La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 287
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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 287
IL NUMERO 287 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 05/11/15 17:17 Pagina 2 AUTOFFICINA CARBONIA di Diana Donatello + chilometri - salati Via Roma P.zza Matteotti InstallazIone ImpIantI Gpl a paRtIRe Da € 800 loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387 del Sulcis Iglesiente CARBONIA Cell. 329 4338541 - mail: [email protected] Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale Anno XX - N° 287 !$$ # $!#""#!$" #$#"$"!$# # ###$! ! # "$ #$""#$!!$##$!$$ #!"$" 31 Ottobre 2015 A tre anni e mezzo dalla cancellazione delle quattro province decisa dal referendum, non è stata ancora approvata la riforma I tempi infiniti della politica I Il percorso delle riforme non può essere fermato ma va assolutamente evitata una penalizzazione delle aree periferiche. l 6 maggio 2012 le quattro province istituite con la legge regionale n. 9 del 12 luglio 2001, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra e Olbia Tempio, nate con le elezioni dell’8 maggio 2005, sono state abrogate con il referendum regionale; il 28 giugno 2013 il Consiglio regionale ha approvato la legge n. 15 che ha disposto la nomina dei commissari e ha stabilito che entro trenta giorni il Consiglio regionale avrebbe dovuto approvare una legge di riforma organica dell’ordinamento degli enti locali. Oggi, a distanza di tre anni e mezzo dal referendum abrogativo e di quasi due anni e mezzo dall’approvazione dalla legge di riordino delle province, queste restano commissariate (la Giunta Pigliaru con la legge regionale n° 7 del 12 marzo 2015 ha sostituito i commissari nominati dalla Giunta Cappellacci con amministratori straordinari con poteri fino al 31 dicembre 2015) e la proposta di legge di riforma è ancora all’esame della commissione Autonomia. I tempi della politica mal si conciliano con quelli di una Sardegna che vive una delle fasi più difficili della sua storia recente. Si parla tanto, troppo, di riforme, ma quando si deve passare dalle parole ai fatti, i tempi diventano infiniti. Dal confronto in atto tra le forze politiche sulle proposte avanzate dalla Giunta emergono posizioni contrastanti. Si parla di area metropolitana, province di vaste dimensioni, unioni e fusioni di comuni. Il percorso delle riforme non può essere fermato ma va evitata una penalizzazione delle aree periferiche. Giampaolo Cirronis ALL’INTERNO Resta alto lo scontro sul servizio ADI di III livello Non si placano le polemiche sul Piano Sulcis I risultati del progetto dei GAL sull’Agrisociale Storie di vita e di miniera a San Benedetto Pagina 2 Pagina 3 Pagina 4 Pagina 5 Abbattiamo le barriere mentali sulla disabilità Il Cammino di Santa Barbara modello di eccellenza Il Carbonia al 2° posto, risale la Monteponi Partenza falsa per la VBA/Olimpia in B1 Pagina 6 Pagina 8 Pagina 11 Pagina 11 (2 x + 1)2 + (x + 2)(x + 1) = x + 2 CONCESSIONARIA E SERVICE Via Nazionale - Zona PIP 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64324 Via Roma, 51 09013 CARBONIA - Tel. 0781 64943 Via Bacco, 14 09030 ELMAS - CAGLIARI Tel. 070 242184 Via Parigi zona nord 09170 ORISTANO Tel. 0783 3766 www.laiautomobili.com Si impartiscono lezioni di matematica a studenti della scuola secondaria di 1° grado e del biennio della scuola secondaria di 2° grado Info: 391 1265423 (2 x + 1)2 + (x + 2)(x + 1) = x + 2 IL NUMERO 287 2-11.qxp_IL NUMERO 181 2/11 05/11/15 07:36 Pagina 1 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente Il commissario straordinario Antonio Onnis ha presentato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della ASL 7 «Lavoriamo per migliorare la sanità del Sulcis» I A Iglesias, intanto, resta alta l’opposizione al Piano da parte di associazioni, sindacalisti, consiglieri comunali e cittadini. l commissario della Asl 7 Antonio Onnis ha presentato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Al suo fianco, nella sala riunioni del Centro direzionale di via Dalmazia, a Carbonia, i sindaci di Carbonia e Iglesias, Giuseppe Casti ed Emilio Gariazzo, e Angelo Deidda, sindaco di Domusnovas e vicepresidente della conferenza socio-sanitaria. «Il mantenimento delle risorse assegnate per gli interventi di realizzazione di nuove opere e per l’innovazione delle strutture aziendali - ha spiegato Antonio Onnis - è vincolato alla stipula di un’obbligazione giuridicamente vincolante (OGV) entro il 31 dicembre 2015.» Antonio Onnis ha poi presentato il quadro dei lavori in corso. «La collaborazione con un valido pool di ingegneri - ha detto Onnis - ha consentito, tra l’altro, di gestire in autonomia, con risorse aziendali, lo sviluppo delle progettazioni preliminari degli interventi, con minori oneri economici e con tempi di acquisizione degli stessi decisamente più compatibili con le scadenze. Tutti gli interventi programmati e finanziati hanno già conseguito l’organizzazione giuridicamente vincolante o si trovano in uno stadio di sviluppo gestionale che ne assicura il conseguimento entro il 31 dicembre 2015.» All’ospedale Sirai di Carbonia per la manutenzione/revisione degli impianti del blocco operatorio è stata espletata una gara; l’allestimento tecnologico è stato aggiudicato ad una unica impresa per 1 milione di euro e la fornitura e posa in opera della dotazione tecnologica del blocco operatorio dovrà essere completata entro il 31 dicembre 2015, previa la conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria. Il blocco della nuova radiologia dovrà essere completato ugualmente entro il 31 dicembre 2015. è prevista, infine, la realizzazione della piattaforma per alta intensità di cure, destinata ad ospitare 11 posti letto di rianimazione, la Stroke Unit. l’UTIC e l’Osservazione Breve Intensiva (OBI), per la quale è in fase di predisposizione il progetto preliminare. «L’intervento - ha spiegato il commissario - è correlato alla complessiva riorganizzazione del sistema ospedaliero aziendale e in particolare al completamento della prima fase dei lavori al CTO.» Antonio Onnis ha poi esposto il quadro degli interventi in corso o programmati a breve scadenza al CTO di Iglesias. è stato indetto l’appalto di 4 milioni e mezzo di euro per la ristrutturazione della parte cosiddetta “bombardata”. Le offerte saranno valutate entro il 15 novembre e l’organizzazione giuridicamente vincolante è prevista entro il 1 dicembre 2015. Per l’ampliamento del CTO, i lavori sono stati finanziati con 6,9 milioni di euro con fondi ex art. 20 della legge 67/88 e sono stati appaltati al I raggruppamento temporaneo di imprese DCG srl - Tepor Spa. I lavori sono stati ultimati e, a seguito della rinuncia del collaudatore, è in corso l’iter per la nomina di un nuovo professionista. Il blocco operatorio del CTO è interessato da due interventi. I lavori sono stati finanziati per € 3.281.579,30 con fondi FSC 2007-2013, sono stati aggiudicati al RTI DCG srl - Tepor Spa ed è in corso l’iter per la nomina del collaudatore. L’allestimento tecnologico è finanziato con 2 milioni di euro sempre con fondi FSC 2007-2013. è in corso la gara d’appalto della fornitura, divisa in 13 lotti,. I lavori di realizzazione del Pronto Soccorso e Rianimazione del CTO sono stati finanziati per 2,2 milioni di euro con fondi FSC 2007-2013 e sono stati aggiudicati alla ditta DCG srl. è stata presentata istanza per la concessione edilizia. La successiva approvazione dei progetti definitivo ed esecutivo darà corso all’avvio dei lavori, la cui conclusione è prevista in circa un anno. è in fase di avvio, infine, l’intervento di adeguamento del pavimento con la realizzazione dell’opera e le caratteristiche minime della stessa; la disponibilità dell’area; la funzionalità spaziale e architettonica; pareri, nulla osta, autorizzazioni, assensi per la realizzazione dell’opera pubblica; stima dei costi e finanziamenti ed ipotesi di quadro economico. Al termine della conferenza stampa, sono intervenuti Giuseppe Casti, Emilio Gariazzo ed Angelo Deidda, che hanno avuto parole di apprezzamento per il lavoro svolto dal commissario straordinario ed hanno sottolineato come il rapporto sia decisamente migliorato rispetto al passato più o meno recente. A Iglesias, intanto, non si ferma la mobilitazione del fronte contrario alla riorganizzazione della rete ospedaliera approvata dalla Giunta regionale e al Piano del commissario della Asl 7, guidato dal Comitato per la salute del Sulcis Iglesiente. «La nuova rete ospedaliera voluta dalla Giunta regionale ed il Piano del commissario della Asl 7, cancella la sanità di Iglesias e Carbonia, un colpo di spugna sulla salute dei cittadini del Sulcis Iglesiente», hanno affermato La conferenza stampa del commissario della Asl 7 Antonio Onnis. della sala operatoria di Ostetricia (con rifacimento in resina) e dei relativi spazi comuni del sistema operatorio. I lavori dovranno essere realizzati entro 15 giorni dalla loro assegnazione. L’intervento è finalizzato alla realizzazione degli ambienti chirurgici per la oculistica. Per la realizzazione di tutti gli interventi ancora da realizzare al Sirai, al CTO e al Santa Barbara, sono necessari circa 10 milioni di euro, mentre sono poco più di quattro milioni e mezzo le risorse necessarie per gli interventi di ammodernamento tecnologico. Complessivamente sono necessari poco meno di 15 milioni di euro, per i quali la ASL 7 ha chiesto l’intervento della Giunta regionale. Antonio Onnis ha concluso sottolineando che non è stata affatto accantonata l’idea dell’ospedale unico per il Sulcis Iglesiente, per il quale è stato predisposto un documento preliminare alla progettazione. Il documento contiene precise indicazioni per gli obiettivi che si intendono perseguire le associazioni, i sindacalisti, i consiglieri comunali ed i cittadini che mentre Antonio Onnis esponeva lo stato dell’arte del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, si sono ritrovati nel palazzo comunale di Iglesias, nella sala Remo Branca, per approfondire il tema dei servizi sanitari nel Sulcis Iglesiente. Sono intervenuti: Manolo Mareddu che ha coordinato i lavori, Paride Reale, Alberto Cacciarru, Giorgio Madeddu, rappresentanti della Uil e della Cgil, Giancarlo Sias, Valentina Pistis, cittadini, ed ha chiuso i lavori Efisio Aresti. «Lo scenario prospettato dalla DGR 38/12, unitamente alle scelte del commissario della Asl 7 - è stato sottolineato nei vari interventi - di fatto hanno avuto come effetto quello di aumentare la mobilità passiva verso le strutture pubbliche e private del Cagliaritano che, inevitabilmente, porteranno lo stesso Sirai ad un ruolo di ospedale periferico di basso livello.». Giampaolo Cirronis I Riformatori ribadiscono la loro posizione sul futuro della sanità «Un ospedale unico per il Sulcis Iglesiente» l coordinamento dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente, anche alla luce della delibera con cui la Regione ha inteso ridefinire la rete ospedaliera, ha esaminato ancora una volta la situazione dei tre presidi ospedalieri del Sulcis Iglesiente (Sirai a Carbonia, Santa Barbara e CTO a Iglesias) con il proposito di considerare le prospettive della sanità nel territorio. La situazione è ormai chiara a tutti e speriamo anche possa esserlo la soluzione: • le proposte di riorganizzazione che si succedono non risultano in grado di garantire la qualità delle prestazioni alla quale hanno diritto i cittadini dalla gestazione alla fine della vita; • l’integrazione tra i presidi ospedalieri a causa delle condizioni strutturali e delle esigenze tecniche non è in grado di realizzarsi se non in modo parziale e precario così che ven- gono condizionate le prospettive di sviluppo della sanità nel Sulcis Iglesiente; • vi è una sola scelta risolutiva e in grado quindi di garantire la qualità Peppino La Rosa. e lo sviluppo del servizio sanitario: un nuovo ospedale, unico, come più volte ribadito dai Riformatori Sardi; • non vi è tra le strutture ospedaliere esistenti la possibilità di realiz- zare tale obiettivo se non con interventi strutturali molto ampi e costosi e con risultati incerti, considerate le condizioni della logistica e della impiantisca. è giunto il momento, sigg. sindaci, sig. commissario, sig. assessore, di puntare con assoluta determinazione alla costruzione del nuovo ospedale unico, in grado di garantire sia la migliore assistenza ospedaliera sia di liberare risorse per prestazioni diffuse nel territorio. è convinzione dei Riformatori Sardi che, di fronte alla determinazione del territorio, si possono trovare le soluzioni finanziarie, compresa una quota significativa di autofinanziamento, necessarie per la più importante e prioritaria infrastruttura di cui abbiamo bisogno: il nuovo ospedale unico per il Sulcis Iglesiente. Peppino La Rosa Coordinatore dei Riformatori Sardi del Sulcis Iglesiente Restano distanti le posizioni sul servizio ADI di III livello La Asl 7 ha avviato il nuovo servizio, contestato dai malati e dai familiari L Dopo la clamorosa protesta, il caso è arrivato in Regione. a protesta dei familiari dei pazienti affetti da Sla o da malattie neurodegenerative, aderenti all’associazione “Le Rondini” di Carbonia, dopo la clamorosa manifestazione di protesta messa in atto martedì 27 ottobre dai malati e dai loro familiari sotto la sede della Asl 7, in via Dalmazia, a Carbonia, in aperta contestazione del nuovo servizio avviato dall’Azienda sanitaria, conclusasi con un confronto con il commissario straordinario Antonio Onnis, il 29 ottobre è approdata nella commissione Sanità del Consiglio regionale che, dopo aver ascoltato in due distinte audizioni i rappresentanti dell’organizzazione ed il commissario della Asl 7, ha preannunciato con il suo presidente, Raimondo Perra (Cristiano popolari socialisti) un supplemento di istruttoria sulla vicenda, nonché l’audizione dell’assessore della Sanità, Luigi Arru, per tentare di ricomporre lo scontro in atto tra i familiari dei circa 40 pazienti e il commissario Asl sulla gestione dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi) di III livello. Il commissario straordinario nel suo intervento ha ripercorso le vicende che nell’ultimo decennio hanno caratterizzato la gestione dell’assistenza domiciliare nel Sulcis Iglesiente e non ha mancato di sottolineare problematiche e criticità tali a suo giudizio - da rendere necessaria una più efficace riorganizzazione del settore dell’assistenza domiciliare. Antonio Onnis, in particolare, ha definito “anomala” la situazione che vede i servizi dell’Adi svolti su base di disponibilità volontaria da personale medico e infermieristico dei reparti della Rianimazione e Anestesia degli ospedali di Carbonia e Iglesias, ricordando come una segnalazione anonima abbia poi portato all’apertura di un’inchiesta interna all’Azienda sanitaria locale n° 7, le cui conclusioni hanno condotto a provvedimenti sanzionatori e disciplinari a carico dei numerosi dipendenti coinvolti, per accertate irregolarità amministrative alcune delle quali riguardavano le dichiarazioni di presenza al lavoro. «Il vecchio sistema con cui venivano gestiti i servizi Adi - ha spiegato Antonio Onnis - presentava inoltre una palese illegittimità in ordine all’orario di lavoro, poiché molti degli operatori risultavano impegnati per più di 60 ore settimanali contro le 48 ore settimanali che rappresenta il termine massimo d’impiego consentito». Il commissario ha quindi affermato che il costo dell’Adi nel 2014 ha pesato circa 700 milioni sul bilancio della Asl 7, con 420mila euro di prestazioni infermieristiche aggiuntive e 58mila euro di rimborsi benzina. «Con le risorse sborsate per i servizi aggiuntivi - ha aggiunto Antonio Onnis - avremmo potuto coprire il costo di dodici nuovi infermieri.» «Non vogliamo più avvallare una gestione privatistica del servizio», ha insistito Onnis in riferimento alle motivazioni della recente protesta dei familiari dei pazienti che hanno impedito l’accesso ai nuovi operatori dell’assistenza domiciliare per chiedere che l’Adi della Asl di Carbonia, per i pazienti affetti da Sla o da malattie neurodegenerative, resti strettamente correlata con il reparto della Rianimazione. «Attualmente - ha spiegato il commissario straordinario nominato dalla Giunta regionale - è in vigore un sistema di gestione “misto” dell’assistenza domiciliare ma a partire dal 1° novembre sarà pienamente operativo il piano di trasformazione che si basa sulla costituzione di un apposito servizio (quindi non più collegato alla Rianimazione) con personale medico e infermieristico proprio e con la riqualificazione del ruolo del medico di Medicina generale.» Antonio Onnis ha anche dichiarato che nessuno degli operatori in servizio con il vecchio sistema di gestione dell’Adi ha offerto disponibili- 40 affetti da Sla o da malattie neurodegenerative nella Asl di Carbonia sia distaccata da quella delle cosiddette “cure palliative” e, dunque, dalla nuova gestione dei servizi proposta dal commissario Onnis. La delegazione ha quindi rivolto scuse personali ai medici e agli infermieri ai quali, per protesta, non è stato consentito l’accesso nelle abi- Anronio Onnis con il presidente dell’associazione Le Rondini Sanzio Bertolazzo. tà a lavorare nella nuova organizzazione e che quindi «l’azienda procederà anche d’ufficio per l’attribuzione del personale necessario». Rispondendo alle domande formulate, in particolare, dai consiglieri di Forza Italia, Ignazio Locci e Alberto Randazzo e dal consigliere di Sel Luca Pizzuto, sulla possibilità di una soluzione di mediazione, il commissario Onnis ha dichiarato: «Il ritorno al vecchio sistema di gestione dell’Adi è una soluzione impraticabile tazioni dei malati ma ha riconfermato il proseguo dello sciopero contro la nuova Adi della Asl n° 7, invitando quindi la commissione Sanità a farsi promotrice di tutte le iniziative necessarie per garantire un’adeguata e sicura assistenza domiciliare ai pazienti affetti da Sla e malattie neurodegenerative. Il presidente della commissione, Raimondo Perra, accogliendo anche le richieste in tal senso formulate dai consiglieri Locci (Fi) e Pizzuto Il commissario Onnis a confronto con il sindaco Casti. e, pertanto, non intravedo spazi di mediazione, anche perché la grande parte dei 1.500 dipendenti dell’azienda sanitaria n° 7 ci invita a procedere con la nuova organizzazione che è più efficace ed elimina le logiche del privilegio». La delegazione dell’associazione “le Rondini”, guidata dal presidente Emilio Sanzio Bertolazzo e dalla vice presidente, Franca Boi, ha ribadito di «avere a cuore soltanto l’interesse a garantire un’assistenza adeguata per i propri familiari in regime di Adi e di non voler entrare nel merito delle questioni di pertinenza della Asl n° 7 né tantomeno sulle problematiche interne alla stessa. Il progetto che sta portando avanti il commissario non è in linea con quello che vogliono le famiglie - ha sottolineato Bertolazzo - e noi vorremmo continuare ad avere un filo diretto con la Rianimazione nel momento dell’urgenza». Un’ulteriore richiesta riguarda «il bisogno di personale qualificato che segua gli assistiti e che sia disposto a intervenire tempestivamente». «I vertici della Asl - ha dichiarato Franca Boi - sembrano poi non tenere conto delle implicazioni di carattere psicologico che sui nostri malati ha il cambio degli infermieri e dei medici che si recano al nostro domicilio.» L’associazione ha quindi reiterato la richiesta che l’assistenza dei (Sel) e rimarcando la necessità di ricercare una soluzione al problema che da tempo vede contrapposta la associazione dei familiari con i vertici dell’Asl 7 ha quindi preannunciato la convocazione in audizione dell’assessore regionale Luigi Arru, nonché un supplemento di istruttoria della questione dell’Adi a Carbonia. La protesta dei familiari dei malati in ADI di III livello non si ferma. «Comprendiamo l’importanza e sosteniamo la necessità per la popolazione del nostro territorio di una nuova organizzazione quale il servizio di Hospice, terapia del dolore e cure palliative - si legge in una nota diffusa dall’associazione Le Rondini due giorni dopo l’audizione nella commissione Sanità del Consiglio regionale - ma contemporaneamente riteniamo e ribadiamo che i pazienti rappresentati dalla nostra associazione debbano seguire un percorso diversificato. Per la loro complessità e particolarità è indispensabile la presa in carico e la continuità assistenziale con le Rianimazioni affinché siamo accompagnati lungo tutto un percorso diagnostico e terapeutico appropriato, dal momento del ricovero fino alla “ospedalizzazione domiciliare” e non assorbiti in una struttura completamente distaccata ed indipendente.» IL NUMERO 287 3-10.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 13:06 Pagina 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 3 La Provincia del Sulcis Iglesiente Il presidente della Regione Pigliaru e il coordinatore regionale Cherchi hanno illustrato lo stato di attuazione del Piano Sulcis «Nessun progetto del Piano Sulcis è in stallo» I Dallo scorso mese di luglio è operativa nelle strutture della miniera di Monteponi l’unità di assistenza tecnica alle imprese. l presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e il coordinatore regionale per l’attuazione del Piano Sulcis, Tore Cherchi, hanno illustrato ai sindacati regionali lo stato di attuazione del Piano Sulcis aggiornato al 15 ottobre 2015. Nel corso dell’incontro, svoltosi nel palazzo di viale Trento a Cagliari, il presidente della Regione ha anche riferito in merito alle interlocuzioni in corso con il Governo su diversi temi: energia, continuità territoriale, infrastrutture contro il dissesto idrogeologico, istruzione e servitù militari. «Con Roma stiamo lavorando per costruire degli interventi - ha detto il presidente Francesco Pigliaru - che incidano prioritariamente sui divari determinati dall’insularità. Da parte del Governo c’è l’impegno a stringere i tempi per la messa a punto definitiva del Patto Stato-Regione». Il presidente ha quindi fatto il punto sul lavoro dei tavoli tecnici e politici attivati per il rilancio del settore industriale, che riguardano gli investimenti per il riavvio di Eurallumina e gli impegni (in primis sulla certezza e stabilità delle condizioni di mercato dell’energia) per la cessione e la messa in produzione dello smelter di alluminio di Alcoa. Il coordinatore del piano Sulcis, Tore Cherchi, si è invece soffermato sull’aggiornamento dei singoli punti del Piano. «Nessun progetto è in stallo - ha detto - nel passato sono stati accumulati ritardi che non possono essere eliminati. Dopo avere rimesso in moto i progetti, l’obiettivo è procedere speditamente». I fondi (europei, nazionali, regionali e provinciali) ammontano a 602,17 milioni di euro. Rispetto al precedente stato di attuazione di 6 mesi fa, si re- gistra una lieve diminuzione (-1,93 per cento). Le risorse sono soggette a variazioni e rimodulazioni in seguito al percorso di realizzazione degli interventi. La Zona franca urbana opera a pieno regime (il dettaglio nell’articolo a fianco). Va avanti l’iter autorizzativo per il progetto di costruzione di un impianto di cogenerazione alimentato a carbone di potenza termica pari a 285 MWt, infrastruttura preliminare alla ripresa produttiva della fabbrica. Intanto, è in corso la pratica te sviluppate le azioni che consentiranno di attuare i programmi relativi a infrastrutture per valorizzare i luoghi e per la produzione, la ricerca e la formazione. Il complesso di questa azione vale 55,7 milioni di euro. Le attività sono in concreto sviluppo e un ruolo decisivo lo sta avendo IGEA che è stata tolta dallo stato di liquidazione. Compiti importanti sono stati assegnati anche ai Comuni. Oltre agli interventi già previsti, so-no state istruite le azioni necessarie per la bonifica dell’area ex Sardamag. Francesco Pigliaru. Salvatore Cherchi. per la concessione di CIG straordinaria per il triennio necessario per l’investimento e l’avvio a regime dell’impianto. È anche in corso l’avviamento ai corsi di riqualificazione di 320 lavoratori, in funzione degli investimenti di Eurallumina. Sotacarbo (per cui il piano prevede interventi pari a 38,5 milioni con 30 ricercatori impegnati) ha approvato il piano di attività triennale. I ricercatori con contratto di lavoro precario sono stati stabilizzati. Da luglio è operativa a Monteponi l’unità di assistenza tecnica alle imprese. In questo periodo sono sta- Entro un mese sarà operativa la convenzione che affida il compito a IGEA (stanziati 5,5 milioni di euro). È stata raggiunta l’intesa tra Governo e Regione per riformare il decreto istitutivo e lo Statuto. La comunità del Parco ha approvato il testo, e la Regione ha fatto quanto di propria competenza. È stato definito anche il testo condiviso per l’Accordo di Programma sul Cammino di Santa Barbara che comprende itinerari con estensione di 400 chilometri. È pronta la delibera per l’avvio del primo programma finanziato con 600 mila euro. Duro attacco dell’Unione dei comuni del Sulcis al Governatore L «Non intendiamo tollerare scelte che non siano convidise dal territorio» ’Unione dei comuni del Sulcis attacca il governatore Francesco Pigliaru sul Piano Sulcis: «Non intendiamo tollerare scelte che non siano condivise dal territorio». «Vale la pena ricordarlo - sottolinea in una nota l’Unione dei comuni del Sulcis -, il 13/11/2012 si stipulò un protocollo d’intesa tra Governo e rappresentanti del Sulcis Iglesiente alla Grande Miniera di Serbariu; a tale protocollo presero parte e lo sottoscrissero, anche se con perplessità, dati i dubbi sul contenuto, i sindaci del territorio; sottoscrizione giustificata dalla speranza ed il fine di poter incidere concretamente nello sviluppo del loro territorio, fortemente minato da una crisi socio-economica che pareva non aver più alcuna possibilità di svolta. Il Governo e la RAS promisero rilevanti investimenti e, soprattutto, un nuovo modo di rapportarsi tra Stato, Regione e Comuni-Territorio da sintetizzarsi in un unico concetto: “La concertazione”.» «Il risultato del nuovo modo di concepire lo sviluppo - aggiunge l’Unione dei comuni del Sulcis - è stato quello di imporre un coordinatore, di istituire un sito RAS dedicato, nonché promettere l’esecuzione dei primi progetti esecutivi entro tre mesi dalla stipula del protocollo. Da allora i ritardi all’esecuzione del Piano sono allarmanti; eppure una qualsiasi persona può leggere nel sito RAS che “tale piano registra importanti progressi”; gli importanti progressi sono due anni di parole che non possono essere responsabilità della precedente Giunta, anche quello, ma soprattutto dell’attuale; gli importanti progressi sono visibili solo alla Giunta regionale ed al coordinatore, ma i territori compresi nel Basso Sulcis certamente non hanno visto, né ricevuto alcun rilevante beneficio da tali promesse-parole, salvo quel- li della fiscalità di vantaggio, null’altro. Ad oggi non esiste un solo cantiere avviato.» «I sindaci - aggiunge l’Unione dei comuni - sono diventati sempre di più delle semplici comparse per la RAS, sui quali scaricare responsabilità. Ci si chiede, ove siano finite le risorse per l’interconnessione tra i bacini, elemento concreto per lo sviluppo agricolo del Basso Sulcis; 50 milioni era l’intervento previsto: oggi la risorsa disponibile è scesa ad 1 milione; bando 99 IDEAS, si parla ancora di ideare, non di dare esecuzione a progetti concreti che diano risposte alla fame di lioni di euro, agli attuali 16 milioni.» «La delibera della Giunta nella premessa, chiarisce come la RAS, preso atto del protocollo d’intesa siglato in data 13/11/2012, Piano Straordinario del Sulcis, che aveva lo scopo di definire obiettivi e condizioni di sviluppo nel Sulcis; prende encomiabilmente atto, che adotta un atto in palese violazione dello stesso, perché ci si chiede, dove è stata la dovuta concertazione con i sindaci? Chi la sta attuando? Chi decide il futuro del Sulcis: i ministri, la Giunta, i burocrati e/o i suoi coordinatori?» «Il territorio del Sulcis - sotto- L’incontro del 13 novembre 2012 che si concluse con la firma del Piano Sulcis. occupazione e di sviluppo integrato. E, infine, non ultima, la delibera Giunta RAS n. 47/13 del 29/092015, che a conferma di quanto sopra e degli interventi strutturali; ha deliberato come ulteriore rimodulazione, i cosiddetti interventi strutturali sulla viabilità, competenza assessorato dei Lavori pubblici, ove gli interventi di adeguamento SS 195, strada di collegamento San Giovanni Suergiu-Giba (SS 195), messa in sicurezza Strada GibaNuxis-SS 293, hanno visto decurtare i finanziamenti già previsti dal Piano Sulcis, concordati con tutti i comuni del territorio, dai 30 mi- linea ancora l’Unione dei comuni del Sulcis - si interroga ancora una volta, sul perché si debbano subire tali imposizioni; perché non sono stati coinvolti i sindaci del Sulcis “previamente” per valutare ed esprimere il loro parere sulla rimodulazione degli interventi infrastrutturali, una delle speranze di sviluppo del loro territorio. Quando sono stati coinvolti i comuni del Sulcis - conclude la nota dei sindaci - per accettare la riduzione e/o l’utilizzo in altre parti della Regione delle risorse relative alla strategia di sviluppo atta a favorire l’agricoltura e il turismo?» Il coordinatore del Piano Sulcis ha presentato i dati al 15/10 I Tore Cherchi: «La fiscalità di vantaggio nel territorio è pienamente operativa» l coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, ha reso noto il documento stato di attuazione della fiscalità di vantaggio per le piccole e medie imprese del Sulcis Iglesiente, aggiornato alla data del 15 ottobre 2015. «L’applicazione del regime fiscale e contributivo di Zona Franca Urbana alle piccole e micro imprese del Sulcis Iglesiente è pienamente operativa. La ZFU ha carattere “sperimentale”: è la prima in Italia ad avere un’estensione provinciale mentre, di regola, riguarda aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita. Al bando, chiuso il 7 aprile 2014, sono seguiti i provvedimenti di attuazione (Decreti Direttoriali MISE del 17.04.2014 e del 2.05.2014) che hanno approvato gli elenchi delle imprese ammesse alle agevolazioni. I benefici fiscali e contributivi sono diventati disponibili a inizio estate 2014.» Le risorse assegnate ammontano a 124,95 milioni di euro, le imprese beneficiarie 4.375 (il 62,3% ditte individuali). Il 66,7% delle imprese ammesse al beneficio fiscale si concentrano in tre settori di attività economica: commercio e riparazione, costruzioni, alloggio e ristorazione. Al 2 settembre 2015 le imprese che hanno avviato la fruizione sono 3.282 (il 75,02% delle ammesse), l’importo concesso ammonta a 92,49 milioni di euro, l’importo fruito 31,2 milioni di euro (33,73% sul concesso). Le imprese che hanno avviato l’utilizzo del beneficio fiscale sono state categorizzate per classi di importo fruito: - il 22,8%, 747 unità, ha fruito tra il 60%-100% del beneficio loro assegnato. Si tratta sostanzialmente di ditte individuali (38,6%) e società di capitale (26,8%); - la maggior parte, il 57,9% - pari a 1.899 unità, ne hanno al momento usufruito solo sino al 30%; - le rimanenti 636 unità (il 19,4%) hanno utilizzato tra il 30%-60% del beneficio loro assegnato. Il decreto MISE del 10.04.2013 definisce le imprese di nuova o recente costituzione quali unità di micro e piccola dimensione che, alla data dell’istanza per le agevolazioni, si trovano nei primi tre periodi di imposta dalla data di costituzione dell’impresa. Il 12,8% delle imprese ammesse ad agevolazione sono unità di nuova o recente costituzione (561 unità), con un’agevolazione concessa bono il 70,7% degli importi fruiti via F24 (22,05 milioni di euro): Carbonia 24,7%, Iglesias 21,2%, Sant’Antioco 9,2%, Carloforte 6,9%, Domusnovas 4,6%, Portoscuso 4,1%. Ciò rispecchia la distribuzione delle unità produttive sul territorio. Nei medesimi 6 Comuni si colloca, infatti, il 70,03% delle unità locali della provincia di Carbonia Iglesias con il 77,1% del numero degli addetti. Il decreto MISE del 10.04.2013 all’articolo 19 definisce i casi/situazioni e modalità secondo cui le agevolazioni concesse vengono revocate. Tra queste, ad esempio, l’ac- pari a 24,8 milioni di euro (il 19,9% degli importi complessivi assegnati alla misura) Oltre la metà (57,2% - 321 unità) delle nuove/recenti imprese hanno avviato la fruizione e utilizzato 3,07 milioni di euro di beneficio fiscale (il 9,8% del totale fruito dalle imprese che hanno complessivamente avviato l’utilizzo del beneficio fiscale). Il 67,8 delle 3.282 imprese che hanno avviato la fruizione del beneficio fiscale sono localizzate in 6 Comuni della Provincia ed assor- certamento dell’insussistenza dei requisiti previsti per l’accesso alle agevolazioni, il trasferimento dell’attività economica al di fuori della ZFU prima dei 5 anni previsti dalla data di accoglimento dell’istanza di agevolazione, ecc. Sono 183 i preavvisi di revoca accertati al 2.09.2015, pari al 4,2% delle imprese ammesse al beneficio fiscale dai decreti di concessione. 