OCI14-15_08 - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

Transcript

OCI14-15_08 - Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere
+
Didattica delle lingue moderne 2
Elena Nuzzo
[email protected]
Lingue e mediazione linguistico-culturale
Operatori nella comunicazione interculturale
+
La conversazione
n Sequenzialità
In quale ordine si producono certi turni?
Che significato ha un ordine piuttosto che
un altro?
n Avvicendamento
dei turni
Come si prende il turno in una
conversazione? Come si tiene e come si
cede?
+
La trascrizione del parlato
, . ? !
. .. ...
testo=
=testo
[testo>]
[<testo]
testo: testo::
tes-
intonazione
decimi di secondo di pausa (anche #)
testo allacciato al turno successivo
testo allacciato al turno precedente
sovrapposizione con il [<testo] successivo
sovrapposizione con il [testo>] precedente
sillaba allungata
sillaba troncata
TESTO
testo pronunciato a voce alta o con enfasi
(commento)
commento sul comportamento non verbale o
informazione sul contesto
(...)
testo omesso (anche xxx)
+
Sequenzialità: coppie adiacenti
n 
Buona Pasqua
n 
Grazie, anche a te
n 
Grazie
n 
Prego
n 
Scusa
n 
Niente
+
Coppie adiacenti
Un parlante produce la prima parte della coppia e si aspetta
che l’interlocutore produca la seconda, complementare.
Sequenza preferita > la reazione di I è conforme alle attese di P
> è la reazione più normale, meno marcata
Sequenza dispreferita > la reazione di I non è conforme alle
attese di P > è la reazione più inusuale, più marcata
+
Preferenza e dispreferenza:
esempi
richiesta
asserzione
protesta
preferita
accettazione accordo
riparazione
dispreferita
rifiuto
negazione
disaccordo
+
Preferenza e dispreferenza
n 
Reazioni preferite > brevi e semplici
n 
Reazioni dispreferite > lunghe e complesse > la reazione
dispreferita richiede riparazione: devo almeno giustificare
una reazione che non è quella che normalmente ci si
aspetterebbe
+
Gestire la dispreferenza
La reazione dispreferita va rimediata (lavoro rimediale) perché
l’interazione possa concludersi con successo
Spesso il parlante previene una reazione dispreferita
preparando il terreno.
Uomo: signorina? senta…
Infermiera: no no no senta lei signor Esposito guardi se lei ha
intenzione di rimanere qui tutto quanto il giorno ad aspettare il
professor Danieli per me va benissimo ma non qui non in questo
posto, c’è una sala d’attesa adatta per questo la prego noi stiamo
lavorando non possiamo star dietro a lei mi capisca la prego
+
Dispreferenza: prospettiva
interculturale
Reazioni preferite e dispreferite esistono in ogni lingua, ma la
gestione della dispreferenza varia tra lingue/culture diverse.
Esempio: incontri di servizio in libreria, italiani e inglesi
+
Progetto PIXI: gestione della
dispreferenza in italiano e in inglese
Co: dica
Cl: .. eh sto cercando “The Blithdale Romance” di Hawthorne=
Co: =non c’è, è in arrivo
Cl: non c’è
Co: manca dal distributore italiano. provi tra una settimana circa,
ma non glielo assicuro, può tardare anche di più
Cl: .. Grazie
Co: prego
Cl: do you have a book called “The Order of Things” byCo: Foucalt
Cl: that’s right
Co: errr well we’ve sold out at the moment, but they [also>]==
Cl: [<yes]
Co: ==keep it upstairs in sociology on the second floor
Cl: right. thank you
+
Progetto PIXI: gestione della
dispreferenza in italiano e in inglese
Italiano > subito risposta dispreferita + routine poco utile con
un’informazione vaga. L’incontro deve proseguire, perché non si
può concludere fino a quando non si innesca una sequenza
preferita. La mancanza di una proposta accettabile richiede
ulteriore lavoro discorsivo, e il cliente la sollecita con un’eco
(non c’è). Il commesso spiega perché il libro non c’è e offre
finalmente una proposta concreta. A questo punto la
dispreferenza iniziale è rimediato, la proposta è accettata, e
l’incontro può chiudersi.
