Così vedo l`Italia, le foto che raccontano il Belpaese

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Così vedo l`Italia, le foto che raccontano il Belpaese
Fanpage.it
24.04.2015
Così vedo l’Italia, le foto che
raccontano il Belpaese visto da
adolescenti stranieri
Il concorso di Intercultura giunge al termine con la nomina di otto
vincitori. Andiamo a conoscere i giovani fotografi e le famiglie che
li hanno ospitati.
Come vedono l’Italia gli studenti stranieri che
stanno trascorrendo un anno scolastico nel
nostro Paese grazie alla Onlus Intercultura?
Siamo etichettati con la classica immagine
“calcio, pizza, mafia” oppure c’è qualcosa di
più di cui, magari, non ci siamo accorti neppure
noi? A dare una riposta è il concorso di
Intercultura "Così vedo l'Italia", giunto alla XV
edizione,che raccoglie le migliori fotografie in
cui gli adolescenti di tutto il mondo qui in Italia
pensano di aver colto i diversi aspetti
dell'identità italiana.
Tra 250 foto arrivate in 5 mesi, 8 sono le
vincitrici, decretate il 15 aprile da una giuria di
esperti. I vincitori saranno ospiti dal 6 al 10
maggio presso le famiglie di Ivrea (i volontari
sono gli ideatori di questo concorso), dove
avrà luogo la premiazione finale. Ecco un
assaggio di cosa hanno ritratto e pensato del Belpaese gli otto ragazzi, coadiuvati dalle famiglie ospitanti.
Chi è - o potrebbe essere - interessato a ospitare uno studente straniero per accrescere la propria
dimensione internazionale, può visitare la pagina "Aggiungi un posto a tavola" per ulteriori informazioni.
S: Partiamo dalla foto in concorso, che aspetto della cultura italiana hai voluto rappresentare e perché?
Frederik: Volevo mostrare gli anziani in Italia, che sono molto importanti. Sono sempre fuori e quando li
vedo mi sto facendo un "film", sembra "Nuovo Cinema Paradiso" o un vecchio film italiano, e mi fa tanto
piacere.
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Alexsandra: ho voluto rappresentare le tradizioni italiane attraverso la storia delle abitudini quotidiane
perché le tradizioni derivano dalla storia di un popolo e ci permettono di capire lo stile di vita di un Paese.
Marta: Ho voluto rappresentare le differenze che esistono tra le regioni italiane. Queste differenze fanno la
ricchezza dell'Italia. Senza una di queste regioni, l'Italia non sarebbe piu' la nazione che ho conosciuto.
Nanticha, detta Lynn: L’importanza della famiglia: è significativo trascorrere il tempo con la famiglia anche
se è semplicemente parlare o mangiare insieme.
Flavia: Ho voluto rappresentare la bellezza della natura sul territorio italiano perché ci sono tanti posti
bellissimi.
Terat: In Italia, ci sono tante feste, il carnevale è una di queste. Durante la sfilata delle mascherine, ho visto
il volto dell’anziana signora e il suo sguardo malinconico mi ha fatto pensare a lei bambina che si divertiva
come quei bambini in passerella. Ecco perché io ho chiamato questa foto “la nostalgia”.
FO: L’Italia vista da vostro/a figlio/a ospitante, vi ha stupito? Le vostre abitudini o il vostro modo di
vedere la cultura italiana è cambiato durante questa esperienza di accoglienze di uno studente
adolescente proveniente da un altro paese?
Famiglia Leone di Piacenza (Marta): Si, ci ha stupito di vedere come gli occhi di una adolescente di un altro
paese percepiscono le diversità culturali esistenti nel nostro paese come elemento di ricchezza e non come
divisione. Ora vediamo la cultura italiana non solo con i nostri occhi ma anche dal punto di vista una ragazza
straniera.
Famiglia Fierro di Como (Lynn): Stupito, no, però questa esperienza ci ha portato sicuramente a riflettere su
abitudini e aspetti di vita che consideravamo scontati ogni qual volta è capitato di doverli spiegare a nostra
figlia ospitante.
