la scuola laboratorio - Rinascita @ Wikischool
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Istituto Sperimentale “Rinascita - A. Livi” ( comma 5 art. 11 D.P.R. 275/99) Scuola statale secondaria di primo grado ad indirizzo musicale 20146 MILANO - Via Rosalba Carriera, 12 Tel. 02-4230503 - Fax 02.428324 http: // rinascita-livi.it e-mail: rinascal@tin. MIMM074002 C.F. 80118830159 “LA SCUOLA LABORATORIO” PROPOSTA DI SPERIMENTAZIONE AI SENSI DELL’ART.11 DEL DPR N.275/99 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 INDICE PARTE PRIMA : LA SCUOLA LABORATORIO (parte concordata tra le tre scuole proponenti) CAPITOLO 1 LA PROPOSTA 1.1 1.2 1.3 1.4 Cosa si propone e perché I Soggetti della sperimentazione Caratteristiche comuni e know-how Come si intende sviluppare il progetto pag. pag. pag. pag. 7 7 8 8 CAPITOLO 2 LO SVILUPPO DEL PROGETTO 2.1 2.2 2.3 La proposta in relazione al contesto attuale Possibile struttura di ogni scuola-laboratorio Ambiti della sperimentazione didattico-strutturale e pedagogica pag. 9 pag. 11 pag. 13 PARTE SECONDA : IL CONTESTO CAPITOLO 1 L’ISTITUTO RINASCITA A.LIVI DI MILANO 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 Lo stato giuridico e la storia dell’istituto Dati della struttura attuale Il percorso pedagogico e didattico Il curricolo scientifico della scuola Le competenze dei docenti Pubblicazioni degli insegnanti pag. pag. pag. pag. pag. pag. 17 19 22 29 32 35 pag. pag. pag. pag. 41 42 47 48 pag. pag. pag. pag. 50 55 55 57 pag. pag. pag. pag. 61 61 62 62 PARTE TERZA : LA SPERIMENTAZIONE DELLA STRUTTURA DI RICERCA E FORMAZIONE PROFESSIONALE CAPITOLO 1 LA STRUTTURA DI BASE E IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO 1.1 1.2 1.3 1.4 Il Comitato Scientifico Le reti I rapporti con l’Università e il piano di lavoro comune La valutazione di sistema come elemento costitutivo della scuola laboratorio CAPITOLO 2 L’IPOTESI DI ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ DI FORMAZIONE E RICERCA 2.1 2.2 2.3 2.4 Analisi del problema e bisogni I bisogni strutturali di questo ambito della sperimentazione Esperienze di tirocinio a Rinascita La durata PARTE QUARTA: LA SPERIMENTAZIONE DELLA STRUTTURA DIDATTICO-PEDAGOGICA CAPITOLO 1 UN CONTESTO STRUTTURALE INTEGRATO La proposta 1.1 Il modello di apprendimento 1.2 Il sistema delle relazioni nella scuola 1.3 L’ipotesi sperimentale per la costruzione di un contesto formativo integrato e i tre piani in cui si articola la sperimentazione 1.4 La durata Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 pag. 63 CAPITOLO 2 IL PIANO DELL’INTEGRAZIONE DEI SAPERI Le linee di sviluppo in sintesi 2.1 Analisi del problema e bisogni 2.2 Ipotesi di lavoro 2.3 Rinascita come laboratorio di integrazione dei saperi 2.4 Introduzione dell’insegnamento di nuove discipline 2.5 I bisogni strutturali di questo ambito della sperimentazione pag. pag. pag. pag. pag. pag. 65 66 71 72 73 74 pag. pag. pag. pag. pag. 87 88 90 93 93 CAPITOLO 3 IL PIANO DELL’INTEGRAZIONE DEI PERCORSI DI AUTO/VALUTAZIONE DI ISTITUTO E DI AUTO/VALUTAZIONE DELL’ALUNNO TRA TUTOR E PORTFOLIO Le linee di sviluppo in sintesi 3.1 Analisi del problema e bisogni 3.2 Ipotesi di lavoro 3.3 I bisogni strutturali di questo ambito della sperimentazione 3,4 Esperienze maturate CAPITOLO 4 IL PIANO DELLA SCUOLA COMUNITÀ COME PERCORSO PER UNA GESTIONE INTEGRATA, DEMOCRATICA E COOPERATIVA DELLA SCUOLA Le linee di sviluppo in sintesi 4.1 Analisi del problema e bisogni 4.2 I genitori partner nei percorsi formativi e nella gestione della scuola (testo a cura dell’Assemblea dei genitori della scuola) 4.3 Ipotesi di lavoro 4.4 La scuola come comunità che apprende: l’educazione permanente degli adulti 4.5 Bisogni strutturali di questo ambito della sperimentazione 4.6 Esperienze maturate pag. 99 pag. 100 pag. 110 pag. pag. pag. pag. 113 114 118 118 pag. pag. pag. pag. 126 128 130 132 PARTE QUINTA: LE RISORSE CAPITOLO 1 1.1 1.2 1.3 1.4 La struttura L’organico Assegnazione del personale Risorse finanziarie BIBLIOGRAFIA pag.135 ALLEGATI Fascicolo a parte Delibera del Consiglio di istituto - Delibera col Collegio – I decreti originari istitutivi dell’istituzione sperimentale – Il decreto di autonomia – Accordo quadro con l’Università Statale di Milano Bicocca - Lettera di interesse al progetto della Facoltà di Scienze della Formazione Unimib– Intervento della prof.ssa Laura Formenti su “Sperimentazione e tutor” – Scheda Progetto Scienza Under 18 – Scheda Progetto Alimentazione Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PARTE PRIMA Concordata dalle scuole promotrici del progetto LA SCUOLA LABORATORIO Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 1 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 LA PROPOSTA 1.1 COSA SI PROPONE E PERCHÉ L’idea è di studiare le possibilità di funzionamento e di articolazione strutturale di “Scuole-Laboratorio (SL)”1 che siano in grado di: • realizzare sperimentazioni didattico-strutturali extraordinamentali che possano esplorare dei nuovi campi di contenuto anche in chiave europea studiando nel concreto contesti avanzati di apprendimento che possano prefigurare soluzioni per i bisogni di una società in continua evoluzione e fornire indicazioni per il futuro; • offrire un contesto particolarmente qualificato ed efficace per l’apprendimento in stage delle pratiche professionali per i docenti in servizio e in ingresso. Tale studio sarà concordato e sviluppato nel percorso con le Università, incluse le Scuole di Specializzazione e il C.N.R. e collegato alla ricerca didattica e organizzativa delle scuole coinvolte; Tali due aspetti sono integrati operativa. come due ambiti di una medesima realtà Questa ricerca e sperimentazione potrà fornire elementi per prefigurare una nuova modalità di interazione tra scuola, università e associazioni professionali che si inserirà con la sua specificità nel sistema di formazione dei docenti e contribuirà alla creazione di una comunità professionale in grado di concorrere alla propria preparazione e all’uso del metodo della ricerca per il miglioramento della qualità del servizio. 1.2 I SOGGETTI DELLA SPERIMENTAZIONE L’idea nasce dal lavoro in rete di tre scuole sperimentali: la scuola media a orientamento musicale “Rinascita Amleto Livi” di Milano, l’istituto comprensivo Scuola-Città Pestalozzi di Firenze e la scuola media Don Milani di Genova. I tre istituti provengono da lunghe esperienze di sperimentazione e ricerca e possiedono delle condizioni strutturali particolarmente favorevoli allo sviluppo di questa idea, già condivisa dalle Facoltà di Scienze della Formazione delle locali Università che diventerebbero partner nella progettazione. Contatti sono stati aperti con le teacher training schools finlandesi per un confronto. L’elaborazione del progetto in rete tra tre scuole operanti in diversi territori favorirà l’approfondimento e la qualità della modellizzazione e l’eventuale esportabilità dell’esperienza. 1 la denominazione è provvisoria, del tutto funzionale alla comunicazione del progetto presentato e rimanda alle particolari esperienze pregresse delle tre Scuole coinvolte. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 1. 3 CARATTERISTICHE COMUNI E KNOW-HOW Le scuole della rete si sono avvalse di una particolare organizzazione resa possibile dai rispettivi Decreti istitutivi. I collegi sono formati in maggioranza da docenti selezionati nel corso degli anni con competenze documentate di formatore e ricercatore. La struttura didattica e organizzativa, creata e collaudata negli anni, è riuscita a combinare l’erogazione del servizio scolastico, la ricerca pedagogico-didattica applicata e la riflessione sui processi e le competenze della professione, realizzando una vera e propria “comunità di pratica” che funziona come contesto di apprendimento integrato per studenti e adulti. I partecipanti al progetto posseggono quindi, oltre al sapere professionale individuale, un sapere di gruppo nella gestione sistemica e integrata della scuola che si è affinato grazie all’esperienza pluriennale di ricerca e sperimentazione proprio su alcuni degli aspetti della didattica e dell’organizzazione introdotti dalle riforme. Infine i docenti delle scuole hanno sviluppato esperienze di lavoro di rete in progetti territoriali locali e nazionali in collaborazione con Università, CNR e altre istituzioni scientifiche ed hanno curato pubblicazioni scientifiche e libri di testo. 1.4 COME SI INTENDE SVILUPPARE IL PROGETTO Il progetto sarà fortemente connesso al dibattito corrente anche in relazione all’applicazione dell’art.5 della Legge n. 53 e alle piste di ricerca macroistituzionali e potrà svilupparsi principalmente nei campi della formazione, della ricerca e della valutazione. Formazione • Innovazione didattica e organizzativa al servizio del sistema di Formazione degli insegnanti e del Sistema Scolastico più generale • Ricerca e sperimentazione di modelli di tutoraggio e stage per tirocinanti e docenti in servizio anche delle diverse agenzie formative • Implementazione e supporto formativo alle innovazioni previste dal D. Lgs. 59/2004 Ricerca • Riflessione su nodi critici emergenti dall’attuazione della legge sull’autonomia • Innovazione su specifici aspetti e metodologie didattico-educativi in partenariato con Università, CNR, IRRE regionali • Innovazione orientata al miglioramento del servizio e all’evoluzione del sistema Valutazione • Monitoraggio e valutazione anche da parte del Sistema Centrale sia degli esiti del progetto che delle prestazioni professionali e individuazione di modelli specifici per la valutazione dell’attività di ricerca come innovazione (art.6) nella scuole dell’autonomia. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 2 LO SVILUPPO DEL PROGETTO 2. 1 LA PROPOSTA IN RELAZIONE AL CONTESTO ATTUALE Le scuole della rete si sono avvalse negli anni di una particolare organizzazione resa possibile dai rispettivi Decreti istitutivi. I collegi sono formati in maggioranza da docenti selezionati nel corso degli anni con competenze documentate di formatore e ricercatore. La struttura didattica e organizzativa, creata e collaudata negli anni, è riuscita a combinare l’erogazione del servizio scolastico, la ricerca pedagogico-didattica applicata e la riflessione sui processi e le competenze della professione, realizzando una vera e propria “comunità di pratica” che funziona come contesto di apprendimento integrato per studenti e adulti. I partecipanti al progetto posseggono quindi, oltre al sapere professionale individuale, un sapere di gruppo nella gestione sistemica e integrata della scuola che si è affinato grazie all’esperienza pluriennale di ricerca e sperimentazione proprio su alcuni degli aspetti della didattica e dell’organizzazione introdotti dalle riforme. Infine i docenti delle scuole hanno sviluppato esperienze di lavoro di rete in progetti territoriali locali e nazionali in collaborazione con Università, CNR e altre istituzioni scientifiche ed hanno curato pubblicazioni scientifiche e libri di testo. Il ruolo delle SL in un sistema di formazione integrato. Le scuole sul territorio nazionale hanno bisogno di supporto operativo per apprendere “comportamenti autonomi” e per diventare “laboratori professionali”. In passato le forme tradizionali di formazione del personale hanno avuto momenti di forte crisi che hanno provocato oscillazioni tra “obbligo” e “diritto”, tra Piani Nazionali e appelli alla ricerca-azione, tra Ministero e Direzioni Regionali, tra rapporto privilegiato con l’Università e appello a qualsiasi agenzia formativa. Oggi si va verso un sistema di formazione articolato e differenziato dove trova spazio un’ampia gamma di servizi e modalità di intervento. In questo quadro si inseriranno le SL che assumeranno il compito da una parte di studiare gli aspetti pratici dell’applicazione delle metodologie didattiche innovative e di raccogliere i bisogni di aggiornamento delle competenze professionali espressi dal corpo docente del territorio e dall’altra saranno il ponte fra la ricerca scientifica sviluppata nelle Università , negli IRRE, nei centri di Ricerca e il mondo della scuole autonome statali e paritarie. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Il contributo delle SL nel coinvolgimento dei docenti nei processi innovativi. In molte situazioni la legge sull’autonomia e la legge di riforma hanno destato preoccupazione e diffidenza nel personale docente, le SL potranno contribuire a far scoprire le motivazioni pedagogiche e didattiche dell’Autonomia esercitandone e praticandone le possibilità nella progettazione di percorsi di apprendimento e nella costruzione di climi professionali democratici e cooperativi. L’azione delle SL nelle rispettive aree territoriali potrà così favorire la scoperta di atteggiamenti professionali e comportamenti autoriflessivi per rendere diffusa la capacità di innovazione nel sistema scolastico e migliorare così il servizio offerto e supportarne le buone pratiche. La competenza specifica dei docenti delle SL rispetto alla formazione dei formatori permetterà durante lo stage un approccio centrato sull’individualizzazione dell’apprendimento e su un reale tutoring, in collegamento con il supervisore universitario nel caso dei tirocinanti, in una logica di peer education per i docenti in servizio. Questa competenza permetterà anche un lavoro comune con l’Università per allestire dei laboratori di formazione universitari presso le SL e successivamente esportabili con la partecipazione anche degli alunni e con sistemi di interazione multimediali e telematici sincroni e non. Il ruolo delle SL per la diffusione delle pratiche di ricerca nell’attività professionale. Oggi la ricerca è ancora intesa generalmente nel mondo della scuola ancora come un optional o un lusso. Tra le 4 dimensioni dell’ Autonomia, didattica, organizzativa, finanziaria e di ricerca, quest’ultima è sicuramente la più debole e la meno praticata. Le SL potranno offrire un contesto: a) per ricerche osservative e sperimentali progettate e sviluppate insieme all’Università, agli IRRE, al MIUR b) per la ricerca-azione come metodologia strategica per lo sviluppo professionale e il miglioramento del servizio c) per l’apprendimento contestualizzato di queste competenze e per studiare la complessità di queste pratiche da parte dei futuri insegnanti e da parte dei docenti in servizio Ciascuna SL, in rapporto alla sua storia, ai bisogni del proprio territorio e alle esigenze di approfondimento di nodi critici delle innovazioni introdotte nel sistema, elaborerà un proprio Progetto di Ricerca da sviluppare anche tramite intese e convenzioni con soggetti pubblici e privati, per una durata predefinita e concordata. Nell’elaborazione delle ipotesi di ricerca saranno individuati appositi parametri che di volta in volta saranno concordati con gli esperti del Comitato scientifico, ma un indicatore costante sarà quello dell’esportabilità. Le SL nella ridefinizione del rapporto scuola-università. Le recenti trasformazioni nella prima formazione di insegnanti sia per la scuola primaria Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 che per quella secondaria (corsi di Laurea nella Facoltà di Scienze della Formazione e Scuole di Specializzazione dei corsi di laurea specialistici) Hanno avviato un dialogo aperto tra scuola e Università per mantenere in contatto la ricerca pedagogica e didattica con le comunità di pratica, luogo di condivisione di significati e valori al fine di elaborare risposte ai problemi emergenti, senza peraltro svilupparne tutte le potenzialità. Il rapporto spesso si è limitato ai due elementi, importantissimi ma ancora parziali, della presenza sia dei supervisori nelle strutture universitarie sia degli insegnanti “accoglienti” nelle scuole. L’attuazione dell’art.5 della legge 53/2003 sostituirà a queste strutture apposite lauree specialistiche; appare indispensabile che gli strumenti di partnership università/scuola attualmente presenti, sopra ricordati, vadano confermati e possibilmente rafforzati. In questo contesto le SL potrebbero configurarsi come luogo di potenziamento della partnership tra Università e Scuola, anche in relazione all’importanza che assume in questo nuovo quadro la significatività del contesto di apprendimento per rendere efficace il processo di acquisizione delle pratiche professionali. 2. 2 POSSIBILE STRUTTURA DI OGNI SCUOLA-LABORATORIO Area di contatto Gli Istituti dovrebbero avere, oltre che con i partner universitari già citati, contatti resi espliciti da appositi accordi e/o convenzioni con la Direzione Scolastica Regionale, gli Enti Locali del territorio in cui è collocata, con Musei, con istituti di ricerca quali CNR, IRRE, INDIRE, INVALSI e centri studi come l’Associazione TREELLE. Di volta in volta i contatti suddetti potrebbero diventare effettive collaborazioni su progetti specifici. Dimensione transnazionale Le SL svilupperanno contatti attraverso Internet e tramite partecipazione a convegni,con ricercatori internazionali e in particolare europei primi fra tutti, i progettisti delle teacher training schools finlandesi che rappresentano uno spunto interessante per il caso italiano, con i quali si sono già presi i contatti preliminari. Relazione con le scuole del territorio Ogni SL utilizzerà la modalità della rete per rapportarsi con altre scuole del territorio e mettere a punto in collaborazione con l’Università il proprio programma di ricerca e formazione. Utenti delle SL saranno, oltre naturalmente agli studenti con le loro famiglie, le altre scuole del territorio con i loro docenti e, attraverso le convenzioni con gli Atenei, gli specializzandi universitari. La qualità del servizio scolastico erogato dalle SL sarà comunque garantito e l’introduzione di modifiche didattico-strutturali rispetto all’ordinamento in relazione a ricerche e sperimentazioni concordate con l’Università non si configurerà come una situazione di offerta “privilegiata” rispetto alle scuole del territorio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Personale I docenti costituiranno un organico funzionale alle attività integrate di erogazione del servizio, di ricerca e formazione. La consistenza dell’organico sarà adeguato alle necessità di svolgimento dell’attività di SL. I docenti che lavorano nelle SL devono esplicitamente impegnarsi a svolgere attività di formazione – ricerca – insegnamento – documentazione e devono avere un curricolo con competenze in questi settori di intervento. Il reclutamento per il turnover sarà trasparente attraverso la comunicazione pubblica delle cattedre disponibili per le quali il docente di ruolo potrà fare domanda alla SL e la successiva selezione in base alle competenze richieste ed esplicitate. Un discorso simile potrà essere fatto per il personale ATA. La diversità organizzativa e di gestione del personale rispetto alle scuole normali saranno in relazione e funzionali alle esigenze richieste dalle ricerche didattiche di volta in volta in atto, dalle attività di formazione in stage svolte verso insegnanti in prima formazione o in servizio e per l’attività di documentazione e diffusione. Direzione La direzione delle SL seguirà un modello di leadership condivisa attraverso l’interazione di organismi con responsabilità intermedie di gestione proseguendo e sviluppando l’esperienza accumulata negli anni in questo campo dalle tre scuole proponenti. Ogni scuola avrà bisogno di un Dirigente che, come gli insegnanti dell’organico funzionale, condivida il progetto e sia esplicitamente disponibile ad impegnarsi nella promozione e nella guida di attività di formazione – ricerca – insegnamento – documentazione e che sia in possesso di un curricolo adeguato. Ogni scuola inoltre si dovrà avvalere di un Comitato Scientifico autorevole con la presenza dell’Università e di eventuali altri centri di ricerca e di Organi di gestione operativi che garantiscano l’efficienza e l’efficacia dell’azione complessiva della scuola come laboratorio. E’ previsto un coordinamento scientifico nazionale interuniversitario. Sistema di controllo significativo Si attiveranno sistemi di monitoraggio degli esiti della formazione dei formatori, della ricerca, dell’insegnamento agli studenti, della gestione amministrativa e organizzativa in modo che i dati siano confrontabili e il processo sia efficace ed efficiente Saranno messi in atto anche processi di autovalutazione dei gruppi di lavoro nell’ottica di costituire una comunità di pratica di professionisti riflessivi capaci di apprendere e migliorarsi. Documentazione Periodicamente, secondo il progetto le SL cureranno la pubblicazione dei risultati, la sistemazione dei lavori per renderli disponibili a chi ne faccia Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 richiesta, l’organizzazione di momenti pubblici come seminari e convegni, l’aggiornamento di un proprio sito Web in cui condividere on-line materiali e contributi. 2.3 AMBITI DELLA SPERIMENTAZIONE DIDATTICOMETODOLOGICA E PEDAGOGICA Ciascun Istituto si caratterizza per una specializzazione su alcuni nodi tematici intorno ai quali confluiscono, in una visione di insieme, i risultati delle attività di ricerca che ha svolto negli anni e sta svolgendo attivamente anche in rete con altre scuole e con istituzioni scientifiche del proprio territorio . Lo sviluppo di questi nodi rappresenterà la proposta di sperimentazione strutturale di ciascuna singola scuola. Il lavoro di rete tra le tre scuole sulla riflessione sulle pratiche professionali per la formazione dei docenti permetterà di mettere in comune tutti gli aspetti trasversali alle diverse aree di ricerca e sperimentazione per svilupparne le sinergie e gli stimoli per la riflessione professionale. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PARTE SECONDA IL CONTESTO Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 1 L’ISTITUTO RINASCITA A.LIVI DI MILANO “Il tempo presente e il tempo passato sono forse entrambi presenti nel tempo futuro, e il tempo futuro è contenuto nel tempo passato” T.S. Eliot 1.1 LO STATO GIURIDICO E LA STORIA L’Istituto Rinascita “Amleto Livi” di Milano è una scuola media statale sperimentale ad indirizzo musicale. Rinascita è sorta nell’ambito dei “Convitti della Rinascita”, fondati in alcune città d’Italia dall’ANPI nel 1946, per offrire un’occasione formativa a tanti giovani che erano stati estraniati per molti anni dalla scuola a causa della guerra. Negli anni ’60 nel Convitto di Milano fu istituita una sezione di scuola media che funzionava come scuola privata. Per permettere all’istituto di mantenere nell’ordinamento pubblico le caratteristiche pedagogiche, didattiche e organizzative che la rendevano un’esperienza d’avanguardia, Rinascita è entrata nel sistema nazionale come “unità autonoma” con uno specifico Decreto Ministeriale del 30.9.1974, poi modificato con dispositivo del 4.8.1984, ai sensi dell’art.3 ultimo e penultimo comma della legge 419/74 poi art.278, commi 5 e 6, del DLvo.297 del 16.4.1994 (Testo unico) Dal 1 settembre 2000 ha mantenuto lo status di istituto sperimentale ai sensi del comma 5 dell’art.11 del DPR 275/99 (Regolamento dell’autonomia) Con Delibera n. 48116 del 14.02.00 della Regione Lombardia, l’Istituto Rinascita è stato considerato non accorpabile con altri istituti in quanto scuola con particolari finalità in deroga alle disposizioni ai sensi dell’art.2 del DPR 233/98 Con Decreto del Direttore Regionale prot. 15265/A del 27.4.00 ha assunto personalità giuridica autonoma. 1.1.1 Mission Sperimentale Il campo sul quale la scuola si è impegnata con ben 7 progetti di sperimentazione è quello della ricerca di contesti comunicativo-relazionali innovativi per favorire l’apprendimento, l’insegnamento cooperativo e l’individualizzazione dei percorsi. Rinascita non è solo una scuola, ma in questi anni si è organizzata anche come un laboratorio di ricerca professionale aperto al territorio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 1.1.2 Percorsi di ricerca sviluppati negli anni Rinascita ha lavorato negli anni e lavora anche oggi: Rispetto alla ricerca metodologica finalizzata a riorganizzare i percorsi didattici “secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze” (art.13 comma 1 DPR 275/9) • sull’introduzione nelle scuole di modalità di flessibilità della lezione e del gruppo classe per l’operativizzazione delle discipline scientifiche e l’esplorazione della valenza formativa della comunicazione scientifica realizzata dai ragazzi, attraverso Progetto “Scienza Under 18” ideato e promosso con i genitori della scuola nel 1998 e sviluppato in rete di scuole con il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano; • sulle valenze formative del teatro a scuola attraverso Rassegna di teatro dei ragazzi in rete di scuole; l’ideazione della • sull’educazione alimentare in una prospettiva interdisciplinare e per l’apertura dei laboratori didattici di cucina nella scuola primaria con il Comune di Milano, Milano Ristorazione e la Regione Lombardia; Rispetto alla continuità e al curricolo orientativo: • sulla ridefinizione del concetto di continuità e l’individuazione di nuovi modelli di interazione progettuale comune tra i vari ordini di scuola attraverso il Progetto “Continuità” ideato dalla scuola e sviluppato in rete con la collaborazione della Facoltà di Scienza della Formazione dell’Università Statale di Milano Bicocca; Rispetto alla funzione docente e ai nuovi profili professionali: • sulla figura del tutor come facilitatore nell’individualizzazione del percorso di apprendimento attraverso il Progetto “Tutor” progettato con la Facoltà di Scienza della Formazione cattedra degli Adulti dell’Università Statale di Milano Bicocca e sviluppato in rete; • sulla autovalutazione e la valutazione del lavoro dei docenti per trovare delle modalità innovative per migliorare il servizio in collaborazione con l’INVALSI: • sulle figure di sistema attraverso un utilizzo degli operatori tecnologici come equipe progettuale per ampliamento dei percorsi individualizzati degli alunni e di sostegno all’azione dei laboratori. Rispetto al rapporto con i genitori e all’educazione alla convivenza civile : • sulla collaborazione e progettazione comune con le famiglie di percorsi a forte valenza formativa attraverso il progetto “Scuola comunità”; • sulla partecipazione degli studenti a forme di rappresentanza e di partecipazione alle decisioni con un’assunzione di responsabilità. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 1.2 DATI DELLA STRUTTURA ATTUALE ORARIO LEZIONI SETTIMANALI: dal lunedì al sabato, 44 ore e 30 minuti in seconda e terza - 40 ore in prima dall’anno scolastico in corso. ALUNNI nell’anno scolastico in corso: 326 di cui 23 portatori di handicap (al 3° posto tra le scuole della Zona). SEZIONI: 5 in base al vincolo posto dal Decreto Ministeriale. LINGUA STRANIERA: in seconda e terza: Inglese in 2 sezioni e tedesco in 3 sezioni ; Inglese e Tedesco in tutte le prime. CORSO DI STRUMENTO: 90 alunni sulla scuola sulle 5 sezioni. ORGANICO ATTUALE DEI DOCENTI: organico funzionale ITALIANO STORIA E GEOGRAFIA MATEMATICA SCIENZE INGLESE TEDESCO INGLESE/TEDESCO EDUCAZIONE ARTISTICA EDUCAZIONE TECNICA EDUCAZIONE MUSICALE EDUCAZIONE FISICA TOTALE STRUMENTO RELIGIONE SOSTEGNO OPERATORE TECNOLOGICO TOTALE TOTALE GENERALE 10 5 5 5 2 2 1 5 5 5 5 5O 5 1 12 3 21 71 Le ore dei docenti coprono: ore curricolari tutte le attività di ricerca e sperimentazione progetti di qualsiasi tipo anche di rete compreso il successo formativo compresenze progetti interdisciplinari assistenza alla mensa per tutti gli alunni e Progetto interscuola ore di alternativa alla religione (in media tra il 30 e il 40% di alunni per classe) sostituzioni colleghi per supplenze brevi aumento organico di educazione fisica ed educazione tecnica ed musicale (+ 1 ora) progetto tutor per gli alunni Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 progetto 1 a e 1 b: gestione della rete intranet dell’istituto, assistenza tecnica ai docenti disciplinari e manutenzione formazione dei docenti sulle nuove tecnologie gestione dei laboratori disciplinari (attrezzature specialistiche – predisposizione delle esperienze – ecc.) programmazione e coordinamento attività didattiche lavoro di ricerca, sperimentazione, modellizzazione e monitoraggio Struttura organizzativa Cinque équipe di insegnanti, ognuna delle quali segue solo tre classi (una sezione) per tutto il triennio. Lavoro di progettazione e programmazione per gruppi diversificati a diversi livelli: • Commissioni permanenti • Commissioni miste con i genitori • Commissioni di studio e di ricerca • Gruppi di Progetto • Consigli di Corso/Classe • Gruppi di Materia (Dipartimenti disciplinari) • Équipe di supporto specialistico • Coordinamenti • Collegio • Comitato Tecnico Scientifico. Procedure decisionali decentrate e coordinate. Autovalutazione di Istituto in itinere. Utilizzo dell’organico in base alle competenze. del personale. Flessibilità dell’orario di lavoro dei docenti. Possibilità di impostare l’attività didattica tenendo conto delle esigenze della ricerca applicata. Coinvolgimento dei genitori nel lavoro organizzativo. Utenza Eterogenea per: • estrazione socio – economica; • abilità cognitive degli alunni; • residenza nel territorio; • nazionalità di origine. Fortemente motivata in quanto l’iscrizione è frutto di una scelta sulla base di una proposta esplicita da parte della scuola. Stabile negli anni per quanto riguarda la composizione e le presenze. Rappresentativa dell’utenza del territorio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Attiva in quanto è prevista e attuata una diffusa partecipazione dei genitori a livello organizzativo e propositivo. Domande di contributo acquisto libri 173 190 185 180 203 179 146 132 120 149 141 121 120 112 -- 80 70 67 23 23 33 Attività degli alunni Differenziata rispetto alla composizione del gruppo: • Piccolo gruppo della stessa classe • Piccolo gruppo formato da alunni di più classi • Lavoro individuale con o senza docente • Metà classe • Classe intera alla metodologia: • Attività di progetto • Attività di laboratorio • Attività metacognitive • Attività di ricerca al contenuto: • Attività curricolari • Attività interdisciplinari e/o multidisciplinari agli obiettivi: • Attività di arricchimento • Attività di recupero • Attività di formazione di base Flessibilità dell’orario interno degli studenti. Personalizzazione del percorso. Tutoring di un docente per alunno. Partecipazione degli alunni ad alcune delle decisioni organizzative. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 2002 /2003 2001 /2002 2000 /2001 2004 /2005 Domande per i corsi di strumento su 30 posti disponibili 2003 /2004 Domande presentate su 120 posti disponibili 1999 /2000 Anno scolastico 1998 /1999 Andamento delle iscrizioni alla classe 1° 1.3 IL PERCORSO PEDAGOGICO E DIDATTICO Le origini, la sperimentazione secondo i decreti delegati, il futuro. Premessa L’attualità pedagogica e didattica di Rinascita in relazione all’Autonomia e alla Riforma ha origini lontane. In questa premessa desideriamo compiere un rapido viaggio a ritroso nel tempo e rileggere l’esperienza di Rinascita per tentare di far emergere in modo molto sintetico i tratti del percorso pedagogico e didattico, in modo da delinearne una visione di insieme che possa contribuire a far capire meglio cosa è stata e cosa può essere Rinascita oggi. Spesso, infatti, s’immagina Rinascita solo come una scuola, invece, come si potrà comprendere dalle righe seguenti, è stata ed è anche e soprattutto un laboratorio di ricerca professionale. Le tre coordinate della nostra esperienza La PRIMA COORDINATA che emerge e riemerge nel dichiarato e nell’agito in modo evidente è che Rinascita ha posto sempre al centro dell’azione educativa l’alunno o meglio la relazione educativa con l’alunno. Al tempo del Convitto la modalità era l’esercizio della “democrazia reale e piena”. Non ha importanza oggi dire se questa fu o non fu una scelta ideologica. Fu sicuramente una straordinaria intuizione: la democrazia come dispositivo pedagogico per creare le migliori condizioni alla crescita individuale e di gruppo. “La democrazia, operante con l’aiuto di tutti, non è mai degenerata in demagogia assembleare - scrive Luciano Raimondi in ”A scuola come in Fabbrica”, Evangelista Editore, 1978 - ma si è sempre dimostrata il mezzo più efficace per risolvere, con l’apporto di tutti, i complicati problemi del Convitto Scuola, dall’amministrazione all’organizzazione dei corsi, alla disciplina della convivenza. Tutti i problemi potevano essere dibattuti liberamente anche nei giornali murali che venivano elaborati ed esposti dai convittori”. Allora non si chiamava “circle time” o “didattica per progetti", ma la sostanza è la stessa. La partecipazione, la fiducia nella capacità dell’allievo di trovare le soluzioni migliori, il coinvolgimento personale, la responsabilizzazione, il compito di realtà, la metodologia del contratto agita, di fatto, anche senza una consapevolezza teorica, rendevano il clima favorevole all’apprendimento e alla crescita individuale e di gruppo sia degli alunni sia degli insegnanti. Questo imprinting è stato talmente significativo che nel Decreto di sperimentazione del 1974 la scuola “entra” nel sistema scolastico pubblico con l’autorizzazione ad adottare “criteri pedagogici e didattici basati su di una più accentuata individualizzazione e “non direttività” dell’insegnamento e nella didattica di gruppo”. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 La scuola arriva così all’appuntamento con la riforma dei Decreti Delegati già con un’esperienza concreta alle spalle così come accadde per il Tempo Prolungato nel 1983 e ora per l’Autonomia. Allora l’originalità di Rinascita non è stata tanto nel godere di una struttura diversa dalle altre scuole o nell’aver aperto senza remore gli spazi di partecipazione ai genitori, ma nell’aver considerato l’autonomia, che la riforma aveva reso possibile tramite la sperimentazione, non solo uno strumento organizzativo- strutturale, ma anche un vero e proprio dispositivo pedagogico per sperimentare nuovi modi di insegnare e di apprendere. E’ la stessa scommessa di oggi per le altre scuole: l’autonomia come dispositivo pedagogico per cambiare il modo di fare scuola e non solo come opportunità puramente strutturale (sabato libero e attività integrative tanto per intenderci!). I primi 10 anni sono stati intensi e proficui tanto che il Progetto del 1984 presenta già i frutti maturi di questo lavoro e fanno di quel Progetto forse il più significativo di tutti i seguenti perché traccia il solco e contiene in nuce le idee su cui abbiamo lavorato fino ad oggi e su cui potremo continuare a lavorare anche nel futuro. (Progetto 1984). Proviamo ora a presentare nel dettaglio quali sono queste idee, utilizzando il testo del problema così come era stato formulato nel 1984: “Come creare una situazione favorevole all’apprendimento attraverso il rapporto tra la sfera cognitiva e quella affettiva” La prima idea rilevante è che viene chiaramente indicata la “situazione” come il centro dell’azione educativa, non il docente, né i contenuti, poiché l’attenzione va sull’apprendimento e non sull’insegnamento facendo così una scelta di campo netta, sottolineando con questo l’importanza della teoria rogersiana della “libertà di apprendimento” contrapposta alla pedagogia intesa come condurre, istruire, come condizionamento dell’adulto nei confronti della nuova generazione. Un altro elemento che avrà una straordinaria importanza nella ricerca successiva è l’affermazione che tra sfera cognitiva e la sfera affettiva vi è un rapporto ben preciso e che quindi l’apprendimento scaturisce dall’interazione tra queste due sfere. Ad ulteriore precisazione di cosa si intenda per “situazione” si sottolinea che la caratteristica pregnante della situazione di apprendimento è data dalla comunicazione tra le persone coinvolte (e quindi anche del docente), una comunicazione intesa esplicitamente come un fatto essenzialmente relazionale per cui “il contenuto si impara a seconda del tipo di relazione che si instaura” sui due livelli dell’organizzazione formale e informale. (“Imparare...ma come?” di Merieu che pone al centro la “situazione - problema” viene pubblicato in Italia solo nel 1990). Rinascita nasce e cresce, quindi, con una preminente attenzione agli aspetti psicopedagogici del fare scuola. Ci si può spingere ad affermare che tutto il lavoro di ricerca di Rinascita è, nella sostanza, ruotato, e ruota tuttora, nel cercare di dare una soluzione al problema così ben definito nel 1984, ma presente nella mente degli fondatori Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 dei Convitti fin dai tempi della Repubblica dell’Ossola; il problema appunto di “creare situazioni favorevoli all’apprendimento” per fare della scuola un vero e proprio luogo di formazione popolare e di emancipazione e non di conformazione, di assoggettamento. Una scuola, Rinascita, in cui le finalità etico - sociali sono perseguite, non tanto attraverso i contenuti, ma attraverso l’agire il modello pedagogico scelto. L’efficacia di Rinascita sta quindi nella coerenza educativa. Il prof. Cambi, dell’Università di Firenze, afferma che una delle acquisizioni più significative del ‘900 in ambito pedagogico è stata appunto l’affermarsi dell’idea di formazione rispetto alla vecchia idea di educazione (e-ducere). Noi siamo stati dentro, nel nostro piccolo, questo cambiamento epistemologico della scienza della formazione! Non dobbiamo, però, dimenticare che Rinascita non era sola allora (ad esempio Freinet e l’MCE in particolare) nel dare rilievo a questi aspetti e di questo vi era consapevolezza, tanto che troviamo scritto sempre nel Progetto del 1984: “Sono state solo le successive vicende politiche dell’Italia a far sì che nella storia della scuola italiana il punto di riferimento fosse per tanti insegnanti democratici l’esperienza della Scuola di Barbiana e non quella, per tanti aspetti più pregnante, dei Convitti della Rinascita”. La particolarità di Rinascita è stata quella non solo di aver intuito l’importanza determinante degli aspetti psicologici dell’apprendimento e di aver dato ad essi uno spazio pari se non superiore a quello cognitivo, ma di aver avuto con questo snodo un approccio scientifico e di aver dedicato le sue energie a questo “spazio di frontiera” tra psicologia e pedagogia che solo oggi emerge e si afferma come una prospettiva di lavoro per tutti (vedi convegno “Sottobanco” promosso dall’IRRSAE Lombardia e dall’Università Statale Bicocca, vedi la clinica della formazione). Ma non è il solo merito della scuola, ve ne è un altro: quello di aver costruito intorno a questa ipotesi pedagogica, l’ipotesi di una struttura organizzativa coerente con la ricerca, ma su questo tornerò più avanti. E’ su questo solco, dunque, che negli anni successivi lavora la scuola: la collaborazione con i genitori sul modello educativo, la costruzione di un vero e proprio curricolo della sfera affettiva, l’attenzione agli aspetti valoriali delle discipline, il lavoro di integrazione per gli alunni handicappati, l’interscuola come spazio per imparare a gestire il tempo libero, i colloqui di valutazione con tutto il lavoro sulla scheda, il tutor, l’individualizzazione e il contratto formativo, i delegati di classe, il lavoro sulle educazioni, l’approccio clinico e autobiografico, il superamento della figura del docente di sostegno legata al singolo bambino. La “didattica per Progetti” non è qualcosa di nuovo per Rinascita, una nuova moda, qualcosa d’altro, ma si colloca in questa prospettiva di ricerca psicopedagogica e altro non è che l’ultima tappa di quella ricerca di contesti favorevoli all’apprendimento. Nell’ultimo Progetto di sperimentazione è scritto espressamente che lo “spazio di apprendimento” va considerato come “un laboratorio, inteso come spazio mentale e non“ in cui vengono forniti all’allievo occasioni per intrecciare il mondo della vita, della cognizione e della formazione. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Il passaggio è dalla “situazione di apprendimento”, in cui si pone tutta l’attenzione sull’insieme delle connessioni relative ad un singolo apprendimento, appunto, a uno “spazio di apprendimento” dove a prevalere è il concetto di estensione, di percorso. Si tratta ovviamente di un arricchimento teorico di non poco conto. Come dispositivo complessivo, sequenziale e unitario (dalla fase della committenza alla confezione del prodotto così come viene presentato da De Vecchi e dalla De Benedetti), è vero, il lavoro per Progetti non è propriamente un frutto originale della scuola, ma sembra abbia la fortuna di contenere, sintetizzare ed esaltare gran parte delle acquisizioni metodologiche proprie di Rinascita in ambito psicopedagogico e che fanno parte del patrimonio della scuola: la negoziazione ad esempio, la non direttività, l’esplicitazione dei criteri di valutazione, la consapevolezza del percorso e la riflessione su di esso, l’autovalutazione, l’individuazione dei bisogni, l’esplicitazione dei modelli di riferimento, il tutoring, l’ascolto, l’attenzione alle diversità e ai punti di vita, la centralità del lavoro di gruppo, l’incertezza e l’imprevedibilità degli esiti del lavoro, la gratificazione per aver conquistato un risultato, per aver fatto una scoperta, l’operatività, ecc.. A ben guardare sono tutti ingredienti tesi a favorire una comunicazione più autentica ed esplicita tra gli alunni e tra gli alunni e il docente e quindi a far emergere la persona ponendone in secondo piano il ruolo. Un contesto comunicativo simile è più favorevole all’apprendimento poiché consegna la responsabilità e la libertà dell’apprendere i saperi al discente che diventa protagonista e al docente la responsabilità di far acquisire gli strumenti per gestire questi saperi sul piano della libertà appunto. Per capirci: se intendiamo la didattica per Progetti come la sequenza ben definita di fasi la troviamo solo in quelle attività che vengono strutturate rigorosamente in questa sequenza, e a questo punto è facile individuarle attraverso una griglia di congruenza, se la intendiamo invece in senso più lato possiamo trovare agiti nella scuola molti degli elementi propri della didattica per Progetti e anche altri più originali come appunto il metodo clinico. Diciamo che la didattica per Progetti sta bene dentro Rinascita, ma Rinascita sta stretta nella didattica per Progetti. Vi è però un elemento di novità: la didattica per Progetti è orientata alla interdisciplinarietà, anche se non è sempre necessario che attivi contesti interdisciplinari. Allora la prospettiva di ricerca che si apre può essere quella di capire meglio cosa accade dentro una situazione comunicativa interdisciplinare o pluridisciplinare impostata su un Progetto; ad esempio: in che modo le discipline influenzano il setting e viceversa, quali discipline traggono maggiori vantaggi da una situazione del genere e quali meno, quali ruoli si definiscono nel gruppo di lavoro e se questi ruoli hanno una relazione con le discipline, ecc. Possiamo dire che oggi Rinascita, dopo decenni di esperienze nel campo dei contesti comunicativi, possiede una lista considerevole di dispositivi pedagogici per creare molteplici tipologie di “situazioni favorevoli all’apprendimento” e non solo “una situazione favorevole all’apprendimento”, né pensiamo oggi la questione sia quella di scegliere la situazione più favorevole in assoluto perché Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 questa, ormai crediamo tutti, non esiste, ma avere informazioni sufficienti per scegliere quella più favorevole in rapporto alla classe e alle cose da fare. E’ naturale poi che per capire, monitorare lo “spazio degli apprendimenti” è necessario un approccio capace di cogliere lo svilupparsi dei tracciati dell’apprendere in tutta la loro estensione e nell’originalità e imprevedibilità dei loro intrecci. Da qui una rinnovata attenzione all’autovalutazione di istituto come approccio scientifico al monitoraggio dei processi che si attivano e si intrecciano su più piani nella scuola. La SECONDA COORDINATA che emerge in modo altrettanto chiaro è che la ricerca sul piano cognitivo è stata sempre orientata, guidata, sollecitata dai bisogni emergenti sul piano psicopedagogico, anche nei momenti di maggior fervore teorico. L’adesione alle tassonomie (Bloom, ecc.) e alle prospettive del comportamentismo fin dall’inizio non fu considerata un dogma, ma una semplice pista di lavoro, così come piste di lavoro sono state le scelte successive. “Non vogliamo ipotizzare - si scrive nel Progetto del 1984 - modelli stitici di apprendimento, ma processi formativi i cui obiettivi vengono continuamente definiti in itinere, man mano che i feedback approfondiscono il discorso relazionale e psicoaffettivo.” Questa presa di distanze nasceva dalla difficoltà di conciliare un modello comportamentista che impoveriva la relazione alunno - docente con l’esigenza di creare appunto contesti favorevoli all’apprendimento e quindi favorevoli ad una comunicazione autentica ed esplicita. Si può immaginare allora con quale entusiasmo sia stato visto l’affermarsi del cognitivismo e del costruttivismo che, di fatto, venivano “a togliere le castagne dal fuoco” alla nostra affannosa ricerca di trasversalità e punti di contatto tesi a costruire un ponte tra il piano affettivo e quello cognitivo che in quelle condizioni non riusciva a crearsi. Rispetto al comportamentismo, si tratta di una vera e propria rivoluzione. Il costruttivismo, riconoscendo all’alunno un suo ruolo attivo e del tutto autonomo nella comprensione, nella costruzione e riorganizzazione del sapere, dava una risposta immediata al bisogno, più volte evidenziato nei Progetti di Sperimentazione, di trovare un dispositivo capace di attivare una motivazione interna all’alunno lavorando direttamente sui curricoli disciplinari, lo svolgimento dei quali è compito primario della scuola. La scoperta della reticolarità della conoscenza, la teoria della complessità, l’abbandono del vincolo della sequenzialità e quindi la libertà di percorrere strade diverse per giungere al medesimo obiettivo, la distinzione tra materia e disciplina, tra contenuti e concetti, la consapevolezza della convenzionalità e provvisorietà dei modelli, l’attenzione alle preconoscenze dell’alunno, l’emersione delle mappe cognitive individuali, la negoziazione e il convenzionamento, ecc. aprivano la possibilità di creare contesti di apprendimento dialogici dove l’integrazione tra la sfera cognitiva e quella cognitiva era più naturale e diretta, dove le stesse pratiche cognitive attivavano contesti favorevoli allo star bene. L’entusiasmo fu tale che, prima e dopo il Progetto del 1987, ci si buttò a capo fitto a costruire le mappe dei concetti disciplinari pensando che Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 dovessimo proprio cominciare da lì, dimenticando nella pratica, anche se l’avevamo scritto sul Progetto, che la chiave di volta di questo approccio era l’attenzione alle strategie agite e quindi alle modalità in cui si dovevano strutturare le situazioni di apprendimento curricolari. L’attenzione per questi aspetti fu relegata alle preconoscenze (brainstorming) e alle mappe cognitive che divennero quasi un’ossessione per tutti i ragazzi, mentre la partita era più complessa. Fu comunque quello un periodo proficuo perché si indagò a fondo sul rapporto tra disciplina e materia, si affrontarono gli aspetti epistemologici e si mise mano ai curricoli (noi oggi lavoriamo ancora su quei curricoli !) ed è proprio con il Progetto del 1987 che vennero divise le cattedre di lettere e matematica. Ci si accorse presto, come sopra, che tutta questa attenzione per i concetti, aveva, di fatto, finito per mettere al centro la materia rispetto all’alunno, ancora una volta l’attenzione alla relazione educativa ci porta ad una correzione di tiro e già con il Progetto del 1991 non si parla più di didattica per concetti, ma di educazione cognitiva spostando l’accento sulle procedure e le strategie di insegnamento/apprendimento, in altre parole, sull’interazione comunicativa, approdando ad una nuova trasversalità più coerente con la tradizione della scuola. Da qui il lavoro sugli stili cognitivi e la metacognizione. L’attenzione all’operatività si colloca proprio in questo ambito. Essa era rimasta in ombra prima perché l’attenzione era stata rivolta alle mappe disciplinari e successivamente alle strategie cognitive dimenticando lo stesso modello di concettualizzazione della Nelson, che pure era stato inserito nel Progetto come faro teorico, secondo il quale la concettualizzazione è un processo che trae origine dall’esperienza. Il concetto è una struttura esperienziale e solo dopo aver trovato una collocazione in uno script diviene categoria libera dal contesto e quindi, attraverso la formalizzazione del linguaggio, concetto astratto. “Apprendere dall’esperienza - è scritto nel Progetto 1987 - significa organizzare cognitivamente gli aspetti della realtà non solo attraverso l’elaborazione dei dati sensoriali, ma anche utilizzando le relazioni di tipo affettivo - emozionale che l’individuo stabilisce.” L’attenzione all’operatività, intesa come creazione di un setting cognitivamente significativo e pregnante dal punto di vista emozionale, grazie al quale l’alunno può mettere in moto il suo processo di categorizzazione, era quindi il tassello mancante o, comunque, quello meno esplorato nell’ambito della didattica per concetti o educazione cognitiva, anche se molti lavoravano già in quel senso senza saperlo. Per alcuni anni, però, in molti casi, la concettualizzazione continuò ad essere giocata in modo anomalo: da una parte la mappa disciplinare, dall’altra la mappa cognitiva dell’alunno e le strategie di insegnamento (soprattutto) come mediatrici. In altre parole l’interazione era giocata sul piano delle categorie, sul piano del linguaggio simbolico e l’esperienza si riduceva così all’interazione linguistico - formale. Ciò, ha tagliato fuori i livelli medio - bassi, ma ha anche impoverito la relazione educativa in quanto gli alunni probabilmente avvertivano di essere “imboccati” nella costruzione del loro sapere. L’agito sconfessava molte volte il dichiarato. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 L’attenzione più recente all’operatività rappresenta pertanto un arricchimento sia sul piano cognitivo (soprattutto) che affettivo a patto che non diventi una pratica seduttiva fine a se stessa perdendo l’ancoraggio con il suo quadro teorico psicopedagogico. L’operatività comunque ci riporta al tempo del Convitto quando la preparazione professionale e la preparazione culturale erano visti come due ambiti interconnessi in cui l’uno alimentava l’altro. Una TERZA COORDINATA riguarda la struttura organizzativa. Molti sono ancora convinti che in questi anni il nostro lavoro più importante sia stato quello di individuare nuove “situazioni favorevoli all’apprendimento”, in realtà noi abbiamo sviluppato una seconda sperimentazione ben più complessa e difficile della prima: la sperimentazione di un modello organizzativo flessibile in grado di reggere il peso della complessità progettuale. Potremo chiamarla con un giro di parole “ ricerca di situazioni di lavoro favorevoli alla ricerca e alla sperimentazione di situazioni favorevoli all’insegnamento.” Le altre scuole sperimentali storiche di Milano hanno prodotto durante la loro vita esperienze significative sul piano pedagogico e didattico, ci permettiamo a questo proposito di ricordare come la Piatti avesse già nel 1983/84 intrapreso la strada dei laboratori, dei progetti e dei compiti di realtà che noi stiamo riscoprendo solo adesso, solo che queste scuole si sono “spente” una dopo l’altra anche perché non avevano saputo o non avevano potuto sviluppare (vedi il vantaggio di Rinascita di essere stati riconosciuti ai sensi dell’ultimo e penultimo comma dell’art.3) una struttura organizzativa articolata, in grado di modificarsi e di utilizzare le dinamiche di gruppo dei docenti come risorse. Nel Progetto del 1984 che, come ho scritto segna il solco del lavoro, era scritto che occorreva: “Individuare nell’istituzione scolastica una struttura organizzativa funzionale alla risoluzione dei problemi emersi.” da cui l’ipotesi: “Una struttura organizzativa in grado di modificarsi in itinere garantisce la possibilità di praticare le ipotesi prese in esame.” E’ sotto gli occhi di tutti che in questi 27 anni la scuola è riuscita a cambiare e a modificarsi, in una parola a crescere senza perdere la sua identità, ma arricchendosi tanto che ora gli organismi di gestione via via creati e modificati e messi in rete, le figure professionali, le procedure costituiscono un modello organizzativo maturo e avanzato adeguato alla scuola dell’autonomia e con una marcia in più. Forse non tutti sanno che il convegno “Produttività del sistema scolastico: efficacia ed efficienza” fortemente voluto da Rinascita grazie all’intuizione della preside Bargero ha storicamente (a guardare le date!) aperto in Italia il discorso sull’autovalutazione e poi sulla qualità nella scuola. Non sappiamo se chi ha pensato e scritto il Progetto ministeriale dell’autonomia abbia mai letto le righe che abbiamo citato, sappiamo, per averlo sentito direttamente dal Ministro Berlinguer che l’autonomia vuol essere nelle intenzioni non una semplice proposta di decentramento amministrativo, ma una vera riforma di sistema proprio perché dà alle scuole quella possibilità di modificarsi in itinere, che abbiamo sperimentato noi, senza dover aspettare le riforme dall’alto ogniqualvolta un modello diventa obsoleto in modo da poter Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 “adeguare gli obiettivi alla realtà esterna”. Viene quasi la pelle d’oca! La somiglianza con la nostra esperienza è straordinaria tanto che possiamo dire tranquillamente che la nostra sperimentazione strutturale è stata di fatto generalizzata a tutto il sistema scolastico o, se volete più modestamente, che il nostro approccio alla gestione della scuola trova un’autorevole conferma. Le prospettive di sviluppo dell’esperienza Nella premessa dell’ultimo Progetto, il 1996-2000, si legge che “le specificità di Rinascita, permettendo la ricerca di nuovi percorsi in una situazione favorevole, fanno sì che segmenti significativi di quello che viene ipotizzato prima a livello teorico, poi verificato nella situazione sperimentale, possano essere trapiantati nelle altre scuole”. Cogliendo il momento storico che stiamo attraversando, segnato dalla nuova riforma della scuola, possiamo affermare che ci apprestiamo a vivere la terza tappa di un percorso. La prima è iniziata nel 1946 quando l’ANPI ha fondato i “Convitti della Rinascita” ed è durata 27 anni, cioè fino al 1973. La seconda è iniziata nel 1974 quando la scuola, diventata statale, attraverso un Decreto Ministeriale, è stata riconosciuta “unità autonoma a istituzione sperimentale”; tale fase dura tuttora (ancora 27 anni). La terza tappa, che stiamo per iniziare, si inserisce in un nuovo quadro normativo. Tale fase passa attraverso la trasformazione di Rinascita in scuola laboratorio che svolga attività di ricerca e sperimentazione pedagogica didattica e di formazione per le altre scuole, possibilmente in futuro in rete con analoghe istituzioni presenti sul territorio nazionale all’interno di un sistema integrato di ricerca. Si tratta quindi, per la terza volta, di gestire una nuova metamorfosi e a partire da essa occorrerà ricercare “le nuove specificità” di Rinascita, i nuovi itinerari di ricerca e il ruolo di Rinascita nel nuovo sistema dell’autonomia. Si tratta, in definitiva, di delineare nuovi scenari e nuove prospettive, avendo come riferimenti la propria storia e il nuovo quadro normativo. 1.4 IL CURRICOLO SCIENTIFICO DELLA SCUOLA Formazione e aggiornamento • Rinascita, attraverso i suoi insegnanti, ha tenuto corsi di formazione e aggiornamento promossi da Enti pubblici e privati (CIDI, CISEM, CLEA Centro di formazione per l’Educazione Ambientale, Enti locali, IRRSAE, Mani Tese, OPPI, PROTEO Lombardia, Regioni e Province, Provveditorati agli Studi, Scuole elementari e medie, inferiori e superiori, Università) su - Autovalutazione d’Istituto Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 - • • Didattica per concetti Didattica metacognitiva Organizzazione scolastica e nuove figure professionali nell’ambito dell’autonomia scolastica - Pedagogia ed educazione interculturale - Percorsi formativi per gli alunni portatori di handicap - Tutor per la facilitazione della relazione e dell’apprendimento - Valutazione e percorsi formativi degli alunni Molti insegnanti della scuola hanno collaborato alla progettazione e realizzazione del Progetto “Scuola dell’Obbligo” del CIE Centro di Innovazione Educativa del Comune di Milano, dal 1978 al 1986. La scuola ha collaborato con l’Università Statale di Milano e con Università del Sacro Cuore di Milano per tesi di laurea (in pedagogia e in didattica). IRRE e Università, a titolo esemplificativo: • • • • • • • • • • • Ricerca su “Le valenze formative dell’informatica”, dal 1986. IRRSAE Lombardia (Prof. P. D’Alfonso). Ricerca su ”Il tutor”, dal 1992 al 1997. Istituto di Pedagogia dell’Università agli Studi di Milano (Prof. D. Demetrio, Prof. L. Formenti) e IRRSAE Lombardia. Ricerca su “Laboratorio di Educazione Ambientale”, dal 1996. Dipartimento di Biologia dell’Università agli Studi di Milano (Prof.ssa F. Setti). Relatori e consulenti per la progettazione e la gestione: “Corso di perfezionamento in didattica della matematica nella scuola dell’obbligo”, 1997-98. Dipartimento di Matematica dell’Università Statale di Milano (Prof.ssa Maria Dedò). Collaborazione con il Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Bologna (Prof. B. D’Amore), 1999 e dell’Università agli Studi di Pavia (Prof. Ferrari). Elaborazione di un curricolo di storia impostato sulla didattica per concetti, Università agli Studi di Bari (Prof. A. Brusa). Ricerca su “Io bambino, tu robot”, dal 1999. IRRSAE Lombardia (Prof. Roberto Didoni), Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR di Genova (Prof. Augusto Chioccariello) e Politecnico di Milano (Prof. Bonarini). Convenzione con il Comune di Genova Direzione Servizi Educativi, Sport, Tempo libero e Politiche giovanili, Ristorazione scolastica. Convenzione con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Milano – Bicocca. Convenzione con il Dipartimento di matematica dell’Università Statale di Milano (di prossima attivazione). Convenzione con l’ASL di Milano per la pubblicazione di un kit didattico sul tema del bullismo che contiene un filmato realizzato in ambito interdisciplinare con i ragazzi Convegni organizzati • • • • Convegno milanese “Ruolo e prospettive della sperimentazione nella scuola media dell’obbligo”, Assessorato all’Educazione del Comune di Milano, 1983 Convegno nazionale “Sperimentare la scuola”, Comuni e Province di Bologna e di Milano, Bologna, 1984. Convegno Internazionale “La produttività del sistema scolastico: efficacia efficienza”, Milano, 1988. Convegno “La formazione strumentale nelle scuole ad orientamento”, Milano, 1989. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • Progettazione e realizzazione della Giornata sul Progetto Europeo Anti-razzismo, Provveditorato agli Studi di Milano, 1998. Convegni e seminari, a titolo esemplificativo: • • • • • • • • • • Stand della scuola al Convegno Internazionale “Provare per credere. Modelli e strategie di sperimentazione nella scuola di base”, IRRSAE Liguria, Provveditorato agli Studi di Savona, Regione Liguria, Carcare (SV), 1995. Intervento al convegno “Rappresentare la conoscenza. La formazione al pensiero narrativo”. IRRSAE Lombardia, Milano 16-17 novembre 1995. Intervento al seminario “La Scuola dei Laboratori”, CEP Centro di Educazione Permanente del Comune di Milano, Milano, 1995. Intervento al seminario “Educare con la Scuola”, Caritas Ambrosiana, Milano, 1995. Intervento al convegno nazionale di pedagogia “Formazione: qualità dell’insegnamento e produttività della scuola”, Università degli Studi di L’Aquila, IRRSAE Abruzzo, Associazione Pedagogica Italiana, 1996. Stand della scuola alla Mostra - Convegno sulla “Matematica nella scuola”, organizzato dal Centro di Ricerca dell’Università Statale di Pavia in collaborazione con il Comune di Rozzano, nel 1997 e nel 1998. Intervento al convegno “Metacognizione e processi cognitivi”, Provveditorato agli Studi di Verona, Workshop: “Didattica e valori”, Verona, 23-24 maggio 1998. Intervento al convegno “Valutazione e continuità”, IRRSAE Lombardia, 12-13 novembre 1998. Seminario di produzione Progetto SPORA, Rimini, 18-22 gennaio 1999. Stand della scuola e Relazioni al Convegno Nazionale sulla didattica della matematica, organizzato dal Dipartimento di matematica dell’Università Statale di Bologna (prof. B. D’Amore), Castel S. Pietro (Bo), novembre 1999. Collaborazioni con Provveditorato e Ministero, a titolo esemplificativo: • • • • • • • • • • • Seminario nazionale “La sperimentazione: esperienze maturate e prospettive”, MPI - Direzione Generale dell’Istruzione Secondaria di 1° grado, Cagliari, 1994. Seminario nazionale interdirezionale “La funzione docente in un sistema di autonomia della scuola”, Ministero della Pubblica Istruzione, Senigallia (AN), 1995. Gruppo di lavoro provinciale “Progetto Giovani 2000”, Provveditorato agli Studi di Milano, dal 1995. Seminario nazionale “La formazione scientifica e tecnologica nella scuola media. Prospettive e proposte”, Ministero della Pubblica Istruzione – Direzione Generale dell’Istruzione Secondaria di 1° grado, Senigallia (AN), 1995. Stand della scuola alla Mostra - Convegno sui Progetti Interculturali, MPI Provveditorato agli Studi di Milano, 1997. Gruppo di lavoro ministeriale DM 22.9.1997, n 590, presso il Ministero, sull’Autonomia scolastica, 1997 - 1998 (Prof. G. Bertini). Nucleo Provinciale e Territoriale di supporto tecnico amministrativo all’autonomia scolastica, Decreto prot. n 8493, dal 1998 (Prof. G. Bertini). Progetto 1a e 1b sulla diffusione della multimedialità nelle scuole, Ministero della Pubblica Istruzione. Progetto Provveditorato – CEP (Comune di Milano) e Scuola popolare sul completamento degli studi da parte dei drop-out. Progetto “Continuità”, Provveditorato agli Studi di Milano e II Università Statale di Milano. Progetto SPORA. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Ricerche e Progetti Europei, a titolo esemplificativo: • • • • • • • Scuola Polo, referenti Progetto DEURE (Dimensione Europea dell’Educazione). Progetto Educativo Europeo “Comenius”, Progetto di partenariato “MatemArtica”. Progetto Educativo Europeo “Comenius”, Progetto di partenariato “Milano 19601990”. Progetto Internazionale “L’amélioration du fontionament de l’école (ISIP)”, OCDE. Collaborazione con l’Università del Sussex di Brighton (GB) per una ricerca sulla comprensione del testo. Collaborazione con la Scuola di Specializzazione per Insegnanti di Sostegno di Milano. Osservatorio della Sperimentazione Musicale di Milano e Provincia: monitoraggio delle esperienze, dal 1997. Iniziative promosse e organizzate nel territorio, a titolo esemplificativo: • • Rassegna teatrale annuale per le scuole elementari, medie e superiori milanesi “Teatro a Scuola”, dal 1997. “Scienza Under 18”, Settimana sulle esperienze scientifiche realizzate nelle scuole della Provincia di Milano: dibattiti tra alunni, exibit e work shop, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica di Milano, dal 1998 con cadenza annuale. Collaborazioni per attività di formazione dei docenti e di progettazione di materiali didattici, a titolo esemplificativo: • • • • • • • Ministero Pubblica Istruzione, Progetto Speciale Lingua Straniera: Adriana Redaelli. CIDI: Michele Crudo e Pietro Danise (Direttivo CIDI di Milano) CREA della provincia di Bergamo: Rosella Angelotti e Clara De Clario. Centro Ricerca Educazione allo Sviluppo (Mani Tese): Michele Crudo, Pietro Danise, Norina Vitali. OPPI: Giovanni Del Bene. IRRSAE Lombardia: Pietro Calascibetta, Michele Crudo, Pietro Danise, Giovanni Del Bene, Lucia Leombruno, Silvia Scoppini, Giuseppe Romaniello, Norina Vitali. Agenzia La Fabbrica di Milano per la realizzazione di kit didattici promossi da aziende ed enti (Agip, ConfCommercio, Eni, Fiat, Ferrovie dello Stato, Snam): G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, F. Pasquali. 