Inglese > esitazione (errr, well) + proposta concreta. Dopo la
proposta la sequenza di chiusura può iniziare: il cliente accetta
la proposta, ringrazia, e l’incontro si conclude.
+
Progetto PIXI: gestione della
dispreferenza in italiano e in inglese
In entrambi i casi abbiamo la ricerca della preferenza,
necessaria per chiudere la conversazione, ma
n 
in italiano prima c’è la risposta dispreferita, poi, sollecitato
dal cliente, segue il lavoro di riparazione;
n 
in inglese, invece, le esitazioni iniziali fungono da lavoro
rimediale e preparano la dispreferenza, quindi la riparazione
avviene prima della produzione del no, e spontaneamente da
parte del commesso.
È quindi diverso il modo con cui i due interlocutori arrivano
alla soluzione: tendenzialmente post-riparatorio in italiano e
preparatorio o pre-riparatorio in inglese.
+
Progetto PIXI: ringraziamenti
e chiusure
Cl: buongiorno. volevo sapere se avete questo testo
Co: deve vedere in fondo a sinistra=
Cl: =grazie
La reazione preferita arriva subito: al grazie non segue prego
perché non c’è stato bisogno di lavoro rimediale.
+
Progetto PIXI: ringraziamenti
e chiusure
Cl: e quegli altri, “I Malavoglia” edizioni scolastiche
Co: quello lo deve chiedere sotto=
Cl: =tutto sotto
Co: ma credo che non ci sia neanche quello
Cl: neanche quello. ho capito
Non si è trovata una soluzione accettabile, non si è risolta la
dispreferenza, il cliente prende atto e chiude l’incontro.
+
Progetto PIXI: ringraziamenti
e chiusure
Co: dica
Cl: .. eh sto cercando “The Blithdale Romance” di Hawthorne=
Co: =non c’è, è in arrivo
Cl: non c’è
Co: manca dal distributore italiano. provi tra una settimana circa,
ma non glielo assicuro, può tardare anche di più
Cl: .. Grazie
Co: prego
Siccome la proposta del commesso è pessimisticamente
qualificata (ma non glielo assicuro, può tardare anche di più), il
commesso deve rassicurare il cliente di non avere altro di meglio
da proporre, e la rassicurazione arriva con l’aggiunta del prego al
grazie del cliente. Questo chiarisce che lo scambio è chiuso.
+
Progetto PIXI: PN e PNN
Cl: qualche gramma- grammatica inglese, eh comparata. italiano
inglese comparata c’è?
Co: come comparata? cioè le differenze tra la grammatica italiana
e quella inglese?=
Cl: =sì
Co: no. non ne conosco neanche una
Cl: oh....... sì ma potrei prenderla dall’altra parte=
Co: =sì
Dopo il no, il cliente inglese si aspetta una proposta, che non
arriva. Attende quindi invano una proposta meno negativa (pausa
dopo oh), e poi propone lui stesso un’alternativa, che il commesso
italiano accetta con una risposta minimale. Si conferma così la
negatività dell’incontro, sia sul piano transazionale sia su quello
conversazionale, che rimane di fatto senza chiusura.
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
Parlanti d’inglese L1 e parlanti d’inglese L2 (Hong Kong)
Gestione del disaccordo come opzione dispreferita (come
reazione ad asserzioni)
Ipotesi di Cheng (2003):
n 
i cinesi esprimono il disaccordo nei confronti degli anglocelti
meno spesso di quanto non lo facciano gli anglocelti nei loro
confronti;
n 
i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il
disaccordo usano un numero minore di strategie esplicite senza
rimedio;
n 
i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti, nell’esprimere il
disaccordo usano maggiore lavoro rimediale.