Famiglia Aiello di Bagheria/Palermo (Frederik): Abbastanza. La mia visione dell'Italia, da sorella ospitante,
era già cambiata grazie alla mia precedente esperienza in Costa Rica, di 6 mesi.
Famiglia Monne di Lecce (Terat): In famiglia aleggia un’atmosfera di curiosità molto bella, direi creativa.
Stiamo imparando tante cose curiose e interessanti della sua cultura.
Famiglia Bogliolo di Savona (Thananya): vedere l’Italia con gli occhi di un ragazzo che arriva dall’altra parte
del mondo aiuta a capire come viviamo e come potremmo vivere.
FO: Che cosa hai imparato da questa esperienza o che cosa hai appreso da questa nuova cultura? Ci sono
aspetti che tu o i tuoi figli avete adottato a lavoro, a scuola, in famiglia?
Famiglia Leone di Piacenza (Marta): Abbiamo imparato non dare mai nulla per scontato. Ci siamo resi conto
che in altri paesi esistono ancora fra i giovani dei valori che in Italia si stanno perdendo.
Famiglia Aiello di Bagheria/Palermo (Frederik): Ho imparato ad essere più paziente, ad ascoltare e a
condividere pensieri ed esperienze
Famiglia Anselmi di Torino (Alexsandra): Ciò che ci ha maggiormente colpito della cultura russa è l’orgoglio
e il patriottismo, che manca a noi italiani.
Famiglia Fierro di Como (Lynn): Sentirsi famiglia non è solo legame di sangue ma vivere giorno per giorno
insieme e sentire di amare l’altro ogni giorno di piu’: ospitare Lynn ha confermato tutto questo. Un piccolo
aspetto pratico che conserveremo nel tempo è mettere in tavola tutte le pietanze contemporaneamente.
Famiglia Firincielli di Augusta (Flavia): ho imparato tante cose di cui farò tesoro. Di quanto sia bello capire e
vivere momenti diversi dalla tua cultura.
Famiglia Monne di Lecce (Terat): Amare i propri figli, familiari è scontato, scoprire giorno dopo giorno di
amare un ragazzo che qualche mese prima non immaginavi esistesse, è il dono più bello che il Signore ci ha
donato. Ci stupisce la sua calma, il suo equilibrio interiore, vorremmo essere contagiati dalla sua serenità.
Famiglia Bogliolo di Savona (Thananya): la cosa che ho più apprezzato è quella che a tutti noi sicuramente
manca è la calma!
S: Cosa porteresti della cultura italiana nel tuo paese d’origine? Cosa invece vorresti importare in Italia
della tua cultura d’origine?
Frederik: La relazione e la grande famiglia!
Alexsandra: mi piace soprattutto come gli architetti italiani hanno, nel corso della storia, personalizzato
anche le case con immagini umane o animali, dando un’idea molto personale e immaginaria ai palazzi del
centro cittadino. Inoltre hanno pensato alle città come luoghi dove si potesse passeggiare nel verde e in
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tranquillità. Mi piacerebbe che in Italia si utilizzasse di meno l’automobile e ci fosse più spazio per muoversi
a piedi o con i mezzi pubblici perché in questo modo si hanno più occasioni per parlare con gli altri.
Marta: Porterei l'abitudine di festeggiare il Carnevale. Le persone si vestono con i costumi fatti a mano.
Tanti bambini vanno alle feste mascherati e si divertono molto.
Lynn: Porterei in Thailandia dall’Italia il modo di condividere le idee di ognuno, ad esempio parlare anche
durante la cena, per capire meglio come pensano gli altri. Invece, porterei in Italia l’importanza del rispetto
per gli adulti.
Flavia: porterei l’unione della famiglia, il pranzare e cenare insieme. Porterei invece in Italia il mio sistema
scolastico.
