione del Collegio promuoveva ino1tre 1e visite - arnpiamente gradite e pubb1icizzate dalla starnpa interna – di campioni 1oca1i, come il centravanti della Roma e della Naziona1e Amedeo Amadei di Frascati, o di squadre famose casualrnente presenti in zona, lnizialmente a piedi e poi anche in bicicletta, con i muli, con le automobili, con le motociclette, con i mezzi pubblii, gli abitanti di Mondragone hanno battuto ogni luogo: principalmente quelli attorno alla Villa, successivamente anche altri più lontani. Delle stesse escursioni, nella cronaca de Il Mondragone veniva data puntuale notizia, quando non il dettagliato resoconto dell’avvenimento. Il Barco, il Quadrato dei Pini, il Tuscolo, le varie Ville, l’Eremo di Camaldoli, l’Abbazia o Badia Greca, i citati paesi vicini (compresi Colonna e Rocca Priora), o località più o meno amene: Torre Gaia, San Silvestro, Fontana dell’olio, Monte Cavo, Monte Algido, Madonna del Tufo, Galloro, Fontana delle Tempeste erano tra le mete ricorrenti, spesso raggiunte non con la viabilità ordinaria ma con percorsi fuoristrada. Con l’ausilio della linea tranviaria ecco che i convittori giunsero fino a Rocca di Papa, Ariccia, Castelgandolfo, Albano, Genzano, Velletri, od anche a Ciampino e Roma, con la ferrovia da Frascati o con appositi “torpedoni” noleggiati; non appena arrivo la linea tranviaria Fraseati-San Cesareo comparvero anche Zagarolo, Genazzano e Palestrina”. _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.24 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ RICORDI: Le AssociAzioni, Le squAdre di cALcio Da “La Villa Spedita”Testo del Prof. Rodolfo Maria Strollo dell’Università degli Studi di Roma Tor Vegata La vita all’interno del Collegio, oltre ad essere scandita dalle attività legate all’istituzione, e quindi didattiche e di studio, aveva anche altri momenti di aggregazione, connessi principalmente ad attività religiose e sportivo-escursionistiche. All’interno del corpo studentesco — sin quasi dalla fondazione suddiviso in piccoli, mezzani e grandi, cui si aggiunsero, con lo sviluppo demografico del Collegio, i piccolissimi e i mezzanelli — si formarono delle Congregazioni religiose (anch’esse spesso suddivise secondo le fasce d’età): quelle degli Angeli Custodi e Mariana, la Conferenza di San Vncenzo de’ Paoli, la sezione della Lega Missionaria Studenti (L.M.S.), la Crociata Eucaristica, il Circolo Giovanile Cattolico “Mondragone”, raggruppamento locale di riferimento all’Azione Cattolica. Queste associazioni, oltre ai momenti di natura spirituale e di preghiera collettiva, prevedevano giornate di specifiche attività legate principalmente alle ricorrenze di fondazione, alle festività di consacrazione e all’organizzazione di attività benefiche”. Chiaramente la regia — piu o meno manifesta — dei Gesuiti era particolarmente favorevole; non a caso l’Istituto ospitò, nel 1930, il I° Congresso Nazionale della L.M.S., e nell’agosto del 1949 i Congressi Nazionali G.I.A.C. / G.I.O.C. — Gioventù Italiana Agricoltori/Operai Cattolici, che videro la partecipazione dell’allora ministro Antonio Segni. Ma dove l’aggregazione in gruppi trovò la sua massima espressione fu nell’arnbito delle attività sportive che, certamente facilitate dagli spazi offerti dalla struttura, nonché dalle favorevoli condizioni del sito, permisero lo svolgimento di numerosi sport, anche “elitari” (intendendo questo termine nell’accezione piu vasta, connessa alla conoscenza, diffusione e costo). Il tennis (Lawn-Tennis), la scherma, il ciclismo, l’equitazione, oltre alla ginnastica e alle discipline de1l’atletica sono documentati sin dai primissimi anni del Novecento; ma a questi sport si aggiunse presto il calcio (Foot Ball), che divenne quello più seguito; rnentre, in maniera piu saltuaria, furono anche praticati lo sci (di cui esistono documentazioni fotografiche relative alle rare occasioni di innevamento della zona ed a specifiche gite nei vicini campi appenninici), fino agli sport motoristici e al tiro a segno. E forse non è un caso che, già in occasione della querelle di fine secolo, relativa alla parificazione, alcuni giornali, come lo stesso Domenico Seghetti poi riportò, insinuavano che a Mondragone si studiava poco e si faceva, invece, troppo sport. Il calcio, in quanto massirna espressione di gioco di squadra, fu, ovviamente, da subito recepito e compreso tra le principali e ricorrenti attività sportive del Collegio; numerose