3,69 milioni di euro gli importi in fase di revoca, pari al 2,95% del totale delle agevolazioni concesse. La posizione di CGIL, CISL e UIL sullo stato di attuazione V «Lo snellimento della gestione burocratica è decisivo per lo sviluppo del Piano Sulcis» enerdì 16 ottobre alla Presidenza della Regione ci è stato illustrato lo stato di attuazione del Piano Sulcis sul quale, la stessa presidenza, ha emesso una nota stampa che riassume gran parte della propria comunicazione. Per parte nostra abbiamo evidenziato il nostro rammarico sui tempi, in capo al Governo nazionale, per dare corpo ed esigibilità al Protocollo d’Intesa, sottoscritto con la Glencore l’8 novembre dello scorso anno, e indispensabile per dare avvio alla vera trattativa per la cessione e la ripresa della produzione dello stabilimento ex Alcoa. Abbiamo inoltre rimarcato come i ritardi nell’applicazione delle procedure, nell’elaborazione, nell’iter progettuale ed esecutivo degli interventi e nel processo burocratico / autorizzativo, seppure in parte derivati dalla precedente legislatura e difficilmente recuperabili, mal si conciliano con la pesantissima situazione del territorio. Situazione economica, sociale ed occupazionale che peraltro è ulteriormente aggravata dall’assenza di qualsiasi ripresa del lavoro e dalla fuoriuscita di migliaia di persone dal sistema degli ammortizzatori sociali. Ritardi che rischiano poi di por- tare a perdere gran parte delle risorse poiché trattasi di Fondi europei, nazionali, regionali che hanno tempi di attuazione con scadenze ben definite. Per questo occorre assolutamente operare, vigilare ed evitare che i progetti su opere infrastrutturali, ad esempio della rete stradale e del nuovo collegamento per Sant’Antioco, che stanno in capo ad Agenzie sotto il diretto controllo dello Stato, vengano portati a compimento entro i limiti di tempo che sono fissati al mese di giugno del 2016. Evitando cioè che all’eventuale e ragionevolmente non impossibile danno, si aggiunga la beffa delle penalizzazioni e della cancellazione delle risorse. Abbiamo poi sollecitato una maggiore attenzione e decisione per andare incontro alla realizzazione delle infrastrutture e della ricettività necessaria per provare a dare avvio alla valorizzazione dell’economia di sistema nel settore turistico. Su questo tema abbiamo ricordato l’esito della riunione tenutasi alla Presidenza della Regione nello scorso mese di marzo, nella quale il complesso delle rappresentanze istituzionali e sociali del territorio ha unanimemente espresso il proprio parere favorevole verso la prima decina di progetti pubblici e privati, presentati dai sindaci e dal coordinatore del Piano Sulcis. Infine, anche considerata la premessa fatta dal Presidente sul sistema dei trasporti ferroviari in Sardegna, abbiamo evidenziato la situazione oramai intollerabile del trasporto ferroviario del territorio, il quale è peraltro l’unico mezzo pubblico di mobilità e senza alcuna alternativa, da e per il Sulcis Iglesiente. La riunione, per noi positiva sul merito del riconoscimento delle difficoltà e sulla condivisione della necessità di dare un nuovo impulso all’attuazione e l’implementazione del Piano Sulcis, si è conclusa con l’impegno di riprendere urgentemente, in riunione specifica con i sindaci del territorio, la discussione sulla tematica del turismo con gli annessi e connessi; di attivare 2 tavoli specifici sul tema delle infrastrutture e del trasporto ferroviario; e in ultimo di affrontare il tema dello snellimento della gestione burocratico/autorizzativa che è e rimane lo snodo fondamentale per lo sviluppo delle attività del Piano e per la ripresa e lo sviluppo dell’economia e del lavoro nel Sulcis Iglesiente. Roberto Puddu (CGIL) Fabio Enne (CISL) Daniela Piras (UIL) IL NUMERO 287 4-9.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 12:57 Pagina 1 4 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente Si è concluso il 26 ottobre con un evento all’Anfiteatro della Regione, a Cagliari, il progetto organizzato dai Gruppi di Azione Locale Agrisociale: coltiviamo cittadinanza I L’iniziativa ha coinvolto il GAL Sulcis (capofila), il Gal Sarrabus Gerrei Trexenta, il GAL Linas Campidano e due GAL finlandesi. l 26 ottobre la sala anfiteatro della Regione Sardegna, a Cagliari, ha ospitato l’evento di chiusura del progetto “Agrisociale: Coltiviamo cittadinanza - Cultivating citizenship”, organizzato dal GAL Sulcis Iglesiente Campidano e Capoterra di Cagliari in qualità di capofila e dai partner GAL Sarrabus Gerrei Trexenta e GAL Linas Campidano. Il progetto ha avuto un respiro internazionale, con il coinvolgimento di due GAL finlandesi, con i quali per tre anni c’è stato un continuo scambio di esperienze. I lavori sono stati aperti dall’intervento di Luciano Cristoforo Piras, presidente del GAL Sulcis e dell’Asso-GAL. I dirigenti dei tre GAL hanno poi presentato i risultati del progetto Agrisociale e della “Carta dei principi dell’agricoltura sociale”, caratterizzato da un processo partecipativo dal basso che ha fatto continuo riferimento alle esigenze dei territori e degli imprenditori agricoli ed è stato analizzato lo stato dell’arte dell’agricoltura sociale in Sardegna, con il contributo di numerosi operatori presenti. Hanno seguito i lavori anche numerosi sindaci dei comuni coinvolti (per il GAL Sulcis erano presenti i sindaci di Teulada Daniele Serra, di Santadi Elio Sundas, di Sant’Antioco Mario Corongiu, di Masainas Ivo Melis e di Villaperuccio Antonello Pirosu). Sono intervenute Maria Giuseppina Cireddu, direttore del Servizio Sviluppo dei territori e delle comunità rurali, che ha presentato le azioni a favore dell’agricoltura sociale previste dal Programma di Sviluppo Rurale regionale 2014-2020; e Francesca Giarrè, rappresentante del CREA (Consiglio per la ricerca economica in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, ex INEA), che ha illustrato la legge nazionale approvata recentemente. Hanno portato le loro esperienze i presidenti degli altri due GAL, Alessandro Congiu per il GAL Sarrabus Gerrei Trexenta ed Antonio Marrocu per il GAL Linas Campidano. Quest’ultimo ha rimarcato gli ostacoli posti al lavoro dei GAL dal- Serena...Mente, realizzato con i giovani che hanno partecipato al progetto. L’evento rientra nelle attività del progetto di cooperazione transnazionale “Agrisociale: Coltiviamo cittadinanza - Cultivating citizenship”, che ha visto impegnati in un percorso partecipativo di oltre un anno di attività, tre Gruppi di azione locale sardi e due finlandesi: il GAL Sulcis Iglesiente Capoterra e Campidano di Cagliari (capofila del progetto); il GAL Sarrabus, Gerrei L’evento svoltosi nell’anfiteatro della Regione Sardegna, a Cagliari, la macchina burocratica che costituisce un fortissimo limite anche allo sviluppo delle imprese che spesso sono portate ad abbandonare la attività per i tempi infiniti nell’espletamento delle pratiche e per le enormi difficoltà nell’accesso al credito. L’incontro si è concluso con un confronto sulle opportunità offerte dalla programmazione unitaria tra le diverse strutture regionali competenti e la proiezione di un filmato, e Trexenta; il GAL Linas Campidano; il GAL SILMU; il GAL SEPRA. Sono stati realizzati workshop transnazionali e regionali, attività di visit inspection e di educational tour e coinvolti attori provenienti dai settori pubblico e privato. Il progetto rientra nella misura 421 del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sardegna (periodi di programmazione 2007-2013). Giampaolo Cirronis Il Consiglio comunale di Sant’Anna Arresi ha approvato il Piano I Ok alla gestione del SIC del promontorio, delle dune e della zona umida di Porto Pino l Consiglio comunale di Santa Anna Arresi ha approvato il nuovo Piano di gestione del Sito di Interesse Comunitario (promontorio, dune e zona umida di Porto Pino, che comprende oltre Sant’Anna Arresi, anche Masainas e Teulada), del quale è Comune capofila. L'obiettivo generale dei SIC, è quello di «salvaguardare e tutelare le caratteristiche ambientali e gli equilibri ecologici degli habitat e degli ambienti florovivaistici e faunistici presenti del sito, nonché di valorizzare le risorse storico-culturali attraverso azioni di recupero e riqualificazione di edifici, strutture e infrastrutture atte alla fruibilità eco-sostenibile del sito». Tale obiettivo, in ottemperanza alla direttiva comunitaria Habitat nell’ottica della sostenibilità ambientale, è orientato al risultato della «riduzione della frammentazione di numerosi habitat, riduzione di disturbi causati alla fauna e incremento della sensibilità verso le problematiche ambientali», alla «riduzione degli effetti degli impatti dovuti al flusso veicolare sugli habitat e le specie presenti nel sito» e, in particolare, nella spiaggia di Porto Pino, ad «arginare i fenomeni di erosione ed impatto antropico». I «Poiché la parte del Sic appartenente al territorio di Teulada ricade in zona militare (anch’essa SIC a sua volta) - dice Emanuela Pilloni, consigliera di maggioranza - sarebbe auspicabile, per una più efficace ed efficiente gestione, se l’intera area di Il golfo di Porto Pino. nostra pertinenza (dune comprese quindi) entrasse nella piena disponibilità dell’ente gestore piuttosto che farci assistere impotenti al passaggio di mezzi militari e bombardamenti quotidiani sulle nostre bellissime coste, il cui impatto sulla sostenibilità, a mio avviso non è “ottemperante” alla direttiva che impone la riduzione degli “elementi di disturbo”.» Il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Gianluigi Rubiu, intanto, ha presentato un’interpellanza rivolta al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore regiona- le del Turismo, Francesco Morandi, per conoscere «quali particolari parametri hanno portato all’esclusione della spiaggia di Porto Pino, sito di interesse comunitario, dalla Carta delle spiagge della Sardegna, redatta dall’assessorato regionale del Turismo.» Prestigioso incarico per il giovane presidente del Consiglio di Iglesias Mauro Usai è stato eletto nell’Anci Giovani l 26 ottobre, a Ghilarza, si è riunita l’Assemblea congressuale regionale dell’Anci Giovani aperta a tutti i giovani amministratori sardi dai 18 ai 35 anni. Durante l’assemblea, Mauro Usai, 26 anni, presidente del Consiglio comunale di Iglesias (carica che ricopre dall’inizio della consiliatura, 28 giugno 2013), è stato eletto componente del coordinamento regionale Anci Giovani. Faccio i migliori auguri al presidente Usai - dice il sindaco Emilio Mauro Usai. Gariazzo - per questo importante incarico al servizio di tutti i comuni sardi che sono certo saprà svolgere con la passione e l’entusiasmo che caratterizzano la sua attività amministrativa.» «Mi sento onorato - commenta il presidente Usai - di far parte del coordinamento regionale Anci giovani. Farò del mio meglio per promuovere la formazione dei giovani amministratori sulle tematiche dell’innovazione e delle smart city.» A Il 23 ottobre Iglesias ha ricordato la storica visita del 1985 Il messaggio di Papa Wojtyla è sempre attuale Nella miniera di Monteponi è stata inaugurata una lapide. 30 anni dalla storica visita di Papa Giovanni Paolo II a Iglesias, è stata inaugurata una lapide sul piazzale Giovanni Paolo II, nella miniera di Monteponi. Hanno presenziato, tra gli altri, il vescovo, mons. Giovanni Paolo Zedda; il sindaco e il vicesindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo e Simone Franceschi, le massime autorità militari del Sulcis Iglesiente e rappresentanti dei lavoratori del settore minerario. Al termine, alle 18.00, al Centro culturale di via Cattaneo, si è svolto un incontro, introdotto dal vescovo di Iglesias, mons. Giovanni Paolo Zedda, con la proiezione del filmdocumentario sulla visita di Giovanni Paolo II a Iglesias, realizzato dalla SarFilm di Salvatore Sardu. Dopo il saluto del sindaco, Emilio Gariazzo, don Roberto Caria, docente di Morale sociale alla Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha tenuto una relazione su “Il lavoro nella dottrina sociale da Giovanni Paolo II a Francesco”. Successivamente sono intervenuti alcuni ospiti testimoni della visita di Papa Wojtyla. I lavori sono stati coordinati dal giornalista Ottavio Olita. La giornata è stata organizzata dalla diocesi di Iglesias, con la collaborazione di Igea Spa e del comune di Iglesias. Giovanni Paolo II con i minatori nella galleria di Monteponi. La lapide inaugurata sul piazzale Giovanni Paolo II. Il progetto di due giovani fotografi sulcitani sulla città di Carbonia È La mostra fotografica “La città del carbone” dall’8 al 23 novembre a Sorachi, in Giappone in programma dall’8 al 23 novembre a Sorachi, in Giappone, la mostra fotografica su Carbonia “La città del carbone”. Le fotografie sono di Lorenzo Uccheddu e dell’assistente Ester Lai. La mostra è stata realizzata da Sora-degna Project (J.I. Exchange Inc.), Sorachi Carbon Memorial Center, con i patrocini dell’Ambasciata italiana in Giappone, del comune di Carbonia, del comune di Iwamizawa, del comune di Mikasa, della prefettura di Sorachi, dell’associazione italo-giapponese dell’Hokkaido. Le foto storiche sono state fornite dal comune di Carbonia, Grande Miniera di Serbariu (Centro Italiano della Cultura del Carbone). L’evento fotografico sulla miniera di Carbonia sarà il primo di una serie di eventi che aiuteranno a scoprire due aree ancora reciprocamente sconosciute: da una parte la provincia di Sorachi (Hokkaido) per gli italiani e dall’altra l’isola della Sardegna per i giapponesi. Il progetto Sora-degna (un gioco di parole che deriva dai nomi delle due località: Sora-chi e Sar-degna) è nato con il proposito di costruire rapporti di amicizia e scambi culturali tra queste due aree. L’idea nacque quando Davide Uccheddu (origini sarde, residente nella città di Mikasa e direttore della ditta J.I. Exchange Inc.) vide casualmente per la prima volta una mappa della provincia di Sorachi a un evento vinicolo. Il primo pensiero che gli sorse fu il seguente: «Perché in un’azienda vinicola giapponese è presente una cartina della Sardegna?». Ci volle un po’ di tempo per capire che quella non era una mappa della Sardegna ma, bensì, della provincia di Sorachi. Sorpreso dalla similitudine tra le forme delle due zone, Davide Uccheddu iniziò a informarsi trovando diversi punti in comune: storia del carbone (con porti e ferrovie che nacquero solo per trasportarlo), agricoltura, presenza di aziende vinicole importanti e in ultimo, ma non per importanza, il fatto che queste due zone sono considerate posti turistici per eccellenza per il loro patrimonio naturale. Inoltre, sfogliando vari reperti storici, Davide Uccheddu notò che il primo europeo a mettere piede in Hokkaido fu proprio un italiano nel lontano 1618. Il suo nome è Girolamo De Angelis, evangelizzatore gesuita. Attualmente nella prefettura dell’Hokkaido ci sono diversi gemellaggi con città estere: 25 con città canadesi, 23 con città americane, 17 con città russe, 12 con città cinesi ecc… Purtroppo però non è ancora eventi ma reputo questo progetto particolarmente significativo. Davide ha avuto una bellissima idea; inizialmente ero incredulo, poi le cose pian piano si sono fatte più concrete, Davide ha contattato tutti gli enti che hanno accolto con entusiasmo il nostro progetto e da quel momento mi son gettato a capofitto sul lavoro. Per questo devo assolutamente ringraziare lui ma anche il direttore della Grande Miniera di Serbariu, Mauro Villani, per la disponibilità concessami sin dai primi giorni di lavoro, per tutti i chiarimenti e la stupenda esperienza all’interno della miniera stessa.» La Grande Miniera di Serbariu vista da Monte Sirai. presente una connessione con nessuna città italiana. Questo progetto è nato proprio con la speranza di un futuro rapporto interculturale e di un eventuale gemellaggio. ”Sora” in giapponese significa “cielo azzurro”. “Sora-Degna”, “degna del cielo azzurro”. Due parole che ci esprimono il valore nascosto di questi due territori ancora tutti da scoprire. «La mia passione per la fotografia - spiega Lorenzo Uccheddu - nasce fin da quando ero bambino. Solo dieci anni fa ho acquistato la mia prima reflex ed ho iniziato a capire quali fossero veramente le difficoltà e i divertimenti della fotografia. Ho collaborato diverse volte per tanti La mostra sarà ulteriormente arricchita da una conferenza sulla Sardegna che verrà presentata in tutte le sue vesti più belle: dalla parte storico-culturale (argomentata dalla mia assistente e compagna di viaggio Ester Lai - dott.ssa in Beni culturali e studentessa del Corso di laurea Magistrale in Archeologia e Storia dell’Arte dell’università di Cagliari), si proseguirà con un excursus sui parchi regionali, nazionali, i monti, i mari e, naturalmente, le miniere del Sulcis, non dimenticando il vero obiettivo principale del progetto: La Grande Miniera di Serbariu. Giampaolo Cirronis www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com IL NUMERO 287 5-8.qxp_IL NUMERO 181 3/10 05/11/15 07:10 Pagina 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 5 La Provincia del Sulcis Iglesiente Nel 1941 una frana abbatté una casa e seppellì una giovane donna nel borgo minerario del comune di Iglesias Storie di vita e di miniera a San Benedetto S Nonostante i soccorsi immediati, per Gina Melas non ci fu niente da fare e il suo corpo venne ritrovato sotto le macerie. ono trascorsi quarantaquattro anni da quando conobbi ziu Giginu, al secolo Luigi Garau, classe 1919, minatore, Giuseppe Mura. tubista, magazziniere, nonché autista e custode di una “Apecar 50 ”, il mezzo di locomozione per apparecchiature e persone, in