Chase: porterei a casa una forma d’arte particolare: “la passeggiata”. Invece in Italia non sarebbe male
avere un po’ di orgoglio nazionale.
Terat: Io porterò un pizzico di ospitalità di “stile italiano” (calorosa e amichevole). Non voglio dire che gli
italiani sono tutti uguali, ma in alcune situazioni ci vorrebbe più rispetto (a scuola i ragazzi ai professori, i
figli ai genitori). La calma nei momenti di discussione.
S: Secondo il tuo punto di vista privilegiato, quali sono gli aspetti positivi su cui l’Italia deve puntare?
Frederik: Ci sono un sacco di cose, per esempio la bellezza, il cibo, la interessante cultura
Alexsandra: In Italia c’è un clima abbastanza caldo che potrebbe permettere molta vita all’aria aperta,
facendo sport o anche semplicemente andando a scuola o al lavoro in bicicletta.
Marta: Proteggere e valorizzare tutte le specialita' che coltiva e produce con marchi che garatiscano
qualita', genuinita' e provenienza.
Lynn: Conservare e valorizzare tutto il patrimonio culturale che ha: storia, arte, design, e la cucina.
Flavia: in Italia bisognerebbe puntare di più sull’istruzione.
Thananya: l’educazione in generale e il fatto che gli italiani leggono tanti libri.
FO e S: durante questi mesi in Italia, ci sono mai stati tra voi fraintendimenti “interculturali”? Se si,
raccontaci l’episodio e il modo in cui avete superato l’accaduto.
Alex: I primi giorni in cui stavo in questa famiglia finito il pranzo o la cena mi alzavo da tavola senza
chiedere il permesso. Mi accorgevo che mi guardavano male ma non capivo perché. Solo dopo qualche
giorno mamma e papà mi hanno detto che è maleducazione alzarsi da tavola prima che tutti gli altri
abbiano finito, e che comunque bisogna sempre chiedere il permesso.
Famiglia Leone di Piacenza (Marta): Nei primi tempi non ci siamo capiti su come cucinare e mangiare la
pasta, in Italia si mangia con tante cose buone e sempre salate, invece in Polonia si puo' anche mangiare
con zucchero, composta di fragole, formaggio fresco e fragole, papavero. Ogni pizzeria in Polonia serve la
pizza con ananas e ci mette sul tavolino le salse(per esempio salsa bianca-yogurt, maionese, aglio, origano).
L'abbiamo superato perche' ora Marta mangia la pasta in tutti modi e noi spesso assaggiamo la pasta
cucinata da Marta come si mangia in Polonia.
Lynn: S: Sì, i primi tempi, quando parlavano ad alta voce, pensavo sempre che erano arrabbiati. Famiglia
Fierro di Como: Quando ci siamo accorti dell’equivoco, abbiamo spiegato che si trattava semplicemente
della nostra modalità di confronto in discussioni su argomenti che ci appassionavano molto, modalità vista
da Lynn, forse, in modo troppo vivace e rumoroso.
FO: consigliereste questa esperienza ad altre famiglie interessate ad ospitare?
Famiglia Anselmi di Torino (Alexsandra): decisamente si! Troviamo che sia molto bello conoscere
comportamenti e abitudini diverse dalle nostre e verificare che forse va bene anche comportarsi in modo
diverso da come abbiamo sempre pensato fosse ‘giusto’.
Famiglia Bogliolo di Savona (Thananya): Sicuramente si, questo non significa che sia un’esperienza facile:
aprire la propria porta di casa e il proprio cuore ad un estraneo non è semplice ma, superate le difficoltà,
riempe la famiglia di nuova linfa vitale.
Famiglia Leone di Piacenza (Marta): Consiglieremo questa esperienza a chiunque interessato ad ospitare.
Tutte le famiglie possono mettersi in gioco ed accogliere uno studente proveniente da un altro paese come
un loro figlio. Noi siamo alla terza esperienza, siamo molto contenti e non abbiamo ancora finito.