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
L’ufficiale cinese (C) descrive al collega (A) il tragitto della marcia, che dopo un chilometro e
duecento metri procede in una galleria lunga quattro chilometri
A: that will be very boring
C: right exactly [and>]
A: [<four] kilometres. with nothing to look at
C: right [(ride)>]
A: [<er I don’t] envy you if you’re going on the walk yourself
C: but [if>]
A: [<very] uninteresting
C: (ride) I totally agree and then after the walk I mean after the tunnel it it would it
becomes quite interesting. because it will be the Tsing Gu Bridge. and a lot of, you know,
[to see>]
A: [<oh you’re] going that way through
C: yea from Yuen Long out to er Tsing Yi
A: uh huh
C: so it’s er it’s actually quite a nice walk half and half [the first bit is nice>]
A: [<where will you you’ll] miss so much of Tai Tam Country Park
C: ahh (ride) well there is no comparison between the two I think but er. anyway I think er
people are are are really upset with er so many Walk for Million these days. so last Sunday
it was a very very er.... boring one
A: I I always find that to be er rather sterile. (…)
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
L’ufficiale britannico tende a esprimere il
disaccordo direttamente senza mitigatori e senza
segnalare alcun desiderio di convergenza.
L’ufficiale cinese, pur senza cedere, si adopera non
solo con mosse soprattutto preparatorie ma anche
con rimedi successivi a curare la faccia del suo
interlocutore minimizzando la minaccia costituita
dall’espressione del disaccordo.
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
C: ==would have well, one thing good about Oliver’s is that er
you know the the the the ingredients are very fresh
A: I see
C: isn’t
A: yea they must put, fly stuff in. get stuff from all over the world
er where do they get this stuff this stuff
C: I don’t know from USA I suppose the lettuce. I don’t think it’s
local I thing it’s either from Australia or from USA it’s not I mean
it’s not possible from Hong Kong of from China China you know
don’t have erm lettuce
A: you get local lettuce, I buy local lettuce
C: yea local possible but I think the quality is not that good
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
n 
i cinesi esprimono il disaccordo nei confronti degli anglocelti
meno spesso di quanto non lo facciano gli anglocelti nei loro
confronti; NO
n 
i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti,
nell’esprimere il disaccordo usano un numero minore di
strategie esplicite senza rimedio; SI’
n 
i cinesi, paragonati agli interlocutori anglocelti,
nell’esprimere il disaccordo usano maggiore lavoro
rimediale. SI’
+
La gestione del disaccordo tra PN
e PNN d’inglese
Si dice che le culture asiatiche sostengano la “concezione
interdipendente di sé” (cfr. Marcus e Kitayama 1991) più delle
culture occidentali. L’ “io interdipendente” è più probabile che
presti attenzione al gruppo quando forma opinioni e
atteggiamenti, che dia importanza a mantenere la propria faccia
e quella dell’altro, e che che cerchi l’armonia e la cooperazione
nel gruppo. La cultura occidentale sostiene la “concezione
indipendente di sé” più delle culture asiatiche. L’ “io
indipendente” è più probabile che sia disposto a confrontarsi e
competere, a criticare esplicitamente e a esprimere opinioni
individuali e imprevedibili.
+
Norme per l’avvicendamento dei
turni
n 
Se il Parlante (P) seleziona il parlante Successivo (S) nel
corso del suo turno, deve smettere di parlare al successivo
Punto di Rilevanza Transizionale (PRT) e far proseguire S.
n 
Se al successivo PRT in cui P tace, nessun S è stato
selezionato da P, qualsiasi altro partecipante può
autoselezionarsi; il primo che parla si assicura il diritto al
turno.
n 
Se al successivo PRT in cui S tace nessun S è selezionato da P
e nessun altro partecipante si autoseleziona, P può
continuare a parlare.