forza al reparto strumentazione dello stabilimento di produzione piombo e zinco della società Ammi spa. Era il 1971, io di anni ne contavo 25 e lui 51. Maistru Giginu, come lo chiamavano, amichevolmente ma rispettosamente, gli operai del laboratorio strumenti a cui era stato assegnato in qualità di attrezzista tuttofare, o signor Garau, come lo chiamai io per tutta la vita, per rispetto verso la sua età che mi pareva allora quasi veneranda. Con la barba sempre di tre giorni, prima che quella lunghezza divenisse di moda, lo sguardo che ti fulminava da sopra gli occhialini da lettura appollaiati sulla punta del naso e un berrettino da ciclista calato sulla fronte, incuteva una certa soggezione anche se poi, lo scoprii più in là nei mesi e negli anni passati a lavorare insieme, aveva un cuore grande ed un animo gentile. Era stato assegnato al servizio strumentazione, presso cui lavoravo come assistente tecnico, dai “Servizi Generali” reparto in cui, provvisoriamente, venivano “parcheggiati” gli operai anziani provenienti dalle miniere metallifere del territorio, che già in quegli anni cominciavano a subire gli effetti di una crisi che avrebbe portato alla loro definitiva chiusura. Erano considerati dei “ferrivecchi” della forza lavoro, delle persone da rottamare, si direbbe oggi parafrasando un termine divenuto di moda recentemente, troppo vecchi per essere riconvertiti in operai specializzati, troppo giovani per poter essere collocati a riposo. Ad accompagnarlo in ufficio fu ziu Annibale, il responsabile del servizio di sorveglianza, anche lui proveniente dalle miniere; ex operaio che aveva saputo crearsi una discreta posizione come persona di fiducia della direzione, grazie alla notevole intelligenza e capacità di trattare con gli ex minatori dei quali godeva la fiducia e il rispetto. Anche al signor Annibale spettava il titolo di ziu, che in Sardegna si attribuiva a tutte le persone di una certa età, meritevoli di rispetto, così come quello di maistu o maistru, secondo una variante di pronuncia sulcitana, apparteneva di diritto a coloro che esercitavano una professione riconosciuta pubblicamente; così c’era il muratore, su maistu de muru, il falegname, su maistu de linna, il carpentiere costrittore di carri, su maistu de carru e così di seguito. Fatte le presentazioni, il signor Annibale lo indicò con le poche dita che gli restavano in una mano a cui ne mancavano buona parte, ricordo di un antico infortunio causato dalla corrente elettrica ad alta tensione che passava in un cavo quando non avrebbe dovuto circolarvi, e sorridendo disse, aggiustandosi con la mano integra il berretto sulla fronte, in un gesto che gli era abituale: Parri mau ma esti scetti leggiu. Sembra cattivo ma è solo brutto. Era una battuta che poteva permettersi, in virtù di un’antica amicizia nata fin da quando, bambini, ruzzolavano insieme dietro una palla di pezza nella polvere del borgo Minerario di San Benedetto. Una sorta di ringhio da parte di Gigino e una risatina educata degli altri presenti concluse la presentazione. Imparai, con il tempo che maistru Gigino, che per anni aveva fatto, come secondo lavoro, il barbiere nel paese minerario di San Benedetto e, come è noto, le barberie del paese, ritrovo obbligato dei maschi del borgo, erano il ricettacolo delle storie e dei pettegolezzi del luogo, custodiva, dietro quella fronte accigliata, storie di miniera e di vita degli abitanti del paese nato e sviluppatosi a “bocca di pozzo”. Signor Garau, dalle chiacchiere dei suoi clienti e dalla sua lunga esperienza di lavoro, custodiva, ben ordinati e catalogati nell’archivio della memoria, una quantità di aneddoti e storie che poi passava, a me che lo sollecitavo a raccontare, in pillole di saggezza condite da una discreta dose di ironia. Ripercorsi, attraverso le sue parole, la storia di un celebre bandito che imperversò nelle campagne del Sulcis Iglesiente, uccidendo chiunque sospettasse di delazione, taglieggiando pastori e contadini finché, nel 1937, trovandosi malato, fu costretto a chiedere aiuto, lui così orgoglioso e pre- Luigi “Gigino” Garau. potente, ad un pastore che aveva un ovile nella zona di Carraras, ai piedi del Marganai, il massiccio montuoso che caratterizza il paesaggio dell’Iglesiente. Scontò però il fio della sua passata crudeltà, perché il pastore, un seunese che pascolava un gregge di pecore nelle campagne dell’Iglesiente con suo figlio, ben sviluppato fisicamente ma con il cervello di un bambino, tant’è che veniva chiamato con il soprannome di “pagus allegas”, attese che la malattia facesse il suo corso; pare, infatti, che il brigante fosse malato di tubercolosi, poi quando lo San Benedetto. vide completamente spossato e in fin di vita, lo finì a pugnalate con l’aiuto del figlio, quindi, lavatosi il sangue dalle mani, andò a chiamare i carabinieri per intascare la taglia. I suoi ricordi non sempre avevano conclusioni così tragiche, erano, talvolta, storie capaci di mostrare spicchi di vita degli abitanti di un borgo minerario negli anni precedenti la seconda guerra mondiale: Ziu Angiuleddu Congia, faceva di professione “su carradori”, carriolante, ovvero conduttore di carri, per il trasporto del minerale, dipendente della società mineraria, concessionaria del giacimento di Montevecchio, Si trattava di carri trainati da gioghi di buoi, animali enormi dalle grandi corna lunate e di pelo rossiccio-bruno, dei quali era responsabile e che accudiva con una cura che rasentava l’affetto. Dodici gioghi, 24 buoi che si alternavano nel traino dei carri e che Angiuleddu chiamava ed incitava per nome; nomi che erano poi dei vezzeggiativi, presi a prestito dalla natura o dalla fervida fantasia del carriolante: gravellu, garofano, maccu tottu, tutto matto, graziosu, carino o barrosu, prepotente. Ziu Congia era magro e secco come uno stecco, ma assolutamente vitale, oltre ad essere un apprezzato carradori. Aveva un fisico asciutto, lui, mentre sua moglie, zia Battistina, era robusta e prosperosa. Insieme formavano una copia che costituiva un vanto per l’intera comunità sanbenedettese, avendo raggiunto il primato di aver messo al mondo ben 17 figlioli, dei quali 14 viventi, meritandosi, con ampio distacco dalla seconda coppia, la medaglia che Benito Mussolini, concedeva ai padri delle famiglie numerose e la nomina, questa meno ufficiale, che veniva loro affibbiata dai compagni di lavoro e d’osteria di Cavalieri di braghetta. La consorte, commai Battistina, oltre che essere una fattrice generosa era anche massaia infaticabile. Dopo i primi parti, infatti, che le servirono di “rodaggio”, quando restava in cinta, cosa ormai consueta per lei, lavorava fino all’ultimo minuto prima del parto. Si raccontava che alcune volte le capitò di avere le doglie mentre si trovava al fiume a lavare i panni e, quando le fitte raggiunsero la frequenza critica, chiese ad una delle altre donne, che come lei erano al fiume per sciacquare con la liscivia la biancheria, di badare al suo bucato per un poco e si avviò, da sola, su per il sentiero sassoso verso casa. Appena sgravatasi agevolmente da quel fardello, lavato e fasciato il nuovo componente della tribù Congia, lo affidò alle cure della figlia maggiore, già ammaestrata alla bisogna, e tornò, come se nulla fosse, al fiume per finire il lavaggio dei panni. Non passò molto tempo che Benito Mussolini, per premiare tanta dedizione nel procreare giovani vite alla Patria, assegnò ad Angiuleddu un podere nella zona tra Barbusi e Barega. Erano di questo tenore gli avvenimenti che, fino allo scoppio della guerra, nel 1940, avevano animato le chiacchere da barberia che Gigino ascoltava e riponeva subito negli scaffali della memoria; poi l’entrata in guerra dell’Italia aveva sconvolto, non solo le chiacchiere della sera, davanti a un bicchiere di vino novello, ma anche le vite dei minatori che attendevano da un momento all’altro l’arrivo del postino con la fatidica “cartolina” di richiamo. Nel 1941, quando già da tempo, tanti giovani erano partiti per la guerra, si paventava l’arrivo di un’auto dei carabinieri d’Iglesias a portare la notizia che una giovane vita era andata perduta. Purtroppo, non solo la guerra poteva gettare nel lutto una famiglia, ma talvolta ci si metteva di mezzo, la fatalità o il destino o comunque lo si voglia chiamare. le otto quando, avvolta in un ampio scialle di pesante lana bruna, si avviò, a passi rapidi lungo lo sterrato che dal paese saliva, attraverso il canalone che separava il colle di Montixeddu da Monte Perda, fino ai pozzi uno e due, detti di San Giovanni. Arrivò sullo spiazzo davanti all’ingresso delle gallerie ansante per l’ascesa e, salutate con un cenno le cernitrici di minerale che dalle sei del mattino, lavoravano sedute intorno ad un lungo tavolo, separando manualmente sassi di minerale buono da quelli di sterile, si avviò lungo il sentiero che fiancheggiava i binari, sui quali, un grosso cavallo trainava una lunga fila di vagoncini colmi di calamina, fino al piano inclinato da dove Il macigno che distrusse la casa e finì sul fondo del canalone. *** Era il mese di febbraio del 1941 quando, fischiettando piano per non disturbare il resto della famiglia che ancora dormiva, Gigino scivolò in cucina dove sua madre, già in piedi aveva appena posato sul tavolo una tazzona colma di latte fumante, vi inzuppò un bel pezzo di pane raffermo di qualche giorno, poi con invidiabile appetito consumò la sua colazione quindi, staccata dal gancio la candela a carburo, uscì nell’aria buia del primo mattino, unendosi ai gruppi Il rudere della casa. di minatori diretti, come lui ai diversi cantieri minerari. Nonostante quella stessa mattina, poco più tardi, facesse ancora molto freddo, il sole che brillava tra le foglie gocciolanti rugiada degli alberi, preannunciava una giornata serena, fredda ma luminosa e presto sarebbe arrivata la primavera. Isabella, la sorella minore di Gigino, si era svegliata presto quando aveva sentito chiudersi la porta alle spalle del fratello che usciva a fare il suo primo turno in miniera, ma era rimasta a crogiolarsi, ancora un poco, sotto le coltri tiepide, godendosi il gradevole calduccio del letto. Si svegliò definitivamente quando i primi raggi di sole si fecero strada tra le fessure dell’impannata. Si alzò allora e si vestì rapidamente rabbrividendo per il freddo del pavimento a contatto dei piedi nudi. La campana della chiesetta batteva il minerale sarebbe stato calato fino alla laveria più a valle. Percorse la massicciata che proseguiva lungo il costone del monte fino alla casetta dove, il guardiano della polveriera abitava con la sua famiglia e, senza bussare, spinse la porta entrando direttamente nella piccola cucina; era quella l’abitazione dove, in tempi normali, insieme al padre, la madre e la sorella, viveva Silvio, su sposu, il suo fidanzato “ufficiale”. Non erano però quelli tempi normali perché, essendo l’Italia in guerra, il giovanotto, si trovava sotto le armi. Il custode della polveriera, Antoniccu Melas, il futuro suocero di Isabella, aveva avuto quel lavoro in quanto ex combattente della Grande Guerra e, insieme al lavoro, l’uso della modesta casa a pochi metri dalla polveriera. Il suo compito specifico era quello di fare la guardia agli esplosivi, aprendo la porta metallica del deposito solo alle persone autorizzate dalla società mineraria, al ritiro del materiale esplodente. La casa che gli era stata assegnata era modesta ma sufficiente alle sue esigenze familiari: due stanzette al piano terra e altrettante al piano rialzato, sotto la cannicciata che sosteneva le tegole. Isabella, dunque, entrò direttamente nella cucina e salutò allegramente zia Anna, madre del “promesso”, e Gina, sua coetanea e sorella di Silvio, che sfaccendavano in cucina. Insieme, le tre donne si misero ad impastare la farina per preparare i culurgiones, i ravioli tipici sardi da riempire di morbida ricotta, per il desinare del di successivo. Buona parte della mattinata trascorse così, con le tre donne intorno al tavolo, intente ai lavori “donneschi” e a chiacchierare allegre e vivaci, con ziu Antoniccu che un poco accudiva al suo lavoro alla polveriera, un poco badava ai suoi animali con cui arrotondava il salario: le galline che razzolavano intorno alla casa, qualche capra che forniva il latte e il capretto per il pranzo pasquale e due o tre asinelli da soma, all’occorrenza, fonte di proteine animali quando il numero superava le necessità, Appena aveva qualche minuto non impegnato, il signor Antonio entrava nella cucina calda per riscaldarsi un poco, anche con l’ausilio di un mezzo bicchiere di vino. Alla terza o quarta visita in cucina, con altrettanti mezzi bicchieri, quando il faccione tondo di Antoniccu cominciava a virare verso un colore rosso paonazzo, si udì, distintamente nella stanza un rumore, come di uno schianto, lo stesso tipo di rumore che fa un vecchio mobile in legno, quando si assesta, ma molto più forte. Il custode bloccò l’operazione che aveva in corso di versamento di liquido dal fiasco al bicchiere e uscì dalla casa per sincerarsi di cosa si trattasse. Il giorno precedente erano state fatte brillare alcune grosse mine nelle gallerie che crivellavano la montagna e la scossa conseguente era stata avvertita, distintamente nella casa del custode. Nel corso della notte poi era piovuto abbondantemente e di prima mattina erano stati uditi brontolii e scricchiolii provenire, sembrava, dal ventre stesso della montagna. Assestamenti in profondità - aveva sentenziato il capo famiglia -; questa spiegazione era stata accettata senza commenti e nessuno ci pensò più… fino a quel momento. Ziu Antoniccu, a detta di tutti coloro che lo conobbero era di statura piccola, ma in compenso, mi raccontò sig. Garau, era largo quanto alto, una specie di palla che procedeva sostenuta dalle due, corte gambe, ma in quell’occasione, potremmo dire che rotolò velocissimo lungo la parete fino a superarne lo spigolo rivolto verso la polveriera, quindi si volse verso la china del monte, mentre cresceva tutt’intorno, un rumore di cascata, uno scroscio metallico, mentre una pioggia di sassi e detriti rotolava a valle, battendo nella sua corsa sul muro addossato alla montagna e sul tetto, spaccando le tegole e riversandosi poi oltre, lungo la parete opposta e davanti alla porta. Il signor Melas, fece per lanciarsi verso casa per far uscire le donne, ma fu allora che vide un’ombra scura scendere rombando come un treno in corsa, lungo il pendio puntando su di lui: un macigno enorme gli stava piombando addosso… tutto finì in una frazione di secondo: il masso nella sua corsa, urtò una roccia affiorante dal terreno e deviò di qualche grado la direzione, fu sufficiente perché si abbattesse con un fragore sinistro sul tetto della casa, frantumandolo e polverizzando muri e pavimento, Spianata così la costruzione, proseguì la corsa tracciando nella macchia un solco largo diversi metri, attraversò la massicciata trascinando con sé le rotaie dei binari e travolgendo il recinto degli asini che scomparvero insieme al blocco di pietra, con una corte di sassi e macigni più piccoli, giù per il pendio, fermandosi finalmente sul fondo del canalone. Inebetito per il terrore, ma illeso, Antoniccu si volse verso la casa che non esisteva più, non più tetto, né sottotetto, rimanevano solo mozziconi di mura; della parete di fondo, quella appoggiata al pendio, restava un’altezza forse di un metro e mezzo, il muro opposto non si vedeva più, sommerso da un mucchio di calcinacci, mattoni e tegole, dal quale spuntavano assi e frammenti di mobilio. Tutt’intorno, dopo il frastuono della frana, era calato un silenzio irreale. continua a pagina 6 IL NUMERO 287 6-7.