1.5 LE COMPETENZE DEI DOCENTI Rosella Angelotti • Formatrice per il CREA della provincia di Bergamo sui progetti di Educazione Ambientale, dal 1998. • Progetto nazionale VIVES Valutazione Qualità Prestazioni Professionali, 1998 – 2001. Maria Grazia Bertini • Incarichi: Comitato promotore e Comitato scientifico di “Scienza Under 18”, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. • Ricerca e Formazione: progetto SNAM per la scuola “L’energia al futuro”, 1997; progetto ENI per la scuola “EcomeEnergia”, 1999. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Michele Crudo • Incarichi: Membro del CRES – Centro Ricerca Educazione allo Sviluppo – di Milano; Redattore di “Strumenti”, periodico didattico supplemento al mensile ”Mani Tese”; Collaboratore Istituto Storico della Resistenza di S. San Giovanni (Mi); gruppo formatori Area Geostorico-sociale dell’IRRSAE Lombardia; membro del Focus group nella ricerca ministeriale su Competenze e curricoli. • Ricerche: ricerca-azione Curricolo continuo di formazione geostorico-sociale nella scuola di base, IRRSAE Lombardia 1986 – 1990. Pietro Danise • Incarichi: Consiglio direttivo del CIDI di Milano; Consiglio direttivo del CRES di Mani Tese; Comitato promotore e Comitato scientifico di “Scienza Under 18”, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. • Ricerca e Formazione: docente Laboratorio epistemologico del SILSIS di Milano, Università Bicocca, Corso di psicologia ed epistemologia dei processi di apprendimento, docenti Duccio Demetrio e Laura Formenti; Focus group nella ricerca ministeriale su Competenze e curricoli; ricercatore presso il Dipartimento di Chimica Fisica del Politecnico di Milano – la ricerca ha prodotto 2 brevetti e 7 articoli su riviste specializzate nazionali e internazionali; progetto SNAM per la scuola “L’energia al futuro”, 1997; progetto ENI per la scuola “EcomeEnergia”, 1999. Clara De Clario • Incarichi: consulente e formatrice per il Comune di Genova sui Progetti didattici di educazione alimentare, 1997/2001; formatrice per il CREA della provincia di Bergamo sui progetti di Educazione Ambientale, dal 1998. • Comitato Tecnico Scientifico per i progetti di Educazione Alimentare, Assessorato Agricoltura Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Azienda USL, Provveditorato agli Studi di Parma, Università di Parma, 2000/01; relatrice alla II Conferenza Nazionale dell’Educazione Alimentare, 2001. • Ricerca e Formazione: ricerca – azione sull’Educazione Ambientale, Facoltà di Biologia, Università Statale di Milano, 1994/96; ricerca sulla Didattica Ambientale, IRRSAE Lombardia, 1994/95; coordinatrice Le scuole in rete, progetto Continuità, IRRSAE Lombardia, Provveditorato agli Studi Milano, Università agli studi di Pavia. Giovanni Del Bene • Incarichi: socio e collaboratore OPPI Milano; responsabile Progetto Scuola dell’ANLAIDS – Associazione Nazionale per la Lotta contro l’AIDS -; comandato Tutor c/o Scuola di specializzazione SISS Università Cattolica di Milano e docente Laboratori di Didattica della Lingua Italiana. • Ricerca e Formazione: : Elaborazione di un curricolo triennale di storia, Università di Bari, prof. A. Brusa, 1988/87; docente IRER per il piano d’intervento regionale “AIDS e tossicodipendenze”; progetto pilota su “Prevenzione disagio” ASL Monza e Provveditorato agli Studi di Pavia. Giorgio Donegani • Progettazione e conduzione di Laboratori on-line Scrittura creativa per la scuola elementare e media, WebScuola 1999/2001. Emilia Franchini • Incarichi: Comitato promotore e Comitato scientifico di “Scienza Under 18”, in collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • Ricerca e Formazione: progetto SNAM per la scuola “L’energia al futuro”, 1997; progetto ENI per la scuola “EcomeEnergia”, 1999. Lucia Leombruno • Conduttrice corso di formazione per secondaria superiore “Scritture funzionali”, IRRSAE Lombardia. • Progettazione e conduzione di Laboratori on-line Scrittura creativa per la scuola elementare e media, WebScuola 1999/2001. Giuseppe Li Puma • Progetto nazionale 1998/2001. VIVES “Valutazione Qualità Prestazioni Professionali, Fabrizio Pasquali • Formazione. Progetti per le scuole elementari, medie inferiori e superiori di Milano: Lo Specchio di Alice, Centro per insegnanti di ricerca e documentazione per l’informatica nella scuola di base, Comune di Milano 1985/94; Didattica Orientativa, Assolombarda 1987/90; I Laboratori nella Scuola dell’Obbligo, Comune di Milano 1989/90; Formazione e Curricolo, Comune di Milano 1987/90; Scuola al Museo, Comune di Milano 1983/84; Scuola dell’Obbligo, Comune di Milano 1978/86. • Ricerca: progetto ENI per la scuola “EcomeEnergia”, 1999; progetto ConfCommercio per la scuola “Compagni di Viaggio”, 1998; progetti FIAT per la scuola “La strada. Istruzioni per l’uso” 1998, “Educazione stradale. Avventure per muoversi meglio” 1996, “Moto Perpetuo” 1994; progetto AGIP per la scuola “Prove d’Energia” 1996; progetto SNAM per la scuola “A scuola di Energia” 1996; Le Risorse formative extra-scolastiche, Settore Educazione del Comune di Milano 1988/89; Informatica nella scuola dell’obbligo, Centro per l’Innovazione Educativa del Comune di Milano e Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università agli Studi di Milano, 1983/85; Gli Abbandoni scolastici, CIE Comune di Milano 1982/83; Scuola di base e formazione professionale, EFMEC e Comune di Milano 1981/83. Giuseppe Romaniello • Gruppo di ricerca sulla Robotica, IRRSAE Lombardia e ITC del CNR di Genova, dal 1999. Silvia Scoppini • Equipe di supervisione del Progetto Continuità – SPORA, 1998/2001. • Progetto Continuità “Il volto e l’anima”, 2000/01. • Progetto nazionale VIVES “Valutazione Qualità Prestazioni Professionali, 1998/2001. Norina Vitali • Incarichi: membro del Focus group nella ricerca ministeriale su Competenze e curricoli; referente Progetto di ricerca-azione e formazione di rete “Tutor e continuità”; formatrice e membro del gruppo di ricerca disciplinare di italiano dell’IRRSAE Lombardia; formatrice CRES Mani Tese (educazione interculturale). • Ricerca e formazione: Valenze formative dell’informatica, IRRSAE Lombardia, da 1988. Equipe di supervisione del Progetto Continuità – SPORA, 1998/2001; collaborazioni con l'Istituto di Pedagogia dell'Università Statale di Milano (prof. Duccio Demetrio), dal 1992; docente conduttrice del Laboratorio epistemologico Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 del SILSIS Milano, Università Bicocca, Corso di psicologia ed epistemologia dei processi di apprendimento (docenti Duccio Demetrio e Laura Formenti). 1.6 PUBBLICAZIONI DEGLI INSEGNANTI (ANCHE CON ALTRI AUTORI) Pedagogia e didattica M. L. Bargero, La programmazione in classe, Quaderno CIDI n 27, Milano. M. L. Bargero, G. Bertini, P. Calascibetta, R. Galli, L. Fagiani, E. Vitti, Una nuova professionalità per la scuola, Morano, Napoli. G. Barilli, M. Brunelli, L'integrazione dei portatori di handicap nella scuola media, Edizioni Unicopli, Milano. G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, Per superare il concorso di matematica e scienze, Mursia, Milano C. Bruni, M. Salvarezza, La didattica per concetti, Edizioni Unicopli, Milano. G. Del Bene, Il ruolo del formatore, Quaderno IRRSAE Lombardia, Mìlano. G. Del Bene, Lo sportello di ascolto e il colloquio pedagogico, Quaderno OPPI, Mìlano. A. Gavazzeni, R. Majocchi, Disturbi dislessici in soggetti istituzionalizzati: diagnosi e intervento, Università Cattolica di Milano, Unicopli, Milano F. Pasquali, Orientamento e formazione, Assolombarda e Associazione Italiana Formatori, Edizioni Unicopli, Milano. F. Pasquali, TrovaRobe, lpertesto sulle risorse formative extrascolastiche, Comune di Milano. Collaborazioni alle seguenti riviste: “Strumenti”, Mani Tese CRES, Milano “Il tempo della scuola”, Morano, Napoli “Dirigenti e scuola”, SEI, Torino “Lettera Pristem”, Università Bocconi, Milano “I viaggi di Erodoto”, Edizioni Bruno Mondadori “Res”, Elemond, Milano “Strumenti”, Mani Tese, Milano “Riforma e didattica”, Falzea, Reggio Calabria “Diario della settimana” Didattica interdisciplinare G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, F. Pasquali, EcomeEnergia, ENI Scuola, Milano. G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, Energia al futuro, kit didattico sull’educazione allo sviluppo, al consumo e ai consumi energetici, SNAM per la Scuola. M. Corradini, G. Donegani, Progetto educazioni, Signorelli, Milano P. Danise, Scienza Under 18, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano. C. De Clario, Cultura che nutre, kit didattico per insegnanti, Ministero per le Politiche Agricole, ISMEA. G. Del Bene, Il laboratorio dei nuovi programmi, per la scuola elementare, Edizioni Unicopli, Milano. G. Del Bene, Salute e conoscenza, per un curricolo di educazione alla salute, OPPI, Milano. G. Del Bene, Educazione e salute, Quaderno OPPI, Milano. G. Del Bene, AIDS e prevenzione dei comportanti a rischio, ANLAIDS – Facoltà di Medicina Università agli Studi di Milano. P. Larceri, D. Leonardi, MatemArtica. Progetto europeo di partenariato, Commissione Europea dell’Educazione e Fondazione Escola l’Horitzò. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 L. Leombruno, L. Mandelli, Dal libro di testo all’uso del computer: percorsi didattici con l’aiuto del software, Jackson, Milano. F. Pasquali, Compagni di viaggio, kit didattico sul turismo per la scuola media, ConfCommercio Ministero Pubblica Istruzione. F. Pasquali, A scuola d’energia, kit didattico per la scuola elementare, SNAM per la Scuola. F. Pasquali, Moto Perpetuo, kit didattico sul tema della mobilità e dell'ambiente, FIAT per la Scuola - Ministero dell'Ambiente. F. Pasquali, Educazione Stradale. Avventure per muoversi meglio, kit didattico per la scuola media, FIAT per la Scuola. F. Pasquali, La Strada. Istruzioni per l’Uso, per l’intervento della Polizia Municipale nelle scuole, FIAT – Ministero dei Lavori Pubblici. Educazione linguistica (l1 e l2) C. Bruni, D. Invernizzi, F. Pasquali, Educazione alla comunicazione nella scuola secondaria, ISEDI, Milano. P. Calascibetta, Leggiamo per comunicare, antologia per la scuola media, Edizioni Il Tripode, Napoli. C. Cavallo, Grenzenlos!, 5 volumi, testi per la scuola media e per il biennio, Minerva Italica, Milano C. Cavallo, Die Geschichte vom Rotkaeppchen, Italibri, Napoli. G. Del Bene, Curricolo continuo di educazione linguistica, Quaderno IRRSAE Lombardia n 36, Milano. G. Del Bene, Tutto Lettura, antologia per la scuola media, Le Stelle Scuola, Milano. L. Fagiani, C. Pozzi, S. Scoppini, Progetto di educazione linguistica, testo per la scuola media, Morano, Napoli. A. Redaelli, The Village voice, Paravia - Bruno Mondadori, Milano. A. Redaelli, Keyword, testo per la scuola media, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano. A. Redaelli, Space and spies, letture per la scuola media, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano. S. Scoppini, Recupero di italiano, testo per il biennio delle superiori, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano. S. Scoppini, Laboratorio della lingua, testo per la scuola media, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano. Storia, Geografia e Studi Sociali M. Crudo, Percorsi interculturali e modelli di riferimento, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, La conoscenza dell’altro fra paura e desiderio, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, Le migrazioni. Educazione interculturale e contesti interdisciplinari, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, Educare al cambiamento, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, Mediterraneo il mare della complessità, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, Penelope è partita, Edizioni Lavoro, Roma M. Crudo, Portare il mondo a scuola, Edizioni Lavoro, Roma G. Del Bene, Cento anni di cinema, Rizzoli RCS, Milano. D. Invernizzi, Cittadini - Citoyens: l'Europa, IRSMO, Comune di Milano. D. Invernizzi, Cittadini - Citoyens: Percorsi innovativi di storia contemporanea ed educazione civica, IRSMO, Comune di Milano. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 D. Invernizzi, Tempi, spazi e società, itinerario storico geografìco per la scuola elementare, Guerini Editore, Milano. D. Invernizzi, A. Redaelli, A world of travellers, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Milano. F. Pasquali, La resistenza insegna, ARCI, Milano Scienze Matematiche Chimiche Fisiche e Naturali A. Amigoni, Scienze, testo per la scuola media, Gruppo Editoriale Giunti, Firenze. A. Amigoni, E. Algeri, D. Folcio, Matematica e didattica: come privilegiare l’apprendimento, Pitagora Editrice, Bologna. G. Bertini, La programmazione didattica e la sua traduzione in classe, Quaderno CIDI 26, Milano. G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, Dire, fare, capire le scienze, 3 volumi, testo per la scuola media, Mursia, Milano. G. Bertini, P. Danise, E. Franchini, Scienze per temi e moduli, 4 volumi, testo per la scuola media, Mursia, Milano. L. Cappannini, E. Franchini, Schedario di unità didattiche, 2 volumi, Franco Angeli Editore, Milano. P. Danise, Rifiuti ieri Risorse domani, Bulgarini, Firenze. G. Donegani, Alimentazione, una scienza, testo per la media superiore, CLESAV, Milano. G. Donegani, Il cibo in cartella, per la scuola elementare, CLESAV, Milano. G. Donegani, Una dieta per la salute, Editrice Velar, Bergamo. F. Pasquali, Prove d’energia, kit didattico per la scuola media, AGIP. F. Pasquali, Ecogioco, Schede didattiche sul tema dell'energia, SNAM Legambiente. F. Pasquali, EnergyGame. Energia tra gioco e computer, ipertesto sui temi dell'energia, SNAM per la Scuola. B. Salvadè, L’ora di scienze, esercizi del testo per la scuola media, Gruppo Editoriale Giunti, Firenze Educazione tecnica M. Corradini, G. Donegani, TecnoLab, Signorelli, Milano G. Donegani, F. Marin, Impariamo a mangiare, CLESAV, Milano. G. Donegani, Manuale di merceologia e scienza dell’alimentazione, testo per la scuola media superiore, Lucisano, Milano. G. Donegani, Tecnica e pratica operativa di cucina, testo per istituti professionali, Zanichelli, Bologna. G. Donegani, Principi di alimentazione, testo per istituti professionali, Zanichelli, Bologna. G. Donegani, Alimenti e alimentazione, testo per istituti professionali, Zanichelli, Bologna. G. Donegani, Tecnica e pratica operativa del servizio di sala e bar, testo per istituti professionali, Zanichelli, Bologna. G. Donegani, Merceologia dei prodotti tessili, Politecnico del Commercio, Milano. G. Donegani, Manuale di legislazione alimentare, Giuffrè, Milano. G. Donegani, Somministrazione di alimenti e bevande, Pirola Maggioli, Milano. F. Pasquali, Tecnologia & SaperStudiare SaperFare, ipertesto per gli alunni della scuola media, La Scuola, Brescia. F. Pasquali, L’Analisi e il Progetto, 3 volumi, testi per la scuola media, Gruppo Editoriale Giunti, Firenze. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 F. Pasquali, I1 Nuovo l'Analisi e il Progetto, 4 volumi, testi per la scuola media, Gruppo Editoriale Giunti, Firenze. F. Pasquali, Tecnologia & …, 6 volumi, testi per la scuola media, La Scuola, Brescia. F. Pasquali, Schedario di unità didattiche, 2 volumi, Franco Angeli Editore, Milano. F. Pasquali, Impariamo a costruire, Franco Angeli Editore, Milano. F. Pasquali, Informatica nella scuola di base, Mursia, Milano. F. Pasquali, Orientamento e settore delle costruzioni, ESEM, Milano. L. Salerno, L. Xodo, Tecnica e Formazione, 4 volumi, testi per la scuola media, Morano Editore, Napoli. L. Salerno, L. Xodo, Tecnica oggi, 3 volumi, testi per la scuola media, Edisco, Torino. Educazione artistica T. Ferrara, E. Vitti, Schedario di unità didattiche, 2 volumi, Franco Angeli Editore, Milano. E. Vitti, Il meccanismo della visione, testo per la scuola media, Bovolenta, Bologna. Educazione musicale L. Dellacà Leddi, Schedario di unità didattiche, 2 volumi, Franco Angeli Editore, Milano. L. Dellacà Leddi, Il gallo bianco racconta la musica, Franco Angeli Editore, Milano. L. Dellacà Leddi, S. Floridia, G. Gamba, E' musica, testo per la scuola media, Paravia Ricordi, Milano. L. Naspro, Tre chitarre insieme, 1° volume, Edizioni La Melodiana, Milano. Educazione fisica A. Callegaro, G. Crotta, G. Li Puma, In viaggio con il corpo, testo per la scuola media, Hermes Edizioni, Milano. R. Galli, A scuola con il corpo?, Il Mulino, Bologna. R. Galli, G. Li Puma, Educazione fisica: proposte per il curricolo, Edizioni Unicopli, Milano. G. Li Puma, Schedario di unità didattiche, 2 volumi, Franco Angeli Editore, Milano. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PARTE TERZA LA SPERIMENTAZIONE DELLA STRUTTURA DI RICERCA E FORMAZIONE PROFESSIONALE Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 1 LA STRUTTURA DI BASE E IL RAPPORTO CON IL TERRITORIO “La flessibilità strategica e la capacità di reagire ai cambiamenti dell’ambiente è ottenuta attraverso strategie che si sviluppano dal basso (botton-up) e dalla diffusione della sperimentazione.” Alessandro Sinatra 1. 1 IL COMITATO SCIENTIFICO L’impianto organizzativo delle SL prevede la presenza di un Comitato Scientifico che, nel caso di Rinascita, si ipotizza sia composto dal dirigente scolastico, dai referenti delle varie aree di ricerca della scuola, da due rappresentanti dell’Università (provenienti da Facoltà disciplinari e da Scienze della formazione o Pedagogia) e da rappresentanti degli altri Enti di Ricerca (Irre, Indire, Invalsi…) con cui man mano si avranno contatti e da due genitori. I compiti del Comitato Scientifico individuati da Rinascita sono: • proporre ipotesi di ricerca e orientare l’indirizzo pedagogicodidattico della scuola, tenendo conto dei bisogni del territorio, delle esigenze di approfondimento di nodi critici, delle innovazioni, introdotte dall’esterno o autonomamente individuate per migliorare il servizio scolastico; • individuare indicatori e modelli di lavoro utilizzabili da ciascun ambito di ricerca per consentire di tenere sottocontrollo il proprio percorso; • Prendere contatti con Enti, Istituti di Ricerca, Musei… altre scuole del territorio per mettere in atto effettive collaborazioni su progetti specifici; • Favorire pratiche di riflessività e autovalutazione da parte di tutti gli insegnanti; • Individuare, anche dal punto di vista organizzativo, i bisogni della SL in relazione al progetto in atto, agli incarichi da ricoprire, alle commissioni di lavoro da istituire, alla documentazione da produrre; • Monitorare i singoli ambiti di ricerca e i modelli di formazione praticati, la loro conformità con le ipotesi di partenza, gli ostacoli incontrati, gli obiettivi dichiarati e raggiunti, anche tramite seminari aperti di verifica del lavoro svolto; • Monitorare la tenuta dell’intero sistema scuola, l’equilibrio e la coerenza di tutte le sua parti; Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • Valutare gli esiti complessivi del sistema SL; • Rapportarsi con le altre SL; • Rendere conto del proprio lavoro alle Istituzioni locali e centrali; Dal punto di vista della scadenza degli incontri è prevedibile che il Comitato Scientifico si riunisca a composizione completa 2-3 volte a inizio anno e 2-3 volte a fine anno, mentre, con la sola presenza delle componenti interne della scuola si presume abbia necessità di incontrarsi almeno una volta al mese. L’istituto parteciperà con un suo rappresentante del Comitato Scientifico interno al Comitato Scientifico di Coordinamento Nazionale che seguirà il lavoro delle tre SL locali in modo da costruire ipotesi coerenti di lavoro anche se non necessariamente identiche. 1.2 LE RETI Le reti sono dinamiche, non gerarchiche: sono strutture orizzontali, aperte, l'inclusione di nuovi membri avviene per negoziazione, possono espandersi e contrarsi a seconda delle esigenze dei singoli nodi, permettono l'attivazione autonoma di relazioni tra i componenti per avviare e gestire azioni responsabili a fronte di situazioni complesse e incerte, in esse le relazioni informali sono molto più importanti di quelle formali, infrangono la separazione scuola-società. Prof. Peter Posch, Università di Klagenfurt, Austria Il progetto di Scuola Laboratorio prevede che l’attività di ricerca e di sperimentazione didattica e pedagogica svolta dal singolo istituto sia condivisa con le scuole del territorio. La modalità di rapporto che si individua è quella della rete di scuole. Per quanto riguarda l’integrazione dei saperi l’istituto Rinascita è attualmente capofila dei una rete di scuole regionali per la ricerca metodologica sull’insegnamento nell’area scientifica nell’ambito del Progetto ”Scienze Under 18” che ha ideato e promosso nel 1998 a partire dai risultati della propria sperimentazione sull’insegnamento laboratoriale delle scienze. Nell’area scientifica è capofila di rete anche del Progetto “Alimentazione”. Per quanto riguarda l’autovalutazione e il tutoring l’Istituto ha attivato un’altra rete con scuole di ogni ordine e grado . Lo sviluppo di queste iniziative sul territorio ha costituito per l’Istituto un’importante esperienza che ha permesso una riflessione sulle modalità di gestione delle reti nell’ambito della ricerca e sperimentazione. Il modello di gestione che si intende utilizzare e quello botton-up che permette di non imporre alle scuole il proprio percorso di ricerca, ma, al contrario, parte dalle esigenze professionali delle scuole e dei docenti coinvolti. Con questa impostazione la rete può garantire quel contesto necessario a realizzare una ricerca qualitativamente significativa permettendo scambi, integrazioni di esperienze e sinergie tra le scuole e con il territorio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 L’ipostesi di ricerca ha un nucleo centrale fisso di partenza che si arricchisce man mano con gli apporti delle scuole e dei soggetti che via via entrano a far parte del progetto o entrano in contatto con esso. In questo modo il Progetto auto-apprende e si auto-orienta così che l’espansione è negoziata e l’adesione volontaria e la rete si espande in modo orizzontale in base alle esigenze Con questa modalità l’Istituto Rinascita può offrire alle scuole un significativo sostegno ad esercitare concretamente l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo per l’innovazione metodologica e disciplinare (art.6 DPR 275/99) orientando il lavoro in base ai bisogni nell’ottica della libertà di insegnamento e progettazione Negli schemi che seguono si è voluto sinteticamente rappresentare: o l’impianto complessivo degli ambiti di ricerca della scuola e la prospettiva delle interazioni e delle collaborazioni possibili o alcuni degli ambiti e dei tipi di collaborazione possibili tra UniversitàAmministrazione scolastica e Rinascita Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PROSPETTIVA DI INTERAZIONE UNIVERSITA’ - SCUOLA LABORATORIO – AMMINISTRAZIONE UNIVERSITÀ Facoltà disciplinari CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE E SILSIS E AMMINISTRAZIONE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA FORMAZIONE E SILSIS UNIVERSITA’ Facoltà di pedagogia e sociologia IRRE Amministrazione COORDINAMENTO SCIENTIFICO RINASCITA Area di ricerca della Integrazione dei saperi Area di ricerca della Valutazione e del portfolio Organo che garantisce la qualità della ricerca e il raggiungimento degli obiettivi sul piano scientifico Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Area di ricerca della scuola comunità Area di ricerca della formazione SISTEMA DELLA RICERCA E DELLA FORMAZIONE AMBITO DELLA FLESSIBILITA’ E DELL’AUTONOMIA SUL TERRITORIO AMBITO DEL RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI SCIENTIFICHE SCUOLA UNIVERSITA’ SCUOLA SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE SCUOLA SCUOLA LABORATORIO IRRE CENTRI SERVIZI TERRITORIALI SCUOLA Associazioni professionali AMBITO DELLA RICERCA E DELLA FORMAZIONE SCUOLA INVALSI SCUOLA INDIRE Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 LIVELLI DI COLLABORAZIONE SCIENTIFICA SCUOLA LABORATORIO - UNIVERSITA’ – AMMINISTRAZIONE SCOLASTICA AMBITO DI COLLABORAZIONE FORMAZIONE ATTIVITA’ DIDATTICA UNIVERSITARIA RICERCA RUOLO DELLA SCUOLA LABORATORIO RUOLO DEI DOCENTI Scuola come contesto per • l’apprendimento delle pratiche professionali Scuola come contesto per • le esercitazioni pratiche e i laboratori universitari anche con tecnologie di ecomunication Rinascita come osservatorio multimediale dei processi di insegnamento e apprendimento aperto per le ricerche individuali degli studenti e dei ricercatori e per l’attività seminariale degli istituti universitari. • • • • Rinascita come struttura • flessibile in grado di organizzare di volta in volta l’attività scolastica in relazione ai bisogni della • ricerca. ESEMPI DI ATTIVITA’ Collaborazione con i docenti universitari nell’attività di formazione. Tutor dei corsisti nelle attività svolte nella scuola. • Corsi universitari di abilitazione all’insegnamento. • Tirocinio. • Stage Tutor nelle visite. Fornitori di documentazione. Facilitatori nella rilevazione dei dati. Realizzazione di materiale didattico con gli studenti e con le università • • • • • • Collaborazione con i partner nella progettazione e nello svolgimento della ricerca. Controllo, monitoraggio e documentazione. • Ricerca e sperimentazione per l’innovazione. • Sperimentazione di ipotesi di percorsi disciplinari e di metodologie elaborati in ambito universitario. • Approfondimento e ricerca su criticità metodologiche emergenti dalla pratica professionale Tesi di laurea Seminari di istituto Visite di istruzione Ricerche individuali Ricerche su campione Materiali per la didattica in ambito di formazione degli adulti Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 UTENTI Futuri insegnanti. Docenti in servizio Studenti dei corsi di laurea. Docenti Universitari. Docenti in servizio Scuole in rete. 1.3 I RAPPORTI CON L’UNIVERSITÀ E IL PIANO DI LAVORO COMUNE 1.3.1 Gli obiettivi operativi della collaborazione Con la Facoltà di Scienze della Formazione esiste un accordo quadro di collaborazione fin dal 1999 che ha permesso la realizzazione di diverse attività comuni. Nell’ambito del progetto di scuola laboratorio si tratta di lavorare con l’Università per: • Realizzare un modello sperimentale di Scuola Laboratorio in cui sia possibile offrire ai docenti in formazione (tirocinanti e in servizio) un contesto particolarmente significativo per l’apprendimento collegando in modo organico e strutturale l’apprendimento delle pratiche professionali in situazione con i processi di formazione della cultura generale e professionale svolti in ambito universitario. Nelle SL il contesto, infatti, è particolarmente significativo perché le variabili implicate nell’azione professionale sono stabilmente integrate e perché i docenti in servizio sono in gran parte docenti con un curricolo personale di formatori. • Progettare un rapporto organico tra SL , Università e le scuole del territorio rispetto alla ricerca applicata, all’innovazione e alla formazione in modo da favorire la creazione di una comunità professionale di base con proprie modalità di autoapprendimento che possa vedere l’Università come un soggetto attivo nel territorio attraverso la mediazione della scuola laboratorio. • Fare delle SL un “laboratorio” in cui Scuole del territorio e Università possano sperimentare modelli di ricerca didattica “leggera” innovativi e capaci di rispondere ai bisogni della comunità professionale dei docenti. Questo obiettivo è raggiungibile grazie alla possibilità di unire in un unico contesto formazione e ricerca in modo che la ricerca didattica applicata affronti gli aspetti psico-pedagogici e didattici e contemporaneamente quelli legati alla formazione di pratiche professionali sottese alle innovazioni studiate. • Utilizzare i tre istituti sperimentali proponenti come “laboratori” e banco di prova per studiare la possibilità di realizzare queste SL a livello nazionale e la loro efficacia. 1.3.2 Ipotesi di lavoro per la co-costruzione del progetto Va preparato con l’Università un “progetto del progetto” costruendo insieme un’ipotesi di lavoro comune che definisca: ο Le modalità organizzative della collaborazione . Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 ο I punti da sviluppare, che potrebbero essere a titolo esemplificativo i seguenti in relazione al Progetto : - come rendere “leggibile” e significativo Il contesto didattico strutturale di ciascuna scuola affinché diventi un contesto di apprendimento di SL qualitativamente significativo per gli adulti - come costruire, a partire dalle esperienze già in atto, un rapporto di rete dinamico bidirezionale con le altre scuole nel campo della ricerca e formazione che permetta la raccolta dei bisogni formativi e di ricerca per un lavoro su quanto emerso e al contrario la restituzione dei risultati e la formazione sulle relative competenze - come costruire un modello di formazione in tirocinio e stage per docenti in servizio e in ingresso) che sia organicamente e in modo funzionale collegato alla formazione universitaria - come realizzare un approccio e una metodologia di ricerca didattica applicata “leggera” che si inserisca in modo originale tra la formazione universitaria e la formazione relative alla pratica professionale dei docenti - come definire un profilo delle competenze e dei compiti richiesti al docente della SL e come strutturare l’organizzazione in modo da rendere la scuola un effettivo “laboratorio” 1.4 LA VALUTAZIONE DI SISTEMA COME ELEMENTO COSTITUTIVO DI UNA SCUOLA LABORATORIO In una scuola laboratorio di formazione a tutti i livelli (alunni, insegnanti interni ed esterni, genitori, collaboratori) ogni aspetto della programmazione e organizzazione deve procedere di pari passo con la valutazione, deve prevedere un percorso integrato di valutazione che consenta il controllo della qualità del servizio e il monitoraggio della sperimentazione in atto. Nel momento in cui si dichiarano in modo esplicito le finalità e gli aspetti significativi che devono contraddistinguere e qualificare l’istituzione scolastica i soggetti valutanti sono sollecitati a confrontarsi rispetto al modello proposto, sono invitati a raccogliere osservazioni mirate e sistematiche delle attività che si svolgono, a valutarne la distanza dai livelli ottimali. Lo scopo della valutazione è quello di conoscere gli aspetti che identificano la scuola laboratorio, per eventualmente cambiarli, al fine di raggiungere gli obiettivi dichiarati e di offrire elementi per programmare in maniera sempre più consapevole percorsi formativi non solo per i ragazzi, ma anche per gli adulti. Nell’ambito della formazione professionale gli aspetti da sottoporre a valutazione di qualità riguardano il lavoro dei docenti formatori, i risultati raggiunti nelle aree di ricerca, l’organizzazione relativa alla attuazione del progetto di SL. Vanno pertanto definiti strumenti e procedure che consentano di : Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Raccogliere elementi oggettivi per conoscere : • l’efficacia del modello di formazione professionale ipotizzato • l’efficacia della programmazione e dell’organizzazione degli interventi • la gestione dei compiti e il raggiungimento degli obiettivi affidati ai vari organismi • la validità delle ipotesi di ricerca didattica e degli strumenti utilizzati • l’efficienza della comunicazione • il livello di soddisfazione degli insegnanti in situazione di formazione • l’ efficacia della collaborazione con enti esterni Presentare agli organismi interessati e responsabili i risultati dell’indagine perché vengano elaborate proposte di cambiamento o ipotesi di ricerca sugli aspetti problematici individuati. . Essendo la qualità suscettibile di modificazioni e miglioramenti, ogni forma di valutazione non può ridursi a una pratica burocratica, ma deve incidere sulla capacità di innescare rinnovamento e riorganizzazione, rappresentare un percorso, il più possibile condiviso, di assunzione di responsabilità. L’autovalutazione, come assunzione di consapevolezza e responsabilità, è una pratica efficace per promuovere l’innovazione e il cambiamento sia per quanto riguarda gli studenti sia per quanto riguarda tutti gli adulti coinvolti nel progetto di SL. L’autovalutazione s’intreccia e si completa con la pratica della riflessività che avviene sia nel corso dell’azione sia a posteriori sull’azione svolta. Il metodo di lavoro proposto agli insegnanti in formazione, diventa, quindi, anche quello praticato dagli insegnanti interni e dalla scuola come sistema per interrogarsi sul proprio agire e valutarsi. Questo tipo di valutazione non è un compito da svolgersi privatamente e individualmente, ma consiste in un processo collettivo che ha gli obiettivi di: o Assumere sé stessi e la propria azione professionale come oggetto di analisi o Sviluppare un sapere sulla propria pratica o Saper gestire meglio le situazioni lavorative o Beneficiare del confronto con altri o Adattarsi ai cambiamenti o Risolvere problemi o Formalizzare il sapere pratico esplicitato o Trasferire in altre situazioni l’esperienza acquisita o Chiarire-ridefinire la propria identità professionale sulla base degli esiti del processo valutativo realizzato. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 2 L’IPOTESI DI ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI FORMAZIONE E RICERCA 2.1 ANALISI DEL PROBLEMA E BISOGNI La formazione iniziale dei docenti, prevede che le strutture universitarie si occupino di organizzare corsi per la formazione degli insegnanti e che, per il loro accesso ai ruoli nelle istituzioni statali e non, una parte fondamentale della formazione sia rappresentata dall’attività di tirocinio. Il tirocinio ha valore di praticantato, con assunzioni di responsabilità di insegnamento, sotto la supervisione di un tutor, designato dall’istituzione interessata, nell’ambito di appositi contratti di formazione lavoro con le istituzioni o scuole interessate. Parlando di formazione però non possiamo non tenere conto del fatto che lo sviluppo professionale è un processo che non termina mai, il professionista si reinterroga e costruisce la sua identità professionale in un contesto dinamico, sviluppando così le sue competenze. La formazione iniziale è l’iniziazione a una nuova identità che continuerà ad evolversi e a costruirsi nel corso dello sviluppo professionale della persona. L’identità non è mai finale, è in continuo cambiamento durante tutta la carriera In tal senso le scuole di sistema hanno affrontato l’esperienza dell’accoglienza ai tirocinanti e si sono poste la problematica di quale è il loro ruolo all’interno del contesto della formazione docente e della formazione permanente in senso lato. Nell’ottica di sviluppo e potenziamento di questa nostra realtà scolastica, c'è la scommessa sulla utilizzabilità, da parte della scuola italiana tutta, di un'organizzazione e di un clima che esprimano globalmente senso e valore nel percorso di formazione personale di ciascun individuo. L'Università ed altri Enti di ricerca e di formazione dei docenti, potrebbero giocare ora un ruolo determinante di mediazione tra un numero alto di realtà scolastiche, di docenti e le scuole Laboratorio che si pongono come un nodo privilegiato di riflessione. Nodo privilegiato in quanto la scuola tutta e non singoli docenti sono coinvolti nella riflessione sulla didattica e nell'impegno di documentazione e diffusione delle buone pratiche educative. La nostra esperienza potrebbe essere posta al servizio degli Enti di ricerca e di formazione per riflettere su un modello di centro di eccellenza per la formazione degli insegnanti come previsto all'art. 5, comma e, della L. 53 del 28 marzo 2003. 2.1.1 Il modello multidimensionale In suo saggio Ivana Summa sostiene che oggetto della ricerca sono i processi di insegnamento e di apprendimento, i ricercatori sono gli insegnanti, la tipologia di cui si parla è la Ricerca Azione, ricerca nel contesto della pratica, in cui i docenti diventano professionisti riflessivi, capaci di elaborazione sistematica della propria esperienza professionale e le scuole diventano Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 laboratori dove si affrontano i problemi, si avanzano ipotesi di soluzione, si producono conoscenze e comportamenti. Il modello che una scuola Laboratorio propone è multidimensionale e si caratterizza per l’immersione del docente in formazione e/o del tirocinante in un contesto con forte valenza pedagogica in grado di collocare l’apprendimento della didattica disciplinare all’interno delle problematiche formative e di organizzazione del lavoro. E’ un concetto più ampio di quello classico di formazione in quanto prende in considerazione la persona che si sviluppa in virtù delle interazioni con l’ambiente CON CHI COME DOVE Si - definisce con chi e per chi avviene la formazione con un collega in servizio nella scuola con un tirocinante in “Stage” con un esperto o supervisore che osserva Si stabilisce quello che si va ad osservare - Situazione reale che coinvolge un altro insegnante (novizio osserva esperto) - Situazione reale che coinvolge lo stagista Si costruisce un setting, un “dove” (a seconda dello scopo o del punto di vista) avviene la formazione - Il territorio - la classe - il laboratorio Si - stabiliscono strategie e metodi osservazione controllo percorsi gestione organizzazione gestione dei contesti culturali gestione dei rapporti tra gli attori del sistema Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 - confronto dialettico Il modello proposto è riferito a docenti in servizio nelle scuole e ai docenti SSIS e SILSIS in modo da creare un ambito come centro servizio per la formazione docente. L’ambito è rigorosamente sperimentale in quanto si attua con una formazione permanente a cui concorrono sia i docenti in servizio sia i docenti tirocinanti. 2.1.2 Gli strumenti e le metodologie L’applicazione del modello formativo si avvale nella scuola Rinascita di strumenti e di una metodologia, tesi soprattutto a individuare e ad analizzare tutte quelle aree presenti in una struttura formativa e in un sistema che, per la presenza di connotazioni implicite, sono di difficile individuazione e non facili da strutturare. Gli strumenti sono: - - - - - - La definizione e l’utilizzo dell’ambiente di apprendimento (setting) per meglio comprendere e delineare il ”profilo” dell’insegnante da formare. L’uso della struttura organizzativa, ovvero del contesto che nel suo insieme si presenta come spazio di formazione L’uso di focus group L’uso di simulazioni L’uso del modello formativo in modo integrato cioè che sviluppi una preparazione sia nell’area educativo-didattica sia nell’area contenutisticodisciplinare. La gestione degli organi collegiali come strumenti di controllo del sistema organizzativo e didattico L’ “l’incontro professionale”, ovvero il dialogo interattivo ed esplicito tra i docenti in servizio nella scuola e i docenti in formazione, che si presenta come dibattito sul campo di confronto/verifica in continuo divenire L’esperienza concreta (per il docente di Rinascita e delle scuole di sistema) di osservatore allo scopo di restituire come supervisore l’esperienza dei docenti tirocinanti L’uso reale di una rete di rapporti comunicativi con le altre scuole del territorio L’esplicitazione all’esterno del prodotto formativo elaborato per permettere una concreta eventuale fruibilità: unità di lavoro, pubblicazioni e riflessioni, metodologie… L’uso concreto del ruolo del supervisore presso gli Enti universitari: “triangolo di formazione e di rapporto tra docente in servizio, docente in stage e supervisore universitario” Lo “Stage”, che concretamente si presenta come momento di controllo significativo e scambio professionale tra docente in servizio e docente Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 tirocinante per collocare l’apprendimento della didattica disciplinare all’interno delle problematiche formative e di organizzazione del lavoro. 2.1.3 Lo “Stage” E’ da chiarire, all’interno dei modelli proposti, il significato di “Stage”. Lo “Stage” è di per sé un modello integrato di formazione poiché sviluppa la possibilità di provare e verificare: - La personalizzazione dell’insegnamento La relazione tra dichiarato e agito La discussione dei successi e degli insuccessi per modificare la propria professionalità e il percorso programmatico L’analisi del modello di relazione/comunicazione: rapporto con i colleghi, rapporto con i genitori, rapporto con gli alunni La costruzione e manutenzione dell’architettura didattica: analisi e gestione dei curricoli e dei progetti Il controllo della gestione organizzativa attraverso gli organi collegiali sia in orizzontale che in verticale: conoscenza e controllo degli attori del sistema, intesi anche come gruppi di gestione relazionale, politica e tecnico-scientifica. Lo “Stage” non è semplicemente un “master disciplinare/didattico” ma un percorso professionalizzante che permette l’acquisizione e l’utilizzo di strumenti, criteri e strategie volte a controllare tutto il sistema formativo dai contenuti ai percorsi per arrivare ai rapporti tra gli attori del sistema stesso. Lo “Stage”, pertanto, ha la caratteristica di permettere ai due attori del sistema di formazione di: - osservare e modellizzare comportamenti professionali didattici e/o relazionali per interiorizzarli - costruire in itinere il clima di formazione/aggiornamento sul campo - avere sempre come punto di riferimento il sistema – scuola e la sua organizzazione, sistema in cui sono inseriti i due attori dello “Stage”. - creare uno spazio condiviso di azione-reazione sul comportamento professionale ove l’osservatore produce modificazioni consapevoli e inconsapevoli nel professionista accogliente; ciò è possibile attraverso la consapevolezza della presenza di un testimone privilegiato che produce atteggiamenti di autocontrollo e di riflessione - confrontare i modelli osservati con le proprie strutture culturali interne per adottare le strategie professionali ad un “nascente proprio stile” 2.1.4 L’atteggiamento riflessivo Partendo dalla convinzione che “ogni professionista dovrebbe essere posto in grado di diventare un professionista riflessivo”, cioè capace e disposto a riflettere sulla propria azione e su di sé, appare evidente che una scuola laboratorio, che si propone di fare formazione, debba porsi come finalità quella di sviluppare una competenza riflessiva. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Questo consentirebbe anche di superare il binomio “tempo della formazione” e “tempo della pratica”. Detto ciò, esiste comunque una differenza sostanziale tra l’osservazione e la successiva riflessione tra “ tirocinante esterno/docente in servizio” e “docente in servizio nella stessa scuola in aggiornamento/ docente in servizio esperto”. Nel primo caso l’accompagnamento riflessivo implicherebbe tre poli: pratiche Tirocinante Docente in servizio / Tutor Il docente in servizio/tutor, utilizzando le sue competenze, aiuterebbe il docente in formazione a • analizzare le situazioni di apprendimento • indicare soluzioni possibili • anticipare l’integrazione delle innovazioni nella pratica • formalizzare il sapere pratico esplicitato Nel secondo caso il confronto avviene, invece, più su tecniche didattiche e modelli consolidati che non su atteggiamenti professionali che coinvolgono anche i modi di costruire o di intendere gli strumenti e le tecnologie educative ( unità didattica, gestione laboratorio…). In tutte e due i casi, tuttavia, entra in gioco la supervisione intesa come “attività di metacognizione” del percorso professionale e formativo. Siamo comunque nel clima di confronto tra attori che svolgono, o svolgeranno lo stesso ruolo professionale nel tempo dilatato. Nel “qui ed ora” in realtà il docente in servizio è contemporaneamente sia un insegnante che insegna, sia un supervisore che forma e che valuta. Questi, però, è a sua volta osservato e valutato, anche se spesso implicitamente, dall’insegnante che non insegna ma che è motivato allo scopo di raggiungere l’obiettivo di insegnare. Per cui, intendendo la supervisione in modo corretto metodologicamente, il tirocinante può essere un supervisore a tutti gli effetti poiché non è direttamente coinvolto nel ruolo docente ed è di fatto emotivamente “freddo”. Per operare il salto tra la supervisione implicita del tirocinante e una supervisione reale ed “esperta” è importante prevedere i momenti successivi di restituzione tra l’osservatore e l’osservato sui punti di forza e di debolezza della pratica professionale del docente in servizio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Questo momento non può più, a nostro avviso, essere racchiuso in un rapporto tra il tirocinante e l’Ente preposto alla formazione dello stesso (Università). Così, paradossalmente, la discussione metacognitiva sulla professionalità docente osservato avviene senza l’attore di cui si parla e in un contesto culturale completamente diverso. La scuola laboratorio, invece, deve concludere il rapporto tra docente in servizio e tirocinante sempre con uno o più momenti di dibattito strutturati che consentano al tirocinante di tracciare: - Le caratteristiche della ricaduta formativa sul tirocinante – docente accogliente - Il clima di soddisfazione e di relazione tirocinante – docente accogliente – alunni - La comprensione da parte del tirocinante del sistema organizzativo in cui opera il docente accogliente e in cui avviene l’accoglienza sia in relazione alla struttura, sia in relazione alle finalità. - Le linee essenziali per una valutazione dell’esperienza del percorso e del sistema scuola osservato da riportare all’esterno (ambito Università) come laboratorio teorico sui possibili modelli professionali e didattici da sviluppare in altri contesti e in altre realtà. 2.2 I BISOGNI STRUTTURALI DI QUESTO AMBITO DELLA SPERIMENTAZIONE E’ necessario individuare una figura di sistema per area senza regolari oneri d’insegnamento o, in alternativa, una figura per materia che per un pacchetto di ore annue, lavori alla costruzione del progetto, all’accompagnamento del tutorato, alla consulenza e alla formazione diretta alle scuole, alla gestione delle reti di ricerca e alla realizzazione proposte di approfondimento in e-learning delle esperienze di stage svolte direttamente a scuola . E’ inoltre necessario che i docenti abbiano la possibilità di svolgere quelle azioni di osservazione dei comportamenti professionali in situazione anche con ausili multimediali, in modo da produrre i materiali per la formazione degli adulti. 2.3 ESPERIENZE DI TIROCINIO A RINASCITA Dall’a.s. 2001/02 l’Istituto Sperimentale “Rinascita – Livi” di Milano ha aderito alle convenzioni stipulate fra le Università di Milano e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia per la formazione dei Docenti. Ritenendo, infatti, le attività di tirocinio momenti complementari nel percorso formativo degli insegnanti e per far realizzare le attività di laboratorio previste nei corsi di laurea, la scuola offre ai tirocinanti materiali, contesti ed esperienze operative contrassegnate dal modello pedagogico-didattico che caratterizza l’istituto. Il Dirigente scolastico (considerati i vincoli quali: assegnare un insegnante Accogliente di Ruolo e tener conto degli obiettivi e degli impegni universitari Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 del richiedente) destina il tirocinante ad un corso per fornire una situazione di apprendimento particolarmente significativa. Per promuovere l’acquisizione di esperienze didattiche al fine di integrare le competenze teoriche a quelle operative degli specializzandi, la scuola favorisce la conoscenza del mondo scolastico prevedendo sia la presenza in aula con le osservazioni delle attività di classe e la sperimentazione di percorsi didattici, sia la partecipazione alle attività collegiali. Nel corso di questo quadriennio hanno svolto l’attività di tirocinio presso la scuola suddetta 17 docenti di cui: n. 1 dell’Accademia Belle Arti n. 6 dell’Università Cattolica 1 Ed. Artistica 1 Inglese 1 Master di 2° livello 1 Tedesco 3 Sostegno n. 10 dell’Università Studi 1 Ed. Artistica 2 Sostegno 4 Inglese 3 Lettere (N. 4 docenti, dopo il conseguimento del diploma, risultano in servizio presso la scuola) Rispetto al laboratorio di formazione la caratteristica particolare della scuola media Rinascita, tra le scuole di sistema, è quella di aver introdotto nella formazione docente il protagonismo diretto degli adolescenti che, nel contesto del tirocinio, assumono essi stessi il ruolo di: insegnanti, supervisori, ricercatori e formatori riproducendo, per un tempo breve e controllabile, le caratteristiche del ruolo/ funzione del docente in servizio della scuola stessa. Questo aspetto di protagonismo prevede, nello “Stage” di tirocinio per gli insegnanti in formazione delle scuole SSIS o SILSIS un tirocinio indiretto di laboratorio operativo in cui gli alunni delle scuole si recano nelle aule delle università per esporre, analizzare e commentare i loro progetti didattici già svolti e lavorare sul concreto svolgendo il ruolo di tutor ai docenti in formazione divisi in piccoli gruppi di lavoro. Ogni gruppo ha come relatore un alunno che risponde alle domande tecniche sullo svolgimento delle U.D. - In tal modo si forma una struttura di apprendimento in cui i tirocinanti sono contemporaneamente in fase di apprendimento e in fase di supervisione e gli alunni sono contemporaneamente relatori e valutatori/valutati della loro esperienza didattica personale. In tutto questo processo si trasferisce in modo implicito il modello organizzativo, comunicativo, educativo e formativo della scuola. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 2.4 DURATA La scuola Rinascita chiede la conferma del suo status di istituzione scolastica che si caratterizza per l’innovazione nella didattica e nell’organizzazione in base all’ultimo capoverso del comma 2 dell’art.11 del DPR 275/99 e pertanto ritiene che l’azione sperimentale in sé rappresenti la mission della scuola in quanto tale. Rispetto allo specifico progetto di realizzazione di un prototipo di SL che presuppone un’integrazione tra i sistemi formativi della scuola e dell’Università si ritiene di doversi dare una temporalità organizzativa di 4 anni. Nel corso del biennio iniziato si metterà in atto il vero e proprio lavoro di studio e messa a punto della SL con l’Università e gli Enti di Ricerca in accordo con le altre scuole nazionali con l’obiettivo di produrre un Progetto di SL da sperimentare nei due anni successivi. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PARTE QUARTA LA SPERIMENTAZIONE DELLA STRUTTURA DIDATTICO-PEDAGOGICA Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 1 UN CONTESTO STRUTTURALE INTEGRATO “La necessaria riforma del pensiero genererà un cambiamento del contesto. Il pensiero che interconnette rimpiazzerà la causalità unilineare e unidirezionale con una causalità circolare e multireferenziale, mitigherà la rigidità della logica classica con una dialogica capace di concepire nozioni allo stesso tempo complementari e antagoniste, completerà le conoscenze dell’integrazione delle parti in un tutto con il riconoscimento dell’integrazione del tutto all’interno delle parti”. Edgar Morin LA PROPOSTA L’azione è coordinata e finalizzata contemporaneamente: • alla ricerca di una diversa articolazione curricolare dei saperi e delle competenze insegnate da ciascuna materia e all’utilizzo dei laboratori pluridisciplinari per favorire l’integrazione dei saperi e una loro reale spendibilità sociale, anche alla luce dell’introduzione delle educazioni, del miglioramento dell’efficacia dell’insegnamento dell’ area scientifica e in base alle priorità indicate dalla Comunità Europea; • alla ricerca di nuovi contesti di apprendimento/insegnamento e nuovi percorsi auto/valutazione che realizzino la partecipazione di studenti,genitori e docenti alla costruzione di un cittadino colto e socialmente attivo; • all’introduzione di un percorso formativo di educazione permanente per le famiglie in grado di interagire in modo sinergico con i percorsi di formazione rivolti agli studenti. 1.1 IL MODELLO DI APPRENDIMENTO La formazione appartiene allo sviluppo umano, pertanto ogni percorso individuale può essere letto come un itinerario formativo contrassegnato da fasi, occasioni, passaggi, che possono essere intesi come una successione di variazioni. La variazione tende a verificarsi sia quando il grado di coinvolgimento è alto, sia quando la riflessione compiuta dall’allievo sulla propria esperienza acquista una valenza significativa. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 L’intervento didattico dovrebbe perciò arricchirsi di strategie coinvolgenti, finalizzate alla creazione di contesti comunicativi nell’ambito dei quali significati, emozioni e valori possano interagire. L’interazione tra valori, emozioni e significati crea le condizioni da cui scaturiscono le conoscenze. La strutturazione delle conoscenze in stadi interdipendenti genera a sua volta un processo di apprendimento. L’apprendimento si concretizza nel momento in cui gli allievi sono in grado di usare le chiavi interpretative attraverso cui osservare e leggere la realtà e la propria esperienza formativa. La formazione assume una particolare pregnanza nelle fasi di transizione, quando i dubbi, ponendo degli interrogativi inaspettati, introducono l’apprendimento nella dimensione della ricerca. Il gusto della ricerca emerge se l’insegnante riesce a fornire gli stimoli da cui possano sprigionarsi la curiosità e il piacere della scoperta, che costituiscono entrambi un passo decisivo verso un cambiamento consapevolmente avvertito. 1.2 IL SISTEMA DELLE RELAZIONI NELLA SCUOLA Il cambiamento si nutre di relazioni. Le relazioni che entrano in gioco nel rapporto insegnamento/apprendimento sono fondamentalmente quattro: - la relazione con se stessi; - la relazione con gli altri; - la relazione con il mondo, inteso come la realtà oggettiva che sta al di là della soggettività; - la relazione con i saperi. Il cambiamento, dunque, si fonda sulla sfera comunicativa, dove le acquisizioni apprese entrano in contatto, si confrontano e si esprimono attraverso punti di vista differenti. Perciò, più è varia la gamma delle relazioni, più è ricca l’esperienza che porta alla maturazione di opinioni: la densità relazionale è direttamente proporzionale alla frequenza degli stimoli che inducono a porre e a porsi domande. Le domande, pertinenti e mirate, sono il primo presupposto del processo che conduce alla costruzione degli strumenti cognitivi idonei a decodificare e rappresentare la realtà. 1.3 L’ipotesi sperimentale per la costruzione di un contesto formativo integrato e i tre piani in cui si articola la sperimentazione Il collegio sulla base della sua esperienza pluriennale di formativi, ha individuato: • ricerca sui contesti nell’integrazione dei saperi (ambito della relazione con i saperi e con il mondo) Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • nel percorso integrato di auto/valutazione di istituto e di auto/valutazione dell’alunno tra tutor e portfolio (area dell’interpretazione e della riflessività) • nella scuola comunità e nella collaborazione con i genitori come percorso di gestione integrata, democratica e cooperativa della scuola (ambito dei valori e delle relazioni con gli altri e con se stessi) i tre piani opportunamente interconnessi che possono realizzare un contesto formativo realmente integrato in grado di produrre nel concreto della loro interazione dinamica un apprendimento realmente significativo e partecipato. S E R V I Z I O S C O L A S T I C O AUTO/VALUTAZIONE INTEGRAZIONE SAPERI SCUOLA COMUNITA’ F O R M A Z I O N E A D U L T I La riorganizzazione dell’impianto curricolare intorno a questi tre piani in modo da creare un sistema scuola unitario richiede una struttura che dovrà superare alcuni dei vincoli ordinamentali presenti nell’attuale normativa. La riflessione sulle soluzioni adottate e sugli esiti in termini di efficacia ed efficienza dei processi di insegnamento così attivati sarà l’oggetto della ricerca sperimentale che si intende sviluppare in una visione di insieme delle problematiche pedagogiche, didattiche e organizzative connesse. 1.4 DURATA La scuola Rinascita chiede la conferma del suo status di istituzione scolastica che si caratterizza per l’innovazione nella didattica e nell’organizzazione in base all’ultimo capoverso del comma 2 dell’art.11 del DPR 275/99 e pertanto ritiene che l’azione sperimentale in sé rappresenti la mission della scuola in quanto tale. Rispetto allo specifico progetto di integrazione dei saperi che esplora possibili innovazioni riguardanti gli ordinamenti degli studi, la loro articolazione e l’orientamento, la scansione temporale proposta è di 5 anni. Nei primi tre anni si raccoglieranno indicazioni rispetto ai contenuti della ricerca, mentre i due anni successivi saranno dedicati alla sperimentazione del nuovo assetto ordinamentale proposto. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 2 IL PIANO DELL’INTEGRAZIONE DEI SAPERI “Non c’è niente di peggio di quando la concretezza del mondo reale arriva a perseguitarti senza tregua con la sua eterna monotonia fin dentro il mondo dei sogni. Perciò il nostro ideale dovrebbe avere la forza degli alisei, pieni d’impeto e di gioia, salubri e vitali: un’eterna e costante boccata d’aria.” Bjorn Larsson LE LINEE DI SVILUPPO IN SINTESI L’azione è finalizzata a rivedere l’articolazione delle discipline insegnate da ciascuna cattedra e una loro operativizzazione laboratoriale in modo da favorire l’integrazione dei saperi alla luce dell’insegnamento delle educazioni e dell’area scientifica anche nella prospettiva di individuare la fattibilità di introdurre anche nuove materie. Il nuovo assetto strutturale permetterà di studiare ed elaborare strategie semplici ed efficienti di mediazione didattica per acquisire competenze professionali per affrontare il complesso compito di: • • • costruire Unità di Apprendimento costruire Unità di Apprendimento in grado di valorizzare i concetti e i contenuti dell’educazione alla cittadinanza come indicati dalla Commissione Europea trovare soluzioni organizzative e strutturali adatte a muoversi sulla mappa dei saperi in modo flessibile e olistico. Per raggiungere questo obiettivo, proprio per l’esperienza acquisita sul campo, si privilegeranno nell’esplorazione e nella riflessione, i progetti interdisciplinari e di area intesi come territori di incontro e frequentazione tra le materie. In questo contesto si potranno trovare di volta in volta aggregazioni diverse, facendo emergere le affinità e le contiguità dei campi di indagine e aumentando la consapevolezza da parte dello studente della complementarietà delle diverse discipline. Questo approccio permetterà di fornire utili elementi di riflessione su : o la riorganizzazione dei curricoli disciplinari o la loro essenzializzazione alla luce dei cambiamenti introdotti dalla riforma, in special modo per l’area scientifica e le educazioni o le modalità di operativizzazione dei percorsi o le valenze formative delle diverse discipline nello sviluppo delle tematiche relative alla convivenza civile o acquisire utili indicazioni per qualificare l’offerta opzionale. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 2.1 2.1.1 ANALISI DEL PROBLEMA E BISOGNI I saperi come giacimenti da coltivare Gli insegnanti, nel trasmettere agli allievi le operazioni necessarie per decodificare e rappresentare la realtà, trovano nei saperi una formidabile risorsa. I saperi, formalizzati nei nuclei concettuali e nel linguaggio specialistico cui ciascuna materia d’insegnamento fa riferimento, costituiscono l’area all’interno della quale è possibile stabilire un equilibrato rapporto tra le impressioni soggettive, le percezioni personali, il modo pregiudiziale di conoscere il mondo, da una parte, e i dati specialistici, il rigore scientifico, il modo obiettivamente corretto di svolgere un’indagine, dall’altra. I saperi, insomma, se non sono concepiti come contenitori dai quali attingere meccanicamente e acriticamente nozioni, possono diventare il campo della mediazione tra il soggetto che apprende e le procedure fornite dalle discipline per l’investigazione. L’acquisizione di un preciso metodo investigativo dovrebbe essere il desiderato frutto della mediazione. Un metodo che si caratterizza senz’altro come percorso durante il quale s’impara ad imparare mediante “il fare”. Si tratta in definitiva di un metodo che dovrebbe avere come esito lo sviluppo sia dell’autonomia, sia del senso di responsabilità. 2.1.2 L’insegnante disciplinare come facilitatore cognitivo Il compito dell’insegnante, quindi, verrebbe a trovare una sua rinnovata compiutezza nell’espletamento del ruolo di garante dell’itinerario educativo, che prende tutte le misure idonee a non far capitolare l’alunno di fronte all’astrazione e alla complessità. Si tratta cioè di sostenere i ragazzi nei momenti di difficoltà, affinché in essi non venga a mancare l’autostima e la voglia di curiosare. Infatti, senza la dovuta autostima è improbabile pervenire a un'adeguata autovalutazione, e senza lo stimolante pungolo della curiosità viene a mancare l’apporto positivo, originalmente divergente, della creatività. Questo aspetto è condizione imprescindibile per la formazione di un apprezzabile spirito critico. Uno spirito critico che, per definirsi tale, non può escludere tra i suoi elementi costitutivi la capacità di valorizzare gli errori, intesi come segnali che aiutano a comprendere i limiti delle proprie abilità e delle proprie idee. Una tale considerazione degli errori dovrebbe di conseguenza avere come sbocco la valorizzazione della diversità. 2.1.3 L’elasticità del pensiero Le idee appena enunciate dovrebbero rappresentare la cornice entro la quale dipingere il quadro della futura sperimentazione. Si tratta di un progetto ambizioso, che si propone di attivare negli alunni competenze complesse come quella della contestualizzazione dei concetti e della decontestualizzazione delle conoscenze. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 In altre parole si tratta di abituare i ragazzi a un'elasticità cognitiva basata sull’esercizio di due capacità basilari: la capacità di applicare le conoscenze assimilate e le procedure acquisite; la capacità di trasferire in contesti nuovi, secondo il criterio della comparazione e dell’individuazione delle analogie e delle differenze, le componenti delle conoscenze e delle procedure già studiate. E’ indubbiamente un traguardo arduo da raggiungere, perché sono molti gli ostacoli che gli adolescenti incontrano nell’astrarre dalla concretezza di contesti ben determinati e nel generalizzare variabili, traslandole da una situazione nota a una ignota. 2.1.4 Dalla scuola dei laboratori alla scuola come un unico laboratorio di contesti integrati Gli ostacoli si possono superare se ci si pone l’obiettivo di istituzionalizzare il laboratorio, inteso come luogo fisico e indirizzo metodologico attraverso cui allenare i ragazzi: - all’analisi circostanziata dei fatti, dei fenomeni, dei temi e delle tesi; alla formulazione delle ipotesi, intesa come progressiva approssimazione dei soggetti pensanti alla conoscenza delle variabili cui ci si trova di fronte ogni volta che si affrontano nuovi argomenti e nuovi lavori; alla risoluzione dei problemi, intesa come capacità di misurarsi con la novità seguendo un modo di procedere sequenziale, che porti all’eliminazione delle risoluzioni affrettate e improvvisate; all’invenzione creativa, intesa come virtuoso procedimento che, scartando automatismi e scorciatoie, mette in connessione la rete delle conoscenze da cui possano generarsi nuove conoscenze. Una tale impostazione dovrebbe aiutare a uscire dalla logica che contrappone le riflessioni teoriche all’empirismo della manualità, e potrebbe convincere anche i più riottosi a puntare sulla didattica operativa, intesa come coerente integrazione della pratica addestrativa e della pratica rielaborativa. Ciò è possibile solo se gli insegnanti diventano tanto sensibili da capire, attraverso la rilevazione delle preconoscenze e dei bisogni, quali sono le aspettative e le aspirazioni che motivano gli alunni allo studio. Senza trascurare, ovviamente, la costante rilevazione delle cause, contingenti e ricorrenti, che inibiscono coloro i quali vengono comunemente definiti disagiati, svogliati, deconcentrati, pigri, e così via. Si tratterebbe, in sostanza, di spostare lentamente il baricentro delle attività didattiche dall’uso esclusivo del canale verbale e del testo scritto all’uso di fonti informative diversificate, basato sull’osservazione diretta e la manipolazione sia di testi, sia di illustrazioni e immagini televisive; sull’ascolto di testimonianze orali e di documenti sonori; sull’analisi degli oggetti della cultura materiale; sulla selezione e classificazione delle informazioni attinte dalla rete telematica. In questo modo il laboratorio verrebbe a profilarsi come un campo d’indagine ricco di indizi, che aspettano di essere svelati e collegati, perché possano essere messi insieme quei tasselli che facilitano la formazione di una Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 intelligenza pragmatica, guidata dall’emozione del ragionamento e dalle sensate supposizioni. Certamente i muri dell’edificio scolastico e le pareti dell’aula sono un comprensibile deterrente a un versatile sviluppo del pensiero, che fa inevitabilmente fatica a ricostruire situazioni e contesti con il solo ausilio di immagini fisse riprodotte sui libri. A questa mancanza dovrebbe supplire l’insegnante con la sua capacità di vivacizzare la lezione, creando, col working in progress, un clima favorevole al pronunciamento e al confronto. 