+
L’avvicendamento dei turni:
interruzioni e sovrapposizioni
n 
Il Punto di Rilevanza Transizionale (PRT): un parlante smette
di parlare e comincia un altro
n 
Il PRT è segnalato da elementi sintattici, semantici, prosodici
ecc., MA non esistono criteri assoluti per individuarlo a
priori: è essenziale anche che i partecipanti all’interazione lo
riconoscano come tale
n 
Spesso non viene rispettato, quindi si hanno interruzioni e
sovrapposizioni
+
Interruzioni o sovrapposizioni?
n 
Interruzioni > lontane dal PRT
n 
Sovrapposizioni > nelle vicinanze del PRT
MA anche:
n 
Interruzioni > termine più interpretativo (riferimento a diritti
e obblighi degli interlocutori)
n 
Sovrapposizioni > termine più descrittivo
Difficile distinguerle nettamente > discorso simultaneo
(sovrapposto)
+
Discorso simultaneo
Interruzioni e sovrapposizioni variano da diversi punti di
vista:
n 
Lunghezza del discorso simultaneo
n  un pezzo di parola (backchannels) <> un intero enunciato
n 
Posizione
n  più o meno vicino al PRT
n 
Effetto
n 
produce o non produce cambio di turno
+
Lunghezza del discorso simultaneo
A: that will be very boring
C: right exactly [and>]
A: [<four] kilometres. with nothing to look at
C: so it’s er it’s actually quite a nice walk half and half [the first
bit is nice>]
A: [<where will you you’ll] miss so much of Tai Tam Country
Park
+
Posizione
Più o meno vicina al PRT: più è vicina al PRT meno l’interruzione è
pesante
C: so it’s er it’s actually quite a nice walk half and half [the first bit
is nice>]
A: [<where will you you’ll] miss so much of Tai Tam Country Park
Cliente: vorrei sapere se avete i prodotti omeopatici
Farmacista: eh... qualcuno c’è..... ma probabilmente quelli che
servono a lei.. mi dica che cosaaa le se- serve
Cliente: eee allora mi servirebbe qualcosa per le allergie
Farmacista: ........ ah ma noiii no. gli omeopatici li diamo solo con
ricetta del medico omeopata
Cliente: mh mh. va bene. la rin[grazio>]==
Farmacista: [<prego]
Cliente: ==arrivederci
+
Effetto della sovrapposizione
Permette al parlante di continuare o lo obbliga a cedere il
turno?
Cliente: vorrei sapere se avete i prodotti omeopatici
Farmacista: eh... qualcuno c’è..... ma probabilmente quelli che
servono a lei.. mi dica che cosaaa le se- serve
Cliente: eee allora mi servirebbe qualcosa per le allergie
Farmacista: ........ ah ma noiii no. gli omeopatici li diamo solo
con ricetta del medico omeopata
Cliente: mh mh. va bene. la rin[grazio>]==
Farmacista: [<prego]
Cliente: ==arrivederci
+
Interruzioni supportive e
interruzioni competitive
n 
Interruzioni supportive: fanno sentire al parlante che
l’interlocutore sta seguendo, è interessato, partecipa ecc. > il
parlante di solito continua a parlare. Tipici sono i
backchannel e i suggerimenti lessicali
n 
Interruzioni competitive: servono a “rubare” il turno
all’interlocutore > il parlante di solito (ma non sempre) cede
il turno
+
Interruzioni supportive e competitive:
parametri oggettivi per distinguerle
n 
altezza del tono e/o volume della voce,
n 
durata della sovrapposizione,
n 
insistenza o arrendevolezza,
n 
distanza dal PRT,
n 
presenza o assenza di modificatori,
n 
accordo o disaccordo proposizionale,
n 
mantenimento o cambio di argomento
+
Supportive o competitive?