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 17:21 Pagina 1 6 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente Quando si parla di disabilità vengono in mente le barriere architettoniche ma i problemi non si fermano agli elementi costruttivi Abbattiamo finalmente le barriere mentali F A questo tema si sono avvicinati, creandone il corto “Gomiti negli occhi”, il regista Ignazio Vacca e la sceneggiatrice Petula Farina. arsi largo tra i lettori scrivendo di disabilità senza però rischiare di cadere nel banale non è certo cosa facile, i riferimenti all’argomento sono continui, sono parte integrante della nostra quotidianità. E quando si parla di disabilità vengono immediatamente in mente le barriere architettoniche... elementi costruttivi che impediscono o limitano gli spostamenti alle persone con problemi di capacità motoria o sensoriale. Ma se per limitare ciò, lo Stato ha predisposto leggi ben precise a cui ci si deve attenere... di contro esistono delle barriere che necessitano di un impegno da parte di noi tutti, affinché spariscano definitivamente, in virtù di una vita migliore dove il disagio da parte di queste persone scompaia e possano vivere più serenamente... mi riferisco alle barriere mentali, fatte di pregiudizi e preconcetti. Spesso è la stessa famiglia che per iperprotettività tiene il congiunto disabile in un ambiente protetto, per non rischiare di esporlo ad un possibile rifiuto. Le persone “abili” dovrebbero quanto prima abituarsi a dividere gli spazi con chi è “diversamente abile”, mettersi al suo fianco, condividendo idee e sentimenti, per una migliore qualità della vita in vista di una svolta socio-culturale di cui poter andare fieri. A questo delicato e complesso tema si sono C avvicinati con passione ed attenzione, creandone un corto, Ignazio Vacca, nelle vesti di regista, e Petula Farina, nel ruolo di sceneggiatrice. “Gomiti negli occhi”, racchiude nel titolo la sofferenza di chi, improvvisamente si ritrova a vivere una vita da disabile, che altro non vede dalla sua carrozzina, se non “i gomiti” delle persone che, impegnate nelle loro faccende, “transitano” distrattamente intorno a loro. tagonista, Loredana Ventura, racconta l’esperienza vissuta nel ruolo di paraplegica, che in seguito ad un incidente stradale, verificatosi per un uso improprio del cellulare, si ritrova ad affrontare una difficile sfida: accettare la propria disabilità. Nel cortometraggio compaiono professionisti che hanno interpretato il loro ruolo lavorativo per dare un fondo ancor più veritiero a quella complicata realtà Una scena del cortometraggio “Gomiti negli occhi”. Il corto, presentato in anteprima all’Arena Mirastelle di Carbonia il 3 settembre e in seguito in via Roma 50, sempre a Carbonia, ha scosso la sensibilità del pubblico che ha seguito con estrema attenzione, convalidandogli il carattere di messaggio socioculturale forte e chiaro. L’attrice pro- che solo attraverso la sensibilizzazione può migliorare. Combattiamo insieme per abbattere le barriere mentali e liberare definitivamente il pensiero, perché la diversità arrivi ad essere considerata da tutti come un valore aggiunto. Nadia Pische La popolazione di Cortoghiana ha vinto la sua battaglia Il TAR ha riaperto l’ufficio postale ortoghiana ha vinto la sua battaglia: il 22 ottobre dopo la sentenza del TAR, è stato riaperto l’ufficio po- stale. Il TAR ha accolto il ricorso del Comune ritenendo «illegittimo, per difetto di motivazione, il provvedimento con il quale la società Poste Italiane ha disposto la chiusura permanente di un ufficio postale». La decisione di Poste Italiane si è basata sul riferimento generico ad un Piano di efficientamento finalizzato ad adeguare l’offerta alla domanda di servizi postali in tutti i Comuni del territorio nazionale, senza un’analisi dei fatti riferibili al caso specifico di Cortoghiana, mentre la giurisprudenza raccomanda una comparazione dei vari interessi, compresi quelli evidenziati dai Comuni anche in relazione alla conformazione del territorio comunale. Come si legge nella sentenza è lo La visita del sindaco all’Ufficio postale. stesso Consiglio di Stato ad affermare che «a garanzia del servizio postale universale, nella sua matrice comunitaria, la scelta della soppressione di un ufficio postale, deve essere il frutto di un ragionevole ed equilibrato bilanciamento tra il dato economico e le esigenze degli utenti, specie di quanti si trovano in condizioni più disagiate, individuando valide soluzioni alternative, a tutela della coesione sociale e territoriale». Il 2 novembre il sindaco di Carbonia ha incontrato i cittadini presenti nell’Ufficio postale ed ha assicurato che l’impegno del Comune prosegue per far in modo che il servizio continui a funzionare. «Le persone in fila, oggi, dimostrano la necessità di questo servizio - ha detto Giuseppe Casti -. La Amministrazione comunale di Carbonia continuerà a battersi per tenerlo aperto.» Storie di vita e di miniera a San Benedetto dalla pagina 5 *** All’interno, in cucina, subito dopo che Antoniccu era schizzato fuori, le donne avevano smesso di impastare, le orecchie tese per cercare di capire cosa accadeva. Quando, un attimo dopo, cominciò lo scroscio di pietre che, arrivando sul tetto e frantumando le tegole, creava un frastuono infernale mentre tutta la casa tremava come scossa dalla mano di un gigante. «Il terremoto, il terremoto», urlò Isabella terrorizzata e, afferrata per un polso commai Anna che impietrita con la testa fra le mani emetteva un gemito prolungato e acuto come un guaito, la trascinò con sé verso quello che le parve l’unico possibile rifugio: il camino nell’angolo della cucina. Si infilò, con i piedi nel focolare, diritta e tremante, con la testa infilata nella canna fumaria. Fortunatamente zia Anna aveva una corporatura filiforme, magra e sottile quanto il marito era corpulento; Isabella la abbracciò stretta traendola a sé a formare un corpo unico e trepidante, in attesa del crollo che le avrebbe annichilite. Gina si trovava dall’altro lato del tavolo quando era cominciata la pioggia di sassi, non vedendo altra possibile via di fuga, si era lanciata verso la porta: abbassò la levetta che liberava la chiusura e spinse con forza, ma il battente non si aprì, spinse allora con tutte le sue forze ma la porta non si mosse: I sassi che cadevano dal monte sul tetto, finivano poi a terra e, formando un mucchio, impedivano alla porta di aprirsi verso l’esterno. *** Ziu Antoniccu, sfiorato, com’era stato, dal macigno e dalla morte, aveva assistito impietrito alla distruzione dalla sua casa, rimase immobile, inebetito con lo sguardo fisso sulle macerie, la bocca aperta in un urlo silenzioso. Si riscosse, infine, e si lanciò, alla massima velocità che le sue corte gambe gli consentivano. Sul luogo dove era stata la sua abitazione, vi era ora un cumulo di calcinacci misti a pietrame, restavano in piedi mozziconi di muri e, dove era la cucina, un masso di grigia dolomia. Non un rumore né un gemito; tutt’intorno, dopo il rombo della frana, un silenzio irreale. Tenendosi la testa fra le mani aggirò la pietra assassina e allora vide che nell’angolo estremo contro la parete addossata alla montagna, là dove era stata la cucina, solo il camino era rimasto intatto come un dito puntato verso il cielo. Nel piccolo spazio del focolare due corpi abbracciati, in piedi e tremanti. Le gambe non ressero più alla tensione e Antoniccu cadde sulle ginocchia, in lacrime. *** I soccorsi arrivarono subito. Dapprima l’arganista che azionava il motore del piano inclinato, poche centinaia di metri più avanti in direzione Coremò, poi gli operai che lavoravano nello spiazzo davanti ai pozzi 1 e 2 di San Giovanni; con i soccorritori provenienti dal paese arrivò, poco dopo, Gigino, il fratello di Isabella. Trovò la sorella e zia Anna in lacrime e ancora sotto shock, ma senza un graffio, non si trovava invece, traccia di Gina, forse, si temeva, era stata schiacciata dalla pietra al centro della casa. Il suo corpo fu ritrovato, poco dopo sotto la macerie davanti all’uscio, con il braccio teso e la mano aperta, nel tentativo di aprire quella porta che non esisteva più. Muti testimoni, rimangono oggi, mozziconi di muri a delimitare il perimetro di quella che fu la casa della famiglia Melas. Al suo interno un grigio macigno, sul quale, nel 2011, mani pietose posero una targa metallica a ricordo della tragedia di settant’anni prima. Il masso assassino, quello enorme che aveva colpito per primo l’abitazione e che si era arrestato solo sul fondo del canalone, risultò essere così grande da dovere essere frantumato con delle mine. Le macerie risultanti furono poi portate via con i carri. Giuseppe Mura S Grande partecipazione all’assemblea dell’associazione A.N.M.I.G. Sì al bilancio e festa per il cav. Casimiro Fois abato 10 ottobre nella sede dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, si è svolta l’Assemblea annuale che ha visto anche quest’anno numerosi ospiti, tra i quali il presidente regionale A.N.M.I.G. Agnese Delogu, che ha presieduto la riunione. Ad animare l’incontro, sono intervenuti, esprimendo parole di compiacimento per il lavoro svolto dal presidente cavalier Modesto Melis e dai soci della sezione di Carbonia: il commissario di Pubblica Sicurezza e vice-questore di Carbonia, dott.ssa Maria Gabriella Comi; il colonnello Orazio Sechi, vice comandante del 1° Reggimento Corazzato di Teulada; il vice sindaco ed assessore dei Servizi sociali del comune di Carbonia, prof.ssa Maria Marongiu; il presidente della sezione A.N.P.S. di Carbonia, dott. Luciano Arus; il presidente dell’A.N.P.d’I. sezione Carbonia Iglesias, Antonio Cossu; il vice presidente dell’A.N.C. sezione di Iglesias, Guglielmo Vivona; il vice presidente della sezione A.N.M.I.G. di Cagliari, Maria Luisa Boi; il generale Angelo Mura del 151° Reggimento Brigata Sassari. Il presidente Modesto Melis nella sua relazione ha raccontato quella che è stata l’attività della Sezione, elogia il lavoro dei nuovi soci nel rappresentare l’A.N.M.I.G. nella manifestazione “Monumenti Aperti” e nelle varie cerimonie. Ha narrato della sua storia nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen descritta nel libro “L’animo degli offesi” che da quasi tre anni viene divulgato in numerose scuole di tutta la Sardegna, con grande partecipazione degli studenti. Durante l’Assemblea, i presidenti dell’A.N.M.I.G. Modesto Melis e dell’A.N.P.d’I. Antonio Cossu hanno scambiato le medaglie in segno di fratellanza tra le due sezioni, in quanto il presidente dell’A.N.M.I.G Modesto Melis, essendo stato paracadutista nel periodo della guerra, è iscritto anche alla sezione A.N.P.d’I. Antonio Cossu, con grande commozione, ha con- I segnato a Modesto Melis anche il distintivo dei parà con il grido “parà” e risposta “Folgore” fatta da tutti i numerosi partecipanti. Il presidente regionale dell’A.N. M.I.G Agnese Delogu ha consegnato una pergamena a tutti coloro che hanno contribuito a divulgare direttamente o indirettamente la storia dei soci dell’A.N.M.I.G. in occasione di ogni assemblea. Il presidente Modesto Melis, infine, ha consegnato una targa al cavaliere Casimiro Fois, socio storico sempre presente ed impegnato nell’attività della sezione, per i suoi 98 anni appena compiuti. Sono state consegnate inoltre le medaglie dell’A.N.M.I.G. all’Associazione Nazionale Carabinieri L’intervento del presidente regionale Agnese Delogu. Il cavaliere Casimiro Fois. occasione della manifestazione Monumenti Aperti, svoltasi a Carbonia il 2 e 3 maggio 2015: Giada Marrone Giada, Gabriella Leone, Federico Cocco, Gabriella Cadoni, Elvira Todde, Terezia Csendes e, infine, Elisabetta Pisu, vedova Delogu, per la sua costante partecipazione e... per i dolci che prepara in Sezione di Iglesias nella persona del vice presidente Guglielmo Vivona, all’Associazione Nazionale Polizia di Stato Sezione di Carbonia al presidente Luciano Arus. Al termine, l’Assemblea ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2014 e quello di previsione 2016. Nel 2005 il Parlamento ne ha riconosciuto ufficialmente il ruolo Una giornata per dire grazie ai nonni l 2 ottobre 2015, in Italia, abbiamo festeggiato la decima edizione della “Festa dei nonni”. Il Parlamento, con la legge 159 del 31 luglio 2005, per dire grazie ai nonni e riconoscere il loro ruolo fondamentale all’interno di ogni famiglia e della società, ha istituito una giornata, stringendoli ufficialmente in un grande abbraccio e gridandogli a gran voce quanto sono importanti. La “Festa degli Angeli custodi”, come ormai la chiamano, perché istituita il giorno in cui la Chiesa cattolica festeggia gli “Angeli custodi”, nasce per rimarcare quanto determinante sia la loro figura dal punto di vista culturale ed educativo, loro rappresentano il legame con gli usi e le tradizioni di un passato... tesoro da non dimenticare, sono dei veri e propri pilastri della famiglia. I nonni rappresentano il nostro bagaglio storico-culturale, sono un punto di riferimento in una società in continua evoluzione, un pozzo di saggezza da cui attingere per crescere armonicamente e ricchi di valori. Il fiore simbolo di questa festa è il “Non ti scordar di me”, la canzone, a loro dedicata e tradotta in varie lingue, si intitola “Tu sarai”, scritta e realizzata dal cantautore Walter Bassani. La scuola, in risposta a quanto chiesto dallo Stato in materia organizzativa per questo evento, omaggia con amore i nonni nei modi più svariati, ponendoli al centro dell’attenzione. Nel ricordare però che non solo in questo giorno devono essere amati e rispettati... riportiamo attraverso le parole “della voce dell’innocenza” l’esperienza vissuta quest’anno presso il plesso di Is Meis, dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia. Gli alunni delle classi quarta e quinta nei loro quaderni scrivono tanto... Ecco alcuni stralci... Festa dei nonni: il gioco impazzisce! Nonni interrogati tra quiz... canti e merenda... La quarta ruba due risposte alla quinta... ma la quinta recupera e vince! La festa dei nonni alla scuola di Is Meis inizia con la merenda... I nonni ritornano a scuola per essere festeggiati allegramente con canzoni, giochi e quiz... Al momento delle canzoni c’erano nonni che cantavano a squarciagola e ballavano pezzi anni ‘70... I canti hanno riportato i nonni indietro nel tempo... In poche parole i nonni si sono divertiti!... Abbiamo voluto festeggiare i nonni che non ci sono più... Le nonne “ci hanno dato dentro” preparando una merenda a base di “panino gigante con nutella” e un’infinità di bibite e dopo abbiamo fatto un quiz divertente e a trabocchetto... il Rischia- tutto... Un’insegnante leggeva le domande, i nonni suggerivano le risposte ai nipoti, la squadra che suonava prima la campana urlava la risposta... I bambini erano gioiosi perché sapevano di rendere felici i propri nonni... Alla fine i nonni hanno ricevuto un attestato di merito e dopo tante risate si sono commossi. Che dire ancora dopo questa pioggia di belle parole dettate dal cuore? Posso solo concludere con una frase di Alex Haley, giornalista e scrittore statunitense, famoso per un suo romanzo intitolato “Radici”: «I nonni cospargono la polvere di stelle sulla vita dei bambini.» Nadia Pische IL NUMERO 287 6-7.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 17:21 Pagina 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 7 La Provincia del Sulcis Iglesiente Un provvedimento della Giunta regionale va incontro ai lavoratori espulsi dal mercato del lavoro e prossimi alla pensione Prestiti previdenziali ai lavoratori “anziani” P Accanto al Fondo, è previsto un sostegno al reddito (collegato ad attività di utilità sociale) che precederà l’erogazione della pensione. restiti previdenziali ai lavoratori “anziani”, espulsi dal mercato del lavoro e prossimi al raggiungimento dei requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico. Li prevede una delibera della Giunta regionale approvata su proposta dell’assessore del Lavoro, Virginia Mura, che istituisce un Fondo apposito nell’ambito della Programmazione Unitaria 2014/2020. Il provvedimento nasce dalla necessità di intervenire, con una rete di protezione sociale, sulla fascia più anziana dei lavoratori, a fronte delle fortissime difficoltà di reinserimento occupazionale di queste persone, una volta fuoriuscite dal tessuto produttivo. Dagli ultimi dati SIL (Sistema Informativo Lavoro) emerge, infatti, che è in progressiva crescita il numero dei disoccupati iscritti nei CSL (Centri Servizi per il Lavoro) per la fascia di età 55-64 anni, ed in misura ancora più rilevante quello degli over 64 (+5,1 %), per i quali risulta altamente improbabile il ricollocamento in attività produttive. Il Fondo consentirà l’erogazione di un prestito ai lavoratori espulsi dal mercato del lavoro e prossimi al raggiungimento dei requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico (0-24 mesi), per anticipare all’Inps i versamenti dei contributi necessari per accedere alla pensione. I tempi, le forme e le modalità di erogazione e I di restituzione del prestito (inclusi gli aspetti assicurativi e di garanzia connessi) saranno definite in raccordo con INPS, e saranno calibrate in funzione delle caratteristiche del beneficiario e dell’entità dei contributi necessari. La restituzione del prestito potrà avvenire, da parte del lavoratore beneficiario in unica soluzione oppure ratealmente, nell’arco di massi- L’assessore del Lavoro Virginia Mura. mo 7 anni, a tasso zero. La gestione del Fondo sarà affidata alla SFIRS, società in house della Regione. Accanto al Fondo, verrà attivata una misura di sostegno al reddito (collegata allo svolgimento di attività di utilità sociale) durante il “periodo” (7-9 mesi) che precederà l’erogazione della pensione. Per i lavoratori fuoriusciti dagli ammortizzatori sociali che, per motivi anagrafici, incontrano difficoltà pressoché insormontabili a rientrare nel mercato del lavoro, è prevista l’attivazione, in collaborazione con l’Anci e con le organizzazioni del Terzo Settore, di progetti di straordinari a impatto sociale, in linea con quanto già previsto a livello nazionale. Il Fondo per i «prestiti previdenziali» (che sarà un Fondo