2.1.5 Costruzione di una didattica olistica In altre parole, le energie dell’insegnante non dovrebbero esaurirsi nella preparazione della lezione: se si vuole passare dalla scuola basata sulla trasmissione delle conoscenze a una scuola basata sull’acquisizione e sull’applicazione, misurabile e certificabile, delle competenze, si rende necessaria una maggiore attenzione alla strutturazione dei contesti comunicativi. Le componenti essenziali dei contesti comunicativi sono state individuate in quella che è stata chiamata la “didattica per progetti”: la rilevazione preliminare; la motivazione all’esplorazione; la negoziazione iniziale e in itinere; la sperimentazione e la scoperta; la messa a punto del prodotto finale; la preparazione della comunicazione sull’esperienza formativa; la riflessione svolta sul percorso educativo. Si può aggiungere che la modalità di realizzare progetti e d’impostare, sul modello del laboratorio, le lezioni e le ore di compresenza, dovrebbe includere nella sua pratica quotidiana una più assidua frequentazione dei linguaggi non verbali. Il che implica un’estensione del significato di testo, inteso come: - sintassi del messaggio linguistico, sonoro, cromatico, mimico-gestuale, simbolico; intreccio di trame risultanti dall’intersezione di personaggi, di colori, di linee e forme, di dimensioni e numeri, di tecniche e stili; fraseggio intessuto di variazioni interdipendenti come continuità/discontinuità, permanenze/mutamenti, quantità/qualità, regresso/progresso, e così via; assemblaggio intenzionale di contenuti confezionati per convincere, persuadere, distrarre, deformare, accattivare, come succede, per esempio, con gli spot pubblicitari, il telegiornale, l’allestimento di una vetrina, le fotografie sui depliants esposti nelle agenzie di viaggio, la scenografia degli spettacoli teatrali, l’inserimento delle colonne sonore nei film. Del resto, abituare gli adolescenti alla scomposizione e alla comprensione di fonti informative sempre più subliminali e pervasive è uno dei requisiti richiesti agli studenti per giungere ad esprimere una delle competenze più alte, quella cioè di saper modellizzare. Attualmente la modellizzazione viene svolta con l’approntamento di schemi riassuntivi, mappe, reti, grafici, formule, cartine, piantine ed altre formulazioni. Si tratterebbe d’ora in poi di applicare questa procedura ai testi iconografici, a quelli cinematografici e a molti degli aspetti Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 che determinano contemporanea. i comportamenti individuali e di massa della vita Da ciò che è stato detto si può dedurre quanto sia importante la mediazione didattica, quell’ambito cioè in cui l’insegnante espleta il suo compito di esperto non tanto dei saperi specialistici, quanto piuttosto di ideatore e attivatore dei canali d’accesso attraverso cui il sapere di senso comune degli allievi si appropria dei linguaggi e dei concetti di cui è sprovvisto. 2.1.6 Le nuove competenze del docente in un una scuolalaboratorio di integrazione dei saperi Le risorse di cui dispone l’insegnante per poter svolgere al meglio il suo ruolo di mediatore possono essere sintetizzate come segue: - la capacità di padroneggiare saperi specialistici che gli consentono di avere una visione ampia e approfondita del suo oggetto di studio; - la disponibilità ad aggiornarsi sull’evoluzione delle discipline cui la sua materia d’insegnamento fa riferimento; - la sensibilità pedagogica di stabilire un equilibrato rapporto con i propri alunni, basato sull’autorevolezza della sua figura e sulla fiducia reciproca; - la capacità di saper trarre insegnamenti dall’esperienza maturata negli anni passati; - la capacità di tracciare itinerari formativi praticabili, alla portata cioè anche di quegli alunni che possono raggiungere solo gli obiettivi minimi programmati; - l’attitudine a raccogliere e conservare il materiale prodotto, a sintetizzare e documentare sia la programmazione elaborata per il consiglio di classe, sia i lavori svolti dagli allievi. Queste risorse, se ben dosate, sono in grado di innescare quel circolo virtuoso che promuove il desiderato avvicinamento dei soggetti dell’apprendimento all’esplorazione del mondo che li circonda. Durante il tragitto essi sono guidati dal docente, che deve adoperarsi per far sì che l’impatto con l’oggetto di studio non risulti ostico. Egli perciò mette in atto tutte le strategie d’intervento per agevolare il grado di fruizione del tempo trascorso a scuola e per rendere accessibile l’indagine della realtà. Un tale impegno può ritenersi riuscito quando i contesti comunicativi creati producono un accettabile grado di benessere nelle relazioni interpersonali, e quando l’esito formativo può essere quantificato nella spendibilità sociale delle competenze acquisite a scuola. Questo processo, così come è stato tracciato, non può che configurarsi come un movimento circolare, e, inoltre, per stadi successivi che si alzano a spirale. Esso potrebbe essere schematicamente rappresentato come segue. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Nello schema illustrato sopra si parla di acquisizione delle conoscenze, ma è assodato che, coerentemente con i princìpi pedagogici e didattici enucleati, l’itinerario educativo debba essere concepito come la risultante dell’interazione della sfera cognitiva e della sfera emotiva, così come viene esplicitato nella seguente tabella. Coerentemente con questa visione olistica del rapporto insegnamento/apprendimento, i docenti di Rinascita hanno negli ultimi anni approfondito lo studio delle rispettive materie d’insegnamento, circoscrivendo e valorizzando le specifiche valenze formative. Questa riflessione è alla base dell’impianto progettuale riguardante la futura integrazione dei saperi ( vedi FIGURA 1 ). Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 2.2 IPOTESI DI LAVORO 2.2.1 L’integrazione dei saperi come approccio strategico per lo sviluppo delle educazioni “L’analisi delle strutture proprie delle singole discipline, delle loro categorie, di sistemi di relazioni, operazioni e procedure che non compaiono identici in nessuna altra disciplina, sarebbe preliminare a qualunque definizione razionale dei programmi didattici di ogni ordine di scuole. Senza questo esame, la pretesa di comparare il valore formativo delle diverse materie d’insegnamento è del tutto gratuita e capziosa.” G. Cavallini Nella prospettiva di una estensione del campo d’indagine sulla didattica, è stata messa a punto la cornice di riferimento contenente i concetti/valori dell’Educazione alla Cittadinanza, intesa come aggregato delle finalità educative da raggiungere in vista della spendibilità sociale degli allievi (vedi figura 2 ). Ogni materia d’insegnamento ha individuato nella specificità dei rispettivi paradigmi epistemologici di riferimento (concetti, metodo, linguaggi, contenuti) le risorse formative cui ogni docente attinge allo scopo di stimolare e favorire i processi di apprendimento. Sono stati delineati i comuni spazi di frequentazione già configurati e praticati nell’ambito dei progetti interdisciplinari. Dalla comparazione sono emerse le affinità/contiguità dei campi di indagine che intersecano trasversalmente le materie ( vedi figure 3, 4,5 ). 2.2.2 Le nuove competenze professionali da sperimentare e sviluppare “Nell’esperienza e nella lingua quotidiane i ragazzi impiegano correttamente e alla perfezione le relazioni logiche, ma difficilmente ne prendono coscienza, e comunque non lo fanno con sistematicità. L’importanza fondamentale dell’istruzione formale risiede non tanto nei contenuti che trasmette, quanto nei modi in cui insegna a riflettere sistematicamente su di essi. L’istruzione formale costituisce un’introduzione intenzionale orientata, consapevole e consapevolizzante della cultura”. G. Cavallini In futuro l’ipotesi di una scuola Centro di Ricerca verrebbe fondata, in ambito didattico, sulla trasformazione dei comuni spazi di frequentazione in Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 una mobile intersezione di aree sistematicamente antropologica, area tecnico-scientifica, area espressiva. esplorate: area La configurazione delle intersezioni potrebbe scaturire a seconda dell’articolazione dei nuclei tematici. Il concetto di struttura consente, per esempio, l’aggregazione di italiano, scienze e storia, ma non esclude la combinazione di educazione fisica, educazione tecnica ed educazione musicale. Così come il concetto di rappresentazione interessa sia educazione artistica, educazione tecnica e geografia, che matematica, scienze e storia ( vedi figura 6). L’esplorazione per aree interdisciplinari dovrebbe procedere parallelamente alla riorganizzazione dei curricoli disciplinari ( vedi figura 7 ) finalizzata a: a) la selezione dei contenuti ritenuti irrinunciabili, ovvero l’essenzialità degli argomenti; b) la diversificazione delle modalità di conduzione delle lezioni, con una trasmissione delle conoscenze articolate su una progressiva operatività; c) la trattazione dei contenuti aggregati sia per temi, o tematizzazione, sia per problemi, o problematizzazione. 2.3 RINASCITA COME LABORATORIO DI INTEGRAZIONE DEI SAPERI “Nella misura in cui lingua e pensiero s’intrecciano sostenendosi e producendosi a vicenda, le strutture linguistiche funzionano da strutture cognitive e le strutture cognitive si traducono in strutture linguistiche. Ma l’insegnamento circoscritto alla comunicazione verbale produce un vuoto cognitivo. Non operando la congiunzione tra conoscenza interiore ed esperienza esterna, tra rappresentazioni e azioni, tra momento contemplativo e operativo, e in particolare tra significati e sensi, esso veicola e sollecita la formazione nei sistemi cognitivi di astrattezze, in quanto mancano dei contenuti concreti dei quali potrebbero e dovrebbero costituire delle riflessioni selettive”. G. Cavallini L’offerta di Rinascita al Ministero e alle facoltà universitarie, che si occupano di educazione scolastica e formazione dell’adulto, si fonda su un patrimonio di risorse professionali operanti in una struttura istituzionalmente deputata ad agire come laboratorio, in cui la ricerca sia elaborata e costantemente verificata sul campo, integrando reciprocamente: Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 a) la dimensione pedagogica (il rapporto insegnanti alunni; le relazioni socio-affettive; la rilevanza etica della formazione del cittadino); b) la dimensione didattica (la valenza educativa dell’acquisizione delle conoscenze; l’importanza, nell’evoluzione della personalità, della strutturazione sia di procedure logiche chiare e lineari, sia delle chiavi interpretative che contribuiscono alla formazione di giudizi autonomi ed equilibrati); c) la dimensione docimologica (la valutazione dell’efficacia degli strumenti, delle metodologie e delle dinamiche messi in atto per promuovere un convincente e motivato contesto di insegnamento/apprendimento). 2.4 INTRODUZIONE DELL’INSEGNAMENTO DI NUOVE DISCIPLINE A Rinascita il precedente Progetto di sperimentazione prevedeva la divisione delle cattedre di Materie Scientifiche in due distinte materie: Matematica e Scienze e della cattedra di Lettere negli insegnamenti di Italiano e Storia e Geografia con l’utilizzo di docenti diversi. Questa scelta strutturale ha spinto i docenti a riflettere con più attenzione sugli statuti epistemologici di ciascuna di queste discipline e a dedicarsi con maggior concentrazione e attenzione alla messa a punto e allo sviluppo dei singoli curricoli nonché al miglioramento della qualità dell’insegnamento dal punto di vista della ricerca creativa di più efficaci proposte didattiche. Ma non solo. L’individuazione e la separazione delle “identità” disciplinari contenute in cattedre pluridisciplinari come quelle citate ha portato i docenti a cercare con maggior attenzione e determinazione possibilità di incontro e di sviluppo di percorsi e progetti all’interno dei quali era possibile far dialogare con maggior chiarezza ed efficacia le diverse discipline coinvolte. Contrariamente a quanto si poteva immaginare questa divisione delle cattedre ha portato a una maggior unità nella costruzione di percorsi di apprendimento. Sulla base di questa esperienza si vuole ora sperimentare modalità di aggregazione di saperi e competenze propri di materie diverse, in modo di valutare la possibilità di definire alla fine della ricerca la fattibilità o meno, in termini di efficacia ed efficienza dei processi di insegnamento/apprendimento attivati, dell’introduzione di sue nuove materie : Comunicazione e Scienza del territorio. L’ipotesi è di costruire le due possibili materie su base pluridisciplinare, in quanto aree trasversali a molteplici materie curricolari. Scienza del territorio riguarderebbe le reciproche interconnessioni tra società e natura, tra elementi naturali e trasformazioni operate dall’uomo, tra fattori Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 ambientali e antropici, con uno specifico riferimento agli interventi di pianificazione del territorio, progettata sia per creare insediamenti, sia per favorire la crescita economica. In questa prospettiva, un filone tematico privilegiato sarebbe dedicato allo sviluppo sostenibile ed ecocompatibile. La Comunicazione interesserebbe le modalità di produzione e trasmissione dei messaggi, da quelli scritti a quelli iconici, da quelli parlati a quelli analogici. Una particolare attenzione verrebbe data all’uso dei nuovi mezzi di comunicazione di massa, che vengono ormai quotidianamente adoperati dagli studenti come fonte di conoscenza e di modelli per formulare e assemblare le varie componenti delle proprie intenzioni comunicative. In questa fase sperimentale, l’articolazione didattica di queste due aree di integrazione dei saperi in vista di una definizione autonoma delle ipotetiche materie, sarebbe strutturata sulla base di un intreccio interdisciplinare delle attuali materie di insegnamento, che concorerebbero alla elaborazione e realizzazione del percorso formativo nelle ore di compresenza. In questo modo si verrebbe ad attuare una convergenza di nuclei tematici affini e contigui, che, nel corso della sperimentazione di un triennio, andrebbero a configurare il vero e proprio curricolo (contenuti, concetti, metodologia, linguaggi) delle nuove materie. Concepite quindi come risultanti di un ramificato itinerario di ricerca sul campo, verrebbero a profilarsi come campi di indagine che, soggetti ad emendamenti e ricalibrazioni in corso d’opera, saranno varate solo in seguito alla convalida da parte del Collegio e alla validazione scientifica da parte del Ministero e dell’Università. 2.5 I BISOGNI STRUTTURALI DI QUESTO AMBITO DELLA SPERIMENTAZIONE Le risorse professionali maturate a Rinascita nel corso di alcuni decenni di innovazione offrono la composizione di una comunità che, interagendo con i genitori e le risorse del territorio, presenta una collaudata attitudine a prospettare e gestire elasticamente le innovazioni. Ne è un esempio la versatilità degli insegnanti di tecnica che andrebbero a identificarsi con alcune delle figure di sistema ( vedi figura 8 ). Questo aspetto costituisce un fertile terreno per l’inserimento dei tirocinanti che avrebbero la possibilità di operare in un ambiente dinamico e continuamente proiettato verso il futuro. La realizzazione di un sistema così complesso, inevitabilmente sottoposto a sollecitazioni e frequenti cambiamenti, richiede il riconoscimento giuridico ed Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 economico di figure indispensabili all’interazione delle istituzioni scolastiche interessate. In primo luogo necessita la collaborazione di un docente universitario esperto di aree interdisciplinari e di mediazione didattica. In secondo luogo vanno incaricati degli insegnanti che fungano, di volta in volta, da raccordo, canali, e snodi tra i differenti piani sia dei ruoli sia delle competenze degli organismi che verrebbero coinvolti nella ricerca. Per l’integrazione dei saperi e il lavoro di costruzione dei profili delle nuove materie, si ritiene opportuna la concessione di un monte orario, quantificabile precisamente in 36 ore (18 + 18), da assegnare a un esperto dei linguaggi multimediali ed uno esperto di ricerca scientifica il raccordo sia tra i differenti, anche se complementari, rami della sperimentazione, sia tra i gruppi di lavoro della scuola e i canali istituzionali deputati a raccogliere e sistematizzare i dati della ricerca. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PERCORSO FORMATIVO figura 1 INTEGRATO DELL’ALUNNO ORIENTAMENTO CULTURALE pluriculturale democratico APPRENDIMENTO multietnico caratterizzato da partecipazione creatività identità dialogica INDIRIZZI capacità propositiva PEDAGOGICO-DIDATTICI comunicazione mobilità cognitiva Educazione alla cittadinanza come cornice di riferimento valoriale Problem solving Cooperative learning Didattica per progetti Working in progress Didattica per concetti Permeabilità interdisciplinare Trasversalità della pratica laboratoriale Essenzialità dei nuclei tematici INDICAZIONI PROGRAMMATICHE Operatività nella conduzione delle lezioni SCELTE OPERATIVE IPOTIZZATE La conduzione delle lezioni secondo un’impostazione che non preveda l’utilizzo del docente e del manuale come le uniche fonti del sapere, ma metta in atto una serie di procedure che, attraverso la manipolazione di strumenti, getti le basi per la formazione di un personale metodo d’investigazione e interpretazione della realtà Introduzione di due nuove discipline: una centrata sulla Comunicazione, finalizzata all’esplorazione e all’acquisizione dei linguaggi: telematico, ipertestuale, cinematografico, fotografico, radiofonico, pubblicitario con un’impostazione laboratoriale; una centrata sulle Scienze Ambientali finalizzata all’acquisizione di strumenti di lettura del territorio in relazione all’interazioneIstituto tra aspetti tecnologici e -antropici Rinascita – Milano Dicembre 2004 Individuazione dei filoni tematici su cui impiantare le aree di intersezione interdisciplinari Pagina 12 di 139 ARTE TECNOLOGIA MUSICA TECNOLOGIA Fig.2 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Fig.3 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 SCIENZE MOTORIE ARTE MUSICA Fig 4 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 TECNOLOGIA ARTE SCIENZE MOTORIE MUSICA Fig 5 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 TECNOLOGIA ARTE MUSICA SCIENZE MOTORIE all.7 intersezioni sul nucleo tematico Fig 6 Possibili Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 RIORGANIZZAZIONE DEI CURRICOLI DISCIPLINARI in base a ESSENZIALITA’ da tradurre in FINALITA’ FORMATIVE da tradurre in PERCORSI da articolare in ITINERARI EDUCATIVI caratterizzati da Un graduale trasferimento nei percorsi curricolari delle procedure didattiche adottate nei progetti interdisciplinari: Lezioni dialogate Eplicitazione degli obiettivi e dei risultati attesi Individuazione dei tempi Enucleazione dei contenuti Negoziazione intesa come mediazione tra le esigenze curricolari e i tempi e i ritmi di concentrazione e di apprendimento degli allievi OPERATIVITA’ da tradurre in • • • Saperi di base irrinunciabili (concetti e contenuti) Modalità di conduzione delle lezioni (tempi, luoghi e mediatori didattici impiegati) Abilità da acquisire (prestazioni) e competenze da trasferire (capacità applicate) IMPIANTO METODOLOGICO DI TIPO LABORATORIALE fondato su • • • • • Manipolazione di strumenti di lavoro Applicazione di chiavi interpretative Ipotesi verificate alla luce dei risultati ottenuti Esercitazioni basate sulla reiterazione di mappe, griglie, schemi che stimolano la riflessione e il ragionamento Somministrazione di materiale che facilita l’osservazione, l’esplorazione e la sintesi personale SCELTE OPERATIVE 1. Diversificazione dei canali comunicativi (privilegiare il linguaggio parlato e scritto, ma con un’ampia apertura sui linguaggi icononici, telematici, ecc.) 2. Diversificazione delle fonti di apprendimento, ovvero integrazione del sapere, fornito dall’insegnante e dal manuale, con documenti sonori, visivi, ecc. 3. Individuazione di filoni tematici che, evitando la frammentazione nozionistica dei contenuti, organizzi le conoscenze in percorsi ragionati, suddivisi in unità organicamente compiute, didatticamente funzionali, pedagogicamente motivate. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Fig. 7 Riorganizzazione dei curricoli disciplinari finalizzata alla spendibilità sociale Pagina 12 di 139 Profilo dei docenti di Educazione tecnica attualmente in servizio facilita la Lavorano sullo sviluppo di saperi multipli Provengono da percorsi formativi diversi Rappresentano una ricchezza rispetto alla varietà delle competenze professionali possedute TECNOLOGIA E INFORMATICA Trasformazione della loro figura professionale diventa così una risorsa per la Sviluppo delle applicazioni delle nuove tecnologie nella loro applicabilità alla didattica. Aggiornamento rispetto ai cambiamenti: E-LEARNIG ROBOTICA – CINEMA ecc. può acquisire il nuovo ruolo di Figura di sistema SCUOLA Sviluppo del CURRICOLO con gli studenti per moduli sulla scuola SVILUPPO in ESPERTO di saperi multipli OPZIONALI Valorizzazione delle competenze degli alunni come risorsa per la classe rispetto FORMAZIONE Aggiornamento ai colleghi Agente di cambiamento delle metodologie laboratoriali MASTER di arricchimento LABORATORI OPERATIVIZZAZIONE delle discipline dal concreto all’astratto EDUCAZIONI (Alimentare, Ambientale, Sentimentale, Cittadinanza…) DECENTRAMENTO Crescita professionale e delle competenze culturale del corpo docente disciplinari acquisite Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 ed educazione permanente Pagina 12 di 139 delle famiglie EDUCAZIONE ALLA SCELTA valorizzazione delle competenze e delle attitudini degli studenti e orientamento Fig. n. 8 Sviluppo del profilo professionale del docente di educazione tecnica CAPITOLO 3 IL PIANO DELL’INTEGRAZIONE DEI PERCORSI DI AUTO/VALUTAZIONE DI ISTITUTO E DI AUTO/VALUTAZIONE DELL’ALUNNO TRA TUTOR E PORTFOLIO LE LINEE DI SVILUPPO IN SINTESI Il percorso integrato di auto/valutazione di istituto L’azione riflessiva è orientata a costruire un sistema valutativo integrato di istituto che comprenda la valutazione: • delle prestazioni professionali dei docenti e degli operatori, • delle attività di laboratorio di formazione professionale; • delle ricerche innovative in atto sul piano pedagogico e didattico; • della struttura pedagogico--organizzativa della scuola in termini di efficacia ed efficienza, • del percorso di auto/valutazione dell’alunno in relazione allo sviluppo del portfolio In questo modo i docenti in formazione, come è già nella prassi, potranno collocare l’apprendimento della didattica all’interno delle problematiche valutative, partecipando alle varie fasi dell’autovalutazione per comprendere come da essa si costruisca la ricerca e l’innovazione per il miglioramento della qualità del servizio. Il percorso integrato di auto/valutazione dell’alunno e il portfolio come approfondimento della ricerca valutativa integrata di cui sopra in relazione alla riforma. L’azione riflessiva è orientata ad esplorare e sviluppare le valenze formative del portfolio per individuare: • competenze professionali necessarie alla sua gestione • metodologie flessibili di utilizzo in una visione sistemica che riesca a mettere in relazione: o la personalizzazione del curricolo e la predisposizione del piano di studio; o la documentazione; o le attività del Tutor; o i contributi della psicologia scolastica e dei i servizi del territorio, soprattutto per i disabili ; o la valutazione degli apprendimenti (sociali, formali, non formali, informali) ; o l’attivazione dei processi metacognitivi e autovalutativi; o l’interazione cooperativa con i genitori e con l’extrascuola; o la valutazione degli esiti e le esigenze di orientamento. L’azione ha anche l’obiettivo di individuare strategie professionali di autovalutazione del servizio e di “accountability “rispetto alla qualità delle esperienze formative fornite agli studenti e rispetto alla sezione di portfolio realizzato nell’arco del percorso di cui la scuola è responsabile nell’ottica del recupero degli svantaggi e del sostegno alle famiglie. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 3.1 ANALISI DEL PROBLEMA E BISOGNI “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi paesaggi. Ma nell’avere nuovi occhi” Marcel Proust 3.1.1 La valutazione : elemento costitutivo del percorso formativo degli studenti e degli adulti in una scuola laboratorio La scuola, come sistema in cui elementi diversi interagiscono e devono avere una ricaduta formativa sui destinatari, è tenuta a valutare e a valutarsi rispetto agli esiti formativi del lavoro pedagogico, al contesto, ai vincoli, alle risorse, alla progettualità, alle scelte didattiche e organizzative. In sintesi, è chiamata a pronunciarsi sulla sua qualità. Dal momento che la qualità dipende dal complesso di relazioni tra vari soggetti e dal risultato delle loro negoziazioni, tutti coloro che sono coinvolti e interessati alla “buona offerta formativa” della scuola vanno impegnati nel rilevare la qualità dell’istituzione, a partire ovviamente dagli insegnanti e dai responsabili della gestione della scuola a tutti i livelli. Non solo, ma essendo la qualità suscettibile di modificazioni e miglioramenti, ogni forma di valutazione non può ridursi a una pratica burocratica ma deve incidere sulla capacità di innescare rinnovamento e riorganizzazione, rappresentare un percorso, il più possibile condiviso, di assunzione di responsabilità. L’autovalutazione, come assunzione di consapevolezza e responsabilità, è una pratica efficace per promuovere l’innovazione e il cambiamento. La mancanza di una diffusa cultura ed esperienza della verifica della qualità a livello di scuola pone ad ogni istituzione il complesso e inevitabile compito di tracciare percorsi di valutazione integrata di tutti gli aspetti che la caratterizzano, dichiarando il livello di ottimalità che si intende raggiungere in ogni ambito. Valutare, dunque, l’efficacia dei mezzi impiegati ( risorse umane e materiali, scambi d’informazione, confronti d’opinione) in relazione all’adempimento della mission educativa, nella consapevolezza che il clima di lavoro, la crescita professionale degli operatori, la ristrutturazione degli spazi o la riorganizzazione dei tempi debbano essere considerati per gli effetti positivi che comportano sull’organizzazione e sul miglioramento dell’esperienza educativa stessa. 3.1.2 Con quali modalità si può realizzare la valutazione che inneschi il cambiamento nel sistema scolastico Nell’ambito scolastico vengono agite due modalità di valutazione : la valutazione sommativa , che utilizza rilevazioni a base quantitativa, e la Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 valutazione formativa, che ricorre a rilevazioni a base qualitativa ma con modelli comunque di osservazione e di analisi quantitativa. La valutazione sommativa è la formulazione di un giudizio finale sulla capacità dimostrata da una certa realtà educativa nell’assolvere i compiti che le sono stati affidati e nel raggiungere gli obiettivi che essa si è riproposta. La valutazione sommativa, quindi, è una formulazione conclusiva, che giudica in un dato momento la qualità delle prestazioni erogate dal servizio. La valutazione qualitativa parte, invece, da ciò che concretamente si realizza all’interno della scuola; si muove dal “fare” in vista di un “fare migliore”, più efficace e consapevole. E’ questa la valutazione formativa (Scriven, 1967 ) “che ha luogo in itinere, nel corso del processo di qualificazione pedagogica del servizio, al fine di migliorare e innovare il servizio stesso dopo averne osservato le realizzazioni e le pratiche e dopo aver riflettuto e discusso sulle finalità che un gruppo di lavoro si è dato e sugli obiettivi che intendeva raggiungere.”( A.Bondioli ) La valutazione formativa non è, dunque, un compito da svolgersi privatamente e individualmente, ma consiste in un processo corale di: acquisizione di consapevolezza circa il proprio fare; dichiarazione d’intenti circa il significato di tale fare; esplicitazione delle idee di qualità che ispirano le pratiche educative ; definizione dei parametri di qualità che si ritengono realizzabili ; accertamento che tali parametri siano stati raggiunti; ridefinizione del proprio lavoro sulla base degli esiti del processo valutativo realizzato. In un ambiente educativo complesso come quello della scuola la valutazione formativa offre maggiori opportunità di cambiamento e innovazione, senza per questo escludere il ricorso alla valutazione sommativa per tutti quegli aspetti richiesti dalla didattica. 3.1.3 Con quali strumenti si realizza la valutazione formativa La valutazione formativa, fondata sul confronto e la discussione tra idee, aspirazioni e realtà di fatto, è soprattutto un percorso di autovalutazione. L’autovalutazione interna è compiuta da chi opera in prima persona nella scuola, come una sorta di rispecchiamento orientato a rendere più mirata e intenzionale l’azione educativa. Gli insegnanti nella valutazione formativa sono chiamati ad esprimersi sull’idea di educazione a cui ispirano la loro pratica educativa; sulla qualità delle situazioni formative in cui operano; sulle proprie ed altrui responsabilità nell’assicurarla; sulle condizioni necessarie per garantirla. Nel momento in cui si dichiarano in modo esplicito le finalità e gli aspetti significativi che devono contraddistinguere e qualificare l’istituzione scolastica, i soggetti valutanti sono sollecitati a confrontarsi rispetto al modello proposto, sono invitati a raccogliere osservazioni mirate e sistematiche delle attività che si svolgono, a valutarne la distanza dai livelli ottimali. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 La riflessione sull’esperienza didattica e organizzativa consente di ricavare i macro-indicatori della qualità, di costruire strumenti che forniscano indicazioni e direzioni di sviluppo sia del lavoro quotidiano sia della ricerca. Occorreranno, dunque, indicazioni di metodo, guide tecniche per la raccolta e l’elaborazione delle informazioni che aiutino a verificare la funzionalità di fattori quali: l’esperienza educativa offerta ai ragazzi, il sapere e le professionalità degli insegnanti, i rapporti tra i vari responsabili a livello istituzionale, le risorse materiali e tutto ciò che garantisce il buon funzionamento. In diverse realtà scolastiche alcuni strumenti sono già patrimonio dell’esperienza valutativa a vari livelli della qualità, ma devono essere rivisti e riconvenzionati tra gli operatori. Altri vanno individuati e messi a punto con l’intervento di esperti della valutazione. 3.1.4 Affermazioni di riferimento La valutazione, come è nella nostra esperienza, raggiunge lo scopo di produrre un miglioramento della qualità del servizio nel momento in cui riesce a produrre cambiamenti e innovazioni nelle modalità di lavoro collegiali, cambiamenti e innovazioni però condivise dai singoli in quanto negoziate in un processo di revisione a cui tutti danno il loro contributo in un clima generale di collaborazione. La valutazione delle prestazioni individuali in questa luce può correlarsi all’autovalutazione dei gruppi di lavoro e trovare in questo contesto strumenti e procedure di rilevazione che siano in grado di suscitare condivisione, collaborazione, innovazione e cambiamenti. Per autovalutazione intendiamo la capacità degli insegnanti di porsi verso i problemi della realtà del lavoro con un atteggiamento di studio e di ricerca,aperto,flessibile e sociale. Il concetto di autovalutazione è strettamente connesso con quello di valutazione: la correlazione positiva e operativa fra i due concetti è garanzia di correttezza nell’analisi e nella soluzione dei problemi. 