furono le squadre, ognuna con una sua diversa divisa, e dai nomi connessi al sito o ai convittori, che costellano le cronache sportive dei giornali del Collegio: principali e piu frequenti (e in un probabile ordine d’importanza) sono: S. Giorgio / Mondragone, Quintilia, S. Claudio, Primula, Dragoncina, ma anche Senectus, Skiapping, a volte espressioni di formazioni temporanee od anche strutturate su più fasce d’età, in associazione alle diverse camerate e — per la _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.25 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Senectus — agli ex allievi. Le occasioni di gara si verificavano così tra squadre interne allo stesso Collegio, o con altri istituti di Roma e provincia o anche contro formazioni dei vicini Comuni. La presenza dell’invaso del Giardino della Girandola, nel tempo d’uso del Collegio utilizzato sempre per attività all’aperto, permetteva alla struttura di poter disporre di un campo di calcio quasi regolamentare, addirittura dotato di “spalti" con i lavori condotti nel 1929, semplificando – anche dal punto di vista logistico - lo svolgimento degli incontri e di veri e propri tornei. Lo spirito di corpo, che con diverse esp1essioni permeava la condotta dei convittori durante gli studi, trovava spazio anche dopo, una volta usciti dal Collegio, nell’Associazione degli ex allievi, fondata nel 1922 e tuttora viva ed operante. Inizialmente era denominata Federazione Antichi Convittori (FAC.), poco dopo il nome fu cambiato in Associazione tra gli Antichi Convittori del Collegio Mondragone (A.TA.C.) per diventare, infine, l’attuale Associazicme Ex Alunni Nobile Collegio Mondragone. Il gruppo di ex allievi si è dotato di uno statuto e tutti gli anni, da allora, salvo il periodo della guerra, festeggia con una riunione commemorativa presso la Villa, denominata Giornata di Mondragone. Oggi il sodalizio detiene uno dei più importanti archivi di riferimento sulla Villa e certamente il principale sul Collegio, costituendone una memoria storicodocumentale ed umana considerevole. La vitalità della fase operativa del Collegio, unita al permanente spirito di corpo esistente tra i suoi convittori, anche a distanza di anni, dimostrano come gli allievi svolgessero una vita che, pur con le limitazioni proprie di un collegio, certo non negava momenti piacevoli, come traspare dai numerosi articoli pubblicati da Il Mondragone, nonché dalla presenza, negli elenchi, di interi gruppi familiari che hanno usufruito del servizio, coinvolgendo spesso più generazioni, a dimostrazione dell’apprezzamento dello specifico mondo, tale da indurre a riproporlo per i propri figli. Pochi sembrano i segni controcorrente a tale visione. Uno affiorerebbe dalla lettura di un romanzo (ambientato genericamente in un collegio ma del quale si possono riscontrare le “sembianze" di Mondragone) scritte da un ex convittore degli Anni ‘30: Giuseppe Gironda; mentre recentemente, Giuliano Zincone (anch’egli ex-convittore), sulle pagine di Sette, parlava della presenza nel Collegio di una apposita cassetta per le delazioni: in realtà, da informazioni avute a riguardo presso altri ex convittori, non risulta che la situazione fosse proprio come quella descritta mentre è probabile, invece, che qualche “spione" utilizzasse la cassetta della posta che i PP avevano appesa, ognuno, accanto alla porta della propria camera. Alcune voci da noi raccolte tra altri studenti della Compagnia di Gesù — ad esempio dell’Istituto Massimiliano Massimo di Roma — ci segnalano che, talvolta, l`eventualità di un trasferimento a Mondragone era considerata una specie di deportazione perché la struttura era isolata (certamente più restrittiva di quell’Istituto posto nella Capitale) e — di più — vi faceva freddo. Certo, su quasi tremila persone che hanno trascorso gli anni così particolari e delicati della propria adolescenza in un simile luogo, è possibile che qualche malcontento si sia verificato. Dalla lettura del periodico del Collegio si è potuto constatare che i provvedimenti “punitivi” nei confronti dei convittori erano sicuramente legati alla loro condotta e al profitto nello studio, e limitati al divieto di partecipare alle uscite e/o alle attività di svago interne (sport, teatro, proiezioni cinematografiche ...). Una curiosa pena sembrava essere quella della privazione, ai pasti, del vino; bevanda che risulta venisse servita anche ai piccoli. Certamente casi di