la Cappella Brancacci
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Scheda didattica Arte nel Rinascimento: la pittura Cappella Brancacci – Storie di San Pietro Masolino da Panicale e Masaccio Nel 1424 Masolino e Masaccio ricevettero da Felice Brancacci l’incarico di provvedere alla decorazione della Cappella voluta da Pietro Brancacci nella Chiesa di Santa Maria del Carmine (Firenze). Tra il 1426 e il 1427 Masolino lasciò la città per recarsi in Ungheria e Masaccio proseguì il lavoro autonomamente. Masaccio, però, morì giovanissimo, nel 1428, e questo evento, unito all’esilio per ragioni politiche della famiglia Brancacci, fece sì che la cappella restasse incompiuta fino al 1481, quando Filippino Lippi completò le storie del registro inferiore delle pareti laterali. Nel 1460, i Carmelitani avevano fatto distruggere l’affresco centrale raffigurante il Martirio di San Pietro, sostituendolo con la Madonna del Popolo, una tavola del Duecento. Altre manomissioni sono datate al XVIII secolo, quando la volta venne rialzata e decorata con nuovi affreschi, distruggendo i lunettoni e le vele della volta del Quattrocento e a ciò si aggiunse un incendio, datato 1781, che annerì gli affreschi. I colori che possiamo vedere oggi sono stati riportati alla luce da un recente restauro. Firenze, Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci. Madonna del Popolo, tavola, dettaglio. Le storie affrescate sulle pareti della Cappella Brancacci hanno come protagonista San Pietro, e sono inquadrate da una finta architettura, appositamente studiata immaginando che lo spettatore stazioni al centro della cappella. Le differenze tra i due artisti, nonostante il risultato finale contempli un ciclo pittorico di grandissimo livello, sono facilmente riscontrabili. www.zebrart.it Scheda didattica Analizziamo un’opera di Masolino, la Guarigione dello storpio e Resurrezione di Tabita (1425 circa) e un’altra di Masaccio, Il tributo. L’episodio dipinto da Masolino non può dirsi pienamente rinascimentale perché il pittore rompe l’unità della scena creando gruppi distinti nei quali il protagonista, San Pietro, è di volta in volta raffigurato: a sinistra guarisce lo storpio e a nella scena destra provvede alla resurrezione di Tabita. I personaggi sono inseriti in un contesto urbano descritto con una certa precisione ma, pur nella loro eleganza, non riescono ad emergere con la stessa prorompenza di quelle dipinte da Masaccio. Masolino, Guarigione dello storpio e Resurrezione di Tabita, 1425 circa, affresco, Firenze, Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci. Anche nel caso de Il tributo, San Pietro compare in più punti della scena: nel gruppo centrale viene mandato da Cristo a raccogliere la moneta dalla bocca di un pesce, azione che compie nella parte sinistra e a destra, infine, paga il tributo al gabelliere. Il paesaggio alle spalle di Cristo e degli apostoli, che risponde alle regole prospettiche, risulta profondo e modellato anche grazie ad un gioco di luci ed ombre che rende tornite le figure e conferisce naturalezza alla scena. Masaccio, Il tributo, affresco, Firenze, Santa Maria del Carmine, Cappella Brancacci. www.zebrart.it
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