3.1.5 Gli obiettivi Per noi l’Autovalutazione dovrebbe essere assunta da tutti gli insegnanti come pratica abituale, ossia gli insegnanti si qualificano come soggetti principali delle scelte organizzative,strutturali e formative della Scuola. L’autovalutazione si pone come obiettivo finale il miglioramento della qualità della vita di quanti operano nella scuola : studenti,insegnanti,genitori in un quadro di reciproche positive relazioni. 3.2 IPOTESI DI LAVORO 3.2.1 L’attività di valutazione L’attività di valutazione in quanto momento di riflessione comune va prevista oltre che nella pratica quotidiana anche in specifici momenti all’interno delle attività di programmazione, in appositi gruppi e seminari. La valutazione sarà Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 ricorrente nel caso delle competenze degli alunni, annuale/biennale per gli esiti formativi , al termine del lavoro svolto per le commissioni, alla fine della ricerca per i gruppi interessati. Risulta evidente che gli elementi che concorrono a realizzare l’offerta formativa non possono essere esaminati e valutati tutti contemporaneamente. Perciò occorre scegliere e costruire percorsi di valutazione in base a precise esigenze e urgenze. Ma è evidente che in un sistema come quello scolastico, anche quando si affronta un solo elemento, tutti gli altri in misura diversa ne vengono coinvolti. I gruppi che affronteranno di volta in volta la valutazione di uno o più aspetti della Scuola Laboratorio lavoreranno nell’ottica di una comunità capace di riflettere/riflettersi per apprendere e migliorarsi, per trovare soluzioni comuni, anche a problemi individuali. A seconda dell’ambito dell’indagine valutativa i soggetti coinvolti saranno gli insegnanti di area o di materia, il consiglio di classe, il tutor e le famiglie, le commissioni di lavoro, gli organismi di gestione, il Comitato Tecnico Scientifico. Tra i vari percorsi di valutazione per il controllo della qualita’ del servizio e il monitoraggio della sperimentazione ne abbiamo individuato alcuni come prioritari. Il piano di realizzazione di ciascuno di essi dovrà indicare perche’, per quale scopo, che cosa , con chi, con quali modalita’, con quali strumenti verrà realizzata la valutazione/autovalutazione degli aspetti presi in esame. 3.2.2 Percorsi di valutazione Valutazione/autovalutazione del percorso formativo dell’alunno. Partendo dalle esperienze del tutor, del portfolio, del sistema di valutazione/autovalutazione in atto nella scuola, si intende individuare un percorso organico, coerente, efficace, condiviso ed esplicito, a sostegno della formazione degli alunni e della loro motivazione allo studio. In particolare, per quanto riguarda la valutazione del percorso formativo, vanno messi a punto strumenti e procedure per raccogliere dati in entrata, in itinere e in uscita dal triennio relativamente a competenze disciplinari, metodo di lavoro, metodo di studio, aspetti relazionali. Per riuscire a monitorare gli esiti formativi è importante definire, innanzitutto, i profili in uscita per confrontare i risultati conseguiti alla fine della scuola media con quelli ottenuti nei primi due anni negli istituti superiori. Tale indagine ha lo scopo di rivedere ed adeguare i curricoli scolastici per sviluppare al meglio le competenze previste. Inoltre un gruppo misto si occuperà di costruire il Portfolio per avere la biografia e il profilo dinamico dell'alunno; per far emergere le potenzialità dell'alunno attraverso la definizione dei livelli raggiunti nelle competenze cognitive, metacognitive, relazionali; per raccogliere esperienze scolastiche ed extrascolastiche e la loro certificazione. Le modalità di autovalutazione e di compilazione del portfolio, previsto dalla legge di riforma, dovranno definire, coerentemente con l’impianto del Progetto, l’intervento del tutor; stabilire i criteri/ambiti per la valutazione delle esperienze non formali ed extrascolastiche, nonché la relazione con le Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 procedure e gli esiti della valutazione esterna ( Invalsi, Certificazione livello di competenza L2 – L3…). Valutazioni delle prestazioni professionali e del sistema scolastico In relazione al modello di formazione in entrata e in servizio, ai profili professionali integrati, alle caratteristiche delle figure di docente-ricercatore, docente-tutor nel tirocinio, docente-formatore previsti dal Progetto si definisce un percorso di valutazione/autovalutazione che riguarda: le prestazioni professionali dei docenti (percorso professionale : analisi del profilo professionale richiesto, stipula del contratto ; conferma/revoca dell’incarico: criteri di valutazione ; formazione in servizio: indicatori e criteri di valutazione; turn over: individuazione delle risorse professionali necessarie); la consulenza didattica e organizzativa nella rete fra tutte le istituzioni ( Enti Territoriali, Università, strutture sanitarie, associazioni professionali e culturali, sindacati, volontariato…) interessate allo sviluppo della professione docente. Inoltre, vanno previsti incontri di confronto e valutazione all’interno dei corsi di appartenenza, dei gruppi di materia o area, perché attraverso la socializzazione dell’esperienza educativa sia possibile operare scelte e promuovere comportamenti coerenti per rendere più efficace l’insegnamento, la programmazione, l’organizzazione del lavoro; per ottimizzare l’uso delle procedure, l’impiego delle risorse e degli strumenti a disposizione. Valutazione delle aree di ricerca. Una volta individuati i campi di indagine e sperimentazione, in rapporto con l’università e gli enti di ricerca, sarà opportuno definire con le altre scuole dell’Articolo Undici un protocollo comune contenente le modalità di valutazione, comunicazione, applicazione/estensione dei risultati della ricerca stessa. Valutazione della struttura pedagogico-organizzativa della scuola . Per capire se e come si sviluppa una gestione democratica e cooperativa in una comunità è utile verificare qual è il livello di partecipazione e la collaborazione delle varie componenti della scuola rispetto soprattutto l’organizzazione degli eventi, la creazione di un ambiente accogliente, l’uso efficace e razionale degli strumenti a disposizione, l’efficienza della comunicazione sia all’interno che nei rapporti in rete (enti locali, altre scuole, enti di ricerca ..). I risultati della valutazione devono servire a definire: • compiti, criteri di formazione, modalità di conduzione di ciascun organismo, previsto dal POF e/o rispondente ai bisogni ; • un’organizzazione flessibile, funzionale e vivibile del lavoro per tutte le componenti; Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • • • modalità di valutazione della gestione della scuola in rapporto con l’utenza (certificazione di qualita’, strumenti di comunicazione, applicazione di nuove tecnologie, trasparenza e condivisione delle procedure) , con il territorio e con il Miur (protocolli di intesa, iniziative); una struttura oraria coerente con l’impianto complessivo del Progetto; un sistema organico e funzionale per la raccolta, archiviazione e pubblicizzazione di documenti, materiali, esperienze, iniziative ecc. , in rete e non, provenienti dalla scuola e da altre realtà scolastiche. 3.3 I BISOGNI STRUTTURALI DI QUESTO AMBITO DELLA SPERIMENTAZIONE La presenza di diversi docenti ciascuno titolare di una disciplina; il fatto che diversi docenti hanno un rapporto con molti alunni senza avere la possibilità di costruire una relazione educativa ostacola la possibilità di costruire percorsi realmente integrati sia sul piano dei saperi che sul piano dell’interazione tra cognitivo e affettivo e ostacola la possibilità di seguire in modo realmente personalizzato gli studenti. Limitare a tre classi per docente l’impegno del docente permette una maggior attenzione allo studente, al suo percorso e alla sua documentazione. La partecipazione di tutti i docenti su un piano di parità alla progettazione, monitoraggio e valutazione del percorso permette una gestione del tutoring condivisa e un rapporto con le famiglie organico e continuativo 3.4 ESPERIENZE MATURATE 3.4.1 Il Comitato Tecnico scientifico Il gruppo C.T.S.- Progetto VIVES ha lavorato da 1999 al 2004 intorno alle problematiche valutative relative : • all’efficacia ed efficienza della Commissione formazione classi impegnata in un ambito di lavoro organizzativo gestionale a termine; • all’efficacia ed efficienza dei Gruppi di materia in un ambito di lavoro di progettazione didattico-formativa continua; • all’efficacia ed efficienza del Gruppo del Progetto interscuola che gestisce le attività formative di questa attività che coinvolge la quasi totalità della comunità scolastica dagli insegnanti, agli operatori del servizio, agli studenti; • all’ambito affettivo-relazionale , struttura portante del P.O.F e del modello educativo di Rinascita rispetto allo “star bene a scuola “ riferito agli studenti, agli insegnanti e al personale non docente; • alla corrispondenza tra aspettative dei genitori e qualità del servizio effettivamente prestato. 3.4.2 Interventi di valutazione formativa In queste tabelle è rappresentato il quadro complessivo degli interventi di valutazione formativa promossi e realizzati nella Scuola Rinascita dal 1999 al 2003 ad opera del CTS. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 AMBITO STRUMENTO SOGGETTI CONTENUTO - SCOPI Commissione o Questionari Gli Il questionario vuole essere uno strumento: Formazione insegnanti o interviste o di supporto al gruppo per monitorare il classi della proprio progetto commissione o di riferimento progettuale che aiuta la Anno 1999 riflessione e l’analisi o che rafforza il dialogo e la negoziazione tra i componenti del gruppo o di promozione del cambiamento e dell’innovazione Materie curricolari Questionari interviste Gli insegnanti di tutte le materie Il questionario vuole essere uno strumento o di supporto al gruppo per monitorare il proprio progetto o di riferimento progettuale che aiuta la riflessione e l’analisi o che rafforza il dialogo e la negoziazione tra i componenti del gruppo o di promozione del cambiamento e dell’innovazione Questionario Il gruppo di progetto del servizio Interscuola Questionario Gli insegnanti che implementano il progetto Interscuola Questionario Gli studenti della scuola Il questionario si propone o di essere uno strumento di supporto al gruppo per monitorare il proprio progetto o di essere uno strumento di riferimento progettuale che aiuta il lavoro e la riflessione o di essere uno strumento che rafforza il dialogo e la negoziazione tra i componenti del gruppo Il gruppo valuta: il mandato, il progetto, se stesso, la realizzazione del progetto, l’impatto del progetto. Ciascun docente valuta: le informazioni avute sul funzionamento dell’interscuola, l’organizzazione,il ruoli e i compiti, le risorse, i punti deboli, i punti forti e fa proposte. Ciascun studente valuta : o le informazioni avute sul funzionamento; dell’interscuola l’organizzazione ; o le proposte gli insegnanti; o se stessi; o i punti forti,i punti deboli; o fa proposte; Anno 2000 Interscuola Anno 2000 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Scuola Questionario Tutti gli studenti Obiettivi del questionario “Star bene a scuola” o conoscere il reale impatto sulla vita scolastica degli studenti, dei comportamenti, interventi, strategie, progetti, pensati e programmati per loro dagli insegnanti o avere opinioni e informazioni dagli studenti per la revisione dei comportamenti, degli interventi, delle strategie, dei progetti finalizzati allo star bene Tutor Anno 2001 Questionario Tutti i genitori Obiettivi: o corrispondenza aspettative/agito o verifica e facilitazione nella comunicazione o informazione sul progetto o valutazione del momento del colloquio o influenza del tutor sui rapporti con i figli o influenza del tutor sul rapporto con il cdc Scuola Comunita’ Questionario Gli insegnanti operatori della Comunità Competenze sociali Riguarda le capacità relazionali e didattiche degli insegnanti nei confronti degli studenti.E’ un profilo delle competenze richieste agli insegnanti che operano nel Progetto Comunità. Anno 2001 autovalutazione anno 2002 Microrete Lombardia Progetto Vives Anno 2002 Questionario di Gli Consiglio degli studenti anno 2002 Questionario di I delegati del Monitoraggio del Consiglio degli studenti : autovalutazione Consiglio o Io valuto il gruppo degli o Io valuto me stesso autovalutazione insegnanti del Progetto Microrete Lombardia di rete Studenti Assemblee di Questionario di Tutti gli classe studenti autovalutazione anno 2002 Scuola Anno 2002 o Il gruppo valuta se stesso o Il gruppo valuta il lavoro o Il gruppo valuta il Progetto Vives . Questionario Gli studenti delle classi terze Monitoraggio dell’assemblea di classe : o Io valuto l’assemblea di classe Valutazione degli aspetti cognitivi delle capacità personali e sociali . Competenze fondamentali richieste ai ragazzi per rapportarsi con fiducia e in modo competente con se stessi,con i coetanei e con la comunità. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Scuola anno 2003 Questionario Tutti gli insegnanti Scuola Questionario sui servizi scolastici Genitori delle “La sua opinione per migliorare la scuola” classi terze Il questionario è rivolto ai genitori delle classi Questionario Tutti i genitori insegnati Anno 2003 Tutor Anno 2003 “Sestobenefacciobene” Indagine conoscitiva preliminare sui fattori che influenzano la vita e il lavoro degli insegnanti E’ inserito nel progetto : “Miglioriamo la qualità professionale e umana della vita degli insegnanti a scuola”. terze alla fine dell’anno scolastico per misurare: il grado di soddisfazione globale nelle aree : o dell’informazione o dell’ organizzazione o della partecipazione o educativo-didattica Obiettivi: o corrispondenza aspettative/agito o verifica e facilitazione nella comunicazione o informazione sul progetto o valutazione del momento del colloquio o influenza del tutor sui rapporti con i figli o influenza del tutor sul rapporto con il cdc 3.4.3 Riflessioni emerse dalle esperienze di autovalutazione In una scuola organizzata come sistema complesso l’output di un gruppo diventa input per un altro in una rete di influenze reciproche. Esiste un’interdipendenza tra la qualità delle prestazioni dei singoli e i vincoli interni ed esterni presenti nel gruppo di lavoro in cui gli individui operano. Le prestazioni individuali sono richieste in relazione al contesto operativo, sia che si tratti di un gruppo di programmazione che di una situazione di apprendimento/insegnamento con gli studenti. Le due diverse tipologie di prestazioni comunemente riconosciute alla professionalità docente (quelle riconducibili all’attività d’insegnamento e quelle di progettazione relative al lavoro su compito nel gruppo) sono strettamente correlate tra loro. Nelle scuole sperimentali e ora nelle scuole dell’autonomia dove tutta l’attività è fortemente ancorata al Progetto /POF anche le prestazioni individuali legate al’insegnamento sono da valutare alla luce dei vincoli posti dalle decisioni collettive, in quanto il docente nel lavoro con gli alunni è contemporaneamente : Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • • • • • mediatore e gestore delle dinamiche comunicative in situazione; interprete delle decisioni progettuali collettive concordate con i colleghi; testimone coerente della cultura della scuola ; attore delle aspettative dell’utenza. Sotto questa luce ci sembra importante portare all’attenzione il fatto che, accanto alla valutazione delle prestazioni individuali, sia necessario rilevare la qualità delle prestazioni dei gruppi di lavoro 3.4.4 Valenza formativa degli strumenti di verifica L’elaborazione dei questionari e delle griglie realizzati fino ad ora ha permesso al gruppo di progetto di fare una serie di riflessioni sulla valenza formativa che tali strumenti possono esprimere in modo da mettere meglio in evidenza la loro capacità intrinseca di produrre un miglioramento e un affinamento delle competenze professionali, oltre che di evidenziare la qualità delle prestazioni. • Lo strumento come guida al lavoro Le voci riportate nello strumento costituiscono anche una griglia esauriente delle operazioni necessarie per uno svolgimento puntuale ed efficace nel lavoro. • Lo strumento come stimolo di riflessione collettiva La ricerca delle risposte di autovalutazione e valutazione a temi proposti impegnano i componenti dei gruppi ad “uscire dal privato soggettivo” con l’esplicitazione trasparente del consenso e del dissenso, delle opinioni e delle proposte nel quadro di una naturale strategia di avvio alla conquista dell”io collettivo del gruppo”. • Lo strumento come induttore di nuovi bisogni La riflessione analitica non si esaurisce nel momento delle compilazione,ma contamina il campo didattico,formativo e affettivo degli insegnanti provocando dubbi,richiamando vissuti,inducendo nuovi bisogni,stimolando in definitiva quella “ instabilità cognitiva” indispensabile per la crescita professionale e il cambiamento selettivo. • Lo strumento come governo e controllo Il gruppo governa e controlla il prodotto del proprio lavoro,acquisendo la competenza professionale di darsi delle regole, delle procedure, degli obiettivi. Ma è particolarmente interessante il fatto che il gruppo è nelle condizioni di potere aggiornare, revisionare e modificare lo stesso strumento di autovalutazione e valutazione. • Lo strumento come occasione di unificazione Gli strumenti costruiti, pur nel rispetto della loro specificità, hanno in comune caratteristiche che li rendono mezzi di unificazione sui piani: terminologico,concettuale, pedagogico e valoriale. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 COME L’AUTOVALUTAZIONE DI AZIONI E ATTIVITA’ HA PRODOTTO CAMBIAMENTO NELLA NOSTRA ESPERIENZA Un percorso innovativo per il futuro • • • • • La ricerca su questi ambiti • • • • • • • • • • • • • • • • FORMAZIONE CLASSI Ha prodotto definizione organizzativa e pedagogica del mandato questionario per la scuola elementare maggior intesa e coordinamento con il c.d.c. miglioramento professionale maggiore visibilità del lavoro INTERSCUOLA Ha prodotto Maggiore attenzione organizzativa e pedagogica all’interscuola da parte del collegio Valorizzazione ulteriore degli aspetti affettivo-relazionali degli studenti Impegno di maggiore integrazione con le attività curricolari Aumento degli operatori per il servizio Più consapevolezza e sensibilità da parte degli operatori MATERIE Ha prodotto Definizione dei compiti del gruppo Esigenza del monitoraggio e di periodi di verifica/valutazione Un quaderno-documento per il lavoro del gruppo Più attenzione agli aspetti organizzativi e logistici della materia STAR BENE Ha prodotto Visibilità di tutti gli aspetti legati allo star bene Voglia di cambiamento Ampliamento della riflessione ad altri temi e al Modello e Progetto educativi Accelerazione dei lavori del gruppo di Progetto della scuola Centralità dello “star bene” nel seminario di giugno Centralità del ragazzo-studente-cittadino LA NASCITA DELLE ATTIVITA’ SOCIALI NELLA SCUOLA COMUNITA’ Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 CAPITOLO 4 IL PIANO DELLA SCUOLA COMUNITÀ COME PERCORSO PER UNA GESTIONE INTEGRATA, DEMOCRATICA E COOPERATIVA DELLA SCUOLA " La scuola è luogo in cui si discute, si trovano compromessi fra interessi divergenti, si costruiscono accordi tra punti di vista opposti, si opera per il bene comune e si mobilitano risorse necessarie per farlo. Per ottenere buone scuole, bisogna ricostruire o sviluppare questo capitale sociale, farlo fruttificare e quindi moltiplicarlo. In questo modo la scuola potrebbe ritrovare un fattore di coesione sociale, un luogo centrale della vita comunitaria nel quale si rispecchia l'identità sociale che ci accomuna. “ N. Bottani LE LINEE DI SVILUPPO IN SINTESI a) L’azione è orientata a creare contesti di apprendimento /insegnamento che assumano una dimensione progettuale in grado di permettere al ragazzo di apprendere e di vedere accolte contemporaneamente le sue istanze di studente ragazzo e cittadino. Alcuni di questi contesti prevedono il coinvolgimento delle famiglia sul piano educativo, culturale e operativo. b) Parallelamente s’intende introdurre in via sperimentale una nuova forma di educazione permanente degli adulti attraverso il coinvolgimento delle famiglie in percorsi di formazione condotti da docenti e studenti come compito di realtà, anche in una prospettiva che ha nella scuola uno dei centri culturali del territorio. La sperimentazione permetterà di individuare competenze professionali e strategie per ridefinire la relazione tra le diverse componenti della scuola (gli studenti, gli insegnanti, le famiglie e il personale non docente). L’azione si svilupperà attraverso l’approfondimento del progetto di una Scuola Comunità già avviato che prevede o la sperimentazione di nuove forme di gestione partecipata; o l’attivazione di attività di co-learning tra genitori, docenti, studenti e personale A . T. A. su compiti di realtà. Lo scopo è quello di realizzare percorsi originali e innovativi che possano costituire esempi concreti di cooperazione e comunicazione scuola-genitoristudenti da mettere a disposizione della comunità professionale per affrontare in modo efficace un’educazione integrale della persona. La ricerca è nello stesso tempo orientata a valutare quanto un contesto di crescita comune, di formazione reciproca, di interscambio tra ragazzi e adulti possa favorire: o l’apprendimento formale e informale degli studenti; o la motivazione e la responsabilizzazione allo studio. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 4.1 ANALISI DEL PROBLEMA E BISOGNI 4.1.1 Perché la scuola comunità Le complesse problematiche che partono dalla nostra società non possono lasciare insensibile la scuola, e non possono non influenzare la popolazione scolastica. La società si presenta sempre più come una società di multiappartenenze, multiculturale e multimediale e il cittadino deve necessariamente ampliare i suoi orizzonti culturali per poter avere chiavi di lettura ed essere in grado di partecipare come protagonista: un cittadino "del mondo" educato ad una cittadinanza globale a partire dalla situazione locale. Un alunno "protagonista" deve avere incluso nel suo percorso di apprendimento la formazione di "cittadino colto" ed essere fornito di un bagaglio di competenze che lo aiutino ad inserirsi nella vita sociale rendendolo partecipe in forma attiva. Parallelamente le istanze della sostenibilità e della cooperazione chiamano in causa le regole di convivenza, le modalità di confrontarsi, i diritti e i doveri, il modo di prendere le decisioni e di utilizzare le risorse di tutti. Come conseguenza, nella scuola, non si può più solo parlare di educazione alla cittadinanza considerandola come una serie di nozioni che si leggono sui libri. Lo studente ha bisogno di vivere esperienze di partecipazione attiva in contesti che possano renderlo consapevole del proprio "essere al mondo" e delle proprie capacità di decidere come modificarlo. Ai ragazzi, oltre ad un metodo di studio, si deve fornire anche un "metodo" per potersi avvalere al meglio della collettività come luogo di apprendimento. Ecco quindi il bisogno di creare contesti che assumano una dimensione progettuale permettendo al ragazzo di apprendere e di vedere accolte contemporaneamente le sue istanze di STUDENTE RAGAZZO e CITTADINO. Lo sforzo è stato quindi indirizzato verso la ricerca di questi contesti di apprendimento. Il lavoro svolto ha portato a credere che "nella scuola stessa" si creano i veri contesti di apprendimento se la scuola assume la connotazione di "SCUOLA COMUNITA'". 4.1.2 Alcuni riferimenti teorici che enunciano le valenze della Scuola Comunità a. C. Scurati (1995): " La scuola va intesa e attuata non tanto come tecnologia sociale quanto come comunità educativa. Dietro ed oltre la scuola come luogo delle regole occorre vedere la scuola come mondo dei principi e dei significati, comunità nazionale, profondità storica e struttura etica”. b. Thomas Sergiovanni (2001): "Le comunità sono organizzate attorno a relazioni e a interdipendenze sentite, che le nutrono. Esse creano strutture sociali che uniscono le persone e le vincolano a valori e idee condivisi. Sono definite dai loro centri di valore, dai loro sentimenti e dalle loro credenze che forniscono le condizioni necessarie per promuovere un senso di "NOI" a partire da un "IO". Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Nelle comunità i membri vivono la loro vita con altri, che hanno scopi simili. Nelle ordinarie organizzazioni le relazioni sono costruite dagli altri e diventano codificate in un sistema di gerarchie, ruoli e aspettative di ruoli. Sia le ordinarie organizzazioni sia le comunità devono confrontarsi con problemi di controllo, ma invece di fondarsi su misure di controllo esterno, le comunità si fondano più su norme, scopi, valori, socializzazione professionale, collegialità e interdipendenza naturale. In quanto "NOI" i membri sono parte di una rete di rapporti significativi. Questo "NOI"" generalmente condivide un luogo comune e, nel tempo, giunge a condividere sentimenti e tradizioni comuni che sono di sostegno". c. J. Coleman (1998 e 20002) indica nel concetto di "capitale sociale", a cui fa riferimento N.Bottani nella nostra citazione in premessa, il radicamento di valori condivisi derivante dalla fitta rete di relazioni che si sviluppano in una comunità di apprendimento, diventando fattore di coesione sociale nella vita della comunità. d. M. Comoglio (2001) presenta gli elementi caratterizzanti una comunità. • La comunità è una specie di collante che tiene insieme i membri, dà loro un senso di unità, appartenenza, reciprocità; • L'unità è frutto di un lungo processo di costruzione e negoziazione e di una reale partecipazione comune a esperienze. • I membri a stretto contatto tra di loro vivono valori, che permeano la loro vita e le loro scelte, producono significati condivisi e di impegno, stimolano una intensa circolazione di informazione, attenzione e cura degli uni verso gli altri. • Ogni membro della comunità è protagonista attento della vita, delle scelte e delle decisioni circa tutto ciò che riguarda le attività e le iniziative della comunità. • Ogni membro riceve e dà sostegno, esprime stima e attenzione ed è riconosciuto come risorsa importante, ha fiducia nell'altro, sperimenta e assume incarichi per migliorare l'esperienza educativa. e. G. Deiana (2003): "La scuola come laboratorio culturale, inteso non solo in senso contenutistico-disciplinare, ma anche etico sociale. la scuola come comunità, una "comunità di pratiche" (Wenger): pratiche qualificate, di natura epistemologico-cognitiva ed etica, ma anche socializzanti e professionalizzanti, che rispondono ai nuovi bisogni giovanili creati dalla società dell'incertezza, del rischio e delle disuguaglianze della globalizzazione.” f. R. Laporta (1963): "Concepire la scuola come una organizzazione comunitaria significa essere convinti della necessità di intendere l'educazione come formazione sociale dell'individuo" g. D. W. Johnson e R.T. Johnson (1994): "E' tempo di di conduzione della classe fondato sull'egoismo FONDATO SULLA COMUNITÀ, sul coinvolgimento cura degli altri. E ' tempo di andare verso sistemi Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 cambiare da un paradigma ed egocentrismo ad uno personale e sul prendersi di conduzione della classe che sono fondati su un ambiente positivo di apprendimento costruito su tre programmi interconnessi: a) comunità cooperativa; b) soluzione costruttiva del conflitto; c) valori di cittadinanza.” h. V. Baruzzi, A Baldoni (2001) “La famiglia, la vita di cortile o di strada (dove è ancora possibile), la comunita' scolastica, il quartiere il paese o la città sono da considerarsi ambiti significativi entro cui i bambini possano esperire relazioni di amicizia e di collaborazione, sviluppare senso di appartenenza e sentimento di fedeltà verso gli altri membri. Questi ambiti possono consentire di immaginare una progressione di esperienze formative in contesti di microcomunità, dove bambini e ragazzi siano posti in condizioni di osservare, vivere , assumere e crescere sentimenti di solidarietà e senso di responsabilità verso gli altri, identità comunitaria e adesione ai valori e ai comportamenti democratici, punto di avvio per la maturazione di sentimenti di affiliazione da coltivare verso mete e riferimenti più ampi: il paese in cui si abita, l'Europa, la Terra. “ 4.1.3 Dimensioni della scuola comunità La scuola ha come cuore dell'innovazione la centralità dello studente Tiene conto degli studenti Non significa chiedere agli studenti come deve essere organizzata la scuola né che si vuole cambiarla così come vogliono i ragazzi: vuol dire invece che non ha senso amministrare, organizzare la scuola a prescindere da quello che gli studenti pensano. Lo studente è protagonista del percorso formativo Lo studente da oggetto di insegnamento diventa soggetto di apprendimento e protagonista del percorso formativo partecipando in prima persona alla vita scolastica insieme alle altre componenti. "L'apprendimento procede con maggiore facilità in un ambiente che promuove relazioni interpersonali e interazioni, piacevolezza e ordine, e nel quale chi apprende si sente apprezzato, valorizzato, riconosciuto, rispettato".(L.Lambert e Mc Combs) Modifica i ruoli e le relazioni C'è un mutamento profondo dei ruoli e delle dinamiche relazionali all'interno dell'Istituzione scolastica, una presa di coscienza più profonda del mondo giovanile, un'attenzione più viva ai rapporti problematici in una realtà sempre più complessa. Progetta in funzione degli studenti Si tratta di riconoscere ai ragazzi un ruolo in modo che possano esprimere le loro opinioni e le loro proposte e possano partecipare attivamente alla progettazione della scuola. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Gli studenti hanno prospettive diversificate o schemi di riferimento forniti dalla loro storia, dal loro ambiente, dai loro interessi, dai loro obiettivi, dalle loro credenze e dai loro modi di pensare. Tutti questi aspetti devono essere oggetto di attenzione e rispetto se gli studenti sono impegnati e assumono responsabilità del loro apprendimento (L.Lambert e Mc Combs). Sviluppa un approccio costruttivista Il paradigma costruttivista consente di mettere in atto strategie di lavoro fortemente innovative, dove i ruoli dello studente e dell'insegnante sono completamente ridisegnati, dove il ruolo delle discipline è completamente ripensato, dove la classe diventa luogo di negoziazione, di condivisione, di cocostruzione di significati generali, personali e sociali. Punti qualificanti del costruttivismo sono l'attenzione al contesto di apprendimento, la centralità del soggetto che apprende, la costruzione sociale della conoscenza attraverso la negoziazione interpersonale e cooperativa dei significati, la diversità delle strategie dei processi e degli approcci conoscitivi. La scuola è luogo di comportamenti prosociali Potenzia la dimensione sociale dell'apprendimento Bisogna sviluppare una metodologia che consenta di potenziare la dimensione sociale dell'apprendimento e di veicolare con maggior efficacia quelle competenze legate al saper vivere nella società che sono indispensabili per raggiungere sia il successo formativo, sia evitare il problema sociale dell’isolamento individualistico. Promuove condotte prosociali Il tema del coinvolgimento degli allievi come co-protagonisti dell'apprendimento e dell'importanza delle relazioni orizzontali tra pari "quale luogo di interiorizzazione dei processi cognitivi impliciti nelle interazioni" produce una logica progettuale di costruzione sociale del contesto, del clima e dell'agire educativo volto a rendere visibili a promuovere le condotte prosociali degli allievi e a promuoverle in quanto risorse non utilizzate. La classe è intesa come gruppo Attenzione alle comunicazioni La classe può essere considerata sotto il profilo psicologico come il luogo di una dinamica più vasta e complessa: quella del gruppo. In base a questa ipotesi ne consegue che: • l'insegnante viene considerato come facente parte, anche lui, di questo insieme, all'interno del quale esercita dei ruoli e delle funzioni privilegiate; • il controllo non è più un fatto esteriore, ma si appunterà soprattutto verso una educazione all'autocontrollo. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Se la classe è considerata come gruppo si deve fare attenzione alle comunicazioni orientate in tutte le direzioni. La vita affettiva diventa un'area specifica di osservazione e attenzione da parte dell'insegnante. Luogo privilegiato per la maturazione Il gruppo se funziona realmente come tale e non come un semplice "collettivo", si configura come "uno dei luoghi privilegiati per realizzare la maturazione affettiva e sociale" e contemporaneamente, come una delle occasioni fondamentali "per realizzare un primo apprendimento della democrazia". Dice Lewin "il gruppo è qualche cosa di più o, per meglio dire, qualche cosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha struttura propria, fini peculiari, e relazioni particolari con altri gruppi. Quel che ne costituisce l'essenza non è la somiglianza o la dissomiglianza riscontrabile tra i suoi membri, bensì la loro interdipendenza. Esso può definirsi una totalità dinamica: ciò significa che un cambiamento di stato di una sua parte o frazione qualsiasi interessa lo stato di tutte le altre". Il singolo come espressione del gruppo Dunque il comportamento della classe non è il comportamento di un singolo allievo: anzi il comportamento di un singolo allievo è il modo in cui il gruppo esprime se stesso come gruppo. Attraverso i singoli comportamenti la classe come gruppo evidenzia bisogni suoi propri che non sono riconducibili ai bisogni dei singoli. Bisogna considerare i comportamenti dei singoli membri del gruppo come espressioni delle problematiche del gruppo e non solo come espressione di problematiche individuali, ovvero come modi che la mente del gruppo utilizza per raccontare qualche cosa se stessa. Mentalità di gruppo Si configura una vera e propria mentalità di gruppo, ossia un’attività mentale collettiva costituita da opinioni, volontà, desideri unanimi, anche inconsci. Questa mente di gruppo è qualche cosa alla quale le menti dei singoli membri del gruppo appartengono. Quindi l'organizzazione di una classe, intesa come gruppo, può essere vista come la risultante della mentalità di gruppo che può entrare in conflitto con desideri, bisogni, pensieri del singolo individuo, creando tensioni, fatica ecc. La conseguenza di questo punto di vista è che se il gruppo è una totalità, con una sua propria mente, il modo che ha di esprimersi è attraverso i comportamenti dei singoli membri. Il disturbo del singolo racconta il disturbo del gruppo. La scuola è luogo significativo di crescita Incoraggia gli studenti ad investire risorse L'impegno collegiale della Comunità scolastica per l'attivazione della funzione educativa relazionale del gruppo classe come risorsa è la condizione perché i ragazzi percepiscano la scuola come luogo significativo di crescita e di integrazione, in cui si sentano incoraggiati ad investire le loro risorse in un Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 processo di crescita che li valorizzi e li renda parte attiva e coscienza "critica" di cittadini a scuola e nella società. Promuove competenze e consapevolezza Mette in grado ogni persona di acquisire competenze cognitive , di gestione del proprio comportamento e del proprio apprendimento che le consenta di realizzare i suoi scopi e di contribuire alla sviluppo della società in cui vive. Educa alla scelta consapevole Significa estendere concretamente i processi democratici dalle istituzioni al singolo individuo, affinché sappia compiere scelte consapevoli e sappia progettare la sua vita anche come contributo al benessere sociale. Mette ciascuno in grado di agire nell'interesse personale e collettivo Assume particolare rilievo la teoria socio-cognitiva che valuta la personalità nella dimensione sistemica delle relazioni sociali e ne riconosce la capacità di organizzare in modo originale il proprio sviluppo, di agire nell'interesse personale e collettivo, di trasformare l'ambiente, di progettare e produrre il cambiamento. Sviluppa l'efficacia personale per l'efficacia collettiva In particolare, A. Bandura individua nella costruzione e nel rafforzamento del senso di efficacia personale e collettiva uno dei compiti principali dell'educazione, in quanto l'individuo che ne è dotato può interagire socialmente nella comunità in cui vive. L'efficacia personale è determinante per l'efficacia collettiva, in quanto gli individui interagiscono tra loro e contribuiscono a creare un clima positivo o negativo negli ambienti sociali in cui operano. La scuola agisce come comunità democratica Impegna gli studenti in concrete esperienze La scuola, che voglia educare alla democrazia deve essere ordinata e condotta come una comunità democratica: una scuola capace di formare delle personalità è soltanto quella che è capace di impegnare i suoi alunni in concrete e vissute esperienze di democrazia, pur nei limiti consentiti dalla loro età. Occorre che scuola ed insegnanti siano in grado di porsi come “misura”, di funzionare come comunità responsabile in grado di dare risposte collettive. I caratteri di una scuola democratica sono così sintetizzati da R. Laporta: • che sia aperta a tutti fino in fondo; • che riesca a mettere in grado ognuno di diventare un elemento funzionante della società e una personalità autonoma ed equilibrata; • che sia in grado di formare personalità critiche. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Si dà una struttura democratica Per costruire giorno dopo giorno la comunità educativa la scuola deve assumere la democrazia come prassi: l'istituzione scolastica è un laboratorio dove si vivono le forme della democrazia, in cui si praticano i diritti e i doveri, è il luogo della certezza e della significatività delle regole, ma al contempo la scuola con la sua organizzazione, può diventare la negazione dei processi di crescita di tutti e di ciascuno. La struttura organizzativa che si deve dare la scuola per essere democratica deve permettere agli studenti di: • avere la parola • avere il potere • sentirsi parte dell'istituzione Adotta una didattica della Comunità La Comunità ha una sua didattica essenziale, che va oltre le singole materie e attività in cui si esplica, nel senso che le impregna tutte dalla prima all'ultima. Si tratta di una didattica che può definirsi in generale "del vivere insieme". Una didattica della Comunità deve fondarsi su un continuo sforzo consistente nel favorire le relazioni fra i suoi membri e il mondo esterno. La scuola educa alla democrazia Lo studente partecipa alla vita della scuola Elemento fondamentale per una "educazione alla democrazia" viene considerata la possibilità per gli studenti di partecipare alla vita complessiva della propria scuola, alle decisioni che in essa vengono prese, alla determinazione di alcune scelte fondamentali che li riguardano. In breve, la possibilità di esercitare effettivamente forme di partecipazione autentica (R. Hart) Vivere la democrazia “La scuola di tutti i livelli dedica tempo alla educazione sociale e civica. Intende, cioè, insegnare le basi della democrazia, ma la democrazia non si può insegnare, occorre viverla. I bambini hanno bisogno di conoscere i loro diritti e doveri, in che modo la propria libertà è limitata dai diritti e dalla libertà altrui e come le proprie azioni possono influire sui diritti degli altri. Hanno bisogno di occasioni per partecipare ai processi decisionali nella scuola e nella comunità locale e di imparare ad attenersi alle decisioni prese. Solo facendo esperienza del rispetto con cui vengono accolte le proprie idee e scoprendo l'importanza del proprio rispetto per le opinioni altrui, i bambini riusciranno ad acquisire la capacità e la volontà di dare ascolto agli altri, iniziando così a capire il funzionamento e il valore della democrazia" (Gerison Lansdown – 2001) Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Costruire l'atmosfera L'atmosfera che gli studenti vivono a scuola è molto importante. Per questo è essenziale realizzare nella scuola una atmosfera democratica che abbia come stile il rispetto reciproco e la disponibilità verso le diversità. L'atmosfera che si vive a scuola chiama in causa: • l'organizzazione della scuola • le pratiche didattiche • i modelli di relazione messi in atto • le relazioni tra le varie componenti (alunni, insegnanti, genitori, personale non docente) Costruire il clima A determinare il clima di una scuola concorre un insieme di molteplici fattori riconducibili a quattro dimensioni (Anderson): • dimensione ecologica: si riferisce alle caratteristiche fisiche della scuola • dimensione ambientale: si riferisce alle caratteristiche individuali di chi si trova ad operare all'interno della scuola • dimensione sociale: determinata dall'insieme delle norme e delle regole che concorrono a regolamentare la vita interna della scuola • dimensione culturale: definisce l'insieme dei valori e dei significati condivisi all'interno della scuola, nella loro relazione con l'ambiente in cui essa è inserita. La scuola educa alla cittadinanza Privilegia l'educazione sociale "Educare ad una cittadinanza responsabile in una società libera e giusta costituisce insieme un bisogno sociale, un imperativo etico, un impegno pedagogico. La scuola deve saper costruire percorsi di educazione alla conoscenza ed al rispetto dei diritti di ogni uomo, al dialogo, alla collaborazione, alla giustizia, alla legalità alla pace, ossia ai valori che danno consistenza agli ideali e alle forme storiche della democrazia. La dignità di ogni persona, la conquista della propria autonomia, la capacità di decidere secondo un proprio personale progetto di pensiero e di vita, tutto questo dovrebbe costituire il nucleo centrale della progettazione educativa ad ogni livello" . (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ,23 febbraio 1995 in "Educazione civica, democrazia e diritti umani") Si avvale di percorsi innovativi La cittadinanza diviene uno dei "saperi necessari all'educazione del futuro" (Morin, 2001 – Bruner, 1997). Tradurre in ambito scolastico la problematicità della cittadinanza significa riconoscere la trasversalita' delle discipline del curricolo sul piano epistemologico-metodologico e praticarla nel concreto del piano didattico operativo, a partire da un insegnamento per progetti pluridisciplinari, che più si prestano ad un’adeguata decodificazione della società complessa. L'educazione alla cittadinanza non può essere demandata a una disciplina Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 specifica. Deve coinvolgere l'insieme delle materie modellate sulla trasversalità, per favorire maggiore pluridisciplinarietà possibile superando la giustapposizione delle discipline. Integrazione sociale Attraverso l'esercizio della cittadinanza lo studente può mettere in pratica e implementare quelle competenze sociali necessarie per una piena integrazione sociale. Questo per mettere il ragazzo-cittadino in rapporto con il mondo, rapporto necessario per costruire il valore del confronto tra le diverse culture e la maturazione di una coscienza dell'altro, per sviluppare la memoria collettiva e per alimentare il rapporto tra generazioni, antidoto contro fenomeni irrazionali e patologici della società contemporanea. Senso di appartenenza La cittadinanza studentesca, vissuta in una duplice dimensione quella della rappresentanza democratica e quella individuale e formativa, diventa strumento per sostituire all'estraneità il senso di appartenenza per evitare la frustrazione e la disistima che sono tra le più frequenti cause di devianza e di autoemarginazione. La progettualità del percorso punta sulla formazione dei giovani sottolineando sempre la "centralità della persona" e avendo ben presenti bisogni fondamentali che troppo spesso si danno per scontati: bisogni quali quelli dell'affettività, dell'amicizia del dialogo, della comunicazione e dell'ascolto, del confronto, di poter esprimere le proprie risorse e capacità, il bisogno di significati profondi. Senso della legalità Il concetto di legalità è strettamente associato a quello di comunità, complesso di cittadini che stanno insieme perché legati da una storia e da una memoria comune; ed è altresì legato ai concetti di responsabilità e di solidarietà collettiva. Attraverso la progressiva presa di coscienza del singolo di essere a pieno titolo elemento funzionale della società di cui fa parte, inizia un'effettiva interiorizzazione dei valori e una reale attuazione di comportamenti legali 4.1.4 Gli adulti nella Scuola Comunità "Una comunità vive nella misura in cui sono costantemente animati e rinnovati nei significati e nelle strutture i legami sociali che la interessano" I rapporti tra adulti non sono statici e rigidi all'interno della scuola, ma si articolano e si sviluppano in una dialettica anche conflittuale che è determinata dal livello di consapevolezza del proprio ruolo, dalle proprie esigenze e dagli spazi offerti dalla organizzazione della scuola. Questo costituisce uno stimolo ed una opportunità per crescere, esplicitare le proprie competenze, impararne altre ed eventualmente anche modificare il proprio comportamento. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Nella Scuola Comunità la partecipazione nasce dal senso di appartenenza, ciò si ottiene lavorando insieme per affrontare i problemi dei ragazzi, della classe , della scuola. Tutti gli adulti devono esercitare il proprio ruolo consapevoli della propria specificità in quanto nessuno attribuisce un ruolo ad un altro, e nemmeno si assegna un compito, ma insieme si stabilisce il ruolo che ciascuno deve assumere e tale ruolo si aggiorna rispetto ai bisogni rilevati, agli obiettivi e alle mete da raggiungere. - La partecipazione attiva di tutti gli adulti è da considerarsi una sinergia costruttiva per la scuola. Il modello educativo esplicato si rafforza o si modifica attraverso il confronto diretto. L'identità, il senso di appartenenza ed i valori assumono connotazioni reali nel momento in cui si vedono concretizzati rituali ed eventi significativi . Il rispetto delle diversità, delle culture, delle religioni ed in senso più ampio il rispetto "dell'altro" assume concretezza quando c'è condivisione di intenti, di percorso ed i ragazzi non sentono solo "discorsi" in merito. Il nuovo ruolo del docente Le dimensioni di questa scuola richiedono ai docenti una profonda trasformazione professionale che dia vita ad un diverso rapporto con gli studenti, con i colleghi, con i genitori: determinante è la funzione di mediatore e facilitatore dell'apprendimento. - Il docente assume un ruolo fondamentale nella vita dei suoi studenti, quale educatore che orienta il processo formativo che vede al centro di tale processo lo studente. Ciò comporta per gli insegnanti il dovere di accompagnamento dei giovani non solo nel mondo della cultura, ma nella vita della scuola e della società, organizzata per facilitare i percorsi, evitare gli insuccessi, rafforzare le motivazioni alla crescita (Carta europea di Roma '94). - Il docente organizza l'apprendimento come evento sociale basato sull'elaborazione e strutturazione di esperienze e coinvolge il gruppo classe in percorsi curricolari. - Saper motivare i propri studenti è il compito più delicato e strategico del docente: egli deve essere consapevole che il motivare richiede soprattutto la capacità di coordinare gli scopi individuali con le attività programmate per la classe presentandole come idonee a raggiungere anche mete individuali. - Importanza rilevante assume il " curricolo implicito" attivato nella creazione e gestione del gruppo classe come ambito privilegiato di esercizio dei diritti, doveri e relazioni sociali. I valori non si trasmettono soltanto con le prediche, ma soprattutto con le pratiche, con i comportamenti quotidiani. Quando le prediche e le pratiche corrispondono i valori, esplicitamente enunciati, si rafforzano. - E' in grado di fornire competenze • per sviluppare consapevolezza Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • per utilizzare una comunicazione ecologica efficace • per gestire le emozioni • per sviluppare l'efficacia personale • per discutere in modo costruttivo • per prendere decisioni in gruppo • per trovare soluzione ai problemi - Si avvale di tecniche e strategie di apprendimento diversificate, funzionali e cooperative. Si profila in questo modo un nuovo tratto della professionalità degli insegnanti: l'appartenenza formativa e didattica alla scuola e non alla singola classe (essere insegnante di tutti gli studenti). E' questa apertura che rende indispensabile una crescita dell'interazione fra formazione e insegnamento nel nuovo profilo professionale. 4.2 I GENITORI PARTNER NEI PERCORSI FORMATIVI E NELLA GESTIONE DELLA SCUOLA Testo a cura della Commissione educazione dei genitori e approvato dall’Assemblea dei genitori della scuola nel novembre 2004 I genitori, patrimonio della scuola-comunità La partecipazione dei genitori alla vita dell’Istituto Sperimentale “Rinascita – A. Livi” di Milano nasce da una lunga tradizione ed ha ormai solide basi di consapevolezza e di organizzazione. Le scelte didattiche, maturate dall’insieme dei docenti di “Rinascita” ed attente ai bisogni più profondi dei ragazzi, hanno poco a poco attirato i genitori dentro la scuola, mettendoli nella condizione di poter intervenire alle attività scolastiche degli studenti e coinvolgendoli nei loro processi di apprendimento e di crescita. Questa esperienza collettiva, per noi che la viviamo frequentemente, è impegnativa e talvolta faticosa, ma porta sempre con sé il senso di un’esperienza profonda ed intensa, che appartiene alla sfera più autentica della vita e che contribuisce in modo speciale alla crescita serena e consapevole dei nostri ragazzi. Ecco perché i genitori di ”Rinascita” si affezionano a questa scuola e le attribuiscono un grande significato e valore. Ecco perché, in questo periodo di incertezza, i genitori sono molto preoccupati per il destino della nostra scuola e di un’esperienza didattica importante e ricca. Affinché la nostra presenza a “Rinascita” avesse più efficacia e potesse dunque esprimersi come una vera e propria risorsa a disposizione dell’intera scuola, ci siamo organizzati in Commissioni; oltre a quelle, diciamo così, “istituzionali” (CTS – Mensa – Salute, che peraltro lavorano con modalità originali e di ampio respiro ), abbiamo costituito - la Commissione Editoria che, per l’aumento anche qualitativo dei compiti che si prefigge ( gestione del sito Web, pubblicazione del giornale e di una newsletter, produzione di CDRom ma anche riqualificazione generale delle comunicazioni tra genitori, e tra genitori e scuola), verrà probabilmente ribattezzata Commissione Comunicazione, - la Commissione Risorse, il cui compito di ricerca e distribuzione dei finanziamenti all’interno della scuola verrà presto completato da una forma Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 - - di gestione delle risorse umane interne alla scuola, organizzando - per esempio – una piccola Banca del Tempo o un Gruppo di Acquisto Responsabile tra i genitori per la scuola, la Commissione Pace, il cui lavoro si concretizza nella giornata della pace ( con la presenza di alcune organizzazioni di volontariato) e nel lavoro didattico in classe sui temi della non-violenza, del rispetto reciproco e dei diritti umani e di cittadinanza, la Commissione Educazione e Cultura, che, essendo una commissione mista partecipata anche dai docenti, sperimenta l’interazione tra genitori e insegnanti nel campo della produzione di idee, dell’interculturalità e di modelli culturali di ampia portata, che siano poi di riferimento concreto per la didattica e la vita della scuola. In questo contesto, la presenza dei genitori porta a migliorare il livello di partecipazione, in modo tale che si arrivi ad una progettazione educativa condivisa e partecipata. In ogni caso, ci sembra di poter affermare che le forme della nostra presenza a scuola assumono, sempre più chiaramente, delle forti valenze pedagogiche nel creare un contesto didattico partecipato che - di per sé - favorisce l’amore per la conoscenza e, con essa, la “crescita insieme” di tutti coloro che vivono la scuola. Infatti, ci sembra che sia in questo contesto che si possa costruire sempre più quel metodo cooperativo nell’apprendimento che, ponendo l’alunno al centro della scuola, costituisce il miglior stimolo per l’impegno e la crescita del futuro cittadino colto e consapevole. Si comincia a vedere, insomma, come la scuola partecipata possa essere un ambito prezioso ( e portatore di novità nell’idea stessa di scuola ) di Educazione Permanente; un contesto cioè dove i genitori, assumendo un ruolo aperto di condivisione del progetto educativo, si incamminano insieme ai ragazzi e ai docenti su una strada nuova, quella della cittadinanza consapevole, della responsabilità verso gli altri e della libera crescita individuale. Tutto ciò, nel tentativo costante di: - accettare le articolazioni dei diversi punti di vista presenti a scuola e considerarli come opportunità di arricchimento e non come minacce - trovare ciò che unisce le diverse opinioni o mentalità - informare tutti e comunicare correttamente e in modo attento - superare le crisi con soluzioni condivise - cercare di valorizzare ed incoraggiare al massimo i “talenti” individuali ed i percorsi di crescita dei singoli ragazzi. In questo modo, i genitori (nonostante la loro “permanenza breve” e, spesso, la loro “memoria corta”) non verranno più visti come “ospiti” - più o meno graditi - della scuola ma, al contrario, come una presenza diffusa, continua e normale, che diventa col tempo una risorsa preziosa (perché organizzata), alla quale tutti imparano ad attingere e con la quale tutti si relazionano, anche attraverso momenti, riti e luoghi dedicati. In questi anni, insomma, abbiamo visto che quando i genitori si prendono cura collettivamente e amorevolmente della scuola e dei percorsi dei loro figli ( Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 e ciò anche attraverso la pluriennale ed ormai consolidata esperienza del tutoraggio ) s’instaura un processo importante di crescita relazionale collettiva; questo processo, se gestito in modo consapevole e condiviso, porta verso la Scuola-comunità, cioè verso un contesto di pratiche, idee, relazioni ed emozioni, diverse ma interdipendenti, che costituiscono il sistema complesso entro il quale si svolge una pedagogia che si fonda su più soggetti e su livelli diversi. Ci sembra che la scuola possa diventare così una comunità che educa, dove la centralità del ragazzo viene ripensata e sviluppata dalla nuova centralità del gruppo-scuola. In questo senso, la scuola-comunità rappresenta per noi il luogo ideale per rompere i diversi e reciproci isolamenti che noi e i nostri ragazzi viviamo quotidianamente e per far sì che l’ascolto, il dialogo ed il confronto tra noi si combinino con una pedagogia laica, democratica ed aperta ai saperi innovativi. In tutto ciò, fin da subito, abbiamo individuato il rischio della chiusura e dell’autoreferenzialità; l’idea di scuola-comunità, se presuppone la condivisione – anche implicita – di alcuni valori o metodologie pedagogiche, porta con sé anche il pericolo della chiusura al nuovo, al diverso. Per questo motivo abbiamo sottolineato spesso che il ruolo di “Rinascita” dev’essere quello di una scuola pubblica aperta, di una scuola cioè capace – per sua stessa natura di aprirsi ai “nuovi” soggetti ed alle nuove culture che entrano (con progettiaccoglienza di ampio respiro anche per i genitori e per gli stranieri), e ancor più capace di aprirsi al territorio , cioè a tutte le realtà (dalla scuola di quartiere all’università, dal teatro al museo, al parco tematico ecc.) con le quali la scuola deve entrare in relazione, costruire progetti, sperimentare innovazione. Se, cioè, noi genitori sentiamo di essere il “nutrimento” di una scuola che diventa comunità, vediamo l’apertura al territorio come il “nutrimento” di una scuola-comunità che si apre al futuro. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 4.3 IPOTESI DI LAVORO 4.3.1 La scuola come comunità "La comunita' nasce su un progetto condiviso; è un ambito affettivo/relazionale; occupa uno spazio; ha delle regole; affronta problemi e cerca di gestirli; e' inserita in un territorio." Parole chiave di riferimento • IDENTITA' • APPARTENENZA • PARTECIPAZIONE ATTIVA • RESPONSABILITA' • INTEGRAZIONE Concetti guida • COGESTIONE • COESIONE • COINVOLGIMENTO • CONDIVISIONE • COMPARTECIPAZIONE • COOPERAZIONE Il progetto di "Scuola Comunità" avviato si è avvalso di alcune esperienze che hanno messo in luce una serie di bisogni che rappresentano il cuore della sperimentazione da realizzare affinché siano rispettati gli indicatori individuati nelle dimensioni sopra indicate. a) Realizzare una struttura "agile" Affinché la Scuola Comunità possa svilupparsi in modo coerente, nel senso di una scuola partecipata, le varie componenti devono avere la possibilità di lavorare in spazi autonomi e in spazi di aggregazione mista. L'impianto della Scuola Comunita' per essere operativo necessita di una struttura che permetta un agile movimento delle componenti e possa essere flessibile; i vincoli definiti a priori devono rispondere alle esigenze. Nell'orario scolastico degli alunni devono essere previsti spazi orario per "agire la partecipazione" e ci devono essere opportunità di incontro con le altre componenti. b) Attuare una gestione integrata con tutte le componenti E' questo il punto centrale della sperimentazione. Per poter realizzare quanto dichiarato fino ad ora si devono ridefinire gli ambiti di gestione ed avviare un processo di cogestione cercando di trovare interazioni funzionali . E' significativa, in questo senso, la citazione di M.Comoglio : "il concetto di autorità si sposta da quello formale di tipo gerarchico o normativo a quello progettuale di tipo comunitario."Non si tratta di una leadership di "potere su" persone, ma di "potere per" conseguire la visione a cui tutta la comunità mira" Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 (per "visione" si intende ciò che una scuola o una organizzazione immagina essere il suo futuro). Alcuni punti di attenzione possono essere i seguenti: • • • • • • • Negli organismi di gestione deve essere prevista la presenza di tutte le componenti della scuola garantendo spazi di ritrovo e tempi di lavoro (ad esempio va inserita la rappresentanza degli studenti nel Consiglio di Istituto e vanno inserite le rappresentanze ATA nelle commissioni organizzative per la realizzazione degli "Eventi" che coinvolgono tutta la scuola). Il lavoro dei diversi organismi deve essere autonomo, ma si deve garantire la rappresentanza per delega nei momenti assembleari decisionali. Garantire il potere decisionale ai vari livelli in misura e per quanto è stabilito di competenza. Definire protocolli procedurali per evitare sovrapposizioni tra momenti organizzativi, di discussione/confronto e decisionali. Stabilire un programma di lavoro annuale definendo i percorsi significativi per quanto attiene gli eventi, i rituali e le feste della Scuola Comunità; Delineare gli obiettivi degli organismi di comunicazione (Radio – Giornale – Sito ecc..) e studiare una possibile cogestione tra le componenti. Definire un piano programmatico con e per il territorio. c) Definire il profilo di nuove figure E' necessario individuare tra gli insegnanti figure di coordinamento, raccordo e di gestione che rispondano a profili definiti, oltre che per le competenze specifiche della propria materia, anche per i bisogni espressi dalle richieste della Scuola Comunità ( es. insegnante tutor del Consiglio degli Studenti; insegnante referente del progetto RADIO; coordinatore della Commissione organizzazione sportiva ecc). Un lavoro in merito può essere svolto dal Comitato Tecnico Scientifico che deve anche monitorare il percorso di lavoro. Altre figure utili alla Comunità possono derivare dal considerare come patrimonio le competenze non solo professionali dei genitori e del personale ATA : abbiamo avuto esempi per lavori di ristrutturazione delle classi e manutenzione della scuola, ma quali risorse possono esserci nel campo dell'orientamento, della comunicazione e del volontariato? 4.4 LA SCUOLA COME COMUNITÀ CHE APPRENDE: L’EDUCAZIONE PERMANENTE DEGLI ADULTI 4.4.1 Premessa Nel porci come obiettivo di lavoro quello di far diventare la scuola un centro di risorse non solo per gli studenti e gli insegnanti , ma anche per le famiglie e il territorio siamo partiti da alcune considerazioni generali: Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • • • • • • • • 4.4.2 Sempre di più, oggi “ si cercano soluzioni individuali a problemi comuni, ed è proprio questo ripiegare sulle risorse e le capacità individuali che alimenta nel mondo l’insicurezza che si tenta di rifuggire” (Bauman “ Voglia di comunità” Laterza ed. 2003) La scuola risorsa per il territorio offre uno spazio per il confronto di tutti sui temi della formazione e della crescita. in un momento storico in cui sempre di più si mescolano i popoli e le culture, sempre di più cresce anche l’isolamento dei ragazzi, delle famiglie, della scuola. La scuola risorsa per il territorio, al contrario, vuole creare socializzazione, relazioni, aumentare la comprensione reciproca e le azioni di sostegno il territorio è ricco di proposte, di organizzazioni, di individualità che non comunicano tra loro, non fanno “rete”, per cui, una scuola risorsa per il territorio prima di tutto usa il territorio come risorsa nell’ idea stessa di “Scuola comunità” è implicito il concetto di crescita comune, di formazione reciproca, di interscambio tra piccoli e grandi. la formazione è un processo continuo che non finisce mai e ha bisogno sempre di nuovi stimoli, contesti e opportunità una scuola davvero formativa non può crescere nella separazione e nell’esclusione, ma deve essere aperta all’esterno e confrontarsi con la realtà e la diversità è possibile andare oltre la dimensione di genitori per riconoscersi in quella di cittadini Rinascita si è già più volte misurata con questi argomenti e ha dimostrato di essere un punto di riferimento concreto e riconosciuto dal territorio Relazione tra scuola risorsa per il territorio e apprendimento degli studenti Una scuola risorsa per il territorio induce gli studenti a: • • • • • • • Lavorare con adulti che hanno ruoli diversi Rapportarsi a loro in modo non oppositivo, ma costruttivo Riconoscere tutti gli adulti come portatori di saperi Riconoscere sé stessi come portatori di saperi Restituire una dimensione educativa all’extrascolastico Apprendere anche per vie informali e non formali Lavorare su compiti di realtà, quindi su temi, per loro natura, complessi e interdisciplinari • Spendere le conoscenze e le abilità apprese a scuola come sapere utile per capire e incidere sull’ambiente che li circonda • Andare oltre la dimensione di studenti per incominciare a pensarsi come cittadini • Conoscere e rapportarsi al territorio per diventare cittadini responsabili e attenti, che fanno della cura e della fruizione del proprio Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 territorio uno degli obiettivi prioritari della loro futura partecipazione alla vita pubblica. 