Meningite, profilassi tra gli agenti Una cerimonia per Sandrine
Transcript
Meningite, profilassi tra gli agenti Una cerimonia per Sandrine
Martedì 17 Gennaio 2017 La Voce 3 PRIMO PIANO POLESINE SICUREZZA Nigeriano arrestato in piazza con la marija: la prefettura revoca l’accoglienza Profugo pusher, subito a piede libero Trovato con 3 grammi in monodosi e 190 euro. Non starà più nel b&b, ma è ancora richiedente asilo ROVIGO - Denunciato a piede libero per spaccio di droga, dopo alcune ore trascorse in stato di arresto, il profugo nigeriano di 20 anni che è stato trovato dagli agenti della Volante di Rovigo, diretta da Michele Fioretto, a spacciare droga in piazza Vittorio Emanuele, è stato allontanato dal Bed and Breakfast “Il Sacco”. La decisione è stata presa dalla prefettura all’indomani dell’arresto, ma la sua richiesta di asilo nel territorio italiano rimane ancora in piedi. Seguirà l’iter della commissione, come tutte le altre richieste di asilo, certo, con il macigno della denuncia penale per spaccio. Nelle more, il nigeriano in odor di crimine, rimane comunque a zonzo per la città. Tutto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, in un locale della piazza Vittorio Emanuele II, nel bel mezzo della movida rodigina. Tra i giovani che popolano la notte, anche qualche ragazzo di colore, tra cui J. A., ospite al Bed and Breakfast di via Cappuccini, che era con un altro amico. Alla centrale era arrivata la segnalazione di uno scambio di droga tra lui e un altro giovane. Così è scattato l’intervento degli agenti delle Volanti. A. J, è stato fermato e perquisito. Dentro un pacchetto di sigarette, apparentemente innocuo, gli agenti hanno trovato delle dosi di marijuana già impacchettata in sacchettini monodose e pronta per lo spinello. Una volta accompagnato in questura, il giovane, al termine della perquisizione è stato trovato anche con altra droga nascosta in una scarpa. Nel portafoglio aveva poi 190 euro che non ha saputo giustificare. Tre grammi la marijuana sequestrata. La polizia ha voluto anche perquisire il Bed and Breakfast di via Cappuccini senza trovare nulla. Tre grammi sono quasi consumo personale, ma così suddiviso, in sacchettini già pronti per la vendita, e nascosti dentro una scarpa, non hanno dato molto spazio al dubbio. Tra l’altro per giovani che entrano in Italia senza un euro e che vengono anche sovvenzionati dallo Stato per l’emergenza, con 2,50 euro al giorno, con un letto, vitto compreso e anche con i corsi per imparare l’italiano e per integrarsi, quasi 200 euro sono un cifra davvero incongruente. Infatti la polizia li ha sequestrati al giovane nigeriano. E per questo è scattato l’arresto. Tuttavia il pubblico ministero di turno, Sabrina Duò, ha ritenuto di liberare subito il giovane spac- Nigeriano di 20 anni, ospite al Sacco, spacciava marijuana ciatore di fatto ben inserito nel tessuto criminoso del territorio, perché la quantità ritrovata era modica. Liberato, il nigeriano è stato comunque denunciato a piede libero per spaccio. Le carte sono state subito mandate dalla questura alla prefettura, per valutare il caso. La revoca dell’accoglienza è stata immedia- ta. Dopo l’episodio di molestie a una minorenne a Frassinelle, nei dintorni del centro di accoglienza, sempre ad opera di un richiedente asilo, ora la denuncia di un migrante per spaccio di droga. Che se anche è stato giudicato di “lieve entità” dallo stesso pm, apre le porte a una “carriera” di cui il territorio non ha certo bisogno. “Fuori da Rovigo certa gente ha commentato inviperito il sindaco Massimo Bergamin Io in città non ce lo voglio. Queste sarebbero le risorse che arrivano in Italia...”, ha ironizzato. K. Are. © RIPRODUZIONE RISERVATA CONETTA Non è contagiosa, ma i poliziotti temono per la salute Meningite, profilassi tra gli agenti A stretto contatto con i migranti, gli agenti denunciano CONETTA (Cona) - Per gli agenti in servizio a Conetta, ai confini di Cavarzere, dove sorge il centro di accoglienza richiedenti asilo e dove dopo la morte di una ivoriana si è registrato un caso di meningite, contratto da un 19enne del Bangladesh, i poliziotti hanno preso provvedimenti e hanno cominciato una profilassi che la dice lunga sul rischio che corrono. E’ scattato l’allarme sanitario e i poliziotti non solo si sono dotati di mascherine e guanti. “Per i colleghi impiegati in servizio a Conetta - ha scritto Mauro Armelao, vice segretario nazionale Ugl Polizia di Stato - si raccomanda di avere dispositivi di protezione individuale quali guanti e mascherine. Evitate contatti diretti con i profughi fino a che non saranno fatti i dovuti accertamenti”. Dopo la conferma della meningoencefalite di tipo virale, infezione dell'encefalo e delle meningi, che non comporta, fanno sapere i sanitari dell’Ulss 3, rischi di contagio e non necessita profilassi, tuttavia, il medico della Polizia ha spiegato a tutti gli agenti in servizio come indossare e utilizzare guanti e mascherine. A denunciare che la situazione fosse a ri- schio, ci aveva già pensato l'Ugl dopo la morte di Sandrine Bakayoko, chiedendo l'immediata chiusura del campo di Conetta e i controlli sanitari su tutti i richiedenti asilo ospitati. “Stiamo valutando con i nostri legali aveva fatto sapere Armelao di fare un esposto in procura affinché verifichi le condizioni di salute di tutti gli ospiti del centro per salvaguardare le forze dell'ordine e i cittadini stessi, a rischio incolumità. Oltre 1300 profughi non possono convivere lì dentro. Chiediamo poi venga istituito un posto medico avanzato”. © RIPRODUZIONE RISERVATA CONA Corona di fiori per ricordare la migrante morta il 2 gennaio Una cerimonia per Sandrine CONA - Una cerimonia per ricordare Sandrine Bakayoko, la richiedente asilo di origini ivoriane morta a soli 25 anni, il giorno dopo Capodanno, per un banale incidente all’interno del centro di accoglienza di Conetta, a pochi chilometri da Cavarzere. Domenica, infatti, la rete “Bassa Padovana accogliente” si è data appuntamento sull’argine dell’Adige, a cui è stata affidata una corona di fiori a ricordo della giovane migrante che ha perso la vita in questo angolo di veneto. Un’iniziativa che è nata raccogliendo la proposta di Andrea Segre. Un centinaio di persone circa si sono dunque dato appuntamento a Conetta, di fronte alla ex base che ospita oltre mille richiedenti asilo. Da qui sono partiti per raggiungere le sponde dell’Adige alle cui acque sono stati affidati i fiori, in memoria della giovane migrante. Un modo, spiegano gli organizzatori, per “chiedere scusa a Sandri- ne e per la necessità comune di dire basta ad un’accoglienza disumana, capace solo di trasformare uomini in bestie e generare guadagni privi di controllo democratico. Superiamo questo modello, chiudiamo tutti i centri disumani come Cona e costruiamo percorsi d’accoglienza diffusa. La cerimonia per Sandrine - concludono dalla rete Bassa Padovana accogliente - può diventare la cerimonia per la nostra comune dignità”. © RIPRODUZIONE RISERVATA Grande partecipazione nel ricordo di Sandrine