di rotazione che si rifinanzierà con la restituzione dei prestiti erogati) avrà una dotazione iniziale di € 7.500.000 (a valere sulla L.R. n. 12/2015), incrementabili sino ad un massimo di ulteriori € 14.000.000 con risorse da rintracciare nei pertinenti capitoli del bilancio regionale; la misura di sostegno al reddito durante il “periodo cuscinetto” ha una dotazione di € 1.000.000. Con l’approvazione della delibera da parte della Giunta regionale si mette in moto un crono programma che, indicativamente, prevede entro il mese di novembre la costituzione del Fondo da parte della Sfirs e la convenzione con l’Inps per la definizione degli aspetti procedurali e tecnici di erogazione e restituzione dei prestiti previdenziali. Entro la fine del 2015 si prevede la pubblicazione dell’Avviso a cui potranno rispondere i lavoratori che possiedono i requisiti ed intendono accedere al prestito previdenziale. Il Consiglio comunale ha respinto la mozione di sfiducia Roberto Lallai resta sindaco di Nuxis l Consiglio comunale di Nuxis ha respinto a maggioranza la mozione di sfiducia contro il sindaco Roberto Lallai e la sua Giunta. Nella votazione finale, al termine di una riunione molto calda, in una sala consiliare piena con numerosi rappresentanti del Comitato cittadino che da mesi si oppone al trasferimento del servizio idrico ad Abbanoa, è stato decisivo il voto del sindaco, Roberto Lallai, primo obiettivo della protesta dei 6 consiglieri di opposizione (Michele Fanutza, Francesco Manca, Mariano Nonnis, Piero Andrea Pinna, Simone Secci e Maurizio Vacca) e del Comitato cittadino, visto che il risultato è stato di 7 a 6 (i consiglieri di maggioranza Gianluca Crobeddu, Sergio Manca, Susanna Pilisi, Luca Pisanu, Mirko Pubusa e Claudia Serra Una delle manifestazioni di protesta organizzate dal Comitato cittadino. hanno respinto la mozione con il sindaco Roberto Lallai) Il Comitato cittadino, dopo la rinnovata fiducia ricevuta dal sindaco Lallai, continuerà comunque la sua battaglia contro la privatizzazione dell’acqua, ritenuta dannosa sia in termini di qualità del servizio sia di costi a carico dei cittadiniutenti. Interrogazione dell’on. Piero Comandini (PD) in Consiglio regionale L «Si attivi il fondo di anticipazione per restituire liquidità ai GAL» ’on. Piero Comandini è il primo firmatario, insieme al alcuni esponenti del gruppo PD in Consiglio regionale, di un’interrogazione urgente sulla mancata attivazione del fondo di anticipazione, previsto nella finanziaria 2015, a favore dei Gruppi di Azione Locale i quali non dispongono di risorse proprie, per cui si rende assolutamente necessario intervenire con fondi regionali, così da garantire le anticipazioni indispensabili per chiudere e rendicontare i progetti finanziati con il PSR 2007/2013. I lunghissimi tempi di istruttoria delle domande, nonché i tempi di pagamento delle stesse da parte dell’organismo pagatore (AGEA) hanno determinato una mancanza di liquidità dei GAL della Sardegna che non sono in grado di liquidare gli impegni assunti per la chiusura de Piani Locali di Sviluppo, con il conseguente fallimento degli stessi. Piero Comandini sollecita «una risposta urgente da parte dell’assessorato dell’agricoltura, per capire le motivazioni che hanno portato alla mancata attivazione del fondo di anticipazione, a favore dei GAL, così come stabilito dall’art. 9 della L.R. 5 del 9 marzo 2015, fondo previsto proprio per evitare la bancarotta dei GAL e salvaguardare un settore già fortemente provato. I GAL - aggiunge Piero Comandini - svolgono un Piero Comandini. ruolo chiave per lo sviluppo locale, attuano gli assi III e IV del Programma di Sviluppo Rurale, che è il principale strumento di programmazione e attuazione in materia di agricol- tura, definisce le strategie, gli obiettivi e gli interventi per il settore agricolo, agro-industriale e forestale e per lo sviluppo rurale dell’isola, per promuovere la crescita e creare occupazione nelle zone rurali e per migliorare la sostenibilità». Piero Comandini precisa che «il costo delle anticipazioni sarebbe pari a zero per la Regione Sardegna in quanto i GAL restituirebbero le somme ricevute a seguito del rimborso da parte di AGEA, perciò “chiediamo” - sottolinea ancora Piero Comandini - l’immediata attivazione del fondo di anticipazione e l’erogazione dei finanziamenti, indispensabili per evitare il fallimento dei GAL. Inoltre, sarebbe auspicabile valutare la possibilità di chiedere, visti i tempi ristretti, una proroga delle rendicontazioni 2007/2013 a giugno 2016». «è nostro dovere dare un appoggio alle comunità̀interessate - conclude il consigliere del Partito Democratico - offrire ad esse e a tutti i sardi le necessarie garanzie per prevenire forti e negativi ripercussioni, al fine di evitare situazioni di instabilità da cui possano scaturire gravi danni al settore.» Le radici della città di Carbonia attingono da una cultura antica D Il figlio del minatore a bambino accompagnavo mio padre a prendere il treno che quotidianamente lo portava a Carbonia a lavorare in miniera. Volevo portare io, fino alla stazione, lo zaino con dentro il pane, il formaggio, l’acqua e qualche ortaggio o frutta di stagione. Mi piaceva guardare quel mostro d’acciaio nero sbuffante come il drago sotto i piedi di San Giorgio che era nell’edicola a destra della chiesa della Madonna della Neve. Il mostro d’acciaio però non era cattivo. Era bello vedere quelle fiamme nel suo ventre quando il macchinista apriva il portellone per buttarci dentro altro carbone; era bello sentirlo sbuffare e sparare fuori vapore bianco come facesse un grande starnuto; era bello vedere quell’enorme pennacchio nero che gli usciva dalla testa: aveva un odore che per me era un profumo che non avrei mai più dimenticato. Lo percepivo da lontano, quando il treno tornava la sera per riportare mio padre a casa. In stazione arrivavo io prima del treno. Secondo me bisognava che andassi ad aiutarlo perché al ritorno, oltre allo zaino, portava con sé unu tropulu, uno spezzone di tronco d’albero, avanzo dei legni usati nella carpenteria di miniera. Il treno da lontano fischiava ripetutamente e questo fischio era come un segnale per il paese che apriva i cuori alla gioia, alla festa: rientravano gli uomini. Anche altri ragazzini correvano alla stazione a incontrare i loro padri. Era buffo vedere quegli uomini grandi spesse volte con la faccia tutta nera dalla polvere di carbone, con i denti e gli occhi che brillavano, come fosse carnevale. Chi avrebbe mai detto allora che quel trenino, col suo passo lento ma grave come un destino inesorabile, penetrava in una cultura antica di millenni per distruggerla dall’interno, per sempre. Ancora per poco mia madre avrebbe cotto i cibi in sa giminera. L’asinello non sarebbe più servito po moli su trigu, né sarebbe più servito il forno per cuocere il pane. Mio padre non sarebbe più andato a coltivare il grano per farne incetta per l’inverno. La cultura dell’autosufficienza e del baratto stava finendo; stava arrivando la cultura del denaro. Si intravedevano spiragli di modernità. Un giorno nella strada principale che attraversa il paese venne a passare un uomo in bicicletta che però non costituiva meraviglia; quello che costituiva meraviglia era che appresso aveva il figlioletto con una bici dimensionata per lui, mentre io dovevo pedalare sbilenco con una gamba infilata nel triangolo del telaio della bici di mio padre. Un altro giorno passò una carrozza senza cavallo: camminava da sola e dentro c’era gente che veniva trasportata, come nel treno ma senza il carbone, non si vedeva fumo ed era più silenziosa; aveva anche un nome: FIAT BALILLA. Il minatore, a fine mese, portava a casa enormi fogli rossi ognuno dei quali valeva diecimila lire. Con quelli, la fatica di uno avrebbe dovuto liberare gli altri. Troppe aspettative di libertà erano legate a quei fogli. A me che ancora non apprezzavo il valore dei soldi, era il treno che faceva sognare. Chi sa da dove partiva, chi sa fin dove arrivava. Salii anche su di un piccolo monte con l’intento di seguire con lo sguardo il tracciato della ferrovia. Ne scesi deluso, affannato per la corsa che mi ero dovuto fare per non rientrare troppo in ritardo e prendere botte da mia madre. Con lo sguardo non riuscii a seguire le tracce del treno, ma con la fantasia sì. Chi sa che mondo c’era la dove andava a finire il treno. Avevo la sensazione di vivere in una gabbia dalla quale volevo uscire. Vivevo in un contesto sociale in cui la vita di ciascuno era predeterminata. Almeno così pensavano le persone più grandi. Ma gli uomini che salivano sul treno la mattina, alla sera ne scendevano con qualcosa di cambiato nel loro animo e diffondevano questo qualcosa di nuovo come una malattia contagiosa. Mio padre per primo non faceva più il contadino ma il minatore: Ma castia cussu! Ha lassau sa terra po nci cravai asutt ‘e terra, era il commento che facevano gli altri, oppure d’harai biu de su babbu! Neanch’io volevo fare quello che faceva mio padre; né quello che faceva prima, né quello che faceva dopo. Questo non impedì che, terminate le scuole elementari, andassi a lavorare nei campi. Quei fogli rossi per quanto grandi, non erano sufficienti per sfamare una famiglia di nove persone. Era necessaria la Una vecchia locomotiva delle FMS. Il treno Sentivo l’odore da lontano l’odore del carbone carboniese che si stendeva per tutto il paese, quando il treno se n’era andato. Per me, prima ancora di vederlo, era una grande festa ogni giorno da quando lo sentivo fischiare per avvisarmi che babbo stava tornando. Sempre mi prendeva a cavallino dalla contentezza non sentiva alcun dolore anche se era stanco e tutto nero. Mi avevano ritrovato dopo l’imbrunire aspettandolo ancora nel chiaro di luna piangendo molto per disperazione. Come allora io sono rimasto aspettando il treno del minatore che mi restituisca la vita che mi ha rubato. I minatori tornavano completamente neri dalla polvere di carbone. I ragazzini, divertiti, ridevano perché, in tutto quel nero, brillavano gli occhi e i denti. All’imbrunire, nella chiesa del paese, suonava la campana per ricordare alla gente che era l’ora di dire le preghiere. collaborazione di tutti quelli che erano in grado di farlo. Così, tanto per seguire l’inveterata tradizione, da giugno ad agosto andai a lavorare con un amico di mio padre, giusto per fare l’apprendistato. A cabudanni, a settembre, che era il mese in cui, ancora con il calendario bizantino, iniziava l’anno agrario, e quindi si stipulavano i contratti di lavoro, iniziai la mia carriera di lavoratore agricolo. Diciottomila lire l’anno più una percentuale del raccolto. La cosa certo non mi aveva entusiasmato. Durante la frequenza della scuola mi veniva sempre detto: «Studia perché se ti bocciano vai a lavorare». Mi aspettavo di proseguire negli studi, ma non fu così. Nei primi anni che mio padre lavorava in miniera, abituati com’eravamo a vivere quasi senza moneta, quei bigliettoni sembrarono una ricchezza. In realtà, dovendo comprare quasi tutto ed essendo aumentate anche le esigenze, non bastavano più. Le ragazze per esempio, come crescevano, non volevano più vestire a nostrara, cioè come da secoli si erano vestite le loro madri, ma volevano vestire a senora, cioè come vestivano a Carbonia. E quei vestiti non venivano prodotti in famiglia, ma comprati. Non poterono quindi i miei genitori mandarmi a fare le scuole medie nel paese vicino. Mentre frequentavo le elementari, andavo anche in falegnameria e qualcosa guadagnavo. Ma ora, oltre all’aumentata spesa per i libri, sarei dovuto andare fuori paese e non avrei potuto fare alcun lavoro. A me però non piaceva quel mestiere. Non piaceva far pascolare i buoi; dargli da mangiare nelle loro mangiatoie; pulire le stalle; zappare; arare; mietere il grano e l’orzo con la falce. Lo facevo sì, e anche bene, perché a me è sempre piaciuto fare bene quel che faccio, ma era un lavoro mortificante, senza prospettive. Tutto quanto era piccolo e senza prospettive. Il paese, sempre lo stesso, con le case basse che davano la sensazione che qualcuno le avesse spinte da sopra e ficcate per metà sotto terra. La gente: la maggior parte delle donne e un buon numero di uomini vestivano ancora a sa maurredhina. Mi chiedevo continuamente come avrei potuto fare per evadere da quella prigione. Si diceva che a Carbonia c’era lavoro per tutti, anche per i ragazzi. Era una città, c’era il cinema e tanti altri divertimenti. Lì era facile parlare e frequentare le ragazze. Non erano come le nostre, coperte con quelle gonne lunghe che per vedere i malleoli dovevamo metterci dietro le spigolatrici. Mio padre però non me l’avrebbe permesso, così come non mi avrebbe permesso di andare a lavorare a Teulada, dove stavano costruendo un campo militare. Nella mia mente non c’era che il treno. Solo lui mi avrebbe potuto portare lontano, non importa dove, non importa a fare che, l’importante era che mi portasse via da lì, da quei confini chiusi come da una muraglia. Lui portava mio padre a Carbonia dove io pensavo vivesse un’altra vita con gli amici e i compagni di lavoro. Lui poteva portarmi in un altro ambiente dove mi sarei potuto costruire una vita mia come io avrei voluto. Così, a sedici anni, presi quel treno. Passai davanti alla città e la guardai con occhi avidi, alla ricerca di carpirle qualche segreto della sua vita intima che mi sarebbe servito per il futuro che ancora non sapevo che impronta avrebbe avuto. Mi dava una bella sensazione stare su quel treno. C’ero salito altre volte, solo di frodo però: quando era fermo a riempirsi la pancia d’acqua e il macchinista si distraeva a chiacchierare e non mi vedeva. Mentre camminava era diverso, tutto un’altra cosa: io ero fermo ed il mondo mi passava davanti. Mi sembrava di sentire anche un sapore speciale in bocca. Ancora oggi, con qualsiasi mezzo viaggi, mi siedo vicino al finestrino per sentire di nuovo quelle sensazioni. Il giorno dopo mi sono ritrovato davanti San Pietro, a Roma, col sapore e l’odore del treno addosso, chiedendomi dove fossi finito. Ero tranquillo però. La parte del mio mondo che mi era rimasta dentro mi avrebbe aiutato a superare qualsiasi difficoltà. La monumentalità di quelle costruzioni che vedevo per la prima volta, non mi spaventarono né mi meravigliarono. Era come se le avessi sempre conosciute. Forse era un atteggiamento mentale: nulla mi avrebbe fermato, neanche enormi cose come quella basilica immensa con tutto quello che la circondava. Ora che Carbonia si sta guardando intorno per costruirsi un avvenire con o senza il carbone, mi è sembrato interessante riferire un barlume della vita che si svolgeva nel suo territorio prima che nascesse e durante la sua crescita. Tenendo ben presente che la maggior parte dei suoi abitanti discendono da quei contadini e pastori diventati minatori trasportati proprio da quel treno che li prendeva dai loro medaus e furriadroxus per portarli alla Grande Miniera e riportarli, alla fine del turno, a casa loro. Un po’ alla volta si sono spostati qui e, temprati come erano al sacrificio, hanno poi resistito e lottato per non farla morire. Pietro Sanna IL NUMERO 287 5-8.qxp_IL NUMERO 181 3/10 05/11/15 07:09 Pagina 1 8 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente Grande riconoscimento del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo per gli itinerari storico-religiosi Il Cammino di Santa Barbara modello di eccellenza G Gli itinerari si snodano per 400 km, attraversano tutti i luoghi di culto, siti minerari dismessi, antiche strade, mulattiere e ferrovie. rande riconoscimento per il Cammino di Santa Barbara, scelto dal ministero dei Beni culturali tra i modelli d’eccellenza del turismo religioso, insieme alla Via Francigena, al percorso di San Francesco e a quello di San Benedetto. Questi itinerari sono stati presentati alla presenza dell’assessore Francesco Morandi e del ministro Dario Franceschini, nella sala della biblioteca di Castel Sant’Angelo a Roma, in occasione della conferenza stampa su “I cammini incontrano il Giubileo”. Il Cammino di Santa Barbara, gestito dall’associazione Pozzo Sella, si snoda per circa 400 chilometri, attraversa tutti i luoghi di culto, siti minerari dismessi, si sviluppa su antiche strade, mulattiere e ferrovie usate in passato per il trasporto dei metalli. «L’itinerario è simbolo di sostenibilità e trasversalità - spiega l’assessore del Turismo Morandi - associa alla valorizzazione del patrimonio culturale e religioso, del quale è pienamente salvaguardata la valenza spirituale, anche lo sviluppo complessivo del territorio, coinvolgendo comunità ed imprese nella produzione di beni e servizi.» Cammini significa anche sentieri, ippovie, ciclovie: «Per completare il nostro progetto di valorizzazione di queste iniziative occorrerà una stretta sinergia fra tutte le amministrazioni locali con la regia regionale e la strutturazione di un’offerta capace di posizionarsi sui mercati del Centro e Nord Europa». All’interno dell’iniziativa avviata dall’assessorato del Turismo, artigianato e commercio, sono in via di realizzazione azioni di promozione delle proposte più significative del turismo religioso isolano. Come i cammini già iscritti nel registro ufficiale di Nostra Signora Bonaria, San Giorgio vescovo di Suelli (dalla Trexenta alle Baronie), di Santu Jacu (dal Campidano di Cagliari alla Barbagia), di Sant’Efisio (da Cagliari a Pula). E i due Itinerari dello Spirito, già entrati a far parte dei circuiti internazionali con il coinvolgimento dei comuni di Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto, Orgosolo e Sant’Antioco. Il Giubileo straordinario del 2016 proclamato dal Papa, potrebbe essere Foto di gruppo durante un’escursione. Escursione in uno splendido paesaggio del Sulcis. Cantina Santadi del turismo religioso, ‘“Arte romanica, natura e spiritualità” e “Miniere, nuraghi e spiritualità”. Inoltre sta per decollare il piano di valorizzazione delle destinazioni di pellegrinaggio anche l’Anno dei Cammini. Con questa prospettiva il ruolo strategico degli itinerari storico-religiosi e dello sviluppo del turismo sostenibile assumerebbe ancora più valore. Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012 LATINIA Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna. Vino mediterraneo, caldo, solare che, servito a 10°-12° C, esalta il dessert e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa. Ha ricevuto il “Premio speciale” “miglior vino dolce dell’anno” 2002 e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso” Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux. L La sezione Italia Nostra di Sant’Antioco lancia l’allarme “Su Semafuru” sta crollando a sezione dell’associazione Italia Nostra di Sant’Antioco lancia l’allarme: “Su Semafuru” sta crollando. Si tratta della vecchia stazione per le segnalazioni semaforiche di Capo Sperone, a Sant’Antioco conosciuta appunto come “Su Semafuru”. L’associazione ambientalista già dallo scorso mese di agosto aveva segnalato all’Agenzia della Conservatoria delle Coste della Sardegna, ripetuti furti di tegole, piastrelle, mattoni, etc... oltre la manomissione della sbarra che chiude l’accesso allo stradello che porta all’edificio. «In questi ultimi due mesi i furti di tegole, mattoni e piastrelle sono proseguiti e, probabilmente a causa delle continue manomissioni di ladri e vandali, è crollata la torretta ubicata nella parte più alta del lato sud dell’edificio - spiega Graziano Bullegas, presidente regionale di Italia Nostra -. La struttura appare ormai sempre più un cumulo di macerie pericolanti che potrebbe arrecare pregiudizio all’integrità dei numerosi visitatori che si recano sul colle che domina Capo Sperone.» Così, anche per evitare ulteriori crolli e danni alle persone, l’associazione ambientalista ha chiesto un intervento di messa in sicurezza dell’immobile e la recinzione delle aree più a rischio e l’affissione di cartelli che indichino la pericolosità del sito. L’immobile riveste una grande U importanza storico-culturale che, come altre strutture presenti lungo le coste della Sardegna, rappresenta un’importante testimonianza della storia moderna dell’isola. “Su Semafuru” nel 2011 era tornato alla ribalta quando l’intera comunità antiochense si era mobilitata a difesa dell’immobile per “Su Semafuru” è in rovina. impedire che il compendio ospitasse un radar di profondità di produzione israeliana che, se installato, avrebbe potuto creare seri problemi alla salute delle persone e all’ecosistema, a causa dell’emissione di potenti onde elettromagnetiche. Anche allora Italia Nostra aveva appoggiato la protesta della comunità tesa alla salvaguardia dell’area di “Su Semafuru”, vietando qualsiasi intervento che avrebbe potuto snaturare il pregio architettonico e paesaggistico della struttura. A fine dicembre dello stesso anno, la Giunta regionale affidò la gestione di diverse Torri Costiere e di alcune Stazioni radio e Stazioni segnali, compresa la struttura di “Su Sema- furu” di capo Sperone, con annessi alloggi e terreni all’Agenzia della Conservatoria delle Coste della Sardegna. Struttura di cui però è ignota la sorte da quando, lo scorso anno, la Giunta Pigliaru ha deciso di sciogliere la Conservatoria delle Coste. Tito Siddi [email protected] Straordinaria partecipazione alla 7ª edizione del Festival Tuttestorie per 12.000 studenti n’iniziativa fantastica, quella che quest’anno è giunta alla decima edizione, il “Festival Tuttestorie”, che ha visto coinvolti venti comuni dell’isola, registrando ben trecentocinquanta appuntamenti in soli sette giorni. Oltre ottanta tra scrittori, narratori, illustratori, artisti, musicisti ed esperti di letteratura per ragazzi, hanno colorato con la loro fantasia il tempo che tante scolaresche hanno deciso di passare in loro compagnia. Dal 7 al 13 ottobre di quest’anno dodicimila studenti sono stati i veri protagonisti dell’evento, una festa della cultura, animata con l’obiettivo di far centro nella curiosità di bambini e ragazzi, appuntamento unico nel suo genere in Sardegna che ogni anno si presenta con un tema diverso, portatore di sorprese ed arricchimenti. Un fiume di entusiasmo da parte di chi organizza e di chi ospite non sarà mai, perché coinvolto a trecentosessanta gradi in letture, racconti e giochi animati, dove l’esperienza va a passeggio con l’improvvisazione. Questo decimo compleanno del festival ha avuto come tema “Exra! Racconti, visioni e libri per guardare più in là”, una vera e propria ricerca di tutto quel che è strano, straniero, straordinario, stravagante e se non bastasse anche “stravanato”, nel senso di fuori dall’ordinario! Oltre a scrittori ed illustratori italiani, anche inglesi, tedeschi, francesi e cinesi, un panorama internazionale perché la cultura viaggia e non conosce confini. un momento in cui i tagli alla cultura minano i progetti e ne rallentano l’attuazione. La speranza è che le forze politiche preposte facciano non il possibile, ma “l’impossibile” per tenere in piedi eventi come questo perché la cultura è cibo L’incontro dei ragazzi con Mirco Maselli nella biblioteca di Carbonia. Lettura e cultura sono imprescindibili nella formazione del cittadino del domani e chi sostiene il “Festival” lo sa benissimo ed è per questo che lo porta avanti nonostante le difficoltà che il periodo economico-sociale che stiamo attraversando, renda tutto più complicato, per le nostre menti. E a proposito di cultura, il drammaturgo e saggista, nonché uomo politico inglese, avrebbe concluso l’articolo scrivendo “La lettura è per la mente quel che l’esercizio è per il corpo”, che aggiungere ancora? Nadia Pische La Provincia del Sulcis Iglesiente Quindicinale di informazione politica, economica e sociale Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294 Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 328 6132020 [email protected] - [email protected] Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 328 6132020 Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086 IL NUMERO 287 4-9.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 12:57 Pagina 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente 9 IL NUMERO 287 3-10.qxp_IL NUMERO 181 3/10 04/11/15 13:06 Pagina 1 10 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente Ha preso il via il 18 ottobre il XVII Festival Internazionale di Musica da Camera organizzato dall’associazione Anton Stadler H Musica da Camera, jazz, tango e musica contemporanea Gli undici eventi del Festival, dopo l’apertura di Villamassargia e Iglesias, sono programmati a Iglesias (7), Calasetta e Oristano. a preso il via il 18 ottobre la XVII edizione del Festival Internazionale di Musica da Camera, appuntamento consolidato per il territorio del Sulcis Iglesiente che quest’anno farà tappa complessivamente in quattro comuni, pur prediligendo, come di consueto, quella che ormai è stata consacrata sede naturale della rassegna: il Teatro Electra di Iglesias. Il Festival, organizzato dall’Associazione Culturale Anton Stadler e da sempre sotto la direzione artistica di Fabio Furia, vede in scena, anche quest’anno, i protagonisti del panorama cameristico nazionale ed internazionale. Regina indiscussa, la musica da camera. Non mancheranno tuttavia incursioni musicali legate al jazz, al tango, alla musica contemporanea. La XVII edizione del Festival si pone inoltre quale importante omaggio all’opera lirica. Sono numerosi, infatti, gli appuntamenti in cui saranno proposte diverse interpretazioni delle più celebri arie d’opera, con l’obbiettivo di preparare il pubblico a questo genere di “arte totale”, capace di unire musica, canto, teatro, arti plastiche e a volte anche danza. Un progetto ideato nell’ottica di una sinergia di intenti con l’importante azione di divulgazione culturale da sempre portata avanti dall’attività del Teatro Lirico di Cagliari. A rendere ancor più fruibile, infine, la rassegna sarà la commistione di elementi collaterali che ruoteranno attorno alla musica, nucleo principale della manifestazione: dal teatro al cinema, dall’arte alla letteratura, fino alle tradizioni enogastronomiche e all’arte del ri-uso. Il primo appuntamento si è tenuto domenica 18 ottobre nei locali di Casa Fenu, a Villamassargia, con lo spettacolo musico‐teatrale “Mare & Sardegna”, prodotto e distribuito dall’Anton Stadler, frutto della collaborazione artistica tra Fabio Furia e Simeone Latini. Sul palco il NovaFonic Quartet & Simeone Latini: Simeone Latini, attore, regista e autore teatrale; Fabio Furia, bandoneonista, compositore ed arrangiatore; Marcello Melis pianoforte; Gianmaria Melis violino; Giovanni Chiaramonte, contrabbasso. Video a cura di Luca Sgualdini. L’evento era inserito nella manifestazione Note Secolari, organizzata dal comune di Villamassargia. Venerdì 30 ottobre il Teatro Electra di Iglesias ha accolto lo spettacolo “Dissonanze”, all’insegna della contaminazione, dell’equilibrio e della tecnica, ma anche dell’immaginazione e dell’improvvisazione. Protagoniste dello spettacolo le composizioni originali di Fabio Furia, in cui trovano in sintesi gli studi classici ed il suo eclettico percorso dalla musica da camera alla world music, dal tango al jazz. Sul palco ancora il Novafonic Quartet. La serata di sabato 7 novembre, alle ore 20.00, presso il Teatro Electra di Iglesias, intitolata “La voce delle donne”, sarà un vero e proprio omaggio ai grandi della musica classica, da Mozart, a Puccini, fino a Verdi e Donizetti. Letizia Grassi soprano ed Edoardo Bruni al pianoforte accompagneranno il pubblico in una passeggiata musicale all’insegna delle più celebri arie d’Opera, intramezzate da alcune appassionate composizioni romantiche e contemporanee, dedicate al pianoforte solo. Sabato 14 novembre, alle ore 20.00, sarà ancora il Teatro Electra di Iglesias a fare da cornice ad uno spettacolo fortemente innovativo all’interno del programma del XVII Festival Internazionale di Musica da Camera, la sonorizzazione dal vivo per pianoforte a quattro mani del film muto “The Lodger”, prodotto e diretto da A. Hitchcock nel 1927. L’inconsueto spettacolo ha l’obbiettivo di trasmettere a tutti la passione per il cinema muto, perciò non si tratterà semplicemente di “accompagnare” la proiezione del film “The Lodger”, ma lo si commenterà, lo si anticiperà, lo si spiegherà integralmen- Il Teatro Electra di Iglesias. te con i suoni, grazie alle partiture composte ad hoc dalla pianista e compositrice Rossella Spinosa. Sul palco Rossella Spinosa e Alessandro Calcagnile, pianoforte a quattro mani. Domenica 15 novembre, alle ore 20.00, il Festival varcherà i confini provinciali approdando, ancora una volta, al Teatro San Martino di Oristano. Grazie alla collaborazione dell’Associazione Accademia della Sardegna, Francesco Pilia, violino e Matteo Cau, chitarra, proporranno all’ascoltatore Si è concluso il 10 ottobre il concorso dedicato al grande artista G Giuliano Gabriele Ensemble e Marina Mulopulos si sono aggiudicati a Cagliari l’8° Premio Parodi iuliano Gabriele Ensemble e Marina Mulopulos hanno vinto il 10 ottobre, a Cagliari, l’8° Premio Andrea Parodi. L’Auditorium comunale di piazzetta Dettori ha ospitato la serata finale che ha visto esibirsi come ospiti i Tazenda, Totore Chessa, Alejandra Ribera e Mario Incudine. Nove i finalisti in gara: Alarc’h (brano: Ninna e la ninnella, calabrese), Calatia (Arrammulì, napoletano), Claudia Aru Band (Fogu, sardo), Corimè (La scelta, italiano), Davide Casu (Sant’Eulalia, algherese), Giuliano Gabriele Ensemble (Lettera dalla Francia, dialetto Giuliano Gabriele Ensemble. ciociaro), Koralira (Nero, calabrese), Marina Mulopulos (Lati’, greco), Valeria Tron (Senso dire rien, occitano). È stata un’edizione di successo, sotto la direzione artistica di Elena Ledda, a partire dall’affluenza del pubblico che già dalla prima serata ha riempito l’auditorium. In quell’occasione, purtroppo, sono mancati gli annunciati Tazenda, per un malessere stagionale del cantante Nicola Nite, che si è poi ristabilito per l’ultima serata. Al loro posto è toccato a Totore Chessa, premio Albo d’oro 2015, inizialmente previsto per sabato. È stato proprio lui ad aprire la prima serata, a sorpresa, salendo sul palco da solo con il suo organetto. Un inizio emozionante. Alto il livello medio dei concorrenti, come si è potuto evincere dal brano in gara ma anche da un secondo brano che ognuno degli artisti ha proposto. L’allerta meteo ha invece impedito il regolare svolgimento della seconda serata. I concorrenti hanno comunque avuto modo di esibirsi in un’audizione privata davanti alla giuria, composta da giornalisti ed addetti ai lavori provenienti da tutta Italia. Sabato gran finale con l’apertura Marina Mulopulos con Elena Ledda. dei Tazenda, la canadese Alejandra Ribera ed il siciliano Mario Incudine. Prima della proclamazione dei vincitori, c’è stato tempo per una bellissima jam session che ha coinvolto tutti gli artisti ospiti e quelli in giuria. La manifestazione è stata presentata da Gianmaurizio Foderaro di RadioRai e da Ottavio Nieddu. Durante le serate, non solo i concorrenti ma anche tutti gli ospiti hanno cantato un brano di Andrea Parodi. Il Premio si è tenuto in prossimità del 9° anniversario della sua scomparsa (17 ottobre 2006). Andrea Parodi è stato un grande artista con un percorso fuori dagli schemi: passato dal pop d’autore con i Tazenda ad una carriera solista di grande valore e rielaborazione delle radici, è diventato un riferimento internazionale della World Music, collaborando fra l’altro con artisti come Al Di Meola e Noa. A lui è dedicato un museo multimediale, visitabile attualmente ad Ottana, presso la Casa Fenudi. Le precedenti edizioni del Premio Andrea Parodi sono state vinte nel 2014 da Flo (Campania), nel 2013 da Unavantaluna (Sicilia), nel 2012 da Elsa Martin (Friuli), nel 2011 da Elva Lutza (Sardegna), nel 2010 dalla Compagnia Triskele (Sicilia), Nicola Nite e Gigi Marielli. nel 2009 da Francesco Sossio (Puglia). Questi tutti i premiati del Premio Andrea Parodi 2015: Vincitore assoluto - Giuliano Gabriele Ensemble Premio della critica - Marina Mulopulos Miglior musica - Davide Casu Miglior arrangiamento - Corimè Miglior interpretazione - Claudia Aru e Corimè Miglior testo - Davide Casu Premio dei concorrenti - Corimè e Giuliano Gabriele Ensemble Premio dei bambini in sala Calatia. un salto nella vita di corte settecentesca, all’interno dei più lussuosi palazzi signorili accompagnato dall’inconfondibile rigore contrappuntistico bachiano e dalle pregiatissime idee musicali di Antonio Vivaldi. A seguire una degustazione enogastronomica di prodotti della tradizione locale. Sabato 28 novembre, alle ore 20.00, ancora una volta al Teatro Electra di Iglesias, serata interamente dedicata alle intramontabili sonorità dello strumento più emblematico del Romanticismo, il pianoforte. Sulle note dei più grandi maestri dell’‘800, Hugues Leclere, al pianoforte, presenta lo spettacolo “Quadri di un’esposizione”, rendendo omaggio agli eterni modelli stilistici e compositivi dell’era romantica, condensati nei più celebri brani di F. Chopin e nella monumentale composizione di M.P. Musorgskij, da cui prende appunto il titolo la serata. Sabato 12 dicembre, alle ore 20.00, sarà la volta del Trio Opera Viwa: Silvia Martinelli soprano, Fabio Taruschio flauto, Andrea Trovato pianoforte, che si esibirà al Teatro Electra di Iglesias nello spettacolo “Le Chant du Rossignol”. Un repertorio dedicato alla natura e alle sue forme, in cui i suoni diventano immagini e atmosfere, accompagnando l’ascoltatore attraverso paesaggi incantati. L’evento è realizzato in collaborazione con il Circuito Multidisciplinare Sardegna - CeDAC. Sabato 19 dicembre, alle ore 20.00, Yolanta Stanelite, soprano, Giuseppe Nese, flauto, Gabriella Orlando, pianoforte, sempre al Teatro Electra, presenteranno lo spettacolo “Se tu lo vedi gli dirai