Stud:
mi ha diciamo incuriosito questo personag[gio>]==
Prof:
[<um]
Stud:
==perché è un po’ diverso da tutte le donne
Prof:
um
Stud:
perché come sappiamo non è solo donna come Angelica, [o>]==
Prof:
[<um]
Stud:
==solo guerriero, come Malfisa
Prof:
um
Stud:
Bradamante sappiamo che è donna e guerriero
Prof:
um
Stud:
cioè si sa proprio introdurre, cioè lei pensa diciamo prima di
compiere diciamo un’a[zione>]==
Prof:
[<um]
Stud:
==questo lo fanno [molti personaggi ma>]
Prof:
[<um. sen- sì] senta ummm io vorrei che Lei uscisse adesso da
questo discorso generale su Bradamante, [e>]==
Stud:
[<sì]
Prof:
==mi inquadrasse questo discorso in un luogo preciso del testo
Stud:
un luogo preciso del [testo>]
Prof:
[<sì] cioè un luogo in cui Bradamante dimostra questa questa sua
doppia faccia, come Lei come Lei diceva di [don>]==
Stud:
[<sì]
Prof:
==na e di guerriero
Stud:
sì
+
Interruzioni supportive e competitive:
parametri contestuali per distinguerle
n 
il rapporto di status tra interlocutori,
n 
lo scopo dell’interazione,
n 
l’urgenza psicologica,
n 
la causa di forza maggiore,
n 
lo stile individuale,
n 
l’abitudine culturale.
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
n Giapponesi
e finlandesi > tendenza a
sovrapporsi poco e solo nelle vicinanze del
PRT
n Italiani
e inglesi > molte sovrapposizioni,
anche distanti dal PRT
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
n 
lo stile A caratteristico dell’Europa continentale,
rappresentato nel corpus da croati, polacchi, spagnoli e
ispanofoni dell’America Latina,
n 
lo stile B caratteristico del sud asiatico, rappresentato da
indiani dello Sri Lanka e delle Fiji e da iraniani, e
n 
uno stile C caratteristico del sud-est asiatico, rappresentato
da cinesi, cambogiani, malesi, vietnamiti e indonesiani.
Chi usa lo stile C tende a non interrompere e a faticare nel
competere per prendere e mantenere il turno con i compagni
di lavoro che praticano gli stili A e B, quindi tende a cederlo.
(Clyne 1994)
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
Cheng 2003
n  i
cinesi presentano meno casi di discorso
simultaneo;
n  lo
fanno più spesso al PRT o nelle immediate
vicinanze;
n  cedono
il turno più prontamente,
indipendentemente dalla posizione in cui il
discorso sovrapposto è iniziato, e
indipendentemente se stanno parlando loro e
vengono interrotti o se stanno interrompendo loro.
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
Gli inglesi tendono a interrompere il parlante di turno
iniziando con well e un segnale affermativo (yea, well yea, yea
well) e usano pochissimo but:
H:
J:
H:
>]
T:
F:
T:
(…) he’s been having regular baths lately=
=they haven’t [smelled too badly>]
[<yes he hasn’t] he hasn’t been [... offensive eh eh eh
[<yea well we: [we we>]]==
[<eh eh eh]
==all we have been saying (…)
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
Gli italiani fanno grande uso del ma iniziale e scarso uso di be’
e sì be’
F: e che altre collezioni fa in questo momento? solo quella.....
chissà come je [piglia::>]
R: [<ma je pas]sa poi [je passerà>]
F: [<ma je l’avrà] suggerita qualcuno
+
Discorso simultaneo: differenze
culturali
Bargiela-Chiappini e Harris (1997) > uso molto più
abbondante da parte degli italiani rispetto ai
britannici sia delle sovrapposizioni sia delle
interruzioni nella seduta informale.
+
Discorso simultaneo: segnali
discorsivi di presa del turno
n 
Allora, ecco, ma, e, no…
A: ma che cosa si fa per fare in modo che anche altri agricoltori nel campo
dell'appunto dei bovini degli animali eccetera ma anche degli
ortofrutticoli ehm blocchino la strada della dell'abolizione delle cose
[chimiche>]
B: [<guardi] per gli ortofrutticoli abbiamo varato un piano (…)
A: quando poi fa riferimento alle forze armate del materiale bellico
italiano [questa >]
B: [<ecco] ma quello che per Giovanni Spadolini era un dovere
repubblicano per voi era invece una cosa riassumibile nell'espressione
piazzista d'armi
A: novanta per cento è per l'esportazione ai paesi della fame, questo per
me è immorale davanti ad una Africa che sta veramente calando a picco
da tutte le parti e dove c’è fa[me>]
B: [<ma] se invece fornissimo le armi per esempio all' esercito americano