4.4.3 Esperienze concrete in questa direzione Da sempre la presenza dei genitori a Rinascita si connota in modo molto attivo e propositivo. Negli ultimi anni poi, da quando si lavora insieme alla costruzione della “Scuola comunità”, questa presenza si è intensificata e maggiormente qualificata. Si va da collaborazioni di servizio (l’imbiancatura nel corso del triennio della propria aula, i buffet durante le feste…), ad azioni di tipo formativo (organizzazione degli Eventi, Scienze under 18, serate della Commissione Salute…) a quelle di vero e proprio indirizzo della scuola (la commissione Educazione e cultura, Associazione Rinascita per il 2000…).. Alla fine dell’anno scolastico 2004 con l’esperienza del Giugno Aperto, i genitori hanno gestito una numerosissima serie di pomeriggi e serate che hanno aperto la scuola al territorio e al territorio si sono aperte. Tra le iniziative più significative ricordiamo: • Incontro con le Scuole di Specializzazione per docenti e docenti tirocinanti • Tavola rotonda dei rappresentanti del consiglio degli studenti di Rinascita con i delegati studenteschi di altre 5 scuole superiori • Rappresentazioni teatrali alla presenza di giornalisti e registi • Serate musicali con artisti esterni o gestite dai ragazzi • Performance di classi di ragazzi che animavano e intrattenevano gli adulti spiegando alcuni lavori svolti in classe • Laboratori attivi (incisione, arte-terapia, danze popolari…) o dibattiti (differenza di genere…) gestiti da insegnanti o genitori esperti. • Incontri con docenti universitari sui temi di ricerca della scuola (tutor) • Incontro con Associazioni Partigiane sulla storia e le radici della scuola • Incontri con poeti o scrittori • Tavola rotonda con i rappresentanti di realtà comunitarie di quartiere e cittadine (Arci, Agesci, Cingei, Comunità del Giambellino) • Incontro con ex alunni e docenti Le caratteristiche innovative di queste serate sono state molte, in particolare: • in più occasioni, sono stati i ragazzi ad avere un ruolo di “formatori” nei confronti degli adulti • i genitori hanno avuto una funzione propulsiva determinante • l’extrascolastico si è dimostrato molto attento e disponibile alle esigenze della scuola Il compito più arduo rispetto a questo fiorire d’iniziative è quello di non lasciare all’estemporaneità e alla buona volontà dei singoli esperienze come queste, ma di inserire la scuola e tutti i suoi componenti in una rete di strutture educative coordinate. Per questo occorre individuare: o i soggetti con cui collaborare (biblioteche, oratori, cooperative, organizzazioni varie), Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 o i protagonisti che gestiranno le iniziative (ragazzi, docenti, genitori, esperti…), o chi di volta in volta ne usufruirà (ragazzi, docenti, genitori, territorio…) Il risultato atteso di questa ricerca è una struttura molto definita che, pur non rinunciando ai suoi compiti istituzionali, ma anzi esaltandoli, si apre al mondo e crea una rete di relazioni (anche con altre scuole), che le permette di diventare partner delle istituzioni (comune, provincia, regione…) allo scopo di rendere il territorio più vivibile e adeguato ai bisogni dei cittadini. Che sia una scuola a pensare di farsi carico di un progetto che è insieme formativo e culturale non deve stupire, l’ottica dell’educazione permanente a largo raggio è infatti sempre più indispensabile in una società complessa come la nostra e quali istituzioni se non le scuole possono avere la forza ideale, le strutture, le risorse intellettuali e materiali per assumere questa sfida? Rinascita, poi, è intessuta fin dalla sua nascita nella trama della storia e nei problemi della collettività e da sempre ha avuto personale e utenza disposti a misurarsi con l’esistente in un atteggiamento di ricerca e sperimentazione. Sul piano della ricaduta sull’apprendimento, infine, occorre pensare che in questo modo si percorre un cammino che senza rinunciare ai suoi obiettivi, attraversa luoghi che non sono più solo la classe o la scuola, ma il territorio del reale. Questo non comporta una perdita di saperi e competenze, ma, caso mai, uno allargamento e un arricchimento. 4.4.4 Come operare per raggiungere questi obiettivi La prima fase è quella di rendere partecipi i ragazzi anche dell’organizzazione e della gestione di questa nuova rete di rapporti, senza entrare necessariamente nei contenuti della ricerca, ma lavorando piuttosto sulla modalità, sulla costruzione del progetto che deve tener conto dei seguenti punti: Analisi del territorio Individuazione dei bisogni Analisi dei bisogni per valutarne la coerenza con il modello educativo della scuola Individuazione delle risorse e dei vincoli Rapporto tra bisogni e risorse disponibili Fase operativa Analisi dei risultati Alcuni ambiti all’interno dei quali sarebbe possibile lavorare sono ad esempio: Salute, con partner come il Ministero della Salute, le ASL, i consultori, gli operatori della medicina preventiva di comunità, associazioni disabili e anziani. Territorio, con partner quali il Consiglio di Zona, la Cooperativa del Giambellino, la Biblioteca, l’Istituto Pedagogico della Resistenza Comunicazione, per la costruzione di media o iniziative (vedi S.U. 18) utilizzabili dal territorio, con partner da individuare Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Alimentazione, con partner quali i servizi di ristorazione, le comunità regionali e nazionali Per esplorare queste possibilità e costruire un tutto organico risulta indispensabile il lavoro e la disponibilità delle famiglie. I ruoli che queste si troveranno ad assumere saranno di tipo diverso, potranno ad esempio essere: Adulti in autoformazione Animatori culturali Formatori di altri genitori Formandi da altri genitori o esperti Adulti che apprendono anche dai più giovani Adulti che insegnano, in modo non formale, ai più giovani 4.5 I BISOGNI STRUTTURALI DI QUESTO AMBITO DELLA SPERIMENTAZIONE E’ evidente che, in una prospettiva di questo genere, il ruolo docente risulta profondamente modificato, non più, infatti, trasmettitore di saperi codificati, ma co-costruttore di saperi significativi. E’ necessario, inoltre, individuare due o tre figure di sistema che senza regolari oneri d’insegnamento, lavorino alla costruzione del progetto, all’individuazione delle relazioni, alla definizione dei compiti, alla costruzione delle reti. Per le famiglie la collaborazione al progetto della scuola, può agirsi solo su basi volontarie, ma anche in questo caso è bene chiarire tempi, ruoli, disponibilità richiesta e obiettivi da raggiungere. La Scuola Comunità non può realizzarsi solo in spazi separati come sono le classi. La varietà, la flessibilità e la ricchezza delle aggregazioni sociali sono da considerarsi condizioni irrinunciabili per un effettivo sviluppo delle relazioni, dell'educazione alla democrazia e alla cittadinanza. Accanto alla struttura della classe, che rimane la base della Scuola Comunità, si devono prevedere nuove strutture di "gruppi di lavoro e di esercizio" che vedono la presenza di tutte le componenti della scuola: studenti, insegnanti, genitori e personale ATA devono poter interagire costruttivamente secondo le occasioni e i bisogni. 4.6 ESPERIENZE MATURATE 4.6.1 L'inizio del progetto Con approvazione del Collegio dei Docenti si avvia a partire dall'anno scolastico 2001/2002 un sistema di laboratori trasversali che coinvolge tutte le classi. Il dispositivo è inteso in una prima fase come uno spazio in cui i ragazzi lavorano alla individuazione dei bisogni collettivi e alla seguente progettazione e realizzazione di prodotti e/o servizi per la scuola e i compagni. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 E' stato questo il primo nucleo di esperienze che ha portato alla partecipazione attiva degli studenti e al contatto con una viva educazione alla cittadinanza. Contemporaneamente è iniziato il percorso di costruzione del progetto Scuola Comunità . Struttura: • 2 ore settimanali, definite Attività Sociali, sono inserite nell'orario degli alunni • le attività coinvolgono tutti gli alunni • le attività coinvolgono 30 insegnanti di materie differenti. Organismi della scuola comunità • Assemblea di classe. • Organismi fissi (così definiti perché lavorano con la stessa struttura tutto l'anno): Consiglio degli Studenti – Commissione Organizzazione sportiva Radio Rinascita – Coro. • Commissione Scuola Comunità. Monitoraggio • a cura del Comitato Tecnico Scientifico. Percorso Primo periodo: - discussione a classe intera, attraverso tecniche cooperative, sulla base del questionario "star bene a scuola" per: proporre attività, proporre modifiche, migliorare la qualità della vita a scuola, proporre servizi. - Costituzione dell'assemblea di classe per discutere dei problemi della classe e della scuola. Elezione dei delegati di classe per il Consiglio degli studenti - Costituzione del Consiglio degli Studenti. Secondo periodo: - attuazione dei laboratori sulla base delle proposte fatte dagli alunni - i gruppi sono misti per fascia - il Consiglio degli Studenti si riunisce una volta al mese dopo aver condotto le assemblee di classe. Alla fine del primo anno di esperienza il lavoro dei gruppi indica questo tipo di percorso: a) lavorare per definire gli "organismi fissi" che oltre il Consiglio degli Studenti possono gestire spazi di autonomia per i ragazzi; b) lavorare con le classi per creare la consapevolezza della forza democratica dell'assemblea, delle elezioni dei delegati ecc.. c) definire meglio i progetti di utilità alla classe, scuola, territorio in funzione di un miglior uso delle risorse; d) cercare spazi di compartecipazione con i genitori per organizzare gli eventi della scuola (Giornata della Pace – 20 Novembre giornata dei diritti dei bambini – festa di Natale ecc) Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 4.6.2 Gli organismi della scuola comunità sperimentati fino ad ora ASSEMBLEA DI CLASSE E’ la struttura di base fondamentale e su cui poggia tutta la vita democratica della Scuola. Obiettivi • promuovere la partecipazione • stimolare la critica costruttiva • coinvolgere gli studenti nell’organizzazione della vita scolastica • far apprendere la gestione dei conflitti • promuovere il senso d’appartenenza • dare voce pubblica al dissenso • acquisire consapevolezza delle diversità • stimolare la cooperazione Compiti • definizione delle regole di gestione delle discussioni • analisi, discussione e soluzione dei problemi relativi alla vita scolastica e alle relazioni • analisi e discussione di proposte • in seduta straordinaria elegge i delegati al Consiglio degli studenti Modalità • è inserita nell’orario scolastico • ha uno spazio di due ore • ha una frequenza mensile ORGANISMI FISSI Sono condotti da insegnanti referenti che usano un monte ore della flessibilità oraria per le ore di Attivita' sociali. Si propongono per la conduzione del gruppo in base alle proprie competenze . Sono: Consiglio Degli Studenti Organo collegiale cui compete il compito di gestire alcuni ambiti della vita scolastica ( Intermersa, eventi ecc) e di fare proposte in merito alla vita scolastica degli studenti stessi E’ la struttura rappresentativa di tutti gli studenti della scuola Si configura come tutte le altre attività sociali : è una esperienza formativa con un percorso e degli obiettivi Composizione • 30 studenti delegati dalle classi ( 2 per classe,un ragazzo e una ragazza ) • Insegnanti Tutor • il Preside se è richiesta la sua presenza Obiettivi • promuovere il senso di appartenenza • coinvolgere gli studenti nella gestione della vita scolastica Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • • • • • • • costituire un riferimento ”istituzionale” per gli studenti dare voce alle diversità fare vivere esperienze reali di democrazia contribuire al miglioramento e al cambiamento delle vita scolastica costituire un riferimento ”valoriale “ aumentare il livello di democrazia nella scuola definire i propri compiti, un regolamento interno, gli strumenti di comunicazione, n bilancio finanziario interno Durata dell’incarico • biennale Organizazzione • è inserito nell’orario scolastico • ha uno spazio di due ore • ha una frequenza settimanale Competenze richieste/sviluppate nei delegati di classe • saper ascoltare gli altri • saper cooperare con i compagni • saper discutere • assumersi impegni e portarli a termine • partecipare con interesse alla vita scolastica • prendere appunti • saper esprimere le proprie idee ed opinioni Commissione Organizzazione Sportiva Si occupa dell’organizzazione e della gestione delle attività sportive e degli spazi nell’interscuola. Composizione • 10 studenti scelti dalle classi con il criterio delle competenze ( classi seconde e terze) Organizzazione • è inserita nell’orario scolastico • ha uno spazio di due ore e ha una frequenza settimanale Competenze richieste/sviluppate nei delegati di classe • essere capaci di prendere in considerazione tutte le attività sportive della scuola • essere in grado di organizzarsi e organizzare i compagni • assumersi un incarico per portare a termine il compito assegnato • possedere abilità di base nell’uso del computer ( videoscrittura) Radio Rinascita Si occupa di dare "voce" agli studenti rispetto alle scelte musicali, sportive, per ciò che riguarda il tempo libero; si incarica di diffondere interviste in diretta durante gli Eventi della scuola. Utilizza il mezzo informatico. Composizione • 10 studenti scelti dalle classi con il criterio delle competenze ( classi seconde e terze) Organizzazione • è inserita nell’orario scolastico Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • ha uno spazio di due ore e ha una frequenza settimanale Competenze richieste/sviluppate nei delegati di classe • essere interessato alla musica e alla comunicazione • saper usare il registratore • essere disposti a condividere con gli altri le scelte e accettare gusti diversi dai propri • assumersi un incarico e portare a termine il compito assegnato • possedere abilità di base nell’uso del computer Coro Si occupa di dare di preparare dei concerti per gli eventi della scuola. Composizione • 30 studenti scelti dalle classi con il criterio delle competenze ( classi prime nel 2° quadrimestre, seconde e terze, tutto l’anno ) Organizzazione • è inserito nell’orario scolastico • ha uno spazio di due ore e ha una frequenza settimanale Competenze richieste/sviluppate nei delegati di classe • essere motivati a seguire l’attività • assumersi e portare a termine un impegno per migliorare il proprio livello di preparazione musicale • essere disponibile a sperimentare attività di animazione musicale negli eventi culturali e didattici della scuola • collaborare con il gruppo per condividere responsabilità e impegni Commissione Scuola Comunità (2002/03) Ha il compito di coordinare i lavori, elaborare percorsi e proposte, fornire strumenti di lavoro e materiali di studio. Composizione • Quattro insegnanti che lavorano sulla scuola: un insegnante con funzione strumentale come coordinatore e dai tre insegnanti coordinatori di fascia (classi prime, seconde, terze) Organizzazione • Si riunisce una volta al mese durante lo svolgimento delle assemblee di classe quando le attività fisse sono sospese perché tutti gli alunni sono presenti nelle rispettive classi con i loro docenti della sezione. 4.6.3 Un esempio di figura di sistema delineata per la conduzione del consiglio degli studenti Tutor del Consiglio degli Studenti Viene scelto fra gli insegnanti delle attività sociali . Ha questi compiti : • Svolge il ruolo di mediatore con altri organismi • Fornisce consulenza tecnica e organizzativa • Indica i vincoli e le risorse a disposizione Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 • Svolge azioni orientate verso il compito • Fornisce informazioni ed opinioni • Richiede informazioni ed opinioni • Orienta verso il compito e suggerisce ruoli • Riassume sequenze d’interventi • Stimola con nuove prospettive • Controlla la comprensione degli aspetti istituzionali • Garantisce il regolare svolgimento delle riunioni • Svolge azioni orientate al buon clima di gruppo • Incoraggia la partecipazione • Facilita la comunicazione • Interviene allentando le tensioni • Osserva il processo • Risolve i problemi interpersonali Ha questi obiettivi : • promuovere il successo del consiglio • promuovere il senso di appartenenza • aumentare il livello di democrazia nella scuola • sviluppare progressivamente l’autonomia gestionale e il potere decisionale del Consiglio degli Studenti, riducendo contemporaneamente i propri compiti 4.6.4 L’esperienza degli “eventi” della scuola Una Comunità ha sempre dei momenti significativi che la identificano e contraddistinguono: sono momenti che consolidano l'appartenenza del singolo alla collettività e spesso c'è una condivisione di valori ed intenti. A Rinascita gli "eventi" sono inseriti nel Piano dell'Offerta Formativa e definiscono il percorso annuale in una dimensione pedagogica, educativa e valoriale che dà senso a tutti i momenti perché "riempiti" di significato. Dalla introduzione delle ore di Attività sociali gli Eventi sono stati organizzati dalla cooperazione tra insegnanti, alunni e genitori. E' questo uno dei risultati più significativi del progetto Scuola Comunità: le diverse componenti, non solo hanno concordato le modalità di svolgimento della giornata da un punto di vista organizzativo, ma hanno anche programmato l'evento stesso ed il percorso che ha portato alla giornata. Si è infatti costituita una commissione mista tra genitori ed insegnanti che ha elaborato il progetto della giornata e ne ha curato le varie fasi sia nel rapporto con le classi, sia nei contatti con le associazioni e/o esperti invitati. Altri incontri si sono svolti tra genitori della commissione di riferimento (ad esempio commissione Pace) ed una rappresentanza del Consiglio degli Studenti per concordare il volantino informativo, le diverse incombenze organizzative, gli spazi di autonomia delle classi. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Le istanze sostenute dal Consiglio degli Studenti hanno sempre seguito le indicazioni emerse dalle assemblee di classe stesse che si sono espresse in merito. Con questa connotazione la "Giornata della pace", "La festa di Natale", "la Giornata Aperta" sono da considerarsi quindi i momenti significativi della Scuola Comunità. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PARTE QUINTA LE RISORSE Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Capitolo 1 1.1 LA STRUTTURA Nelle pagine precedenti abbiamo posto l’accento sulla nostra intenzione di specializzarci nella sperimentazione di nuove forme di formazione dei docenti e di ricerca applicata delle didattiche disciplinari in modo da costituire un laboratorio attivo per il sistema scolastico in grado di fornire idee ed esperienze ai decisori per adeguare nel tempo le riforme alle esigenze di una società sempre in movimento. Per quanto riguarda più specificatamente la ricerca didattica, il fuoco , come scritto nella Parte Quarta, è nella sperimentazione di una diversa articolazione curricolare dei saperi e l’utilizzo dei laboratori di progetto come dispositivi didattici. La struttura operativa scelta tiene conto innanzi tutto dell’esigenza di creare quelle condizioni necessarie a costituire un solido supporto operativo alla scuola laboratorio nel suo duplice compito. GIORNI DI LEZIONE: dal lunedì al sabato L’utilizzo del sabato permetterà l’attivazione di tutte quelle attività e progetti pluridisciplinari su compito che vedranno la partecipazione con diversi ruoli dei genitori anche nell’ottica dell’educazione permanente degli adulti. MONTE ORE SETTIMANALE : 40 ore Si propone un modello integrato di tempo scuola per tutti che prevede la scelta da parte dello studente di personalizzare e orientare il proprio percorso di formazione con la frequenza di alcuni master disciplinari opzionali con l’aiuto del tutor e della famiglia. SEZIONI: 5 La scelta di cinque sezioni è basata sull’ipotesi di poter lavorare in un contesto-scuola laboratoriale dove sia possibile tenere sotto controllo e studiare in modo analitico i processi per le finalità di formazione dei docenti . LINGUA STRANIERA: Inglese e Tedesco in tutte le classi. A regime nel triennio dall’anno scolastico 2006-07. CORSO DI STRUMENTO: 90 alunni – flauto traverso – chitarra- violino disponibili). sulle 5 sezioni: pianoforte – clarinetto (ogni anno 120 richieste su 30 posti DIVISIONE DELLE CATTEDRE: di Lettere negli insegnamenti di Italiano e di storia/geografia di Matematica negli insegnamenti di Matematica e Scienze Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Sviluppo delle cattedre e finalizzazione del monte ore. Il percorso integrato di auto/valutazione dell’alunno tra tutor e portfolio Area di ricerca Scelta strutturale Sviluppo delle cattedre Costituzione di un’équipe di docenti per ciascun corso/sezione formata da un docente per materia Monte ore per docente determinato per garantire agli studenti: o l’insegnamento delle competenze disciplinari essenziali; o la riflessione sui percorsi disciplinari; percorsi di metacognizione e autovalutazione; o I colloqui individuali di tutoring con i singoli alunni Composizione di un monte ore di scuola con le ore rimanenti di ciascun insegnante per: Scuola come laboratorio professionale Integrazione dei saperi e revisione dei curricoli per area nella prospettiva di una scuola strutturata per laboratori e progetti cooperativi Area di ricerca Scelta strutturale Sviluppo delle cattedre Costituzione di un’équipe di esperti disciplinari di scuola Monte ore per attivare: Costituzione di un’équipe di esperti di formazione professionale degli adulti Monte ore per: o laboratori specialistici in piccolo gruppo di area e di materia per lo sviluppo dei curricoli o progetti pluridisciplinari sulle educazioni o nuovi insegnamenti sperimentali di area: Comunicazione e comunicazione multimediale - Scienze del territorio o attività orientative opzionali sulle discipline con la metodologia del master o il progetto di autogestione degli studenti dello spazio interscuola e l’ assistenza alla refezione o progettare modelli di tirocinio e formazione in servizio o attivare laboratori di formazione per i docenti delle altre scuole e l’università o fornire consulenza alle scuole o svolgere attività di formazione per i genitori o riflessione, documentazione e comunicazione sui risultati della ricerca Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 1.2 L’ ORGANICO La richiesta è di poter disporre di un organico funzionale per l’insieme di attività di insegnamento da svolgere con gli studenti, per l’insegnamento degli adulti (docenti delle altre scuole e genitori) e per la ricerca e documentazione. In particolare le esigenze sono di due tipi: o Avere risorse di personale sufficienti per il lavoro di sperimentazione di nuove forme di articolazione dei saperi e di dispositivi didattici ( operativizzazione dei curricoli, didattica per laboratori, introduzione di nuove aggregazioni disciplinari, scuola comunità ) e per la relativa osservazione e riflessione in itinere sull’efficacia dei processi affettivi e cognitivi attivati rispetto al Profilo dello studente alla fine del Primo Ciclo di istruzione. o Avere risorse di personale sufficienti per accompagnare la formazione dei docenti delle altre scuole in servizio e in ingresso sotto forma di stage all’interno dei percorsi pedagogici e didattici agiti dalla scuola in via sperimentale. DOCENTI RICHIESTI Tipologia di Cattedra A043 Italiano Storia e Geo. nella Scuola Media A0345 Inglese A545 tedesco A059 Scienze Matat. Ch.Fis. e Nat. A033 Educazione Tecnica Materie N. di cattedre per materia 10 Italiano Storia e geografia Inglese Tedesco Matematica Scienze 5 3 4 5 5 Tecnologia e informatica Area “comunicazione” (a) 3 2 Area “scienze del territorio” A028 Ed. Artistica A032 Ed. Musicale A030 Ed. Fisica (a) Figure Di Sistema (c) Arte ed immagine Musica Scienze motorie e sportive TOTALE A077 Strumento Religione AD00 Sostegno (b) 3 5 5 5 55 5 cattedre (pianoforte – clarinetto – flauto traverso – chitarra – violino ) 1 cattedra 9 docenti come équipe di base più quote aggiuntive in base agli alunni portatori di handicap, effettivamente iscritti. (a) aree di saperi e competenze da studiare rispetto alla possibilità di essere introdotte alla fine della ricerca come vere e proprie materie (vedere PARTE QUARTA) Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 (b) da assegnare a un docente esperto dei linguaggi multimediali con adeguato curricolo e a un docente necessario per garantire il raccordo sia tra i differenti, anche se complementari, rami della sperimentazione, sia tra i gruppi di lavoro della scuola e i canali istituzionali deputati a raccogliere e sistematizzare i dati della ricerca . (C) Gestione dell’e-learning a livello di istituto per gli alunni e i genitori nella prospettiva della scuola comunità e per i docenti nell’ambito dela formazione in servizio e dei tirocinanti. Progettazione e coordinamento dei laboratori dell’area scientifica. Progettazione e coordinamento dei laboratori dell’area della comunicazione ed espressione. Riepilogo delle attività coperte dalle ore dei docenti : ore curricolo nazionale ore curricolo locale compresenze interventi nelle classi come supporto specialistico progetti interdisciplinari e pluridisciplinari progetti per il successo formativo, dispersione assistenza alla mensa per tutti gli alunni e Progetto interscuola ore di alternativa alla religione (in media tra il 30 e il 40% di alunni per classe) sostituzioni colleghi per supplenze brevi attività di tutoraggio dei singoli alunni sul percorso formativo con colloqui periodici individuali di facilitazione cognitiva facilitazione linguistica per gli alunni stranieri gestione della rete intranet dell’istituto, assistenza tecnica ai docenti disciplinari gestione dei laboratori disciplinari (attrezzature specialistiche – predisposizione delle esperienze – ecc.) coordinamento delle équipe di sezione e dei dipartimenti di Materia coordinamento della musica di insieme e del laboratorio territoriale (per il docente di strumento) programmazione e coordinamento attività didattiche autovalutazione di istituto, monitoraggio e verifica lavoro di ricerca-azione, sperimentazione e modellizzazione in collaborazione con l’Università e gli Enti di ricerca formazione dei docenti delle altre scuole Tutoring per i tirocinanti delle scuole di specializzazione formazione dei docenti in servizio nella scuola e in ingresso per turnover docenza in attività di formazione degli adulti (genitori) Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 PERSONALE ATA RICHIESTO Direttore dei Servizi 1 Assistenti amministrativi 5 (a) Collaboratori scolastici 10 Assistente Tecnico 2 (b) (a) Si chiede un collaboratore amministrativo dedicato per le attività d’ufficio legate all’organizzazione della consulenza alle scuole e la documentazione. (b) La scuola, che per Progetto e mission lavora sull’introduzione di una didattica per laboratori, propone di sperimentare l’introduzione nell’organico della figura dell’assistente tecnico di laboratorio. 1.3 ASSEGNAZIONE DEL PERSONALE Docenti di ruolo (ora nell’art.6 e art.7 DM 1984) Poiché l’attività dell’Istituto è centrata non solo sull’insegnamento, ma anche sul controllo dei processi e sulla verifica sperimentale dell’esperienza di ricerca di volta in volta in atto, è necessario che il personale docente come è stato fin dal 1974 continui in futuro ad avere una competenza specifica attestata da un particolare curricolo e che possa accedere solo a condizione di un’esplicita adesione al progetto. Per garantire questo contesto, che rappresenta la condizione necessaria per lo svolgimento del mandato, i principi attualmente salvaguardati dal Decreto in vigore sono quattro: A. EVITARE L’INGRESSO CASUALE DEI DOCENTI PER TRASFERIMENTO; B. DARE LA POSSIBILITÀ ALL’ISTITUTO DI SCEGLIERE, TRA I DOCENTI CHE DICHIARANO DI ADERIRE AL PROGETTO, LA PERSONA PIÙ ADATTA RISPETTO AI COMPITI DA SVOLGERE; C. DARE LA POSSIBILITÀ AL DOCENTE E ALLA SCUOLA DI FARE UN PERIODO DI PROVA PER VALUTARE LA CORRISPONDENZA TRA ASPETTATIVE E REALTÀ; D. DARE LA POSSIBILITÀ AL CAPO DI ISTITUTO DI VERIFICARE ANCHE NEL CORSO DEGLI ANNI LA COERENZA TRA L’AGITO PROFESSIONALE E LE FINALITÀ DEL PROGETTO DI RICERCA IN ATTO E QUINDI DI NON RINNOVARE EVENTUALEMNTE IL COMANDO LASCIANDO CHE IL DOCENTE RITORNI ALLA SUA SCUOLA DI TITOLARITÀ. Per garantire contemporaneamente le esigenze della scuola e la necessità dell’Amministrazione di mantenere un organico di istituto si chiede si salvaguardare per il futuro almeno i primi tre principi. Si propone quindi: Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 ο la stabilizzazione del personale di ruolo attualmente utilizzato, previa formale opzione da richiedere al docente; ο che Rinascita continui a non essere disponibile per trasferimento per i posti rimasti vacanti per normale turnover; ο che sia mantenuto l’istituto dell’utilizzazione limitato ad un anno solo per i nuovi docenti di ruolo in ingresso; ο che alla fine dell’anno l’insegnante, a fronte del parere favorevole del capo di istituto, possa chiedere di entrare in organico. ο che il primo anno di utilizzo possa essere considerato valido anche ai fini dell’anno di straordinariato nell’eventualità che si tratti di docenti appena immessi in ruolo. Per quanto riguarda le modalità di ingresso del docente siamo orientati a mantenere la procedura attuale migliorandone la fase della ricerca dei docenti, dando ad essa maggior trasparenza. Si propone pertanto: ο di prevedere una procedura di comunicazione ufficiale da parte dell’Ufficio Scolastico Provinciale per segnalare ai docenti delle altre scuole l’opportunità di presentare domanda per i posti vacanti, come già avviene nel caso dell’istituzione Sperimentale Pestalozzi di Firenze; la comunicazione e la possibilità di presentare la domanda può essere estesa a livello regionale o addirittura nazionale; ο la presentazione di una domanda al Collegio e al capo di istituto corredata da un curricolo professionale da parte del docente aspirante all’ingresso; la successiva individuazione della persona adatta da parte del collegio sulla base dei titoli e delle esperienze di lavoro in relazione ai compiti richiesti per quel posto nel Progetto (sul modello dell’individuazione delle persone per le funzioni strumentali); ο ο invio da parte del capo di istituto della richiesta di utilizzo all’Ufficio scolastico per la ratifica. Per quanto riguarda i supplenti annuali o temporanei si chiede la possibilità di nominarli in base alle competenze e ad una specifica richiesta dei docenti aventi titolo e non in base allo scorrimento di graduatoria (ad esempio per la cattedra di matematica e lettere da noi divisa nei due insegnamenti). Capo di istituto (ora nell’art. 5 e art. 7 DM 1984) Per quanto riguarda il capo di istituto si prevede la presentazione di una domanda con curricolo specifico di ricerca e formazione al Direttore Regionale Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 il quale prima di assegnare il comando acquisisce il parere del collegio sul curricolo. Direttore dei servizi Amministrativi e personale ATA Si propone che al momento della scelta della sede e della nomina il personale venga a conoscenza delle caratteristiche dell’Istituto e del Progetto organizzativo della scuola. 1.4 RISORSE FINANZIARIE Si richiede un finanziamento specifico al progetto di cui ci si riserva la quantificazione, anche in accordo con le altre scuole proponenti, per gli esperti che seguiranno le scuole, per i seminari di verifica nazionali e territoriali, per la documentazione anche multimediale e la pubblicazione dei risultati delle ricerche. Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 BIBLIOGRAFIA Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 Istituto Rinascita – Milano - Dicembre 2004 Pagina 12 di 139 AA.VV , La professione docente in Europa, Quaderni del Annali dell’ Istruzione n. 101, Le Monnier, Roma 2002 AA.VV , Europa e Istruzione, Quaderni del Annali dell’ Istruzione n. 102, Le Monnier, Roma 2003 AA.VV , La formazione degli insegnati nella scuola della riforma, Annali dell’ Istruzione n.1-2 , Le Monnier, Roma 2003 AIELLO M., DI CORI P., MARCHETTI L., PONTECORVO C:,ROSSI-DORIA M., La scuola deve cambiare, Ed. L’ancora del Mediterraneo, 2002 ANTONIETTI A., CANTOIA M., La mente che impara. Percorsi metacognitivi di apprendimento, La Nuova Italia 2000 ANDOLFI M., FORGHIERI MANICARDI P., Adolescenti tra scuola e famiglia. Verso un apprendimento condiviso, Raffaello Cortina, Milano 2002. BARBERO R., NERVO P. 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