LA SCOMPARSA DEL CARD. MARTINI `VERO

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LA SCOMPARSA DEL CARD. MARTINI `VERO
LA SCOMPARSA DEL CARD. MARTINI 'VERO PASTORE DELLA CHIESA':
ricordi e riflessioni dalla Comunità Casa del Giovane di Pavia
"Donaci Signore, di contemplare la Tua Parola e fa che, al di là dei pensieri e delle riflessioni,
giungiamo alla contemplazione del Tuo Volto". (Card. C.M. Martini)
E' questa la frase che oggi - 2 settembre 2012 alle 7 iniziava l'omelia della prima messa domenicale nel
Duomo di Milano. Ai piedi dell'altare maggiore la salma
del compianto e amato Cardinal C.M.Martini, attorniata
già da alcune centinaia di fedeli in preghiera.
Nell'essenzialità lineare e tipica del Cardinale, questa
breve frase credo riassuma bene la sua personalità e
santità: uomo sì di cultura teologica e non, ma - 'al di là
dei pensieri e delle riflessioni' - uomo che ha contemplato
il Volto di Dio, che lo ha incontrato e lo ha amato e
servito. E qui c'è la differenza, l'importanza decisiva.
Molti parlano e conoscono Dio, la vita, se stessi, gli altri, per 'pensieri e riflessioni': chi va 'al di là' di essi
non trova il nulla ma trova Volti, Persone, relazioni vive, affettive ed effettive, trova la vita/Vita. Ed è ciò
che conta, che fa la differenza, la Santità, che lascia il 'segno'.
Il Card. Martini fu incontrato da don Enzo nel 1989 e dalla Comunità Casa del Giovane in due
occasioni: a Vendrogno durante una Iniziativa Formativa, e poi a Pavia nel 1996 per l'inaugurazione
dell'Arsenale 'Servire il Fratello' in Via Lomonaco che sarebbe diventato sede dei laboratori e
dell'accoglienza notturna CdG. Alla morte di dEnzo egli mandò un telegramma e poi scrisse una lettera
che esprimeva il suo pensiero sulla figura e l'opera del Servo di Dio. Piccoli segni che esprimevano la
capacità di essere presente e di 'incontrare' veramente e 'ricordare'.
Personalmente avendolo incontrato nelle due occasioni in cui venne in comunità mi colpirono di
lui due cose:
- la sintesi tra semplicità e 'gravità' della sua persona: era avvicinabile facilmente ma dall'altra emanava
un qualcosa di vero-forte-bello che percepivi venire da 'altro' (era la stessa impressione che si aveva
incontrando don Enzo!)
- l'attenzione profonda che viveva in ogni gesto e parola e che si esprimeva al massimo incontrando le
persone: a distanza di alcuni anni dai due incontri si ricordava i nomi dei comunitari incontrati, pur
avendoli conosciuti la prima volta solo per pochi minuti! (anche questa era una caratteristica di don
Enzo!) Incontrava veramente - al di là dei 'pensieri e delle riflessioni' - volti e persone che poi portava nel
cuore, ri-cordava!
Ho letto molti libri suoi, sia sulla Lectio Divina (sono cresciuto nella fede negli anni ricchi del suo
magistero: fu un vero maestro per generazioni di credenti) che sulla fede e la Parola, formandomi con le
sue riflessioni e lucide analisi e prospettive sulla vita, la cultura, la società, l'uomo e la chiesa Ma le ho
poi intraviste - seppur per pochissimo tempo - tradotte in questa capacità di andare oltre le parole e
incontrare l'altro. La stessa capacità cresciuta, forgiata e donata certamente - per il Cardinale e don Enzo
- nel costante e diuturno Incontro con l'Altro che è stata per la preghiera.
Le parole che il Cardinale scrisse riguardo a don Enzo penso si possano usare anche riguardo a lui stesso:
"Ripensando alla sua passione per la vita, alla speranza che lo animava, al suo straordinario impegno
nella carità verso i poveri, credo di poter dire che il segreto di don Enzo è stato l’incredibile amore di
Dio che aveva sperimentato e che sentiva effuso nel suo cuore dallo Spirito Santo. Questo amore fu la
molla della sua esistenza."
A Samperone - piccola frazione di Certosa - sono presenti due statue di S.Carlo Borromeo: una
grande e bella in Chiesa e una in un'edicoletta all'incrocio in paese, segno dell'influenza e della presenza
del grande Cardinale milanese vissuto secoli fa. Ecco, l'aver conosciuto il Cardinal Martini mi fa pensare
d'aver avuto la grazia di aver incontrato un altro 'san Carlo Borromeo' dei nostri tempi. Il suo esempio e il
suo insegnamento ci spinge a non nasconderci rispetto al Vangelo e al nostro tempo ma a viverlo con il
coraggio e la fiducia della santità, per il bene della Chiesa e degli uomini di oggi.
don Arturo Cristani
---------------------Dai Diari di don Enzo Boschetti:
21 agosto 1989 - Mi trovo qui a Rho presso la casa di esercizi spirituali dei padri Oblati. Una grande
casa, antica ma bella e per certi aspetti confortevole. La stanza che hanno dato a me e a B. D. è
fortunatamente molto modesta e povera: è il vecchio appartamento del sacrestano all’angolo estremo
della casa.
- Ciò che caratterizza questi esercizi spirituali è l’oratore d’eccezione e precisamente il cardinale Carlo
Maria Martini, arcivescovo di Milano: uomo di santità e di grande cultura e di eccezionale conoscenza
biblica. Ci fa gustare come pochi la Parola di Dio. Con il suo stile di “servire” esercita un grande
fascino su tutti. Siamo circa 120-130 tra sacerdoti e religiosi.