castigo più gravi, nell’ampio arco temporale di funzionamento del Collegio, si saranno pure verificati: uno dei pochi noti (ed emblematico), è quello di Corrado Alvaro, espulso perché sorpreso in possesso di un volume di Giosuè Carducci contenente — tra l’altro l’Inno a Satana. ********* _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.26 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ LORENZO GIGOTTI Lorenzo Gigotti (1908 - 1994) Lorenzo Micheli Gigotti nasce a Roma il 10 febbraio 1908, da Gaetano e da Giovanna Lazzarini, in una famiglia colta di estrazione nobile. L'istruzione superiore, all'epoca assai poco diffusa è invece già una consuetudine per la famiglia Micheli Gigotti; all'amore per la cultura e per lo studio vige per il rigore per scelte professionali tradizionali. Forte è dunque il contrasto che sorge fra il padre ed il futuro pittore in seguito alla ferma decisione presa da quest'ultimo di intraprendere un percorso artistico. Lorenzo Gigotti lascia così la casa paterna per trasferirsi dalla nonna, Teresa Blasetti, che ne sovvenzionerà gli studi. A seguito del non facile periodo trascorso a cavallo tra gli anni '10 e '20 presso il Reale Collegio di Mondragone, inizia a frequentare il Liceo Artistico di Roma, mostrando una precoce inclinazione per le tecniche pittoriche. Negli anni del servizio militare, svolto a Salerno, la vita familiare è segnata da due dolorosi lutti: la prematura perdita della madre e della sorella, Giulia. Terminato il Liceo inizia a frequentare i corsi presso l'Accademia di Belle Arti di Roma dove, allievo di Ferruccio Ferrazzi, nel 1932 si diplomerà nel corso di Decorazione. (in collegio dal 1917 al 1921) E' il momento non solo della formazione artistica ma anche della frequentazione di un ambiente culturale, quello romano, in veloce fermento. Di questo periodo i primi lavori nel settore della grafica e della cartellonistica, ma la pittura si impone da subito come mezzo d'elezione. Le prime tele nascono nel segno di un raffinato e personalissimo tonalismo, ciò che in seguito sarà riconosciuto sotto il nome di Scuola Romana... Foto tratte da www.archiviolorenzogigotti.it Nella Chiesa di Don Bosco sono esposte le otto vetrate di Lorenzo Gigotti: Eden e Redenzione, Saul e David, Davide e Salomone, Elia ed Eliseo, Giona, Giuditta, Ester e Maccabei. L’artista ha lasciato, testimonianze riunite in parte nell’Archivio Lorenzo Gigotti, istituito nel decennale della morte, che comprende dipinti, disegni, bozzetti. Vetrate, mosaici ed affreschi sono conservati in importanti chiese (S. Paolo del Brasile, S. Gottardo in Corte di Milano, S. Giovanni Bosco e di S. Eugenio a Roma) e presso enti pubblici (come il CTO Garbatella di Roma, di Firenze e di Padova). L. Gigotti 1949 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.27 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Lorenzo Gigotti e i figli: Laura, Stefano e Carlo (da sx), 1950 Giorgio de Chirico, Lorenzo Gigotti e signora, 1963 Lorenzo Gigotti e il progetto per la vetrata della Basilica di San Paolo del Brasile, 1951-1952 Lorenzo Gigotti e il gatto Kebro, 1973 Lorenzo Gigotti, 1979 Lorenzo Gigotti con la moglie ed i figli, 1955 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.28 di 32 Il Mondragone ________________________________________________________________________________________________ Alcune opere di Lorenzo Gigotti: Nudo e gabbia, 1965 Composizione, 1953 Invito al “Gran Ballo degliArtisti , Roma - feb. 1950 _______________________________________________________________________________________________ Edizione n° 20 –dicembre 2010 pag.29 di 32 Il Mondragone __________________________________________________________________________________________________ La RETTA ( per l’anno scolastico 1946-47 ) _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.30 di 32 Il Mondragone __________________________________________________________________________________________________ Quote pagate alla Associazione per l’anno in corso _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.31 di 32 Il Mondragone __________________________________________________________________________________________________ Re d a z i o ne e d e di t i ng a c ur a d i Vi t t o r i o S pa d o r c i a e Ro l a ndo To na r e l l i _______________________________________________________________________________________________ Edizione n°20 – dicembre 2010 pag.32 di 32