Assalto al cellulare. Un morto, boss evaso

Transcript

Assalto al cellulare. Un morto, boss evaso
GALLARATE
Assalto al cellulare. Un morto, boss evaso
Lunedì 03 Febbraio 2014 - 18:08
Un commando armato ha assaltato un furgone della polizia
penitenziaria su cui viaggiava Domenico Cutrì, che scontava
una pena all'ergastolo per l'uccisione di Luckasz
Kobrzeniecki, un polacco di 22 anni freddato a colpi di pistola
nel 2006 a Trecate (Novara).
GALLARATE (VARESE) - Un commando armato poco dopo le 15 ha assaltato un furgone della
polizia penitenziaria a Gallarate (Varese), in via Milano, vicino al Tribunale e ha liberato un detenuto.
Uno dei banditi che hanno partecipato all'evasione del detenuto è morto: il suo corpo è stato scaricato da
un'auto davanti all'ospedale di Magenta, nel milanese. Si tratta del fratello del detenuto evaso, Antonino
Cutrì. L'uomo è stato colpito da pallottole durante la sparatoria.
Domenico Cutrì, evaso a Gallarate, scontava una pena all'ergastolo per omicidio. L'uomo era stato
condannato in appello per l'uccisione di Luckasz Kobrzeniecki, un polacco di 22 anni freddato a colpi di
pistola nel 2006 a Trecate (Novara). Cutrì, secondo le accuse, era al volante dell'auto da cui partirono gli
spari che la notte del 15 giugno di otto anni fa uccisero la vittima. Arrestato tre anni dopo, si è sempre
professato innocente. La condanna in primo grado nel luglio 2011. Cutrì, sempre secondo l'accusa, fece
eliminare Kobrzeniecki perché riteneva che avesse fatto delle avances alla sua fidanzata. A compiere
materialmente l'omicidio Manuel Martelli, condannato nell'ottobre 2012 a 16 anni di carcere con il rito
abbreviato. Tre anni per lo stesso omicidio a Luca Greco, imputato di favoreggiamento (avrebbe intralciato
le indagini e fornito un alibi fasullo a Cutrì). Nel processo d'appello a favore di Cutrì, difeso dall'avvocato
Giulia Bongiorno, testimoniò una donna di origini calabresi, sostenendo che all'ora del delitto avevano avuto
un appuntamento galante nell'abitazione di Cutrì. Una versione emersa soltanto a distanza di anni, perché la
donna temeva che il marito potesse scoprire quella relazione clandestina. L'alibi, però, non convinse il
procuratore generale di Torino Vittorio Corsi, che dispose ulteriori accertamenti. A smontarlo le
testimonianze del titolare e del portiere di un albergo di Vittuone (Milano), dove l'uomo si trovava realmente
come hanno poi confermato anche i registri dell'hotel.
Nell'assalto del commando hanno subito lievi ferite due agenti di polizia, che ora sono ricoverati per
accertamenti al pronto soccorso dell'ospedale di Gallarate. C'è stata una sparatoria ma, secondo le
ricostruzioni, le ferite non sono provocate da colpi d'arma da fuoco. Infatti gli assalitori hanno aggredito gli
agenti mentre stavano per uscire dal Tribunale di Gallarate, favorendo la fuga del complice. Uno dei due
agenti, spinto dalle scale ha riportato un trauma cranico. L'altro ha dei problemi agli occhi perché i
malviventi hanno usato uno spray urticante. Non è stato ancora precisato il numero degli assalitori, arrivati
su due auto, una delle quali abbandonata, con a bordo armi. La polizia ha comunque diramato le
caratteristiche dell'auto usata per la fuga dai banditi: una C3 di colore nero targata EM 197 ZE.