che l’amo”. Un “percorso sentimentale” dalle intense atmosfere, dedicato alla musica vocale e strumentale che mette in risalto tutte le sfaccettature dell’amore. Composizioni di grandi autori legate dal “filo sottile ed invisibile” delle emozioni, dei ricordi e delle passioni. Contestualmente, presso il foyer del teatro, verrà allestita la mostra di ecodesign “Suoni del riciclo”. A cura dell’Associazione dallamente&dallemani, Sviluppo locale sostenibile. Domenica 20 dicembre, alle ore 20.00, il Teatro Electra accoglierà gli allievi del corso di bandoneon e del corso di interpretazione stilistica nel Tango del Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari, della classe del maestro Fabio Furia. Un importante momento di crescita e di confronto per gli allievi, ai quali spesso, nel corso dell’anno accademico, non sono riservati spazi sufficienti per poter saggiare le proprie abilità e la efficacia del proprio studio davanti ad una platea di spettatori, in una vera sala da concerto. Una preziosa occasione di approfondimento didattico sul campo. L’evento è realizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari. Mercoledì 23 dicembre, alle ore 19.00, sarà il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta ad ospitare il penultimo appuntamento della rassegna, “Promenade a Paris”, con Angelica Perra (flauto) e Raoul Moretti (arpa). Una passeggiata tra i profumi di una Parigi irriverente, dove l’impressionismo si fonde con il romanticismo, dando vita ai più pregiati capolavori musicali del primo ‘900, dedicati alla formazione flauto ed arpa. Il programma rappresenta un unicum, dal quale emerge nitidamente lo stile francese in tutte le sue sfumature impressioniste, tardo-romantiche, neoclassiche, folkloristiche, dai preludi alle habanere, dalle danze alle pavane. A seguire si terrà una degustazione enogastronomica. L’evento è realizzato in collaborazione con la Fondazione MACC e la Cantina di Calasetta. Gli appuntamenti musicali si concluderanno domenica 27 dicembre, alle ore 20.00, al Teatro Electra di Iglesias con lo spettacolo “Un flauto all’opera”, interpretato dal duo formato da Alessandro Crosta, flauto e Nadia Testa, pianoforte. Un mélange di suoni e di colori tratto dalle più celebri melodie delle più note opere liriche, appositamente rivisitate in chiave moderna, per la formazione flauto e pianoforte. Da “La Traviata” e di G. Verdi alla “Carmen” di G. Bizet, un piacevole repertorio poliedrico, capace di soddisfare tutti i gusti musicali ed il pubblico più esigente. Un calendario di eventi poliedrico, vario e coinvolgente, capace di soddisfare tutti i gusti musicali ed il pubblico più esigente, che affianca alla musica anche altri comparti culturali, favorendo, così, momenti di incontro collettivo all’insegna della cultura. Si arricchisce il ventaglio degli artisti della Rassegna 12x12 D Inizio d’autunno in arte al Portico di Carbonia con Ruggero Soru e Barbara Fioni Cappella al 19 al 25 settembre, le vignette satiriche dell’artista fumettista Ruggero Soru, hanno calcato le scene della saletta del Portico di Carbonia. “Canna pensante ha parlato” e tanti visitatori hanno “udito” ed apprezzato quel modo di rappresentare ironicamente i problemi che tanto affliggono la nostra società e che attanagliano la nostra quotidianità. Matita saggia quella di Ruggero, che delinea con puntualità, problematiche “serie”, corredandole di un non so che di pungente che fa arrivare il messaggio forte e chiaro. Il titolo della mostra, appunto “Canna pensante ha parlato”, si ispira ad un pensiero di Blaise Pascal, matematico, fisico, filosofo e teologo francese, che considera l’uomo «una canna pensante, la più debole della natura, ma una canna che pensa...» proprio come il fumettista in questione, una vera e propria “canna pensante” che, attraverso chiare immagini e poche parole, smantella “argomenti seri” per poi andare a ricomporli su un foglio bianco. Politica e problemi sociali trionfano tra le sue scelte, Ruggero “parla” senza mai offendere, elegante e mai volgare... mostra di essere una vera e propria “canna pensante”, dai proiettili che mirano dritti alla riflessione... nella speranza di far sempre centro! E nel “diramare” dai fumetti ci ritroviamo subito a parlare di “Diram-azioni”, la personale di Barbara Fioni Cappella, l’artista che ha esposto dal 3 all’11 ottobre. Una vera e propria carica esplosiva per colori e creatività quella che caratterizza “la prof”, come la chiamano i suoi alunni, che tanto hanno apprezzato la sua mostra. Un’iniezione di positività traspare dalle sue opere che mettono in luce il suo amore per la madre terra e i suoi elementi, che recepisce come fondamentali Fuoco...Acqua... Terra e Aria”, che danno vita all’acronimo “Fata”, da cui poi nasce l’opera “Ninna nanna terra” che l’ar- tista immagina come fosse un abbraccio alla terra stanca, che necessita di essere accudita e coccolata. Barbara, romana per nascita ma ormai da sedici anni sarda d’adozione, ha fatto della sua passione il suo lavoro o forse viceversa... la linea è talmente sottile che non si capisce bene dove finisca l’uno e cominci l’altra... capaci di “parlare” all’occhio curioso dell’osservatore, comunicandogli lo stato d’animo dell’artista che fa dei colori i veri e unici protagonisti delle sue opere. Un uscire dai canoni, il suo modo di essere, che fa di Barbara Fioni Cappella un’artista a tutto tondo, sempre in cerca di nuove sfide, nuove sco- Una vignetta satirica di Ruggero Soru proiettata alle elezioni 2016. Tre opere di Barbara Fioni Cappella. studia, studia e studia ancora, per scoprire e “possedere” nuove conoscenze da donare ai suoi alunni... lei che vive d’arte, di essa si ciba con un’energia trascinante e contagiosa. I colori fluttuano morbidi nelle sue tele, tracciando movimenti di onde perte e nuove sfaccettature dell’arte da esplorare, per poi far concretizzare dai suoi pennelli che, danzando, accendono di luce e colore tele bianche, che altro non aspettano se non un’anima che le renda vive. Nadia Pische IL NUMERO 287 2-11.qxp_IL NUMERO 181 2/11 05/11/15 07:36 Pagina 2 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 11 La Provincia del Sulcis Iglesiente CANALE 40 IN ONDA IL FUTURO Tel. 0781 672155 [email protected] I primi risultati negativi sono costati la panchina a Giampaolo Murru alla Monteponi e a Massimo Comparetti al Carloforte Il Carbonia con 4 vittorie lancia la sfida alle grandi Q Nel girone A del campionato di Prima categoria la Fermassenti di Walter Poncellini guida la classifica e si candida per la Promozione. uattro vittorie consecutive lanciano il Carbonia al secondo posto dopo le prime sette giornate del girone A del campionato di Promozione regionale. La squadra di Andrea Marongiu ha dimenticato in fretta la sconfitta di misura, immeritata per quel che s’è visto in campo, subita nel derby casalingo la Monteponi e, dopo la beffa subita a Senorbì, dov’è stata raggiunta sull’1 a 1 al 93’, ha cambiato marcia risalendo la classifica fino a due passi dalla vetta. Andrea Marongiu è riuscito a dare rapidamente un’identità ad un organico profondamente rinnovato, costruito con alcuni elementi d’esperienza (Daniele Bove, Stefano Demontis, Marco Foti, Fabiano Todde e Giancarlo Porcu) e i migliori giovani del florido vivaio costruito negli ultimi anni. La squadra ha acquisito consapevolezza del proprio potenziale e l’affidabilità nasce da una difesa arcigna (5 reti subite in 7 partite) che valorizza quanto riesce a produrre l’attacco (9 reti). Tre delle quattro vittorie U consecutive sono maturate con un goal di scarto (1 a 0 sulla capolista Orrolese, 2 a 1 sul campo del Siliqua e 1 a 0 sulla Tharros), la quarta con due goal, sul campo del Sant’Elena. scavalcato in testa alla classifica. I primi risultati negativi seguiti alla vittoria di Carbonia, sono costati la panchina della Monteponi al tecnico Giampaolo Murru, entrato in contra- Giancarlo Porcu (Carbonia) e Antonio Ferraro (Monteponi). I biancoblù sono ora attesi ad una prova di maturità sul campo dell’Arbus, in cerca di un riscatto dopo essere stato battuto 3 a 0 dall’Orrolese e sto con il presidente Sandro Foti, e la guida della squadra è stata affidata ad Alessandro Cuccu. La reazione è stata immediata, con due brillanti vit- Una bella giornata di sole ha accompagnato il XVI Meeting Una grande festa dell’atletica leggera al “Città di Carbonia” in via Balilla na bella giornata di sole ha accompagnato il XVI Meeting Città di Carbonia, svoltosi il 18 ottobre a Carbonia, nell’impianto polivalente intitolato al maestro Pinuccio Dettori. La cadetta Dalia Kaddari (Tespiense Quartu) si è migliorata ancora sui 300 piani che ha corso in 41”20. Sulla stessa distanza, tra i ragazzi, bella sfida tra Enrico Loche (Atletica Dolianova), primatista regionale dei 1.200 siepi, record migliorato appena una settimana fa, e Roberto Calia (Sulcis Carbonia): 39”34 contro 39”68. Vittoria con il tempo di 13”23 per Beatrice Porcu (Sulcis) negli 80 metri ad ostacoli. Tra le più giovani, in evidenza due “piccine” della Tespiense Quartu: Michela Picci, classe 2006, 3,40 metri nel salto in lungo e Lucrezia Marchese, classe 2005, 7,83 nei 50 metri piani. Le premiazioni degli atleti sono state effettuate dal sindaco, Giuseppe Casti, e dall’assessore dello Sport, Fabio Desogus. Tutti i i prini classificati. 100 metri Uomini Lorenzo Mameli 1999 “Quelli che l’atletica...” 11”58. 3.000 metri Uomini Over 35 Sergio Fulgheri 1958 “A.S.D. Sulcis Atletica Carbonia” 11’07”14. Salto in lungo/LJ Uomini Christian Zucca 1996 “Atl. Pod. San Gavino” 6,38 metri. Peso/SP kg 7,26 Uomini Luca Medda 1985 “Atl. Pod. San Gavino” 9,35 metri. Peso/SP kg 5 Allievi Lorenzo Riva 1999 “AS Tespiense Quartu” 11,05 metri. 100 metri Donne Daniela Lai 1979 “C.U.S. Cagliari” 12,69 metri. 3.000 metri Donne Over 35 Patrizia Bernardini 1972 A.S.D. “Sulcis Atletica Carbonia” 12’24”39. Salto in lungo/LJ Donne Chiara Giovanna Nughedu 1997 “Pol. Olimpia Bolotana” 4,63 metri. Peso/SP kg 4 Donne Tamara Barin 1974 “A.S.D. Atletica Mineraria Carbona” 7,78 metri. Peso/SP kg 3 Allieve Daniela Marongiu 1998 “Atletica Iglesias” 6,49 metri. 300 piani Cadetti Enrico Loche 2000 “G.S. Atl. Dolianova” 39”34. Salto in lungo/LJ Cadetti Daniele Marangoni 2000 “ASD Sulcis Atletica Carbonia” 5,86 metri. Peso/SP kg 4 Cadetti Christian Gammino 2001 “A.S.D. Atletica Mineraria Carbonia” 7,98 metri. Staffetta 4X100 Cadetti Luca Serra - Roberto Calia - Nicola Putzulu - Daniele Marangoni “A.S.D. Sulcis Atl. Carbonia” 48”84. 300 piani Cadette Dalia Kaddari 2001 “AS Tespiense Quartu” 41”20. L’arrivo della gara dei 100 metri. 80 Hs H 76 Cadette Beatrice Porcu 2001 “A.S.D. Sulcis Atletica Carbonia” 13”23. Salto in lungo/LJ Cadette Annakarin Sorbellini 2000 “S.G. Amsicora” 4,21 metri. Staffetta 4X100 Cadette Moran Chirigu - Valentina Mei Camilla Garau - Beatrice Porcu “A.S.D. Sulcis Atl. Carbonia” 58”03. 60 piani Ragazzi Nicola Abraham Piras 2002 “Nuova Atletica Sestu” 9”00. Vortex Ragazzi Elian Gnudi 2002 “S.G. Amsicora” 49,57 metri. 60 piani Ragazze Federica Loi 2002 “Quelli che l’atletica...” 8”90 Vortex Ragazze Benedetta Abis 2003 “Pol. Libertas Campidano” 31,40 metri. 200 metri Esord. Maschile C Riccardo Daga 2008 “Pol. Jolao Iglesias” 38"34. 300 piani Esord. Maschile B Alessio Ullio 2006 “Atletica Selargius” 52”51. Salto in lungo/LJ Esordienti Maschile C Michele Samuel Deplano 2008 “Atletica Selargius” 3,00 metri. Salto in lungo/LJ Esordienti Maschile B Gianmarco Musino 2006 “A.S.D. Atl. Mineraria Carbonia” 3,40 metri. 50 metri Esordienti Maschile A Daniel Chima Oguzie 2005 “Nuova Atletica Sestu” 7”87. Vortex Esordienti Maschile A Nicola Olla 2004 “Atletica Selargius” 32,35 metri. 200 metri Esord. Femminile C Stefania Angius 2008 “AS Tespiense Quartu”. 300 piani Esord. Femminile B Marta Paderi 2006 “Atletica Selargius” 55”03. Salto in lungo/LJ Esordienti Femminile C Valeria Barlini 2008 “Atletica Cortoghiana” 2,75 metri. Salto in lungo/LJ Esordienti Femminile B Michela Picci 2006 “AS Tespiense Quartu” 3,40 metri. 50 metri Esord. Femminile A Lucrezia Marchese 2005 “AS Tespiense Quartu” 7”83. torie: 1 a 0 a Elmas, sul campo della Frassinetti, e travolgente 5 a 0 sulla matricola Villacidrese, che ha subito a Iglesias la terza sconfitta consecutiva (è scesa dal primo al decimo posto). subentrato all’esonerato Massimo Comparetti, primo punto in assoluto per quella di Gianni Maricca. Nel girone A di Prima categoria, la Fermassenti di Walter Poncellini ha Marco Foti (Carbonia) e Claudio Di Meglio (Monteponi), entrambi ex. è finito in parità il derby Carloforte - Atletico Narcao, 1 a 1, quarto pari stagionale per la squadra tabarchina, guidata da Roberto Santamaria, P perso i primi punti stagionali cedendo in casa al Vecchio Borgo Sant’Elia, 1 a 2, ma resta capolista solitaria con un punto in più ed una partita in meno disputata rispetto alle prime inseguitrici Vecchio Borgo Sant’Elia e Villamassargia (1 a 1 a Domusnovas). Cresce il Tratalias di Graziano Milia che ha rifilato un tennistico 6 a 3 Walter Poncellini (Fermassenti). alla vicecapolista Villasimius, mentre l’Iglesias, piegato 3 a 0 sul campo della Ferrini, è ultima con un solo punto. Giampaolo Cirronis Partenza falsa della squadra sulcitana nel campionato di B1 La nuova Vba/Olimpia è ancora in costruzione artenza falsa, per la VBA/Olimpia Sant’Antioco, nel girone B del campionato di B1 maschile di volley. Dopo il ko dell’esordio, 1 a 3 casalingo con l’Edilfox Sol Caffè Grosseto, e la sconfitta subita, sempre per 3 a 1, sul campo della Pol. Roma 7 Volley, la squadra di Adrian Pablo Pasquali ha subito la terza sconfitta consecutiva, seconda casalinga, con la Videx Grottazzolina, ancora con il punteggio di 3 set a 1 (2025, 25-19, 19-25, 21-25). In casa biancoblù c’è grande delusione per un avvio di campionato così stentato che va al di là delle attese per una squadra quasi interamente rinnovata rispetto alla passata stagione che pure l’aveva vista in difficoltà all’inizio e poi protagonista di un’eccellente stagione che alla fine la vide sfiorare l’accesso ai play-off, sfumato solo all’ultima giornata. Il coach italo-argentino dovrà lavorare tanto per ritrovare i giusti equilibri ed il miglior rendimento. Il girone è molto competitivo e non ci sono “squadre materasso”. Ogni partitasi sta rivelando una battaglia e “rimettersi in carreggiata” non sarà facile. Sabato 7 novembre, alle 21.00, I la VBA/Olimpia giocherà sul campo della Pallavolo Massa, formazione che nelle prime tre giornate ha incontrato due delle tre squadre impostesi a Sant’Antioco: la Videx Grottazzolina, vittoriosa nettamente all’esordio a Massa per 3 a girone, l’esordiente Pallavolo Sarroch, ha iniziato la stagione con il piede sbagliato, collezionando tre sconfitte in tre giornate, in coda alla classifica, ancora a digiuno di punti, in compagnia della VBA/Olimpia. Ha perso prima a Carpi, 3 a 0 (25- Un time out della VBA/Olimpia nella partita d’esordio del campionato di B1. 0 (19-25, 15-25, 22-25), e l’Edilfox Sol Caffè, battuta per 3 a 1 a Grosseto (22-25, 25-18 23-25, 2325). Nella terza giornata, ha perso 3 a 0 a Spoleto (28-26, 25-17, 3028). Anche l’altra squadra sarda del 21, 25-19, 25-17), poi in casa con il Niagara 4 Torri Ferrara, 1 a 3 (1925, 25-19, 20-25, 19-25) e ancora in trasferta con la Medea Montalbano, 3 a 1 (23-25, 25-22 25-12, 2515). Sabato 7 novembre, alle 18.00, ospiterà la Fanton Modena Est. Una mozione trasversale per portare il Giro d’Italia in Sardegna Le imprese di Fabio Aru esaltano l’Isola Riformatori hanno presentato una mozione trasversale, condivisa da gran parte del Consiglio regionale (primo firmatario il coordinatore regionale, Michele Cossa) che sarà discussa in Consiglio regionale, che impegna la Giunta regionale ad attivarsi concretamente presso gli organizzatori (principalmente la Gazzetta dello Sport) e le altre competenti sedi per riportare l’importante manifestazione sportiva internazionale in Sardegna, isola che ha dimostrato grande interesse per il ciclismo tifando compatta per Fabio Aru, ultimo vincitore della Vuelta spagnola. È dal 2007 che il Giro d’Italia salta la Sardegna. «La Sardegna - sostengono i Riformatori - deve dimostrare di saper promuovere un’iniziativa ad alto impatto economico attraverso una solida e concreta collaborazione tra istituzioni, visto che il Giro d’Italia rappresenta una straordinaria occasione di promozione turistico-culturale internazionale, opportunità di crescita economica.» Fabio Aru in maglia rosa al Giro d’Italia 2015. IL NUMERO 287 1-12.qxp_IL NUMERO 181 2/11 05/11/15 17:17 Pagina 1 12 Anno XX • N° 287 • 31 Ottobre 2015 La Provincia del Sulcis Iglesiente MACELLERIA Rosticceria - Polleria Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci Piatti pronti (arrosti) su prenotazione Consegne a domicilio in tutto il Sulcis Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino) Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515