Ha ritratto i papi, la regina Elisabetta e Maria Callas. Il suo segreto

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Ha ritratto i papi, la regina Elisabetta e Maria Callas. Il suo segreto
[IL PERSONAGGIO/ULISSE SARTINI] F
DI LORINDA CORDELLA
LA MAGIA DI QUEI VOLTI
Ha ritratto i papi, la regina Elisabetta e Maria Callas.
Il suo segreto? «Inseguo il loro ritratto interiore»
“
”
Sono un cattolico e
pensare che con le mie
opere posso aiutare
la gente a pregare è
uno degli aspetti che
mi gratifica di più
L’
8 febbraio a Piacenza, al Collegio Alberoni, ha inaugurato il
suo ultimo lavoro, il ritratto
del vescovo Luciano Monari, vicepresidente
della Cei. Ma la fama di Ulisse Sartini, pittore di origini piacentine, ha da tempo varcato
i confini nazionali. E dallo studio d’arte di
Milano, le sue opere hanno fatto il giro del
mondo (un suo dipinto è anche alla National
Portrait Gallery di Londra). In una recente
mostra sugli angeli in America, al Mississippi Museum of Art, due sue tele comparivano
accanto a capolavori di Raffaello, Guido Reni e altri grandi dell’arte italiana. A settembre Sartini esporrà alla chiesa di Santa Maria
delle Grazie di Milano una mostra tematica
proprio sugli angeli, dal titolo Messaggeri di
luce, che poi verrà portata a Piacenza, al Pa-
lazzo Gotico, e con tutta probabilità a Roma,
alla basilica di Santa Maria degli Angeli.
Lei è uno dei pittori contemporanei più
noti in Italia e all’estero. Un successo clamoroso: a che cosa lo attribuisce?
«Sono conosciuto soprattutto per i ritratti. Ho avuto l’onore di ritrarre grandi personaggi come Luciano Pavarotti o Maria Callas, della quale ho realizzato ben tre ritratti:
uno si trova ad Atene, l’altro alla Scala, e l’ultimo è stato inaugurato nel 2006 alla Fenice
di Venezia. Nel 2007 al Museo della Scala è
stato inaugurato il ritratto di Renata Tebaldi. Ho il privilegio di essere in 15 chiese italiane, il mio San Valentino si trova alla basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma, uno
dei Padre Pio che ho realizzato è a Pietrelcina. Mi fa molto onore sapere che due mie pa씮
In questa foto: Ulisse Sartini
presenta il ritratto a papa
Benedetto XVI. A destra:
Sartini con l’opera
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[IL PERSONAGGIO]
A sinistra: la Tebaldi con il ritratto eseguito da Sartini.
Sopra: Maria Callas. Sotto: Sartini con Giovanni Paolo II
I volti moderni inseriti in atmosfere metafisiche sono
“
”
Avevo vent’anni
e volevo essere
moderno, quindi dal
figurativo ero passato
all’astratto. Poi a una
mostra esposi
un autoritratto...
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le di altare, un Battesimo di Gesù e una Annunciazione, si trovano nell’unica chiesa cristiana di Kabul, capitale dell’Afghanistan. È
stato il Rotary di Milano a donarle».
Ma lei ha fatto anche ritratti di papi...
«Sì. La strada si è aperta dopo che ho fatto il ritratto del cardinale Agostino Casaroli.
In seguito ho realizzato quello di Giovanni
Paolo II, e quindi il tondo di Benedetto
XVI, da cui è stato ricavato il mosaico per la
basilica di San Paolo Fuori le Mura. Di Benedetto XVI ho eseguito anche la figura intera,
che rappresenta il ritratto ufficiale».
Che rapporto ha con la fede?
«Sono state le omelie di Giovanni Paolo II
prima, e ora di Benedetto XVI, a insegnarmi
ad amare tanto questi uomini. Sono un cattolico praticante ed è per me un grande privilegio pensare che con le mie opere posso aiutare tanta gente a pregare. È uno degli aspetti
del mio lavoro che mi gratifica di più».
Per quanto riguarda la tecnica, lei dipinge come i pittori del Rinascimento.
«È vero, è una tecnica lunga. Il lavoro viene preparato a monocromo, poi il colore è sovrapposto a velature. Avendo una certa abilità tecnica ci si può esprimere liberamente».
Ci descriva la sua giornata tipo.
«Inizio a lavorare alle 7 di mattina e vado
avanti fino a che resisto».
Quali sono le maggiori difficoltà nel fare un ritratto?
A sinistra: Sartini con Pavarotti. Sopra: il premier inglese
John Major; sotto, Elisabetta II con l’opera di Sartini
la mia rivisitazione dell’arte pittorica del Rinascimento
«La cosa più difficile è svelare il ritratto interiore di una persona, la sua essenza profonda».
Come ha scoperto il suo talento?
«Grazie a un grande gallerista e scopritore
di talenti, Filippo Schettini. Io avevo 20 anni
e volevo essere moderno, quindi dal figurativo ero passato all’astratto. In una mia mostra
di soggetti astratti, Schettini mi chiese di
esporre un autoritratto, che fu molto apprezzato. Mi disse: “Devi portare avanti la strada
del ritratto”. Così ho fatto, e poi mi sono sempre più appassionato. I miei embriocosmi
(l’altro mondo creativo di Sartini, ndr) non
sono più astratti, e quando li dipingo penso
al momento della creazione, ai quattro elementi: acqua, fuoco, aria e terra. Ritratti e sog-
getti religiosi sono collocati nell’embriocosmo, che accentua la magia delle opere, ambientate fuori dal tempo e dalla realtà».
Nelle sue opere religiose, mitologiche,
lei raffigura volti contemporanei…
«In questo consiste la mia modernità: i volti moderni inseriti in atmosfere metafisiche
rappresentano una rivisitazione dell’arte del
Rinascimento».
Com’è cresciuto il suo percorso artistico legato alla fede?
«Coltivando la fede, leggendo il Vangelo,
le Vite dei Santi. Sono un fedelissimo ascoltatore di Radio Maria, che mi è di grande aiuto: quando parlano di Dio sto con le orecchie ben tese, c’è sempre da imparare». 왎
Per conoscere meglio
l’opera del Maestro:
www.ulissesartini.it
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