- “Avete perseverato con me nelle mie prove” è il tema degli esercizi spirituali, con particolare
riferimento al libro di Giobbe.
22 agosto 1989 - Sono convinto che l’essere stato ricevuto questa mattina alle 10,50 dal cardinale C.M.
Martini sia una grazia molto significativa.
Mi ha accolto con molta cordialità, dicendomi che aveva già sentito parlare di me. Ha voluto sapere
della Comunità e dei definitivi e della nostra impostazione di servizio.
E’ un uomo di Dio e vero pastore, capace di tanta attenzione, che non crea nessunissimo disagio, anzi
conversa con molta fraternità.
- Gli ho parlato del mio stato d’animo che in certi momenti si avvicina un po’ al vissuto di Giobbe, con le
sue aridità e paure. Il Cardinale mi incoraggia alla preghiera e ad operare in un clima di gratificazione.
Mi parla della notte oscura di san Giovanni della Croce. Presto o tardi sono prove che vengono per tutti
e hanno un valore di purificazione. Mi ha raccomandato di pregare per lui, mi ha benedetto e mi ha detto
che lui pure avrebbe pregato per me.
- Gli ho detto che ci avrebbe fatto un grosso regalo, se fosse venuto a Vendrogno, l’anno prossimo, per la
settimana di responsabilizzazione; lui ha detto che se poteva sarebbe venuto volentieri; di scrivergli.
25 agosto 1989 - Al termine di questi esercizi spirituali, riconosco di avere molto ricevuto dal Signore e
dal cardinale Martini, vero pastore della Chiesa.
-----------TELEGRAMMA DEL CARD. MARTINI ALLA MORTE DI DON ENZO BOSCHETTI
(il telegramma fu inviato il 15 febbraio 1993 all'allora vescovo di Pavia mons. Giovanni Volta)
Destinatario
ECCELLENZA REVERENDISSIMA MONSIGNOR GIOVANNI VOLTA
PIAZZA DEL DUOMO 12 - 27100 PAVIA
TESTO
PARTECIPO VIVAMENTE COMMOSSO CORDOGLIO VOSTRA ECCELLENZA E CHIESA PAVESE E CASA DEL
GIOVANE PER MORTE DON ENZO BOSCHETTI. RINGRAZIAMO DIO COPIOSI DONI CARITÀ ELARGITI
ATTRAVERSO DON ENZO VOGLIO RICORDARNE ESEMPLARE TESTIMONIANZA INSTANCABILE INTELLIGENTE
GENEROSA DEDIZIONE GIOVANI E LE TANTE INIZIATIVE PER COMUNITÀ ACCOGLIENZA FRATERNITÀ
SOLIDARIETÀ. AFFIDANDOLO INFINITA MISERICORDIA DIVINA CHIEDO INTERCESSIONE E AIUTO DON ENZO
NOSTRO CAMMINO VITA CRISTIANA FONDATA SULLA FEDE E SULLA AZIONE MISSIONARIA E CARITATIVA
FRUTTO DELLA EUCARISTIA. UNENDOMI PREGHIERE SUFFRAGIO INVOCO SU TUTTI PIENEZZA DIVINE
BENEDIZIONI.
CARLO MARIA CARDINALE MARTINI ARCIVESCOVO DI MILANO
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LETTERA – TESTIMONIANZA
DI S. EM. IL CARDINALE CARLO MARIA MARTINI
ARCIVESCOVO DI MILANO
Milano, 15 ottobre 1993
Cari Amici della Casa del Giovane,
vi ringrazio per avermi inviato l’ultimo libro scritto da don Enzo Boschetti, che ho letto volentieri.
Ripensando alla sua passione per la vita, alla speranza che lo animava, al suo straordinario impegno
nella carità verso i poveri, credo di poter dire che il segreto di don Enzo è stato l’incredibile amore di
Dio che aveva sperimentato e che sentiva effuso nel suo cuore dallo Spirito Santo. Questo amore fu la
molla della sua esistenza.
Non a caso era entrato, ancora giovane e dopo un corso di Esercizi Spirituali, nell’Ordine dei
Carmelitani Scalzi, come converso, divenendo a poco a poco esperto nella preghiera di contemplazione,
di adorazione e di intercessione.
E quando lasciò con dolore l’Ordine perché si sentiva chiamato a essere prete e prete per i poveri,
lo spessore contemplativo non gli venne meno, anzi fu alla base di tutta la sua azione. Riteneva, infatti,
che nelle Comunità della Casa del Giovane contemplazione e servizio dovessero costituire un binomio
inscindibile.
Così don Enzo si lasciava pervadere giorno dopo giorno dalla forza della parola di Dio nella Scrittura, che
meditava a lungo per nutrire la sua contemplazione.
Scriveva: “Lasciamoci svitare, tormentare dal Vangelo ... la vita è piena di raggi di sole, di bontà,
di miracoli esplosivi della misericordia di Dio. Il Dio della vita opera anche tra le apparenti tenebre della
morte”.
E’ dunque la preghiera, il rimanere ancorato nel Signore, che l’hanno plasmato come servitore del
Vangelo della carità, di una carità che si dona fino alla morte.
Possiamo accogliere tra i tanti, almeno questo suo insegnamento: “Finisci solo per ricominciare,
fermati solo per riflettere, costruisci la cordata della solidarietà perché la tua speranza diventi raggiante e
cristallina come la rugiada. Lascia ricaricare dall’amore per essere vita nella verità e per rigenerarti al
fulgore di una libertà promozionale e coinvolgente. Così diventerai te stesso e i poveri sussulteranno di
gioia piena”.
Affido il vostro impegno alla sua intercessione e vi benedico di cuore.
Vostro + Carlo Maria Martini